E-R DOC
Documentari parole e musica
Motivata dallo spirito divulgativo e didattico e attenta alle espressioni del reale,
la Regione Emilia-Romagna, Assemblea legislativa e Assessorato Cultura, Sport
con la collaborazione dell’Associazione D.E-R aderiscono alla X settimana della
lingua italiana nel mondo indetta dal Ministero degli Affari Esteri con il progetto
E-R DOC Documentari parole e musica.
La Regione Emilia-Romagna infatti è ricca di stimoli culturali in ambito musicale:
dal jazz alla musica folkloristica, dalle espressioni popolari a quelle più di nicchia,
dai generi apprezzati dalle generazioni più lontane a quelli neoemergenti dello
scenario underground e giovanile. Per questi e altri motivi la Regione Emilia Romagna sostiene la diffusione delle produzioni di documentari musicali e
biografici: per diffondere la cultura nazionale attraverso la storia della musica
e delle persone impegnate direttamente nelle pratiche artistiche e nella
valorizzazione dell’identità nell’epoca della globalizzazione.
Il cofanetto raccoglie una selezione di film documentari sulla musica, selezione
mirata e ragionata al fine di abbracciare un ventaglio eterogeneo di generi
musicali tale da poter soddisfare gli interessi delle varie generazioni di persone
italiane residenti all’estero e, forse, anche di quelle semplicemente curiose di
conoscere nuovi territori, linguistici, musicali, culturali. Il documentario è uno
strumento essenziale per valorizzare la memoria e oggettivarla attraverso forme
narrative differenti rendendo visibile - e quindi fruibile - il bagaglio culturale
italiano anche a un pubblico internazionale. La migrazione culturale italiana è
avvenuta non soltanto attraverso le forme artistiche più classiche, quali le arti
visive, la letteratura, le poesie, ma anche grazie al cinema (ovunque nel mondo il
cinema italiano è conosciuto) che ha permesso di trasmutare il linguaggio della
parola in un linguaggio visivo di composizione più complessa: la lingua italiana,
la musica (popolare e d’élite) e la cultura nazionale riacquistano il proprio valore
storico attraverso i film.
“Parole e musica” presenta sette documentari che ruotano attorno alla cultura
dell’Emilia-Romagna, o per tematica, come L’uomo che sconfisse il boogie - Le
avventure di Secondo Casadei di Davide Cocchi, Il re del liscio. Storia di Raoul
Casadei, di Massimiliano Valli e Angela Gorini e My main man. Appunti per
un film sul jazz a Bologna di Germano Maccioni; o per produzione, come La
voce Stratos di Luciano D’Onofrio e Monica Affatato; o per regia, come L’altra
voce della musica. In viaggio con Claudio Abbado tra Caracas e l’Avana di
Helmut Failoni e Francesco Merini; o per ispirazione, come La faccia della terra
di Gianfranco Firriolo con Vinicio Capossela, cantautore cresciuto artisticamente
nell’ambiente emiliano, e infine per omaggio all’opera di Verdi come Addio del
passato di Marco Bellocchio.
Sono opere, queste, costruite con l’utilizzo di materiali d’archivio, riprese attuali e
racconti di chi in passato ha visto nascere e diffondersi l’identità musicale italiana.
Grazie alla visione di questi documentari si riscoprono alcuni aspetti della
cultura italiana attraverso il lavoro dei registi che si sono serviti di testimonianze
contemporanee e di preziosissime sequenze registrate in un più o meno lontano
passato. I materiali spesso inediti di difficile reperimento arricchiscono le storie
narrate arrecando loro un valore storico-culturale e universale.
ASSEMBLEA LEGISLATIVA
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
L’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, organo della rappresentanza
democratica regionale, esercita la potestà legislativa e determina l’indirizzo politico
generale della Regione esercitando le funzioni legislative, di programmazione e di
controllo.
La promozione dei valori e dei principi fondamentali contenuti nello Statuto regionale,
come la valorizzazione delle identità culturali e il riconoscimento degli emilianoromagnoli nel mondo, è una delle finalità che l’Assemblea legislativa persegue,
attraverso progetti culturali ed educativi rivolti alla cittadinanza e collaborazioni con
istituzioni, associazioni ed organismi espressione della società civile.
Il Servizio Comunicazione e Documentazione dell’Assemblea Legislativa, Area
Documentazione: Biblioteca e Videoteca, conserva e promuove gli audiovisivi di
genere documentaristico relativi al territorio regionale e le produzioni degli autori
emiliano-romagnoli con iniziative di valorizzazione rivolte alle scuole e ai cittadini.
Assemblea legislativa
Servizio Comunicazione e Documentazione
Area Documentazione: Biblioteca e Videoteca
Viale Aldo Moro 32, 40127 Bologna, Italia
www.assemblealegislativa.regione.emilia-romagna.it/biblioteca
[email protected]
PROMOZIONE ATTIVITà CULTURALI
ALL’ESTERO ASSESSORATO CULTURA,
SPORT REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Per valorizzare la ricchezza del sistema culturale ed economico del proprio territorio,
la Regione Emilia-Romagna svolge un’azione di diffusione, coordinamento e
promozione a livello internazionale della produzione e del patrimonio culturale
attraverso manifestazioni Paese, eventi, rappresentazioni artistiche, di spettacolo
dal vivo, cinematografiche, espositive, editoriali e di comunicazione (www.
culturadeuropa.it), operando in una logica di integrazione con le altre politiche
settoriali, favorendo l’interregionalità, la complementarietà con le politiche nazionali
e la collaborazione con la rete mondiale delle Rappresentanze Diplomatiche e
Culturali e con istituzioni e agenzie culturali presenti nei diversi Paesi.
Maria Cristina Turchi
Responsabile promozione culturale all’estero
Regione Emilia-Romagna
Viale Aldo Moro, 64 - I 40127 Bologna
www.culturadeuropa.it
[email protected]
D.E-R ASSOCIAZIONE
DOCUMENTARISTI EMILIA-ROMAGNA
L’associazione D.E-R - Documentaristi dell’Emilia-Romagna è dal 2005
impegnata a promuovere la cultura del film documentario, a organizzare
proiezioni sull’intero territorio regionale, a rinsaldare i legami e le sinergie
nel mondo degli autori e produttori dell’Emilia-Romagna. Negli ultimi anni,
grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna, si è battuta molto per
intensificare e consolidare delle collaborazioni a livello internazionale. Cina,
Francia, Olanda, Gran Bretagna sono alcuni dei paesi con cui la D.E-R tuttora
mantiene stretti i propri legami attraverso workshop, convegni, proiezioni
di film in lingua originale, comprendendo quanto sia fondamentale il ruolo
dello scambio interculturale al fine di fortificare la propria identità a livello
nazionale e transnazionale. “Identità” intesa sia come valore associativo di
persone e professionisti accomunati da quel desiderio di conoscenza, indagine
e documentazione (che spesso spinge gli autori dell’Emilia-Romagna a visitare
con il proprio sguardo realtà altre dalla propria); ma “identità” intesa anche come
“genere cinematografico” che l’associazione D.E-R si propone di difendere e di
promuovere in più circuiti culturali; inoltre “identità” come bagaglio culturale
che i film preservano e rappresentano non solo tramite immagini e parole, ma
anche in quanto le opere stesse sono in primis “oggetti culturali”.
D.E-R Documentaristi dell’Emilia-Romagna
Via Toscana 182 401141 Bologna, Italia
www.dder.org
[email protected]
CREDITS
Una produzione di
Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna Servizio Comunicazione e
Documentazione
Promozione attività culturali all’estero
Assessorato Cultura, Sport Regione Emilia – Romagna
Realizzato e curato da
D.E-R Associazione Documentaristi Emilia-Romagna
www.dder.org
[email protected]
Ideazione
Enza Negroni - D.E-R Associazione Documentaristi Emilia-Romagna
Daniela Asquini - Servizio Comunicazione e Documentazione
Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna
Maria Cristina Turchi - Promozione attività culturali all’estero
Assessorato Cultura, Sport Regione Emilia-Romagna
Coordinamento Progetto
Roberta Barboni - D.E-R Associazione Documentaristi Emilia-Romagna
[email protected]
Testi introduttivi a cura di
Angelita Fiore
SCHEDE FILM a cura di
Elfi Reiter
Ideazione e Grafica
ondecomunicazione.it
Stampa
Media Evolution di Vanni Ferrari
Progettazione e Realizzazione cofanetto E-R doc
Graphic Service S.r.l
Tecnofustelle S.a.s
Si ringrazia per la fattiva collaborazione:
Bottega Bologna e Articolture - Chiara Galloni, Francesco Tosi
Comune di Piacenza Servizio Turismo Rossella Villani
Helmut Failoni, Francesco Merini
Feltrinelli
La Cupa - Luca Bernini
Maxmancoop - Paolo De Paolis, Paolo Marzoni
Rai Cinema
Raisat Extra
Rai Teche
Route 1 - Luciano D’Onofrio, Monica Affatato
Vaca vari cervelli associati - Massimiliano Valli, Angela Gorini
Bologna - Italia 2010
L’uomo che sconfisse il boogie
Le avventure di Secondo Casadei
REGIA Davide Cocchi
SCENEGGIATURA Davide Cocchi
FOTOGRAFIA Roberta Allegrini, Andrea Vaccari.
SUONO Marco Parolio
MONTAGGIO Paolo “Sbrango” Marzoni
MUSICA AA.VV.
PARTECIPANTI Raoul e Riccarda Casadei, Miro Gori, Riner Montemaggi, Delio Ricci,
Arte Tamburini, Ivan Novaga.
PRODUZIONE Maxman e Aranciafilm in collaborazione con Fox International Channels Italia,
Comune di Savignano sul Rubicone, Provincia di Rimini, Emilia-Romagna Film Commission.
DURATA 54 minuti
ANNO 2006
SINOSSI
Sul filo della memoria della figlia Riccarda si ripercorre la vita (da uomo e da musicista) di Aurelio Casadei
in arte Secondo: nato nel 1906 a Gatteo a Mare, in Romagna, la terra in cui nei primi anni venti del secolo
scorso Emilio Brighi, portando in giro l’orchestra eredita dal padre Carlo, ha diffuso un nuovo genere di valzer,
polke e mazurke da ballare nelle aie contadine. Il sedicenne Casadei vi suona il violino, e presto si impone
con pezzi moderni e travolgenti che piacciono molto alla gente. Nel 1928 fonda una sua orchestra e diventa il
re della musica da ballo romagnola, coinvolgendo l’intera famiglia: vive le piazze, conosce le storie, attraversa
il fascismo, la guerra e il boom economico. Continua a scrivere canzoni e a suonare, dalle prime tournée in
bicicletta nel 1928 fino agli ultimi concerti nel 1971 inondando di musica le sale da ballo, le feste in piazza,
matrimoni e funerali, veglioni e feste dell’Unità, ma anche grandi concerti e le prime edizioni del Festivalbar.
Ha superato con spirito critico e creativo il periodo in cui erano le nuove sonorità americane a piacere di
più al pubblico, perseverando nella sua musica non senza però averle iniettato nuovi ritmi e nuove energie
provenienti da quelle melodie e anche dal jazz. La contaminazione tra nuove e vecchie tradizioni è la carta
vincente, il pubblico applaude e continua a ballare. I suoi brani vengono poi suonati anche in altre regioni
d’Italia e del suo pezzo mitico, Romagna Mia, escono versioni in tedesco, inglese, francese, giapponese….
DICHIARAZIONE DEL REGISTA
“In un’edizione del Resto del Carlino datata 1954, il giornalista riporta ammirato e divertito l’esperienza di una
serata in cui Aurelio Casadei in arte Secondo, autore di Romagna Mia, acclamato dalla folla, riduce al silenzio
a colpi di musica l’altra orchestra in programma per la serata, quella americana: ‘Il primato del liscio in sala
da ballo viene ripristinato dopo l’invasione dei generi d’oltreoceano avvenuta nell’immediato dopoguerra’.
‘Casadei il Liberatore!’, recita un altro articolo sul Corriere della Sera dello stesso periodo. Secondo Casadei,
da quel momento, non è più un suonatore, un musicista, un compositore; diviene un mito, una bandiera. Da
quel momento, come recitano gli strilloni del tempo, è l’uomo che sconfisse il Boogie!” (Davide Cocchi)
BIOFILMOGRAFIA
Davide Cocchi, nato nel 1964, inizia la carriera come regista di videoclip e spot pubblicitari. Nel 1998
gira il primo corto Petit cadeau, che vince numerosi premi nazionali e internazionali. E’ autore e regista
di molti documentari, tra cui Carestia. Viaggio in Etiopia (2001) e Road Movie (2002), mentre nel 2004
ha esordito nel lungometraggio con Ogni volta che te ne vai (con Fabio De Luigi e Cecilia Dazzi)
prodotto dalla Fandango.
Il Re del Liscio. Storia di Raoul Casadei
REGIA Massimiliano Valli
SOGGETTO E SCENEGGIATURA Angela Gorini, MassimilianoValli
FOTOGRAFIA Claudio Fontanel
MONTAGGIO Giangiacomo De Stefano, Massimiliano Valli
MUSICA Orchestra spettacolo Casadei
PARTECIPANTI Famiglia Casadei, Sergio Zavoli, Elio.
PRODUZIONE VACA vari cervelli associati per Raisat Extra
DURATA 60 minuti
ANNO 2006
SINOSSI
Prodotto e trasmesso da Raisat Extra, è la storia di Raoul Casadei. Nella sua casa vicino all’Adriatico, con
l’immancabile pipa accesa, Raoul racconta la sua vita nel mondo del liscio, dagli esordi ai più grandi successi
della sua carriera, dai primi passi con l’orchestra di suo zio fino al trionfo di Ciao Mare e Simpatia, rivelando
con grande trasporto come sia stato capace di conservare la freschezza e rinnovare uno dei fenomeni musicali
più longevi del dopoguerra.
DICHIARAZIONE DEL REGISTA
“La storia del maestro elementare Raoul Casadei che dopo 17 anni d¹insegnamento, tra la Puglia e la
Romagna, prende il posto dello scomparso zio Secondo Casadei - da anni gloria delle balere - presenta dati
non comuni e, certo, non privi di fascino. Tutto sommato lo zio, Secondo, aveva una grossa orchestra di grande
successo locale: ben lontana dai trionfi televisivi, dai giri d’Italia accanto ai campioni del ciclismo e da tutti
quegli elementi che andranno a formare un successo mediatico e di vendite d¹importanza mondiale quella
che realizzerà Raoul. Ricostruire la ‘favola’ di Raoul Casadei, discoprendo quegli elementi fantastici, folclorici
e sociali che l’hanno portato a essere, ancora oggi, una figura leggendaria nel mondo della canzone (pur
non salendo da anni ormai ‘ufficialmente’ su un palco), ha significato ‘reinventare’ uno spaccato d’Italia, oggi
scomparso: ricomporre un ‘puzzle’ di sensazioni, ‘trovate’ e scelte musicali ben difficili da pensare vincenti,
oggi, ma anche allora”. (Massimiliano Valli)
BIOFILMOGRAFIA
Massimiliano Valli è nato nel 1969. Laureato al Dams in storia del cinema, è socio fondatore dell’associazione
culturale VACA vari cervelli associati che opera nel campo della comunicazione cinematografica, grafica,
editoriale, mussale. Dal 2005 al 2009 è stato responsabile del Centro per la Comunicazione e l’Audiovisivo
La Palazzina del Comune di Imola. Comincia nel ‘90 a fare video sperimentali e di fiction, mentre nel ’96
esordisce nella regia cinematografica. Filmmaker a 360 gradi, realizza in veste di produttore, regista e/o
montatore, decine di progetti audiovisivi, tra cui tre lungometraggi e alcuni documentari. Dal 1994 è docente
di teorie e tecniche del linguaggio audiovisivo nella formazione professionale, nei laboratori scolastici e nei
corsi a mercato.
L’altra voce della musica. In viaggio
con Claudio Abbado tra Caracas e l’Avana
REGIA Francesco Merini, Helmut Failoni
SOGGETTO E SCENEGGIATURA Helmut Failoni, Francesco Merini
FOTOGRAFIA Francesco Merini
SUONO Carlos Nunez
MONTAGGIO Helmut Failoni, Francesco Merini
MUSICA AA.VV.
PARTECIPANTI Claudio Abbado, Josè Antonio Abreu, Gustavo Dudamel, Alessio Allegrini,
e tanti altri.
PRODUZIONE Helmut Failoni, Francesco Merini.
DURATA 74 minuti
ANNO 2006
SINOSSI
Il film documenta i viaggi di Claudio Abbado negli anni 2005 e 2006 nel Venezuela e a Cuba. Nel
corso di quei due anni, il direttore d’orchestra ha passato molto tempo in Venezuela, un paese in
cui oltre un terzo della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. Ciononostante circa
240mila giovani sono stati salvati dalla strada, dalla violenza, dalla droga, attraverso la musica
grazie al sistema orchestrale inventato trent’anni fa da Josè Antonio Abreu. Si tratta di un sistema
che oggi conta un centinaio di orchestre giovanili e novanta orchestre infantili.
Nota. Il documentario è uscito abbinato al volume omonimo a firma di Helmut Failoni, che
racconta in forma scritta i suddetti viaggi (edito da Il Saggiatore).
DICHIARAZIONE DEI REGISTI
“Non ho mai amato un gran che gli chef che quando ti appoggiano un piatto sotto al naso, ti spiegano
nel dettaglio il loro «dietro le quinte», per avallare la bontà della loro invenzione. Saremo noi, fruitori
finali di quel piatto, a decidere se è buono o meno. Se ci piace o no. Non è necessaria la spiegazione: è
il risultato in bocca che conta. La stessa cosa vale (a mio avviso) per tutte le altre faccende legate alla
cultura. Ci si chiede di raccontare il «dietro le quinte» del nostro viaggio. Molto è contenuto nel libro
e nel documentario, che in fondo, in ultima analisi, sono un «dietro le quinte» di un lungo viaggio con
Claudio Abbado. Il resto è quello che non si suol confessare normalmente in contesti di questo genere.
E cioè che, una volta avuta la (totalmente) inaspettata esclusiva da Claudio (il 23/12/2004, ore 23.30) per
seguirlo per alcuni mesi in quell’altro emisfero da lì a una settimana, ci siamo ritrovati a dover fare i conti
con – scusate le ripetizione – dei conti (i nostri nella fattispecie), in rosso carminio. Volontà di farlo, un
paio di firme in banca, entusiasmo e fantasia da una, razionalità e determinazione dall’altra, il sostegno
di amici cari, un’unica telecamera in prestito, due macchine fotografiche (nostre invece), una (inutile)
guida Lonely Planet sul Venezuela, un paio di block notes con annesse cinque (e inseparabili) penne
rosse, la mancanza di un fonico molto semplicemente sostituito da un paio di cuffiette da transvolata,
<sottratte> all’Alitalia, che avremmo successivamente utilizzato a turno per regolare i volumi, e siamo
partiti verso quello che all’inizio è stato l’ignoto, leggendo Agota Kristof e ascoltando i turbamenti di
Mahler nelle riletture del nostro Maestro. Il resto è nelle immagini, nei suoni e nelle pagine.
P. S. Per chi scrive, comunque, questa è stata (finora), insieme al faccia a faccia con una cernia da trenta
chili nelle profondità del mare di Gavdos, l’esperienza più forte della sua vita”. (Helmut Failoni)
BIOFILMOGRAFIE
Helmut Failoni è nato a Merano e si è laureato in musicologia. Oggi responsabile delle pagine culturali
della redazione bolognese del “Corriere della Sera”, ha collaborato in passato con “La Repubblica”, “Il
manifesto”, “L’Unità” e “Diario”. Per una decina d’anni è stato conduttore e autore per Rai Radio3. Si
occupa anche di cibo e vino: insegna “Informazione alimentare e critica enogastronomica” all’Università
di Bologna, è stato a lungo ispettore della Guida de “L’Espresso” e scrive per “La Cucina Italiana”.
Francesco Merini è laureato in storia dell’arte al DAMS di Bologna. Regista, è autore di lungometraggi
(Paglione, 1999; Cavedagne, 2003) e documentari. Ha diretto live musicali di Lucio Dalla, Eugenio
Finardi, Stefano Bollani, Mariposa, collaborato a videoclip di Mango, Stadio e firmato co/sceneggiatura
e regia del video Ho fatto un sogno di Vasco Rossi. Ha tenuto laboratori sul documentario al DAMS di
Bologna.
©Silvia Lelli e Roberto Masotti
LA VOCE STRATOS
REGIA Luciano D’Onofrio, Monica Affatato
SOGGETTO E SCENEGGIATURA Monica Affatato, Luciano D’Onofrio
FOTOGRAFIA Angelo Santovito
MONTAGGIO Dario Nepote, Luciano D’Onofrio
MUSICA AA.VV.
PARTECIPANTI Daniela Ronconi Demetriou, Oskar Schindler, Diego Cossu, Francesco Avanzino,
Gianni Dall’Aglio, Matteo Guarnaccia, e altri.
PRODUZIONE Route 1 Torino, con il contributo di Emilia Romagna Film Commission
DURATA 110 minuti
ANNO 2009
SINOSSI
Demetrio Stratos si era fatto conoscere a livello internazionale con gli Area, fondato nel 1972 per
concentrarsi di più sulla sperimentazione vocale dopo il periodo pop con I Ribelli a partire dal ‘66 (il
primo successo fu Pugni chiusi). Nato ad Alessandria d’Egitto da genitori di origini greche, Demetriou
(fu questo il cognome e Eustratios il nome) si era trasferito quattro anni prima a Milano per studiare
architettura, ma anziché edifici ha costruito cattedrali sonore, lui che dei vocalizzi aveva fatto la sua
arte utilizzando la voce come strumento musicale, attraversando le varie fonie del jazz, del rock e
della più ricercata sperimentazione. Nel 72 uscì il primo disco Arbeit macht frei (per la Cramps, di cui
Gianni Sassi era art director e anima motrice), cui seguì Caution Radiation Area, mentre negli ultimi
anni il “poeta del suono” aveva preferito cantare da solo (ricordiamo Metradora). Gli anni sessanta e
settanta (fino al fatidico sequestro Moro) erano gli anni del progettare, creare, delle lotte politiche, e il
documentario rende omaggio a Stratos soprattutto nella sua struttura narrativa “stratificata” tra brani
musicali, interviste ai più stretti collaboratori, ma anche a critici e esperti di scienze fonetiche che
narrano non solo la sua storia ma anche la storia musical-culturale di quegli anni.
DICHIARAZIONE DEI REGISTI
“A trent’anni dalla sua morte, la voce di Demetrio Stratos continua a suscitare entusiasmi e emozioni.
Dotato di una voce che si prestava a infinite sperimentazioni, il suo lavoro mostra un’eterogeneità unica,
estendendosi dai territori della musica pop a quelli del rock, del jazz, della musica contemporanea e
dell’avanguardia più radicale, sempre a livelli insuperati. Ma il lascito della ricerca svolta da Stratos
è soprattutto un messaggio politico e umano che intende il percorso di conoscenza della propria
voce come percorso di liberazione dai dogmi imposti, possibilità praticabile aperta a tutti.” (Luciano
D’Onofrio, Monica Affatato)
BIOFILMOGRAFIE
Monica Affatato nasce a Torino nel 1975, frequenta il Conservatorio G. Verdi in canto lirico. Dal
1996 opera nel campo del documentario ricoprendo diverse mansioni, dalla regia al montaggio, alla
creazione di commenti sonori.
Luciano D’Onofrio nasce a Torino nel 1964, e frequentato alcuni anni la facoltà di lettere moderne.
Lascia l’università per dedicarsi all’audiovisivo e al cinema sin dal 1985. A partire dagli anni novanta il
suo centro d’interesse è il documentario, occupandosi di regia, montaggio e riprese.
MY MAIN MAN.
APPUNTI PER UN FILM SUL JAZZ A BOLOGNA
REGIA Germano Maccioni
SOGGETTO E SCENEGGIATURA Francesco Tosi e Germano Maccioni
FOTOGRAFIA Marcello Dapporto
MONTAGGIO Germano Maccioni
MUSICA Materiali d’archivio originali di AA.VV.
PARTECIPANTI Marcella Alberti, Gato Barbieri, Todd Barman, Filippo Bianchi, Stefano Bollani,
Antonio Ciacca, Franco D’Andrea, Lou Donaldson, Benny Golson, Steve Grossmann, Dave Holland,
Carlo Pagnotta, Amedeo Tommasi, Giovanni Tommaso, Cedar Walton, George Wein, e altri.
PRODUZIONE Bottega Bologna e Articolture, con il contributo di: Assessorato alla Cultura della
Regione Emilia-Romagna
DURATA 95 minuti
ANNO 2009
SINOSSI
Bologna si è trovata, tra gli anni Cinquanta e Settanta, a essere testimone di un vero e proprio movimento
culturale: l’arrivo in città dei Victory Disc, l’apertura del Disclub, negozio dedicato esclusivamente al jazz
d’importazione, la formazione delle prime band cittadine. Musicisti dapprima sconosciuti suonano fino a
notte fonda in cantine fumose, senza compensi se non la passione dell’esserci. Altri, divenuti ormai celebrità,
si muovono da oltreoceano, calcano le scene del Festival Internazionale del Jazz di Bologna e riempiono
i palasport, grazie a un ponte immaginario ma solidissimo costruito da impresari geniali e appassionati.
Estratti storici, scovati negli archivi centrali di Rai Teche e interviste inedite ai protagonisti di quegli anni
straordinari, raccontano una storia largamente condivisa ma spesso relegata al ricordo. Lo storico festival
inventato da Alberto Alberti, “my main man” oltreoceano, rivive nei numerosi filmati inediti di Cannonball
Adderley, Chet Baker, Gato Barbieri, Lou Bennett, Kenny Clarke, Ornette Coleman, Franco D’Andrea, Miles
Davis, Duke Ellington, Bill Evans, Stan Getz, Johnny Griffin, Keith Jarrett, Elvin Jones, Roland Kirk, Charles
Mingus, Oscar Peterson, Amedeo Tommasi, Giovanni Tommaso, Sarah Vaughan, Cedar Walton e altri ancora.
DICHIARAZIONE DEL REGISTA
“Un film è di per sé sempre la scoperta di un nuovo territorio, e in questo caso un’innegabile connessione
fra cinema - il suo vitale e disperato tentativo di fissare il momento che fugge inafferrabile - e il jazz - l’arte
dell’essere qui e ora per eccellenza, l’istantanea del momento, a tutti gli effetti una delle grandi arti del
Novecento. L’idea è di indagare e far rivivere come in una jam session pianificata l’età dell’oro del jazz moderno,
che ha avuto come culla una città, Bologna, la quale attraverso persone molto speciali è diventata testimone
di un movimento culturale e umano che per molti ha segnato un’epoca. Alla base c’è un mondo sommerso
di immagini d’archivio, alcune delle quali inedite e mai montate, tra i migliori concerti jazz ripresi dalle
telecamere della Rai e non solo, in un’evoluzione di luoghi e situazioni. Dunque il primo grande privilegio:
adattare un patrimonio audiovisivo alla storia che abbiamo deciso di raccontare”. (Germano Maccioni)
BIOFILMOGRAFIA
Germano Maccioni, nato a Bologna nel 1978, è attore e regista. Lavora in teatro e nel cinema, tra gli altri
con Giancarlo Cobelli, Kim Rossi Stuart, Giorgio Diritti, Tatti Sanguineti. Collabora con l’Istituto Luce e
la Cineteca di Bologna, è membro di Bottega Bologna. Il suo esordio nel documentario con Lo stato di
Eccezione nel 2007 (sul processo per la strage nazista di Monte Sole) ha vinto il premio speciale della
giuria al festival Libera Bizzarri, ed è stato presentato tra gli altri, a Venezia (Giornate degli autori), al
DocLisboa, al centro Yad Vashem in Israele, alle università di Berkeley e Santa Cruz.
LA FACCIA DELLA TERRA
REGIA Gianfranco Firriolo
SOGGETTO Gianfranco Firriolo
SCENEGGIATURA Vinicio Capossela
FOTOGRAFIA Gianfranco Firriolo
MONTAGGIO Gianfranco Firriolo, Fania de Risi, Massimo Salvucci
MUSICA Vinicio Capossela
PARTECIPANTI Vinicio Capossela e la sua band, Cameron Carpenter, Christopher Wonder, Joey
Burns e John Convertino – Calexico, i tram, le tv del motel, le rotaie, le finestre, i Side Show
VOCE NARRANTE Vinicio Capossela
PRODUZIONE La Cupa
DURATA 55 minuti
ANNO 2009
SINOSSI
Un viaggio fisico e interiore lungo le storie che fanno da contraltare alla scrittura e alla lavorazione del più
recente album inciso in studio da Vinicio Capossela, Da Solo. Un “film-racconto” che parte dall’ufficio di casa
del musicista a Milano, luogo di raccoglimento effettivo e metaforico che si affaccia sulla stazione centrale del
capoluogo lombardo: ci sono tanti binari, come nell’immaginario di Vinicio ci sono tante storie. La faccia della
terra va alla scoperta di stagioni scomparse, strumenti inconsistenti, personaggi fantastici e quotidiani, storie
di vita osservate durante un suo viaggio attraverso alcuni luoghi degli Stati Uniti per evocare suggestioni
che poi diventano canzoni, narrare incontri fortuiti e fatali, solitudini specchiate, tratte da un “diario filmico
on the road”. Il film offre uno spaccato inedito sull’universo artistico di Vinicio Capossela finendo per essere,
oltre che narrazione cinematografica, un occhio indiscreto che immortala quasi in prima persona il processo
creativo che si nasconde dietro ogni storia, dentro ogni canzone. Le immagini sono accompagnate dalla voce
narrante dello stesso Capossela, trasformando quindi la visione secondo l’intento del regista in un “reading
filmico” in cui musica, parole e immagini si fondono in un collage multistrato che sostiene le ali svolazzanti
della fantasia.
DICHIARAZIONE DEL REGISTA
“Conosco Vinicio dai tempi in cui Milano l’ha adottato, frequentavamo lo stesso bar. Nel 1995 il Caffè Cinaski
era un’oasi in cui rifugiarsi, specialmente il sabato sera, lontano dalla volgarità e dal chiasso dei locali del
centro. Ne La faccia della terra quello che vediamo è un Vinicio senza filtro, senza maschere… l’artista e le sue
ispirazioni. Mi ha confessato di non essersi quasi accorto mentre giravo… merito anche della tecnologia. E
attorno a Vinicio, insieme a Vinicio, c’erano gli altri attori, i luoghi, i paesaggi, le città, le strade, le stazioni, i
binari, i motel, le assurde tapezzerie e t, le stanze, i luna park, e tutti i luoghi che, come dice Wenders, ‘occorre
rispettare; chiedono tanto rispetto quanto ne accordiamo agli attori’.” (Gianfranco Firriolo)
BIOFILMOGRAFIA
Gianfranco Firriolo è nato a Milano nel 1970. Si forma alla Civica Scuola del Cinema di Milano, ma soprattutto
passando weekend insonni guardando i film di Fuori Orario su Rai 3. Dal 1997 cinematografa gli spazi e le città
del mondo per il TV Magazine “Nonsolomoda”, da qui il suo definirsi apolide. E’ dall’incontro, nel 2000, con il
movimento artistico milanese “Caravanserraglio” che nascono i primi progetti come regista di documentari
e clip musicali indipendenti. Nel 2007 comincia la collaborazione artistica con Vinicio Capossela, di cui firma
la regia del videoclip Il Gigante e Il Mago (Warner 2008) e il live dell’ultimo tour SoloShow Alive! (Warner
2009). Chiude la sua personale “trilogia” visiva sul mondo di Da Solo, con il film-racconto La faccia della
terra (Feltrinelli 2010), suo primo mediometraggio.
ADDIO DEL PASSATO
REGIA Marco Bellocchio
SOGGETTO e SCENEGGIATURA Marco Bellocchio
FOTOGRAFIA Pasquale Mari
MONTAGGIO Francesca Calvelli
MUSICA Giuseppe Verdi, alcune arie da La Traviata
PARTECIPANTI Eleonora Alberici, Daniela Pilla, Paola Quagliata, Corrado Ambiveri, Luigi Battistoni,
Giovanni Berretta, Corrado Casati, Valeria Ferri, Giovanni Gregnanin, Eugenia Ratti, Elena Rossi,
Antonio Salvadori, Carlo Torreggiani, Gianni Zucca, e tanti altri
PRODUZIONE Marco Bellocchio, Sergio Pelone, Comune di Piacenza.
DURATA 47 minuti
ANNO 2002
SINOSSI
Per il centenario della morte di Giuseppe Verdi, il comune di Piacenza ha voluto dare un proprio contributo
avendo il compositore vissuto anche in quella città (oltre a Parma). Non volendo fare un film storico, Marco
Bellocchio ha optato per una serie di duetti dalla Traviata, prediligendo i personaggi di Violetta e suo padre,
creando montaggi alternati tra vari e varie interpreti in varie sedi, tra cui il Circolo degli Amici della Lirica, il
Teatro comunale e la stanza di una giovane ragazza appassionata di Verdi che invece di ascoltare musica rock,
pop o punk impara a memoria le arie delle opere liriche sulle basi vocali di Maria Callas. Contemporaneamente
un professore di musica analizza le partiture della Traviata suonando alcuni passaggi al pianoforte, e nel
corso di numerose interviste si entra più profondamente nell’universo artistico verdiano e della sua eredità
raccolta dalle varie generazioni nella città emiliana.
E’ stato presentato alla 59° Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia nella sezione “Nuovi
Territori”.
DICHIARAZIONE DEL REGISTA
“La lirica è una forma d’arte tra quelle eterne della rappresentazione e dato che non ne sono nate altre nuove, è
ferma in uno splendido passato. Ci sono stati vari tentativi di rigenerarla e modernizzarla con sovrapposizioni
di regia anche bizzarre. Con Addio del passato ho voluto fare un documentario né convenzionale né banale:
esibizioni estemporanee creano una piccola storia della Traviata andando in diversi luoghi (teatro, ritrovi,
palazzi) per dare una ‘occhiata’ a Verdi attraverso alcuni duetti famosi interpretati da voci altrettanto famose.
La grandezza della sua musica va oltre il testo, essendo il linguaggio dell’opera spesso composto di parole
incomprensibili per chi non è melomane. Ho scelto La Traviata essendo anche l’opera più adatta per
avvicinare le giovani generazioni alla lirica: drammaturgicamente complessa è la più breve e la più moderna,
Verdi stesso l’aveva definita così, ‘brevità e fuoco’. Benché le tematiche sono terribilmente crudeli e di una
moralità ipocrita, è comunque espressione di una vitalità disperata della gioventù, dato che Violetta ha
pagato la sua scelta di vita con la morte. Non a caso ho inserito un brano della Traviata come colonna sonora
del finale dei Pugni in tasca.” (Marco Bellocchio)
BIOFILMOGRAFIA
Marco Bellocchio, nato nel 1939, vive e lavora a Roma. Ha esordito nel 1965 con I pugni in tasca, film che
anticipava le rivolte giovanili. Sempre con grande impegno civile e politico ha affrontato temi vari, passando
anche per adattamenti letterari, non dimenticando mai un’impronta di originalità nel linguaggio visivo. Tra
la lunga lista di titoli, ricordiamo Nel nome del padre (1972), Il principe di Homburg (1996), Buongiorno,
notte (2003, sul sequestro di Aldo Moro) e il recente Vincere (2009, splendida analisi storica della nascita del
fascismo in Italia).
Copie DVD ad uso didattico e gratuito destinate esclusivamente agli Istituti Italiani di Cultura nel mondo.
È vietato qualsiasi diverso utilizzo o proiezione pubblica.
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