Ambiente e Biodiversità
Dott.ssa Elisa Rota
Dottoranda in Biologia Evoluzionistica ed Ecologia
Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie
Paesaggio
Cos’è il paesaggio???
Nell'accezione più diffusa viene considerato come « l'aspetto visibile » di un territorio
Ciò ha fatto sì che per moltissimo tempo venissero tutelati solo i paesaggi con particolari
rilevanze naturalistiche ed estetiche
Le emergenze ambientali e le esigenze della pianificazione territoriale hanno
richiesto di abbandonare l'approccio estetico per considerare il paesaggio
come un sistema complesso, dinamico, interdisciplinare e multisensoriale
Convenzione Europea del
paesaggio 2010
Il paesaggio è l'insieme degli elementi caratterizzanti e distintivi di un territorio
La fisionomia del territorio può essere analizzata per le sue caratteristiche fisiche, antropiche e biologiche
del luogo. Il paesaggio è composto da elementi naturali (laghi, fiumi, montagne, ecc.) e da elementi
antropici (città, abitazioni, strade, ecc.)
E' possibile distinguere due distinte tipologie di paesaggio:
• Paesaggio naturale: il paesaggio naturale è il paesaggio plasmato dalle forze della natura
• Paesaggio antropico: il paesaggio antropico è il paesaggio costruito dall'intervento umano
E' difficoltoso distinguere il paesaggio naturale dal paesaggio antropico nel mondo contemporaneo, in
quanto il paesaggio naturale è influenzato indirettamente dalle attività umane. Si pensi, ad esempio, ai
mutamenti climatici causati dall'effetto serra e dall'inquinamento transnazionale. Il paesaggio muta
continuamente col trascorre del tempo (stagioni, anni, secoli, ere geologiche, ecc.) in conseguenza dei
fenomeni naturali e dell'intervento dell'uomo
Gli obiettivi principali dell'ecologia del paesaggio applicata
alla gestione dei sistemi ambientali possono essere
schematizzati in breve nei seguenti punti:
•
•
•
•
conservazione della biodiversità
conservazione e riorganizzazione delle aree agricole
recupero delle aree degradate e abbandonate
miglioramento del tenore di vita nelle aree urbane e suburbane
e dell'interazione tra i sistemi ambientali e gli insediamenti
antropizzati
Biodiversità o diversità biologica
Definizione: l'insieme di tutti gli organismi viventi nelle loro diverse forme e degli
ecosistemi ad essi correlati. Implica tutta la variabilità biologica: di geni, specie,
habitat ed ecosistemi
L'anno 2010 è stato dichiarato dall'ONU l'Anno internazionale della biodiversità
Il decennio 2011-2020 è stato dichiarato Decennio della Biodiversità
Tre livelli di biodiversità:
1. diversità genetica, la somma complessiva del patrimonio genetico degli esseri viventi che abitano il
pianeta
2. diversità di specie, che indica l'abbondanza e la diversità tassonomica di specie presenti, per la terra
decine di milioni delle quali solo una minima frazione è stata classificata in letteratura scientifica
3. diversità di ecosistemi, con cui si indica l'insieme di tutti gli ambienti naturali presenti sul nostro
pianeta
Legislazione internazionale
Le principali iniziative internazionali a favore della biodiversità :
• Convenzione di Ramsar sulle zone umide del 1971
• Convenzione di Washington del 1973, disciplinata in Europa dal Regolamento UE
338/97
• Convenzione di Barcellona del 1978, emendata nel 1995, che diventa la
Convenzione per la protezione dell'ambiente marino e la regione costiera del
Mediterraneo
• Convenzione di Berna del 1979
• Convenzione di Bonn del 1983
• Commissione per le risorse genetiche per il cibo e l'agricoltura del 1983
• Convenzione sulla diversità biologica del 1992 a Rio de Janeiro
• Direttiva Habitat 92/43/CEE del 1992
• Protocollo di Cartagena del 2003
Convenzione di Ramsar
• La Convenzione di Ramsar è il primo vero trattato intergovernativo, con scopo globale,
che riguarda la conservazione e la gestione delle zone umide di importanza internazionale
• Ad oggi, sottoscrive più di 150 paesi con quasi 2000 zone umide individuate nel mondo
• Rappresenta ancora l'unico trattato internazionale moderno per la tutela delle zone umide,
sostenendo i principi dello sviluppo sostenibile, con il termine uso saggio, e della conservazione
delle biodiversità
La nomina di siti di importanza internazionale secondo la Convenzione rappresenta l'opportunità per
un paese di far conoscere le proprie zone umide e le proprie politiche di gestione a livello
internazionale, molti paesi in via di sviluppo sono inoltre riusciti ad attirare investimenti per la
conservazione e lo sviluppo di zone Ramsar da parte di agenzie di cooperazione internazionale
La Conferenza delle Parti ha prodotto delle linee guida pubblicate nella serie dei Manuali Ramsar
Individuando 4 principali impegni:
• Lista dei siti: designare almeno un sito per l'inclusione nella "lista delle zone umide", promuovere la
sua conservazione e l’uso prudente. I criteri di selezione sono basati su parametri ecologici, botanici,
zoologici, limnologici e/o idrologici
• Uso prudente: obbligo di includere azioni specifiche per la conservazione delle zone umide nello
sviluppo dei piani di uso del suolo, formulare e realizzare piani per promuovere l'uso prudente delle
zone umide nei loro territori
• Riserve e formazione: istituire riserve naturali in zone umide, promuovere attività di formazione
specifica in campi di ricerca, gestione e sorveglianza inerenti alle zone umide
• Cooperazione internazionale: consultarsi con altre Parti su problemi inerenti alla messa in opera della
Convenzione, specialmente riguardo alle zone umide transfrontaliere, sistemi acquiferi condivisi,
specie comuni
Applicazioni in Italia
La Convenzione di Ramsar è stata ratificata e resa esecutiva dall'Italia col DPR n. 448 del 13 marzo 1976 e
con il successivo DPR n. 184 dell'11 febbraio 1987. Gli strumenti attuativi prevedono, in aggiunta alla
partecipazione alle attività comuni internazionali della Convenzione, una serie di impegni nazionali, quali:
• attività di monitoraggio e sperimentazione nelle "zone umide" designate ai sensi del DPR 13 marzo 1976,
n.448
• attivazione di modelli per la gestione di "Zone Umide"
• attuazione del "Piano strategico 1997-2002" sulla base del documento "Linee guida per un Piano
Nazionale per le Zone Umide"
• designazione di nuove zone umide, ai sensi del DPR 13.3.1976, n. 448
• preparazione del "Rapporto Nazionale" per ogni Conferenza delle Parti
L'Italia ha inoltre collaborato alla redazione ed al finanziamento del 1º programma internazionale con il
cofinanziamento dell'U.E., conclusosi con la Conferenza di Venezia del giugno 1996
I siti Ramsar sono Beni Paesaggistici e pertanto aree tutelate per legge: art.142 lett. i, L.42/2004
1) Salina di Cervia in comune di Cervia (RA) attualmente tutelata come Riserva statale inclusa nel Parco Delta del Po Stazione Pineta di Classe- Salina di Cervia
2) Ortazzo e Ortazzino in comune di Ravenna inclusa nel Parco Delta del Po Stazione Pineta di Classe- Salina di Cervia
3) Piallassa della Baiona e Risega in comune di Ravenna inclusa nel Parco Delta del Po Stazione Stazione Pineta di S.Vitale e
Piallasse di Ravenna
4) Punte Alberete in comune di Ravenna inclusa nel Parco Delta del Po Stazione Stazione Pineta di S.Vitale e Piallasse di
Ravenna
5) Valle Santa in comune di Argenta (FE) inclusa nel Parco Delta del Po Stazione Campotto di Argenta
6) Valle Campotto e Bassarone in comune di Argenta (FE) inclusa nel Parco Delta del Po Stazione Campotto di Argenta
7) Valli residue del comprensorio di Comacchio (FE) inclusa nel Parco Delta del Po Stazione Centro storico di Comacchio
8) Sacca di Bellocchio inclusa nel Parco Delta del Po Stazione Valli di Comacchio e attualmente tutelata come Riserva statale
9) Valle Bertuzzi a Comacchio (FE) inclusa nel Parco Delta del Po Stazione Centro storico di Comacchio
10) Valle di Gorino inclusa nel Parco Delta del Po Stazione Volano-Mesola-Goro
Strategia Nazionale per la Biodiversità 2010
Nuova definizione di biodiversità.
Per biodiversità di un determinato ambiente si intende la varietà di
organismi viventi in esso presenti, attualmente minacciata dal progressivo
aumento dei fattori inquinanti e dalla riduzione degli habitat
La biodiversità può essere descritta in termini di geni, specie od
ecosistemi
Lo sviluppo sostenibile dipende dalla comprensione, protezione e
conservazione degli innumerevoli ecosistemi interattivi del pianeta
Biodiversità: 3 tipi
Biodiversità ecosistemica: diversità tra ecosistemi di un territorio
Biodiversità interspecifica:
diversità che caratterizza le varie specie
Biodiversità intraspecifica:
diversità tra individui della stessa specie
Cosa minaccia la biodiversità?
Perdita di habitat e frammentazione
La continuità dell’habitat è una condizione fondamentale per garantire la
permanenza delle specie su di un territorio
Chiazze di habitat naturali spesso non sono in grado di mantenere
popolazioni vitali = ESTINZIONE
La riduzione dell’habitat porta ad ESTINZIONE in quanto
determina:
- minori risorse disponibili (effetto Quantitativo)
- riduzioni numeriche delle popolazioni
- aumento della competizione
- scomparsa delle specie più esigenti
- riduzione della fitness predatoria
- riduzione della fitness riproduttiva (a causa dell’isolamento)
La frammentazione non agisce solo alterando aree e distanze: la
perdita di habitat e i suoi effetti sono solo alcune delle
Criticità della frammentazione:
1. Perdita netta di habitat
2. Microclima alterato
(esposizione solare, regime dei
venti, ciclo delle acque,
regime temperatura, umidità)
Al di sotto del 30% di
habitat idoneo, la perdita di
specie è più rapida della
perdita di habitat !!
3. Rapporto fra interno e margine
(ecotono)
Oltre alla riduzione
dimensionale, si modificano
le condizioni ecologiche
dell’habitat, che può
divenire meno adatto alle
specie presenti in origine
4. Capacità dispersive delle
specie
Non uniformi
Inquinamento
Rana verde Italiana
Pelophylax (= Rana) kl. esculentus
Perché le rane sono in
estinzione?
•Malattie
•Predatori
•Parassiti
•Riduzione habitat
•Inquinamento!!!!!
Cosa fare!?!?!??!?!
•Creare una nuova metodica di
allevamento in cattività
•Riqualificare aree verdi……….
… e reintroduzione in natura rane adulte
Habitat protetti per
la riproduzione
Ciclo vitale
Uova
Girini
Ranetta
Cambiamenti climatici
Sfruttamento delle risorse
Incremento demografico
Specie aliene invasive
Organismi bioindicatori della biodiversità
• Per “organismo bioindicatore” si intende “una specie animale, pianta o fungo particolarmente sensibile a
cambiamenti apportati da fattori inquinanti all’ecosistema”.
• Sono numerosi gli organismi utilizzati per indagini sulla qualità degli ambienti sia naturali, sia urbanizzati.
Tra gli insetti, Plecotteri, Efemerotteri, Odonati, Tricotteri, Ditteri, Lepidotteri, Coleotteri e Imenotteri sono
gli ordini più spesso impiegati come indicatori dello stato di salute di aria, acqua e suolo.
Bioindicatori della biodiversità
Valutazioni numeriche di qualità delle acque correnti
mediante analisi dei popolamenti di invertebrati acquatici
definizione
INDICE BIOTICO
applicazione
utilità
- Programmazione di interventi di risanamento di
ambienti umidi
- Valutazioni di Impatto Ambientale sui corsi d’acqua
- Stesura di piani gestionali della fauna ittica;
- Definizione del valore naturalistico di ambienti da
salvaguardare
- Consentono di valutare gli effetti dell’inquinamento delle acque
- Evidenziano l’esistenza di scarichi saltuari o accidentali
- Permettono analisi di routine dilazionate nel tempo
- Forniscono risultati di immediata interpretazione
Bioindicatori della biodiversità
Il biomonitoraggio della qualità degli ambienti rurali e urbani può
essere effettuato utilizzando Apis mellifera
Le api sono ottimi indicatori biologici perché segnalano il danno
chimico dell'ambiente in cui vivono attraverso:
- l'alta mortalità dovuta ad avvelenamento da inquinanti vari
- i residui di antiparassitari, metalli pesanti e radionuclidi che si
possono riscontrare nei loro corpi o nei prodotti dell'alveare
Progetto Europeo Warbo
• Emila Romagna:
zona del Delta del Po, Comune di Copparo
a nord della località Ponte S. Pietro
(Ferrara)
• Friuli Venezia Giulia:
zona industriale Ponte Rosso, nel Comune
di San Vito al Tagliamento (Pordenone) e
la frazione Torrate del Comune di Chions
(Pordenone)
Aree di studio
• Emilia Romagna: ex-cava di
argilla (superficie circa 10 Ha) in
località Ponte San Pietro, a nord
del Comune di Copparo (Ferrara)
Area soggetta a “criticità climatica”
a causa di frequenti episodi di
siccità e forte ingressione del
cuneo salino
4
5
Friuli Venezia Giulia:
Impianto di fitodepurazione, costituito da 3
laghetti, nella zona industriale Ponte Rosso
3
1
2
Area umida (zona delle Risorgive) della frazione
Torrate di Chions
Aree di studio e siti di campionamento
- Copparo: quattro punti di campionamento,
situati a diversa distanza dal pozzo
piezometrico di controllo della falda
D
A
- Ciascun sito è stato campionato in triplicato
nei mesi di luglio, ottobre e novembre 2012
C
B
4
5
- Ponte Rosso: cinque punti di campionamento
- Torrate, Risorgive: due punti di campionamento nel
laghetto
- Ciascun sito è stato campionato in triplicato nel
mese di settembre 2012
3
1
2
Metodi di campionamento

Posizionamento della sonda a circa 3 m
dalla riva, rilevamento dei parametri e
campionamento del materiale sul fondo

Raccolta del materiale e lavaggio con
acqua

Filtrazione e conservazione in formalina

Analisi della biodiversità:
identificazione dei taxa tramite chiavi
dicotomiche e conteggio degli individui
Copparo: taxa identificati
Classe
Ordine
Famiglia
Genere
Specie
Demospongiae
Haplosclerida
Spongillidae
Spongilla
S. lacustris
Clitellata
Haplotaxida
Lumbricidae
Lumbricus
L. terrestris
Malacostraca
Amphipoda
Gammaridae
Gammarus
G. pulex
Branchiopoda
Cladocera
Daphniidae
Daphnia
D. pulex
Entognatha
Collembola
Sminthuridae
Sminthurides
S. acquaticus
Insecta
Rhynchota
Corixidae
Corixa
C. punctata
Insecta
Diptera
Chironomidae
Chironomus
C. plumosus
Insecta
Diptera
Culicidae
Culex
C. pipiens
Arachnida
Acarina
Hydracarina
n.i.
A
Arachnida
Acarina
Hydracarina
n.i.
B
Actinopterygii
Cyprinodontiformes
Poeciliidae
Gambusia
Spongilla lacustris
Lumbricus terrestris
Gambusia affinis
Culex pipiens
Chironomus plumosus
Corixa punctata
G. affinis
Sminthurides acquaticus
Gammarus pulex
Daphnia pulex
Ponte Rosso: taxa identificati
Radix peregra
Ancylus
Planorbis planorbis
Sphaerium lacustre
Sono stati identificati in tutto 13 taxa, dei quali sei di importanti organismi bioindicatori
I risultati riguardanti questi ultimi organismi (per quanto preliminari) confermano che questo corpo
acquifero (torrente che circonda l’impianto di fitodepurazione) è in buone condizioni ecologiche
Torrate di Chions: taxa identificati
Lumbricus
17%
Pseudorasbora
8%
Torrate macero
Ancylus
34%
Radix peregra
Ancylus
Sphaerium
20%
Planorbis
9%
Radix
12%
Planorbis planorbis
Sphaerium lacustre
Sono stati identificati sei taxa, di cui quattro di organismi bioindicatori
Rispetto all’area di Ponte Rosso, è stata riscontrata una minore biodiversità, spiegabile in base al fatto che si
tratta di un laghetto (invaso chiuso)
Anche in questo caso, tuttavia, la qualità ambientale sembra positiva
Per confermare questi risultati saranno tuttavia necessari altri campionamenti, particolarmente in periodi
diversi dell’anno
Sviluppo sostenibile
Definizione: si tratta della realizzazione di un equilibrio tra esigenze di tutela ambientale e
sviluppo economico che consente di “soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza
compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”
Conferenza di Rio de Janeiro, 1992
178 governi e 120 capi di Stato partecipano alla Conferenza dell’ONU a
Rio de Janeiro su “Ambiente e Sviluppo”
Scopo della conferenza: individuare i criteri più opportuni per conciliare
le esigenze dei Paesi poveri e quelle dei Paesi industrializzati
Effetto serra
L’effetto serra è un fenomeno naturale che, limitando la dispersione del calore, permette di
mantenere una temperatura costante sul nostro pianeta. Tuttavia, l’immissione nell’atmosfera
di elevate quantità di anidride carbonica e altri gas, a causa delle attività industriali, ha
aumentato l’effetto serra naturale e sta causando un eccessivo aumento della temperatura
Cosa fare per ridurre l’inquinamento???
Trovare fonti di energia alternative e rinnovabili
1. Energia Solare: pannelli solari
2. Energia del Vento: pale eoliche
3. Energia geotermica: calore prodotto dalla crosta terrestre
La protezione dell’ambiente non deve essere considerata
un limite allo sviluppo ma la premessa fondamentale di
una nuova e più corretta crescita economica
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Lezione1_ROTA - Università degli Studi di Ferrara