Nascita delle città capitali
Stato, corte e pubblica amministrazione
Liberi Comuni, Diocesi, mercati
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Nella maggior parte dei casi gli insediamenti urbani
dell’Italia centro-settentrionale hanno alle spalle un
Libero Comune medievale, ossia una città-stato con un
suo contado;
in molti casi il libero comune è sede episcopale
(l’episcopato è unico potere stabile presente sul territorio
europeo dal medioevo all'età moderna),
in altri casi è sede di un importante mercato.
Nel primo caso l’élite urbana ruoterà attorno al vescovo
ed ai suoi ministeriales, nel secondo caso essa sarà
composta da mercanti che col tempo si trasformeranno
in patriziatio urbano.
In entrambi i casi ciò che distingue l’élites urbana è il
monopolio delle magistrature cittadine.
Sede episcopale o sede di mercato?
Due modelli urbani
Centro e periferia: gerarchie urbane
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Le cose incominciano a cambiare in età moderna
(XV-XVI secolo) con la formazione degli Stati
regionali e delle monarchie territoriali.
Fra le città si costituisce presto una gerarchia di
potere e sul territorio si disegna un rapporto duale
fra centro (città sede del potere sovrano) e
periferia (città suddite, città prive di istituzioni
rilevanti).
Fino ai primi decenni del Cinquecento le grandi
monarchie europee non hanno capitali, le corti dei
principi sono infatti itineranti e spesso prediligono le
sedi suburbane a quelle urbane.
Nascita tardiva delle moderne capitali
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Né il Regno di Castiglia né il Regno di Aragona hanno una capitale
amministrativa ed i sovrani «cattolici» soggiornano di preferenza a
Valladolid, Toledo, o Valencia.
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Fino alla morte di Carlo V l’impero non ha una capitale. Le Diete
imperiali si riuniscono in sedi diverse (Colonia, Worms, Ratisbona,
Augusta, Aquisgrana, ecc.) e l’imperatore si sposta in continuazione
dalle Fiandre, alla Spagna, all’Italia, alla Germania (forse solo la città di
Aquisgrana assume per un breve periodo la funzione di sede
imperiale).
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Francesco I risiede di preferenza nei castelli sulla Loira (Blois,
Chambord, Fontainebleau) piuttosto che a Parigi, che non ha ancora il
ruolo di capitale.
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Fino ad Enrico VIII Tudor i sovrani inglesi soggiornano più
frequentemente a York o a Canterbury piuttosto che nella caotica
Londra, città prevalentemente commerciale.
Le capitali nascono con lo Stato
moderno
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Mentre già nel XV secolo, in Italia, città come Napoli, Roma,
Firenze, Milano, Venezia identificano poteri territoriali ben precisi e
si configurano già come capitali amministrative o sede di corte
principesca, le grandi capitali europee si affermano abbastanza
tardi e si definiscono in quanto tali solo nel XVI secolo.
Le capitali europee nascono tutte fra
Cinque e Settecento
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Madrid (Filippo II)
Vienna (Ferdinando I)
Torino (Emanuele Filiberto)
Parigi (Enrico IV)
Londra (Elisabetta I)
San Pietroburgo (Pietro I)
Berlino (Federico II)
Una città esemplare: Torino settecentesca
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La pianta
settecentesca di
Torino consente di
distinguere, entro la
cerchia delle mura
cinquecentesche:
La Cittadella fortificata
Il centro del comando
La zona residenziale
Il palazzo del Louvre ed Enrico IV di
Borbone
Città nuove o città preesistenti
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In alcuni casi (Madrid, San Pietroburgo) le capitali
sono città costruite ex novo secondo il volere di un
sovrano assoluto;
in altri casi (Torino, Vienna) sono città preesistenti e
senza funzioni amministrative dove il principe
trasferisce la propria residenza per ragioni politiche
o militari;
in altri casi ancora (Parigi, Berlino) sono città dove
vengono concentrati i principali uffici, prima che i
sovrani stabiliscano di spostare altrove la propria
residenze e la corte.
Il palazzo reale dell’Escorial e Filippo
II di Spagna
Il Palazzo d’Inverno di San Pietroburgo e
Pietro il Grande
Una capitale in costruzione
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L’allestimento dei bastioni e dei giardini reali a Torino (metà
Settecento)
Vienna capitale imperiale sotto Carlo VI
Parigi capitale europea
Dresda:
piazza del
mercato
Londra settecentesca e i grandi parchi di
divertimento urbani
Le corti separate dagli uffici
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Fra la fine del XVII e la metà del XVIII secolo i principali sovrani
europei tendono infatti a separare la corte dagli uffici, spostando
la propria residenza in località extraurbane a breve distanza dalla
capitale (anche per ragioni di sicurezza).
Il modello della reggia francese di Versailles, fatta edificare da
Luigi XIV fra il 1678 e il 1683, viene presto imitato:
Schönbrunn (1695-1700) dagli Asburgo
Venaria Reale (1716-) e Stupinigi (1729-31) dai Savoia
Caserta (1752-74) dai Borbone di Napoli
Potsdam (1756-63) da Federico II di Prussia
La reggia di Versailles e Luigi XIV
I palazzi Reali di Rivoli e di Stupinigi,
presso Torino
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La reggia di Potsdam e Federico II di
Prussia
Berlino e la reggia di Sanssouci
Nuovi Palazzi reali urbani
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Contemporaneamente in molte città capitali sorgono
nuovi palazzi reali, espressione manifesta del potere
assoluto che le governa:
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Stoccolma (1712-54)
Madrid (1734-68)
Parma (1754)
Berlino (1756-63)
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Grandi architetti vengono chiamati al servizio del
sovrano (Juvarra, von Erlach, Vanvitelli, Quarenghi,
Rastrelli) contribuendo a diffondere un nuovo gusto
internazionale.
Il principe e la corte
I Palazzi Reali
di Torino e di Napoli
Versailles, il piccolo Trianon e Luigi XVI
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