Informazione Sindacale
Notiziario prodotto dalle RSU della SIAD Macchine Impianti S.p.A.
ANNO 4 - NUMERO 16 ..................................... Dicembre 2012
C o s a è s u c c es s o ?
Tra
l’indifferenza
generale
dell’opinione pubblica e dei
lavoratori metalmeccanici, nei
primi giorni di dicembre, le
associazioni padronali, CISL e
UIL, hanno sottoscritto l’ennesimo
contratto nazionale di categoria.
Un accordo separato che non
vede la firma del sindacato più
rappresentativo in Italia, la CGIL.
E’ stato un contratto firmato in
tempo
record,
senza
tanti
problemi. E' stato siglato (ci
raccontano),
per
avere
più
produttività e competitività nel
mondo del lavoro, non tenendo
conto dell’opinione dei lavoratori
coinvolti.
La
nostra
confederazione, la CGIL, non ha
firmato questo accordo capestro,
che porterà nelle tasche dei
metalmeccanici una busta paga
decisamente leggera e con
qualche diritto in meno. CISL e
UIL insieme a governo e
confindustria hanno poi siglato
ulteriori nuove regole sul sistema
contrattuale, che riducono di fatto
il salario e mettono in discussione
i diritti dei lavoratori. Questo è in
sintesi il Patto per la produttività,
necessario
per
rilanciare
il
sistema industriale nazionale, ma
che, di fatto, non ha un piano
industriale preciso. Gli aumenti
salariali
previsti
dal
CCNL
dovranno (secondo gli autori del
contratto), tener conto delle
tendenze generali dell’economia,
del mercato del lavoro e degli
andamenti specifici del settore;
una quota di questi aumenti sarà
poi in funzione della produttività
della singola azienda. Questa in
sintesi è l’idea che hanno CISL e
UIL del mercato del lavoro. La
realtà è ben diversa! Gli aumenti,
definiti con il contratto nazionale
appena siglato, non tuteleranno il
potere di acquisto dei salari; tali
aumenti non saranno estesi a
tutta la platea di lavoratori perchè
una parte degli aumenti dovrà
essere ricontrattata a livello
aziendale o territoriale, con un
salario variabile, defiscalizzato al
10%. La rivalutazione del minimo
contrattuale nazionale e il salario
minimo
saranno
diversi
da
azienda ad azienda, in base al
territorio di appartenenza. Quindi
registreremo differenze (piccole o
grosse) di buste paga, tra
lavoratori dello stesso settore e di
pari livello. Non dimentichiamoci
che CISL e UIL, mercoledi’ 5
dicembre 2012, hanno firmato il
CCNL
senza
chiedere
un’approvazione
diretta
dei
lavoratori
(mediante
referendum…).
Queste
sigle
sindacali si sono arrogate il diritto
di sottoscrivere un contratto
scritto e proposto unilateralmente
da Federmeccanica ed hanno
accettato
passivamente
i
contenuti dello stesso. Il contratto
siglato
interviene
duramente
sull’orario di lavoro e sulla sua
distribuzione; aumenta di fatto il
numero di ore straordinarie
dettate dal datore di lavoro; sono
cambiati i termini che regolano il
pagamento dei primi 3 giorni di
malattia…
Quando
queste
normative saranno applicate (a
breve…), sarà poi dura cambiarle.
Il CCNL è il contratto di tutti, è il
nostro
contratto,
dobbiamo
I ri t ra t t i d i M a rc o
difenderlo
e
migliorarlo
se
possibile (e non lasciarcelo
demolire ogni volta sempre più).
Qui in Siad MI purtroppo, la
partecipazione alle assemblee è
scarsa, le adesioni agli scioperi
non parliamone (da notare che
scioperare non vuol solo dire
starsene a casa un giorno come
se fossero ferie: farsi vedere in
piazza è importantissimo, è forse
l’unico modo per dare realmente
voce alle nostre idee): sono
l’informazione e la partecipazione
attiva gli unici mezzi che abbiamo
a
nostra
disposizione
per
difendere
quei
diritti
così
faticosamente
guadagnati
in
passato dai nostri colleghi, quei
diritti che non sono acquisiti e che
vanno preservati, migliorati ed
estesi a chi non ne gode e non
demoliti in nome di false
prospettive di rilancio ed utopiche
idee di controllo sempre maggiore
sulle vite di ogni lavoratore!!! Le
RSU sono a disposizione di tutti i
lavoratori,
occorre
però
partecipazione
e
presa
di
coscienza.
RSU Siad MI
Informazione Sindacale
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Dicembre 2012
B a s t a v i o l en z a
Nel 2010: 127, nel 2011: 137, (ad
oggi) nel 2012: 118. Purtroppo
questi sono i dati delle donne
ammazzate da uomini in Italia negli
ultimi 3 anni. I femminicidi sono la
punta di un iceberg dove alla base
ci sono violenze, abusi, minacce,
stalking, reati sempre all'ordine del
giorno in ogni angolo del nostro “bel
paese”. Credo che non ci sia un
modo per descrivere lo stato
d’animo di una donna dopo aver
subito una violenza e non riesco
nemmeno a pensare come ci si
possa sentire durante l’abuso;
primo perché sono un uomo,
secondo perché viviamo in una
società
che
è
ancora
profondamente maschilista, dove la
donna ha raggiunto la parità dei
diritti, ma le forze in campo non
sono cambiate. L'emancipazione
della donna molte volte è vista
come una minaccia per l'uomo, che
ha sempre la meglio fisicamente e
pensa che la propria compagna,
moglie o ex fidanzata, sia un
oggetto da possedere e da poter
comprare. Spesso noi uomini ci
indignamo per come in certi paesi
trattano e considerano la donna, ma
non ci rendiamo conto che quella
stessa “cultura medioevale” regna
ancora anche in Italia. La legge
contempla
ancora
il
delitto
“passionale”, molti avvocati cercano
di alleviare la pena dei propri
assistiti maschi parlando di raptus o
momento di debolezza e i giudici
non condannano ancora in maniera
adeguata chi esercita violenza
C a l ci o a 5
verso una donna. Per la maggior
parte dei casi le vittime non parlano
per
la
vergogna
e
sono
continuamente minacciate da coloro
che perpetrano gli abusi; c'è il
momento del dolore, del silenzio e
poi bisogna continuare la vita di tutti
i giorni, magari sentendosi dire “Ho
sbagliato, perdonami, non capiterà
mai più”, ma è solo un rimandare
alla prossima. La difficoltà di
denunciare una situazione di
violenza nasce anche dal fatto che
il più delle volte il tutto si svolge
all’interno delle mura domestiche.
Compagni, fratelli, mariti, padri,
sono i veri colpevoli della maggior
parte di abusi e purtroppo anche di
femminicidi. Violentare, picchiare,
ammazzare una donna vuol dire
violentare, picchiare e ammazzare
la nostra società che dice di basarsi
sulla famiglia e che dovrebbe
sempre di più appoggiarsi alle
donne per progettare il futuro del
mondo. Consiglio per le donne è di
denunciare subito, segnalare e
parlare
immediatamente
con
qualcuno. Il telefono rosa può
essere molto utile per non sentirsi
sole e poter capire subito cosa sta
veramente succedendo. Mentre noi
uomini, compagni, mariti, fidanzati
dovremmo esercitarci più spesso
nel rimuovere tutti quei luoghi
comuni e modi di dire sulle donne
che fanno poi il pensiero della
nostra cultura ancora un po' troppo
maschilista.
st a gi o n e 2 0 1 2 / 2 0 1 3
E’ iniziata alla grande la stagione in
corso! In effetti, per la prima volta, mi
trovo a scrivere della possibilità di
vincere il campionato, fatti i dovuti
scongiuri... La realtà e questa: dopo
10 partite disputate, 7 sono le
vittorie, 2 i pareggi ed una sola
sconfitta. Con una sola partita ancora
da disputare nel girone di andata,
siamo infatti al secondo posto, ad un
solo punto dalla prima in classifica.
E' inutile dire che si prospetta un
girone di ritorno tutto da vivere,
partita dopo partita, consapevoli però
del fatto che tutti gli scontri diretti,
valevoli per i posti alti della classifica,
si disputeranno sul nostro campo.
Campo dove quest’anno abbiamo
sempre vinto! Invito quindi tutti i
colleghi a seguire la squadra negli
incontri casalinghi, confidando in una
massiccia presenza di sostenitori nel
girone di ritorno, per stimolare
ancora di più la squadra. Approfitto
ancora una volta per ricordare a tutti
Che le partite casalinghe si svolgono
sempre di venerdì alle 20 nella
palestra comunale di Ranica, via
Matteotti n°2, e che sul sito internet
www.csibergamo.it potete trovare le
classifiche ed il calendario. Colgo
l’occasione per ringraziare chi questa
stagione sta giocando un po’ di meno
e chi, a volte, non gioca proprio, ma
nonostante tutto è sempre a
disposizione per ogni eventualità e
per incitare i compagni. GRAZIE
RAGAZZI! Da parte di tutta la
squadra un augurio di un felice
Natale ed un buon 2013.
Pietro Totè
Demetrio Lorenzi
Le massime del Biro
Instancabile il ciclo clorofiliale
meschino, abbandona foglie esauste
che, adagiandosi silenziose ai lati della strada
migrano verso il loro destino
sulla scia di auto in corsa
Nella foto da sinistra in alto: Emilio, Daimon,
Simone, Luca, Marcello, Fabrizio, Andrea,
Matteo
Giocano inoltre, gli assenti dalla foto, Emanuele,
Gaspare, Ivan, Luca, Marco, Pietro e Samuel.
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Dicembre 2012
L 'a n g o l o
d e l l 'i n t e r v i s t a
Facci una breve presentazione di te
stesso:
Mi chiamo Fabrizio Tolotti, ho 56 anni e
lavoro in Siad MI dal 1992, finalmente
sono prossimo alla pensione dopo 41 anni
e 3 mesi di vita lavorativa.
Se dovessi fare un bilancio della tua
permanenza in Siad MI sarebbe
positiva o negativa?
La mia permanenza in Siad MI è stata
sicuramente positiva. Grazie a questa
azienda ho avuto modo di conoscere e
girare il mondo, è stata una opportunità
che mi ha dato modo di fare innumerevoli
esperienze, umane e professionali.
La tua vita in Siad MI, i ricordi...
Molti bei ricordi sono legati ai miei
colleghi, che mi hanno sempre ben voluto
e rispettato, invece il ricordo più brutto è
legato alla scomparsa prematura di 2 miei
colleghi, il Carlì (Lorenzi Carlo) e
l’Angelino (Angelo Novellino).
Quale è secondo te la differenza più
importante tra la Siad MI di oggi e
quella di quando hai iniziato?
La differenza tra la Siad MI di oggi e
quella di ieri, posso dire, è quella
familiarità che si respirava. Ad esempio
all’arrivo di un nuovo assunto, veniva fatto
un giro di presentazione, in officina e negli
uffici, spiegando le sue mansioni, le sue
passate esperienze professionali, Oggi
non è più cosi, vedi un volto nuovo e ti
dice “Ciao” (chi cavolo è…boh) anche sul
luogo di lavoro, secondo me, è cambiato
atteggiamento, prima c’era più contatto fra
noi, più “complicità”, ora il ritmo è più
frenetico,
sicuramente
dovuto
alla
maggiore produzione ed ai differenti tempi
di consegna.
Il rapporto con i tuoi colleghi, quale
persona, nel bene o nel male, non
dimenticherai facilmente?
Innanzitutto, con i miei colleghi ho sempre
avuto un rapporto molto famigliare, poi,
sicuramente, non dimenticherò l'Ing.
Cartini, una persona schietta e sincera e,
anche se a volte ho avuto nei suoi
confronti un rapporto conflittuale, devo
riconoscere in lui una correttezza civile
che purtroppo manca a molte persone.
Quale consiglio ti senti di dare ad un
giovane che arriva oggi in Siad MI?
Ad un giovane che arriva oggi in Siad MI
posso dire che entra in una buona
azienda, che ha i suoi pregi e difetti, ma
l’importante è ritagliarsi un degno ruolo
professionale e, anche se a volte il
risultato non sembra immediato (a
dispetto di altri che seguono un percorso
piu “comodo”) suggerisco di impegnarsi
fino in fondo, per vedersi riconosciuto il
proprio quotidiano sforzo, ma anche per
dare un vero valore alla tua azienda e al
mondo del lavoro.
Il sindacato ha avuto un peso nella tua
vita lavorativa? Se sì, quale?
Il sindacato è un importante tutela dei
nostri diritti, diritti che non vanno sacrificati
nel nome del semplice profitto, la forza del
sindacato sono i lavoratori.
Cosa ha fatto di buono e cosa ha
trascurato il sindacato in Siad MI?
Il Sindacato ha fatto molto per il mondo
del lavoro, internamente, la 14ma, la
mensa, sono alcuni dei premi ottenuti
attraverso le richieste dei nostri
rappresentanti (vecchi e nuovi) e
attraverso la discussione nelle varie
assemblee, insomma, una tutela per tutti.
Certo il cammino delle nostre RSU non è
facile visto i momenti, ma io mi sento di
dire “avanti cosi”!
Fabrizio, vorremmo da te, un giudizio
sulla sicurezza
Devo dire che si è fatta molta formazione,
le mie esperienze professionali passate
(lavoravo in una azienda chimica) mi
hanno fatto sempre prestare particolare
attenzione alla sicurezza per i prodotti
trattati, poi con il passare degli anni e il
cambio di mansione, ho avuto modo di
vedere
evolvere
l’attenzione
delle
aziende, che, in parte per obblighi di legge
e in parte per una mentalità piu
“internazionale”, hanno intensificato la
formazione dei dipendenti. Nella nostra
azienda abbiamo seguito corsi “disco
rosso”, corsi di pronto soccorso, insomma
si è fatta formazione e informazione.
Inoltre, quando usciamo in trasferta per
interventi in altre aziende, nella stragrande
maggioranza dei casi dobbiamo svolgere
dei corsi di formazione sulla sicurezza
prima dell’ingresso. Certo per me,
meccanico vecchio stampo, sentire senza
cuffie il rumore del compressore mentre
funziona, è una tentazione che domino,
perché so anche che l’esempio è un buon
veicolo per ogni tipo di promozione.
Un a R e g i n a !
Sono una persona all’antica perchè
ancora oggi mi appassiona leggere il
giornale su carta stampata, però non mi
capita
spesso
di
commuovermi
leggendo le notizie; questa volta, ho
rischiato di vedermi scendere dal volto
un lacrimone. L’articolo in questione
parla di Isabella VIOLA, una signora di
34 anni, morta domenica 18 Novembre
su una panchina della stazione Termini
di Roma, a causa di un malore. Questo
è quello che racconta la cruda cronaca,
ma dentro quella donna c’è tutto. C’è la
pendolare che si sveglia alle quattro del
mattino, per preparare le brioches in un
bar del quartiere Tuscolano. C’è
l’orfana precoce che è dovuta crescere
in fretta, c’è la mamma di quattro figli
che sulla sua pagina di Facebook
scrive: ”Una donna i suoi gioielli non li
indossa, ma li mette al mondo”. C’è poi
la sognatrice, che fantastica di aprire
un forno tutto suo per le brioches. C’è
la sgobbona di cuore, che risparmia per
i regali di natale da dare ai suoi ragazzi,
occupandosi di trovare casa a tre cani
randagi. C’è la malata, che da tempo
non sta bene, ma non può smettere di
alzarsi presto la mattina, viaggiare due
ore tra bus e due linee di metropolitana,
per raggiungere il bar di Tuscolano. Da
qualche giorno, accanto al bar, è
presente una cassetta con la scritta
“Aiutiamo i figli di Isabella”. Giovani,
vecchi, impiegati e studenti, sfilano
come in una processione, mettendo
qualche euro nella piccola cassetta. Ma
questa non è elemosina, è un omaggio
alla Regina!
Giuseppe Maestri
Informazione Sindacale
4
Dicembre 2012
M E T A S A L UT E o m e t à s a l u t e ?
Nello scorso mese di novembre, i
lavoratori metalmeccanici, si sono
ritrovati, allegato alla propria
busta paga, un opuscolo che
richiamava
METASALUTE.
Chiariamo subito: METASALUTE
è un fondo sanitario integrativo su
base nazionale, sponsorizzato da
FIM-UILM e Federmeccanica,che
invita i lavoratori e le imprese ad
aderire (l’adesione è comunque
volontaria).
Le
suddette
organizzazioni
sindacali
presentano quindi METASALUTE
come
un’opportunità,
senza
peraltro dare una spiegazione
dettagliata sui contenuti. FIM e
UILM non spiegano ne come è il
rapporto tra contribuzione e
prestazione,
ne
che
METASALUTE
è
un
costo
contrattuale
che
pagano
i
lavoratori perché Federmeccanica
e le aziende hanno decurtato
dagli irrisori aumenti contrattuali
del 2009 il costo dell’avvio del
fondo e decurteranno i prossimi
costi del fondo dagli aumenti
contrattuali futuri. Inoltre, un fondo
di dimensione nazionale come
questo rende difficile, se non
impossibile, forme di controllo
dirette da parte dei lavoratori, sia
sulle finalità, che sulle prestazioni
del fondo stesso. Sarebbe invece
conveniente sostenere i fondi
sanitari territoriali e aziendali già
attivi e favorire, dove possibile, lo
sviluppo di questi fondi in quelle
aziende che ancora non lo hanno
istituito (In SIAD MI è attivo dal
1975).
METASALUTE,
propagandato da FIM e UILM,
smantella di fatto il sistema
sanitario pubblico a favore di una
sanità privata. Tradotto: significa
sostituire le prestazioni sanitarie
pubbliche con una prestazione
sanitaria privata,tutta da definire e
verificare. Nel contratto Nazionale
di categoria appena siglato dalle
due confederazioni sindacali FIM
e UILM con Federmeccanica, si
sono
firmate
clausole
che
mettono
in
discussione
il
pagamento, da parte dell’azienda,
riguardo i primi tre giorni di
malattia del proprio lavoratore…
Per concludere, la FIOM, in tema
di diritti e libertà, non accetterà
mai di aderire o, peggio ancora,
firmare contratti nazionali poco
chiari, peggiorativi e che limitano
la salute dei lavoratori. In questo
periodo di crisi e di poca
sicurezza del posto di lavoro,
accettare tutto sembra scontato,
normale. Ma non è questo il modo
di fare sindacato e di tutelare gli
interessi e la salute di chi lavora.
Badate bene che nel contratto
nazionale non c’è solo la parte
economica da salvaguardare, c’è
pure una parte normativa che si
dedica ai diritti (e quindi anche
alla salute) e che merita tutta
l’attenzione dei lavoratori. Un
ultimo punto: per la FIOM, la
rappresentanza
sindacale
in
fabbrica è la base democratica
per interagire con i lavoratori.
Spiegare ai lavoratori che, senza
un loro preciso parere, un
contratto non lo si firma è il
minimo che si può chiedere ad un
sindacato. Altro che muti e
rassegnati, facciamo sentire la
nostra voce! Noi delegati della
FIOM non accettiamo discorsi del
tipo: ”come mai o perché non si fa
niente per cambiare”…Non lo
accettiamo! Le RSU con le ore di
F i o c c h i Ro sa
ed A z z u rri
Tanti auguri ai nuovi arrivati ed ai neo-genitori:
Angelo e Larissa per la nascita di Riccardo il 12/11/2012
Alessandro e Lisa per la nascita di Giorgia il 29/11/2012
Daniele e Ilaria per la nascita di Giulia il 04/12/2012
B uo n a nno
nuo v o
Augurando
un
sereno
Natale ed un felice anno
nuovo, rinnoviamo l'invito ai
nostri colleghi ad una
maggior partecipazione alla
"vita" sindacale, ma anche a
collaborare
al
nostro
giornalino
(come
avrete
notato sono sempre gli
stessi nomi (da sempre ... )
che
si
adoperano
per
informare (nel limite delle
nostre possibilità) e dare
voce a quello che troppo
spesso è solo sussurrato a
denti stretti o bisbigliato tra
colleghi alle macchinette del
caffè!!!
Ogni aiuto è ben accetto
(nel rispetto della coerenza
e correttezza che ci hanno
sempre contraddistinto).
Forza, che ve maia nisù !!!
assemblee
a
disposizione,
cercano sempre di essere validi
portavoce dei lavoratori verso la
direzione. Le assemblee sono un
momento per fare il punto della
situazione, sono strumento di
conoscenza e cultura, occorre
però interessarsi al proprio posto
di lavoro e quindi partecipare
attivamente.
Giuseppe Maestri
Fabrizio Barbieri
Marco Birolini
Demetrio Lorenzi
Giuseppe Maestri
Marco Rota
Pietro Totè
Qui potrete scaricare il pdf di
questo numero del giornalino
ed anche quelli precedenti:
http://www.rsusiadmi.altervista.org
E-mail: [email protected]
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Numero 16 - Ludus Bergomensis