Agorà
ANNO III N. 2. 16 APRILE 2000. 2.500 LIRE
AGORÀ 16 aprile 2000
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IENA RIDENS
Ho ritenuto necessario ritornare
per passarvi la mano per il cozzo
Ancora tremanti per la gioia di riceverlo in redazione, porgiamo il nostro più caldo
bentornato al genio di Aci San Crispello, all’uomo che più di ogni altro ha saputo
incarnare in un insieme inscindibile ed eterno i concetti di arte e di giornalismo. “Ho un
lungo discorso da infilarvi, come voi potete immaginare”, ha detto il sommo artista al
suo rientro, “e muoviamoci avanti che non mi trattengo più”
B
di Mino Sproporzionato
UONGIORNO A TUTTI, PLURILAURIATI E NON. IL DIRETTORE DI QUESTA BOTTEGA DI VINO DI
GIORNALE MI HA TELEFONATO UNA OTTANTACINQUANTINA DI VOLTE PER CONVINCERMI A
RIPRENDERE A SCRIVERE E IO UNA VOLTA GLI DICEVO CHE AVEVO LE DITA SLOGATI, UNA VOLTA
CHE ERO ALLERGICO ALLO ‘NCHIOSTRO, UNA VOLTA CHE AVEVO IL CANCRO DELLO SCRITTORE
e una volta che mi bottavano le
scatolone a scrivervi, perché siete un
branco di catapasmi, accidenti a voi.
E’ arrivato persino a farmi le
telefonate unanimi nel cuore della
notte, e mi ha fatto saltare i vermi del
terrore, per la marina. Alla fine l’ho
preso a capavanti e gli ho detto:
signor direttore del giornale che non
male, lo so che è lei che mi telefona
ora quarti e momenti e si camuffa la
voce a tipo che io non la devo
conoscere; però lei si deve ricordare
che io lavoravo nei servizi segreti del
mio paese e intercettavo le telefonate
prima ancora che partivano, ha
capito? E una volta ho fatto attaccare
a uno che apparentemente non ne
mangiava e non ne beveva, ma
mentre che lo stavamo saccariando
dalle legnate ha confessato che il suo
cuore gli voleva fare una telefonata
omonima al sindaco di Aci San
Crispello per dirgli “becco”; ha
capito signor direttore del giornale
dei nacchi? E non glielo voglio dire
più mai, perché sono un uomo di
poche palore…”.
Comunque, visto la vostra agitazione
2
per il mio ritorno, che pare che siete a
mano di mammina (accidenti a voi
stessi), sono tornato a calarvi le
casse.
Vi dico subito che oggi ho la pasta
con la carne nel tiano, che mi hanno
offerto a una cena di lavoro tra noi
professori scientifici, che mi sale e
mi scende, a tipo che mi riboglie
nella bocca dell’anima e quindi sarò
sbrigativo e aereostatico più del
solito, grazie.
Voglio cominciare a fargli il pelo a
un vostro lettore, che fa parte dei
consigliati minorati della vostra città,
che se n’è uscito a fare sparate
allarmanti e miscredenti sul mio
conto, dicendo che io lo volevo
colpire a lui colpendo la sindachella
perché è amica della cognata della
sorella della suocera della nuora…
Signor consigliato, lei ha preso pale
per lampioni, ha veramente travasato,
accidenti a lei. Ma dico io, lei pensa
che con tutto il gran riboglimento che
ho, tra la gestione del giornale di Aci
San Crispello “L’incontinente”, e tra
che gli devo mantenere questo
giornaletto di ridere a questi quattro
strappati, io trovo il tempo di
mangiarmi di lei? Caro signor
consigliato minorato, a me certe cose
a tipo che mi salgono da sotto fino
alle mie nasche e mi inebriano la
bile; come sarebbe a dire che io
volevo insultarla? Ma se neanche la
conosco, e poi non mi permetterei
mai di angiuriarla per via verticale,
come lei alludisce. Caro consigliato
(che è minorato), glielo devo dire,
allora, che è una persona confusa e
anemica. Ma non si preoccupa, che il
professore sottoscritto ha una anima
magnanima e famelica, e la perdono
di tutti i suoi peccati. Vada in pace e
non ci stoni più la testa, altro
lampato: al can che dorme non si
guarda in bocca; vada, vada…
Dopo questa lezione di vita e di
psicologia mastodontica vi dico
un’ultima cosa: quando io mi sveglia
la scienza, mi rendo conto di quanto
malgo io e di quanto non malete
affatto voi. E per stavolta lasciamo
correre.
Sono Sproporzionato, e voi lo
sapevate.
AGORÀ 16 aprile 2000
Sommario
domenica 16 aprile 2000
Agorà
periodico di politica
attualità cultura
COPERTINA
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POLITICA
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Direttore responsabile:
Giuseppe Spadaro
8
10
Redazione: via Garibaldi, 19
98046 S. Lucia del Mela
11
Editore: associazione culturale Girasole
Presidente Francesco Carrozza
Via Garibaldi, 19 S. Lucia del Mela
Stampa: Girasole via Garibaldi, 19 S.
Lucia del Mela
Abbonamenti:
12 numeri L. 24.000
Il versamento va effettuato sul conto
corrente postale n. 16092983 intestato a
Associazione culturale Girasole via
Garibaldi 19 — 98046 S. Lucia del Mela
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DECORO URBANO. Quel muro e quel roveto
ASSOCIAZIONE PADRE PARISI. L’attività svolta nel 1999
VERITÀ INATTESE. Intossicati da un articolo. O da
qualcos’altro?
CULTURA
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LE TASSE DEL PASSATO. La fiscalità a S. Lucia nel Sei e nel
Settecento di Santo Brunetta
Le controversie per la riscossione della “congrua” di Ida Fazio
La popolazione di S. Lucia del Mela nel Settecento
LA PRELATURA. I vescovi di S. Lucia dal 1735 al 1950 di Libero
Rappazzo
RUBRICHE
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Reg. Trib. Barcellona n. 32/98
Anno III numero 2
16 aprile 2000
DIARIO DI UNA CRISI. Qui qualcuno rema contro
IL CLIMA NELLA MAGGIORANZA. Sorrisi e festoni
IL PERSONAGGIO. La distruzione di un amore
I MOTIVI DEL CONTRASTO. Benvenuti nel gruppo che non c’è
più
IL CHIARIMENTO. Le prossime iniziative della minoranza
contro la (dis)amministrazione
ATTUALITÀ
Arretrati:
Versamento sul c. c. p. n. 16092983
intestato a Ass. Girasole, specificando
nella causale i numeri richiesti
Le opinioni espresse nei testi
pubblicati impegnano solo gli autori
dei medesimi
L’ISTITUTO LUIGI CALDERONIO. Il paradiso dimenticato
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IENA RIDENS. Ho ritenuto necessario ritornare per passarvi la
mano per il cozzo
DIBATITTO. Socialmente illusi
BLOCK NOTES. Ampliato il mercato / Le caramelle della
Befana a D’Antoni / La pagellina / Una sterpaglia al giorno /
Eppur qualcosa si muove / Per non dimenticare di Mimmo
Cirino /Buonanima
LA BACHECA. Delibere di giunta
In edicola a L. 2.500
Copie arretrate L. 3.000
Chiuso in redazione il 14 aprile 2000
Garanzia di riservatezza:
L’editore garantisce agli abbonati che i
loro dati personali non saranno
comunicati a terzi o altrimenti diffusi, in
conformità alla legge 675/96
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le voci della città
g
D
Socialmente illusi
A QUALCHE SETTIMANA È INIZIATO IL PRO-
amministratori avrebbero dovuto tentare la realizzazione di un
getto di lavoro che tiene impegnati 12 giovani luciesi progetto più ambizioso: pensare un’attività, anche legata ai servinella pulizia straordinaria di strade e aree verdi citta- zi che il comune offre ai cittadini (magari i terreni montani), e
dine. Come abbiamo scritto nei precedenti numeri, è costituire una piccola “azienda” che gestisse quel tipo di attività,
stata una proposta di alcuni consiglieri comunali a dare avvio a ripartendo tra i ragazzi-lavoratori i proventi di essa, con il comuquesta iniziativa. Quei 12 giovani saranno impiegati in questo ne in posizione di garante della corretta gestione delle risorse
modo per i prossimi tre mesi. Spesa complessiva: trenta milioni.
finanziarie e della condotta dei ragazzi. Se il progetto fosse falliSono soldi ben spesi? No. Intanto perché impiegati in un’iniziati- to, poco male: la situazione sarebbe rimasta grave come ora è,
va piuttosto bislacca, come appare bene da una semplicissima ma se avesse funzionato, un gruppo di persone avrebbe potuto
considerazione: che senso ha fare consistere quel progetto di cambiare modo di vita. Tutta questa azione, inoltre, avrebbe prelavoro nella pulizia straordinaria di ciò che andrebbe pulito ordi- sentato altri due vantaggi: sarebbe stato speso forse un decimo
nariamente? Le uniche ragioni che riusciamo a trovare sono o il dei soldi che saranno utilizzati in questi tre mesi (gli stipendi
fatto che strade e aree verdi non vengano pulite o, più probabil- avrebbero dovuto essere pagati con i proventi di quell’attività),
mente, la mancanza di idee originali (o più semplicemente la per un investimento duraturo e non senza ricadute di lungo periomancanza di idee, tout court) sposata a quell’inestirpabile vec- do, e sarebbero state coinvolte nell’ideazione tutte le parti politichio armamentario politico per cui bisogna fare qualcosa comun- che così che quei ragazzi, alle prossime elezioni, se proprio avesque, e poco importa se abbia un senso o no: siccome la qualità sero voluto sentirsi in debito, avrebbero dovuto esserlo con tutti,
non è di questo mondo, preoccupiamaggioranza e minoranza, e, al
moci della quantità. Del resto, su
limite, avrebbero dovuto dividere i
cosa si baseranno le prossime eleloro voti fra tutti: sempre meglio
zioni se non su quest’ultima?
della prostituzione elettorale di
Ma c’è almeno qualche altro motioggi.
vo per cui questa iniziativa rischia
Un progettino come quello delibe[…]
di rivelarsi fallimentare (come altre
rato dal consiglio comunale risponIl bimbo, occhi di sonno ancora gonfi,
in passato).
de a queste esigenze? Proprio no.
succhia un resto di offesa dal piattino;
Ragazzi che hanno vissuto e vivoPiuttosto fa la cosa più semplice e,
io più non ho a chi tenere il broncio
no problemi di disadattamento non
allo stesso tempo, più dannosa.
e su ogni via da solo m’incammino.
hanno bisogno di un po’ di attenGarantisce ai ragazzi coinvolti
zione a termine. Casomai di un
qualche lira per tre mesi, senza
Ma non prenderò sonno come un pesce
costante e illimitato rapporto (di
curarsi affatto di cosa sarà di loro
nel deliquio avvolgente dei fondali,
lavoro, ma non soltanto) con gli
una volta passato quel lasso di temché ho troppo cara la libera scelta
altri. Devono sentirsi considerati,
po.
di tutte le mie pene e i miei travagli
aiutati in più modi. Devono vedersi
Fra tre mesi torneranno a vivere
offrire servizi, anche piccoli, che
senza quei pochi soldi e l’unica
Febbraio – 14 maggio 1932
gli facciano capire che possono
cosa che avranno guadagnato sarà
trascorrere le loro giornate facendo
stata la sensazione di essere stati
Osip Mandel’stam
qualcosa di più proficuo rispetto
parte di un progetto di illusione a
alle loro solite “attività”.
tempo determinato. Per 17.500 lire
Concretamente i consiglieri e gli
l’ora
satura
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AGORÀ 16 aprile 2000
ALLA SCOPERTA DELLA CASA DI RIPOSO PER ANZIANI COPERTINA
L’ISTITUTO LUIGI CALDERONIO E I SUOI CAMBI DI SEDE
Il paradiso
dimenticato
Tra le “icone” cittadine, quella della casa di riposo per anziani “Luigi Calderonio” è
senz’altro quella più enfatizzata. E, per molti aspetti, più dimenticata. In queste pagine vi
presentiamo un piccolo, suggestivo viaggio nel canuto mondo “du spiziu”
M
di Francesco Carrozza
OLTI NON SANNO COSA SIGNIFICHI L’ESPRESSIONE “GERONTIC BOOM”. TENTEREMO DI SPIEGARLO,
SENZA
TROPPE
PRETESE,
DICENDO
SEMPLICEMENTE
CHE
BENESSERE
SOCIO-
ECONOMICO DA UN LATO E MIGLIORI CONOSCENZE A VARIO LIVELLO NEL CAMPO DELLA MEDICINA DALL’ALTRO, HANNO – VOLENDO USARE UN TERMINE MECCANICISTICO – “ALLUNGATO”
quello che è il tempo della vita umana.
oggi aumenta, dunque, quella fetta di
popolazione che le convenzioni definiscono “terza età” – in maniera spesso discriminatoria – e che l’etica dovrebbe imporci di considerare piuttosto come qualcosa in più che l’ultima
falange del dito di una mano. Aumentano gli anziani, insomma, e la nostra
inevitabilmente diventa una società
“vecchia”, anagraficamente. La società del boom gerontologico, appunto.
Una società – è facile intuirlo – dove
deve crescere, parallelamente a questa
esplosione canuta e silenziosa, l’esigenza di collocare in una dimensione
più umana e meno estraniante tutti
questi “nonni”, e riuscire in questa
impresa diventa cosa non più da poco
quando pensiamo che tale processo di
integrazione deve tenere conto di due
esigenze spesso antitetiche: lasciare
immodificati i ritmi (frenetici) della
nostra società e rispettare i tempi, per
AGORÀ 16 aprile 2000
forza di cose un po’ più pacati, degli
anziani stessi. Per farla breve, appare
evidente quanto sia importante la figura di istituzioni particolari, di strutture
che siano in grado di affrontare in
modo pratico il problema “vecchiaia”
e che in passato si preferiva chiamare
“ospizi”. Oggi, nel tentativo di sfatare
quei luoghi comuni che le vedevano
un po’ come ibridi tra ospedali, carceri
e parcheggi, queste stesse strutture si
definiscono “case di riposo”, termine
assai più rassicurante e senz’altro più
protettivo.
Spesso si tratta di istituti gestiti dall’ente regionale, altre volte sono sostenuti da privati; aspetti diversi di un
fine unico.
Ad esempio, nel nostro caso – nel
caso di S. Lucia, cioè – l’istituto
“Luigi Calderonio” è una casa di riposo sovvenzionata dalla Regione, ed
esiste già dal 1933. Negli ultimi anni,
dalla precedente sede di via Garibaldi,
nell’ “Ospedale Regina Margherita”,
adiacente alla chiesetta di S. Francesco, dove ancora molti in paese idealmente lo ubicano quando fanno riferimento a esso, per via della fatiscenza
dei locali e per la necessità di abbattere le barriere architettoniche, in attesa
di ristrutturazione, è stato trasferito
qualche centinaio di metri più a valle,
sempre in via Garibaldi, nell’altrettanto datato edificio di palazzo Vasari,
giusto di fronte alla chiesa dell’Annunziata. Un trasloco, questo, definito
“temporaneo” al tempo in cui, già
dieci anni fa circa, fu attuato ma che,
come sovente accade là dove sussistono binomi del tipo gara d’appaltotrafile burocratiche, rischia di cronicizzarsi; soprattutto da quando, recentemente, i lavori che erano iniziati per
la ristrutturazione della sede originaria, sono stati sospesi e si è proceduti
con una nuova gara d’appalto. Stando
alle ultime notizie, tuttavia, proprio in
5
COPERTINA
questi giorni, questa pausa piuttosto
lunga sarebbe giunta al suo atto finale,
visto che la Regione ha finalmente
assegnato i lavori a una delle imprese
in gara.
Attualmente, comunque, loro, i 24
anziani che alloggiano presso l’istituto
Calderonio, molti dei quali forse neanche accortisi di questi contrattempi
amministrativi, vivono, più o meno
sereni, tra le mura di questa casa provvisoria che, a dirla tutta, offre loro
quella buona dose di accoglienza e di
calore che, in fondo, cercano prima di
tutto.
E
NTRANDO
NELLA
SEDE
attuale dell’istituto non si ha
la sensazione di trovarsi in un
albergo a quattro stelle, certo.
Ma è comunque confortante sentire
che non ci si trova neanche in un casermone dove dei poveri vecchietti, e
molti tra questi con menomazioni fisico-psichiche che gli rendono difficile
l’espletamento dei comuni atti del
vivere, vengono tenuti in attesa di
essere deportati in massa nella sede
primitiva di piazza S. Francesco. Ci si
sente un po’ come all’asilo – perché i
vecchi sono molto simili ai bambini,
secondo schemi mentali popolari – ma
si avverte una compostezza maggiore,
che somiglia solo da lontano alla austerità di un tempo dei collegi retti
dalle suore, per avvicinarsi, piuttosto,
assai di più al clima tipico da “gioco
del silenzio” che si respira nell’ultima
ora di scuola, alle elementari, prima di
andare a casa per il pranzo. E i
“vecchi”, dietro i loro occhiali spessi,
avvolti negli scialle, appoggiati al
bastone, con negli occhi i loro nipoti e
i loro figli e chissà quant’altro, stanno
là, seduti, nella grande sala soggiorno,
al primo piano del palazzo Vasari, e ti
guardano con serenità: sembrano dirti
benvenuto.
Quando
siamo
andati era
periodo
di carnevale,
e
questo
spiegava
i festoni e le mascherine che adornavano la grande sala; un pizzico di
Il paradiso
dimenticato
6
commozione e tenerezza nel visitatore
avrebbe potuto essere ampiamente
giustificato.
“Qui si cerca di festeggiare i vari avvenimenti dell’anno; è un modo per
distrarli e divertirli…”, ci spiega semplicemente la giovane direttrice, Rosaria Tarallo, che molto disponibilmente
ha risposto alle nostre domande circa
la vita del centro.
“Ci sono 24 anziani che alloggiano
presso di noi. Molti di loro, purtroppo,
sono invalidi e richiedono un’assistenza a 360 gradi; bisogna accudirli costantemente di giorni e di notte”, dice
la Tarallo, e aggiunge: “Qui da noi le
assistenti si alternano mattina, pomeriggio e notte, e sono tutte istruite dettagliatamente sulle cure che devono
essere prestate a ciascun vecchietto;
praticamente, alle ore stabilite dai loro
regimi terapeutici, vengono somministrate le medicine. Inoltre viene un
infermiere addetto per i prelievi di
sangue periodici, che vengono effettuati per il monitoraggio dello stato di
salute degli anziani”.
A proposito del personale, la direttrice
si esprime in termini entusiastici:
“Sono contenta di tutte le assistenti
che lavorano in questa casa di riposo,
perché, anche se può risultare difficile
immaginarlo, tutte quante loro vivono
questa esperienza lavorativa con estremo entusiasmo, sentendosi come parte
di una famiglia a tutti gli effetti. Mi è
capitato in più di un’occasione di vedere membri del personale rimanere
ben oltre il proprio orario di lavoro,
con l’interesse di completare una mansione che stavano svolgendo o semplicemente per stare più vicini agli anziani, ai quali tutti qua dentro ci sentiamo
affezionati e legati; vi confido che ho
trovato qualcuna delle donne del personale addolorate profondamente
quando, purtroppo, qualcuno dei nostri vecchietti è venuto a mancare…”.
Riguardo agli aspetti più pratici della
vita della casa di riposo, apprendiamo
che lo stesso rigore adottato nel cont r o l lo s q u is i t a me n t e me d i c o assistenziale degli anziani, è seguito
anche nel discorso del vitto e dell’alloggio. “Nel personale è inclusa anche
una cuoca, che sa perfettamente cosa
cucinare e non cucinare, a seconda
delle esigenze dietetiche, delle patolo-
gie o, più semplicemente, dei gusti
degli anziani; infatti, non tutti possono
inghiottire bene, pertanto, per questi
vecchietti, ci si basa prevalentemente
su una dieta più liquida che solida;
poi, ad altri non piace questa o quella
pietanza, e anche di ciò si tiene conto
nella preparazione delle vivande, cercando di accontentare le esigenze di
tutti. Per quanto riguarda, invece, il
discorso delle camere da letto, si è
cercato di separare, per quanto possibile, i soggetti che hanno problemi di
risvegli notturni, dagli altri in modo da
rendere più facile la convivenza degli
uni con gli altri”.
Alla domanda se vi sono dei particolari problemi nella gestione dell’istituto,
la direttrice risponde con un mezzo
sorriso, forse divertita dalla banalità
del quesito: “Certo, piccoli problemi
ce ne sono, è ovvio; come dicevo prima, molti dei nostri “ospiti” non sono
in grado di badare a se stessi; alcuni,
poi, sono stati ricoverati in precedenza
in istituti psichiatrici, e questo può
fare capire meglio quanto delicata sia
la questione, per certi aspetti. A ogni
modo, è stato sempre tutto sotto controllo, e anche quei piccoli problemi
legati, ad esempio, alle barriere architettoniche, sono praticamente assenti,
essendo l’unico ostacolo effettivamente presente in questo senso il gradino
che c’è per entrare nel bagno. A parte
questo, non c’è veramente nulla di
importante da segnalare”.
Ma come passano le loro giornate
questi nonnetti?
“La giornata – ci spiega la Tarallo –
inizia con la colazione, sempre differenziata in base a quei criteri cui facevo riferimento prima; poi si fa attività
ricreativa: piccoli lavoretti o passeggiate, per quelli ovviamente che possono deambulare; inoltre, la domenica
si celebra la messa. Le visite dei parenti, infine, sono possibili a tutte le
ore, senza particolari restrizioni…”.
Quanto appreso in questo colloquio
con la direttrice, dunque, ci dipinge
quello che è in realtà la “casa di riposo” per anziani a S. Lucia del Mela; “u
spiziu” – come qui da noi viene chiamato – è un termine che ci appare,
adesso, più incongruo e sgraziato. E
vecchio, per tutti.
AGORÀ 16 aprile 2000
DIARIO DI UNA CRISI POLITICA
NERVI A FIOR DI PELLE NELLA MINORANZA
Qui qualcuno rema contro
Altro che banco di prova per
l’amministrazione. Il dibattito in consiglio comunale sul
bilancio di previsione 2000
diventa una resa dei conti
all’interno dell’opposizione.
Colpa di un discorso letto in
aula. Senza che tutti lo
Conoscessero
di Filippo De Mariano
D
I
SOLITO,
QUANDO
IN
consiglio comunale si parla di
un bilancio di previsione, ci si
attende che l’opposizione
assuma l’iniziativa, muova le critiche più
circostanziate all’azione della giunta,
spieghi quali alternative propone. E negli
anni passati, pur con tutti i limiti del caso,
era stato fatto qualcosa del genere: dai
banchi della minoranza erano partite critiche, attacchi, accuse, anche vere e proprie
liti in qualche caso. Stavolta non è andata
così.
L’esame del bilancio di previsione 2000
sarà ricordato come il momento della
spaccatura (forse definitiva, ma è bene
non estremizzare) all’interno della minoranza. Con sindaco e consiglieri di maggioranza a fare da spettatori, lo sparuto
gruppo di consiglieri di minoranza presente in aula ha discusso di sé, ha litigato,
ha mostrato tutta in una volta all’opinione
pubblica (tradotto: ai quattro gatti che si
trovavano lì) le proprie difficoltà interne.
A inizio di seduta erano presenti tutti i
consiglieri di maggioranza, tranne D’Antoni, e soltanto due della minoranza, Bella
e Marchese. I dieci consiglieri hanno approvato rapidamente, senza nessun sussulto, i piani propedeutici al bilancio, fin
quando, passati alla discussione del bilancio di previsione vero e proprio, è arrivato
in aula il consigliere D’Amico, che si è
subito inserito nella discussione preannunciando la lettura di un intervento a
nome del suo gruppo. Tutto questo un
attimo dopo che il consigliere Bella aveva
dichiarato che con tutta probabilità quella
AGORÀ 16 aprile 2000
sera si sarebbe battuto ogni record di durata del consiglio.
L’intervento letto da D’Amico, che, oltre
a fare una puntata sulla questione del raddoppio dello stipendio del sindaco, riguardava il bilancio e lo criticava per l’eccessiva tassazione fatta gravare sui cittadini e
per altre questioni tecniche, è riuscito da
solo a ravvivare la seduta.
Il sindaco ha prima detto che si era appena toccato il momento di massimo squallore all’interno di quell’aula con un consigliere che aveva letto un documento che
nemmeno conosceva e che aveva scritto
qualcun altro. Dopo è passato alla questione dello stipendio dichiarando che
quanti lo criticano pensano che, mentre
un sindaco che sia lavoratore dipendente
può mettersi in aspettativa continuando a
percepire il suo stipendio, ricevere anche
quello di pubblico amministratore e raddoppiarselo, lui, che non è lavoratore dipendente dovrebbe solo guadagnare il
minimo previsto dalla legge, senza che
nulla conti il fatto che passi tutta la sua
giornata a fare il sindaco e a occuparsi
dell’ amministrazione del paese. Sulla
questione delle tasse, ha affermato che la
sua amministrazione in meno di due anni
ha recuperato l’evasione sulle aree fabbricabili e ha portato a termine gli accerta-
menti per gli anni ’94, ’95 e ’96, riconoscendo che c’era un aumento riguardo
all’addizionale Irpef, ma definendola una
scelta politica.
Dopo il sindaco, a tenere banco è stato
l’intervento del consigliere Bella che ha
espresso tutto il suo disappunto per quel
discorso letto da D’Amico. Bella ha affermato che né lui né il consigliere Marchese
sapevano nulla di quell’intervento, per
quanto fosse stato presentato a nome del
gruppo, e ha anzi ricordato che nei giorni
precedenti a quella seduta doveva svolgersi una riunione del raggruppamento
per decidere la linea da seguire in quella
seduta consiliare, ma questa non si era
svolta. Oltre a criticare il capogruppo,
assente, Bella si è lamentato anche per
l’atteggiamento di D’Amico, che, arrivando in aula, non ha ritenuto opportuno informare i suoi due colleghi di quell’intervento. Il consigliere ha poi affermato che
quella vicenda dimostra che non si può
più parlare dell’esistenza di un vero gruppo di minoranza. Anche D’Amico, prendendo la parola subito dopo per scusarsi
della sua leggerezza, si è detto d’accordo
sul fatto che un vero gruppo non esista
più e che sia necessario un chiarimento.
Subito dopo, il bilancio di previsione 2000
è stato approvato.
Sorrisi e festoni
TUTTO UN ALTRO IL CLIMA NELLA MAGGIORANZA
S
e nel gruppo di minoranza la convivenza tra i vari consiglieri sta diventando sempre più incerta, nel gruppo che sostiene l’amministrazione si respira un clima molto diverso. Ma la novità rilevante è che i contrasti non sono
svaniti solo all’interno del gruppo, ma anche nella coalizione. I tempi in cui
qualche alleato mostrava disappunto per il modo di procedere del sindaco
sono lontani. Ora si procede tutti d’amore e d’accordo, peraltro senza che
nulla sia cambiato nella percezione esterna dell’azione amministrativa. Evidentemente gli alleati hanno trovato privatamente un modo per procedere
assieme.
Ultimo kamikaze nella foresta degli scontenti resta il consigliere Giovanni
D’Antoni. Che però alla seduta di consiglio del 29 febbraio non era presenta,
quindi tutti hanno potuto rilassarsi e seguire gli ultimi sfilacciamenti del
gruppo di opposizione.
7
DIARIO DI UNA CRISI PRIMA DEL CHIARIMENTO
IL PERSONAGGIO
1969 nasce una nuova giunta Rizzo. L’opposizione, composta da dieci consiglieri
(la metà), presenta le dimissioni per fare
sciogliere il consiglio. Uno dei dieci, però, il giorno dopo ha un ripensamento. Va
alla commissione provinciale di controllo
(il Coreco di oggi) e ritira la firma dalle
dimissioni senza informare gli altri
“barricaderos”. I quali, venutolo a sapere,
per salvare capre e cavoli stracciano quelle dimissioni per non essere sostituiti. Chi
era il consigliere geloso della propria firma? Carmelo Bella.
Dopo le elezioni del ’70 Bella, rientrato
Ci fu un tempo in cui Carmelo Bella e Lino Calderone si
nel frattempo nel partito socialista
amarono. ma che sarebbe durata poco lo sapeva la filosofia. (ridiventato Psi, dopo la fine dei governi
di centro-sinistra), fa l’assessore in una
giunta social-comunista, ma solo fino al
E pure Shakespeare
’72, quando si dimette. L’anno dopo vi
rientra. Stavolta però l’amministrazione è
di Filippo De Mariano
composta da socialisti e democristiani. Dal novembre 1976 al
’78 sta all’opposizione. Il 28 settembre di quell’anno diventa
assessore di una giunta Pci-Psi. Resta allineato e coperto. Il 16
REMESSA FILOSOFICA. PASCAL: “L’UOMO È COME
una canna, la più fragile della natura; ma una canna pen- gennaio 1982 nasce una giunta Dc-Psi: Bella è anche questa volsante. Non è necessario che l’intero universo si mobiliti ta assessore. Cambiano i sindaci (Burrascano, Di Pietro), ma lui
per distruggerlo; un vapore, una goccia d’acqua è suffi- resta al suo posto. La dignità del pensiero.
ciente per ucciderlo. Ma quand’anche l’universo lo distruggesse 5 gennaio 1984: il compromesso storico sbarca in ritardo a S.
l’uomo sarebbe assai più nobile di chi lo distrugge perché l’uo- Lucia. Nasce una giunta Dc-Pci, sindaco La Camera. Bella si
mo è cosciente di morire ed è consapevole della superiorità ritrova all’opposizione. Nel 1985, poco prima delle elezioni si
(fisica) che l’universo ha su di lui mentre l’universo non ne sa forma una giunta che comprende i rappresentanti di tutti i partiti
niente”.
(tre, non pensate numeri esagerati). C’è Bella? C’è, eccome se
La canna che qui ammiriamo sapeva che l’universo gli era supe- c’è. È uno dei due rappresentanti del Psi.
riore, ma seppe fare prevalere benissimo la “dignità del pensie- Non chiedeteci perché ma alle elezioni del 12 e 13 maggio 1985
ro”, del suo pensiero, che era canna esso stesso. Ci riuscì negli il suo nome figura nella lista del Pci (da “indipendente”: la dignianni Sessanta, nei Settanta, negli Ottanta e nei Novanta. In sae- tà del pensiero, appunto). Dopo il voto nasce una nuova giunta
cula saeculorum.
La Camera con democristiani e comunisti. Carmelo Bella è assessore alla polizia urbana. Il 6 maggio 1989 l’amministrazione
NOTIZIA POLITICA. Clamorosamente Carmelo Bella può laLa Camera cade. Giuseppe Trifirò guida una giunta Dc-Psi, Belsciare Lino Calderone senza apparire un voltagabbana. L’ex sin- la si ritrova all’opposizione. Scopre in quel momento che tutte
daco ne ha combinata una che potrà fare apparire coerenti le quelle bandiere rosse, quelle falci, quei martelli, quelle dittature
prossime scelte del suo mutevole ex vice. Un portento.
del proletariato sono “feticci anacronistici”. Magari non dice
In più di trent’anni Carmelo Bella ha cambiato tanti partiti, lo ha proprio così, ma lo pensa (e questo conta: la dignità del pensiedetto anche lui nell’ultima campagna elettorale. E ha pure spie- ro). Quindi? Quindi: il muro di Berlino è ruzzolato giù e Bella ha
gato il perché. Senza essere molto convincente, ma l’ha spiegato: preferito scansarsi. Se ne va nella Dc.
ha sempre difeso la sua coerenza, quando gli altri non facevano Diciamoci la verità, il momento veramente importante nella biopiù quello che a lui sembrava giusto li abbandonava al loro desti- grafia politica di Carmelo Bella è proprio questo. Dopo anni di
no. Come dire: io sono sempre rimasto uguale a me stesso, sono inquieto peregrinare, di dubbi laceranti, di esistenzialismo sargli altri che cambiano in continuazione. Altro che canne, gli uo- triano, in quello scudo crociato su sfondo azzurro (mi pare, o
mini (loro) sono bandiere. Anzi, bandierine che sventolano un bianco) che qualche volta magari aveva pure osservato, ma quasi
pensiero senza dignità.
con noncuranza, ora trova le risposte ai suoi interrogativi. Lì c’è
gente che agisce e pensa (soprattutto: la dignità del pensiero)
EXCURSUS STORICO. I primi passi in politica di Carmelo Bella
come lui. Lì gli fanno leggere un filosofo greco e Bella va in
sono più di lotta che di governo. Nel 1964 c’è un’ amministra- sollucchero quando scopre che quel tipo dal nome strano, vissuto
zione di sinistra, ma lui lascia il partito socialista (allora unitario, 25 secoli prima di lui pensava come lui.
Psu) con una motivazione nobile e di alto respiro. Non condivi- Bella legge e gli viene da bestemmiare per la contentezza:
deva i metodi del partito “a livello locale e a livello nazionale”. “Congiungimenti: intero e non intero, concorde e discorde, arDue crisi e due amministrazioni dopo, però, Bella comincia a monico disarmonico e da tutte le cose l’uno e dall’uno tutte le
nicchiare. La lotta è meno interessante del governo. Il 16 gennaio cose”. “Ciò che è freddo si riscalda, ciò che è caldo si raffredda,
La distruzione
di un amore
P
8
AGORÀ 16 aprile 2000
PRIMA DEL CHIARIMENTO DIARIO DI UNA CRISI
l’umido secca, l’asciutto si inumidisce”. “La salita e la discesa
sono una e identica cosa”. “Nello stesso fiume due volte entria-
to accanto a tanti “nuovi”: non ci crederete ma a stare tra quella
compagnia di giro si fa due scatole così. Nel frattempo incrocia
un paio di volte per strada tale Lino
Calderone. Osservandolo, così corpulento, gli viene alla mente uno
dei pensieri di Pascal, che fa così:
“La grandezza dell’uomo è così
evidente che si deduce perfino dalla
sua miseria. Perché ciò che è naturale per gli animali, è miserevole
per l’uomo: da ciò deduciamo che
la sua natura essendo attualmente
simile a quella degli animali è decaduta da una condizione più elevata
che un tempo gli era propria”. Bella
riflette: bisogna riportare questi
uomini alla condizione più elevata
di un tempo. E conclude: il mio pensiero
mo e non entriamo,
(la dignità del mio pensiero) può riuscirsiamo e non siamo”.
ci. Gli serve qualcuno da cui cominciare.
“L’opposto in accorLo trova: Lino Calderone. Se a giugno
do, e dei discordi
sarà eletto sindaco, gli farà da vice e da
bellissima armonia”.
assessore per guidarlo in questo processo
…e dei discordi beldi ascesa. Un po’ come Seneca con Nelissima armonia…
rone. A convincerlo a imbarcarsi in queBella è un altro. Passta avventura è una canzone. Sembra
sa serate a leggere
strano ma è così. Uno che ha sempre
PANTHEON. Dall’alto in senso orario,
quei frammenti. I
cercato la verità tra Pascal e Eraclito,
William Shakespeare, Seneca, Ivano
suoi colleghi Dc
può imparare qualcosa anche da IvaFossati, Blaise Pascal e Giulio Cesare
capiscono che quelno Fossati. Una sera sente questa
l’uomo ha dignità
canzone: “La costruzione di un amore spezza le vene delle mani,/
(un giorno lui spiegherà che in realtà è il suo pensiero ad averla: mescola il sangue col sudore, se te ne rimane. La costruzione di
i democristiani non è che capiscano tutto. Certe cose sì, e anche un amore non ripaga del dolore,/ è come un altare di sabbia in
bene, ma su qualche altra hanno difficoltà) e merita una riva al mare. La costruzione del mio amore, mio, piace guardarla
“dignitas”, una carica (nella Dc apprezzano la filosofia, ma pure salire/ come un grattacielo di cento piani, come un girasole […]
la matematica non dispiace).
E a ogni piano c’è un sorriso per ogni inverno da passare,/ a ogni
Primo giugno 1990: nasce una giunta Dc-Psi, sindaco Trifirò. piano un paradiso da consumare,/ e dietro la porta un po’ d’amoTra gli assessori spicca lui, Carmelo Bella. Le deleghe? Aprite re/ per quanto non ci sarà tempo di fare l’amore,/ per quando
bene le orecchie: servizi demografici, bilancio e programmazio- farai portare via la mia sola fotografia./ E intanto guardo questo
ne (bi-lan-cio-e-pro-gram-ma-zio-ne), tributi, commercio e per- amore che si fa più vicino al cielo,/ come se dopo tanto amore
sonale.
bastasse ancora il cielo …”.
Nel ’92 la filosofia comincia a passare di moda. In televisione
vanno dicendo che sono crollate le ideologie, che non ci sono più IL PRESENTE VISTO DAL FUTURO. La costruzione di quell’ai valori. La conseguenza è che il sapere filosofico di Bella si sva- more fu faticosa, ma venne bene. Tutto filava liscio. Bella guidaluta e nel monocolore Dc che nasce il 21 luglio 1992 lui natural- va Calderone restandosene in un angolo, facendogli credere di
mente c’è, ma si occupa solo di polizia urbana e servizi demo- essere il solo capo. Del resto conosceva bene Pascal: “E’ pericoloso far veder troppo all’uomo come è uguale alle bestie senza
grafici. “Carmina non dant panem”.
Quando cade quella giunta, all’inizio del ’93, Bella tenta di for- mostrargli la sua grandezza”. Poi, però, vennero le elezioni del
marne un’altra con dentro democristiani, socialisti, comunisti. maggio 1998. Allora le cose non filarono lisce. Da quel momenMa il terreno non è maturo: hai voglia a spiegare a quei caproni to tutto si trascinò stancamente. Bella non si fidava più. Leggeva
“L’opposto in accordo, e dei discordi bellissima armonia”. Fini- Shakespeare. Non era la dignità del pensiero a interessarlo ormai,
sce male. Finisce che nasce una giunta Psi-Pci. Bella sta all’op- piuttosto si interrogava inquieto sulle azioni degli uomini e sulla
posizione. Alle elezioni del gennaio 1994 l’aggettivo più usato è loro malvagità. Alla fine del febbraio 2000 stava leggendo il
“nuovo”, ma volete che uno studioso di Eraclito e che, comun- “Giulio Cesare”. E in quella lettura riviveva il continuo alternarsi
que, porta con sé dalla nascita i Pensieri di Pascal si faccia infi- di umori che lo attanagliava da un po’ di tempo. Una stessa paginocchiare da una così stupidina discriminazione lessicale? Bella na riusciva a rassicurarlo e contemporaneamente ad angosciarlo:
è candidato e pure nella lista più forte, quella di La Camera. Do- “Disponete che intorno a me abbia uomini ben nutriti, con la
po succede quel che succede, Bella è consigliere comunale, sedu- testa liscia… Quel Cassio ha un aspetto macilento e famelico…
AGORÀ 16 aprile 2000
9
DIARIO DI UNA CRISI PRIMA DEL CHIARIMENTO
Vorrei che fosse più pingue! Ma non lo temo: tuttavia se il mio
nome fosse preda della paura, non so chi eviterei più di questo
sparuto Cassio. Legge molto, è un grande osservatore, e scruta in
profondità le azioni umane. Diversamente da te, Antonio, egli
non ama gli svaghi; non ascolta la musica. Sorride raramente, e
lo fa in tal guisa come se irridesse se stesso e schernisse il proprio spirito per essersi lasciato indurre a sorridere di alcunché.
Uomini di tal sorta non hanno mai l’animo sereno quando vedono qualcuno più grande di loro, e perciò sono molto pericolosi”.
La sera del 29 febbraio Carmelo Bella si presentò in consiglio
comunale. Del suo gruppo trovò solo Stefano Marchese. Gli venne in mente che a Cesare tanti avevano consigliato di non andare
in Campidoglio il giorno in cui fu ucciso, ma lui alla fine non si
era sottratto. Dopo un po’ arrivò Lorenzo D’Amico. Si stava
parlando del bilancio, Bella si era un po’ tranquillizzato, aveva
trovato anche la forza di fare qualche battuta. Il dibattito sul bilancio stava scorrendo senza intoppi e lui si sbilanciò (il gioco di
parole non è un granché, comunque accontentatevi): “Stasera
batteremo ogni record”. Di durata, intendeva. “Forse no”. La
frase lo gelò, anche perché venne da D’Amico che stava dispiegando un lungo foglio scritto al computer. Bella ripensò subito al
“Giulio Cesare”, a una frase di Cassio: “Questa notte, getterò alle
sue finestre scritti di mani diverse come se provenissero da diversi cittadini, tutti intesi a confermare la grande considerazione
che Roma ha del suo nome, e in cui ambiguamente si adombra l’
ambizione di Cesare. E poi, che Cesare si tenga saldo sul suo
scanno, poiché lo scuoteremo, o andremo incontro a tempi peggiori”.
I tempi peggiori erano arrivati per lui, forse. Mentre D’Amico
leggeva “verba magistri” (“scritti di mani diverse”), Bella si alzò, lasciò i banchi del consiglio e andò a prendere posto in un
angolo. Prima di sedersi, però, fece una cosa che non vide nessuno e che non confessò mai a nessuno. Andò a guardare dietro la
porta e vide che amore di scorta non ne era rimasto. Capì. Tornò
al suo posto di consigliere, spiegò il suo disappunto e la sua amarezza, ma lo fece senza urlare, piuttosto con la saggezza dello
stoico. Per quell’intervento cercò ancora una volta ispirazione
nelle parole del suo “magister”, Pascal (non in quello di D’Amico, che si chiamava Pasqual): “La grandezza dell’uomo è nel
fatto che egli si riconosce miserabile. Un albero non si riconosce
miserabile. Significa dunque esser miserabili conoscersi come
miserabili ma significa essere grandi conoscersi come miserabili”.
Finita la seduta, lasciò l’aula senza parlare con nessuno. Tornò a
casa. Qui riprese quel maledetto disco ascoltato nel 1994 e si
mise a riascoltarlo. Stavolta fece molta attenzione alle ultime
parole della canzone: “e tutto ciò mi meraviglia/ tanto che se
finisse adesso,/ lo so, io chiederei che mi crollasse addosso, sì”.
Lui forse non lo sa, ma a Seneca, con Nerone, finì allo stesso
modo.
Un capannello di persone, intanto, era rimasto nell’aula consiliare a ripensare alle parole di Bella e al destino che gli era capitato.
E a qualcuno venne spontaneo dire: “Ma perché da ragazzo non
leggeva Kierkegaard?”. Già perché?
“Amico mio! Quello che ti ho già detto tante volte, te lo ripeto,
anzi te lo grido: o questo, o quello, aut-aut!”.
I MOTIVI DEL CONTRASTO
Benvenuti nel gruppo che non c’è più
“Può darsi che a Bella l’opposizione stia stretta…” sibila Lorenzo D’Amico. Ma che futuro
avrà il gruppo che dovrebbe fare le pulci all’amministrazione? Lo deciderà una riunione
interna. Nella quale più che di pulci si parlerà di rospi. Da sputare
E’
STATO INVOLONTARIAMEN-
te la causa dell’ arrabbiatura
di Carmelo Bella in consiglio
comunale. Lorenzo D’Amico
riconosce di avere commesso una leggerezza leggendo quel documento senza
preavvertire i suoi colleghi, ma non rinuncia a difendere la posizione ufficiale
(sempre che così si possa chiamare) del
gruppo. “Effettivamente altre volte in
passato Bella aveva mostrato di non essere sulle nostre stesse posizioni – dichiara
D’Amico - ma non era mai stato un dissenso integrale: aveva riguardato singole
10
questioni o addirittura aspetti particolari
di un problema. Stavolta la cosa è diversa.
Può darsi che ormai l’opposizione gli stia
stretta”.
Per il futuro D’Amico si augura che una
maggiore chiarezza regoli i rapporti all’interno del gruppo di minoranza. “In
una prossima riunione ognuno di noi chiarirà la propria posizione e si deciderà eventualmente anche se bisogna proseguire
assieme o se ognuno dovrà prendere strade proprie. Quello che è certo è che non si
potrà continuare così”.
Insomma cresce il numero dei consiglieri
di minoranza che rivendicano autonomia.
E per conoscere la sorte di quello che
doveva essere un battagliero gruppo politico nettamente contrapposto all’amministrazione comunale, pronto anche a ricorrere ai metodi più duri, bisognerà attendere l’esito della resa dei conti interna.
Quella in cui si fronteggeranno l’anima
amante della guerriglia (Calderone e probabilmente Ragusa), quella più paciosa
(Bella soprattutto, ma anche Marchese) e
quella più difficilmente definibile
(D’Amico e Amalfi).
AGORÀ 16 aprile 2000
IL CHIARIMENTO DIARIO DI UNA CRISI
GRUPPO CONSILIARE “GLI IDEALI DEL CENTRO E DELLA SINISTRA AL SERVIZIO DELLA CITTÀ”
Le prossime iniziative della minoranza
contro la (dis)amministrazione
Il chiarimento all’interno del gruppo
consiliare di minoranza ha prodotto il
seguente manifesto, che chiude la crisi
aperta dal dibattito in consiglio sul
bilancio di previsione 2000, riavvia le
iniziative del gruppo e conferma la
fiducia degli altri cinque consiglieri al
capogruppo Calderone.
Naturalmente quello che leggerete di
seguito svuota di significato gran
parte di quello che abbiamo
pubblicato nelle pagine con
l’intestazione “Diario di una crisi/
prima del chiarimento”. E’ la politica.
Per commenti e reazioni vi
rimandiamo al prossimo numero
Q
tuale amministrazione che, invece di affrontare i gravi problemi che travagliano
la comunità, si dedica all’aumento delle
tasse comunali, allo spreco delle risorse,
al nepotismo sfrenato, a creare disservizi
ed a disattendere i propri doveri.
In tale ottica si conviene sulla opportunità
di:
a) proporre ricorso avverso alla delibera
relativa al bilancio di previsione esercizio 2000 per diversi motivi, tra cui:
a.1 – errata determinazione del costo
del servizio asilo nido. A compensazione hanno aumentato, arbitrariamente, la retta alle 80 famiglie che
usufruiscono del servizio refezione;
a.2 – errata determinazione del costo
del servizio raccolta rifiuti per l’inserimento di due operatori ecologici in
più rispetto al reale ed iscrizione arbitraria di 38 milioni in più nel capitolo
di bilancio. Senza tali contraffazioni
sarebbe stato possibile riassorbire
l’aumento del 33,33 per cento già
imposto sulle tariffe nel 1999;
a.3 – mancata predisposizione del
documento relativo alla determinazione dello stato di salute economicofinanziaria del Comune;
a.4 – ingiustificato raddoppio dell’indennità di carica del sindaco stante che lo stesso non si trova né nella
condizione di lavoratore dipendente
in aspettativa senza retribuzione, né
in quella di lavoratore non dipendente;
uesto gruppo consiliare si è
riunito per esaminare la situazione politico amministrativa
locale alla luce degli ultimi
episodi che potrebbero aver dato l’impressione, nell’opinione pubblica, di una
frattura all’interno del gruppo stesso.
Con la fattiva partecipazione di tutti i
componenti, sono stato sviscerati i vari
problemi convenendo, dopo ampio e sereno dibattito, che si è trattato solo di diversificazioni di pensiero su alcuni problemi,
sfociati maldestramente all’esterno prima
di un confronto interno solo per le difficoltà di comunicazione dovute ai vari
impegni di lavoro dei singoli consiglieri.
Vengono valutati, al contempo, gli ultimi
“regali” fatti dall’attuale (dis) amministrazione alla cittadinanza, nonché la autosospensione, posta in essere
di fatto da circa otto mesi, di
ogni valutazione sugli atti
della giunta per l’eventuale
richiesta di controllo di legit⇒ aumento delle tasse comunali;
timità.
⇒ spreco delle risorse;
Alla luce di ciò, i sottoscritti
⇒ nepotismo sfrenato
consiglieri,
all’unanimità,
⇒ creazione di disservizi
convengono di:
RICONFERMARE il ruolo del
⇒ smantellamento dell’Ufficio Tributi
gruppo, impegnato a porre in
⇒ trasferimento di alcuni uffici senza avere
essere tutto quanto è nelle
informato i cittadini
proprie competenze per limi⇒ chiusura al sabato dell’Ufficio Anagrafe
tare i danni prodotti dall’at-
Le accuse alla giunta
AGORÀ 16 aprile 2000
b) richiedere all’Onorevole Assessorato
Regionale Enti Locali la rimozione
degli Organi Comunali per violazione
degli articoli 17, comma 8, e 36, comma 4, del decreto legislativo n. 77/95,
per non aver provveduto ad assestare
il bilancio dell’esercizio 1999 entro il
termine del 30 novembre (l’atto adottato l’1/12/99 è stato annullato su nostro ricorso) e per l’omessa presentazione, da parte del sindaco, della relazione relativa al terzo semestre, maggio-ottobre 1999;
c) riprendere la valutazione delle delibere di giunta per richiedere l’eventuale
controllo preventivo di legittimità,
auto-sospesa di fatto da circa otto mesi;
d) denunciare che questa amministrazione ha, tra l’altro:
-aumentato tutte le tasse comunali
istituendo anche l’addizionale Irpef al
massimo consentito;
-smantellato l’Ufficio Tributi con
conseguenti affidamenti di servizi a
ditte esterne;
-perso due impiegate passate allo
Stato perché “trasferite” alle scuole;
-realizzato grandi sprechi delle risorse comunali;
-trasferito alcuni uffici senza dare
idonea preventiva informazione ai
cittadini (tra cui il Comando Vigili
abbandonando il centro della città
dopo che in precedenza era stato già
eliminato il servizio nelle mattinate
dei giorni festivi);
-chiuso l’Ufficio Anagrafe il sabato.
RICONFERMARE al collega Calderone
piena fiducia nel ruolo di capogruppo
consiliare.
I consiglieri
Pietro Amalfi,
Carmelo Bella,
Pasquale Calderone,
Lorenzo D’Amico,
Stefano Marchese,
Angelo Ragusa
11
Block notes
fatti e personaggi
CONSIGLIO COMUNALE
Ampliato il mercato
N
ella seduta del 29 febbraio, il consiglio
comunale ha approvato il bilancio di
previsione 2000 modificandolo con un emendamento proposto dal gruppo di maggioranza
in base al quale viene previsto un capitolo
per finanziare un servizio di bus navetta che
colleghi la parte alta del paese al capolinea
degli autobus per alleviare i disagi che si
stanno verificando da alcuni mesi.
Il consigliere Lorenzo D’Amico, prima che
scoppiasse la polemica sull’intervento scritto
che i suoi colleghi di gruppo presenti in aula
non conoscevano, ha chiesto il rinvio della
seduta per consentire al suo gruppo di presentare propri emendamenti. La proposta è
stata respinta con la motivazione che i due
AMBIENTE
Le caramelle
della befana a D’Antoni
C
apiamo bene che la notizia è stagionata,
ma ci sembra giusto riconoscere il dovuto a chi cerca di impegnarsi in qualche
modo.
L’iniziativa di Legambiente che ogni anno,
in occasione della festa della befana,
consegna delle simboliche calze di
dolci o di carbone a quegli amministratori e politici che hanno promosso iniziative di difesa dell’ambiente
oppure lo hanno danneggiato, per il
Duemila ha interessato anche un consigliere comunale di S. Lucia del
Mela. Giovanni D’Antoni, infatti,
ha ricevuto la calza di dolci insieme
ad altri personaggi della politica e
della società provinciali.
A D’Antoni è stato riconosciuto il
titolo di “buono” con la seguente
motivazione: “Avendo avuto notizia
che in quel di S. Lucia del Mela vive
e opera un solerte consigliere comu12
gruppi avevano avuto concesso il tempo previsto dalla legge per studiare il bilancio e per
preparare eventuali emendamenti.
Il consiglio ha poi deciso l’ampliamento del
mercato settimanale, che si svolge nel parcheggio a fianco dell’asilo nido. D’ora in poi,
gli espositori avranno a disposizione altri
quattro stalli, che passano così da 29 a 33. In
realtà, la decisione del consiglio ratifica
quanto già avveniva di fatto.
L’assemblea ha anche approvato il regolamento comunale per barbieri e parrucchieri e
ha riconosciuto un debito fuori bilancio, oltre
a concedere all’amministrazione l’esercizio
provvisorio fino al 30 aprile.
nale che risponde al nome di Giovanni D’Antoni (inutile chiamarlo con un altro nome
perché non risponde!), avendo appreso che
negli ultimi tempi si è particolarmente distinto per avere richiamato l’attenzione degli
organi preposti per la tutela della valle del
Mela prima che questa diventi un semplice
torsolo, avendo avuto anche notizia della sua
partecipazione al corso di protezione civile
organizzato dalla Legambiente di Messina a
Rometta a ulteriore testimonianza
del suo attivo
impegno per le
tematiche
ambientali, la Befana degli amministratori,
nella
speranza
che
mantenga vivo il
suo impegno per
l’ambiente anche
per il nuovo millennio, gli attribuisce il titolo di
buono”.
La pagellina
Carmelo Bella 6. E’ stata solo
una questione di tempo, ma
alla fine ha preso le distanze
dal suo gruppo, se possibile
nel modo più eclatante. Comunque più producente. I
fatti si sono svolti in modo
tale da farlo sembrare la vittima di un torto ingiusto. E’
anche vero, però, che nella
sempre disprezzabile pratica
del salto della quaglia, lui ha
qualità che in altri non si trovano. Sa gestirsi bene. E’ uno
di quegli studenti che con
un’interrogazione alla fine
dell’anno riesce a strappare la
sufficienza che risolve tutto.
Ad maiora.
Lino Calderone 6. Ecco un’altra sufficienza, determinata,
però, più da stupore che altro. E’ riuscito a fare sembrare coerente Carmelo Bella che
lascia il suo gruppo. Praticamente un’impresa titanica.
Che merita un riconoscimento, anche se dovrebbe capire
una buona volta che la politica non si fa leopardianamente, chiudendosi in una stanza
a imprecare contro la natura
matrigna e scrivendo pagine
che gli altri leggeranno solo
alla fine. A quel punto nascono discussioni deleterie.
Niente a che spartire con le
elucubrazioni sul pessimismo
storico e su quello cosmico.
Lorenzo D’Amico 3. Dovrebbe cercare di avere un po’ più
di rispetto per se stesso e
non farsi mettere in mezzo
da due che fanno a gara a chi
è più machiavellico (con tutto
il rispetto per Machiavelli).
AGORÀ 16 aprile 2000
Block notes
NEVER ENDING WORKS/1
Senza amministratori provinciali tanto
proiettati verso il futuro, certe immagini
ce le sogneremmo.
Una sterpaglia
al giorno
C’
era qualcosa di delizioso nell’ osservare, nelle scorse settimane, gli
operai della Provincia che ripulivano dalle sterpaglie i bordi della strada che collega S. Filippo a S. Lucia.
Due operai che impiegavano l’intera giornata a liberare dalla vegetazione invadente i canali di scolo laterali al manto stradale, ma lo facevano con calma, con una
leggerezza che non aveva niente a che
vedere con quella di Calvino, ma che comunque dava un’impressione di poesia.
NEVER ENDING WORKS/2
Eppur qualcosa
si muove
A
gli osservatori più allucinati non sarà
sfuggito che a metà febbraio, nel
parcheggio vicino all’asilo nido, sono
stati posati i pannelli che dovranno coprire la palestra della scuola elementare.
Così come avranno notato che, tempo un
paio di giorni, quei pannelli sono stati
sollevati e poggiati sul muro che costeggia il parcheggio. L’opera di più ingegnosa architettura mai concepita dall’uomo
(solo così si spiegano certi tempi biblici)
sembra quindi essere più vicina al suo
parziale incompletamento.
E’ anche vero che dalla seconda metà di
febbraio in poi, tra parcheggio e palestra
non è successo quasi più nulla.
Negli ultimi giorni di marzo, invece, è
iniziata l’installazione sulla struttura portante in metallo dei pannelli che copriranno la palestra. In questi ultimi giorni i
lavori stanno procedendo abbastanza regolarmente. Coraggio.
UN INCONTRO SULLO STERMINIO DEGLI EBREI
Per non dimenticare
I
l 28 e 29 febbraio si è svolto il seminario di storia ebraica previsto dal concorso premio “incentivo ricerca storica” voluto
dall’assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura per riscoprire
l’incidenza, sul tessuto sociale della città di S. Lucia del mela,
della comunità giudaica, la quale nel 1415 rappresentava il sei
per cento della popolazione, con 30 fuochi, 180 anime e una moschita/sinagoga. Ciò ha determinato la partecipazione del comune alla fondazione della “Charta delle Judeche”.
Il professore Titta Lo Jacono, presidente dell’Istituto internazionale di cultura ebraica Slm, ha focalizzato l’attenzione dell’uditorio adeguandovi il fluire della parola come scienza e testimonianza viva di un vissuto di verità storica e concettuale. “Siate
orgogliosi d’essere siciliani perché la nostra terra è ospitale e
tollerante e ha avuto il pregio di far convivere in se, al crocevia
del Mediterraneo, le culture normanna, araba e delle grandi religioni monoteistiche”. L’insegnante Libero Rappazzo, in un
MAFIA
Buonanima
L
unedì 20 marzo, pima pagina de “la
Repubblica”. Come su tutti gli altri
giornali, campeggia un titolo sugli arresti
di due magistrati a Messina. Subito sotto
un commento di Giorgio Bocca. Titolo:
“Muri di gomma e colpi di spugna”. Ricostruendo l’antefatto della vicenda, il giorAGORÀ 16 aprile 2000
suo intervento, ha definito memorabili queste due giornate il cui
il sindaco Santino Pandolfo, l’assessore Lidia Vella e il professore Lo Jacono, che è anche presidente della federazione di 50
comuni siciliani che ospitarono comunità ebraiche – la “Charta
delle Judeche”, appunto – hanno incontrato e parlato singolarmente con la nostra popolazione scolastica perché non dimentichi Auschwitz che grida dalla terra per l’Olocausto e gli efferati
crimini perpetrati nel nome dell’intolleranza, del razzismo xenofobo; perché veda nell’altro da se un fratello – anche se ha la
pelle più scura e parla un’altra lingua.
Presso la biblioteca comunale sono a disposizione dei ricercatori
interessati alla prima sezione del concorso, “Presenza giudaica in
S. Lucia del Mela”, una serie di libri sulla storia degli ebrei e un
estratto dei Codici Lagumina per ciò che riguarda S. Lucia.
((Mimmo Cirino)
nalista scrive: “Una storia al momento
non ricostruibile con chiarezza ma con
personaggi da inferno mafioso. C’è un
pluriassassino pentito, Giuseppe Chiofalo, cui, secondo l’ accusa, sarebbe stata
concessa un’ eccessiva libertà di movimento. Capo di una cosca di Terme Vigliatore, sterminò i boss della vecchia
guardia (…) Finito in carcere nell’88 subì
le vendette dei suoi rivali mafiosi che gli
uccisero un figlio e nel ’92 l’avvocato di
fiducia Pietro Di Benedetto”.
Come è ovvio, Bocca ha commesso due
errori. Uno, marginale, relativo al nome
dell’avvocato di Chiofalo, che era Benedetto Di Pietro. L’altro, sostanziale,
consiste nel non avere fatto precedere
quel nome dall’appellativo “buonanima”,
come molti fanno ancora oggi a S. Lucia.
Nessuno è perfetto. Nemmeno Giorgio
Bocca.
13
ATTUALITÀ
DECORO URBANO
Quel muro e quel roveto
Da tempo nella via Cesare Battisti un parapetto e una siepe di rovi offrono una pessima immagine ai turisti e ai cittadini. Quando si rimedierà?
di Giuseppe Spadaro
I
arteria stradale con pericolo per i pedoni.
Lo stesso parapetto è anche sormontato da
una fitta e rigogliosa siepe di rovi che
certamente non danno decoro alla città e
soprattutto, l’uno e l’altra, non offrono
una buona immagine ai forestieri e ai turi-
sti che vengono a visitare la nostra cittadina.
A quando l’eliminazione dell’ inconveniente?
Sul numero scorso abbiamo
pubblicato in un riquadro la copia
ridotta di un testo fattoci
recapitare dall’associazione Padre
Parisi. Siccome i componenti di
quell’associazione si sono sentiti
danneggiati da quella scelta di
impaginazione, qui di seguito
pubblichiamo per intero il testo
contenuto nelle due pagine che
erano state inquadrate nel box
titolato “L’attività di un anno”
tesimo
anniversario
del
quadro
“L’Annunciazione” del 1599. Relatore la
dottoressa Alessandra Migliorato, storico
d’arte ed esperta della provincia regionale
di Messina.
NOVEMBRE. Seconda edizione di “San
Martino, la festa del vino”.
DICEMBRE. Natale insieme con il “Trio
Doc”. Contributo economico per realizzazione calendario Duemila, club Juventus
Gaetano Scirea. Ristampa di diecimila
opuscoli illustrativi, a colori, della città di
S. Lucia del Mela. Collocazione di piantine e stelle di natale nei vasi e aiuole disponibili nella città.
Progetto in collaborazione con la scuola
media “P. Galluppi” per fare conoscere il
patrimonio culturale esistente nella nostra
città, con visite guidate degli alunni.
la signora Condorelli.
NOVEMBRE. Gruppo Cine Foto Galatea
di Acireale.
DICEMBRE. Istituto magistrale “R. Elena” di Acireale.
l parapetto sulla scarpata tra i civici
68/70 della via Cesare Battisti, per un
tratto di circa otto metri, da lungo
tempo è completamente inclinato
sul marciapiede destro della centralissima
ASSOCIAZIONE P. PARISI
Attività svolta
nell’anno 1999
Visite guidate della città
FEBBRAIO. Sfilata di carnevale in colla-
borazione con l’associazione di volontariato “Finestra sul mondo”.
MARZO. Convegno in collaborazione con
l’Avis di Milazzo: “L’importanza di donare il sangue”. Contributo economico a
una famiglia luciese per problemi di salute.
MAGGIO. In collaborazione con la trattoria “La Pergola” e con l’azienda agricola
“Parra”, presentazione di “S. Lucia del
Mela, città d’arte”, arte cultura e cucina.
Giornate organizzate alla riscoperta di
antichi sapori e tradizioni.
AGOSTO. Proiezione diapositive sulla
città di S. Lucia del Mela “Immagini”,
presso la piazza Bando. Presso la Chiesa
Annunziata, convegno sul tema “L’opera
del Biondo”, in occasione del quattrocen14
GENNAIO. Archeo club di Catania; Centro alpino italiano di Catania (visita in
montagna).
FEBBRAIO. Scuola media “Don Orione”
di Messina.
MARZO. Gruppo organizzato dalla signora Condorelli di Catania; due visite della
scuola media “Don L. Milani” di Paternò.
APRILE. Gruppo parrocchiale di Giarre;
scuola media “Giovanni XXIII” di Acireale.
MAGGIO. Scuola media “Don Orione di
Messina; scuola media “S. Quasimodo” di
Catania.
GIUGNO. Scuola media “G. Verga” di
Giarre.
LUGLIO. Gruppo di insegnanti accompagnati dal preside Copani, di Riposto.
SETTEMBRE. Due visite organizzate dal-
Si precisa che oltre ai gruppi organizzati
si sono susseguiti numerosi visitatori singoli. Per ogni visita è stata garantita la
presenza di guide specializzate e personale di supporto. Sono state effettuate 16
visite guidate per un totale di mille (circa)
visitatori. Tutte le visite hanno avuto la
finalità, non solo di fare conoscere l’immenso patrimonio artistico-paesaggisticoculturale insito nella nostra vetusta cittadina, ma anche quello di risaltare i prodotti dell’artigianato locale, la degustazione dei prodotti tipici locali e delle specialità gastronomiche. Il fine che si propone
l’associazione è sempre quello dello sviluppo turistico culturale e del rilancio
economico della città.
Questi sono fatti e non chiacchiere.
Chiunque abbia voglia di contribuire a
migliorare l’attività dell’associazione può
rivolgersi alle seguenti persone:
Rappazzo Libero (presidente), Famà Giuseppe (vice presidente), Ruggeri Nicola
(cassiere), Cambria Antonio (segretario);
Interisano Franco, Manna Maria, Trifiletti
Giovanni, Famà Catherine, Calderone
Paolo (consiglieri); Campanella Ercole,
Donato Franco, Lipari Sebastiano, Merulla Benedetto, Campao Santo, Cirino Domenico, Salvo Pasquale, Bella Paolo,
Rappazzo Salvatore, Prestigiacomo Maria
Caterina (soci).
AGORÀ 16 aprile 2000
ATTUALITÀ
VERITA’ INATTESE
Intossicati
da un articolo.
O da qualcos’altro?
“Centonove” dedica un
Vasco Rossi: “Di
pomeriggio si posservizio a S. Lucia e al
sono vedere seduti
problema della
sulle panchine di
tossicodipendenza.
piazza Milite IgnoTitolo: “Santa Lucia dei
to. Un po’ irrequietossici”. Tutti protestano.
ti, sigaretta in bocca, jeans sformati”
Ma forse bisognerebbe
ecc. Niente di nuoscandalizzarsi per alcune
vo: solite immagifrasi di quell’articolo.
ni, con in più quelQuelle tra virgolette
l’espressione
(“jeans sformati”)
di F. D. M.
che da a S. Lucia
un tocco metropoliA BOMBA SCOPPIA IN EDICOLA
tano. Subito dopo,
venerdì 17 marzo. Il settimanale l’articolo fornisce
“Centonove” dedica un’intera alcuni dati: “una
pagina, la n. 24, a S. Lucia del cinquantina di tosMela. Non parla però di chiese e bellezze sicodipendenti che
varie. No, parla di tossicodipendenza. Di non fanno più notidroga. Come suo solito, il giornale sceglie zia”, “Il centro collinare conta addirittura
un titolo forte, ulteriormente amplificato uno dei tassi più alti di tossicodipendenza
dall’accostamento di una foto esplicita: della provincia di Messina. Ben trenta
“Santa Lucia dei tossici”.
frequentano il Sert di Milazzo per assuLe proteste scattano quasi subito, rivolte mere metadone. Ma la “cura” non sembra
soprattutto contro l’autore del pezzo, sortire effetti”. E’ da queste frasi che naGianfranco Cusumano, e culminano la sce quel titolo. Ma sulla veridicità delle
settimana successiva con la pubblicazione affermazioni c’è poco da discutere.
sullo stesso settimanale di una lettera del Seguono le dichiarazioni rilasciate al
presidente del consiglio comunale, Franco giornalista da due amministratori e da un
Interisano, che si chiede se il pezzo sia consigliere comunale. Inframezzate da
stato scritto in quel modo per ignoranza una frase che, in effetti, sembra proprio di
pessimo gusto: “A Santa
L’allarme criminalità è meno forte
Lucia del Mela si va solo
rispetto a dieci anni fa”
per mangiare
nelle trattorie
Santino Pandolfo
a basso costo,
sotto al castel(ma precisa: “mi viene difficile da pensa- lo arroccato, nel cocuzzolo più alto, oppure in quanto il cronista abita in un centro a re per la carne fresca nelle macellerie del
noi vicino”) o “per manifesta mala fede”.
centro storico”.
Ma cosa ha di scandaloso quell’articolo? A parte il fatto che uno avrebbe voglia di
Vediamo.
portare a S. Lucia il giornalista e farsi
L’attacco sa di video di una canzone di indicare esattamente dove ha visto tutte
L
“
AGORÀ 16 aprile 2000
La pagina di Centonove del 17 marzo
dedicata a S. Lucia del Mela
queste trattorie “sotto il castello” e le
“macellerie del centro storico”, la frase
rivela tutto il senso di superiorità del milazzese che si abbassa (salendo) a visitare
S. Lucia e a parlarne su un giornale. Intendiamoci: la superiorità è oggettiva, ma
che senso ha rimarcarla oltre il dovuto?
Comunque sia, le contestazioni di tutti
coloro che hanno letto quell’articolo si
riferiscono alle parti che abbiamo fin qui
citato. A noi però sembra che scandalose
siano le parti rimanenti. Cioè, quelle virgolettate che riportano le dichiarazioni di
Santino Pandolfo e Santino Vaccarino.
Intanto esse, improntate a moderato ottimismo e a senso di sollievo per il terribile
passato che ci siamo lasciati alle spalle,
sono intercalate da una frase del consigliere (di maggioranza) D’Antoni che
suona così: “La giunta … continua a sperperare soldi in progetti che poi in definitiva non hanno cambiato nulla”. Per inciso,
15
ATTUALITÀ
nelle loro dichiarazioni sindaco e assessore lodano proprio quegli stessi progetti.
Uno che ha letto quell’articolo a Calascibetta, chissà che idea si sarà fatto. Ma
veniamo alle affermazioni di Pandolfo e
Vaccarino.
Il primo ha dichiarato: “L’allarme criminalità è meno forte rispetto a dieci anni fa.
All’epoca c’era una vera organizzazione
che fortunatamente ormai è scomparsa.
Stiamo ottenendo buoni risultati nella
prevenzione, meno evidenti quelli della
riabilitazione”. Non per insegnare il mestiere agli altri, ma forse un sindaco che
nel 2002 non si vuole ricandidare, sarebbe
stato più onesto se avesse detto: “Il problema della tossicodipendenza è estremamente serio. In quasi due anni abbiamo
potuto renderci conto di come sia difficile
arginarlo. Abbiamo difficoltà a
intervenire
sia
“In pochi
sui soggetti dimesi non si
pendenti che su
possono
quelli a rischio.
L’uso di droghe
cancellare
si va diffondendo
situazioni
anche in fasce
d’età che in pasconsolidate
sato non erano
negli anni”
coinvolte perché
Santino
molto giovani. E’
Vaccarino
tutto molto difficile. Speriamo,
nei prossimi due
anni, di ottenere qualche risultato”. Invece no: il sindaco ha lodato i risultati ottenuti nel campo della prevenzione. Prevenzione che, per sua natura, esiste se il consumo di droghe è assente tra i più giovani.
E appare evidente a tutti che così non è.
Si vede che nessuno ha spiegato al sindaco che lui amministra S. Lucia del Mela e
non l’isola di Acapulco.
Non gli è stato da meno, però, l’assessore
Vaccarino. Che ancora oggi usa le stesse
espressioni che ne hanno fatto la fortuna
in campagna elettorale, senza rendersi
conto che a questo punto, forse, il suo
vocabolario doveva essere almeno in parte cambiato. Perché fin quando è un assessore designato a dire “La progettualità
a Santa Lucia non c’è mai stata”, uno non
può che essere d’accordo con lui. Ma
quando a dichiararlo a un giornale che
porta la data del 17 marzo 2000 è un assessore, questo si da la zappa sui piedi
senza neppure rendersene conto. A questo
16
punto, nel marzo 2000, la mancanza di
“progettualità” non è una colpa degli altri:
è una colpa sua.
Le ultime parole dell’articolo tanto contestato sono sempre di Vaccarino. “In pochi
mesi non si possono cancellare situazioni
consolidate negli anni”. A puro titolo di
promemoria ricordiamo che i “pochi mesi” trascorsi dall’insediamento dell’amministrazione comunale sono 22.
Giusto per raccapezzarsi: quanti ve ne
servono, mille e 22? Quanti ve ne servono, attenzione, non per risolvere tutti in
una volta i problemi della tossicodipendenza, ma almeno per farvi un’idea più
chiara della realtà nella quale lavorate e
che vi consenta di non rilasciare ai giornali dichiarazioni risibili. Risibili, beninteso, se solo non si parlasse di problemi
molto seri.
La bacheca
delibere di giunta
GIUNTA DEL 11/2/2000
20 Adesione cooperativa Utopia progetto “World handicap book Sud”
per l’inserimento lavorativo di portatori di handicap. Per il comune di S.
per pubbliche forniture di beni e servizi.
Nella precedenti delibera era stato adottato uno schema relativo all’affidamento di
lavori pubblici.
Lucia del Mela, l’adesione al progetto
comporterà l’inserimento lavorativo di tre
portatori di handicap presso l’ufficio tecnico comunale per 80 ore mensili per un
periodo di quattro mesi. Nessun onere
graverà sul bilancio comunale.
21 Approvazione schema piano
triennale di cui al comma 5° dell’articolo 21 della legge regionale n. 6/97. Il piano riguarda le “attività per la
27 Assegnazione somma per lavori
di divisione aula computer scuola
media “P. Galluppi”. 1.800.000 lire per
realizzare una paretina di divisione in
cartongesso.
GIUNTA DEL 25/2/2000
28 Assegnazione somma per lavori
di tinteggiatura uffici edificio municipale piazza Duomo. Preventivo di
valorizzazione dei beni culturali, ambientali, paesaggistici, la promozione turistica
e agrituristica di manifestazioni e iniziative promozionali e di festività di interesse
locale”. Lo schema di piano è stato integrato con le attività decise dalla biblioteca
comunale per il prossimo triennio.
spesa di cinque milioni di lire, così ripartiti: 1) tinteggiatura con pittura lavabile a
due mani 3.691.584 lire; 2) fornitura e
collocazione grondaia in pvc 72.000 lire;
3) fornitura e collocazione tubi in pvc
124.500 lire; 4) ripristino apertura in legno del secondo piano 100.000 lire; iva
20 per cento 797.617 lire; imprevisti 214.300 lire.
GIUNTA DEL 15/2/2000
22 Fornitura cucina a gas per asilo
nido comunale. Preventivo di 920.000
29 Realizzazione di rallentatori di
velocità nella via Dante Alighieri e
in via Serri. Preventivo di spesa di nove
lire.
milioni di lire per la fornitura e la collocazione dei rallentatori di velocità.
GIUNTA DEL 22/2/2000
23 Assegnazione somma al responsa-
30 Personale assistente asilo nido.
bile area amministrativa per acquisto testi
normativi. 900.000 lire.
24 Collocamento a riposo per raggiunti limiti di età giusto articolo 2 comma 21 della legge 8/8/95 n. 335 della
dipendente Donato Carmela.
26 Modifica delibera di giunta municipale n. 362 del 9/11/1999. Forni-
tura materiali di consumo occorrenti per il
ripristino in economia di tratto della rete
idrica e fognaria. Schema contrattuale.
E’ stato approvato lo schema di contratto
Applicazione articolo 56 decreto legge
29/93 come modificato dal decreto legge
80/98.
GIUNTA DEL 29/2/2000
31 Contributo soggetto in stato di
bisogno. Erogazione della somma di
1.650.000 lire a un cittadino per la ristrutturazione del tetto della abitazione danneggiata da calamità naturali nel 1999.
32 Contributi libri scolastici. Erogazione a favore di 24 studenti di istituti
superiori il cui reddito familiare annuo è
AGORÀ 16 aprile 2000
La bacheca
equivalente o inferiore a trenta milioni di
lire, della somma di 329.827 lire a testa.
GIUNTA DEL 7/3/2000
33 Approvazione rendiconto economato I bimestre 2000 e relativo rimborso.
Spese generali di funzionamento
2.496.250 lire; spese per gli automezzi 1.610.000 lire; spese varie
d’ufficio 3.183.650 lire; manutenzione patrimonio 1.433.550 lire; spese
di gestione 2.065.100 lire; manutenzione autoparco 685.000 lire. Totale:
11.473.505 lire.
34 Impegno spesa servizio economato.
Spese di rappresentanza 500.000 lire;
spese generali di funzionamento cinque milioni; spese varie d’ufficio tre
milioni; manutenzione patrimonio
due milioni; spese di gestione
1.500.000 lire; manutenzione e riparazione autoparco 1.500.000 lire;
manutenzione rete idrica un milione.
35 Atto di citazione con chiamata di
terzo del comune di S. Filippo del
Mela. Costituzione in giudizio.
La giunta ha deciso di “resistere in giudizio avverso l’atto di citazione per chiamata del comune di S. Filippo del Mela, notificato in data 7 febbraio 2000, della causa promossa dalla signora De Silva Maidera Maria innanzi al giudici di pace di
Messina per l’udienza del 20 marzo 2000”. Impegnata la somma di un milione
come acconto per le spese legali.
Nel gennaio 1999 la signora Da Silva
danneggiò la propria auto, una Porsche,
finendo in una buca della strada provinciale che collega S. Filippo a S. Lucia, in
contrada Baiamonte. In seguito presentò
denuncia contro la Provincia Regionale. Il
comune di S. Lucia ha deciso di resistere
in giudizio perché non ha ricevuto nessuna comunicazione sulla causa né
dalla Provincia né dal comune di
S. Filippo.
36 Contributo soggetto in
caso di bisogno. Tre milioni.
GIUNTA DEL 14/3/2000
37 Protocollo di intesa propedeutico a un accordo di programma integrato di infrastrutture a supporto della
valorizzazione dei beni culturali. Il protocollo interessa i co-
AGORÀ 16 aprile 2000
Giunta del 22/2/2000
25 Attribuzione Led. Integrazione delibere di giunta n. 441/97, n. 442/97, n.
443/97, n. 23/99 e n. 282/99.
Dai prospetti della delibera si ricava la consistenza del personale dipendente
del comune e il relativo livello di qualifica funzionale. In particolare:
Personale di ruolo in servizio al 31/12/1997
livello
I II III IV V VI VII
1 27 7 4 21 4
Personale di ruolo in servizio al 1/1/1998
livello
I II III IV V VI VII
28 7 1 24 4
muni del comprensorio tirrenico “eolianopeloritano” ed è aperto a un’integrazione
con l’area Nebrodi-costa saracena.
38 Euro: attuazione piano operativo.
Il sindaco è responsabile politico delle
incombenze necessarie all’introduzione
dell’euro; approvati piano operativo di
attuazione e schema allegato che individua i responsabili delle aree che devono
collaborare con il segretario comunale per
realizzare il piano.
39 Servizio di pulizia locali comunali. Preventivo spesa di 25.937.380 lire per
la pulizia dei locali di piazza Duomo e
viale Pietro Nenni per il periodo apriledicembre 2000. Costo mensile dell’ operatore: 1.911.449 lire.
40 Assistenza tecnica fotocopiatore
in possesso del comune. Spesa com-
plessiva: 6.480.000 lire.
41 Assegnazione somma per lavori
di costruzione conditoie stradali e
collocazione grata in ferro. Preventi-
vo spesa di 2.500.000 lire per contrada
Casalipari e vico Pier delle Vigne.
42 Assegnazione somma per la copertura di un tratto del canale S.
Antonio. Preventivo spesa di 10.500.000
lire per la eliminazione dell’inconveniente
igienico che si verifica durante le abbon-
danti piogge invernali, mediante copertura con tubi di cemento roto-compresso di
un tratto del canale S. Antonio.
43 Revoca delibera di giunta municipale n. 308 del 9/9/99. Presa atto
secondo accordo integrativo.
In considerazione sia della quantità di
rifiuti smaltibili, sia del costo complessivo dell’impianto di smaltimento di Mazzarrà, si stabilisce che il costo per abitante
che i comuni firmatari dovranno versare
per la realizzazione dell’ impianto è di
17.293 lire.
GIUNTA DEL 22/3/2000
45 Assegnazione somma per collocazione materiale di arredo urbano.
Destinato 1.200.000 lire alle piazze principali per la collocazione di 16 cestini in
stile “centro storico” e cinque dissuasori
di sosta in cemento.
46 Integrazione trattamento economico dipendente Calderone Maria Con-
cetta.
47 Pagamento parcella per collaudo
lavori sistemazione e arredo urbano piaz-
zette Margherita, Crispi, Mercato e IV
Novembre all’ingegnere Michelangelo
Mangiapane. Somma liquidata: 1.960.255
lire
Giunta del 16/3/2000
44 Articolazione orario di servizio e di apertura
al pubblico uffici comunali. Parziale modifica delibera di giunta municipale n. 46/99.
L’orario di apertura al pubblico è cosi articolato:
orario antimeridiano
dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 13,45
orario pomeridiano
martedì e giovedì dalle 15,30 alle 18,30.
48 Pagamento competenze
alla commissione di collaudo lavori di costruzione di un
collettore e impianto depurativo sul versante del torrente
Mela.
Ing. Vincenzo Di Piazza 579.879 lire; arch. Carmela Scalia
579.879 lire; dott. Antonino
Messina 579.879 lire.
17
CULTURA
LE TASSE DEL PASSATO
La fiscalità a S. Lucia
nel Sei e nel Settecento
di Santo Brunetta
“S
E DI LINGUA IO PARLASSI
qui intenderebbero trattarsi
di qualche brava lingua di
porco”. E’ questo il giudizio
lapidario di Giacomo Leopardi, in risposta a una delle lettere dell’amico Pietro
Giordani che gli chiedeva notizie sullo
stato della disputa sulla lingua italiana,
che rispecchiava senza dubbio lo stato di
degrado culturale, a livello di massa, della
Recanati di quel tempo.
In questa nostra realtà non possiamo fare
a meno di constatare con un certo senso di
amarezza che alla cultura (e, ovviamente,
a tutto ciò che a essa si riferisce, ivi compreso il ruolo che essa dovrebbe svolgere)
non si guarda con la dovuta attenzione.
Eppure essa rappresenta la chiave di volta
per la crescita civile di una comunità, e
pertanto dovrebbe essere posta come punto centrale e qualificante di un serio programma politico-amministrativo. Per la
cultura, o non si investe affatto o si interviene in modo del tutto insufficiente.
Quali le ragioni di tanta disattenzione? E’
presto detto: si pensa che la cultura non
paghi. E’ questa, senza dubbio, la
“logica” prevalente di certi amministratori
della “rei publicae” che preferiscono puntare in altri settori per il conseguimento di
determinati fini.
Detto ciò, debbo far rilevare che a S. Lucia del Mela, tra l’altro, non è stato apprezzato (perché, a oggi, ignorato) il grande valore storico dell’ interessantissima
ricerca effettuata dalla professoressa messinese Ida Fazio presso l’archivio storico
municipale sembra, per quanto mi è dato
sapere, su suggerimento del professore
Federico Martino, allora docente di storia
del diritto presso l’università di Messina.
Il contenuto della ricerca, che ha comportato anni di sacrifici, è venuto alla luce
già nel 1993 con la pubblicazione del
volume La politica del grano. Annona e
controllo del territorio in Sicilia nel Sette-
cento (FrancoAngeli editore, Milano).
Il testo, suddiviso in cinque capitoli, per il
suo interesse storico e documentario è da
consigliare all’attenzione di un più vasto
pubblico. Il testo va apprezzato anche per
le note che, numerosissime, accompagnano i diversi capitoli. A pag. 197, ad esempio, la nota 35, che si riferisce al quinto
capitolo, tratta della “fiscalità e del controllo del territorio” a S. Lucia del mela,
ai tempi di Federico II di Svevia. Ricche,
infine, risultano le tabelle statistiche.
A tale riguardo, crediamo di fare cosa
gradita ai lettori di “Agorà” pubblicando,
qui di seguito, sia la nota 35, che costituisce di per sé un pezzettino di storia locale,
sia la tabella II (pagg. 206-207), che riporta i dati della popolazione di S. Lucia
del Mela dal 1713 al 1806.
(Del libro della professoressa Fazio mi
sono già occupato con un servizio dal
titolo “La lingua dei nostri padri” in
“Agorà” n. 11 del 21 agosto 1999
Le controversie per la
riscossione della “congrua
F
ederico II di Svevia aveva fatto
di Santa Lucia una praelatura
nullius, svincolata dall’autorità
del vescovo di Patti e dell’arcivescovo di Messina, e sottoposta a un abate
prelato, che era anche cappellano maggiore del Regno. L’università portava dunque
il peso del mantenimento dell’abate prelato e della curia, che fu fissato nel 1605
sotto l’abate Simone Rao in una congrua
in partem decimarum annuale di 600 onze
“su tutti i frutti si producessero in territorio (della diocesi) etiam industriali”. Per
raccogliere la somma, l’università imponeva delle gabelle sul territorio della dio-
18
di Ida Fazio
cesi. Questo si estendeva anche oltre la
giurisdizione del comune, il che causava
continue controversie per il pagamento
della congrua. E’ il caso, per esempio, del
casale di Soccorso che, assieme alla terra
feudale di Gualtieri e a Merì, voleva aggregarsi alla giurisdizione ecclesiastica
dell’arcivescovado messinese che perseguiva una politica di accaparramento dei
casali alla città. Così monsignor De Ciocchis, nella sua visita del 1742/43 (Sacrae
regiae Visitationis per Siciliam a Joanne
Ang. De Ciocchis Caroli III Regis iussu
acta decretaque omnia, Palermo 1836)
notava a questo proposito che
“Archiepiscopi Messanenses in intervallo
ab ultima regia visitatione Jordii ad praesentem, et propriè circa annum 1618, vel
potius 50 eadem casalia de facto occupaverint”, decretando che le tre terre,
“litigiosa, et praetendentur ab Abate Sanctae Luciae”… “esse reintegranda, prout
reintegravit ipsimet Abbati Sanctae Luciae eiusque Diocesi, et ordinariae jurisdictioni” (pp. 76 e 89-208). In realtà le
tre terre non furono riaggregate alla diocesi di Santa Lucia, che continuò a rivendicare dalle sole Gualtieri e Soccorso il
pagamento delle gabelle di congrua
AGORÀ 16 aprile 2000
CULTURA
LA POPOLAZIONE DI S. LUCIA DEL MELA NEL SETTECENTO
Anno
Parrocchie urbane
Cattedrale
1713
1740
1742
1748
1748
1754
1755
1756
1765
1765
1769
1770
1775
1777
1778
1782
1783
1794
1798
1800
1804
1806
S. Nicolò
3111
Feudo di Casale di S. Casale di
Cattafi
Filippo
Belvedere
1091
Feudo
Totale
Pace
1112
1219
350
174
257
257
747
770
770
34
34
34
243
759
26
184
164
164
113
175
175
5869
C: civile
C
C
E
C
C
C
C
C
Amico/Di Marzo
E
E
E
E
E
Amico-Di Marzo
4354
4462
3542
3276
4008
4275
4734
4354
4420
2639
1516
1400
900
1200
220
1600
1600
500
490
200
310
5800
5389
4633
E
E
C
2200
2200
214
229
229
263
265
5790
5792
E
E
E
4589
1318
1304
1304
533
481
481
1212
1313
1313
Fonte
E: ecclesiastica
Annunz.
3000
2022
2608
565
3334
Casale
Soccorso
2200
LA PRELATURA
I vescovi di S. Lucia dal 1735 al 1950
Ricevette l’ordinazione episcopale il 5
marzo 1769 e il 22 ottobre dello stesso
anno consacrò la cattedrale. Nel luglio del
1771 fu promosso arcivescovo di Messina. Il 25 dicembre 1771 venne inaugurato
il grandissimo dipinto su tela dietro l’altare maggiore della cattedrale, raffigurante
l’ Assunzione di Maria, eseguito da Fra
Felice da Palermo. L’opera misura metri
4 x 6 e costò 21 onze, 24 tarì e due grana
(277,99 lire), delle quali l’artista ebbe 15
44 MARCELLO MOSCELLA. Messinese,
onze; il resto servì per le spese: tela, olio,
già canonico e vicario generale di Cefalù.
colori, cornice e doratura.
46 EMANUELE RAO-TORRES. PalermiIl 5 gennaio 1736 venne eletto da Cletano, dei principi della Cuba Reale. Nel
mente XII “Prelato Ordinario dell’insigne
novembre 1771 venne nominato dal re
e regia Abbazia della deliziosa città di S.
prelato di S. Lucia con bolla pontificia del
Lucia e Cappellano Maggiore del regno di
18 dicembre dello stesso anno. Prese posSicilia”.
sesso il 21 gennaio 1772 per proDifese i diritti della sua diocesi
cura, delegando il vicario generarivendicando, nel 1750, la giuriMonsignor Ardoino consacrò la
le decano Vincenzo Pagano, e
sdizione spirituale sui paesi di
fece il solenne ingresso il 24
Gualtieri e Soccorso (usurpati un
cattedrale nel 1769. Salvatore Ballomaggio. Morì a Palermo e fu
secolo innanzi dagli arcivescovi
sepolto nel cimitero dei Cappucdi Messina) che furono restituiti
Guercio fu, nel 1920, l’artefice della
cini il martedì santo del 14 aprile
alla Prelatura. Morì il 10 aprile
1778.
1760, a 69 anni e dieci mesi, e fu
rinascita della prelatura dopo 47 anni di
Si deve a lui la splendida statua
sepolto in cattedrale nel suo mavacanza della sede. Con lui il seminario
di alabastro roseo su base di agagnifico mausoleo marmoreo.
45 SCIPIONE ARDOINO. Mesta dell’ Ecce Homo di Ignazio
fu ricostruito e le chiese cittadine
sinese dei principi di Alcontres,
Marabitti, che oggi si trova in
eletto prelato di S. Lucia da Clecattedrale.
restaurate
mente XIII il 19 dicembre 1767.
47 CARLO SANTACOLOMBA.
di Libero Rappazzo
AGORÀ 16 aprile 2000
19
CULTURA
Palermitano, venne eletto prelato di S.
Lucia con bolla pontificia del 1780. Prese
possesso il 29 aprile dello stesso anno e
fece l’ingresso il 3 luglio. Ricevette la
consacrazione episcopale nella nostra
cattedrale il 2 aprile 1786. Fu anche vicario capitolare di Lipari, dove morì il 13
luglio 1801. Da uomo dotto qual era, diede impulso agli studi. Il nostro seminario
divenne così un centro importante di cultura non solo per i locali ma anche per i
giovani dei centri del circondario. Nello
stesso periodo vi studiò anche il giovane
Pasquale Galluppi (ebbe come insegnante
il canonico Ragno) che tenne rapporti di
filiale amicizia e devozione con monsignor Santacolomba. E proprio il dotto
prelato curò l’introduzione a una Memoria Apologetica di difesa che il filosofo di
Tropea pubblicò nel 1795 essendo stato
deferito a Roma, al Sant’Uffizio, per avere sostenuto in una pubblica relazione la
tesi “che le supposte virtù dei pagani debbono dirsi vizi”.
48 ALFONSO AIROLDI. Palermitano,
eletto nel 1803, governò la prelatura tramite un regio preposito da Palermo, dove
risiedeva. Morì il 25 marzo 1817.
49 GABRIELE M. GRAVINA. Dei principi di Montevago, fu prelato ordinario dal
gennaio al settembre 1818.
50 GIACOMO COCCÌA. Patrizio luciese,
venne eletto prelato ordinario il 15 settembre 1818. Ricevette la consacrazione
episcopale nella nostra cattedrale dal vescovo di Patti ed ebbe dalla Santa Sede
l’onorifico incarico di imporre il pallio
all’arcivescovo di Messina. Morì il 4 luglio 1829.
51 IGNAZIO AVOLIO. Siracusano, nominato nel 1834, rinunciò alla prelatura il
22 febbraio 1844. Latinista e grecista insigne, possedeva una cultura non comune.
Pubblicò varie opere e tenne un discorso
memorabile il 12 gennaio 1836 in occasione della solenne apertura del seminario. A perenne ricordo e riconoscenza gli
è intitolata una via nelle immediate vicinanze della cattedrale.
52 PAOLO MARIA MONDIO. Messinese, venne eletto nel 1850. Devotissimo
alla Madonna della Lettera, ne fece dipingere un quadro dal Minutoli nel 1854.
Rimosso da un altare della cattedrale dove
l’aveva posto, si trova in deposito presso
la chiesa del Rosario. Morì il 4 settembre
1857.
53 CARLO VITTORE PAPARDO. Messinese dei principi del Parco, fu eletto
prelato ordinario nel maggio del 1858.
Fece il solenne ingresso in S. Lucia per la
festa della Patrona. Prese parte al Concilio Ecumenico Vaticano I. Nominato vescovo di Patti, lasciò S. Lucia il 30 dicembre 1871.
54 GAETANO BLANDINI. Da Palagonia
(Catania), fece il solenne ingresso il 13
febbraio 1881. Dopo appena due anni, il
15 febbraio 1883, venne nominato vescovo coadiutore di Agrigento con diritto di
successione. Attese con grande impegno
al ministero pastorale. Introdusse la pratica del mese mariano e riaprì il seminario.
A lui si deve anche la ricostruzione della
parete della chiesa del Sacro Cuore che si
affaccia sulla piazza.
55 STEFANO GERBINO. Palermitano,
dei baroni di Cannitello, apparteneva all’ordine dei Benedettini ed era vicario generale di Monreale. Eletto prelato ordinario il 3 giugno 1890, la sua nomina non
ottenne il “regio exsequatur”
(riconoscimento civile) e, di conseguenza,
non poté prendere possesso della Prelatura. Il 10 settembre 1895 venne trasferito
alla sede di Trapani.
56 GIUSEPPE FIORENZA. Monrealese,
canonico teologo e poi professore di lettere latine e greche di quel seminario. Nemmeno la sua nomina, avvenuta l’11 novembre 1895, ottenne il riconoscimento
civile. Il 22 giugno 1896 divenne arcivescovo di Siracusa.
57 VINCENZO DI GIOVANNI. Nato a
(Trapani), fu professore alSalaparuta
l’università di Palermo. Uomo di grande
ingegno e archeologo insigne, il 21 ottobre 1896 fu nominato prelato da Leone
XIII. Non ottenne però il “regio exsequatur”, ma venne ugualmente a S. Lucia per
amministrare la cresima dal 4 al 18 luglio
1898. Per motivi di salute, il 4 marzo 1901, rinunciò alla prelatura. Donò un prezioso paramento settecentesco in seta rossa
ricamata in oro.
58
SALVATORE
BALLO-GUERCIO.
Palermitano, dottore in teologia e in diritto civile e canonico. Nominato prelato
ordinario l’8 marzo 1920, fece il solenne
ingresso il primo agosto. Fu grande la
gioia e la commozione dei luciesi che,
dopo ben 47 anni di sede vacante, finalmente coronavano il sogno di riavere sulla cattedra della prelatura più antica del
mondo un proprio vescovo. Le feste
in suo onore si protrassero per otto giorni.
Lo stesso papa Benedetto XV affermava:
“S. Lucia il prelato se l’è meritato perché
l’ha tanto desiderato”.
Monsignor Ballo fu il vescovo della rinascita. Ricostruì il seminario, curò il restauro del palazzo vescovile, della cattedrale e di numerose chiese. Chiamò le
suore francescane missionarie dell’ Eucarestia, alle quali affidò l’Istituto dell’ Immacolata, da lui fondato nell’ex convento
dei Cappuccini. Fu anche amministratore
apostolico di Lipari e Acireale. Il 18 settembre 1933 venne trasferito a Mazara del
Vallo, ma rimase amministratore apostolico della prelatura fino al luglio del 1935.
Come segno di riconoscenza e gratitudine, in cattedrale gli venne eretto un bel
monumento in marmo.
59 ANTONIO MANTIERO. Vicentino,
dottore in diritto canonico. Già vescovo di
Patti dal 1931, fu nominato prelato di S.
Lucia l’11 giugno 1935. Da Patti, dove
risiedeva, veniva periodicamente in sede e
si faceva ammirare soprattutto nel ministero della predicazione. Venne trasferito
a Treviso il primo settembre 1936.
60 LUCIANO GERACI. Da Petralia Sottana, dottore in teologia e in diritto civile
e canonico, venne eletto prelato ordinario
il 6 marzo 1937. Di profonda pietà, di
grande saggezza e prudenza, incrementò
la devozione al Sacro Cuore di Gesù. Eresse le parrocchie della Madonna del
Rosario a Giammoro e dell’ Immacolata a
Olivarella. Morì il 19 luglio 1946 a Petralia Sottana in seguito ai postumi di un
intervento chirurgico. Nella chiesa madre
della sua città vi è una sua effigie con una
epigrafe che ricorda di essere stato vescovo della “Prelatura Nullius di S. Lucia”.
61 LUIGI CAMMARATA. Da San Cataldo (Caltanissetta), dottore in teologia e in
diritto civile e canonico, il 4 dicembre
1946 la Santa Sede lo nominò prelato
ordinario. Ebbe anche l’incarico di compiere la visita pastorale nell’ arcidiocesi di
Messina, ma per motivi di salute non la
portò a compimento. Morì il 24 febbraio
1950.
(3 – continua)
Nel prossimo numero, in edicola a fine mese:
20
L’amministrazione comunale e la coalizione che la sostiene dopo i primi due anni
Tavola rotonda con il sindaco, un assessore, un consigliere comunale di maggioranza,
AGORÀ
16 aprile 2000
un rappresentante
dei Democratici
di Sinistra e uno di Rifondazione Comunista
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Il paradiso dimenticato