DISABILI Confronti con la diversità
■ DIP ENDENZ A La voglia di ricominciare
■ INFANZIA Essere e fare per i bambini
■ SEMIN ARIO La voglia di impegnarsi nel sociale
■ ANZIANI Maestri e amici
■ MULTICULTUR ALITA’ Esperienze tra i bimbi del mondo
EUROPANEWS n. 27 del 05/04/2004 anno XIV° - Organo ufficiale dell’associazione “L’INCONTRO” - Bisettimanale di informazione, politica e attualità. - Editrice Direzione
Redazione: Mopak s.r.l. - I strada 66 35129 Padova - Direttore resposabile: ALBERTO ZUCCATO - Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 1214 del 12/05/90 Spedizione in
A.P. - 45% - art.2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Padova. - Sped. Abb. Indiretto - Contiene I.P. - Stampa Centrooffset Master - via Bologna 1/2 - Mestrino, (PD) - Prezzo E 0,0997
■
Apr
il e 2004
UNI EN ISO 9001:2000
Corsi di formazione per Operatori Socio Assistenziali nel campo dell’assistenza a:
Multiculturalità - Infanzia - Anziani - Disabili - Tossicodipendenti
Istituto Cortivo - Via Padre Ramin, 1 - 35136 Padova - www.cortivo.it
Quando economia fa rima con etica
Obiettivo di un'impresa è conseguire profitti. E
su questo potremmo essere tutti d'accordo.
Se invece consideriamo come questi profitti
sono generati ecco che alle volte vengono a
galla problemi che spesso hanno a che fare
con la correttezza dei comportamenti produttivi e gestionali, ovvero con l'etica imprenditoriale. Gli esempi in negativo non mancano di
certo, dalle recenti eclatanti vicende Cirio e
Parmalat a tante altre realtà italiane e internazionali denunciate per impiego di manodopera minorile o per il mancato rispetto dei diritti
dei lavoratori. Da un po’ di tempo in qua, però,
possiamo anche parlare di esempi in positivo.
E non sulla base del sentito dire o della segnalazione estemporanea di un'azienda che in
qualche frangente si è rivelata particolarmente "buona", ma a partire da dati precisi, da una
valutazione approfondita e scientifica, portata
avanti dai più prestigiosi enti certificatori (sì,
proprio quelli che rilasciano le tanto ambite
certificazioni di qualità) al fine di dichiarare
un'impresa
degna
di
fregiarsi
della
Certificazione
Etica
Sa8000
(Social
Accountability). Una medaglia importante, che
va a premiare non tanto il trend positivo del
fatturato quanto invece la correttezza dei rapporti, la trasparenza della gestione, l'equità del
trattamento e il rispetto dei diritti dei dipendenti. Una bella novità, che ha particolarmente attecchito proprio nel nostro bel Paese. Se
2
in tutto il pianeta, infatti, le imprese con il bollino della correttezza sono circa trecento, qui
da noi sono oltre cinquanta, un numero che ci
qualifica come i primi al mondo in questa particolare classifica seguiti dalla Cina con 42, dal
Brasile con 36, dall'India con 28, dal Vietnam
con 22 e dal Pakistan con 17. Per quanto
riguarda le nazioni più avanzate le aziende eticamente certificate si contano davvero sulle
dita di una mano: 5 in Francia, 4 in Spagna, 3
nel Regno Unito, 2 negli Stati Uniti. I perché di
questo scarso interesse sembra stiano nel
fatto che in questi Paesi molte aziende già
rispettano codici etici che si sono autonomamente date ma comunque, una volta tanto,
abbiamo un primato e vediamo di tenercelo
ben stretto. Sa8000, nata nel 1997 sulla base
dei principi etici sanciti dall'Onu, dalla dichiarazione dei diritti del fanciullo, dalle convenzioni
Ilo (International labour organization) e dalla
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,
certifica che l'azienda non utilizza lavoro minorile o lavoro forzato, rispetta la salute, la sicurezza e la libertà di associazione dei dipendenti, non discrimina, non applica punizioni o
coercizioni, rispetta l'orario di lavoro, garantisce una giusta retribuzione e adotta sistemi di
gestione affidabili e trasparenti. Detto questo
non ci resta altro che augurare lunga e felice
vita alle aziende certificate Sa8000: crescete e
moltiplicatevi, per una società più etica.
La redazione
CONFRONTI CON LA DIVERSITA’
"Ho svolto la seconda parte del tirocinio
in una struttura per disabili. All'interno
operava già personale O.T.A. (Operatore
tecnico assistenziale) mentre la presenza di operatori O.S.A. era stata solo sporadica. Al mio arrivo, quindi, non tutti
conoscevano questa nuova figura professionale. Spesso ho dovuto quindi
spiegare le differenze fra i due ruoli. Ma
è stato soprattutto nella pratica quotidiana che ho potuto esprimere le qualità e le potenzialità di un O.S.A. che
vengono non solo da una buona preparazione ma anche da una forte volontà
e da una spiccata predisposizione a
dare aiuto agli altri".
"Il lavoro OSA e OTA si differenzia infatti solo per
alcune mansioni. Il nostro campo d'intervento è più
vasto e tocca diversi aspetti della vita del paziente.
Nel nostro mansionario sono previste non solo la
cura dell'igiene, l'alimentazione e il governo della
casa o dell'ambiente in cui l'utente vive ma anche
attività socializzanti, ricreativo-culturali, accompagnamento, aiuto nel rapporto con i familiari, ecc. Un
lavoro di grande dedizione, quindi, ma sempre svolto in modo da favorire la piena autonomia del
paziente. La nostra è una professione che può
cadere nel tranello della "routine". La soluzione a
questo problema è il continuo aggiornamento, continuare a studiare e a migliorarsi per poter stare al
passo con le evoluzioni del settore. Rispetto al mio
primo tirocinio credo di essere molto maturata sia
nella relazione con l'equipe e con i degenti sia nella
capacità di agire da sola. Per quanto riguarda il mio
viaggio nel sociale oggi posso dire di avere una
Carmela Rago, al suo secondo tirocinio per la
buona esperienza anche nel campo della disabilità,
specializzazione disabili, si è messa nuovamen-
in particolare quella psichica. I disabili sono persone
te alla prova nella stessa struttura salernitana
spesso fortemente dipendenti, bisognose d'affetto e
che la vide tirocinante con gli anziani.
sostegno, molto ansiose, ipersensibili, con una per3
sonalità fragile. Con loro è fondamentale non
parte agli arti superiori. Il suo programma preve-
lasciarsi condizionare dalla prima impressione,
de attività finalizzate a fargli conseguire la massi-
spesso negativa. Bisogna isolare il disturbo e
ma indipendenza possibile. Oggi Fabio conduce
rivolgere l'attenzione alla loro globalità e agli
una vita quasi normale e anche le sedute con il
aspetti più profondi".
logopedista hanno permesso di raggiungere risultati sorprendenti. Di enorme aiuto sono stati i suoi
"C'è stata una persona nella mia vita che mi ha
familiari, che lo hanno sempre amato incondizio-
insegnato che il "diverso" è spesso fonte di
natamente e lo hanno supportato in tutto, facendo
inesauribile amore. Cecilia era mia zia, una
in modo che potesse realizzarsi al meglio. Fabio
tenera e dolce bambina nel corpo di un'adulta.
ha sofferto per la sua condizione, ma è una per-
Tra noi c'era un legame profondo, fatto anche di
sona affettivamente e socialmente capace. Il mio
coccole e interminabili giochi con le bambole".
intervento nei suoi confronti si è limitato a favorire il processo di socializzazione e integrazione.
"Trovarmi a contatto con i disabili mi ha portato a
Fabio è una persona sensibile e altruista, qualità
riflettere sul termine handicap. La parola ha una
che ho contribuito a rafforzare perché potesse
storia curiosa: hand in cap significa infatti la mano
metterle a disposizione degli altri. In questo senso
nel cappello e indicava, in origine, il sorteggio
Fabio è protagonista della sua vita, un assistente
della posizione dei cavalli allo starter. Alcuni par-
e non un assistito.
tivano "svantaggiati" e il termine fu quindi coniato
per indicare uno svantaggio in una corsa sportiva.
Infelice è la trasposizione metaforica: "svantaggiato" nella corsa per la vita… Chiunque può
essere quindi considerato o considerarsi tale se i
compiti o i traguardi da raggiungere risultano
superiori alle sue possibilità. Potremmo allora
chiamare handicappato non solo chi ha difficoltà
motorie o mentali ma chiunque non riesca a riempire il divario tra le proprie capacità e il risultato
che vorrebbe raggiungere. Ma le capacità di una
persona sono tante: motorie, intellettive, percettive, affettive e altre ancora. Non è detto che la persona apparentemente "normale" non difetti in
alcuno di questi aspetti. Eppure nessuno si
sognerebbe di definirlo handicappato. Io penso
che ogni individuo vada considerato nella sua
complessità e preso in considerazione per quello
che la sua personalità, nella sua interezza, esprime. Il mio viaggio nel sociale mi ha insegnato a
non giudicare per categorie. Ogni persona, anche
con capacità ridotte, ha potenzialità nascoste, da
sviluppare e valorizzare. Nel centro dove ho lavorato ogni paziente segue un programma personalizzato. Fabio, ad esempio, poco più che quarantenne, soffre dalla nascita di paraparesi spastica
che gli causa una riduzione della motilità volonta4
ria localizzata soprattutto agli arti inferiori e in
"Ci impegniamo non per riordinare il
mondo, non per rifarlo ma per amarlo"
B. Brecht
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L’ISTITUTO CORTIVO è convenzionato con ADECCO per la creazione di opportunità lavorative per i propri allievi
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ASILI AZIENDALI: UN SERVIZIO INDISPENSABILE
Approvata la legge ed erogati i primi finanziamenti, gli asili aziendali
spuntano come funghi. Con piena soddisfazione di dipendenti, quadri e
dirigenti che, risolto il problema di "dove mettere il bambino", dovranno adesso confrontarsi con metodi pedagogici e educativi. L'asilo
nido, infatti, rappresenta un'esperienza importante per un bambino
che può rivelarsi negativa se la struttura che lo accoglie funziona
solo come "parcheggio" e diventare invece molto positiva se
sono rispettati i diritti a un sano sviluppo psicofisico. La
legge, comunque, richiede requisiti ben precisi: tutto, dalle
norme di igiene alle attività ludiche, deve consentire al
bambino di crescere in perfetta armonia. Sinora il
Ministero del Welfare ha stanziato 10 milioni di euro e
approvato già 97 dei 227 progetti presentati. Tra le
aziende più rilevanti che presto apriranno un proprio
micronido sono la ditta di abbigliamento per bambini
Teddy, Dolce & Gabbana, Viaggi del Ventaglio,
Nokia, Teuco e Wella. Un'ottima opportunità per
piccole cooperative e imprese sociali che hanno
scelto come area di intervento il mondo della
prima infanzia.
CRESCE L'INTERESSE PER
L'IMPRESA SOCIALE
Si svolgono con sempre maggior successo le giornate di studio Cortivo
Planet, finalizzate a sviluppare nuovi
progetti di Impresa sociale presso la
splendida sede di Villa Ottoboni,
moderno centro servizi inserito in
un'antica e prestigiosa villa veneta. La
partecipazione, numerosa e interessata, ha visto impegnate allieve ed ex
allieve dell'Istituto Cortivo desiderose
di avviare una propria impresa nel
sociale. Alla formazione teorica, finaliz-
zata all'acquisizione di strumenti scientifici, giuridici e gestionali utili per una
buona conduzione dell'impresa, si
affianca la possibilità di visitare direttamente l'asilo nido aziendale di Villa
Ottoboni, riuscito esempio di microimpresa e soprattutto laboratorio in progress di nuove idee e nuovi percorsi
educativi.
La prossima sessione Cortivo Planet è
prevista per i giorni 22, 23 e 24
settembre 2004; la partecipazione,
riservata ad allievi ed ex allievi, è gratuita. Per informazioni contattare: Istituto
Co r t i vo - M arco Moro 049.8901222
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RICOMINCIARE
LA VOGLIA DI RICOMIN
“Ho iniziato il tirocinio seguendo i casi di
A.e S., due persone con un passato veramente sofferto. La voglia di uscire dalla
tragica esperienza della droga li accomunava, ma con diverse motivazioni. S.
voleva dimostrare al figlio che aveva
sempre deluso che, questa volta, ce l’avrebbe fatta. Non solo, aveva intenzione
di riprendere la scuola e così, io ed un
altro volontario, lo abbiamo aiutato
negli studi. Ho conosciuto anche la
moglie, mingherlina e dimessa, con nel
volto i segni della sofferenza. Eppure
quando guardava S. il suo sguardo s’accendeva d’una luce speciale.Più volte ho
pensato che proprio quell’amore sarebbe stato l’ancora di salvezza per S., la
vera speranza per ricostruire una vita,
una famiglia”.
ostacolata da una forma depressiva che manifestava
Questo il racconto di Erika Vagaggini, tirocinan-
Nel programma di riabilitazione del
Centro fondamentali sono i gruppi terapeutici, durante i quali si analizzano le
varie problematiche personali. Sono
momenti cruciali, soprattutto per i nuovi
arrivati che, spesso per la prima volta,
trovano finalmente qualcuno capace di
ascoltarli e di accettarli per come sono.
te presso un centro diurno per l’assistenza e il
reinserimento dei tossicodipendenti in provincia
di Firenze. La sua testimonianza continua con la
storia di A., una persona estremamente fragile
ma con la quale Erika è riuscita a stabilire sin da
subito un buon rapporto.
“Una vita dura anche quella di A.: poco più di 30
nel cambio repentino dell’umore, che lo faceva sembrare un’altra persona. Aveva bisogno di relazioni
positive, di persone che gli stessero accanto. Io e A.
parlavamo di tutto: di musica, di quello che succedeva nel mondo… e questo lo rendeva più sereno.
Quando è finito il tirocinio, A. ha chiesto all’equipe se
potevo tornare, magari a cena, qualche volta. Ciò mi
ha reso molto felice perché significava che, in fondo,
ero riuscita a portare qualcosa di buono nella sua
vita, un piccolo aiuto per imparare nuovamente a
credere in valori importanti come l’amicizia, la stima
e il rispetto.
Stare accanto a tossicodipendenti sulla strada del
recupero mi ha insegnato molto: sono persone deboli da un lato ma a volte anche molto capaci di manipolare gli altri a proprio vantaggio, un modo d’essere
tipico di chi è dovuto sopravvivere nel difficile mondo
della droga. E’ fondamentale conquistare la loro fiducia, solo allora riescono ad essere veramente se
stessi".
anni, abbandonato dalla madre a 14,
dieci anni trascorsi in carcere dei quali
molti mesi scontati per errore giudiziario, due fratelli anch’essi con problemi
di droga ed entrambi in prigione. A. ha
iniziato a ‘farsi’ quando aveva solo 15
anni. Mi accorsi del grande dolore che
si portava dentro la prima volta che lo
sentii parlare nelle riunioni di gruppo.
Ma dietro la sua fragilità nascondeva
un grande desiderio di smettere con la
droga, di chiudere con il passato, di
rinascere. La voglia era tanta, ma
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ESSERE E FARE PER I BAMBINI
"Ho 26 anni, amo stare a contatto con la
gente e non riesco a restare indifferente
di fronte ai tanti problemi che affliggono
l'umanità. Ma c'è una realtà in particolare che mi ha portato a decidere il mio
futuro: i bambini, quelli in difficoltà, che
crescono con fatica, che non conoscono
l'infanzia spensierata che gli spetta.
Diventare operatrice socio-assistenziale è
stata così una scelta "obbligata", il mio
impegno concreto per essere vicina ai
bambini che soffrono".
possibilità di stare con bambini piccoli e di imparare
da loro la forza della spontaneità, del "fare amicizia"
semplicemente, magari stando insieme anche una
sola giornata. Ho inoltre potuto confrontarmi con molti
problemi legati al disagio infantile ma anche con alcuni aspetti di me stessa che non conoscevo. Ho potuto
fare i conti con le mie iniziali insicurezze, affinare la
pazienza e la capacità di ascolto, sviluppare soprattutto le abilità professionali di un bravo operatore
socio-assistenziale e cioè l'autonomia di giudizio, l'elaborazione critica delle conoscenze, l'acquisizione di
più alti livelli di maturità. Importante è stata l'esperienza di una settimana con il gruppo dei bambini grandi,
nella fascia d'età tra 2 e 3 anni. La maestra titolare
dovette assentarsi per motivi personali e mi chiese di
Per Diana Schifio impegnarsi professionalmente
sostituirla lasciandomi piena libertà nella scelta delle
nel sociale è un imperativo morale. La sua voglia
attività, dei giochi e nell'organizzazione degli spazi. E'
di esprimere solidarietà e altruismo emerge limpi-
stata una settimana intensa, che ho pianificato giorno
da e schietta da queste pagine dedicate alla sua
dopo giorno in base all'umore e alle richieste dei bam-
esperienza pratica in una struttura per la prima
bini, tranne che per alcune attività fondamentali. Il
infanzia attiva nella provincia di Milano.
lunedì ci siamo dedicati al disegno libero, il martedì
alla manipolazione, il mercoledì ai giochi all'aria aper-
10
"Le trecento ore di tirocinio si sono rivelate un'espe-
ta, il giovedì alle costruzioni e il venerdì ai travesti-
rienza significativa e gratificante, hanno arricchito il
menti con foulard, stoffe, borse e cappelli particolar-
mio bagaglio culturale e relazionale, mi hanno dato la
mente indicati per i giochi simbolici e di ruolo".
L'asilo nido, se ben organizzato e gestito da per-
bili ed esperte
sonale competente, è sicuramente un ambiente in
è stato un pri-
cui il bambino può fare esperienze che lo aiutano
vilegio perché
a sviluppare le sue capacità di espressione e la
mi ha consentito di capire quanta umiltà, dedizione e
sua autonomia.
determinazione sono necessarie per far crescere i
bambini con equilibrio, soprattutto se sono bambini
"Quando mi si è offerta la possibilità di riprendere
problematici. Ma la parte più gratificante è stata la
gli studi non ho esitato, finalmente quel futuro che
relazione con i bimbi, fatta di sorrisi, tenerezze, inge-
avevo sempre sognato era a portata di mano. Mi
nuità e allegria, un mondo speciale pieno di vita, sin-
sono iscritta senza pensare alle difficoltà che
cero e carico d'affetto. Mi hanno regalato 300 ore d'a-
avrei incontrato, avevo solo voglia di poter far
more che non potrò mai più dimenticare.
qualcosa di concreto per me e per gli altri".
“Amo stare con i bambini. Mi fanno sentire viva,
Paola De Gianni, che ha svolto il suo tirocinio in
una scuola per l'infanzia nella provincia di
mi caricano di energia, mi danno gioia. Il loro
entusiasmo mi accompagna per tutta la gior-
Sondrio, ha 30 anni e una famiglia.
nata. Ogni cosa per loro è bella,
Eppure ha saputo conciliare
anche quella che per noi è insi-
lavoro, impegni familiari e
gnificante. I bambini hanno
studio pur di coronare il
altri occhi per conoscere,
suo desiderio di lavorare
occhi che vedono con il
con i bambini.
cuore, questo è il loro
fascino…”
"Non credevo di farcela
e invece eccomi al tra-
“Tutte le persone che
guardo, fiera delle mie
si trovano a fare una
capacità.
cosa
Finalmente
la
prima
volta si pongono mille
potrò esprimere i valori in
interrogativi: ce la farò?
cui credo da sempre come
Sarò in grado di affrontare
la solidarietà e l'altruismo,
determinate
che già metto in pratica nel mio
situazioni?
Saprò essere sicura di me o
saltuario volontariato in varie strut-
avrò delle incertezze? Andrò d'ac-
ture locali tra cui il reparto di pediatria
nell'Ospedale della mia città. I miei tre mesi di pra-
per
cordo con le persone che mi circondano?”
ticantato sono stati indimenticabili. A contatto con i
bambini e gli altri operatori ho potuto mettermi alla
Ed è proprio a quest'ultima domanda che rispon-
prova e aumentare la fiducia in me stessa e nelle mie
de in queste pagine Marina Gemma Pizza, reduce
capacità. Oggi so che sono in grado di lavorare con i
da un tirocinio in una scuola elementare in pro-
bambini, di stare bene con loro, di intervenire profes-
vincia di Avellino durante il quale ha potuto speri-
sionalmente anche nei casi che esprimono profondo
mentare il lavoro d'equipe. Vediamo cosa ci rac-
disagio. ll rapporto con l'equipe è stato altrettanto
conta.
positivo: ho imparato ad ascoltare, a confrontarmi, a
esprimere le mie idee e le mie difficoltà. Le maestre
"Devo dire che dopo pochi giorni tutte le paure erano
mi hanno insegnato ad instaurare il giusto rapporto
passate. Merito soprattutto dell'ambiente sereno in cui
con i bambini, senza eccessivi coinvolgimenti emotivi.
mi sono trovata a lavorare. I rapporti con l'equipe,
Poter affiancare durante il giorno professioniste sensi-
infatti, sono stati buoni sin dagli inizi. Mi sono sentita
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subito parte integrante del
gruppo. Forse perché la
disponibilità è stata totale,
sia da parte mia sia da parte
di tutti gli operatori, veramente eccezionali sul piano
umano e professionale. Ho
imparato molto dall'assistente C., con cui ho instaurato una profonda amicizia e
tanto devo anche alla mia
supervisore, che si è fidata
di me e delle mie capacità,
preziosa guida nei momenti più difficili. Delle mae-
sempre vive nella memoria le parole di una di loro:
stre P. e M. ricordo il grande senso dell'amicizia e
'Non pensare di essere stata solo tu ad imparare
la capacità di condividere la loro esperienza con
qualcosa da noi. Sappi che anche noi abbiamo
chi, come me, era alle prime armi. E poi la maestra
imparato qualcosa da te. Spero che tu abbia presto
A., sempre pronta ad offrirmi un passaggio la mat-
l'occasione di svolgere il tuo lavoro perché sei vera-
tina, e le insegnanti di sostegno, con cui ho forma-
mente in gamba'. Una vera e propria iniezione di
to un eccezionale gruppo d'aiuto per bambini in dif-
fiducia!".
ficoltà. Tutte insieme mi hanno sempre aiutato e
gratificato. Mi hanno fatto sentire una persona al
loro stesso livello lasciando spazio alle mie opinioni e chiedendomi dei suggerimenti. Il clima che si
era instaurato era di forte complicità e affiatamento
e, quando è giunto il momento di
accomiatarmi, mi hanno
ringraziato per il mio
contributo.
Porterò
"I primi giorni non sapevo come relazionarmi con i bambini e con i componenti dell'equipe. A volte nei miei
interventi non riuscivo a stabilire le
priorità, a pianificare con logica
le attività. La mia fortuna è
stata di avere al fianco
un'equipe che mi ha
supportato nell'assunzione delle mie
prime responsabilità con consigli e
suggerimenti. Così
ho imparato a stare
con i bambini e a
lavorare in armonia
con il gruppo".
Le foto sono tratte dalle Relazioni Finali di
Laura Corso, Crescenza Mirizzi e Giuseppina Sirugo
12
UNI EN ISO 9001:2000
Per offrire ai nostri allievi le migliori condizioni per un graduale
inserimento nei loro nuovi ambiti professionali, abbiamo attivato
significative sinergie con partner attivi nel Terzo Settore. Fra queste Banca Etica, specializzata nel credito all'impresa sociale,
Privatassistenza, attiva nella fornitura di servizi assistenziali,Vedior
e Adecco, agenzie di lavoro temporaneo e Vita, il settimanale che
dà voce al sociale interamente dedicato all'universo del non profit.
sociale
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D I A M O C R E D I TO A L S O C I A L E
Facciamo lavorare
i talenti
NON PROFIT MAGAZINE
13
Il seminario sui "Sistemi di
valutazione nell'area educativa e organizzativa nella scuola d'infanzia": per i
molti allievi del Cortivo giunti da tutta
Italia un'occasione unica di conoscenza
e confronto.
Ore 10.30: la splendida sala convegni di
Villa Ottoboni è gremita. Merito dell'argomento trattato ma anche delle due
relatrici, disinvolte e molto preparate. Il
seminario, due intense giornate sotto la
suggestiva volta a carena di nave rovesciata, riguarda la valutazione della qualità e degli interventi educativi nella
scuola d’infanzia. Il pubblico è costituito
in gran parte da allievi ed ex allievi
dell’Istituto Cortivo provenienti da tutta
Italia. “Sono momenti importanti. - afferma Paolo Nalon, presidente dell'Istituto
Cortivo - Riunire i nostri allievi ed ex
allievi significa mettere insieme le tante
gocce di un unico mare, quello della professionalità nel sociale sostenuta da valori forti quali la solidarietà e la condivisio-
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ne degli stessi obiettivi”. E’ ciò che
emerge un po’ da tutti i partecipanti,
uniti da un "pensiero unico": scegliere
di essere accanto agli altri, nel lavoro
o nel volontariato, non solo con il
cuore ma anche con una formazione
ai migliori livelli. Durante la pausa
caffè avvicino i partecipanti o, meglio, le
partecipanti, visto che la maggioranza è
decisamente al femminile. Gli accenti
sono i più diversi. Sardo, veneto, siciliano, emiliano, pugliese… Al gruppetto
vicino alla macchinetta del caffè chiedo
una riflessione sul seminario. Mi risponde
la giovane Federica da Montagnana, educatrice in una scuola materna. “E’ molto
interessante. Ci dà strumenti semplici e
immediati per lavorare meglio con i bambini. Credo che sarà molto utile anche
per affrontare il capitolo della riforma
Moratti che riguarda il portfolio, ovvero
il curriculum che noi operatrici dovremo
stilare per ogni bambino”. Poi incontro
Katiuscia che viene dalla Sardegna. Nella
vita fa la contabile. Si è iscritta al
Cortivo per passione. Il suo desiderio è
dare il meglio di sé nel sociale
“Frequentando il Cortivo ho trovato
informazioni, valori e propositività per
aiutare nel giusto modo i bambini in difficoltà, che sono tanti, non solo negli istituti ma anche nelle scuole normali”. Le
chiedo un parere su queste giornate a
Padova. Mi risponde che le sembra tutto
perfetto, non solo gli argomenti trattati
dal seminario ma anche l’accoglienza
calda e partecipativa degli organizzatori.
E’ rimasta colpita dalla serata dedicata
alla musica e alla poesia di Antonio
Bellò: un momento molto emozionante.
La pausa caffè è quasi terminata ma ho
ancora il tempo di scambiare qualche
parola con due simpatiche ragazze.
Concetta ha 27 anni e viene da Palermo,
anche lei fa la segretaria ed è impegnata
nel volontariato. Confessa di aver avuto
già una prima esperienza con Cortivo nel
1999. “Poi ho lasciato, ma ho ripreso alla
fine del 2000 ed ora eccomi qui, contenta di poter disporre di tutti gli strumenti
per trovare uno sbocco gratificante nel
campo del sociale. Il mio sogno? Aprire
una ludoteca con amici professionalmente affini: psicologi, educatori, ecc. Certo
aver frequentato l’Istituto Cortivo mi ha
dato sicurezza e anche le competenze per
avviare un’attività". Le chiedo cosa pensa
di questi incontri organizzati presso la
sede centrale. “Sono molto stimolanti. Ti
fanno sentire all’interno di un circuito
dove circolano idee, conoscenze ed esperienze. Essere qui, con compagne che provano i miei stessi sentimenti e desiderano
le stesse cose, non fa che confermare le
mie aspettative”. Mi rivolgo alla sua
amica, Lucia, che viene da Ferrara.
“Veramente sono siciliana di madre
modenese. - confessa sorridendo - Sono a
Ferrara con il mio fidanzato e sono molto
contenta della scelta che ho fatto. Gente
e realtà diverse ma l’obiettivo è il sociale,
non per nulla sono iscritta a Scienze
dell’Educazione e sto per laurearmi”. Mi
racconta che è anche impegnata nel servizio
civile,
settore
handicap.
“Un’esperienza a volte cruda ma comunque importante sul piano umano”.
Le chiedo che differenza ha notato tra la
preparazione universitaria e la formazione
Cortivo. “Non c’è dubbio - dice l’Università offre una maggiore preparazione teorica, ovvero una maggiore quantità di nozioni, ma come studente mi sono
sentita molto più seguita dal Cortivo:
insegnanti più attenti, iter personalizzati
e soprattutto tanta disponibilità per il
tirocinio e il lavoro di tesi finale, che
viene vagliato, verificato, analizzato in
ogni dettaglio. E questo, se hai lavorato
bene, ti dà molte soddisfazioni. Dico la
verità: è stato frequentando il Cortivo
che ho potuto conoscermi meglio, giudicare le mie capacità e capire che questa,
del sociale, è la mia strada. Se poi posso
esprimere un giudizio, questi incontri
sono utilissimi perché offrono strumenti
validi per affrontare con più professionalità i casi particolari”.
La pausa caffè termina, torniamo al semi-
15
nario: l’atmosfera è serena e rilassata, la
concentrazione molto alta. Le due relatrici coinvolgono continuamente la platea
invitando a raccontare le proprie esperienze. E’ molto interessante ascoltare
quello che le persone hanno da dire,
emerge in ogni caso una grande capacità
analitica e una profonda conoscenza delle
tematiche. La fine della mattinata è dedicata alla visione del film “Essere e avere”
che descrive la realtà di una multiclasse in
una piccola scuola rurale tra le montagne
francesi. Nella pausa pranzo siamo tutti
invitati al ricco buffet allestito nell’area
mensa, ricavata da un'antica rimessa di
Villa Ottoboni. Pranziamo con negli
occhi il panorama dello splendido giardino. Faccio conoscenza con molte ragazze e
con Alberto, uno dei pochi maschi partecipanti. Viene dalla provincia di Vicenza,
ha 36 anni e fa l’operaio. Ha deciso di
iscriversi al Cortivo dopo aver casualmente visto la pubblicità su un giornale. “Non
mi sono lasciato sfuggire l’occasione.
Volevo dare più valore alla mia vita.
Sentivo che lavorare solo per lo stipendio
mi impoveriva umanamente. Avevo
voglia di confrontarmi, di stare in un
ambiente con maggiore apertura mentale
e qui, al Cortivo, ho trovato le persone
giuste. La mia è un’esperienza positiva: gli
insegnanti sono stati splendidi, mi hanno
molto supportato e incoraggiato, c’era
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molto dialogo fra noi. Il massimo è stato il
tirocinio. Una parte l’ho svolta collaborando con “Il mondo nelle città”, associazione che opera all'interno del programma
nazionale di asilo ai rifugiati. Il mio compito era supportare una famiglia di pakistani. E’ stata un’esperienza bellissima, per
la prima volta ho potuto confrontarmi
con una cultura diversa dalla mia e capire
le enormi difficoltà che vive chi arriva in
Italia da straniero. Associazioni come
queste e operatori ben preparati sono la
migliore risposta ai pregiudizi e soprattutto all’ignoranza. Ci vogliono competenza
e strumenti chiari come quelli che stiamo
apprendendo oggi”. Gli chiedo le sue
impressioni sulla giornata “Trovarsi tra
allievi del Cortivo che giungono da tutta
Italia ti fa sentire che non sei solo ma che
sei una forza, tante persone che la pensano come te e con la stessa voglia di fare”.
E’ d’accordo anche Sara, 19 anni e un sorriso radioso. Si è appena diplomata in
ragioneria ma il suo futuro non lo vede tra
i libri contabili "Ho bisogno di sentirmi
utile - esclama - di trovare un lavoro che
sia d’aiuto ad altri. L’ho capito facendo la
volontaria nella 'Scuola della pace', un
progetto della Comunità di S. Egidio che
si occupa di bambini extracomunitari. Al
Cortivo apprendiamo molte cose utili per
il nostro lavoro, ma soprattutto troviamo
un ambiente ricco di valori importanti, di
persone che sanno esserti vicine. Qui
sento che posso mettermi in gioco e fare
progetti. Credo che nella vita bisogna
anche accettare i rischi. Un lavoro difficile, un caso particolarmente coinvolgente… Ma se uno vive gli ostacoli come
impulsi a migliorare, come prove da superare, allora la vita diventa una magnifica
avventura. E’ questo lo spirito che anima
anche molti altri miei coetanei che oggi
ho incontrato al seminario”. Altrettanta
determinazione esprime Maria Luisa,
capelli scuri e uno sguardo che rivela dolcezza e forza al tempo stesso. Una ragazza
coraggiosa. Terminati gli studi al Cortivo
ha lasciato Agrigento e si è impegnata per
un anno nel servizio civile in una struttura dell’area milanese che ospita minori
vittime di abusi e maltrattamenti. “Il mio
non è stato coraggio. Ho solo seguito la
mia strada, quella di essere coerente con i
miei valori. Certo, se non avessi avuto chi
mi spingeva a credere in me stessa forse
non ce l’avrei fatta. Il merito è anche del
grande feeling con i professori
dell’Istituto, che mi hanno seguito passo
dopo passo garantendomi un percorso formativo veramente personalizzato. Mi
hanno capita e mi hanno stimolata a fare
scelte consapevoli. Senza di loro non
avrei mai trovato la forza di trasferirmi”.
La sollecito a raccontare la sua esperienza. “Lavorare in una città che non cono-
scevo e con ragazzi fortemente provati è
stato agli inizi difficile. Molti miei compagni del servizio civile hanno mollato.
Ma io no. Avevo tutte le conoscenze e gli
strumenti per comprendere e superare le
difficoltà. Ero preparata, nessuno mi
aveva illusa che bastasse la buona
volontà. Ora, finito il servizio, troverò un
lavoro a tutti gli effetti”. Le chiedo di fare
una riflessione sulla realtà del Cortivo
“Una giornata come oggi ne è la testimonianza: il Cortivo sa offrire risposte concrete a molti giovani che vogliono dare
un senso alla loro vita. Oggi qui siamo in
tanti, ma tutti abbiamo l’impressione di
essere un unico organismo, mosso dalla
stessa volontà”. I suoi compagni annuiscono. Ci salutiamo e li lascio alla seconda parte della giornata di studio. Come un
operoso sciame d’api rientrano nella grande sala, in pochi minuti il silenzio si fa
assoluto. Fa bene vedere tanti giovani che
credono in se stessi, nei loro sogni, nelle
loro possibilità. Fa bene soprattutto constatare che ci sono realtà capaci di garantire loro le conoscenze, i valori e gli strumenti per poter operare nel sociale mantenendo puri e intatti gli impulsi che vengono dal cuore.
17
GLI ANZIANI, MAESTRI E AMICI
"Attraverso la mia esperienza di tirocinio
posso dire di aver scoperto me stessa, in
quanto ho visto emergere doti e capacità
che hanno aperto un nuovo capitolo della
mia vita e lo hanno colorato di profonde
emozioni: mi sono accorta di essere una
buona osservatrice, di essere comprensiva
e disponibile, soprattutto ho scoperto di
avere la forza e il coraggio necessari per
affrontare le difficoltà".
età, studiarne caratteristiche e problematiche, in fondo
è facile: vivere quotidianamente a contatto, condividere
sofferenze e stati d’animo, è tutt’altro. Stare vicino a un
anziano autosufficiente, cordiale, aperto al dialogo e
accompagnarlo a passeggio è piacevole.
E’ difficile, invece, approcciare l’altra
faccia della medaglia, la sofferenza.
Solo
così,
però, ho avuto
l'occasione di
conoscere persone eccezionali, piene di
grinta e con una
Così Annamaria Milo commenta il suo primo con-
grande voglia di
fronto con la realtà degli anziani in un istituto della
vivere nonostan-
provincia di Salerno. Un periodo durante il quale,
te le malattie e la
anche grazie agli aiuti, consigli e stimoli degli altri
solitudine.
operatori, ha saputo dare il meglio di se stessa.
“maestri di vita”
Veri
che, con le loro
18
“Ho imparato a nascondere le ansie e le preoccupazio-
storie ed esperien-
ni, ad autocontrollarmi e a pormi nei confronti degli
ze, mi hanno fatto
utenti in modo positivo ed equilibrato. Parlare di terza
capire i valori che contano:
18
due generazioni a confronto, il passato
che ritorna e insegna al futuro mentre una
lacrima spunta fra la ragnatela di rughe”.
"Sono entrata in contatto con il mondo
della terza età con trasporto e ammirazione. Per me, che non avevo potuto conoscere i
giamenti. Tino parlava quasi sempre per proverbi,
miei nonni e che con le mie nonne avevo
ne aveva uno per ogni situazione. Anch’egli, però,
avuto solo contatti saltuari, era una realtà
riusciva a darmi consigli e a farmi pensare. Giovanni
sconosciuta. Anche per questo il tirocinio è
e Carla erano invece una splendida, innamoratissi-
stato per me un’esperienza veramente ricca,
ma coppia. Mi volevano dimostrare che l’amore
stimolante e profonda".
vero esiste, che loro ne erano la prova e mi spingevano a non perdere mai la speranza”.
Stefania
Ricci,
tirocinante
presso
una
Cooperativa assistenziale della provincia di
Viterbo, racconta dei suoi assistiti come di persone con le quali ha intessuto rapporti veri, fatti
di rispetto, ammirazione e… amicizia.
“Gino aveva 83 anni. Ostinato, forte, faceva di tutto
nonostante
avesse
solo
il
braccio
sinistro.
Ognuno di loro mi ha dato tanto, un
bagaglio di ricordi, riflessioni e risate
del quale saprò far tesoro per tutta la
mia vita.
Osservare la sua ricercata autonomia mi rendeva
orgogliosa e fiera di lui e mi faceva riflettere molto.
Piera, con la sua amarezza per le disgrazie del passato e la sua grande forza interiore, suscitava la mia
Le foto sono tratte dalle Relazioni Finali di
Vincenza Tatiana Mancuso e Angela Ciliberti
ammirazione. Da lei traevo insegnamenti e incorag-
19
C’è una
banca
che
coltiva
progetti.
Raccoglie
il risparmio
mette
a frutto
l’impegno,
fa crescere
l’economia
sociale.
Con Banca Etica
la solidarietà ha messo radici.
Banca Etica é convenzionata con l’Istituto Cortivo per la promozione e lo sviluppo dei progetti Cortivo Baby Planet
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ESPERIENZE TRA I BIMBI DEL MONDO
Per tutti era un lunedì come un altro ma
per me era il primo giorno di "lavoro",
c'era il sole ed era una giornata meravigliosa, perfetta. Varcato l'uscio della classe dove avrei lavorato iniziai subito a
conoscere le altre insegnanti e, pian
piano, anche i bambini, le mie "gioie".
Dovendo prendere in considerazione il
ramo "multiculturalità", ho concentrato
sin dall'inizio la mia attenzione sui piccoli di altre nazionalità…
e attento, il giorno della recita di fine anno. Ciò nonostante l'atteggiamento di Gina mi preoccupava e non
poco. Arrivava sempre a scuola a testa bassa, con gli
occhi al pavimento, spalle curve in avanti: portava con
sé un orsacchiotto molto vecchio con cui giocava e dal
quale non si separava mai. Non parlava, al massimo
quando le dicevo di fare qualcosa annuiva o meno con
il capo. Sembrava aver capito ciò che le proponevo
ma poi mi rendevo conto che non era così e che
annuiva a caso tanto per soddisfare in qualche modo
l'interlocutore. Mi stringeva il cuore. Abbandonata
dopo la nascita dai veri genitori, vissuta sempre in un
istituto, non aveva mai conosciuto le coccole della
mamma. Era solitaria e un po’ aggressiva… spero
Barbara Mauro racconta così il debutto del suo
proprio che per lei ci sia un futuro migliore, se lo meri-
periodo di tirocinio, svolto in una scuola materna
ta davvero.
di Ancona con bambini da meno di tre a sei anni di
Un altro bimbo di tre anni era Ziung, arrivato da pochi
cui alcuni stranieri, a cominciare da Gina.
mesi dalla Corea del Sud. Suo padre è un famoso
musicista, sempre in giro per il mondo per motivi pro-
"Aveva tre anni, Gina, era nata in Ucraina ed era stata
fessionali. Ziung non parlava mai ma mi capiva quan-
adottata da italiani. Da pochi mesi in Italia, riccioli
do gli dicevo qualcosa e rispondeva a gesti o con
biondi e occhi azzurri, era letteralmente adorata dal
sguardi sempre molto eloquenti. Gli volevo bene con
papà che avevo avuto modo di osservare, premuroso
quei due meravigliosi occhioni neri, era molto educa-
21
21
to, rispettava tutti, seguiva le regole e non litigava mai
Nico. Di circa due anni e mezzo, erano ben predisposti
con i suoi compagni.
verso la musica e il movimento ma richiedevano di
Quattro anni aveva invece Giorgio, albanese, in Italia da
essere costantemente stimolati perché dimostravano
meno di un anno. Biondo, occhi verdi e carnagione
scarso o nessun interesse per qualsiasi cosa. Nel
chiara, sembrava un norvegese. Era dolcissimo, pacato
tempo sono migliorati, hanno raggiunto dei buoni tra-
e tranquillo, giocava con tutti ma aveva ancora molti
guardi di comunicazione con i compagni e mi hanno
progressi da fare nelle attività didattiche. Non che gli
dato delle belle soddisfazioni".
mancasse l'intelligenza, ma lavorava bene solo
quando si sentiva seguito con pazienza e
re della pelle ha sempre avuto un solo
comprensione.
significato: la meraviglia di una
Poi c'erano le tre coppie.
La
prima
Per me la diversità di cultura, lingua e colo-
erano
Ingrid
realtà così diversa e così unica
e
in questo mondo meraviglio-
Marianne, sorelline di quattro
e
cinque
anni
nate
so. All'inizio credevo che
in
lavorare
Germania da papà tede-
con
bambini
sco e mamma italiana.
immigrati sarebbe stato
Bravissime, due bambo-
più semplice per me
le di porcellana dai
straniera ma mi sba-
capelli scuri e lunghis-
gliavo: serve comun-
simi e dagli occhi
que tutta l'attenzione
grandi e penetranti,
e la disponibilità per
conoscevano abba-
capire
stanza la nostra lin-
di ognuno, sempre
gua e riuscivano in
diverse e sorpren-
quasi tutte le attività,
denti.
le
storie
disegnavano benissimo e, come due vere
Questo è il preambolo
"donne", si immedesi-
all'esperienza di tiroci-
mavano nei mestieri da
nio di Banga Simfa
adulte,
facevano
Tejero, svolto in una
le
scuola materna affiancan-
mamme, le dottoresse, le
do una maestra in tutte le
commercianti, le ballerine, le
attività dei bambini: didattica,
cantanti, le maestre e così via.
ricreativa, in palestra, in mensa
La seconda erano due legatissimi
cugini di Santo Domingo, in Italia da
circa nove mesi. Meravigliosi, solari,
capelli scurissimi con eccentriche acconciatu-
e
nel
riposo
pomeridiano.
Impegnativi mesi di lavoro che, come
la stessa Banga racconta, l'hanno resa più
re, mostravano molto affetto nei miei confronti, mi salu-
forte, più sensibile e più comprensiva, più pronta a
tavano e mi abbracciavano. Letizia conosceva poco la
rispettare e accettare le persone e i loro valori.
lingua, si migliorava con qualche imprecisione ma sem-
22
pre con grande forza di volontà. Den invece mostrava
"Nei miei primissimi giorni come operatrice non sapevo
tante difficoltà. Gli sono stata molto vicina ma aveva
come comportarmi. Per fortuna il mio tutor mi dava le
poco interesse per la scuola, era un bambino particola-
giuste indicazioni su come affrontare certe situazioni
re, tanto timido quanto permaloso con tutti.
soprattutto senza cadere nel pietismo che di certo non
La terza, infine, erano i due gemellini greci, Costa e
può aiutare me né tanto meno i bambini. I bambini. E' di
loro che voglio raccontare. Ci sono state occasioni
durante il tirocinio nelle quali ho svolto attività di
doposcuola. Proprio in una di queste situazioni ho
conosciuto Taldek, un bambino di 7 anni provenien-
stato Mali, indiano di cinque anni, da poco in Italia,
te dall'Eritrea. Ricordo ancora i suoi occhi neri e il suo
molto amato dai genitori. Era un bambino sveglio,
sguardo forte e penetrante. Lo aiutai a finire i compi-
con problemi di lingua perché anche i suoi non par-
ti così che potesse andare fuori a giocare e questo è
lavano bene l'italiano. Una volta siamo venute a
stato il primo passo verso un profondo rapporto di
sapere dalla mamma che l'atteggiamento positivo
amicizia. Avevo conquistato la sua fiducia ma dove-
dimostrato a scuola ha il suo rovescio della medaglia
va ancora sorprendermi. Un giorno mi ha preso in
a casa: spesso piange perché soffre la mancanza dei
disparte e, mentre io mi ero preparata a parlare con
parenti e degli amici. Mi sono sempre impegnata ad
lui come a un bambino, mi resi ben presto conto con
aiutarlo il più possibile affrontando la situazione con
mio grande stupore che mi stava raccontando la sua
tranquillità e cuore sereno: un suo sorriso era la
vita utilizzando un linguaggio e degli strumenti comu-
migliore ricompensa ai miei sforzi e devo dire che
nicativi tipici di una persona molto più grande della
con il passare del tempo ne ricevevo sempre di più e
sua età.
sempre più convinti.
Un altro bambino che ha attratto la mia attenzione è
L'ultima bambina della quale desidero raccontare in
questa occasione è Olga, quattro anni, di
origine russa. Vive con la mamma perché
il babbo è morto prima che lei nascesse.
La sua famiglia è composta anche dalla
nonna materna e da due fratelli che vivono in Russia e che lei non ha mai conosciuti se non attraverso le fotografie che la
mamma le fa vedere spesso. Olga è molto
particolare per la sua maturità. Anche se è
quasi sempre triste e pensierosa, dimostra di comprendere il fatto che la mamma
deve lavorare tanto per aiutare i due figli
rimasti con la nonna in Russia. Quando
vengono le altre mamme a prelevare i loro
figli probabilmente anche lei spera di poter
dire come i suoi compagni "è arrivata la
mamma!" ma comunque rimane tranquilla
ad aspettare il suo momento, nel tardo
pomeriggio, quando finalmente la mamma
arriverà per davvero a prenderla per portarla a casa. Sia io che gli altri operatori
abbiamo non solo seguito il meglio possibile la bambina nella sua crescita ma
abbiamo anche esteso la nostra disponibilità alla mamma per aiutarla in qualsiasi
cosa abbia bisogno".
23
Il Comitato Scientifico, organo indipendente di controllo per la valutazione dell’attività didattica dell’Istituto Cortivo, è costituito da personalità di chiara fama scelte nel mondo accademico e delle professioni.
Il Comitato affianca costantemente la direzione dell’Istituto Cortivo nell’elaborazione del progetto didattico-formativo, esprimendo la propria autonoma valutazione e suggerendo tutti gli
interventi ritenuti opportuni per il miglioramento della attività formativa, con l’obiettivo di una
sempre maggiore qualificazione dei corsi.
Presentazione del Comitato Scientifico
Prof. Antonio Condini:
Prof.ssa Giovanna Axia:
Prof. Filippo Calamoneri:
Prof. Piero Cavagnoli:
Prof. Rosario Drago:
24
Ordinario di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Padova,
Direttore dei Servizi Sociali, azienda uls 16 - Padova
Presidente del Comitato Scientifico
Docente di Psicologia dello Sviluppo dell’Università di Padova
Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile Università di Messina
Psicologo - Presidente Regionale SIPEF - Società Italiana di Psicologia,
Educazione e Formazione
Consulente del Ministro dell’Istruzione, dell’ Università
e della ricerca
L'attività dell'Istituto Cortivo prevede da sempre la fornitura di servizi per l'organizzazione tecnica e logistica di congressi di elevato profilo scientifico su temi inerenti le
problematiche del sociale. Oggi, nella nuova struttura congressuale inserita nella
prestigiosa cornice di Villa Ottoboni, l'Istituto Cortivo mette a disposizione un
moderno e attrezzato Centro Convegni con reception e tre sale di varie
dimensioni perfettamente attrezzate per accogliere eventi e meeting di
levatura nazionale e internazionale.
Il nostro Istituto, con la collaborazione
del Comitato Scientifico, opera nel settore
dell'editoria privilegiando pubblicazioni sulle
tematiche sociali che più interessano le attività
dell'Istituto Cortivo. Al periodico "Incontri" si aggiungono una collana editoriale con saggi di alto valore scientifico e una prestigiosa rivista di psicopatologia e psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza. Iniziative di notevole spessore, che
testimoniano il nostro impegno e il nostro interesse nei riguardi di
una comunicazione che va oltre l'immagine per valorizzare analisi e studi
utili allo sviluppo della ricerca scientifica.
25
S
I
Il v p azio n contri re
a r ienze di tirocinio ma anche
ostr
c
i
n
Ecc o due belle t estimonianze tr a le
o sp
u
azio er com
tan t e che ci giungono dalle nostre
della loro vita e dei loro sta ti d'a p
aff e ziona t e lettr ici. R acc on tano di espe ni mo. C osì ci scr iv ono S ilvia e M ar ia…
Spettabile Istituto Cortivo,
colgo l'opportunità per ringraziarvi in quanto grazie a voi sono riuscita e realizzare il mio
desiderio di lavorare nel sociale. Al momento infatti lavoro come operatrice sociale nella
Cooperativa in cui ho svolto il tirocinio, un impegno che mi dà non solo la possibilità di sentirmi realizzata in campo professionale ma soprattutto di rendermi utile e di aiutare chi è
meno fortunato. Inizialmente ero un po’ scettica sul fatto che questo corso mi avrebbe fatto
trovare un posto di lavoro sicuro ma ora sono pronta a incoraggiare tutti coloro che in questo momento hanno le mie stesse incertezze. Nel ringraziarvi nuovamente, porgo i miei più
distinti saluti
Silvia Cristofani
Caro Istituto Cortivo,
l'incontro con la vostra realtà si è rivelato per me come una manna discesa dal cielo. Oggi
credo che diventare un'operatrice socio assistenziale sia stata la risposta giusta ai tanti dubbi
che hanno tormentato la mia infanzia e parte dell'adolescenza, anni in cui ho trascorso tantissime intere giornate a chiedermi il motivo per cui una bambina abbia dovuto imparare a
soli nove anni ad accettare di vivere in una famiglia in cui era venuto a mancare l'uomo che
tuttora ritengo il più importante della mia vita, mio padre. Il tempo scorreva lentamente e in
ogni istante sentivo più di tutto la consapevolezza di essere… un'orfana. A volte mi capita
di pensare che tutto ciò che il destino ci offre non capita mai per caso ma che tutto sia regolato da una legge divina, proprio quella che ha voluto che un giorno come tanti divenisse per
me il più bello della vita: 25 giugno 2003. Prima, leggendo i vostri opuscoli, mi chiedevo se
aver cura di qualcuno può davvero cambiare una persona. Poi, da quel giorno speciale, i
miei dubbi e le mie perplessità sono svanite per lasciare il posto a una dolce brezza che, con
la sua intensità, ha colmato il grande vuoto che attanagliava il mio cuore da circa… un'eternità! Dopo le prime settimane con i bambini, tutte quelle "utopie" che leggevo fra le righe
della rivista Incontri sono diventate una dimensione familiare, tanto da farmi ricredere su
tutto ciò che avevo pensato. In effetti ogni giorno vissuto con le mie piccole pesti mi ha
donato nuove ed entusiasmanti emozioni. Ogni loro gesto mi giungeva dritto al cuore con
forza incredibile. I loro sorrisi rallegravano le mie giornate, i loro successi gratificavano il mio
operato, i loro pianti mi incoraggiavano a dare di più, tutto per me aveva valore. Stando con
loro ho rievocato i momenti in cui ho goduto delle tante premure di mio padre, ma non con
tristezza, finalmente con gioia. Tutto questo grazie a voi
Maria Napolitano
26
Riportiamo, come di consueto, le ultime offerte di lavoro giunte presso la sede dell’Istituto Cortivo. Gli allievi che abbiano già conseguito l’attestato possono farne richiesta direttamente presso l’Istituto.
Ricordiamo alle Strutture che potranno inviare la loro richiesta al Centro di formazione professionale Cortivo - Via
Padre Ramin, 1 – Padova o mediante fax (049/8901213) o via e-mail: [email protected]. Le richieste saranno esaminate e otterranno risposta al più presto. Inoltre, salvo richiesta specifica, saranno pubblicate su questa pagina del nostro notiziario, nel primo numero disponibile.
COOP. SOCIALE “IL SENTIERO” ricerca per servizi di tipo domiciliare Operatori Socio
Assistenziali per anziani e disabili.
CASA DI RIPOSO ricerca Operatori Socio assistenziali per anziani.
COOPERATIVA SOCIALE “CRAS” ricerca per inserimento in proprie strutture Operatori
Socio assistenziali per anziani e disabili.
ASSOCIAZIONE CULTURALE “PLAYTOWN” seleziona Operatori Socio assistenziali per l'infanzia e Operatori multiculturali.
ASSOCIAZIONE “ALBACHIARA” ricerca per selezione Operatori Socio assistenziali da
impiegare in servizi domiciliari.
“SERENI ORIZZONTI” seleziona Operatori Socio assistenziali per anziani.
COOP. SOCIALE “IL MELOGRANO” operante nel settore socio-educativo, di assistenza
domiciliare per anziani e disabili, seleziona personale in possesso della qualifica di
Operatore Socio assistenziale.
COOP: SOCIALE “CAAP” seleziona allievi dell'Istituto Cortivo che abbiano conseguito il
titolo di Operatore Socio assistenziale per disabili.
“EURO-PLACEMENT” agenzia specializzata nella ricerca e selezione di personale ricerca
Operatori Socio assistenziali per infanzia, per disabili, e Operatori Multiculturali.
“SOLUTION” agenzia di servizi, ricerca per propria clientela selezionata Operatori
Socio assistenziali per anziani e disabili.
27
TOTE ADV - Moro - Pd
Centro Formazione Professionale per
Operatori Socio Assistenziali
INCONTRI/INF - B
Desidero avere personalmente tutte le informazioni relative al
Corso di Operatore Socio Assistenziale per:
Ambiti di specializzazione:
❏ Infanzia
❏ Disabili
❏ Anziani
❏ Tossicodipendenti
❏ Operatore Multiculturale
❏ Assistente Turistico per disabili
Cognome
Nome
Abitante in via
nº
Località
(
Titolo di studio
) Tel.
c.a.p.
Data di nascita
e-mail
Occupazione attuale
/
/
Multiculturalità
Infanzia
Anziani
Disabili
To s s i c o d i p e n d e n t i
Assistente Turistico per Disabili
✔
✔
✔
✔
Corsi e frequenze personalizzati
300 ore di Tirocinio Pratico
Assistenza alla ricerca di impiego
Centri didattici in tutta Italia
Orario di reperibilità
Motivo dell’interesse
CEDOLA DA COMPILARE, RITAGLIARE E SPEDIRE IN BUSTA CHIUSA A:
Istituto Cortivo Via Padre Ramin, 1 - 35136 PADOVA
I dati trasmessi e che Lei, ai sensi della legge 675/96, ci autorizza a trattare e comunicare saranno utilizzati ai soli fini della presente selezione attitudinale.
Aggiornamenti o cancellazioni dei dati dovranno essere richiesti all’Istituto Cortivo, via Padre Ramin 1 - 35136 Padova
www.cortivo.it
L’Istituto Cortivo opera dal 1984 - Certificazione di
Qualità UNI EN ISO 9001:2000 certificato n.M059
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aprile 2004 - Istituto Cortivo