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Salveremo il Saint Charles?
Eventi d’Agosto
“ Paize Autu”
Periodico dell’Associazione “U Risveiu Burdigotu”
Sta per avere inizio la battaglia per salvare l'Ospedale
Saint
Charles.
Il Comune di Bordighera,
proprietario dell'immobile,
non è assolutamente d'accordo con la strategia
dell'ASL 1 Imperiese che
vorrebbe smantellare la
struttura ospedaliera per
creare un ricovero a lunga
degenza atto ad ospitare i
post acuti. Palazzo Garnier si opporrà con ogni
mezzo al piano dell'Azienda Sanitaria Locale. E' il
Sindaco Giacomo Pallanca ad annunciare che, la
nella prima metà di agosto
verrà redatto il documento
ufficiale contenente le posizioni assunte dal Comune di Bordighera in merito
al nosocomio cittadino:
"Ribadiamo la nostra posizione netta e contraria a
quanto si sta prospettando
per il futuro". Questo perché, spiega il Sindaco Pallanca: "Non sono certe le
tempistiche per la costruzione di un ospedale unico
a Taggia. Non è nemmeno
stato deciso se questo dovrà essere edificato nel
Lotto A o nel Lotto B. E,
soprattutto, mancano ancora i soldi". Non sarebbero ancora stati reperiti,
infatti, i 250milioni da investire nel nuovo ospedale. Troppo presto, dunque,
smantellare il Saint Char-
les. "Riteniamo questa situazione inaccettabile",
continua Pallanca, che per
il bene della città da lui
amministrata pretende certezze, "Prima di procedere
a smantellare completamente la struttura ospedaliera, facendola diventare,
in sintesi, un ricovero per
post acuti e avendo anche
in previsione la chiusura
notturna del Punto di Primo
Intervento".
"Ci opporremo con tutti i
mezzi possibili, facendo
anche valere la Convenzione che ad oggi è in essere". Convenzione che prevede il mantenimento delle strutture ospedaliere.
Mentre la strategia dell'Asl
sembra mirare al ridimensionamento del Saint
Charles: "La nostra convenzione parla di ospedale
e non di struttura per post
acuti", afferma Pallanca,
"Perché in tal modo il
Saint Charles non si potrebbe nemmeno più chiamare ospedale".
Alice Spagnolo
La stagione estiva offerta dal Comune di Bordighera è
ricchissima di spettacoli, concerti e altri eventi. Di seguito, per ovvie ragioni di spazio, ve ne segnaliamo solo
alcuni. Vi invitiamo a visionare l’opuscolo delle manifestazioni stampato dal Comune o scaricabile sul sito
www.bordighera.it. Chi volesse dettagli maggiori sugli
eventi, può trovare numerosi articoli anche sulla testata
online www.bordighera.net.
Mercoledì 6 agosto, Arena della Scibretta, ore 21.15. Gabacho Maroconnection: cinque musicisti jazz franco-spagnoli si
uniscono a musicisti della tradizione marocchina per formare
una World Music Band, incontro tra oriente ed occidente.
Venerdì 8 agosto, Sasso di Bordighera: A Berlecata, serata
di gastronomia, danza e divertimento.
Domenica 10 agosto, Giardini Lowe, ore 21.15: concerto dei
Buio Pesto.
Lunedì 11 agosto, Arena della Scibretta, ore 21.15: La Paranza del Geco. Musiche, canti e danze tradizionali del sud
Italia.
Sabato 16 agosto, Paese Alto, ore 21.15: I Sette Vizi Capitali,
spettacolo teatrale itinerante a cura dell’Associazione Culturale
Glaux.
Mercoledì 20 agosto, Arena della Scibretta, ore 21.15: L’Orage, gruppo musicale valdostano che unisce la tradizione delle
Alpi occidentali con la canzone d’autore italiana e francese.
Lunedì 25 e martedì 26 agosto, Giardini della Chiesa Anglicana, ore 21.00: ritorna la storica canzone d’autore: un omaggio
ai grandi cantautori.
Mercoledì 27 agosto, Giardini della Chiesa Anglicana, ore
21.15: Piccola Orchestra Faber, omaggio a De Andrè.
La Redazione
“U Risveiu Burdigotu”
Sede: Via alle Mura 8
18012 Bordighera Alta
Orario : lunedì e venerdi
dalle ore 16,00 alle 18,00
giovedì dalle 21 alle 23
e-mail: [email protected]
Internet: www.urisveiuburdigotu.it
Telefono: 3464923130
Paize Autu
Direttore Responsabile: Dott.ssa Alice Spagnolo
Registrazione del Tribunale di Sanremo
nr. 03/08 del 04/07/008
Sito internet: Mauro Sudi
Direzione-Amministrazione-Redazione:
18012 Bordighera Alta – Via alle Mura, 8
Le firme impegnano gli autori degli articoli
Stampato in proprio a Bordighera Alta
Spazio Etichetta
Poste italiane S.p.A. spedizione in Abbonamento Postale – 70% CNS/CBPANO/IMPERIA Anno 7 nr. 8 Agosto 2014
La nostra bella e triste Bordighera
16 Agosto 1947
Tornano a Bordighera le spoglie di
Sant’Ampelio. Tra i
pescatori, portatori
dell’urna, ritratti in
questa foto, riconosciamo:
Ampelio
Biancheri
detto
Ampè da Longa,
Enrico Biancheri
Ciacciò detto U Melin, Augusto Ganduglia detto Augustu de Adele du Beccu o U Ceregu in
quanto ultimo chierichetto di Padre
Giacomo Viale.
Editoriale
Stella Maris
Du Diretù
Una pazza estate questa. Bordighera in preda a condizioni
atmosferiche ben lontane da
quelle che residenti e turisti si
aspettano da lei. L’amiamo
forse meno, per questo? No.
Bordighera è bellissima. Bellissimi sono gli arcobaleni che
circondano il suo cielo dopo il
temporale e sembrano racchiuderla in un abbraccio colorato.
E’ bellissima quando piove e le
gocce di acqua rinverdiscono
le fronde della sua vegetazione. E’ bellissima quando il mare in burrasca fa sentire il suo
boato, il suo urlo possente.
Bordighera è bella, è bella la
mattina quando l’odore di erba
fresca alleggerisce il cuore. Ed
è meravigliosa la sera, quando
le luci del porto tremolano nella lieve increspatura delle acque. Solo una cosa non è bella,
a Bordighera. Ed è la desolante
situazione in cui si trova. Sono
circa cento le attività economiche che hanno rinunciato ad
esistere. Cento vetrine sprangate, abbandonate, impolverate. Alberghi chiusi. I cui proprietari chiedono il cambio di
destinazione dall’uso alberghiero, condannando, di fatto,
quei negozi ancora aperti ad
andare incontro ad un triste
destino. Bordighera è bella. E’
bella anche questa estate che
non piace a chi la vorrebbe più
soleggiata, più calda. E’ bella
come una donna dai lineamenti perfetti, dai capelli corvini e
gli occhi grandi. Una donna
che il pallore della morte rende
ancora più bella, esaltandone
le grazie. Proprio come una
donna morente è bella la nostra Bordighera. A. Spagnolo
Stella del mare
stella d'amore,
sei sentinella
del pescatore.
Faro sicuro
del navigante
dolce sorriso
d'ogni natante.
A te la prece
giunga sincera
quale promessa
di voto vera.
Senza Tua luce
nulla risplende:
lunga la notte
che il cielo rende.
Veglia su di noi
Tuoi figli amati:
rendici saldi
e a te ancorati.
Addis Marinella
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Mugugno libero
E’ bello avere in archivio le ordinanze emesse da diverse Amministrazioni Comunali concernenti il mantenimento decoroso, da parte dei privati, dei propri terreni, ubicati in
vie secondarie della città e confinanti con strade importanti come Via
dei Colli (vedi foto). Sarebbe altrettanto bello vedere i frutti di
tali ordinanze e non solo le gustose
more biologiche che, in tali terreni,
possono essere colte per gustose marmellate. Scherzi a parte: ma un po’
di pulizia non sarebbe il caso di
farla? Qui se scoppia un incendio… la
confettura di more è già pronta! LUPO
MARCELLO CAMMI: l’incompreso poeta della scultura torna a Bordighera
Le statue di Marcello Cammi do,
un
mondo
esplicativo
li
ri-
sono (finalmente) tornate a popolato da af-
conduce al loro au-
Bordighera. Una cinquantina f a s c i n a n t i
tore. Nulla, nemme-
di creazioni dell’artista è creature,
che
no una foto, mostra
stata esposta ieri, domeni- risalivano dal-
a quanti non cono-
ca 27 luglio, nella centra- le
scono
profondità
lissima Corso Italia, isola della
pedonale
della
città. dove
Terra,
erano
l’opera
dell’artista,
im-
rigine del loro es-
Mette un po’ tristezza, in prigionate, per
sere.
Viste
chi conosceva il fantastico lambire le altezze del cie- queste
teste
mozzate
mondo
di
Cammi,
vedere lo. Era vivo, quel giardino giate
incantato.
corpi
l’o-
Pullulava
affusolati,
sull’erba,
non
così,
adasono
di più le figure vive e reali
intrec- del mondo di Cammi. Si er-
ciati tra loro, corpi con gono invece, a triste mepiù facce, come Giani bi- mento, di un mondo che oggi
fronte scrutavano con occhi non esiste più.
spalancati e grandi un mondo
diverso
da
conoscevano.
sulle
quello
che
Passeggiando
assicelle
di
legno
che attraversavano l’intero
giardino, si potevano percepire i sussurri e i movimenti striscianti di quelle
Una buona notizia:
Gattino abbandonato trova casa in tu Paize
Siamo contenti di raccontarvi su
queste pagine di Paize una bella
storia a lieto fine.
Dopo l'appello del Canile di Ventimiglia, pubblicato lo scorso mese,
dove ci venivano segnalate diverse cucciolate di gattini da sistemare, due nostri piccoli lettori, Ruben
ed Enea hanno deciso di adottarne uno. E così i primi di luglio è
arrivato Syd, un micetto bianco e
rosso, ritrovato i primi di giugno in
un
cassonetto
dell'immondizia. Syd, ci dicono i padroncini,
come Syd Barrett lo strampalato
fondatore dei Pink Floyd, amante
indiscusso dei gatti. Ora Syd ha
finalmente trovato una casa accogliente e due padroncini amorevoli. Speriamo che anche gli altri micetti del canile possano essere
fortunati quanto lui e trovare an-
che loro una famiglia che li ami.
Visto che siamo ad agosto, mese
in cui il numero dei randagi spesso aumenta in modo esponenziale, non possiamo non esprimere
un nostro pensiero. Quando adottiamo un animale, facciamolo con
la consapevolezza che è un essere vivente e non un oggetto da
dimenticare in un angolo o di cui
disfarsene quando non è più di
nostro gradimento. Un cucciolo è
per la vita. E’ un compagno di giochi ed avventure, di momenti belli
e brutti che deve essere amato
perché ci ama incondizionatamente. Perciò, quando decidiamo di
prenderne uno con noi, non dobbiamo dimenticarci che nella nostra famiglia entrerà un componente in più, e proprio come faremmo per un famigliare, dobbia-
mo stargli vicino, soprattutto quando ne ha più bisogno. Quando
partiamo per le vacanze, ricordiamoci che esistono strutture ricettive che accolgono i nostri amici a
quattro zampe e quindi, prima di
decidere di legarli ad un palo
sull’autostrada o gettarli nella
spazzatura, informiamoci e partiamo con loro. Sarà sicuramente
una bella vacanza.
XL
creature
millenarie.
Sì,
millenarie, perché anche se
Cammi
alla
quelle
così,
figure
sole,
le
aveva
luce
nel
riportate
XX
secolo,
abbandonate bastava guardarle per capinelle
aiuole re che, prima che l’artista
cittadine; enorme tristezza le forgiasse, avevano visosservare
come
anche
una suto in un luogo altro. In-
poco decorosa deiezione ca- sieme
a
totem
nina faccia mostra di sé al gatti
dal
istoriati,
collo
lungo
e
loro fianco. Quelle scultu- dalle fattezze egizie, vere metamorfiche, dalle qua- lieri che parevano riemersi
li sembrano uscire con for- dalle acque. Questo era il
za uomini e animali, susci- giardino
tano ora una certa tenerez- corpi
di
ora
Cammi.
Quei
impietosamente
za agli occhi dei passanti. esposti al sole, allontanaIl
giardino
Cammi,
posto
di
Marcello ti
gli
in
località sembrano impauriti, spaven-
Arziglia, custodiva un mon- tati.
uni
dagli
Nessun
altri,
cartello
Alice Spagnolo
Paize Autu
Paize Autu Pagina 3
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Montenero e gli Asini della Provenza
Alla riqualificazione del Montenero,
di cui si è discusso lo scorso martedì 22 luglio a Palazzo Garnier, è
correlato un interessante progetto
proposto dall'Azienda Agricola Monaci Templari di Emanuela Rebaudengo e del marito Flavio Gorni. Si
tratta, per ora, di una bozza progettuale intitolata "Sul sentiero degli
asini della Provenza". Una bozza
che racchiude già in sé
molti dettagli che, una volta
messi in pratica, potranno
contribuire in modo costruttivo alla realizzazione di
qualcosa di originale e bellissimo. Protagonisti assoluti del progetto sono loro,
gli asini: "L'asino è nativo
della Provenza nella zona
sud-est della Francia e
nell'estremo ponente ligure.
Si tratta di un asinello robusto e rustico, che si caratterizza per il suo manto grigio
su cui è ben visibile una
banda chiamata Croce di
Sant'Andrea", spiega Flavio
Gorni. La presenza del
mansueto animale ha, nella
nostra zona, origini antichissime: già nel XV secolo
l'asino percorreva, insieme
alle pecore, la Via del Sale,
che collegava la Liguria
con il basso Piemonte. L'idea è nata da una passione. "Mio nonno", racconta Gorni,
insieme a Carlo Mauri (noto alpinista ed esploratore, n.d.r.). I due uomini erano accompagnati da asini e
cavalli. Ad occuparsi dell'asino era
proprio mio nonno. La grande passione per questi animali non mi ha
mai abbandonato e per questo,
pensando ad una rivitalizzazione
del Montenero, mi è venuto in mente di utilizzare l'asino, essendo un
animale la cui presenza in quel sito
è attestata nei secoli". "Abbiamo
già provveduto ad acquistare gli
asinelli che nasceranno". Spiega
Flavio Gorni, che trattandosi di una
razza protetta e tutelata, non è possibile acquistare asini adulti, mentre
si possono comprare i piccoli che
ancora devono vedere la luce:
quatto asini, due dei quali sono
femmine già gravide". Studiati
quattro itinerari escursionistici.
Insieme con Jamila Chilà e Diego
Rossi, guide ambientali ed escursionistiche, sono stati studiati e inseriti nel progetto quattro percorsi,
che differiscono, oltre che per il tragitto proposto, anche per la difficoltà. Tutti, comunque, accumunati
dalla presenza dell'asino: "Si tratta
di trekking escursionistico someg-
Ciao Fabio
Non sono più tra noi
Interessante progetto dell’Azienda Agricola Monaci Templari
giato, nel quale le persone avranno
la possibilità di fare escursioni in
tranquillità, a passo d'uomo, godendo della natura e scoprendo flora,
fauna e bellezza del luogo. Gli asini, inoltre, possono portare tranquillamente un terzo del loro peso: potranno essere affidati a loro zaini e
sacche, e anche bimbi, qualora fossero stanchi di camminare". Affiancata all'attività outdoor,
l'importante
pratica
dell'onoterapia. L’onoterapia (dal greco onos, asino)
rappresenta una nuova
frontiera nell’ambito della
pet therapy. E' una pratica
equestre che utilizza l’asino come strumento terapeutico e si concretizza in
un complesso di tecniche
di educazione e rieducazione mirata ad ottenere il superamento di un danno
sensoriale, motorio, cognitivo, affettivo e comportamentale. "L'asino, particolarmente quello della Provenza, è un animale mansueto e dolcissimo, adatto
anche a stare con i più piccoli, perché non reagisce,
non attacca l'uomo, ma
interagisce con esso", afferma Gorni. Per questi
motivi, sono molte le persone che potrebbero trarre
giovamento dall'onoterapia: cardiopatici ed ipertesi, bambini ed anziani, malati psichiatrici e tossicodipendenti, detenuti, sieropositivi, audiolesi e non vedenti, persone con
problemi di ansia, stress, accettazione, disarmonia emotiva, con problemi della personalità e dello sviluppo.
Alice Spagnolo
Nel mese di sentite condoglianze al marito Dottor Remo
luglio ci hanno Vichi, ai figli e ai parenti tutti.
lasciato tre nostri
soci e lettori.
E’ mancata all’affetto dei suoi cari Anna
Biancheri vedova Orengo, da tutti conosciuRenata Bensa di ta come Anna di Camilin o Anna Camilla.
anni 92. U Ri- Aveva 89 anni. Il Risveglio Bordigotto è
sveiu Burdigotu vicino al figlio Gianni, alla nuora Daniela e al
porge le più nipote Simone.
sentite condoglianze alle nipoti E’ mancato, a fine luglio, un altro nostro
Simona e Mari- sostenitore, Umberto Acchiardi. Umberto è
nella e alla nuora stato per diversi anni Consigliere Comunale
Antonietta.
a Bordighera e Consigliere della Casa di
Riposo San Giuseppe in Paese Alto. Il DiretSi è spenta all’e- tivo di U Risveiu Burdigotu si unisce al dolotà di 86 anni la re della sua famiglia e porge le più sentite
maestra Angela condoglianze.
Corradi in Vichi.
Porgiamo le più
La Redazione
Fabio Farotto, 34enne di Bordighera, ha perso la vita mentre stava praticando caccia subacquea in apnea. L'incidente è accaduto nella
mattinata di domenica 3 agosto. Fabio era
impiegato per il Comune di Ventimiglia, ma
la sua passione era praticare diversi sport, tra i
quali la pesca in apnea. Proprio una battuta di
pesca gli è stata fatale.
Tutto U Risveiu Burdogotu abbraccia il papà
Marco, la mamma Milva, la moglie Monica e
il figlioletto di soli tre anni. Ci mancherai,
Fabio.
1936. LACRIME DI SAN LORENZO
Non erano le note meteore che ven- avvicinò allo Zenit, il bidone fu per Lo caricarono su un carretto e lo porgono, da secoli, a gratificare il cielo l’ennesima volta vuoto. . . Dorfu d’a tarono intu Paize. Peraretu, Luigin de
terrestre in seguito all’esplosione av- Gatina, capocantiere, ordinò ad un Cisa ed Io, come quasi tutte le persovenuta nella nebulosa del Granchio. altro operaio detto ”U Gianchetu”: ne del Paese, udito l’eco dell’incidenAnnualmente la Terra passa in quel “Pilia u ruzuà e va a encilu” (Prendi il te, eravamo in attesa alla ringhiera
tratto del cosmo. Ai giorni nostri tutto bidone e va a riempirlo). Da poco era che tutt’oggi sovrasta l’ultimo tratto
ciò è seguito solo da astrofisici profes- stato inaugurato il piccolo lavatoio sot- della salita di Via Garnier. Dall’Arziglia
sionisti o da appassionati, i quali de- to il muraglione della Via Aurelia… vedemmo salire un carretto con sopra
vono purtroppo confrontarsi con l’in- perciò vi era acqua più fresca e godi- un corpo maciullato, coperto da un
quinamento corpuscolare e luminoso, bile di quella che sgorgava dai tubi del telo intriso di sangue. Lurè giunse,
che impedisce loro di vedere persino cimitero. Quasi mugugnando U Gian- ormai morto, al piccolo ospedale che
le stelle più grandi. Lacrime vere, pur- chetu si avviò al lavatoio. Magari però allora era ubicato in Piazza Padre
troppo, “in tu Paize” quel 10 agosto era anche contento di aver la possibili- Giacomo Viale, ove si trovava ancora
del 1936 quando venne ghermito tà di assaporare con calma una gran la fontana di Magiargè, oggi davanti al
dall’orribile falce della morte Lorenzo sorsata del “vitale” liquido. Col dorso Municipio. Per la visione di Lorenzo
Terzi. Davanti all’ingresso principale della mano si deterse le labbra, quan- sanguinante, ho vomitato e digiunato
del cimitero, si era formata una grossa do… venne allarmato da una scossa più giorni anche perché sentivo piancrepa nel muro che si opponeva al di terremoto. Dal cantiere si udivano gere la vedova che abitava in Via DritTorrente Sasso. Una nota impresa urla e lamenti: era crollato parte del ta 18, proprio come me. E U Gianchecittadina venne incaricata ad effettua- muro su cui lavoravano. In poco tem- tu? Da quel giorno invecchiò precocere i lavori di ripristino. Si doveva sca- po la notizia si spinse, come un tam mente, preso da costante tremolio. Il
vare e sotto-murare per consolidare il tam intu Paize veciu, ed i soccorritori termine Parkinson comparve in tu Paimanufatto. Da alcuni giorni gli operai accorsero svelti. In testa alla squadra ze e venne compreso anche da me,
lavoravano “gratificati” dall’afa di ago- c’era l’esile don Pietro, U Prevetu, con Mario, ragazzino di 7 anni.
sto. Per lenire il caldo, i muratori trae- l’acquasantiera. Arrivati sul posto si
vano conforto dal beccuccio di un con- accorsero che sotto pietrame e terra vi
tenitore di alluminio, somigliante ad un era rimasto il “gigantesco” Lorenzo
innaffiatoio, che solevano colmare di Terzi. “Lurè, Lurè” urlarono, ma Lorenacqua per dissetarsi. Quando il sole si zo, forse già privo di vita, non rispose.
Mario Armando
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Si torna a giocare a Santa Rosa
Domenica 6 luglio 2014 i ragazzi sono
tornati a giocare nel campetto di Santa
Rosa, dove due ragazzi di Bordighera
Alta, Paolo Rovere e Vito Tabbacchiera, coadiuvati da genitori e amici, hanno organizzato un torneo con tredici
squadre. Dodici ore di calcio, in una
giornata di sano sport, amicizia e divertimento. Il torneo, organizzato in
due gironi con partite da dieci minuti, è
iniziato alle 8.30 per terminare alle
20.30. Prima della partita più importante e attesa, la finale, i calciatori
hanno rispettato un minuto di silenzio
in onore di Nino Addis, che per il gioco
del calcio e per i ragazzi di Bordighera
Riconosciamo, dall’alto: Simone Tabbacchiera, Vanessa Scarfò, Mimma Cara, Re- ha speso la maggior parte delle sue
nato Cascione, Valerio Valente, Salvatore Tabbacchiera, Daniela Altomani, Armanenergie e del suo tempo. La sua pasdo Scarfò, Paolo e Marco Rovere, Pietro Cascione, Vito Tabbacchiera.
sione e il suo amore per il pallone lo
hanno portato a fondare, insieme ad altri, la Giovane Bordighera e a realizzare, in un secondo momento, il
campo dell’Arziglia, ora chiuso. E’ stato l’arbitro Astorino, amico storico di Nino, a promuovere questo gesto di
rispetto. I ragazzi che hanno partecipato al torneo, così come le loro famiglie ringraziano in modo particolare
Don Rito Alvarez, attuale amministratore parrocchiale che, a differenza del suo predecessore, Don Marco, ha
accolto subito la loro richiesta di utilizzare l’oratorio per praticare il gioco del calcio. La ristrutturazione del
campetto era stata fortemente voluta e finanziata dai parrocchiani, quando il parroco era Don Arturo Guglielmi. Le mamme dei ragazzi che all’epoca fruivano della
struttura erano state promotrici della raccolta fondi. Nel
corso degli anni, Santa Rosa era diventata un punto di
ritrovo per i giovani paizenghi che, sotto la supervisione di Mario Martini e Paolo Rovere, all’epoca adolescente, vi si riunivano per giocare o praticare attività
ricreative. Quest’ultimo torneo ha visto partecipare giovani da Ventimiglia ad Arma di Taggia: davvero un ottimo risultato per un torneo giocato in un oratorio. E’ stata la squadra dei “Bordigotti” a vincere la competizione.
Secondi sul podio i giocatori della “Pigna FC” e terzi gli
“Enfri Bogart” di Ospedaletti. Miglior giocatore in assoluto: Maurizio Melini. Miglior portiere: Paolo Rovere.
Capocannoniere: Riccardo Facciolo.
Prima di giocare: un minuto di silenzio in ricordo di Nino
Addis, che tanto aveva fatto perché i ragazzi giocassero a
Alice Spagnolo calcio.
SCACCO MATTO: venticinque anni di Teatro della Tosse ad Apricale
Ad Apricale, fino al 16 agosto, si potrà assistere allo spettacolo “Scacco Matto” del Teatro della Tosse. Davvero stupendo, quest’anno, che celebra i venticinque anni continui di rappresentazioni teatrali all’interno dello splendido borgo di
Apricale. Vi consigliamo vivamente di organizzare una gita in quei giorni: avrete modo, non solo di assistere ad uno spettacolo strabiliante, ma anche di visitare uno dei borghi più caratteristici del nostro entroterra e, perché no, di gustare qualche prelibatezza, come il gelato o lo zabaione con le pansarole, oppure un delizioso brandacujun da Bacì. La Redazione
Sogno d’artista
La mostra di Daniele Audetto nell’Oratorio di San Bartolomeo degli Armeni
Era commosso, Daniele Audetto, quando intorno a sé ha ritrovato gli amici di un tempo, quelli che con lui dipingevano ed
esponevano
nelle
famose
"Cinque Bettole" a Bordighera
Alta. Erano gli anni Cinquanta e
Sessanta, e Bordighera viveva
una straordinaria stagione artistico-culturale, grazie al talento
e alla passione di giovani come
lui. Alto, magro e dallo sguardo
vivace, Audetto conserva tutto
l'entusiasmo di quegli anni e
porta avanti progetti con l'energia di un ragazzino. La sua mostra è stata inaugurata lo scorso
9 luglio nello splendido Oratorio
di San Bartolomeo degli Armeni
e terminata il 15 dello stesso
mese, ma lui promette: "Faremo
ancora manifestazioni". Il suo
sguardo attento si muove tra le
volte della più antica chiesa del
Paese Alto, si sofferma sugli
stucchi che andrebbero rifatti,
sui colori da rinverdire, sulle
statue marmoree e lignee che
necessitano di un restauro. Af-
ferma: "Spero di trovare uno
sponsor, dei fondi che mi permettano di far ristrutturare questo edificio per riportare allo
splendore questa bellissima
chiesa risalente al 1200". Volontà e determinazione di ferro,
Daniele Audetto ci ha presentato
un caro amico, nonché noto
restauratore della scuola dell'Istituto di Studi Liguri del Professor Lamboglia, Franco Biancheri: "L'ho incaricato di scattare foto e fare rilievi per poi preparare un preventivo. Inizierà il
suo lavoro in questi giorni".
Tornando alla mostra, chiediamo al pittore cosa significhi per
lui esporre a Bordighera dopo
cinquant'anni: "Questa mostra è
per me molto importante soprattutto perché mi fa fare un tuffo
nel passato, mi permette di ritrovare gli amici e Bordighera Alta, dove esponevo con gli altri
artisti alle Cinque Bettole. Un
tuffo nel passato, insomma, ma
un passato ben radicato anche
nel presente di questa città bel-
lissima". Un suo sogno?
"Quando torno a Bordighera
vengo sempre in Paese Alto e il
mio sogno sarebbe poter venire
ad abitare qui. Perché la vera
Bordighera è questa". Parola di
artista.
Alice Spagnolo
L’Oratorio di San Bartolomeo degli Armeni
La Storia
L’Oratorio di San Bartolomeo degli Armeni
un tempo era una chiesa dedicata a Santa
Maria Maddalena. Nel 1600 la chiesa fu
venduta, con il consenso del Vescovo di
allora, all’antica e potente confraternita di
San Bartolomeo degli Armeni, scioltasi nei
primi anni del 1900. Quella che era la chiesa
vera e propria del Paese Alto venne venduta
perché divenuta troppo piccola per contenere la crescente popolazione di Bordighera e
venne costruita l’attuale Chiesa Abbaziale di
Santa Maria Maddalena, edificata a qualche
Un’immagine dell’Oratorio di San Bartolomeo de- metro di distanza. All’interno dello splendido
Oratorio di San Bartolomeo si possono amgli Armeni scattata da Piazza del Popolo
mirare affreschi del Carrega, statue raffiguranti i Santi Dottori della Chiesa e due statue che rappresentano San Bartolomeo: una processionale
e l’altra che ritrae il santo martirizzato. Senza dubbio, il luogo era di grande sacralità e lo ricorda ancora la lapide esposta al suo interno. Qui ha preso vita, ed è cresciuta nel tempo, quella che diverrà la
città di Bordighera. Qui, il 20 aprile 1686 si riunirono i rappresentanti degli "Otto Luoghi" per decretare
la nascita dell’ omonima comunità. La chiesa è tutt'ora consacrata, ma vi si svolgono avvenimenti
culturali non soltanto di carattere religioso.
La Redazione
Le Cinque Bettole
I Premi delle “Cinque Bettole” sono stati una manifestazione di grande successo a Bordighera per oltre un decennio.
L’iniziativa nacque in continuità
con l’idea di Giuseppe Balbo,
pittore e maestro di pittura poi
coinvolto anche nell’organizzazione delle Mostre dei Pittori
Americani e del Salone dell’Umorismo, di realizzare negli anni
1947-1950 delle mostre riservate ai suoi allievi. Nel 1950 l’esposizione-concorso venne intitolata “I Premio Pittori della Domenica” e presentata nei locali
del ristorante Pinin a Capo Ampelio. Nel 1951 la “II Mostra
Pittori della Domenica. Premi
Cinque Bettole” si svolse per la
prima volta in cinque osterie
della città vecchia di Bordighera:
Antica Trattoria Garibaldi, Caffè
Romano (ora Pizzeria La Piazzetta), Trattoria degli Amici (ora
I Bagordi), U Fundegu (ora parte
dei Marinai) e Da Bernà (ora Bar
Da Lina). Nel 1952, si affiancò al
Premio per la pittura anche
quello per il miglior racconto e
l’evento divenne un appuntamento fisso dell’estate, fino almeno al 1961: nelle osterie si
esponevano i quadri, la piazza
principale del paese ospitava la
serata di premiazione dei concorsi letterari e artistici. Questa
unione di forze artisticoletterarie, portò alla diffusione su
scala nazionale e non solo del
premio “Le Cinque Bettole”. Tra
i giurati spiccavano nomi altisonanti quali quelli diCarlo Betocchi, Carlo Bo, Anselmo Bucci,
Italo Calvino, Camillo Sbarbaro,
Guido Seborga, Bonaventura
Tecchi e Giancarlo Vigorelli. Tra
i pittori che esponevano, ricordiamo: Lilio Domenico Pagnini,
Daniele Audetto, Sergio Biancheri Ciacciò, Enzo Maiolino,
Sergio Gagliolo, Gian Antonio
Porcheddu e tanti altri.
Tra gli scrittori: Giuseppe Berto,
Francesco Biamonti e Bruno
Gambarotta.
La Redazione
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Agosto 2014 - U Risveiu Burdigotu