...passo dopo passo,
sospinta dalla pazienza del tempo
la bellezza bisbiglia
quanta vita,
quanta bravura,
quanto ridere,
quanti sogni,
quanta umanità
affinché ancora una volta
il tuo destino si compia.
Cari amici sostenitori,
Queste poche righe per dirvi che MAKSORA ha compiuto 10 anni!!!
Vogliamo farvi conoscere tutto il nostro percorso perché voi siete
una parte preziosa del nostro timone.
In quest’occasione abbiamo pensato di
regalare ad ognuno di voi, che abitate
lungo lo stivale più bello del mondo e che
con desiderio e sacrifici ci avete aiutato
in questi anni, il racconto delle tappe
salienti della nostra storia.
Scrivendo queste righe e ripetendo i
vostri nomi, ci siamo accorti che lo
facevamo non solamente per dirvi a cosa
e’ servito il vostro aiuto (forse in qualche
report lo avete già anche visto), ma vi
scriviamo per ripercorrere la memoria del
nostro inizio e questo ci serve per non
cancellare la vostra impronta e per essere insieme in quella
piccola parte di una grande storia, che può cambiare il volto del
mondo!
Sono tanti i nomi degli amici che ci danno un
supporto economico, altri ci inviano pacchi
pieni di regali, poi c’e’ chi decide di
comprare un biglietto e prende il volo da
Milano per prestare la sua professionalità a
noi e ancora ci sono tutti quelli che con la
loro amicizia ci hanno accompagnati,
consolati, ospitati! E’ difficile condensare 10
anni così ricchi di incontri, fatti, volti, sogni,
delusioni, successi, rapporti, in qualche
frase, ma ci proviamo.
Nel 2000, il 13 settembre, io -Rosalba
Armando- e Luca Bortoletto firmiamo le
ultime carte che proprio quel giorno ci
permettono di “stappare la bottiglia” perché si è ufficialmente
costituita l’Agenzia Internazionale per il Lavoro culturale e sociale
MAKSORA, ente non profit che opererà sul territorio di
Novosibirsk, con natura giuridica russa al 100%, grazie alla
partecipazione dei nostri amici: Josif, Ekaterina, Margarita e
Tatjana.
Non sono anni semplici, l’Unione Sovietica si è sgretolata e tutti i
servizi alla popolazione che erano in precedenza garantiti dallo
Stato devono essere riorganizzati e ricalibrati. Il mercato ha
subito un forte arresto, molte aziende, soprattutto le grandi
aziende statali, hanno chiuso o diminuito la mole di lavoro e la
disoccupazione registra una pesante impennata. Il disagio delle
fasce più povere della popolazione si fa sempre più forte, quanto
in precedenza ottenuto come un diritto ora e’ sempre meno
disponibile. Aumentano anche l’alcolismo, la tossicodipendenza e
gli aborti; la famiglia progressivamente si indebolisce, sempre più
alto e’ il numero delle famiglie monoparentali e dei bambini
abbandonati agli orfanotrofi. L’altra faccia della medaglia è la
progressiva apertura delle Amministrazioni locali a modelli di
intervento europei, l’interesse per le soluzioni che altri paesi
danno a problemi dello stesso tipo, la maggiore libertà di azione
di cui anche i soggetti stranieri cominciano a godere sul territorio
russo. Insomma, le sfide sono tante, i bisogni innumerevoli.
Ed è così che MAKSORA inizia ad incontrare la domanda di Ljuba,
Olja, Galja e Remilja. Sono loro le
prime
mamme che vengono ospitate
nella casa di accoglienza e ci
seguono col desiderio di poter poi
avere una stanza tutta loro e un
lavoro per far crescere Vitja,
Ruslan, Dima e Malika’. Nascono
i primi tentativi ironici per
rispondere a tutte le loro
domande, a tanti dei loro desideri
e soprattutto i primi tentativi per non andar
subito in banca rotta!
Così passo dopo passo, con pazienza si delineano presto due grandi
linee di azione, integrate nel corso degli anni da altre attività non
meno importanti: la gestione della casa di accoglienza per ragazze
madri, denominata inizialmente santa Sofia e poi rinominata, con
il trasferimento in una sede più adeguata, Golubka, e il sostegno a
distanza realizzato in collaborazione con AVSI.
Dalla Golubka in questi dieci anni sono passate centinaia di
mamme e ragazze madri, contando sia quelle che – come da
programma – sono state ospitate nella casa per un anno dalla
nascita del bimbo, sia quelle che in qualche modo sono entrate in
contatto con Maksora ed hanno beneficiato delle consulenze a
tutto campo che il personale di Maksora e’ in grado di offrire:
dalle informazioni sui corsi di formazione disponibili alle modalità
da seguire per ottenere i documenti propri e del bimbo, dalle
visite mediche gratuite grazie alla presenza di un medico
volontario nella struttura alla ricerca di una stanza dove abitare
una volta uscite dalla casa.
E poi, poiché la realtà incalza ed è lei stessa a proporre sempre
nuovi obiettivi, iniziamo il lavoro con gli asili nido: le ragazze
cominciavano a lasciare la casa, ed avevano bisogno di un luogo
cui affidare i propri bimbi durante la formazione o durante la
ricerca di lavoro. Da qui nasce il rapporto di Maksora con gli asili
nido, esteso poi alle scuole materne. Grazie anche all’intervento
dell’amministrazione cittadina, con alcuni asili localizzati nelle
vicinanze della Golubka vengono sottoscritti accordi di
collaborazione, che prevedono l’iscrizione dei figli delle ragazze
della Golubka in via prioritaria e con uno sconto sulla quota.
Man mano, chi viene a conoscere Maksora propone a sua volta i
propri bisogni: gli asili nido e le scuole materne segnalano i casi di
bambini e di famiglia in difficoltà, che insieme alle ragazze della
Golubka e alle famiglie di Polovinnoe vanno a formare la lunga
lunga lista dei bambini beneficiari del sostegno a distanza.
Gia’, Polovinnoe, molti di voi
han sentito i dialoghi con
“baba” Polina o la storia di
Vitja e Liuba, molti si sono
commossi quando Vanja è
uscito dalla casa in fiamme
e ora, grazie al suo
sostenitore si è diplomato
come aiuto macchinista per
la
linea
ferroviaria
transiberiana. Eppure e’ un
villaggio desolato, triste, a 350 km circa di
Novosibirsk, direzione Sud ovest, quasi al confine con il
Kazakhstan, dove la taiga cede il passo alla steppa. Le cifre
parlano chiaro: 4300 abitanti, 966 lavoratori, 997 pensionati, 119
invalidi, 633 bambini ...
Vi risiedono molti discendenti dei tedeschi del Volga, qui
deportati nel 1941. Si tratta di persone che hanno conservato
anche durante gli anni del Comunismo la loro fede cattolica, e il
Vescovo decide dunque di inviare laggiù un prete, e poi di crearvi
una parrocchia. E il prete e’ un amico di lunga data di Maksora,
Don Francesco Bertolina. E’ lui a segnalare lo stato di necessità
della popolazione del villaggio, a chiederci di verificare la
possibilità di un aiuto concreto: per rimettere in ordine l’asilo,
per fornire materiale didattico, vestiti, vitamine, per riempire il
calesse di “djada Vova” che passa da casa in casa con su le
patate, i cavoli o il carbone. E così anche Polovinnoe entra nella
lista vostra e del programma del Sostegno a distanza.
Il tempo corre e il lavoro si organizza e si sviluppa, e allora come
non notare che sempre più spesso le ragazze che arrivano alla
Golubka hanno alle spalle una storia di miseria e di abbandono,
che rischia di ripetersi per i loro figli?
E perché non provare a
intervenire prima, negli
orfanotrofi, aiutando i
ragazzi degli ultimi anni
che si preparano ad uscire
dall’istituto,
a
capire
come funzionano le cose
“fuori”, a capire il proprio
valore e ad evitare dunque
da un lato di rassegnarsi
ad
una
mentalità
assistenzialistica, che da’
per scontato il dovere
dello Stato di continuare ad occuparsi di loro e uccide qualunque
slancio creativo, e dall’altro a sfogare la propria rabbia con scelte
distruttive per sé e per la società tutta? Nascono così le
collaborazioni con alcuni orfanotrofi cittadini, pubblici e privati:
non e’ un lavoro semplice, aprire la propria struttura ad uno
sguardo esterno, per di più europeo, suscita sempre un po’ di
timore e di sospetto, i ragazzi spesso hanno problemi davvero
difficili da portare ...
Nasce anche il desiderio di creare una casa di “passaggio”, in cui
ospitare 5/6 ragazze in uscita dall’orfanotrofio per abituarle alla
loro nuova vita ed educarle alle responsabilità piccole e grandi
che caratterizzano la vita di un adulto: usare i soldi con
oculatezza, disporre utilmente del proprio tempo, cercare
qualcosa che appassioni e illumini le proprie scelte per il futuro,
cominciare a fidarsi almeno di qualcuno ... Insieme ci proviamo,
ma la casa viene chiusa dopo un anno di attività: con grande
coraggio si decide di mettere le ragazze davanti ai risultati delle
loro scelte, senza buonismi o pietismi, con grande realismo. E da
questo apparente fallimento, accompagnato da lacrime, scenate e
accuse, dopo qualche anno una di loro ricontatta il Direttore, e
riconosce che senza quella batosta, non avrebbe capito il peso
delle proprie azioni e non si sarebbe assunta la conduzione della
propria vita con la stessa decisione.
Per incontrare le ragazze e i loro “cavalieri” alla Golubka si
creano spazi nuovi e si parte con la ristrutturazione. Il primo
“cambiamento” viene svolto all’inizio della primavera, per
rendere la casa fruibile, il secondo poco dopo: sono stati rifatti in
toto i bagni e la cucina, e’ stata modificata la disposizione dei
locali per renderli più funzionali, e’ stato rifatto l’impianto
elettrico
e
tutto
l’appartamento e’ stato
ridipinto e abbellito con
alcuni nuovi mobili e una
nuova stanza per i giochi.
E
non
dimentichiamo
l’aspetto culturale: grazie ai
legami di MAKSORA con
l’Italia, vengono organizzati
mostre e incontri su temi
culturali di vario tipo:
presentazione di grandi personaggi artistici italiani (Leopardi,
Michelangelo, Manzoni); viene promosso, in collaborazione con la
Biblioteca statale di Novosibirsk, un Centro Italiano di Cultura, per
promuovere tali incontri e per ospitare corsi informali di italiano
per principianti e non; viene patrocinato il festival del cinema
italiano, per la prima volta a Novosibirsk nel 2009, con il
coinvolgimento dell’Istituto di Cultura Italiana di Mosca.
Infine, la formazione e la collaborazione con l’Amministrazione
locale: si tratta di un lavoro avviato fin dall’inizio dell’attività di
Maksora, con cadenza variabile. In collaborazione con la SIBAGS,
ente attivo nel campo della formazione per la Regione di
Novosibirsk, Maksora comincia ad organizzare seminari per alcuni
dipendenti dell’Amministrazione Comunale. Il programma e’
intenso, per ciascuna edizione vengono invitati tre o quattro ospiti
italiani, per illustrare l’esperienza europea. I seminari diventano
una straordinaria occasione di incontro, di discussione, di scambio
di idee. Durante la cerimonia di chiusura dell’edizione 2010, la
dott.ssa Svetlana Anatolevna Miller (una delle dirigenti del
Dipartimento per le Politiche Sociali del Comune) ha insistito in
particolare su ciò che l’aveva colpita quando aveva seguito a sua
volta le lezioni: e’ infatti innegabile una grande disparità tra la
realtà non profit italiana e quella russa, sia dal punto di vista del
metodo, sia da quello dei mezzi a disposizione.
Premesso che la sfera dei servizi sociali, pubblici e privati, in
Russia ha cominciato a svilupparsi da relativamente poco, ed e’
quindi scorretto paragonarla con la realtà europea, secondo la
Miller e’ comunque utile identificare i suggerimenti che vengono
dal mondo occidentale. In particolare, con una certa autoironia,
ha descritto il metodo russo in campo sociale, ancora molto volto
alla soluzione immediata del problema: bisogna fare così e cosà,
io dico a te, mio utente, come muoverti, e poi sono problemi tuoi.
Si segue un implicito manuale di istruzioni che inevitabilmente
non può tenere conto ne’ della persona che si ha davanti, ne’
delle mille sfumature presenti in una situazione di difficoltà. Ciò
che invece l’aveva incuriosita ascoltando l’esperienza italiana era
il fatto che gli operatori “riflettono su ciò che fanno”. E’ quindi
forte un fondamento “filosofico e anche religioso” nelle
esperienze descritte, una “riflessione continua, in azione, che può
anche portare a modificare le proprie decisioni, i comportamenti,
le modalità di aiuto, che rende creativi”. E’ questo – a suo avviso –
ciò che va imparato: flessibilità e creatività che partono da
un’osservazione attenta della realtà e che la semplice
applicazione di uno schema rende impossibili.
Ha poi sottolineato l’aspetto “umano” del lavoro sociale, per cui
la persona in difficoltà spesso attende un aiuto più morale che
materiale, ed e’ di questo che si ricorda. Insomma, ha
esplicitamente riconosciuto l’utilità’ del lavoro che Maksora svolge
da anni a Novosibirsk, sia come possibile supporto
all’Amministrazione e alla stesura di progetti, sia come esempio
concreto di una diversa modalità di affrontare il bisogno.
Quante persone hanno lavorato con me a Novosibirsk in questi 10
anni e vi hanno conosciuto uno a uno! Olja, Dasha, Tatjana,
Evghenij, Zulfia, Beatrice, Irina, Nastja, Lena, Katja, Agnja,
Natasha, e poi Vladimir, Katja, Tanja, Rita, Aljona, Nina, la
squadra di ora. Sempre sono impressionati di come una famiglia
che abita a circa 6879 kilometri da Novosibirsk, possa desiderare
di conoscere e sostenere un bambino, una mamma, un ragazzo,
uno studente che sta qui! Questa e’ la sfida di ognuno di voi: la
fedeltà che dimostrate è segno di una amicizia dell’altro mondo!
Per il decimo anniversario abbiamo voluto scrivere attraverso una
mostra pubblica, cosa vuol dire per noi educare e sopratutto
accompagnare. In piazza si sono fermate molte persone e non solo
per leggere ma per chiedere e conoscere quali sono le forze che ci
spingono a desiderare il bello, il nuovo, il grande in un posto
chiamato “SIBERIA”! Insomma, 10 anni di passione per ogni
bambino incontrato, con il desiderio di condividere ogni domanda,
ogni decisione, nel segno della bellezza come esperienza possibile
qui con loro!
Grazie a ognuno di voi!
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Cari amici sostenitori