Riflessioni sul Parini e la sua eredità culturale
POESIA, UTILE?
IL GIORNO: un’opera non finita ma di
svolta nella cultura milanese del ‘700
Le ODI: componimenti capaci di
interpretare esigenze e bisogni del
bene comune e pervasi da un severo
atteggiamento di realismo etico
Testi di riferimento:
- Il precettore e il Giovin Signore
- La Vergine Cuccia
-*La sfilata degli Imbecilli
--- * La caduta
- * La salubrità dell’aria
- * La gratitudine
*Almeno un testo a libera scelta
“DISCORSO SOPRA LA POESIA” (1761)
“Che se altri richiedesse se la poesia sia
utile o no, io a questo risponderei ch’ella
non è già necessaria come il pane, né
utile come l’asino o il bue; ma che, con
tutto ciò, bene usata, può essere d’un
vantaggio considerevole alla società”.
Prova esame di
stato 2002-03
segue
«La poesia, per fortuna, non è una merce» (Montale)
LA SALUBRITA’ DELL’ARIA
Un’ode dove con
chiarezza, fin dal titolo,
l’argomento si impone per
la sua stringente utilità.
Ieri e oggi.
La salubrità dell’aria 1/6
LEGGIAMO IL TESTO, SENZA
FARCI SCORAGGIARE DAL
LESSICO, DALLE SCELTE
RETORICHE CHE,
INEVITABILMENTE, CI RENDONO
LA LETTURA UN PO’ FATICOSA
Dalle risorse online un invito ad
alleviare la fatica di comprendere fino
in fondo i testi dei «Grandi classici», a
cui appartiene Parini.
Testo con note, parafrasi e
introduzione
Partiamo subito da uno schema
efficace, che riportiamo per comodità.
«Risaja», Luigi Steffani,
olio su tela 1864,
Galleria d’Arte Moderna, Milano
SULLE MARCITE - link
La salubrità dell’aria 2/6
Manoscritto autografo
dell’ode La salubrità
dell’aria,
letta da Parini nel 1759
all’Accademia dei
Trasformati.
Milano, Biblioteca
Ambrosiana.
La salubrità dell’aria 3/6
Lo specchio d'acqua di Via Laghetto con alle spalle il campanile della chiesa di S. Stefano in
Brolo, immortalato in un'atmosfera settecentesca
La salubrità dell’aria 4/6
Chiesa di S. Vito in Pasquirolo, Corsia dei Servi - Milano
Pasquirolo (o pasquèe, in dialetto) indicava per i vecchi milanesi, la zona umida libera da
costruzioni dove per secoli le pecore andavano a brucare l’erba fresca, in un contesto
già del tutto cittadino. Ancora oggi dietro il Corso Vittorio Emanuele possiamo visitare
una chiesetta in mezzo ad uno spiazzo,
La salubrità dell’aria 5/6
Mappa navigli Milano
Parafrasi a cura di Matilde Quarti - link
La salubrità dell’aria 6/6
Giuseppe Lauriello*, La salubrità dell’aria
in Pneumorama, n. 45, a. XII, 4-2006
*Primario Pneumologo emerito Ospedale Giovanni da Procida, Salerno – Può essere
ricordato anche per Insulae: aspetti giuridico sanitari di vita quotidiana nei quartieri
popolari di una città romana (2004).
LA CULTURA COME VALORE
IRRINUNCIABILE PERCHE’…
…EDUCA
Dall’ode La gratitudine due versi
importanti che ritroviamo, non
certo a caso, all’ingresso del «Liceo
classico Parini» a Milano e sulla
medeglia che viene consegnata ad
ogni diplomato di quel liceo.
Parini è in classe ed entra il nobile Angelo Maria Durini*. Il poeta sta spiegando la tragedia
di Edipo re di Sofocle.
Onde osai seguitar del miserando
di Labdaco nipote
le terribili note
e il duro fato e i casi atroci e il bando;
quale all’attiche genti
già il finse di colui l’altero carme
che la patria onorò trattando l’arme
e le tibie piagnenti;
e de le regie dal destin converse
sorti e dell’arte inclito esempio offerse»
•
•
•
v. 151
Ode La gratitudine
Milano, 1791
Sofocle onorò la patria sia come soldato (pare
abbia combattuto a Salamina e altrove) sia
come autore di tragedie.
v. 160
Espressione della nobiltà lombarda migliore, fatta di fede ambrosiana, ruolo politico e mecenatismo.
Cfr. la figura del Cardinal Federico Borromeo nei «Promessi Sposi» e cfr. il religioso Giambattista Arcimboldi, che lasciò nel 1603
una cospicua rendita ai padri barnabiti per impiegarne i frutti «nell'educazione dei poveri»: sarà l’inizio delle «Scuole di S.
Alessandro» che poi diventeranno il nucleo originario del liceo «Beccaria».
Una curiosità: si chiamava proprio Angela Maria la prozia che permise a Parini di continuare i suoi studi letterari in Milano.
Sulla cimasa dell'atrio d'ingresso del Liceo si leggono
i seguenti versi:
Chi sovra l’alta mente il cor sublima
meglio se stesso e i sacri ingegni estima
C’è chi, ex studente, passando da quelle parti non solo ha ancora ben
impressi quei versi, ma scrive sul giornale (oggi ancora…o meglio il 18
gennaio scorso) cosa gli ricordano quei versi, cosa ha vissuto da
liceale…ripensando anche a Leopardi: «E fieramente mi si stringe il core,
/ a pensar come tutto al mondo passa, / e quasi orma non lascia». («La
sera del dì di festa», vv. 29-31)
Aggiungiamo che i versi riportati sulla cimasa dell’atrio di un liceo forse
restano impressi nei cuori.
Sacri/Chiari
Analisi dell’ode a cura del prof. Giuseppe Nicoletti in «Parini», ed. Salerno 2015
Terza strofa
Solenne offrir d’ambizïose cene,
Onde frequente schiera
Sazia si parta e altera,
Non è il favor di che a bearmi ei viene.
Mortale, a cui la sorte
25
Cieco diede versar d’enormi censi,
Sol di tai fasti celebrar sè pensi
E la turba consorte.
Chi sovra l’alta mente il cor sublima
Meglio sè stesso e i sacri ingegni estima.
Ultima strofa (di 32 strofe)
Lungi o profani! Io d’importuna lode
Vile mai non apersi
Cambio; nè in blandi versi
Al giudizio volgar so tesser frode.
Oro nè gemme vani
315
Sono al mio canto: e dove splenda il merto
Là di fiore immortal ponendo serto
Vo con libere mani:
Nè me stesso nè altrui allor lusingo
Che poetica luce al vero io cingo.
- È di un ode di ben 32 strofe (che i più benevoli critici definiscono «un ambizioso edificio poetico», altri meno benevoli lo segnalano come «troppo lunga ode
encomiastica») - testo completo – 320 versi in totale (venne stampato nel 1791, in un opuscolo d’omaggio).
- «Gratitudine» dovuta alla generosità con cui l’anziano cardinale Angelo M. Durini (aveva all’epoca già 74 anni) ricompensava Parini e con lui altri letterati reduci
dall’Accademia dei Trasformati. In particolare l’ode è la risposta poetica all’omaggio del Durini al poeta che gli ha dedicato, vivente, un busto con un motto
d’ammirazione per la villa di Mirabellino nel Parco di Monza.
- Ora «proprio il Parini che, in quanto poeta, da sempre si era fatto un vanto nel predicare uno stile di comportamento il più possibile inattaccabile dalle
seduzioni del potere variamente costituito, […] poteva rischiare l’accusa di un atto d’ossequio, neppure troppo velatamente adulatorio». Dal momento che il
poeta è «parco», l’unico mezzo a sua disposizione è «fidar nell’ali de la fama immortali», affidarsi cioè alla poesia. «Solo un poeta può coi suoi versi
potenzialmente immortali, dimostrare con la maggior liberalità possibile la propria gratitudine e specie a chi se la merita, e cioè a chi sovra l’alta mente il cor
sublima e, ciò facendo, meglio sé stesso e i sacri ingegni estima». Ecco dunque la necessità di leggere anche l’ultima strofa, dove il poeta – affrontando di petto
la questione di un prassi poetica mercernaria – «dichiara senza falsa modestia di aver sempre inteso accostare il lume (immortale) dei suoi versi ad un principio
di verità».
FREQUENTARE OGGI IL «PARINI», IL «BECCARIA», IL «FRISI»
…ANDARE AL «MANZONI»:
Oggi, come allora, chi vuole confidare su
una solida preparazione di base sceglie
il liceo, alle cui fondamenta dobbiamo
certo riconoscere il «peso» delle materie
umanistiche, quelle su cui Parini investì
tutta la sua vita, non come «semplice»
letterato, ma come «uomo di lettere al
servizio della sua comunità», almeno
negli anni in cui questo gli era stato
possibile.
Nel 1865 le scuole italiane vennero
dedicate a personalità locali o
nazionali. A Milano il liceo di
Sant'Alessandro diventa il «liceo
Beccaria», quello di Porta Nuova
diventa il «liceo Parini»
LICEO PARINI (oggi in via
GOITO, 4) era invece situato
nel Palazzo Brera e si
chiamava «Regio Ginnasio»
«Nel 1774 fu istituito da Maria Teresa
d’Austria il Regio Ginnasio presso il
Palazzo
di
Brera.
L’impianto
umanistico ereditato dalle scuole dei
Gesuiti era filtrato attraverso i nuovi
ideali illuministici. La scuola fu
inaugurata
con
la
prolusione
dell’Abate Parini incaricato di tenere i
corsi di Eloquenza».
segue – sito liceo Parini (storia)
Liceo classico Manzoni
Le scuole Arcimbolde
Il religioso milanese Giuseppe Arcimboldi lasciò nel 1603
più di 5000 scudi romani e beni immobili ai padri barnabiti
per impiegarne i frutti nell’educazione dei poveri. Le
scuole Arcimbolde vennero costruite vicino alla chiesa di
Sant’Alessandro, in piazza San Giovanni in Conca, e furono
all’inizio (1603) ancora private per diventare pubbliche,
come
da
desiderio
dell’Arcimboldi,
e
vennero
solennemente inaugurate dal cardinale Federico Borromeo
nel 1609.
«Ufficiale e gentiluomo: collegi
per gli adolescenti della nobiltà
milanese».
Da un Blog a cura di:
Cristiana Palmigiano copywriter, Anna da Re digital pr,
Robert Ribaudo architetto
Camillo Hajech 1820-1883, primario di
Pediatria presso l' Ospedale Maggiore
Eva Cantarella, professoressa di diritto
romano all’Univ. degli Studi di Milano
Fonte: sito Liceo Beccaria
«Dopo l'Unità il B. militò nelle file della Destra; nel 1862 fu eletto
deputato per il collegio di Todi; con decreto 8 ott. 1865, a soli
41 anni, venne creato senatore. L'attività politica, ch'egli svolse
durante tutta la sua vita, non rallentò né l'attività scientifica né
quella didattica.
Nel 1863 aveva avuto la direzione dell'istituto tecnico superiore
di Milano, il Politecnico, che, istituito con legge del 13 nov.
1859, ebbe attuazione solo con il r.d. 13 nov. 1862.
Brioschi ne gettò le basi e ne fece una scuola d'alto livello sia nel
campo della ricerca scientifica pura che in quello delle
applicazioni pratiche. Ne fu presidente e direttore sino alla morte
e v'insegnò idraulica fluviale e analisi matematica».
fonte: treccani.it (dizionario biografico)
«Nell'agosto 1943, richiamato alle armi, fu inviato presso il 5° reggimento alpini di Merano. Colto
qui dall'armistizio dell'8 settembre e consegnato in caserma, rifiutò di aderire alle formazioni
fasciste; prigioniero dei Tedeschi, l'11 settembre fu trasferito a Innsbruck, nella Prussia orientale,
dove il 23 settembre rifiutò l'offerta di inquadramento nell'esercito tedesco (analogo rifiuto di
aderire alla Repubblica sociale italiana fece il 22 dic. 1943), per essere infine internato nel lager a
sud di Varsavia. Nei campi di internamento Lazzati si impegnò in un'attività incessante di
animazione culturale, civile e religiosa.
Nelle elezioni del 2 giugno 1946 fu eletto deputato all'Assemblea costituente, ai cui lavori
partecipò recando un prezioso contributo di appoggio agli amici La Pira e Dossetti.
Nel 1965 fu eletto preside della facoltà di lettere presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore; si
stava avvicinando un periodo difficile per l'ateneo cattolico dove si era determinato un clima di
accesa contestazione, coeva e in certo modo anticipatrice della contestazione che di lì a poco
sarebbe esplosa negli atenei italiani. Toccò a lui, come prorettore (10 giugno 1968) e poi come
rettore (31 luglio 1968), riportare l'università alla normalità e promuoverne il rinnovamento.
fonte: treccani.it (dizionario biografico)
Una poesia difficile, lessicalmente lontana da noi. Quale fatica va superata da noi, oggi? Quale
eredità però è stata?
La poesia classicheggiante di
Leopardi – la classicità del
lessico poetico…la sua
modernità
Leopardi, «Il Parini, ovvero della gloria» testo online
dell’Operetta morale
La poesia classicheggiante del
primo Manzoni e poi la scelta
verso il romanzo
Manzoni, «Carme in morte di Carlo Imbonati»
testo online
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lezioni di giovedì 18 e sabato 27 febbraio