IN CASO DI MANCATO RECAPITO SI RESTITUISCA AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TASSA NUMERO 3 - SETTEMBRE 2014 Periodico «Il Patronato S. Vincenzo per Giovani Operai» Iscriz. Trib. Bg. Dec. reg. n. 4 del 16 febbraio 1976 - Poste Italiane s.p.a. Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Bergamo IN CASO DI MANCATO RECAPITO SI RESTITUISCA AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TASSA NUMERO 3 - SETTEMBRE 2014 Periodico «Il Patronato S. Vincenzo per Giovani Operai» Iscriz. Trib. Bg. Dec. reg. n. 4 del 16 febbraio 1976 - Poste Italiane s.p.a. Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Bergamo Anno XXXVIII Settembre 2014 Numero 3 In copertina: Bisogno di paternità 3 4 Fondatore: Don Giuseppe Vavassori Direttore Responsabile: Giovanzana Maria Luisa Periodico «Il Patronato S. Vincenzo per Giovani Operai» Iscriz. Trib. Bg. Dec. reg. n. 4 del 16 febbraio 1976 Poste Italiane s.p.a. Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Bergamo Redazione e Amministrazione: Bergamo, via M. Gavazzeni 3 Tel. 035/4598111 Grafica e Stampa: Tipografia dell’Isola Terno d’Isola - Bg 5 9 10 12 13 18 20 21 6 EDITORIALE: Bisogno di paternità CORPUS DOMINI: il discorso del Vescovo NOTIZIE IN BREVE Giugno - Luglio - Agosto 2014 INCONTRO ANNUALE EX ALLIEVI ACCOGLIENZA... La casa per ritiri di Botta di Sedrina... GRAZIE Grazie “Ale” e auguri! 10 DALLA BOLIVIA - Resoconto di viaggio - Pensieri dalla Bolivia - In partenza per la Bolivia L’ANGOLO DELLA MEMORIA don Giovanni Regazzi FRAMMENTI DI VITA I NOSTRI DEFUNTI 13 Editoriale BISOGNO DI PATERNITÀ N ella copertina di questo numero l’immagine drammatica della famiglia Hazidi costretta alla fuga si unisce a quella poetica di don Gianluca con i bimbi della Ciudad del Niño, a ricordarci che solo ritrovando l’esercizio di una paternità autentica in questi momenti così difficili della nostra vicenda storica potremo uscire dalle crisi che ci affliggono e dalle paure che ci bloccano. Solo una rinnovata capacità di essere padri può aiutarci infatti a sconfiggere l’orrore della violenza terrorista che ha colpito gli Hazidi, gli islamici Sciiti, i Curdi, il povero giornalista James Foley decapitato in diretta, i sequestrati presi in ostaggio e le ragazze nigeriane in mano ai criminali di Boko-Aram, i bimbi di Gaza e gli innocenti vittime delle guerre in atto che Papa Francesco ha paragonato ad altrettanti episodi di un’unica, interminabile guerra mondiale: la 3ª. È tempo di lasciarci alle spalle senza rimpianti quest’estate strana che, dopo le delusioni calcistiche mondiali, è stata monopolizzata delle vacanze rovinate dalle piogge, come se fosse un problema. Il vero problema invece è che nel nostro mondo post-moderno, postideologico, post-cristiano, post-tutto… criminale non è chi fa strage di cristiani, ma chi abbandona “l’amico a quattro zampe” sulle vie delle vacanze. Irreparabile non è la possibile estinzione dei cristiani o degli Hazidi, ma della specie botanica rara e protetta. Il problema è che da parte delle potenze mondiali troppe guerre sono state ca- IL PATRONATO muffate da missioni di pace e fatte in vista di inconfessabili interessi economici e vantaggi politici. Il problema è che sul genocidio in atto dal mondo della cultura, dello spettacolo, degli indignados che strillano per tutto e il contrario di tutto, arriva solo un silenzio assordante. Come non pensare a questo punto alla shoah, la “madre di tutte le stragi” che è stata resa possibile anche dal silenzio e dalla superficialità (la banalità del male di cui parlava H. Arendt) di tanta, troppa brava gente? Per rompere questo colpevole silenzio ci voleva il grido di un padre come il Vescovo di Mosul che, disperato per la distruzione della sua comunità, ha ricordato al mondo che “le porte dell’inferno si sono aperte e i demoni che vi erano rinchiusi sono dilagati fra noi”. Per non essere complici di questo disastro vogliamo cominciare il 3 nuovo anno di scuola e lavoro con l’impegno a vivere giorno dopo giorno gli atteggiamenti tipici di una vera paternità e cioè non chiudere gli occhi di fronte alla realtà, prendersi cura di chi soffre, del povero e del debole, non pensare a se stessi, donare la vita senza riserve, voler bene nel senso di cercare il bene sempre e di tutti, compresi noi stessi, ecc. Sembra strano, ma per aiutare il papà obbligato a fuggire per mettere in salvo i suoi cari dopo aver perduto tutto, bisogna semplicemente, fare quello che fa don Gianluca nell’altra foto: prendere fra le braccia il dolore innocente e donargli l’esperienza di una vera paternità, perché quando la vita ti fa trovare un padre, una madre, allora ci si apre alla fiducia e alla speranza e la vita stessa rivela il suo senso più profondo che è l’amore. Settembre 2014 Corpus Domini Corpus Domini: il discorso del Vescovo Il nostro cammino di questa sera è stato segnato dalle parole che Papa Francesco ha pronunciato nel Cenacolo, durante la recente visita in Terrasanta. Nel Cenacolo “è nata la Chiesa, ed è nata in uscita”. Dal Cenacolo “è partita con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli occhi e lo Spirito d’amore nel cuore”. Non basta uscire vincendo ogni paura e soprattutto ogni pigrizia, ma il Papa, con quelle parole, indica uno stile che rivela anche le intenzioni di questa uscita. Uscire significa “mostrare l’Eucaristia”: l’Eucaristia non si può dimostrare, ma si può mostrare. Il paradosso del “nascondimento processionale”: l’Eucaristia è nascosta, ma il popolo che si è nutrito, trasformato nel Corpo storico di Cristo la mostra. Come: camminando con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Cristo negli occhi, lo Spirito d’amore nel cuore. La Chiesa esce lungo le vie degli uomini portando il pane che è stato spezzato nell’Eucaristia e che continua a spezzare per tutti nella vita. Il gesto di Cristo celebrato dai suoi discepoli riuniti e illuminati proprio da esso, viene mostrato in una condivisione radicale con tutti. Presenze, come il Patronato S. Vincenzo, la Comunità Ruah, la Casa Gabrieli, l’Albergo popolare, la Fondazione Angelo custode, la Comunità Kairos, l’Oasi Gerico… mantengono la loro carica profetica a partire dal gesto di Gesù e come il suo gesto si espongono ad ogni incomprensione o strumentalizzazione. Nello stesso tempo ci provocano ad una cultura diffusa, ad una responsabilità condivisa, a scelte sociali e politiche che non possono alimentare o addirittura incentivare le condizioni a cui poi si chiede di rispondere con il gesto generoso. Lungo il cammino abbiamo avvicinato i luoghi della cura e dell’istruzione: una risposta competente e “giusta”; una risposta che non può alimentarsi solo ai criteri della scienza e della sostenibilità economica, ma inevitabilmente ad una visione Settembre 2014 dell’uomo, che per evitare le secche dell’ideologia, può alimentarsi solo ad un’ispirazione più grande dell’uomo stesso. Mostrare l’Eucaristia è mostrare l’apertura radicale dell’uomo in direzione di una ricerca che lo porta continuamente a superarsi. Il pane non è separato dal vino, il corpo dal sangue: con le piaghe di Cristo negli occhi. Nella canonizzazione di Papa Giovanni, Papa Francesco parlava delle piaghe mostrate dal Risorto all’incredulo Tommaso e diceva che non rappresentano la dimostrazione dell’esistenza di Dio, ma dell’amore di Dio che guarisce le piaghe umane, trasformandole con l’amore. Con lo Spirito d’amore nel cuore: mostrare l’Eucaristia è mostrare la sua forza capace di plasmare una comunità umana nuova, determinata dalla carità incarnata in relazioni umane ma generata dalla comunione di Dio. Non basta la comunione tra noi, la stessa comunione con Dio, ma è necessaria la comunione di Dio accolta con fede. Solo questa è capace di colmare quel vuoto che in maniera diffusa ci circonda e in maniera drammatica ci ingoia. 4 IL PATRONATO In breve Notizie in BREVE GIUGNO - LUGLIO - AGOSTO 2014 CONCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2014-2015 Nel mese di giugno l’AFP ha chiuso le attività scolastiche per 1100 allievi, (600 di Bergamo, 250 di Clusone e 250 di Endine) che hanno così potuto godersi il meritato riposo estivo. Più del 98% dei nostri ragazzi e ragazze hanno ottenuto la qualifica professionale o il Diploma di IV anno. Un ottimo investimento per potersi inserire con merito e competenza nel mondo del lavoro. I diplomati della scuola sono infatti molto apprezzati dalle aziende di settore per la serietà dimostrata durante il periodo di tirocinio, la buona educazione e la grande passione per il lavoro. Alla sede di Endine il corso informatico gestionale ha dato la possibilità di meritarsi anche la maturità del V anno. Bravi! Nel periodo estivo le sedi dell’AFP del Patronato prepareranno il benvenuto per tanti nuovi ragazzi e ragazze di prima: 8 prime a Bergamo per un totale di 200 ragazzi, 4 prime a Clusone per un totale di 80 ragazzi e 4 prime a Endine per un totale di 80 ragazzi. E allora buon anno scolastico 2014-15, sapendo che chi ben comincia… CELEBRAZIONE DEL CORPUS DOMINI AL PSV Giovedì 19 giugno la città è stata invitata alla celebrazione del Corpus Domini, con il vescovo Francesco Beschi. Come segno simbolico si è scelto di dare particolare attenzione al mondo della carità: le celebrazioni hanno avuto come fulcro il Patronato San Vincenzo. Il tema: «qui è nata la Chiesa ed è nata in uscita», riprendendo il discorso di Papa Francesco nel Cenacolo a Gerusalemme. Alle 10,30 nella chiesa del Patronato, solenne concelebrazione presieduta dal vescovo coi sacerdoti della città e dei diversi Uffici di servizio diocesano. A turno l’adorazione Eucaristica è stata animata dalle diverse parrocchie della città, dal Patronato, dalle religiose, dagli operatori della sofferenza e del disagio, dagli operatori della carità e della missione, dagli operatori della scuola e della famiglia, dai gruppi di preghiera e infine da varie Confraternite. La recita dei vespri, ha preceduto la solenne processione verso la chiesa parrocchiale di Boccaleone, alle 20,30, ad essa han preso parte le autorità religiose e civili della città oltre a molti fedeli provenienti da tutta la diocesi. Ringraziamo il Vescovo e la Diocesi per aver pensato al Patronato e alle Istituzioni caritative e sociali presenti in zona (Caritas, Oasi Gerico, Kairòs, Angeli Custodi, NAP, ma anche Clinica Gavazzeni e Scuole professionali) per la celebrazione del Corpus Domini, richiamando l’importanza della dimensione caritativa della vita cristiana e nella celebrazione dell’eucaristia. IL PATRONATO 5 Settembre 2014 In breve GITA CONCLUSIVA DELL’AFP A VALTORTA Valtorta 20/06/2014: in una bella giornata di sole, un buon numero di docenti e di personale amministrativo dell’AFP di Bergamo ha realizzato la tradizionale gita di fine anno scolastico a Valtorta, in alta Val Brembana nel ricordo di don Tommaso Milesi presso la cui tomba nel Cimitero locale è stata celebrata la S. Messa da don Sandro Sesana e don Giuseppe Bracchi, con l’assistenza di don Davide Rota e di Messi Alessandro. La giornata è proseguita presso la casa natale di don Tommaso dove Erminia ha preparato uno squisito pranzo a base di polenta, grigliata di carne, formaggi tipici, il tutto innaffiato da buon vino, pranzo che tutti hanno gradito e condiviso in allegria. Momenti come questi servono a rinnovare la memoria, rinsaldare i vincoli di amicizia e rinvigorire l’entusiasmo. RAMADAN 2014 Dal 29 giugno al 28 luglio si è celebrato in tutto il mondo il mese islamico del RAMADAN, nel corso del quale i musulmani debbono astenersi - dall’alba al tramonto - dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali. Quest’anno il ramadan è stato più faticoso del solito perché cadendo in piena estate, l’astinenza quotidiana durava 18 ore: dalle 3 a.m. alle 21 p.m. Le persone di fede musulmana ospiti nel Patronato sono una sessantina: a esse si aggiungono altre che approfittano di questo periodo sacro per l’Islam per incontrare i loro amici e pregare insieme. Settembre 2014 6 IL PATRONATO In breve LA TENSOSTRUTTURA DELLA CASA CENTRALE Da metà luglio è visibile nel campo da gioco della casa centrale di via Gavazzeni n° 3 la bianca tensostruttura allestita per dare ospitalità a persone, gruppi ed eventi e supplire così alla cronica carenza di ambienti adatti allo scopo. Si tratta di uno spazio coperto di 150 m2 con pavimento in legno rialzato per evitare l’umidità. Servirà non solo per accogliere le badanti ucraine di domenica, ma anche per attività e iniziative legate alla scuola professionale, alla Ruah, agli ospiti italiani e stranieri e per far fronte alla molte richieste di gruppi e associazioni parrocchiali e non. Si completa così l’offerta di spazi: la nuova struttura sarà pienamente fruibile dal 1° settembre di quest’anno. PRESENTAZIONE LIBRO SU P. ANTONIO BERTA Sabato 28 giugno alle 21,00 nell’auditorium della Parrocchia di Stezzano, il Gruppo Adozioni Bolivia e gli Amigos P. Berta, presentano il libro “Una pietra viva a Cochabamba”, un omaggio alla vita e all’opera di Padre Antonio, raccontato da chi per tanti anni ha vissuto accanto a lui e da chi ha raccolto il suo invito condividendone l’elogio alla vita. Oltre ai principali collaboratori di don Berta, i coniugi Luciano e Terry Invernizzi, sono presenti il redattore del libro prof. Ernesto Miragoli, il Parroco di Stezzano don Mauro Arizzi, il direttore del Centro Missionario don G. Battista Boffi, il Console di Bolivia a Bergamo dott. Giuseppe Crippa e altre autorità. Il folto pubblico è composto da amici e sostenitori dell’opera dei coniugi Invernizzi e la serata è animata dal gruppo Yanapakuna, associazione socio-culturale boliviana. A rappresentare il Patronato ed esprimere la gratitudine per il ricordo, don Davide Rota e don Sandro Sesana. IL PATRONATO S.V. DI CLUSONE OSPITA UNA NUOVA SCUOLA A partire dall’anno scolastico 2014-’15 troveranno ospitalità nel Patronato S.V. di Clusone le classi Medie (1-2-3ª) della Coop. Karol Wojtyla, fino a giugno 2014 ospitate presso l’Istituto Rezzara di cittadina “baradella”. L’accordo è stato firmato in questi giorni con soddisfazione da entrambe le parti: il PSV vede aggiungersi un altro tassello alla sua vocazione di comunità educante e la coop. K. Wojtyla trova finalmente una sede adatta e sicura dove pensare con tranquillità al futuro ed eventuali progetti di ampliamento. 15/08: APPUNTAMENTO ALL’AVARO Segnato dal tempo incerto di un’estate disastrosa, quest’anno il tradizionale appuntamento all’Avaro per la celebrazione dell’Assunta, è stato vissuto in tono minore, con la presenza di poche persone: don Giuseppe Bracchi però non ha voluto far mancare questa celebrazione così cara a don Bepo e alle ore 11,00 approfittando di una pausa nelle piogge che faceva intravedere un po’ di azzurro, ha celebrato la Messa presso la cappellina del PSV. Don Fausto e i ragazzi di Sorisole non hanno potuto prendervi parte a causa delle piogge torrenziali che nella stessa mattinata avevano provocato allagamenti nella struttura di Sorisole. IL PATRONATO 7 Settembre 2014 In breve CDA DELL’OPERA PATRONATO S.V. Alle ore 8,00 dell’11 luglio nella casa centrale del PSV si è svolto il Consiglio di Amministrazione con la partecipazione del presidente Massimo Cincera e dei consiglieri don Fausto Resmini, Mons. Lucio Carminati, Mons. Vittorio Nozza, don Davide Rota. Invitati anche i dott. Mario Campana e Giuseppe Capetti di Alex Servizi ed Ernesto Aristolao, amministratore del PSV, oltre alla segretaria Daniela Taiocchi. Due gli argomenti principali all’ordine del giorno: in primo luogo la proposta del C.d.A. dell’AFP di attendere almeno un anno prima di nominare un altro prete come responsabile della scuola: questo per ridefinire il ruolo del futuro rettore in modo più conforme alle indicazioni diocesane. Durante l’anno scolastico 20142015 sarà la commissione formata dal presidente don Davide Rota, dai tre direttori di Bergamo, Clusone ed Endine, dalla responsabile della Coop. Patronato Grazia Zucchelli e dall’amministratore unico a portare avanti il tutto. In secondo luogo si è constatato con una certa soddisfazione come si stia riuscendo a tenere sotto controllo il debito del PSV e questo - il che è sorprendente - in un momento di grave crisi e senza diminuire l’impegno a favore dei bisognosi, ma aumentandolo. ESERCIZI SPIRITUALI DEI PRETI DEL PATRONATO Dal 25 al 29 agosto hanno avuto luogo come ogni anno gli Esercizi Spirituali per i sacerdoti che appartengono al PSV e per gli ospiti (una dozzina). Il programma era il seguente: lunedì 25/08: don LUIGI CASTELLAZZI: pastorale della carità e rischio del burnout martedì 26/08: don ATTILIO BIANCHI: ciò di cui un prete può fare a meno nell’attività pastorale mercoledì 27/08: Mons. DAVIDE PELUCCHI: quali sono i problemi all’origine dell’abbandono del ministero sacerdotale nella nostra diocesi giovedì 28/08: don EZIO BOLIS: per un’identità spirituale del sacerdote nel mondo d’oggi venerdì 29/08: don ROBERTO PENNATI: cosa vuol dire fare il prete oggi nel Patronato S. V.? Gli esercizi spirituali si sono tenuti presso il Conventino: il mattino è stato dedicato alla riflessione sul tema mentre il pomeriggio era riservato al dibattito e al confronto, ma anche a problemi concreti della comunità sacerdotale. UNA MADONNINA FRA DUE AMICI È il titolo della nuova pubblicazione di don Roberto Pennati, un libretto con poco, ma significativo testo e molte fotografie a ricordo di due amici, morti giovani. Fra loro la Madonnina collocata dall’ autore su “Torre Maria” in alta Val Brembana. “Dopo tanti anni mi è tornata la voglia di ricordare volti e luoghi di questa storia e di scoprire qualche legame con il Patronato” scrive don Roberto. La pubblicazione sarà disponibile entro pochi giorni. DON JAN FA RITORNO AL PATRONATO A BERGAMO Dal 2009 don Jan Heeffer era parroco della comunità di Someren, nel nord Brabante - in Olanda, suo paese di nascita, ma dal settembre 2014 egli farà ritorno alla nostra diocesi e soprattutto al Patronato del quale egli ha deciso di far parte fin dagli inizi del suo ministero. L’appartamento che lo accoglierà è pronto e arredato e a breve egli comincerà il suo ministero nella parrocchia che il Vescovo gli indicherà, continuando però a svolgere il suo servizio all’interno del Patronato in comunione con gli altri preti. La comunità, lieta della sua decisione, gli augura ogni bene. Settembre 2014 8 IL PATRONATO In breve DOCCIA GELATA PRO SLA È don Roberto Pennati a provocare la discussione: visto che in quei giorni tutti fanno la doccia gelata a favore della sla, è buona o no, questa trovata che gira su youtube? Qualcuno è favorevole, qualcuno indifferente, qualcuno contrario. Si decide comunque che sabato 23 agosto mattina si effettueranno le riprese della doccia gelata. Ognuno si offre per fare qualcosa e don Sandro si propone per la doccia. Don Pennati sorride e dice di prendere tutto con allegria. Thierry prepara il copione della scena, Blaise è pronto per la ripresa e Daniel è colui che predispone la scena. Viene convocato anche Davide Tangianu, ex allievo del patronato che si rende disponibile per montare il pezzo e pubblicarlo su youtube. E così sabato mattina ecco che sotto una pioggia torrenziale viene girato il pezzo: doccia gelata a favore della sla. La dedica è da parte di tutti gli amici dell’Agro a don Roberto e all’associazione Ibis che in Bergamo si occupa dei malati di sla. Il tutto fatto con la dovuta leggerezza e allegria. Incontro annuale ex allievi al Patronato S. Vincenzo Bergamo 28 settembre 2014 Secondo una consuetudine consolidata la domenica 28 settembre 2014 avrà luogo l’appuntamento annuale degli ex-allievi del Patronato (da quest’anno esteso anche ai membri dell’associazione “Ex Alumnos P. Antonio Berta della Ciudad del Niño di Cochabamba”, Bolivia, presenti in Italia) presso la Casa centrale di via Gavazzeni 3 col seguente programma: 0re 9,00: ritrovo Ore 9,30: sala P. Giovanni saluto del presidente Mario Cavallini e a seguire relazione del Superiore don Davide Rota Ore 10,30: pausa caffè Ore 11,00: S. Messa nella chiesa grande Ore 12,30: pranzo nel self-service IL PATRONATO 9 Settembre 2014 Accoglienza... La casa per ritiri di Botta di Sedrina… chiude… I l Vescovo, dopo attenta riflessione col Consiglio Episcopale, in dialogo con la comunità religiosa che lì ha vissuto fino a pochi giorni fa ha preso la decisione di chiudere l’imponente struttura di tre piani - più un seminterrato - con circa 100 camere singole con bagno, oltre agli spazi comunitari, che dal marzo 1973 al 2014 ha funzionato come Casa di Ritiri della Diocesi. Tale casa era stata realizzata dal curato di Botta, don Pietro Buffoni, classe 1900 e ordinato prete nel 1928, il quale, in una lettera al Vescovo Bernareggi scrive di aver fatto il primo esperimento già nel 1932. In 82 anni, tanti gruppi si sono susseguiti, prima dalle fabbriche e dalle associazioni, poi soprattutto dalle parrocchie. Questo sacerdote faceva propria e interpretava in modo originale la proposta degli Esercizi spirituali proposta dall’Azione Cattolica ai giovani della diocesi. Era il tempo della grande stagione postconciliare e del rinnovamento della pastorale. Chi voleva cambiare tutto metteva da parte ciò che si era fatto fino ad allora e c’era chi rimpiazzava la spiritualità e la preghiera con iniziative di impegno sociale e politico. Chi cercava di sintonizzarsi con la grande mozione spirituale che aveva suscitato il Concilio, coglieva in essa il segno dei tempi e la necessità di cercare in profondità le ragioni sempre valide della fede e della sua testimonianza, accogliendo le nuove sfide della modernità. Alla Casa della Botta i ritiri erano gratuiti: è questa l’eredità di un trascorso francescano nell’itinerario formativo del giovane don Pietro Buffoni e anche il segno della sua maturazione spirituale e pastorale. La sua ambizione missionaria ha coinvolto giovani donne e uomini che si sono consacrati numerosi: la comunità femminile delle “Oblate di santa Marta” comprendeva 18 membri, il gruppo maschile dell’Istituto San Giuseppe è invece di 3 componenti. Don Giacomo Rota, direttore della Casa, così spiega la decisione: “A causa dell’invecchiamento della comunità e del mancato ricambio vocazionale, l’attività dei ritiri è diminuita gradualmente, pur in presenza di una domanda ancora vivace. Molti in diocesi amano la casa dei ritiri gratuiti, che ora il Vescovo destinerà ad altri scopi. Il futuro ha nel presente il suo primo giorno; presente e futuro sono nelle mani di Dio. Quanto a noi 2 preti e alle suore ci trasferiremo a Zogno abiteremo nei locali della “Opera pia Mons. Speranza” e ci inseriremo nella realtà parrocchiale e nella futura unità pastorale. Con l’aiuto di Dio continueremo a esprimerci secondo il nostro carisma e spiritualità. Non dimenticheremo mai il bene ricevuto dalla parrocchia di Botta e da coloro che ci hanno aiutato e sostenuto. Il Signore porti a compimento l’opera buona che là ha incominciato”. Settembre 2014 10 IL PATRONATO Accoglienza... … ma per riaprire all’accoglienza I Gesù si è chinato a lavare i piedi agli apostoli. Servire significa lavorare a fianco dei bisognosi, stabilire con loro relazioni umane, di vicinanza, legami di solidarietà. Solidarietà è una parola che fa paura al mondo più sviluppato. Cercano di non dirla. È quasi una parolaccia per loro. Ma è la nostra Parola! Servire significa riconoscere e accogliere le domande di giustizia e speranza; cercare insieme strade, percorsi concreti di liberazione. In particolare vorrei invitare a leggere seriamente e con responsabilità questo segno dei tempi. Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle comunità, nelle case, nei conventi vuoti. Certo non è qualcosa di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma ci vuole anche coraggio. Facciamo tanto, forse siamo chiamati a fare di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la Provvidenza ci ha donato per servire”. l Vescovo di Bergamo, Mons. Francesco Beschi, accogliendo il forte invito di Papa Francesco, apre all’accoglienza dei rifugiati la casa finora destinata ai Ritiri Spirituali a Botta di Sedrina. La Caritas diocesana ha predisposto l’accoglienza di un gruppo di 54 profughi “richiedenti asilo”, in accordo con la Prefettura. 25 di questi erano ospiti nei giorni scorsi alla Ca’ Matta di Ponteranica, 19 alla Casa del Bosco di Bergamo e 10 alla ex casa delle Angeline a Casazza. Papa Francesco il 10 settembre scorso facendo visita al Centro Astalli, nel cuore di Roma, che accoglie, nutre e aiuta rifugiati, ha indicato in modo molto chiaro che: “I conventi vuoti non servono alla Chiesa, essi sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Servire significa accogliere con attenzione la persona che arriva; significa chinarsi su chi ha bisogno e tendergli la mano, senza calcoli, senza timore, con tenerezza e con comprensione, come IL PATRONATO 11 Settembre 2014 Grazie Grazie “Ale” e auguri! D on Alessandro Messi lascia la direzione dell’Afp (Associazione formazione professionale) del Patronato S. Vincenzo. La decisione fa seguito alla rinuncia al sacerdozio, che è maturata dopo un percorso compiuto insieme al vescovo Francesco Beschi di discernimento e di approfondimento delle ragioni che sono all’origine della scelta. Don Messi, 42 anni, è stato ordinato sacerdote il 31 maggio 1997 ed è entrato a far parte del Patronato S. Vincenzo nel 2005: prima a Sorisole come collaboratore di don Fausto e dal 2007 a Bergamo come direttore generale dell’AFP di Bergamo e di Clusone a cui si è aggiunta nel 2013 la scuola professionale di Endine. «Esprimiamo profonda gratitudine - dice don Davide - ad Alessandro per quello che ha fatto in questi anni. Grazie al suo impegno e alla sua professionalità non solo ha portato l’AFP a raddoppiare gli iscritti, risultato mai raggiunto in passato, ma ha anche contribuito a darle un livello di eccellenza riconosciuto sia dalle Istituzioni regionali e provinciali sia dalle famiglie che in numero crescente vogliono iscrivere i loro figli alla nostra scuola. Gli siamo vicini in questo momento così decisivo per la sua vita e gli esprimiamo la nostra vicinanza con la preghiera e l’affetto che non verranno mai meno». 50 anni fa: dal diario di don Bepo 15 Settembre 1974 Domani mattina andrò coi miei Sacerdoti a S. Paolo d’Argon per i SS. Esercizi. Vado volentieri e insieme con tanto timore perché sento la pena di alcune penose deficienze di alcuni dei miei collaboratori. Li ho trattati con bontà e non sono stato ascoltato. Confido tanto più in Dio quanto meno posso confidare con gli uomini. Vorrei che fossero sbagliati i miei giudizi. Forse è l’occhio mio ottenebrato che non vede i fatti nella loro vera realtà? 30 Settembre 1974 Sto bene, ma una quasi continua stanchezza e la mia mancanza di generosità rendono senza risultati la mia giornata. Vorrei riordinare il mio passato, lasciare un’eredità morale praticante, ma invece non riesco a dipanare i diversi problemi che vanno risolti o almeno chiariti. Adoperami Signore come un essere inutile. Settembre 2014 12 IL PATRONATO dalla Bolivia Resoconto di viaggio di don Fausto Resmini D on Fausto Resmini, don Giuseppe Bracchi, don Dario Acquaroli curato di Borgo S. Caterina e Paolo Bartoli educatore della comunità di Sorisole, hanno realizzato dal 21 luglio al 01 agosto una visita alla Ciudad del Niño a Cochabamba in Bolivia, per esprimere la vicinanza del Patronato al direttore don Gianluca e ai piccoli ospiti della casa, ma anche per rendersi conto dei problemi e delle necessità dell’istituzione. Ecco la cronaca della decina di giorni trascorsi in terra boliviana. Lunedì 27 luglio: è sera quando partiamo dalla Malpensa per un viaggio che nasce dal desiderio di visitare l’opera del Patronato in terra boliviana e di rimanere vicini anche per poco tempo a don Gianluca, a due anni dal suo arrivo in Bolivia. Ed è proprio don Gianluca che ci accoglie al nostro arrivo all’aeroporto di Cochabamba il giorno dopo, con alcuni ragazzi della Ciudad e che detta tempi e modi della visita alla straordinaria opera che don Berta con la benedizione di Dio e di don Bepo ha realizzato in terra andina. Il primo giorno è tutto dedicato alla conoscenza della realtà scolastica della Ciudad: un migliaio di ragazzi della primaria (materna/elementari) e secondaria (medie/superiori con scuola tecnica e professionale) ci accolgono con gioia… per il prolungamento dell’intervallo dalle ore di lezione, oltre che per l’accoglienza calorosa tradizionalmente destinata agli ospiti stranieri e soprattutto a quelli del Patronato di Bergamo. Il 24/7 visitiamo al carcere di Cochabamba dove, fra i tanti detenuti, alcuni sono stati ospiti IL PATRONATO della Ciudad. Il cuore si stringe entrando in contatto con queste persone, ma a colpirci sono le donne che vivono rinchiuse coi loro bambini, a volte anche molto piccoli. Più che un carcere c’è parso un alveare caotico e disordinato dove si tenta di arrivare a sera in tutti i modi - leciti e illeciti - possibili, guadagnando il necessario per il pasto che si consuma. Nessuna opzione di recupero, di relazione, di misure alternative, di fine pena certo: senza denaro e un avvocato non qui c’è garanzia di giustizia. In più l’esperienza di cappellano nelle carceri mi ha insegnato che neppure il Patronato può riuscire là dove non siano previste misure alternative alla detenzione soprattutto dei più giovani. Ci siamo riportati a casa i loro volti, le richieste di 13 aiuto, gli sguardi, il timbro posto sulle nostre braccia come lasciapassare per l’uscita… Al pomeriggio ci rechiamo ad Anzaldo dove ci accolgono con calore il dottor Gamba (fondatore e anima dell’ospedale locale) e la moglie: abbiamo modo di constatare come l’ospitalità sia il segno distintivo della struttura non solo nei confronti dei malati, ma anche di quanti come noi fanno visita, cercando ci conoscere e capire. In serata assistiamo al folklore della festa in occasione di Santiago Apostolo, molto venerato in tutta Bolivia. Il giorno 25 luglio che commemora il 102° anniversario di ordinazione di don Bepo, facciamo visita alla finca (=fattoria) e alla scuola di Agraria della Ciudad: lungo la strada verso Capinota che affianca il Settembre 2014 dalla Bolivia fiume, scorgiamo una delle chiesette di don Capelli: ne ha fatto costruire quattro, ma questa ha un fascino particolare perché tutto attorno la vita sembra svolgersi secondo ritmi antichi, con bimbi che giocano, uomini che ristrutturano muri mezzo diroccati, donne che fanno il bucato in ampie conche metalliche destinate ai più svariati usi… Passare dal villaggio alla finca è stato per noi come varcare la soglia di un altro mondo, più vicino al nostro: 350 capi di bestiame divisi in mucche da latte, da carne, vitelli da ingrasso, mucche gravide ecc. Al capo di quest’azienda una donna forte e determinata che non abbandona mai l’hacienda, ma ne ha cura e la dirige con l’aiuto di pochi, laboriosi dipendenti. L’accoglienza che ci riservano è commovente: la gente si scappella, abbraccia con calore, saluta il padrecito… sembra di essere tornati ai tempi della nostra infanzia, quando il prete era fatto oggetto di venerazione. Confinante con questa spettacolare oasi di ordine ed efficienza, c’è la nostra scuola: due ragazzi ci accompagnano a vedere gli ambienti, ci illustrano il tirocinio scolastico e il ritmo quotidiano della vita di adolescenti che le famiglie hanno “parcheggiato” lì dentro e ai quali la Ciudad tenta di dare assistenza, formazione, speranza di fu- Settembre 2014 turo migliore. Il sabato e la domenica sono destinati alla Ciudad: la Messa domenicale non ha paragoni con quelle delle nostre parrocchie bergamasche: pochi adulti e tanti bambini e ragazzi il cui canto forse non è del tutto intonato, ma ha le sue radici nel cuore e coinvolge anche noi che rispondiamo col nostro spagnolo biascicato. A mezzogiorno tutti insieme condividiamo il pranzo all’aperto e i giochi che coinvolgono tutta la comunità. La visita alla casa al 14 tropico cochabambino del Chapare dura due giorni e ci proietta nel mondo della foresta pluviale, nell’Amazzonia boliviana dove la natura è padrona: la casa che ospita una ventina di ragazzi è immersa nel verde. Ci rendiamo conto di quanto sia stato fatto e di quanto resti da fare in questa zona dove la coca imperversa e dove un’efficace azione educativa sui ragazzi è non solo necessaria, ma urgente. Quanto a noi cominciamo a soffrire i disturbi legati al clima, all’ambiente e all’alimentazione… poca cosa, ma qualche rinuncia si impone. Sulla via del ritorno non possiamo non visitare il santuario di Melga fatto costruire da don Berto Nicoli: vi celebriamo la S. Messa e visitiamo la tomba di don Berto e con soddisfazione constatiamo come le iniziative i questo autentico pioniere della Missione bergamasca in Bolivia siano efficacemente tenute in vita da un gruppetto di brave suore polacche. Il tempo è volato, i giorni sono stati pochi ma intensi e ricchi di emozioni: è arrivato il tempo di far ritorno a casa, ma portiamo con noi le emozioni e i sentimenti di queste terra e della sua gente. IL PATRONATO dalla Bolivia Pensieri dalla Bolivia di Paolo Bartoli N el mese di luglio ho avuto la possibilità di recarmi in Bolivia per visitare le realtà che il Patronato ha avviato in quella terra lontana ormai cinquant’anni fa. All’arrivo a Cochabamba siamo stati accolti da P. Gianluca Mascheroni, direttore della Ciudad de los Niños, la comunità fondata da P. Antonio Berta nel 1971 che ad oggi ospita circa 150 bambini di età compresa tra gli zero e i diciotto anni. La mia permanenza in questa realtà è stata breve, circa una decina di giorni, ma sufficienti a rendermi conto di quanto sia grave il problema familiare all’interno della società boliviana. Per le strade della città è facile infatti incontrare bambini abbandonati a loro stessi, anche in tenera età, che devono inventarsi svariati espedienti per sopravvivere. Ciò che mi ha più colpito di più sono gli occhi dei bambini, che non per niente si dice siano lo specchio dell’anima. I più IL PATRONATO piccoli, forse meno coscienti della loro situazione, hanno nei loro occhi una vitalità e un’allegria contagiosa, una sorta di bellezza che ti lascia senza parole e che è molto difficile da riscontare in Italia. Sono molto affettuosi e hanno sempre in serbo un sorriso per chi li guarda. A differenza loro, i ragazzi in età adolescenziale, perdono con il passare del tempo questa bellezza nello sguardo, lasciando il posto a un crescente senso di disillusione e disinteresse. Personalmente attribuisco questa differenza alla consapevolezza sempre maggiore che i bimbi sviluppano crescendo, riguardo alle problematiche che li affliggono e all’abbandono che regna sovrano. Secondo l’Unicef, in Bolivia vivrebbero 20mila bambini e adolescenti abbandonati dalle famiglie. A questi dati va aggiunto quello diffuso recentemente dall’associazione Educacion Radiofonica de Bo- 15 Settembre 2014 dalla Bolivia livia (Erbol), secondo la quale il 70% dei bimbi boliviani subirebbe atti di violenza di vario genere. Molti minori, inoltre, si troverebbero in situazione di abbandono perché i genitori sono costretti a spostarsi a causa della ricerca di lavoro e secondo alcune statistiche il numero di minori boliviani impiegati per aiutare economicamente le famiglie ha raggiunto la cifra record di 800mila persone. Soprattutto nelle aree rurali i bambini sono obbligati ad abbandonare la scuola e a contribuire al sostentamento familiare. Ma non mancano i minori che lavorano nelle discariche o che si riversano nelle aree urbane, dove vengono impiegati come lustrascarpe o “strilloni” dei giornali. Insomma, il lavoro minorile è un fenomeno che la società boliviana ha assunto come qualcosa di naturale e che per le famiglie è cosa normale e un dovere. In un contesto come questo, la realtà della Ciudad de los Niños si adopera per garantire ai bambini ospitati molto più che il soddisfacimento dei bisogni primari come casa, cibo e vestiario. Si tenta di ricreare attorno ai ragazzi una rete sociale significativa, di creare legami interpersonali forti, che si consolidano grazie all’attenzione e all’affetto che il direttore e il personale riservano a tutti. Il bambino ospite della Ciudad, dopo essere stato ai margini della realtà, viene ricollocato al centro di un progetto e investito da un affetto e da un calore che forse da troppo tempo non riceveva. Il nostro auspicio è che il lavoro messo in atto dal personale, dai volontari e in primis dal direttore sia utile per preservare la bellezza che questi bambini portano dentro di sé e che troppo spesso, a causa dei problemi sopra citati, si dissipa e lascia spazio a disillusione e indifferenza. Un tale dono non può andare sprecato, anzi va preservato e coltivato. Per questo motivo facciamo un profondo in bocca al lupo al direttore P. Gianluca Mascheroni e al suo personale, ringraziandoli per il lavoro caritativo che sta svolgendo in una terra così lontana. In partenza per la Bolivia S iamo Roberto (padre), Grissel (madre), Maria (11 anni), Emanuele (9 e mezzo), Alex (11 anni e da 4 e ½ in affido a noi). La nostra decisione di partire per la Bolivia è una Storia. Quelle di Roberto e Grissel, sono state anche storie non affatto lineari. Grissel è stata adottata tramite il Conventino del Patronato S. Vincenzo da La Paz. Nel 2000 “casualmente” ha conosciuto fuori da un supermercato “Zucchi”, che l’ha invitata a conoscere il servizio Esodo di cui è subito diventata volontaria senza sapere che anch’esso faceva parte del Patronato. Proprio in quel periodo era stato chiesto a Roberto di passare da volontario a operatore del servizio. Così ci siamo Settembre 2014 conosciuti e il primo ad accorgersi è stato “B.B.”, un utente che nel poco ci ha aiutati a far luce sul nostro cammino… “ma questa è un’altra storia e si dovrà raccontare un’altra volta”. Viviamo in un mondo che offre mille esperienze e anche noi siamo partiti oltre che per il tirocinio di Roberto, per fare un’esperienza in Bolivia nel 2005 con Maria ed Emanuele. Là abbiamo incontrato però un Padre che ci ha insegnato/indicato che Dio si intreccia a noi nella nostra Storia concreta perché diventi una Storia di Libertà, Verità, Amore. Così dopo un periodo di servizio presso la sua parrocchia, su suo consiglio siamo tornati in Italia. Qui abbiamo deciso di vivere come se fossimo ancora 16 IL PATRONATO dalla Bolivia in “missione”, cercando di mantenere la ritualità della preghiera e cercando di rispondere alla richieste di aiuto delle persone che quotidianamente incontravamo seppur nel piccolo. Ci siamo alimentati della compagnia di tante persone e gruppi: i nostri parenti e amici, il campeggio di Mozzo, l’Equipe Notre Dame, l’OMG, l’associazione Famiglie per l’Accoglienza, il gruppo di famiglie del convento di Baccanello (Calusco) con i loro frati minori (in particolare Pio e Marco), l’ISSR (Grissel), don Fausto e don Davide (sabato mattina), ma anche chi ci fa far fatica... Tutti loro, con l’arrivo anche di Alex, che ci hanno insegnato la Fedeltà, l’Obbedienza, la Sobrietà, il Lavoro, la condivisione, la Gratuità, la Carità come Accoglienza e che nulla possiamo da soli… ovviamente siamo solo all’inizio… sono queste le cose che poi scaturiranno nella nostra decisione di ripartire. I bambini da tre anni prestano regolarmente servizio (una o due domeniche al mese) alla mensa della stazione del servizio Esodo, così anche le loro storie si sono sempre di più intrecciate col Patronato. La Bolivia è rimasta sempre nei nostri cuori e nelle nostre preghiere, ma il centro di gravità permanente l’abbiamo voluto riconoscere in Dio, anche negli scossoni, nelle difficoltà e nelle nostre fragilità (tante!) (Il vangelo del nostro matrimonio è Mt 6,26-34). In questo “casualmente” Roberto si è trovato ad accompagnare il nuovo responsabile della Ciudad de los Ninos, Don Gianluca e da qui è nata una conoscenza e quel laccio che ha fatto di nuovo sintesi delle nostre storie. Ri-eccoci dunque, più coscienti della nostra piccolezza ma anche più coscienti della Sua Grandezza. Il Signore si è sempre servito dei meno adatti all’apparenza (vedi i Giudici e le altre figure di cui è piena la Bibbia). Insieme agli altri, abbiamo scoperto che il solo quarto dell’Inutilità Sovrabbondante della semina della parabola del Buon Seminatore frutterà anche per gli altri ¾ che non hanno dato frutto. Così nella nostra vita, tra i ¾ di difetti e ¼ di qualità, il Chicco di grano, Cristo, frutterà per gli altri, perché la bellezza del mondo è infinitamente più grande, oltre che apparentemente inutile. Il Signore porta a compimento e perfezionamento i desideri che ognuno ha nel cuore. Infatti ora ripartiamo proprio come Famiglia e questo per noi è fondamentale che venga sottolineato. Senza i nostri figli non saremmo arrivati forse a questo punto. Con loro abbiamo sempre condiviso tutto, i sabati mattina dal Don Davide, i nostri valori, i gruppi, il lavoro. Questo sarà poi il loro trampolino di lancio. K. Gibran dice che i figli sono frecce, noi siamo uno strumento di preparazione (l’arco) affinché il Signore (l’arciere) li mandi a testimoniarli dove Lui sa. Anche loro desiderano tornare e nel loro piccolo, dicono (e ci insegnano) di “voler dire di sì alla chiamata a essere pescatori di uomini nel nostro piccolo quotidiano come in Gv “Venite e vedrete (…) venite e vi farò pescatori di uomini”. Buon cammino a tutti, restiamo uniti nella preghiera. Famiglia Pominelli Festa di colori davanti alla chiesa della Ciuda del Niño IL PATRONATO 17 Settembre 2014 L’Angolo della Memoria Iniziamo con questo numero la presentazione ogni volta di uno dei tanti (quasi 50!) preti diocesani defunti che hanno dedicato tutto o parte del loro ministero al Patronato, cominciando con don Giovanni Regazzi il primo che ha raggiunto la Casa del Padre nel lontano 1958 L’Orfanatrofio Palazzolo, edificato nel 1928, con i ragazzini intenti all’apprendistato nella Colonia agricola (1947), assistiti dal direttore don Giovanni Regazzi (1903-1958) N ato l’otto gennaio 1903 a Calusco, da Giuseppe e Vavassori Maria, è battezzato il giorno seguente coi nomi di Giovanni Pietro. A 20 anni matura la vocazione ed entra nel PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) a Milano, che in quegli anni aveva conosciuto nuovo impulso e slancio missionario con la rifondazione ad opera del Papa Pio XI e del primo superiore P. Manna. Ma dopo poco tempo abbandona l’idea della Missione e accede al Seminario di Bergamo. Ordinato sacerdote nel Settembre 2014 1932, viene destinato come curato a Ubiale, paese della Val Brembana che allora contava 780 abitanti, dove lascia un bel ricordo di sé nei ragazzi e nei giovani che familiarmente lo chiamano don Gioanì (era piccolo di statura): i più anziani, allora bimbi, ricordano come il giovane prete fosse buono e accogliente con tutti e avesse aperto la sua casa a giovani e ragazzi che vi si riunivano anche per ascoltare la radio che a quei tempi rappresentava un’assoluta novità. Quindi fa ritorno al paese natale, Calu- 18 sco - importante centro industriale che allora contava 3.300 abitanti- dove per qualche tempo vive in famiglia, per ragioni di salute: era infatti di costituzione piuttosto cagionevole. Nel 1940 però ritroviamo don Giovanni all’opera presso l’Orfanotrofio dell’Istituto Palazzolo di Torre Boldone in qualità di direttore e dove rimarrà fino al 1950. Una vecchia foto lo mostra in mezzo ai bambini nella tenuta agricola della casa (sullo sfondo). Nello stesso anno entra a far parte della famiglia del IL PATRONATO L’Angolo della Memoria Patronato S. V. che con l’orfanotrofio don L. Palazzolo intratteneva legami di collaborazione: i piccoli orfani di Torre Boldone infatti, una volta cresciuti passavano al Patronato di Bergamo. Accolto da don Bepo entra a far parte della casa Centrale dove rimarrà come “segretario” di don Bepo e dell’Opera (toccava a lui redigere i verbali delle riunioni e organizzare il lavoro) e collaboratore per la cura spirituale dei ragazzi fino al 1956. Agli inizi del 1957 si ammala e trova assistenza presso la casa della sorella a Ponte S. Pietro dove, con il conforto dei sacramenti, muore, a soli 56 anni, il 16-12-1958. L’Eco di Bergamo così ne dava notizia il giorno dopo: È MORTO DON REGAZZI del Patronato S. Vincenzo. Ci è giunta, dolorosissima, nella giornata di ieri, la notizia della morte di don Giovanni Regazzi, che si trovava da qualche tempo in gravissime condizioni presso i familiari di Ponte S. Pietro. Ne la giornata dell’altro ieri il buon Sacerdote del Patronato S. Il paese di Ubiale agli inizi del 1900 Vincenzo aveva ricevuto la visita di S. E. Mons. Vescovo. Don Giovanni Regazzi era nato a Calusco 55 anni fa ed era stato ordinato sacerdote nel 1932. La Chiesa parrocchiale di Calusco IL PATRONATO 19 Presso il Patronato S. Vincenzo aveva espletato le funzioni di segretario. La sua scomparsa ha gettato nel lutto la buona popolazione di Ponte S. Pietro oltre a quella, naturalmente, del Patronato S. Vincenzo, dove egli era molto apprezzato e benvoluto. Nello stesso giorno il necrologio de l’Eco recita: “Il sacerdote don Giovanni Regazzi dopo due anni di malattia sopportata con esemplare rassegnazione tornò a Dio che servì in sacerdotale letizia. Ne danno il doloroso annunzio la sorella Anita... (e familiari). L’Officio funebre verrà celebrato nella Chiesa Parrocchiale di Ponte S. Pietro giovedì 18 c.m., alle ore 6,30; il trasporto seguirà alle ore 8,30 per il Patronato S. Vincenzo di Bergamo dove alle ore 9 si svolgeranno i funerali”. Quello del PSV: “I sacerdoti con gli Alunni del Patronato S. Vincenzo danno notizia della morte del loro amato sacerdote don Giovanni Regazzi che per dieci anni fece parte piena dedizione alla loro famiglia”. Settembre 2014 Frammenti di vita Frammenti di vita al Patronato 1° frammento: 2° frammento: Il gioco della dama che si pratica in Italia consta di poche e precise regole: una scacchiera di 64 caselle, 12 pedine per parte che il giocatore può muovere solo una per volta e un passo alla volta. Si muove solo in avanti e non si può tornare indietro, finché si arriva in cima: allora la pedina diventa dama e fa quel che vuole. Ebbene, a questo gioco gli africani dedicano molto tempo libero, ma con scacchiere ben più grandi, visto che le caselle sono 100 e le pedine 20 per parte e soprattutto con regole diverse e ben più complicate: la pedina per mangiare può muovere sia avanti che dietro e la dama può percorrere tutta la diagonale da cima a fondo ecc. In più spesso i giocatori interpretano il gioco secondo l’estro personale così che se uno rispetta le regole, di solito perde. Questo conferma come il gioco della dama assomigli al ben più impegnativo gioco della vita dove purtroppo spesso capita che vinca non chi è leale, perché si attiene a poche e chiare regole, ma chi è astuto, perché sa complicare il gioco, ma soprattutto lo sa opportunamente “interpretare” a proprio vantaggio. Al Patronato trova ospitalità anche una colonia di un centinaio di piccioni che si appollaiano su tetti e sporgenze. Fino a un anno fa scendevano a terra solo alle 7,00 del mattino, quando il portinaio, puntuale come un orologio, spargeva nel cortile le briciole di pane: i primi zampettavano impazienti in attesa che tutto lo stormo calasse sul cibo… allora si scatenava la competizione che coinvolgeva anche i passerotti e altri volatili. Poi tutti sparivano sui tetti e negli anfratti degli edifici e nessuno li vedeva più fino al mattino dopo. Ultimamente invece i piccioni stazionano sempre più a lungo in cortile, perché gli ospiti italiani e stranieri spargono in continuazione briciole di pane: così i piccioni hanno imparato a non darsi più da fare per il cibo, a non temere più le persone e a mangiare in continuazione col risultato che, sazi e pasciuti come sono, faticano a volare e diventano facili prede di corvi e falchetti (con più frequenza che in passato capita di vedere resti di piccioni sparsi qua e là). È una piccola storia di animali, ma chissà che non nasconda una morale anche per gli uomini. Settembre 2014 20 IL PATRONATO Defunti Sono nella pace… Il PATRONATO S. VINCENZO nella preghiera e nel ricordo pieno di gratitudine per il ministero svolto nell’opera di don Bepo dal 1949 al 1961 affida all’abbraccio della misericordia divina DON GIOVANNI VAVASSORI Nato nel 1922 - ordinato nel 1946 - morto il 29-05-2014 Per 42 anni cappellano a Porto Azzurro, era solito dire con ironia di se stesso: “Sono un ergastolano libero… la mia vocazione è stare in galera dove i miei amici delinquenti mi mantengono in salute. Sono un detenuto modello: in tanti anni non mi hanno mai fatto rapporto”. Riportiamo le parole che il Vescovo gli ha riservato: Nei lunghi e fecondi anni che il Signore gli ha concesso, don Giovanni si è speso con generosità nel servizio pastorale verso tutte le comunità che sono state affidate al suo ministero sacerdotale: Scano al Brembo come vicario parrocchiale e poi l’Istituto Botta, il Patronato S. Vincenzo di Bergamo e l’Orfanotrofio di Torre Boldone come educatore. Per più di 40 anni ha svolto con passione il ministero di Cappellano delle Carceri a Porto Azzurro esercitando un prezioso servizio di assistenza religiosa e sostegno umano ai detenuti e alle guardie. Si era quindi ritirato per motivi di salute all’Istituto Piccinelli di Scanzo. Ha celebrato i sacramenti del Risorto, ha annunciato il Vangelo del Regno, ha cercato di dare viva testimonianza della sua fede attraverso una carità umile e operosa. Dio Padre di misericordia, accolga ora nella sua pace questo servo fedele che, alla fine della sua giornata terrena, si affida con serena fiducia al suo eterno abbraccio. Il PATRONATO S. VINCENZO nella preghiera piena di gratitudine per il ministero svolto dal 1952 al 1957 come direttore spirituale dei ragazzi e giovani di don Bepo, affida all’abbraccio della Misericordia Divina DON GIUSEPPE MILANI Giuseppe Milani nasce a Calolziocorte (Lecco) il 27 luglio 1925. Ordinato sacerdote nel 1949 entra da subito a far parte dei Preti del S. Cuore; nel 1952 arriva al Patronato di Bergamo dove don Bepo lo incarica della direzione spirituale dei giovani e degli orfani: vi rimane per 6 anni e nel 1958 assume lo stesso impegno fra i seminaristi del Seminario di Lugano (Svizzera). Nel 1968 torna in Italia come assistente degli studenti dell’Università Cattolica di Milano e nel 1975 fa ritorno in diocesi per risiedere prima a Bracca e poi a Calolziocorte, dove presta il suo aiuto. “Da noi - ricorda don Trussardi parroco di Pascolo - celebrava la Messa domenicale ed era bravo predicatore; sapeva stare vicino alle famiglie in difficoltà e la sua era una voce molto ascoltata”. Proprio lo scorso giugno era stato festeggiato nella parrocchia per il 65º di ordinazione sacerdotale, poco prima di partire per le vacanze in Trentino dove la morte l’ha colto a 89 anni. GIORGIO ROSSI di anni 68 Un grave lutto ha colpito la signora Carla Vergani in Rossi, da tanti anni collaboratrice di don Martino Campagnoni a Clusone con la perdita del caro figlio Giorgio. Sposato con 2 figli e domiciliato a Castel Gandolfo, Giorgio è deceduto in seguito a complicazioni nella Clinica Gemelli - Roma dove si trovava ricoverato per cure, il 5 agosto 2014. Alla signora Carla e ai familiari i sentimenti della vicinanza di tutta la comunità del Patronato nella preghiera e nel ricordo al Signore. IL PATRONATO 21 Settembre 2014 Defunti GIORGIO SELLI + il 20-10-2011 Ragazzo di Nomadelfia, fu accolto a suo tempo da don Bepo; in seguito si trasferì all’Opera Bonomelli (attuale NAP) dove collaborò con il direttore don Pizzigalli. Proprio in questi giorno il Patronato è entrato in possesso dell’appartamento di proprietà che Giorgio Selli ha destinato al Patronato in segno di riconoscenza per tutto il bene ricevuto. A sua volta il Patronato fa devota e riconoscente memoria di lui nella preghiera e lo affida al misericordioso abbraccio di Dio e a quello paterno di don Zeno, don Bepo e don Pizzigalli. ANTONIO BERTOLINI + il 14-06-2014 Non si perdono mai coloro che amiamo, perché possiamo amarli in colui che non si può perdere. (S. Agostino) Ex allievo del Patronato, era un simpatico personaggio da tutti soprannominato “Addis Abeba” perché proveniente da quella città capitale dell’Etiopia, con altri due fratelli. Lì era nato il 19 gennaio 1957: i suoi genitori negli anni ’70, a causa delle difficoltà politiche del paese africano programmano il rientro in Italia dei figli, prima di fare rientro anche loro per sempre. È morto il 14 giugno 2014 all’età di soli 57 anni. O Dio, onnipotente ed eterno, Signore dei vivi e dei morti, pieno di misericordia verso tutte le tue creature, concedi il perdono e la pace a tutti i nostri fratelli defunti, perché immersi nella tua beatitudine ti lodino senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen. Settembre 2014 22 IL PATRONATO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE 4GIOVEDI 5VENERDI 7DOMENICA 8LUNEDI 10MERCOLEDI 11GIOVEDI 12VENERDI 13SABATO 14DOMENICA 17MERCOLEDI 20SABATO 21DOMENICA 22LUNEDI 23MARTEDI 28DOMENICA 29LUNEDI 1MERCOLEDI 2GIOVEDI 3VENERDI 4SABATO 5DOMENICA 7MARTEDI 11SABATO 12DOMENICA 19DOMENICA 26DOMENICA 31VENERDI 1SABATO 2DOMENICA 3LUNEDI 4MARTEDI 5MERCOLEDI 6GIOVEDI 7VENERDI 8SABATO 9DOMENICA 10LUNEDI 11MARTEDI 12MERCOLEDI 13GIOVEDI 16DOMENICA 20GIOVEDI 23DOMENICA 25MARTEDI 29SABATO 30DOMENICA 04-09-2010: muore don Faustino Rota che era stato nel PSV 1° venerdì del mese XXIII Domenica Tempo Ordinario anno A INIZIO ANNO SCOLASTICO AFP-PSV Ore 9,30: Assemblea clero in Seminario con presentazione programma pastorale Inizio anno scolastico AFP-PSV 12-09-2000: muore don Mario Zonca PSV 13-09-2009: muore Mons. Aldo Nicoli Sorisole: ore 16,30: Consegna crocifisso a famiglia Pominelli x Missione Bolivia Onomastico di don Roberto Pennati 20-09-1992: Mons. Carlo Agazzi muore PSV XXV Domenica del Tempo Ordinario 22-09-1968: muore don Carlo Avogadro PSV 1ª ASSEMBLEA PRETI E LAICI PSV: ore 9,30 FESTA EX-ALLIEVI PRESSO CASA CENTRALE - 8° anniversario morte Vescovo Prata FESTA PATRONALE CASA DI SORISOLE MESE DELLE MISSIONI E S. ROSARIO - Ritiro vicariale del clero SS. ANGELI CUSTODI 1° venerdì del mese S. FRANCESCO D’ASSISI XXVII Domenica del tempo ordinario N.S. DEL ROSARIO Messa dedicazione della chiesa dell’Ospedale Giovanni XXIII XXVIII Domenica tempo ordinario XXIX Domenica Tempo Ordinario - GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE XXX Domenica tempo ordinario ORDINAZIONI DIACONALI IN SEMINARIO TUTTI I SANTI - Case PSV S. Messa orario festivo - Giornata e santificazione universale COMMEMORAZ. DEFUNTI Ore 15,00: Cimitero di Bergamo: Messa per missionari def.ti Casa Centrale: ore 18,00: Messa per i preti def.ti del PSV Ore 18,00: Messa per benefattori PSV Ore 18,00: Messa per tutti i Vescovi def.ti di Bergamo 07-11-1993: muore Mons. Clemente Gaddi - 1° venerdì del mese Raccolta annuale di San Martino Giornata nazionale del ringraziamento - Giornata diocesana della carità - Convegno diocesano dei catechisti Ore 18,00: S. Messa per ex-allievi defunti FESTA DELLA CASA DI CLUSONE e onomastico di don Martino Campagnoni Ore 18,00: S. Messa per i familiari e parenti def.ti Ore 18,00: S. Messa per i dipendenti, collaboratori e volontari del PSV def.ti XXXIII Domenica tempo ordinario 20-11-1990: muore don Serafino Doneda Festa di Cristo Re - 23-11-1967: muore don Angelo Pagani ASSEMBLEA PRETI E LAICI PSV - 25-11-1991: muore don Gino Valsecchi 29-11-1983: muore don Giacomo Valle - Inizia l’anno liturgico 2014-2015 1ª Domenica di Avvento SITO INTERNET: www.patronatosanvincenzo.it RIFLESSIONE DEL GIORNO: www.patronatosanvincenzo.it/blog CELEBRAZIONE SS. MESSA - Bergamo Casa del Giovane: da lunedì al sabato ore 7,15 domenica ore 18,30 - Bergamo Casa Centrale: da lunedì al sabato ore 18,00 domenica ore 11,00 - Sorisole: da lunedì al sabato ore 7,30 domenica ore 10,30 - Agro: Casa don Pennati domenica ore 10,30 - Clusone: da lunedì al venerdì ore 17,30 prefestive e festive ore 18,00 LECTIO SULLE LETTURE DELLA DOMENICA Bergamo Casa centrale ogni sabato alle ore 8,00 nella chiesina ADORAZIONE EUCARISTICA SETTIMANALE Bergamo chiesina casa centrale venerdì ore 15,00 Sorisole venerdì mattina dopo la Messa ROSARIO PER CHI È SENZA LAVORO Bergamo casa centrale ogni giovedì ore 18,30