Geografia in L2 tedesco: CLIL ante litteram Barbara Gramegna Istituto Comprensivo Bolzano 1 - Gries, Bolzano 1. Chi siamo? Siamo un istituto comprensivo della città di Bolzano, già Scuola media Archimede. La nostra scuola ha come lingua di insegnamento l’italiano. Il nostro bacino di utenza è prevalentemente il quartiere, di tipo direzionale a maggioranza linguistica italiana, come tutta la città di Bolzano, che vede oggi anche una rilevante presenza di alunni di altra madrelingua. La maggior parte degli alunni proviene da famiglie italofone con una elevata consapevolezza, interesse e partecipazione alla vita scolastica, con aspettative, per i propri figli, di prosecuzione degli studi. La scuola media ha sentito la necessità, visto il proprio bacino di utenza e grazie a particolare sensibilità e lungimiranza della sua preside dell’epoca1, di trovare nuove strade per la didattica della seconda lingua tedesco, secondo le famiglie ancora poco efficace. L’ammontare delle 6 ore settimanali di questa materia pareva, infatti nonostante la preparazione degli insegnanti e il loro continuo aggiornamento fornito dal Piano Annuale di Aggiornamento Provinciale, non rispondere all’esigenza del territorio di creare cittadini bilingui. Era necessario intervenire con delle innovazioni metodologiche. 2. Undici anni di sperimentazione Così, dal 1993, anno di introduzione della sperimentazione linguistica, ci troviamo oggi a tracciarne un bilancio e ad aderire appieno alle direttive europee in materia di insegnamento delle lingue; ricordiamo che già nel Libro Bianco del 1994 erano ben chiare. Quello che oggi pare scontato, è stato a 1 Prof.ssa Rosetta Infelise Fronza. BARBARA GRAMEGNA quell’epoca, sudato e sofferto. Si vedeva nella nostra proposta addirittura la violazione di un articolo dello Statuto di Autonomia che sancisce l’obbligatorietà della scuola di offrire allo studente un insegnamento delle discipline nella sua madrelingua, eccettuate le previste 6 ore di seconda lingua, anch’esse peraltro obbligatorie. La nostra idea però, era proprio quella di scegliere una disciplina, o meglio, dei contenuti disciplinari veicolabili dalla lingua tedesca. Il destino della sperimentazione è stato così strettamente legato a riunioni, discussioni, mozioni della Giunta Provinciale, che ravvedeva nelle due ore di geografia, prescelte per la sperimentazione, un evidente contrasto con l’articolo di cui sopra. Sebbene avvalorata da pareri di linguisti ed esperti internazionali, chiamati ripetutamente a dire la loro in merito, non era cosa accettabile. Gli eventi superano però spesso la nostra capacità di elaborazione e quindi, pur aborrendo termini quali immersione linguistica e preferendo la dizione di “erweiterter Deutschunterricht”, definizione inattaccabile e sicuramente non lesiva di alcun diritto. Le iscrizioni erano volontarie e costituivano già 2 classi prime, il placet della Provincia non era ancora arrivato. Ciononostante circa 50 bambini cominciarono quest’avventura e con loro genitori e un’insegnante, anche volontaria. Le ore di insegnamento della L2 diventarono così 8 alla settimana e l’insegnante di tedesco diventava anche insegnante di geografia. Oggi tutta la nostra scuola prevede un curricolo di 8 ore di L2 di cui 2 di geografia: le classi sono ora 16, per un totale di più di 300 alunni! 3. La fase iniziale 3.1 Perché intraprendere un nuovo percorso? La critica mossa alla scuola da parte delle famiglie era, oltre a quella di non formare alunni effettivamente bilingui, soprattutto quella di essere rimasta ancorata ad un metodo troppo poco comunicativo e che quindi inibisse decisamente l’atteggiamento, anche futuro, dei propri figli nei confronti della seconda lingua. Certo, a fronte di qualcosa come più di un migliaio di ore di lezione a cui l’alunno italofono risultava essere stato sottoposto dalle scuole elementari alle medie, i risultati non erano confortanti; pensiamo che negli anni ’70 moltissimi bambini non erano in grado di presentarsi in seconda lingua… neanche alla fine del ciclo della scuola dell’obbligo! Il percorso/battaglia che la scuola in lingua italiana doveva intraprendere era in direzione di un accrescimento della motivazione e di un miglioramento della quantità e qualità del parlato, non consideriamo per il momento la produzione scritta perché è proprio con la prevalenza di questa che si era riusciti a rendere la seconda lingua viva quanto il greco antico! Così con queste poche 318 GEOGRAFIA IN L2 TEDESCO: CLIL ANTE LITTERAM ma certe chiarezze, grazie all’aiuto dell’Università di Berlino2, dell’Istituto Europeo per l’Immersione Linguistica di Vaasa3 (Finlandia) e successivamente di formatori ed esperti4 che si sono occupati di curare la scientificità, monitorare la qualità e garantire la validità del processo, si sono mossi i primi passi. 3.2. Perché la Geografia? Tra le discipline possibili (Storia, Ed. Fisica, Ed. Civica, Ed. Artistica ecc. oggetto di sperimentazioni in altre realtà bilingui) si è giunti alla scelta della Geografia di tipo prevalentemente antropico per diverse ragioni. La geografia rappresenta, per sua natura, un ambito già parte di un vissuto dell’alunno (il proprio quartiere, la propria città, i viaggi, gli ambienti, ecc.), ideale base di partenza per passare da un linguaggio quotidiano ad una microlingua, per poter praticare una didattica esperienziale, per utilizzare diversi strumenti visivi (cartine, strumenti di misurazioni, uscite sul territorio, ecc.) e sfruttare appunto quello che una zona bilingue già offre in termini linguistici. Le insegnanti di seconda lingua, tutte comunque bilingui, avevano all’interno dei loro percorsi universitari anche esami di geografia, ciò ne garantiva una discreta competenza. Le cattedre di lettere e matematica sono state modificate per consentire lo svolgimento della geografia in tedesco. Le due ore che la L1 avrebbe, per così dire “ceduto”, si sarebbero dovute riassorbire. Si è perciò dovuto pensare anche a non perdere preziose professionalità. L’insegnante di lettere ha così condiviso una nuova esperienza con gli insegnanti di matematica, attuando una compresenza su una nuova materia: educazione ambientale. In questo modo si è riuscito a creare un clima di collaborazione trasversale, fra L1 ed L2, ma anche fra L2 e matematica, dovendosi tutti e tre gli insegnanti confrontare sulla scelta di argomenti, programmazione, fattibilità di percorsi alternativi, utilizzo di linguaggio specifico, ecc. Senza averlo come obiettivo primario, per poter favorire un percorso in L2, si è introdotta una materia all’avanguardia con il gradimento di alunni e genitori. 4. L’importanza della comunicazione In questi anni è stato indispensabile affrontare l’esposizione più totale all’opinione pubblica, all’interesse dei mass-media locali e a tutto ciò che 2 Nella persona del prof. Bernd Kielhöfer. Nella persona del Prof. Christer Laurèn. 4 Esperti quali il Prof. Martin Dodman. 3 319 BARBARA GRAMEGNA normalmente non tocca la scuola, se non in eccezionali casi di cronaca nera! Ai docenti abituati a lavorare nell’ombra, senza che mai nessuno si sia interessato a loro, si è chiesto di sviluppare capacità relazionali per loro non così scontate. La comunicazione continua, ma calibrata, su organi di stampa, radio e televisione per chiarire, per informare, per pubblicizzare eventi connessi all’evolversi delle cose (convegni, corsi d’aggiornamento, tavole rotonde, presentazione di libri…) ha fatto parte della strategia di tenere elevato l’interesse sul tema “apprendimento linguistico” e di contribuire a “convertire” ogni giorno qualcuno in più. Questo ha prodotto, nel tempo, anche la mobilitazione dei genitori per chiedere l’inserimento della L2 già nella scuola materna 5. Formazione 5.1. Famiglie Uno dei primi problemi prospettatosi è stato quello della formazione, non solo dei docenti, ma anche delle famiglie. Pur partendo da una richiesta pressante delle stesse per un rinnovamento delle metodologie didattiche della seconda lingua, è stato necessario informarle e formarle, per una migliore comprensione delle modalità di svolgimento della sperimentazione e per avere il loro appoggio. Sebbene le famiglie vedessero che i risultati nell’apprendimento della seconda lingua fossero ancora insoddisfacenti, ovvero non potessero riscontrare un effettivo bilinguismo sociale dei propri figli, (che comunque non si è a tutt’oggi riuscito ancora a realizzare, per motivi di ordine non didattico) erano comunque scettiche sulla scelta di tipo immersivo. Si sono perciò organizzate serate informative, stampati opuscoli-decalogo, è stata fornita una consulenza in itinere, si sono organizzati aggiornamenti per i genitori, in quegli anni è sorta l’Associazione Genitori per il Bilinguismo che è tutt’oggi attiva, si è fondato il Laboratorio Didattico per l’Immersione Linguistica, associazione culturale per la formazione e per la produzione di materiali didattici. La scuola ha funto da centro di ricerca, da redazione, da agenzia di educazione permanente, sconvolgendo il sonnolento tran-tran di tutti i suoi attori, compreso il personale di segreteria e di servizio, che si è visto travolgere anche da nuovi compiti e diversi tipi di impegno. 5.2. Docenti Per i docenti di L2, poi, che hanno dovuto, comunque, ricevere una ulteriore formazione nella didattica della geografia, cosa per la quale è stata preziosa 320 GEOGRAFIA IN L2 TEDESCO: CLIL ANTE LITTERAM la collaborazione con alcune “bilinguale Schulen” in Germania5, sono state favorite visite a scuole in immersione in Finlandia, Catalogna, Alsazia e partecipazione a convegni all’estero, per superare insicurezze, acquisire nuova mentalità, condividere con altri colleghi le stesse perplessità. Questo periodo di fervidi contatti con l’estero ha modificato l’ottica e l’approccio degli scettici, ha dato conforto agli entusiasti e ha cominciato a toccare anche coloro che non si sentivano coinvolti, pensiamo nella fattispecie ai colleghi di discipline non linguistiche. È stata introdotta la figura di un tutor per gli insegnanti di nuova nomina nella scuola ed un periodo di addestramento per conoscere il territorio (molti docenti di lettere provenivano da zone diverse d’Italia e non solo non erano a conoscenza della peculiarità locale, ma proprio non si orientavano nella città, cosa che non era per noi irrilevante, visti i percorsi didattici che dovevano comunque essere supportati anche dall’insegnante di lettere). Numerosi collegi docenti sono stati impostati per creare in tutti gli insegnanti un atteggiamento collaborativo nei confronti di quello che ad oggi rimane un asse portante del piano dell’offerta formativa della scuola, ovvero quello di una educazione plurilingue per “sentirsi a casa in più lingue”. 6. Contenuti Esempio di un programma di Geografia in L2 effettivamente svolto: Classe prima Einstieg in die Orientierung Was lernt man in Erdkunde? Von der Sonne zur Orientierung Orientierung mit der Sonne, mit dem Kompass, mit der Uhr, mit dem Polarstern Orientierung im Gelände, im Wohnort Landkarten (Massstab, Legende, Isoypsen, Landkartenarten…) Orientierung mit Landkarten Orientierung in Italien Italien physisch (Alpen, Apennin und Vulkane; Flüsse und Seen) Italien politisch (Regionen und Städte) Bevölkerung Klimaregionen Classe seconda Orientierung in Europa Europa politisch Die Europäische Gemeinschaft Die Staaten Europas und die Hauptstädte Sprachen, Religionen, Bevölkerungsdichte 5 Nella persona del Prof. Hans Krechel dell’Università di Bonn dove è attiva presso Romanistica una specializzazione in didattica bilinguale, per le scuole bilinguali della Germania. 321 BARBARA GRAMEGNA Europa physisch Inseln und Halbinseln Gebirge Pflanzenkleid Europas Klimazonen Die Flüsse Von der Quelle bis zur Mündung Der Rhein/die Donau/… Einige Europaländer im Detail Classe terza Orientierung in der Welt Erdteile Inseln und Inselgruppen Weltmeere Weltflüsse Gebirgsketten Weltlandschaften Nordamerika Die englische Eroberung Lage Physische und klimatische Merkmale Landschaften Die USA: die Indianervolksstämme, Geronimo und seine Geschichte Wirtschaft (die Farms, intensive und extensive Landwirtschaft) Mittelamerika Lage Wirtschaft (die Plantagen) Der Panamakanal Südamerika Klima Landschaften Der Regenwald-Amazonien Die Länder Die Kinderrechte in Kolumbien Strassenkinder Der Bevölkerungswachstum-Die Bevölkerungspyramide Brasilien Afrika Lage Klima Landschaften Nordafrika Die Wüsten der Welt Die Sahara Eine Oase Das Leben der Tuareg 322 GEOGRAFIA IN L2 TEDESCO: CLIL ANTE LITTERAM Südafrika Die holländische Eroberung Die Apartheid Asien Lage Landschaften : die Gobiwüste Indien: Religionen in Zusammenleben China: Geburtskontrolle Australien Lage und physische Merkmale Arktis Die Inuits Come si può notare alcuni argomenti sono assolutamente riutilizzabili, per altri scopi, nella lezione di L2; questo è naturalmente meno facilmente realizzabile qualora la cattedra di L2 venga divisa tra due persone. 7. Valutazione degli alunni L’insegnante di L2, abituato a tenere conto di obiettivi precipuamente linguistici, ha dovuto cambiare modalità di accertamento e di valutazione dei progressi fatti. È stato subito chiaro che gli alunni avevano percepito la geografia con tutta la sua dignità di materia e non sarebbe comunque stato possibile adottare criteri analoghi a quelli utilizzati nelle ore prevalentemente linguistiche. L’enfasi posta sulla concettualizzazione di input ricevuti in seconda lingua e quindi sulle abilità cognitive in quella disciplina ha posto il problema di una strutturazione calibrata delle verifiche e di una correzione che puntasse più propriamente sull’aspetto cognitivo che su quello limitativamente linguistico. È ovvio che una competenza linguistica troppo bassa pregiudica l’acquisizione di un concetto, ma è anche vero che la molla di una motivazione di tipo cognitivo, disgiunta da un immediato apprendimento linguistico, ha incoraggiato alunni normalmente definiti “poco portati per le lingue” e ha potuto avvantaggiare le intelligenze logico-matematiche e quelle spaziali, spesso poco a loro agio nella lezione di lingua. Questo ha indotto degli alunni, demoralizzati dai risultati in L2, a trovare nella geografia una sorta di riscatto, ha portato l’insegnante di L2 a conoscere meglio gli stili di apprendimento dei propri alunni e a fungere, all’interno del consiglio di classe, da elemento equilibratore in sede di valutazione globale. 8. Materiali Per tornare al concetto di informazione, abbiamo concepito delle pubblicazioni contenenti interessanti interventi di tipo teorico per riflettere ed ap323 BARBARA GRAMEGNA profondire la tematica dell’educazione bilingue (Gramegna, 1997; Gramegna, Infelise Fronza, 1999; Gramegna, 2000), dotandone tutto il collegio docenti e man mano tutti i nuovi docenti. Abbiamo raccolto tutto ciò che in questi anni ha riguardato la sperimentazione, compresi interi volumi di sola “Rassegna stampa”. Non potendo poi chiaramente avvalerci di materiale didattico concepito per le scuole in lingua tedesca è stato necessario adattare dei materiali già esistenti in provincia di Bolzano, questo per il primo periodo. Poi si è dovuto seriamente concepire, ex novo, qualcosa che fosse autentico, ma che soddisfacesse la necessità di un graduale progresso cognitivo nella disciplina, e l’utilizzo di una lingua, non veramente semplificata ma pensata per alunni prevalentemente italofoni, di cui ben si conoscevano le difficoltà. Sono così nati i materiali di supporto per l’insegnante. Da un gruppo di lavoro sono state perciò elaborati tre fascicoli per gli insegnanti di L2 geografia (Sprachwanderungen) per ogni classe della scuola media, intendendo dare così un supporto metodologico anche ai nuovi docenti. 9. Chi non sempre ci ha amato… ci ha comunque seguito Di questa sperimentazione si è parlato tanto e qualche volta anche negativamente, ma solo due anni dopo, nell’anno scolastico 1995-1996, gli studenti della nostra scuola media erano diventati 158, quelli coinvolti in programmi sperimentali riguardanti la seconda lingua in altre scuole erano complessivamente 758 (15 classi della scuola elementare e 14 della scuola media distribuite in città ed in provincia)!! Questi numeri hanno parlato chiaro e non potevano più non costituire un elemento di riflessione per tutti, tenendo in considerazione che il criterio è stato quello di soddisfare la richiesta delle famiglie e quindi rispondere a un’esigenza dell’utenza e ad una volontaria iscrizione a queste classi. Oggi a Bolzano e provincia non si parla più di geografia in L2, fatto attestato e acclarato in molte scuole, ma di scuola trilingue e di CLIL. Abbandonate le perplessità si applica lo stesso principio all’insegnamento della L3 inglese, sino dalla prima elementare! 10. Critica e autocritica Come in ogni processo innovativo che ha necessitato di coraggio le critiche non si sono lesinate, provenienti da più parti e primariamente da quelle meno deputate a muoverle, spesso poco opportune e ancor più spesso poco costruttive, ma comunque sempre prese in considerazione per poter operare dei correttivi o ripensare delle procedure. La scuola è stata sottopposta an- 324 GEOGRAFIA IN L2 TEDESCO: CLIL ANTE LITTERAM nualmente a verifiche e valutazioni esterne6 nonché attraverso studi per tesi di laurea, cosa che spesso è risultata utile per quantificare o esplicitare scientificamente quello che per noi era solo una sensazione. Questo ha portato ad una costante autocritica e ad un atteggiamento ancor oggi presente nel corpo docente, ovvero di una attenta valutazione, nella scelta dei temi o nelle modalità di valutazione su quali siano i punti di forza o di debolezza dell’attuale impianto. Un aspetto per esempio che ci è stato chiaro fin dall’inizio è stato quello dell’aumento della motivazione nello studio in seconda lingua, del miglioramento della percezione dell’altro gruppo linguistico, del fatto che gli alunni abbiano notevolmente cambiato l’atteggiamento globale nei confronti delle lingue in genere, della disinvoltura nel passare da una lingua all’altra, della aumentata voglia di comunicare nella seconda lingua anche per questioni non didattiche. Un limite che abbiamo riscontrato permanere anche dopo undici anni è quello del raggiungimento, da parte degli studenti di una sorta di “stato di stallo nell’apprendimento” ovvero quello di accontentarsi dei risultati raggiunti e non vedere la necessità di un miglioramento dell’aspetto formale, del non ricercare formulazioni più complesse, ecc. È stato perfettamente raggiunto lo scopo di incentivare l’aspetto comunicativo, che era uno degli obiettivi prefissati, ed è stato anche soddisfatto il principio per il quale un cervello abituato all’uso indistinto di due lingue sviluppi anche strategie per risolvere eventuali carenze sul piano lessicale o strutturale, per favorire un pensiero divergente e creativo. Solo gli alunni più dotati però hanno poi compiuto il grande salto qualitativo nella ricerca di una maggiore correttezza della propria seconda lingua. Un altro punto morto è rappresentato dalla prosecuzione dello stesso tipo di metodologia alle scuole superiori. Si renderebbe necessario, per coerenza del sistema e per uno sviluppo cognitivo uniforme degli alunni, che anche la scuola superiore offrisse un percorso analogo. Per ora questo si è verificato con due classi del Liceo Classico di Bolzano che ha avviato una sezione sperimentale in tipico ambiente CLIL, ma questo però soltanto dall’anno scorso. Un altro aspetto che deve essere sicuramente oggetto degli sforzi futuri sarà quello di cercare un ponte tra il bilinguismo cognitivo che molti studenti di questi percorsi riescono a raggiungere, ed un maggiore e migliore bilinguismo sociale. Ancora, si è constatato come non sia necessariamente valido il discorso della quantità di esposizione alla lingua. Quello che è un incremento quantitativo in termini di ore non rappresenta sempre un effettivo plusvalore. La “quantità” di lingua accumulata a scuola non corrisponde ad una sua analoga spendibilità in situazioni extrascolastiche. Solo questo, infatti, consentirebbe di attivare una 6 La Sovrintendenza scolastica; la Commissione Provinciale per l’Insegnamento Veicolare della Seconda Lingua diretta dal Prof. Renzo Titone; l’Istituto Europeo per l’Immersione Linguistica, tutor della scuola Prof. Martin Dodman. 325 BARBARA GRAMEGNA maggiore motivazione intrinseca e una predisposizione affettiva diversa anche rispetto all’altro gruppo linguistico. Ricordiamoci che nel nostro caso stiamo ragionando, oltre che in termini di CLIL, anche in termini di L2 quale veicolo di un’altra faccia della società in cui gli alunni italiani vivono quasi inconsapevolmente. Ma sappiamo anche che le vere rivoluzioni sono lente e continue e queste saranno rappresentate dallo sviluppo di nuove attitudini di approccio e di studio delle lingue comunitarie da parte degli alunni stranieri che pongono ai nostri alunni la sfida che la nostra L2 è spesso per loro già L4! Ad maiora! Riferimenti Bibliografici GRAMEGNA B. (a cura di), Porta Aperta/Die offene Tür, Bolzano, Scuola Media-Mittelschule Archimede, 1997. GRAMEGNA B., INFELISE FRONZA R. (a cura di), La curiosità linguistica/Die Sprachneugierde, Bolzano, Frasnelli Keitsch Editrice, 1999. GRAMEGNA B. (a cura di), Bambini bilingui… non è un sogno/Zweisprachige Kinder… vomTraum zum Alltag), Bolzano, Frasnelli Keitsch Editrice, 2000. 326