Le strategie finanziarie per il
finanziamento degli investimenti
Materiale didattico a cura del dott. Ebron D’Aristotile
Vice Direttore generale e Dirigente del Settore Programmazione Controllo ed
Innvazione della Provincia di Pescara . Professore a contratto di
Programmazione e controllo nella Amministrazioni pubbliche – Facoltà di
Economia – Università G. D’Annunzio Chieti Pescara
[email protected]
085 3724256
Vers. 3
La domanda a cui vorrei dare al termine dell’intervento una risposta
Si può fare pianificazione finanziaria negli
enti locali?
L’ente locale e le sue forme di finanziamento
L'ente locale, per sua natura, è caratterizzato dall'esigenza di massimizzare la
soddisfazione degli utenti - cittadini attraverso l'erogazione di servizi ed
infrastrutture che trovano la copertura finanziaria in una antecedente
attività di acquisizione delle risorse.
Il finanziamento della gestione delle amministrazioni pubbliche è assicurato da
varie fonti che possono essere distinte in:
•
Fonti proprie sono quelle generate dall’APTL attraverso la propria gestione
di beni e servizi;
•
Fonti derivate sono quelle di origine esterna con o senza vincolo di
restituzione.
FONTI PROPRIE
a) Tributi, tasse e contributi diretti
b) Proventi
c) Disinvestimenti
FONTI derivate
e) Indebitamento
f)Trasferimenti
L’andamento del deficit nel periodo
Riduzione del deficit : modalità di misurazione
DISAVANZO
(Entrate – Spese)
Il concetto di disavanzo nasce dall’art. 28 della legge 448/98 e è calcolata
come SOMMA ALGEBRICA tra le entrate finali e le spese finali al netto di
una serie di poste rettificative
soluzioni
Nel 2007 si torna al disavanzo
Nel 2008 in poi competenza ibrida
TETTO DI SPESA
(Spese)
(2002 – 2005 -2006 )
2002 – solo spese correnti
2005 – spese correnti e c/capitale
2006 – spese correnti e capitale separate
E. D’Aristotile
Riduzione del deficit : gli effetti
Tra il 2003 ed il 2008 il deficit dei comuni è migliorato di 3 miliardi di euro.
Solo tra il 2007 ed il 2008 il miglioramento è stato di 1,2 miliardi
Il grafico evidenzia il peso % sul deficit di tutta la P.A.
Deficit
Comuni
Deficit PA
Peso
Comuni
0%
2003
-
4.195
-
46.614
9,0%
2004
-
3.689
-
48.572
7,6%
2005
-
2.972
-
61.432
4,8%
2006
-
857
-
49.312
1,7%
2007
-
2.332
-
23.225
10,0%
-40%
2008
-
1.119
-
42.979
2,6%
-50%
Fonte IFEL
-10%
-20%
-30%
Deficit PA
Deficit Comuni
-60%
-70%
-80%
-90%
-100%
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Riduzione del deficit : gli effetti
L’andamento storico dei principali aggregati macroeconomici nel periodo
2004/2008 evidenzia:
Conti economici ISTAT
2004
2005
2006
2007
2008
-3,689
-2,972
-857
-2,332
-1,119
1,213
2,570
-48,572
-61,432
-49,312
-23,225
-42,979
-19,754
5,593
- incidenza %
7,60%
4,80%
1,70%
10,00%
2,60%
Comuni
33,312
33,679
34,496
36,8
34,923
-1,877
1,611
620,813
633,468
682,29
725,484
732,858
7,374
112,045
- incidenza %
5,40%
5,30%
5,10%
5,10%
4,80%
Comuni
59,297
58,603
59,584
61,19
63,562
2,372
4,265
PA
602,03
627,334
661,725
670,58
694,032
23,452
92,002
- incidenza %
9,80%
9,30%
9,00%
9,10%
9,20%
Comuni
PA
Deficit
Entrate
( al netto dei
trasferimenti)
Spesa primaria
Differenze
PA
2008/2007
2008/2004
Fonte IFEL
Riduzione del deficit : gli effetti
L’andamento storico della spesa finale nel periodo 2004/2008 nei principali comparti
Evidenzia:
Spesa finale (in rapporto al Pil)
2004
2005
2006
2007
2008
14,90%
15,20%
15,80%
15,20%
15,10%
0,10%
Comuni
4,40%
4,20%
4,10%
4,10%
4,20%
-0,20%
Regioni
2,50%
2,50%
2,40%
2,30%
2,40%
-0,20%
Province
0,80%
0,80%
0,80%
0,80%
0,80%
0,00%
Sanità
6,50%
6,70%
6,80%
6,60%
6,90%
0,40%
Previdenza
16,90%
17,00%
17,00%
17,20%
17,80%
0,90%
Totale PA
48,10%
48,60%
49,30%
48,50%
49,30%
1,20%
Stato
2008/2004
Fonte IFEL
La riduzione della spesa dei Comuni è frutto dell’andamento contrapposto della
• spesa corrente, + 0,1% del PIL
• spesa in conto capitale - 0,3% del PIL
IL QUADRO FINANZIARIO
Se analizziamo l’evoluzione della spesa per investimenti dei comuni sulla spesa
totale si vede
- Una riduzione percentuale dell’incidenza della spesa per investimenti sul totale
della spesa
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Spesa per investimenti
13.367
13.967
14.977
16.651
15.272
15.149
15.898
15.140
Spesa totale
53.044
55.351
57.908
61.832
61.311
62.686
64.778
67.365
Incidenza investimenti/totale
25,2%
25,2%
25,9%
26,9%
24,9%
24,2%
24,5%
22,5%
Fonte IFEL
I Comuni hanno migliorato i propri saldi riducendo la spesa totale.
In particolare la spesa più sensibile alla riduzione è stata quella per
investimenti vista la “rigidità” di quella corrente caratterizzata, tra l’altro, da
crescente domanda di servizi sociali, e incremento di costi per “inflazione”,
otre che da rinnovi contrattuali.
La crescita dei residui passivi del
titolo II
E. D’Aristotile
La crescita dei residui passivi
Tra le principali problematiche determinatesi nel tempo vi è la gestione dei
residui.
Con i tetti di spesa il problema riguardava anche la spesa corrente
Con il passaggio alla competenza ibrida il problema ha investito solo il Titolo II
Alla fine del 2007 i residui passivi per investimenti in opere pubbliche sono
pari a circa 33 miliardi di euro.
Esse non costituiscono deficit e debito pubblico ma contribuiscono a migliorare i
conti nazionali.
Al contempo aggravano la situazione di difficoltà finanziaria degli enti ( soggetti a
interessi e riserve)
E. D’Aristotile
La manovra 2012
e gli effetti sull’indebitamento degli enti locali
E. D’Aristotile
Il diverso apporto regionale
E. D’Aristotile
Il diverso apporto regionale
Alle diverse problematiche generate dal Patto di Stabilità si aggiunge anche un
diverso COMPORTAMENTO DELLE REGIONI.
- Patto Regionale ( non ancora avviato in molte regioni)
- Diversa contribuzione a favore delle autonomie locali
- per spesa corrente
- per spesa d’investimento
- Tempi di erogazione diversi sulle spese d’investimento ( anticipazioni da parte
dei Comuni)
E. D’Aristotile
Il diverso apporto regionale
Un altro aspetto da sottolineare è rappresentato dal diverso apporto di risorse in
c/capitale che le varie regioni italiane trasferiscono agli enti locali.
Il grafico che segue ( riferito alle province – bilancio 2006) evidenzia un rapporto
percentuale differente tra Entrate tit II e spese correnti che evidenzia un diverso
approccio territoriale al problema
Incidenza dei trasferimenti regionali su totale entrate
50%
44%
45%
40%
35%
30%
25%
28%
27%
26%
26%
24%
23%
21%
20%
15%
13%
12%
12%
18%
17%
16%
15%
10%
10%
8%
6%
5%
1%
Vg
li
te
Fr
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on
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a
Pi
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To
sc
ar
c
M
gu
ria
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as
ili
c
na
a
ili
Em
E. D’Aristotile
B
a
lia
R
om
ag
ita
ni
o
pa
am
C
zi
o
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ne
t
La
gn
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a
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ba
a
lia
Lo
m
Pu
g
ili
Si
c
br
uz
zo
A
al
C
M
ol
is
e
ab
ria
0%
Fonte upi/2008
Il blocco della crescita delle entrate
E. D’Aristotile
Il blocco della crescita delle entrate
- l'autonomia impositiva bloccata per diversi anni
- E’ in corso una forte riduzione delle entrate da oneri di urbanizzazione
- Situazione di incertezza dei trasferimenti erariali:
E. D’Aristotile
Come finanziare gli investimenti 2012
E. D’Aristotile
LA MANOVRA 2012
La costruzione del bilancio 2012 che gli enti si apprestano a costruire si scontra
quest’anno, ancor più che in passato con le problematiche del PATTO DI
STABILITA’
Come finanziare gli investimenti 2012?
Tale problematica è oggetto di particolare attenzione in questi giorni da parte di
tecnici e politici che devono costruire il documento contabile per un quadro di
sistema alquanto confuso.
E. D’Aristotile
Derivati
Esternalizz.
Leva urbanistica
Alienazione
patrimonio
Imposte
le soluzioni proposte
Trasferimenti
Fondi comunitari
strutturali
Fondi
comunitari
BEI
Mutuo BOC
PF BOT
PF BOST
PF BReOT
PF BLT
Spesa
corrente
Investimenti
autoremunerativi
E. D’Aristotile
Investimenti non
autoremunerativi
Riduzione del
debito
Fonti finanziarie a cui ricorrere per l'attivazione
degli investimenti ( art. 199 TUEL)
•entrate correnti destinate per legge agli investimenti
•avanzi di bilancio, costituiti da eccedenze di entrate correnti rispetto
alle spese correnti aumentate delle quote capitali di ammortamento dei
prestiti;
•entrate derivanti dall'alienazione di beni e diritti patrimoniali,
•riscossioni di crediti, proventi da concessioni edilizie e relative sanzioni;
•entrate derivanti da trasferimenti in conto capitale dello Stato, delle
regioni, da altri interventi pubblici e privati finalizzati agli investimenti da
interventi finalizzati da parte di organismi comunitari e internazionali;
•avanzo di amministrazione, nelle forme disciplinate dall'art. 31;
•mutui passivi;
•altre forme di ricorso al mercato finanziario consentite dalla legge.
1 –FONTI DI FINANZIAMENTO INTERNO - AUTOFINANZIAMENTO
a) Avanzo d’amministrazione di esercizi precedenti
b) Avanzo economico (eccedenza delle entrate correnti sulle spese correnti)
c) Fondo di ammortamento
d) Entrate correnti straordinarie
e) Proventi derivanti da concessioni edilizie
f) Entrate correnti destinate per legge agli investimenti
2 – FONTI DI FINANZIAMENTO ESTERNO
g) Mutui con la Cassa depositi e prestiti, I.C.S., I.N.P.D.A.P., B.E.I.
h) Mutui con altri istituti di credito
i) Emissione di B.O.C.
l) Entrate derivanti da alienazioni e concessioni di beni patrimoniali
m) Contributi senza oneri per l’ente provenienti da soggetti esterni quali Stato, Regione, CEE
3 – STRUMENTI E SISTEMI ALTERNATIVI PER LA REALIZZAZIONE DEGLI INVESTIMENTI
n) Leasing
o) Project Financing
p) Costituzione di società miste
Le forme di autofinanziamento
1 –FONTI DI FINANZIAMENTO INTERNO - AUTOFINANZIAMENTO
a) Avanzo d’amministrazione di esercizi precedenti
b) Avanzo economico (eccedenza delle entrate correnti sulle spese correnti)
c) Fondo di ammortamento
d) Entrate correnti straordinarie
e) Proventi derivanti da concessioni edilizie
f) Entrate correnti destinate per legge agli investimenti
I limiti all’indebitamento
Qual e’ il limite reale di indebitamento?
Vincoli di
struttura
organizzativa
+
indebitamento
2012
=
Vincoli di
legge
+
Vincoli
strategia
finanziaria
+
Vincoli
equilibrio
patrimoniale
Vincoli aziendali
LA MANOVRA 2012: le norme del tuel
Vincoli di legge
Art. 203 tuel
1. Il ricorso all'indebitamento è possibile solo se sussistono le seguenti condizioni:
a) avvenuta approvazione del rendiconto dell'esercizio del penultimo anno precedente quello
in cui si intende deliberare il ricorso a forme di indebitamento;
b) avvenuta deliberazione del bilancio annuale nel quale sono incluse le relative previsioni.
2. Ove nel corso dell'esercizio si renda necessario attuare nuovi investimenti o variare quelli già in
atto, l'organo consiliare adotta apposita variazione al bilancio annuale, fermo restando l'adempimento
degli obblighi di cui al comma 1. Contestualmente modifica il bilancio pluriennale e la relazione
previsionale e programmatica per la copertura degli oneri derivanti dall'indebitamento e per la
copertura delle spese di gestione
Art. 204 tuel
1. Oltre al rispetto delle condizioni di cui all'articolo 203, l'ente locale può assumere nuovi mutui e accedere
ad altre forme di finanziamento reperibili sul mercato solo se l'importo annuale degli interessi sommato a
quello dei mutui precedentemente contratti, a quello dei prestiti obbligazionari precedentemente emessi, a
quello delle aperture di credito stipulate ed a quello derivante da garanzie prestate ai sensi dell'articolo
207, al netto dei contributi statali e regionali in conto interessi, non supera il X per cento delle entrate
relative ai primi tre titoli delle entrate del rendiconto del penultimo anno precedente quello in cui viene
prevista l'assunzione dei mutui. Per le comunità montane si fa riferimento ai primi due titoli delle entrate.
Per gli enti locali di nuova istituzione si fa riferimento, per i primi due anni, ai corrispondenti dati finanziari
del bilancio di previsione.
E. D’Aristotile
I limiti diretti alla crescita
dell’indebitamento
Le modifiche introdotte dalla Legge Stabilità 2012
( art. 8 L. 183/2011)


All'articolo 204, comma 1, 267/2000 le parole: «il 10 per
cento per l'anno 2012 e l'8 per cento a decorrere
dall'anno 2013» sono sostituite dalle seguenti: «l'8 per
cento per l'anno 2012, il 6 per cento per l'anno 2013 e il
4 per cento a decorrere dall'anno 2014».
2. disposizione analoga si applica per le regioni
I limiti indiretti alla crescita
dell’indebitamento
LA MANOVRA 2012: le regole del Patto di stabilità
Vincoli di legge
LIMITI INDIRETTI ALLA CRESCITA DEL DEBITO DEGLI ENTI LOCALI
2012
2013
2014
Province
16,5
19,7
19,7
Comuni
15,6
15,4
15,4
15,4
15,4
Comuni 1000
ab
I limiti aziendali all’indebitamento
QUAL E’ IL POSSIBILE LIMITE ANNUALE ALL’INDEBITAMENTO?
Vincoli di natura aziendale
Vincoli di
struttura
organizzativa
+
Limite
d’indebitamento
E
=
Vincoli di
legge
+
Vincoli
strategia
finanziaria
+
Vincoli
equilibrio
patrimoniale
Vincoli aziendali
E. D’Aristotile
Vincoli di struttura organizzativa
Un ente locale dovrebbe sempre più parametrare il proprio programma
degli investimenti alla reale capacità realizzativa che i propri uffici sono in
grado di produrre nel corso di un esercizio.
A tal fine il dato storico costituisce un primo , ma significativo dato.
A livello aggregato si può dire che nel corso degli ultimi anni i comuni hanno
speso per investimenti circa il 24% della propria spesa finale.
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Spesa per investimenti
13.367
13.967
14.977
16.651
15.272
15.149
15.898
15.140
Spesa totale
53.044
55.351
57.908
61.832
61.311
62.686
64.778
67.365
Incidenza investimenti/totale
25,2%
25,2%
25,9%
26,9%
24,9%
24,2%
24,5%
22,5%
Si tratta di un valore grezzo di partenza, da prendere comunque quale
base di riferimento
a curaE.diD’Aristotile
E. D'Aristotile
37
Vincoli di strategia finanziaria
La gestione del debito di un ente locale deve essere necessariamente
analizzata all’interno di una strategia di equilibri di bilancio che tenga
conto delle difficoltà di incremento delle entrate e di contrazione della
spesa corrente per finanziare le rate di nuovi mutui
4500
4000
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
0
ipotesi 1
Personale
ipotesi 2
Rata prestiti
Spese per servizi
a curaE.diD’Aristotile
E. D'Aristotile
38
Vincoli di equilibrio economico patrimoniale
La gestione del debito di un ente locale deve essere necessariamente
analizzata all’interno di equilibri patrimoniali
assegnando un ruolo importante alla valutazione del rapporto:
X = stock debito ( debito di finanziamento CP)
E ( Tit 1+2+3)
Individuando 3 fasce
x< 100/150%
X= 100/150%
X> 100/150%
39
Vincoli di equilibrio economico patrimoniale
Se X =100/150%
Mantenere livelli costanti di indebitamento
Entrate tit 5= spese titolo III
Se x>100/150%
Ridurre il livello di d’indebitamento
Entrate tit 5<spese titolo III
Se x<100/150%
E’ possibile aumentare il livello di d’indebitamento
Entrate tit 5> spese titolo III
I parametri di deficitarietà
Paramentro n. 7 ( parametri di deficitarietà strutturale)
Consistenza dei debiti di finanziamento non assistiti da contribuzioni
superiore al 150 % rispetto alle entrate correnti per gli enti che
presentano un risultato contabile di gestione positivo e superiore al 120
% per gli enti che presentano un risultato contabile di gestione negativo
(fermo restando il rispetto del limite di indebitamento di cui all'art. 204 del
TUEL)
CONSISTENZA DEI DEBITI DI FINANZIAMENTO = Quadro 8 Consistenze,
accensione e rimborso prestiti [COD. 8061C "consistenza finale].
il rapporto è effettuato con gli accertamenti delle entrate correnti
ENTRATE CORRENTI = Q.2 entrate TIT. I COD. 2080A "totale entrate
tributarie, accertamenti" + TIT. II COD. 2135A "totale entrate per contributi e
trasferimenti correnti, accertamenti" pag. 4 + TIT. III COD. 2310A " totale entrate
extra tributarie accertamenti']
Obiettivo : definire un valore di “allarme” nella consistenza complessiva
dello stock di indebitamento
a cura di E. D'Aristotile
42
Alcune soluzioni
Alcune soluzioni
-Ridurre i residui passivi
- Riduzione del debito dopo l’aggiudicazione
- utilizzare in alternativa il prestito flessibile
- Utilizzare l’avanzo per la estinzione anticipata dei mutui e prestiti
- PPP si ricorda che il ricorso a detta soluzione presuppone al fine di non essere
considerata operazione di indebitamento che siano rispettati almeno due delel tre
condizioni di ricschio prevsite da EUROSTAT
- Rischio di costruzione
- Rischio di domanda
- Rischio di disponibilità
Alcune soluzioni
-Nel caso di mutui ricorrere a PRESTITO FLESSIBILE
- Sviluppare una adeguato sistema di programmazione dei flussi finanziari in
entrata ed in uscita
Una soluzione alternativa: IL PRESTITO
FLESSIBILE
Le particolarità di questa tipologia di prestito sono:
•durata totale del contratto compresa tra 5 e 30 anni;
•periodo di utilizzo e preammortamento, di durata compresa tra 1 e 6 anni,
durante il quale vengono corrisposti interessi esclusivamente in funzione delle
somme effettivamente erogate;
•possibilità di finanziare un insieme di opere volte alla soddisfazione di una
medesima esigenza;
•possibilità di passaggio da tasso variabile a tasso fisso in finestre temporali
predeterminate durante il periodo di preammortamento, a condizioni di mercato
al momento della richiesta, ma con spread fissato al momento della stipula;
•possibilità di rinuncia al prestito a costo nullo al termine del periodo di
preammortamento.
Utilizzo dell’avanzo per l’estinzione anticipata dei
prestiti
Riferimento normativo : art. 2 c. 13 legge finanziaria 2008
13. All’articolo 187, comma 2, lettera b), del citato testo unico
di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, sono
aggiunte, in fine, le parole: «e per l’estinzione anticipata di
prestiti».
E’ utilizzabile
• l’avanzo disponibile
• L’avanzo vincolato ma non destinato ( residui su bop)
E’ necessario che i mutui o i prestiti obbligazionari
prevedano clausole di riduzione
Conclusioni
Si può fare pianificazione finanziaria negli
enti locali?
SI
- in un contesto di regole certe
- se l’ente locale supera quella visione burocratica ed affronta la tematica
del ricorso all’indebitamento allo stesso modo di una azienda privata.
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