I Piccoli Comuni e il digital divide
I Centri Territoriali
per i Piccoli Comuni
Guido Pera
Area sviluppo e-government Regioni ed Enti locali
Firenze – 13 gennaio 2003
Ministro per
l’Innovazione e
le Tecnologie
Il contesto in cui operano i Piccoli Comuni
Ministro per
l’Innovazione e
le Tecnologie
N.3
I Piccoli Comuni: il numero
Comuni < 5000 abitanti
2.100
26%
Altri Comuni
6.000
74%
N.4
I Piccoli Comuni: la popolazione
Comuni < 5.000 abitanti
Altri Comuni
18.900.000
33%
38.900.000
67%
N.5
I Piccoli Comuni: le risorse umane
Il numero dei dipendenti nei 6.000 Piccoli Comuni
Comuni < 20 dipendenti
1.634
27%
Altri Comuni
4.366
73%
N.6
I Piccoli Comuni: la formazione

Nella quasi totalità dei casi gli elementi apicali
nell’organizzazione sono “quadri”

La formazione è principalmente giuridica e
tecnico-urbanistica
N.7
I Piccoli Comuni: gli strumenti

Infrastrutture inadeguate:
l’attuale distribuzione della connettività a larga
banda penalizza i piccoli centri

Scarse risorse finanziarie da dedicare
all’innovazione tecnologica
N.8
I Piccoli Comuni: Elementi di criticità





Difficoltà nell’adeguarsi ai continui cambiamenti
Mancanza delle competenze necessarie a
compiere scelte di mercato adeguate
Scarso potere negoziale e di orientamento sul
mercato di fornitura (supply driven) con
conseguente perdita del potere d’acquisto
Incapacità a sviluppare una propria capacità
progettuale (propensione al solo riuso di
soluzioni)
Sistemi di back office scarsamente integrati, non
solo con i sistemi delle PAC e regionali, ma anche
con le realtà locali limitrofe (i comuni confinanti,
le ASL, ecc.)
N.9
Il rischio delle “due Italie”

Grandi Centri:
– Partecipazione attiva all’e-government
– Capacità di offrire servizi in rete adeguati

Piccoli comuni:
– Difficoltà di cogliere le opportunità dell’e-government
– Inadeguata offerta di servizi di front office innovativi
ai cittadini
N.10
I Piccoli Comuni: Esigenze
1.
2.
3.
Risorse finanziarie
Supporto
Recupero del potere d’acquisto
N.11
Le Risorse finanziarie per i Piccoli Comuni

Dalla Finanziaria:
– E’ stato istituito il “Fondo di finanziamento per i
progetti strategici nel settore informatico”
– La dotazione per il 2003 del Fondo è di 100 milioni di
Euro
– Utilizzando le dotazioni del Fondo il Ministro per
l’innovazione e le tecnologie “... individua specifiche
iniziative per i comuni con popolazione inferiore a
5.000 abitanti e per le isole minori;”
N.12
Le indicazioni del piano primo avviso per
l’attuazione del e-government (1)

L’attività progettuale ha dimostrato che la cooperazione
è una necessità ineludibile da parte dei Piccoli Comuni,
in quanto l’e-government necessita di organizzazioni e
competenze che questi non possiedono
– Le Comunità montane e le Unioni di Comuni si sono
dimostrate forme associative vincenti

Sono emersi progetti che oltre ad avere come
obiettivo quello di realizzare servizi
appositamente realizzati per i piccoli comuni, si
sono distinti per l’accuratezza della progettazione
della fase di riuso
N.13
Le indicazioni del piano primo avviso per
l’attuazione del e-government (2)

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
Dove già non esistenti, le cooperazioni dei piccoli
comuni prevedono che il raggiungimento degli
obiettivi avvenga attraverso la costituzione di
centri di servizio intercomunali gestiti in modo
associato
È da sottolineare l’impegno delle regioni e delle
province a favorire ed incentivare le forme di
associazioni tra i comuni
La soglia dei 5.000 abitanti rischia di essere
limitativa nella realizzazione di forme associative
adeguate alla sfida dell’e-government
I Centri di Servizi Territoriali per i Piccoli Comuni
(CST)
Ministro per
l’Innovazione e
le Tecnologie
N.15
I Centri di Servizi Territoriali per i Piccoli
Comuni (CST) - Obiettivi



L’e-government per essere attuato richiede
tecnologie evolute e strutture organizzative
specializzate che non sono alla portata dei Piccoli
Comuni
È necessario creare strutture di servizio sovracomunali che avviino i processi di e-government,
si facciano garanti della gestione e mettano a
disposizione di aggregazioni di Piccoli Comuni le
risorse umane e tecnologiche
L’obiettivo primario dei CST è di garantire la
maggiore copertura territoriale della diffusione
dei servizi al fine di eliminare il digital divide e
realizzare un efficace sistema per la diffusione e il
riuso delle soluzioni di e-governmnet
N.16
I Centri di Servizi Territoriali per i Piccoli
Comuni (CST) - Compiti

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

Erogazione dei servizi infrastrutturali agli EE.LL.
di riferimento
Erogazione dei servizi applicativi in modalità
interattiva per gli EE.LL. di riferimento
Diffusione e riuso delle soluzioni
Garantire la necessaria circolazione dei flussi
documentazione tra i CST ed gli EE.LL. di
riferimento e le altre P.A.
Supporto all’utenza (Amministrazioni ed utenti
finali)
N.17
I Centri di Servizi Territoriali per i Piccoli Comuni
(CST) – Servizi

Le tipologie di servizi erogabili sono suddivise in:
– servizi ai comuni e alle altre pubbliche
amministrazioni residenti sul territorio
– erogazione di servizi gratuiti ai cittadini e alle
imprese
– erogazione di servizi a consumo ai cittadini e alle
imprese
N.18
I Centri di Servizi Territoriali per i Piccoli Comuni
(CST) – Il modello organizzativo

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
Il CST deve essere in grado di operare in
affiancamento continuo con tutte le
amministrazioni locali aggregate
Un CST corrisponde ad un insieme di
infrastrutture hardware e software indipendenti,
dedicate all’erogazione dei servizi per gli enti ad
esso collegati
Un CST risiede presso un centro fisico
Uno stesso centro fisico può ospitare i sistemi
relativi a più centri logici al fine di consentire le
relative economia di scala
Tutti i CST interoperano a livello applicativo tra di
loro tramite le reti regionali, costituendo una
federazione di sistemi.
N.19
I Centri di Servizi Territoriali per i Piccoli Comuni
(CST) – Il livello di aggregazione degli enti


Il livello di aggregazione deve consentire
adeguata economicità ai CST
I CST saranno costituiti in base ai seguenti
elementi:
– bacino di utenza di almeno 200.000 abitanti
– aggregazione di comuni che sia all’interno di un
intervallo tra i 40 e i 60
– considerare tutti i comuni fino a 20.000 abitanti
– la mancanza di un polo aggregante pre-esistente
quale un’area metropolitana
N.20
I Centri di Servizi Territoriali per i Piccoli Comuni
(CST) – L’allargamento delle aggregazioni

E’ stato considerata la possibilità di inserire all’interno
delle aggregazioni che usufruiscono dei servizi dei CST
anche i comuni fino a 20.000 abitanti per i seguenti
motivi:
– il numero dei comuni che sono nell’intervallo tra i 5.000 e i
20.000 abitanti sono oltre 1.600
– questi comuni hanno criticità ed esigenze più affini ai
piccoli che ai grandi centri
– hanno dimostrato capacità progettuale nel primo avviso:

su 377 progetti presentati, 139 hanno avuto per capofila un
comune, di questi 27 sono comuni presenti in quest’area
– alcuni possiedono strutture organizzative che possono
essere usate come nucleo iniziale per la costruzione dei
CST
N.21
I Centri di Servizi Territoriali per i Piccoli Comuni
(CST) – Effetti

Le indicazioni precedenti permettono di
concentrare la gestione dell’e-government
polverizzata attualmente in 7.625 piccoli centri in
130 CST con conseguente:
– ottimizzazione delle risorse
– miglioramento dei servizi resi ai cittadini e alle
imprese
– mantenimento del controllo progettuale sui servizi
anche da parte delle realtà locali più piccole
– salvaguardia delle specifiche esigenze nell’erogazione
dei servizi
Fine Presentazione
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l’Innovazione e
le Tecnologie
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