Mammella
Ghiandola sudorifera modificata comprendente venti sistemi duttali ramificati
Prima della pubertà i dotti ramificati terminano a fondo cieco.
Dopo la pubertà, nel sesso femminile, si formano i lobuli costituiti da un dotto
terminale ramificato nei dotti lobulari, circondati da connettivo specializzato:
unità dotto terminale-lobulo TDLU.
I dotti segmentali sono rivestiti da cellule epiteliali cilindriche, da uno strato basale
di cellule mioepiteliali disposte sopra una membrana basale e sono circondati da
fibre elastiche.
I dotti terminali e lobulari sono rivestiti da cellule epiteliali cubiche e cellule
mioepiteliali disposte sopra la membrana basale, sono privi di fibre elastiche.
Lo stroma connettivale interlobulare è costituito da collagene denso ipocellulare
e da tessuto adiposo; lo stroma lobulare specializzato è costituito da fibroblasti,
collagene lasso e mucopolisaccaridi, risponde agli stimoli ormonali.
Mammella
Modificazioni nel ciclo: fase estrogenica proliferazione dell’epitelio dei lobuli;
fase progestinica accentuazione della proliferazione epiteliale, comparsa di gocce
di secrezione citoplasmatica, edema dello stroma ed aumento di volume dei lobuli;
fase mestruale apoptosi, desquamazione epiteliale, scompare l’edema dello stroma.
Modificazioni in gravidanza: dal fondo dei dotti lobulari si sviluppano ghiandole
secretorie disposte a grappolo con aumento di volume dei lobuli ed inversione del
rapporto stroma / ghiandole; dal terzo trimestre compare attività secretoria con
vacuoli citoplasmatici di grasso; nell’allattamento l’attività secretoria aumenta
con distensione delle ghiandole rivestite da cellule con citoplasma vacuolizzato;
alla cessazione dell’allattamento regressione con scomparsa delle ghiandole.
Involuzione postmenopausa: addensamento del connettivo lobulare, diminuzione
dei lobuli sino a residuare solo strutture duttali con diffusa sostituzione adiposa.
Mastopatia Fibrocistica
Denominazione suggerita: Alterazioni Fibrocistiche, cassata Malattia Fibrocistica
40% delle visite senologiche, 50% degli interventi chirurgici, 60% delle autopsie
Età: 25 – 45 anni, rara dopo menopausa, multifocale, bilaterale
•Cisti: microscopiche o macroscopiche, cisti blu, originano da TDLU, rivestite da
epitelio appiattito, se rottura flogosi con istiociti e cristalli di colesterolo
•Metaplasia Apocrina: cisti rivestite da cellule con abbondante citoplasma
granulare eosinofilo,all’apice del citoplasma tipici snout, nuclei rotondi, medie
dimensioni, nucleoli prominenti, immuno: GCDFP-15, metaplasia apocrina
incompleta
•Fibrosi: frequente, diffusa o localizzata fibrosi stromale, secondaria a flogosi?
•Calcificazioni: grossolane irregolari, meno frequenti che in carcinoma e MDE
•Infiammazione cronica: da rottura di cisti, linfociti, plasmac, istiociti schiumosi
•Iperplasia Epiteliale: duttale e lobulare
Iperplasia Duttale - Epiteliosi
Nuclei: ovoidali, normocromatici, scarsi overlap, nucleoli piccoli, singoli
Citoplasma: eosinofilo, finemente granulare, non pallido e omogeneo
Bordi citoplasmatici: indistinti aspetto sinciziale
Effetto streaming: cellule con nuclei ovoidali disposte in file parallele
Tufts e Mounds: proiettati nel lume
Clefts: fessure periferiche, rotonde o allungate, irregolari, non cribriformi
Ponti: tra lati opposti della parete, nuclei ovoidali paralleli all’asse
dd. trabecular bars e roman bridges del carcinoma
Metaplasia apocrina completa o incompleta: blebbing citoplasmatici
Cellule mioepiteliali: sparse o in strato continuo
Macrofagi schiumosi: nel lume dei dotti o tra le cellule
Calcificazioni: intraluminali o stromali
Necrosi: assente
Proliferazioni Epiteliali Benigne - Adenosi
• Adenosi Sclerosante
forma rotondeggiante, centralmente più cellulare, perifericamente dotti ectasici,
due strati cellulari: epitelio, mioepitelio, stroma fibroso denso, distorsione dei dotti
dd. Carcinoma: a piccolo ingrandimento aspetto organoide
• Blunt Duct Adenosi
dotti ciechi, lievemente dilatati, terminano bruscamente senza formare acini,
rivestimento: epitelio, mioepitelio, stroma fibroso
•Adenosi nodulare
più cellulare della blunt duct adenosi, meglio circoscritta della adenosi sclerosante,
senza fibrosi e distorsione
• Adenosi Microghiandolare
proliferazione di piccoli lumi ghiandolari rivestiti da un unico strato di cellule
epiteliali nello stroma fibroso e in tessuto adiposo, mancano le cellule mioepiteliali
• Adenosi Apocrina
Adenosi Adenomioepiteliale Adenosi Florida
Proliferazioni Epiteliali Benigne
Cicatrice radiale / Lesione sclerosante Complessa
Macro: piccole dimensioni, contorno irregolare stellariforme, centro biancastro
Micro: centro fibroso elastotico, formazioni duttulari distorte composte da
cellule epiteliali e mioepiteliali, dilatate in periferia
dd. carcinoma: mancano atipie cellulari, immuno per mioepitelio.
Iperplasia Duttale e Lobulare Atipica
Esiste un largo spettro nel grado di proliferazione epiteliale nella mastopatia.
E’ stato postulato che ci sia una correlazione tra il grado di proliferazione e la
probabiltà di sviluppo di carcinoma infiltrante; vari tentativi sono stati fatti per
quantificare il grado dei cambiamenti ed il rischio di neoplasia.
Iperplasia duttale e lobulare atipica: lesioni proliferative nelle quali sono
presenti alcune, ma non tutti i caratteri del carcinoma duttale o lobulare in situ
Classificazione di Page:
I
iperplasia lieve – nessun rischio
II
iperplasia moderata o florida – rischio 2 volte
III iperplasia duttale o lobulare atipica – richio 5 volte
IV carcinoma duttale o lobulare in situ – rischio 10 volte
Classificazione di Tavassoli:
Neoplasia Intraepiteliale Duttale - DIN
Neoplasia Intraepiteliale Lobulare - LIN
Relazione tra Mastopatia e Carcinoma
Nei campioni chirurgici coesiste cancro e mastopatia
In biopsie precedenti l’insorgenza di cancro lesioni proliferative floride o atipiche
Incidenza parallela di mastopatia e cancro in varie popolazioni
Alterazioni molecolari del cariotipo parallele nella mastopatia e cancro
Pazienti con mastopatia, trattati conservativamente e seguiti nel tempo,
presentano maggiore incidenza di cancro
Non è la mastopatia di per sé a determinare il rischio di insorgenza di carcinoma,
ma il tipo di lesione proliferativa
La valutazione del tipo di iperplasia epiteliale è fondamentale per la terapia
Terapia:generalmente l’escissione locale ed il follow-up sono il migliore approccio
Tumori della Mammella
Origine
• Stroma:
Tipo Istologico
lobulare
Fibroadenoma
Tumore Filloide
interlobulare
• Epitelio: duttale
TDLU
Tumori Connettivali
Tumori Papillari
Adenoma Tubulare
Carcinomi
Tumori fibroepiteliali - Fibroadenoma
Tumore benigno più comune, insorgenza tra 20 e 35 anni, singolo, multiplo 20%,
bilaterale, risponde a stimoli ormonali, ingrandisce nella gravidanza..
Macro: ben delimitato, consistenza duro elastica, tondeggiante, diametro < cm.3,
bianco lucente, esuberante sulla superficie di taglio, aspetto fascicolato
Micro: origina da TDLU, 1) proliferazione stromale monoclonale, derivante dallo
stroma specializzato del lobulo: di tipo lasso, fibroso, ialino 2) proliferazione
epiteliale policlonale: epitelio cubico e cellule mioepiteliali. Aspetto, dipende dal
rapporto stroma-epitelio: tipo intracanalicolare, tipo pericanalicolare
• Iperplasia fibroadenomatoide: caratteri del fibroadenoma, a margini mal definiti
• Fibroadenoma giovanile: in adolescenti, grandi dimensioni > cm.10,
ricca cellularità stromale ed epiteliale dd. Tumore filloide
Trasformazione neoplastica: 0.1% Carcinoma, Sarcoma 0.00
Tumori fibroepiteliali – Tumore Filloide
Età media 45 anni, anche giovanile dd. Fibroadenoma.
0.5% dei tumori mammari, 2.5% dei tumori fibroepiteliali
Macro: rotondo, ben circoscritto, duro, grandi dimensioni, superficie di taglio
bianco, aspetto lobulato con fissurazioni: filloide= simile a foglia, cistico
Micro: proliferazione stromale monoclonale, derivante dallo stroma
specializzato del lobulo ed epiteliale policlonale, aspetto intracanalicolare
dd. Fibroadenoma: ipercellularità stromale periduttale
• Tumore filloide benigno 80%
• Tumore filloide maligno 20%
componente stromale con atipie nucleari, frequenti mitosi, stroma di aspetto
sarcomatoide prevale sulla componente epiteliale che appare oscurata
Evoluzione: frequenti recidive locali, metastasi ematogene 10%: polmoni, ossa,
non linfonodi. Terapia larga escissione
Neoplasie Papillari Intraduttali
• Papilloma Intraduttale <10% dei tumori benigni
Macro: insorge in: 1) grandi dotti dilatati, 50 anni, solitario, molle, fragile,
2) in piccoli dotti, età giovanile, rilievo microscopico, asintomatico, multiplo 25%
Micro: arborescenze ramificate, evidenti assi stromali rivestiti da cellule epiteliali
e mioepiteliali, dd. carcinoma: duplice strato, non atipie cellulari, scarse mitosi,
metaplasia apocrina,assenza di necrosi, di aspetto cribriforme o trabecolare;
pseudo infiltrazione alla base del papilloma risultato di fibrosi, emorragia con
intrappolamento di tubuli isolati. Evoluzione: lesione benigna, trattamento
escissione, papillomi multipli periferici aumentato rischio
•Adenoma del Capezzolo
Macro: interessa la porzione terminale dei dotti galattofori, rara, 40-50 anni,
unilaterale, secrezione, dd. Malattia di Paget
Micro: aspetto di adenosi o epiteliosi e papillomatosi con arborescenze ramificate
come papilloma, distorte da denso stroma fibroso, dd. carcinoma
Neoplasie Papillari Intraduttali
• Carcinoma Papillare in situ
Macro: di maggiori dimensioni rispetto al papilloma, in età più avanzata
Micro: uniformità di dimensioni e forma delle cellule, ipercromasia, elevato
rapporto nucleo citoplasmatico, frequenti mitosi, assenza di metaplasia apocrina,
aspetti cribriformi e trabecolari, assenza delle cellule mioepiteliali, stroma scarso
o assente, presenza alla base di grandi cellule chiare o globoidi
• Carcinoma Papillare Infiltrante
Entità rara, 1% dei carcinomi, postmenopausa, prevale la forma in situ,
prognosi favorevole, non metastasi linfonodali. Terapia: ampia escissione
Proliferazioni Epiteliali Benigne
Adenoma Tubulare
Macro: solitario, ben circoscritto, duro, giallo bruno, in giovani adulte,
1% dei tumori benigni
Micro: piccoli dotti uniformi, srettamente stipati, rivestiti da un singolo strato di
cellule epiteliali e da uno strato attenuato di cellule mioepiteliali, scarso stroma.
Adenoma Lattante Adenoma Apocrino Adenoma Pleomorfo Adenoma Duttale
Prognosi: favorevole, non recidivano, non predispongono al carcinoma.
Carcinoma della Mammella
Duttale
Lobulare
In situ
DCIS
LCIS
Infiltrante
IDC
ILC
Il termine duttale o lobulare sembrerebbe implicare l’origine
del carcinoma dai dotti o dai lobuli, così non è !
Ambedue i tipi di tumore si originano dallo stesso segmento della
ghiandola mammaria: terminal duct - lobular unit TDLU.
Il tipo duttale o lobulare è definito dai caratteri citoarchitetturali
della neoplasia, piuttosto che dalla origine o localizzazione nelle
specifiche strutture della ghiandola mammaria.
Carcinoma della Mammella
Carcinoma duttale in situ – DCIS
Tipo: Comedonico
Grado nucleare: G3
Solido
G1-2
Cribriforme
G1
Micropapillare
G1
Clinging
G1-2
Cancerizzazione dei lobuli
G2-3
DCIS: 20-30% delle diagnosi di ca. duttale, multicentricità 30%, bilateralità 10%
Comedonico: struttura solida, necrosi centrale, microcalcificazioni (diagnosi
ecografica, mammografica), grandi cellule pleomorfe, elevata attività mitotica,
cellule mioepiteliali assenti, fibrosi periferica, infiltrato linfoplasmacellulare.
Immuno: Er-, Pgr-, Ki67alto, c-erb B-2 +++, E-caderina +, HMW Evoluzione: la trasformazione di DCIS nel fenotipo invasivo non avviene in tutti i
casi, la trasformazione avviene in anni o decadi, il rischio di trasformazione è
proporzionale al grado citologico, maggiore per comedonico, la sequenza in situinvasivo avviene in parte dei casi, prevale insorgenza come carcinoma infiltrante.
Carcinoma della Mammella
Carcinoma lobulare in situ – LCIS
Macro: non riconoscibile, reperto incidentale microscopico,
multicentrico 80% bilaterale 35% 2% dei carcinomi
Micro: architettura lobulare conservata, espansione degli acini e dei lobuli per
proliferazione solida di piccole cellule monomorfe, non coesive, nuclei rotondi,
nucleoli indistinti, mitosi infrequenti, necrosi assente, mioepitelio presente.
Immuno: E-caderina – , HMW +, recettori ormonali + , ERBB2 Evoluzione: probabilità di sviluppare un carcinoma invasivo dopo la diagnosi
di LCIS: 10 volte la normale popolazione, incidenza di carcinoma 15- 25%
il tipo può essere lobulare o duttale, rischio maggiore nello stesso lato,
ma aumento anche controlaterale. LCIS costituisce un fattore di rischio,
ma non un precursore obbligatorio di un successivo carcinoma.
Terapia: esami periodici
Carcinoma Duttale Infiltrante - IDC
Varianti: Carcinoma Duttale Infiltrante NOS > 70%
Carcinoma Tubulare
2%
Carcinoma Mucinoso
2%
Carcinoma Midollare
5%
Carcinoma Apocrino
3%
Carcinoma Micropapillare
2%
Carcinoma Neuroendocrino
4%
Carcinoma Metaplastico
1%
Carcinoma Squamocellulare
Carcinoma Infiammatorio
5%
Carcinoma Duttale Infiltrante - NOS
Macro: duro per reazione desmoplastica, stridente al taglio, depresso
sulla superficie di taglio, colore bianco grigiastro, contorni mal definiti,
punti e trabecole giallastre da necrosi, forma: stellare o nodulare.
Micro: struttura a nidi, trabecole, differenziazione ghiandolare
evidente o assente, cellule grandi, pleomorfe, nuclei grandi
ipercromatici, nucleoli evidenti, frequenti mitosi, aree di necrosi 60%,
reazione desmoplastica 90%, calcificazioni 60%, infiltrato
linfoplasmacellulare peritumorale, invasione perineurale, dei vasi
linfatici ed ematici. Immuno: CK basso peso, EMA, HMW
Carcinoma Duttale Infiltrante – NOS
Grading Istologico secondo Bloom e Richardson
Formazione di tubuli
Grado I
1 tubuli in > 75% del tumore
Grado II moderatamente diff. da 6 a 7
2 tubuli in > 10% < 75% del tumore
Grado III scarsamente diff. da 8 a 9
3 tubuli in < 10% del tumore
Pleomorfismo nucleare
1 minima variazione di dimensioni e forma
2 moderata variazione di dimensioni e forma
3 marcata variazione di dimensioni e forma
Conta mitotica
1 <10 mitosi x 10 HPF
2 >10 <19 mitosi x 10 HPF
3 > 20 mitosi x HPF
ben differenziato da 3 a 5
Carcinoma Tubulare
2% dei ca. infiltranti, rispetto al tipo NOS: pazienti più anziane,
minori dimensioni, meno metastasi linfonodali
Macro: duro, contorni mal definiti, piccolo < cm.1
Micro: ghiandole ben differenziate, assenza di necrosi e mitosi, scarso
pleomorfismo, ghiandole disposte irregolarmente, contorni angolati,
unico strato di piccole cellule, assenza di cellule mioepiteliali, stroma
desmoplastico. dd. adenosi sclerosante: aspetto organoide lobulare,
distorsione delle ghiandole, cellule mioepiteliali, adenosi microghiandolare:
tubuli più regolari e rotondi, cicatrice radiale: sclerosi centrale, elastosi,
cellule mioepiteliali
Prognosi favorevole: rare recidive, infrequenti metastasi linfonodali
Carcinoma Mucinoso
2% dei ca. infiltranti, rispetto al tipo NOS età più avanzata
Macro: ben circoscritto, molle
Micro: gruppi di cellule galleggianti in laghi di muco, gruppi solidi
o differenziazione ghiandolare, scarse atipie e mitosi, la mucina è
extracellulare, forme pure > 75% e forme miste.
Nel 25% differenziazione neuroendocrina: tipo A sec. Capella
Prognosi favorevole, sopravvivenza a 10 anni 90%, metastasi
linfoghiandolari 5%, recidive tardive
Carcinoma Midollare
1-7% dei ca. infiltranti, 8% in pazienti BRCA 1
Macro: ben circoscritto, molle, solido grigio
Micro - criteri diagnostici: aspetto sinciziale, assenza di strutture
ghiandolari diffuso infiltrato linfoplasmacellulare, peomorfismo
nucleare, crescita espansiva, grandi cellule pleomorfe, grandi nuclei,
nucleoli prominenti, bordi citoplasmatici indistinti, cellule giganti,
estesa necrosi, scarso stroma, marcato
Immuno: frequente S-100 +, Er -, Pgr -, Ki 67+++
Forme non pure: 7Carcinoma duttale infiltrante con aspetti midollari
Prognosi più favorevole rispetto a NOS, sopravvivenza a 10 anni 85%
metastasi ascellari nel 10%, frequentemente solo I livello
Malattia di Paget
Lesione crostosa del capezzolo causata da cancro della mammella,
descritta da J. Paget nel 1874
Non è un tipo di tumore mammario.
La lesione del capezzolo è accompagnata da un sottostante carcinoma duttale,
infiltrante o in situ.
Micro: grandi cellule con nuclei atipici, abbondante citoplasma, singole o in
gruppi, migrate dai dotti del capezzolo nell’epitelio Malpighiano
dd. Melanlma Immuno: CK basso peso +, EMA +, S-100 -, c-erb B-2 +
Carcinoma Micropapillare Infiltrante
2% dei ca. infiltranti, stessa età del NOS, metastasi ascellari nel 75%
Macro: massa solida ben circoscritta, crescita espansiva
Micro: aggregati di cellule neoplastiche, talora con lume centrale
contenente detriti nucleari, delimitati da uno spazio atefattuale
determinato da restringimento dello stroma circostante, moderato
pleomorfismo nucleare, scarsa attività mitotica, necrosi ed infiltrato
linfoplasmacellulare assenti
Prognosi: non ha significato indipendente sulla sopravvivenza
nonostante la frequente invasione dei vasi ematici e metastasi linfonodali
Carcinoma Lobulare Infiltrante - ILC
10% dei carcinomi infiltranti, età media 3 anni dopo IDC
riportato come multifocale e multicentrico, bilaterale nel 15%
Macro: mal definito, biancastro, consistenza elastica o dura
Micro: piccole cellule uniformi, non coesive, infiltranti in fila indiana uno stroma
fibroso, concentricamente attorno ai dotti con immagini a bersaglio, non
differenziazione ghiandolare, associato a iperplasia lobulare e LCIS. Immuno: E
caderina – rispetto a IDC più ER+ PGR+ meno ERBB2+
Varianti: Carcinoma Lobulare Pleomorfo, Carcinoma Istiocitoide,
Carcinoma a cellule ad anello con castone, Carcinoma Tubulo
Lobulare, Carcinomi Misti Duttali e Lobulari
Prognosi: minor frequenza metastasi linfonodali rispetto a IDC?
metastasi: IDC predilige polmone, ILC osso, tratto gastroenterico,
utero, meningi, ovaio, sierose..
Malattie della Mammella nel Maschio
Ginecomastia
Ingrandimento della mammella maschile per ipertrofia ed iperplasia delle
componenti epiteliali e stromali, dovute ad aumento degli ormoni estrogeni
ed alla diminuzione degli androgeni.
Unilaterale o bilaterale, sottoareolare, ovoidale, elastica, ben circoscritta,
iperplasia epiteliale dei dotti, edema e fibrosi dello stroma.
Carcinoma
1% delle neoplasie mammarie, soggetti anziani, relazione con ginecomastia:
concomitante nel 40%, macro e micro: analogo a carcinoma femminile,
più frequenti alti gradi, prognosi peggiore.
Linfonodo Sentinella
La procedura è basata sul concetto che se il linfonodo sentinella è negativo,
gli altri linfonodi di quel gruppo saranno quasi sicuramente negativi,
mentre se il linfonodo sentinella è positivo, la possibilità che altri linfonodi
siano positivi è del 33%.
Il linfonodo sentinella – sn - per essere considerato negativo deve essere
valutato su tre sezioni seriate al criostato colorate con H. E. e su una sezione
di immunoistochimica per CK.
Il termine micrometastasi – mi - deve essere applicato a gruppi di cellule
neoplastiche di dimensioni inferiori a 2 mm.
Il termine cellule tumorali isolate – ITC - deve essere usato per indicare
singole cellule interpretate come maligne.
Il significato prognostico deve essere ancora stabilito.
TNM: UICC 2002
• Tis
• T1
Carcinoma in situ (duttale, lobulare e malattia di Paget)
• T1mic microinvasione sino a 0,1 cm
• T1a
componente invasiva tra 0,1 e 0,5 cm
• T1b
componente invasiva tra 0,5 e 1 cm
• T1c
componente invasiva tra 1 e 2 cm
• T2
dimensioni comprese tra cm 2 e 5
• T3
dimensioni superiori a cm 5
• T4
• T4a
estensione alla parete toracica escluso il piccolo pettorale
• T4b
edema (incluso il tipo a “buccia d’arancia”)
• T4c
entrambi i casi precedenti (T4a e T4b)
• T4d
carcinoma infiammatorio
TNM : UICC 2002
• Nx
Linfonodi regionali non valutabili
• N0
Assenza di metastasi ai linfonodi regionali
• N1
• N2
•N3
• N1mi
micrometastasi grandezza > 0,2 mm < 2 mm
• N1a
metastasi in 1-3 linfonodi ascellari
• N1b
metastasi microscopiche ai linfonodi mammari interni
• N1c
metastasi in 1-3 linfonodi ascellari e mammari interni
• N2a
metastasi in 4-9 linfonodi ascellari
• N2b
metastasi clinicamente evidente ai linfonodi mammari
interni in assenza di metastasi ai linfonodi ascellari
• N3a
metastasi in 10 o più linfonodi ascellari o infraclavicolari
• N3b
metastasi clinicamente evidenti ai linfonodi mammari
interni e linfonodi ascellari o, metastasi in più di 3 linfonodi
ascellari e linfonodi mammari interni
• N3c
metastasi ai linfonodi sovraclavicolari
TNM : UICC 2002
Stadio 0
T is
N0
M0
Stadio I
T1
N0
M0
Stadio II A
T0
N1
M0
T1
N1
M0
T2
N0
M0
T2
N1
M0
T3
N0
M0
T0
N2
M0
T1
N2
M0
T2
N2
M0
T3
N1, N2
M0
Stadio III B
T4
N0,N1,N2
M0
Stadio III C
Ogni T
N3
M0
Stadio IV
Ogni T
ogni N
M1
Stadio II B
Stadio III A
TNM UICC 2002
TNM UICC 2002
LINFONODI ASCELLARI
HER2/ neu
HER2/ neu ( c-erbB-2 ) è un oncogene che codifica una glicoproteina
transmembrana ad attività tirosin-chinasica p185 della famiglia di
epidermal growth factor receptors EGFR.
Una percentuale di pazienti con carcinoma mammario presenta iperespressione
della proteina HER 2 come parte del processo di trasformazione neoplastica e
di avanzamento della neoplasia; l’iperespressione della proteina HER2
rappresenta un possibile bersaglio per la terapia del carcinoma mammario.
Herceptin (Trastuzumab ) è un anticorpo monoclonale utilizzato per la terapia
che si lega alla proteina HER 2 inibendo la proliferazione delle cellule tumorali.
L’iperespressione di HER2/ neu predice la risposta a Eerceptin,
non la risposta alla chemioterapia e la sopravvivenza.
ma
HER2/ neu
• c-erbB-2: la determinazione immunoistochimica con anticorpo policlonale
anti c-erb B-2 permette di valutare l’iperespressione dell’ oncoproteina
con colorazione della membrana citoplasmatica delle cellule neoplastiche
• Hercept Test: determinazione immunoistochimica con anticorpo anti
proteina HER2 che permette di valutare l’iperespressione della proteina HER 2
con una colorazione della membrana citoplasmatica delle cellule neoplastiche
Negativo
score 0
nessuna colorazione o in meno del 10%
Negativo
score 1+
debole e parziale colorazione in più del 10%
Debolmente Positivo score 2+
moderata colorazione continua in più del 10%
Positivo
intensa colorazione continua in più del 10%
score 3+
• FISH: metodo di evidenziazione in fluorescenza dell’amplificazione genica
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Carcinoma in situ