Anno IV - Numero 172 - Mercoledì 22 luglio 2015
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Attualità
Economia
Libia
Passi in avanti
per il caso Marò
Esodati: ancora
in 50mila fuori
Nessuna notizia
dei quattro italiani
A pag 3
A pag 4
A pag 5
IL CONSIGLIO REGIONALE SI RIUNISCE OGGI E DOMANI PER REAGIRE CON LA FORZA
DELLE LEGGI ALL’ESPLOSIONE DI MAFIA CAPITALE
FORBICI
TERRORISTI CON I BARCONI
Italia minacciata,
ma la Pinotti
cerca ‘le evidenze’
Da stamane alla Pisana si lavora al taglio delle collusioni tra politica
e affari grazie all’azione promossa da La Destra e Fratelli d’Italia
di Francesco Storace
orbici in azione. Ma, forse,
almeno questa volta, non
contro i cittadini ma verso
gli affaristi che assediano
la regione. Incrociamo le
dita, ma se stamane va bene la riunione
informale tra maggioranza e opposizione prima della seduta del consiglio
regionale, tra oggi e domani il Lazio
si doterà delle norme regionali cosiddette “tagliamani” proposte da La
Destra e da Fratelli d’Italia in tema di
sicurezza e legalità.
La maggioranza di centrosinistra si è
detta disponibile ad aderire all’impianto legislativo che abbiamo proposto, anche grazie alla compattezza
dell’intero centrodestra - vanno citati
pure gli appelli di Forza Italia e Ncd a
non lasciar cadere questa battaglia e dello stesso Movimento Cinque stelle, che non ha voluto far venire meno
la sua voce.
Se son rose fioriranno e la giornata di
oggi chiarirà che cosa potrà accadere
nella seduta conclusiva di domani.
Certo è che tutto può ancora accadere:
può essere sufficiente un’impuntatura
per far saltare tutto e fare i conti con
una marea di emendamenti che inevitabilmente farebbero slittare molto
in avanti l’approvazione della legge
F
di Igor Traboni
ancano ‘le evidenze’, alla
signora ministro Roberta
Pinotti. Le ‘evidenze’ che
i terroristi jihadisti si nascondano
tra i migranti per arrivare in
Italia. E mentre la titolare della
Difesa le cerca, queste evidenze,
un giorno sì e l’altro pure i terroristi continuano a minacciare
l’Italia. Eppure, la signora ministro, ieri in audizione alla commissione del Senato, ha ripetuto
che “per quello che riguarda la
possibilità che attraverso i migranti ci siano infiltrazioni di
terroristi jihadisti noi ad oggi
non abbiamo evidenze su questo. Poi ci sono state alcune
notizie secondo le quali forse
in alcuni casi ciò possa essere
avvenuto, ma noi ad oggi al
ministero della Difesa non sono
arrivate evidenze certe”.
La Pinotti ha poi smentito la
M
all’esame dell’aula. La Pisana e’ convocata per la modifica delle norme
sull’osservatorio regionale per la legalità, in cui dovrà entrare anche un
rappresentante della Dia. Ma noi abbiamo proposto di approfittare del
veicolo legislativo in questione per
stabilire anche una netta separazione
tra politica e cooperative: se si finanziano i partiti, non si può accedere ai
bandi regionali. Dopo le prime urla
dei giorni scorsi, la maggioranza ha
cominciato a ragionare, proponendo
di estendere a qualunque ente privato
la distinzione che vogliamo far valere
per le coop. Stamane leggeremo che
cosa vuole il centrosinistra sul tema.
CHIEDE MAXI-RISARIMENTO
E DI RESTARE IN SEL LA
Poi, c’è discussione anche sulla regolamentazione delle lobby, attraverso
la creazione di un elenco apposito. E
sulla istituzione di una speciale commissione antimafia. Se tutto questo si
dovesse tradurre in legge, la regione
Lazio - grazie al lavoro dell’opposizione
a partire proprio da La Destra e da
Fratelli d’Italia - avra’ dato una seria
risposta politica all’inquietante questione criminale aperta dopo l’esplosione di Mafia capitale. Abbiamo caparbiamente insistito per far entrare
il tema nell’agenda politica e domani
sera potremmo contare su un risultato
di assoluto rilievo se ce la faremo. La
parola è alla politica.
A GERUSALEMME DIVERGENZE IN DIRETTA MONDIALE SUL PROGRAMMA NUCLEARE DI TEHERAN
L’Iran funesta di Nethanyau su Renzi
di Robert Vignola
ispettare Israele e lavorare alla sua sicurezza,
ma senza abbandonare
il dialogo con le grandi nazioni
islamiche. L’Iran è tra queste,
e il fatto che il premier italiano
Matteo Renzi sia arrivato per
una visita a Gerusalemme proprio dopo l’accordo sul nucleare
di Teheran, non gli ha comunque sconsigliato di uscire dagli
storici argini della politica estera italiana.
Non s’inventa nulla, quindi, il
presidente del consiglio dei
ministri. Resta nel solco che
fu di Andreotti e Craxi, senza
dover scomodare Berlusconi.
E aggiorna se mai quel messaggio rilevando, dopo aver
calzato la kippà allo Yad Vashem, che “dobbiamo impegnarci per lottare contro l’antisemitismo, che è una minaccia
R
CROCETTA
FA IL PREZIOSO
A pag 2
possibilità di un attacco militare
dell’’Isis in Italia, ma poi, con
un giro di parole che non fa
altro che aumentare la confusione (quella del nostro governo), ha aggiunto, alla domanda
se possibile che ci sia la volontà
di organizzare un attentato terroristico in Italia, che “nell’’ambito delle cose che possono
succedere, come è avvenuto in
altri Paesi-non possiamo escludere che possa succedere anche
in Italia”. Tanto più, sono ancora
parole della Pinotti, che l’Isis
si è organizzata con “cellule in
diversi Paesi, ampie e diffuse”.
Quindi, la ciliegina (amara) sulla
torta (rancida): “Esiste una
programmazione fatta da tempo
dal Governo per prevenire qualsiasi rischio”. Sì, certo: le forze
dell’ordine con sempre meno
uomini e mezzi e un Esercito
sempre più immiserito. Aspettando le evidenze.
per la pace ed è un elemento
che può essere sfruttato dai
terroristi. Siamo con voi, con
il governo di Israele e con i
suoi cittadini, siamo sulla stessa lunghezza d’onda nella lotta
contro questi rischi e minacce”.
La lunghezza d’onda è cambiata
quando si è trattato di affrontare
altri argomenti. Benjamin Nethanyau non è certo colomba:
il suo accenno al fatto che “Ita-
lia e Israele devono affrontare
le stesse minacce contro le
quali collaborano insieme da
alleati, partner e amici” porta
a terreni sulle quali la condivisione non è perfetta. Ad
esempio quando il premier dello stato ebraico parla di “cattivo
accordo” raggiunto dall’Iran
con il 5+1, un “errore storico”
che si traduce in una “grande
minaccia per il Medio Oriente
e per tutto il mondo”.
Una visione delle cose che non
è stata condivisa dall’omologo
italiano. Che si è rifugiato
dietro un gigante per sostenere
tesi diverse riguardo la valenza
dell’accordo sul programma
nucleare iraniano. “Noi sosteniamo gli Stati Uniti: penso
che abbiamo differenti posizioni, sosteniamo questo compromesso e vigileremo sulla
sua applicazione”. Ovviamente
Renzi conta di smussare gli
angoli fin troppo evidenti emersi durante la conferenza stampa
di ieri con quello che è il suo
“campo amico”, cioè l’Expo.
E ha dato appuntamento a Nethanyau a Milano, ad agosto,
per la giornata nazionale israeliana. Magari, davanti ad una
bella mangiata di kosher, anche
le divergenze sul programma
iraniano sembreranno, ai due,
del tutto marginali. O no?
2
Mercoledì 22 luglio 2015
AttUALItA’
CLIMA INFUOCATO IN SICILIA: LA MAGISTRATURA SI CHIAMA FUORI, IL CENTRO-SINISTRA BRANCOLA NEL BUIO
Il Pd non spegne la luce a Crocetta
Ancora parole di fuoco contro il cerchio magico del governatore dai vertici regionali del partito
Lui intanto chiede la buonuscita a spese de L’Espresso: dieci milioni di danni per l’intercettazione
di Robert Vignola
rocetta durerà, ancora. A
dispetto della Sicilia e del
buon senso. “Merito” del
Pd, che come accade in
altre importanti amministrazioni italiane (citofonare Ignazio
Marino) evidentemente si rende
conto dei danni arrecati alla loro immagine (non ci vuole molto: basta
dare un’occhiata ai sondaggi) ma
non ha alcuna carta in mano per
uscire dall’impasse nel quale si è
cacciato.
Non bastano le dimissioni in massa,
la strage di assessori che basta a dire
quale sia il clima. Non bastano neanche
i segnali che Renzi sta mandando indirettamente. Il partito non sa che
pesci prendere e affida la giustificazione alla sua ondivaga gestione della
crisi siciliana a discorsi da massimi
sistemi. “Il tema è semplice – spiega
il segretario regionale Fausto Raciti –
o c’è il Pd o c’è quel sistema di
relazioni costruito nel nome di quell’antimafia di retorica che ha danneggiato con le sue scelte di un anno e
mezzo fa, ad esempio i manager della
sanità che noi contestammo, che oggi
da questione politica rischia di diventare questione giudiziaria. Non ci sono
possibilità di convivere”.
C
Che i professionisti dell’antimafia,
per dirla con Sciascia, non facciano
bene alla Sicilia è cosa giusta. Ma il
Pd non poteva accorgersene prima
di affidare la sua voce al distorcente
megafono di Crocetta? Misteri della
fede a sinistra.
Non è un mistero intanto che il presidente Rosario desideri con forza
prepararsi una buonuscita adeguata,
perché comunque la sua esperienza
politica è segnata, e per sempre. A
spese del settimanale L’Espresso,
cui è pronto a chiedere dieci milioni
di euro per la pubblicazione dell’articolo sull’intercettazione con il
medico Matteo Tutino. È stato l’avvocato Vincenzo Lo Re ad annunciarlo, spiegando che “avvieremo
un’azione civile risarcitoria, che è
molto più veloce di quella penale,
chiedendo all’Espresso la somma
di 10 milioni di danni, non solo al
settimanale ma anche ai due giornalisti dell’articolo e al direttore Vicinanza, non solo per omesso controllo, ma anche per avere più volte
confermato l’esistenza della intercettazione”.
Niente via penale quindi: maledetti
e subito, così li vuole i soldi Crocetta.
Certo non pochi. Ma per la direzione
del settimanale debenedettiano, che
ha diffuso una nota sulla vicenda,
proprio la causa annunciata dai legali
di Crocetta “può diventare l’occasione processuale per comprovare
la piena correttezza del comportamento dell’Espresso e per fare definitiva chiarezza su quanto è avvenuto”. Ne vedremo delle belle? Chi
vivrà vedrà. Certamente al momento
pare proprio che la magistratura
non voglia invischiarsi. A distanza
di sei giorni dalla smentita del Procuratore capo di Palermo Francesco
Lo Voi sull’ormai famigerata intercettazione pubblicata, è arrivata anche la secca smentita del Procuratore
capo di Caltanissetta, Sergio Lari.
La registrazione della telefonata tra
il Presidente Crocetta e il medico
Matteo Tutino non è quindi agli atti
neanche a Caltanissetta.
Della questione si parla insomma a
tutti i livelli, tranne che nella sede
istituzionale, cioè l’Ars. Ieri il governatore avrebbe dovuto riferire in
aula sia sulle intercettazioni, sia sulle
dimissioni a catena di assessori verificatesi nelle ultime due settimane.
Non se n’è fatto nulla perché Crocetta
ha informato il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Giovanni
Ardizzone che il suo intervento avverrà domani mattina. Il che la dice
tutta sulla difficoltà di un governatore
che delle sue dimissioni parla apertamente anche al Corriere della
Sera: ma non le firma mai…
LANCIATO L’ENNESIMO MOVIMENTO POLITICO DEL CENTRODESTRA. PRONTO A SCENDERE A PATTI CON RENZI…
Tosi vuol “Fare!” qualcosa
n faro dentro un cerchio
bianco, contornato di Tricolore e con al centro la
scritta gialla “Fare!”. Più in basso
l’immancabile dicitura “con Flavio
Tosi”: per ora il simbolo c’è, bisogna solo vedere se durerà abbastanza da essere presentato ad
una qualche elezione. Ovviamente
di caratura nazionale, perché il
nuovo movimento politico del
sindaco di Verona, uscito malconcio dalla sfida lanciata a Luca
Zaia, è evidentemente l’ennesimo
tentativo di smuovere le acque
nel centro-destra. Abbandonando,
va da sé, il Nuovo Centro Destra,
l’alleanza strategica col quale non
U
ha certo pagato moneta granché
sonante alle regionali del Veneto.
Parte però proprio da lì, per dirla
con le parole di Tosi “nasce dopo
quanto avvenuto nella Lega qualche mese fa e dopo il risultato ottenuto dalla mia lista alle ultime
regionali. Oggi manca un’alternativa seria di centrodestra, non populista e non demagogica, al governo Renzi”. Fare, insomma, con
tanto di punto esclamativo. Tanto
più che la formazione politica dal
nome quasi analogo ma un po’
più arzigogolato (“Fare per fermare
il declino” di Oscar Giannino) è
sparita dai radar. Anche se certe
posizioni sono del tutto simili a
quelle usate durante l’esperienza
citata… Tosi critica infatti le “posizioni demagogiche come quelle
sull’uscita dall’euro”. Che, lamenta
l’uomo forte della politica veronese,
“nel breve periodo portano voti.
Ma a lungo andare le bugie hanno
le gambe corte. E il caso della
Grecia rappresenta la dimostrazione plastica di tutto questo”.
Lasciando gli altipiani dell’economia transnazionale, Tosi preoccupa
un po’ quando scende sul piano
della politica nazionale. Vale la
pena di dire che al suo fianco ci
sono le senatrici Patrizia Bisinella,
Raffaela Bellot, Emanuela Munerato e i deputati Matteo Bragantini,
Roberto Caon, Emanuele Prataviera. Si tratta di una piccola pattuglia parlamentare, suoi fedelissimi passati dalla Lega al Gruppo
Misto di Camera e Senato. Ma
soprattutto in quest’ultimo palazzo
potrebbero giovare non poco ad
eventuali maggioranze variabili di
IN VISTA DELL’ASSEMBLEA DI OTTOBRE
Unioni gay: Strasburgo entra a gamba tesa
D
a un lato l’Europa ci chiede
l’austerità, il Fiscal Compact,
il 3% del rapporto deficitPil. Dall’altro ci chiede le unioni gay.
In un continente dove il suicidio per
ragioni economiche è una realtà in
crescita, dove la disoccupazione giovanile è al galoppo (chiedere alla
Grecia, ma Spagna e Italia non scherzano) e dove i tagli allo Stato sociale
dilagano, la Corte dei Diritti dell’Uomo con sede a Strasburgo non
trova altro di meglio da fare che interessarsi al “riconoscimento delle
loro relazioni”. Loro sono le coppie
gay, naturalmente. E alla corte strasburghese interessa davvero poco
sapere quanto sia infinitesimalmente
basso il numero di unioni registrate
laddove esistono. Di qui, il dito puntato al di qua delle Alpi: le coppie
omosessuali “hanno le stesse necessità di riconoscimento e di tutela
della loro relazione al pari delle
coppie eterosessuali. Per questo
l’Italia e gli Stati firmatari della Cedu
devono rispettare il loro diritto fondamentale ad ottenere forme di riconoscimento che sono sostanzialmente allineate con il matrimonio.
C’è quindi un vuoto normativo da
colmare”. E ancora: “l’Italia è l’unica
democrazia occidentale a mancare
a questo impegno. La Corte ha con-
siderato che la tutela legale attualmente disponibile in Italia per le
coppie omosessuali non solo fallisce
nel provvedere ai bisogni chiave di
una coppia impegnata in una relazione stabile, ma non è nemmeno
sufficientemente affidabile”.
A sollevare la questione, che tradisce
evidenti radici spesso legate all’eredità o alla reversibilità della pensione
(questioni piuttosto contrastanti con
la letteratura del cosiddetto “amore
per tutti”), sono state tre coppie
omosessuali, guidate da di Enrico
Oliari, presidente di Gaylib, l’associazione nazionale dei gay liberali
e di centrodestra. Nonostante la loro
matrice politica, il Pd non ha avuto
difficoltà ad abbracciarne le ragioni:
sembrava quasi non aspettasse altro.
“È inconcepibile non riconoscere i
diritti a due persone che si amano,
solo perché sono dello stesso sesso.
Renzi sabato all’assemblea del Pd
ha preso un impegno molto chiaro”,
si è subito affrettato a commentare
il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio per gli Affari europei, Sandro Gozi. Guarda caso, il ddl Cirinnà
è in discussione proprio in questi
giorni e la maggioranza, complice
la ferma opposizione del Ncd, non
ha i numeri. Pure coincidenze…
R. V.
cui Renzi potrebbe aver bisogno.
Tant’è che Tosi dice di nascere
all’opposizione, ma “se dal governo
dovessero arrivare proposte serie
e utili al Paese noi saremmo disposti a condividerle”. Cerca poi
di fugare certi sospetti spiegando
che nel centrodestra “c’è bisogno
di un manifesto politico condiviso,
in grado di mettere assieme chi
ci sta”. In questo, sembra persino
un messaggio di pace verso Salvini. Anche perché, a suo avviso,
il modo per riuscirci è affidare
alle primarie “un punto di riferimento”.
R. V.
Via Giovanni Paisiello n.40
00198 Roma
Tel. 06 85357599 - 06 84082003
Fax 06 85357556
email: [email protected]
Direttore responsabile
Francesco Storace
Amministratore
Roberto Buonasorte
Capo Redattore
Igor Traboni
Progetto grafico
Raffaele Di Cintio
Società editrice
Amici del Giornale d’Italia
Sito web
www.ilgiornaleditalia.org
Per la pubblicità
Responsabile Marketing
Daniele Belli
tel. 335 6466624 - 06 37517187
mail: [email protected]
-----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma
n° 286 del 19-10-2012
3
Mercoledì 22 luglio 2015
AttUALItA’
NUOVO ATTO PER UN ARBITRATO INTERNAZIONALE CHE, DOPO TRE ANNI E MEZZO, RIESCA A CHIUDERE LA VICENDA
Marò, l’Italia adesso accelera
Al Tribunale del Diritto del Mare di Amburgo la richiesta che Latorre resti qui e Girone possa finalmente tornare
di Rita Di Rosa
CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER IL GOVERNATORE
vviato il 26 giugno
scorso, l’Italia ha (finalmente) deciso di
dar seguito all’arbitrato internazionale
per mettere fine alla vergognosa
vicenda dei due marò tenuti
prigionieri dall’India. Vicenda
che si trascina oramai da oltre
tre anni. E così ieri, proprio
come previsto dalla procedura
arbitrale, l’Italia ha chiesto al
Tribunale Internazionale del Diritto del Mare – organismo che
ha sede ad Amburgo - che, nel
contesto e fino alla conclusione
del procedimento arbitrale in
questione, il Fuciliere di Marina
Massimiliano Latorre possa restare in Italia (ora è già qui per
problemi di salute, dopo essere
stato colpito da un ictus, e l’India
di recente ha prorogato il permesso per altri sei mesi) e che
il collega Salvatore Girone –
ancora New Delhi e di fatto costretto a non muoversi dal perimetro della
nostra ambasciata - possa far rientro in
patria; l’Italia ha anche chiesto che vengano
sospese le procedure della giurisdizione
a carico dei Fucilieri in India, come rende
noto la Farnesina con un comunicato.
L’iniziativa – specifica altresì la Farnesina
- è stata dettata dalla necessità di tutelare
i diritti dei Fucilieri di Marina Latorre e
Girone e dell’Italia durante lo svolgimento
del procedimento arbitrale avviato il 26
giugno. Ma serviranno ancora altre settimane – almeno due o tre – perché possa
completarsi il percorso che porterà il Tribunale di Amburgo ad esprimersi sulle
Pressioni per far lavorare due
ex collaboratrici: Maroni rischia
A
l pm della Procura di Milano
Eugenio Fusco ha chiesto
il rinvio a giudizio per Roberto Maroni. Il governatore
dela Lombardia è indagato
per una vicenda di presunte
pressioni per far ottenere un
lavoro e un viaggio a Tokyo
a due sue ex collaboratrici.
L’accusa è quella di turbata
libertà nel procedimento di
scelta del contraente e induzione indebita. Chiesto il processo per altri 5 soggetti, tra
cui Expo 2015 spa, la società
che gestisce il grande evento
milanese, e il direttore generale di questa, Christian Malangone. Gli altri indagati
sono Andrea Gibelli, segretario generale del Pirellone e
presidente di Ferrovie Nord
Milano, Mara Carluccio, ex
collaboratrice al Viminale di
Maroni e il capo della segreteria del Governatore, Gia-
I
istanze italiane ed eventualmente ad accoglierle.
Solo a quel punto la vicenda dei Marò
potrebbe avvicinarsi ad una svolta importante, se non ancora definitiva. C’è da
considerare, questa volta in maniera positiva, che non più tardi del q3 luglio
scorso, davanti alla Corte Suprema indiana,
l’Additional Solicitor Generale P. S. Narasimha, ha dichiarato l’intenzione del governo indiano di accettare il procedimento
di arbitrato internazionale iniziato dall’Italia.
La sessione della Corte, presieduta dal
giudice A. R. Dave, in quella stessa occasione, come detto, ha inoltre prolungato
di sei mesi il permesso concesso a Massimiliano Latorre di restare in Italia per le
sue condizioni di salute. A quanto è dato
sapere, comunque, l’India non prima della
fine di agosto presenterà una risposta
dettagliata alla richiesta di arbitrato italiana.
Il tutto a 3 anni e mezzo dall’inizio del
calvario dei nostri due soldati che, imbarcati sulla petroliera italiana Enrica
Lexie come nuclei militari di protezione,
vennero accusati di aver ucciso due pescatori imbarcati su un peschereccio indiano il 15 febbraio 2012 al largo della
costa dello stato indiano del Kerala.
como Ciriello. L’udienza preliminare è stata fissata, davanti al gup Chiara Valori,
per il 30 settembre prossimo.
In caso di condanna, anche
solo di primo grado, Maroni
dovrebbe lasciare la carica
di governatore in applicazione
della sospensione prevista
dalla legge Severino.
“Me l’aspettavo e sono tranquillissimo”, ha detto ieri il
governatore leghista una volta
appresa la notizia. “Si tratta
di accuse ridicole (la promessa di un viaggio mai fatto,
costo per la Regione: zero
euro) destituite di ogni fondamento o rilevanza, formulate da un magistrato mosso
da un evidente pregiudizio
politico e incattivito dal clamoroso flop delle sue precedenti inchieste su Lega e Finmeccanica”, ha aggiunto Maroni attaccando il pm.
TOLTE TUTTE LE PRESIDENZE A FORZA ITALIA. MELONI E GASPARRI: “TIPICA ARROGANZA”
Il Pd fa man bassa di Commissioni alla Camera
GUIDI E GALLETTI: ‘PERCORSO ARTICOLATO’
Dove finiranno le scorie nucleari?
Due ministeri per… non decidere
fine agosto non sarà deciso il sito che ospiterà
il deposito dei rifiuti nucleari. Il percorso che deve portare all’’individuazione dell’area
è molto più articolato, ma allo
stesso tempo aperto e trasparente”. Cosi in una nota i ministeri dello Sviluppo Economico
e dell’Ambiente, guidati da Federica Guidi e Gian Luca Galletti.
“I ministeri- spiega la nota congiunta del ministro dell’’Ambiente Gian Luca Galletti e dello
Sviluppo economico Federica
Guidi- hanno ricevuto dall’Ispra
la proposta di Carta delle aree
potenzialmente idonee (Cnapi)
a ospitare il deposito dei rifiuti
nucleari redatta da Sogin. E’
però opportuno chiarire che il
termine di fine agosto, che alcuni organi di stampa individuano come quello in cui verrà
individuato il sito definitivo, è
invece il termine per il ‘’nulla
osta’’ con eventuali osservazioni
dei due dicasteri alla pubblica-
A
zione della Cnapi, contenente
una lista di diverse decine di
siti potenzialmente idonei”. Il
nulla osta dei ministri, spiegano
Ambiente e Sviluppo, “sarà soltanto il momento d’avvio, e non
di conclusione, di una lunga
procedura caratterizzata da ampie fasi di consultazione pubblica, nella quale verranno coinvolti Regioni ed enti locali interessati, cittadini e comunità
scientifica, che porterà prima
ad individuare alcune aree concretamente idonee ad ospitare
il deposito unico nazionale e
poi stabilirà il sito”.
ancellata Forza Italia dai vertici delle commissioni parlamentari permanenti della
Camera. Ieri è andato in scena
quello che le opposizioni hanno
definito un blitz, un arrogante colpo di mano da parte del partito
del premier e a cui lo stesso Renzi
non sarebbe estraneo. Via Francesco Paolo Sisto dall’Affari costituzionali: al suo posto Andrea
Mazziotti Di Celso (Sc); Francesco
Saverio Garofani (Pd) ha sostituito
Elio Vito in commissione Difesa.
Via anche Daniele Capezzone dalla presidenza della commissione Finanze, per Maurizio Bernando (ApNcd). E anche Giancarlo Galan, sostituito da Flavia Piccoli Nardelli (Pd).
Una vicenda che potrebbe lasciare
strascichi pesanti anche nel partito di
Berlusconi: “Era già tutto scritto, dopotutto se vuoi condurre una trattativa
vera usi altri toni, no? Il Pd chiedeva
di eleggere le presidenze delle commissioni di Camera e Senato a settembre e tu che fai, anticipi a luglio?
Questo è il suicidio di Brunetta”, ha
detto all’agenzia Dire un deputato di
Forza Italia che ha lasciato la riunione
del gruppo convocata da Renato Brunetta prima della votazione per i nuovi
presidenti delle commissioni di Montecitorio visibilmente sconfortato. “Il
C
Pd fa il suo gioco, fa politica. Noi subiamo – ha aggiunto, chiedendo l’anonimato- ma è logico: se vai allo scontro
poi finisci per prenderle visto che sei
in minoranza”. Alla riunione in verità
sono stati pochi a partecipare, meno
di trenta deputati. In tantissimi hanno
disertato: chi per rabbia, chi per disinteresse. Brunetta detta i nomi da
votare, ci sono in ballo le vicepresidenze delle commissioni.
tra le varie rimozioni, ha destato sconcerto soprattutto quella di Elio Vito,
che tanto si è speso in particolare per
la vicenda Marò: “Solidarietà di Fratelli
d’Italia a Elio Vito, vittima della lottizzazione da parte del Pd delle Presidenze di Commissione della Camera.
Una scelta tipica del Pd e di Renzi, che
a parole parlano di merito ma poi
non perdono occasione per occupare tutte le poltrone disponibili”,
ha detto il presidente di Fratelli
d’’Italia, Giorgia Meloni.
“Il suo avvicendamento – ha aggiunto Maurizio Gasparri - è ancora più grave se si considera che
Forza Italia, esclusa dal Copasir,
ha dato in tante vicende, dalle
missioni internazionali alla questione dei marò, Questo atto di
arroganza del Pd sara’’ ripagato
nella maniera adeguata. Renderemo pan per focaccia”.
Protestano anche i grillini, con Alessandro Di Battista che ha twittato:
“Commissioni. Che meraviglia vedere
Lega, SEL, FDI e FI a spartirsi le poltrone
per tenere fuori noi. Significa che stiamo lavorando bene”. Dal Pd ha replicato Marco di Maio, della presidenza
del gruppo: “La mancata elezione di
vice presidenti di commissione del
M5S è semplicemente dovuta ad accordi fra le opposizioni rispetto ai quali
non c’’e’’ stato alcun ruolo del Pd. È
inutile quindi che alcuni esponenti di
quel movimento sbraitino contro il Pd.
Come anche altri deputati 5 stelle riconoscono, a differenza della volta
scorsa, il Movimento non si è confrontato con nessuno e le opposizioni hanno
fatto una scelta diversa”
4
Mercoledì 22 luglio 2015
AttUALItA’
IERI LA PROTESTA A MONTECITORIO E AL MINISTERO DEL LAVORO. MARTEDÌ PROSSIMO ALL’INPS
Esodati, ce ne sono ancora 50mila
sodati, non salvaguardati. Questa la scritta che campeggiava
ieri sulle magliette di alcuni dei
manifestanti dei comitati degli
esodati che, armati di fischietti
e campanacci, si sono riuniti in piazza
Montecitorio per sollecitare governo e
Parlamento ad approvare il settimo provvedimento di salvaguardia, utile a coprire
le circa 50mila persone rimaste fuori dai
precedenti interventi legislativi.
“Su 170mila lavoratori, solo 114mila
sono le posizioni certificate dall’Inps.
Le persone che attualmente stanno ricevendo una pensione sono 78mila. Le
domande non accolte ammontano a
50mila, e 7mila sono quelle ancora giacenti”, ha spiegato Claudio Ardizio, coordinatore nazionale del comitato degli
esodati, citando gli ultimi dati Inps sulle
operazioni di salvaguardia al 13 luglio
2015. “Il ddl presentato da Massimiliano
Fedriga (capogruppo leghista alla Camera, ndr) mira a sanare questa situazione”, ha proseguito Ardizio.
Dopo Montecitorio, la protesta si è spostata
al Ministero del Lavoro e oggi il comitato
incontrerà il consigliere del Presidente
Mattarella, Giancarlo Montedoro. “Il 28
luglio invece – ha comunicato Ardizio saremo ricevuti dal direttore generale
dell’Inps, Antonello Crudo”.
Fuori dal perimetro di tutela, come detto,
restano circa altri 49.500 lavoratori come
certificati dal Governo ad ottobre scorso.
Si tratta di soggetti che al dicembre
ISTAT E ANDAMENTO DEI PREZZI
E
Per le famiglie povere
è sempre deflazione
el secondo trimestre
del 2015 i prezzi calano per le famiglie
più povere, quindi con l’accentuarsi del fenomeno della deflazione, mentre aumentano per le famiglie
con maggiore capacità di
spesa.
Lo rileva l’Istat spiegando
che nel secondo trimestre
del 2015 la dinamica tendenziale dei prezzi al consumo (pari in media a
+0,1%) è compresa tra lo
0,3%, misurato per le famiglie con i più elevati livelli di spesa (quelle dell’ultimo gruppo), e il -0,2%
per le famiglie con spesa
media mensile più bassa
(quelle del primo gruppo).
La debolezza dell’inflazione
nel primo semestre 2015,
sia pure con intensità diverse, ha interessato tutti
e cinque i gruppi nei quali
l’Istat ha suddiviso le famiglie italiane in base alla
N
2011 erano già usciti dal mondo del lavoro a vario titolo con la prospettiva di
accedere alla pensione entro il 6 gennaio
2019 (le attuali salvaguardie hanno tutelato solo coloro che maturavano la decorrenza della prestazione entro il 6
gennaio 2016). Si potrebbe anche in
questo caso ricorrere al sottoutilizzo del
Fondo Esodati (circa 11 miliardi). L’ultimo
report diffuso dall’istituto mostra una situazione tutt’altro che chiusa: Su 170mila
lavoratori, solo 114mila sono le posizioni
certificate dall’Inps. Le persone che attualmente stanno ricevendo una pensione
sono 78mila. Le domande non accolte
ammontano a 50mila, e 7mila sono quelle
ancora giacenti.
Duro il giudizio dei sindacati e dei Comitati:
“L’Inps non ha ancora ottemperato all’impegno preso con il Parlamento di rendere
noto il numero esatto di lavoratori effettivamente salvaguardati e le risorse finora
spese al riguardo. Si tratta di dati indispensabili perché proprio a partire dalle
risorse impegnate ma non spese si può
procedere alla settima salvaguardia, completando così una vicenda che è scandalosamente ancora in piedi”.
loro spesa complessiva
(dalla più bassa del primo
gruppo alla più alta del
quinto).
Nel secondo trimestre
2015, tuttavia, gli indici
armonizzati dei prezzi al
consumo mostrano, per tutti i gruppi di famiglie, segnali di una lieve ripresa
tendenziale, interrompendo
la flessione dei prezzi per
due dei quattro gruppi per
i quali nel primo trimestre
era stata registrata una dinamica deflattiva.
La deflazione, che continua
a caratterizzare l’andamento dei prezzi per le famiglie
con minore capacità di spesa - prosegue l’Istat - è da
ascrivere soprattutto alla
persistente flessione dei
prezzi dell’energia, un aggregato la cui incidenza
sul bilancio di questo gruppo di famiglie è più che
doppia rispetto a quella
dell’ultimo gruppo.
LA RIFORMA NON VA AVANTI, CON LA DALEMIANA FINOCCHIARO CHE SI È MESSA DI TRAVERSO
Le liti Pd bloccano
anche il Terzo settore
a riforma del Terzo settore? Tutto tace, o quasi,
a causa delle solite diatribe interne al Pd. In
prossimità della scadenza dei termini per la
presentazione degli emendamenti, infatti, la presidente
della Commissione Affari Costituzionali del Senato,
Anna Finocchiaro, ha deciso, secondo quanto riportato
dal sito Vita.it, di prorogare, senza evidenti ragioni,
i termini. Dal 9 luglio si era già passati a ieri 21
luglio, ma adesso tutto è stato spostato al 7
settembre.
Il tutto, come detto, per ‘motivi’ che avrebbero a
che fare solo con la guerra intestina al Partito democratico: la Finocchiaro sta con D’Alema – dunque
contro Renzi – e ha il dente avvelenato dopo la
ancata ‘nomination’ a Capo dello Stato, neppure ripescata per fare il ministro. E così, in poche parole,
si sarebbe messa di traverso. Immediata la risposta
‘politica’ del premier-segretario Matteo Renzi che
ha dato mandato al ministro delle Riforme Maria
Elena Boschi di convocare per questa mattina una
riunione urgente con i gruppi parlamentari guidati
L
dai capigruppo Luigi Zanda (Senato) ed Ettore
Rosato (Camera): parteciperanno anche il sottosegretario Luigi Bobba, la stessa Finocchiaro, capogruppo in Affari Costituzionali, e il relatore in Commissione, Stefano Lepri.
Proprio Lepri, intervistato da vita.it, cerca di buttare
acqua sul fuoco, dopo aver ammesso che “Lo slittamento degli emendamenti è stato deciso dalla capogruppo (Anna Finocchiaro, ndr). È in capo a lei
questa scelta”. Secondo Lepri, l’ulteriore slittamento
di un paio di mesi e la possibilità che poi a settembre
si finisca in un ingorgo istituzionale senza precedenti,
non è poi così grave: “La ragione principale è il fatto
che si è scelto di dare la precedenza alla riforma Costituzionale, un passaggio cruciale per la legislatura,
non la riforma della banana fritta, per intenderci. Bisognava indicare una precedenza, ma non ne farei
un caso”. E sulla possibilità che il tutto finisca su un
binario morto, Lepri replica: “E’ meglio approfondire
per bene il lavoro qui in Senato, prendendoci tutto il
tempo necessario, piuttosto che rimandare alla
Camera un testo che poi verrà ancora modificato e
quindi dovrà tornare qui a palazzo Madama. Più alta
sarà la qualità della discussione che faremo in
Senato, maggiore sarà la condivisione del testo, più
brevi saranno i tempi di approvazione. Proveremo a
rispettare il termine del 15 ottobre, coordinandoci
anche con i deputati”. Una ‘prova’, per l’appunto.
Mica una certezza.
ANDIAMO PERFINO IN ALBANIA E SLOVENIA
Oltre mezzo milione di italiani
all’estero a cercar fortuna
L
a crisi economica spinge
un numero crescente di italiani a trasferirsi stabilmente oltre confine alla ricerca di
lavoro e migliori condizioni di
vita. Dal 2008 al 2013 gli emigrati
italiani sono stati complessivamente 554.727, di cui 125.735
soltanto nel 2013 con una crescita rispetto al 2008 del 55%
su base annua. Il 39% di questi
italiani (214.251, di cui 47.048
soltanto nel 2013) sono giovani
di eta’’ compresa tra i 15 e 34
anni. Anche in questo caso si
segnala un trend in rapida cre-
scita: rispetto al 2008 i giovani
che hanno scelto di trasferirsi
oltre confine sono aumentati del
40%. Lo rivela una ricerca del
Centro studi ImpresaLavoro su
elaborazione dei dati Eurostat.
In questi ultimi sei anni la destinazione più gradita è stata la
Germania (che ha accolto 59.470
nostri connazionali, di cui 13.798
solo nel 2013), seguita dal Regno
Unito (51.577 emigrati, di cui
14.056 solo nel 2013), dalla Svizzera (44.218 emigrati, di cui
10.537 solo nel 2013), dalla Francia (38.925 emigrati, di cui 9.514
solo nel 2013) e dalla Spagna
(25.349 emigrati, di cui 4.537
solo nel 2013). Fra i giovani tra i
15 e 34 anni la meta preferita è
diventata invece il Regno Unito
(27.263 emigrati, pari al 53%
del totale), che precede in questa
classifica la Germania (24.445,
pari al 41% del totale), la Svizzera (16.653), la Francia (14.682)
e la Spagna (11.377). Nello stesso
periodo di tempo molti altri nostri connazionali hanno invece
preferito stabilirsi negli Stati
Uniti: 26.072 italiani (fra questi
9.104 giovani), di cui 5.560 soltanto nel 2013. Sempre dal 2008
al 2013, altre mete di destinazione dei nostri emigrati sono
state nell’ordine il Belgio (12.064
connazionali, di cui 4.457 giovani), l’Albania (9.470, di cui
3.442 giovani) e la Slovenia
(1.629, di cui 351 giovani).
5
Mercoledì 22 luglio 2015
EStERI
CHIARA LA VOLONTÀ DI COLPIRE NOI: L’AUTISTA È STATO LASCIATO LIBERO. INTANTO È POLEMICA SULLA MANCANZA DI SCORTA ARMATA
L’ombra dei trafficanti sul rapimento
Secondo l’ambasciatore libico in Italia è una rappresaglia per la lotta alla tratta di esseri umani
Preoccupa un’altra pista, quella del sabotaggio al gasdotto che arrivando in Sicilia serve l’Europa
di Robert Vignola
Q
uattro italiani rapiti e una
situazione che rischia di
essere un vero e proprio
vespaio per l’Italia. Ma
perché quell’operazione,
attribuita a una fazione tribale in
aperto conflitto con le autorità autoimpostesi a Tripoli, cioè quella
Fajr Libya di chiara ispirazione islamista? Un dubbio che è tra i primi
da sciogliere, sempre che sia corretta
l’assegnazione alle “tribù” (forse
berbere) del rapimento.
Poi c’è da discutere della ragione
del gesto. E una traccia, anche se
da prendere ovviamente con le molle, è arrivata ieri da un’intervista
che l’ambasciatore libico in Italia,
Ahmed Safar, ha rilasciato ad AkiAdnkronos International . Secondo
il quale siamo davanti ad un’azione
di “rappresaglia” messa in atto da
“uno o più trafficanti di esseri umani”
contro la missione che punta ad in-
dividuare “le navi che salpano dalla
Libia per l’Europa”. Il sospetto degli
inquirenti che indagano sui quattro
italiani dipendenti dell’azienda Bonatti
di Parma sequestrati in Libia vicino
al compound dell’Eni nella zona di
Mellitah, sulla parte orientale della
costa, si pone quindi verso il business
degli immigrati. L’ambasciatore ha
riferito che gli investigatori ritengono
che dietro il gesto ci siano “motivazioni criminali” e che questi atti
“vengono di solito risolti pacificamente una volta che i responsabili
sono accuratamente identificati”. Safar esclude però che il sequestro
sia un messaggio all’Italia per il
ruolo svolto nella crisi libica: “è
molto improbabile” che ci siano
“motivazioni politiche” dietro il rapimento, spiega l’ambasciatore. E il
fatto che l’ “autista del veicolo sul
quale viaggiavano i lavoratori italiani,
al quale è stato permesso di andarsene quasi incolume, indica che i
rapitori non hanno ostentato posizioni
radicali o politiche”, afferma Safar.
Certamente, altre ipotesi possono
essere sul tavolo. Gli 007 italiani in
tal senso si sono trincerati dietro
l’inevitabile riserbo. Ma il fatto stesso
che i tecnici dovessero lavorare proprio al “Greenstream” fa pensare:
si tratta del più grande metanodotto
sottomarino in esercizio nel Mediterraneo, realizzato nei primi anni
del 2000, che ha l’altro “capolinea”
al terminale di Gela, in Sicilia. Fornisce all’Europa 10 miliardi di metri
cubi di gas all’anno, due dei quali
restano in Italia. In tal senso, il rapi-
mento finisce (non si sa se come
obiettivo o come mero effetto collaterale) ancora una volta per colpire
gli interessi nazionali.
Intanto sotto accusa è finita la scelta
dell’Eni di non far accompagnare la
squadra da una scorta armata.
MILITARI E CIVILI HANNO AVVERTITO I SINTOMI DELL’AVVELENAMENTO: TUTTI IN SALVO GRAZIE ALL’INTERVENTO IMMEDIATO DEI MEDICI
L’Isis e le armi chimiche
Si tratterebbe di una “evoluzione delle sue capacità
di combattimento” alla quale sarà difficile porre un freno
di Emma Moriconi
Isis avrebbe fatto uso di armi chimiche contro
i curdi, sia contro i militari che contro i civili
in Siria e in Iraq. Ordigni e proiettili di mortaio
caricati con agenti chimici: sarebbero stati utilizzati
almeno in tre circostanze, a quanto riferiscono i risultati di un’indagine di due organizzazioni indipendenti britanniche, la Conflict Armament Research
L’
(Car) e la Sahan Research. Il periodo di due degli
attacchi sarebbe riferito al mese scorso nella provincia settentrionale siriana di Hasakah, un altro
vicino alla diga irachena di Mosul. A quanto riferisce
la Car, i cui uomini avrebbero avvertito, nei pressi
del proiettile non esploso di un mortaio, nausea e
mal di testa (sintomi compatibili con l’esposizione
ad agenti chimici, a quanto ha detto il direttore Bevan), “si tratta del primo uso documentato di
proiettili con agenti chimici contro i civili e le forze
curde”. Ipotesi confermata dal fatto che il governo
regionale curdo ha disposto analisi sull’ordigno. I
ricercatori sono andati anche a Tel Brak e Haskah:
lo scorso 28 giugno qui, sempre a quanto riferisce
Bevan, proiettili di artiglieria sarebbero piombati
sui curdi che poi avrebbero accusato problemi
come difficoltà a respirare e paralisi localizzate.
Sui proiettili c’erano residui chimici: a rilevarli
sono stati gli esperti dei due gruppi. A quanto
riferisce Bevan si tratterebbe con ogni probabilità
di test dell’Isis che starebbe vagliando una “evoluzione delle sue capacità di combattimento”.secondo
quanto riferisce la Syrian American Medical Society,
in tre mesi anche il regime del presidente siriano
Bashar al Assad avrebbe compiuto almeno 31 attacchi di questo tipo con gli elicotteri. Si è espresso
sulla vicenda anche Redur Xelil, portavoce della
milizia curda: il tipo di armi chimiche utilizzate non
è stato ancora determinato con precisione, ha
detto. E se non vi sono stati morti è stato perché le
persone contaminate sono state ricoverate subito
negli ospedali. Anche i dodici miliziani curdi esposti
al gas velenoso lo scorso 28 giugno si sarebbero
salvati grazie all’immediato intervento dei medici.
In un comunicato le milizie curde hanno fatto
sapere di aver preso il controllo di un impianto
industriale per la fabbricazione di maschere a
gas che era caduto nelle mani dell’Isis un mese a
circa: “Ciò conferma che sono pronti ed equipaggiati
per una guerra chimica lungo questo settore del
fronte di guerra”. Il problema maggiore è il timore
di non riuscire a far fronte, in termini sanitari, ad
un attacco contro la popolazione civile: “I soldati
esposti al gas avevano bruciori alla gola, al naso
e agli occhi” - dice ancora il comunicato - “insieme
con fortissime emicranie, dolori muscolari e
blocco della mobilità. Inoltre, una esposizione
più prolungata alle armi chimiche ha provocato
diarree e vomito”.
SPAGNA
Rimosse le stazioni della Via Crucis:“Offendono gli atei e l’Islam”
Il sindaco di Cenicientos fa demolire i simboli della Cristianità, si sollevano opposizioni e diocesi
a rimozione delle stazioni della Via Crucis
offende i Cristiani. Così andrebbe enunciata
la notizia della demolizione di un pezzo di
storia e di cristianità a Cenicientos, nella
provincia di Madrid. Invece accade l’esatto
contrario: a darne notizia è Il Foglio, che scrive:
“tutte le lapidi a ricordo delle stazioni della Via
Crucis di Cristo verso il Calvario erano state rimosse. A decidere la demolizione è stata l’ ‘alcaldesa’ Natalia Nunez Jimenez, il sindaco socialista che appena entrato in carica ha deciso
di impugnare la piccozza e di emulare i barbuti
jihadisti bene attivi nella piana di Ninive”. Ha
spiegato la Nunez, dice Il Foglio: “abbiamo
preso in considerazione il significato che rive-
L
stono queste pietre e ciò che implicano. Oltre
ad essere una barriera architettonica, rappresentano una mancanza di rispetto per quei residenti che non professano alcuna religione o
che professano la religione islamica”. Persone
che, secondo il sindaco, “vanno rispettate”.
Non certo come i Cristiani, ai quali evidentemente
si può anche mancare di rispetto. L’opposizione
si è fatta sentire, argomentando che il sindaco
non ha consultato nessuno nel prendere la decisione: “è preoccupante che si dedichi ad eliminare i simboli religiosi dalle nostre strade.
Non c’è nessuna ragione valida per farlo”. Secondo il portavoce del Partito Popolare Anover,
il sindaco “ha dimostrato che si tratta di motivi
ideologici” e ha parlato di “rifiuto di una confessione religiosa che non fa male, che rappresenta la maggioranza della popolazione di Cenicientos”. Da parte sua, la diocesi di Getafe
ha emesso un comunicato: “rispetto per la
libertà di culto”, dice, e chiama in causa l’art.
16 della Costituzione sulla parità in tema di “libertà ideologica, religiosa e di culto tra gli
individui e le comunità”. Il problema è certamente
di carattere religioso, ma anche storico. Distruggere i simboli della cristianità non è solo
un atto gravissimo nei confronti del Cristianesimo, è anche una brutta pagina nella vita di
una comunità perché tutto ciò che distrugge la
storia è un’offesa ai popoli.
E.M.
6
Mercoledì 22 luglio 2015
StORIA
L A SVIZZERA, IL SOCIALISMO E LE VICENDE SPIRITUALI: IL CONTRADDIT T ORIO CON AL F RE DO TAGL IAL AT E L A
“L’Uomo e la Divinità”, Benito tra il 1903 e il 1904
Una personalità complessa, quella di Mussolini, che va esaminata con estrema attenzione
di Emma Moriconi
nsomma, come abbiamo cominciato a
vedere nella puntata di ieri, Margherita
Sarfatti riconosce, si, ad Angelica Balabanoff una certa intelligenza e un’indubbia passione, ma le sue parole sono
velate di veleno. Ecco come la descrive ancora:
“Brutta com’era, grazie al potere magnetico
della sua oratoria; o alla relativa celebrità del
suo nome; o forse alla candida semplicità degli
inviti, che non lasciavano scampo alla creanza
maschile; fatto sta che la zitella Angelica si
vantava di non aver mai mancato di partners
nei giri di propaganda attraverso città, campagne e borghi d’Italia. Per l’onore estetico della
gioventù socialista, credo che esagerasse”. E
ancora: “Guai all’uomo di una sola idea, specialmente se è una donna! Istruitissima, con
una formidabile preparazione filosofico-economico-sociale, Angelica mancava del tutto di
coltura, se coltura è capacità di raziocinio, di
critica e cernita dell’altrui pensiero attraverso
il pensiero proprio. [...] Non aveva senso umoristico, né senso del bello - per sua fortuna, se
no, si sarebbe buttata nel più vicino pozzo. Invece, con l’acqua aveva pochissima dimestichezza. Al giovane di Romagna si impose con
gli squilibri, le deficienze, gli eccessi stessi
del suo temperamento fanatico”.
Molti hanno riferito anche di una relazione
sentimentale tra Benito ed Angelica: la Sarfatti
la esclude, ma non possiamo certo dire che la
Sarfatti sia scevra da ogni tipo di coinvolgimento
nei confronti dell’affascinante romagnolo. Bisogna anche dire, però, che a Mussolini di
amori ne hanno imputati parecchi, e non
sempre a giusto titolo. Comunque Margherita
Sarfatti dice questo: “Pur nei limiti di una rispettosa camerateria, la avvicinò per anni, e la
volle vice-caporedattore al suo fianco nel 1913,
alla direzione dell’Avanti! dove si accapigliavano
furiosamente. Lei non lo trovava mai abbastanza
rivoluzionario, e dopo le liti non si parlavano
per giorni e giorni; i rapporti si svolgevano a
mezzo di ‘note di servizio’ epistolari e pepate.
‘Il vostro commento di ieri alle elezioni è fiacco.
Bisogna far rilevare assai più vibratamente il
trionfo degli estremismi’. ‘Voi non capite mai
niente: occupatevi del servizio vostro’. Alla
fine il direttore la mandò via”. Lo scritto della
Sarfatti prosegue narrando le vicende della
vita della rivoluzionaria russa, ma questo ci
porterebbe troppo fuori tema rispetto al nostro
percorso che è ancora quello della giovinezza
di Benito Mussolini. Tuttavia abbiamo ritenuto
utile fermarci un momento ad esaminare, seppure per sommi capi, la figura di Angelica Balabanoff: essa costituisce uno spicchio troppo
importante nella formazione del pensiero mussoliniano per tralasciarla. Di ciò che scrive la
I
Sarfatti però prendiamo ancora in prestito una
riflessione: “tante cose gli insegnò quella vita
- scrive riferendosi al periodo svizzero - Innanzi
tutto, ad amare l’Italia come la si ama solo da
fuori, con l’appassionato struggimento della
nostalgia per la madre lontana, e la rabbiosa
passione per i fratelli del nostro sangue, che si
vorrebbero tutti degni del nome. E imparò
come poco basti, poco bene sia necessario
all’uomo, e il peso del superfluo, e la libertà, la
felicità, il fascino di andarne esenti. Quel fascino,
che attira invincibilmente le nature più pure e
più forti verso gli sports aspri e rudimentali
come l’alpinismo, e persino - a chi vi ha partecipato sul serio - ispira la nostalgia della
guerra”.
Di certo i beni materiali per Benito Mussolini
non hanno mai significato nulla. Questo dipende
certamente dall’ “essenziale” al quale ha dovuto
abituarsi in Svizzera e, prima ancora, durante
l’infanzia povera a Dovia, ma è anche una caratteristica intrinseca del suo animo che resterà
così per tutta la sua vita. Dice ancora la Sarfatti:
“del valore intrinseco, del valore di proprietà,
nulla importa a questo asceta dell’ambizione
che gli brucia le viscere, cupido non di avere,
ma di potere soltanto”. “Potere”, certamente:
per fare qualcosa, per costruire, per lasciare
un segno indelebile nella storia. La Sarfatti dice
ancora che anche le vicende della sua prigionia
servirono a Mussolini per imparare: “non solo
le lingue straniere, la letteratura tedesca e la
geometria araba, anche la sapienza e la pazienza, fisica e morale delle lunghe, non infeconde, snervanti attese; e forse la forza della
concentrazione e del silenzioso raccoglimento.
Appuntamento al Museo:
“1915-1916 Kaiserjager in Marmolada”
La presentazione del libro di Luca Girotto sabato 25 luglio alle ore 11
l Museo Marmolada Grande
Guerra propone un nuovo
evento culturale per questa
settimana: l’appuntamento è per
le 11 di sabato 25 luglio con la
presentazione del libro “19151916 Keiserjager in Marmolada”,
l’ultimo lavoro dello storico Luca
Girotto. L’evento è aperto a tutti,
si svolgerà nella sala multifunzionale adiacente al Museo nella
stazione di Serauta e sarà moderato dal giornalista Mario Fornaro, appassionato delle vicende
I
belliche relative alla Marmolada
nel corso della Grande Guerra.
L’autore Luca Girotto fa scoprire,
a distanza di 100 anni, nuovi interessanti aneddoti sulla famosa
Città di Ghiaccio che fu costruita
dall’esercito Austro-Ungarico
nel 1916-1917 proprio in corrispondenza della pista da sci “La
Bellunese” ramificandosi per circa 10-12 km e penetrando ad
una profondità di 50 metri. Vengono così raccontate le memorie
inedite di Fritz Malcher, l’Alpin
Referent cui spettò organizzare
la prima difesa della Regina delle Dolomiti. Il suo diario di guerra costituisce una testimonianza
importante, come pure le oltre
250 fotografie e documenti. Un
viaggio nel tempo, tra le emozioni che animarono quei soldati
in quei luoghi impervi. Dopo la
presentazione sarà possibile
usufruire della visita guidata al
Museo Marmolada Grande
Guerra 3000 metri.
[email protected]
Preziose acquisizioni, a caro prezzo pagate”.
E, se egli sarà “duro verso gli altri, aspro, esigente” - dice ancora - ne avrà tutto il diritto,
perché “sa che la miseria, la fame, i patimenti
non sono forze irresistibili: sa che si può
resistere. Ma sa pure che il resistere è duro”.
Di questo periodo è anche il confronto di
Benito con il pastore evangelista romano Alfredo
Taglialatela, che era a Losanna con lo scopo
missionario di diffondere la religione tra i miscredenti. Nel settembre 1903, mentre parlava
nella sala adiacente alla chiesa di San Valentino,
Mussolini lo confutò. Il dibattito avrà seguito
solo in futuro: Benito venne richiamato in Italia
da una lettera di Arnaldo in cui l’amato fratello
lo informava della malattia della madre. In
ogni caso questo episodio, insieme ad un volumetto dal titolo “L’Uomo e la Divinità”, pubblicato nel 1904, hanno costituito la fonte per
far proclamare a gran voce l’anticlericalismo
di Benito. Il confronto con Taglialatela avrà
luogo nel marzo 1904 nella “Masison du peuple” di Losanna, un contraddittorio che venne
appunto raccolto nell’opuscolo “L’Uomo e la
Divinità”, che ha il valore storico di essere il
primo opuscolo a stampa di Mussolini. Benito
in realtà ha una spiritualità molto profonda e,
certo, occorre considerare che l’ambiente intorno a lui sia nell’infanzia che nella giovinezza
è intriso di anticlericalismo: è anticlericale il
padre (eppure è un uomo buono e caritatevole),
lo sono i compagni socialisti. Non lo è mamma
Rosa, però. E questo punto cardine nella vita
di Benito - sua madre - conterà nella sua vita,
e molto. Fatto sta che molto si è ragionato sulla
“conversione” di Benito Mussolini. Naturalmente
c’è stato chi ha detto (e scritto ahimé) che i
Patti Lateranensi non furono il frutto di una
conversione ma di un’operazione solo politica.
Chi lo dice (e chi lo scrive) non conosce a
fondo l’animo di Benito Mussolini, un animo
profondamente mistico e spirituale. È la tesi
di don Franco Giuliani, che sostiene - in un
libro dal titolo “Religiosità, bontà paterna,
povertà evangelica - Tragedia e Testamento di
Mussolini” - che Benito non fu mai un “mangiapreti”. Fu anzi uomo dalla profonda spiritualità
religiosa. Semmai - dice il sacerdote - quello
assunto in gioventù fu un paravento, è lì - secondo don Giuliani - che Benito indossò una
maschera, non quando diede ampie prove
della sua religiosità. Il fatto è che fermarsi ad
un singolo episodio, quando si analizza una
personalità come quella di Benito Mussolini, è
l’errore più grande che si possa commettere.
La vita di un uomo non si racconta estrapolando
qua e là ciò che può far comodo di volta in
volta (i libri sono zeppi di casi come questo),
men che meno si può pensare di farlo quando
si parla di una personalità complessa come
quella di Benito Mussolini.
7
Mercoledì 22 luglio 2015
UN VASTO INCENDIO È STATO APPICCATO ALL’INSEDIAMENTO NOMADI DE LA BARBUTA, NEL COMUNE DI CIAMPINO
Rifiuti al campo? I rom li bruciano
Al di là di qualche sporadico annuncio, in Campidoglio giace la delibera di iniziativa
popolare di FdI-An per la chiusura delle strutture, sottoscritta da migliaia di romani
residenti di Ciampino,
comune alle porte di
Roma, hanno respirato
con grande fatica a partire
dal primo pomeriggio di
ieri a causa dell’alta colonna
di fumo che si è levata dal
campo rom de La Barbuta.
Motivo del contendere sono
sempre gli incendi di materiali
di risulta, tra cui anche elettrodomestici, creando anche
questa volta non pochi problemi al traffico aereo.
E’ il risultato dell’opera di “bonifica” messa
in campo, probabilmente, dagli stessi inquilini
della struttura, molto spesso al centro delle
cronache per i roghi tossici, i furti di rame e
altri reati.
L’insediamento nasce come “campo controllato” sotto l’amministrazione di centrosinistra guidata da Francesco Rutelli, diventato
ormai pianta stabile di decine e decine di
rom.
Le fiamme in alcuni momenti hanno raggiunto
grandi proporzioni e minacciano di raggiungere alcune baracche presenti intorno al
perimetro del campo, ha fatto sapere la
polizia. L’area era invasa da tempo da tonnellate di rifiuti di ogni tipo portati dai
residenti del campo.
Sono così intervenuti gli agenti della polizia
municipale del gruppo Tuscolano e dello
Spe, assieme ai vigili del fuoco e alla prote-
I
zione civile, per evitare che la situazione
precipitasse. E’ stato preziosissimo l’intervento
di un velivolo antincendio “Canadair” per
circoscrivere l’incendio e impedire al fuoco
di raggiungere le baracche. Il vasto incendio
ha messo in pericolo anche un vicino impianto
di depurazione delle acque. I soccorritori
sono riusciti a domare le fiamme solo dopo
diverse ore di lavoro. E’ stata rimossa anche
la grande quantità di rifiuti presenti nell’area.
Una situazione che appare, giorno dopo
giorno, sempre più insostenibile, a cui però
la politica romana non sembra porre rimedio
nonostante i gravissimi episodi andati in
scena negli ultimi mesi.
Al di là di qualche annuncio sporadico del
centrosinistra, Fratelli d’Italia-An ha presentato
la delibera di iniziativa popolare una settimana
fa al Comune di Roma, sottoscritta da
migliaia di cittadini, per chiedere la chiusura
immediata di tutti i campi rom della Capitale,
nei quali sono state scoperte
recentemente anche decine
di finti poveri con conti da
nababbi.
Si attende ora il via libera
della segretariato generale
del Comune di Roma e la
successiva caledarizzazione
dell’iniziativa in Aula Giulio
Cesare da parte della capigruppo dell’Assemblea capitolina. L’unica voce uscita
fuori dal coro del Pd è stata
quella di Stefano Pedica: “Bisogna avere il
coraggio di prendere decisioni drastiche”,
ha detto senza mezzi termini l’esponente
dem, limitandosi però a chiedere provvedimenti solo al campo in questione: “Va chiuso
immediatamente perché oramai è diventato
un problema serio per i cittadini e per la sicurezza dell’aeroporto di Ciampino”.
I romani non ne voglio più sapere, chiedono
- ormai da tempo - la chiusura definitiva di
tutti i campi. Si tratta di strutture malsane e
fatiscenti, seppur costosissime, che gravano
nelle tasche dei romani, gestite da sempre
dalle coop rosse come emerso nello scandalo
di “Mafia capitale”.
Intanto le attività illecite sono all’ordine del
giorno: dai borseggi ai roghi tossici, dal
mercato del rame al racket sui biglietti all’interno delle grandi stazioni ferroviarie e
metro, dal rovistaggio nei cassonetti alla
prostituzione.
DA ROMA E DAL LAzIO
FATALE IL VIDEO FINITO SUL WEB DELLA FESTA
NELLA VILLA DI FAMIGLIA
Mafia capitale:
Pulcini va in carcere
B
alli, canti e brindisi a bordo piscina. Una festa che
è costata carissima a Daniele Pulcini, finito ai domiciliari nell’ambito dello scandalo di Mafia capitale. L’imprenditore,
accusato di turbativa
d’asta, è stato così trasferito nel carcere di Regina Coeli. Fatale è stato
il filmato registrato e poi
finito sul web nella villa
dell’indagato durante
una festa in piscina. Pulcini stava scontando i
domiciliari in via della
Nocetta, a Roma, ma non
nella parte della villa
con piscina dove invece
suo padre. La procura di
Roma ha chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura cautelare.
A darne notizia con una
nota è stato l’avvocato
tito Lucrezio Milella: “A
seguito della diffusione
sui media di notizie sulle
violazioni delle prescrizioni relative agli arresti
domiciliari, il dottor Daniele Pulcini, tramite i
suoi difensori, se ne è
assunto ogni responsa-
bilità, dandone immediata comunicazione alla
Procura di Roma che ha
chiesto l’aggravamento
della misura custodiale
nei suoi confronti”.
“Chiude con Buzzi (Salvatore, ritenuto uno dei
vertici dell’organizzazione, ndr) accordi in ordine al subaffidamento di
servizi in cambio di una
non partecipazione e scrive il gip Flavia Costantini sull’imprenditore - che concorre nel rafforzare il proposito criminale di costui”.
Ma non è finita qui. L’imprenditore è coinvolto
anche nell’inchiesta Lazio service, soprannominata i “Palazzi d’oro”,
insieme a Marco Di Stefano, deputato sospeso
dal Pd ed ex assessore
al Patrimonio della giunta Marrazzo. Quest’ultimo, come noto, è indagato in una inchiesta riguardante una presunta
tangente di un milione
e 800mila euro ricevuta
a suo tempo dai costruttori Antonio e Daniele
Pulcini.
IL GIORNALE D’ITALIA INFORMA
Tantissime opportunità sia Italia che all’estero
buon uso degli strumenti informatici e in particolare
di excel, conoscenza degli applicativi sui crediti.
Contratto somministrato di 6 mesi. Luogo di
lavoro Roma. L’annuncio è visibile sul sito aziendale
www.gigroup.it
Cerchi un’occupazione?
Basta un click
Un’occhiata alle nuove offerte di lavoro,
agli stage e ai tirocini pubblicati
sul sito della Regione Lazio
CPL Healthcare: 50-100 infermieri
- anche al primo impiego, con laurea e buona conoscenza della lingua inglese. Assunzione a tempo
indeterminato con orario full time e retribuzione
commisurata all’esperienza più benefits. Sede di
lavoro Canterbury (Gran Bretagna). I colloqui si
svolgeranno a Roma il 19 e 20 agosto prossimo.
Tutte le info nella locandina allegata al sito:
http://www.portalavoro.regione.lazio.it/portalavoro/o
fferte-di-lavoro/?id=2649
Poste Italiane: laureati in discipline economiche
- da non oltre 2 anni da assumere su tutto il territorio nazionale con contratto a tempo determinato
semestrale. Occorre avere ottenuto una votazione
minima di 102/110, conoscere un buon inglese e
possedere un buon uso di Office Automation. Il
curriculum va inviato, il più presto possibile,
tramite il link
https://erecruiting.poste.it/dettagliPosizione.php?ba
ckurl=%2FposizioniAperte.php&i=132
EPSO: concorso per 55 risorse
- da impiegare nel museo House of European History di Bruxelles. I candidati debbono avere i seguenti requisiti: cittadinanza europea; madrelingua
di una delle lingue ufficiali dell’UE (italiano com-
STAGE E TIROCINI
SACE: tirocini per laureati in legge presso la
sede di Roma. Votazione di laurea non inferiore a
105/110, ottimo inglese e office sono i requisiti
richiesti. Leggete l’annuncio qui:
http://sace.sites.altamiraweb.com/Annunci
preso); inglese, francese o tedesco a livello comunitario B2; laurea o diploma idonei ed esperienza
in base al ruolo e al titolo di studio. L’invio delle
domande termina il 23/7/2015. Per ulteriori info,
cliccate alla pagina
http://europa.eu/epso/apply/jobs/perm/2015/heh_ad
/index_en.htm
Articolo 1: 5 periti industriali
- per un’azienda che opera nel settore depurazione
acque a Roma. Esperienza almeno triennale,
ottimo uso del Pc, inglese base, disponibilità ad
orario notturno e festivo. Contratto di somministrazione di 2 mesi con proroghe. Consultate
l’annuncio al link
http://www.articolo1.it/comunicati-stampa/peritiindustriali-a-roma/
Obiettivo Lavoro: profili vari nel turistico-alberghiero
- con numerose posizioni aperte. La zona di
lavoro è Roma, il contratto è in somministrazione
a tempo determinato con orario sia full che part
time. Per conoscere i dettagli dei singoli profili
ed inviare le vostre candidature, dovete connettervi
alla pagina
http://www.obiettivolavoro.it/italia/content/offerte-di-lavoro
Articolo 1: 15 diplomati/laureati in informatica
- competenti in linguaggi C# o Java, utilizzo
programmazione 3D e conoscenza intermedia
dell’inglese. Ai candidati, dopo un percorso formativo, verrà offerto l’inserimento diretto in
azienda. Sede di lavoro Roma. L’inserzione si
trova alla pagina http:
//www.articolo1.it/comunicati-stampa/personalenellit-a-roma-2/
Gi Group: 10 addetti amministrativi
- per gestione mutui interni ad un istituto di
credito, laureati in economia o materie affini,
EMSA: stage a Lisbona rivolto a laureati nelle
discipline comunicazione, legge o ambiente.
L’Agenzia per la sicurezza marittima della Comunità
Europea offre un rimborso di 901 euro mensili
per 4 mesi, più le agevolazioni per le spese di
viaggio. Il tirocinio avrà inizio il 1° ottobre 2015
e si concluderà il 29 febbraio 2016. Il termine
per l’invio delle domande è fissato al 20/7/2015.
Per i dettagli, scaricate il bando che troverete a
questa pagina:
//www.emsa.europa.eu/work/jobs/vacancies/item/2
398-emsa-tra-2015-02.html
Sistur: tre premi di laurea sul turismo per laureati
provenienti da tutti gli Atenei nazionali. Per tesi
triennali il premio consiste in 800 euro, per quelle
specialistiche 1.000 e per tesi di dottorato 1.500,
tutti al lordo delle ritenute fiscali. Per proporre la
vostra candidatura, entro il 1°/9/2015, e consultare
il bando, dovete andare alla pagina
http://www.uniurb.it/it/cdocs/BS/3000-BS03042015112256-bando.pdf
8
Mercoledì 22 luglio 2015
L’ESITO DEGLI ACCERTAMENTI FORNIRÀ AL PM
GLI ELEMENTI PER CHIUDERE O MENO IL FASCICOLO
Gioielliere ucciso,
oggi l’autopsia sul
presunto assassino
prevista per oggi l’autopsia di Federico Caiazza, considerato il responsabile dell’uccisione del
gioielliere Giancarlo Nocchia
di via dei Gracchi. Il pubblico
ministero Sergio Colaiocco
ha affidato l’incarico di fare
gli accertamenti medico-legali al professor Giorgio Bolino che esaminerà il corpo
di Caiazza all’Istituto di medicina legale della Sapienza.
Il fascicolo,
per
il momento,
non prevede né indagati né
ipotesi di reato.
L’esito degli accertamenti medico-legali fornirà al magistrato gli elementi necessari
per stabilire se l’indagine debba essere immediatamente
chiusa. Anche perché non sono
emerse anomalie da determinare eventuali iscrizioni nel
registro degli indagati, come
risulta dalla relazione di servizio del direttore del carcere
di Regina Coeli, del comandante delle guardie dell’istituto
penitenziario e dai successivi
accertamenti del Ris.
Caiazza, napoletano ma da
qualche tempo residente a
Roma, con problemi di tossicodipendenza, è stato trovato
È
impiccato in una cella del
carcere romano tre giorni fa.
Il presunto assassino di Nocchia era da solo in cella in
una sezione dove vi erano circa 120 detenuti. E’ stato trovato impiccato con un lenzuolo
legato alla finestra. L’allarme
è scattato intorno alla mezzanotte di domenica. All’arrivo
di un’ambulanza del 118 per
lui non c’era più nulla da fare.
L’uomo era stato fermato nelle
dai carabinieri
ore
precedenti
del Nucleo investigativo di
Roma su un treno all’altezza
di Latina.
Dal Casertano, dove si era
rifiugiato subito dopo la rapina, stava cercando di rientrare
a Roma ma i carabinieri erano
sulle sue tracce, grazie alle
impronte digitali trovate sul
luogo della rapina e al video
di un filmato. Al momento del
fermo aveva con sè due pistole
e una borsa con la refurtiva
della rapina dal gioielliere.
Nel corso del primo interrogatorio, Caiazza - secondo le
poche indiscrezioni filtrate avrebbe ammesso la rapina
e di aver colpito il gioielliere,
ma senza l’intenzione di ucciderlo.
DA ROMA E DAL LAzIO
OLTRE ALLA CARENZA DI FONDI PER I SERVIZI E IL GIALLO SUL COORDINAMENTO,
IL CENSIS LANCIA L’ALLARME SUGLI AFFITTI NON REGOLARI
Il Giubileo “nero” di Roma Capitale
Mancheranno alle casse del Campidoglio, a secco
e bisognose di liquidità, 40 milioni di euro solo di tassa di soggiorno
n Giubileo “nero” per la casse
del Campidoglio. Mancheranno all’appello 40 milioni di
euro di tasse comunali a causa
degli affitti senza una regolare
registrazione. E’ il calcolo del Censis,
presentando il quinto numero del diario
“Roma verso il Giubileo”.
“Il boom turistico nella capitale - spiega
il Centro studi investimenti sociali - è
alimentato dai posti letto low cost per i
turisti e genera reddito integrativo per
le famiglie romane che affittano camere
e appartamenti”.
Un modus operandi destinato ad aumentare. Ovunque in città, non solo in
centro, “nascono esercizi ricettivi e risuona nelle strade il rumore delle rotelline
dei trolley. E sono diffusissimi gli affitti
brevi in nero”, sottolinea ancora il Censis,
stimando “il sommerso del settore nel
territorio del comune di Roma sia costituito da quasi 4.000 case per vacanza
irregolari per circa 36.000 posti letto,
con un tasso di strutture non a norma o
che lavorano in nero intorno al 75%”.
Il Censis ha poi calcolato il mancato
gettito nelle casse comunali, a secco e
bisognose di liquidità.
“Solo in termini di evasione della tassa
di soggiorno - rivela il centro studi - il
fenomeno del nero si tradurrebbe nel
prossimo anno in un mancato gettito
per le casse comunali di circa 40 milioni
di euro”.
Un campanello d’allarme non di poco
U
conto, a cui le autorità preposte dovrebbero porre decisivamente un freno,
mettendo, perché no, in campo una task
de force per stanare gli evasori.
Sono attesi a Roma - infatti, secondo la
stima del Censis - 33 milioni di euro di
turisti e pellegrini. Per una spesa complessiva che si aggirerà intorno agli 8
miliardi di euro, per circa il 70% da
parte di visitatori provenienti dall’estero.
C’è stato un boom di turisti nella Capitale
in questi anni, aumentati dai 7,5 milioni
di arrivi registrati nel 2000 ai 13,4 milioni
del 2014, con uno straordinario incremento del 77,5%.
Ma continua a tenere banco il gelo tra
Agenzia Regionale per lo Sviluppo
e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
Campidoglio e il governo. A mettere il
dito nella piaga ci ha pensato Gianluca
Peciola, capogruppo di Sel in Aula Giulio
Cesare, sollevando, per l’ennesima volta,
la mancanza di risorse per Roma Capitale. Per non parlare del giallo sul coordinamento del Giubileo straordinario.
“E’ incredibile che a pochi mesi da un
evento di portata mondiale come il Giubileo, il governo Renzi ancora non abbia
sbloccato i fondi per la Capitale. Il governo ci deve far sapere se vuole mettere
Roma nelle condizioni - ha lamentato il
vendoliano - di affrontare un evento importante come il Giubileo”.
Ma Renzi fa spallucce.
9
Mercoledì 22 luglio 2015
DALL’ItALIA
ESPLOSO IL BUBBONE PER L’IMPOSSIBILITÀ DI PIAZZARE TUTTI GLI SBARCATI IN ITALIA
L’urlo dei prefetti: “Ora basta”
Il leader del sindacato di categoria Palomba: “Siamo capri espiatori di una situazione critica
La battaglia è politica ma alla fine a rimetterci siamo noi. Adesso il Viminale ci ascolti”
anto tuonò che piovve. E i prefetti,
se non alzano bandiera bianca, ci
vanno vicini. Per la verità, nelle parole di Claudio Palomba, in servizio
a Lecce ma leader di un sindacato
di categoria, ci sono dure reprimende anche
alla politica, anzi alla parte politica che non
ha mancato di esternare pubblicamente le
proprie critiche per le scelte delle autorità di
governo del territorio nelle ultime settimane.
Il fatto è d’altronde che i prefetti eseguono le
indicazioni (politiche) del Viminale e vogliono
restar fuori dalle polemiche che da quelle indicazioni conseguono. E quindi anche a Palazzo
Chigi vanno i bipartisan strali di queste ore.
Palomba da Lecce, segretario del Sinpref, insomma, ci è andato giù duro. “Siamo circondati
da enorme ostilità”, bersaglio di “frasi indegne
da parte di esponenti istituzionali e noti politici”.
Evidente il riferimento ai salviniani di varia
provenienza, quindi. Ma come detto, non ci
sono parole dolci verso il governo, che pure
attraverso il consiglio dei ministri i prefetti li
T
nomina…
“Ogni giorno – denuncia Palomba – le 103
prefetture sul territorio lavorano senza sosta
per assicurare assistenza logistica e sanitaria
ai migranti che arrivano e che ci vengono assegnati, a volte con preavvisi strettissimi. Bisogna identificarli, visitarli, curarli, trovare loro
una sistemazione, il governo deve riflettere
su questi aspetti”. E ancora: “Siamo stanchi di
fare la parte dei capri espiatori, ci tuteleremo
in ogni sede. Se il sistema della sicurezza ha
retto in questa fase di emergenza, lo si deve
soltanto al lavoro dei prefetti. Se il tema dell’immigrazione diventa uno scontro politico,
la battaglia deve rimanere nell’ambito politico.
Invece alla fine a rimetterci siamo noi”.
E qui la lingua evidentemente batte dove il
dente duole, cioè sulla decisione del ministro
Alfano, su suggerimento di Renzi, di rimuovere
il prefetto di Treviso Marrosu. Di qui la richiesta
di un incontro urgente avanzata proprio al titolare degli Interni. Magari con delle proposte:
“Quando ero prefetto a Rimini, d’accordo con
il vescovo avevamo pensato a un piano di ristrutturazione delle canoniche. Il 50% dei
posti che si sarebbero resi disponibili sarebbe
andato ai migranti, il restante agli italiani senza
casa visto che si deve pensare pure al disagio
abitativo. La Chiesa deve scendere in campo.
Tutti gli altri smettano di spararci addosso”,
conclude Palomba.
DOPO LA RIVOLTA AL CENTRO DI ACCOGLIENZA DI SASSARI SCOPPIA LA VIOLENZA
Lite fra immigrati, un accoltellamento
Ferito un nigeriano. Arrestato un gambiano
Ieri gli stranieri avevano manifestato per essere trasferiti
n accoltellamento e un arresto. È
il bilancio della violenta rissa scoppiata l’altra notte tra gli extracomunitari ospiti nei centri di accoglienza
di Palmadula, frazione di Sassari.
Verso mezzanotte con un coltello da
cucina un extracomunitario ha colpito
un altro ospite della struttura, un nigeriano, ferendolo al polpaccio. L’uomo è
stato portato in ospedale ad Alghero,
dove è stato medicato e gli sono stati
assegnati 15 giorni di prognosi.
Ancora da chiarire la dinamica dei fatti,
su cui indagano i carabinieri intervenuti
sul posto per sedare la rissa insieme al
118. Arrestato il feritore, un immigrato
di origine gambiana di 21 anni. Non è
U
chiaro come si sia procurato il coltello
da cucina con il quale ha sferrato il fendente all’altro giovane.
A quanto è dato sapere, ma le informazioni sono ancora molto frammentarie
e da verificare attentamente, al momento
della rissa non erano presenti mediatori
culturali nella struttura.
Al momento del trasporto del ferito
verso l’ospedale, è scoppiata un grande
caos tra gli ospiti della struttura, in
totale un centinaio rispetto ad una capienza massima consentita di 65, dove
ormai la situazione rimane ad altissima
tensione da qualche giorno.
Lunedì gli extracomunitari hanno inscenato una protesta, tra le vie della
frazione per chiedere di essere avvicinati
alla città. Lamentavano “condizioni inumane” e si dicevano costretti in una
struttura totalmente inadeguata a ospitarli, obbligati a sottostare a condizioni
igieniche ben al di sotto degli standard
minimi della decenza. “Non ci aspettiamo
chissà quali privilegi - dicono - ma chiediamo di essere accolti in condizioni
più civili e dignitose”.
Sulla questione è intervenuto il sindaco
di Sassari Nicola Sanna, che assieme
all’assessore ai Servizi sociali, Grazia
Manca, segue la vicenda “con la massima
attenzione” e ha realizzato un coordinamento con prefettura e questura coinvolgendo anche con il presidente e il
consigliere di riferimento della circoscrizione unica della Nurra e i consiglieri
comunali del territorio. “L’amministrazione - si legge in una nota diffusa nel
pomeriggio di lunedì - ha chiesto di
nuovo alla prefettura di alleggerire la
borgata, per quanto possibile, di un numero così elevato di migranti. Una richiesta che, pur comprendendo le diffi-
coltà create dai nuovi sbarchi, deriva
dalla necessità di tener corto della capacità ricettive e di accoglienza che
hanno i singoli territori”.
Di certo tra proteste e episodi di violenza
la tensione sembra destinata a rimanere
alta. L’ennesimo effetto di una immigrazione incontrollata. (Foto Ansa)
Barbara Fruch
LA REGIONE DICHIARA LO STATO DI EMERGENZA PER POTER ACCOGLIERE I RICHIEDENTI ASILO
Profughi, in Friuli sorgeranno nuove tendopoli
Accelerate le procedure per le autorizzazioni abitative per ospitare i nuovi arrivi. E il conto lo paga lo Stato
n Friuli Venezia Giulia sorgeranno tendopoli ‘provvisorie’ per accogliere i richiedenti asilo. È quanto deciso lunedì,
con un decreto emanato dall’assessore regionale alla Protezione civile, Paolo Panontin,
d’intesa con la presidente della Regione
Debora Serracchiani, che ha dato mandato
alla Protezione Civile di occuparsi dell’accoglienza degli extracomunitari con strumenti
straordinari. Ecco perché è stato dichiarato
lo stato di emergenza in tutta la regione.
“Con questo provvedimento - commenta
l’assessore alla Solidarietà Gianni torrenti,
che segue in prima persona il problema
dell’immigrazione - possiamo intervenire
con maggiore incisività e tempestività per
superare il problema della mancanza di
idonee strutture di prima accoglienza. In
uno spirito di leale collaborazione con lo
I
Stato l’allestimento di questi centri di primo
e temporaneo ricovero dei richiedenti asilo,
permetterà di attuare le procedure di identificazione e di controllo sanitario, a garanzia
della sicurezza e della tutela della salute
pubblica”.
Con il decreto, viene infatti dichiarato lo
stato di emergenza sul territorio del Friuli
Venezia Giulia, giustificato proprio dalla
difficoltà, in l’assenza di idonee strutture,
di poter attuare in modo adeguato i controlli
sanitari e l’identificazione dei richiedenti
asilo privi di collocazione.
Conseguentemente al decreto, la Protezione
civile regionale potrà quindi attuare quegli
interventi strettamente necessari per garantire
le condizioni minime di temporanea accoglienza. In particolare, la Protezione civile si
adopererà per sistemare, con procedura
d’urgenza e con risorse assegnate dallo
Stato, strutture da destinare a questo scopo,
che saranno poi gestite dalle Prefetture.
“Non deve preoccupare il fatto che il decreto
dichiari lo stato di emergenza su tutto il
territorio regionale – chiarisce torrenti a ‘Il
Piccolo’ – Era un passaggio giustificato proprio dalla difficoltà, in assenza appunto di
strutture idonee, di poter attuare in modo
adeguato i controlli sanitari e l’identificazione
dei richiedenti asilo privi di collocazione.
Semplificati i rapporti con vigili del fuoco e
operatori sanitari, potremo contare su procedure accelerate anche per quel che riguarda le autorizzazioni abitative. In particolare rendendo agibili, e abitabili, strutture
di uso militare”.
Il modello, prosegue l’assessore, è quello
della caserma Cavarzerani a Udine, indivi-
duata come hub per la prima accoglienza
dei richiedenti asilo che arrivano in regione.
Nel rispetto di un apposito protocollo, è
stato affidato proprio alla Protezione civile
un intervento di ristrutturazione dell’edificio
da completare entro l’estate. “Si sarebbe
potuto replicare quel protocollo – spiega
torrenti – ma alla Cavarzerani non si imponevano particolari deroghe. In situazioni
più anguste e complicate il decreto di emergenza agevola invece i passaggi burocratici.
Una semplificazione amministrativa che sarà
di vantaggio per tutti i soggetti coinvolti
nella gestione del fenomeno”.
Insomma gli immigrati in Friuli Venezia
Giulia continueranno ad arrivare e nei prossimi mesi sorgeranno tendopoli un po’ ovunque, il tutto a spese pubbliche. Chissà cosa
B.F.
ne pensano i friulani di tutto ciò?
10
Mercoledì 22 luglio 2015
DALL’ItALIA
PROBABILE SVOLTA NEL BRUTALE OMICIDIO DI ISMAELE LULLI
Sgozzato in un boschetto: fermati due albanesi
Domenica i genitori e gli amici avevano denunciato la scomparsa del ragazzo
Lunedì la tragica scoperta. Il movente potrebbe essere legato a motivi passionali
ra scomparso domenica
nel Pesarese. Ismaele Lulli,
17 anni, è stato sgozzato.
Il suo corpo è stato rinvenuto in località San Martino
in Selva Nera a Sant’Angelo in Vado,
non lontano da Urbino, in un dirupo
nei pressi della chiesa.
I carabinieri guidati dal colonnello
Antonio Sommese hanno fermato
lunedì sera due albanesi, entrambi
ventenni (20 e 21 anni) uno residente
a Urbania, l’altro a Sant’Angelo, amici
della vittima. Secondo quanto si apprende, a portare i militari sulle tracce dei due sospettati sarebbero stati
diversi elementi, a cominciare dai
numeri telefonici recuperati dal telefonino di Ismaele.
Del 17enne si erano perse le tracce
da domenica pomeriggio, quando
aveva inviato un sms ai familiari che
diceva: “Cambio vita, vado a Milano,
non mi cercate”. Quel messaggio
però non si esclude che possa esser
stato inviato dai suoi assassini per
ritardare le ricerche. Ismaele, che
frequentava il secondo anno dell’istituto alberghiero di Piobbico, viveva con la madre e una sorella più
piccola.
Domenica sera non era tornato a
casa e la madre si era rivolta ai carabinieri. Contemporaneamente gli
amici avevano lanciato una serie di
appelli su Facebook con la sua foto.
A compiere la macabra scoperta è
E
stato un passante
lunedì mattina,
che ha visto il corpo e ha subito
chiamato i soccorsi. Sul posto per
gli accertamenti
sono arrivati i carabinieri del Ris.
Secondo le prime
ipotesi ad agire
sarebbero state
più persone. Almeno due, dato
che sono stati rinvenuti segni di trascinamento del
corpo, segno evidente che il giovane non sarebbe
stato ucciso nel
luogo dove è poi
stato rinvenuto il
cadavere. Il ragazzo sarebbe stato
massacrato accanto a una croce
in ferro, dove è
stata ritrovata una
traccia e poi gettato in un dirupo.
Per farlo, dato che Ismaele era magro, anche se alto un metro e ottanta,
dovevano essere almeno in due.
La vittima stata ritrovata a pancia in
giù con un profondo taglio alla gola
(in un linguaggio della malavita del-
AOSTA
Truffate da avvocati:
tentano il suicidio
Rissa tra giovani,
poliziotti aggrediti
rano intervenuti per sedare una lite, ma sono
stati aggrediti rimediando
una serie di traumi e fratture.
È quanto accaduto a Brescia,
a tre agenti di polizia.
L’episodio è avvenuto lunedì
sera poco dopo le 23, quando
due agenti in servizio sulla
volante sono intervenuti per
una lite in strada tra due
23enni del posto. Al loro arrivo, i due ragazzi hanno smesso
di discutere e uno di loro, per
evitare i controlli, si è allontanato in tutta fretta. Poco
dopo, però, mentre erano intenti a raccogliere testimonianze sull’accaduto, i poliziotti si sono accorti che in
un luogo poco distante i due
avevano ricominciato a litigare, dandosele anche di santa ragione. Così sono intervenuti rimediando sputi, calci
e spintoni.
T
arrivate alla decisione di
togliersi tutte la vita dopo
aver subito una presunta
truffa da parte di due avvocati: per questa avrebbero
perso tutti i loro risparmi.
Una quarta sorella è stata
avvisata di quanto accaduto
mentre è stata smentita la
voce, circolata in un primo
momento, di un tentativo di
suicidio anche da parte sua.
Le due donne che hanno
tentato di gettarsi dal muraglione sono state ricoverate nel reparto di psichiatria dell’ospedale Parini di
Aosta in forte stato confusionale. La terza invece è
stata sottoposta alle cure
per l’intossicazione da monossido di carbonio.
B.F.
Non solo. Alcuni passanti che
assistevano alla scena, hanno
cercato di ostacolare gli agenti, favorendo anche il tentativo
di fuga di uno dei due giovani
che aveva dato una testata al
volto di uno dei due poliziotti.
Tutto è terminato con l’arrivo
di un’altra pattuglia intervenuta a sostegno dei colleghi.
Non senza difficoltà, tanto che
anche un terzo agente è rimasto ferito nella rissa.
Hanno riportato una microfrattura composta al setto nasale e una ferita al braccio
destro, una botta alla testa e
varie contusioni.
I giovani sono stati fermati:
si tratta di E. L. bresciano di
23 anni che è stato arrestato
e il coetaneo P. A. bresciano
denunciato a piede libero.
Tutti gli altri sono stati portati
in caserma e poi rilasciati.
B.F.
Nelle vicinanze del luogo in cui è
stato rinvenuto il corpo sono stati
trovati degli indumenti insanguinati.
I carabinieri non confermano però
il ritrovamento di due zaini, che potrebbero essere di Ismaele, riportato
da alcune fonti. Recuperato anche il
cellulare del ragazzo, da cui era
partito un sms ai familiari.
Non è stata invece rinvenuta l’arma
del delitto. Si cerca il coltello, ma
anche tracce che possano sostenere
un’altra ipotesi degli inquirenti.
Nel frattempo, le abitazioni dei sospettati, a Urbania e a Sant’Angelo
in Vado, sono state perquisite, così
come l’automobile di uno dei due
prelevata davanti casa e spostata in
un luogo più sicuro per effettuare i
primi accertamenti.
Un delitto che ha lasciato sgomenta
l’intera comunità. “È una vittima del
nostro tempo, i nostri giovani hanno
un vuoto ‘gestionale’ dai 13 ai 18
anni – ha detto sindaco di Sant’Angelo in Vado, Giannalberto Luzi, che
ha annunciato il lutto cittadino per il
giorno dei funerali – Mi sento colpito
come sindaco, ma anche come genitore. È una morte diversa da quella
di quel ragazzo che ha preso l’ecstasy a Riccione, ma forse è anche
simile. Credo che spesso siamo
chiusi a quello che ci succede intorno
e le vittime spesso sono i nostri ragazzi”.
Barbara Fruch
FOGGIA
BRESCIA
E
ruffate da alcuni avvocati che gli avrebbero fatto perdere
tutti i loro risparmi, tre sorelle hanno tentato il suicidio.
Una tragedia evitata solamente grazie al tempestivo
intervento dei carabinieri
di Valtournenche (Aosta).
A cercare di ammazzarsi
sono state tre donne di 49,
63 e 72 anni di Carmagnola (torino): due sono state
bloccate mentre tentavano
di lanciarsi da un muraglione nella zona di Singlin, la terza è stata trovata
chiusa in auto mentre provava a togliersi la vita con
i gas di scarico.
Pare che le tre sorelle siano
l’est, è conseguenza di uno sgarro,
magari anche di un piccolo debito
non pagato o per una questione di
donne).
Ed è proprio per questo che quanto
al movente, si pensa ad un motivo
passionale, uno
sgarro per questioni di ragazze
oppure a debiti
non pagati per
piccolo spaccio di
droga. In ogni
caso ad un chiarimento finito in
tragedia, se non
addirittura a un
omicidio premeditato.
Il giovane, infatti
presenta sul corpo diverse tracce
di nastro adesivo
per pacchi, come
se avessero tentato di legarlo. Oppure è stato legato
e poi il caldo di
questi giorni ha
fatto gonfiare il
corpo e i legacci
sono saltati.
Un delitto feroce:
chi lo ha sgozzato
lo ha fatto con violenza, tanto che
Ismaele è stato
quasi decapitato. Sul corpo altri tagli
e escoriazioni, ma sarà l’autopsia a
stabilire se si tratti di ferite da trascinamento o riportate durante la
caduta nel dirupo, oppure di coltellate inferte post mortem.
Molestie sessuali sul bus:
arrestato un senegalese
H
a molestato pesantemente una donna
di 46 anni che per
lo spavento è svenuta. Un
cittadino senegalese di 23
anni, Kamara Bubakar, è
stato arrestato dalla polizia
a Foggia con l’accusa di
violenza sessuale, lesioni
e resistenza a pubblico ufficiale.
Lo straniero si trovava su
un autobus della linea 24
a Foggia lunedì sera, dopo
le 20,30, quando ha tentato
un esplicito approccio sessuale con la donna, residente a Borgo Mezzanone
che era in compagnia della
sorella, toccandole il seno.
E quando la vittima ha iniziato ad urlare e richiedere
aiuto, lo straniero ha risposto prima schiaffeggiando-
la, poi spingendola contro
i sedili.
Notato quanto stava accadendo alcuni passanti ed
altre persone presenti sul
bus hanno allertato la polizia. Una pattuglia, in zona
per il consueto servizio di
pattugliamento del territorio, è sopraggiunta in pochissimi istanti, riuscendo
a bloccare il 23enne sull’autobus, prima che
quest’ultimo ripartisse.
L’uomo per sottrarsi all’arresto ha colpito gli agenti
con calci e pugni.
La vittima è stata soccorsa
dai medici del 118 per un
forte stato ansioso. Svenendo ha riporto anche un
trauma cranico non commotivo. Guarirà in 5 giorni.
B.F.
11
Mercoledì 22 luglio 2015
CULtURA
NOVECENTO RIVOLUZIONARIO: L’ANALISI DEL MANIFESTO “RICOSTRUZIONE FUTURISTA DELL’UNIVERSO”
Giacomo Balla alla Villa dei Capolavori
L’esposizione, allestita alla Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo, dal 12 settembre all’8 dicembre
di Emma Moriconi
... Il futurismo pittorico si
è svolto quale superamento e solidificazione dell’impressionismo, dinamismo plastico e plasmazione dell’atmosfera, compenetrazione
di piani e stati d’animo ... Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo,
cioè ricreandolo integralmente. Daremo scheletro e carne all’invisibile,
all’impalpabile, all’imponderabile,
all’impercettibile. Troveremo degli
equivalenti astratti di tutte le forme
e di tutti gli elementi dell’universo,
poi li combineremo insieme, secondo i capricci della nostra ispirazione ... Il parolibero Marinetti ci
disse con entusiasmo: «L’arte, prima
di noi, fu ricordo, rievocazione angosciosa di un Oggetto perduto
(felicità, amore, paesaggio) perciò
nostalgia, statica, dolore, lontananza.
Col Futurismo invece, l’arte diventa
arte-azione, cioè volontà, ottimismo,
aggressione, possesso, penetrazione, gioia, realtà brutale nell’arte,
splendore geometrico delle forze,
proiezione in avanti. Dunque l’arte
diventa Presenza, nuovo Oggetto,
nuova realtà creata cogli elementi
astratti dell’universo. Le mani dell’artista passatista soffrivano per
l’Oggetto perduto; le nostre mani
spasimavano per un nuovo Oggetto
da creare» ... Le invenzioni contenute
in questo manifesto sono creazioni
assolute, integralmente generate
dal Futurismo italiano. Nessun artista
di Francia, di Russia, d’Inghilterra
“
o di Germania intuì
prima di noi qualche
cosa di simile o di analogo. Soltanto il genio
italiano, cioè il genio
più costruttore e più
architetto, poteva intuire il complesso plastico astratto. Con questo, il Futurismo ha determinato il suo Stile,
che dominerà inevitabilmente su molti secoli di sensibilità.” È il
Manifesto “Ricostruzione Futurista dell’Universo” ed è ad
esso che è ispirata
“Giacomo Balla Astrattista Futurista”, la mostra allestita
alla Fondazione Magnani Rocca di
Mamiano di Traversetolo, nei pressi
di Parma, dal 12 settembre all’8 dicembre prossimi. L’esposizione, a
cura di Elena Gigli e Stefano Roffi,
presenta il percorso artistico di Giacomo Balla attraverso l’analisi del
manifesto “Ricostruzione Futurista
dell’Universo”, certamente uno dei
testi teorici più rivoluzionari dell’arte
del Novecento. L’occasione è il centenario della sua pubblicazione,
sottoscritto ‘Astrattista Futurista’
dallo stesso Balla e da Fortunato
Depero.
La mostra, articolata per temi, ripercorre i capisaldi del Manifesto del
1915: si comincia così con l’ “Astratto”, parliamo dei pastelli di inizio
900 realizzati a Villa Borghese. Pezzo
particolare di questa sezione è sicuramente “Fontana (che piange)”
della Banca d’Italia, che viene esposto
per la prima volta. C’è poi la “Finestra
di Düsseldorf”, l’ultimo documento
pittorico del passaggio tra pittura
oggettiva e astrattismo, ritrovato dalle
figlie Luce ed Elica Balla nel 1968.
Giungiamo così al secondo passo, il
“Dinamico”: dunque il volo delle
rondini, l’automobile che corre, la
velocità astratta. Eccoci al “Trasparentissimo”, con i cicli delle “Stagioni”
e delle “Trasformazioni Forme e Spirito”. Poi c’è il Balla “Coloratissimo
e Luminosissimo”, con “Linee forse
di paesaggio + sera” del 1917-18,
esposto per la prima volta in mostra.
Sempre di questa sezione fanno
parte “Fau d’artifice” e i “Fiori” in
3D. quinto passo ed eccoci all’ “Autonomo”, gli autoritratti dell’artista,
come “Ecce homo”. Ancora un passo
e troviamo il “Trasformabile”: il vestito
e il mobile futurista dalla caleidoscopica Casa Balla. Poi c’è il “Drammatico”, con l’interventismo in “Di-
mostrazione interventista” del 1915,
che è stato riscoperto di recente sul
retro del dipinto “Verginità”, del
1926. La figura femminile in “Volatile”,
è il passo successivo: “Elisa che
cuce” del 1898, “Dubbio” del 19071908, ritratti femminili degli anni
Venti e il “Noi 4 allo specchio” del
1945. Ultimo passo ed eccoci allo
“Scoppiante”, con la linea della velocità nelle sculture con il “Pugno di
Boccioni” e il “Complesso plastico”.
Una mostra in cui le opere provengono da collezioni private e dai principali musei italiani, tra cui la Galleria
Nazionale d’Arte Moderna di Roma,
gli Uffizi di Firenze, il Museo del Novecento di Milano, la Galleria d’arte
Moderna di Torino. Per finire, chiude
l’esposizione un apparato di documenti originali come fotografie
d’epoca, cataloghi e manifesti dell’Archivio Gigli di Roma.
“Il manifesto della Ricostruzione
Futurista dell’Universo - riferisce il
comunicato stampa relativo all’evento - rappresenta una delle tappe
più significative nell’evoluzione dell’estetica futurista. Con questo manifesto trova una completa maturazione la volontà del Futurismo di
ridefinire ogni campo artistico secondo le sue teorie e di rifondare
le forme stesse del mondo esterno
fino a coinvolgere anche gli oggetti
e gli ambienti della vita quotidiana”.
E ancora: “La più importante innovazione proclamata dal manifesto
della Ricostruzione Futurista dell’Universo è la proposta di estendere
l’estetica futurista a tutti gli aspetti
della vita quotidiana. I campi della
ricerca sembrano illimitati: arredo,
oggettistica, scenografia, moda, editoria, grafica pubblicitaria: nulla
sembra essere estraneo alla sensibilità dei due artisti. I futuristi imposero il loro segno distintivo fin
dalle prime celebri ‘serate’, durante
le quali gli artisti–autori-declamatori
indossavano abiti da loro stessi disegnati e maschere che suggerivano
la robotizzazione e meccanizzazione
dell’uomo”. La mostra sarà aperta
dal 12 settembre all’8 dicembre
2015, tutti i giorni, compresi i festivi,
eccetto il lunedì. Dal martedì al venerdì dalle 10 alle 18, sabato, domenica e festivi fino alle 19. Lunedì
7 dicembre aperto. Per le ulteriori
informazioni si può consultare il sito
www.magnanirocca.it
La Mostra e il Catalogo (Silvana Editoriale) sono a cura di Elena Gigli e
Stefano Roffi. Il Catalogo presenta
saggi dei curatori, di Giovanni Lista
e di Antonio Carnevale
LE TECNICHE PIONIERISTICHE DEL LINGUAGGIO VIDEO: UNA CAMPAGNA CONSERVATIVA INIZIATA NEL 2013 E OGGI IN PARTE FRUIBILE
Videoarte a Palazzo dei Diamanti
1973-1979: sono gli anni in cui vennero realizzate le opere in mostra dal 26 settembre al 18 ottobre
errara nel Novecento è stata
un “laboratorio di sperimentazione della videoarte” di
rilievo internazionale. Il Centro Video Arte, infatti, diretto da Lola
Bonora con la collaborazione di
Carlo Ansaloni e l’assistenza tecnica di Giovanni Grandi, ha prodotto le sperimentazioni di artisti
come Fabrizio Plessi, Christina Kubisch, Angela Ricci Lucchi,Yervant
Gianikian o Marina Abramovic .
Sono giunte così a noi opere che
testimoniano le pratiche artistiche,
che possono certamente definirsi
pionieristiche, che si sono sviluppate in quel periodo attraverso il
linguaggio video. Il problema è
che tutta la produzione in videotape potrebbe andare perduta a
causa delle “alterazioni strutturali
del supporto analogico, dell’obsolescenza delle piattaforme tecnologiche che ne permettono la
riproduzione, e anche delle profonde trasformazioni delle modalità
di visione”. Di qui la necessità di
tutelare questo importante spaccato dell’arte e della storia italiana:
è per questo che
le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara hanno av-
F
viato un progetto di preservazione
e restauro, grazie anche alla collaborazione dei laboratori La Camera
Ottica e CREA del DAMS di Gorizia
- Università di Udine, sotto la supervisione della professoressa Co-
setta G. Saba. La campagna conservativa è stata avviata nel 2013:
essa prevede l’archiviazione, la migrazione digitale, lo studio e la video-preservazione dei videotape
del Centro Video Arte, secondo
un protocollo adottato
dai laboratori di Gorizia. La Fondazione Pianori ha contribuito con
un importante sostegno al progetto finanziando un ampio intervento.
L’esposizione “Videoarte a Palazzo dei Diamanti. 1973/1979. Reenactment”, organizzata
dalla Fondazione Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna
e Contemporanea di
Ferrara, presenta così
i primi risultati raggiunti dalla squadra e
propone al pubblico
una selezione di opere
video databili agli anni
Settanta con il riallestimento della mostra
Videoarte a Palazzo dei
Diamanti. 1973/1979
che nel 1980 venne ospitata nel
Foyer della Camera di Commercio
di torino. La mostra, che proporrà
diciannove opere monocanale, sarà
allestita nelle sale Benvenuto tisi
da Garofalo di Palazzo dei Dia-
manti. Le opere saranno ritrasmesse attraverso i dispostivi di visualizzazione degli anni Settanta, la
ragione è che essi sono in grado
di farne risaltare la trama luminosa
ed evanescente. A corredo delle
opere il pubblico potrà apprezzare
la documentazione e la strumentazione che ne hanno accompagnato la nascita, verrà spiegato il
processo creativo con il quale l’artista ha realizzato il video.
Uno dei primi videotape di Fabrizio
Plessi, travel (1974), aprirà la mostra, composta delle opere più significative prodotte dal Centro Video Arte negli anni Settanta, tra
cui Filo d’Arianna di Claudio Cintoli del 1974, Stille Nacht di Christina Kubisch del 1975 e trace of
Shadow di Giuliano Giuman del
1976. Una sala della mostra sarà
dedicata a due opere di Ricci Lucchi-Gianikian, Viaggio di La Rose
ed Essence del 1975. Di queste
opere di è anche attuato un restauro, in collaborazione con gli
artisti. La mostra sarà aperta al
pubblico dal 26 settembre al 18
ottobre prossimi, aperta tutti i giorni tranne il lunedì dalle 10 alle 18.
L’ingresso sarà gratuito.
E.M.
12
Mercoledì 22 luglio 2015
SOCIEtA’
Le vacanze on line
SECONDO UN SONDAGGIO DI UN FAMOSO PORTALE GLI ITALIANI PREFERISCONO ORGANIZZARE I VIAGGI SUL WEB
In tanti utilizzano il pc per scegliere la propria destinazione, un mezzo affidabile in linea con le proprie esigenze
di Chantal Capasso
Q
uale occasione migliore
una vacanza per soli single per poter fare nuove
amicizie e, perché no, incontrare l’anima gemella.
Ora ci pensa un tour operator on
line SpeedVacanze.it.
Questa agenzia on line ha inventato
l’esclusiva formula dei viaggi e delle
crociere di gruppo per single, un
punto di riferimento sicuro ed affidabile.
Oltre alle persone single, considerate
dal tour operator più decisi nello
scegliere la meta per trascorrere
le vacanze, anche le coppie e le famiglie utilizzano la rete per prenotare
il soggiorno estivo.
Secondo un’indagine realizzata proprio da SpeedVacanze.it quest’estate a prenotare le vacanze su Internet
è il 72% degli italiani. La tradizionale
agenzia di viaggio resta il canale
preferito solo dal 15% e a contattare
direttamente le strutture ricettive o
partire senza prenotazione è un
13% dei vacanzieri.
Mentre il 57% di chi prenota una
vacanza sul web consulta più di 3
portali prima di farlo. I single sono i
più risoluti: solo il 24% di loro consulta più di un sito prima di decidere.
Ma ciò che più sorprende, secondo
il sondaggio condotto SpeedVacanze.it è lo strumento di navigazione
per prenotare. Nonostante l’aumento
dell’uso degli smartphone per navigare su Internet, l’84% degli italiani
preferisce utilizzare il computer per
scegliere o prenotare una vacanza.
E poi, nonostante la crisi, da questa
indagine emerge anche che il tipo
di destinazione (49%) resta più importante del prezzo (34%) nella
scelta di un luogo di vacanza.
«Quello che è veramente cambiato
di pari passo con il diffondersi delle
nuove tecnologie è il modo nel
quale si sceglie una meta: oggi, indipendentemente dalla modalità di
acquisto, più di 8 italiani su 10 prima
di scegliere una vacanza ricorre
alle informazioni, ma anche alle recensioni e alle valutazioni, presenti
su Internet» precisa Giuseppe Gambardella, fondatore di SpeedVacanze.it e di SpeedDate.it, portale
quest’ultimo che offre ai single il
modo più veloce e divertente per
incontrare gente nuova e molti nuovi
potenziali partner.
Per gli italiani, ormai il web è visto
dai vacanzieri italiani come una
GOSSIP SOTTO L’OMBRELLONE
«piazza virtuale» dove raccogliere
le informazioni più affidabili, questo
quanto è emerso dalla stessa ricerca
di SpeedVacanze.it valutando le
modalità con cui gli italiani acquistano le proprie vacanze e l’utilizzo
di Internet nell’organizzazione e
nell’acquisto di un viaggio.
Un’altra curiosità riguarda l’universo
dei single: quest’estate circa 7 milioni
di persone non accompagnate partiranno per una vacanza di almeno
una settimana con una spesa media
pro capite di 980 euro. I single rappresentano infatti una fetta di mercato
considerevole del settore turistico
e prediligono Internet non solo per
risparmiare ma anche e soprattutto
per poter vivere un’esperienza di
viaggio che li coinvolga fin dal primo
click, programmando in modo autonomo una vacanza nel rispetto
dei tempi e delle esigenze personali,
proprio come accade su SpeedVacanze.it.
«Semplicità e funzionalità sono le
caratteristiche principali del nostro
sito che più che un viaggio propone
“emozioni”. E proprio per questo
per noi è fondamentale che il nostro
portale sia facilmente consultabile
e che gli utenti possano prenotare
in modo semplice, scegliendo in
base alle loro specifiche esigenze»
spiega Giuseppe Gambardella.
Secondo SpeedVacanze.it tra le
mete dell’estate 2015 al primo posto
si classifica l’Italia con il 44% delle
preferenze, seguita dai Paesi del
Mediterraneo, come Grecia e Spagna, con il 35%, dal Mar Rosso con
il 13% e da altre destinazioni estere
con l’8%.
Anche i single preferiscono l’Italia.
Sul portale SpeedVacanze.it, ad esempio, per Ferragosto sono molto richieste le località italiane, con Puglia,
Sicilia e Sardegna in cima alla lista
delle preferenze e le crociere che
anche quest’estate continuano ad essere ancora quotate.
L’ATTRICE TRA POSE SEXY PER “GQ ITALIA” RACCONTA
DEI SUOI AMORI E LA VITA SUL SET
Paola Barale in Sardegna Monica Bellucci:“E chi
La bionda della tv si consola al mare dopo la rottura con Raz Degan
l’ha detto che sono single?”
Reduce dalla partecipazione all’ultimo 007,
per la bella 50enne è una grande stagione
a biondissima Paola Barale,
48 anni tornata single dopo
la rottura con il fidanzato
storico Raz Degan, si sta divertendo un mondo in compagnia
degli amici più cari nelle sue
vacanze sarde.
Tornata da poco dal Sudamerica
per “Pechino Express”, un programma di Raidue dove ha partecipato in coppia con il direttore
artistico di “X Factor” Luca Tommassini, la bionda della tv si
sta concedendo meritati momenti di relax in Sardegna durante questa calda estate 2015.
Single ma non da sola, Paola
Barale è circondata da amici.
Con lei in Costa Smeralda,
Gianluca Vacchi, i gemelli di
Dsquared Dean e Dan e Ales-
L
sandra Grillo.
Paparazzata la Barale in acqua
si lascia cullare dalle onde del
mare e si diverte a fare la sirenetta: “Nuoto sincronizzato cinguetta ai follower - Esther
Williams docet”. Appare serena
e felice. Contenta di trovarsi finalmente in vacanza e di lasciarsi
alle spalle periodi difficili. Dopo
una lunga storia d’amore di 13
anni d’amore ha visto, purtroppo,
naufragare la sua relazione con
Raz Degan. È stata lei stessa a
dare l’anuncio, lo scorso maggio,
con un post pubblicato sulla
sua pagina Facebook. “Sono
stati anni travolgenti dove insieme siamo cresciuti e il nostro
amore si è trasformato - scriveva
Paola Barale - Io e Raz per ora
abbiamo deciso di prendere percorsi differenti. Capita, nella vita,
ad un certo punto. Non è giusto
accontentarsi di un sentimento
che ha perso vivacità e colore”.
Ma nonostante tutto Paola sembra essersi ripresa e sta trascorrendo in Sardegna la sua
prima estate da single in compagnia di tanti amici. Nuotate al
largo, bagni di sole, serate in
allegria. Una vacanza all’insegna
del divertimento, prima che il
pubblico torni ad ammirarla in
tv durante il suo viaggio avventuroso in Sudamerica per “Pechino Express”. Il programma
condotto da Costantino della
Gherardesca andrà in onda a
partire dal prossimo 7 settembre.
Ch. C.
lla domanda “Com’ è la
tua vita da single?” lei risponde :”E chi ha detto
che sono single?”
Così Monica Bellucci spiazza l’interlocutore in un’intervista rilasciata su GQ Italia, che le ha dedicato la copertina del numero
di agosto.
L’attrice ha anche raccontato
come Sam Mendes, regista di
007, l’abbia convinta ad interpretare il ruolo della prima Bond
Woman cinquantenne della storia.
“Mi sono divertita molto. Ho
preso tutto come un gioco: il più
bel gioco che un’attrice e una
donna possa fare a cinquant’an-
A
ni.” dichiara la Bellucci. E a proposito del suo personaggio Lucia
Sciarra, che in un magazine francese ha definito bisex, dice “Adoro
le femmine: da sempre mi ispirano più degli uomini”. E a 50
anni, uno dei sex symbol più
longevi del cinema mondiale, sta
vivendo il suo grande momento.
Oltre al colossal americano, di
recente e’ stata impegnata nelle
riprese di altri due film importanti:
“On the milky road” di Emir Kusturica e “Ville-Marie” del canadese Guy Edoin, in lizza per partecipare alla Mostra del Cinema
di Venezia.
“Ho voglia di assaporare la vita,
mi piace ancora molto
mangiare, bere e fare
l’amore: questa per
me è la bellezza, il resto sono solo dettagli
che ognuno aggiusta
come vuole. Dimagrisci, ingrassi, mezza
ruga: tutte stupidaggini!”. Ma nella lunga
intervista realizzato per
GQ Italia dalla fotografa-artista Bettina
Rheims a Parigi, la
Bellucci ha anche raccontato della
separazione con il marito e collega
Vincent Cassel e alla domanda
se il suo rapporto così forte con
la maternità abbia allontanato il
suo ex marito risponde: “Quando
ci si lascia non è mai colpa di
una sola cosa o di una sola persona. C’è qualcosa che si interrompe, che non esiste più. E’ un
cammino diverso che gli individui
intraprendono e che porta a prendere decisioni a volte dolorose e
traumatiche, per continuare a
crescere…”. Ma sembra che un
nuovo amore faccia battere il
cuore alla bella Monica.
Ch. C.
Scarica

L`Iran funesta di Nethanyau su Renzi