Gli studi sull'adolescenza si sono sviluppati in Europa
e negli Stati Uniti dagli inizi del Novecento, a
riprova del fatto che questo è un periodo di
transizione caratterizzato da cambiamenti fisici,
intellettivi, affettivi e sociali molto significativi.
Sono, inoltre, fondamentali la conquista dell'identità
personale e i cambiamenti nelle modalità attraverso
le quali si dispiegano i processi cognitivi e nel
rapporto con la famiglia e i coetanei.
LA TRANSIZIONE ADOLESCENZIALE
L'adolescenza è quel periodo di transizione tra l'infanzia e l'età adulta
e corrisponde ad un arco di tempo piuttosto ampio:

nelle femmine inizia tra i 10 e i 12 anni

nei maschi comincia tra gli 11 e i 13 anni
In entrambi i sessi finisce verso i 18 anni.
Pubertà vs. Adolescenza


La pubertà (processo fisico) è un fenomeno che segna il
passaggio dalla condizione fisiologica del bambino a quella
dell'adulto
L'adolescenza (processo psicologico) è invece il passaggio
dallo status sociale di bambino a quello di adulto e può
variare da una civiltà all'altra
Adolescenza vs. Preadolescenza


Nella preadolescenza vengono affrontati problemi nuovi che
possono essere legati alla crescita fisica, all'identità corporea
e alla definizione sessuale
Nell'adolescenza avviene invece la definizione della propria
identità, dei propri valori e delle proprie scelte
Il padre fondatore della ricerca scientifica sull'adolescenza è Hall.
Secondo lui si tratta di una fase turbolenta e problematica, poiché
connessa ai cambiamenti biologici.
Al suo pensiero si contrappone quello dell'antropologa Margaret
Mead, la quale ha mostrato come i cambiamenti adolescenziali
siano un “prodotto” culturale molto importante.
Studiò, infatti, i giovani delle isole Samoa (Oceano Pacifico), dove
la cultura è molto diversa da quella occidentale, e riportò le sue
scoperte nel saggio “L'adolescenza in una società primitiva”: i
samoani ricevono sin da piccoli un'educazione alla sessualità e
alle relazioni sociali e di gruppo, che gli consente un passaggio
alla vita adulta non contrassegnato da conflitti e disagi.
Possiamo, quindi, dire che l'età adolescenziale è influenzata da
fattori biologici, psicologici, culturali e sociali.
I “COMPITI DI SVILUPPO”
L'adolescente deve affrontare varie “sfide”, denominate da
Havighurst “compiti di sviluppo”, che possono riguardare:

Sviluppo corporeo

Maturazione sessuale

Sviluppo del pensiero operativo formale

Integrazione in un gruppo di coetanei

Preparazione ad un'attività lavorativa
CAMBIAMENTI SOMATICI: LA PUBERTÀ
Ci sono tre fasi che caratterizzano i cambiamenti somatici nell'adolescenza: la fase
prepuberale, la pubertà e la fase postpuberale e della tarda adolescenza.



Nella fase prepuberale (1 o 2 anni prima della pubertà) iniziano a manifestarsi
alcune lievi modificazioni corporee caratterizzate da un arrotondamento delle
forme e da un leggero aumento di peso
Nella pubertà le modificazioni osservabili si possono dividere in due categorie:

la prima si riferisce allo “scatto di crescita”, cioè un rapido e improvviso
aumento di altezza e peso

la seconda riguarda la piena maturazione dei caratteri sessuali: nella femmina
si sviluppa il seno, si arrotondano i fianchi e compare il primo ciclo
mestruale (menarca); nei maschi cresce la barba e cambia la voce
Nella fase postpuberale e della tarda adolescenza i mutamenti sono meno
evidenti e completano diffusione della peluria, lo sviluppo dei tessuti
sottocutanei e lo stabilizzarsi della forza muscolare
EFFETTI DEI CAMBIAMENTI
CORPOREI
Le trasformazioni fisiche rischiano di
mettere alla prova le capacità di
adattamento dell'adolescente, perchè
introducono in problema del confronto con
i coetanei.
Quando queste avvengono in un periodo che
si discosta da quello della media possono
causare problemi di vario tipo: tanto nei
ragazzi quanto nelle ragazze possono
svilupparsi problemi di depressione,
disturbi alimentari e disturbi dell'autostima
(problemi di internalizzazione) o
comportamenti devianti e antisociali
(problemi di esternalizzazione).
SVILUPPO DELLE PULSIONI
LIBIDICHE
Secondo il padre della psicoanalisi l'adolescenza coincide con
l'abbandono delle pulsioni di tipo pregenitale a favore delle
pulsioni sessuali di tipo genitale.
Il pericolo di perdita del controllo pulsionale richiede all'intero
sistema di difesa dell'Io di intervenire per controllare le
spinte libidiche; l'adolescente deve imparare a controllare
tali pulsione e, dal momento in cui ci riuscirà, avrà
raggiunto una fase di sessualità matura e genitale,
caratterizzata dalla subordinazione delle pulsioni al primato
di affettività e oblatività (disponibilità ad aiutare in modo
gratuito gli altri).
Altri atteggiamenti giovanili sono l'ascetismo e
l'intellettualizzazione:


L'ascetismo (processo difensivo) è caratterizzato dalla
rinuncia ad ogni piacere dei sensi per dedicarsi a più alti
ideali religiosi e morali (negazione completa dei desideri
sessuali accompagnata da una diffidenza verso tutte le spinte
istintuali, compresa quella ad alimentarsi)
L'intellettualizzazione è lo spostamento degli affetti dagli
oggetti di amore e odio alle discussioni intellettuali, in modo
da poter controllare il conflitto psichico
IDENTITÀ ADOLESCENZIALE
L'identità personale ha due principali aspetti, che
non sempre coincidono:


l'idea che un individuo ha di se stesso (ciò che
“pensa” di essere), chiamato senso di indentità
ciò che l'individuo è realmente
Nell'adolescenza i ragazzi si impegnano nella
ricerca di esperienze e situazioni nelle quali
mettersi alla prova; si sviluppa così un'idea di
“sè cercata” e una di “sè riflessa”:


l'idea di “sè cercata” è lo sviluppo dell'interesse
per la vita di relazione e le amicizie
nell'idea di “sè riflessa” l'impegno attivo si
coniuga con la ricerca di una coerenza nella
quale si intrecciano le diverse esperienze
IL MODELLO DI ERIKSON
Il pensiero di Erikson è basato
sul concetto di crisi di
identità.
Egli introduce l'idea che la
ricerca dell'identità si
manifesta pienamente
nell'adolescenza e propone
uno schema evolutivo
caratterizzato da otto stadi, a
cui corrispondono crisi
psicosociali che, se superate,
rappresentano un passo
avanti verso la maturità
psicologica.
STATI DI IDENTITÀ
Il modello di Erikson è stato articolato grazie agli studi svolti da Marcia, che ha
definito quattro principali stati di identità (“diffusione”, “esclusione”, “moratoria”
e “raggiungimento dell'identità”).
Nella vita dell'adolescente cominciano a comparire le prime “esperienze” di tipo
affettivo, relazionale o lavorativo che possono essere affrontate con maggiore o
minore “impegno”.
Marcia assegna un ruolo importante agli “impegni” perchè questi sono legati agli esiti
finali dello sviluppo; ogni tipo di “impegno” si concretizza in uno “stato di
identità”:




identità realizzata → esito di un'esperienza positiva associata ad un valido impegno
blocchi di identità → pressione verso impegni seri così da non consentire la libera
sperimentazione
diffusione di identità → confusione, esplorazione incerta e poco impegno
moratoria dell'identità → prolungamento della fase esplorativa e valutativa, non
riuscendo così ad arrivare ad una conclusione
Altri studi furono svolti da Berznonsky, il quale sottolineava
l'importanza dei meccanismi socio-cognitivi che gli
adolescenti usano nel processo di costruzione e
ricostruzione dell'identità.
Esistono tre processi o stili associabili agli stadi di identità di
Marcia:



stile normativo: interiorizzazione dei valori, delle credenze e
ricerca del sostegno sociale
stile informativo: autoriflessività, introspezione, capacità di
esplorazione, prontezza nel cogliere le informazioni e
capacità di mettersi in discussione
stile diffuso/evitante: rimandare le scelte, evitare i conflitti;
questo stile comporterà dell'adolescente strategie decisionali
disadattate e scarsa consapevolezza di se stesso.
PENSIERO OPERATORIO FORMALE
Oltre ai cambiamenti fisici e psicologici,
l'adolescente vive profonde trasformazioni
nello sviluppo delle funzioni cognitive,
legate alla comparsa del pensiero
operatorio formale (che implica un deciso
ampliamento dell'intelligenza).
Piaget è stato il primo a capire che in questa
età si pensa in termini di possibilità anziché
di semplice realtà concreta, combinando
sperimentazione e riflessione logica.


Si tratta di un pensiero ipotetico-deduttivo,
cioè che ragiona non solo su situazioni reali
ma anche immaginate e che da determinate
ipotesi sa trarre conseguenze collegando
proposizioni diverse.
Collegata a questo tipo di pensiero vi è
l'analisi combinatoria, ovvero la capacità di
analizzare le singole variabili e le loro


L'adolescente riesce a calare i dati concreti nelle
proposizioni e a stabilire connessioni logiche tra di esse,
caratterizzate da implicazione, congiunzione, identità e
disgiunzione.
Tali abilità esercitano una certa influenza sullo sviluppo
dell'autoconsapevolezza e della percezione di sé.
L'adolescente sottopone ad una critica serrata tanto le proprie
opinioni quanto quelle altrui, favorendo l'introspezione e la
coscienza di sé.

Inoltre, poiché diventano più capaci di concepire contenuti
astratti e situazioni ipotetiche, riflettono sul modo in cui gli
altri li percepiscono, esercitandosi ad adottare la prospettiva
altrui; il bambino si concentra su oggetti, persone e mondo
concreto, mentre l'adolescente pensa il mondo fisico e
sociale.
CRITICHE ALLA TEORIA DI PIAGET



I neopiagetiani, tuttavia, hanno dimostrato che le prestazioni cognitive degli
adolescenti variano in base diversi contenuti, come le conoscenze pregresse,
la modalità di presentazione del compito e le prospettive proprie e degli
altri.
Anche i postpiagetiani hanno sottolineato che gli adolescenti, così come i
bambini più piccoli, trovano più facilmente una soluzione ai quesiti se
hanno la possibilità di discuterne; ciò dimostrerebbe che il confronto
promuove una più efficace elaborazione mentale.
Altre ricerche, invece, ritengono che il ragionamento logico non sia centrale
nel funzionamento mentale dell'adolescente, in quanto privilegia l'aspetto
astratto e formale del ragionamento, sottovalutando sia gli schemi
inferienziali diversi da quelli logici sia le regole del pensiero comune.
A seguito di sperimentazioni di vario tipo, queste ricerche considerano le
strategie del pensiero formale secondo Piaget inadatte a comprendere
appieno le modalità in cui si articola lo sviluppo mentale dell'adolescente,
perchè non prendono in considerazione il contenuto, la familiarità con il
compito e l'esperienza del soggetto.
LO SVILUPPO MORALE
DELL'ADOLESCENTE
Secondo Erikson in questa fase
l'individuo impara a concepire il
bene universale in termini
ideologici, ovvero allarga il
proprio sviluppo morale grazie
alla conquista del pensiero
operatorio formale.
Il ragionamento morale può
utilizzare gli stessi strumenti del
pensiero formale ed è sostenuto
dai progressi conseguiti nel
processo di formazione
dell'identità.
Secondo il pensiero di Kohleberg:


nella preadolescenza la morale raggiunge il
livello convenzionale, nel quale conta
soprattutto il rispetto per le norme
socialmente approvate e non le consegue
immediate dell'azione del singolo
nell'adolescenza, ma non tutti ci riescono, si
raggiunge il livello postconvenzionale, in
cui le leggi morali vanno rispettate, ma dato
che sono create dall'uomo possono essere
modificate per garantire diritti individuali e
collettivi
Gli stadi più elevati (tra cui quello
postconvenzionale) possono essere raggiunti
solo da chi ha pienamente conseguito il
pensiero operatorio formale, ma non si
esclude che persone con un alto livello
cognitivo si trovino ad un basso livello
morale.
Kohleberg considera lo sviluppo cognitivo del soggetto ma non
le influenze sociali e culturali, mentre nelle ricerche che si
concentrano anche gli altri due fattori emerge che sono
determinanti lo status socioeconomico, i valori prevalenti
nella cultura di appartenenza e lo stile familiare.
Circa il rapporto tra giudizio e azione morale ritiene che essi
siano connessi, poiché non si possono seguire principi morali
senza capirli o credere in essi; alcune ricerche hanno
dimostrato che ragazzi capaci di assumersi responsabilità in
attività che implicano il perseguimento di valori raggiungono
il livello postconvenzionale, mentre quelli disinteressati a
iniziative politiche e sociali restano al livello convenzionale.
Diversi studiosi hanno confermato la presenza, in giovani
delinquenti, di forme di ragionamento morale più immature,
rispetto a coetanei della stessa classe sociale e dello stesso
livello intellettivo.
CRITICHE ALLO SVILUPPO STADIALE
Non tutti sono d'accordo con la concezione stadiale dello sviluppo morale e, in
particolare, Bandura ritiene che tale visione attribuisce poca importanza al
comportamento sociale, sottolineando come persone dotate di forme di
ragionamento elevate usino meccanismi di controllo interno che possono attivare o
disattivare il comportamento morale.
Negli adolescenti la pressione dei coetanei e dei mass media può influenzare
fortemente l'adozione di meccanismi di disimpegno sociale, che si esprimono
diversamente nei maschi e nelle femmine:

le ragazze adottano soprattutto meccanismi di giustificazione morale

i ragazzi prediligono la deresponsabilizzazione morale
Anche la famiglia svolge un ruolo determinante circa l'interiorizzazione delle norme
e l'assunzione di responsabilità attraverso le tecniche educative adottate dai
genitori.
Generalmente uno stile educativo fondato sia su tecniche induttive che prestano
attenzione alle conseguenze delle azioni educative sugli altri, sia sulla tendenza a
fornire spiegazioni, usare il ragionamento e la persuasione invece delle punizioni
facilita l'interiorizzazione morale e la comprensione delle esigenze altrui.
FAMIGLIA E GRUPPO DEI PARI IN
ADOLESCENZA
I giovani, al contrario di quanto si
pensa normalmente, restano ancora
molto legati ai genitori, tanto da
chiedere loro consiglio in casi di
decisioni importanti (scelte
scolastiche e professionali,
orientamenti di vita futura e
protezione in caso di stress e
disagio); mentre il gruppo dei pari
influisce soprattutto su scelte di vita
quotidiane (come il tempo libero,
l'abbigliamento, ecc.).
RELAZIONI FAMILIARI
L'adolescenza rappresenta un momento critico per tutta la famiglia, la quale deve saper
integrare le esigenze di autonomia e indipendenza dei figli con la coesione degli
affetti e la negoziazione di nuove regole.
Secondo l'approccio sistemico agiscono in questa età due importanti processi:


l'individualizzazione dell'adolescente, che tende a rendersi autonomo dai legami
familiari
la differenziazione dell'organizzazione familiare, da cui dipende il maggior o minor
grado di flessibilità nel concedere l'indipendenza
↓
Nella prima adolescenza, con l'insorgere del desiderio di esplorazione del ragazzo, la
famiglia può reagire aumentando il controllo per proteggere il figlio, finendo però col
causare reazioni di distanza e ribellione.
Nell'attuale società occidentale, tuttavia, esiste il fenomeno del
“prolungamento dell'adolescenza” (late adolescence), in cui il
giovane adulto resta in famiglia grazie alla positiva negoziazione
dei rapporti in età adolescenziale.
Lo stile con cui i genitori entrano in contatto con i figli è
determinante nello sviluppo di competenze sociali e dell'identità;
le ricerche di Baumrind hanno rilevato quattro tendenze:

genitori che adottano uno stile autorevole fondato su
comprensione di richieste e sostegno

genitori “autoritari”

genitori “permissivi”

genitori “rifiutanti”
Nel primo caso, a differenza degli altri, i figli appaiono più
competenti, capaci di monitorare le proprie emozioni e meno
soggetti alla devianza.
Lo stile genitoriale influenza anche la formazione dell'identità;
dalla ricerca di Cospes emergono tre stili:



il genitore “relazionato”, che ha come obiettivo la crescita
autonoma delle motivazioni del figlio, è capace di capire i
punti di vista o le richieste dell'adolescente, considera le sue
proposte, apprezza i suoi contributi e dà consigli senza
imporre ragioni
il genitore “autocentrato”, che tende a restare fermo sulle
proprie posizioni, convinto di possedere strumenti migliori
per comprendere quale sia il bene del figlio e per stabilire le
regole a cui deve obbedire
il genitore “evasivo”, che appare spesso arrabbiato, deluso o
psicologicamente assente
Lo sviluppo dell'identità viene favorito dal primo tipo, mentre
quello dell'autonomia è indipendente dall'atteggiamento dei
genitori.
IL GRUPPO DEI PARI
Nel processo di formazione dell'identità il gruppo diventa luogo
indispensabile di confronti e scambi; qui si rafforzano i processi di
identificazione, di differenziazione-individuazione e di integrazione
relazionale.
Non esiste una definizione univoca di gruppo dei pari, ma i caratteri
fondanti sono la somiglianza dell'età e il non comprendere elementi del
gruppo familiare.
L'unione ad un gruppo parte dal bisogno di affiliazione per trovare
supporto, condivisione e approvazione e si trasforma poi in bisogno di
appartenenza, che implica la scelta di attività e valori che si conciliano
con l'immagine di sé che l'adolescente si costruisce.
Generalmente si distinguono due tipologie di gruppi dei pari:


i gruppi formali, nei quali esiste un'integrazione stretta con le
istituzioni (gruppi sportivi, politici, religiosi, scolastici, ecc.)
e i valori che esse trasmettono
i gruppi informali, slegati dalle istituzioni e luogo di
espressione di tendenze più personali
I processi e le dinamiche del gruppo possono favorire o ridurre
il livello di autonomia e indipendenza individuali, a seconda
dell'importanza data alle discussioni e all'espressione dello
spirito critico.
Il gruppo svolge anche un ruolo importante nello sviluppo delle
relazioni eterosessuali, perchè garantisce un incontro tra i due
sessi mediato dalla presenza dei coetanei, che permette di
sviluppare l'orientamento preferenziale verso le prime
esperienze intime e sentimentali.
LE RELAZIONI DI AMICIZIA
Nel gruppo dei pari il saper instaurare relazioni amicali è indice di
benessere psicologico e capacità di negoziare e cooperare.
Nel corso del tempo, però, il concetto di amicizia si modifica:


i preadolescenti lo legano allo stare piacevolmente insieme,
condividere tempo e attività, stabilire rapporti di cooperazione e
reciprocità
gli adolescenti, invece, considerano le caratteristiche personali e
il principio di uguaglianza tra le parti, da cui deriva il rispetto
reciproco e l'accettazione dell'altro; in adolescenza e tarda
adolescenza da questo tipo di relazione si cerca maggior
vicinanza e intimità.
Le amicizie hanno effetti positivi anche sull'adattamento, la
soddisfazione sociale e personale e diminuiscono ansia e ostilità
nelle relazioni interpersonali.
LE RELAZIONI SENTIMENTALI
La ricerca di rapporti di coppia è caratteristica dell'età
adolescenziale e può avvenire compatibilmente o con
modalità conflittuali rispetto alle esigenze del gruppo
amicale.


I ragazzi più giovani sono spinti da infatuazione e
bisogni affiliativi e sessuali
I ragazzi della media e tarda adolescenza ricercano
intimità, sicurezza, impegno reciproco, attaccamento
e accudimento
Anche la famiglia risente della presenza di un partner,
perchè sottolinea la presenza di una vita intima e privata
e fa sorgere preoccupazioni legate alla sessualità.
Le relazioni sentimentali svolgono un ruolo cardine nel
determinare il ruolo sessuale e l'autonomia personale e
familiare.
Tuttavia è presente anche il “dating aggression”, ovvero
comportamenti violenti e lesivi che compaiono nelle
giovani coppie e potrebbero portare a future violenze
domestiche (si stima che la percentuale di adolescenti
che agisce o subisce violenze oscilli tra il 20 e il 60%).
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