ANNO 3
NUMERO
34
ottobre
2014
d e l l a
P r o v i n c i a
G RAN D A
Qui nasce
il futuro
L’UNICO GIORNALE INVIATO A TUTTI GLI IMPRENDITORI AGRICOLI
1
2
3
Sommario
Zootecnia
18
Vacche da latte, ha senso
alimentarle solo con fieno
e mangime?
26
Latte, il calo del prezzo
preoccupa gli allevatori
Ottobre 2014
34
Collino, superstar in Francia
vince il trofeo Euroforest 2014
38
Dalla Puglia al Piemonte
il Bambù Gigante OnlyMoso
conquista l’Italia
Diritto agrario
40
Prelazione agricola: diritti e
doveri di chi vende, affitta e
dei confinanti
L’editoriale
6
Vocazione rivoluzionaria
30
Razza Burlina, una storia
tutta da scoprire
Formazione
L’aria che tira
8
Razza Piemontese
l’orgoglio non basta
Fisco e tributi
14
Diventa telematico anche il
modello F24
16
Agevolazioni sull’acquisto di
beni strumentali all’azienda
60
Tasso Inail, come ottenere
riduzioni per chi opera
in sicurezza
A.r.pro.m.a informa
36
4
Trattori in campo per la
grande sfida dell’aratura
44
L’Anaborapi inaugura
a Carrù la Casa
della Piemontese
Notizie dalle aziende
22
Mungitura robotizzata? Ecco
perchè conviene
28
Le nuove stalle di Ascai tra
estetica e funzionalità
54
è iniziato il tempo delle mele
degli studenti in frutteto
68
Studenti da tutto il mondo
all’Università di Pollenzo
Radici
69
Ricetta: Coniglio ai peperoni
Enologia
50
Premiato Novamen, il vino
rosso della cascina Melognis
di Revello
Seguici su: www.imprenditoreagricolo.com
52
Zuccherare il vino, ok
dell’Europa ma la Francia
può usare il saccarosio
Ortofrutticoltura
56
Ambrosia, la mela globale
che parla cuneese
64
Contro l’ingiustizia sul
fotovoltaico Confagricoltura
ricorre ai tribunali
66
Made in Malga, in scena i
prodotti della montagna
70
Asl Cuneo 1 finalista agli
Oscar del Green
Fiere
10
Eima International
A Bologna l’agrimeccanica
diventa globale
L’IMPRENDITORE AGRICOLO
della provincia Granda
Direttore responsabile: Osvaldo Bellino
Direttore editoriale: Valerio Maccagno
Direzione, redazione e amministrazione:
Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo
Tel. 0172.711279
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Editore: Réclame S.r.l.
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Pubblicità: Réclame
Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo
Tel. 0172.711279
58
Mele, una buona annata
Adesso si spera nel prezzo
59
Pere tossiche dalla Spagna
La legge non è uguale
per tutti
72
Da operaio ad agricoltore
La storia di Fabio di Carrù
e-mail: [email protected]
www.reclamesavigliano.it
Progetto grafico: Marco Grussu
46
75
Fiera agricola di Saluzzo
Il futuro ha successo
Tuttomele a Cavour
Breve storia di un evento
Osservatorio prezzi
76
Prezzi e mercati all’ingrosso
Scadenze fiscali
Attualità
48
Pac 2015-2020, le scelte
dell’Italia al vaglio
delle aziende agricole
77
Novembre:
occhio alle scadenze
Mercatino
79
Gli affari dell’imprenditore
Stampa: G. Canale & C. S.p.A.
Via Liguria, 24 - 10071 Borgaro - Torino
Registrazione Tribunale di Saluzzo
n. 3 del 09/01/2012
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Intestato a Reclame srl
Causale: Amico dell’Imprenditore
Associato
Unione Stampa
periodica Italiana
Copia gratuita
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e d i t o r i a l e
Vocazione
rivoluzionaria
O svaldo
B ellino
6
Si può dire che l’agricoltura ci sia sempre stata e che ci sarà sempre, a prescindere dalle riviste di moda e costume, che la scoprono solo quando fa tendenza,
appunto. E’ curioso, e anche un po’ buffo, vedere come il lavoro in campagna
sia passato in breve tempo dall’essere considerato sinonimo di arretratezza e
rozzezza sociale, all’equivalente di occupazione di qualità, portatore di benessere e serenità.
Il motivo è semplice: tutto va male e solo l’agricoltura, nelle statistiche di chi
non ha mai messo piede in una stalla, è l’unico settore che funziona, con segnali positivi dai principali indicatori economici del comparto. Non che non sia
in parte vero, ma la realtà è ben diversa da quella che trasuda dalle immagini
dei rampolli cittadini abbracciati a caprette linde e sorridenti, oppure in rassegna ai vigneti sul far del tramonto, con il corpetto firmato in stile country, gli
stivali casual di cuoio e il bastone padronale con lo stemma di famiglia inciso in
coppa…
Questa rappresentazione dell’agricoltura come terra di conquista per nuovi illuminati che hanno improvvisamente capito tutto della vita e scendono in campo
per dimostrare il loro valore di sagaci condottieri, non appartiene al popolo
della terra. L’agricoltura non ha bisogno di nuovi speculatori, spesso falliti, della finanza o dell’alta borghesia, che fanno finta di chinarsi su un campo di soia
solo perché gliel’ha consigliato il Financial Times, continuando in realtà a fare
quello che hanno sempre fatto, cioè altri mestieri.
Ci vogliono rivoluzionari veri, come il giovane Fabio di Carrù, che ha mollato
il lavoro di operaio meccanico ed è tornato al piccolo campo di nocciole del
padre, affiancandolo nel lavoro, rimboccandosi le maniche in prima persona,
con entusiasmo e slancio imprenditoriale, affittando e acquistando piano piano
nuovi terreni di coltivazione, allargando gli orizzonti dell’attività. In una parola,
cambiando vita. E certamente non lo ha fatto per il miraggio del guadagno facile. Coltivare nocciole, mungere le vacche o pascolare gli alpeggi presuppone
una condizione di fondo: la vocazione. Questo perché attiene prima di tutto a
una scelta di vita, che prescinde dal denaro o, comunque, considera il denaro
funzionale ai bisogni del proprio lavoro, cioè della propria vita.
Qui sta la vera rivoluzione, la sostenibilità che può cambiare il mondo, iniziando da se stessi.
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a r i a
c h e
t i r a
Razza Piemontese
l’orgoglio non basta
M ichele
A ntonio
F ino
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Sabato 27 settembre La Granda ha festeggiato dieci anni. No, certo, non la Provincia
che non c’è più, bensì l’associazione di allevatori di razza piemontese che ha saputo
ridare orgoglio e reddito ad una grande produzione. Creata da una geniale intuizione di un vulcanico veterinario, Sergio Capaldo, essa è oggi presieduta da un giovane
allevatore di Genola, Mauro Olivero.
Ecco, la lezione de La Granda mi pare estremamente utile in questi tempi di sfiducia
dilagante. Dieci anni fa, quattro allevatori determinati a riprendersi l’onore e il giusto compenso per il proprio lavoro, si dotavano di un disciplinare, da soli, senza soldi
pubblici, senza la garanzia di poteri forti o filiere sicure: furono veri pionieri. Non un
solo macellaio in questa terra volle il loro prodotto: dovette arrivare il sciur Cazzamali
da Crema a capire che potenziale c’era in quegli uomini e nei loro animali. Poi venne
Farinetti e La Granda divenne sinonimo di qualità senza compromessi, al centro di
ogni Eataly d’Italia e non solo, portando in alto il nome di un territorio e la caparbietà
del suo popolo.
Oggi i soci de La Granda sono oltre 70 e ci sono altre 30 aziende in lista d’attesa per
entrare. Entrare a riportare l’allevamento a misura di natura, ripristinare la vita nei
prati, usare i microrganismi per fertilizzare invece della chimica, aspettare i tempi giusti e la maturazione della carne dopo la macellazione, come sanno fare solo i migliori:
una rivoluzione completa, quella che tanti blasonati e riccamente finanziati sodalizi
non hanno saputo mettere in campo in decenni di attività.
Alla festa della Granda non ho ascoltato i soliti noti, ma diabetologi, biologi, esperti
di pascolo permanente di valore internazionale, allevatori e chef: tutti convenuti a
rappresentare in modo efficace che cosa vuol dire produzione agricola e alimentazione sostenibile nel XXI secolo. Hanno reso evidente che non abbiamo più bisogno
di produttori disinteressati a quanto faccia bene o male il loro cibo, né di medici che
non prestano la debita attenzione a consigliare una dieta appropriata, prima (e talvolta invece) di qualche pastiglia. La Granda si propone come una concreta declinazione
di quel concetto che il suo padrino di battesimo, Carlo Petrini, ama ripetere: non è
più tempo di consumatori; è tempo di co-produttori. Co produttori che pretendono
da chi alleva, gli stanno a fianco, gli riconoscono il giusto prezzo, lo onorano e, così
facendo, fanno il bene dell’economia e della propria salute.
E’ una strada che ha dimostrato il suo valore e si può seguire non solo nella produzione di carne. Con coraggio e senza nostalgia di più comodi, ma sterili, vecchi sentieri.
9
Fiere
Eima
International
A Bologna
l’agrimeccanica
diventa globale
Quartiere fieristico
al massimo della
capienza per ospitare
la quarantunesima
edizione di EIMA
International, la
grande rassegna della
meccanizzazione
agricola che si tiene
a Bologna dal 12
10
al 16 novembre. La
Federazione italiana
dei costruttori
FederUnacoma,
organizzatrice della
rassegna, dichiara il
“tutto esaurito” per
quanto riguarda la
superficie espositiva.
Sono infatti 150 mila i
Fiere
metri quadrati netti già
impegnati (circa 300
mila lordi) – dei quali
130 mila all’interno
dei padiglioni coperti
e climatizzati e 20 mila
dedicati alle prove
dinamiche in esterni – e
rappresentano il miglior
risultato storico per la
manifestazione, che
rispetto all’edizione
2012 vede crescere
del 10% la superficie
espositiva coperta e del
7% quella complessiva.
Le industrie costruttrici
partecipanti, sistemate
nei padiglioni in
base alla categoria
merceologica di
appartenenza, sono
ad oggi 1.755 già
confermate, mentre
oltre 70 sono quelle
ancora in lista d’attesa
che si spera possano
trovare collocazione
all’interno dei
Padiglioni.
Tutto esaurito per
la tradizionale rassegna
della meccanizzazione
agricola, dal 12 al 16
novembre. Attesi 200
mila visitatori
SALONI SPECIALIZZATI
Il taglio professionale
della rassegna è
confermato dalla
rigorosa suddivisione
merceologica, che
prevede 14 distinti
settori, e quattro
Saloni specializzati:
EIMA Green, per il
giardinaggio e cura
del verde, EIMA
Componenti, per la
componentistica, i
ricambi e gli accessori,
EIMA M.I.A. per le
attività multifunzionali
in ambiente rurale ed
EIMA Energy per le
tecnologie dedicate alle
filiere bioenergetiche.
11
CROCEVIA MONDIALE
La rassegna cresce non
soltanto per superficie
e numero di aziende
ma anche per quanto
riguarda la sua
caratura internazionale:
ad oggi sono 570 le
aziende espositrici
estere presenti,
provenienti da 44 Paesi,
un numero destinato
ad incrementarsi con
l’ingresso di quelle
in lista d’attesa, ma
già superiore al dato
record della scorsa
edizione (558 espositori
da 41 Paesi); mentre
12
è in via di definizione
il programma degli
incontri “business
to business” fra le
industrie presenti e le
numerose delegazioni
estere ufficiali che
giungeranno a Bologna
dalle Americhe, dai
Paesi BRICS, da Paesi
dell’Africa, del Medio
e dell’Estremo Oriente,
dall’Europa Orientale.
Al di là delle
delegazioni ufficiali,
EIMA International
si distingue per la
presenza di operatori
economici stranieri, che
nella scorsa edizione
hanno superato il
numero di 32 mila,
provenienti da 122
Paesi, su un totale di
196 mila.
OBIETTIVO: 200 MILA
VISITATORI
L’aspettativa degli
organizzatori è di
superare, in questa
edizione 2014, il
numero complessivo
di 200 mila persone,
incrementando
ulteriormente le
presenze estere,
grazie anche ad una
campagna informativa
che quest’anno ha
puntato su Paesi
ritenuti strategici
e particolarmente
promettenti per
il mercato della
meccanizzazione
agricola: il calendario
delle conferenze di
presentazione ha
visto, fra l’altro,
incontri in Spagna,
Stati Uniti, Argentina,
Brasile, Marocco, Iran,
Indonesia.
13
Fisco e Tributi
di
Marianna Cugnasco,
commercialista,
[email protected]
Diventa telematico
anche il modello F24
Dal primo ottobre 2014, nei casi di importi superiori
ai mille euro, è stato introdotto l’obbligo della presentazione
telematica per le persone fisiche private
La delega F24 è il modello utilizzato per il pagamento di imposte,
tasse e contributi da parte di tutti
i soggetti che ne sono debitori. I
titolari di partita Iva (società, enti,
imprese individuali, professionisti)
sono obbligati ad inviare detto
modello all’Agenzia delle Entrate in
via telematica ovvero attraverso il
canale bancario via internet, homebanking.
Finora le persone fisiche private,
ovvero coloro privi di partita Iva, potevano effettuare i pagamenti delle
imposte presentando il modello F24
in modalità cartacea presso tutti gli
sportelli bancari e postali.
ai quali il saldo finale del modello
F24 è di importo superiore a 1.000
euro;
- per coloro che utilizzano crediti
d’imposta in compensazione.
Negli anzidetti casi è pertanto previsto l’obbligo di utilizzare esclusivamente i servizi telematici
dell’Agenzia delle Entrate, delle
banche o degli intermediari abilitati
(professionisti, associazioni di categoria, CAF, ecc…). L’art. 11, comma
2, del Decreto Legge n. 66/2014
ha appunto esteso tale obbligo
anche alle persone fisiche non
imprenditori o professionisti (già
obbligati dal 2007).
COSA CAMBIA
A decorrere dall’1.10.2014, invece,
è stato introdotto un obbligo di
presentazione telematica anche
per le persone fisiche private, in
determinati casi:
- per tutti i versamenti in relazione
SALDO ZERO
È stata peraltro introdotta a tal
riguardo un’ulteriore limitazione: i
servizi internet delle banche e delle
poste non potranno essere utilizzati
se, in caso di compensazione degli
importi dovuti con crediti d’imposta
14
disponibili, il saldo finale del modello F24 sarà di importo pari a zero.
In tal caso, infatti, si potranno usare
solo i servizi telematici delle
Entrate (F24 web, F24 online e F24
cumulativo) con la possibilità di scegliere di volta in volta il conto corrente bancario o postale di addebito
e facendo attenzione alla possibilità
di scarto se non c’è corrispondenza
tra il codice fiscale del contribuente
indicato nel modello F24 e quello
del titolare del conto corrente di
addebito.
CARTACEO
Il modello F24 cartaceo potrà
invece ancora essere utilizzato
per pagare, senza compensazioni, imposte, tasse o contributi per
un saldo complessivo inferiore
a 1.000 euro. A tal fine appare
eventualmente possibile spezzare il
saldo in più modelli F24.
15
Fisco e Tributi
di
Alberto Tealdi,
commercialista,
[email protected]
Agevolazioni
sull’acquisto di beni
strumentali all’azienda
I benefici riguardano le macchine per
l’agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia.
Sono esclusi gli immobili e le autovetture
Il DL 91/2014 ha introdotto, per le imprese che effettuano nel periodo 26.06.2014
– 30.06.2015 investimenti in beni nuovi
strumentali per un importo pari o superiore a 10 mila euro un credito di imposta
del 15% calcolato sulla differenza tra
l’ammontare degli investimenti effettuati nel periodo agevolato e la media del
volume di investimenti analoghi effettuati
negli ultimi 5 periodi di imposta.
CREDITO SPETTANTE
Il credito risultante è utilizzabile in
compensazione, a partire dal secondo
periodo di imposta successivo a quello
in cui è stato effettuato l’investimento
ed almeno in tre quote annuali, direttamente tramite modello F24. L’utilizzo può
avvenire quindi a partire dal 1° gennaio
2016 per gli investimenti effettuati nel
2014 e dal 1° gennaio 2017 per quelli
effettuati nel 2015. In ogni caso qualora il
credito di imposta non fosse interamente
fruito nelle tre rate annuali potrà essere
16
utilizzato anche in esercizi successivi sino
ad esaurimento dello stesso. Il credito
spettante e conseguentemente i relativi
utilizzi dovranno essere indicati in appositi
quadri del modello Unico.
BENI E SOGGETTI AGEVOLABILI
Sono agevolabili gli investimenti in beni
strumentali nuovi compresi nella divisione
28 della tabella Ateco di cui al provvedimento del direttore dell’Agenzia delle
Entrate del 16.11.2007. In tale elencazione sono ricompresi le macchine per l’agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia. Dalla
elencazione si evince come siano assolutamente esclusi l’acquisto di beni immobili strumentali e l’acquisto di autovetture.
La norma prevede che possono avere
accesso all’agevolazione le persone fisiche
o giuridiche residenti nel territorio dello
Stato titolari di reddito di impresa. Questo
comporta che nell’ambito delle aziende
agricole, possano beneficiare pienamente
del credito di imposta le s.n.c., le s.a.s.
Fisco e tributi
e le s.r.l. (anche qualora abbiano
optato per la determinazione del
reddito su base catastale), le s.p.a.
e le cooperative agricole. Questi
soggetti giuridici infatti dichiarano
in ogni caso un reddito di impresa
e quindi sono ricompresi a pieno
titolo tra i soggetti beneficiari. Le
ditte individuali e le società semplici, che dichiarano reddito agrario
ed eventualmente dominicale, possono usufruire dell’agevolazione
solo qualora dichiarino un reddito
di impresa ad esempio nel caso
di allevamento con terreni potenzialmente insufficienti a fornire
un quarto dei mangimi necessari,
di svolgimento di prestazione di
servizi quali attività connesse o di
attività agrituristica. In tali situazioni allora possono beneficiare
del credito di imposta ma se il
bene strumentale è utilizzato per
le diverse attività il credito spetta
solamente per la quota parte imputabile all’utilizzo nell’attività che
genera reddito di impresa.
montare del credito di imposta
riconosciuto è pari al 15% delle
spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti in tali beni strumentali realizzati
nei cinque periodi di imposta
precedenti, con la possibilità di
escludere dal calcolo della media il
periodo di imposta in cui gli investimenti sono stati maggiori.
CONDIZIONI
Nel momento in cui il bene è
ricompreso tra quelli il cui acquisto
risulta agevolabile è necessario che
questi sia strumentale all’attività di
impresa e che si tratti di un bene
nuovo in quanto restano esclusi gli
acquisti di beni usati. Sono agevolabili gli acquisti in proprietà; quelli
mediante contratto di leasing
finanziario o di lease back; quelli
mediante contratto di appalto e gli
investimenti effettuati mediante
costruzione in economia. L’am-
REVOCHE
È prevista la revoca dell’agevolazione nel caso in cui l’impresa
ceda a terzi i beni oggetto degli
investimenti agevolati, o li destini
a finalità estranee all’esercizio
dell’impresa, prima del secondo
periodo di imposta successivo
all’acquisto. Pertanto per gli
investimenti effettuati nel 2014 il
cosiddetto “periodo di sorveglianza” termina il 31.12.2015, per
quelli effettuati nel 2015 il termine
è il 31.12.2016.
COMPENSAZIONE
Dal punto di vista delle società
agricole l’aspetto importante è il
fatto che tale credito sia compensabile in F24 quindi con eventuali
contributi previdenziali, Irap, Iva,
Imu, ecc. In altri casi agevolazioni analoghe prevedevano una
detassazione e non un credito di
imposta, rendendole di fatto poco
appetibili al mondo agricolo che
tassando generalmente su base
catastale quasi mai aveva un carico
fiscale, dal punto di vista delle
imposte dirette, tale da poterne
usufruire.
17
Zootecnia
Vacche da latte,
ha senso alimentarle
solo con fieno
e mangime?
Ha senso in Piemonte alimentare
le vacche da latte solo con fieno e
mangime, senza l’utilizzo degli insilati
e dell’unifeed?
Questa domanda che mi è stata posta
da un affezionato lettore merita un
parere che prenda in considerazione
diversi aspetti legati alla gestione
dell’alimentazione: l’aspetto economico quello sanitario e quello di organizzazione del lavoro.
COSTI DI ALIMENTAZIONE
Penso che se girassi la stessa domanda a tutti gli allevatori che adesso
stanno leggendo, la risposta che darebbero sarebbe, quasi all’unanimità:
certamente no!
La logica che porta a formulare
questa risposta è legata all’aspetto
economico.
Infatti la dieta normale delle vacche
da latte è realizzata mediante carro
unifeed che permette la miscelazione di una serie di alimenti tra cui gli
insilati, con l’obiettivo da un lato di
migliorare la digestione degli animali
e dall’altro di ridurre proprio i costi di
alimentazione.
18
Nelle razioni con carro unifeed per
sostenere una produzione media per
vacca pari a 30 litri di latte al giorno
servono 11 kg di concentrati oltre al
fieno ed al silo mais. Con gli attuali
prezzi delle materie prime il costo di
questa tipologia di razione è di poco
inferiore ai 5 euro al giorno. In una
eventuale razione a secco, siccome
viene a mancare l’apporto energetico del silo mais, si rende necessario
aumentare i chili di concentrato che,
per sostenere la stessa produzione,
devono passare a 15 per capo al giorno con un conseguente aumento del
costo della razione giornaliera che si
attesta sui 5.80 euro.
Questa differenza di costo in una
mandria da 55 capi porta ad un ammontare annuo che supera i 15 mila
euro. In realtà per potere fari i conti
in modo corretto dobbiamo anche
valutare i costi accessori della alimentazione con unifeed ossia i costi per la
realizzazione delle trincee e per l’acquisto ed il funzionamento del carro.
Queste voci di costo, in una azienda
che da tempo produce latte, sovente
vengono tenute poco in considera-
Zootecnia
zione perché gli investimenti sono
stati distribuiti negli anni ed ormai
queste infrastrutture sono presenti in
azienda. Diverso è il ragionamento
che potrebbe fare chi volesse iniziare
a mungere le vacche senza disporre
di queste attrezzature; in questo
caso il costo sarebbe da sostenere
per intero e questo costo annullerebbe per i primi 10 anni di produzione
il risparmio alimentare.
ASPETTI SANITARI
Ad un primo approccio pare non esserci nessun nesso tra alimentazione
e sanità degli animali. In realtà è ormai dimostrato che in una mandria
alimentata con alimenti sani e ben
bilanciati le problematiche sanitarie
hanno un’incidenza decisamente
bassa. Quindi il collegamento con la
domanda posta dal lettore sta nella
qualità degli insilati perché soprattutto in aziende medio piccole i prodotti stoccati nelle trincee tendono
ad alterarsi soprattutto in estate a
causa del consumo limitato. Sommi-
Come gestire
l’alimentazione
degli animali
tenendo conto
degli aspetti
economici, sanitari
e di organizzazione
del lavoro
nistrare alimenti non sani favorisce
problemi podali, mastiti, infertilità la
cui incidenza economica in molti casi
è decisamente superiore al risparmio
alimentare derivato dall’uso degli
insilati.
Sicuramente a questo riguardo
incide molto la dimensione aziendale: in aziende più grandi con trincee
dimensionate correttamente, e ormai
sempre più sovente, con il fronte di
taglio coperto da una tettoia questo
tipo di problema non è presente
quindi in queste aziende l’alimentazione senza insilati non porterebbe
nessun miglioramento sanitario.
Quando in stalla sono invece presenti solo 50 vacche in mungitura la
somministrazione di insilati caldi o
con muffe è purtroppo abbastanza
comune, come è comune trovare
a fine estate mandrie con evidenti
segni di intossicazione. In questi casi
è sufficiente la perdita di latte legata
a questa condizione sanitaria a
ripagare il maggior costo alimentare
della razione a secco, senza neppur
contare il costo delle problematiche
sanitarie.
ORGANIZZAZIONE
DEL LAVORO
L’alimentazione a secco lascia all’allevatore del tempo libero e questo
ha un valore ancora maggiore nelle
aziende di piccole dimensioni nelle
quali la struttura aziendale non
19
Se si decide di intraprendere la strada
dell’alimentazione a secco bisogna dotare
la stalla di auto-alimentatori che
prevedano l’identificazione degli animali
può sopportare il costo di manodopera esterna. Permette inoltre di produrre latte anche senza la presenza
di terreno da coltivare; infatti fieno
e mangime possono venir acquistati
in qualsiasi momento dell’anno sul
mercato senza problemi; cosa che
non sempre e così agevole fare per
20
l’insilato soprattutto in zone collinari
e pedemontane. Questa organizzazione è particolarmente indicata
nelle aziende che hanno intrapreso
la strada della trasformazione del
latte e della vendita diretta in quanto
l’allevatore può concentrare il suo
tempo sulla gestione della mandria
e del minicaseificio. Ritengo quindi
che l’alimentazione a fieno e mangime possa avere un senso in aziende
di piccole dimensioni nelle quali i
costi per la realizzazione di trincee e
acquisto del carro hanno un’incidenza molto alta perché ripartiti su un
piccolo numero di animali. In queste
aziende si aggiunge anche il vantaggio di non somministrare alimenti
mal conservati alle vacche il che permette di avere più produzione ed un
notevole risparmio in costi sanitari.
COME SOMMINISTRARE
IL MANGIME
Nella alimentazione a secco il quantitativo di concentrato somministrato
ad ogni animale è molto alto per cui
è importante che le vacche possano
mangiare dei piccoli pasti distribuiti
nell’arco di tutta la giornata. Siccome è impensabile fare questo tipo
di somministrazione manualmente
bisogna affidarsi a degli autoalimentatori. Nelle stalle a stabulazione libera si possono adottare due
soluzioni:
• Una linea di distribuzione che scarica il mangime su tutta la lunghezza della mangiatoia ad intervalli di
tempo programmabili.
Questo sistema, più economico da
installare, non è in grado di identificare gli animali per cui ad ogni
scarico del mangime le vacche
tendono a precipitarsi in mangiatoia
per conquistare la maggior quantità
possibile di concentrato.
In questo modo aumenta la competizione tra le vacche con il rischio che:
quelle nel post parto, più deboli,
non riescano a mangiare la razione necessaria mentre quelle a fine
lattazione, normalmente più forti,
assumano un quantitativo di mangime superiore al loro fabbisogno,
ingrassando eccessivamente.
• In alternativa si può installare un
sistema di distribuzione composto
da stazioni di erogazione in grado
di identificare gli animali ai quali è
stato posto il collare.
Il sistema è guidato da un PC mediante il quale viene assegnata ad
ogni vacca una dose di concentrato
tale da soddisfare i suoi fabbisogni.
La stazione di distribuzione fornisce questa razione distribuendolo
nell’arco della giornata, in questo
modo si evitano i problemi di competizione tra gli animali.
A fine giornata inoltre verificando
le quantità consumate si possono
individuare le vacche che non hanno
mangiato la dose stabilita il che nor-
malmente è sintomo di patologie.
Sicuramente se si decide di intraprendere la strada della alimentazione a secco bisogna dotare la stalla
di auto-alimentatori che prevedano
l’identificazione degli animali.
Il costo di questa tecnologia è ultimamente anche sceso e si aggira sui
350 euro per capo.
21
Mungitura robotizzata?
Ecco perchè conviene
La famiglia Smeriglio (Matteo, Giuliana e due figli, Antonio e Simone) allevatori da generazioni, ha avuto fino
al 1988 bovine di razza Piemontese.
Successivamente, ritenendo il mercato
non più favorevole ad una razza a
duplice attitudine, sono passati alla
razza frisona con 70/80 capi a stabulazione libera, dedicandosi esclusivamente alla produzione di latte.
Come mai vi siete avvicinati alla
mungitura robotizzata?
(Antonio) «La scelta della mungitura
robotizzata l’abbiamo fatta nel 2011
istallando un Robot Lely A3Next per
migliorare la qualità della nostra vita
e gestire con più flessibilità l’azienda; mungevamo io e mio padre,
mentre mio fratello, che si occupava
prevalentemente della campagna, si
dedicava alla stalla saltuariamente per
sostituire uno di noi».
«La scelta è stata dettata anche da
necessità economiche - interviene la
22
signora Smeriglio - costi sempre più
alti». «Verso la fine del primo decennio 2000 - continua Antonio - ci
siamo trovati di fronte ad un bivio:
per far quadrare i conti o aumentavamo i capi con conseguenti grossi
investimenti in un contesto di mercato del latte molto incerto, oppure
rendevamo più efficiente la stalla
esistente controllando meglio i costi
ed aumentando la produzione dei
nostri animali.
Il robot di mungitura ci è servito
proprio a questo: l’aumento della
produttività si è ottenuto grazie al
miglioramento del benessere animale
che ha permesso di sfruttare al meglio
le potenzialità genetiche della mandria, il controllo dei costi si è invece
ottenuto grazie all’ottimizzazione e
alla maggiore efficienza dei processi
di gestione aziendali.
Il robot fornisce tutti i dati e le informazioni per controllare e di conseguenza migliorare il conto economico
aziendale consentendo oltre tutto
di migliorare la qualità della propria
vita». «Oggi nonostante l’aumento
della produzione abbiamo un costo
per quanto riguarda l’alimentazione
che incide per soli 0,16 euro per litro
latte».
«Inizialmente - interviene nuovamente la signora Smeriglio su questa voce di costo abbiamo lavorato molto in quanto la mungitura
robotizzata richiedeva un approccio
“nuovo”: all’inizio ci siamo trovati a
spendere parecchio per i concentrati,
in quanto nessuno aveva conoscenze
specifiche per gestire con efficienza
l’alimentazione.
Soprattutto Antonio si è confrontato
con altri allevatori che avevano fatto
la scelta della mungitura robotizzata
Lely ed ha raggiunto eccellenti risultati». Oltre ad un incremento di produzione (oggi hanno una produzione
media annua che si aggira sui 40 litri/
capo giorno) hanno notevolmente
L’esperienza della famiglia Smeriglio, che alleva
un’ottantina di frisone, a stabulazione libera
migliorato la fertilità. «Grazie ad una
maggiore flessibilità del lavoro siamo
riusciti anche a prestare una maggiore
attenzione al giovane bestiame: oggi
tranquillamente riusciamo ad introdurre in stalla primipare sotto i 2 anni
di età con uno sviluppo morfologico
che solo pochi anni fa ci richiedeva
4/5 mesi in più». «Il numero medio
di lattazioni per capo è aumentato; abbiamo animali più longevi: ci
sono molti meno animali da scartare
grazie ad una più efficiente gestione,
buona partenza post-parto, pressoché
inesistenti le dislocazioni, migliore
fertilità (per ora non usiamo seme
sessato e nonostante ciò ci troviamo
con un numero elevato di manze) ed
in generale minori problemi sanitari. Questo sistema di mungitura
robotizzata ci permette di concentrare gli sforzi solo sui pochi capi che
hanno problemi, intervenendo così
in modo tempestivo e limitando i
costi dei farmaci e la riduzione della
produzione di latte». «Particolare
attenzione abbiamo prestato anche
al benessere animale dando i giusti
spazi sia nella zona d’alimentazione
che di riposo; fin da principio abbiamo adottato il sistema del traffico
libero permettendo agli animali di
accedere liberamente al robot. Tutto
ciò permette alle vacche di mangiare
di più, riposare meglio e farle esprimere al massimo della produttività».
Interviene Simone, il fratello minore:
«Una grossa mano ce la dà anche un
altro ‘gioiellino’ Lely», indicando il
Lely Juno, il robottino per avvicinare
l’unifeed sulla corsia d’alimentazione. «Solo con questo siamo riusciti
ad avere in pochissimo tempo un
incremento di produzione di 1,5 lt/
capo. E’ una macchina che si paga
da sola velocemente…La Lely dovrebbe pubblicizzarla di più!». Dando poi
una rapida occhiata al T4C, il software per la gestione del robot, Antonio
fa notare che ci sono giorni dove non
hanno addirittura nessun ritardo e
che va in stalla solo per fecondare!
Tornereste alla mungitura
tradizionale?
«Nemmeno per sogno! - afferma
convinto Antonio -, l’idea sarebbe
di raddoppiare la stalla grazie anche
all’elevato numero di giovane bestiame che in questi ultimi anni siamo
riusciti ad allevare.
E’ un sistema che permette facilmente di delegare altre persone.
Oggi è inimmaginabile pensare ad
una gestione così efficiente della
stalla prestando la massima attenzione alla produzione ed al controllo dei
costi con la mungitura tradizionale.
Qui possiamo controllare agevolmente la salute del singolo animale,
produttività e qualità del latte: “premiamo” le più produttive!».
Come vi vedete tra 5/10 anni?
«Come dicevamo prima, grazie anche
ad un continuo aumento dei capi da
ristallo, sicuramente con un secondo
robot e con 130/140 capi in lattazione».
23
PSR - MISURA 111.1
Sottoazione B
UN NUOVO INSETTO “ALIENO” MINACCIA PRATI, MAIS,
ALBERI DA FRUTTO E VITE
Informa la dr.ssa Consuelo
Monge, tecnico Cipat/Cia di
Cuneo:
Purtroppo anche nella nostra
Regione è stata rilevata di recente la presenza di un nuovo
insetto pronto a minacciare la
nostra agricoltura. Si tratta del
coleottero giapponese, nome
scientifico Popillia japonica,
uno scarabeide dal corpo verde
brillante e dalle ali color rame
o bronzo incluso nella normativa fitosanitaria europea fra
gli organismi di quarantena
di cui si deve evitare l’ulteriore diffusione. Originario del
Giappone, questo insetto può infestare fino a 300 specie
diverse di vegetali tra cui alberi da frutta, piante coltivate e
da giardino. Una infestazione sensibile di questo fitofago è
in grado di distruggere completamente il manto erboso di
parchi e prati. Ma non prospera solo su essenze ornamentali, Popillia japonica devasta il mais, il pomodoro, la
fragola la rosa, la vite, il pisello, ma anche gli aceri, il
melo, il tiglio. La sua presenza è peraltro stata già rinve-
24
nuta in Paesi molto lontani fra
loro, come Portogallo e Russia,
dimostrando che questo insetto
ben si adatta a climi e condizioni molto differenti fra loro.
Gli adulti, simili a dei piccoli
maggiolini, attaccano e provocano erosioni spesso ingenti su
foglie, fiori e frutti mentre le
larve si nutrono di radici. Nel
Nord America questo coleottero risulta dannoso su ben
106 specie vegetali. L’arrivo in
Foto: Yevgeniy Fedorov
Italia promette quindi di essere
solo una delle tante tappe di
espansione del coleottero in tutta Europa. Ci si può quindi
solo augurare che contro questo nuovo fitofago “alieno”
le contromisure fitosanitarie siano tempestive ed efficaci,
prima che esso dilaghi oltre le zone nelle quali ha mostrato
per la prima volta le antenne. La Popillia Japonica si può
inserire tra gli insetti esotici più pericolosi per il nostro
ecosistema e per la nostra agricoltura. Così come il tarlo
asiatico, la diabrotica del mais, il cinipide del castagno e la
cicalina della flavescenza dorata della vite.
25
Latte, il calo del prezzo
preoccupa gli allevatori
Gli allevatori cuneesi sono molto
preoccupati per gli ulteriori ribassi
del prezzo del latte alla stalla
applicati dai caseifici negli ultimi
due mesi e ritengono necessario
convocare urgentemente un tavolo
di confronto per discutere del
momento che sta attraversando il
comparto, alle prese con costi di
26
produzione che non accennano
a diminuire e una redditività in
continuo e preoccupante calo.
È questo, in sintesi, il messaggio
che i membri della sezione lattiero
casearia di Confagricoltura Cuneo,
riuniti a Savigliano giovedì 11
settembre, hanno voluto lanciare
affinché tutte gli attori del
comparto possano confrontarsi
alla ricerca di soluzioni che diano
equilibrio al settore, anche in vista
della fine del regime delle quote
nel 2015.
PREZZO IN CALO
«Dopo mesi di relativa stabilità,
in Piemonte e in Lombardia il
Zootecnia
prezzo del latte alla stalla a luglio
è sceso di 2,5 centesimi di euro
– spiega Giampiero Degiovanni,
presidente della sezione Latte di
Confagricoltura Cuneo -.
Gli allevatori sono rimasti sorpresi
da questo improvviso calo, visto
che la produzione, pur con
un’estate non molto calda, è
rimasta in linea con quella degli
scorsi anni e la richiesta sul
mercato è buona».
Il sito Clal.it, che analizza il
mercato lattiero caseario, ne
interpreta l’andamento e le
tendenze, rileva appunto che il
prezzo del latte crudo alla stalla in
Lombardia da febbraio a giugno
scorso è rimasto sul valore di 44,5
centesimi/litro, per poi crollare
a 42 centesimi/litro a luglio e
ad agosto. E in Piemonte le
quotazioni sono ancora più basse.
COSTI ELEVATI
«Le aziende produttrici di latte
sono in difficoltà perché a fronte
di questa improvvisa e drastica
Chiesto un tavolo
di confronto
urgente in Regione
con i componenti
della filiera
lattiero-casearia.
In gioco il futuro
delle stalle
riduzione del prezzo, non ha
fatto seguito un calo dei costi di
produzione – commenta Marco
Bruna, direttore di Confagricoltura
zona di Saluzzo e Savigliano -; anzi
anche la leggera flessione di alcuni
cereali, non ha avuto ripercussioni
positive sulle aziende sempre
alle prese con spese di gestione
al rialzo. Per questo dovremmo
appellarci a tutti gli attori della
filiera del latte, affinché si
intavoli un positivo confronto
per analizzare seriamente questa
situazione e soprattutto ricercare
una strada che possa garantire un
futuro migliore al settore».
OCCHIO AGLI ALIBI
«Comprendiamo bene le
difficoltà del periodo, aggravate
dall’embargo imposto dalla Russia
ai prodotti lattiero caseari italiani,
ma questo non deve diventare un
alibi per penalizzare oltremodo
le aziende agricole – conclude
Roberto Abellonio, direttore di
Confagricoltura Cuneo -; ogni
componente della filiera del
latte deve fare la propria parte.
Noi siamo disponibili a sederci
intorno a un tavolo e a discutere
seriamente sul futuro di uno dei
comparti nevralgici dell’economia
agricola della provincia di Cuneo e
di tutto il Piemonte».
27
Notizie dalle aziende
Le nuove stalle di Ascai
tra estetica e funzionalità
Impatto estetico, benessere animale e esigenza del cliente:
i punti fermi della ditta di Scalenghe
La ditta Ascai srl di Scalenghe,
su commissione della famiglia Agnelli, ha realizzato una
struttura per dare un nuovo e
confortevole alloggio a circa 40
vacche da latte di proprietà del
conduttore della cascina, Chiaffredo Agù – che è anche il proprietario del caseificio artigianale “La Formaggeria” – adiacente
la stalla, all’interno del quale si
produce, oltre ai formaggi più
concosciuti, l’esclusivo “Plaisentif”.
La struttura della stalla è stata
realizzata da Ascai secondo 3
importanti esigenze:
28
Impatto estetico,
vincoli paesaggistici
Immersa nel verde dei pascoli circostanti , di fronte al vecchio filatoio
(sempre di proprieta’ degli Agnelli) ,
affacciata sulle pendici della collina
che sovrasta Villar Perosa, la costruzione necessitava del giusto inserimento estetico.
Per questo motivo, Ascai ha provveduto al totale rivestimento delle
pareti esterne con legno di larice ,
dando quindi al fabbricato la giusta
grazia e piacevolezza.
Il benessere animale
L’allestimento interno e’ stato curato nei minimi dettagli, ponendo
particolare attenzione alla luminosita’, all’areazione ed all’igiene, i tre
requisiti fondamentali a garanzia
del benessere delle preziose inquiline.
L’esigenza del cliente
Il signor Agù, conduttore dell’azienda agricola, ha contribuito personalmente dal punto di vista economico, per poter avere quel qualcosa
in più oltre alla ordinara amministrazione, data la sua ambizione
nell’eccellere.
Nella costruzione dell’opera, si sono
avvicendate tutte aziende locali.
Merito della Ascai che ha desiderato
coinvolgere dal lavoro di muratura a
quello elettrico ed idraulico, maestranze pinerolesi.“L’impegno e’
stato grande, ma, a lavoro finito, la
soddisfazione per il risultato ottenuto ci riempie di orgoglio”, dice uno
dei soci della Ascai.“Siamo riusciti
a coniugare tecnica ed estetica, per
ottenere funzionalita’ e bellezza”
Ora non rimane altro da fare che
attendere l’arrivo delle inquiline
dall’alpeggio e magari assaggiare il
risultato del loro benessere attraverso il formaggio prodotto con il
loro latte. Lo spaccio aziendale e’
adiacente la stalla e aperto tutti i
giorni, dal lunedi’ al sabato, dalle
8,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 19.
29
Zootecnia
Razza Burlina, una
storia tutta da scoprire
La razza “Burlina” è una
popolazione bovina autoctona del Veneto.
Fino al 1930 circa rappresentava uno dei rari
esempi di razza da latte
più diffusa negli allevamenti dell’Altopiano di
Asiago, dei Colli Berici,
dei Monti Lessini, del
Monte Grappa, sia sul
versante vicentino che su
quello trevigiano.
In un censimento del
1931 se ne contavano
15.000 capi in tutta la
regione.
30
ORIGINI NORDICHE
Le origini della razza abbracciano diverse ipotesi
formulate dagli zootecnici in base agli studi
sui caratteri anatomici e
morfologici. La Burlina
avrebbe origini comuni
ad altre razze pezzate del
Nord Europa e sarebbe
giunta sul territorio portata dai Cimbri, popolazione originaria dell’attuale
Jutland Danese. Questo
pensiero è ulteriormente
rafforzato in quanto gli
stessi abitanti dell’Alto-
piano sono maggiormente di origine Cimbra e le
Burline sono simili proprio
ad altre razze della Danimarca, dall’Olanda e dalla
Frisia orientale. Si pensi al
grande bacino, la testa di
lunghe dimensioni, il collo
sottile, le caratteristiche
della cute. Storicamente
poi i Cimbri, sconfitti dai
romani intorno all’anno
100AC ritirandosi occuparono L’Altopiano e il
complesso montuoso del
Grappa. Probabilmente riuscirono a mantenere nel
tempo i loro usi e costumi per via della chiusura
geografica del territorio
prescelto. La stessa condizione non si esclude che
sia rimasta anche per gli
animali.
STORIA E LEGGENDA
Tra storia e leggenda si
parla di una Regina di
nome Burlina che governava sulle terre del mare
del Nord. Le terre appunto dei Cimbri.
Tuttavia esiste una
seconda ipotesi, ancora
31
da verificare, che vorrebbe
la razza come una delle
tante di provenienza asiatica arrivate con il passaggio transumante dei capi
attraverso le pianure della
Russia, le montagne del
Caucaso, i monti Carpazi
e i Balcani. Gli animali
sarebbero arrivati durante
il periodo della Serenissima Repubblica di Venezia
abile negli scambi con le
popolazioni delle citate
zone. Di sicuro sappiamo
32
che nel 1800 sul territorio
vicentino erano presenti
capi di razza Burlina che
corrispondevano alle caratteristiche morfologiche
e di adattabilità.
ABBATTIMENTI
FORZOSI
Buona capacità lattifera
su pascoli anche molto
impervi e magri. All’inizio del secolo scorso e
in particolare tra i due
conflitti mondiali al fine
di migliorare il patrimonio
zootecnico della nazione
da Roma, dal Ministero
dell’Agricoltura, si suggerì, in modo al quanto
perentorio, di sostituire i
capi Burlini con animali di
altre razze come la razza
Bruna Alpina. L’intento
era quello di migliorarne
la quantità della produttività.
Molti capi Burlini vennero
abbattuti e fu solo grazie
alla determinazione e la
volontà di alcuni allevatori, che pagarono anche
con la prigione le contrapposizioni di legge, che
alcuni esemplari vennero
salvati. Tali fatti dell’epoca
fascista sono citati anche
in un romanzo di Mario
Rigoni Stern.
MORLACCO
E BASTARDO
Oggi i capi rimasti sono
veramente pochi, circa
300 esemplari, ma anche
Zootecnia
I bovini venuti dal Nord,
erano 15 mila sull’Altopiano
di Asiago tra le due Guerre
mondiali. Adesso ne sono
rimasti 300, perché?
dal loro latte si producono
due fantastici formaggi tipici del territorio: il
Morlacco del Grappa e il
Bastardo del Grappa. Il
primo è un formaggio a
maturazione breve. Pasta
semi molle e semidura,
bianca o appena paglierina con occhiature piccole.
Le caratteristiche organolettiche che si accentuano
con la maturazione, sono
la sapidità e un profumo
intenso e complesso. Il
secondo un formaggio a
pasta semidura e semicot-
ta, colore giallo paglierino che diventa carico se
prodotto in alpeggio.
Sapido e persistente, gusto e aroma con spiccate
note erbacee. La stagionatura può essere superiore all’anno. Il latte della
Burlina prodotto in malga
ha un maggiore contenuto medio in grasso, mentre il latte di pianura, si
evidenzia per le maggiori
concentrazioni di residuo
secco magro, influenzato
dal tenore proteico.
33
Notizie dalle aziende
Collino superstar in Francia
vince il trofeo Euroforest 2014
Prestigioso riconoscimento internazionale all’azienda di Levaldigi costruttrice
di macchine per la lavorazione della
legna da ardere. Novità in vista anche
per l’Eima a Bologna
Gli italiani che vincono in Francia fanno notizia dai tempi di
Bartali in poi. Perfino di più, forse, quando a farlo è un’azienda
italiana.
E tanto più se la cornice non
è quella di tutti i giorni ma la
principale rassegna produttiva
del settore.
QUATTROCENTO
CONCORRENTI
E’ quel che è successo a Collino
Costruzioni, produttore di macchine per la lavorazione della
legna da ardere, ad Euroforest
2014, iniziativa che a SaintBonnet-de-Joux in Borgogna,
cuore della Francia adagiato sul
massiccio centrale, ha riunito
a giugno 405 tra i principali
produttori internazionali del
settore forestale, richiamando
da ogni angolo d’Europa (e non
solo) 39.398 addetti ai lavori.
Un appuntamento fisso e senza
pari per chi opera in quella che i
francesi chiamano “filière forêtbois”: un evento che internazionale lo è anche nella dislocazione visto che si tiene ogni anno
toccando, a rotazione, quattro
sedi e nazioni europee diverse:
Svezia, Germania, Finlandia e,
come l’edizione 2014, Francia.
LA SICUREZZA VINCE
E proprio ad Euroforest 2014
alla sega circolare Collino è
andato il “Trophée National Innovation Sécurité Ergonomie”:
un riconoscimento assegnato
34
da una giuria internazionale di
esperti qualificati e tanto più
prestigioso in un comparto nel
quale la sicurezza fa premio di
per sé. Per l’azienda di Adriano
Collino è senz’altro motivo di
soddisfazione.
Fondata nel 2003, da Levaldigi
in provincia di Cuneo ha saputo
affermarsi sui principali mercati
europei, dove oggi vende oltre
tre quarti della propria produzione: non solo seghe circolari,
ma anche nastri trasportatori,
spaccalegna, verricelli forestali,
trasportatori a catena e fascinatori.
Con volumi che crescono a
doppia cifra ma che, sottolineano in azienda, vanno di pari
passo con gli investimenti in
ricerca, innovazione e sicurezza:
esattamente quel che una giuria
internazionale ha premiato ad
Euroforest.
NUOVE MACCHINE
Investimenti che non si fermano
a questo traguardo: a novembre, alla fiera EIMA di Bologna,
saranno presentate nuove
macchine e sempre nuove
tecnologie.
Che, come sempre, punteranno molto sul progresso sul
fronte della sicurezza e della
qualità. Con, al centro, la sfida
di mettere in mano al cliente e
consumatore prodotti all’avanguardia, in un settore – quello
forestale – che sta conoscendo
un crescente successo.
35
Arproma
informa
Trattori in campo per la grande
sfida dell’aratura
Storia della meccanizzazione agricola in provincia di Cuneo
La crescita continua del parco
macchine crea a livello popolare un
senso di progresso e di speranza di
miglioramenti nella vita che si manifestava anche nella sentita partecipazione ad eventi quali i concorsi di
aratura.
GARE DI ARATURA
Nel 1958 oltre 100 aziende parteciparono alle gare di aratura per la
selezione del Secondo Concorso
Nazionale di motoaratura.
L’ultima gara per scegliere i quattro trattoristi che avrebbero rappresentato la provincia nelle fasi
eliminatorie regionali si tenne a
Cuneo il mattino del cinque maggio
di quell’anno nei terreni adiacenti
la Villa di Santa Croce, concessi
dal rettore della colonia agricola di
Sant’Antonio.
Riportiamo la cronaca della gara
perché è la testimonianza del clima
epico che viveva la meccanizzazione
agricola in quegli anni: un’ora di
intensa preparazione poi i sorteggi
e l’assegnazione dei campi.
Indi l’inizio delle gare. I campi sono
tre. L’uno adiacente all’altro. Formazione geologica diversa nei vari
eppure adiacenti terreni. Qui terra
dura, pietrosa, cattiva, traditrice. Là
un po’ migliore.
Triste a chi toccano i terreni peggio-
36
Associazione Revisori Produttori Macchine
Agricole ed attrezzature agricole
ri… Sono in lizza 17 concorrenti, 17
macchine, 17 aratri… La ditta Flesia, che rappresenta i Fordson Major
quattro volte campione del mondo,
non è favorita dalla sorte.
Anche il consorzio agrario provinciale trova alcuni campi che non
sono certo fra i migliori. La gara ha
inizio. Le tre giurie sono all’opera.
LA SFIDA SUL CAMPO
Nove trattori sono in lizza per il
primo turno, tre per campo. Si fa
tifo dappertutto. Oltre mille persone assistono interessate alle prove.
Un’ora circa di lavoro.
La banda musicale del collegio di
San Tomaso rallegra con le sue
suonate le varie fasi della manifestazione. Sotto al secondo turno…
La prova è più difficile di quanto si
fosse pensato.
Non è poi tanto facile andare diritti,
arare in regolarità, approfondirsi
quanto vuole la giuria e non sgarrare… è già il tocco o quasi. Le
giurie si riuniscono… si coordinano
i dati. Infine si stila la classifica. Essa
è: prima azienda Fratelli Vanzetti,
Cardè (trattorista Busso Giuseppe);
seconda classificata Azienda Michele Gullino, Cavallermaggiore; terza
classificata Costantino Cristoforo,
Carrù; quarta classificata azienda
Perassi Sebastiano, Barge (Perassi
Nicola).
GRANDA NUMERO UNO
Poi la distribuzione dei premi, coppe, targhe, medaglie, diplomi e…
generi in natura.
A tutti una bottiglia di spumante,
produzione dell’ormai rinomata
e conosciuta cantina sociale della
Valle Belbo.
Il tre agosto del 1958 poi per
festeggiare la chiusura della prima fiera della Provincia Granda a
Cuneo sfilarono oltre mille trattori
(Fiat, OM, Stejer) per il primo raduno trattoristico provinciale (sotto gli
sguardi attenti della popolazione).
Ed il rumore delle trattrici per le vie
del capoluogo di provincia era il
miglior annuncio che, alla fine degli
Anni Cinquanta, portava l’agricoltura cuneese ad essere al primo posto
assoluto nella graduatoria nazionale
per numero e potenza dei trattori.
37
Dalla Puglia al Piemonte il Bambù
Gigante OnlyMoso conquista l’Italia
Sono centinaia gli ettari di bambù Gigante che hanno iniziato
ad essere piantati nelle nostre campagne a scopo di produzione di germogli pregiati alimentari e canne dalle mille utilizzazioni. Vi sono imprenditori che hanno dedicato a questa
coltivazione decine dei propri ettari, altri che si sono limitati
a qualche ettaro in attesa di sapere quale sarà la redditività di
questa affascinante coltura.
Le stime del Consorzio Bambù Italia (responsabile della
commercializzazione dei prodotti dei bambuseti OnlyMoso)
parlano di guadagni per l’agricoltore veramente interessanti,
che partono dai 20.000 euro fino a superare i 100.000 euro
ad ettaro.
Cifre del genere ricordano gli anni d’oro del Kiwi e sono
un’utopia per la nostra realtà agricola, che ogni giorno lavora
con difficoltà le proprie colture spesso senza riuscire a ricavare
alcun profitto. Ma perché il bambù è cosi interessante e tanti
agricoltori ci stanno investendo con convinzione?
In primo luogo non si tratta di qualcosa di nuovo in quanto la
38
coltivazione del bambù a scopo commerciale ed industriale è
qualcosa di ultra sperimentato nel mondo, che occupa milioni
di persone ed è in continua espansione; centinaia di migliaia di
nuovi ettari vengono ogni anno piantumati in Cina, Giappone,
India, Brasile ecc. In secondo luogo i prodotti derivanti dal
Bambù sono in linea con le esigenze della moderna società,
in continua ricerca di una sana alimentazione come quella
del germoglio di bambù e di una materia prima eccellente e
pregiata derivante da foreste rinnovabili.
Questa coltivazione inoltre, non richiede grandi investimenti
iniziali e sforzi di gestione per l’impianto se paragonata ad altre
colture da frutto ad alto reddito.
Da ultimo, l’altissima produttività e rapidità di sviluppo (tra i più
alti conosciuti al mondo) tipiche di queste piantagioni, fanno si
che il bambù venga accolto dagli agricoltori come una grande
risorsa e l’idea di trasformare il proprio terreno in una miniera
verde, oltre a rappresentare un ottimo investimento, è certamente contagiosa!
39
Diritto agrario
di
Davide Galfrè, Geometra - [email protected]
Prelazione agricola:
diritti e doveri di chi
vende, affitta
e dei confinanti
La prelazione agraria è il diritto di essere
preferiti, a parità di prezzo e condizioni, ad altri per l’acquisto di un fondo
agricolo, quando il proprietario decide di
venderlo. Tale istituto, disciplinato tuttora
da normative di metà ‘900 e da una serie
di sentenze, è volto a creare un collegamento diretto tra chi lavora il terreno
ed il proprietario, limitando tra l’altro in
questo modo il consumo del suolo con
usi differenti da quelli dell’agricoltura.
decide di vendere il proprio fondo agricolo deve darne comunicazione all’affittuario ed ai proprietari confinanti (nel caso in
cui questi siano coltivatori diretti, società
agricole di persona ed alle cooperative
agricole come sopra indicato) tramite
raccomandata contenente la proposta
di vendita e tutte le relative condizioni,
compreso il prezzo.
L’affittuario è comunque privilegiato
rispetto ai proprietari confinanti.
CHI NE HA DIRITTO
La prelazione agraria spetta solo a chi è
coltivatore diretto, alle cooperative agricole, come previsto dall’art. 7, comma
2 n. 2, della legge n. 817/1971, nonché
alle società agricole di persona qualora la
metà dei soci sia in possesso della qualifica di coltivatore diretto come desumibile
dalla iscrizione al registro delle imprese
(art. 2.2 d.lgs. n. 99/2004) nel caso in
cui si verifichino le seguenti situazioni:
vendita di un terreno confinante; vendita
del terreno affittato.
TRENTA GIORNI
Il soggetto che riceve la proposta di
vendita ha tempo trenta giorni per far
valere il proprio diritto di prelazione
rispondendo al venditore tramite una
raccomandata contenente la propria proposta; trascorsi i trenta giorni, o spedita
una rinuncia scritta, decade il diritto di
prelazione.
COMUNICAZIONE SCRITTA
Quando infatti un soggetto qualunque
40
DIRITTO DI RISCATTO
Nel caso in cui il venditore non comunichi
la propria intenzione di vendere all’affittuario ed ai proprietari confinanti (o nel
caso in cui in tale comunicazione siano
state indicate delle condizioni di vendita
41
Diritto agrario
da quelle reali o addirittura
omesse) questi hanno il
diritto di esercitare un riscatto entro un anno dalla
trascrizione dell’atto che ha
sancito la compravendita
non comunicata; all’esercizio del diritto riscatto farà
seguito una sentenza del
giudice che può annullare
l’atto già trascritto a favore
di chi era stato scavalcato
nella prelazione che deve
comunque pagare il prezzo
del fondo così acquistato
entro tre mesi dalla sentenza stessa.
DESTINAZIONE
AGRICOLA
Il diritto di prelazione si
può sfruttare solo nella
compravendita dei terreni
con destinazione agricola
e non con terreni avente
destinazione differente,
come ad esempio quella
edificabile.
Per terreni confinanti si intendono anche quei fondi
separati da fossi, strade
vicinali o private (private
di un singolo proprietario
o comune a più proprietari); non sono confinanti i
fondi separati da strade di
viabilità pubblica (statali,
provinciali, comunali),
ferrovie, canali demaniali,
fiumi ecc….
ECCEZIONI
Se si verifica la situazione
42
in cui il fondo confinante è
di proprietà di un soggetto
qualunque, ma condotto in affitto, mezzadria
e contratti simili da un
soggetto avente i requisiti
per sfruttare la prelazione,
quest’ultima decade e non
può essere sfruttata.
Al momento non hanno
il diritto di utilizzare la
prelazione agraria gli imprenditori agricoli a titolo
professionale. Per chi può
invece usufruire del diritto
di prelazione non è necessario sapere se i frutti del
lavoro del fondo vengano
utilizzati per il consumo diretto, per la trasformazione
o per la vendita. Il diritto
di prelazione, inoltre, non
spetta al coltivatore diretto
che si occupa solamente dell’allevamento del
bestiame.
SENTENZE
Si precisa per una corretta
lettura dell’articolo che le
regole sopra citate derivano in parte dalla normativa nazionale ed in parte
da sentenze più o meno
recenti; pertanto alcune
di queste regole possono
essere comunque sovvertite da altre future sentenze
(una sentenza crea un
orientamento di pensiero
dei giudici, ma non stabilisce una regola fissa).
43
Zootecnia
L’Anaborapi inaugura a Carrù
la Casa della Piemontese
Nei giorni che precedono la Fiera del Bue
Grasso, tra fine novembre e inizio dicembre
2014, verrà inaugurata
ufficialmente la Casa
della Piemontese sorta
a Carrù, nell’area che
ospita l’Anaborapi in via
Trinità 32.
E’ la prima realizzazione del genere in Italia,
dedicata ad una razza
bovina, e la seconda assoluta in Europa dopo la
44
Maison du Charolais di
Charolles. Nella regione
borgognona, dipartimento di Saona e Loira,
la Maison è diventata
una tappa obbligatoria
per allevatori, turisti e
gourmand.
MUSEO DINAMICO
E’ quanto si prefigge
in ambito nazionale la
Casa della Piemontese, nata da una ricerca
durata più di tre anni,
volta a raccogliere e
ordinare foto e video
d’archivio, a registrare
interviste, momenti di
vita contadina, controlli
veterinari, lettere, verbali d’assemblea, e ancora attrezzi, dispositivi,
oggetti che a loro volta
raccontano il passato e
confermano il presente.
Un progetto fortemente
voluto dall’Anaborapi,
presieduta da Albino
Pistone, in parte au-
tofinanziato e per il
restante sostenuto dai
contributi di Regione
Piemonte, Provincia e
Camera di commercio
di Cuneo e dalle Fondazioni delle Casse di
risparmio di Cuneo,
Torino, Fossano, Saluzzo
e Banca Alpi Marittime.
STORIA E MITOLOGIA
L’allestimento che si
andrà a scoprire è di
grande suggestione.
Zootecnia
Dalla marcia degli zebù
pakistani che nel Paleolitico raggiunsero le
nostre valli incrociandosi
con gli Aurochs, alla
mitologia greca che vide
Zeus innamorato di Europa trasformarsi in un
toro bianco, arrivando
a illustrare le moderne
tecniche di allevamento
e produzione, la nuova
struttura documenta e
fa vivere la straordinaria epopea di una razza
unica.
Tra antiche memorie e
l’attualità zootecnica
fatta di tecnologia e
sperimentazione genetica di alto livello, la narrazione della Piemontese continua all’interno
della Casa rivelando i
segreti del Fassone e
di una carne fra le più
pregiate al mondo per
Sarà la prima struttura
del genere in Italia
e la seconda in Europa dopo
la Maison du Charolais
di Charolles
caratteristiche nutrizionali e dietetiche.
GLI ALLEVAMENTI
Per facilitare il percorso,
la Casa della Piemontese propone al piano
terra il mondo allevatoriale di ieri e di oggi.
Un excursus ispirato
da un rigoroso criterio
filologico e illustrato da
specifici momenti didattici, in cui è centrale
la figura del bovino dal
tipico mantello bianco-
fromentino.
Una scala ad ampie
volute disseminata di
monitor, che richiama
un’ideale salita ai pascoli d’alpeggio, porta al
primo piano, dedicato
alla generosa offerta
di carne sana e magra
(insieme a molti altri
sorprendenti prodotti)
della Piemontese.
DEGUSTAZIONI
GUIDATE
Qui c’è spazio per la
degustazione guidata,
all’insegna del cooking
& tasting.
Mentre gli assaggi vengono preparati espressi
sotto gli occhi del pubblico, si può imparare grazie al ricco apparato
iconografico e multimediale - a riconoscere
i tagli della carne e le
modalità di consumo.
La visita alla Casa della
Piemontese entrerà, a
partire dal nuovo anno,
nei pacchetti dei tour
operator e dell’incoming turistico locale.
Sarà un modo nuovo e
avvincente di scoprire la
razza bovina autoctona più diffusa in Italia,
patrimonio di una terra
che sa custodire le sue
migliori e nobili tradizioni.
45
Fiere
di
Emanuel Bonetto
Fiera agricola di Saluzzo
Il futuro ha successo
Agrimeccanica e innovazione, il binomio vincente
di una rassegna sempre aperta alle novità
Dal 5 al 8 settembre, in
concomitanza con la festa
patronale di San Chiaffredo, si è tenuta a Saluzzo
(Cn) la tradizionale Mostra
della meccanica agricola
giunta alla 67^ edizione
ed insignita per la sesta
volta del titolo di Mostra
nazionale; tutto questo
a conferma della crescita
esponenziale che ha assunto in questi anni il settore
primario, facendo diventare
questa Mostra un’eccellenza piemontese e non solo.
AGRIMECCANICA
La sinergia di diversi fattori,
come lo spazio espositivo di
46
35 mila mq, la disposizione
degli stand e la collocazione, hanno contribuito
al raggiungimento di
questa qualifica. Ma non
solo, come sempre è stata
numerosa l’affluenza dei
visitatori, altro fattore
importante. Infatti questo
evento è stato pensato per
gli imprenditori agricoli,
dove anche il pubblico più
esigente ha potuto trovare un “concentrato” del
meglio della produzione
agro-meccanica italiana ed
europea.
INNOVAZIONE
Il filo conduttore della
manifestazione si è nuovamente confermata l’innovazione, diventata un pilastro
portante della nuova
agricoltura. Questo perchè
con la crisi che incalza e le
nuove leggi che, purtroppo, in molti casi mettono
alle strette gli imprenditori
agricoli, è diventato necessario proporre metodi innovativi per tutto il comparto
agricolo.
Molti espositori per adempiere a queste esigenze,
soprattutto da parte delle
nuove leve tra gli imprenditori agricoli, hanno
diversificato in maniera
sostanziale i loro servizi
proponendo oltre alle solite
prestazioni delle novità, le
quali andranno in futuro
ad integrare e migliorare le
loro opere. Il creare sinergie
tra più espositori con l’ausilio di consulenze tecniche
specialistiche (periti agrari,
agronomi, ecc ...) è senza
dubbio la maniera migliore di operare sul mercato
per offrire all’imprenditore
agricolo un servizio “chiavi
in mano” innovativo ed
efficiente.
I numeri parlano chiaro:
512 stands e 180 espositori
italiani ed europei sono
un segno indelebile per la
Mostra di Saluzzo.
47
Attualità
di
Erica Allisiardi
Pac 2015-2020, le scelte
dell’Italia al vaglio delle
aziende agricole
Al convegno organizzato dall’Oata a Marene, le risposte
pratiche agli interrogativi di chi opera sul campo
L’applicazione della nuova Pac è ormai alle porte e questi sono i mesi
decisivi per cogliere le opportunità
offerte dalle nuove regole.
Quale piano colturale va impostato
per massimizzare i premi?
E’ conveniente aumentare i terreni
in affitto? Come verranno calcolati
i nuovi titoli? Ecco schematizzati
i punti fondamentali toccati dal
prof. Angelo Frascarelli, docente di
Economia e Politica Agraria nella
Facoltà di Agraria dell’Università di
48
Perugia, nonché stimato esperto di
politica agricola comunitaria, all’affollata conferenza organizzata da
Oata Liberi Professionisti lo scorso
11 settembre a Marene.
REGIONALIZZAZIONE
L’ Italia è stata considerata come
un’unica regione.
Il valore medio sarà lo stesso su
tutto il territorio nazionale.
REQUISITI FONDAMENTALI
PER AVERE I TITOLI
* essere agricoltore attivo
* aver presentato domanda unica
nel 2013
* presentare domanda unica nel
2015.
VALORE DEI TITOLI
E CONVERGENZA
Il valore dei titoli verrà calcolato
dividendo la somma dei pagamenti
percepiti dall’azienda nel 2014 per
il numero di ettari ammessi a pagamento nel 2015.
All’interno dell’unica regione c’è chi ha i titoli dal
valore più alto e chi più
basso. Questa manovra
porterà verso il 2022 ad
avere un valore medio regionale (ca. 320 euro/Ha).
Chi possiede titoli di alto
valore, lo vedrà progressivamente scendere fino
ad un massimo del 30 %
rispetto al valore definito
nel 2015.
Chi invece ha titoli di
valore basso noterà nei
prossimi anni un incremento di questo finoad
un massimo del 60 %.
GREENING
Il pagamento ecologico
è aggiuntivo rispetto al
pagamento di base dei
titoli. Per ottenerlo vanno
rispettate 3 condizioni:
*diversificazione colturale (oltre i 10 Ha devono
essere effettuate almeno
2 colture, oltre i 30 Ha
almeno 3)
* mantenimento dei
prati permanenti (non si
possono arare in zona
“Natura 2000”, al di fuori
va richiesto un permesso
ad AGEA)
* aree di interesse ecologico (per le aziende con
più di 15 Ha di seminativo
è necessario destinare il
5 % a set aside o colture azotofissatrici o fasce
tampone o siepi. Sono
esonerati i terreni colti-
vati a riso, prati, frutteti
e vigneti. Sono altresì
esonerate le aziende con
coltivazioni biologiche.
PAGAMENTI
ACCOPPIATI
Per le nostre aree sono
interessanti i pagamenti
aggiuntivi per la zootecnia per vacche da
latte (sia in pianura che
in montagna), vacche
nutrici, bovini macellati
12-24 mesi, ovicaprini,
bufalini. Fra i seminativi
godono di pagamento
accoppiato la soia, il
pomodoro da industria, il
riso e la barbabietola. In
chiusura il prof. Frascarelli
ha ricordato che il reddito
di un’azienda agricola è
certamente sostenuto dai
pagamenti diretti, ma il
futuro si crea migliorando
l’organizzazione aziendale
ed inserendosi al meglio
nel mercato… Appuntamento dunque al prossimo convegno!
49
Enologia
Premiato Novamen,
il vino rosso della cascina
Melognis di Revello
Dopo essere stato incluso
da Paolo Massobrio nella
lista dei 100 Migliori Vini
d’Italia nel 2011 (per
l’annata 2009), il vino rosso
Novamen 2012, prodotto
dall’azienda vitivinicola
Cascina Melognis di
Revello, è premiato per il
secondo anno consecutivo
dalla commissione della
guida nazionale Slow
Wine 2015 come “Vino
quotidiano”.
Il riconoscimento riguarda
una selezione di etichette
che, oltre ad avere i requisiti
necessari per entrare
nel novero delle aziende
recensite (attenzione
nella produzione in vigna,
sostenibilità,
legame con il territorio),
possano vantare un ottimo
rapporto qualità/prezzo.
VINO QUOTIDIANO
In altre parole, con
la definizione “vino
quotidiano”, la guida
premia i vini che abbiano
50
raggiunto punteggi di
eccellenza in degustazione
e che costino fino a 10
euro in enoteca.
Già nel 2013, l’azienda si
era guadagnata uno spazio
sulla pubblicazione con una
propria scheda (prima realtà
vitivinicola del Saluzzese
a entrare in guida), poi
nel 2014 l’ambito premio,
“bissato” nell’edizione
2015, in uscita a breve per i
tipi di Slow Food Editore.
Inoltre, il riconoscimento
è tanto inatteso, quanto
insolito è un certo tipo
di viticoltura in una zona
pedemontana, il Saluzzese,
“marginale” in provincia di
Cuneo, rispetto alle grandi
e storiche realtà di Langa e
Roero.
CASCINA MELOGNIS
Cascina Melognis nasce a
Revello alla fine del 2008
e produce vini all’imbocco
della Valle Po, sulle colline
che cingono Saluzzo e il
borgo di Revello, dai ripidi
Enologia
versanti di terra rossa
ricchi di scheletro, e che
guardano alla mole del
Monviso.
Sono terre che anticamente
godevano di meritata fama
per la propria viticoltura,
tuttavia nell’ultimo secolo,
complici la fillossera, lo
sviluppo massiccio della
frutticoltura e la vicinanza
con le Langhe, lo spazio
per le viti si è gradualmente
ridotto, a vantaggio
però dei migliori versanti
collinari.
COLTIVAZIONE
L’azienda coltiva in tutto
2,5 ettari nei territori di
Revello e Saluzzo e vinifica
da uve esclusivamente
coltivate in proprio. Le
viti sono condotte in
appezzamenti con età di
impianto molto diverse tra
loro: dai 60 anni della vigna
da cui nasce il Vino Rosato
Il riconoscimento è stato
attribuito per il secondo
anno consecutivo dalla
commissione della guida
nazionale Slow Wine 2015
come “Vino quotidiano”
Sinespina, ai 40 anni dei
vigneti da cui si produce
il Colline Saluzzesi Rosso
DOC Ardy.
Le vigne sono coltivate
con metodi di lotta
antiparassitaria integrata,
senza alcun ricorso a
diserbanti, disseccanti, né
ormoni fitoregolatori della
crescita.
Completano il quadro,
una filosofia di produzione
improntata alla sostenibilità
e il ridotto numero di
interventi tecnologici in
cantina.
NOVAMEN
Il vino rosso Novamen
prodotto nell’anno 2012,
“Vino quotidiano” 2015
è un assemblaggio di
barbera (70%), pinot noir
(20%) e chatus (10%),
e rappresenta il cavallo
di battaglia dell’azienda.
Le tre uve vengono
vinificate separatamente
e l’assemblaggio ha luogo
nell’inverno dell’anno
successivo alla vendemmia.
L’imbottigliamento avviene
in primavera, dopo un
affinamento di 18 mesi in
legno. Cascina Melognis
imbottiglia solo in vetri
leggeri per contenere
l’impatto ambientale e,
grazie alle peculiarità
produttive e di terroir, è
in grado di proporre vini
con un basso o bassissimo
livello di solfiti (nell’ordine
della metà dei massimi
consentiti dalla legge).
Oltre che in diversi
ristoranti ed enoteche del
Saluzzese e del Cuneese,
è possibile trovarli
direttamente in cantina,
dove è sempre possibile la
degustazione delle diverse
produzioni.
Ai visitatori che esibiscono
la guida Slow Wine 2014
o 2015, sconto immediato
del 10%.
51
Enologia
Zuccherare
il vino, ok
dall’Europa
ma la Francia
può usare
il saccarosio
Il Ministero delle Politiche
Agricole ha comunicato che
l’Unione Europea ha dato il
via libera all’arricchimento,
tramite lo zucchero d’uva,
altrimenti detto mosto
concentrato rettificato,
di 0,5 gradi dei vini
della vendemmia 2014,
considerate le “condizioni
climatiche eccezionalmente
sfavorevoli” della scorsa
estate.
Lo rileva la Confederazione
italiana agricoltori del
Piemonte, sottolineando
come questa decisione
faccia seguito alle richieste
di alcuni Paesi europei,
tra cui l’Italia, di ritenere
non sufficiente l’aumento
del titolo alcolometrico
naturale fino a 1,5%
52
concesso abitualmente
dalle norme Ue. Anche
il Piemonte ne potrà
usufruire.
SACCAROSIO
La decisione della Ue
riporta in primo piano
l’annosa questione
dell’arricchimento dei
vini: alcuni Paesi possono
aumentare la gradazione
alcolica del vino con il
saccarosio, che è una
sostanza estranea alla
filiera dell’uva.
Altri Paesi, tra cui l’Italia,
devono invece usare
il mosto concentrato
rettificato, che è il prodotto
liquido non caramellizzato
ottenuto mediante
disidratazione parziale del
Enologia
mosto di uve. Costa tre
volte più del saccarosio
e non gode di alcuna
sovvenzione da parte
della Ue. Questa
situazione danneggia
inevitabilmente i nostri
vini, con l’aggravante
che il consumatore è
del tutto inconsapevole
dell’intera operazione:
non esiste infatti alcun
obbligo di etichettatura
della pratica dello
zuccheraggio.
ECCEZIONI FRANCESI
L’aggiunta di saccarosio
può essere considerata
“tradizionale” nei Paesi
del Nord Europa (uno
della Ue). Le regioni
meridionali della Francia
fanno parte della zona
C come l’Italia ed i
vini prodotti in quei
territori sono in diretta
competizione con i vini
italiani.
ETICHETTA
NECESSARIA
Poiché l’utilizzo del
saccarosio determina
una concorrenza sleale
nei confronti dei nostri
produttori, osserva la
Confederazione italiana
agricoltori sarebbe
necessario introdurre
alcuni basilari principi
di trasparenza nel
Decisione motivata dalle
condizioni climatiche
eccezionalmente sfavorevoli.
In Italia, però, si può usare
solo mosto concentrato
rettificato, tre volte più costoso
dei Paesi che fa maggior
uso di saccarosio
per aumentare la
gradazione dei vini è, ad
esempio, la Germania
dove nei vigneti c’è
poco sole, dove la
vendemmia avviene in
tardo autunno o anche
dopo, e l’uva spesso
neppure è matura.
Senza lo zuccheraggio,
si otterrebbero vinelli
da 7/8 gradi alcolici),
ma ora è diventata
pratica normale anche
nelle regioni meridionali
della Francia, dove
l’aggiunta di saccarosio
dovrebbe essere
consentita soltanto
“eccezionalmente” (per
gentile concessione
settore, riportando
sull’etichetta dei vini la
dizione “Sugar added”
qualora sia stato
aggiunto saccarosio
per aumentare il grado
alcolico di quel vino.
Cambiando la regola
e permettendo al
consumatore di sapere
che nel vino che sta per
bere c’è una materia
prima completamente
estranea alla filiera
dell’uva, l’uso del
saccarosio verrebbe
scoraggiato e sarebbe
ristabilita la leale
concorrenza tra
operatori di Paesi
diversi.
53
Formazione
è iniziato il tempo delle mele
degli studenti in frutteto
Le attività pratiche nell’azienda sperimentale di Madonna
dell’Olmo degli allievi dell’Istituto “Virginio – Donadio” di Cuneo
Con l’avvio dell’anno scolastico,
gli allievi dell’Istituto agrario “Virginio - Donadio” di Cuneo sono
coinvolti nelle attività pratiche di
laboratorio presso l’azienda sperimentale di Madonna dell’Olmo.
I ragazzi delle classi quinte sono
impegnati con i docenti delle
materie tecniche nell’individuare
l’epoca ottimale per la raccolta
delle mele del frutteto sperimenta-
le, esercitandosi con i test di maturazione, atti a verificare il giusto
contenuto zuccherino e l’acidità
dei frutti.
ESERCITAZIONI AGRARIE
Questa attività analitica, viene
attuata nelle fasi di pre-raccolta,
dai produttori agricoli e dai centri
di raccolta ortofrutticoli, al fine di
garantire una qualità organolettica
del prodotto che andrà al consumatore finale.
«Questi test sono orientati a
valutare i gradi brix, la consistenza della polpa e la colorazione
dei frutti - dice Amelia Rinaudo,
responsabile del progetto di esercitazioni agrarie - in questo modo
i nostri allievi acquisiscono delle
competenze pratiche che ogni
giorno svolgono gli operatori del
settore».
LE REGOLE DELLA QUALITà
Sono quattro i fattori fondamentali che determinano la qualità
appunto e che garantiscono un’ottima riuscita sul mercato, dove
l’offerta è imponente: l’ottimo
aspetto esterno e la buona conservabilità, la quantità sufficiente
di sostanze pregevoli e la qualità
igienica del prodotto.
«Una produzione di qualità presuppone delle conoscenze tecniche da parte del frutticoltore,
un’attenta osservazione ed un’accurata cura del frutteto - dice
Roberto Fusta, insegnate tecnico
pratico del “Virginio – Donadio”
di Cuneo -. Nella nostra azienda
54
Formazione
sperimentale, cerchiamo
di coinvolgere gli studenti in tutte le attività
pratiche che vengono
attuate durante il ciclo
produttivo, valutando le
scelte più idonee al fine
di ottenere una produzione di qualità».
VENDITA DIRETTA
Anche quest’anno l’Istituto “Virginio - Donadio” di Cuneo propone
in vendita i prodotti
della propria azienda
agraria didattico – sperimentale a prezzi davvero
concorrenziali: pesche
a 0,60 euro/kg, pere a
0,80 euro/kg, mele gala
a 0,80 euro/kg, mele
vecchie varietà a 0,80
euro/kg, mele golden a
0,70 euro/kg.
Inoltre sono sempre
disponibili gli ottimi
succhi limpidi prodotti
esclusivamente con mele
coltivate dagli alunni
presso l’azienda sperimentale dell’Istituto:
una bottiglia (1 litro) a
3,00 euro, 6 bottiglie a
15,00 euro.
La vendita diretta si svolge presso l’azienda sita
a Madonna dell’Olmo in
via Torino 78 (accanto
al canile comunale) e
continuerà il martedì,
venerdì e sabato mattina
dalle 8.30 alle 12.30 e
il mercoledì pomeriggio
dalle 14 alle 17.
L’iniziativa proseguirà
fino ad esaurimento
prodotti, presumibilmente per tutto il mese
di ottobre. Per maggiori informazioni o per
prenotazioni (consigliate
per grandi quantità)
è possibile telefonare
direttamente alla scuola:
0171 65658.
55
Ambrosia, la mela globale
che parla cuneese
Coltivata e venduta in tutto il mondo, è commercializzata in
esclusiva per Europa, Russia, India, Nord Africa e Medio Oriente
dal Gruppo Rivoira Spa di Verzuolo
C’è una mela che sta facendo strada e che ha il sapore dell’esclusività.
E’ la mela Ambrosia, coltivata e
venduta in tutto il mondo e della
quale la Rivoira SpA di Verzuolo,
in accordo con la Pico, detiene
l’esclusiva per la commercializzazione in Europa, Russia, India,
Nord Africa e Medio Oriente.
L’Ambrosia è una varietà gestita a
Club, la vendita delle piante e la
commercializzazione dei frutti è
56
interamente curata da Rivoira SpA,
cosi come non è previsto l’uso
hobbistico delle piante.
UN FRUTTO NUOVO
E’ una mela bicolore, con polpa
croccante e succosa, particolarmente zuccherina ed aromatica,
ricca di polifenoli e flavonoidi e
dal caratteristico profumo di miele
e nettare.
Un frutto nuovo, con croccantezza e sapore fuori dal comune che
hanno conquistato e fidelizzato in
pochi anni moltissimi consumatori
in tutto il mondo. Il livello di zucchero è al di sopra della media, il
grado brix può raggiungere i 17° e
l’acidità molto bassa che contraddistingue la varietà esalta l’inconfondibile aroma dell’Ambrosia.
ORIGINI CANADESI
Nata in Canada grazie ad un incrocio spontaneo tra varietà diverse
di mele, è un frutto di alta quali-
tà, ricca di polifenoli, flavonoidi,
fibre e di elementi fondamentali
in una dieta ricca ed equilibrata.
Il nome “Ambrosia” significa cibo
degli Dei ed è una delizia per tutti
i “sensi”.
Ottenuta in British Columbia (Canada), matura circa una settimana
dopo Golden Delicious.
L’aspetto è molto attraente, bicolore con sfumature rosa-rossastre
sul 50-60% della buccia.
Medio-grossa la pezzatura del
frutto, di forma tronco-conica.
SVILUPPO CUNEESE
La coltivazione e diffusione della
mela Ambrosia in molte aree del
mondo è un vanto tutto cuneese, grazie appunto alla dinamica
realtà imprenditoriale del gruppo
Rivoira e Kiwi Uno, che opera nel
Saluzzese non solo sul
fronte delle mele, ma
anche nelle produzioni e
commercializzazioni di
kiwi, pesche, nettarine e
susine.
I produttori conferenti
ai magazzini Rivoira e
Kiwi Uno sono circa
duecento, per il 90
per cento certificati
globalgap ed un 10
per cento in fase di
certificazione.
Il 100 per cento di pesche
nettarine e susine è prodotto
localmente.
Al Piemonte, per quanto riguarda
il kiwi, si aggiungono come aree di
produzione la Lombardia, il Veneto
e il Lazio, con un servizio tecnico
interno che offre assistenza ai
produttori
riguardo al rinnovo varietale delle specie, al fine di ottenere
massimi risultati dalla nascita e per
tutto il ciclo produttivo dell’impianto.
57
Ortofrutticoltura
Mele, una buona annata
Adesso si spera nel prezzo
Valutazioni positive dai tecnici di Confagricoltura Cuneo:
«Il mercato è ancora lungo, ma la qualità farà la sua parte»
Messa in archivio la deludente
campagna delle pesche e
nettarine, i frutticoltori cuneesi
accolgono con soddisfazione
i positivi riscontri che stanno
arrivando dalla raccolta delle
mele.
Nonostante una stagione difficile
a causa soprattutto di un’estate
anomala, il prodotto sta dando
risultati oltre le migliori previsioni:
la qualità è elevata e le rese sono
in linea con gli scorsi anni, sia per
le varietà estive, la cui raccolta si
è conclusa ai primi di settembre,
sia per quelle tipicamente
autunnali.
QUALITA’ E QUANTITA’
A lasciare un primo commento
è Alberto Giordano, presidente
della sezione Ortofrutta di
Confagricoltura Cuneo: «Le
condizioni climatiche durante
il periodo di raccolta hanno
favorito la produzione delle
mele, sia quelle estive che quelle
autunnali – spiega -.
In generale, la qualità e la
quantità sono buone e anche
la pezzatura si presenta più che
58
soddisfacente. A livello estetico,
poi, il prodotto presenta in
generale colorazioni sostenute,
non ci sono spaccature e lo
scarto è ridotto al minimo. A
livello commerciale siamo agli
inizi, il mercato è ancora molto
lungo, ma considerata l’elevata
qualità dei prodotti speriamo che
anche i prezzi siano quelli che ci
attendiamo».
RISCONTRI POSITIVI
Analoghi commenti giungono
dai tecnici di Confagricoltura
Cuneo: «Il tempo instabile della
prima parte della stagione estiva
fortunatamente non ha influito
sulla campagna delle mele.
La qualità infatti è molto
buona, a partire dalla durezza
della polpa - sottolinea Simone
Monge, tecnico frutticolo
dell’associazione agricola -. Le
rese sono nella norma, in linea
con lo scorso anno e anche la
raccolta delle tipologie autunnali
(Rosse e Golden), ormai in via
di ultimazione, sta riservando
riscontri più che positivi, sotto
tutti i punti di vista».
Ortofrutticoltura
Pere tossiche
dalla Spagna
La legge
non è uguale
per tutti
«E’ allarme in Italia per la presenza di frutta spagnola
“tossica” perché trattata con una sostanza pericolosa per
la salute utilizzata per allungarne la conservazione anche
durante il trasporto».
Coldiretti chiede il blocco delle
importazioni e la definizione
di norme comuni per evitare
la concorrenza sleale
ETOSSICHINA
Lo denuncia la Coldiretti nel chiedere controlli con il
blocco immediato delle importazioni dalla Spagna dopo
che i Ministeri della Salute e dell’Ambiente hanno vietato
l’uso di agrofarmaci contenenti la molecola etossichina che sono invece ancora permessi in Spagna. «Una
misura necessaria per tutelare la salute dei consumatori e
difendere i produttori italiani dalla concorrenza sleale», ha
affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo
nel chiedere che “il Governo si adoperi a livello comunitario per la definizione di norme che siano comuni a tutti gli
Stati membri”. La Spagna è il principale fornitore di frutta
in Italia con un valore delle importazioni che è aumentato
del 5 per cento nel 2013 per un totale di 478 milioni di
chili dei quali ben 22 milioni di chili sono rappresentati
da pere sulle quali nel Paese iberico è consentito l’utilizzo
della molecola tossica.
OCCHIO ALL’ETICHETTA
L’uso di questo formulato per il trattamento della frutta
è infatti ancora ammesso in Spagna sulle pere destinate
ad essere vendute anche in Italia nonostante siano state
sollevate rilevanti criticità relative al valore degli attuali residui rispetto al rischio per la salute degli utilizzatori e dei
consumatori, da parte delle autorità scientifiche. Il consiglio della Coldiretti per acquisti sicuri è quello di verificare
nell’etichetta la provenienza della frutta che deve essere
indicata obbligatoriamente e scegliere prodotto italiano.
59
Fisco e tributi
Tasso Inail,
come ottenere
riduzioni per chi
opera in sicurezza
L’incentivazione economica è legata alla diminuzione
della probabilità di accadimento degli infortuni sul lavoro
L’OT/24 è la dichiarazione con cui le
aziende attive da più di un biennio
affermano di essere in regola con gli
adempimenti assicurativi-previdenziali
e in materia di sicurezza e igiene sul
lavoro. L’incentivazione economica
dell’INAIL alle imprese si realizza,
oltre che con specifici contributi in
conto capitale per quanto concerne
le spese connesse alla realizzazione
degli interventi di miglioramento
della sicurezza dei luoghi di lavoro,
anche con lo strumento della riduzione del tasso di premio.
Le imprese possono ridurre i costi
indiretti con la diminuzione della probabilità di accadimento degli infortuni sul lavoro; i costi diretti presentando la domanda di riduzione del
tasso medio o applicato del premio
da corrispondere all’INAIL.
DUE MODALITà
Secondo le modalità indicate sul sito
60
internet istituzionale dell’INAIL, la
riduzione del tasso medio o applicato
del premio INAIL può essere richiesta
(Decreto Ministeriale 12/12/2000
come modificato dal Decreto Ministeriale 3/12/2010): nel primo biennio
di attività (articolo 20, modalità di
applicazione delle tariffe – MAT) dalle
imprese in regola con le disposizioni
obbligatorie in materia di prevenzione infortuni e igiene del lavoro;
dopo il primo biennio di attività per
prevenzione (articolo 24, modalità di
applicazione delle tariffe – MAT) dalle
aziende che eseguono interventi per
il miglioramento delle condizioni di
sicurezza e di igiene nei luoghi di
lavoro, in aggiunta a quelli minimi
previsti dalla normativa in materia.
PRIMO BIENNI
Nel primo biennio di attività il tasso
medio nazionale può essere ridotto o
aumentato, in misura fissa del 15%,
in relazione alla situazione dell’azienda per quanto riguarda il rispetto
delle norme di prevenzione infortuni
e di igiene del lavoro.
IN RIDUZIONE
Chi può beneficiarne?
Prevista dall’articolo 20 del decreto
ministeriale del 12 dicembre 2000,
la riduzione può essere richiesta, su
domanda, da tutti i datori di lavoro in
regola con le disposizioni obbligatorie
in materia di prevenzione infortuni e
di igiene del lavoro.
Applicazione delle riduzioni
La riduzione decorre dal primo
giorno del mese successivo a quello
in cui sono state adottate le misure
di prevenzione infortuni e di igiene
del lavoro. La misura dell’oscillazione
resta in vigore sino al 31 dicembre
dell’anno in cui si completa il primo
biennio di attività.
Come si ottiene?
61
Fisco e tributi
La domanda di riduzione deve essere
inviata esclusivamente in modalità telematica attraverso la sezione
Servizi online sul sito www.inail.
it. La domanda di riduzione, dalla
quale deve risultare l’osservanza delle
norme di prevenzione infortuni e di
igiene del lavoro, può essere inviata:
contestualmente alla denuncia dei
lavori; successivamente alla denuncia
dei lavori (in qualsiasi momento, ma
non oltre la scadenza del biennio di
attività).
Valutazione e decisione
L’Inail, entro i 30 giorni successivi al
ricevimento della domanda, comunica all’azienda il provvedimento adottato adeguatamente motivato.
Le modalità
per la
presentazione
della domanda
di riduzione
del premio da
corrispondere
all’Inail
IN AUMENTO
Previsto dall’articolo 21 del
decreto ministeriale del 12
dicembre 2000, l’aumento è
applicato dall’Inail quando,
da provvedimenti degli Organismi pubblici competenti
in materia, risulti la mancata
osservanza delle norme di
prevenzione infortuni e di
igiene del lavoro. Il provvedimento dell’Inail, debitamente motivato, è comunicato al
datore di lavoro con lettera raccomandata con avviso di ricevimento.
minimi previsti dalla normativa in materia (decreto legislativo 81/2008 e
successive modifiche e integrazioni).
SCONTO PER PREVENZIONE
L’Inail premia con uno “sconto” denominato “oscillazione per prevenzione” (OT24), le aziende, operative
da almeno un biennio, che eseguono
interventi per il miglioramento delle
condizioni di sicurezza e di igiene nei
luoghi di lavoro, in aggiunta a quelli
A COSA SERVE
L’”oscillazione per prevenzione”
riduce il tasso di premio applicabile
all’azienda, determinando un risparmio sul premio dovuto all’Inail.
In base al decreto ministeriale 3
dicembre 2010, che ha riscritto il
testo dell’articolo 24 del decreto
62
ministeriale del 12 dicembre 2000,
la riduzione di tasso è riconosciuta in
misura fissa, in relazione al numero
dei lavoratori-anno del periodo, come
segue:
LAVORATORI/ANNO - RIDUZIONE
Fino a 10
- 30%
Da 11 a 50
- 23%
Da 51 a 100
- 18%
Da 101 a 200
- 15%
Da 101 a 200
- 15%
Da 201 a 500
- 12%
Oltre 500
- 7%
CHI PUÒ BENEFICIARNE?
Su domanda, tutte le aziende in
possesso dei requisiti per
il rilascio della regolarità
contributiva ed assicurativa
ed in regola con le disposizioni obbligatorie in materia
di prevenzione infortuni e
di igiene del lavoro (prerequisiti).
In aggiunta, è necessario che
l’azienda abbia effettuato,
nell’anno precedente a quello in cui chiede la riduzione,
interventi di miglioramento
nel campo della prevenzione
degli infortuni e igiene del
lavoro.
COME OTTENERE
LA RIDUZIONE?
La domanda deve essere inoltrata
esclusivamente in modalità telematica attraverso la sezione Servizi online
presente sul sito www.inail.it entro
il 28 febbraio (29 febbraio in caso di
anno-bisestile) dell’anno per il quale
la riduzione è richiesta. Il facsimile
del modello di domanda, che deve
essere compilata solo online, insieme
Fisco e tributi
alle relative Istruzioni per la compilazione è disponibile in allegato e nella
sezione Modulistica del sito http://
www.inail.it/.
VALUTAZIONE E DECISIONE
L’Inail, entro i 120 giorni successivi al
ricevimento della domanda, comunica all’azienda il provvedimento
adottato adeguatamente motivato.
E’ stato predisposto dall’Istituto ed
è allegato alla presente scheda, un
elenco contenente la documentazione che l’Istituto ritiene utile a dimostrare l’effettuazione degli interventi
di miglioramento delle condizioni di
salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
riportati nel modello OT24. Tale documentazione viene di norma richiesta, in fase di verifica, alle aziende
che presentano l’istanza di riduzione.
APPLICAZIONE DELLA RIDUZIONE
La riduzione riconosciuta dall’Inail
opera solo per l’anno nel quale è
stata presentata la domanda ed è
applicata dall’azienda stessa, in sede
di regolazione del premio assicu-
rativo dovuto per lo stesso anno.
Esempio. La richiesta di riduzione per
l’anno 2015 può essere presentata
da un’azienda che abbia iniziato la
propria attività entro il 1° gennaio
2013. Gli interventi di miglioramento
devono essere stati effettuati nell’anno 2014. La riduzione riconosciuta
opera sul tasso di premio del 2015
ed è applicata dall’azienda in sede di
regolazione del premio 2015 (autoliquidazione 2016).
REQUISITI
Per quanto riguarda la regolarità in
materia di prevenzione infortuni ed
igiene del lavoro, il requisito s’intende realizzato qualora siano osservate
tutte le disposizioni obbligatorie con
riferimento alla situazione presente
alla data del 31 dicembre dell’anno
precedente quello cui si riferisce la
domanda. L’oscillazione per prevenzione (art. 24 M.A.T.), inoltre, rientra
tra i “benefici normativi e contributivi” previsti dal decreto ministeriale 24
ottobre 2007.
Pertanto, per fruire della riduzione,
è necessario che, al momento della
concessione del beneficio, i datori di
lavoro siano in possesso dei seguenti
requisiti:
a) applicazione integrale della parte
economica e normativa degli accordi e dei contratti collettivi nazionali
e regionali, territoriali o aziendali,
laddove sottoscritti, stipulati dalle
organizzazioni sindacali dei datori di
lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano
nazionale, nonché degli altri obblighi
di legge
b) inesistenza, a carico del datore di
lavoro o del dirigente responsabile,
di provvedimenti, amministrativi o
giurisdizionali, definitivi in ordine
alla commissione delle violazioni, in
materia di tutela delle condizioni di
lavoro, di cui all’allegato A del decreto ministeriale del 24 ottobre 2007 o
il decorso del periodo indicato dallo
stesso allegato per ciascun illecito
(cd. “cause ostative”) il possesso della regolarità contributiva nei confronti di Inail e Inps e, per il settore edile,
anche delle Casse Edili.
63
Attualità
Contro l’ingiustizia sul fotovoltaico
Confagricoltura ricorre ai tribunali
Azione legale per impugnare le disposizioni del decreto
legge sulla riduzione delle tariffe incentivanti degli
impianti superiori ai 200 Kw
La Confagricoltura ha promosso
presso le proprie aziende un’azione legale volta ad impugnare le
disposizioni introdotte dall’art. 26
del D.L. 91/14 (cosiddetto ‘Spalma
incentivi’) “relative alla riduzione delle tariffe incentivanti degli
impianti fotovoltaici di potenza
superiore a 200 KW contestando
il profilo di costituzionalità della
norma, al fine del suo successivo
annullamento”.
Questa azione si è resa necessaria
per tutelare i produttori di energia fotovoltaica in ambito agricolo, ingiustamente penalizzati da
un provvedimento che modifica
unilateralmente e retroattivamente
i contratti sottoscritti con il GSE
(Gestore Servizi Energetici).
RISPETTO
DEI CONTRATTI
«Le rinnovabili rappresentano per
il mondo agricolo un’opportunità
per la diversificazione del reddito –
spiega Enrico Allasia, vice presidente di Confagricoltura Cuneo -.
Per portare avanti questa opportunità le aziende agricole hanno
64
lottato contro l’opinione pubblica
che le voleva legate al concetto
tradizionale di agricoltura, alla burocrazia e al sistema creditizio.
Tutti questi sforzi sono ora vanificati da un Governo che sta cercando
di monetizzare il più possibile, cambiando le regole del gioco a partita
in corso, addirittura con effetto
retroattivo.
Tutte le aziende, anche quelle agricole, si basano su pianificazione e
programmazione. Con quale spirito
verranno accolte nuove proposte al
mondo agricolo in futuro?».
RIDUZIONE TARIFFE
La norma in questione stabilisce
che a decorrere dal 1° gennaio
2015, sugli impianti fotovoltaici
di potenza superiore a 200 KW,
venga operata dal GSE la riduzione
delle tariffe incentivanti precedentemente riconosciute, nella misura
e secondo le tre opzioni di rimodulazione previste al comma 3, lett.
a), b) e c) dell’articolo 26. Inoltre,
a partire dal secondo semestre del
2014, le tariffe incentivanti relative
a tutti gli impianti fotovoltaici, sia-
no erogate dal GSE con rate mensili
costanti, in misura pari al 90 per
cento della producibilità media
annua stimata di ciascun impianto,
nell’anno solare di produzione.
Entro il 30 giugno dell’anno
successivo, il GSE è poi tenuto ad
effettuare il conguaglio in relazione
alla produzione effettiva.
AZIONE LEGALE L’azione legale,
portata avanti congiuntamente ad
Assorinnovabili, è stata diretta sia
all’Autorità giudiziaria ordinaria
(Tribunale civile) che amministrativa
(TAR).
«L’iniziativa di Confagricoltura conclude Allasia - è volta a tutelare
l’interesse di un comparto agricolo
che ha raccolto una sfida importante per il proprio futuro e ora paga
gli errori di una programmazione
sbagliata da parte di altri.
La situazione è gravissima perché a
venire compromesse non sono solo
le attività di produzione energetica,
viene messa a rischio anche l’impresa agricola o zootecnica da cui
sono originate».
65
Attualità
di
Fabrizio Salce
Made in Malga, in scena
i prodotti della montagna
zione della manifestazione. Mi spiego
meglio.
Per il terzo anno ad Asiago si è svolto
“Made in Malga” un evento ideato e
voluto da Alberto Marcomini al fine
di esaltare i prodotti di malga.
Pensate che non c’è posto in tutta Europa dove si possano trovare
tante malghe come qui, nella zona di
Asiago.
E’ ha avuto, e ha ragione Alberto,
perché le malghe vanno difese e tutelate, supportate, aiutate e vissute.
La malga è natura, armonia, connubio indissolubile tra l’uomo, la montagna e gli animali al pascolo.
L’idea inedita del Comune di Asiago per promuovere
il cibo e il territorio, tra emozioni e opportunità
Il Comune di Asiago, completamente
raso al suolo da un bombardamento
durante la prima guerra mondiale,
rientra nel comprensorio territoriale
della provincia di Vicenza ed è situato
a mille metri di altezza.
Principale centro dell’altopiano dei
Sette Comuni, al confine con il
Trentino, fu un tempo capoluogo
della Spettabile Reggenza dei Sette
Comuni.
La Reggenza, è conosciuta come la
più antica federazione al mondo ed è
66
paragonabile, ai giorni nostri, ad un
moderno Stato federale.
MADE IN MALGA
Oggi Asiago lega il suo nome ad un
importante prodotto caseario ed è rinomata per essere una piacevolissima
località turistica sia per l’inverno che
per la stagione estiva. Tutte informazioni, queste, facilmente reperibili in
internet o su qualsiasi opuscolo di
viaggi in Italia; meno facile da reperire
sulla carta oppure on line è: l’emo-
L’animale come amico, aiuto infaticabile e costante nella cura e nel
rispetto del territorio.
PRELIBATEZZE DI MONTAGNA
E allora ecco che ad Asiago sono tornate le prelibatezze prodotte in montagna e prevalentemente in malga: i
formaggi certo, ma anche le carni, le
confetture, i mieli gli insaccati, i distillati; squisitezze delle malghe locali
dell’altopiano (se ne contano 87 delle
quali circa 40 operative tra produ-
zione di latte e latte e formaggi) ma
anche delle montagne di altre regioni
come Piemonte, Lombardia, Trentino,
Friuli, Basilicata, Valle d’Aosta.
EVENTO ORIGINALE
La formula della manifestazione è
però diversa, non le solite bancarelle
per le vie cittadine, ma i produttori
di montagna con le loro produzioni
posizionati all’interno dei negozi e dei
locali di Asiago.
Entri al bar per un caffè e intanto
degusti la Fontina di Aosta o il Castelmagno della provincia di Cuneo,
cerchi un componente di arredo e
nel frattempo assaggi un Asiago
stagionato o un cucchiaino di miele,
vai dall’ottico per le lenti e ci scappa
un infuso o una specialità Lucana.
Ben 40 produttori in altrettante
postazioni. Un modo intelligente per
coinvolgere i produttori stessi, la popolazione locale, gli esercenti e i tanti
turisti e visitatori; tutti uniti sotto una
sola denominazione: la buona tavola.
Inoltre, allo stesso tempo, una buona
idea per favorire il dialogo e la co-
noscenza tra coloro che ad Asiago ci
vivono e lavorano con chi la raggiunge, durante la manifestazione, per
dare visibilità alle proprie produzioni
alimentari.
CIBO E AMBIENTE
Una 3 giorni di incontri con sapori
unici e persone speciali, di laboratori
del gusto, di degustazioni guidate,
di musica, divertimento e acquisti,
quegli acquisti che al rientro a casa
riaccendono piacevolmente i ricordi di
momenti spensierati.
E poi Made in Malga è stata l’occasione per molti di vivere splendide
giornate di escursioni e passeggiate
sui sentieri dei malghesi: pascoli e
mucche, mungiture e buoni formaggi
appena fatti, aria fresca e pura, profumi unici e indimenticabili.
OPPORTUNITA’ PER I GIOVANI
Una città aperta ai buoni sapori, un
momento per ricordare ciò che non si
può e non si deve abbandonare, un
invito ai giovani perché comprendano
che sulle montagne con gli animali
c’è una vita tanto faticosa quanto
affascinante; una bella possibilità per
i tanti appassionati di vedere come si
vive e si lavora in malga.
Made in Malga è stato questo.
Una bella emozione.
67
Formazione
Carlin Petrini
Studenti da tutto
il mondo
all’Università
di Pollenzo
Ottantacinque nuove matricole per il corso di laurea
triennale in Scienze gastronomiche.
Una scuola senza confini
Sono ben 85 le matricole che
lunedì 22 settembre hanno iniziato il corso di laurea triennale in
Scienze Gastronomiche a Pollenzo.
Un numero altissimo di iscritti,
frutto delle selezioni di maggio
e settembre per gli italiani, e dei
numerosi dossier giunti da tutto il
mondo.
POLLENZO INTERNATIONAL
Di questi, 31 sono studenti
stranieri provenienti da Albania,
Brasile, Cuba, Francia, Germania, Gran Bretagna, Guatemala,
Indonesia, Israele, Kenya, Messico, Norvegia, Russia, Siria, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, Taiwan,
Thailandia.
I ragazzi hanno iniziato l’attività
con la settimana di orientamento
68
che prevede incontri con lo staff e
la visita alla struttura, con il benvenuto da parte di Carlo Petrini e
del rettore Piercarlo Grimaldi.
CIBO E’ CULTURA
Poi la prima full immersion nel
mondo della gastronomia grazie
ad una conferenza di Massimo
Montanari sul tema “Il cibo come
cultura”, la giornata dedicata alla
presentazione dell’offerta didattica di Pollenzo, con la presenza
dei vari docenti, la presentazione
del progetto “Orti Ecologici UNISG” e, infine, la presentazione
dell’associazione Slow Food, di
Slow Food Internazionale e dei
viaggi didattici.
Sono state illustrate le varie
attività associative studentesche:
l’Associazione Studenti, il network Alumni Unisg, la Condotta
Slow Food Unisg, la Rete Giovane
Slow Food Italia e la Società Gastronomica, oltre ai Granai della
Memoria e ai progetti di ricerca
UNISG.
Coniglio ai peperoni
Ingredienti:
• 1 coniglio (ben frollato) • 3 peperoni verdi
• 3 acciughe sotto sale • 2 spicchi d’aglio • alloro
• burro 1 rametto di rosmarino • 50 gr. di grasso
di rognone di vitello
• 2 mestoli di brodo
• olio e aceto • sale e pepe
Preparazione:
Lavate il coniglio e tagliatelo a pezzi.
Tritate finemente il rosmarino ed il grasso di rognone,
versate in casseruola, aggiungete una bella noce di burro
(40 gr.) ed iniziate a soffriggere. Unite il coniglio, le
foglie di alloro e lasciate rosolare. Allungate con il brodo
e proseguite la cottura. Pulite i peperoni eliminando i
semi ed i filamenti bianchi interni, lavateli asciugateli
e riduceteli in listarelle. Lavate bene anche le acciughe
in modo da rimuovere completamente il sale, privatele
della lisca e tagliatele a pezzetti. In un’altra casseruola,
con 2-3 cucchiai di olio ed un pezzetto di burro, rosolate
le acciughe, schiacciatele con i rebbi della forchetta
e cercate di spappolarle. Mettete poi nel tegame i
peperoni, gli spicchi di aglio tritati e bagnate con 3
cucchiai di aceto. Quando il sugo sarà ristretto, versatelo
sul coniglio che avrà, nel frattempo, raggiunto la metà
cottura. Cuocete ancora a fuoco basso, rimestate di
tanto in tanto e servite irrorando il coniglio con la salsa
ai peperoni.
69
Attualità
Asl Cuneo 1 finalista
agli Oscar del Green
Premiate altre due imprese della Granda:
“Il Casolare” e “Sette vie del Belbo”
A conclusione di una
due giorni di visita in
Piemonte della delegata
nazionale Giovani
Impresa Maria Letizia
Gardoni, e del segretario
nazionale Giovani
Impresa Carmelo
Troccoli, in occasione
della quale sono state
presentate esperienze
imprenditoriali
rappresentative
dell’agricoltura
70
piemontese, nella
serata di martedì 8
luglio presso il Teatro
Regio di Torino sono
stati consegnati i
riconoscimenti ai
finalisti regionali
Oscar Green 2014,
nonché la menzione
speciale ad un’impresa
partecipante al
concorso, in ricordo del
giovane collaboratore
prematuramente
scomparso Massimiliano
De Concilio.
Alla platea di oltre
200 giovani agricoltori
il direttore regionale
Coldiretti Piemonte
Antonio De Concilio
ha in conclusione
annunciato che
dei 7 finalisti, due
parteciperanno alla
selezione nazionale che
si terrà nell’autunno
a Roma, Davide Carlo
Almondo dell’azienda
agricola Amico Orto
(Torino), e la Asl
Cuneo 1 per i progetti
sociali realizzati in
collaborazione con
Coldiretti Cuneo.
Presente all’incontro
l’assessore regionale
all’Agricoltura Giorgio
Ferrero ed i presidenti
e direttori delle
Federazioni provinciali
Coldiretti del Piemonte,
Attualità
nonché i delegati
provinciali Giovani
Impresa.
ASL CUNEO 1 IN
FINALE NAZIONALE
In particolare, l’Asl
Cuneo 1 (Gianni
Bonelli) è stata
premiata nella categoria
“Menzione speciale
paese amico”, “per il
grande impegno nella
promozione di servizi
innovativi a favore della
popolazione all’interno
di un sistema che
vede l’ente pubblico
fattivamente interagire
con l’utenza; per la
lungimiranza nell’aver
compreso l’importante
valore del km 0,
come meccanismo
di identificazione
della vera italianità;
per l’attenzione e
la sensibilità nel
promuovere la sana
alimentazione come
importante leva
per benessere della
cittadinanza”.
IL CASOLARE
Tra le altre imprese
cuneesi premiate,
Sergio Gerardi della
cooperativa “Il
Casolare” di Cuneo,
nella categoria “Non
solo agricoltura”, con
la motivazione: per
la spiccata sensibilità
e predisposizione
all’accoglienza della
cooperativa, la quale
in collaborazione
con i servizi socio
assistenziali, gli enti
locali e le Asl da
tempo si impegna con
importanti esperienze
di agricoltura sociale,
creando posti di
lavoro per soggetti
svantaggiati e preclusi
dal mondo lavorativo
classico.
SETTE VIE DEL BELBO
Per la categoria “In
filiera”, finalista
regionale è Renato
Icardi della cooperativa
“Sette vie del Belbo”
di Cuneo, con la
motivazione: per
la grande capacità
di valorizzazione e
recuperare prodotti
d’elevata qualità,
caratteristici del
proprio territorio;
per la lungimiranza
imprenditoriale nel
saper colloquiare
con altri soggetti
della filiera e per
la forza di fare rete
attraverso il sistema
cooperativistico.
Ciao Amis!
E’ morto a soli 46 anni, l’imprenditore
Livio Bruno, socio della Oma di Fossano
Profondo cordoglio ha suscitato la morte, di Livio
Bruno, noto imprenditore nel settore della meccanica agricola, socio della Officina macchine agricole
(Oma) di Fossano. Livio Bruno viveva a Levaldigi,
con la moglie Lorella e le figlie Greta e Asia. Oltre a
loro, lascia la mamma Clementina ed i fratelli Ilario e
Stefano. Appassionato del suo lavoro, uomo capace
e generoso, Livio era da sempre un caro amico e
sostenitore del nostro giornale.
Lo ricordiamo con affetto, stringendoci alla sua
famiglia. Ciao amis!
71
Ortofrutticoltura
Da operaio ad agricoltore
La storia di Fabio di Carrù
La storia di Fabio è quella di un giovane con la passione per la terra, una
di quelle storie che fa sperare in una
rinascita dell’agricoltura nei territori
meno favorevoli, per mano di giovani
decisi a fare il mestiere dei campi,
nonostante le non facili condizioni di
vita e di lavoro di un ambiente un po’
ostile e un po’ magico.
NEL FRUTTETO CON PAPà
Una storia, quella di Fabio Bottero,
imprenditore agricolo di Carrù, che
inizia nei primi anni Duemila, quando, ancora operaio meccanico in
un’azienda della zona, comincia a collaborare con papà Dino nella coltivazione del piccolo noccioleto e decide
di puntare decisamente su ciò a cui è
72
Lavorava in
un’officina
meccanica,
adesso coltiva
nocciole con
il papà.
La passione per
la terra fa sperare
nella rinascita
dell’agricoltura
vocato il territorio della bassa Langa:
le nocciole, che in quelle zone maturano indisturbate dalle diverse insidie
fitologiche, a cominciare dall’impollinazione e dalla fertilità.
Ed è così che Fabio inizia ad affittare,
ed in parte acquistare, giornate di
terreno nei comuni di tradizione corilicola, tutte di varietà Tonda Gentile
delle Langhe: oltre Carrù, Clavesana,
Bastia, Farigliano, Piozzo, Benevagienna, Lequio Tanaro… fino a Ceva,
tanto da arrivare alle 150 giornate di
cui 60 in proprietà e 90 in affitto, di
cui un centinaio a noccioleto.
IL LAVORO NON MANCA
«Certo che il lavoro non manca - rileva Fabio - è da sfatare la convinzione
Ortofrutticoltura
che il nocciolo richieda poche cure
colturali e produca anche in mancanza di queste ultime.
Per ottenere produzioni di una
entità interessante con buoni livelli
qualitativi sono necessarie molte
operazioni colturali, eseguite quasi esclusivamente con l’ausilio dei
mezzi meccanici: dalla concimazione
localizzata primaverile alle fresature
per il controllo delle erbe infestanti,
alle sarchiature, alla spollonatura, alla
potatura, cimatura, trinciatura, ai trattamenti antiparassitari assai limitati
nella mia azienda in quanto seguo i
criteri della lotta guidata ed integrata.
Ho la fortuna di poter contare su un
ottimo livello di assistenza tecnica fornitami dal Cipat della Cia di Mondovì
dotata di tecnici con una preparazione specifica sulla coltura del nocciolo,
a cominciare dal responsabile del
settore Silvio Chionetti, che da anni
mi fornisce importanti indicazioni
operative».
LA RACCOLTA
A fine agosto le nocciole sono pronte
a staccarsi e cadere al suolo e Fabio
inizia la raccolta con la moderna
macchina raccoglitrice automatica
semovente, munita di spazzole e di
un raccoglitore interno dove delle
ventole operano una prima pulizia
eliminando le parti leggere.
Le nocciole vengono poi trasportate
nel suo centro aziendale a Carrù,
qui riversate nella macchina selezionatrice che, con una vera e propria
operazione di toelettatura, provvede
ad eliminare gusci vuoti o rotti ed,
infine, avvolte nel loro guscio integro, immesse nel silos, dove vengono
essiccate.
E’ in virtù di questo completo ciclo di
operazioni, che solo l’azienda di Fabio
e poche altre in zona sono in grado di
svolgere, che le sue partite, tutte marchiate Igp “nocciola del Piemonte”,
non hanno difficoltà a trovare diretto
sbocco commerciale.
OTTIMA STAGIONE
«La stagione di quest’anno - conclude
Fabio - può essere annoverata fra le
migliori degli ultimi anni sia in termini
di qualità del prodotto sia in termini
di resa, il che fa finalmente tornare il
sorriso a molti produttori.
Quello delle nocciole è, infatti, uno
dei pochissimi comparti agricoli a
registrare nel 2014 dei prezzi più che
soddisfacenti, superiori anche ai 500
euro al quintale, trainati in buona
parte, riconosciamolo, dai dati catastrofici delle produzione in Turchia
(paese che da solo fornisce il 70%
della produzione mondiale di nocciole), per cui è stato possibile vederli
balzare notevolmente all’insù in poco
tempo. Ho prodotto più di 500 quintali di nocciole che, tradizionalmente,
vendo a sgusciatori nazionali che riconoscono il maggior pregio qualitativo
della nostra Igp consentendomi di
realizzare qualcosa di più del mercato
locale».
73
74
Tuttomele a Cavour
breve storia di un evento
Da sabato 8 novembre a domenica 16 novembre
la trentacinquesima edizione della rassegna frutticola
Annunciata dalla ormai tradizionale
Applerun, giunta quest’anno alla
ottava edizione, manifestazione
podistica “nazionale” che si svolgerà
sulla distanza dei 10,500 Km domenica 2 novembre alle 9, si aprirà alle
10 di sabato 8 novembre la trentacinquesima edizione di Tuttomele, che
terminerà domenica 16 alle 20.
TRENTACINQUE ANNI FA
Tuttomele è nata da un’idea di cinque
uomini della Pro Loco di Cavour precursori della promozione del territorio
e dei suoi “frutti”, con una rassegna
dedicata alla mela ed alla frutticoltura
locale, insieme a significative incursioni nella gastronomia, nell’artigianato, nel commercio, negli spettacoli,
nello sport, nella cultura, nell’arte,
nella natura e nella storia.
APP PER SMARTHPHONE
Come sempre è nutrita la presenza
dei frutticoltori che venderanno direttamente le loro mele ai visitatori. In
occasione della cerimonia inaugurale,
sabato 8 novembre alle 14,30, sarà
presentata la APP per gli smartphone
“sulla strada delle mele del Pinerolese” che, gratuitamente, consentirà a
tutti di trovare sul proprio telefonino
tutte le informazioni utili per percorre-
re questo circuito di ciclostrade di 63
Km che, partendo da Cavour, attraversa ben 16 Comuni del Pinerolese.
LA MELA NEL MONDO
Torneranno le rassegne “Nel mondo della mela: immagine, natura e
scienza della frutticoltura” comprendente “La scienza per la mela” e il
“PerCorso di potatura e innesto”,
con un’intera giornata di pratica “sul
campo”, oltre a “Expomela”, l’esposizione delle migliori qualità di mele dei
10 Comuni del CIFOP (Centro Incremento Frutticoltura Ovest Piemonte): Cavour (capofila), Campiglione,
Bibiana, Lusernetta, Luserna S. G.,
Bricherasio, San Secondo, Pinerolo,
Osasco e Garzigliana.
GIORNATA DEL RISTORATORE.
Lunedì 10 novembre dalle 15, prima
Giornata interregionale del Ristoratore. Martedì 11 novembre, in occasione della Fiera di San Martino, dalle
9,30 Street food d’autore.
MELE IN TAVOLA
La Settimana gastronomica della mela
propone nei ristoranti e agriturismi,
pronti a soddisfare anche i gourmet
più esigenti con rinnovati menù a
base di mele. Nata 33 anni fa con il
primo “galà della mela” nel famoso
ristorante dei Grassoni di Giovanni
Genovesio la mitica Locanda La Posta
di Cavour, con un “timido menu”
che alternava piatti della tradizione
piemontese (bollito, fritto misto, ecc.)
ad alcune “trasgressive ricette” con
le mele inserite negli antipasti, nei
primi e nei secondi e non solo nella
frutta e nei dolci come era canonico
fare allora, è oggi diventata l’appuntamento principale per i gourmet che
si ritrovano nei 9 giorni di Tuttomele
nei ristoranti di Cavour e della zona,
per gustare le ricette che la fantasia
suggerisce agli Chef ogni anno.
TUTTOMELESELF
Nelle due domenica, a pranzo, ed il
sabato 16, verrà organizzato, il self
service, che darà la possibilità di un
pasto caldo, genuino a prezzi calmierati attorno ai 10 /12 euro.
MELARTE
I fioristi ci fanno sognare con mele
e fiori, realizzazioni di spettacolari
composizioni Floro frutticole
FRITTELLE
Sempre in tema gastronomico, ricordiamo le famose “frittelle di Tuttomele”.
75
CEREALI
Rilevazione del 6 ottobre 2014
Prezzo
MIN.
FRUMENTO
Prezzo
MAX.
IVA
Osservazioni
BOVINI -
Rilev. dal 27 settembre al 3 ottobre 2014 - Prezzi all’ingrosso rilevati
in sala contrattazioni da apposita commissione (Iva esclusa)
BOVINI DA MACELLO Razza Piemontese
Unità di
misura
Prezzo
minimo
Prezzo
massimo
Nazionale tenero panificabile
peso sp. 76/78
173,00 176,00
4%
Rinfusa
Nazionale tenero biscottiero
peso sp. 73/75
Vitello da latte o sanato
(tendente alla coscia)
161,00 166,00
4%
Rinfusa
Maschi
al kg
3,75
4,31
Nazionale tenero buono merc.
peso sp. 71/73
160,00 165,00
4%
Rinfusa
Femmine
al kg
4,00
4,57
Nazionale altri usi peso sp. 65/70
147,00 153,00
4%
Rinfusa
Vitello da latte o sanato (della coscia)
4%
Rinfusa reso
Estero francese 76/77 sano leale merc.
n.q.
n.q.
Maschi
al kg
5,04
5,61
Estero statunitense Northern Spring
297,00 300,00
4%
Rinfusa reso
Femmine
al kg
5,53
6,10
Western Red Spring n.2 c.e. 1% prot.
15% Utility c.e.2%
297,00 300,00
4%
Rinfusa reso
Vitello da latte o sanato (incrocio)
IVA
Osservazioni
Prezzo
MIN.
ORZO
Prezzo
MAX.
1^ qualità
al kg
3,52
3,70
Orzo nazionale pesante peso sp. 61/64
159,00 163,00
4%
Rinfusa
2^ qualità
al kg
2,40
2,55
Orzo nazionale leggero peso sp. 55/60
153,00 158,00
4%
Rinfusa
Manza (da 4 a 6 denti)
al kg
2,30
2,70
Orzo estero peso sp. 64/65
174,00 178,00
4%
Rinfusa reso
IVA
Osservazioni
1^ qualità
al kg
2,05
2,55
4%
Rinfusa
2^ qualità
al kg
1,20
1,80
Uso industriale
al kg
0,80
1,10
Prezzo
MIN.
GRANOTURCO
Nazionale, comune, ibrido
Prezzo
MAX.
141,00 143,00
Prezzo
MIN.
Prezzo
MAX.
IVA
Osservazioni
Fieno maggengo
90,00
120,00
10%
Reso in balloni
Fieno agostano
85,00
115,00
10%
Reso in balloni
Fieno terzuolo
90,00
120,00
10%
Reso in balloni
Fieno francese
n.q.
n.q.
10%
Reso in balloni
Paglia di grano
90,00
100,00
10%
Reso in balloni
FORAGGI
SUINI
Rilevazione dal 27 settembre al 3 ottobre 2014 - Prezzi all’ingrosso rilevati
nella sala contrattazioni di Fossano da apposita commissione
Da allevamento
Prezzo marchiato
Da macello
Prezzo marchiato
Vacca (grassa)
Toro (della coscia)
al kg
1,75
2,55
Unità di
misura
Prezzo
minimo
Prezzo
massimo
Maschi (leggeri fino a 650 kg.)
al kg
2,95
3,05
Maschi (pesanti fino a 750 kg.)
al kg
2,80
2,95
Femmine (da 420 a 520 kg.)
al kg
3,00
3,30
Unità di
misura
Prezzo
minimo
Prezzo
massimo
RAZZA BLONDE D’AQUITAINE (Garonnese)
Bestiame da macello:
RAZZA FRISONA (Bestiame da macello)
kg. 8
n.q. (al kg)
kg. 115
1,325
Vitelloni (maschi)
al kg
1,50
1,75
kg.15
3,960(al kg)
kg.130
1,325
Vacche 1^ qualità (oltre 300 kg. peso morto)
al kg
1,05
1,15
kg. 25
2,620 (al kg)
kg. 144
1,340
2^ qualità (da 250 a 300 kg. peso morto)
al kg
0,90
1,00
kg. 30
2,350 (al kg)
kg. 156
1,405
3^ qualità (inferiore a 250 kg. peso morto)
al kg
0,60
0,85
kg. 40
1,910 (al kg)
kg. 176
1,405
kg. 50
1,830 (al kg)
kg. 180
n.q.
GASOLIO (2) agricolo max 0,001% di zolfo
kg. 65
1,680 (al kg)
kg. 185
n.q.
kg. 80
1,590 (al kg)
Oltre kg. 185
n.q.
kg. 100
1,510 (al kg)
76
ENERGETICI - Rilevazione dal 16 al 30 settembre 2014
Prezzi medi SIVA
ACCISA
IVA
Fino a litri 1000
0,90
0,1364
10%
Da litri 1001 a litri 3000
0,88
0,1364
10%
Oltre litri 3001
0,85
0,1364
10%
77
78
Gli affari dell’imprenditore:
gli annunci gratuiti degli abbonati
hanno la precedenza. Tel. 0172/711279
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inconcludenti, sogna d’incontrare
la donna giusta con cui fermarsi.
Tel. 391/4261717
Ha un aspetto rassicurante,
bella ragazza, bruna occhi chiari,
carattere mite, 32enne, nubile,
apicoltrice, piemontese, le piace
viaggiare in moto, cerca compaHa dedicato tutta la sua vita e
gno, anche separato con figli, pur- i suoi studi al prossimo, è un
chè serio. Tel. 377/4570092
medico ricercatore scientifico,
inguaribile romantico, vedovo da
Non fumatrice, ama il mare, la na- tempo, 59enne, attraente, distintura, riservata, bellissima 40enne, to, sempre alla ricerca di stimoli, è
ha studiato architettura, ora fa
alla ricerca dell’amore vero.
l’arredatrice d’interni, proviene da Tel. 338/4953600
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