Recensioni teatrali | Teatro.Persinsala.it
Michela
Bottanelli
marzo 9, 2015
Silvia Zoffoli porta in scena problemi e fragilità di una giovane donna
disabile.
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Amalia, lavoratrice presso un museo di arte contemporanea, è una
giovane guida annoiata di fronte al tempo lavorativo che sembra non finire
mai. La lunga attesa diventa occasione per pensare e riflettere sui propri
sogni e sulle proprie ambizioni, ma anche per ripercorrere le tappe
fondamentali della sua vita: l’infanzia, l’adolescenza, l’approdo
all’università. Tappe importanti e non facili per chiunque, ma ancora di più
per Amalia, sorda della nascita.
Silvia Zoffoli, vincitrice di OFFerta Creativa (2014) e primo premio
Monologhi Sipario Autori Italiani (2012), porta in scena al Teatro Sala
Fontana un intenso e toccante monologo che si confronta col tema della
sordità, raccontandolo con estrema lucidità.
Presentare a teatro la disabilità, senza apparire retorici o fuori luogo, non
era compito facile, ma si può affermare che Silvia Zoffoli sia riuscita
nell’impresa, mettendo in evidenza l’abbondante ignoranza che ancora
avvolge l’universo dei non udenti (come il definire sordomuta una persona
che, semplicemente, non ci sente, semplificando qualcosa di così
complesso come la disabilità uditiva).
Lo spettacolo si muove fondamentalmente su due piani e sull’antagonismo
tra la voce interiore di Amalia – soave e delicata – e il mondo esterno –
dove tale voce diviene incerta e dai colori acidi -, in cui lei è costretta a
lottare contro tutto e tutti per essere capita, dovendo inevitabilmente
presentarsi come una disabile ed esibire una sorta di “libretto delle
istruzioni’’. La protagonista combatte per essere accettata e al contempo
sembra rifiutare tutti, creando situazioni dai toni inevitabilmente
tragicomici che rendono lo spettacolo decisamente piacevole e scorrevole.
In tale arduo percorso di accettazione di se stessi e degli altri, la disabilità
diviene solo il pretesto per parlare delle difficoltà imposte, da un lato, da
una società in cui gli aggettivi divengono sempre più importanti dei
sinonimi, e, dall’altra, della lotta dell’individuo per non essere inserito in
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Michela
Bottanelli
marzo 9, 2015
Lo spettacolo è andato in scena
Teatro Sala Fontana
via Gian Antonio Boltraffio 21, Milano
il 5 e il 6 marzo 2015
la
categorie preconcette, ma ribadire con fierezza la propria diversità e
unicità (in tal caso, appunto, quella di essere “Amalia e basta’’).
Lo spettacolo è, in definitiva, un riuscito manifesto alla bellezza della
fragilità umana e a quell’Amalia che c’è un po’ in ognuno di noi.
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Amalia e basta
di Silvia Zoffoli
regia Silvia Zoffoli
con Silvia Zoffoli
scene Leonardo Carrano
disegno luci Camilla Piccioni
costumi Maria Grazia Lasagna Mancini
strutture scenografiche Carlo e Roberto Zoffoli
assistente alla regia Ilaria Montagna
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