IN CASO DI MANCATO RECAPITO SI RESTITUISCA AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TASSA
NUMERO 3 - SETTEMBRE 2014
Periodico «Il Patronato S. Vincenzo per Giovani Operai» Iscriz. Trib. Bg. Dec. reg. n. 4 del 16 febbraio 1976 - Poste Italiane s.p.a. Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Bergamo
IN CASO DI MANCATO RECAPITO SI RESTITUISCA AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TASSA
NUMERO 3 - SETTEMBRE 2014
Periodico «Il Patronato S. Vincenzo per Giovani Operai» Iscriz. Trib. Bg. Dec. reg. n. 4 del 16 febbraio 1976 - Poste Italiane s.p.a. Sped. in A.P. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Bergamo
Anno XXXVIII
Settembre 2014
Numero 3
In copertina:
Bisogno di paternità
3
4
Fondatore:
Don Giuseppe
Vavassori
Direttore
Responsabile:
Giovanzana
Maria Luisa
Periodico
«Il Patronato
S. Vincenzo per
Giovani Operai»
Iscriz. Trib. Bg.
Dec. reg. n. 4 del
16 febbraio 1976
Poste Italiane s.p.a.
Sped. in A.P. D.L.
353/2003 (conv. in
L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1, comma 2,
DCB Bergamo
Redazione e
Amministrazione:
Bergamo,
via M. Gavazzeni 3
Tel. 035/4598111
Grafica e Stampa:
Tipografia dell’Isola
Terno d’Isola - Bg
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18
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EDITORIALE:
Bisogno di paternità
CORPUS DOMINI:
il discorso del Vescovo
NOTIZIE IN BREVE
Giugno - Luglio - Agosto 2014
INCONTRO ANNUALE EX ALLIEVI
ACCOGLIENZA...
La casa per ritiri di Botta di Sedrina...
GRAZIE
Grazie “Ale” e auguri!
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DALLA BOLIVIA
- Resoconto di viaggio
- Pensieri dalla Bolivia
- In partenza per la Bolivia
L’ANGOLO DELLA MEMORIA
don Giovanni Regazzi
FRAMMENTI DI VITA
I NOSTRI DEFUNTI
13
Editoriale
BISOGNO DI
PATERNITÀ
N
ella copertina di questo numero
l’immagine drammatica della famiglia Hazidi costretta alla fuga si unisce
a quella poetica di don Gianluca con i
bimbi della Ciudad del Niño, a ricordarci che solo ritrovando l’esercizio di
una paternità autentica in questi momenti così difficili della nostra vicenda
storica potremo uscire dalle crisi che ci
affliggono e dalle paure che ci bloccano.
Solo una rinnovata capacità di essere
padri può aiutarci infatti a sconfiggere
l’orrore della violenza terrorista che ha
colpito gli Hazidi, gli islamici Sciiti, i
Curdi, il povero giornalista James Foley decapitato in diretta, i sequestrati
presi in ostaggio e le ragazze nigeriane in mano ai criminali di Boko-Aram,
i bimbi di Gaza e gli innocenti vittime
delle guerre in atto che Papa Francesco
ha paragonato ad altrettanti episodi di
un’unica, interminabile guerra mondiale: la 3ª. È tempo di lasciarci alle spalle
senza rimpianti quest’estate strana che,
dopo le delusioni calcistiche mondiali,
è stata monopolizzata delle vacanze rovinate dalle piogge, come se fosse un
problema. Il vero problema invece è che
nel nostro mondo post-moderno, postideologico, post-cristiano, post-tutto…
criminale non è chi fa strage di cristiani,
ma chi abbandona “l’amico a quattro
zampe” sulle vie delle vacanze. Irreparabile non è la possibile estinzione dei
cristiani o degli Hazidi, ma della specie
botanica rara e protetta.
Il problema è che da parte delle potenze
mondiali troppe guerre sono state ca-
IL PATRONATO
muffate da missioni di pace e fatte in vista di inconfessabili interessi economici
e vantaggi politici. Il problema è che sul
genocidio in atto dal mondo della cultura, dello spettacolo, degli indignados
che strillano per tutto e il contrario di
tutto, arriva solo un silenzio assordante.
Come non pensare a questo punto alla
shoah, la “madre di tutte le stragi” che
è stata resa possibile anche dal silenzio e dalla superficialità (la banalità del
male di cui parlava H. Arendt) di tanta,
troppa brava gente? Per rompere questo
colpevole silenzio ci voleva il grido di
un padre come il Vescovo di Mosul che,
disperato per la distruzione della sua
comunità, ha ricordato al mondo che “le
porte dell’inferno si sono aperte e i demoni che vi erano rinchiusi sono dilagati fra noi”. Per non essere complici di
questo disastro vogliamo cominciare il
3
nuovo anno di scuola e lavoro con l’impegno a vivere giorno dopo giorno gli
atteggiamenti tipici di una vera paternità
e cioè non chiudere gli occhi di fronte
alla realtà, prendersi cura di chi soffre,
del povero e del debole, non pensare a
se stessi, donare la vita senza riserve,
voler bene nel senso di cercare il bene
sempre e di tutti, compresi noi stessi,
ecc. Sembra strano, ma per aiutare il
papà obbligato a fuggire per mettere in
salvo i suoi cari dopo aver perduto tutto,
bisogna semplicemente, fare quello che
fa don Gianluca nell’altra foto: prendere
fra le braccia il dolore innocente e donargli l’esperienza di una vera paternità,
perché quando la vita ti fa trovare un
padre, una madre, allora ci si apre alla
fiducia e alla speranza e la vita stessa
rivela il suo senso più profondo che è
l’amore.
Settembre 2014
Corpus Domini
Corpus Domini:
il discorso del Vescovo
Il nostro cammino di questa sera è stato segnato dalle
parole che Papa Francesco ha pronunciato nel Cenacolo,
durante la recente visita in Terrasanta. Nel Cenacolo “è
nata la Chiesa, ed è nata in uscita”. Dal Cenacolo “è partita con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli
occhi e lo Spirito d’amore nel cuore”. Non basta uscire vincendo ogni paura e soprattutto ogni pigrizia, ma il
Papa, con quelle parole, indica uno stile che rivela anche
le intenzioni di questa uscita. Uscire significa “mostrare
l’Eucaristia”: l’Eucaristia non si può dimostrare, ma si può
mostrare. Il paradosso del “nascondimento processionale”: l’Eucaristia è nascosta, ma il popolo che si è nutrito,
trasformato nel Corpo storico di Cristo la mostra. Come:
camminando con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di
Cristo negli occhi, lo Spirito d’amore nel cuore.
La Chiesa esce lungo le vie degli uomini portando il pane
che è stato spezzato nell’Eucaristia e che continua a
spezzare per tutti nella vita. Il gesto di Cristo celebrato dai
suoi discepoli riuniti e illuminati proprio da esso, viene
mostrato in una condivisione radicale con tutti. Presenze, come il Patronato S. Vincenzo, la Comunità Ruah, la
Casa Gabrieli, l’Albergo popolare, la Fondazione Angelo
custode, la Comunità Kairos, l’Oasi Gerico… mantengono la loro carica profetica a partire dal gesto di Gesù e
come il suo gesto si espongono ad ogni incomprensione
o strumentalizzazione. Nello stesso tempo ci provocano
ad una cultura diffusa, ad una responsabilità condivisa,
a scelte sociali e politiche che non possono alimentare
o addirittura incentivare le condizioni a cui poi si chiede
di rispondere con il gesto generoso. Lungo il cammino
abbiamo avvicinato i luoghi della cura e dell’istruzione:
una risposta competente e “giusta”; una risposta che non
può alimentarsi solo ai criteri della scienza e della sostenibilità economica, ma inevitabilmente ad una visione
Settembre 2014
dell’uomo, che per evitare le secche dell’ideologia, può
alimentarsi solo ad un’ispirazione più grande dell’uomo
stesso. Mostrare l’Eucaristia è mostrare l’apertura radicale
dell’uomo in direzione di una ricerca che lo porta continuamente a superarsi.
Il pane non è separato dal vino, il corpo dal sangue: con
le piaghe di Cristo negli occhi. Nella canonizzazione
di Papa Giovanni, Papa Francesco parlava delle piaghe
mostrate dal Risorto all’incredulo Tommaso e diceva che
non rappresentano la dimostrazione dell’esistenza di Dio,
ma dell’amore di Dio che guarisce le piaghe umane, trasformandole con l’amore.
Con lo Spirito d’amore nel cuore: mostrare l’Eucaristia è mostrare la sua forza capace di plasmare una comunità umana nuova, determinata dalla carità incarnata in
relazioni umane ma generata dalla comunione di Dio. Non
basta la comunione tra noi, la stessa comunione con Dio,
ma è necessaria la comunione di Dio accolta con fede.
Solo questa è capace di colmare quel vuoto che in maniera
diffusa ci circonda e in maniera drammatica ci ingoia.
4
IL PATRONATO
In breve
Notizie in BREVE
GIUGNO - LUGLIO - AGOSTO 2014
CONCLUSIONE ANNO SCOLASTICO 2014-2015
Nel mese di giugno l’AFP ha chiuso le attività scolastiche per 1100 allievi,
(600 di Bergamo, 250 di Clusone e 250 di Endine) che hanno così potuto
godersi il meritato riposo estivo. Più del 98% dei nostri ragazzi e ragazze
hanno ottenuto la qualifica professionale o il Diploma di IV anno. Un ottimo investimento per potersi inserire con merito e competenza nel mondo del lavoro. I diplomati della scuola sono infatti molto apprezzati dalle
aziende di settore per la serietà dimostrata durante il periodo di tirocinio,
la buona educazione e la grande passione per il lavoro. Alla sede di Endine il corso informatico gestionale ha dato la possibilità di meritarsi anche la maturità del V anno. Bravi! Nel periodo estivo le sedi dell’AFP del
Patronato prepareranno il benvenuto per tanti nuovi ragazzi e ragazze di
prima: 8 prime a Bergamo per un totale di 200 ragazzi, 4 prime a Clusone
per un totale di 80 ragazzi e 4 prime a Endine per un totale di 80 ragazzi.
E allora buon anno scolastico 2014-15, sapendo che chi ben comincia…
CELEBRAZIONE DEL
CORPUS DOMINI AL PSV
Giovedì 19 giugno la città è stata invitata alla celebrazione del Corpus Domini, con il vescovo Francesco Beschi.
Come segno simbolico si è scelto di dare particolare attenzione al mondo della carità: le celebrazioni hanno avuto
come fulcro il Patronato San Vincenzo. Il tema: «qui è nata
la Chiesa ed è nata in uscita», riprendendo il discorso di
Papa Francesco nel Cenacolo a Gerusalemme. Alle 10,30
nella chiesa del Patronato, solenne concelebrazione presieduta dal vescovo coi sacerdoti della città e dei diversi Uffici
di servizio diocesano. A turno l’adorazione Eucaristica è
stata animata dalle diverse parrocchie della città, dal Patronato, dalle religiose, dagli operatori della sofferenza e del disagio,
dagli operatori della carità e della missione, dagli operatori della scuola e della famiglia, dai gruppi di preghiera e infine da
varie Confraternite. La recita dei vespri, ha preceduto la solenne processione verso la chiesa parrocchiale di Boccaleone,
alle 20,30, ad essa han preso parte le autorità religiose e civili della città oltre a molti fedeli provenienti da tutta la diocesi.
Ringraziamo il Vescovo e la Diocesi per aver pensato al Patronato e alle Istituzioni caritative e sociali presenti in zona (Caritas,
Oasi Gerico, Kairòs, Angeli Custodi, NAP, ma anche Clinica Gavazzeni e Scuole professionali) per la celebrazione del Corpus
Domini, richiamando l’importanza della dimensione caritativa della vita cristiana e nella celebrazione dell’eucaristia.
IL PATRONATO
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Settembre 2014
In breve
GITA CONCLUSIVA DELL’AFP A VALTORTA
Valtorta 20/06/2014: in una bella giornata di sole, un buon numero di docenti
e di personale amministrativo dell’AFP di Bergamo ha realizzato la tradizionale
gita di fine anno scolastico a Valtorta, in alta Val Brembana nel ricordo di don
Tommaso Milesi presso la cui tomba nel Cimitero locale è stata celebrata la
S. Messa da don Sandro Sesana e don Giuseppe Bracchi, con l’assistenza di
don Davide Rota e di Messi Alessandro.
La giornata è proseguita presso la casa natale di don Tommaso dove Erminia
ha preparato uno squisito pranzo a base di polenta, grigliata di carne, formaggi tipici, il tutto innaffiato da buon vino, pranzo che tutti hanno gradito e
condiviso in allegria. Momenti come questi servono a rinnovare la memoria, rinsaldare i vincoli di amicizia e rinvigorire l’entusiasmo.
RAMADAN 2014
Dal 29 giugno al 28 luglio si è celebrato in tutto il mondo il mese islamico del RAMADAN, nel corso del quale i musulmani debbono astenersi - dall’alba al tramonto
- dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali. Quest’anno il ramadan
è stato più faticoso del solito perché cadendo in piena estate, l’astinenza quotidiana durava 18 ore: dalle 3 a.m. alle 21 p.m. Le persone di fede musulmana ospiti
nel Patronato sono una sessantina: a esse si aggiungono altre che approfittano
di questo periodo sacro per l’Islam per incontrare i loro amici e pregare insieme.
Settembre 2014
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IL PATRONATO
In breve
LA TENSOSTRUTTURA DELLA CASA CENTRALE
Da metà luglio è visibile nel campo da gioco della casa centrale di via Gavazzeni n° 3 la bianca tensostruttura allestita per
dare ospitalità a persone, gruppi ed eventi e supplire così alla cronica carenza di ambienti adatti allo scopo. Si tratta di uno
spazio coperto di 150 m2 con pavimento in legno rialzato per evitare l’umidità. Servirà non solo per accogliere le badanti
ucraine di domenica, ma anche per attività e iniziative legate alla scuola professionale, alla Ruah, agli ospiti italiani e stranieri e per far fronte alla molte richieste di gruppi e associazioni parrocchiali e non. Si completa così l’offerta di spazi: la nuova
struttura sarà pienamente fruibile dal 1° settembre di quest’anno.
PRESENTAZIONE LIBRO SU P. ANTONIO BERTA
Sabato 28 giugno alle 21,00 nell’auditorium della Parrocchia di Stezzano, il Gruppo Adozioni
Bolivia e gli Amigos P. Berta, presentano il libro “Una pietra viva a Cochabamba”, un omaggio
alla vita e all’opera di Padre Antonio, raccontato da chi per tanti anni ha vissuto accanto a lui e
da chi ha raccolto il suo invito condividendone l’elogio alla vita. Oltre ai principali collaboratori di don Berta, i coniugi Luciano e Terry Invernizzi, sono presenti il redattore del libro prof.
Ernesto Miragoli, il Parroco di Stezzano don Mauro Arizzi, il direttore del Centro Missionario
don G. Battista Boffi, il Console di Bolivia a Bergamo dott. Giuseppe Crippa e altre autorità. Il
folto pubblico è composto da amici e sostenitori dell’opera dei coniugi Invernizzi e la serata
è animata dal gruppo Yanapakuna, associazione socio-culturale boliviana. A rappresentare il
Patronato ed esprimere la gratitudine per il ricordo, don Davide Rota e don Sandro Sesana.
IL PATRONATO S.V. DI CLUSONE
OSPITA UNA NUOVA SCUOLA
A partire dall’anno scolastico 2014-’15 troveranno ospitalità nel Patronato
S.V. di Clusone le classi Medie (1-2-3ª) della Coop. Karol Wojtyla, fino a
giugno 2014 ospitate presso l’Istituto Rezzara di cittadina “baradella”. L’accordo è stato firmato in questi giorni con soddisfazione da entrambe le parti:
il PSV vede aggiungersi un altro tassello alla sua vocazione di comunità
educante e la coop. K. Wojtyla trova finalmente una sede adatta e sicura dove
pensare con tranquillità al futuro ed eventuali progetti di ampliamento.
15/08: APPUNTAMENTO ALL’AVARO
Segnato dal tempo incerto di un’estate disastrosa, quest’anno il tradizionale appuntamento all’Avaro per la celebrazione dell’Assunta, è stato vissuto in tono minore, con
la presenza di poche persone: don Giuseppe Bracchi però non ha voluto far mancare
questa celebrazione così cara a don Bepo e alle ore 11,00 approfittando di una pausa
nelle piogge che faceva intravedere un po’ di azzurro, ha celebrato la Messa presso la
cappellina del PSV. Don Fausto e i ragazzi di Sorisole non hanno potuto prendervi parte
a causa delle piogge torrenziali che nella stessa mattinata avevano provocato allagamenti nella struttura di Sorisole.
IL PATRONATO
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In breve
CDA DELL’OPERA PATRONATO S.V.
Alle ore 8,00 dell’11 luglio nella casa centrale del PSV si è svolto il Consiglio di Amministrazione con la partecipazione
del presidente Massimo Cincera e dei consiglieri don Fausto Resmini, Mons. Lucio Carminati, Mons. Vittorio Nozza, don
Davide Rota. Invitati anche i dott. Mario Campana e Giuseppe Capetti di Alex Servizi ed Ernesto Aristolao, amministratore
del PSV, oltre alla segretaria Daniela Taiocchi. Due gli argomenti principali all’ordine del giorno: in primo luogo la proposta
del C.d.A. dell’AFP di attendere almeno un anno prima di nominare un altro prete come responsabile della scuola: questo
per ridefinire il ruolo del futuro rettore in modo più conforme alle indicazioni diocesane. Durante l’anno scolastico 20142015 sarà la commissione formata dal presidente don Davide Rota, dai tre direttori di Bergamo, Clusone ed Endine, dalla
responsabile della Coop. Patronato Grazia Zucchelli e dall’amministratore unico a portare avanti il tutto. In secondo luogo
si è constatato con una certa soddisfazione come si stia riuscendo a tenere sotto controllo il debito del PSV e questo - il
che è sorprendente - in un momento di grave crisi e senza diminuire l’impegno a favore dei bisognosi, ma aumentandolo.
ESERCIZI SPIRITUALI DEI PRETI DEL PATRONATO
Dal 25 al 29 agosto hanno avuto luogo come ogni anno gli Esercizi Spirituali per i sacerdoti che appartengono al PSV e per
gli ospiti (una dozzina). Il programma era il seguente:
lunedì 25/08:
don LUIGI CASTELLAZZI: pastorale della carità e rischio del burnout
martedì 26/08: don ATTILIO BIANCHI:
ciò di cui un prete può fare a meno nell’attività pastorale
mercoledì 27/08: Mons. DAVIDE PELUCCHI: quali sono i problemi all’origine dell’abbandono
del ministero sacerdotale nella nostra diocesi
giovedì 28/08: don EZIO BOLIS:
per un’identità spirituale del sacerdote nel mondo d’oggi
venerdì 29/08: don ROBERTO PENNATI: cosa vuol dire fare il prete oggi nel Patronato S. V.?
Gli esercizi spirituali si sono tenuti presso il Conventino: il mattino è stato dedicato alla riflessione sul tema mentre il pomeriggio era riservato al dibattito e al confronto, ma anche a problemi concreti della comunità sacerdotale.
UNA MADONNINA FRA DUE AMICI
È il titolo della nuova pubblicazione di don Roberto Pennati, un libretto con poco, ma
significativo testo e molte fotografie a ricordo di due amici, morti giovani. Fra loro la
Madonnina collocata dall’ autore su “Torre Maria” in alta Val Brembana. “Dopo tanti
anni mi è tornata la voglia di ricordare volti e luoghi di questa storia e di scoprire
qualche legame con il Patronato” scrive don Roberto. La pubblicazione sarà disponibile entro pochi giorni.
DON JAN FA RITORNO AL PATRONATO A BERGAMO
Dal 2009 don Jan Heeffer era parroco della comunità di Someren, nel nord Brabante - in Olanda, suo paese di nascita, ma dal settembre 2014 egli farà ritorno alla
nostra diocesi e soprattutto al Patronato del quale egli ha deciso di far parte fin dagli inizi del suo ministero. L’appartamento che lo accoglierà è pronto e arredato e a
breve egli comincerà il suo ministero nella parrocchia che il Vescovo gli indicherà,
continuando però a svolgere il suo servizio all’interno del Patronato in comunione
con gli altri preti. La comunità, lieta della sua decisione, gli augura ogni bene.
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IL PATRONATO
In breve
DOCCIA GELATA PRO SLA
È don Roberto Pennati a provocare la discussione: visto che in quei giorni
tutti fanno la doccia gelata a favore della sla, è buona o no, questa trovata
che gira su youtube? Qualcuno è favorevole, qualcuno indifferente, qualcuno contrario. Si decide comunque che sabato 23 agosto mattina si effettueranno le riprese della doccia gelata. Ognuno si offre per fare qualcosa e don
Sandro si propone per la doccia. Don Pennati sorride e dice di prendere
tutto con allegria. Thierry prepara il copione della scena, Blaise è pronto
per la ripresa e Daniel è colui che predispone la scena. Viene convocato
anche Davide Tangianu, ex allievo del patronato che si rende disponibile per
montare il pezzo e pubblicarlo su youtube. E così sabato mattina ecco che
sotto una pioggia torrenziale viene girato il pezzo: doccia gelata a favore
della sla. La dedica è da parte di tutti gli amici dell’Agro a don Roberto e
all’associazione Ibis che in Bergamo si occupa dei malati di sla. Il tutto fatto
con la dovuta leggerezza e allegria.
Incontro annuale ex allievi
al Patronato S. Vincenzo
Bergamo 28 settembre 2014
Secondo una consuetudine consolidata la domenica 28 settembre 2014
avrà luogo l’appuntamento annuale degli ex-allievi del Patronato
(da quest’anno esteso anche ai membri dell’associazione
“Ex Alumnos P. Antonio Berta della Ciudad del Niño di Cochabamba”, Bolivia, presenti in Italia)
presso la Casa centrale di via Gavazzeni 3
col seguente programma:
0re 9,00: ritrovo
Ore 9,30: sala P. Giovanni saluto del presidente Mario Cavallini
e a seguire relazione del Superiore don Davide Rota
Ore 10,30: pausa caffè
Ore 11,00: S. Messa nella chiesa grande
Ore 12,30: pranzo nel self-service
IL PATRONATO
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Accoglienza...
La casa per ritiri di Botta di Sedrina…
chiude…
I
l Vescovo, dopo attenta riflessione col Consiglio Episcopale, in dialogo con la comunità religiosa che lì ha vissuto fino a pochi
giorni fa ha preso la decisione di chiudere l’imponente struttura di tre piani - più un seminterrato - con circa 100 camere singole
con bagno, oltre agli spazi comunitari, che dal marzo 1973 al 2014 ha funzionato come Casa di Ritiri della Diocesi.
Tale casa era stata realizzata dal curato di Botta, don Pietro Buffoni, classe 1900 e ordinato prete nel 1928, il quale, in una
lettera al Vescovo Bernareggi scrive di aver fatto il primo esperimento già nel 1932. In 82 anni, tanti gruppi si sono susseguiti,
prima dalle fabbriche e dalle associazioni, poi soprattutto dalle parrocchie. Questo sacerdote faceva propria e interpretava in
modo originale la proposta degli Esercizi spirituali proposta dall’Azione Cattolica ai giovani della diocesi. Era il tempo della
grande stagione postconciliare e del rinnovamento della pastorale. Chi voleva cambiare tutto metteva da parte ciò che si era
fatto fino ad allora e c’era chi rimpiazzava la spiritualità e la preghiera con iniziative di impegno sociale e politico. Chi cercava
di sintonizzarsi con la grande mozione spirituale che aveva suscitato il Concilio, coglieva in essa il segno dei tempi e la necessità di cercare in profondità le ragioni sempre valide della fede e della sua testimonianza, accogliendo le nuove sfide della
modernità. Alla Casa della Botta i ritiri erano gratuiti: è questa l’eredità di un trascorso francescano nell’itinerario formativo
del giovane don Pietro Buffoni e anche il segno della sua maturazione spirituale e pastorale. La sua ambizione missionaria
ha coinvolto giovani donne e uomini che si sono consacrati numerosi: la comunità femminile delle “Oblate di santa Marta”
comprendeva 18 membri, il gruppo maschile dell’Istituto San Giuseppe è invece di 3 componenti.
Don Giacomo Rota, direttore della Casa, così
spiega la decisione: “A causa dell’invecchiamento della comunità e del mancato ricambio
vocazionale, l’attività dei ritiri è diminuita gradualmente, pur in presenza di una domanda
ancora vivace. Molti in diocesi amano la casa
dei ritiri gratuiti, che ora il Vescovo destinerà ad
altri scopi. Il futuro ha nel presente il suo primo giorno; presente e futuro sono nelle mani di
Dio. Quanto a noi 2 preti e alle suore ci trasferiremo a Zogno abiteremo nei locali della “Opera
pia Mons. Speranza” e ci inseriremo nella realtà
parrocchiale e nella futura unità pastorale. Con
l’aiuto di Dio continueremo a esprimerci secondo il nostro carisma e spiritualità. Non dimenticheremo mai il bene ricevuto dalla parrocchia
di Botta e da coloro che ci hanno aiutato e sostenuto. Il Signore porti a compimento l’opera
buona che là ha incominciato”.
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IL PATRONATO
Accoglienza...
… ma per riaprire
all’accoglienza
I
Gesù si è chinato a lavare i piedi agli apostoli. Servire significa lavorare a fianco dei bisognosi, stabilire con loro relazioni
umane, di vicinanza, legami di solidarietà. Solidarietà è una
parola che fa paura al mondo più sviluppato. Cercano di non
dirla. È quasi una parolaccia per loro. Ma è la nostra Parola!
Servire significa riconoscere e accogliere le domande di giustizia e speranza; cercare insieme strade, percorsi concreti di
liberazione. In particolare vorrei invitare a leggere seriamente
e con responsabilità questo segno dei tempi. Il Signore chiama a vivere con più coraggio e generosità l’accoglienza nelle
comunità, nelle case, nei conventi vuoti. Certo non è qualcosa
di semplice, ci vogliono criterio, responsabilità, ma ci vuole
anche coraggio. Facciamo tanto, forse siamo chiamati a fare
di più, accogliendo e condividendo con decisione ciò che la
Provvidenza ci ha donato per servire”.
l Vescovo di Bergamo, Mons. Francesco Beschi, accogliendo il forte invito di Papa Francesco, apre all’accoglienza dei
rifugiati la casa finora destinata ai Ritiri Spirituali a Botta di
Sedrina. La Caritas diocesana ha predisposto l’accoglienza di
un gruppo di 54 profughi “richiedenti asilo”, in accordo con la
Prefettura. 25 di questi erano ospiti nei giorni scorsi alla Ca’
Matta di Ponteranica, 19 alla Casa del Bosco di Bergamo e 10
alla ex casa delle Angeline a Casazza. Papa Francesco il 10
settembre scorso facendo visita al Centro Astalli, nel cuore di
Roma, che accoglie, nutre e aiuta rifugiati, ha indicato in modo
molto chiaro che: “I conventi vuoti non servono alla Chiesa,
essi sono per la carne di Cristo che sono i rifugiati. Servire
significa accogliere con attenzione la persona che arriva; significa chinarsi su chi ha bisogno e tendergli la mano, senza
calcoli, senza timore, con tenerezza e con comprensione, come
IL PATRONATO
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Grazie
Grazie “Ale” e auguri!
D
on Alessandro Messi lascia la direzione dell’Afp (Associazione formazione professionale) del Patronato S. Vincenzo. La decisione fa seguito alla rinuncia al sacerdozio, che è maturata dopo un percorso compiuto insieme al vescovo Francesco Beschi
di discernimento e di approfondimento delle ragioni che sono all’origine della scelta. Don Messi, 42 anni, è stato ordinato sacerdote
il 31 maggio 1997 ed è entrato a far parte del Patronato S. Vincenzo nel 2005: prima a Sorisole come collaboratore di don Fausto e
dal 2007 a Bergamo come direttore generale dell’AFP di Bergamo e di Clusone a cui si è aggiunta nel 2013 la scuola professionale
di Endine. «Esprimiamo profonda gratitudine - dice don Davide - ad Alessandro per quello che ha fatto in questi anni. Grazie al
suo impegno e alla sua professionalità non solo ha portato l’AFP a raddoppiare gli iscritti, risultato mai raggiunto in passato, ma
ha anche contribuito a darle un livello di eccellenza riconosciuto sia dalle Istituzioni regionali e provinciali sia dalle famiglie che in
numero crescente vogliono iscrivere i loro figli alla nostra scuola. Gli siamo vicini in questo momento così decisivo per la sua vita
e gli esprimiamo la nostra vicinanza con la preghiera e l’affetto che non verranno mai meno».
50 anni fa: dal diario di don Bepo
15 Settembre 1974
Domani mattina andrò coi miei Sacerdoti a S. Paolo d’Argon per i SS. Esercizi.
Vado volentieri e insieme con tanto timore perché sento la pena di alcune penose deficienze di alcuni dei miei collaboratori.
Li ho trattati con bontà e non sono stato ascoltato. Confido tanto più in Dio quanto meno posso confidare con gli uomini.
Vorrei che fossero sbagliati i miei giudizi. Forse è l’occhio mio ottenebrato che non vede i fatti nella loro vera realtà?
30 Settembre 1974
Sto bene, ma una quasi continua stanchezza e la mia mancanza di generosità rendono senza risultati la mia giornata. Vorrei
riordinare il mio passato, lasciare un’eredità morale praticante, ma invece non riesco a dipanare i diversi problemi che
vanno risolti o almeno chiariti. Adoperami Signore come un essere inutile.
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IL PATRONATO
dalla Bolivia
Resoconto di viaggio
di don Fausto Resmini
D
on Fausto Resmini, don Giuseppe
Bracchi, don Dario Acquaroli curato di Borgo S. Caterina e Paolo Bartoli
educatore della comunità di Sorisole,
hanno realizzato dal 21 luglio al 01
agosto una visita alla Ciudad del Niño a
Cochabamba in Bolivia, per esprimere la
vicinanza del Patronato al direttore don
Gianluca e ai piccoli ospiti della casa,
ma anche per rendersi conto dei problemi e delle necessità dell’istituzione.
Ecco la cronaca della decina di giorni
trascorsi in terra boliviana. Lunedì 27
luglio: è sera quando partiamo dalla
Malpensa per un viaggio che nasce dal
desiderio di visitare l’opera del Patronato in terra boliviana e di rimanere vicini
anche per poco tempo a don Gianluca,
a due anni dal suo arrivo in Bolivia. Ed
è proprio don Gianluca che ci accoglie
al nostro arrivo all’aeroporto di Cochabamba il giorno dopo, con alcuni ragazzi
della Ciudad e che detta tempi e modi
della visita alla straordinaria opera che
don Berta con la benedizione di Dio e
di don Bepo ha realizzato in terra andina. Il primo giorno è tutto dedicato alla
conoscenza della realtà scolastica della
Ciudad: un migliaio di ragazzi della primaria (materna/elementari) e secondaria
(medie/superiori con scuola tecnica e
professionale) ci accolgono con gioia…
per il prolungamento dell’intervallo dalle
ore di lezione, oltre che per l’accoglienza
calorosa tradizionalmente destinata agli
ospiti stranieri e soprattutto a quelli del
Patronato di Bergamo. Il 24/7 visitiamo
al carcere di Cochabamba dove, fra i
tanti detenuti, alcuni sono stati ospiti
IL PATRONATO
della Ciudad. Il cuore si stringe entrando in contatto con queste persone, ma a
colpirci sono le donne che vivono rinchiuse coi loro bambini, a volte anche
molto piccoli. Più che un carcere c’è
parso un alveare caotico e disordinato
dove si tenta di arrivare a sera in tutti i
modi - leciti e illeciti - possibili, guadagnando il necessario per il pasto che si
consuma. Nessuna opzione di recupero,
di relazione, di misure alternative, di fine
pena certo: senza denaro e un avvocato
non qui c’è garanzia di giustizia. In più
l’esperienza di cappellano nelle carceri
mi ha insegnato che neppure il Patronato può riuscire là dove non siano previste misure alternative alla detenzione
soprattutto dei più giovani. Ci siamo
riportati a casa i loro volti, le richieste di
13
aiuto, gli sguardi, il timbro posto sulle
nostre braccia come lasciapassare per
l’uscita… Al pomeriggio ci rechiamo
ad Anzaldo dove ci accolgono con calore il dottor Gamba (fondatore e anima
dell’ospedale locale) e la moglie: abbiamo modo di constatare come l’ospitalità
sia il segno distintivo della struttura non
solo nei confronti dei malati, ma anche
di quanti come noi fanno visita, cercando ci conoscere e capire.
In serata assistiamo al folklore della festa in occasione di Santiago Apostolo,
molto venerato in tutta Bolivia. Il giorno
25 luglio che commemora il 102° anniversario di ordinazione di don Bepo, facciamo visita alla finca (=fattoria) e alla
scuola di Agraria della Ciudad: lungo
la strada verso Capinota che affianca il
Settembre 2014
dalla Bolivia
fiume, scorgiamo una delle chiesette di
don Capelli: ne ha fatto costruire quattro, ma questa ha un fascino particolare
perché tutto attorno la vita sembra svolgersi secondo ritmi antichi, con bimbi
che giocano, uomini che ristrutturano
muri mezzo diroccati, donne che fanno
il bucato in ampie conche metalliche destinate ai più svariati usi… Passare dal
villaggio alla finca è stato per noi come
varcare la soglia di un altro mondo, più
vicino al nostro: 350 capi di bestiame
divisi in mucche da latte, da carne, vitelli da ingrasso, mucche gravide ecc.
Al capo di quest’azienda una donna forte
e determinata che non abbandona mai
l’hacienda, ma ne ha cura e la dirige con
l’aiuto di pochi, laboriosi dipendenti.
L’accoglienza che ci riservano è commovente: la gente si scappella, abbraccia
con calore, saluta il padrecito… sembra
di essere tornati ai tempi della nostra infanzia, quando il prete era fatto oggetto
di venerazione. Confinante con questa
spettacolare oasi di ordine ed efficienza,
c’è la nostra scuola: due ragazzi ci accompagnano a vedere gli ambienti, ci
illustrano il tirocinio scolastico e il ritmo quotidiano della vita di adolescenti
che le famiglie hanno “parcheggiato” lì
dentro e ai quali la Ciudad tenta di dare
assistenza, formazione, speranza di fu-
Settembre 2014
turo migliore. Il sabato e la domenica
sono destinati alla Ciudad: la Messa
domenicale non ha paragoni con quelle
delle nostre parrocchie bergamasche:
pochi adulti e tanti bambini e ragazzi il
cui canto forse non è del tutto intonato,
ma ha le sue radici nel cuore e coinvolge
anche noi che rispondiamo col nostro
spagnolo biascicato. A mezzogiorno
tutti insieme condividiamo il pranzo
all’aperto e i giochi che coinvolgono
tutta la comunità. La visita alla casa al
14
tropico cochabambino del Chapare dura
due giorni e ci proietta nel mondo della
foresta pluviale, nell’Amazzonia boliviana dove la natura è padrona: la casa che
ospita una ventina di ragazzi è immersa
nel verde. Ci rendiamo conto di quanto
sia stato fatto e di quanto resti da fare
in questa zona dove la coca imperversa
e dove un’efficace azione educativa sui
ragazzi è non solo necessaria, ma urgente. Quanto a noi cominciamo a soffrire
i disturbi legati al clima, all’ambiente
e all’alimentazione… poca cosa, ma
qualche rinuncia si impone. Sulla via
del ritorno non possiamo non visitare il
santuario di Melga fatto costruire da don
Berto Nicoli: vi celebriamo la S. Messa
e visitiamo la tomba di don Berto e con
soddisfazione constatiamo come le iniziative i questo autentico pioniere della
Missione bergamasca in Bolivia siano
efficacemente tenute in vita da un gruppetto di brave suore polacche. Il tempo
è volato, i giorni sono stati pochi ma
intensi e ricchi di emozioni: è arrivato il
tempo di far ritorno a casa, ma portiamo con noi le emozioni e i sentimenti di
queste terra e della sua gente.
IL PATRONATO
dalla Bolivia
Pensieri dalla Bolivia
di Paolo Bartoli
N
el mese di luglio ho avuto la possibilità di recarmi in Bolivia per visitare le realtà che il Patronato ha avviato in quella terra lontana ormai cinquant’anni fa. All’arrivo a Cochabamba siamo stati accolti da P. Gianluca Mascheroni, direttore della
Ciudad de los Niños, la comunità fondata da P. Antonio Berta
nel 1971 che ad oggi ospita circa 150 bambini di età compresa
tra gli zero e i diciotto anni. La mia permanenza in questa realtà
è stata breve, circa una decina di giorni, ma sufficienti a rendermi conto di quanto sia grave il problema familiare all’interno
della società boliviana. Per le strade della città è facile infatti
incontrare bambini abbandonati a loro stessi, anche in tenera
età, che devono inventarsi svariati espedienti per sopravvivere.
Ciò che mi ha più colpito di più sono gli occhi dei bambini,
che non per niente si dice siano lo specchio dell’anima. I più
IL PATRONATO
piccoli, forse meno coscienti della loro situazione, hanno nei
loro occhi una vitalità e un’allegria contagiosa, una sorta di
bellezza che ti lascia senza parole e che è molto difficile da
riscontare in Italia. Sono molto affettuosi e hanno sempre in
serbo un sorriso per chi li guarda. A differenza loro, i ragazzi
in età adolescenziale, perdono con il passare del tempo questa bellezza nello sguardo, lasciando il posto a un crescente
senso di disillusione e disinteresse. Personalmente attribuisco
questa differenza alla consapevolezza sempre maggiore che i
bimbi sviluppano crescendo, riguardo alle problematiche che li
affliggono e all’abbandono che regna sovrano. Secondo l’Unicef, in Bolivia vivrebbero 20mila bambini e adolescenti abbandonati dalle famiglie. A questi dati va aggiunto quello diffuso
recentemente dall’associazione Educacion Radiofonica de Bo-
15
Settembre 2014
dalla Bolivia
livia (Erbol), secondo la quale il 70% dei bimbi boliviani subirebbe atti di violenza di vario genere. Molti minori, inoltre, si
troverebbero in situazione di abbandono perché i genitori sono
costretti a spostarsi a causa della ricerca di lavoro e secondo
alcune statistiche il numero di minori boliviani impiegati per
aiutare economicamente le famiglie ha raggiunto la cifra record
di 800mila persone. Soprattutto nelle aree rurali i bambini sono
obbligati ad abbandonare la scuola e a contribuire al sostentamento familiare. Ma non mancano i minori che lavorano nelle
discariche o che si riversano nelle aree urbane, dove vengono
impiegati come lustrascarpe o “strilloni” dei giornali. Insomma, il lavoro minorile è un fenomeno che la società boliviana
ha assunto come qualcosa di naturale e che per le famiglie
è cosa normale e un dovere. In un contesto come questo, la
realtà della Ciudad de los Niños si adopera per garantire ai
bambini ospitati molto più che il soddisfacimento dei bisogni
primari come casa, cibo e vestiario. Si tenta di ricreare attorno
ai ragazzi una rete sociale significativa, di creare legami interpersonali forti, che si consolidano grazie all’attenzione e all’affetto che il direttore e il personale riservano a tutti. Il bambino
ospite della Ciudad, dopo essere stato ai margini della realtà,
viene ricollocato al centro di un progetto e investito da un affetto e da un calore che forse da troppo tempo non riceveva.
Il nostro auspicio è che il lavoro messo in atto dal personale,
dai volontari e in primis dal direttore sia utile per preservare la
bellezza che questi bambini portano dentro di sé e che troppo
spesso, a causa dei problemi sopra citati, si dissipa e lascia
spazio a disillusione e indifferenza. Un tale dono non può andare sprecato, anzi va preservato e coltivato. Per questo motivo
facciamo un profondo in bocca al lupo al direttore P. Gianluca
Mascheroni e al suo personale, ringraziandoli per il lavoro caritativo che sta svolgendo in una terra così lontana.
In partenza per la Bolivia
S
iamo Roberto (padre),
Grissel (madre), Maria (11
anni), Emanuele (9 e mezzo),
Alex (11 anni e da 4 e ½ in affido a noi). La nostra decisione
di partire per la Bolivia è una
Storia. Quelle di Roberto e Grissel, sono state anche storie non
affatto lineari. Grissel è stata
adottata tramite il Conventino
del Patronato S. Vincenzo da
La Paz. Nel 2000 “casualmente” ha conosciuto fuori da un
supermercato “Zucchi”, che l’ha
invitata a conoscere il servizio
Esodo di cui è subito diventata volontaria senza sapere che
anch’esso faceva parte del Patronato. Proprio in quel periodo
era stato chiesto a Roberto di
passare da volontario a operatore del servizio. Così ci siamo
Settembre 2014
conosciuti e il primo ad accorgersi è stato “B.B.”, un utente
che nel poco ci ha aiutati a far
luce sul nostro cammino… “ma
questa è un’altra storia e si dovrà
raccontare un’altra volta”. Viviamo in un mondo che offre mille
esperienze e anche noi siamo
partiti oltre che per il tirocinio
di Roberto, per fare un’esperienza in Bolivia nel 2005 con
Maria ed Emanuele. Là abbiamo
incontrato però un Padre che ci
ha insegnato/indicato che Dio si
intreccia a noi nella nostra Storia concreta perché diventi una
Storia di Libertà, Verità, Amore.
Così dopo un periodo di servizio presso la sua parrocchia,
su suo consiglio siamo tornati
in Italia. Qui abbiamo deciso di
vivere come se fossimo ancora
16
IL PATRONATO
dalla Bolivia
in “missione”, cercando di mantenere
la ritualità della preghiera e cercando di
rispondere alla richieste di aiuto delle
persone che quotidianamente incontravamo seppur nel piccolo. Ci siamo
alimentati della compagnia di tante persone e gruppi: i nostri parenti e amici,
il campeggio di Mozzo, l’Equipe Notre
Dame, l’OMG, l’associazione Famiglie
per l’Accoglienza, il gruppo di famiglie
del convento di Baccanello (Calusco)
con i loro frati minori (in particolare Pio
e Marco), l’ISSR (Grissel), don Fausto e
don Davide (sabato mattina), ma anche
chi ci fa far fatica... Tutti loro, con l’arrivo
anche di Alex, che ci hanno insegnato
la Fedeltà, l’Obbedienza, la Sobrietà,
il Lavoro, la condivisione, la Gratuità,
la Carità come Accoglienza e che nulla
possiamo da soli… ovviamente siamo
solo all’inizio… sono queste le cose
che poi scaturiranno nella nostra decisione di ripartire. I bambini da tre anni
prestano regolarmente servizio (una
o due domeniche al mese) alla mensa
della stazione del servizio Esodo, così
anche le loro storie si sono sempre di
più intrecciate col Patronato. La Bolivia
è rimasta sempre nei nostri cuori e nelle
nostre preghiere, ma il centro di gravità
permanente l’abbiamo voluto riconoscere in Dio, anche negli scossoni, nelle
difficoltà e nelle nostre fragilità (tante!)
(Il vangelo del nostro matrimonio è Mt
6,26-34). In questo “casualmente” Roberto si è trovato ad accompagnare il
nuovo responsabile della Ciudad de los
Ninos, Don Gianluca e da qui è nata una
conoscenza e quel laccio che ha fatto di
nuovo sintesi delle nostre storie. Ri-eccoci dunque, più coscienti della nostra
piccolezza ma anche più coscienti della
Sua Grandezza. Il Signore si è sempre
servito dei meno adatti all’apparenza
(vedi i Giudici e le altre figure di cui è piena la Bibbia). Insieme agli altri, abbiamo
scoperto che il solo quarto dell’Inutilità
Sovrabbondante della semina della parabola del Buon Seminatore frutterà anche
per gli altri ¾ che non hanno dato frutto.
Così nella nostra vita, tra i ¾ di difetti e
¼ di qualità, il Chicco di grano, Cristo,
frutterà per gli altri, perché la bellezza del
mondo è infinitamente più grande, oltre
che apparentemente inutile. Il Signore
porta a compimento e perfezionamento i
desideri che ognuno ha nel cuore. Infatti
ora ripartiamo proprio come Famiglia e
questo per noi è fondamentale che venga
sottolineato. Senza i nostri figli non saremmo arrivati forse a questo punto. Con
loro abbiamo sempre condiviso tutto, i
sabati mattina dal Don Davide, i nostri
valori, i gruppi, il lavoro. Questo sarà
poi il loro trampolino di lancio. K. Gibran
dice che i figli sono frecce, noi siamo
uno strumento di preparazione (l’arco)
affinché il Signore (l’arciere) li mandi
a testimoniarli dove Lui sa. Anche loro
desiderano tornare e nel loro piccolo, dicono (e ci insegnano) di “voler dire di sì
alla chiamata a essere pescatori di uomini nel nostro piccolo quotidiano come in
Gv “Venite e vedrete (…) venite e vi farò
pescatori di uomini”. Buon cammino a
tutti, restiamo uniti nella preghiera.
Famiglia Pominelli
Festa di colori davanti alla chiesa della Ciuda del Niño
IL PATRONATO
17
Settembre 2014
L’Angolo della Memoria
Iniziamo con questo numero la presentazione ogni volta di uno dei tanti (quasi 50!)
preti diocesani defunti che hanno dedicato tutto o parte del loro ministero al Patronato,
cominciando con
don Giovanni Regazzi
il primo che ha raggiunto la Casa del Padre
nel lontano 1958
L’Orfanatrofio Palazzolo, edificato nel 1928,
con i ragazzini intenti all’apprendistato nella Colonia agricola (1947),
assistiti dal direttore don Giovanni Regazzi (1903-1958)
N
ato l’otto gennaio 1903 a Calusco,
da Giuseppe e Vavassori Maria, è
battezzato il giorno seguente coi nomi
di Giovanni Pietro. A 20 anni matura la
vocazione ed entra nel PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) a Milano,
che in quegli anni aveva conosciuto
nuovo impulso e slancio missionario
con la rifondazione ad opera del Papa
Pio XI e del primo superiore P. Manna.
Ma dopo poco tempo abbandona l’idea
della Missione e accede al Seminario
di Bergamo. Ordinato sacerdote nel
Settembre 2014
1932, viene destinato come curato a
Ubiale, paese della Val Brembana che
allora contava 780 abitanti, dove lascia
un bel ricordo di sé nei ragazzi e nei
giovani che familiarmente lo chiamano
don Gioanì (era piccolo di statura): i più
anziani, allora bimbi, ricordano come il
giovane prete fosse buono e accogliente con tutti e avesse aperto la sua casa
a giovani e ragazzi che vi si riunivano
anche per ascoltare la radio che a quei
tempi rappresentava un’assoluta novità.
Quindi fa ritorno al paese natale, Calu-
18
sco - importante centro industriale che
allora contava 3.300 abitanti- dove per
qualche tempo vive in famiglia, per ragioni di salute: era infatti di costituzione
piuttosto cagionevole.
Nel 1940 però ritroviamo don Giovanni
all’opera presso l’Orfanotrofio dell’Istituto Palazzolo di Torre Boldone in
qualità di direttore e dove rimarrà fino
al 1950. Una vecchia foto lo mostra in
mezzo ai bambini nella tenuta agricola
della casa (sullo sfondo). Nello stesso
anno entra a far parte della famiglia del
IL PATRONATO
L’Angolo della Memoria
Patronato S. V. che con l’orfanotrofio
don L. Palazzolo intratteneva legami di
collaborazione: i piccoli orfani di Torre Boldone infatti, una volta cresciuti
passavano al Patronato di Bergamo.
Accolto da don Bepo entra a far parte
della casa Centrale dove rimarrà come
“segretario” di don Bepo e dell’Opera
(toccava a lui redigere i verbali delle
riunioni e organizzare il lavoro) e collaboratore per la cura spirituale dei ragazzi fino al 1956.
Agli inizi del 1957 si ammala e trova
assistenza presso la casa della sorella a Ponte S. Pietro dove, con il conforto dei sacramenti, muore, a soli 56
anni, il 16-12-1958. L’Eco di Bergamo
così ne dava notizia il giorno dopo: È
MORTO DON REGAZZI del Patronato
S. Vincenzo. Ci è giunta, dolorosissima, nella giornata di ieri, la notizia
della morte di don Giovanni Regazzi,
che si trovava da qualche tempo in gravissime condizioni presso i familiari di
Ponte S. Pietro. Ne la giornata dell’altro
ieri il buon Sacerdote del Patronato S.
Il paese di Ubiale agli inizi del 1900
Vincenzo aveva ricevuto la visita di S.
E. Mons. Vescovo. Don Giovanni Regazzi era nato a Calusco 55 anni fa ed
era stato ordinato sacerdote nel 1932.
La Chiesa parrocchiale di Calusco
IL PATRONATO
19
Presso il Patronato S. Vincenzo aveva
espletato le funzioni di segretario. La
sua scomparsa ha gettato nel lutto la
buona popolazione di Ponte S. Pietro
oltre a quella, naturalmente, del Patronato S. Vincenzo, dove egli era molto
apprezzato e benvoluto. Nello stesso
giorno il necrologio de l’Eco recita: “Il
sacerdote don Giovanni Regazzi
dopo due anni di malattia sopportata
con esemplare rassegnazione tornò a
Dio che servì in sacerdotale letizia. Ne
danno il doloroso annunzio la sorella
Anita... (e familiari). L’Officio funebre
verrà celebrato nella Chiesa Parrocchiale di Ponte S. Pietro giovedì 18
c.m., alle ore 6,30; il trasporto seguirà
alle ore 8,30 per il Patronato S. Vincenzo di Bergamo dove alle ore 9 si svolgeranno i funerali”. Quello del PSV: “I
sacerdoti con gli Alunni del Patronato
S. Vincenzo danno notizia della morte
del loro amato sacerdote don Giovanni
Regazzi che per dieci anni fece parte
piena dedizione alla loro famiglia”.
Settembre 2014
Frammenti di vita
Frammenti di vita
al Patronato
1° frammento:
2° frammento:
Il gioco della dama che si pratica in Italia consta di poche e precise regole: una scacchiera di 64 caselle, 12 pedine per parte
che il giocatore può muovere solo una per volta e un passo alla
volta. Si muove solo in avanti e non si può tornare indietro,
finché si arriva in cima: allora la pedina diventa dama e fa quel
che vuole. Ebbene, a questo gioco gli africani dedicano molto
tempo libero, ma con scacchiere ben più grandi, visto che le
caselle sono 100 e le pedine 20 per parte e soprattutto con
regole diverse e ben più complicate: la pedina per mangiare
può muovere sia avanti che dietro e la dama può percorrere
tutta la diagonale da cima a fondo ecc. In più spesso i giocatori interpretano il gioco secondo l’estro personale così che se
uno rispetta le regole, di solito perde. Questo conferma come
il gioco della dama assomigli al ben più impegnativo gioco
della vita dove purtroppo spesso capita che vinca non chi è
leale, perché si attiene a poche e chiare regole, ma chi è astuto,
perché sa complicare il gioco, ma soprattutto lo sa opportunamente “interpretare” a proprio vantaggio.
Al Patronato trova ospitalità anche una colonia di un centinaio
di piccioni che si appollaiano su tetti e sporgenze. Fino a un
anno fa scendevano a terra solo alle 7,00 del mattino, quando
il portinaio, puntuale come un orologio, spargeva nel cortile le
briciole di pane: i primi zampettavano impazienti in attesa che
tutto lo stormo calasse sul cibo… allora si scatenava la competizione che coinvolgeva anche i passerotti e altri volatili. Poi
tutti sparivano sui tetti e negli anfratti degli edifici e nessuno li
vedeva più fino al mattino dopo. Ultimamente invece i piccioni stazionano sempre più a lungo in cortile, perché gli ospiti
italiani e stranieri spargono in continuazione briciole di pane:
così i piccioni hanno imparato a non darsi più da fare per il
cibo, a non temere più le persone e a mangiare in continuazione col risultato che, sazi e pasciuti come sono, faticano a volare
e diventano facili prede di corvi e falchetti (con più frequenza
che in passato capita di vedere resti di piccioni sparsi qua e là).
È una piccola storia di animali, ma chissà che non nasconda
una morale anche per gli uomini.
Settembre 2014
20
IL PATRONATO
Defunti
Sono nella pace…
Il PATRONATO S. VINCENZO nella preghiera e nel ricordo pieno di gratitudine per il ministero svolto
nell’opera di don Bepo dal 1949 al 1961 affida all’abbraccio della misericordia divina
DON GIOVANNI VAVASSORI
Nato nel 1922 - ordinato nel 1946 - morto il 29-05-2014
Per 42 anni cappellano a Porto Azzurro, era solito dire con ironia di se stesso:
“Sono un ergastolano libero… la mia vocazione è stare in galera dove i miei amici delinquenti mi
mantengono in salute. Sono un detenuto modello: in tanti anni non mi hanno mai fatto rapporto”.
Riportiamo le parole che il Vescovo gli ha riservato:
Nei lunghi e fecondi anni che il Signore gli ha concesso, don Giovanni si è speso con generosità
nel servizio pastorale verso tutte le comunità che sono state affidate al suo ministero sacerdotale: Scano al Brembo come vicario
parrocchiale e poi l’Istituto Botta, il Patronato S. Vincenzo di Bergamo e l’Orfanotrofio di Torre Boldone come educatore.
Per più di 40 anni ha svolto con passione il ministero di Cappellano delle Carceri a Porto Azzurro esercitando un prezioso servizio
di assistenza religiosa e sostegno umano ai detenuti e alle guardie. Si era quindi ritirato per motivi di salute all’Istituto Piccinelli di
Scanzo. Ha celebrato i sacramenti del Risorto, ha annunciato il Vangelo del Regno, ha cercato di dare viva testimonianza della sua
fede attraverso una carità umile e operosa. Dio Padre di misericordia, accolga ora nella sua pace questo servo fedele che, alla fine
della sua giornata terrena, si affida con serena fiducia al suo eterno abbraccio.
Il PATRONATO S. VINCENZO nella preghiera piena di gratitudine per il ministero svolto dal 1952 al
1957 come direttore spirituale dei ragazzi e giovani di don Bepo, affida all’abbraccio della Misericordia Divina
DON GIUSEPPE MILANI
Giuseppe Milani nasce a Calolziocorte (Lecco) il 27 luglio 1925. Ordinato sacerdote nel 1949 entra
da subito a far parte dei Preti del S. Cuore; nel 1952 arriva al Patronato di Bergamo dove don Bepo lo
incarica della direzione spirituale dei giovani e degli orfani: vi rimane per 6 anni e nel 1958 assume lo
stesso impegno fra i seminaristi del Seminario di Lugano (Svizzera). Nel 1968 torna in Italia come assistente degli studenti dell’Università Cattolica di Milano e nel 1975 fa ritorno in diocesi per risiedere
prima a Bracca e poi a Calolziocorte, dove presta il suo aiuto. “Da noi - ricorda don Trussardi parroco
di Pascolo - celebrava la Messa domenicale ed era bravo predicatore; sapeva stare vicino alle famiglie in difficoltà e la sua era una
voce molto ascoltata”. Proprio lo scorso giugno era stato festeggiato nella parrocchia per il 65º di ordinazione sacerdotale, poco
prima di partire per le vacanze in Trentino dove la morte l’ha colto a 89 anni.
GIORGIO ROSSI
di anni 68
Un grave lutto ha colpito la signora Carla Vergani in Rossi, da tanti anni collaboratrice di don Martino
Campagnoni a Clusone con la perdita del caro figlio Giorgio. Sposato con 2 figli e domiciliato a
Castel Gandolfo, Giorgio è deceduto in seguito a complicazioni nella Clinica Gemelli - Roma dove
si trovava ricoverato per cure, il 5 agosto 2014. Alla signora Carla e ai familiari i sentimenti della
vicinanza di tutta la comunità del Patronato nella preghiera e nel ricordo al Signore.
IL PATRONATO
21
Settembre 2014
Defunti
GIORGIO SELLI
+ il 20-10-2011
Ragazzo di Nomadelfia, fu accolto a suo tempo da don Bepo; in seguito si trasferì all’Opera Bonomelli
(attuale NAP) dove collaborò con il direttore don Pizzigalli. Proprio in questi giorno il Patronato è entrato in possesso dell’appartamento di proprietà che Giorgio Selli ha destinato al Patronato in segno
di riconoscenza per tutto il bene ricevuto. A sua volta il Patronato fa devota e riconoscente memoria
di lui nella preghiera e lo affida al misericordioso abbraccio di Dio e a quello paterno di don Zeno,
don Bepo e don Pizzigalli.
ANTONIO BERTOLINI
+ il 14-06-2014
Non si perdono mai coloro che amiamo, perché possiamo amarli in colui che non si può perdere.
(S. Agostino)
Ex allievo del Patronato, era un simpatico personaggio da tutti soprannominato “Addis Abeba” perché
proveniente da quella città capitale dell’Etiopia, con altri due fratelli. Lì era nato il 19 gennaio 1957:
i suoi genitori negli anni ’70, a causa delle difficoltà politiche del paese africano programmano il
rientro in Italia dei figli, prima di fare rientro anche loro per sempre.
È morto il 14 giugno 2014 all’età di soli 57 anni.
O Dio, onnipotente ed eterno,
Signore dei vivi e dei morti,
pieno di misericordia verso tutte le tue creature,
concedi il perdono e la pace a tutti i nostri fratelli defunti,
perché immersi nella tua beatitudine
ti lodino senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Settembre 2014
22
IL PATRONATO
SETTEMBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
4GIOVEDI
5VENERDI
7DOMENICA
8LUNEDI
10MERCOLEDI
11GIOVEDI
12VENERDI
13SABATO
14DOMENICA
17MERCOLEDI
20SABATO
21DOMENICA
22LUNEDI
23MARTEDI
28DOMENICA
29LUNEDI
1MERCOLEDI
2GIOVEDI
3VENERDI
4SABATO
5DOMENICA
7MARTEDI
11SABATO
12DOMENICA
19DOMENICA
26DOMENICA
31VENERDI
1SABATO
2DOMENICA
3LUNEDI
4MARTEDI
5MERCOLEDI
6GIOVEDI
7VENERDI
8SABATO
9DOMENICA
10LUNEDI
11MARTEDI
12MERCOLEDI
13GIOVEDI
16DOMENICA
20GIOVEDI
23DOMENICA
25MARTEDI
29SABATO
30DOMENICA
04-09-2010: muore don Faustino Rota che era stato nel PSV
1° venerdì del mese
XXIII Domenica Tempo Ordinario anno A
INIZIO ANNO SCOLASTICO AFP-PSV
Ore 9,30: Assemblea clero in Seminario con presentazione programma pastorale
Inizio anno scolastico AFP-PSV
12-09-2000: muore don Mario Zonca PSV
13-09-2009: muore Mons. Aldo Nicoli
Sorisole: ore 16,30: Consegna crocifisso a famiglia Pominelli x Missione Bolivia
Onomastico di don Roberto Pennati
20-09-1992: Mons. Carlo Agazzi muore PSV
XXV Domenica del Tempo Ordinario
22-09-1968: muore don Carlo Avogadro PSV
1ª ASSEMBLEA PRETI E LAICI PSV: ore 9,30
FESTA EX-ALLIEVI PRESSO CASA CENTRALE - 8° anniversario morte Vescovo Prata
FESTA PATRONALE CASA DI SORISOLE
MESE DELLE MISSIONI E S. ROSARIO - Ritiro vicariale del clero
SS. ANGELI CUSTODI
1° venerdì del mese
S. FRANCESCO D’ASSISI
XXVII Domenica del tempo ordinario
N.S. DEL ROSARIO
Messa dedicazione della chiesa dell’Ospedale Giovanni XXIII
XXVIII Domenica tempo ordinario
XXIX Domenica Tempo Ordinario - GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
XXX Domenica tempo ordinario
ORDINAZIONI DIACONALI IN SEMINARIO
TUTTI I SANTI - Case PSV S. Messa orario festivo - Giornata e santificazione universale
COMMEMORAZ. DEFUNTI
Ore 15,00: Cimitero di Bergamo: Messa per missionari def.ti
Casa Centrale: ore 18,00: Messa per i preti def.ti del PSV
Ore 18,00: Messa per benefattori PSV
Ore 18,00: Messa per tutti i Vescovi def.ti di Bergamo
07-11-1993: muore Mons. Clemente Gaddi - 1° venerdì del mese
Raccolta annuale di San Martino
Giornata nazionale del ringraziamento - Giornata diocesana della carità - Convegno diocesano dei catechisti
Ore 18,00: S. Messa per ex-allievi defunti
FESTA DELLA CASA DI CLUSONE e onomastico di don Martino Campagnoni
Ore 18,00: S. Messa per i familiari e parenti def.ti
Ore 18,00: S. Messa per i dipendenti, collaboratori e volontari del PSV def.ti
XXXIII Domenica tempo ordinario
20-11-1990: muore don Serafino Doneda
Festa di Cristo Re - 23-11-1967: muore don Angelo Pagani
ASSEMBLEA PRETI E LAICI PSV - 25-11-1991: muore don Gino Valsecchi
29-11-1983: muore don Giacomo Valle - Inizia l’anno liturgico 2014-2015
1ª Domenica di Avvento
SITO INTERNET:
www.patronatosanvincenzo.it
RIFLESSIONE DEL GIORNO:
www.patronatosanvincenzo.it/blog
CELEBRAZIONE SS. MESSA
- Bergamo Casa del Giovane:
da lunedì al sabato ore 7,15
domenica ore 18,30
- Bergamo Casa Centrale:
da lunedì al sabato ore 18,00
domenica ore 11,00
- Sorisole:
da lunedì al sabato ore 7,30
domenica ore 10,30
- Agro:
Casa don Pennati domenica ore 10,30
- Clusone:
da lunedì al venerdì ore 17,30
prefestive e festive ore 18,00
LECTIO SULLE LETTURE DELLA DOMENICA
Bergamo Casa centrale ogni sabato
alle ore 8,00 nella chiesina
ADORAZIONE EUCARISTICA SETTIMANALE
Bergamo chiesina casa centrale venerdì ore 15,00
Sorisole venerdì mattina dopo la Messa
ROSARIO PER CHI È SENZA LAVORO
Bergamo casa centrale ogni giovedì ore 18,30
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Patronato 032014 - Patronato San Vincenzo