|
g e n n a i o 2 014
1
Numero 35 | gennaio 2014
NATURA 2000
Proteggere
le specie
indigene
dalle aliene
invasive
Ambiente
ISSN 1562-5478
Notiziario natura e biodiversità
Notiziario natura e biodiver sit à
2
Notiziario natura e biodiver sit à
|
g e n n a i o 2 014
© Shutterstock
© Thinkstock
Natura2000
Notiziario natura e
biodiversità
Gennaio 2014
Contenuti
3–4
Il premio Natura 2000
5–7 La procedura di autorizzazione
secondo l’articolo 6.3 –
facciamo il punto
8–9
Barometro Natura 2000 –
aggiornamento al 2013
10–13
Specie Esotiche Invasive,
proposta di una nuova
legislazione europea
14–16
Natura News
© Thinkstock
I nuovi strumenti finanziari dell'UE offrono molteplici possibilità di finanziare la gestione di Natura 2000.
Editoriale
© iStock
Abbiamo apportato gli ultimi ritocchi agli strumenti finanziari europei per il periodo 2014–2020, e, a questo
proposito, vorrei richiamare l’attenzione dei lettori sulle nuove e importanti opportunità per il finanziamento
di Natura 2000 e delle Infrastrutture Verdi.
Rispetto a sette anni fa, il valore socio-economico della natura, in generale, e dei molteplici vantaggi che,
in particolare, Natura 2000 e le Infrastrutture Verdi possono portare alla società è riconosciuto in misura
maggiore. Mi auguro che questo incoraggi i politici a tenere entrambi in maggiore considerazione nei loro
processi decisionali, e che i benefici offerti siano impiegati al meglio per promuovere un processo di sviluppo
più integrato, inclusivo e sostenibile, in linea con la strategia di Europa 2020.
La mia Direzione ed io continueremo ad incoraggiare questo processo in ogni modo possibile. Stiamo già
promuovendo, all’interno della Commissione Europea, i Quadri di azioni prioritarie prodotti dagli Stati
membri, e stiamo inoltre organizzando per le autorità nazionali seminari informativi su come accedere ai
fondi comunitari per Natura 2000. In ultima analisi però, spetterà agli Stati membri sfruttare al meglio le
opportunità e assicurarsi che i programmi operativi favoriscano un tempestivo e opportuno utilizzo dei fondi
per Natura 2000 e per le Infrastrutture Verdi.
© Shutterstock
L’inizio di un nuovo anno è un buon momento per fare il punto su quanto è stato già realizzato. Con oltre
27.000 siti in 28 Paesi, la Rete Natura 2000 rappresenta una delle più ambiziose azioni pratiche intraprese
per arrestare e invertire la perdita di biodiversità in atto in Europa.
Soltanto questo è già motivo di celebrazione, ma nell’intraprendere la gestione di questa importante risorsa,
è fondamentale rendere omaggio a tutti coloro che hanno lavorato sul campo per rendere la rete un successo
operativo, siano essi proprietari terrieri o fruitori, enti locali, gestori di siti, ONG, o cittadini motivati.
Un vecchio motivetto jazz americano ci ricorda la necessità di “ac-cen-tu-are il positivo”, e in questo spirito,
sono molto orgoglioso di annunciare il lancio del nostro nuovo Premio Natura 2000, che ha lo scopo di
riconoscere l’eccellenza e mettere in evidenza storie di successo legate alla gestione dei siti Natura 2000 a
beneficio della natura e delle persone, su cui troverete maggiori dettagli in questo numero.
Copertina: Lo scoiattolo comune.
©Mark Boulton/4nature
Janez Potočnik
Il Commissario europeo
N
Noottiizziiaarriioo nnaattuurraa ee bbiiooddiivveerr ssiitt àà
| ggeennnnaaiioo 22014
014
3
© LIFE 99_NAT_D_006051
Il premio Natura 2000 mira a riconoscere i contributi più importanti alla conservazione dei siti Natura 2000.
Il Premio
Natura 2000
Il Premio Natura 2000
riconosce l’eccellenza nella
gestione dei siti Natura
2000 e i successi nella
conservazione, mostrando
il valore aggiunto della rete
per le economie locali, e
sensibilizzando l’opinione
pubblica in merito al prezioso
patrimonio naturale europeo.
© Zakupak/ Wikicommons
La creazione della rete Natura
2000, con i suoi più di 27.000
siti, è, senza dubbio, uno dei più
grandi strumenti dell’Europa
per arrestare la perdita di
biodiversità. Sostiene un
approccio moderno, flessibile e
inclusivo che mette i cittadini
europei al centro del processo.
Riconosce anche la stretta
dipendenza fra l’uomo e la
natura. La natura ha bisogno
del nostro aiuto, ma, in cambio,
ci ripaga con i molteplici servizi
ecosistemici che fornisce.
Ognuno ha un ruolo centrale
da svolgere per rendere Natura
2000 un successo – sia i
proprietari privati e fruitori, che i
responsabili della conservazione,
comunità locali, ONG, autorità
pubbliche, o semplicemente
membri interessati del pubblico
generico. Molte persone sono
già attivamente impegnate nella
conservazione e gestione dei
singoli siti Natura 2000 in tutti i
28 Stati Membri.
Tuttavia, troppo spesso, questa
dedizione e impegno passano
inosservati e non vengono
riconosciuti. Inoltre, la stessa rete
Natura 2000 continua a rimanere
sconosciuta per molti europei.
Secondo l’ultima indagine
dell’Eurobarometro nel 2013 solo
il 27% degli intervistati ne ha
sentito parlare e ancora meno
(11%) comprendono realmente di
cosa si tratta.
Gli obiettivi del Premio
È per questi motivi che la
Commissione Europea ha deciso
di lanciare un premio annuale
Natura 2000, per puntare i
riflettori su Natura 2000 e
rendere tributo a tutti coloro
che lavorano senza sosta per
renderla un successo operativo.
Nello specifico, il Premio Europeo
mira a:
· Riconoscere l'eccellenza nella
gestione e promozione di
Natura 2000;
· Fornire esempi di storie di
successo provenienti da tutta
l'Unione europea, che possano
agire quale fonte di ispirazione
e di incoraggiamento per
gli altri, e contribuire a
promuovere esperienze di
buone pratiche;
· Alzare il profilo di Natura 2000
e portare all'attenzione del
grande pubblico gli importanti
risultati raggiunti, in linea
con l'impegno assunto nella
Strategia per la Biodiversità
2020 di lanciare una grande
campagna di comunicazione su
Natura 2000 entro il 2013.
4
Notiziario natura e biodiver sit à
|
g e n n a i o 2 014
© LIFE_98_NAT_P_005275
Le categorie del Premio
Il 2014 sarà il primo anno del Premio. È rivolto a chiunque
sia direttamente coinvolto nella rete Natura 2000 – imprese,
enti locali e regionali, ONG, volontari, proprietari terrieri,
istituti di istruzione o individui.
Ci sono cinque categorie di premio tra cui scegliere:
· Conservazione: Questo premio è aggiudicato ai successi
ottenuti nel migliorare lo stato di conservazione di un
particolare habitat e/o gruppo di specie. Gli habitat o le
specie di riferimento devono essere inclusi nell'Allegato I o II
della Direttiva Habitat o nell'allegato I della Direttiva Uccelli,
o riguardare un uccello che migra regolarmente.
© LIFE99_NAT_D_004224
· Benefici socio-economici: Questo premio riconosce i benefici
socio-economici derivanti dalla presenza di un sito Natura
2000 o dalla realizzazione di un progetto. Una ‘etichetta
Natura 2000’, per esempio, potrebbe consentire ai produttori
sostenibili, che utilizzano le risorse naturali del sito, di creare
un mercato di nicchia o di ottenere prezzi migliori.
· Comunicazione: Questo premio riconosce le attività
di comunicazione di successo volte ad accrescere la
consapevolezza o a promuovere Natura 2000, e che
sono suscettibili di apportare cambiamenti duraturi negli
atteggiamenti o nei comportamenti verso la rete.
· Conciliare interessi/percezioni: La gestione dei siti Natura
© LIFE98_NAT_S_005371-8
© LIFE05_NAT_RO_0170
2000 richiede di conciliare i punti di vista e gli interessi
delle varie parti. Questa categoria premierà gli sforzi volti a
trovare un accordo fra opposti interessi socio-economici o
politici, utilizzatori del suolo o di risorse in modo che sia loro
che Natura 2000 ne abbiano tratto beneficio.
· Networking e cooperazione transfrontaliera: questa
categoria include due aspetti potenzialmente distinti ma
correlati:
- Come le attività di networking hanno portato ad impatti
positivi duraturi per Natura 2000; e/o
- Come la conservazione a lungo termine può beneficiare
della collaborazione transnazionale. Il premio può riferirsi
anche alla cooperazione tra regioni amministrative
all’interno di uno stesso Paese, alla cooperazione tra
diverse regioni biogeografiche, o tra siti marini e terrestri.
Il processo di selezione
Il Premio
Il processo di selezione si
compone di tre fasi. La prima
consiste in un controllo di
ammissibilità. Le candidature
saranno poi valutate per
la loro efficacia, originalità,
permanenza, costi e benefici e
replicabilità. I vincitori saranno
scelti da una Giuria composta da
rappresentanti delle istituzioni
europee e delle organizzazioni
che rappresentano le varie parti
interessate che si occupano di
temi legati a Natura 2000 a
livello europeo.
I vincitori delle cinque categorie
saranno invitati a una cerimonia
di prestigio a Bruxelles, dove
riceveranno un trofeo, insieme ad
un piccolo contributo finanziario
per aiutare a sostenere i futuri
sforzi di conservazione. Oltre a
rendere omaggio al lavoro dei
cinque vincitori di categoria, la
cerimonia di premiazione sarà
un’occasione per promuovere la
rete Natura 2000 presso il vasto
pubblico.
Un ulteriore incentivo
per i partecipanti sarà il
riconoscimento professionale
dei loro sforzi e la visibilità
che trarranno dal prendere
parte a questa competizione
annuale di alto profilo. In questo
contesto, i vincitori riceveranno
anche un sostegno logistico
e finanziario per organizzare
eventi promozionali nei loro
Paesi d’origine, con la presenza
di alti rappresentanti della
Commissione Europea.
Come partecipare
È stato creato un sito web
dedicato al Premio Natura 2000.
Fornisce tutte le informazioni
necessarie sulle modalità di
partecipazione, inclusi moduli di
candidatura, linee guida per la
presentazione della domanda
e una raccolta di domande
frequenti.
Non perdere l’occasione:
la scadenza per ricevere le
candidature è il 18 Febbraio
2014!
http://ec.europa.eu/
environment/nature/
natura2000/awards/index_
en.htm
Notiziario natura e biodiver sit à
|
g e n n a i o 2 014
5
© Pere Sanz/Thinkstock
La procedura di autorizzazione ai sensi della direttiva Habitat rappresenta uno strumento legislativo prezioso
per bilanciare lo sviluppo economico e la necessità di preservare la biodiversità in Europa.
La procedura di autorizzazione
secondo l’articolo 6.3 –
facciamo il punto
L’articolo 6 della direttiva
Habitat rappresenta uno
strumento legislativo prezioso
ed efficace per garantire il
giusto equilibrio tra lo sviluppo
economico e la necessità di
preservare la biodiversità in
Europa.
Tuttavia, sussistono opinioni
secondo le quali la procedura
di autorizzazione ai sensi
dell’articolo 6.3 della Direttiva
causa, talvolta, notevoli ritardi
nella realizzazione di piani e
progetti di sviluppo e genera
un onere amministrativo e
finanziario gravoso per tutti i
soggetti coinvolti.
Alla luce di queste istanze,
la Commissione ha deciso di
avviare nel 2012 uno studio per
raccogliere informazioni sulla
natura, la portata e l’importanza
dei problemi attribuiti alla
procedura di autorizzazione
prevista dall’articolo 6.3, e per
formulare raccomandazioni per
migliorarne l’efficienza.
Lo studio non ha lo scopo di
effettuare un’analisi completa
di come l’articolo 6.3 venga
attuato in tutti i 28 Paesi.
Questo avrebbe richiesto
un impegno di gran lunga
maggiore, considerando la vasta
gamma di approcci utilizzati
per applicare l’articolo 6.3 nei
diversi Stati membri (e anche
all’interno di diverse regioni di
uno stesso Stato membro), e
le centinaia di enti coinvolti a
diversi livelli amministrativi.
Lo studio ha raccolto,
tramite un sondaggio on-line
in tutta l’UE, le opinioni relative
all’articolo 6.3 delle autorità
responsabili in materia di
conservazione della natura. Al
sondaggio sono seguite alcune
interviste strutturate in 10
Paesi con autorità competenti in
natura ma non solo (provenienti,
ad esempio, da settori come
energia, trasporti, pianificazione
territoriale), e, a livello europeo,
con i rappresentanti di ONG e di
settori economici chiave.
Sono state inoltre intraprese
un’ampia rassegna bibliografica
e un’analisi approfondita di una
6
Notiziario natura e biodiver sit à
Quando sorgono le
difficoltà?
La prima parte dello studio
esamina la misura in cui
l’articolo 6.3 è percepito come
un problema. La risposta al
sondaggio on-line è stata
eloquente su questo punto: la
stragrande maggioranza degli
intervistati (89%) ritiene che
la procedura funzioni bene nel
proprio Paese/regione, e che stia
fornendo un contesto legislativo
robusto ma stabile per chi vuole
sviluppare un piano o progetto in
un sito Natura 2000.
Questo non vuol dire che
non sorgano difficoltà e ritardi,
in particolare nel caso di piani
e progetti infrastrutturali più
grandi e complessi (e talvolta
anche a causa della pletora di
piccoli progetti a scala locale), ma
questi sono spesso riconducibili
a casi particolari, piuttosto che
riflettere un problema inerente
la procedura di autorizzazione in
quanto tale.
Nel corso delle interviste,
diverse autorità hanno
riconosciuto di aver incontrato
difficoltà all’inizio e di aver
impiegato anni affinché tutti i
soggetti coinvolti prendessero
confidenza con il nuovo sistema,
lo accettassero e imparassero
ad applicarlo correttamente. Le
difficoltà iniziali sono state però
in gran parte superate.
Questo discorso è valido
soprattutto per Paesi o regioni
che hanno compiuto uno
sforzo concertato per istituire
un sistema di valutazione di
incidenza coerente e trasparente,
che venga applicato in modo
g e n n a i o 2 014
© Shutterstock
dozzina di casi studio relativi
a diversi tipi di piani o progetti
che sono stati sottoposti alla
procedura prevista dall’articolo 6.
Il rapporto finale fornisce
una prima istantanea di
come l’articolo 6.3 funzioni
in diversi Paesi dell’Unione e
offre utili spunti di riflessione
per migliorarne ulteriormente
l’attuazione in futuro sulla base
di buone pratiche provenienti da
tutta Europa. Alcuni dei principali
risultati del rapporto sono
brevemente riportati di seguito.
|
Lo sviluppo all’interno della Rete Natura 2000 è possibile finché esso non pregiudica la salvaguardia delle
specie e degli habitat per i quali il sito è stato designato.
sempre rigoroso, e in cui viga
una politica di collaborazione
con i proponenti che favorisce
un dialogo attivo durante l’intero
processo di valutazione.
Al contrario, i Paesi che
non sono riusciti ad istituire
un sistema così solido o non
hanno pienamente recepito
le disposizioni della Direttiva
nella legislazione nazionale,
continuano ad avere più
frequentemente ritardi e
difficoltà.
La studio ha inoltre riscontrato
che problemi e ritardi sono più
frequenti quando la procedura
di autorizzazione ricade sotto
la responsabilità delle autorità
che operano a un livello
amministrativo inferiore (ad
esempio Comuni) e/o quando vi è
mancanza di competenze di base,
esperienze e/o capacità di gestire
il processo in modo coerente e
trasparente.
Natura 2000: un divieto
assoluto allo sviluppo?
Lo studio verifica l’esistenza
di prove a sostegno della tesi
secondo la quale la procedura
di autorizzazione prevista
dall’articolo 6.3, porti ad un
divieto assoluto di sviluppo nei
siti Natura 2000.
I Paesi, in genere, non hanno
statistiche sul numero di piani o
progetti che sono stati oggetto di
valutazione di incidenza e quale
percentuale essi rappresentano
di tutti i piani e progetti
che richiedono procedure di
autorizzazione e pianificazioni.
Ma, quando disponibili, i
dati statistici indicano che la
grande maggioranza dei piani
e progetti sono esclusi durante
la fase preliminare di verifica
(o screening) o approvati a
seguito della valutazione di
incidenza (con o senza misure
di mitigazione). Solo una
piccola parte di progetti non
viene realizzata a causa di una
valutazione negativa e ancora
meno si avvale della procedura di
deroga ai sensi dell’articolo 6.4.
Queste conclusioni,
ulteriormente avallate dai
risultati della rassegna
bibliografica, dal sondaggio online
e dalle interviste, rilevano che
Natura 2000 non rappresenta
un divieto assoluto allo sviluppo
all’interno dei siti ma che, nella
maggioranza dei casi, esistono
soluzioni che consentono di
realizzare dei progetti senza
pregiudicare l’integrità del sito.
Secondo l’opinione di
rappresentanti di alcuni settori
economici chiave, tuttavia, la
semplice presenza di un sito
Natura 2000 può talvolta
costituire un vero deterrente.
Alcune aziende evitano di
proporre progetti all’interno o
nei pressi di siti Natura 2000 a
meno che non siano certe di una
valutazione di incidenza positiva.
Inoltre, alcuni Paesi hanno
imposto norme nazionali più
restrittive per alcune tipologie
di attività all’interno dei siti
Natura 2000; tali norme, pur
non essendo contenute nelle
Direttive comunitarie, ne alterano
significativamente la percezione
complessiva e la reputazione in
questi Paesi.
I problemi riscontrati
La seconda parte dello studio
identifica le difficoltà e i ritardi
più frequentemente riscontrati
in sede di attuazione della
procedura di valutazione di
incidenza e presenta alcuni
esempi di buone pratiche
Difficoltà riscontrate con la procedura di valutazione
di incidenza:
· Scarsa qualità degli studi per la valutazione di incidenza
· Base di conoscenza insufficiente sulla quale valutare gli
impatti
· Verifica incoerente di piani e progetti
· Persistente mancanza di valutazione degli effetti cumulativi
· Mancanza di competenze/conoscenze/capacità sulla
procedura
· Confusione con le procedure di VIA/VAS
· Mancanza di dialogo fin dalle prime fasi
· Mancanza di considerazione di Natura 2000 nelle prime fasi
del processo di pianificazione
· Problemi durante la consultazione pubblica (effetti di
“ribellione” delle popolazioni locali)
Raccomandazioni per il
miglioramento
Dallo studio si evince che,
nel complesso, la procedura
di valutazione di incidenza
rappresenta uno strumento
legislativo robusto ed efficiente
per assicurare che i progetti
intrapresi all’interno o nei pressi
di siti Natura 2000 non ne
pregiudichino l’integrità.
Questo non significa che
non ci siano talvolta difficoltà,
ma, ad oggi, esse sono spesso
riconducibili a casi particolari,
a Paesi o regioni. Tuttavia lo
studio individua margini di
miglioramento.
7
g e n n a i o 2 014
Snellire le procedure di autorizzazione dell’Articolo 6 per i permessi di
pesca nel Wash, Regno Unito
Il Wash è il più grande estuario del Regno Unito all’interno di Natura 2000, nonché un sito
privilegiato per la pesca di mitili e vongole. Ogni anno l’organismo competente all’autorizzazione
delle attività di pesca nel Wash (EIFCA) è tenuto ad elaborare un piano che deve essere
approvato secondo la procedura di autorizzazione dell’articolo 6. Inizialmente, Natural
England, l’organismo statutario per la conservazione della natura, ed EIFCA non concordavano
sull’impatto delle attività di pesca proposte, causando notevoli ritardi e difficoltà nel rilascio
dei permessi.
Riconoscendo la necessità di snellire la procedura prevista all’articolo 6 e di migliorare il lavoro
comune, le parti hanno concordato una serie di principi comuni di gestione della pesca per
garantirne la coerenza con gli obiettivi di conservazione del sito. Questo ha permesso che la
valutazione d’incidenza fosse più efficiente e che potesse riguardare rettifiche minori, piuttosto
che correre il rischio di una valutazione negativa.
Da quando le nuove politiche relative alla molluschicoltura sono state pubblicate nel 2008, la
procedura di valutazione d’incidenza è diventata, come anticipato, molto più veloce e agevole.
L’introduzione dei principi comuni di gestione della pesca fornisce sia a Natural England che
a EIFCA un quadro coerente all’interno del quale esaminare e approvare i piani annuali di
molluschicoltura. Ha inoltre portato ad un rapporto di lavoro molto più forte tra Natural
England e EIFCA dove entrambe le parti sono invitate a condividere esperienze e discutere le
questioni emergenti. Allo stesso tempo, l’intero processo è diventato molto più trasparente per
i pescatori, così come per le altre parti interessate e le ONG operanti nel Wash.
© Ian Paterson/geograph.org.uk
impiegate in tutta Europa per
migliorare l’efficacia e per ridurre
i costi e gli oneri complessivi.
Inizialmente, le difficoltà
erano determinate dal lungo
processo di designazione dei siti
Natura 2000, dalla mancata
trasposizione dell’art 6.3 nel
diritto nazionale e dalla necessità,
da parte di tutti i soggetti
coinvolti, di prendere confidenza
con la nuova procedura. Oggi
invece, le difficoltà sono spesso
legate ad alcuni aspetti pratici
della procedura (cfr. riquadro).
Oltre alla diffusa scarsa
qualità delle valutazioni di
incidenza e alla mancanza di
dati scientifici su cui basare la
valutazione in alcuni Stati
membri, molti degli intervistati
hanno sottolineato che i
problemi sono sorti più di
frequente in assenza di dialogo
tra i progettisti, le autorità e gli
altri gruppi di interesse, in
particolare nelle prime fasi del
processo di pianificazione.
L’esperienza ha dimostrato
che un dialogo aperto e continuo
agevola lo svolgimento della
procedura di valutazione e
diminuisce il rischio di ritardi
e difficoltà. Il dialogo non solo
aiuta i soggetti coinvolti a
trovare soluzioni nelle prime
fasi del processo, quando ci
sono più opzioni disponibili, ma
facilita anche una maggiore
comprensione e fiducia reciproca
che, a sua volta, favorisce un
processo più efficiente anche dal
punto di vista economico.
|
Notiziario natura e biodiver sit à
A questo proposito, vengono
elencate alcune raccomandazioni
per gli Stati Membri e la
Commissione Europea. Fra questi:
· Migliorare la qualità e la
quantità di dati scientifici di
base su Rete Natura 2000 e su
specie ed habitat protetti;
· Assicurare un quadro più solido
e coerente per la verifica di
piani e progetti che possono
avere un significativo impatto
negativo su Natura 2000;
·Incoraggiare la progettazione,
la pianificazione, lo studio e la
raccolta di dati fin dalle prime
fasi della valutazione;
· Promuovere la cultura del
dialogo e della collaborazione
fra i progettisti, le autorità
competenti, le ONG e gli altri
gruppi di interesse;
· Fornire una formazione
specifica per le autorità
competenti, soprattutto a
livello di amministrazioni
locali, al fine di migliorare la
comprensione della procedura
di valutazione;
· Promuovere procedure
semplificate di VAS/VIA
garantendo nel contempo che
la valutazione di incidenza sia
chiaramente identificabile;
· Promuovere un approccio
più proattivo e strategico
per la pianificazione
territoriale che tenga conto
di Natura 2000 fin dalle
prime fasi del processo
decisionale. Questo non
solo minimizza il rischio
di conflitti, ma incoraggia
anche la ricerca di possibili
soluzioni vantaggiose per
entrambe le parti e fornisce un
quadro legislativo stabile in cui
operare.
Il rapporto finale e i casi studio
sono disponibili al sito:
http://ec.europa.eu/
environment/nature/
natura2000/management/
guidance_en.htm
TING AND IMPROVING
STUDY ON EVALUA
PROCEDURE
THE ARTICLE 6.3 PERMIT SITES
FOR NATURA 2000
CASE STUDIES ON THE
ARTICLE 6.3 PERMIT
PROCEDURE
UNDER THE HABITA
TS DIRECTIVE
/623211/SER/B3
Contract N¡ 07.0307/2012
JUNE 2013
REVISED FINAL REPORT
October 2013
Produced by
ECOSYSTEMS LTD
Brussels
ECOSYSTEM S LTD S P R L / B V B A 8
Notiziario natura e biodiver sit à
|
g e n n a i o 2 014
barometro
siti Natura (zPs + SCI)
Terrestri
Stati Membri
Numero totale
dei siti Natura
2000
Area totale di
Natura 2000
(km²)
% di superficie
coperta da
Natura 2000
Area totale dei
SIC (km²)
Numero
di SIC
Area totale
delle ZPS
(km²)
Numero
delle
ZPS
BELGIË/BELGIQUE
BULGARIA
ČESKÁ REPUBLIKA
DANMARK
DEUTSCHLAND
EESTI
ÉIRE/IRELAND
ELLÁDA
ESPAÑA
FRANCE
Hrvatska
ITALIA
KÝPROS*
LATVIJA
LIETUVA
LUXEMBOURG
MAGYARORSZÁG
MALTA
NEDERLAND
ÖSTERREICH
POLSKA
PORTUGAL
ROMÂNIA
SLOVENIJA
SLOVENSKO
SUOMI
SVERIGE
458
336
1 116
350
5 264
568
587
419
1 805
1 754
780
2 576
61
324
488
60
525
39
203
218
983
149
531
286
514
1 839
4 071
5 153.95
39 056.31
11 061.54
22 646.40
80 753.10
14 832.28
16 095.65
42 947.05
147 918.44
110 699.51
25 953,22
63 725.47
1 759.75
9 168.48
8 564.12
469.45
19 949.74
233.72
17 384.12
12 546.18
68 458.54
21 628.01
55 675.46
7 203.44
14 448.26
55 986.24
66 724.48
12.75%
34.34%
14.03%
8.43%
15.47%
17.82%
13.17%
27.29%
27.27%
12.56%
34.80%
19.03%
28.37%
11.52%
12.07%
18.08%
21.44%
13.35%
13.82%
14.96%
19.58%
20.89%
22.63%
35.52%
29.58%
14.42%
13.86%
3 067.07
33 259.91
7 855.97
3 211.81
33 575.00
7 651.82
7 186.12
21 615.80
117 260.92
46 692.29
16 023.05
43 012.07
750.85
7 403.20
6 128.95
413.64
14 443.70
41.51
3 177.67
8 990.04
33 827.34
15 584.43
39 924.54
6 397.44
5 838.14
48 479.53
57 006.80
278
230
1 075
234
4 603
536
419
241
1 438
1 357
522
2 257
39
317
405
49
479
30
139
169
844
92
382
260
473
1 682
3 938
2 968.68
25 097.43
7 034.43
2 633.84
40 295.41
6 138.04
4 334.09
27 840.14
100 705.71
43 375.40
17 093.06
40 225.83
1 481.70
6 598.99
5 476.56
141.57
13 745.73
15.84
4 856.90
10 108.43
48 534.63
9 405.89
35 505.50
4 615.65
13 110.51
24 571.87
25 421.31
231
118
41
111
737
65
157
202
591
378
38
609
29
94
82
13
56
12
74
97
144
56
148
26
41
465
528
UNITED KINGDOM
920
94 840.59
8.55%
13 103.76
627
15 625.49
267
EU28
27 221
1 035 883.40
18.16%
601 923.37
23 115
536 958.62
5 410
* La superficie e la percentuale del territorio corrispondono al territorio di Cipro in cui attualmente è applicato l’acquis comunitario, in virtù del protocollo 10 del Trattato di Adesione di Cipro.
Il Barometro Natura è gestito dalla DG Ambiente con l’assistenza
tecnica dell’Agenzia Europea per l’Ambiente e si basa sulle informazioni
ufficiali trasmesse dagli Stati Membri fino ad Ottobre 2012 (o settembre
2013 nel caso della Croazia). Diversi siti sono stati designati, totalmente
o in parte, ai sensi di entrambe le direttive Natura 2000. Le cifre relative
alla globalità dei siti Natura 2000 (SIC + ZPS) sono state ottenute
attraverso l’analisi GIS, al fine di eliminare ogni possibile sovrapposizione
fra i siti della Direttiva Habitat e i siti della Direttiva Uccelli.
La metodologia impiegata per operare questi calcoli è stata recentemente
rivista; questo spiega il motivo per cui alcune cifre sono leggermente
differenti rispetto al precedente aggiornamento del Barometro.
NB I siti che hanno una porzione a terra che copre più del 5% dell’area
totale sono stati considerati siti terrestri.
I siti che hanno una porzione a mare che copre più del 5% dell’area
totale sono stati considerati siti marini.
Le cifre fornite per la Croazia sono solo indicative e sono al momento
sotto controllo da parte della Agenzia Europea dell’Ambiente.
Carta della Rete
Natura 2000, 2013
Siti Natura 2000
(secondo le Direttive
Habitat e Uccelli)
Notiziario natura e biodiver sit à
|
g e n n a i o 2 014
9
Aggiornamento al 2013
Marini
Numero
delle
ZPS
Area totale di
Natura 2000
(km²)
Numero
totale dei
siti marini
(km²)
Stati Membri
BELGIO
BULGARIA
REP. CECA
DANIMARCA
GERMANIA
ESTONIA
IRLANDA
GRECIA
SPAGNA
FRANCIA
CROAZIA
ITALIA
CIPRO*
LETTONIA
LITUANIA
LUSSEMBURGO
UNGHERIA
MALTA
PAESI BASSI
AUSTRIA
POLONIA
PORTOGALLO
ROMANIA
SLOVENIA
SLOVACCHIA
FINLANDIA
SVEZIA
REGNO UNITO
Area totale di
Natura 2000
(km²)
Numero
totale dei siti
terrestri
Area totale
dei SIC (km²)
Numero
di SIC
Area totale
delle ZPS
(km²)
3 890.83
38 083.59
11 061.54
3 632.11
55 243.81
8 061.10
9 258.66
36 009.68
137 663.64
68 957.88
20 722.36
57 357.33
1 627.37
7 442.00
7 883.19
469.45
19 949.74
42.18
5 739.00
12 546.18
61 210.34
19 217.38
53 941.51
7 200.34
14 448.26
48 760.65
57 509.49
453
335
1 116
322
5 248
562
571
419
1 790
1 735
560
2 534
60
324
488
60
525
37
200
218
982
143
530
286
514
1 823
4 024
1 123.60
582.56
0
16 455.70
20 845.37
3 897.94
6 347.11
6 439.05
10 027.43
27 941.06
4 889.29
5 238.46
132.27
1 725.21
533.69
0
0
190.79
11 644.35
0
4 347.94
965.42
1 530.64
0.26
0
6 874.73
9 137.79
3
13
0
86
58
43
126
93
178
134
236
246
7
7
4
0
0
12
11
0
9
34
8
7
0
141
406
312.00
507.86
0
12 150.10
19 641.34
6 498.96
1 534.69
1 673.42
2 596.74
35 331.42
1 034.93
3 756.94
111.21
1 706.65
426.80
0
0
0.64
5 584.73
0
7 236.68
2 077.73
1 459.10
2.85
0
6 509.05
4 650.95
4
11
0
52
24
26
86
54
68
77
9
69
5
5
4
0
0
7
7
0
9
19
1
1
0
91
129
1 262.91
925.81
0
19 011.67
25 508.68
6 770.78
6 828.03
6 908.11
10 193.20
41 736.42
5 196.29
6 308.12
132.34
1 725.21
680.86
0
0
191.16
11 644.46
0
7 248.19
2 407.80
1 720.82
3.09
0
7 224.64
9 210.55
7
23
0
130
79
50
211
137
211
211
245
282
9
7
8
0
0
17
14
0
17
51
9
8
0
168
444
20 934.74
894
66 947.66
143
11 492.43
125
73 893.59
267
788 864.34
26 753
207 818.32
2 005
126 297.23
883
246 732.71
2 605
EU28
© Shutterstock
Adeguatezza della Rete Natura 2000
100%
90%
80%
70%
60%
SR
50%
IN MAJ
40%
IN MOD
30%
IN MIN
20%
SUF
10%
Per i Siti di Interesse Comunitario (SIC) ai sensi della Direttiva Habitat, la
Commissione Europea, con l’assistenza della ETC-BD, valuta la completezza
della Rete con stime specifiche e stabilisce se la presenza di ogni specie e habitat
rilevante sia sufficiente nei siti esistenti. Secondo i risultati di questa valutazione,
aggiornati una volta l’anno, il livello di completezza della Rete Natura 2000 può
essere espresso attraverso la percentuale di specie e di habitat per i quali ogni
Stato membro ha valutato adeguata la rete. Il grafico indica i risultati di questa
valutazione per la parte a terra di Natura 2000:
0%
CY SI SK LT PL CZ IT PT AT LV RO DE MT FI GR EE FR ES BG UK SE BE DK HU IE LU NL
Si noti che il grafico considera soltanto la parte a terra dei SIC, pertanto le specie e gli
habitat marini non sono considerati (situazione al dicembre 2012)
SR (riserva scientifica): sono necessarie ulteriori ricerche per identificare i
migliori siti;
IN MAJ (insufficienza grave): non è stato proposto nessun sito nel quale si
trovano la specie o l’habitat;
IN MOD (insufficienza moderata): per queste specie/habitat devono essere
proposti siti ulteriori o i siti esistenti devono essere ampliati;
IN MIN (insufficienza minore): potrebbe essere raggiunta la sufficienza
identificando la specie o l’habitat come elemento qualificante di siti
esistenti;
SUF (sufficienza): la rete è sufficiente per quel tipo di specie/habitat.
10
Notiziario natura e biodiver sit à
|
g e n n a i o 2 014
© Shutterstock
La zanzara tigre, Aedes
albopictus, è vettore di oltre
20 agenti patogeni altamente
pericolosi per l’uomo, come la
febbre dengue. È stata introdotta
in Europa accidentalmente
attraverso pneumatici usati o su
piante di “Lucky bamboo”.
Specie Esotiche Invasive,
proposta di una nuova
legislazione europea
© iStock
La tartaruga dalle orecchie rosse.
© Jean Hexaire/NNSS
Il calabrone gigante asiatico.
© Shutterstock
La coccinella arlecchino.
La Commissione Europea ha
pubblicato, a settembre, la
tanto attesa proposta di nuovo
Regolamento sulle Specie Esotiche
Invasive (IAS), come previsto
nell’ambito dell’obiettivo 5 della
Strategia per la biodiversità dell’UE
fino al 2020.
La proposta mira ad istituire
un quadro giuridico di azione
coordinato a livello comunitario
per prevenire, ridurre e mitigare
gli impatti negativi delle specie
esotiche invasive sulla biodiversità
e sui servizi ecosistemici, e limitare
i danni per l’economia e la salute
umana.
Si stima che siano presenti
in Europa circa 12.000 specie
esotiche che vanno da virus,
batteri ed altri microrganismi a
funghi, piante ed animali.
Mentre alcune sono state
introdotte intenzionalmente per
uso commerciale o interesse
privato (ad esempio piante
ornamentali o animali esotici), la
maggior parte sono approdate
accidentalmente sul territorio
europeo, sia come “contaminanti”
nelle merci o come “ospiti” su vari
vettori di trasporto provenienti
da altre regioni del mondo (ad
esempio pneumatici usati o
zavorre delle navi).
Circa il 10–15% sono
considerate “invasive”, termine
utilizzato per descrivere le specie
non indigene la cui introduzione e
diffusione al di fuori del loro areale
naturale rappresenta una vera e
propria minaccia per la biodiversità
e l’economia.
Oltre a causare ingenti danni
ecologici per la fauna e gli
ecosistemi nativi europei, le
specie esotiche invasive hanno
infatti un enorme impatto
economico. Si ritiene che i costi
per l’Unione dovuti alle specie
aliene invasive ammontino ad
almeno E12,5 miliardi l’anno fra
danni e costo dei programmi di
eradicazione.
L’urgenza di un’azione
coordinata a livello
europeo
Le specie esotiche invasive
rappresentano un problema
significativo e in continuo
aumento per tutti gli Stati
membri dell’Unione Europea;
una volta che una specie aliena
si stabilisce in un Paese, può
facilmente valicare i confini e
diffondersi nei Paesi vicini.
Il numero delle specie aliene in Europa è
quasi raddoppiato negli ultimi 40 anni.
2.0
1.8
1.6
1.4
1.2
1.0
1970
1980
1990
2000
Indice della specie aliene (1970 = 1)
Fonte: Butchart et al. 2010, Science 328: 1 164 (2010)
A tale riguardo, la nuova proposta
mira a redigere un elenco di
“Specie esotiche invasive di
rilevanza unionale”, che conterrà
le specie ritenute le “peggiori
colpevoli” all’interno dell’Unione
Europea. La selezione delle
specie invasive sarà effettuata
da un Comitato composto da
rappresentanti nominati dagli
Stati membri e dalla Commissione.
Le decisioni saranno prese sulla
base di valutazioni di rischio
globale per ciascuna delle specie
invasive proposte.
g e n n a i o 2 014
11
Il Panace gigante, Heracleum mantegazzianum, provoca gravi ustioni
e dermatiti con l’esposizione della pelle alla luce solare e può anche
causare cecità in caso di contatto con gli occhi; si stima che costi
€1 milione l’anno in cure mediche nella sola Germania.
© iStock
Specie esotiche invasive
di rilevanza unionale
Sia la Commissione sia gli Stati
membri potranno proporre una
specie per la lista, ma devono
utilizzare gli stessi criteri comuni
per effettuare la valutazione
dei rischi e basare le proprie
conclusioni sulle migliori evidenze
scientifiche disponibili al momento.
Oltre a stabilire l’elenco delle
specie invasive di rilevanza
unionale, la nuova proposta
europea prevede una serie di altre
misure che si riferiscono a tre
diversi tipi di intervento:
• prevenzione;
• rilevamento precoce ed
eradicazione rapida; e
• gestione delle specie esotiche
invasive già ampiamente
diffuse.
|
© iStock
Ha quindi senso affrontare
il problema a livello europeo.
Questo non solo garantisce
che le misure adottate in un
Paese non siano pregiudicate
dall’inerzia di un Paese limitrofo,
ma aiuta, attraverso un approccio
comunitario coordinato, anche a
migliorare l’efficacia complessiva
delle misure adottate per
combattere le specie aliene, che
dovrebbe, a sua volta, portare a
significative economie di scala e
risparmio di risorse economiche.
Alcuni aspetti del problema
relativo alle specie aliene sono
affrontati attraverso una serie di
leggi comunitarie già esistenti che
riguardano il regime fitosanitario,
il regime sulla salute animale,
il commercio della flora e della
fauna selvatiche (CITES) o
l’impiego in acquacoltura di specie
esotiche o localmente assenti. Ma
queste legislazioni sono tutt’altro
che sufficienti per affrontare il
problema in modo complessivo.
La nuova proposta della
Commissione intende costruire su
queste leggi esistenti e sulle azioni
già intraprese dagli Stati membri,
al fine di riempire le lacune
politiche rimaste e garantire un
quadro giuridico coerente per
un’azione concertata contro le
specie invasive.
Al tempo stesso, la proposta
introduce un elemento di priorità
in modo che l’azione dell’Unione
Europea si concentri su quelle
specie che causano i maggiori
danni e per le quali siano più
chiaramente necessarie misure
dedicate a livello europeo.
Notiziario natura e biodiver sit à
Prevenzione
Riconoscendo che prevenire è
sempre meglio che curare – e
conviene –, la prima serie di
misure proposte mira ad impedire
l’introduzione, intenzionale o
meno, delle specie esotiche
invasive nell’Unione Europea.
Diventerà quindi illegale
introdurre deliberatamente
qualsiasi specie elencata
come specie esotica invasiva
di rilevanza unionale. Saranno
inoltre vietati la riproduzione,
il trasporto, la vendita,
l’uso, il possesso o il rilascio
nell’ambiente. Le autorità
doganali avranno il compito di
effettuare controlli in tutte le
frontiere dell’Unione e il potere
di sequestrare tutte le spedizioni
non conformi.
Dato che l’identificazione
delle specie esotiche invasive
non è sempre facile, si prevede
la realizzazione di linee guida
e l’organizzazione di corsi
di formazione per aiutare le
autorità doganali ad individuare
efficacemente le specie.
Eccezioni saranno possibili
per motivi debitamente
giustificati, come la ricerca e la
conservazione ex-situ, ma solo
a condizione che le autorità
competenti degli Stati membri
interessati abbiano rilasciato un
permesso in tal senso e che siano
rispettate alcune condizioni, come
ad esempio che tali attività siano
condotte al chiuso.
Un significativo numero di specie esotiche invasive marine sono state
introdotte in Europa tramite le acque di zavorra o le carene delle navi.
European Alien Species Information
Network (EASIN)
Una solida base di conoscenze è essenziale per consolidare
un processo decisionale efficiente e scientificamente
giustificato. Per supportare gli Stati membri nei loro
compiti, il Joint Research Centre (Centro comune di
ricerca) della Commissione europea ha recentemente
istituito un Network Europeo di informazione sulle Specie
Aliene (European Alien Species Information Network),
EASIN, che fornisce un’unica interfaccia per circa 40
banche dati esistenti in materia di specie esotiche
invasive in Europa. Attualmente contiene un catalogo di
oltre 16.000 specie invasive segnalate in Europa.
Attraverso funzionalità web aggiornate in modo
dinamico, gli utenti possono visualizzare la distribuzione
delle specie esotiche in Europa utilizzando una serie di
criteri di selezione come l’ambiente in cui si trovano
(terrestre, marino o d’acqua dolce), la classificazione
biologica o i percorsi della loro introduzione. Ulteriori
strumenti web saranno presto sviluppati.
http://easin.jrc.ec.europa.eu
12
Notiziario natura e biodiver sit à
|
g e n n a i o 2 014
Esempi di impatti delle specie esotiche invasive
L’ambrosia, Ambrosia artemisiifolia, è stata inizialmente introdotta attraverso sementi e
grano contaminati destinati a colture o mangime per uccelli ed è ora presente nella stragrande
maggioranza dei paesi dell’UE. L’ambrosia, che spesso si trova in campi coltivati, lungo i bordi
delle strade o sulle scarpate ferroviarie, è una specie altamente allergenica nota per avere
un grande impatto sulla salute umana. È anche un infestante agricolo e provoca perdite di
seminativi fino al 50%. Complessivamente, l’ambrosia ha un impatto economico stimato
intorno E4,5 miliardi all’anno a causa degli impatti sull’agricoltura e sulla salute umana.
© iStock
Impatti sulla salute umana:
© Shutterstock
Impatti delle specie esotiche invasive
sulla biodiversità
Il gambero rosso della Louisiana, Procambarus clarkii, è stato originariamente
introdotto in Europa per l’impiego in acquacoltura. Fuoriuscita dagli impianti, questa specie
aggressiva ha colonizzato torrenti d’acqua dolce e da allora si è costantemente diffusa in
diversi Paesi dell’Unione Europea, colonizzando attivamente nuovi territori a scapito dei più
rari gamberi nativi, come l’Austropotamobius pallipes elencato nella direttiva Habitat. Oltre
a causare estinzioni locali, il gambero rosso della Louisiana è anche portatore di un fungo
che sta spazzando via intere popolazioni di gamberi europei. Si stima che solo quest’ultimo
impatto abbia un costo economico di oltre E53 milioni all’anno.
La Caulerpa taxifolia è un tipo di alga proveniente dall’Oceano Indiano che viene
comunemente utilizzata come pianta ornamentale in acquari tropicali. La specie si è diffusa
rapidamente in tutto il Mar Mediterraneo, invadendo o sostituendo preziose piante marine
autoctone e habitat come le praterie di posidonia. La sua presenza ha causato non solo una
massiccia riduzione della biodiversità marina in queste aree, ma ha anche gravemente inficiato
la loro capacità di fornire funzioni fondamentali dell’ecosistema (come la risospensione dei
sedimenti) e servizi (quali la protezione contro l’erosione dei fondali marini).
© Roberto Rinaldi/naturepl.com
Gli impatti delle specie esotiche invasive sui servizi ecosistemici
© iStock
Gli impatti delle specie esotiche invasive
sulle attività economiche
Il giacinto d’acqua, Eichhornia crassipes, è una pianta
acquatica galleggiante originaria del bacino amazzonico. È stata introdotta in Europa come
pianta ornamentale per l’uso in stagni da giardino e parchi pubblici. In alta densità, le sue
radici diventano così aggrovigliate da creare grandi tappeti galleggianti che non solo alterano
sostanzialmente l’ambiente locale, ma intasano anche i tubi dell’acqua e ostacolano le rotte di
navigazione. Nel 2005–2008, il controllo di questa specie è costata oltre E14 milioni lungo un
tratto di 75 km del fiume Guadiana in Spagna.
© Shutterstock
© iStock
La nutria, Myocastor coypus, è un grosso
roditore semi-acquatico nativo del Sud
America. È stato introdotto in Europa per la
sua pelliccia. Poiché si nutre di coltivazioni
agricole può causare significativi danni
alla produzione. Inoltre, la sua attività
di scavatore si traduce in gravi danni ai
sistemi di irrigazione e alle rive dei fiumi,
con conseguente aumento del rischio e
della gravità delle inondazioni. In Italia
la specie ha causato E10 milioni di danni
agli argini dei fiumi e E0.9 milioni di danni
all’agricoltura durante il periodo 1995–
2000 (Bertolino, 2009).
Le specie contaminanti
o ospiti
L’introduzione non intenzionale
di specie esotiche invasive è,
ovviamente, un problema molto
più difficile da trattare. La nuova
proposta intende affrontarlo
chiedendo agli Stati membri di
effettuare un’analisi completa dei
percorsi utilizzati per l’introduzione
o la diffusione di queste specie
all’interno del proprio territorio.
L’obiettivo è di individuare
i percorsi che richiedono un
intervento prioritario a causa
del volume delle specie che li
utilizzano o il livello di danni
da esse causati. Una volta
identificati i percorsi prioritari,
gli Stati membri sono chiamati a
predisporre ed attuare un piano
d’azione per gestire queste vie di
accesso.
Dal momento che molte delle
misure saranno probabilmente
di natura normativa (es.
appropriati controlli alle frontiere
e ispezioni, misure per ridurre
al minimo la contaminazione...),
sarà importante che esse siano
sostenute da vaste campagne di
sensibilizzazione.
Ci sono tante tipologie di specie
esotiche invasive e tante diverse
vie d’accesso che possono essere
utilizzate; per questo è essenziale
che tutti i settori interessati alla
problematica delle specie invasive
siano pienamente consapevoli
del problema e svolgano un ruolo
nel limitare la loro introduzione o
diffusione.
Alcuni settori hanno già
introdotto o stanno elaborando
codici di buona condotta e linee
guida per affrontare il rischio
(ad esempio, codici di condotta
europei per i giardini botanici, o
sulla caccia).
Ci sono inoltre una serie
di iniziative internazionali in
corso, come la Convenzione
internazionale per il controllo e la
gestione delle acque di zavorra
e dei sedimenti delle navi, e le
Linee Guida per il controllo e la
gestione della colonizzazione di
micro e macrorganismi sulle navi
pubblicate dall’Organizzazione
marittima internazionale.
Considerando che la maggior
parte delle specie esotiche
invasive acquatiche vengono
introdotte attraverso gli scafi
delle navi o le acque di zavorra,
questo settore può svolgere
un ruolo importante nella
prevenzione.
Rilevamento precoce ed
eradicazione rapida
La seconda componente della
nuova proposta è relativa
al rilevamento precoce ed
eradicazione rapida. A questo
proposito ogni Stato membro
dovrà istituire un sistema
di sorveglianza ufficiale per
raccogliere e registrare i dati
chiave sulle specie esotiche
invasive di rilevanza unionale
sul proprio territorio. Il sistema
dovrà contenere non solo i
dati aggiornati sullo status e
la distribuzione delle specie,
ma anche informazioni sulle
misure adottate per eradicarle o
controllarle, nonché sull’efficacia
di tali misure.
Questi sistemi di sorveglianza
permetteranno a ciascuno
Stato membro di notificare
tempestivamente alla
Commissione e agli altri Stati
il rilevamento di una specie
invasiva. In questo modo
potranno essere adottate delle
contromisure prima che la
specie abbia avuto la possibilità
di diffondersi e causare danni
significativi.
Il sistema di sorveglianza
inoltre, permetterà ai Paesi di
condividere esperienze sulle varie
tecniche sviluppate per eradicare
o gestire le varie specie invasive.
|
g e n n a i o 2 014
13
© David Kjaer
Gli Stati membri inoltre possono
adottare misure di emergenza
per tutte le specie che non sono
sulla lista dell’Unione, ma la cui
presenza potrebbe provocare
notevoli danni ecologici e / o
economici.
In questi casi, lo Stato membro
dovrà informare della propria
decisione la Commissione e gli
altri Stati membri interessati, in
modo che questi possano agire
di conseguenza e, se pertinente,
approvare l’inclusione di tale
specie nella lista delle specie
esotiche invasive di rilevanza
unionale.
Notiziario natura e biodiver sit à
Il gobbo rugginoso, Oxyura leucocephala, è minacciato dal suo
cugino non-nativo, il gobbo della Giamaica, Oxyura jamaicansis.
Progetti LIFE che affrontano il problema
delle specie esotiche invasive in Europa
Nel periodo 1992–2006, il Fondo LIFE-Natura dell’Unione
Europea ha sostenuto oltre 180 progetti, per un costo totale
di 44 milioni, per contribuire al controllo e all’eradicazione
delle specie invasive in vari siti Natura 2000. Diversi progetti
si sono incentrati sullo sradicamento del Gobbo della
Giamaica, Oxyura jamaicensis, che, interfertile con il raro
nativo Gobbo rugginoso, Oxyura leucocephala, minaccia la
sua sopravvivenza a lungo termine.
Grazie soprattutto al lavoro dei progetti LIFE la popolazione
totale del Gobbo della Giamaica è stato ridotta a 550–700
esemplari ed è ora presente solo in quattro Paesi dell’UE.
L’obiettivo è quello di sradicare gli esemplari rimanenti entro
il 2015.
Gestione delle specie
esotiche invasive
ampiamente diffuse
L’ultimo elemento della nuova
proposta riguarda la gestione
delle specie esotiche invasive
di rilevanza unionale già
ampiamente diffuse in uno o più
Stati membri.
Sulla base di un’analisi costibenefici, ogni Paese dovrà mettere
in atto una serie di misure per
controllare e contenere – o se
possibile eradicare – le popolazioni
di specie invasive di rilevanza
unionale sul proprio territorio in
modo che il loro impatto ecologico
ed economico possa essere
ridotto al minimo. Nell’applicare
tali misure sulle specie animali
invasive, gli Stati membri devono
garantire che i metodi adottati
siano umani.
Gli Stati membri sono inoltre
incoraggiati, laddove questo
apporti un beneficio comune, a
coordinare i propri programmi di
gestione con altri Paesi. Inoltre, i
Paesi dovranno adottare misure
idonee a ripristinare gli habitat
danneggiati o distrutti dalle
specie esotiche invasive, al fine
di agevolare il loro ripristino ed
evitare eventuali successive reinvasioni.
Commenti finali
La tempestiva proposta della
Commissione Europea offre un
quadro globale per affrontare il
crescente problema delle specie
esotiche invasive in Europa. Ma, in
quanto nuova politica, si propone
un approccio misurato che
permetterà al sistema di essere
sviluppato gradualmente, dando
alla Commissione e agli Stati
membri l’opportunità di imparare
dall’esperienza e garantire che il
nuovo sistema sia adeguato alle
finalità che si prefissa.
La proposta è stata ora
trasmessa al Parlamento europeo
e al Consiglio dei Ministri per
la deliberazione e l’eventuale
adozione.
Per ulteriori informazioni
visita il sito: http://ec.europa.
eu/environment/nature/
invasivealien/index_en.htm
14
● Notizie
Notiziario natura e biodiver sit à
● Pubblicazioni
La nuova Guida al
finanziamento di
Natura 2000
La Commissione sta
elaborando una nuova guida
sul finanziamento di Natura
2000 in concomitanza con la
pubblicazione del regolamento
finanziario dell’Unione Europea
per il periodo 2014–2020. Il
documento è stato pensato
per aiutare gli Stati membri a
potenziare l’impiego dei fondi
europei nei siti Natura 2000.
La guida è uno strumento
destinato principalmente alle
autorità competenti per il
finanziamento di Natura 2000
a livello nazionale o regionale,
ma sarà senza dubbio di grande
interesse anche per eventuali
“utilizzatori finali” di fondi
comunitari che svolgono attività
nei siti Natura 2000, siano essi
proprietari o utilizzatori, gestori di
siti, imprese, ONG o scienziati.
La guida descrive ciascuno
dei diversi fondi europei, il loro
scopo e le opportunità presenti
per Natura 2000. I fondi trattati
sono: il Fondo europeo agricolo
per lo sviluppo rurale (FEASR);
Fondo europeo per gli affari
marittimi e la pesca (FEAMP);
|
g e n n a i o 2 014
● eventI
Fondo Europeo di Sviluppo
Regionale (FESR); Fondo
sociale europeo (FSE); Fondo di
coesione; Strumento finanziario
europeo per l’ambiente (LIFE); e
il Programma quadro europeo
per la ricerca e l’innovazione
(Horizon 2020).
È prevista anche una sintesi
dei principali insegnamenti
appresi durante il periodo di
finanziamento 2007–2013 per
evidenziare i potenziali ostacoli al
raggiungimento dell’integrazione
e per offrire suggerimenti per il
loro superamento. Sono illustrati
una serie di esempi pratici di
progetti finanziati dall’Unione
Europea che si sono distinti
per aver realizzato il modello
di co-finanziamento integrato
fornendo, allo stesso tempo,
dei benefici socio-economici e
favorendo uno sviluppo rurale e/o
regionale sostenibile.
La Commissione è anche
impegnata, oltre che nella
preparazione della guida, in una
serie di seminari di informazione
sul finanziamento di Natura
2000 nell’ambito dei nuovi
fondi comunitari, allo scopo di
informare gli Stati membri sulle
opportunità disponibili.
Il nuovo Programma di Sviluppo Rurale offre opportunità per sostenere la
gestione delle aree agricole nella Rete Natura 2000.
Una bozza della guida e altro
materiale inerente, sono
disponibili al seguente sito web:
http://www.financingnatura2000.eu
Adottato il nuovo
Regolamento LIFE
© Shutterstock
Il nuovo regolamento LIFE per
il periodo 2014–2020, l’unico
strumento europeo dedicato
esclusivamente al finanziamento
di progetti per l’ambiente e
il clima, è stato adottato a
dicembre 2013. Il bilancio
complessivo di E3.46 miliardi
è diviso tra due distinti sottoprogrammi: Ambiente (circa
E2.59 miliardi) e Azione per il
clima (circa E864 milioni).
Poco più della metà del bilancio
previsto per il finanziamento del
sottoprogramma Ambiente è
destinata ad azioni per Natura e
biodiversità, che si traduce in un
totale di circa E1.15 miliardi per il
periodo di sette anni.
Oltre al co-finanziamento
di progetti “tradizionali”, è
stato creato un nuovo tipo di
intervento: il Progetto ‘Integrato’
(IP). Questa tipologia di progetti
ha lo scopo di favorire un
approccio programmatico più
strategico per l’attuazione
della legislazione ambientale
europea. In particolare, i progetti
integrati dovrebbero contribuire
ad attuare i Quadri di azioni
prioritarie per Natura 2000
(PAF) prodotti dagli Stati membri
per, ad esempio, sostenere la
gestione e il ripristino dei siti
Natura 2000 in una vasta area
geografica (come un’intera
regione o nazione).
I beneficiari dovranno inoltre
mobilitare fondi privati, nazionali
o, preferibilmente, europei, per
finanziare azioni complementari
al Progetto Integrato.
A differenza dei progetti
tradizionali, la procedura di
candidatura per i Progetti
integrati comporterà non una,
ma due fasi; la prima prevede la
presentazione di una proposta
preliminare (concept note).
Se questa viene valutata
positivamente, il candidato
sarà invitato a presentare una
candidatura completa, insieme ad
un piano finanziario dettagliato
che sarà utilizzato per verificare,
tra l’altro, la conformità con
l’obbligo di mobilitare altri fondi.
La prima fase del LIFE
(2014–2016) dovrebbe iniziare
a febbraio 2014 con l’adozione
di un programma di lavoro
pluriennale (2014–2017)
che individui le priorità di
finanziamento strategiche per i
“progetti tradizionali” nel corso
di questo primo periodo. Il primo
invito a presentare proposte
sarà probabilmente pubblicato
a maggio/giugno 2014, con un
termine di presentazione delle
domande ad ottobre/novembre
2014. Le linee guida applicative
dettagliate saranno disponibili
sul sito LIFE in tempo utile per
l’elaborazione delle proposte.
http://ec.europa.eu/environment/
life/
Progressi sul rapporto in
base all’Articolo 17
Ogni sei anni, gli Stati membri,
in base all’articolo 17 della
Direttiva Habitat, devono riferire
sullo stato di conservazione delle
specie e degli habitat elencati
nella Direttiva che sono presenti
sul loro territorio. Il prossimo
controllo sullo ‘stato di salute’ è
previsto nel 2015.
La Commissione europea,
con l’aiuto dell’Agenzia
Europea dell’Ambiente e del
Centro tematico europeo sulla
Notiziario natura e biodiver sit à
|
g e n n a i o 2 014
15
© David Kjaer
Lo stato di conservazione della lontra, Lutra lutra, sarà analizzato attraverso i rapporti richiesti dall’articolo 17 della direttiva Habitat.
diversità biologica, provvederà
a consolidare le informazioni
disponibili al fine di determinare
la misura in cui le specie e gli
habitat protetti hanno raggiunto,
o stanno raggiungendo, uno stato
di conservazione favorevole in
Europa.
Tutti gli Stati membri hanno
presentato alla Commissione
il proprio rapporto sull’Articolo
17 ed è iniziato il processo
di valutazione sullo stato di
conservazione delle specie e
degli habitat a livello di ciascuna
delle regioni biogeografiche.
Nell’estate 2014 ci sarà una
consultazione pubblica sui primi
risultati e il rapporto consolidato
della Commissione Europea,
accompagnato da un rapporto
tecnico dell’Agenzia Europea
dell’Ambiente e del Centro
Tematico Europeo, dovrebbe
essere pronto per la prima metà
del 2015.
Le informazioni sullo stato
delle popolazioni di uccelli
saranno disponibili nello stesso
periodo; infatti la presentazione
dei rapporti ai sensi dell’articolo
12 della Direttiva Uccelli è
stata programmata in modo da
coincidere con quella dei rapporti
secondo l’articolo 17.
Per seguire i progressi visita il
sito: http://bd.eionet.europa.eu/
activities/Reporting/Article_17/
Reports_2013/Member_State_
Deliveries
Una nuova
pubblicazione sulle
infrastrutture verdi
Dopo la pubblicazione della
strategia UE in materia di
infrastrutture verdi, del
maggio 2013, la Commissione
ha elaborato un opuscolo
informativo che illustra come
una infrastruttura verde possa
funzionare in pratica e quali
benefici possa portare alla
società. L’opuscolo fornisce
informazioni su come l’UE
intende promuovere le
infrastrutture verdi all’interno
della nuova strategia sulla
biodiversità. Ampiamente
arricchito con esempi concreti
La gestione delle praterie è stata oggetto di discussione durante il
seminario Alpino.
da tutta Europa, l’opuscolo è
destinato a tutti coloro che
cercano un’introduzione veloce e
facile all’argomento. Disponibile
al sito: http://ec.europa.eu/
environment/nature/ecosystems/
index_en.htm
Il Seminario Natura
2000 Alpino
© Shutterstock
Il terzo Seminario Natura 2000 –
questa volta per la regione alpina
– si è svolto il 25–26 novembre a
Graz, in Austria, nel contesto del
processo biogeografico. Riunendo
circa 90 esperti provenienti da
organizzazioni governative e non
governative di 12 Stati membri,
il seminario è stato organizzato
al fine di individuare priorità
comuni e interessi condivisi sulla
gestione dei siti Natura 2000
nella regione alpina.
La discussione ha riguardato
quattro principali gruppi di
habitat – habitat d’acqua dolce,
praterie umide e aride, zone
umide e foreste – e ha portato ad
un elenco di azioni per contribuire
ad affrontare i principali
problemi di gestione e stimolare
ulteriormente la collaborazione
e il networking all’interno della
regione alpina. I dettagli sono
disponibili sulla piattaforma di
comunicazione Natura 2000:
http://ec.europa.eu/environment/
nature/natura2000/platform/
index_en.htm
Stabilire misure di
conservazione per i siti
Natura 2000
Dopo le note sulla “Designazione
delle SAC” e sulla “Definizione
degli obiettivi di conservazione
per i siti Natura 2000”, la
Commissione ha pubblicato
una nuova nota di chiarimento
sulla “Definizione di misure
di conservazione ai sensi
dell’articolo 6.1 della Direttiva
Habitat”. La nota mira a stabilire
una visione comune delle
disposizioni di cui all’articolo
6.1 ed è accompagnata da una
revisione approfondita delle
esperienze dei vari Stati membri
nell’attuazione di tali disposizioni.
Vengono esaminate varie opzioni
possibili per definire misure di
conservazione necessarie per siti
Natura 2000, illustrate tramite
esempi di buone pratiche in
tutta Europa.
Entrambi i documenti
sono disponibili al sito: http://
ec.europa.eu/environment/nature/
natura2000/management/
guidance_en.htm
I risultati dell’indagine
Eurobarometro
Una nuova indagine
Eurobarometro è stata
effettuata nel 2013 per misurare
quanto i cittadini europei sono
preoccupati, e consapevoli,
del problema della perdita di
biodiversità. Il 93% dei 25.500
intervistati ha convenuto che è
importante arrestare la perdita
di biodiversità perché il nostro
benessere e la qualità della vita
dipendono dalla natura e dalla
biodiversità. Il 75% ritiene inoltre
che la biodiversità sia importante
perché se l’Europa continuerà
a perderla si determinerà un
impoverimento anche economico.
L’indagine ha inoltre rivelato
una piccola tendenza al rialzo
nella consapevolezza diffusa
sulla rete Natura 2000 (nel 2013
Notiziario natura e biodiver sit à
|
g e n n a i o 2 014
© Thinkstock
il 27% ha dichiarato di conoscere
Natura 2000 rispetto al 18% nel
2007), ma il 65% dei rispondenti
ha dichiarato che l’Unione
europea dovrebbe aumentare le
zone dove la natura è protetta in
Europa.
L’indagine è disponibile al sito:
http://europa.eu/rapid/pressrelease_IP-13-1018_en.htm
Progetti BEST
L’iniziativa europea BEST mira
a promuovere la conservazione
della biodiversità e l’uso
sostenibile dei servizi ecosistemici
nei territori e regioni europee
d’oltremare. Nel 2011 e nel
2012 l’Azione Preparatoria BEST,
in collaborazione con l’Agence
Française de Développement
(AFD), ha finanziato 18 progetti
BEST per un valore di quasi
E5 milioni.
Un consorzio, guidato
dall’IUCN, è stato incaricato
di sostenere ulteriormente
l’iniziativa BEST affiancando le
attività in corso, per creare una
piattaforma che consentirà e
faciliterà la condivisione delle
informazioni sulla disponibilità
di fondi. L’iniziativa contribuirà
inoltre a sviluppare i profili di 7
ecosistemi regionali e le strategie
BEST a livello appropriato. Questo
dovrebbe promuovere il flusso
a lungo termine di progetti
scientificamente robusti legati
ad una rete di solide ed affidabili
fonti di finanziamento pubbliche e
private. Per ulteriori informazioni
vai al sito: http://ec.europa.eu/
environment/nature/biodiversity/
comm2006/2020.htm
KH-AA-13-002-IT-C
16
Le barriere coralline nei territori e
regioni europee d’oltremare.
Nuovi progetti LIFE+
Natura finanziati
Nel luglio 2013 la Commissione
ha approvato il finanziamento
di 92 nuovi progetti Natura
e biodiversità nell’ambito del
programma LIFE+. Insieme
rappresentano un investimento
complessivo di oltre E247 milioni
al quale l’UE contribuirà con
E139 milioni.
Tra i nuovi progetti ci sono
iniziative per la reintroduzione
dell’ibis eremita nell’UE, il
ripristino di habitat costieri
danesi, la tutela del criceto
comune in Alsazia, il recupero
dell’aquila del Bonelli in Spagna
e l’eradicazione della pianta
esotica invasiva Ailanthus
altissima nel Parco Nazionale
dell’Alta Murgia, in Italia.
Per una descrizione di tutti i
92 progetti visita il sito: http://
ec.europa.eu/environment/life/
publications/lifepublications/
compilations/documents/
natcompilation12.pdf
Bandiere Natura 2000
La DG Ambiente ha realizzato
delle bandiere Natura 2000
(100x150 cm) che sono
disponibili per chiunque
volesse metterle in mostra
per contribuire ad aumentare
la consapevolezza sulla Rete
Natura 2000. Inviate le richieste
a [email protected]
I risultati del sondaggio sulla newsletter
Il sondaggio sulla nostra newsletter, lanciato lo scorso anno,
ha fornito alcune risposte incoraggianti. Il 69% degli
intervistati ha dichiarato di leggere la newsletter da cima a
fondo, mentre la stragrande maggioranza (89%) considera il
layout e la leggibilità eccellenti o buoni. Inoltre, quasi due
terzi auspica pubblicazioni più frequenti.
Secondo il sondaggio inoltre, la Newsletter raggiunge
un’ampia gamma di lettori. Poco più di un terzo degli
intervistati proviene da un’autorità pubblica e un quarto da
un gruppo di interesse per la conservazione della natura, ma
ci sono anche un numero consistente di lettori tra il pubblico
generico (16%), gli studenti o i ricercatori (16%) o i
consulenti (12,2%).
Il notiziario di Natura 2000 è
prodotto della DG Ambiente,
Commissione Europea.
Autore: Kerstin Sundseth
Ecosystems LTD, Brussels
Editore della Commissione:
Susanne Wegefelt DG Ambiente
Design: NatureBureau UK
Il notiziario è prodotto due volte
l’anno ed è disponibile in inglese,
francese, tedesco, spagnolo,
italiano e polacco.
Per essere aggiunto alla mailing
list o scaricare la versione
elettronica: http://ec.europa.eu/
environment/nature/info/pubs/
natura2000nl_en.htm
Il notiziario non coincide
necessariamente con la posizione
ufficiale della Commissione
Europea.
Stampata su carta riciclata che
ha ottenuto il marchio ecolabel
EU (http://ec.europa.eu/ecolabel)
© Commissione Europea (2014)
La riproduzione del contenuto, ad
esclusione delle fotografie, è
autorizzata previa citazione
della fonte.
Foto tratte da: Copertina: ©Mark
Boulton/4nature; p2 ©Thinkstock,
©Thinkstock, ©iStock, ©Shutterstock;
p3 top ©Shutterstock, © Zakupak/
wikicommons; p4 ©LIFE_98_
NAT_P_005275, ©LIFE99_
NAT_D_004224, © LIFE05_NAT_
RO_0170,
©LIFE98_NAT_S_005371-8; p5
©Pere Sanz/Thinkstock; p6
©Shutterstock; p7 ©Ian Paterson/
geograph.org.uk; p10 ©Shutterstock,
©iStock, ©Jean Hexaire/NNSS,
©Shutterstock; p11 ©iStock, ©iStock;
p12 ©iStock, ©Shutterstock, ©Roberto
Rinaldi/naturepl.com, ©iStock, ©iStock,
©Shutterstock; p13 ©David Kjaer; p14
©Shutterstock; p15 ©David Kjaer,
©Shutterstock; p16 ©Thinkstock.
Scarica

Proteggere le specie indigene dalle aliene invasive