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Ricordare bisogna.
Chi non ricorda non può nemmeno pensare.
Fare memoria significa riscoprire radici,
legami, tradizioni.
Questi sono alcuni momenti significativi
di una memoria particolare:
quella di una Società che ha compiuto
cinquant’anni.
Parte 1
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Si ringraziano per aver contribuito
alla realizzazione del volume
le Società Finmeccanica e Fintecna
Il volume è stato realizzato con la collaborazione
di Giuliana Zavadini e Maria Grazia Mattioni
In copertina: Minerva, Giorgio De Chirico,
acquarello su carta, 25 x 35, 1961.
Collezione Fintecna
Fa parte di una collezione
di dieci acquarelli
aventi per tema i settori operativi
del gruppo IRI.
De Chirico affrontò i settori
dal punto di vista della mitologia associando
ogni specializzazione
a un dio o mito classico
La foto di pagina 76, “La didattica in TV” di Ugo Nespolo
è tratta da La coppa e lo scudo, Edindustria 1994.
L’immagine di pagina 92 è una elaborazione grafica
realizzata da Alfred Hohenegger
negli anni Sessanta per Edindustria.
© Edindustria - Centro per le Comunicazioni d’Impresa Srl
Finito di stampare nel mese di dicembre 2007
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EDINDUSTRIA
Cinquant’anni
al servizio dell’impresa
a cura di Emilio Acerna
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SOMMARIO
Prefazione
Cinquant’anni al servizio dell’impresa
Emilio Acerna
7
Cultura e Impresa
Uomo e Macchina
L’a b c del sapere
Preziosità del libro
Passione per l’arte
Sacro e profano
15
26
30
40
64
Economia e Impresa
Una sola bandiera
Le bandiere aziendali
Cento bandierine
79
84
90
A servizio dell’impresa
Finestre sull’Italia e sul mondo
Tirare le somme
Per saperne di più
Calendari del passato
La chiamavano “reclame”
Postfazione
Andare oltre
E. A.
Appendice
Le cariche sociali dal 1957 a oggi
Lo statuto sociale del 1957
95
116
120
122
126
132
136
142
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Cinquant’anni al servizio
dell’impresa
C
inquant’anni nella vita di un uomo sono la perfezione della
sua maturità. Nella vita di una coppia sono le “nozze d’oro” e il compimento di un percorso consolidato da unità di intenti. E nella vita di
un’azienda, che cosa sono cinquant’anni? Sono insieme maturità intellettuale e consolidamento di esperienza, basi su cui si è venuto dipanando un particolare cammino.
Per Edindustria questi cinquant’anni sono un po’ come le sue “nozze
d’oro” con l’impresa e con la cultura. L’anniversario ci offre l’occasione
di una riflessione sulle finalità di un impegno, sulle condizioni che
l’hanno reso possibile, sulla sua interazione con i vari momenti della
storia e gli scopi raggiunti. Una chiave di lettura insieme cronologica e
interpretativa.
Nel corso degli ultimi cinquant’anni le innovazioni tecnologiche,
influenzando fortemente lo sviluppo economico e sociale, hanno dato
luogo a uno sviluppo rapido e diffuso che ha profondamente segnato
tutti gli aspetti della vita. Edindustria è stata al tempo stesso testimone
di questo cambiamento e “fabbrica” di idee che la nuova condizione
andava sollecitando.
Abbiamo scelto di non passare sotto silenzio quest’anniversario, ma di
celebrarlo senza enfasi retorica raccontando, con i fatti, ciò che
Edindustria è stata nel quadro dei grandi cambiamenti del Paese: il suo
apporto, modesto ma incisivo, e, mi sia consentito di dire, anche raffinato. La nostra scelta di essenzialità ha comportato il sacrificio di molte
immagini, che sono certamente un fatto importante in una panoramica
editoriale, con il dilemma di sceglierne alcune sacrificandone altre, certamente non meno significative. Una esigenza necessaria, perché questa
vuole essere solo una “memoria” non una “enciclopedia”.
In questo panorama trova posto una varietà di “prodotti” che vanno dall’editoria – in particolare quella di riviste di livello e di libri d’arte – alla
gestione dei grandi eventi (mostre e fiere), dalla “rassegna stampa” quotidiana, con la quale si tastava il polso ai fatti del momento, alla gestione
7
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Nella pagina a lato in alto,
la prima e la seconda pagina
dello Statuto con cui veniva
costituita la Società per Azioni
“Edindustria Editoriale S.p.A.”.
In basso, l’allegato C
del “Conto profitti e perdite”
al 31 dicembre 1957.
8
degli archivi aziendali e alla promozione dell’azienda, ossia la pubblicità.
La Società nasce il 9 marzo 1957 per gestire, come primo ma non esaustivo incarico, due riviste promosse dal gruppo IRI: “Civiltà delle
Macchine” e “Notizie IRI”. Da questo momento si dipana per la Società
un variegato percorso che abbiamo cercato di sintetizzare nelle pagine
che seguono. È un percorso segnato da cinque momenti: Edindustria
Editoriale Spa (1957-1977), Edindustria - Centro per le Comunicazioni
d’Impresa Spa (1977-1990), Edindustria - Centro per le Comunicazioni
d’Impresa Scpa (1990-1995), Edindustria Centro per le Comunicazioni
d’Impresa Spa (1995-2006), Edindustria Centro per le Comunicazioni
d’Impresa Srl (dal 2006).
Credo che sia doveroso ricordare che Edindustria ha potuto svolgere con
successo la sua attività grazie all’iniziativa e al sostegno di un grande
gruppo industriale quale è stato l’IRI, suo azionista sin dal 1957.
Quando si ritenne che l’Istituto per la Ricostruzione Industriale avesse
concluso la sua missione, le aziende ad esso collegate, ormai privatizzate, hanno continuato e continuano a svolgere la loro funzione. Così è
stato anche per Edindustria che, nel 2003, nel quadro del progressivo
programma di privatizzazione, ha allargato la composizione del proprio
azionariato con l’entrata di un gruppo e di una società non appartenenti alla “galassia” IRI: Tosinvest, in particolare, e Relais le Jardin.
Il gruppo Tosinvest, che dal 2007 è divenuto l’unico azionista, si è rivelato un valido sostegno per le attività della Società. Sul vecchio tronco
si sono innestate nuove energie e il risultato del nuovo panorama
imprenditoriale è innegabilmente promettente. Dobbiamo ciò alla fiducia nei confronti di Edindustria del nostro azionista e, in particolare,
del dottor Giampaolo Angelucci.
Bisogna avere il coraggio di cambiare mantenendo inalterato un impegno.
Perché i vestiti si cambiano a seconda delle esigenze, ma resta il soggetto
nella sua essenzialità, nella sua capacità di gestire un’articolata gamma di
servizi, come ha fatto Edindustria in mezzo secolo di attività. A suggello
del percorso di questi cinquant’anni e a sintetizzare quanto Edindustria
abbia significato nel suo raggio d’azione, abbiamo voluto porre in copertina la riproduzione di un acquarello composto da Giorgio De Chirico nel
1961. Fa parte di una collezione di dieci acquarelli aventi per tema i settori operativi del gruppo IRI. De Chirico affrontò i settori dal punto di
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“Il Libro delle adunanze e delle deliberazioni
del Collegio Sindacale”: adunanze del 31 marzo 1957,
del 20 maggio 1957 e del 12 agosto 1957.
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PREFAZIONE
vista della mitologia, accomunando ogni specializzazione a un dio o mito
classico. Associò l’allora “giovane” Edindustria a Minerva e ai libri. Un
mito che è anche un ideale. Che la Società vi abbia tenuto fede è nostra
convinzione e speranza che essa venga condivisa.
Mi sia consentito di ricordare in questa circostanza tutti coloro che hanno
dato a Edindustria il loro ingegno, la loro fatica in molte ore di lavoro,
impegnandosi con il pensiero e l’opera delle loro mani: dirigenti, quadri,
impiegati fino agli operai delle tipografie che hanno lasciato qualcosa di
se stessi nella produzione editoriale.
Ma non vorremmo passare solo per laudatores temporis acti. Il nostro
sguardo al passato è anche ben saldo nel presente e aperto al futuro perché siamo certi che Edindustria possa dare ancora qualcosa alla cultura.
Il percorso non è facile, ma non lo è mai stato. Ha sempre premuto la
necessità di rinnovarsi, di adeguarsi ai tempi in rapido mutamento.
Occorre esplorare nuovi cammini con chiavi di lettura appropriate e
rispondere alle esigenze di oggi (e degli anni a venire) con strumenti e
servizi sempre aggiornati.
È una sfida per la quale ci prepariamo giorno per giorno sforzandoci di
tenere il passo con i tempi divenuti velocissimi.
Dal rumore assordante della linotype che accompagnava, al loro nascere, i prodotti di Edindustria siamo passati ad una tecnologia raffinata,
quasi senza peso materiale. È uno degli aspetti delle conquiste dell’uomo in questo segmento di tempo che ha visto scorrere grandi eventi
nella storia: la conquista dello spazio, il primo trapianto di cuore
umano, la caduta del muro di Berlino, il succedersi di sei Papi sul trono
di Pietro e di nove Presidenti della Repubblica Italiana al Quirinale.
Vi sono state nel mondo tappe esaltanti a cui non sono mancate, per
contrapposto, lutti, catastrofi naturali, tensioni, guerre. Perché questo è
lo scorrere della storia: un fiume non sempre placido e non sempre limpido, in cui tutto concorre ad alimentare la vita. E lo fanno non solo i
grandi eventi, ma anche i piccoli che possono aggiungere qualche tassello allo spessore degli anni. Edindustria crediamo l’abbia fatto. Le pagine che seguono ne sono una sintetica, ma vivace testimonianza.
Emilio Acerna
Presidente Edindustria
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Cultura
e Impresa
La cultura è il tessuto connettivo della società.
Non è un lusso, ma un’esigenza primordiale
alla base della vita e, dunque, anche del vasto
circuito dell’attività imprenditoriale.
Cultura e impresa:
due sostantivi dal diverso significato, ma che
uniti assumono una connotazione particolare
e hanno dato, per molti aspetti,
un contributo significativo nel nostro tempo
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CULTURA
E IMPRESA
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Uomo e Macchina
È
un binomio inscindibile, perché sono due elementi che vivono sia in simbiosi che in antagonismo a partire dal momento in cui, alla
metà del XVIII secolo, si mette in moto “Jannette la filatrice”. Da
quando la catena di montaggio invase l’Europa, la macchina è stata sottoposta a un continuo processo di perfezionamento e di vantaggi.
Padrone e al tempo stesso succube delle nuove tecnologie, l’uomo ha
attraversato più di due secoli.
Il delicato rapporto fra uomo e macchina, nelle sue più diverse esplicazioni, ha formato l’oggetto di una rivista che, per un lungo segmento di
tempo, ha posto sul tappeto il nodo di problemi di non poco conto.
“Civiltà delle Macchine” ha una sua storia speciale, perché ha inciso
profondamente non solo nella cultura di un gruppo imprenditoriale,
ma addirittura del Paese. Per questo vale la pena tracciarne, sia pure a
grandi linee, la genesi e gli sviluppi.
La rivista nasce nel 1953 per volere di Giuseppe Luraghi, allora
Direttore generale della società Finmeccanica, e di Leonardo Sinisgalli
che ne diviene il Direttore responsabile e lo sarà fino al n. 2 del 1958.
Leonardo Sinisgalli, lucano (1908-1981), ingegnere, poeta, scrittore, si
era trasferito giovanissimo a Milano dove aveva fondato nel 1948, sempre insieme a Giuseppe Luraghi, la rivista “Pirelli”.
“Civiltà delle Macchine” esce con l’obiettivo di contribuire all’approccio
tra cultura umanistica e cultura tecnologica (non a caso il primo numero si apre con una lettera di Giuseppe Ungaretti), dimostrando come tra
questi termini non vi sia contrasto e tanto meno scontro, ma una complessa, difficile, tuttavia non impossibile, saldatura ricca e stimolante.
Con una decisione presa dal Comitato di presidenza dell’IRI, il 29
novembre 1956 la rivista passa dalla Finmeccanica all’Istituto per la
Ricostruzione Industriale. Poiché la legge istitutiva dell’IRI non prevedeva attività editoriali, veniva costituita nel 1957 la società Edindustria
Editoriale Spa con lo scopo, peraltro non esaustivo, di espletare tutte
le formalità giuridiche e amministrative connesse con la rivista “Civiltà
A lato, il primo numero di
“Civiltà delle Macchine”del
gennaio 1953, pubblicato dalla
società Finmeccanica.
La rivista, nata per volere di
Giuseppe Luraghi, passò ad
Edindustria nel 1957.
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Giuseppe
Ungaretti e
“Civiltà delle
Macchine”
Lettera del poeta,
in occasione
dell’uscita del primo
numero della rivista,
al Direttore
Leonardo Sinisgalli
16
Caro Sinisgalli, mi chiedi quali riflessioni mi vengono suggerite
dal progresso moderno, irrefrenabile, della macchina. Tocca
esso l’arte del poeta? È implicita in esso un’ispirazione
poetica? Ho detto una volta, e già sono passati molti anni, che
ritenevo la civiltà meccanica come la maggiore impresa sorta
dalla memoria, e come essa fosse insieme impresa in antinomia
con la memoria.
La macchina richiamava la mia attenzione perché racchiude, in
sé ritmo: cioè lo sviluppo d’una misura che l’uomo ha tratto
dal mistero, della natura, che l’uomo ha tratto da quel punto
del mistero dove è venuta a mancargli l’innocenza. La
macchina, dicevo, è una materia formata, severamente logica
nell’ubbidienza d’ogni minima fibra a un ordine complessivo:
la macchina è il risultato di una catena millenaria –
sinteticamente rammentata anello per anello – di sforzi
coordinati.
Non è materia caotica. Cela, la sua bellezza sensibile, un passo
dell’intelletto.
Nella macchina, dicevo dunque, s’attuano prodigi di metrica.
Tu sai, e meglio di me, come le calcolatrici elettroniche
riescono a risolvere come niente equazioni che
richiederebbero, se quei conteggi avesse da farli direttamente
il matematico, anni e anni di lavoro, e forse gli anni non
basterebbero; ma il prodigio non è qui: il prodigio metrico
non è tanto nei prodotti di calcolo di quella macchina quanto
nella macchina stessa: nei suoi congegni, nelle funzioni che,
dai rapporti che tra di essi istantaneamente s’istituiscono,
derivano, possono senza fine derivare.
In quel prodigio di metrica noi possiamo ammirare
il conseguimento di una forma articolata che, per raggiungere
la sua perfetta precisione di forma, dovette richiedere ai suoi
ideatori, e ai suoi costruttori un’emozione non dissimile da
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CULTURA
E IMPRESA
quella, anzi identica a quella, cui il piacere estetico dà vita.
Ma l’uomo, sia egli pure rigorosissimo scienziato, rimane
sempre prevalentemente un essere di natura, e l’abbiamo
difatti sorpreso mentre si commuoveva nel fabbricare la
calcolatrice elettronica: l’abbiamo sorpreso in un moto del
sentimento e della fantasia. Ora le macchine commuovono per
l’effetto del prodigio che sono costate ad essere foggiate;
commuovono inoltre pei risultati delle loro operazioni; ma in
esse, c’è un terzo motivo di commozione.
C’è in esse, voglio dire, un rapporto che dalla metrica è rotto,
c’è uno squilibrio, c’è così un effetto di bellezza che diventa da
parte della macchina mostruoso: c’è in esse un conflitto tra
metrica e natura; ed essere umani è invece il disperante
tentativo di mettere in armonia natura e metrica. Può dunque
la metrica soverchiare la natura? [...]
Non è domanda nuova: se l’era posta il Romanticismo, se l’era
posta il Leopardi con la lucidità che sai, e la macchina allora,
era più che altro «vaticinata».
L’uomo di fronte alla macchina è ormai in una condizione di
piena stranezza: lo è, dico, moralmente. Non come il torero
davanti al toro, non come il vagabondo sotto il leccio che la
folgore fulmina, non come il lebbroso in preda alla lebbra,
trattandosi in tali casi sempre di natura alle prese con la
natura.
Vi è una forza, che è della macchina, che si moltiplica dalla
macchina generatrice inesauribile di macchine sempre più
poderose, che ci rende sempre più inermi davanti alla sua
cecità, alla sua metrica che si fa cieca per l’uomo, che perde
ogni memoria smemorando essa l’uomo.
Tu sai dell’acceleramento portato alla storia dalla macchina, e
della precarietà che ne viene agli istituti sociali, e del
linguaggio che non sa più come fare per avere qualche durata
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
da potersi volgere indietro e in qualche modo verificarsi lungo
una qualche prospettiva. Quale sforzo dovrà sempre più fare
l’uomo per non essere senza amore, senza dolore, senza
tolleranza, senza pietà, senza ironia, senza fantasia; ma crudele,
con il passato crollato, insensibilmente crudele come la
macchina? Quale sforzo dovrà sempre più fare per ridare
valore sacro alla morte?
Il volo, l’apparizione delle cose assenti, la parola udita nel
medesimo suono casuale di chi l’ha profferita senza ostacoli di
distanza di tempo e di luogo, gli abissi marini percorsi,
il sasso che racchiude tanta forza da mandare in fumo
in un baleno un continente, tutte le favolose meraviglie
da Mille e una notte, e molte altre,
si sono avverate, la macchina le avvera.
Hanno cessato d’essere slanci nell’impossibile della fantasia
e del sentimento, sogni, simboli della sconfinata libertà
della poesia.
Sono divenuti effetti di strumenti foggiati dall’uomo.
Come l’uomo potrà risentirsi con essi strumenti grande,
traendo forza solo dalla sua debole carne? Forza morale!
La rivista che inizia con questo numero le sue pubblicazioni, e
che tu dirigi, si propone di richiamare l’attenzione dei lettori
anche sulle facoltà strabilianti d’innovamento estetico della
macchina. Vorrei anche che essa richiamasse l’attenzione su un
altro ordine di problemi: i problemi legati all’aspirazione
umana di giustizia e di libertà.
Come farà l’uomo per non essere disumanizzato dalla
macchina, per dominarla, per renderla moralmente arma di
progresso?
Giuseppe Ungaretti
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CULTURA
E IMPRESA
Nell’aprile del 1968 uno speciale fascicolo di “Civiltà delle Macchine”
fu dedicato interamente al futuro.
In questo fascicolo il futuro fu trattato in tutte le sue sfaccettature.
I maggiori esponenti italiani in discipline diverse parteciparono alla tavola rotonda:
quattro giorni di riflessioni e dibattiti.
In quell’occasione Giuseppe Ungaretti copiò a mano una poesia
dal “Taccuino del vecchio”.
Alla poesia Piero Dorazio accompagnò un disegno a colori
che venne tirato in poche copie,
firmate sia da Ungaretti sia da Dorazio.
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
“Civiltà delle
Macchine”
è la testimonianza
preziosa
di un’offerta unica
nel suo genere,
in un’epoca dove
la macchina diventa
arte, dove la parola
e l’immagine
si fondono per
divenire raffinato
strumento di cultura
Nella pagina a lato, disegni di
Consagra, Burri, Guerrini, Parise,
Scanavino, Berti, Capogrossi,
Sanfilippo, Turcato, pubblicati su
“Civiltà delle Macchine” n. 6,
1956. (Tratto da L’Arco e la
Cetra, Edindustria, 1993).
20
delle Macchine” alla quale veniva affiancata “Notizie IRI”. Destinata,
quest’ultima, a fornire all’opinione pubblica dati e informazioni sulle
aziende del gruppo. Nel secondo fascicolo del 1958 Sinisgalli annuncia
di voler lasciare “Civiltà delle Macchine” avendo assunto altri incarichi
presso aziende esterne al gruppo IRI. Viene nominato Direttore
responsabile Francesco d’Arcais e contestualmente è costituito un
Comitato direttivo composto da: Giuseppe Ungaretti, Arnaldo M.
Angelini, Francesco Santoro Passarelli e Francesco M. Vito. Venuto a
mancare quest’ultimo, fu sostituito, nel 1968, da Vittorino Veronese.
Se la rivista fu fondata da un poeta-ingegnere, ne proseguì l’opera un
giornalista-matematico, coniugando con la stessa passione scienza e tecnica con letteratura, arte, economia e seguendo via via il ritmo incalzante dell’evolversi del pensiero in un contesto socio-culturale in forte
espansione. Ritocchi furono apportati nel tempo ai contenuti, alla formula grafica e alla struttura interna della rivista, ferma restando la sua
caratteristica di summa del pensiero a cui ha dato vita la migliore intellighenzia italiana e straniera: letterati, filosofi, artisti, studiosi di formazione umanistica si affiancarono a scienziati, matematici, economisti sviluppando, pagine su pagine, il loro pensiero in una felice osmosi tra arte
e scienza, tecnica e poesia. Per rendersi conto di quale importante contributo alla cultura abbiano dato i fascicoli di “Civiltà delle Macchine”
basta scorrere, oltre agli argomenti, i nomi degli autori. Impossibile
citarli tutti e ci sembrerebbe ingiusta una scelta parziale. Ci limitiamo a
qualche cifra. Nove Premi Nobel hanno dato un loro originale contributo. Con loro, una fitta rappresentanza di Accademici di Francia,
Accademici dei Lincei, docenti universitari, scienziati e scrittori.
Quarantatre “Tavole rotonde” per dibattere i grandi temi della cultura.
Nata come rivista bimestrale, “Civiltà delle Macchine” assunse, di fatto,
a partire dal 1971, una periodicità quadrimestrale. Negli ultimi fascicoli della rivista si passa da una struttura di tipo enciclopedico e interdisciplinare a una di tipo monografico mantenendo un’articolazione
tematica legata al momento storico. Nel lungo arco della sua esistenza –
1953-1979 – “Civiltà delle Macchine” ha subito trasformazioni e ritocchi, pur rimanendo sempre vincolata a quella definizione di “rivista di
cultura contemporanea” che appare nella specificazione della testata.
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Le copertine
di “Civiltà delle
Macchine”
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In alto, dipinto di Giancarlo Isola eseguito per la copertina
di “Civiltà delle Macchine” n. 5-6 del 1977, acrilico su tela, 56 x 43.
Questa opera, in cui è rappresentato il mondo industriale e del lavoro,
ben sintetizza il concetto dell’arte e dell’impresa.
Nelle tre pagine precedenti alcune copertine di “Civiltà delle Macchine”;
le copertine sono lo “specchio” della rivista.
Sono tutte particolari, ma a partire dal 1961 ci fu un “salto di qualità”.
Si decise di affidarle agli artisti più meditativi e originali di quegli anni.
Il primo fu Gino Severini (pag. 23), seguirono negli anni
tanti altri pittori dell’arte contempoanea, fino a Guido Razzi che, nel 1979,
realizzò la copertina dell’ultimo numero di “Civiltà delle Macchine”
ispirandosi al rapporto tra cultura e religione (pag. 41).
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L’a b c del sapere
L
eggere, scrivere e far di conto
è da tempo immemorabile la base del
sapere. Questo si è caricato, attraverso i
secoli, di informazioni ed elaborazioni
concettuali per arrivare alle quali occorre passare attraverso l’istruzione e, in
primis, l’alfabetizzazione.
Un’attenzione a questi aspetti Edindustria l’ha data attraverso la produzione di due originali volumetti, stampati in facsimile nel 1965 e nel 1969.
Il Libro di M. Giovam Battista
Palatino, cittadino romano, nel qual
s’insegna a scriver ogni sorte lettera…
è una delle prime opere a stampa sulla
scrittura a mano e risale al 1548.
Deliziose le tavole illustrative e un vero
piacere sono gli esempi, i “sonetti figurati” e le istruzioni per l’uso degli strumenti destinati alla scrittura: la penna
“d’oca domestica”, dura, lustra, piccola, perché si adopera più facilmente e
con più velocità. Il coltellino per temperarla “ha da essere di buono
acciaio”, ben temprato, bene arrotato e
affilato. Al “temprare delle penne” è
dedicato un intero capitoletto.
A un’epoca precedente, cioè al 1478,
risale un altro testo riprodotto in facsimile, L’arte de l’abbaco: l’aritmetica
di Treviso, il primo manuale di aritmetica che si conosca. Per risalire agli
esordi della lingua italiana niente di
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CULTURA
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Alcune pagine del
volumetto L’arte de
l’abbacco: l’aritmetica
di Treviso realizzato
da Edindustria
in facsimile nel 1969.
Il volume, tirato
in 1.100 esemplari,
riproduce in facsimile
un testo che vide la
sua prima edizione
stampata a Treviso il
10 dicembre 1478.
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meglio che riscoprire Dante Alighieri
“e la vita di esso Dante scritta da
Giovanni Boccaccio”, un’opera stampata in Firenze nel 1576.
Realizzata in un numero limitato di
esemplari per il VII centenario della
nascita di Dante, aggiunge al valore
commemorativo la preziosità di un
testo e di un impegno editoriale particolare.
Nell’ottica della promozione culturale, Edindustria ha realizzato, negli
anni Sessanta, per la società Italsider
una serie di volumi che ebbero il pregio di venire incontro ad alcune esigenze di carattere sociale. Quando la
ricostruzione post-bellica era in stato
avanzato ed era appena agli albori
quello che si sarebbe chiamato il
“boom industriale”, c’erano ancora
parecchi solchi vuoti nel campo della
cultura.
Nacque così una “Collana” di pubblicazioni, agili nella grafica, ma sostanziose nel contenuto, che venivano
incontro al bisogno di colmare qualche lacuna in un contesto ancora culturalmente carente.
Sono testi affidati a specialisti di varie
discipline.
Asciutti, densi, abbracciano una serie
di temi che spaziano nelle aree più
diverse del sapere: dalle scienze alla
letteratura, alla storia, all’economia.
Il Libro di M.
Giovam Battista
Palatino...,
pubblicato a Roma
nel 1548, fu
realizzato in
facsimile da
Edindustria nel
1965. Ne sono state
stampate solo 700
copie su carta
fabbricata “al tino”
conforme all’antica
dalla Zincografica
Fiorentina.
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Preziosità del libro
C
Foto in alto: l’immagine è tratta
dai Tarocchi del Mantegna, ediz.
in facsimile, Edindustria, 1960.
Foto 1: dal volume Antiche carte...
“Il fante di spade”. Fa parte di
una serie di 17 carte di Venezia
del principio del sec. XV note
come tarocchi di Carlo VI.
Foto 2: tarocchi detti di Carlo
VI, “Il penduto”.
Foto 3-4: fanno parte di una serie
di 12 tarocchi del sec. XV, dell’
Accademia Carrara di Bergamo,
Coll. Baglioni; foto n. 3 “Il re di
coppe”, foto n. 4 “Il cavallo di
spade”.
Foto 5-6: foto n. 5 “La dama di
bastoni”, foto n. 6 “Il fante di
coppe”. Fanno parte della serie di
tarocchi più celebre al mondo, di
Filippo M. Visconti, nota agli
studiosi come i tarocchi del
Brambilla.
30
erti libri sono preziosi quanto un gioiello. Si tratta di libri
irreperibili sul mercato e appunto per questo di pregio se non altro per
l’originalità delle scelte.
Il valore di un libro sta senza dubbio nel suo contenuto, ma anche la
forma, la scelta dei caratteri, le illustrazioni fanno parte della sua qualità e lo impreziosiscono.
Fin dagli anni Sessanta Edindustria si è cimentata nella difficile arte del
facsimile, cioè nella riproduzione, accurata e fedele, di testi antichi e in
molti casi rari. Ne ha fatto un fiore all’occhiello della sua attività promuovendo, in proprio e per conto di alcune società, la stampa in tiratura limitata di varie opere del passato.
Ne è testimonianza il De re metallica di Giorgio Agricola, un volume
stampato a Basilea nel 1561. L’opera è una specie di summa mineraria,
metallurgica e chimica, con digressioni nella meccanica e in altre discipline. Fu un prezioso manuale tecnico per vari secoli.
“Gli ometti operosi intenti a perforare, fondere, far macchine, pestare
i minerali, versare i metalli fusi, sono le pattuglie avanzate dell’immenso esercito d’artefici che ha trasformato o sta trasformando la faccia
della terra”.
Di questi volumi, antichi e rari, non solo venne curata la riproduzione
a stampa, ma anche la carta ebbe i suoi pregi. Fu scelta in alcuni casi
una carta conforme all’antica fabbricata “al tino”.
Così è stato per il Novo Teatro di Machine et Edificii di Vittorio
Zonca, architetto di Padova, che compilò quest’opera nel 1607. Così
per i Tarocchi del Mantegna, riproduzione di una serie di stampe antiche. Riproduzioni di vecchi e rari tarocchi anche in Antiche carte italiane da tarocchi, un “album” nato come un divertissement; antiche
anche alcune Carte nautiche e, oltre che per il pregio dell’antichità, si
segnala per originalità di contenuto il Libellus de medicinalibus indorum herbis di Martin de la Cruz, manoscritto azteco del 1552 stampato per l’Istituto Mexicano de Seguro Social.
Prefazione
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Pagina 31
Y a-t-il rien de plus poétique que l’origine
nébuleuse et pleine d’incertude des cartes?
(H. d’Allemagne)
1
2
3
4
5
6
31
Prefazione
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CINQUANT’ANNI
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Pagina 32
AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
I libri da leggere,
rileggere,
stampare e
ristampare
in facsimile
1
2
3
4
Le foto n. 1, 3, 4 sono tratte
dal De re metallica
di Giorgio Agricola,
facsimile stampato
da Edindustria nel 1959.
32
Prefazione
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Pagina 33
CULTURA
E IMPRESA
In questa pagina,
e nella foto n. 2 della
pagina a lato,
immagini tratte dal
Novo Teatro di
Machine et Edificii,
edizione in facsimile,
Edindustria, dicembre
1960.
Fu realizzata in 1.100
esemplari
e stampata su carta
conforme all’antica
fabbricata “al tino”
dalle Cartiere Magnani
di Pescia.
33
Prefazione
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CINQUANT’ANNI
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Pagina 34
AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Il facsimile
di un manoscritto
atzeco
Libellus
de medicinalibus
indorum herbis
Pubblichiamo alcune pagine di
un volumetto divertissement i cui
tanti pregi ne fanno un libro
veramente “prezioso”.
Una copertina quasi sontuosa,
in velluto rosso con un dorso
lavorato a nervetti,
carta conforme all’antica e tante
belle immagini che riproducono
erbe medicinali con l’indicazione
dettagliata dei malanni
che esse curano.
34
Prefazione
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Pagina 35
CULTURA
E IMPRESA
«Caput primum,
de capitis
curatione, vomica,
furfuribus
vel alopecijs,
scabie, capillorum
proflunio, capitis
lesione seu
fractione»
35
Prefazione
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Pagina 36
AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
I libri strenna,
un omaggio
“unico”
«Polene che
risalgono
e mi portano
qualcosa di te»
(E. Montale)
Due immagini tratte dal volume
Polene italiane, Edindustria,
dicembre 1961.
In questa pagina, polena
del secolo XIX di nave ignota
conservata al Museo Navale
di Genova-Pegli.
Nella pagina a lato è raffigurata
una polena di tipo a mascherone,
secolo XVII, di nave ignota.
36
Edindustria è stata la
prima società editrice italiana a realizzare “libri
strenna”, cioè volumi appositamente allestiti per aziende che intendevano fare del
libro un omaggio “unico”,
sia perché tirato in un
numero limitato di copie, sia
perché il contenuto esplorava
un soggetto particolare, prodotto
in esclusiva.
Si trattava di esemplari non toccati da tecniche commerciali, stampati
in forme raffinate. Venivano ad arricchire il panorama dell’editoria italiana
dandovi un apporto specifico e non
secondario.
I temi spaziavano in diversi campi, con
una particolare attenzione al versante
“marinaro”, perché molti volumi vennero realizzati per conto della società
Finmare nel decennio 1960-1970.
Ricordiamo le Polene italiane, gli Ex voto
marinari, gli Antichi modelli navali italiani,
Sulla rotta del portatore di Dio, Canti delle tradizioni marinare, libro con disco allegato. E,
tra gli ultimi: Miti e leggende, Viaggi verso l’ignoto, Baluardi e fortezze, Intorno al mondo.
In occasione del V anniversario della propria
costituzione, Edindustria “si regalò” un libro
particolare: Gerolamo Cardano matematico,
medico e filosofo naturale, una singolare
figura di studioso vissuto in pieno
Cinquecento.
Prefazione
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Pagina 37
CULTURA
E IMPRESA
Prefazione
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Pagina 38
Il libro strenna,
un omaggio “unico”
In queste pagine, alcune immagini tratte da volumi strenna realizzati da Edindustria
per conto della società Finmare negli anni Sessanta-Settanta.
I libri trattavano in particolare il tema del mare.
In alto, due immagini tratte dal volume Ex voto marinari, 1961.
Nella pagina a lato, dal volume
La scoperta del mare - Viaggi verso l’ignoto (Edindustria, 1970)
è rappresentata la carta del mondo detta di Ebstorf, il cui originale fu distrutto ad Hannover
durante la guerra nel 1943; in precedenza ne era stata fatta una copia in facsimile
che viene tuttora conservata nel Museo regionale di Lüneburg.
Prefazione
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Pagina 39
«L’antichità è partita dal mito
per arrivare alla geografia»
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Pagina 40
Passione per l’arte
In questa pagina l’Anamorfosi.
“Difficile a dirsi, ed a farsi.”
...“La facevano i grandi pittori
e disegnatori di secoli in cui
non esisteva la fotografia e
proiettare il mondo sulla carta o
sulla tela significava interpretarlo,
piegarlo al proprio modo
di vedere le cose.
L’anamorfosi consiste
essenzialmente in una immagine
composta come se non fosse
soggetta alle regole della
prospettiva.
Per poterla decifrare
è infatti necessario porla
in prospettiva, assumendo una
posizione prefissata rispetto al
piano o utilizzando un qualche
ausilio ottico. In questo caso,
uno specchio cilindrico
nel quale si riflette,
ricomponendosi, l’immagine
distorta che appare alla base del
cubo. Si tratta di una immagine
realizzata oltre duecento anni fa
e rielaborata per poterla
riprodurre, cercando di
conservarne l’impronta
d’altri tempi: per sottolineare
il valore della tradizione,
quando si sa come attualizzarla
e finalizzarla; per suggerire la
parabola di una realtà in
movimento, di un progetto che si
vede in prospettiva”.
(Tratto da La coppa e lo scudo,
“Un disegno d’insieme”,
Edindustria, Roma 1994).
Nella pagina a lato il Cristo di
Guido Razzi eseguito per l’ultimo
numero di “Civiltà delle
Macchine” nel 1979.
40
L
e arti figurative fanno indubbiamente la parte del leone nelle raccolte di Edindustria, che ne ha sempre avuto un particolare
riguardo con iniziative di diversa natura: mostre, riviste, cataloghi e
libri d’arte, per la cui realizzazione molti artisti contemporanei sono
stati invitati a confrontarsi con il nuovo clima portato dall’avvento della tecnologia.
Esemplare a questo proposito l’apporto di “Civiltà delle Macchine”. A
partire dal 1961 le copertine della rivista furono commissionate appositamente ad artisti di spicco della pittura contemporanea. Il primo fu
Gino Severini, l’ultimo, con la cessazione della rivista nel 1979, Guido
Razzi. Moltissimi altri compongono una schiera di autori che hanno
prestato alla cultura imprenditoriale il loro estro creativo dando origine a frequenti dibattiti sul tema, non sempre facile e non sempre compreso, dell’arte contemporanea.
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CINQUANT’ANNI
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
De Chirico
ed Edindustria
“Come in tutte le
cose che faccio,
anche in questi
acquarelli ho messo
il massimo impegno
perché,
contrariamente ai
critici ed ai pittori
astrattisti sono un
lavoratore...”.
(Giorgio De Chirico)
Nel 1961 furono commissionati a Giorgio De Chirico dieci acquarelli
rappresentativi dei settori in cui allora operava il gruppo IRI. L’artista si
ispirò alla mitologia, associando ogni attività produttiva ai miti
dell’antica Grecia. Un organismo, in continua e dinamica evoluzione
come l’azienda, venne così associato e, in qualche misura “legato”, al
particolare mondo della mitologia classica attraverso un’operazione
artistica originale per lo stile e il richiamo evocativo.
Fra l’impresa e l’artista non si creò un rapporto di stile celebrativo, ma
un fecondo scambio di idee, che ha segnato in modo del tutto
particolare un felice connubio artistico-culturale.
De Chirico scelse Minerva, dea dell’intelletto, a simbolo della creatività
di Edindustria e lo espresse con queste parole: “Ho composto, pensando
a Edindustria, la casa editrice che cura le pubblicazioni dell’IRI, la vita
silente con il busto di Minerva e i libri”.
Giorgio De Chirico, Minerva, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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Giorgio De Chirico, Polimnia, Tersicore, Erato, Euterpe, Melpomene e Talia, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
Giorgio De Chirico, Il cavallo alato. Pegaso, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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Pagina 44
Giorgio De Chirico, La metamorfosi di Aracne, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
Giorgio De Chirico, Giasone e gli Argonauti, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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Pagina 45
Giorgio De Chirico, Mercurio messaggero degli dei, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
Giorgio De Chirico, Giasone costruttore della prima nave, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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Giorgio De Chirico, Energia nucleare. Giove, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
Giorgio De Chirico, Briareo e i Ciclopi, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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Giorgio De Chirico, L’officina di Vulcano, 1961, acquarello su carta 25 x 35.
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
L’arte in
mostra
“IRIARTE. Antico
e moderno nelle
collezioni del
gruppo IRI”.
In mostra anche i
capolavori di
Edindustria
In questa pagina, a sinistra,
il quadro di Nino Franchina
Altoforno, 1967;
a destra, il dipinto
di Achille Perilli
Trasformazione dello spazio, 1967.
Nella pagina a lato,
Corrado Cagli, Argon, 1967.
48
Nel solco tracciato da un’eccezionale mostra tenutasi a Roma nel 1989:
“IRIARTE. Antico e moderno nelle collezioni del gruppo IRI”,
Edindustria, qualche anno più tardi, pubblicò un volume sulle più
importanti opere d’arte (quadri, pannelli, arazzi, sculture) in possesso
dell’IRI.
Non si trattava di collezioni organiche, ma di “raccolte”, cioè di opere
venute a far parte – in differenti momenti e per le più diverse occasioni – del patrimonio di un gruppo il cui compito è stato quello di essere al servizio dello sviluppo e della modernizzazione del Paese.
Numerosi i capolavori di pittori contemporanei commissionati dalla
società Edindustria. Ecco alcune firme presenti in mostra: Afro e
Mirko Basaldella, Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Fabrizio
Clerici, Piero Dorazio, Gianni Dova, Nino Franchina, Franco Gentilini, Alberto Magnelli, Umberto Mastroianni, Achille Perilli, Fausto
Pirandello, Giuseppe Santomaso, Emilio Schumacher, Gino Severini,
Orfeo Tamburi, Emilio Vedova.
Oltre ai dieci acquarelli di Giorgio De Chirico.
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Tre volumi
per esprimere
il meglio
della cultura
A lato, le copertine dei tre
volumi dedicati alla cultura
e all’impresa: L’arco e la cetra,
La coppa e lo scudo,
Il cuore e il remo,
(editi da Edindustria
tra il 1993 e il 1996).
Nelle pagine successive,
alcune pagine dei volumi.
50
Sono da considerare veri e
propri libri d’arte tre volumi, pubblicati da Edindustria nel giro di pochi anni
(1993-1996), dedicati alle
iniziative più significative
del gruppo IRI in campo
culturale.
Di questa serie fanno parte:
L’arco e la cetra - Impresa e
cultura nei sessanta anni del
Gruppo IRI, Edindustria
1993; La coppa e lo scudo Imprese di cultura e culture
di impresa nel Gruppo IRI,
Edindustria 1994; Il cuore e
il remo - Imprese di cultura
e culture di impresa nel
Gruppo IRI, 1996.
I tre volumi di grande formato – curati con alta professionalità da Gian Piero
Jacobelli – valgono non
solo come specchio delle
realizzazioni di un gruppo
industriale, ma per la qualità dei testi, la ricerca iconografica, la ricchezza e la forza delle immagini, la scelta
accurata della carta, spesso
diversa per grammatura e
fabbricazione al fine di
dare maggiore risalto a testi
e foto.
Un’impaginazione originale,
unica nel suo genere.
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Pagina 51
Pagina tratta da L’arco e la cetra, 1993.
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Pagina 52
Due pagine da L’arco e la cetra sul restauro delle statue di Ponte S. Angelo a Roma.
Da La coppa e lo scudo, due pagine sulla splendita oreficeria di Taranto, quasi ad emblema di una civiltà scomparsa.
52
Da Il cuore e il remo, pagine tratte dal capitolo “La storia della comunicazione”.
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Pagina 53
Da Il cuore e il remo, pagine su Gioachino Rossini: “Il cosmopolitismo musicale”
e “A Santa Croce”.
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CINQUANT’ANNI
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Passione
per l’arte.
L’Architettura:
Il villino
Folchi
Non solo arti
figurative. Non
vanno dimenticati
alcuni esempi di
interesse artistico
che riguardano
l’architettura, la
musica, il teatro e
varie espressioni
culturali in un
particolare momento
della storia
Nella pagina a lato,
la facciata principale
del villino Folchi
fotografata dal cortile interno,
un bell’esempio di Eclettismo
a Roma,
(da Il villino Folchi, 2003).
Nelle due pagine successive,
a sinistra, una suggestiva foto
notturna del fronte
di Villa Piccolomini
verso la via Aurelia Antica;
a destra, veduta del lungo viale
antistante il prospetto
settentrionale della villa (foto
tratte da Villa Piccolomini ...).
54
L’architettura, che aveva trovato
posto in anni lontani in alcuni articoli delle riviste di Edindustria, ha
avuto una felice collocazione autonoma in opere pubblicate di
recente.
Un’attenzione particolare è stata
rivolta a Il villino Folchi, attuale
sede del gruppo Tosinvest. Si tratta di un edificio sorto nell’area del
quartiere Ludovisi a seguito della
lottizzazione della bellissima villa
secentesca con il suo magnifico
giardino barocco.
Il villino, un interessante esempio
dell’architettura romana di fine
Ottocento inizio Novecento, fu
edificato, tra il 1886 e il 1887, su
commissione di monsignor Enrico
Folchi. Realizzatore Giovanni
Battista Giovenale, singolare figura di architetto che apportò un
notevole contributo al movimento
dell’Eclettismo affermatosi come
fenomeno tipicamente romano
contrapposto a quello continentale
ed europeo del Liberty. Il volume
ha il pregio di legare armoniosamente architettura, arte e storia.
Il villino Folchi, edito nel dicembre del 2003, si colloca tra le pubblicazioni di pregio edite dalla
Società per la qualità dei testi, delle immagini, dell’impaginazione e
per la raffinata scelta dei materiali.
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segue cultura
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CINQUANT’ANNI
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Passione
per l’arte.
L’Architettura:
Villa
Piccolomini
56
Risale al giugno del 2005 il volume Villa Piccolomini. Una residenza di
campagna alle porte del Vaticano, commissionato ad Edindustria dalla
Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per il
Comune di Roma.
La villa, citata nei documenti antichi anche come la “Casa del Sole”, è
una residenza sorta nel tardo Cinquecento lungo l’antica via Aurelia. Il
volume, grazie alla grafica sobria ma elegante, alla ricerca iconografica
e alla qualità esecutiva, ben documenta sia le vicende del territorio su
cui insiste la residenza, sia le trasformazioni apportate alla costruzione
e al grande parco, nel corso dei secoli, dalle famiglie che si sono avvicendate nella proprietà della villa alle porte del Vaticano.
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CULTURA
E IMPRESA
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CINQUANT’ANNI
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Passione
per l’arte.
L’Architettura:
Palazzo
Muti Bussi
all’Aracoeli
In questa pagina, figura
femminile alata che decora
le cornici entro cui sono
racchiuse le scene di paesaggio
del fregio Dughet nel salone
del piano nobile
di Palazzo Muti Bussi.
Nella pagina a lato, il palazzo
visto da piazza dell’Aracoeli;
l’architetto della fontana
in primo piano è
Giacomo Della Porta
che, nello stesso periodo,
progettò il Palazzo Muti.
58
Il volume dedicato al Palazzo Muti Bussi segue, nella stessa Collana,
quello dedicato al villino Folchi, consolidando un esempio
di studio scientifico, in edizioni di pregio
riccamente documentate, di importanti
palazzi romani. Palazzo Muti Bussi all’
Aracoeli, è l’esame attento
delle soluzioni architettoniche apportate alla costruzione (che sorge in un punto nevralgico della città ai
piedi del Campidoglio) nel
corso di due secoli –
Cinquecento e Seicento – dai professionisti più qualificati del tempo: Della Porta, Peparelli, De
Rossi, Fontana, Specchi,
Valvassori.
Interessante anche la figura
del pittore paesaggista
Gaspard Dughet che,
presumibilmente tra il
1635 e il 1637, eseguì, nel
grande salone del piano
nobile di Palazzo Muti, il
bellissimo fregio decorativo
diviso in quattordici scene di paesaggio
racchiuse in cornici riccamente decorate
con busti di figure femminili alate e
fogliami.
E proprio i riquadri di Gaspard Dughet,
insieme alle decorazioni in stucco del Seicento e
al grande scalone in marmo
antico, sono oggetto delle
pagine più originali del volume
edito da Edindustria nel 2006.
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CINQUANT’ANNI
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Gaspard Dughet,
il “maestro
della betulla”,
a Palazzo Muti Bussi
all’Aracoeli
In alto, il Naufragio.
Il motivo della tempesta marina,
già introdotto da Matthijs Bril,
è riproposto da Dughet
nel fregio Muti.
In basso, la scena
Marina con veliero, un cavaliere e
un viandante.
Nella pagina a lato, uno scorcio
di paesaggio della campagna
romana della quale Dughet fu
innamorato e alla quale spesso si
ispirò: Paesaggio con un cacciatore
con fucile e un viandante.
(Foto tratte dal volume Palazzo
Muti Bussi all’Aracoeli).
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Passione
per l’arte.
La Musica,
il Teatro
Diverse espressioni artistiche – architettura, scultura, pittura – insieme ad altri aspetti culturali di non minore valore, hanno formato l’oggetto di un volume particolare: Europa Anno Mille, edito nel 1965.
L’Anno Mille, atteso dagli uomini di quel tempo più con tremore che
con speranza, passò lasciando tracce tutt’altro che banali in ogni
ramo del sapere.
Una preziosa selezione di questi aspetti, accompagnata da un adeguato commento, ci dà la misura culturale di un’epoca. La ricognizione,
compiuta quando il secondo millennio era quasi alle porte, consente
di commisurare quali e quanti passi l’umanità ha fatto nell’arco di
ben dieci secoli.
Il linguaggio della musica è entrato nelle pagine di “Civiltà delle
Macchine” con due partiture appositamente composte nel 1963 per
la rivista da due illustri musicisti, figure di rilievo internazionale nella storia del Novecento: Gian Francesco Malipiero e Goffredo
Petrassi. La prima, per quattordici strumenti, è intitolata
“Macchine”, la seconda “Musica di ottoni”.
Entrambe hanno voluto essere la risposta, in note musicali, alla provocazione della macchina nel mondo contemporaneo.
In questa, e nella pagina a lato,
partiture musicali: nel 1963
Gian Piero Malipiero
e Goffredo Petrassi composero
due partiture appositamente
per la rivista
“Civiltà delle Macchine”.
62
Il teatro, che pure è stato oggetto di alcuni articoli sulla rivista,
ha avuto una sua pubblicazione
autonoma e originale in un volume promosso dalla Italsider nel
1962: Cinque modi per conoscere
il teatro: Shakespeare, Molière,
Pirandello, Brecht, Ionesco.
Cinque opere teatrali di questi
autori costituiscono un bagaglio
importante per un approccio
non superficiale all’arte di due
Muse: Melpòmene, per la tragedia, Talìa per la commedia.
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CULTURA
E IMPRESA
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Sacro e profano
P
otrebbe sembrare strano che trovino posto, in una panoramica che vede in primo piano l’impresa nella sue articolazioni culturali, anche i grandi eventi religiosi, le loro radici, i loro sviluppi e le problematiche che li hanno accompagnati.
Eppure nell’attività editoriale di Edindustria si trovano alcuni testi di
un certo spessore culturale che hanno trattato il problema del sacro
nell’esperienza esistenziale umana.
La religione ha permeato la storia e quindi va tenuto conto della sua
influenza nella vita e delle sue implicazioni. Per qualsiasi persona di
cultura la religione entra nella sua sfera di idee. Anche il più inveterato laicista non può esimersi dal misurarsi con un aspetto della vita che
ha il suo centro nell’uomo e dell’uomo si fa tramite con l’Assoluto.
Per sua costituzione società laica, Edindustria non ha dunque esitato
ad affrontare anche temi di carattere religioso. L’ultimo fascicolo di
“Civiltà delle Macchine” è interamente dedicato al rapporto specifico
tra cultura e religione. “Cultura e religione – viene affermato – sono
intimamente legate, non possono avere una relazione soltanto esterna e
accidentale”. La religione incide sui contenuti del sapere, sui comportamenti umani e non può prescindere da scienze umane come l’antropologia e la filosofia. La rivista riservò spazio anche a un grande evento religioso mondiale: il Concilio Ecumenico Vaticano II. Nell’ultimo
fascicolo del 1962 troviamo sull’argomento articoli di Jean Guitton e
del Cardinale Joseph Frings, accompagnati da tavole illustrative di
Emilio Greco e Aligi Sassu.
La presenza dell’espressione religiosa in testi specifici è documentata in
alcuni volumi che Edindustria ha prodotto, in tiratura limitata, per
conto di alcune società. È il caso della Laude di Jacopone da Todi, riproduzione dell’editio princeps del 1490.
Il legame tra aree religiose e la loro manifestazione del sacro è ben visibile in Segni d’eternità nel tempo e nella terra, nelle cui pagine la fede
delle grandi religioni mondiali (cristiana, ebraica, musulmana, buddista
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Il disegno in alto a sinistra, di Aligi Sassu, “Concilio Ecumenico Vaticano II”,
illustrava nel n. 62 di “Civiltà delle Macchine” l’articolo del Cardinale Joseph Frings;
il disegno a destra, di Emilio Greco, “Pastor et nauta”,
accompagnava l’intervento di Jean Guitton, Accademico di Francia.
ll Cardinale Frings, nel suo intervento: “L’esperienza forse più straordinaria,
che dà una profonda impronta alla situazione spirituale del momento è questa:
il mondo è diventato piccolo e, in conseguenza, si è creata
nella umanità una unità del tutto nuova. Certo, questa esperienza era già in cammino
almeno fino dalla scoperta dell’America, ma soltanto oggi, con le inaudite possibilità della tecnica,
essa ha raggiunto la sua straordinaria attualità, arrivando anche alla conoscenza dell’uomo della strada...”.
Jean Guitton, nel suo intervento: “... Ora il carattere proprio dell’epoca attuale,
quello che la rende così poco simile alle altre,
così incomprensibile a coloro che la vivono, è nel fatto che più ritmi storici,
indipendenti gli uni dagli altri, mostrano di trovarsi contemporaneamente in una fase di decadenza,
si avvicinano insieme al punto finale. Questa coincidenza di nodi (...) è assai improbabile.
È proprio essa che dà alla nostra epoca un carattere escatologico.
Si è indotti a chiedersi se la fine dei tempi non possa essere definita proprio come la
convergenza di tutte le decadenze. Ma quali sono questi ritmi storici che, nella nostra epoca,
si palesano in fase diminutiva, si avanzano verso la morte o la trasmutazione?”.
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Le quattro
religioni
monoteiste
nel volume
“Il Passaggio
e l’incontro”
I Cattolici
In alto, ostensorio di manifattura siciliana, 1662.
Confraternita del SS. Sacramento, Bitonto.
In basso a destra, reliquiario a
ostensorio di S. Sabino,
del secolo XVIII, manifattura napoletana.
Museo della Cattedrale, Bari.
In basso, un particolare della mostra “Civiltà del
Libro” realizzata a Bari nel 1999.
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Le quattro
religioni
monoteiste
nel volume
“Il Passaggio
e l’incontro”
Gli Ortodossi
In alto, stauroteca a trittico di manifattura
costantinopolitana, sec. XI. Cattedrale
di Santa Maria Assunta, Monopoli.
A lato e in basso, icone. Thomás Bathás
e aiuti (Creta 1554 - Venezia 1599), databile 1574 - 1599. Tempera su tavola.
Museo Civico, Barletta.
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Le quattro
religioni
monoteiste
nel volume
“Il Passaggio
e l’incontro”
I Musulmani
A lato, particolare della mostra
“Civiltà del Libro”.
In basso, a sinistra e al centro,
formelle reggi battaglio.
Maestranze meridionali, sec. XII,
bronzo sbalzato.
Canosa, Cattedrale di San Sabino
e Mausoleo di Boemondo.
A destra, un cofanetto di
manifattura islamica, sec. XII,
bronzo. Barletta, Cattedrale
di Santa Maria Maggiore.
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Le quattro
religioni
monoteiste
nel volume
“Il Passaggio
e l’incontro”
Gli Ebrei
A lato e in basso a sinistra,
foto tratte dalla mostra
“Civiltà del Libro”, Bari-Fiera
del Levante, 1999.
In basso a destra, una placchetta
raffigurante l’episodio biblico
di David e Golia. Italia centrale,
metà del secolo XIX.
Bronzo sbalzato e inciso,
probabilmente parte di una
rilegatura cerimoniale.
Collezione privata.
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
e induista) trova spazio nell’esprimere la costitutiva dimensione spirituale dell’uomo e il suo anelito a una realtà trascendente. Il volume fu
presentato a Papa Paolo VI in un’udienza particolare concessa all’autore della pubblicazione, Francesco d’Arcais, e ai suoi più stretti collaboratori. Sul significato e la valenza dell’espressione religiosa per l’uomo d’oggi sono stati pubblicati da Edindustria altri volumi: Soste del
tempo interiore, un invito alla meditazione o quanto meno a “sostare”
con qualche riflessione spirituale sulla scia di un richiamo dato da una
serie di immagini suggestive.
Sulla stessa linea anche Pace senza sera; mentre il tema religioso nella
sua componente storica viene affrontato in due volumi dedicati ai
principi degli apostoli: Pietro a Roma e Nel solco di Pietro e Paolo. Si
tratta di testimonianze corredate da saggi storico-scientifici e da illustrazioni di quella particolare realtà romana in cui è maturata la fede
cristiana fin dai suoi albori.
L’attenzione a temi religiosi non è mancata in anni più recenti, con la
pubblicazione nel 1999 del volume Il
Passaggio e l’incontro. Itinerari artistici e
religiosi delle Civiltà del Libro nell’Italia
mediterranea.
È del 2002 il volume Giovanni Paolo II Immagini per l’inizio del XXV di Pontificato.
Sono foto di grande impatto emotivo che
ritraggono, anzi “catturano”, gesti semplici,
ma simbolici del Pontefice. Gesti che rivelano “calore, amore cristiano, un profondo
rispetto per ogni individuo, un amore
pastorale per coloro che egli serve e verso i
quali tende la mano”.
La religione cristiana ha dato un apporto
essenziale alla formazione del patrimonio
storico-artistico-culturale di ogni nazione
d’Europa. Basti pensare alle cattedrali, alle
espressioni pittoriche, alle sculture, agli
arredi e alle suppellettili liturgiche, ma
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CULTURA
E IMPRESA
anche alle biblioteche e agli archivi che conservano importanti testimonianze di una cultura che poggia le sue basi sul cristianesimo. Alcuni
aspetti di questo ricchissimo retaggio hanno trovato espressione in cinque “Workshops”, organizzati in altrettante nazioni europee: i mosaici
sacri (Venezia); le suppellettili liturgiche preziose (Varsavia); le statue
in bronzo e in pietra (Colonia); gli abiti liturgici preziosi (Malta); i
manoscritti e i codici miniati (Dublino). Un panorama di questi
“Workshops” è confluito in un volume: Cathedral Workshops on
Religious Arts and Crafts”. Il volume, edito nel 2003, è stato commissionato ad Edindustria dalla Pontificia Commissione per i Beni
Culturali della Chiesa.
Molto più recente la pubblicazione di Petros eni - Pietro è qui, il catalogo della mostra tenutasi in Vaticano al Braccio di Carlo Magno
dall’11 ottobre 2006 all’8 marzo 2007 in occasione della “celebrazione
dei cinquecento anni della Nuova Basilica”.
Il volume ripercorre, attraverso la descrizione delle opere in mostra, i
cinquecento anni di lavoro occorsi per arrivare
all’attuale Basilica Vaticana che tanto valore storico,
artistico e religioso riveste nel mondo e non solo per
i cattolici. Il catalogo ha il pregio, grazie alla precisione scientifica dei testi, alla grafica essenziale ma
immediata e alla qualità delle immagini di far percepire al lettore la bellezza dei capolavori in mostra, di
farlo emozionare davanti al tratto veloce di
Michelangelo che disegna se stesso intento a dipingere la Volta Sistina oppure davanti al Crocifisso in
legno, un’opera del Maestro del 1562, ma talmente
“giovane” da sembrare attuale, o davanti ad uno
straordinario vecchio: l’apostolo Pietro, in un’opera
di Rembrandt conservata all’Israel Museum di
Gerusalemme.
Siamo grati alla Fabbrica di San Pietro per averci
dato l’opportunità di realizzare il catalogo e di
poterlo ricordare tra le opere di Edindustria in
occasione dei suoi cinquanta anni.
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Il sacro
nel volume
Petros Eni
Pietro è qui
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Nelle pagine precedenti,
a sinistra, Modello ligneo
della Cupola di S. Pietro
su disegno
di Michelangelo Buonarroti,
1559-1561 (con restauri e
modifiche 1704, 1742-1743),
Città del Vaticano,
Fabbrica di S. Pietro.
Nella pagina di destra,
Crocifisso
di Michelangelo Buonarroti,
1562 ca., 27 cm (alt.),
Firenze, Casa Buonarroti.
In questa pagina, Anonimo,
Libro delle misure d’oro del
Baldacchino di Bernini,
ca. 1632-1633, inchiostro
su carta, 32 x 37,5 cm.
Città del Vaticano,
Fabbrica di San Pietro,
Archivio Storico.
Nella pagina a lato,
Rembrandt van Rijn,
Apostolo Pietro inginocchiato,
1630-1631, olio su tela,
95 x 80 cm, Gerusalemme,
Israel Museum.
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Economia e impresa
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Economia
e Impresa
Dalla grammatica alla pratica.
Gli schemi concettuali trovano spazio
e applicazione nelle decisioni manageriali.
Abbiamo una disciplina, l’economia,
con le sue leggi e un apparato,
l’impresa, che le applica con criteri
di sano realismo.
Ideologia e verifica sul campo si intrecciano
nei cambiamenti della storia
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Carta d’Italia da “Atlas de la géographie universelle, ancienne et moderne, mathématique, physique, statistique,
politique et historique...”. Si può ritenere la prima carta generale e politica dell’Italia seguita al Congresso di Vienna.
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Una sola bandiera
I
l cammino dell’unità d’Italia è
stato lungo e non indolore. Ma se è
consueto pensare ai nodi politici e ai
fatti d’arme, poca attenzione è di solito prestata ai complessi intrecci economici che sottostavano a quegli eventi. I
volumi di storia non lasciano, in genere, molto spazio a quest’aspetto del
problema. Tale aspetto venne, invece,
preso in considerazione nella Collana
“Archivio Economico dell’Unificazione Italiana”. L’opera è costituita da
due serie di volumi numerati progressivamente con cifra romana. I testi,
redatti da economisti e da storici furono editi dalla ILTE di Torino, ad eccezione di quattro, editi da Edindustria
tra il 1974 e il 1980. Tutti i volumi della Collana trattano in maniera circostanziata una serie di tematiche politiche, economiche, sociali e culturali
che stanno alla base di un processo
che, con l’unità d’Italia, coinvolse il
tenore di vita e il sistema produttivo
della comunità nazionale.
I testi editi da Edindustria vertono
sull’assetto socio-demografico nello
Stato pontificio e sui consumi e il
tenore di vita a Roma e a Milano
nell’Ottocento. In particolare, Giuliano Friz si è occupato di: La popola-
Archivio Economico
dell’Unificazione Italiana
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
zione di Roma dal 1770 al 1900; Burocrati e soldati dello Stato pontificio
(1800-1870); Consumi, tenore di vita e prezzi a Roma dal 1770 al 1900.
Sergio Zaninelli ha trattato i Consumi a Milano nell’Ottocento.
Tutti i volumi della Collana denotano un lavoro di competenza, ma anche
di pazienza per la difficoltà di reperire le fonti, che a volte non sono soltanto carenti, ma inadeguate.
Lo sottolinea Giuliano Friz: “Si deve tener presente che i modi e gli scopi delle rilevazioni statistiche nel campo demografico condotte nel XVII
e nel XVIII secolo, erano assai diverse dagli attuali. Quindi lo studioso si
trovava di fronte a un materiale incerto”.
In altri casi – è sempre Friz che lo avverte in “Burocrati e soldati…” –
le fonti sono addirittura inattendibili. “Si possono esaminare la consi-
In alto, moneta patriottica
veneziana di lire una
corrente (1848).
In basso, moneta patriottica
veneziana di lire cinque correnti
(1848).
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ECONOMIA
E IMPRESA
stenza numerica e le condizioni retributive dei dipendenti statali […] e
tutte le regole cui l’attività dei funzionari era sottoposta, ma c’è un piccolo dettaglio che infirma il valore di tanti dati posseduti: ed è che
regolamenti e disposizioni, livello di paghe e importo di pensioni, tutto ciò che potrebbe servire a determinare le reali condizioni della burocrazia pontificia, nella maggior parte dei casi non corrisponde al vero”.
Un grosso rompicapo per lo storico. C’è in tutti i volumi di questa
Collana una capacità interpretativa e descrittiva che rende la materia,
nonostante il rigoroso taglio scientifico, accessibile e interessante. È un
prezioso servizio alla comprensione del tessuto che sta alla base dell’unificazione italiana, segnata da difficoltà non solo politiche, ma anche socioeconomiche prima di arrivare al compimento sotto una sola bandiera.
Lasciapassare rilasciato dal
vice camerlengo e
direttore generale di polizia
del Governo pontificio
(18 agosto 1866).
(Milano, Civica Raccolta delle
Stampe Achille Bertarelli).
Nelle due pagine successive,
il quadro rappresentante
la popolazione e la superfice
delle capitali e degli Stati
di tutto il mondo.
Le foto qui riprodotte sono
illustrazioni contenute nei primi
fascicoli dell’Archivio.
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Le bandiere
aziendali
L
L’immagine in questa pagina è una elaborazione grafica
realizzata da Alfred Hohenegger negli anni Sessanta
per la società editrice Edindustria.
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a stampa aziendale fu un
prodotto piuttosto diffuso negli anni
Sessanta. È un momento importante
per tutta l’attività industriale italiana.
Si poteva ormai considerare concluso
il periodo della ricostruzione e riorganizzazione post-bellico e siamo di
fronte ad una grande crescita economica in tutti i settori. L’incremento
degli investimenti nell’industria manifatturiera e di trasformazione e nel
comparto dei servizi portò in pochi
anni il Paese a operare in un mercato
in grande espansione.
Si imponevano strumenti conoscitivi
adeguati per diffondere notizie di
quanto veniva fatto nell’ambito di
un’azienda. Già nel 1955 era stata
costituita l’Associazione della Stampa
Aziendale Italiana cui avevano aderito
quasi tutti i periodici editi da società
sia pubbliche che private. Era un luogo
in cui confrontarsi, mettere a punto
strategie, misurare il polso della recettività dei messaggi che le aziende lanciavano al mercato e ai propri dipendenti.
Le società in molti casi ricorrevano
ad una o più pubblicazioni per far
fronte ad esigenze funzionali diverse:
contenuti tecnici e di prestigio per le
relazioni con l’esterno, formula mista
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ECONOMIA
E IMPRESA
di interesse aziendale e divulgazioni di temi generali per l’interno.
“Notizie IRI”, pubblicata dal 1957 al 1979 da Edindustria, fu fondata
allo scopo di dar conto di quanto veniva realizzando un grande gruppo polisettoriale la cui dimensione informativa investiva gli interessi di
una vastissima gamma di ambiti economico-industriali. Era, per così
dire, la “bandiera aziendale”. La sua tematica coinvolgeva un’ampia
fascia di lettori poiché la rivista, prevalentemente rivolta all’ambiente
esterno, serviva anche a suscitare all’interno di un gruppo polivalente
una sorta di spirito di corpo.
La rivista esprimeva il gruppo in tutta la sua complessità in un momento di grande impegno in tutti i settori. Per molti anni fu lo specchio
fedele dell’evoluzione dell’industria italiana, senza indulgere a compiacimenti: strumento asciutto, rigoroso nel dare notizia di prodotti, servizi, grandi realizzazioni e piccole conquiste nella cornice di eventi
significativi.
Sfilano, nel corso delle annate, la costruzione e la messa in esercizio
dell’Autostrada del Sole, il varo di grandi navi transoceaniche, di traghetti e navi portacontenitori, le dimensioni concorrenziali raggiunte
dall’Alitalia. Non manca l’impegno crescente e l’evoluzione nei settori
manifatturieri, nella diffusione delle telecomunicazioni e, in generale,
di tutto il complesso mondo dell’informazione, compresa l’elettronica.
I contenuti andavano anche al di là degli ambiti puramente aziendali
investendo temi di interesse generale come la ricerca, l’innovazione, la
formazione professionale.
Scorriamo la storia dell’industria italiana attraverso la puntuale descrizione di fatti sottolineati da immagini efficaci e presentati con proprietà e asciuttezza di linguaggio. A partire dal 1970 le copertine di
“Notizie IRI” perdono la loro uniformità monocromatica per assumere, di volta in volta, l’aspetto di originali elaborazioni grafiche e fotografiche in cui la tecnica si fonde con l’espressione artistica. Nel gennaio del 1976 viene pubblicato un nuovo logo, che caratterizzerà la
pubblicazione per tutti i fascicoli seguenti. C’è nelle centinaia di pagine di “Notizie IRI”, la crescita di un intero Paese, la strategia impiegata per affrontare situazioni difficili, la consapevolezza di raggiungere
scopi importanti senza trionfalismi e sbavature retoriche.
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Le copertine e il logo della rivista
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Le copertine e il logo della rivista
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
La bandiera
imprenditoriale:
“Holding”
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Quando, alla fine degli anni Settanta
“Civiltà delle Macchine” e “Notizie
IRI” cessarono le pubblicazioni,
Edindustria varò altre iniziative editoriali che si prefissero di registrare e
comunicare quanto avveniva nell’ambito dell’impresa italiana riflettendo al
tempo stesso sui temi di fondo di una
società in evoluzione. Nel gennaio del
1981 fu promossa la pubblicazione di
“Holding”, rivista bimestrale di economia pubblica e privata.
“La rivista nasce con l’intento dichiarato – così dice in apertura il fondo del
primo numero – di essere un programma e un invito. Un programma perché
costituisce una formula imprenditoriale moderna e dinamica che accomuna
oggi l’impresa pubblica e privata, l’impresa nazionale e internazionale”.
C’è già in questa direttrice lo spessore
di un impegno di non poco conto, la
“bandiera” dell’imprenditorialità, che
vuole essere anche “un punto di confronto con uno spirito di collaborazione tra gruppi sociali e forze politiche,
le associazioni dei lavoratori e degli
imprenditori”. Punto di riferimento
costante il problema dell’impresa inserita nel mercato. Non ha fatto in tempo a crescere “Holding”, ma nondimeno la sua esistenza, durata soltanto due
anni, ha lasciato una traccia tutt’altro
che povera di idee e di contenuti pervasi dalle problematiche del momento.
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ECONOMIA
Era venuto il momento di guardare fuori dai confini nazionali.
Osservare è importante, ma non basta. Occorreva confrontarsi, accettare input diversi, calarsi negli scenari nuovi che andavano prendendo
consistenza negli anni Ottanta. È quanto si era prefissa di fare
“Technology Review”, rivista realizzata da Edindustria – a partire dal
1988 fino al 1998, anno in cui fu ceduta allo Cselt – in collaborazione
con l’omonimo periodico della Alumni Association of MIT, il prestigioso Massachusetts Institute of Technology.
Elegante ma lineare nella grafica, la rivista spazia in un eclettico panorama di carattere scientifico di attualità. Gli autori, italiani e statunitensi,
compiono un’articolata disanima di argomenti tentando di fornire risposte, ma soprattutto possibili chiavi di lettura delle trasformazioni indotte
dalla globalizzazione. Anche gli argomenti trattati per così dire “in briciole” – notizie di attualità, note di storia, recensioni – completano un’informazione asciutta, rigorosa, mai banale. Non è più un timido affacciarsi fuori dei confini del Paese per vedere “che cosa fanno gli altri”, ma un
camminare insieme, mettendo a confronto idee e fatti, progetti e realizzazioni, nel quadro del più recente sviluppo tecnologico e del suo impatto con la vita quotidiana.
Difficile fare una panoramica degli argomenti trattati. Eccone un assaggio, sfogliando l’indice di alcuni fascicoli: energia nucleare, trasporti e inquinamento, modelli sostenibili di sviluppo, l’industria
dei semiconduttori, terapie geniche, animazione
elettroniche nei processi giudiziari e tanto altro.
Non sono mancate significative riflessioni sui
grandi temi indotti dall’innovazione scientifica e
tecnologica. Ne sono testimonianza alcuni saggi
tratti dal convegno di Premi Nobel svoltosi a
Milano nel 1994 e pubblicati nel n. 63-64 della
rivista. Tre Nobel italiani – Carlo Rubbia, Renato
Dulbecco, Rita Levi Montalcini – si interrogano
sull’apporto della scienza nei nuovi scenari mondiali, sulla interazione della ricerca con la società e
sull’impegno a salvaguardare il creato.
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La bandiera
degli altri:
“Technology
Review”
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Cento bandierine
L’
azienda, come un corpo umano, ha una testa pensante,
braccia che si muovono, piedi che camminano. Camminano nella storia mossi da idee programmatiche che ne costituiscono il primo, indispensabile motore.
Queste idee possono considerarsi le “bandierine” di tanti piccoli o
grandi contributi, da raccogliere e da tramandare.
Ci sono dunque da considerare nell’attività editoriale di Edindustria
molti saggi, che affrontano un argomento da un’angolazione particolare, forse non esaustiva, ma non per questo meno importante. Sono
“mattoncini” del sapere in campo economico-imprenditoriale, in
quanto contribuiscono a fornire riflessioni e dati che si innestano nel
più grande quadro della politica economica nazionale.
Un settore speciale riguarda l’economia del Paese nelle sue diverse
sfaccettature. Si tratta, nella maggioranza dei casi, di volumetti dalla
grafica sobria, da un numero esiguo di pagine, che contengono tuttavia
un concentrato di considerazioni certamente valide. Erano nuove al
momento in cui sono state espresse, ma possono essere oggi fonte di
prima mano per gli storici che vogliano studiare alcuni significativi
aspetti dell’economia italiana.
Nel 1963 l’IRI compiva trent’anni. Erano trent’anni spesi al servizio del
Paese attraverso una molteplicità di interventi nei settori portanti dell’economia. Quest’impegno fu tradotto in un documentario (filmato e
pubblicazione), commissionato a Edindustria e diffuso nel panorama
dei “media” nazionali.
Due monografie di carattere storico – come I discorsi della Nuova Italia
(atti dell’Assemblea Costituente) e L’Italia e la Rivoluzione francese –
aggiungono un sapere apparentemente lontano dalle consuete tematiche economico-industriali, ma in realtà tutti i problemi economici si
innestano nella storia e si diramano attraverso complessi canali saldamente intrecciati agli assetti sociali.
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ECONOMIA
E IMPRESA
Altra significativa pubblicazione, edita dalla Società, è costituita dagli
atti su una “giornata di studio” – promossa a Caserta nel 1983 e incentrata sulla figura di Alberto Beneduce, primo Presidente dell’IRI – in
cui gli interventi di molti studiosi si sviluppano attraverso i complessi
problemi dell’economia italiana nell’arco di alcuni decenni.
Alcuni studi specifici, editi alla fine degli anni Novanta, vertono sulla
scuola: l’innovazione, il lavoro didattico e una ricerca sulla valutazione
della preparazione scolastica dei candidati all’assunzione nelle aziende.
Edindustria, in anni recenti ha pubblicato volumi e atti di alcuni convegni il cui tema principale erano le privatizzazioni in Europa e, in particolare, in Italia.
Risale al novembre del 2001 la stampa di Le privatizzazioni in Italia
1992-2002, un’analisi dettagliata del processo di privatizzazione e dell’economia italiana durante gli anni Novanta. Nell’ottobre del 2002 la
Società editò altri due volumetti sullo stesso tema: Privatization in Italy
and the role of IRI e Privatization in Europe; poco dopo, nel dicembre
del 2003, vennero stampati due volumi simili nella grafica e nei contenuti: L’IRI nella storia d’Italia: problemi e prospettive di ricerca, atti del
convegno tenutosi a Roma il 5 giugno 2002 e Privatizzazioni in Europa,
atti del convegno dell’11 novembre 2002 promosso dall’IRI alla vigilia
della conclusione della sua lunga e importante storia che aveva attraversato l’assetto socio-economico del Paese per quasi settant’anni.
Vi è, inoltre, nell’editoria varia della Società, una serie di “atti” di seminari, di convegni, di incontri di studio, che vanno dagli aspetti più tecnici dell’economia in trasformazione a quelli che coinvolsero la cooperazione tecnica internazionale, la politica di cooperazione a confronto,
l’economia di impresa in generale.
Sono brochure, opuscoli senza grandi pretese grafiche, ma reclamano
anch’essi il loro momento, se non di gloria, di attenzione minima.
La storia è segnata da piccoli eventi, il sapere è fatto di parole in armonia. E l’economia è fatta di parole piantate solidamente nei tanti piccoli terreni della produttività e dell’espansione tecnico-industriale.
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A servizio
dell’impresa
Idee e prodotti, risorse organizzative
e tecnologiche si saldano e si inseriscono
nei meccanismi di mercato.
Divengono eventi e si collocano
nelle “vetrine” del mondo
o nelle “nicchie” di un sapere speciale
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Tsukuba, Vancouver,
Brisbane, Siviglia, Lisbona, Genova…
“occasioni di incontro e di confronto:
finestre sul mondo”
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Finestre sull’Italia
e sul mondo
S
i valorizza un’impresa promuovendola avvalendosi di canali
qualificati, ma soprattutto un’impresa si promuove da sé con i risultati
della sua attività, l’impegno di tutto il suo personale, dai dirigenti all’ultimo operaio.
Va, tuttavia, riconosciuto che le grandi esposizioni internazionali rappresentano sempre un’importante forma promozionale per un’azienda.
Occasione d’incontro e di confronto di culture e di attività produttive.
Le Expo internazionali sono sempre state, non solo per le società, ma
per l’intera Azienda Italia, momenti significativi di contatto con altre
realtà economiche e politiche; tappe rilevanti per sottolineare la crescita produttiva e la qualità culturale del Paese viste nell’ottica specifica delle sue aziende; vere e proprie
“finestre sul mondo”.
La presenza dell’immagine italiana alle Expo fu assicurata grazie all’impegno di Edindustria che ebbe
l’incarico, dal Commissariato generale per le
Esposizioni internazionali istituito presso il Ministero
degli Affari Esteri, di realizzare il padiglione Italia.
Ecco, in sintesi, le partecipazioni della Società alle
esposizioni mondiali a partire dal 1985.
A Tsukuba, in Giappone, si tenne il primo incontro
internazionale degli anni Ottanta, in una cornice scenografica di grande rilievo; il tema: “Scienza e tecnologia per una migliore qualità della vita” era rappresentato con opportuni riferimenti agli sviluppi storici e all’evoluzione del linguaggio artistico che avevano accompagnato lo straordinario progresso tecnico
del nostro secolo. L’esperienza nazionale, da
Leonardo a Rubbia, era presentata con ricchezza di
particolari inediti per dare un’immagine compiuta
della realtà tecnologica e scientifica italiana.
Expo
internazionali
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
1985
Expo di Tsukuba:
Scienza e
Tecnologia
Leonardo da Vinci, “Traforato di stelle e rose”, Codice Atlantico, F. 307 v.,
(Biblioteca Ambrosiana, Milano).
A destra, Balestra gigante, Codice Atlantico, F. 53 v. a, b.
A pagina 95, Leonardo da Vinci,
“Studio per ala articolata”, Codice Atlantico, F. 308 r. a.
Le foto di queste pagine sono tratte dai Cataloghi delle Expo internazionali
e da Il cuore e il remo, Edindustria, 1996.
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A
SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Tsukuba,
dal genio di Leonardo a Rubbia
“... La ricerca di Leonardo,
piena di balenanti intuizioni e di geniali vedute,
è però sempre oscillante
fra l’esperimento e la notazione curiosa
e appare frantumata in una serie di brevi note, di osservazioni sparse,
scritte per se medesimo
in una simbologia difficilmente trasmissibile;
egli non giunse mai a quella sistematicità che è la caratteristica
fondamentale della scienza e della tecnica moderne ...” (dal Catalogo Expo 1985).
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
1986
Expo di Vancouver:
Le grandi reti
In basso,
assonometria dell’allestimento
del padiglione italiano.
L’arte a Vancouver:
statua d’atleta da archetipo
del V secolo a.C., Musei
Capitolini, Roma.
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Un tempo erano le strade le grandi vie di comunicazione del mondo:
ampie, ben lastricate o sentieri in terra battuta. Veicolavano persone,
merci, notizie. Furono le pietre miliari nel cammino della civiltà e nessuno ne disconosce ancor oggi validità e pregi. Ma le recenti conquiste
della tecnologia hanno posto le “reti” in primo piano nello scenario della comunicazione. Con il tema “L’Italia delle grandi reti” Edindustria fu
presente a Vancouver, in Canada, nel 1986: un contributo in termini di
capacità innovativa in linea con i tempi e le più recenti conquiste della
tecnologia. Il padiglione italiano si offriva al visitatore come un grande
palcoscenico sul quale si
snodava un percorso che
vedeva, da un lato, le realizzazioni del passato, dall’altro, le realizzazioni delle più
avanzate tecnologie. Una
sezione apposita era dedicata all’evoluzione degli apparati di trasmissione e ricezione, da Marconi alle fibre
ottiche.
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A
Il tema dell’esposizione di Brisbane, in Australia, nel 1988, fu “Il tempo libero nell’era della tecnologia”, una dimensione nuova per l’uomo
contemporaneo, chiamato a rapportare le ore della sua vita con le occasioni offerte dal progresso.
Il visitatore poteva muoversi nello spazio espositivo del padiglione italiano suddiviso in sei aree tematiche: la casa e il mondo; il costume e lo
spettacolo; il gioco e l’ambiente; la mobilità e il trasporto; l’arte e la storia; il Paese e la comunicazione.
Si nota in questo, come in tutti gli altri eventi espositivi, un gioco
raffinato di idee e scenari
concreti, in cui il “prodotto”
si fonde con un’immagine
articolata, mai banale e ricca
di sollecitazioni culturali.
SERVIZIO DELL’ IMPRESA
1988
Expo di Brisbane:
Il tempo libero
nell’era della
tecnologia
Pugile seduto,
statua in bronzo rinvenuta
a Roma nel 1885,
Roma, Museo Nazionale Romano.
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
1992
Expo di Siviglia:
L’era delle grandi
scoperte
In basso,
un interno di Palazzo Italia
a Siviglia: sospesa nell’aria una
delle tre sfere per rappresentare
il sistema solare:
la Terra, la Luna e Marte.
La cultura alle Esposizioni
internazionali:
l’“Atlante Farnese”,
seconda metà del II secolo d.C.,
Museo Archeologico
Nazionale di Napoli.
100
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“L’era delle grandi scoperte” fu il tema sviluppato all’Expo di
Siviglia, in Spagna, nel 1992.
Palazzo Italia, con un allestimento di prestigio, fu la vetrina della
grande tradizione culturale italiana nel quadro dell’arricchimento
delle conoscenze applicate al miglioramento della vita quotidiana.
Quella di Siviglia fu non
solo una mostra spettacolare, ma la proposta
di un modello di vita in
una sintesi in cui si fondevano passato e presente, scienza e tecnologia con la cultura umanistica, l’industria avanzata con la tradizione
artigianale di qualità.
Palazzo Italia, il grande
“contenitore” della presenza italiana, fu un prestigioso esempio di
architettura destinato a
restare nel tempo.
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Il 1992 fu un anno speciale per gli eventi espositivi: il cinquecentenario della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo diede
occasione all’allestimento di una particolare Esposizione internazionale a Genova. Il tema non poteva che essere la nave e il mare, ma l’originalità delle soluzioni espositive adottate contribuirono a dare spessore all’evento e ad arricchire la città di Genova
di varie opere destinate
a durare.
Nel 1998, ancora il mare
fu il protagonista nell’esposizione internazionale che ebbe luogo a
Lisbona, in Portogallo.
Maturò in quell’occasione una più accentuata
consapevolezza ecologica attraverso lo sviluppo
del tema “Dal mare agli
oceani”. Insomma, una
verifica, sulla base di
scenari scientificamente
possibili, dell’impatto
che le attività economiche e produttive possono avere sull’ambiente.
A Lisbona, il padiglione
italiano si presentava
come un grande palcoscenico in cui era rappresentato il percorso,
dal passato, al presente
fino al futuro, della
civiltà italiana sui mari.
SERVIZIO DELL’ IMPRESA
1992
Genova
1998
Expo di Lisbona:
Dal mare
agli oceani
A lato, la statua di Cristoforo
Colombo.
In alto, il logo dell’Expo
di Lisbona, 1998.
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
2001 - 2002
Italia
Giappone
Nel 2001 Edindustria maturò un’altra esperienza, partecipando in
Giappone alla Fiera Italia-Matsuri.
Nel maggio dell’anno successivo la Società fu incaricata di progettare,
realizzare e gestire il padiglione italiano alla mostra mercato “L’Italia
dalle mille piazze” svoltasi sempre in Giappone, ad Osaka.
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SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Rappresentazione della “Città
virtuale” nel padiglione italiano
allestito da Edindustria nel 2002
in Giappone, ad Osaka.
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Esposizioni
nazionali
Le foto di queste pagine
sono tratte
dalla Collana editoriale
“Impresa e cultura
nella presenza del Gruppo IRI
alla Fiera del Levante”,
pubblicata da Edindustria.
104
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Tra gli appuntamenti espositivi italiani va ricordato in particolare quello
annuale della Fiera del Levante. Importante non solo perché i risultati
della competitività economico-aziendale sono messi a confronto con una
verifica annuale di grande interesse a livello nazionale, ma anche perché
tutto ciò avviene a Bari, una città crocevia tra Oriente e Occidente.
Fin dagli anni Sessanta Edindustria fu incaricata di realizzare i primi
padiglioni aziendali del gruppo IRI; negli anni Settanta si decise di procedere a un coordinamento d’immagine con un allestimento che coinvolgesse tutti i padiglioni del gruppo. Tale coordinamento fu curato dalla
Società che nel 1990 progettò e realizzò il nuovo padiglione unitario, nel
quale collocare la presenza delle aziende IRI. L’allestimento adottato, che
coniugava l’immagine ai contenuti, fu integrato da reperti archeologici
selezionati con la collaborazione delle locali Sovrintendenze. A partire da
quell’edizione si pensò, inoltre, ad un tema comune, diverso di anno in
anno, che unisse e integrasse le diverse aziende. Questi temi – sotto forma di un “messaggio” che si articolò variamente nelle edizioni successive
della Fiera del Levante – sono raccolti in alcuni volumi che danno il senso della presenza e del programma delle aziende IRI nel succedersi delle
manifestazioni fieristiche di Bari. I temi costituiscono non solo il filo conduttore di un messaggio promozionale, ma sono un vero e proprio contributo su aspetti rilevanti della vita del nostro pianeta: l’acqua come
risorsa vitale (vol. I, 1990); la qualità della vita connessa ai mezzi di trasporto (vol. II, 1991); le grandi sfide della comunicazione (vol. III, 1992);
l’impresa e l’Italia e l’Europa nel cambiamento (vol. IV, 1994); vivere il
territorio (vol. V, 1995). Sono tutti temi che costituiscono la sfida di oggi
e ancora più del futuro. Nel settembre del 1999, quale conclusivo omaggio alla città di Bari venne scelto il tema “Il Passaggio e l’incontro” che
ben sintetizzava le funzioni della mobilità e della comunicazione.
Nel corso degli anni Edindustria ha curato la partecipazione di aziende italiane a molte altre fiere italiane ed estere. Non va dimenticata fra
queste la tradizionale annuale Fiera Campionaria di Milano, un importante spazio di incontro del mondo produttivo italiano con operatori
economici a livello mondiale. Il “made in Italy” è nato proprio in quella cornice, luogo di organizzazione dell’offerta globale del Paese e “termometro” per registrare lo stato di salute dell’economia mondiale.
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SERVIZIO DELL’ IMPRESA
1990
Bari, Fiera del
Levante:
Acqua risorsa vitale
In alto a sinistra, l’entrata
del padiglione IRI
in cui è ben visibile il tema
della 54a Fiera del Levante.
In alto, Hydria attica
a figure nere:
donne alla fontana,
pittore di A.D., 520-510 a. C.,
dalla necropoli di Taranto,
(Museo Archeologico di Bari).
A lato, uno scorcio
della sezione archeologica
con reperti
che alludono, per funzione
o decorazione,
al problema dell’acqua
nell’antichità.
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
1991
Bari, Fiera del
Levante:
Trasporti
e qualità della vita
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Due suggestive immagini tratte dal volume
Trasporti e qualità della vita – Impresa e cultura
a
alla 55 Fiera del Levante.
A lato,
uno dei tanti reperti archeologici in mostra
attinenti al tema proposto.
Un gruppo in terracotta formato da un cocchio a due ruote
tirato da un cavallo e guidato da una figura di Nike.
Rinvenuto nel ripostiglio esterno ad una tomba
a Fossa di Conversano,
del pieno IV secolo a. C., doveva rivestire un significato
simbolico a giudicare dalla presenza, insieme con esso,
dell’armatura completa in bronzo di un guerriero peuceta,
Museo Archeologico di Bari.
In basso, “la ruota”, emblema del tema prescelto.
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SERVIZIO DELL’ IMPRESA
1992
Bari, Fiera del
Levante:
Crescere
comunicando
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
1993
Bari, Fiera del
Levante:
Impresa,
innovazione,
mercato
1994
Europa: contribuire
al cambiamento
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(Le foto di questa pagina sono riferite alla sola documentazione archeologica).
a
Le Aziende furono le dirette protagoniste alla 57 Fiera del Levante.
L’immagine a lato, tratta dal volume Impresa e cultura
(edizione 1993-1994) rappresenta
la “Colomba eucaristica”, arte limosina del XII secolo, conservata
nella Chiesa del Santo Sepolcro a Barletta.
Le grandi reti infrastrutturali italiane e transeuropee protagoniste
a
della 58 edizione.
In basso, reperti archeologici
esposti alla Fiera del Levante del 1994.
In primo piano a sinistra, Bacino con scene dell’Apocalisse.
Manifattura spagnola del X - XI secolo,
ceramica dipinta con tracce di invetriatura. Bari, Castello.
Il ciclo figurativo ricorda le miniature dei codici spagnoli
contenenti il commento all’Apocalisse
di Giovanni del Beato di Liébana, prodotti tra l’XI e il XII secolo.
Il testo è ispirato all’Apocalisse di Giovanni ed è vergato
in minuscola “visigotica”.
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A
Un tema attuale e complesso quello trattato
a
nella 59 edizione della Fiera del Levante:
la costante ricerca di efficienza nella città e nel territorio.
A lato, il disegno progettuale per l’allestimento del padiglione.
SERVIZIO DELL’ IMPRESA
1995
Bari, Fiera del
Levante:
Vivere il territorio
In basso, uno scorcio della mostra archeologica:
“... In territorio civitas. I segni della continuità”.
In primo piano a sinistra, la “Tabula Peutingeriana,
copia medievale (XII - XIII secolo)
di un documento geografico
probabilmente del IV secolo d. C.,
il cui originale è conservato nella Biblioteca Nazionale
di Vienna. La Tabula ben illustra lo sviluppo antropico
della Regione legato alla viabilità di terra,
ma soprattutto, per la posizione strategica
e commerciale verso l’Oriente,
che la Regione per la sua posizione geografica riveste,
il potenziamento della viabilità costiera
e il conseguente sviluppo della città della costa adriatica ...”.
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Tesori in
mostra:
da Bari
a Mosca
Non vanno in mostra solo prodotti, non si confrontano solo i mercati,
molto spesso è la cultura la protagonista di un evento. E cultura è
anche religione, fede, culto. È avvenuto a Bari, nel 1999, nella cornice
della Fiera del Levante: un incontro delle grandi civiltà e delle grandi
religioni in terra di Puglia. Opere d’arte, oggetti liturgici e documenti
di cui è composto il “Tesoro della Basilica di San Nicola” costituirono
una mostra ricca di testimonianze artistiche preziose: segni di una religiosità che a Bari si fa ecumenica, incentrata com’è nella figura di un
Santo protettore che è il “Santo dell’incontro” tra cattolici e ortodossi.
Era quindi importante che questa mostra avesse un seguito in terra
ortodossa, in cui la devozione a San Nicola è particolarmente sentita:
la Russia. L’esposizione fu portata al Museo Storico di Stato, a Mosca,
nel 2005. Vi fu esposta solo una parte dell’ingente Tesoro della Basilica
di San Nicola, molto vasto e prezioso, arricchitosi nei secoli grazie ai
doni offerti da sovrani e principi, marinai e pellegrini. Ma si è trattato
comunque di un vero “evento”, segno importante, capace di coniugare l’arte con la fede e la cultura di due popoli lontani e diversi: quello
pugliese e quello russo.
Aprendosi a “finestre” sempre più interessanti e diversificate,
Edindustria ribadisce e consolida il suo impegno nel campo della promozione dell’arte e della cultura italiana.
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Bari, Fiera del Levante, mostra sulle Civiltà del Libro, settembre 1999.
Una foto suggestiva di una sala della mostra con il Busto di San Nicola e basamento.
Opera secentesca in argento sbalzato, fuso e cesellato.
A lato, altri due ambienti della mostra.
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Il Tesoro di
San Nicola di
Bari in mostra
a Mosca
Periodi:
Bizantino,
Normanno e Svevo
Angioino-Aragonese
I periodo. In alto, Sigillo del
Catapano Ykeiakon e pergamena,
risalente al 1032 (Archivio).
II periodo. Madonna con
Bambino in trono tra i Santi
Giacomo, Ludovico, Nicola
e Marco, Bartolomeo Vivarini,
1476. Tempera su tavola,
cm 244 x 172,5 (Basilica, abside).
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A
SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Il Tesoro di
San Nicola di
Bari in mostra
a Mosca
Periodi:
Bizantino,
Normanno e Svevo
Angioino-Aragonese
I periodo. In basso, Figura alata
docente (Divina Sapienza).
Scultore pugliese, prima metà
dell’XI secolo, marmo, cm 86 x 68
x 4 (Basilica).
II periodo. Icona raffigurante San
Nicola e donatori. Pittore serbo,
XIV secolo, tempera su tavola
coperta da riza in argento, cm
178 x 111 (Basilica, cripta).
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Il Tesoro di
San Nicola di
Bari in mostra
a Mosca
Periodo Viceregno
e Barocco
III periodo.
San Nicola benedicente
con Adeodato,
Argentiere napoletano,
datato 1658-1659.
Argento fuso, sbalzato, cesellato,
bulinato e dorato, ottone fuso,
cm 82 x 42 x 30.
Punzone sulla base
e sulla statua: “NAP”
coronato con punto
sulla A (Tesoro).
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A
SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Il Tesoro di
San Nicola di
Bari in mostra
a Mosca
Periodi:
Il culto
e la devozione
I doni degli ultimi
secoli
IV periodo.
A lato, Bottiglia della Manna
raffigurante la morte di San
Nicola. Artigianato muranesepugliese, metà del XIX secolo.
Vetro soffiato policromato, cm 36
x 23 x 11 (Tesoro).
V periodo.
In alto, Encolpion della Panaghia
del Patriarca Atenagora I.
Manifattura greca, secolo XX
(1965). Argento dorato, sbalzato
e cesellato, smalti policromi e
pietre dure, cm 15,5 x 7,5
(Tesoro).
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Tirare le somme
“La Relazione
annuale
non è solo questione
di grafica”
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I
l bilancio di un’azienda è la sua fotografia. Non è facile leggere e
capire un bilancio; aride cifre riservate agli addetti, ma in realtà dobbiamo tutti essere messi in grado di “leggere” certi risultati, perché esprimono non solo l’andamento di un’impresa, ma il nostro coinvolgimento ad
interessarci all’economia del Paese. La facilitazione alla lettura di un
bilancio dipende molto spesso dal modo con cui il testo e le tabelle sono
rappresentate e da una grafica accattivante e immediata.
Qualche tempo fa il rendiconto annuale era poco diffuso in Italia. A
stamparlo erano solo poche aziende obbligate alla sua pubblicazione,
ma l’allargamento dei mercati con l’entrata di nuovi soggetti, la forte
competizione fra società merceologicamente affini, ha fatto sì che le
imprese, anche di dimensioni medie, vedano nel bilancio una forma di
promozione, di comunicazione istituzionale rivolta ai clienti, ai fornitori, alle banche ed enti pubblici con i quali si relazionano.
Edindustria ha recepito tutto ciò ponendo in queste pubblicazioni un’attenzione più affine ai libri che ai vecchi bilanci. La relazione annuale non
è solo questione di “quattro conti” e non è nemmeno questione solo di
“grafica”. Il testo deve essere leggibile, razionale, con l’uso di carte
importanti, di copertine studiate, senza mai perdere di vista il riscontro
attento delle varie sezioni del bilancio. Infatti, questo è un settore delicato, dove un errore, o anche una semplice svista, creano un danno considerevole all’azienda che si ripercuote negativamente anche sulla società
editrice. Ma l’esperienza acquisita nei tanti “esercizi” trascorsi consente
a Edindustria di fornire un valido e rassicurante aiuto al cliente.
In questi anni di veloci innovazioni, accanto al bilancio classico stampato, si è andato diffondendo il supporto multimediale, che non solo
consente di interagire velocemente con le varie parti del bilancio consolidato o d’esercizio, in italiano o in inglese, ma consente di portare
con sé, in un supporto pratico e leggero, la presentazione della propria
società. Insomma, si può esporre il miglior “biglietto da visita” aziendale grande quanto un qualunque biglietto da visita.
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2007
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IMMOBILIZZAZIONI
Immobilizzazioni immateriali
Concessioni, licenze, marchi e diritti simili
Altre
Totale
II Immobilizzazioni materiali
1) Terreni e fabbricati
2) Impianti e macchinario
3) Attrezzature industriali e commerciali
4) Altri
Totale
III Immobilizzazioni finanziarie
1) Partecipazioni in:
a) imprese controllate
b) imprese collegate
d) altre imprese
2) Crediti:
d) verso altri
3) Altri titoli
Totale
Totale immobilizzazioni (B)
C) ATTIVO CIRCOLANTE
I Rimanenze
4) Prodotti finiti e merci
Totale
II Crediti
1) Verso clienti:
- esigibili entro l’esercizio successivo
- esigibili oltre l’esercizio successivo
Totale
2) Verso imprese controllate:
- esigibili entro l’esercizio successivo
- esigibili oltre l’esercizio successivo
3) Verso imprese collegate:
- esigibili entro l’esercizio successivo
- esigibili oltre l’esercizio successivo
4) Verso imprese controllanti:
- esigibili entro l’esercizio successivo
- esigibili oltre l’esercizio successivo
5) Verso imprese consociate:
- esigibili entro l’esercizio successivo
- esigibili oltre l’esercizio successivo
5bis) Crediti tributari:
- esigibili entro l’esercizio successivo
5ter) Imposte anticipate:
- esigibili entro l’esercizio successivo
- esigibili oltre l’esercizio successivo
Totale
6) Verso altri:
- esigibili entro l’esercizio successivo
- esigibili oltre l’esercizio successivo
Totale
III Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni
1) Partecipazioni in imprese controllate
Totale
IV Disponibilità liquide
1) Depositi bancari e postali
3) Denaro e valori in cassa
Totale
Totale attivo circolante (C)
D) RATEI E RISCONTI ATTIVI
1) Ratei attivi
2) Risconti attivi
Totale ratei e risconti attivi (D)
TOTALE ATTIVO
31.12.2006
31.12.2005
-
-
1.070.125
1.070.125
1.093.810
423
1.094.233
100.758.866
15.850
20.246
394.044
101.189.006
101.705.402
22.453
28.209
391.938
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141.748.132
2.106.321
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1.597.198
153.885.621
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4.061.481
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57.910.475
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532,90
,819
59,516
1,219
4,332,219
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7.388.953
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59,091
37,201
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6,185,366
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6,870,160
,859
Economia e impresa
13-01-2007
17:32
Pagina 118
Il bilancio aziendale
non è solo questione
di “quattro conti”.
È un valido
“biglietto da visita”
2006
Bilanci –
relazione sulla gestione
bilancio d’esercizio
sabaitalia
pag. 12
pag. 12
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
13
16
22
22
23
23
1 Aspetti generali
2 Transizione ai Principi contabili internazionali
(IFRS)
3 Eventi aziendali più significativi
4 Andamento della gestione
5 Evoluzione prevedibile della gestione
6 Altre informazioni
7 Fatti salienti dei primi mesi del 2007
8 Destinazione del risultato dell’esercizio
SABA ITALIA
Bilancio 2004
Indice
5
Organi sociali
6
Avviso di convocazione dell’Assemblea degli Azionisti
7
Deliberazioni dell’Assemblea Ordinaria degli Azionisti
9
13
17
17
20
21
22
23
24
28
28
28
29
Relazione sulla gestione
Aspetti generali ed eventi più significativi del 2004
Andamento della gestione:
• La gestione dei parcheggi e la vendita di posti auto
• Le attività progettuali e realizzative
• Rapporti con ex Controllante
• Le partecipazioni ed i rapporti con le Società del Gruppo
• Le risorse tecniche ed umane
• Situazione finanziaria, patrimoniale e andamento economico
• Evoluzione prevedibile della gestione
• Altre informazioni
• Fatti salienti dei primi mesi del 2005
• Destinazione del risultato dell’esecizio
31
32
33
34
35
Bilancio al 31.12.2004
Stato patrimoniale – Attivo
Stato patrimoniale – Passivo
Conti d’ordine
Conto economico
37
38
38
39
40
46
65
Nota integrativa
• Attività della Società
• Direzione e Coordinamento
• Contenuto del Bilancio
• Criteri di valutazione del Bilancio
• Analisi delle voci dello Stato patrimoniale
• Conti d’ordine
Economia e impresa
13-01-2007
17:32
Finanziaria Tosinvest S.p.A.
Pagina 119
BILANCI 2006
RELAZIONE SULLA GESTIONE
Un’altra componente della formula Tosinvest è la
ricerca applicata alla riabilitazione delle più svariate
patologie e disabilità. Anche in questo caso, l’Azienda è stata riconosciuta come una realtà leader in
continua crescita ed evoluzione. A testimonianza
della fiducia riscossa da parte delle Istituzioni la
“Gazzetta Ufficiale” della Repubblica Italiana ha
pubblicato il Decreto, del 1° febbraio 2005, che
conferisce alla Casa di cura San Raffaele Pisana il
riconoscimento quale Istituto di Ricovero e Cura a
Carattere Scientifico (IRCCS).
A supporto dell’attività di ricerca sono stati effettuati importanti investimenti sia in termini di personale (+135%) sia con l’attivazione di 13 laboratori
di ricerca.
Finanziaria Tosinvest S.p.A.
quella di trading e ricerca di nuove opportunità di
sviluppo. La cura del portafoglio immobiliare è affidata essenzialmente alla Tosinvest Immobiliare
S.r.l., azienda del Gruppo particolarmente impegnata nella gestione di immobili di prestigio o ad
alto valore commerciale.
Nel settore dell’Editoria e della Comunicazione il
Gruppo opera attraverso alcune entità tra cui Edindustria S.r.l., società che dal 1957 è dedicata alla
comunicazione d’impresa in tutti i suoi aspetti: la
produzione editoriale si occupa della pubblicazione
di libri d’arte, brochure, testi aziendali e bilanci
societari; l’attività di comunicazione si concentra
sull’organizzazione, a livello nazionale e internazionale, di eventi, congressi, mostre e fiere e della relativa promozione pubblicitaria. Infine, la gestione
degli archivi aziendali in outsourcing – sia la presa
in carico dei documenti cartacei sia la scansione
degli stessi e il loro trattamento in formato digitale
– rappresenta il punto di forza di un settore fortemente in crescita sul quale Edindustria ha deciso di
puntare.
Nell’ambito del Gruppo Tosinvest, il Gruppo Finanziaria Tosinvest opera attraverso la Capogruppo nel
settore finanziario e può inoltre contare su un portafoglio di partecipazioni attive nei settori del Real
Estate, dell’Editoria e della Comunicazione, del Facility Management, dell’Information Technology,
senza trascurare l’Energia e l’Ambiente. La Finanziaria Tosinvest S.p.A. è, infatti, una holding mista (partecipazioni e servizi) che opera, direttamente e/o indirettamente tramite le sue partecipate, nelle diverse
aree di business. La Società, inoltre, effettua la gestione accentrata della finanza e della tesoreria di Gruppo oltre all’amministrazione e alla gestione delle proprie partecipazioni societarie, a supporto sia del core
business sanitario che di quello degli altri settori.
Sempre nel settore Editoria, il Gruppo è presente
attraverso società che detengono le seguenti testate
giornalistiche:
“Libero” (la cui testata è posseduta dalla controllata
S.P.E. S.r.l.), quotidiano diretto da Vittorio Feltri,
che, con il suo linguaggio tagliente e mai scontato,
sta riscuotendo negli ultimi anni notevoli consensi
tra i lettori superando le 110.000 copie vendute.
Sempre attento alle esigenze della gente e sempre
pronto a rinnovarsi, questa l’arma vincente di
“Libero”. Moltissime sono state le novità che hanno
consentito al quotidiano di raggiungere questo traguardo: l’introduzione del colore su 24 pagine, un
L’impegno del Gruppo Finanziaria Tosinvest nel settore del Real Estate ha come principale obiettivo
quello di sviluppare attività complementari e funzionali agli altri settori di investimento. Questa mission viene perseguita integrando l’attività di gestione e ottimizzazione del portafoglio immobiliare con
formato più maneggevole, l’ampliamento delle cronache e l’ideazione del primo reality show su carta.
“Il Riformista” (la cui testata è posseduta dalla controllata Edizioni Il Riformista S.r.l.), diretto da Paolo
Franchi, rappresenta una nuova realtà che ha saputo
distinguersi nel panorama dei quotidiani italiani. Con
una nuova immagine più incisiva, una buona capacità
di dibattito, interviste e approfondimenti puntuali, “Il
Riformista” si sta ritagliando un proprio spazio all’interno del settore giornalistico più sofisticato.
“Sanità Lazio” (la cui azienda è posseduta dalla controllata Edizioni Pandora S.r.l.) è il primo free press
20
21
RELAZIONE SULLA GESTIONE
Tosinvest Italia S.a.s.
Tosinvest Italia S.a.s.
BILANCI 2006
Signori Soci,
la presente relazione è stata redatta in conformità a
quanto previsto dall’art. 2428 del Codice Civile e
fornisce le informazioni più significative sulla situazione economica, patrimoniale, finanziaria e sulla
gestione sia del Gruppo Tosinvest Italia S.a.s. che
della Capogruppo.
IL GRUPPO TOSINVEST
Negli ultimi anni, il Gruppo Tosinvest, facente capo
alla famiglia Angelucci, ha fatto registrare una
importante crescita tanto da essere considerata una
delle più solide e dinamiche realtà imprenditoriali
italiane presenti attualmente sul mercato.
Il core business del Gruppo Tosinvest è rappresentato dal settore della Sanità: con 26 strutture, una
capacità ricettiva di circa 3.000 posti-letto, oltre
1.000 medici specialisti, circa 2.800 dipendenti,
ambulatori polifunzionali modernissimi e attrezzature di assoluta avanguardia, la Tosinvest Sanità
S.p.A. rappresenta, infatti, un punto di riferimento
in Italia nel campo della riabilitazione. Investimenti nella ricerca scientifica e nel miglioramento
costante dei servizi ne costituiscono il DNA perché
“l’assistenza sanitaria non può essere un optional
ma un diritto e, per noi, un dovere”.
Quando si parla di salute, Tosinvest Sanità S.p.A.
si distingue. L’Azienda è leader nel settore della
riabilitazione grazie ad una filosofia imprenditoriale che ha saputo tradurre il concetto di assistenza sanitaria in veri e propri standard di eccellenza,
attraverso la selezione delle più avanzate tecnolo-
gie e di una classe di specialisti di assoluta professionalità. Un approccio rivoluzionario e multidisciplinare è proposto per tutte le forme di disabilità: neurologiche, motorie, cardiovascolari, respiratorie, otorino-laringoiatriche, dello sviluppo
infantile e geriatriche.
Nuovi settori di eccellenza si dedicano ai problemi
dei soggetti para-tetraplegici e, attraverso le Unità di
Risveglio (RAI), alle necessità dei pazienti postcomatosi.
Rapporti con le imprese controllate, collegate, controllanti
e sottoposte al controllo di queste ultime
I rapporti intrattenuti dalla Tosinvest Italia S.a.s.
con le imprese del Gruppo, che vengono riepilogati
nello schema sotto riportato, sono in genere regolati
15
Controllate
Collegate
Controllanti
Consociate
Totale
99.572
-
-
24.756
124.328
-
Stato patrimoniale - attivo
C II Crediti commerciali
C II Crediti finanziari
C II Crediti diversi
Particolare attenzione e ulteriori risorse sono
state, inoltre, dedicate alla cura dei soggetti più
deboli attraverso lo sviluppo e il potenziamento
degli Hospice e delle RSA (Residenze Sanitarie
Assistenziali). I primi pensati per i malati terminali bisognosi di cure palliative che ne allevino le
sofferenze fisiche, emotive e psicologiche; le
seconde dedicate agli anziani non autosufficienti
a condizioni di mercato. Maggiori dettagli delle
operazioni vengono forniti nella nota integrativa a
cui si rimanda.
-
-
-
-
30.066
-
30.066
99.572
-
30.066
27.207
2.451
156.845
2.451
64.737
Stato patrimoniale - passivo
D Debiti commerciali
50.928
-
-
13.809
D Debiti finanziari
-
-
-
-
D Debiti diversi
-
-
967
-
967
50.928
-
967
13.809
65.704
-
in migliaia di Euro
26
Economia e impresa
13-01-2007
17:32
Pagina 120
Per saperne di più
L
a notizia vive poche ore o pochi giorni sulla carta stampata,
ma può anche essere selezionata e, per così dire, “fermata” per più
tempo in modo da rispondere a una domanda dai requisiti particolari.
Per un’azienda, la notizia va valutata, soppesata, messa in relazione con
molti fattori. È spesso l’ago della bilancia dell’operare, in una navigazione che deve tener conto non solo dell’andamento del mercato, ma
del substrato socio-politico in cui questo si muove, delle novità in campo scientifico e tecnologico e last but not least di quel drago a sette teste
che è l’opinione pubblica.
Un’impresa difficilmente può provvedere da sola a seguire tutto ciò
attraverso la stampa e altri mezzi di comunicazione. Sarebbe, se non
altro, un enorme dispendio di energie e di denaro. Così sceglie opportunamente di servirsi di agenzie appositamente strutturate a fornirle le
informazioni che le necessitano attraverso il lavoro di giornalisti professionisti.
Lavorare in questo delicato settore non è così facile come a prima vista
potrebbe sembrare. È un lavoro che richiede una particolare professionalità: anzitutto la sensibilità a entrare nell’ottica degli interessi del
cliente, quindi a cogliere le notizie (e a non “bucarle”, come si dice in
gergo) e farne rapidamente la sintesi.
La “Rassegna stampa” ha costituito un importante servizio di supporto che Edindustria ha fornito fin dal 1975 ad una cerchia non esigua
di committenti. Per trent’anni, un segmento di storia non trascurabile,
sono passate sui fogli della “Rassegna stampa” milioni di notizie.
Il servizio inizia nell’anno in cui in Italia viene approvata la legge che
abbassa a 18 anni l’età minima per il voto politico. A un italiano,
Eugenio Montale, va il Premio Nobel per la letteratura, a Juan Carlos
di Borbone la corona di re di Spagna, a Niki Lauda il titolo di campione mondiale di Formula 1 con la Ferrari. E via via gli anni si susseguono con una catena di eventi che vedono mutamenti politici, nuove conquiste nello spazio e, in generale, in campo scientifico e tecnologico,
120
Economia e impresa
13-01-2007
17:32
Pagina 121
A
SERVIZIO DELL’ IMPRESA
eventi artistici e letterari, espansione del mezzo televisivo, successi e
drammi. Cade il muro di Berlino nel 1989, l’Unione Europea acquista
consistenza con l’allargamento a 25 Paesi nel 2004 (diverranno 27 nel
2007) e con l’adozione della moneta unica nel 2002.
Traccia di tutto questo è nelle centinaia di pagine che costituiscono le
annate della “Rassegna”. Non sono tanto i fatti più eclatanti a comparire, ma più spesso i riflessi che questi hanno prodotto nell’apparato
socio-economico del Paese.
Una grafica semplice, ma gradevole ha sempre accompagnato la presentazione delle notizie. A una redazione particolarmente qualificata
era affidato un impegno al quale Edindustria ha tenuto fede per ben
trent’anni.
Con la diffusione dell’informazione attraverso i più moderni mezzi elettronici e per alcune considerazioni di carattere strettamente aziendale, la
Società ha deciso di cessare questo servizio nel dicembre del 2005.
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Economia e impresa
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Calendari del passato
F
atti, ma non soltanto. Perché
nella storia di un’impresa vengono
certamente in luce le sue azioni, il
dinamismo che la muove nell’allineare, anno dopo anno, le conquiste del
mercato.
Il fatturato, il perfezionamento del
prodotto dominano la scena, ma
all’origine di tutto c’è l’idea, il pensiero di un uomo o più spesso di
un’équipe che progetta, definisce,
lavora di bulino intorno a un marchio. Messe insieme, le storie delle
aziende costituiscono un segmento
non secondario della storia di un
Paese. Ne sono il motore, fanno parte della spinta a quel progresso
cominciato il giorno in cui qualcuno
fece rotolare una ruota.
Alla sfida del progresso tecnologico
risponde un grande patrimonio di idee,
di tentativi, di vittorie e anche di qualche sconfitta.
Nei corposi faldoni che racchiudono la
storia di un’azienda c’è la testimonianza di tutto questo.
È una testimonianza preziosa, riconoscimento della vitalità e dell’impegno
di uomini che hanno lasciato un segno
nell’economia del Paese.
La storia delle imprese italiane fa par-
122
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A
SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Creare spazio,
risparmiare tempo,
ottimizzare
risorse umane
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CINQUANT’ANNI
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Il mercato attuale
impone alle aziende
di concentrarsi
sul proprio
core business,
affidando
a operatori
specializzati
e qualificati
la gestione
in outsourcing
dei servizi collaterali
In queste pagine,
interni ed esterni
del Centro di lavorazione
e custodia - Gestione Archivi
Edindustria,
sede di Monterotondo, Roma.
124
Pagina 124
te di quella nazionale. Gli archivi la raccontano rendendola disponibile agli studiosi.
Incartamenti forse un po’ ingialliti, fotografie, marchi industriali
esprimono la vita di un’azienda che si ricollega a quella economica
del Paese e anche, per certi aspetti, a quella personale di molti, perché la vita di ciascuno è radicata nella storia e ogni azienda ne compone un frammento.
Sono molte le aziende che posseggono un patrimonio documentario
significativo, ma non sempre possono disporre di strutture adatte per
gestirlo. C’è l’esigenza di spazi aziendali sempre più ampi e protetti,
unitamente all’assorbimento di risorse umane, infrastrutturali e finanziarie, che impongono soluzioni di outsourcing, in grado di conciliare
qualità del servizio e costi contenuti.
Fin dal 2002 Edindustria è attiva nel settore “Gestione Archivi” per
aziende, istituzioni ed enti per i quali la corretta tenuta della documentazione rappresenta un reale vantaggio competitivo e uno strumento di
efficienza. La Società si è attrezzata per offrire alla propria clientela
moderni strumenti di valutazione e tecnologia avanzata per le soluzioni delle varie problematiche in questione, nonché ospitalità presso il
proprio Centro di lavorazione e custodia. Si sta, inoltre, specializzando
nel recupero di materiale storico (documenti, fotografie, video ecc.) e
della relativa valorizzazione. Per la gestione dei problemi documentali
Edindustria è dunque un partner strategico, in grado di soddisfare in
modo integrato le esigenze documentali e informative della clientela,
fornendo strumenti, servizi e infrastrutture.
In particolare, il servizio offerto concerne due ambiti di attività:
“Archiviazione fisica dei documenti”.
Si tratta della gestione in outsourcing e conservazione in sicurezza di
ogni genere di documento, attraverso le fasi di raccolta, classificazione,
archiviazione, recupero e inserimento dei documenti, nonché monitoraggio del loro stato.
“Gestione elettronica dei documenti (GED)”.
Tale servizio permette l’acquisizione digitale, l’accesso e l’elaborazione
dei contenuti dei documenti e l’integrazione via internet, per la gestione di tutte le fasi operative dei processi aziendali connessi al trattamen-
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A
SERVIZIO DELL’ IMPRESA
to delle informazioni in entrata
e in uscita nelle diverse forme
(posta, telefono, fax, e-mail,
messaggi).
Dopo aver sviluppato, nel corso
del 2002 e 2003, l’attività relativa soprattutto al primo ambito,
Edindustria ha iniziato e portato avanti, negli ultimi anni,
anche l’attività riguardante la
gestione elettronica dei documenti, in relazione all’acquisizione di nuova clientela.
Non sfugge oggi a nessuno che
se per il sapere medievale bastava l’opera paziente dei monaci
amanuensi, conservata come
rara preziosità nelle abbazie, le
conoscenze attuali devono tener
conto di una miriade di nozioni
disponibili fissate sulla carta e
su altri mezzi di diffusione.
Gli Archivi aziendali sono, per
così dire, “calendari del passato” dove tutto è stato registrato
con precisione e conservato con
meticolosità.
Giorni di festa e giorni di lutto,
tristi Quaresime e Pasque di
Resurrezione: ossia, sconfitte e
successi.
Racchiudono memorie significative di ieri e anche istruttive
per il domani.
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La chiamavano “reclame”
E
A lato, alcune pagine di
“Comunicazione pubblicitaria”
del gruppo IRI realizzate
da Edindustria per i Cataloghi
delle esposizioni di Tsukuba,
Vancouver, Brisbane e Siviglia.
Nelle pagine successive,
campagne pubblicitarie
realizzate in questi ultimi
tempi per i clienti:
Regione Lazio e ANAS.
Mancano i tanti, piccoli e grandi,
“multipli di modulo”
della pubblicità legale, di cui
ogni giorno la Società cura
l’uscita sulla stampa regionale,
nazionale, internazionale e sulla
Gazzetta ufficiale della
Repubblica Italiana e della
Comunità Europea.
126
dindustria ha vissuto in prima persona, in questi 50 anni di
storia, i grandi cambiamenti avvenuti nel settore della pubblicità. I
nuovi media e l’avvento di internet hanno imposto a tutto il mondo
della comunicazione visioni e risposte diverse e adeguate ad uno sviluppo rapidissimo.
L’Advertising, come abbiamo imparato a chiamare la pubblicità, la
“reclame” come si diceva una volta, ha fatto grandi passi da quando,
nei primi anni del 1600, apparve sulla Gazzetta di Parigi il primo
annuncio pubblicitario: quello di un medico.
Nel 1845, sempre in Francia, nacque la prima Concessionaria di pubblicità, la “Société Générale des Announces”.
In Italia siamo nel 1954 quando nasce la Radio Televisione Italiana. Tre
anni dopo, nel ’57, vede la luce Edindustria, nello stesso anno nasce
Carosello, alla fine degli anni ’70 iniziano ad affermarsi le televisioni
“private”. Da quel momento la crescita degli investimenti pubblicitari
diventa esponenziale e con essa la crescita del costo degli spazi.
Quello che poteva sembrare un limite, il dover comunicare in una manciata di secondi, ha cambiato il nostro modo di vedere le cose, i nostri
ritmi. I pubblicitari hanno fatto di questo limite il loro punto di forza,
modificando radicalmente il linguaggio, il montaggio, l’impatto emotivo. Tutto questo si è trasferito anche al cinema dove film, vecchi di
appena dieci anni, sembrano oggi lentissimi e superati.
Anche la pubblicità sulla carta stampata ha risentito positivamente di
questa sferzata di energia e di profonda innovazione.
Edindustria, uscita indenne dal passaggio da un mercato captive ad un
mercato più competitivo ha cercato nuovi spazi e nuove aree di business sulle quali misurare le proprie forze.
Ha rafforzato l’area del marketing e della creatività e ottenuto significativi successi realizzando campagne pubblicitarie di grandi aziende. Ha
individuato, inoltre, nella pubblicità legale importanti spazi di crescita
diventando in breve tempo una delle aziende leader in questo settore.
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Tsukuba
Vancouver
Brisbane
Siviglia
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DOCUP Lazio
Guida ai servizi delle aree naturali
protette del Lazio
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Pagina pubblicitaria realizzata da Edindustria per la Campagna di comunicazione
della “Nuova A3 Salerno-Reggio Calabria”.
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Postfazione
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Andare oltre
L’
uomo si è sempre chiesto, tra ansia e speranza, che cosa gli
riserverà l’avvenire. Lo ha fatto in tempi antichi, affidandosi agli ambigui responsi della Sibilla o dell’Oracolo di Delfo. Ha continuato a farlo
nel corso dei secoli lasciandosi ingannare da fantasiosi responsi di astrologi e sedicenti indovini.
Se prevedere il futuro è stato sempre un esercizio arduo e non privo di
inganni, nei tempi vicini a noi alcuni scenari futuristici possono essere
ipotizzati con qualche fondamento. Prevederli, disegnarli, inseguirli non
è più una chimera ma un impegno con qualche base scientifica.
Il futuro è già cominciato. Era questo il titolo accattivante di un libro di
Robert Jungk, che compiva una riflessione sulle contraddittorie prospettive dello sviluppo umano. Il libro andò per la maggiore negli anni
Sessanta. Erano anni “speranzosi”, connotati da conquiste scientifiche e
tecnologiche inimmaginabili solo qualche decennio prima. Basti pensare
ai risultati in campo spaziale, nella medicina e nella cibernetica.
Sarà utopia sostituire parti del corpo umano? Sarà utopia ipotizzare macchine pensanti?
Le ipotesi avveniristiche furono in quegli anni numerose. Uno speciale
fascicolo di “Civiltà delle Macchine” (n. 3 del 1968) fu dedicato interamente al futuro. Il quel fascicolo il futuro è stato sviscerato in tutte le sue
sfaccettature: come accelerazione, come scienza, come ipotesi.
Parteciparono ad una eccezionale “Tavola rotonda”, quattro giorni di
riflessioni e dibattiti, i maggiori esponenti italiani di discipline diverse.
Nello stesso fascicolo venne riportato un estratto delle previsioni per il
2000 compiute da due studiosi, Kahn e Wiener. Oggi, che abbiamo superato il 2000 da ben sette anni, possiamo prenderci il gusto di verificare
quante di quelle aspettative si siano verificate. Non sono poche e abbracciano un vasto panorama scientifico e tecnologico.
Correremo i rischi di uno sviluppo portato agli estremi? Il domani sarà
migliore o peggiore dell’oggi? Ottimismo o pessimismo?
La capacità immaginativa si fonde con la coscienza critica, ma non può
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POSTFAZIONE
esimersi dall’ipotizzare scenari futuristici. Non per il gusto di fare le
Sibille, ma perché “dobbiamo”. Non possiamo farne a meno, perché il
nostro lavoro si innesta su un quadro di previsioni entro i cui contorni
operiamo.
Una società che affronta diversi comparti deve guardare al futuro e cercare di cogliere i segni del cambiamento e rapportarli all’interesse, ai gusti,
alle attese del pubblico. Il cambiamento oggi è più veloce di un tempo.
Ad esempio, continuano a sussistere ancora sempre più sofisticati programmi spaziali, ma la gente non perde più il sonno per seguirli come
avvenne invece per il memorabile “allunaggio” del 20 luglio 1969. Altri
aspetti. Al mezzo cartaceo è andato progressivamente sostituendosi quello audiovisivo; la globalizzazione incide non solo sui mercati, ma su tutta l’attività umana, dal tempo libero agli orientamenti professionali.
Tecniche nuove in campo biomedico sollecitano interrogativi e approfondimenti di carattere morale. Si va sempre più diffondendo la scolarizzazione, sia pure a livelli non particolarmente elevati.
Sono alcuni segni, alcune sfide con le quali il nostro lavoro deve confrontarsi, non negli anni a venire, ma da oggi, cercando, senza distrarsi dal
presente, le probabilità del futuro, accettandone le responsabilità e i
rischi.
Come i marinai di una volta dobbiamo fiutare il vento e saperlo dirigere
in nostro favore. Ci viene detto che è un vento impetuoso, in rapido movimento e dobbiamo stare attenti a non farci travolgere, a non bruciare le
tappe che già si possono intravedere.
Niente avventure, procediamo misurati, pronti a capire e a interpretare
certi segni, pronti ad avventurarci con un bagaglio di idee valide e un
buon carico di speranza.
C’è da lavorare: senza scoraggiarsi e senza stancarsi. Sarà una fatica di
Sisifo? Diceva Albert Camus: “Bisogna immaginare Sisifo felice”.
E. A.
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Le cariche sociali dal 1957 a oggi
Lo Statuto sociale del 1957
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CINQUANT’ANNI
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Le cariche sociali
dal 1957 a oggi
Consiglio di Amministrazione
Anni 1957/1961
Avv. Carlo Morosetti
Dr. Fausto Bima
Dr. Veniero Aymone Marsan
Anno 1962
Avv. Carlo Morosetti
Dr. Fausto Bima
Dr. Veniero Aymone Marsan
Dr. Francesco Flores D’Arcais
Presidenti
Avv. Carlo Morosetti
Ing. Franco Schepis
Dr. Domenico Bernardi
Dr. Fabiano Fabiani
Dr. Armando Oberti
Dr. Massimo Pastorelli
Dr. Romolo Pietrobelli
Dr. Alfredo Vinciguerra
Dr. Marcello Ceribelli
Dr. Emilio Acerna
09.03.1957/1963
04.04.1963/1971
02.03.1971/1974(1)
11.07.1978/1979
30.03.1979/1980
04.03.1980/1983
29.04.1983/1990
18.07.1990/1991(2)
24.10.1991/1995
10.10.1995/oggi
Amministratore Unico
Dr. Giorgio Ferrari
01.10.1974/30.06.1978
Vice Presidenti
Dr. Massimo Ponzellini
Dr. Roberto Mastronardi
20.09.1983/22.02.1985
25.05.2007/oggi
Amministratori Delegati
Avv. Fausto Bima
Dr. Francesco Flores D’Arcais
Dr. Giancarlo Battista
Dr. Massimo Pastorelli
Dr. Romolo Pietrobelli
09.03.1957/1963
05.04.1963/01.10.1974
11.07.1978/14.05.1980(3)
08.05.1981/1983
29.04.1983/16.05.1984
Direttori generali
Dr. Guido Gelli
Dr. Giancarlo Battista
Dr. Gian Piero Jacobelli
Dr. Guido Scognamiglio
10.06.1965/01.10.1974(3)
11.07.1978/14.05.1980(3)
20.09.1983/13.09.1991(3)
12.02.2004/oggi
Direttori
Arch. Massimo Polidori
Dr. Fiorello Tonin
136
19.12.1991/31.03.1998(3)
06.05.1998/02.10.2003
Anni 1963/1968
Dr. Fausto Bima
Dr. Veniero Aymone Marsan
Dr. Francesco Flores D’Arcais
Dr. Fausto Calabria
Ing. Franco Schepis
Anno 1969
Dr. Fausto Bima
Dr. Francesco Flores D’Arcais
Dr. Fausto Calabria
Ing. Franco Schepis
Dr. Aldo Voglino
Anno 1970
Dr. Fausto Bima
Dr. Francesco Flores D’Arcais
Dr. Fausto Calabria
Ing. Franco Schepis
Dr. Aldo Voglino
Anno 1971
Dr. Domenico Bernardi
Dr. Fausto Bima
Dr. Francesco Flores D’Arcais
Rag. Stefano Vialetto
Dr. Aldo Voglino
Anno 1972
Dr. Domenico Bernardi
Dr. Fausto Bima
Dr. Aldo De Chiara
Dr. Francesco Flores D’Arcais
Dr. Aldo Voglino
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APPENDICE
Triennio 1973/1975 (dal 27.6.1973)
Dr. Domenico Bernardi
Dr. Fausto Bima
Dr. Aldo De Chiara
Dr. Francesco Flores D’Arcais
Dr. Aldo Voglino (dimissioni 5.12.l973) sostituito da:
Dr. Antonio Toraldo di Francia (nomina CdA 5.12.1973)
Dr. Giorgio Ferrari (nomina Assemblea 18.6.1974)
Triennio 1978/1980 (dal 30.6.1978)
Dr. Corrado Antonini
Ing. Didimo Badile
Dr. Giancarlo Battista (dimissioni 14.5.1980) sostituito da:
Dr. Demetrio De Stefano (nomina 14.5.1980)
Dr. Germano Bodo (dimissioni 6.1.1981) sostituito da:
Avv. Gianfranco Vagnetti (nomina CdA 25.3.1981)
Ing. Luigi D’Agostini
Avv. Lucio De Giacomo
Dr. Fabiano Fabiani (dimissioni 19.3.1979) sostituito da:
Dr. Armando Oberti (nomina CdA 30.3.1979/dimissioni
8.1.1980) sostituito da:
Dr. Massimo Pastorelli (nomina CdA 4.3.1980)
Dr. Giorgio Ferrari
Rag. Alberto Manuelli
Triennio 1981/1983 (dal 30.4.1981)
Dr. Massimo Pastorelli (dimissioni 22.4.1983) sostituito da:
Dr. Massimo Ponzellini (nomina Assemblea 22.4.1981)
Dr. Demetrio De Stefano (dimissioni 22.4.1983)
sostituito da:
Dr. Romolo Pietrobelli (nomina Assemblea 22.4.1983)
Dr. Giampiero Gabotto (dimissioni 7.12.1981) sostituito da:
Dr. Vittorio Valensise (nomina CdA 11.12.1981/dimissioni
1.9.1983) sostituito da:
Dr. Egidio Pedrini (nomina CdA 20.9.1983)
Dr. Giovanni Benincasa
Rag. Alberto Manuelli
Dr. Giorgio Ferrari
Avv. Gianfranco Vagnetti (dimissioni 14.9.1983) sostituito da:
Dr. Alberto Mario Zamorani (nomina CdA 20.9.1983)
Dr. Franco Pecorini
Dr. Corrado Antonini (dimissioni 12.3.1982) sostitutito da:
Dr. Nazareno Silvestrini (nomina CdA 30.3.1982)
Dr. Fabiano Fabiani (dimissioni 5.2.1982) sostituito da:
Dr. Paolo Micheletta (nomina CdA 30.3.1982)
Dr. Vincenzo Cappiello
Triennio 1984/1986 (dal 16.5.1984)
Dr. Romolo Pietrobelli
Dr. Massimo Ponzellini (dimissioni 7.2.1985) sostituito da:
Dr. Francesco Silvano (nomina CdA 22.2.1985)
Dr. Vincenzo Cappiello
Dr. Nazareno Silvestrini
Rag. Franco Pecorini (dimissioni 10.10.1984) sostituito da:
Dr. Massimiliano Bagnasco (nomina CdA 16.4.1985)
Dr. Alberto Mario Zamorani
Dr. Giorgio Ferrari
Dr. Egidio Pedrini
Dr. Giovanni Nasi (dimissioni 7.2.1985) sostituito da:
Dr. Umberto Ragazzo (nomina CdA 22.2.1985)
Dr. Giorgio Innamorati (dimissioni 10.12.1985) sostituito da:
Dr. Umberto Andalini (nomina CdA 18.12.1985)
Dr. Roberto Caravaggi (dimissioni 8.4.1987)
Avv. Giovanni Benincasa (decesso dicembre 1985) sostituito da:
Dr. Raffaele Scippa (nomina CdA 18.12.1985/dimissioni
8.4.1987)
Triennio 1987/1989 (dal 14.5.1987)
Dr. Romolo Pietrobelli
Dr. Vincenzo Cappiello (dimissioni 20.4.1988) sostituito da:
Dr. Umberto Donati (nomina CdA 20.4.1988)
Dr. Alberto Mario Zamorani (dimissioni 12.7.1989)
sostituito da:
Arch. Massimo Polidori (nomina Assemblea 12.7.1989)
Dr. Costantino Savoia
Dr. Giancarlo Battista
Dr. Umberto Andalini
Dr. Massimiliano Bagnasco
Dr. Pietro Ferrigno
Dr. Emilio Nappi
Dr. Carlo Bucci
Com.te Matteo Vagnola (decesso febbraio 1989)
sostituito da:
Dr. Marco Zanichelli (nomina 30.5.1989)
D.ssa Anna Maria Longo
Dr. Emilio Acerna (nomina Assemblea 12.7.1989)
Triennio 1990/1992 (dal 12.7.1990)
Dr. Emilio Acerna
Dr. Alfredo Vinciguerra (decesso 27.9.1991)
Dr. Umberto Andalini (dimissioni 15.5.1991) sostituito da:
Dr. Paolo Torresani (nomina CdA 15.5.1991/dimissioni
24.10.1991) sostituito da:
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AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Dr. Carmelo Messina (nomina CdA 24.10.1991)
Dr. Massimiliano Bagnasco
Dr. Oscar Bartoli sostituito da:
Avv. Pier Paolo Dominedò (nomina Assemblea 8.12.1990)
Dr. Giancarlo Battista
Dr. Umberto Donati
Dr. Pietro Ferrigno
Ing. Carlo Ferraris (dimissioni 15.5.1991) sostituito da:
Dr. Marco Caporali (nomina CdA 15.5.1991)
Dr. Emilio Nappi
Arch. Massimo Polidori (dimissioni 24.10.1991) sostituito da:
Dr. Marcello Ceribelli (nomina CdA 24.10.1991)
Avv. Antonio Reale (dimissioni 24.10.1991) sostituito da:
Dr. Guglielmo Trillo (nomina CdA 24.10.1991)
Dr. Marco Zanichelli
Triennio 1993/1995 (dal 30.4.1993)
Dr. Marcello Ceribelli
Dr. Emilio Acerna
Dr. Massimiliano Bagnasco
Dr. Giancarlo Battista
Avv. Pier Paolo Dominedò
Dr. Umberto Donati (dimissioni 29.4.1994) sostituito da:
Dr. Enzo Leone (nomina CdA 14.6.1994)
Dr. Alessandro Magrì (decesso 7.8.1994) sostituito da:
Dr. Dario Faggioni (nomina CdA 30.3.1995)
Dr. Carmelo Messina (dimissioni 2.5.1994) sostituito da:
Dr. Silvio De Michieli Vitturi (nomina CdA 29.11.1994)
Dr. Emilio Nappi
Dr. Guglielmo Trillo (dimissioni 2.3.1994) sostituito da:
Dr. Mariano D’Alessandro (nomina CdA 7.4.1994/
dimissioni 10.2.1995) sostituito da:
Dr. Marco Zanichelli
Triennio 1995/1997 (dal 28.4.1995)
Dr. Marcello Ceribelli (dimissioni 10.10.1995) sostituito da:
Dr. Marco Zanichelli (nomina Assemblea 10.6.1996)
Dr. Emilio Acerna
Avv. Pier Paolo Dominedò
Dr. Giancarlo Battista
Dr. Dario Faggioni
Triennio 1998/2000 (dal 30.4.1998)
Dr. Emilio Acerna
Dr. Giancarlo Battista
Avv. Pier Paolo Dominedò
138
Dr. Dario Faggioni (dimissioni 13.5.2000) sostituito da:
Rag. Lorenzo Murrali (nomina CdA 13.6.2000)
Dr. Marco Zanichelli
Dr. Vincenzo Latorraca (nomina Assemblea
9.5.2000/dimissioni 13.9.2000)
Dr. Sergio Bruno (nomina Assemblea 9.5.2000/dimissioni
6.2.2001)
Triennio 2001/2003 (dal 18.5.2001)
Dr. Emilio Acerna
Dr. Florindo Antoniozzi (dimissioni 18.2.2002) sostituito da:
Dr. Giancarlo D’Andrea (nomina Assemblea 21.5.2002)
Dr. Giancarlo Battista (dimissioni 14.5.2002) sostituito da:
Dr. Emilio Nappi (nomina Assemblea 21.5.2002)
Dr. Lorenzo Borgogni
Avv. Pier Paolo Dominedò
Dr. Giampiero Giacardi
Rag. Lorenzo Murrali
Dr. Roberto Spingardi
Dr. Marco Zanichelli
Triennio 2003/2005 (dal 2.10.2003 al 31.12.2005)
Dr. Emilio Acerna
Dr. Giampaolo Angelucci (dimissioni 26.1.2005)
sostituito da:
Dr. Cosimo Panaro (nomina CdA 28.2.2005/dimissioni
16.2.2006)
Dr. Alessandro Angelucci
Dr. Roberto Ottaviani
Dr. Roberto Pagnotta
Dr. Leonardo Buonvino
Dr. Umberto Malusà (dimissioni 16.2.2006)
Dr. Gennaro Schettino (dimissioni 31.5.2004) sostituito da:
Avv. Giorgio Raspa (nomina Assemblea 12.5.2005/
dimissioni 16.2.2006)
Avv. Vincenzo Covelli (dimissioni 29.3.2004) sostituito da:
Dr. Andrea Imperiali (nomina Assemblea 30.4.2004/
dimissioni 16.2.2006)
Triennio 2006/2008 (dall’8.5.2006)
Dr. Emilio Acerna
Dr. Alessandro Angelucci (dimissioni Assemblea
19.4.2007)
Dr. Leonardo Buonvino (dimissioni 12.1.2007)
Dr. Roberto Ottaviani
Dr. Roberto Pagnotta (dimissioni Assemblea 19.4.2007)
Appendice
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APPENDICE
Triennio 2007/2009 (dal 19.4.2007)
Dr. Emilio Acerna
Dr. Roberto Mastronardi
Dr. Roberto Ottaviani (dimissioni 15.10.2007) sostituito da:
Dr. Roberto Allocca
Collegio Sindacale
sostituito da:
Dr. Carlo Federici - Presidente (nomina 28.6.1967)
Dr. Antonio Moriconi
Dr. Michele Barbati
Sindaci Supplenti
Dr. Costantino Zubbani
Dr. Fausto Persegani
Triennio 1957/1959
Triennio 1969/1971 (dal 12.6.1969)
Sindaci Effettivi
Rag. Fedele Romano - Presidente
Avv. Salvatore Macaluso (dimissioni 30.4.1959) sostituito da:
Dr. Antonio Moriconi (nomina 30.4.1959)
Dr. Gastone Valentini
Sindaci Supplenti
Dr. Costantino Zubbani
Dr. Fausto Persegani
Sindaci Effettivi
Dr. Carlo Federici - Presidente (nomina 28.6.1967)
Dr. Antonio Moriconi
Dr. Aldo De Chiara (dimissioni 2.3.1971) sostituito da:
Dr. Colombo Monini (nomina 2.3.1971)
Sindaci Supplenti
Dr. Fabio Di Nola
Dr. Michele Barbati
Triennio 1960/1962 (dal 5.4.1960)
Triennio 1972/1974 (dal 26.6.1972)
Sindaci Effettivi
Rag. Fedele Romano - Presidente
Dr. Antonio Moriconi
Dr. Gastone Valentini
Sindaci Supplenti
Dr. Costantino Zubbani
Dr. Fausto Persegani
Triennio 1963/1965 (dal 5.3.1963)
Sindaci Effettivi
Rag. Fedele Romano - Presidente
Dr. Antonio Moriconi
Dr. Gastone Valentini
Sindaci Supplenti
Dr. Costantino Zubbani
Dr. Fausto Persegani
Sindaci Effettivi
Dr. Colombo Monini - Presidente (dimissioni 17.6.1974)
sostituito da:
Dr. Antonio Toraldo di Francia - Presidente
(nomina 18.6.1974)
Dr. Lucio Foresti
Rag. Antonio Muti
Sindaci Supplenti
Dr. Fabio Di Nola
Dr. Michele Barbati
Triennio 1975/1977 (dal 19.5.1975)
Sindaci Effettivi
Dr. Antonio Toraldo di Francia - Presidente
(nomina 18.6.1974)
Avv. Giuseppe Rubino
Dr. Lucio Foresti
Triennio 1966/1968 (dal 28.6.1966)
Sindaci Effettivi
Rag. Fedele Romano - Presidente (decesso 8.11.1966)
Sindaci Supplenti
Dr. Luciano Pistolesi
Dr. Michele Barbati
139
Appendice
13-01-2007
19:20
CINQUANT’ANNI
Pagina 140
AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Triennio 1978/1980 (dal 30.6.1978)
Sindaci Effettivi
Dr. Pietro Castri - Presidente (dimissioni 29.12.1979)
sostituito da:
Dr. Luciano Pistolesi - Presidente, sostituito da:
Dr. Domenico Bernardi - Presidente (nomina 14.5.1980)
Dr. Raffaele De Bonis
Dr. Vincenzo Rizza
Sindaci Supplenti
Dr. Michele Barbati
Dr. Luciano Pistolesi, sostituito da:
Dr. Maurizio Castaldo (nomina Assemblea 14.5.1980)
Sindaci Supplenti
Rag. Franco Cocchi
Dr. Alessandro Franconi
Triennio 1990/1992 (dal 12.7.1990)
Sindaci Effettivi
Dr. Franco Boncinelli - Presidente
Dr. Mauro Di Stefano (dimissioni 26.6.1991) sostituito da:
Dr. Mario Segatori (nomina Assemblea 26.6.1991)
Dr. Fernando Sbarbati
Sindaci Supplenti
Rag. Franco Cocchi
Dr. Alessandro Franconi
Triennio 1981/1983 (dal 30.4.1981)
Triennio 1993/1995 (dal 30.4.1993)
Sindaci Effettivi
Dr. Domenico Bernardi - Presidente (nomina 14.5.1980/
decesso 11.12.1983) sostituito dal Sindaco supplente:
Dr. Michele Barbati
Dr. Raffaele De Bonis
Rag. Settimio Rossi
Sindaci Supplenti
Dr. Michele Barbati
Dr. Maurizio Castaldo
Sindaci Effettivi
Dr. Franco Boncinelli - Presidente
Dr. Mario Segatori
Dr. Fernando Sbarbati
Sindaci Supplenti
Rag. Franco Cocchi
Dr. Pietro Cerasoli
Triennio 1996/1998 (dal 10.6.1996)
Triennio 1984/1986 (dal 16.5.1984)
Sindaci Effettivi
Prof. Ugo Nicoli - Presidente
Sig. Massimo Rainaldi
Dr. Raffaele De Bonis
Sindaci Supplenti
Rag. Franco Cocchi
Dr. Alessandro Franconi
Triennio 1987/1989 (dal 14.5.1987)
Sindaci Effettivi
Dr. Franco Boncinelli - Presidente
Sig. Massimo Rainaldi (dimissioni 11.5.1988) sostituito da:
Dr. Pietro Salotti (nomina 19.5.1988)
Dr. Raffaele De Bonis
140
Sindaci Effettivi
Dr. Fiorello Tonin - Presidente (dimissioni 29.4.1998)
sostituito da:
Dr. Paolo Biffani - Presidente (nomina Assemblea
30.4.1998/dimissioni 1.11.1998) sostituito da:
Dr. Alberto Mancini - Presidente (nomina Assemblea
26.11.1998)
Dr. Mario Segatori
Dr. Fernando Sbarbati (dimissioni 11.3.1997) sostituito da:
Dr. Mauro Mogetta (nomina Assemblea 14.5.1997/
dimissioni 1.11.1998) sostituito da:
Dr. Giancarlo Gentile (nomina Assemblea 26.11.1998)
Sindaci Supplenti
Dr. Mauro Mogetta (nominato Sindaco effettivo
Assemblea 14.5.1997) sostituito da:
Dr. Giancarlo Biacca (nomina Assemblea 14.5.1997/
Appendice
22-02-2007
9:09
Pagina 141
APPENDICE
dimissioni 1.11.1998) sostituito da:
Dr. Pierluigi Alemanni (nomina Assemblea 26.11.1998)
Dr. Pietro Cerasoli
Dr. Francesco Giustiniani (dimissioni 11.9. 2003)
sostituito da:
Dr. Francesco Giustiniani (nomina Assemblea 2.10.2003)
Triennio 1999/2001 (dal 29.4.1999)
Sindaci Supplenti
Dr. Pierluigi Alemanni (dimissioni 11.9.2003) sostituito da:
Dr. Fabio Mancini (nomina Assemblea 2.10.2003)
Dr. Pietro Cerasoli (dimissioni 11.9.2003) sostituito da:
Dr. Duccio Orzali (nomina Assemblea 2.10.2003)
Sindaci Effettivi
Dr. Alberto Mancini - Presidente
Dr. Giancarlo Gentile
Dr. Mario Segatori
Triennio 2005/2007 (dal 14.6.2005)
Sindaci Supplenti
Dr. Pierluigi Alemanni
Dr. Pietro Cerasoli
Triennio 2002/2004 (dal 21.5.2002)
Sindaci Effettivi
Dr. Francesco Mariano Bonifacio - Presidente
Dr. Francesco Giustiniani
Dr. Fabio Mancini
Sindaci Effettivi
Dr. Alberto Mancini - Presidente (dimissioni 5.9.2003)
sostituito da:
Dr. Francesco Mariano Bonifacio - Presidente
(nomina Assemblea 2.10.2003)
Dr. Giancarlo Gentile
Sindaci Supplenti
Dr. Giancarlo Mariotti Bianchi (dimissioni 16.2.2006)
sostituito da:
Dr. Roberto Rastelletti (nomina Assemblea 16.2.2006)
Dr. Mario Mantovani (dimissioni 16.2.2006) sostituito da:
Dr. Paolo Stampatore (nomina Assemblea 16.2.2006)
(1)
(2)
(3)
Cessazione della carica: 1.10.1974 e
nomina dell’Amministratore Unico
Decesso: 27.09.1991
Dimissioni
141
Appendice
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19:20
CINQUANT’ANNI
Pagina 142
AL SERVIZIO DELL’ IMPRESA
Alcune pagine
dello Statuto sociale
del 1957
142
Appendice
13-01-2007
19:20
Pagina 143
APPENDICE
143
Appendice
13-01-2007
19:20
Pagina 144
Fotolito:
Zincoclassica, Roma
Impaginazione:
Edindustria
Grafo press
Stampa:
Grafo press, Roma
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