Fondi strutturali
la programmazione 2014-2020
Giulia Tavernese
Dipartimento
Lavoro Territorio Mezzogiorno
Calendario
Unione
europea
2011
2012
2013
2013
Luglio20
13
Proposta
Commissione
Europea
Quadro
finanziario
pluriennale
e
regolamenti dei
fondi strutturali
2014 2020
Proposte CE
•Elementi di un
quadro
strategico
comune
•codice di
condotta per il
partenariato
•Position paper
per l’Italia”
8 febbraio
accordo del
consiglio
europeo sul
quadro fin.
Pluriennale
Parlamento
non approva il
QFP
Iniziano i
negoziati tra le
3 istituzioni
Raggiunto
Accordo
Su
quadro
finanziario
pluriennale
Ottobre
dicembre
2013
Gennaio
2014
Decisioni
finali
QFP
e
regolamenti
Inizia
spesa
fondi
nuovo
periodo
Negoziato Italia / Commissione e Consiglio europeo
Italia
Presentazione
Governo
“documento
Metodi”
•Avvio
tavoli metodo
e
•primo forum
partenariato
Discussione e negoziati
Regioni
Bozza
Capitoli
accordo
di partenariato
•Cambio
governo
reindirizz
o accordo
partenaria
to
Inizia
nuova
program
mazione
Regioni – Governo -Ue
Avvio
preparazione por
Incontri Ministro
della coesione
conferenza regioni
per la definizione
delle risorse e
spesa
Nuovo
period
o
Italia
percorso per la definizione dell’Accordo di
partenariato
•Documento metodi ed obiettivi
•Audizioni – partenariato istituzionale e partenariato ONG e PS
•Parti del contratto – accordo di partenariato
•Cambio Ministro coesione territoriale
(incontri PS con il ministro in generale sulla strategia)
•Parziale cambio di strategia
•Decisone accordo bilancio e inizio trattative con le regioni
•-------------------------------•Regioni avviati alcuni percorsi di audizione e consultazione
Obiettivi dell’Unione europea
Realizzare gli obiettivi della strategia
Europa 2020
per una crescita intelligente, sostenibile e
inclusiva
Concentrazione sui risultati
Ottimizzare l'incidenza dei finanziamenti
dell'UE
Regolamento relativo a tutti gli strumenti di
finanziamento della politica strutturale
La Commissione per aumentare la coerenza fra gli strumenti, favorire le sinergie
e ottenere un impatto più forte ha proposto un regolamento che prevede in
termini di strategia una comune proposta per tutti i fondi sia.
La prima parte e la seconda parte della proposta definiscono una serie
di regole comuni per gestire:
• il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR),
• il Fondo sociale europeo (FSE),
•il Fondo di coesione,
•il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e
• il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP).
La terza parte delinea regole comuni per la gestione dei tre principali
fondi usati per realizzare gli obiettivi della politica di coesione: il Fondo europeo
di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo e il Fondo di coesione.
parte quarta delinea regole per la gestione del FEAPM in coerenza con il
QSC
UE Elementi di quadro
Quadro strategico
comune
Contratto di
partenariato
Programmai
operativi
•Coerenza con i programmi nazionali di riforma
•Coordinamento: politica di coesione, sviluppo rurale, fondi per
gli affari marittimi e la pesca (programmazione fondi FESR-FSEFEARS-FEAMP)
•Obiettivi e indicatori per la misurazione dei progressi verso il
conseguimento degli obiettivi di Europa 2020
•Efficacia: Introduzione di un quadro di riferimento dei risultati
•Efficienza: consolidamento della capacità amministrativa,
riduzione della burocrazia
Obiettivi tematici
comuni a tutti i fondi
art.9 reg. gen
1.
2.
3.
4.
5.
.
Ricerca e innovazione
Tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC)
Competitività delle Piccole e Medie Imprese (PMI)
Transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio
Adattamento ai cambiamenti climatici e prevenzione e gestione
dei rischi
6. Tutela dell'ambiente ed efficienza delle risorse
7. Trasporto sostenibile e rimozione delle strozzature nelle principali
infrastrutture di rete
8. Occupazione e sostegno alla mobilità dei lavoratori
9. Inclusione sociale e lotta alla povertà
10. Istruzione, competenze e apprendimento permanente
11. Potenziamento della capacità istituzionale e amministrazioni pubbliche
efficienti
Ue
Rafforzare efficacia ed efficienza
• Concentrazione sui risultati
• Quadro di riferimento dei risultati per tutti i programmi
• Riserva di efficacia ed efficienza
• Condizionalità ex-ante
• Condizionalità macroeconomica
La proposta
italiana
“ Metodi ed obiettivi per un uso
efficace dei fondi comunitari
2014-2020”
Le 7 innovazioni di metodo
Risultati attesi: essenziale esprimerli in maniera misurabile in medo da “rendere esplicito
perché e per chi si fa un’azione”collegarli ad indicatori
Azioni:fare discendere dal risultato gruppi di azioni definite e già adeguatamente dettagliata
da attivare bandi o altro
Tempi previsti e sorvegliati: quando comincia una certa azione quanto dura , quando finisce
( favorisce anche la programmazione finanziaria ed il flusso dei pagamenti anche in
rapporto alla commissione )
Apertura : rafforzare open coesione e rendere ogni singola progetto oggetto di
monitoraggio,rendere pubblica la documentazione
Partenariato mobilitato: coinvolgimento sostanziale delle parti nella fase attuativa (
dicono discendente); per partenariato la definizione “di tutti coloro i cui interessi sono
toccati dal programma”
Valutazione d’impatto: valutazione degli effetti per la vita delle persone e le opportunità
delle imprese
la settima innovazione
Forte presidio nazionale
•Non contrattabilità delle regole e degli
indirizzi
•Agenzia per la coesione
Agenzia per la coesione territoriale
(Decreto Legge n.101/ 2013 – capo III articolo 10)
L’Agenzia, tenuto conto di quanto definito negli atti di programmazione e
indirizzo dei Fondi strutturali e del Fondo per lo sviluppo e la coesione :
•realizza il monitoraggio continuo, sempre in raccordo con le amministrazioni competenti,
anche attraverso specifiche attività di verifica, degli interventi della politica di coesione.
Ferme restando le competenze dell’ufficio della ragioneria dello stato responsabile dei
rapporti con UE ( Igrue)
•dà sostegno ed assistenza tecnica alle amministrazioni che gestiscono i programmi,
attraverso, formazione del personale, misure di sostegno all’accelerazione e realizzazione,
anche in riferimento alle procedure per la stesura e la gestione dei bandi
•assume le funzioni di autorità di gestione
•dà esecuzione alle decisioni relative alla attuazione dei poteri sostitutivi , qualora
vengano assunte.
La settima innovazione
Centro e regioni
Possibile maggior ruolo del centro nella gestione
Criteri di scelta per definire il livello di programmazione:
1. necessità di integrare con fondi nazionali ( risorse ordinarie) grandi progetti
infrastrutturali
2.
necessità di assicurare in tutto il territorio pratiche e metodi utili alle competenze
internazionale oppure invece quella di adattare i progetti a contesti particolari
3.
l’attenzione a tutelare e sostenere allo stesso modo tutti gli individui in aree in
cui le amministrazioni locali hanno mostrato ripetutamente gravi deficit
Favorire soprattutto nel Mezzogiorno
Programmi regionali plurifondo
Risorse ed obiettivi tematici
vincoli europei e prima ipotesi di
allocazione delle risorse
fondi comunitari 2014-2020”
Missione ed obiettivi
art-81 e 82
I fondi contribuiscono a sviluppare e portare avanti le azioni
dell’unione intese a rafforzare la politica di coesione
economica, sociale e territoriale…art.174 del trattato
Le azioni sostenute dai fondi contribuiscono a realizzare la strategia
dell’unione per una crescita intelligente , sostenibile e inclusiva
Perseguono i seguenti obiettivi
a) Investimenti a favore delle crescita e dell’occupazione negli
stati membri e nelle regioni ,con il sostegno di tutti i fondi
(Fesr,Fse,Fc)
b) “cooperazione territoriale europea “ con il sostegno del Fesr
Tipi di regione
art .82 reg. gen.
a) Regioni meno sviluppate PIL pro capite è inferiore al 75%
della media del PIL dell'UE a 27;
b) Regioni in transizione, il cui PIL pro capite è compreso tra
il 75% e il 90% della media del PIL dell'UE a 27;
c) Regioni più sviluppate, il cui PIL pro capite è superiore al
90% della media del PIL dell'UE a 27.
Risorse per l’Italia fondi strutturali
Stima Dipartimento per lo sviluppo economico
Tavola 1 - Fondi strutturali 2014-2020 per categorie di regioni con e senza cofinanziamento nazionale
Fondi strutturali (escluso cofinananziamento nazionale)
Italia
REG più sviluppate
REG in transizione
REG meno sviluppate
Cooperazione territoriale
Totale Italia esclusa
Cooperazione territoriale
Quota FSE su
Totale Fondi
totale per
strutturali 2014-2020 categoria
(milioni di euro)*
REG**
29.201
0,318
6.972
0,503
999
0,377
20.236
0,251
995
28.207
FSE
Fondi strutturali +
Cofinanziamento al 50%
Cofinanziamento
8.970
3.507
377
5.086
FESR Moltiplicatore
20.232
3.465
2
622
2
15.150
2
995
1,18
8.970
19.237
%
FSE TOTALE
17.940
50
7.014
50
753
50
10.172
0,00
17.940
TOTALE FESR +
FSE incluso
cofinanziament
FESR TOTALE
o al 50%
39.644
57.584
6.930
13.945
1.244
1.998
30.299
40.471
1.170
1.170
38.474
56.414
* Accordo sul Quadro Finanziario Multiannuale 2014-2020 26-27 giugno 2013
** La quota totale Italia FSE fondi UE è 31,8% ( quindi superiore alla quota minima del 26,5% derivante dall'applicazione dei parametri definiti con accordo in COREPER il 26
giugno 2013; la ripartizione tra categorie di regioni è stata definita sia considerando alcune indicazioni iniziali della Commissione (position paper sul FSE), sia ipotesi derivanti dalla
tipologia ed entità di azioni da sostenre con il FSE.
Confronto tra contributo comunitario fondi
strutturali
14-20 e 07-13
FONDI UE (FESR + FSE) (solo contributo comunitario, milioni di euro)
Italia
REG più sviluppate
REG in transizione
REG meno sviluppate
Cooperazione territoriale
ITALIA (netto Cooperazione territoriale)
DIFF [14-20 meno DIFF % [14-20
2014-2020
2007-2013 *
07-13]
meno 07-13]
29.201
28.811
391
6.972
4.977
1.996
40,1
999
1.348
-349
-25,9
20.236
21.640
-1.404
-6,5
995
846
28.207
27.965
Ipotesi di allocazione delle risorse agli OT per fondi
e tipo di regione
Regioni meno sviluppate 2014-2020 (mln di euro)
Regioni più sviluppate 2014-2020 (mln di euro)
Regioni in transizione 2014-2020 (mln di euro)
11.000
10.000
9.000
8.000
7.000
7.938
6.000
4.687
4.416
5.000
4.000
4.272
4.090
3.000
3.575
299
383
3.333
2.000
249
1.000
2.135
1.386
693
0
OT1
OT2
OT3
OT4
697
50
298
166
3.091
187
124
1.386
2.459
2.735
277
112
347
OT5
OT6
506
420
0
OT7
1.406
2.523
1.486
OT8
OT9
OT10
OT11
50
80
558
AT (4%)
Regolamenti e priorità attraverso i Vincoli di
allocazione delle risorse- FESR
ambito FESR (art. 4 Reg. FESR) :
•nelle regioni più sviluppate, almeno l'80% del totale delle risorse del FESR a livello nazionale deve
essere destinato a due o più obiettivi tematici tra gli OT 1,2, 3 e 4,
- almeno il 20% del totale delle risorse del FESR destinate alle RPS a livello nazionale è destinato
all’OT 4;
•nelle regioni in transizione, almeno il 60% del totale delle risorse del FESR a livello nazionale deve
essere destinato a due o più obiettivi tematici tra gli OT 1,2, 3 e 4.
-almeno il 15% del totale delle risorse del FESR allocato alle RT a livello nazionale è destinato all’OT
4;
• nelle regioni meno sviluppate, almeno il 50% del totale delle risorse del FESR a livello nazionale
deve essere destinato a due o più obiettivi tematici tra gli OT 1,2, 3 e 4.
-almeno il 12% del totale delle risorse del FESR a livello nazionale allocato alle RMS è destinato
all’OT 4;
•almeno il 5% delle risorse del FESR assegnate a livello nazionale sono destinate ad azioni integrate
per lo sviluppo urbano sostenibile delegate alle città per essere gestite per mezzo degli ITI di cui
all’art. 99 del Reg. gen.
Ripartizione delle risorse per obiettivi nel rispetto dei
vincoli dei regolamenti Fesr ed Fse
Tavola 2 - FESR 2014-2020: Ipotesi di allocazione per Obiettivo tematico nel rispetto delle regole di ring-fencing*
Regioni più sviluppate
FESR totale (incluso Aree
cofinanziamento) Interne
Agenda
urbana
OT1
OT2
OT3
OT4
OT5
OT6**
OT7***
OT8
OT9
OT10
OT11
AT (4%)
Totale
X
X
X
X
OT1-OT4
OT5-OT7
OT8-OT10
OT11
AT (4%)
Totale
X
X
X
X
X
X
X
X
Regole
ringfencing
Regioni in transizione
Totale (mln di
euro)
REGOLE
ringfencing
Italia
Regioni meno sviluppate
Totale (mln di
euro)
REGOLE
ringfencing
Totale (mln di
euro)
milioni di euro
%
0,200
0,100
0,308
0,200
0,040
0,050
0,000
0,010
0,012
0,030
0,010
0,040
1,000
1.386
693
2.135
1.386
277
347
0
69
83
208
69
277
6.930
0,200
0,100
0,308
0,150
0,040
0,090
0,000
0,010
0,012
0,040
0,010
0,040
1,000
249
124
383
187
50
112
0
12
15
50
12
50
1.244
0,135
0,118
0,262
0,141
0,023
0,110
0,102
0,010
0,014
0,040
0,010
0,035
1,000
4.090
3.575
7.938
4.272
697
3.333
3.091
303
424
1.212
303
1.060
30.299
5.725
4.393
10.456
5.845
1.023,9
3.791,5
3.091
384,7
522,3
1.469,7
384,7
1.387,5
38.474,2
15%
11%
27%
15%
3%
10%
8%
1%
1%
4%
1%
4%
100%
0,808
0,090
0,052
0,010
0,040
1,000
5.600
624
360
69
277
6.930
0,758
0,130
0,062
0,010
0,040
1,000
943
162
77
12
50
1.244
0,656
0,235
0,064
0,010
0,035
1,000
19.876
7.120
1.939
303
1.060
30.299
26.419
7.906
2.377
385
1.387
38.474
69%
21%
6%
1%
4%
100%
** Nell'Obiettivo tematico 6 sono inclusi gli interventi di valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale e attrattività turistica
*** Gli importi stimati includono le risorse necessarie per il completamento dei Grandi Progetti (prevalentemente ferroviari).
Investimenti territoriali integrati
art.99
Qualora una strategia di sviluppo urbano o altra strategia o patto
territoriale richieda un approccio integrato che richieda un
approccio integrato di più assi prioritari o programmi operativi
l’azione è eseguita sotto forma di Investimento territoriale integrato
(ITI)
Lo stato membro o l’autorità di gestione può designare uno o più
organismi intermedi compresi enti locali, organismi di sviluppo
regionale o organizzazioni non governative cui delegare le gestione
el’attuazione dell’ ITI
Gli interventi che contribuiscono vengono individuati nel –nei
programma operativi
Sviluppo locale partecipativo
•Focalizzare lo sviluppo sul territorio sub regionale
•Coinvolgere gruppi di azione locale costituiti da rappresentanti degli interessi
socioeconomici pubblico privati
•Lavorare in rete
•Attivare strategie integrate per rispondere ad esigenze locali
•Sono promossi da gruppi di azione locale : società civile ong ps comunità locali
•Strategie coerenti con QSC – uso di più fondi
Regolamenti e priorità attraverso i Vincoli di
allocazione delle risorse- FSE
In ambito FSE i vincoli di ripartizione operano a livello di priorità di investimento:
in ciascuno Stato membro, almeno il 20% delle risorse totali dell'FSE sono attribuite
all'obiettivo tematico "promuovere l'inclusione sociale e combattere la povertà" (OT9).
In deroga a quanto sopra stabilito, le risorse assegnate dal FESR a tale obiettivo tematico
possono rientrare nel calcolo del 20%;
per le regioni più sviluppate, gli Stati membri concentrano almeno l'80% del FSE
destinata a ciascun programma operativo su un massimo di quattro delle priorità
d'investimento enunciate (art. 3, paragrafo 1, del Reg. FSE),
per le regioni in transizione, gli Stati membri concentrano almeno il 70% della dotazione
FSE destinata a ciascun programma operativo su un massimo di quattro delle priorità
d'investimento enunciate (art. 3, paragrafo 1, del Reg. FSE)
per le regioni meno sviluppate, gli Stati membri concentrano almeno il 60% del FSE
destinata a ciascun programma operativo su un massimo di quattro delle priorità
d'investimento enunciate (art. 3, paragrafo 1, del Reg. FSE).
Priorità d’investimento interne agli OT finanziati dal
FSE
Campo d'applicazione del sostegno l'FSE sostiene le seguenti priorità d'investimento:
(a) Promozione dell'occupazione e sostegno alla mobilità professionale attraverso:
i) l'accesso all'occupazione per le persone alla ricerca di un impiego e le persone inattive, comprese
le iniziative locali per l'occupazione, e il sostegno alla mobilità professionale; ii) l'integrazione
sostenibile nel mercato del lavoro dei giovani che non svolgono attività lavorative, non seguono studi
né formazioni; iii) l'attività autonoma, lo spirito imprenditoriale e la creazione di imprese; iv)
l'uguaglianza tra uomini e donne e la conciliazione tra vita professionale e vita privata; v)
l'adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai cambiamenti; vi) l'invecchiamento
attivo e in buona salute; vii) la modernizzazione e il rafforzamento delle istituzioni del mercato del
lavoro, comprese azioni volte a migliorare la mobilità professionale transnazionale.
(b) Investimento nell'istruzione, nelle competenze e nella formazione permanente:
i) riducendo l'abbandono scolastico precoce e promuovendo l'uguaglianza di accesso all'istruzione
prescolare, primaria e secondaria di buona qualità; ii) migliorando la qualità, l'efficacia e l'apertura
dell'istruzione superiore e di livello equivalente al fine di aumentare la partecipazione e i tassi di
riuscita; iii) aumentando le possibilità di accesso alla formazione permanente, aggiornando le abilità
e le competenze della manodopera e migliorando l'utilità dei sistemi d'insegnamento e di formazione
per il mercato del lavoro.
Priorità d’investimento interne agli OT finanziati dal
FSE
(c) Promozione dell'inclusione sociale e lotta contro la povertà attraverso:
i) l'inclusione attiva; ii) l'integrazione delle comunità emarginate quali i rom; iii) la lotta contro la
discriminazione basata sul sesso, l'origine razziale o etnica, la religione o le convinzioni personali, la
disabilità, l'età ol‘ orientamento sessuale;
iv) un migliore accesso a servizi abbordabili, sostenibili e di qualità, compresi i servizi sociali e cure
sanitarie d'interesse generale;
v) la promozione dell'economia sociale e delle imprese sociali; vi) le strategie di sviluppo locale
realizzate dalla collettività.
(d) Rafforzamento della capacità istituzionale e di un'amministrazione pubblica
efficace:
i) Investimento nella capacità istituzionale e nell'efficacia delle amministrazioni pubbliche e dei
servizi pubblici nell'ottica delle riforme, di una migliore regolamentazione e di una buona
governance.
ii) Rafforzamento delle capacità delle parti interessate che operano nei settori dell'occupazione,
dell'istruzione e delle politiche sociali; patti settoriali e territoriali di mobilitazione per una riforma a
livello nazionale, regionale e locale.
Ipotesi di allocazione delle risorse FSE per obiettivo
tematico
Tavola 3 - FSE - Ipotesi di allocazione per Obiettivo tematico nel rispetto delle regole di ring-fencing*
Regioni più sviluppate
FSE totale (incluso
cofinanziamento) Aree Interne
Agenda
urbana
OT1
OT2
OT3
OT4
OT5
OT6
OT7
OT8
OT9
OT10
OT11
AT (4%)
Totale
X
X
X
X
OT1-OT7
OT8-OT9-OT10-OT11
AT (4%)
Totale
X
X
X
X
X
X
X
X
Regioni in transizione
Totale (mln di
Regole ringfencing euro)
0
0
0
0,38
0,2
0,33
0,05
0,04
1,00
0
0
0
0
0
0
0
2665
1403
2315
351
281
7.014
0,00
0,96
0,04
1
0
6.734
281
7014
REGOLE
ringfencing
trasizione
Regioni meno sviluppate
Totale (mln di
euro)
0
0
0
0,38
0,2
0,33
0,05
0,04
1,00
0
0
0
0
0
0
0
286
151
249
38
30
753
0,00
0,96
0,04
1
0
723
30
753
REGOLE
ringfencing
Italia
Totale (mln di euro) milioni di euro
0
0
0
%
0,431
0,200
0,315
0,020
0,034
1,000
0
0
0
0
0
0
0
4384
2034
3204
203
346
10.172
0
0
0
0
0
0
0
7.336
3.588
5.767
592
657
17.940
0%
0%
0%
0%
0%
0%
0%
41%
20%
32%
3%
4%
100%
0,00
0,966
0,034
1,000
0
9.826
346
10172
0
17.283
657
17.940
0%
96%
4%
100%
Percentuale di risorse per fondo
Prima bozza parziale di accordo
di partenariato
Italia
Città
strategie per le città funzionali:
Il regolamento FESR prevede una riserva finanziaria del 5%
La necessità di sviluppare una politica nazionale per le città ruolo del CIPU
Si propone
il ridisegno servizi urbani
Infrastrutture della rete pubblica , e tecnologie per PA per assicurare migliore
accesso ai servizi
•la progettazione per l’ inclusione per popolazione fragile e i quartieri
disagiati
•Di rilievo la possibilità di coinvolgimento delle ONG , cooperative
sociali,associazioni….
•il rafforzamento ed attrazione delle filiere produttive locali, promozione di
servizi avanzati per le imprese
Aree interne
Inizialmente strategia proposta , attualmente si è molto indebolita
Individuate sulla base della distanza dai servizi essenziali
Allo scopo anche di progettare assieme l’utilizzo del FESR , FSE e FEARS
•promuovere la tutela del territorio e sicurezza delle aree interne;
• la diversità naturale del territorio e del paesaggio e il policentrismo aprendo
all’esterno;
•l’opportunità di stimolare sviluppo nelle aree interne valorizzando quanto
offrono e favorendo attrattività di tali territori per la popolazione, anche
attraverso una qualificazione dei servizi
Occorre vedere l’evoluzione dell’accordo di partenariato in corso di
definizione, molte resistenze da parte delle regioni. Non più così forte il
rapporto tra fesr e fears
Mezzogiorno
cittadinanza e industria
Due principali criticità
Deficit di requisiti di cittadinanza
Deficit di attività produttiva privata e quindi di lavoro
strategia
•le risorse ordinarie siano orientate verso le
strategie di sviluppo;
•che le azioni rivolte all’inclusione sociale, all’equità siano distinte da quelle
rivolte alla crescita;
•Forte concentrazione per potenziare i servizi carenti per rendere pienamente
esercitabili i diritti di cittadinanza(sicurezza , legalità giustizia,
istruzione,trasporto pubblico, cura infanzia…)più debole
•che si operi per mantenere e sviluppare la base industriale intesa in senso lato.
( smart cities, aree industriali in crisi, turismo con selez. interventi…) più forte
turismo e industria agroalimentare
Le 4 Missioni
1. Lavoro e competitività dei sistemi produttivi
2. Valorizzazione gestione e tutela dell’ambiente
3. Qualità della vita e inclusione sociale
4. Istruzione formazione e competenze
Aree della consultazione
Aree tematiche /esempio di struttura
4.3 Competitività dei sistemi produttivi
Promuovere la competitività delle piccole e medie
imprese, il settore agricolo e il settore della pesca e
dell’acquacoltura.
L’obiettivo della politica regionale in questo ambito tematico è di
promuovere la vitalità imprenditoriale,
la diversificazione produttiva,
e la capacità di adattamento al
cambiamento dei sistemi produttivi in aree territoriali selezionate
maggiormente
vulnerabili
ovvero
di presentare addensamenti produttivi o potenzialità di rafforzamento della
competitività.
Aree tematiche -esempio struttura
4.3 Competitività dei sistemi produttivi
•
Aumento della competitività del sistema economico ed imprenditoriale (Possibili indicatori:dinamica dell’export per
settore/regione o area territoriale, dinamica Valore Aggiunto per addetto per settore/regione o per area territoriale)
•Aumento della quota di risorse umane qualificate nelle imprese.
(Possibili indicatori: Tasso di occupazione giovanile con dettaglio per livello di istruzione secondario e terziario,;
Densità della presenza di laureati tra gli occupati delle PMI).
•Incremento del numero di imprese start-up innovative e crescita dimensionale delle PMI.
(Possibili indicatori: Investimenti in capitale di rischio o early-stage in percentuale del Pil,
e valore di dette operazioni nel Mezzogiorno; Differenza tra il tasso di natalità e di mortalità delle imprese;
Numero di imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto e/o di processo sul totale delle imprese(%).
• isposta al fabbisogno formativo espresso dalle filiere produttive territoriali. Questa è una misura
R
di risultato specifica per linee di intervento territoriali incentrate sul rafforzamento dell’istruzione
tecnica.
•Diversificazione dei sistemi produttivi territoriali mono-specializzati. Misura di risultato da
sviluppare con riferimento a specifici territori per linee di intervento finalizzate alla diversificazione
produttiva ed al rafforzamento della capacità di adattamento dei sistemi produttivi.
•
Aumento dell’offerta di servizi di qualità e innovativi per le imprese (di difficile misurazone:
richiede stima costi delle imprese per attività quali comunicazione, raccolta ed elaborazione
informazioni, consulenze avanzate nella sfera tecnologica e di sviluppo progettuale, informatica.
Più realistico sarebbe sviluppare stime per costi più tradizionali di trasporto e logistica, energetici,
amministrativi).
Area tematica esempio
4.8 Promuovere l’occupazione e sostenere la
mobilità dei lavoratori
Esempio singolo ambito
Risultati attesi : rafforzare l’apprendistato ed altri canali d’ingresso
a favore dei giovani
•Indicatore: incidenza dei nuovi rapporti di lavoro in apprendistato
e trasformazioni a tempo indeterminato
•Indicatore: transizione scuola/università/ lavoro
• Indicatore :quota e caratteristiche delle imprese che utilizzano
l’apprendistato e percentuali di utilizzo degli incentivi
Esempio di azioni
area tematica 4.8
Rafforzare l’apprendistato e altri canali d’ingresso
Fondi strutturali 2014-2020
Il ruolo delle Parti sociali
nella nuova programmazione
Giulia Tavernese
Dipartimento
Lavoro Territorio Mezzogiorno
Ruolo delle parti sociali
Il ruolo delle parti viene regolato da più fonti
Il regolamento generale dei fondi
Il regolamento del FSE
Il documento propedeutico alla creazione di codice di condotta per
il partenariato
le prassi nazionali
Articolo 5
Regolamento generale sulle disposizioni comuni
Gli Stati membri organizzano, rispettivamente per il contratto di partenariato e
per ciascun programma operativo,
un partenariato con i seguenti partner:
(a) autorità regionali, locali, cittadine e altre autorità pubbliche competenti;
(b) parti economiche e sociali;
(c) organismi che rappresentano la società civile, compresi i partner ambientali,
le organizzazioni non governative e gli organismi di promozione della parità e
della non discriminazione.
Articolo 5
Regolamento generale sulle disposizioni comuni
2.
Conformemente al sistema della governance a più livelli, gli Stati membri associano
i partner alle attività di preparazione dei contratti di partenariato e delle
relazioni sullo stato di attuazione, nonché alle attività di preparazione, attuazione,
sorveglianza e valutazione dei programmi. I partner partecipano ai comitati di
sorveglianza dei programmi.
3.
È conferito alla Commissione il potere di adottare atti delegati ai sensi dell'articolo
142 per stabilire un codice europeo di condotta che definisca gli obiettivi e i
criteri per sostenere l'attuazione del partenariato e agevolare lo scambio di
informazioni, esperienze, risultati e buone pratiche fra gli Stati membri.
4.
Per ciascun Fondo del QSC la Commissione consulta, almeno una volta l'anno, le
organizzazioni che rappresentano i partner a livello di Unione in merito
all'esecuzione dell'intervento dei Fondi del QSC.
Regolamento generale articolo 42
Composizione del comitato di sorveglianza
1) Il Comitato di sorveglianza è composto da rappresentanti
dell’autorità di gestione e degli organismi intermedi e da
rappresentanti dei partner. Ciascun membro del comitato di
sorveglianza ha diritto di voto.
2) ….
Art 6
Regolamento del FSE
1)Per il coinvolgimento delle parti interessate , non governative,
il programma individua la parte di programma e utilizza lo strumento della sovvenzione
globale
2)Al fine d incoraggiare un adeguato coinvolgimento delle parti sociali alle attività
sostenute dal FSE, l’autorità di gestione di un programma operativo di una regione
… garantiscono che un adeguato volume delle risorse FSE sia destinato alla capacità
di sviluppo delle capacità e quali la formazione e le azioni di collegamento in rete
nonché al rafforzamento del dialogo sociale e delle attività intraprese
congiuntamente dalle parti sociali
3) Al fine di garantire un’adeguata partecipazione delle organizzazioni non governative le
adg ….. garantiscono che un adeguato volume delle risorse FSE sia destinato ad attività di
sviluppo delle capacità delle ONG
Non è ancora del tutto varato- discussione in corso
Il Codice di Europeo di condotta per
il partenariato
• La Commissione ha presentato una sintesi dei principi che
dovrebbero guidare i paesi dell'UE quando organizzano la
partecipazione dei partner più rappresentativi
• in un documento preparatorio per la definizione del Codice
europeo di condotta per il partenariato (ECCP) che stabilirà i
requisiti minimi per le autorità nazionali.
Il Codice di condotta europeo per il
partenariato
Il documento considera 3 tipologie di partner :
• Amministrazioni pubbliche
• parti economiche e sociali: gruppi o associazioni che
rappresentano l'interesse generale di interi
settori di attività o industriali, dei datori di lavoro e
dei lavoratori
•ONG e la società civile, in particolare quelle attive
in settori come l'ambiente, l'inclusione sociale, la
parità di genere e le pari opportunità.
Codice di condottaRiconoscimento del ruolo di regolazione sociale
delle parti sociali
“Il dialogo con le parti sociali costituisce uno dei pilastri del
modello sociale europeo e trova un riconoscimento nell’articolo
152 sul trattato di funzionamento dell’unione TFUE. La natura
delle parti sociali è effettivamente diversa da quella delle altre
organizzazioni quali ad esempio i gruppi di interesse o
pressione, in quanto le prime possono partecipare alla
contrattazione collettiva e quindi influenzare le norme sociali
dello stato membro in cui operano.”
“Le parti sociali rappresentano gli interessi di interi settori di
attività industriale “
Codice Europeo di condotta per il
partenariato
Preparazione del contratto di partenariato e dei programmi
Definizione iniziale di norme chiare e di un calendario dei lavori del partenariato,
• la comunicazione tempestiva delle informazioni nei dibattiti sui documenti
strategici,
•tempo sufficiente perché le parti possano procedere alle analisi, consultare i
propri associati e i cittadini e fornire un feedback sui documenti,
• canali di comunicazione in modo che le parti interessate possano
porre domande o formulare suggerimenti e osservazioni,
•trasparenza su come le proposte delle parti interessate vengono
prese in considerazione;
•la diffusione dei risultati delle consultazioni.
Codice di condotta
verifica del coinvolgimento del partenariato
Informazioni sulle modalità di attuazione del partenariato nei documenti di programmazione
• l'elenco dei partner coinvolti, le responsabilità e la portata della partecipazione,
• le modalità di individuazione dei partner e di applicazione dei principi di trasparenza e
accessibilità,
•le azioni intraprese per agevolare un ampio coinvolgimento e una partecipazione attiva dei partner,
•le strutture e le procedure di coordinamento all'interno del programma,
• le modalità di utilizzo dell'assistenza tecnica per promuovere il partenariato (ad es: servizi
previsti, livello delle risorse a disposizione e modalità di gestione )
• il punto di vista dei partner sull'attuazione del principio di partenariato, da documentare in
modo chiaro e trasparente
Codice di condotta per il partenariato
comitati di sorveglianza
Partecipazione ai comitati di sorveglianza
• la scelta dei membri dei comitati di sorveglianza tenga conto dei partner che hanno
partecipato alla preparazione del programma per garantire il senso di appropriazione e una
continuità sufficiente tra la fase di programmazione e quella di attuazione,
• la rappresentanza dei vari partner si basi sulle rispettive responsabilità nell'attuazione dei
programmi,
• i partner scelgano e nominino i loro componenti nei comitati di sorveglianza, in altri
organi consultivi e nei gruppi di lavoro istituiti nel quadro dei fondi del QSC,
• presenza equilibrata di entrambi i sessi,
• l'elenco dei componenti dei comitati di sorveglianza e di altri gruppi
di lavoro sia reso pubblico,
• ogni partner prescelto prenda coscienza dei propri obblighi in
materia di riservatezza e conflitto di interessi
Codice di condotta Europeo sul partenariato
Partecipazione alla selezione dei progetti
• coinvolgere, se del caso, i partner nella definizione degli inviti a presentare
proposte e nella valutazione delle proposte;
• evitare, attraverso procedure chiare e prestabilite, il coinvolgimento nel processo di
elaborazione degli inviti a presentare proposte e nella valutazione delle conseguenti
proposte di persone che rappresentino le organizzazioni partner e siano portatrici di un
interesse diretto o indiretto in un organismo che partecipa agli inviti a presentare
proposte,
• organizzare un regolare avvicendamento delle persone che si occupano degli inviti a
presentare proposte in modo da prevenire e affrontare eventuali conflitti di interesse
• garantire che ogni partner prescelto prenda coscienza dei propri obblighi in materia di
riservatezza e conflitto di interessi mediante una formazione specifica e la formalizzazione
di tale obbligo con la firma di una dichiarazione.
Codice Europeo di condotta per il partenariato
Assistenza Tecnica ai Partner
•Utilizzare una parte dell'assistenza tecnica dell'attuale periodo di
programmazione e del prossimo per fare in modo che i partner, in particolare le
autorità locali, le parti economiche e sociali e le ONG di piccole dimensioni
Abbiano le capacità per partecipare alla preparazione, attuazione, sorveglianza e
valutazione del contratto di partenariato e dei programmi.
•Il sostegno può concretizzarsi in seminari specifici, sessioni di formazione,
strutture di coordinamento e di rete o nell'erogazione di un contributo ai costi
sostenuti dai partner per la partecipazione alle riunioni di preparazione,
attuazione, sorveglianza e valutazione dei programmi.
Ruolo delle parti sociali
•Il processo europeo di definizione delle indicazioni sul partenariato
incontra molta resistenza degli Stati
•La Commissione europea sta preparando un documento di linee
guide ed intende sviluppare un sito per le verifiche e le buone
pratiche
•Il rischio di interpretazioni improprie e tempi inadeguati.
•La Confederazione europea dei sindacati e BusinessEurope
stanno sostenendo l’emanazione delle linee guida
Tempi previsti fine ottobre ?
Confronto con il partenariato istituzionale e
con le parti economiche e sociali
Attivazione di sei sessioni di consultazione :
Con tutto il partenariato regioni- ONG, parti sociali
2 su occupazione e competitività ( 4 incontri )
2 su ambiente ed energia
2 su servizi alle persone ed inclusione
•A questi si ora si sono affiancati incontri delle parti sociali
di “lavoro ed impresa”
riunioni periodiche con i Ministri della coesione territoriale
•Inoltre alcune riunioni del forum di tutte le parti sociali
rappresentate al CNEL (38 )
Ruolo delle parti sociali
Si è quindi strutturalo un doppio livello, che ci sembra
auspicabile
Perché il riferimento al codice di condotta può
•Rafforzare , se la consultazione si approfondisce su risultato ed
andamento della programmazione per aree e fondi
•Può indebolire se viene interpretato come un allargamento
indifferenziato a parti sociali poco rappresentative o ad ONG di
piccole dimensioni e frammentate
Ruolo delle parti sociali
Nelle regioni è importante
in accordo con le altre rappresentanze sindacali e datoriali
Definire e fare assumere nei Programmi operativi alcuni principi per rendere
efficace e favorire la possibilità di svolgere un attivo lavoro di partenariato
da convenire attraverso siglare in protocolli PS regioni
Che definiscono
• il ruolo delle PS nei Comitati di sorveglianza
•La verifica politica sistematica sull’andamento della spesa e dei risultati con i presidenti
delle regioni e gli assessori di riferimento
•il coinvolgimento su specifiche aree di contenuto sistematico e legato ai risultati previsti
•la possibilità di usufruire di assistenza tecnica e supporto ad una crescita diffusa delle
competenze per orientare e verificare la spesa dei fondi
Ruolo delle parti sociali
che fare ?
• Creare una rete esperta territori -regionale?
•Conoscere la struttura degli obiettivi e delle azioni previste nei
programmi/a operativi
•Individuare e seguire i finanziamenti che arrivano a livello locale
in forma di progetti o investimenti infrastrutturali?
•Suggerire conoscendo i bisogni territoriali interventi che rientrano
nell’ambito degli obiettivi previsti?
•………….
Scarica

fondi strutturali in Italia Giulia Tavernese