Produzione, lavoro e approvvigionamenti

I processi produttivi si possono suddividere in due categorie:
1) Processi di tipo continuo – l’impianto è concepito per fornire una
sola varietà di prodotto e quindi per svolgere un solo ciclo di lavorazione
per un periodo di tempo non determinato.
Obiettivo dei programmi di produzione di tipo continuo è la realizzazione di un
certo flusso produttivo per unità di tempo e non quello di ottenere una certa
quantità di prodotto da fornire entro una certa data di scadenza (es. produrre 1000
tonn di cemento al giorno, ecc).


L’adozione del processo di tipo continuo può dipendere da:
Natura stessa del processo:
Vi sono impianti che sono il risultato di concezioni tecniche strettamente
unitarie o sono a ciclo tecnicamente obbligato (si presentano come una solo
grande impianto unitario e non come il complesso di più macchine variamente collegate tra
loro: impianti siderurgici, petrolchimici, le cementerie, i mulini, le cartiere ecc.).

Vi sono impianti che, pur caratterizzati da una serie di macchinari tecnicamente
distinti, eseguono dei processi nei quali le macchine di ciascun tipo danno il
loro contributo alla produzione finale in una sequenza non modificabile
(industria tessile integrata con operazioni di filatura, tessitura, tintoria, cucitura, ecc,
industria alimentare, ecc.)
Produzione, lavoro e approvvigionamenti





Vi sono processi in cui concorre spesso una varietà di grandi macchine, che
potrebbero svolgere contemporaneamente anche diversi cicli di produzione e
realizzare anche altri tipi di prodotti, ma che in relazione alla capacità di
assorbimento del mercato sono destinati alla fabbricazione di un solo
prodotto per ottimizzare l’efficienza del ciclo produttivo principale –
macchine disposte a catena, o in linea o per prodotto.
Per decidere di istituire un ciclo produttivo di tipo continuo occorrerà determinare
il flusso minimo di pieno impiego cioè la quantità minima di prodotto che
deve essere collocata sul mercato per ottenere il pieno utilizzo dei macchinari.
Il flusso di programma dovrà rappresentare un multiplo del flusso minimo di
pieno impiego altrimenti si avrà un utilizzo solo parziale dell’impianto.
Quando il flusso di programma è inferiore al flusso minimo di pieno impiego si
generano i tempi d’ozio.
Verrà poi prescelto il programma che, garantito il flusso minimo di pieno impiego,
realizzi il miglior rapporto tra costi/prezzi nel dato momento, a
condizione che il mercato riesca ad assorbire il flusso produttivo.
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

Determinazione del flusso minimo di pieno impeigo
MACCHINE DISPOSTE A CATENA O IN LINEA O PER PRODOTTO
FLUSSO MINIMO DI PIENO IMPIEGO
macchina
tipo
A
B
C
n.
12
36
18
totale
mm/unità di
prodotto
prodotto/ora
12
36
18
60
60
60
66
180
Si ottim izza la produzione se il num ero delle m acchine
è uguale alla durata in m inuti di ciascuna lavorazione
La produzione è uguale per tutti i gruppi di nacchine
macchina
tipo
A
B
C
totale
n.
2
6
3
mm/unità di
prodotto
prodotto/ora
12
36
18
10
10
10
66
30
Lo stesso risultato si ottiene utilizzando il m assim o com un
divisore = 6
Produzione, lavoro e approvvigionamenti
2) Processi di tipo intermittente – l’impianto è concepito per
ottenere una varietà di prodotti e non, in modo continuo, di un solo
prodotto. Sono i tempi d’ozio dei macchinari che spinge l’impresa ad
abbandonare il ciclo continuo verso la produzione di altri prodotti.
Storicamente però è stata l’espansione del mercato a spingere le imprese verso il
cambiamento da un processo intermittente ad un processo continuo; molto raramente è
avvenuto il contrario.

Se l’impianto è a ciclo obbligato il cambiamento è molto più difficile da realizzare;
si possono ottenere diverse varietà del prodotto base variando a volte le
attrezzature impiegate, le qualità delle materie o i criteri di svolgimento del
processo (L’impresa siderurgica può produrre diversi spessori di laminato, i colorifici
possono ottenere diversi prodotti dallo stesso impianto, ecc)


Il processo di tipo continuo consente rendimenti produttivi più elevati rispetto al
processo di tipo intermittente ma è soggetto ad un maggior rischio mercato
(capacità di assorbimento del mercato, aumento di stock, ecc).
Il flusso minimo di pieno impiego rappresenta il flusso critico al di sotto del quale
è conveniente passare ad un processo intermittente.
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

La disposizione del macchinario
1)
Nel ciclo di lavorazione continuo i macchinari vengono disposti nello
stesso ordine in cui vengono svolte le lavorazioni – Disposizione a
catena, in linea o per prodotto
Nel ciclo di lavorazione non obbligato con un processo di lavoro
intermittente sarà più conveniente riunire le macchine uguali o di tipo
uguale in reparti specializzati, indipendentemente dall’ordine delle
operazioni che sono previste per l’ottenimento dei vari prodotti. La
dotazione dei vari tipi di macchine non rifletterà più il numero delle
prestazioni richieste a ciascuna di esse da un determinato ciclo , ma il
complesso delle lavorazioni necessarie per ottenere un aggregato di
prodotti vari nella combinazione più conveniente da offrire sul mercato –
disposizione per reparto o per processo
2)
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

1)
2)
3)

1)
2)
3)
Se si raggiunge il flusso minimo di pieno impiego il costo unitario di produzione
ottenuta con la disposizione a catena in un flusso continuo è inferiore al costo
unitario che si ottiene con la disposizione per reparto in un flusso intermittente,
per tre ragioni:
La durata del processo continuo è minore (maggior efficienza produttiva)
I rendimenti tecnici del processo continuo sono maggiori perché i macchinari e le
attrezzature si possono specializzare in relazione al particolare ciclo produttivo
L’opera di preparazione e di controllo del ciclo di lavorazione diviene più
economica perché più standardizzata.
La scelta quindi del tipo di processo dipenderà quindi dai seguenti
fattori:
Flusso minimo di pieno impiego che rappresenta il flusso critico al di sotto del
quale è conveniente passare ad un processo intermittente.
Rischio di mercato in termini di capacità di assorbimento del prodotto.
Struttura del costo di produzione, nel suo rapporto fondamentale tra costi fissi e
costi variabili (maggiori è l’incidenza dei costi fissi e maggiore sarà la convenienza
ad ottimizzare il processo produttivo attraverso un processo continuo).
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

Prodotti speciali e prodotti standard
1)
I prodotti speciali sono quelli le cui caratteristiche sono tassativamente indicate
dal compratore.
La produzione dei prodotti speciali avviene su commessa attraverso di solito
l’emissione di un ordine di acquisto e la stipula di contratto di compravendita che
stabilisce la natura del prodotto, tempi e modi di consegna.
La produzione dei prodotti speciali è tipica dei processi di tipo intermittente.
I prodotti standard sono quelli le cui caratteristiche sono determinate dalla
stessa impresa in base ad una valutazione soggettiva sulle preferenze che
mostrerà il mercato.
La produzione dei prodotti standard avviene sia con processi di tipo continuo e sia
con processi di tipo intermittente.
La produzione dei prodotti standard è rivolta principalmente al magazzino ed è
legata a valutazioni sulla capacità di assorbimento del mercato.


2)


Produzione, lavoro e approvvigionamenti

1)
2)



La più conveniente combinazione produttiva sta nella valutazione dei seguenti
fattori:
Rinunciare ad un pieno sfruttamento degli impianti per evitare la costituzione di
stocks genera un onere pari al prodotto tra l’incidenza del complesso dei costi
fissi per unità di tempo e le unità di tempo in cui l’impianto resta inattivo.
Mantenere livelli di stocks alla soglia minima di sicurezza per far fronte ad
imprevedibili disfunzioni dell’ impianto o a possibili punte di domanda comporta
altrettanti costi:
Costo del capitale immobilizzato negli stocks
Costo dei locali destinati a magazzino, delle attrezzature e del personale
impiegato.
Costo per la dismissione di prodotti obsoleti rimasti invenduti.
Produzione, lavoro e approvvigionamenti




a)
b)
La capacità produttiva di un impianto
La capacità produttiva di un impianto rappresenta il prodotto della sua
producibilità (capacità teorica di produzione in una unità di tempo senza
ipotizzare arresti) per la frazione di tempo in cui mediamente l’utilizzo è
tecnicamente possibile.
La produttività effettiva di un impianto non può infatti prescindere dai tempi di
arresto necessari per la rimessa in efficienza (manutenzioni e riparazioni cicliche e
programmate)
La produttività è influenzata anche da fattori generali modificabili con lentezza
quali la capacità professionale delle maestranze, la laboriosità della manodopera
nonché l’assenteismo.
Per la determinazione della capacità produttiva più conveniente occorre prendere
atto del fatto che:
Non esiste un prodotto la cui domanda non presenti una notevole variabilità nel
breve periodo di vita di un impianto;
La capacità produttiva prevista una volta predisposta non potrà variare a breve
termine senza necessitare di ulteriori e rilevanti investimenti di capitale.
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

1)
2)
Nel progettare la capacità produttiva di un impianto occorre valutare:
A quale volume di domanda occorre riferire la capacità produttiva
dell’impresa nel corso della vita dell’impianto: Alla fase iniziale della vita
dell’impianto oppure ad una fase successiva ipotizzando ulteriori
espansioni della domanda.
Se possono presentarsi possibili variazioni delle domanda aventi breve
durata.
Se la domanda non presenta apprezzabili fluttuazioni di carattere
stagionale l’esercizio di un impianto potrà essere svolto con continuità. Se
la domanda presenta fluttuazioni, sia stagionali che congiunturali,
occorrerà ipotizzare la formazione di stocks oppure si dovrà adeguare la
capacità alla domanda di punta anziché alla domanda media con
necessità di maggiori immobilizzi; inoltre, il processo discontinuo darà
luogo a costi di esercizio più elevati e ridurrà l’efficienza.
Produzione, lavoro e approvvigionamenti






Sarà possibile impiegare diversi strumenti per ottimizzare il flusso produttivo e
adeguarlo alle variazioni della domanda:
Costituire degli stocks, compatibilmente con la deperibilità dei prodotti,
Adottare una politica di riduzione dei prezzi con promozioni, sconti e campagne
promozionali, per rendere più lineare la curva della domanda,
Prolungare gli orari di lavoro, fare straordinari,
Immagazzinare semilavorati grezzi standardizzati anziché prodotti finiti,
Frazionare gli impianti e progettarli con livelli ridotti di capacità produttiva
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

La convenienza a produrre anziché acquistare da terzi

La decisione di produrre anziché acquistare da terzi materie prime, materiali e
servizi occorrenti per le lavorazioni attua uno sviluppo verticale della
dimensione dell’impresa; si denomina invece sviluppo orizzontale quello che
ha luogo a valle quando viene aumentata la capacità produttiva del solo processo
terminale.
Il processo di produzione integrato con sviluppo verticale può avere convenienza
per le seguenti ragioni:
I processi integrati danno luogo a rendimenti più elevati; eliminano i rischi di
rallentamenti per mancanza o ritardi negli approvvigionamenti, o per vizi e difetti
nella qualità delle forniture.
Le imprese fornitrici dei fattori produttivi non sono spesso in grado di garantire la
fornitura nelle quantità, qualità e tempi richiesti per un ordinato svolgimento delle
lavorazioni.
Il mercato di provenienza dei fattori produttivi è di tipo monopolistico e poco
incline a soddisfare le esigenze specifiche e dinamiche dell’azienda .

a)
b)
c)
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

a.
b.
c.
d.
Il processo di produzione integrato ha comunque degli aspetti negativi:
Crea rigidità e gigantismo nella struttura produttiva poco incline ad adeguarsi ai
rapidi cambiamenti del mercato.
Molto spesso i sub-fornitori sono imprese specializzate ed efficienti, aventi piccola
e media dimensione, dinamici e flessibili e possono svolgere le operazioni a costi
più bassi.
Nei poli e distretti produttivi i sub-fornitori operano in regime di forte concorrenza
che spinge verso una sempre maggiore qualità ed economicità delle forniture.
La vicinanza geografica e territoriale dei sub-fornitori realizza comunque una
integrazione di tipo verticale di queste piccole imprese che si integrano con la
grande impresa e talvolta più che fornitori si trasformano in veri e propri cottimisti
(lavorazioni a façon, ecc)
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

1)
2)
a)
b)
E’ l’aumento della capacità produttiva in termini di prodotto finale che rende
sempre più conveniente realizzare un processo di integrazione verticale. Vi sono
due tipi di processo di sviluppo verticale:
Sviluppo verticale di tipo ascendente – si risale verso i processi produttivi a
monte per alimentare , direttamente o indirettamente, i processi terminali di
produzione a valle.
E’ il tipo di sviluppo classico che si realizza nella maggioranza dei casi.
Sviluppo verticale di tipo discendente – si scende verso i processi produttivi
realizzati dalle altre aziende compratrici del proprio prodotto.
Le ragioni che spingono verso questo sviluppo sono principalmente:
Le aziende compratrici del prodotto si trovano in una situazione di marcato più
forte perché rivolte particolarmente a fasce di mercato più estese (grandi
utilizzatori professionali, consumatore finale , ecc)
I mercati di sbocco finali a valle godono di maggiori margini di profitto in quanto
spesso realizzano un maggior valore aggiunto e soddisfano mercati di largo
consumo.
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

Vi sono inoltre dei processi di sviluppo di tipo collaterale quando si
inseriscono nuovi processi nel complesso produttivo esistente (caso tipico delle
imprese chimiche - utilizzo degli scarti, residui, sottoprodotti sufficienti a
giustificare un particolare ciclo produttivo di reimpiego)
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

Frazionamento
stabilimenti

I vantaggi tecnici ed economici relativi ad una maggiore dimensione di impresa maggiori quote di mercato, acquisti su vasta scale, specializzare gli impianti,
istituire unità di ricerca e sviluppo, accedere più facilmente al mercato dei
capitali, ecc. - si possono ottenere anche attraverso il frazionamento della
capacità produttiva in più stabilimenti più vicini ai singoli mercati di acquisto e di
vendita, della manodopera, della forza motrice e degli altri fattori di produzione.
La convenienza del frazionamento si ritrova nelle imprese che:
impiegano materie prime deteriorabili (imprese alimentari), o materie prime
particolarmente voluminose e con alta incidenza dei costi di trasporto e
movimentazione,
Sono rivolte strategicamente ai mercati di sbocco e sopportano forti costi di
distribuzione dei prodotti finiti,
Necessitano di manodopera particolarmente specializzata o viceversa di molta
manodopera a basso costo,

a)
b)
c)
della
capacità
produttiva
in
più
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

L’ubicazione degli stabilimenti

1)


L’ubicazione più conveniente è condizionata da due ordini di elementi:
Il costo del trasferimento:
delle materie prime dai luoghi di rifornimento
dei prodotti finiti verso i mercati di sbocco
Tra gli oneri di trasferimento devono essere ricompresi:
il costo del trasporto vero e proprio,
I cali e i deterioramenti dipendenti dal trasporto
La necessità di istituire unità organizzative per gestire le vendite e gli acquisti sui
vari mercati, con i relativi costi di gestione di uffici acquisti e vendita,
L’entità degli stocks di materie e prodotti che si generano, e gli oneri che
direttamente si formano nella gestione dei magazzini.
Molti di questi costi inoltre aumentano in misura meno che proporzionale alla
distanza dai mercati di riferimento.
•
•
•
•
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

•
•



•
•
•
Quando gli oneri relativi alle materie prime hanno una incidenza rilevante allora
l’ubicazione dovrà essere orientata verso i luoghi di rifornimento.
Materie prime con volumi e pesi rilevanti,
Livelli tariffari del costo di trasporto differenziati in base alla distanza
Questi fattori possono a loro volta essere influenzati da altri elementi:
diversa struttura del sistema di trasporto da impiegare (marittimo, fluviale,
ferroviario, stradale, ecc),
Vicinanza a nodi di vie di comunicazione e possibilità di impiego di mezzi di
trasporto intermodali.
Nella situazione opposta in cui hanno maggiore incidenza gli oneri relativi ai
prodotti finiti l’ubicazione sarà orientata verso i mercati di sbocco dei prodotti
finiti
Materie prime di scarso valore per unità di peso
Elevati oneri di confezionamento e imballaggio
Necessità di pronto assortimento per la clientela e di ripetuti rifornimenti con
piccole quantità (politiche di client satisfaction)
Produzione, lavoro e approvvigionamenti
2)


a)
b)
c)
d)
e)
f)
I costi di esercizio delle varie sedi ipotizzate.
La sede che realizzerà il maggior valore aggiunto rispetto ai costi di esercizio
rappresenterà la sede più conveniente.
Gli elementi di costo che vengono presi in considerazione sono principalmente:
Costo del personale – nelle diverse zone considerate esiste una diversa
disponibilità di personale, un diverso livello di retribuzione, di rendimento e
specializzazione.
Disponibilità di energia – nelle economie moderne però la rete di distribuzione di
energia è ormai molto diffusa sul territorio.
Disponibilità d’acqua – per particolari tipologie di lavorazioni (cartiere, ecc)
Disponibilità di capitali – diffusione del sistema bancario e crediizio
Costo degli impianti – aree fabbricabili disponibili e costo delle costruzioni
Il clima – temperatura e grado di umidità per particolari tipologie di lavorazioni
(industrie di elettronica fine, ecc).
Produzione, lavoro e approvvigionamenti


a)
b)
c)
d)
e)
Il progresso tecnico aumenta il grado di dipendenza dagli ambienti che sono
capaci di fornire a condizioni convenienti una più vasta gamma di beni e servizi
per una efficienza produzione industriale; rappresenta un fattore
agglomerante ed agevola la creazione di poli o distretti industriali (Castel
Goffredo, Lumezzane, Prato, ecc.).
Gli elementi che determinano l’ubicazione più conveniente sono soggette a
continue e spesso rilevanti variazioni:
Vincoli di trasporto di materie prime e la loro alterabilità – possono essere attuati
nuovi processi di conservazione e adottata una migliore organizzazione dei
trasporti,
Evoluzione del sistema dei trasporti – realizzazione di nuove vie di comunicazione,
Esaurimento di mercati di approvvigionamento – possono decadere per
abbandono di colture ed esaurimento di miniere, ecc.,
Adozione di nuovi processi che varino l’incidenza delle materie prime
Variazione dei prezzi delle materie prime, dei trasporti e dei prodotti
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

Il rinnovo degli impianti

Gli impianti sono soggetti al logorio fisico-tecnico con la diminuzione delle
quantità e della qualità dei prodotti conseguiti ed al logorio economico
(cosiddetta obsolescenza) vetustà del prodotto e della lavorazione rispetto alle
esigenze del mercato.
Per decidere un dato rinnovo o il mantenimento dell’impianto vecchio si procede
ad eseguire un calcolo di convenienza economica che misura i due processi.
Per l’impianto in uso verranno considerati solo i costi di esercizio, esclusi gli
ammortamenti già eseguiti, le vecchie rese di produzione e gli oneri per le
manutenzioni e riparazioni programmate e i fermi di produzione; per il nuovo
impianto , oltre ai costi di esercizio ed alle nuove rese, verranno considerati gli
ammortamenti, e se determinante il costo finanziario del nuovo investimento
nonché il realizzo ottenuto dal disinvestimento del vecchio impianto. Il calcolo può
essere eseguito con la tecnica dei costi e ricavi incrementali.

Produzione, lavoro e approvvigionamenti

a)
b)
c)

a)
b)
Una politica spinta al rinnovo periodico e programmato degli impianti consente di
ottenere i seguenti benefici:
L’attrezzatura aziendale si mantiene ad un più elevato livello tecnico e è preparata
a cogliere nuove opportunità dal mercato,
L’organizzazione è permanentemente a contatto con l’evoluzione della tecnica ed
accresce la professionalità e la qualità,
Il finanziamento del processo di rinnovo si svolge in maniera più ordinata e meno
traumatico.
La politica alternativa al rinnovo è quella della manutenzione programmata.
La manutenzione si definisce quel processo di operazioni che permette di
mantenere il grado di efficienza e produttività dell’impianto e di prevenire
interruzioni del processo produttivo; la riparazione cerca di ripristinare il
processo ed eliminare i guasti o i difetti.
La manutenzione per l’entità dell’intervento e l’ammontare della spesa si
distingue in
Manutenzione ordinaria
Manutenzione straordinaria che a volte sfocia nell’ ammodernamento,
trasformazione e ampliamento (interventi che incidono sensibilmente anche sulla
capacità produttiva e sulla vita utile dell’impianto e sulla sua sicurezza)
Produzione, lavoro e approvvigionamenti


a)
b)
c)
d)
Approvvigionamenti
Nel termine approvvigionamento viene compreso quell’insieme di attività dirette a
mantenere a disposizione dei reparti di lavorazione, secondo i tempi indicati nel
programma di produzione, i materiali occorrenti per l’esecuzione del processo
produttivo.
Si distinguono più funzioni:
La negoziazione di acquisto,
La presa in consegna dal fornitore della merce , controllarne qualità e quantità, e
trasportarla nei magazzini,
La conservazione e l’immagazzinamento,
I trasporti interni per il trasferimento dei materiali dai magazzini ai reparti.
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

a)
Gli approvvigionamenti possono essere riuniti in quattro classi fondamentali:
Macchinari ed apparecchi destinati agli impianti interni oppure al montaggio su
prodotti fabbricati per terzi.
•
Gli acquisti di questi beni non possono che avvenire su specifiche richieste tecniche dei
reparti produttivi.
b)
Materiali di consumo o ausiliari al processo produttivo (combustibili, lubrificanti,
utensilerie, ecc.)
•
Gli acquisti di questi beni sono effettuati con l’intento di assicurare determinate scorte
richieste dal programma di produzione; poiché i prezzi di tali beni sono poco fluttuanti la
gestione di tali scorti è improntata all’ottimizzazione della scorta minima.
c)
Materie prime e materiali non specifici (indefiniti) e suscettibili di diverse
utilizzazioni (fero, lamiere, legname, cellulosa, ecc.)
•
Gli acquisti di questi beni sono soggetti a rilevanti fluttuazioni di prezzo; avuta presente
l’esigenza tecnica della qualità e della scorta minima, la gestione di tali scorti è improntata
sul monitoraggio continuo delle tendenze del mercato in proiezione anche speculativa.
d)
Materie prime e materiali specifici (definiti) il cui impiego è strettamente collegato
alla fabbricazione di un determinato prodotto (fusioni, componenti, pezzi
stampati, ecc.).
•
Gli acquisti di questi beni avvengono su specifiche richieste tecniche dei reparti produttivi
con monitoraggio dei prezzi in base all’andamento di mercato.
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

•
•
•
•
Organi aziendali adibiti alla gestione degli acquisti
Se i materiali presentano particolari caratteristiche tecniche la responsabilità degli
acquisti è spesso affidata ai reparti produttivi (industria meccanica)
Se i materiali sono obiettivamente definiti, di cui occorre garantire predeterminate
scorte minime, la gestione è spesso affidata al magazzino,
Se i materiali sono caratterizzati da forti fluttuazioni di prezzo e da mercati molto
dinamici, la gestione degli acquisti è di solito affidata ad un apposito ufficio
autonomo (industria tessile, chimica, siderurgica ed in tutte le realtà dove è
prevalente l’aspetto mercantile e commerciale rispetto all’aspetto tecnico, ecc).
La dimensione dell’impresa spinge verso la creazioni di una unità autonoma .
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

1)
2)
3)
4)
5)
Le funzioni dell’ufficio acquisti
Accertare assiduamente la situazione di mercato dei materiali da acquistare (fonti
di rifornimento, prezzo ed altri condizioni di acquisto, quantità disponibili, ecc),
Scegliere, in base agli acquisti da effettuare, i fornitori con cui conviene dare
inizio alle trattative e raccogliere gli elementi occorrenti per l’emissione
dell’ordine,
Emettere l’ordine definendone le condizioni in rapporto alle indicazioni dei servizi
tecnici
Seguire l’esecuzione dell’ordine e prendere provvedimenti in caso di
inadempienza,
Liquidare le fatture e rilevare sistematicamente le condizioni degli acquisti
effettuati (statistiche, ecc).
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

Meccanismo e processo di approvvigionamento
1)
Emissione dei buoni di richiesta – spesso si usano codici, nomenclature e
simboli prestabiliti per una esatta individuazione dei materiali ed evitare abusi,
errori e malintesi.
Taluni acquisti per la loro caratteristica sono effettuati in base alla richiesta dei
servizi tecnici in relazione a specifiche necessità di lavorazione.
Altri approvvigionamenti sono preventivamente determinati per mantenere o
costituire la scorta minima. La determinazione dei livelli minimi e massimi di
scorta è compito congiunto dei servizi tecnici (che conoscono le esigenze di
lavorazione) e del servizio acquisti (che conosce i tempi e le modalità per un
acquisto economico).
Talune politiche di acquisti sono influenzate dall’aspetto finanziario delle scorte e
dalle considerazioni di mercato che tendono ad aumentare le scorte in previsione
di prezzi crescenti ed a diminuirle in previsione di prezzi calanti.
•
•
•
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

La dinamica della scorta funzionale (necessaria al regolare funzionamento degli
impianti) e determinazione del lotto medio
quantità
200
100
10
20
Tempo di
approvvigionamento
30
40
50
60
giorni
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

La dinamica della scorta minima (stock protettivo – è una scorta in eccesso
rispetto ai volumi della scorta funzionale)
quantità
250
200
125
50
10
15
25
35
Tempo di
approvvigionamento
45
55
giorni
Produzione, lavoro e approvvigionamenti
2)
Emissione dell’ordine di acquisto – la negoziazione di acquisto è
caratterizzata da quattro elementi fondamentali:
•
•
•
•
Qualità,
Quantità,
Tempi e modi di consegna,
Prezzo.
3)
•
•
Copia dell’ordine di acquisto viene trasmessa al servizio ricevimento merci; una
copia viene trattenuta dall’ufficio acquisti, assieme alla conferma d’ordine, per il
controllo dell’esecuzione.
Emissione del rapporto ricevimento materiali – il ricevimento merci implica
due tipi di attività:
Presa in consegna dei materiali, con il controllo delle quantità e della qualità in
corrispondenza all’ordine di acquisto,
Trasporto e collocamento nei magazzini o , per gli acquisti specifici, direttamente alla
produzione o alla commessa,
Per gli acquisti meno complessi il controllo viene eseguito dallo stesso servizio
ricevimento merci ma se l’acquisto necessita di collaudi e verifiche complesse il
controllo viene affidato ai servizi tecnici.
Produzione, lavoro e approvvigionamenti
4)
•
•
•
•
•
•

•
•
•
Emissione di buoni versamento o prelievo di magazzino (carico/scarico
di magazzino) – nella gestione del magazzino si individuano sei principali
categorie di materiali:
Materie prime,
Semilavorati e Work in process,
Prodotti da montare e componenti,
Materiali di consumo,
Prodotti finiti e merci,
Macchine, pezzi di ricambi, utensileria e dotazione di scorta dell’impianto.
Vi sono diversi metodi di contabilizzazione delle movimentazioni di magazzino:
Costo medio ponderato
FIFO (first in – first out )
LIFO (last in – first out )
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

Schema logistico
magazzino
magazzino
produzione
produzione
FIFO
LIFO
Produzione, lavoro e approvvigionamenti

•
•
•
•
•
Ubicazione dei magazzini
L‘ubicazione del magazzino si deve programmare in base al costo prevedibile dei
trasporti interni ed in base alla natura dei materiali da conservare e da
trasportare: peso specifico, volume, pregio, infiammabilità , stato solido e liquido,
ecc..
La dimensione dei magazzini dipende da:
Spazio richiesto per effettuare le movimentazioni interne,
Massa dei materiali da conservare ed alla prevedibili fluttuazioni temporali ,
Tipologie di attrezzature e mezzi di trasporto da impiegare .
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