dell’Istituto professionale
“ALBERGHIERO”
a cura dei ragazzi del corso “Walter Tobagi” a.s. 2013-2014
Inserto di “NOTIZIE DA SPOLETO” - Associazione Amici di Spoleto - ONLUS
Giovani&Futuro
la CosTiTuzione? “per noi è fondamenTale!”
Sondaggio tra i ragazzi dell’Alberghiero
Sorpresa: non è vero che tra i giovani
c’è scarso interesse per la Costituzione. Da un sondaggio che ha coinvolto
gli studenti delle classi quarte e quinte dell’Istituto Alberghiero, sono
emersi dati interessanti circa le informazioni che possiede uno studente di
età compresa tra i 17 e i 20 anni: l’
88% afferma infatti di sapere che cos’è la Costituzione, mentre l’86% dichiara di averla studiata e il 73% di
conoscerne i principi. Senza dubbio i
ragazzi hanno dimostrato una buona
conoscenza della Costituzione e della
sua influenza nella vita quotidiana.
di Veronica Defazio,
Gabriele Mencarelli e Simone Romani
Ben il 97% degli intervistati ritiene
inoltre fondamentale tale conoscenza
per la convivenza tra cittadini, poiché
la carta costituzionale ne regola le relazioni politiche, sociali ed economiche. L’idea di un sondaggio sull’effettiva conoscenza della Costituzione
tra gli studenti è nata in seguito ad
(Segue a p. 2)
Giovani&Trasporti
Moda&Modi
ARRIVARE A SCUOLA
OGNI MATTINA
UN’ODISSEA
TaTToo moda e mania,
sopraTTuTTo
per le ragazze
Un sondaggio tra i ragazzi rivela:
“La causa principale dei ritardi
è il trasporto pubblico”
Sondaggio tra gli studenti
dell’Alberghiero: il 38 % è tatuato
di Francesco Atzeri, Luca Pennacchi, Fabrizio De Rosa,
Martina Liberti, Sheila Rossi, Alessia Tomassi
di Alessandra Antonini, Ilaria Romano,
Maria Teresa Santini, Chiara Tenneroni
Più della metà degli studenti dell’istituto Alberghiero arriva
in ritardo a scuola. I motivi di questo curioso primato? Da
un sondaggio effettuato nel marzo scorso, su un campione di
200 studenti dell’Istituto Alberghiero, di età tra i 17 ed i 20
anni, risulta che il 51% ritarda spesso (il 48% invece non ritarda mai) e che questi ritardi sono dovuti soprattutto (40
per cento) a causa di un disservizio nei trasporti pubblici: gli
autobus arriverebbero in ritardo nei pressi della scuola oppure, nelle fermate delle frazioni, passerebbero addirittura in
anticipo così che gli studenti spesso si troverebbero a perdere la corsa.
Sono le ragazze ad amare di più i tatuaggi. Così emerge da un
sondaggio effettuato nel marzo scorso su un campione di
200 studenti dell’Istituto Professionale Alberghiero, di età
compresa tra i 17 e i 20 anni. Dall’indagine svolta, risulta infatti che il 38 % degli studenti ha già un tatuaggio. Ma il dato forse più interessante è che sono soprattutto le ragazze ad
essere tatuate: il 24 %. I tattoo ricorrenti sono animali, fiori,
iniziali di nomi, oggetti di valore affettivo, frasi significative
e, nel peggiore dei casi, oggetti appartenenti alle mode del
momento. Purtroppo a causa della giovane età il 5% dei tatuati dichiara presto di essersi pentito.
(Segue a p. 4)
(Segue a p. 2)
1
Speciale
Giovani&Futuro
LA COSTITUZIONE PER NOI È FONDAMENTALE
(Segue da p. 1)
un’interessante conferenza tenuta nel novembre scorso nell’Aula Magna dell’Alberghiero dal professor Mauro Volpi,
docente di diritto costituzionale all’Università di Perugia. Da
quell’incontro è emerso che un’attenta lettura ed una discussione costruttiva sui principi universali e democratici proposti dai padri costituenti, risultano interessanti a chi sta per
esercitare o esercita da poco i propri diritti di cittadinanza
sanciti dalla Costituzione Italiana.
“la CosTiTuzione, Via maesTra per i gioVani”
Dalla conferenza di Volpi (Università di Perugia) all’intervista con Sammarco (Città Nuova)
di Andrea Maglio
Tutto ha avuto inizio a novembre scorso
con una conferenza sulla Costituzione
tenuta nell’aula magna dell’istituto Alberghiero da Mauro Volpi, professore
dell’Università di Perugia, e a cura del
centro “Città Nuova”. Ma non è bastato.
Nel corso dell’anno scolastico c’è stata
anche una assemblea d’istituto dedicata
al tema “La Costituzione tra i giovani”,
dove sono state fatte molte domande a
cui ha risposto l’associazione “Libera” di
Spoleto e l’associazione culturale “Città
Nuova”. Anche questo però non è bastato. E, così, la curiosità ha portato gli studenti dell’Alberghiero ad intervistare
ancora una volta nella sede della Cesvol (Centro Servizi Volontariato) Luigi Sammarco, presidente del centro culturale
“Città Nuova”, sul rapporto tra Costituzione e giovani:
Professor Sammarco, cos’è per lei la Costituzione?
“Per me, la Costituzione è la via maestra, come dice Stefano
Rodotà, da percorrere per salvare il nostro Paese; essa è significativa perché è la madre di tutte le nostre leggi. Bisogna
quindi rispettarla e difenderla, per coloro che hanno lottato
e sono morti per difendere i valori della democrazia”.
Secondo lei, l’italiano medio conosce abbastanza e usufruisce dei propri diritti costituzionali?
“No, non sempre ne usufruisce, anzi a volte si scorda di averne. Oggi viviamo in un clima di tensione e di scontento tra
il popolo che porta a una perdita di diritti e a un aumento
della povertà. Noi dovremmo usare i nostri diritti per dar
una svolta a questo Paese, con una ripresa sociale, civile ed
economica. Un esempio sarebbe combattere la corruzione
che in Italia porta via circa 60 miliardi di euro, la metà del
totale dei 28 paesi dell’Unione Europea. Bisogna quindi far
valere l’Articolo 1° della nostra Costituzione; l’Italia è un
paese fondato sul lavoro e non sulla corruzione”.
Lei teme che qualcuno possa ostacolare
l’applicazione o distruggere la nostra
Costituzione?
“Certamente, temo molti nemici della democrazia e della nostra Costituzione che
purtroppo troviamo anche a rappresentarci in Parlamento; noi dobbiamo combattere e protestare contro queste minoranze e contro le riforme che tentano di
distruggere la nostra Costituzione e favoriscono corruzione e truffe”.
Cosa possiamo fare per valorizzare al
meglio la Costituzione?
“Vigilare democraticamente. Un esempio, lo abbiamo dato a
Roma il 15 ottobre scorso con una manifestazione per la difesa della Costituzione”.
Lei crede che nelle scuole l’argomento della Costituzione
venga affrontato in modo serio e proficuo?
“Non sempre e non nel modo migliore da quando si è spenta la fiamma dell’ Educazione Civica”.
Cosa si potrebbe fare per riportare l’Educazione Civica e
l’Educazione Costituzionale nelle nostre scuole?
“Bisogna combattere e manifestare per ottenere e riottenere i
nostri diritti e la nostra giusta educazione alla vita per le generazioni future e passate, e soprattutto per conoscere la storia che ci rappresenta e ci mostra come siamo realmente”.
Con questo è possibile educare il cittadino italiano e straniero migliorando la nostra collettività?
“Certo, questo è importantissimo per i giovani, avvicinarsi alla politica, alla legislazione, all’economia, per poter vivere al
meglio in una società multietnica e ormai globalizzata”.
Per finire, che messaggio darebbe a un giovane?
“Stai attento. Questo mondo è tuo, se va bene o male dipende solo da te, dal tuo interesse, dal tuo impegno e dal tuo
amore per la nostra società”.
Giovani&Trasporti
ARRIVARE A SCUOLA, OGNI MATTINA UN’ODISSEA
(Segue da p. 1)
Circa il 32 per cento dei ragazzi, però, confessa di ritardare
per pura pigrizia, per imprevisti o altro. Riguardo alle vere e
proprie assenze, invece, attraverso un altro sondaggio è stato
2
rilevato che il 30% degli studenti si assenta spesso, mentre il
restante 70% non fa quasi mai assenze: 72 alunni su 200 si
assentano per malattia, 62 per motivi familiari e un numero
più ridotto si assenta per evitare compiti ed interrogazioni.
Infine, sempre attraverso questionari, la grande maggioranza
degli alunni dichiara di frequentare la scuola soprattutto per
imparare, una piccola minoranza per ottenere un titolo di
studio oppure per obbligo.
Speciale
Giovani&Trasporti
DISSERVIZI NEI TRASPORTI PUBBLICI PER GLI STUDENTI?
La risposta del comandante della Polizia Municipale, Vincenzo Russo: “Non ci risulta.
Ma siamo disponibili ad un confronto con i ragazzi”
“Siamo stati informati delle difficoltà dei ragazzi dell’Alberghiero per quanto riguarda collegamenti dei bus per raggiungere la
scuola – replica il comandante della Polizia Municipale, Vincenzo Russo - e abbiamo subito fatto delle verifiche con l’ufficio
scolastico per approfondire il problema e cercare di capire i dettagli dei disagi. Dall’Ufficio Scolastico però non risultano ad oggi segnalazioni di questo tipo né comunicazioni da parte dei dirigenti scolastici. Siamo disponibili ovviamente per un confronto con i ragazzi per discutere più approfonditamente la questione e ci impegniamo a monitorare costantemente ogni situazione di questo tipo. Vorrei ricordare che dal settembre del 2013 l’Umbria Mobilità ha intrapreso varie azioni per il potenziamento dei collegamenti, proprio per rispondere a precise esigenze palesate dalle scuole. Tali azioni ci risulta abbiano fin’ora prodotto risultati più che soddisfacenti. Torno a ribadire comunque la nostra più piena disponibilità per un confronto ed una analisi
della situazione”.
TrasporTo pubbliCo, quale fuTuro
umbria mobiliTà, una soCieTà in fase di Transizione
Il 70% è stato venduto a Busitalia (Trenitalia) l’altro 30% sarà in vendita entro luglio
di Luca Pennachi
Dalla fusione di quattro aziende di trasporti locali più una società strumentale, Umbria House, il 1° dicembre 2010 si è costituita ufficialmente la società per azioni Umbria Mobilità
che da allora gestisce il trasporto pubblico in tutta la regione.
La sua sede principale è a Perugia con filiali a Terni e a Spoleto. Si è trattato della prima operazione in Italia dell’accorpamento in un unico soggetto di tutti i trasporti pubblici regionali. Da qualche mese, però, Umbria Mobilità non è più un’azienda in mano ai soci pubblici della regione, poiché il 70%
è passato a Busitalia, (società del gruppo di Trenitalia) che si è
aggiudicata la gara con la prospettiva che il rimanente 30%
venga venduto entro luglio 2014. A settembre ci sarà probabilmente il cambio del nome, che potrebbe diventare Busitalia Umbria. Con questo cambio è stato progettato anche di risanare il servizio, ma a scapito di quei tragitti con pochi passeggeri e potenziando quelli dove c’è il pienone. Non si scarta
neanche l’ipotesi di un aumento tariffario, ma soltanto se si riuscirà a migliorare la qualità del servizio. Oltre ai servizi di trasporto pubblico, Umbria Mobilità si occupa di gestire anche i
parcheggi, la manutenzione dei mezzi, produzione di energie
rinnovabili e dell’installazione di tornelli.
Giovani&Ecologia
rifiuTi, meglio se riCiClaTi
ma a spoleTo solo il 15% dei CiTTadini fa la differenziaTa
di Sara De Nicola, Walter Capuozzi
Dieci milioni di chilometri quadrati di estensione per un cumolo di immondizia che ricopre il Pacifico: è un’isola non
reale ma costituita da rifiuti di plastica che ha iniziato a crearsi dagli anni Cinquanta. È il caso più drammatico tra quelli
che inquinano il nostro pianeta. A livello locale il problema
non è così spaventoso ma rischia di diventarlo se non si corre al più presto ai ripari. Ne abbiamo parlato con Mimma
Cedroni, la responsabile della comunicazione della Vus, l’azienda locale che si occupa dello smaltimento dei rifiuti.
Come viene organizzato il servizio?
“Attualmente il servizio viene organizzato in due modi: una
parte del territorio comunale è servita dalla raccolta “porta a
porta”, mentre l’altra segue il metodo “stradale”. Il primo viene incentivato attraverso incontri pubblici, tra Vus, Comune
e cittadini. Per sensibilizzare maggiormente gli utenti vengono organizzate gare di riciclaggio, gite rivolte alle scuole, ma
anche un servizio informativo nelle case”.
Quali sono le difficolta che si riscontrano a livello locale?
“Purtroppo il 15% dei cittadini non aderisce o è disinteressato a differenziare i rifiuti. Inoltre, in alcune zone i cassonetti stradali non sono disposti in maniera ottimale, disincentivando la raccolta. Le cinque stazioni ecologiche situate nel
territorio di competenza della Vus, non sempre vengono utilizzate al meglio, provocando un conferimento eccessivo dei
rifiuti indifferenziati nelle discariche, ormai al collasso”.
Molti cittadini notano che non ci sono appositi contenitori per l’alluminio. Dove va buttato?
“Non è un caso: l’alluminio viene scorporato dall’indifferenziato direttamente dagli operatori Vus attraverso un apposito
impianto di separazione e da qui avviato al riciclaggio. Comunque, alle stazioni ecologiche è possibile conferirlo autonomamente”.
Quali altri servizi sono offerti dalla Vus?
“Per incentivare l’uso delle stazioni ecologiche è prevista una
percentuale di sconto ogni 100 kg di rifiuti differenziati in
un anno. In più a domicilio è possibile ricevere il “Compost”
un set domestico per la produzione di un concime “fai da te“
con l’utilizzo di rifiuti organici. La Vus offre anche un servizio di ritiro di rifiuti ingombranti, sfalci d’erba, potature...”.
La Vus aderisce alla strategia “Rifiuti zero”?
“No, non aderiamo a questa iniziativa perché sarebbe troppo
difficoltoso attualmente per l’azienda, ma ne condividiamo i
principi e guardiamo con attenzione alle realtà che la attuano per aumentare la percentuale di differenziata”.
3
Speciale
Moda&Modi
“Ho faTTo della mia passione
un mesTiere”
Parla il tatuatore
Roberto Sensidoni
di Alessandra Antonini, Ilaria Romano,
Maria Teresa Santini, Riccardo Tizi
Una passione che parte da lontano, da quando era ragazzo.
Oggi Roberto Sensidoni è un professionista realizzato, che è
riuscito a trasformare l’amore per l’arte del tatuaggio in una
professione. Da diversi anni ormai ha un negozio tutto suo a
Spoleto, in Via dell’Anfiteatro.
Roberto Sensidoni, quando è iniziata la passione per l'arte
dei tatuaggi?
“Già negli anni delle scuole superiori, quando frequentavo
l’Istituto d’arte”.
Quanti tatuaggi ha sul suo corpo?
“Non so quanti ne ho, sarebbe persino difficile contarli!”
Quando ha fatto il primo?
“I primi tatuaggi li ho fatti quando avevo 14 o 15 anni con
il vecchio metodo dell'inchiostro e dell’ago della lana”.
Si è mai pentito?
“Non mi pento, anche se dubbi ne ho avuti su tatuaggi poco ragionati ma, in fondo, raccontano la mia storia e fanno
di me la persona che sono”.
Ci sono tipologie di tatuaggi che i tatuatori professionisti si
rifiutano di fare?
“Solitamente no, noi diamo totale libertà di espressione, anche se tatuaggi considerati offensivi o discriminatori non ci
fanno una buona pubblicità”.
Ha mai ricevuto denunce o avuto problemi?
“No, non ho mai avuto problemi perché ho sempre lavorato
seriamente”.
Tra la sua clientela prevalgono spoletini o persone di altre città?
“La maggior parte delle persone vengono da fuori, certo abbiamo anche clienti spoletini, ma dipende anche da particolari periodi”.
Qual è la fascia di età in cui i tatuaggi sono più richiesti?
“I minorenni che chiedono di farsi un tatuaggio sono notevolmente diminuiti: spesso si fanno tatuare dagli amici o dai
tatuatori emergenti, senza riflettere e senza conoscere i rischi.
Io personalmente tatuo persone di ogni fascia d'età, molti co4
etanei, cinquantenni, la percentuale va a calare nella fascia dei
60enni e 70enni”.
Cosa si deve fare per diventare un tatuatore di professione
ed aprire uno studio?
“In genere si fa esperienza con dei percorsi formativi, in questi ultimi anni ci sono molti più corsi rispetto ad anni fa,
quando si facevano esperienze dirette sul campo; ma ora ci
sono anche moltissime persone autodidatte. Quando ho
aperto il mio studio, in Camera di commercio non sapevano
neppure come iscrivermi al registro delle imprese, i tatuaggi
erano una novità e non venivano né riconosciuti né considerati, l'arte in sé per sé non era illegale ma neanche considerata, da quando però i tautuaggi sono diventati un business le
cose sono cambiate”.
Questo lavoro ti ha portato a viaggiare molto?
“Sì, ho viaggiato moltissimo: dal 1991 fino al 2000 sono stato sempre in giro per il mondo, lavorando ovviamente come
apprendista, sono stato in posti come Brasile, Messico, Inghilterra che mi hanno portato ad accumulare esperienza, ho
avuto molti maestri in questo mestiere”.
Hai partecipato a convegni specialistici?
“Ovviamente sì, ho partecipato ad un centinaio di convention
in tutta Europa, ma non è semplice, si è sottoposti ad una selezione dove vengono scelti tra centinaia e centinaia di partecipanti, i tatuatori con i migliori lavori. È una specie di competizione, ma è soprattutto un’esperienza formativa dove ci si può
mettere in gioco e confrontarsi con persone e stili differenti”.
Com’è cambiato il significato dei tatuaggi nel corso degli anni?
“Prima i tatuaggi erano visti più come una forma d’arte, oggi ci si tatua perché si vuole farlo: le persone si buttano senza pensare. C’è da dire che prima i tatuatori erano pochissimi, invece ora ce ne sono migliaia, non si ha più un vero motivo per cui non farsi un buon tatuaggio”.
È cambiata nel tempo la considerazione sociale verso le persone tatuate?
“I tatuati in passato venivano visti male, potevano essere considerate tossicodipendenti, galeotti, ma, per fortuna, le cose
si sono evolute, le tendenze si sono invertite ed io ho sempre
pensato che sarebbe successo”.
Come giudica le persone che criticano chi porta un tatuaggio?
“Non le giudico, penso piuttosto che ognuno è libero di fare
le proprie scelte”.
Speciale
Moda&Modi
TaTuaggi, da sTrumenTo TerapeuTiCo a moda
Nel mondo un milione e mezzo di persone hanno un tatuaggio
di Michela Ciri, Anxhela Martinaj, Maria Serena Latini
Una traccia che parla di noi, del nostro
vissuto, delle nostre credenze e desideri. Un segno indelebile sulla pelle. Il tatuaggio è stato impiegato presso moltissime culture, sia antiche che contemporanee, accompagnando l'uomo per
gran parte della sua esistenza. Ha un’origine antichissima. Infatti,
tatuaggi terapeutici sono stati ritrovati
sulla Mummia di Oetzi. Altro ritrovamento con tatuaggi è quello dell'«uomo di Pazyryk» nell’Asia centrale con
complicati disegni rappresentanti animali.
Nel Medioevo, i pellegrini si facevano
tatuare i simboli religiosi o del santuario appena visitato, altri popoli svilupparono l’utilizzo del tatuaggio con propri stili e significati.
Per i Maori i tatuaggi hanno un importante significato: il
moko è il tatuaggio dei guerrieri che racconta per simboli la loro vita; il kirituhi invece è per tutti, è più armonioso del moko, anch’esso racconta episodi della vita con
simboli.
Il tatuaggio è una forma d’arte che attualmente si è espansa a macchia d’olio, in particolare tra i giovani. Sono infatti circa un milione e mezzo le persone che ne hanno uno e
i ragazzi, tra i 12 e i 18 anni, sono il 7,5% del totale. A con-
fermarlo sono i dati presentati dal Centro nazionale Ondico (Organismo notificato dispositivi e cosmetici) dell'Istituto Superiore di Sanità.
A confermare l’importanza che sta assumendo tale moda è la creazione di numerosi festival internazionali, meetings,
conventions sull’arte dei tatoo.
Uno dei più famosi è il festival svolto,
già da sei edizioni, in Polinesia; porta
artisti da tutte le isole del Pacifico, ma
anche giapponesi, americani ed europei.
Una sessantina di professionisti che per
tre giorni lavorano no stop per un pubblico affamato d’identità.
Tattoonesia termina con l’elezione di
Miss e Mister Tattoo. A fianco dei tatuatori, ci sono spettacoli di danza,
film, conferenze e stand di artigianato.
Oggi, insieme ai simboli ancestrali, i tahitiani si fanno incidere sulla pelle immagini stilizzate di tartarughe, lucertole,
pesci, fiori: interpreti di una nuova geografia, più estetica
che totemica. A fare scalpore è stato Lucky Diamond Rich
(nella foto), l’australiano nato in Nuova Zelanda, che per
anni è stato il detentore del Guinness World Record come
l’uomo più tatuato del mondo: il 100% del suo corpo è interamente tatuato. Il suo primo tatuaggio fu una clava da
giocoliere sul fianco.
TATTOO MANIA
(Segue da p. 1)
Tuttavia, il 75% è favorevole e solo il 15% si schiera contro la
moda dei tattoo per paura di incorrere in problemi dermatologici o altro ancora. Solo una minoranza lo trova interessante sugli altri ma non su di sé. Molti sono fermamente convinti che le persone tatuate vengano giudicate superficialmente,
oppure possano essere considerate ribelli o dei poco di buono,
seguendo così pregiudizi e stereotipi condivisi soprattutto dagli over 60.
5
Speciale
Pianeta Scuola
“la riforma gelmini?
Ha eliminaTo Troppe ore di praTiCa”
Intervento della preside dell’Istituto Alberghiero Fiorella Sagrestani
di Chiara Morosi e Federico Battisti
Riduzione di fondi, modifiche delle attività scolastiche. Dopo la recente Riforma, la cosiddetta “Gelmini”, tanti sono stati i cambiamenti a cui hanno dovuto far fronte gli operatori della scuola. Primi fra tutti i dirigenti scolastici, tra questi c’è Fiorella Sagrestani,
preside dell’Istituto Alberghiero. Fiorella Sagrestani, qual è stato il cambiamento più significativo per l’istituto alberghiero, che lei
dirige, dopo la riforma? “L’istituto ha subito come altri professionali un cambiamento più che altro negativo, poiché sono diminuite le ore di pratica nei laboratori e sono aumentate invece le ore di cultura generale, che in un alberghiero possono essere già comprese in altre materie come biologia e alimentazione”. Cosa ne pensa dei cambiamenti avvenuti a seguito della riforma Gelmini?
“In questi ultimi anni, oltre la riforma Gelmini, anche altri ministri spingono la scuola verso un aumento di attività di alternanza
scuola-lavoro e ciò è proficuo perché i ragazzi trascorrono troppo tempo negli istituti, avendo contatti con il mondo del lavoro solo
dopo il diploma”. Quali sono stati gli aspetti negativi della riforma? “Uno degli aspetti negativi è quello della diminuzione delle ore
di pratica, ci sono molti istituti sul territorio nazionale che hanno apportato modifiche al curricolo consentito dall’ufficio scolastico
regionale; da noi non è stato possibile. Altro aspetto negativo è quello della riduzione dei fondi”. Apporterebbe qualche cambiamento? “Si, la revisione dei vari curricoli: una maggiore possibilità di modificare il curricolo in base alle esigenze della scuola stessa, offrirebbe la possibilità di aumentare le ore di laboratorio”.
Sondaggio fra gli studenti dell’Alberghiero sulle ore di pratica
di Claudio Bianchi, Daniele Lanari, Matteo Luchetti, Matteo Mela
Le ore di laboratorio sono poche. È questa in sintesi la convinzione che aleggia anche tra gli studenti dell’Alberghiero.
Con la cosiddetta riforma Gelmini, negli ultimi anni è stata
registrata una drastica riduzione del denaro destinato alla
scuola pubblica. Questo cambiamento ha portato negli istituti professionali, ai quali vengono notevolmente ridotte le
ore di pratica, altrettanto evidenti cambiamenti nella formazione finale degli alunni. Cinquanta studenti dell’istituto alberghiero di Spoleto delle classi IV e V, sono stati sottoposti
nel dicembre scorso ad un sondaggio in merito e, tra i risultati, salta subito all’occhio l’altissima percentuale di alunni
scontenti dell’attuale quantità di ore di laboratorio; ma
ugualmente sconcertante è il gran numero dei ragazzi che
non svolge nemmeno un’ora di pratica. Un altro dato importante è quello degli studenti che ritengono queste ore insufficienti per una preparazione adeguata ad un futuro lavorativo che, considerando l’età media di 18 anni, è molto vicino.
Ogni alunno vede le ore di pratica in modo diverso: alcuni le
definiscono trampolino di lancio per la vita, altri un modo
per comprendere questa professione nel suo aspetto più pratico. Ma il pensiero che accomuna tutti è la certezza che le
ore di pratica siano indispensabili in questo settore, quindi
vanno difese e nell’attuale situazione, riconquistate.
effeTTi della riforma gelmini
Intervista a Battistina Vargiu, assessore all'Istruzione.
di Beatrice Di Benedetto e Michele Pierdominici
Cambiamenti, sconvolgimenti e insofferenze. Dopo la Riforma Gelmini (2009) il sistema scolastico italiano ha subito una totale trasformazione; per gli istituti alberghieri si è voluto fornire agli studenti la possibilità di esercitare una professione specifica dopo il diploma ed una preparazione adeguata per l'accesso a tutte le facoltà universitarie. Interviene L’assessore comunale all’istruzione, Battistina Vargiu. Assessore Vargiu, come è stata articolata l’organizzazione scolastica a Spoleto dopo la riforma Gelmini? “Poichè era
necessario avere degli istituti con un minimo di seicento alunni, i licei sono stati inclusi in un unico polo; l'istituto alberghiero ha
mantenuto la propria autonomia, è stato creato un polo tecnico, ovvero l’Itcg Spagna, e sono state istituite tre sole presidenze con
un numero adeguato di alunni”. Ci sono stati cambiamenti dal punto di vista burocratico? “Queste unificazioni sono state a carattere amministrativo e i collegi stanno lavorando affinchè le difficoltà nate dagli accorpamenti siano occasioni di confronto tra i diversi indirizzi con ampliamento dell'offerta didattica”. Su quale scuola hanno influito di più le novità introdotte dalla riforma?
“Penso che siamo stati penalizzati soprattutto gli istituti tecnici e professionali, che hanno perso molte ore di laboratorio; ma anche
le altre scuole hanno risentito dei cambiamenti: il numero elevato di alunni e la mancanza di risorse impediscono talvolta lo svolgimento di determinate attività”. Come opera l’assessorato dell'istruzione per offrire sempre più vantaggi alle scuole? “L’assessorato
fornisce servizi e strutture alle scuole dell’obbligo, propone attività integrative e di arricchimento dell’offerta formativa che riguardano anche la conoscenza del territorio, raccolte nell’opuscolo Spoleto per la scuola”.
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Speciale
Pianeta Scuola
Materie in via d’estizione
La parola agli insegnanti
di Beatrice Di Benedetto e Matteo Mela
“legislazione non C’è più”
Non solo le ore di pratica in laboratorio: la mannaia dell’ultima riforma scolastica ha drasticamente ridotto anche le ore di legislazione. La professoressa Maria Paola Reali dell’istituto alberghiero fa una panoramica della situazione attuale. Come è stato organizzato l’insegnamento di legislazione
con la riforma Gelmini? “Legislazione ed economia politica sono state eliminate in molti istituti quali i licei, i tecnici commerciali e geometra. Per
quanto riguarda l'istituto alberghiero sono state unite le ore di economia aziendale e diritto ed assegnate ad un docente unico”. Ci sono state ripercussioni nella sua carriera di docente? “Quest’anno sono stata abbinata all’insegnamento dell’economia aziendale, materia che non mi compete direttamente, in quanto non fa parte del mio percorso di studi giuridici”. E questo cosa ha comportato per lei? “Per garantire ai miei alunni un'offerta formativa adeguata ho dovuto informarmi e studiare gran parte del programma didattico di economia aziendale. Questi cambiamenti, in linea generale
hanno comportato una perdita di professionalità dei docenti che insegnano materie delle quali non possiedono gli adeguati titoli di studio”.
“danno enorme eliminare le ore di sToria dell’arTe”
Ormai è ufficiale, negli istituti professionali niente più storia dell'arte. E numerose sono le polemiche. La riforma Gelmini ha decretato pure la sospensione di questa materia negli istituti tecnici professionali e delle scienze umane. Interviene la docente Lucia Mazuccato. Cosa pensa della drastica riduzione delle ore di storia dell’arte? “Il danno è stato enorme considerando il notevole patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. I settori penalizzati sono stati il turistico, settori moda e grafica. La conoscenza della storia dell’arte si fonde anche con la letteratura e la storia civile italiana ed è un elemento importante della nostra identità di cittadini. L’ex ministro Tremonti disse che con la cultura non si mangia. E con la storia dell’arte? È completamente sbagliato dire che con la cultura o con la storia dell’arte non si mangia: la cultura artistica stimola inoltre la sensibilità estetica dei settori moda, e la mancanza di studi appropriati comporta anche una decadenza delle capacità creative e il declino dello sviluppo economico”. La sua carriera di
docente è stata compromessa dalla riforma Gelmini? “Dopo ben 30 anni di precariato sono stata finalmente immessa in ruolo, ma sono state soppresse moltissime cattedre e chi attende un contratto a tempo indeterminato ha poche speranze di ottenerlo. Considerando che le discipline penalizzate sono state legislazione e storia dell'arte, credo che l’intenzione sia quella di eliminare le materie che stimolano il senso critico dei cittadini”.
“geografia è diVenTaTa Come CenerenTola”
Da materia fondamentale a cenerentola nel piano formativo. Agata Scalisi, docente di geografia all’istituto Alberghiero, spiega come la riforma Gelmini
abbia colpito la meritocrazia dell’apparato scolastico escludendo una materia come la geografia e compromettendo la formazione degli studenti. Professoressa Scalisi, quali cambiamenti ha portato la nuova riforma alla sua materia? “La riforma Gelmini ha eliminato l’insegnamento della geografia dal
triennio e lo ha spostato al biennio rendendo questa disciplina tipica della scuola dell’obbligo”. Quali sono le conseguenze di questo cambiamento? “La
principale conseguenza è che ai docenti di scienze è stata concessa la possibilità di insegnare anche la disciplina di geografia, senza che tali insegnanti siano in possesso di titolo di studio adeguato ed abilitazione all’insegnamento di questa materia. Nella realtà dei fatti questo danneggia sia i docenti che gli
alunni”. Ci sono state ripercussioni nella sua carriera di docente? “Assolutamente: dal momento che gli insegnanti di scienze godono anche della priorità, io, come tutti gli altri insegnanti di geografia con regolare abilitazione, dopo trent’anni mi ritrovo ad essere precaria e ad essere letteralmente “sbattuta” fuori dai professionali per la totale rimozione di questa materia”.
poCHi spazi e freddo all’albergHiero
Sagrestani: “La Provincia ha promesso che avremo la priorità”
di Camilla Baldi, Martina Brilli,
Elisa Zepponi
Aumentano gli iscritti ma mancano gli spazi. La carenza di aule all’Istituto alberghiero è cominciata così: quando le iscrizioni hanno superato di gran
lunga le aspettative e le capacità di capienza della scuola. Per questo, da qualche anno, diciotto classi sono state trasferite all’Istituto tecnico Giovanni Spagna. Ma subito sono sorte difficoltà che sembrano insormontabili. Tra queste il problema del riscaldamento delle aule distaccate presso l’istituto tecnico commerciale. Sono ormai quattro anni che si continua a mettere in evidenza l’urgenza di terminare o, addirittura, di cominciare il restauro dell’ex convento San Paolo, che ospita la sede centrale dell’Alberghiero, ma ancora nulla. La preside Fiorella Sagrestani segue con impegno la situazione: “La Provincia ha chiesto il numero degli iscritti, perché ha intenzione di risolvere questo problema. Nell’ultimo colloquio avuto abbiamo
preso in considerazione il ripristino di una piccola porzione dell’intero complesso. Nel progetto era prevista un’aula magna, ma stiamo considerando
di trasformarla, per necessità oggettive, in tre aule. La Provincia ha intenzione di iniziare, intanto, il restauro di una porzione, dato che non ci sono
tutti i fondi per il completamento dell’intera opera”. Con le nuove iscrizioni a che numero di alunni siamo arrivati? “Quest’anno abbiamo superato la soglia dei 900 studenti, proprio per questo abbiamo urgente bisogno di nuovi ambienti!”. Quando pensa che inizieranno quindi i lavori? “Non
so dirlo per certo, le ultime notizie, che ci danno speranza, riguardano il progetto del Governo di finanziamenti per l’edilizia scolastica. La Provincia
ha promesso che l’Alberghiero di Spoleto sarà uno degli Istituti in Umbria ad avere la precedenza”. Un altro problema è quello della palestra, soprattutto per gli studenti con sede all’Istituto Spagna perché sono costretti a fare attività fisica insieme ad altre classi ? “Per la palestra il progetto c’è:
verrà costruita dietro il convitto San Paolo, il problema però è sempre quello dei fondi che o non ci sono oppure sono bloccati a causa del patto di
stabilità”. Durante l’anno, alcune aule hanno toccato temperature non conformi a ciò che stabilisce il D.P.R n. 412/93, in cui si fissano le caratteristiche per un ambiente idoneo alla salute. C’è una soluzione? “Sono ormai anni che chiediamo alla Provincia di prendere i provvedimenti necessari, ma ancora non è stato fatto nulla, gli addetti stanno svolgendo però in questo periodo dei sopraluoghi per verificare la situazione, si parla di
lavori all’impianto di riscaldamento, ormai obsoleto, da svolgersi durante l’estate. Speriamo che sia realmente così!”.
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Speciale
Società&Lavoro
innoVazioni in CuCina
di Veronica Defazio, Angelica Gentili,
Barbanera (Con Spoleto): “Attenti ai bluff”
Tra innovazione e tradizione, all’Istituto Alberghiero è stata allestita di recente una nuova cucina con tecnologia a induzione e piastre elettromagnetiche: è la tecnologia che
avanza, anche se rimane dubbio se i campi magnetici possano nuocere alla salute. Ma qual è la situazione nei ristoranti e, più in generale, nelle strutture deputate alla ristorazione di Spoleto? Risponde Tommaso Barbanera, presidente del Consorzio degli operatori turistici spoletini.
Barbanera, da quanti anni lavora nel settore?
“Da quasi quaranta”.
Quale tipo di ristorazione si è più diffusa negli ultimi dieci
anni?
“Quattro sono le categorie di ristorazione a Spoleto: ristoranti a la carte, trattorie-pizzerie, pub, ristoranti di albergo.
Mancano ristoranti a tema: la città è piccola e la domanda insufficiente; ci sono poi ristoranti per banchetti che attraggono clienti anche dai dintorni”.
Martina Peppucci e Benedetta Taddei
È aumentato il numero dei ristoranti?
“Da circa dieci anni c’è stato un lieve aumento delle aziende ristorative negli agriturismi, mentre alcuni ristoranti hanno chiuso o chiuderanno a causa
della crisi”.
Cosa pensa dei nuovi sistemi di cottura?
“Vanno proposte ricette tradizionali con strumenti e
metodologie moderne, per avere un valore aggiunto.
La tradizione va riletta in chiave moderna: l’innovazione deve essere però al servizio della tradizione”.
Il ritorno alle cose semplici, con gli agriturismi, può migliorare l’offerta?
“L’agriturismo deve tornare al suo scopo originario: offrire
propri prodotti. L’attuale situazione nuoce ad agriturismi e
ristoranti, perché c’è un appiattimento; il consumatore,
spesso è gabbato. La ristorazione ne è consapevole e punta
sulla riscoperta della tipicità”.
spreCHi alimenTari, piaga del Consumismo
In Italia 240 mila tonnellate di alimenti vengono buttati
Una vera piaga che nasce dalle cattive pratiche del consumismo: gli sprechi alimentari. Secondo la Fao (Food and Agriculture Organization) un terzo del cibo si perde nel passaggio dal produttore al consumatore; invece, 240 mila tonnellate di alimenti invenduti in Italia potrebbero sfamare 600
mila persone l'anno.
I paesi ricchi sprecano 95-115 kg di cibo l'anno pro capite, i
poveri 6-14; in Italia il 25% degli sprechi finisce nella spazzatura. A febbraio a Roma si è tenuta la prima giornata della
prevenzione dello spreco alimentare. Il piano nazionale di
prevenzione dei rifiuti (Pinpas) del Ministero dell’ambiente,
ha affrontato il problema secondo le indicazioni della Commissione Europea. Per evitare sprechi basterebbe osservare regole semplici: limitare il budget e elencare gli alimenti real-
di Valeria Boccio e Nicolas Nobili
mente necessari; comprare ogni giorno prodotti freschi e
disporre i deperibili avanti nel frigorifero; distinguere i cibi
da consumarsi entro
da quelli da consumarsi preferibilmente entro, utilizzabili
dopo la scadenza.
Altri consigli: preparare frittata, risotti
con avanzi, creare
menù settimanali.
Un pizzico di fantasia e si può “risparmiare con gusto”.
la passione per la CuCina: una riCeTTa per sognare
di Eduart N.
Eduart oltre ad essere un ottimo cuoco è anche un inesauribile studioso di ricette della cucina classica, molte delle quali ci fanno sognare per gusto e complicata fattura, come l’Aragosta alla Thermidor, cucinata per la prima volta a Parigi nel lontano 1894. (Prof. Bizzaglia).
Aragosta alla Thermidor
Ingredienti:
• 3 aragoste da 600g circa ciascuna
• 3 scalogni
• 1 dl vino bianco
• 1 dl di panna
• 2 dl di salsa Bercy (vellutata di
pesce con l’aggiunta di prezzemolo
tritato e succo di limone)
• 1 dl di besciamella
• 5g di senape in polvere
• 50 g d i burro
• 40 g di formaggio grattugiato
• 2 l di court-bouillon classico
• 1 tartufo nero
Procedimento:
1. Cuocere le aragoste per 40 minuti nel court-bouillon e lasciarvele raffreddare, quindi scolarle. 2. Dividere le aragoste a metà nel senso della lunghezza ed estrarre la polpa con un cucchiaio. 3. Nel frattempo in una padella fare rosolare gli scalogni tritati con il burro, bagnare
con il vino bianco, poi lasciare ridurre quasi completamente a fuoco vivo. 4. A questo punto
aggiungere la salsa besciamella e la panna mescolando bene. Portare ad ebollizione e filtrare
allo chinois, allungare con la salsa Bercy, salare ed insaporire con la senape in polvere. 5. Tagliare intanto la polpa di aragosta in medaglioni regolari e mescolarli con parte della salsa appena confezionata. 6. Disporre la polpa così lavorata nelle corazze e coprire con la rimanente salsa. 7. Cospargere di formaggio grattugiato e bagnare con burro fuso, decorare con lamelle di tartufo e gratinare per alcuni minuti prima di servire.
Hanno collaborato a questo numero, gli alunni:
Insegnanti
Paola Bonacci, Anna Paola Tagliavento, Emanuela Valentini Albanelli
Coordinamento Antonella Manni
Un grazie per la collaborazione
Dirigente
allaScolastica IPSSART “G. De Carolis”, Professoressa Fiorella Sagrestani,
al personale e alla classe III Ristorazione della Casa di Reclusione di Maiano.
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LA COSTITUZIONE?