Periodico della Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” di Isola Dicembre 2005 Anno VI Numero 23 EDIZIONE SPECIALE ISOLA e ruzio t s n i ' e L nel secolo XIX ISOLA E L’ISTRUZIONE NEL SECOLO DICIANNOVESIMO ATTRAVERSO BREVI PERCORSI STORICI DELL’ISTRIA di Giorgio Dudine Isola e l’istruzione nel secolo XIX 2 La Colomba - Anno VI - N° 23 PREMESSA Questa modesta raccolta di eventi che abbiamo intitolato “Isola e l’istruzione nel secolo XIX” comprende tre capitoli: APPUNTI STORICI 1797 - 1815 Tratta gli avvenimenti che hanno scosso l’Istria a partire dalla fine della Serenssima fino alla stabilizzazione dell’Austria nelle nostre terre. Ci siamo soffermati in particolare sul periodo francese, dato che quest’anno ricorre il bicentenario della venuta di Napoleone Bonaparte in Istria (1805); L’ISTRUZIONE IN ISTRIA Riassume in linee generali gli ordinamenti scolastici, i metodi adottati e le caratteristiche della scuola in Istria, in seguito ai cambiamenti storico - politici e ambientali; SCOLARIZZAZIONE A ISOLA NEL SECOLO XIX È riservato all’alternanza di progressi e regressi dell’istruzione isolana e ad alcuni avvenimenti che ne hanno fatto da cornice. Anniversari 1805 - 2005 - 200° anniversario dell’arrivo delle truppe di Napoleone in Istria. 1815 - 2005 - 190° anniversario dell’arrivo del Congresso di Vienna che sancì il passaggio di tutta l’Istria agli Asburgo. 1875 - 2005 - 130° anniversario della fondazione dell’Orchestra d’ottoni isolana 1885 - 2005 - 120° anniversario dell’inaugurazione dell’attuale Cimitero di Isola. 1895 - 2005 - 110° anniversario della scomparsa del benemerito parroco di Isola don Giovanni Zamarin. Ringraziamento Si ringraziano le signore Anita Zaro (mastrili) e Anita Depase (cica) per il prezioso contributo fotografico. Avvertenza La Colomba, il periodico della C.I. “Dante Alighieri” di Isola, dal 2004 è presente anche su Internet all’indirizzo www.lapiazzamercato.it/upload/lacolomba/lacolomba.pdf in formato PDF. Pertanto, anche in questo numero, non scriveremo il segno diacritico (cioè la pipetta) sulle consonanti slovene “c” “s” “z”. Del resto questo sistema è diffusissimo proprio su Internet a causa della non accettazione di detti segni grafici da parte dei programmi. Per questa nostra scelta obbligata ci scusiamo fin d’ora. Quest’edizione speciale del periodico LA COLOMBA è stata realizzata e distribuita con i contributi finanziari del Ministero per la Cultura della RS, del Comune di Isola, della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola, dell’Unione Italiana di Fiume e dell’Università Popolare di Trieste. Isola e l’istruzione nel secolo XIX La Colomba - Anno VI - N° 23 3 APPUNTI STORICI 1797 - 1815 uesto capitolo è dedicato a una sintesi degli eventi che scuotono le nostre terre a partire dalla fine della Repubblica di Venezia in poi. Sono anni difficili per la nostra gente, anni in cui gli Istriani sono costretti a doversi adeguare a tutte le situazioni dettate dai vari padroni che si contendono la nostra bella penisola e ai vari governi che si alternano alla sua guida. Sono anni vissuti con trepidazione e nervosismo, accompagnati da continui conflitti. La popolazioTrattato di Campoformido ne assiste impotente a un regresso in tutti i campi giacché subissata da una valanga di riforme che non riesce ad accettare. Neanche quelle positive. Q Agli inizi del secolo XIX la situazione politica in Istria è piuttosto complessa. Con il Trattato di Campoformido, firmato il 17 ottobre 1797 tra Napoleone Bonaparte e il conte Louis de Cobentzel che rappresentava Napoleone Bonaparte l’Impero Asburgico, l’Austria perde l’Olanda, Milano e Mantova, ma acquisisce Venezia, l’Istria e la Dalmazia. La prima città istriana a essere occupata è Capodistria e subito dopo tutta la regione. A capo del governo provvisorio con sede in questa città è designato Philip von Roth che, pur essendo ostacolato dai filofrancesi, riesce a portare a compimento alcuni miglioramenti specialmente nel campo amministrativo. Questo stato di cose però dura pochi anni e ben presto scoppia un nuovo conflitto tra Francia e Austria e nel 1805 Napoleone e Francesco II firmano la Pace di Presburgo (Bratislava). Con questo atto cessa di esistere il Sacro Romano Impero. L’Austria è costretta a rinunciare all’Istria veneta. Il territorio istriano annesso alla Francia prende il nome di Ducato d’Istria del neocostituito Regno d'Italia. Diviso in sette canto- Jean-Baptiste Bessières Duca d’Istria ni, è assegnato al Maresciallo Jean-Baptiste Bessières che, grazie a quest'incarico, viene nominato Duca d'Istria. La Prefettura, con sede a Capodistria, è affidata al barone e cavaliere della Legion d’onore, l’avvocato dal- Valle delle saline di Sicciole nel 1807 Isola e l’istruzione nel secolo XIX 4 La Colomba - Anno VI - N° 23 mata Angelo Calafati, mentre la sottoprefettura ha domicilio a Rovigno. I confini del Ducato vengono definitivamente regolati nel 1807 con la Convenzione di Fontainbleu. All’Austria rimane la contea di Pisino, già sotto il suo dominio fin dal secolo XIV. Allo scopo di far fronte a ogni attacco nemico, la liMedaglia napoleonica nea di demarcazione viene col tempio d'Augusto a portata all’Isonzo e preciPola che celebra la samente da Canale alla fo"Conquista dell'Istria" ce del fiume. Sempre nel 1807 si organizza il corpo di Guardia Nazionale, nel quale sono inclusi tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni d’età, che hanno dimestichezza con le armi. Inoltre, per garantire una migliore difesa della costa, le cittadine di Capodistria, Pirano, Parenzo, Rovigno e Pola vengono fornite di armi adatte a tale scopo. Sebbene il governo francese basasse tutte le sue leggi sul principio d’uguaglianza di tutti i cittadini e si adoperasse per portare migliorie nella zona, troppi e repentini sono i cambiamenti: Strada Isola - Semedella costruita durante il dominio francese Isola, Fontana Fora (Fontanon) costruita nel periodo delle Province Illiriche - si aboliscono gli statuti municipali e si adotta il codice civile, detto anche napoleonico (rimasto un modello imitato da molte nazioni europee per tutto l’Ottocento, in quanto le libertà conquistate dalla borghesia trovavano un’organica espressione giuridica); - si sopprimono le baronie e tutto quanto può ricondurre al feudalesimo; - si introduce la coscrizione militare obbligatoria; - vengono incamerati i beni delle confraternite religiose - si esercita uno stretto controllo sulla vita ecclesiastica. Tutto ciò, come già detto, fa offuscare anche quanto di positivo viene portato a termine in questo periodo. Il malcontento aumenta anche perDivise dell’esercito del ché le continue e coRegno d’Italia stose campagne militari rappresentano un prezzo troppo alto per la popolazione. Le imposizioni, le requisizioni, le ruberie delle truppe d’occupazione, lo sconvolgimento e l’interruzione di molte attività economiche, la carenza di viveri, la pesante ingerenza delle autorità francesi nella vita interna, le offese al sentimento religioso, finirono con lo screditare completamente le istituzioni repubblicane agli occhi delle masse, incapaci di apprezzare una libertà di cui non sapevano che cosa farsene e un’uguaglianza che rimaneva su un piano esclusivamente giuridico - formale. Approfittando di un nuovo conflitto tra Francia e Austria, gli Istriani organizzano un’insurrezione a favore La Reggia di Schoenbrunn Isola e l’istruzione nel secolo XIX 5 La Colomba - Anno VI - N° 23 1809 - Capodistria e le sue saline Le Province Illiriche di quest’ultima. I Francesi però hanno il sopravvento e riescono a dominare la situazione disarmando gli insorti. Nell’ottobre 1809, con la pace di Schoenbrunn, gli Asburgo sono costretti a cedere alla Francia una buona fetta dei propri territori che viene incorporata nelle Province Illiriche dell’Impero francese con sede a Lubiana. a capo il vicedelegato. La provincia dell’Istria ha quattro distretti: Gorizia, Trieste, Capodistria e Rovigno. Le Province Illiriche, che in larghezza misurano 200 km e in lunghezza 750, quindi a forma stretta e allungata, hanno una superficie di 55.000 km2 con un milione e mezzo di abitanti. I problemi per governare le province però sono tanti e variegati, come tante e variegate sono le regioni inglobate in esse, spesso molto difficili da tenere sotto controllo. Uno degli ostacoli maggiori è rappresentato dalla diversità nell’ordinamento, nello sviluppo, nella struttura sociale. Si costituisce così la Provincia d'Istria con capoluogo Trieste che, oltre ai territori della città e all’Istria già veneta, comprende pure una parte del Goriziano. Sei sono le Province Illiriche: Carinzia, Carniola, Istria, Croazia civile, Dalmazia e Ragusa (Dubrovnik), con a capo altrettanti intendenti. Con questa soluzione l’Istria viene separata dal Regno d’Italia e l’Austria rimane senza uno sbocco al mare. Moneta del 1809 con la scritta “Napoleone Magno Imperante” La provincia è equiparata ai vari dipartimenti in Francia con il suo ingegnere per i ponti e le strade, il suo ispettore del registro fiscale e del demanio pubblico, il suo ispettore delle ipoteche, il suo direttore fiscale, il suo ispettore dei boschi, delle dogane e delle lotterie. I distretti sono le unità amministrative inferiori con Stemma del Maresciallo Marmont Auguste Frédéric Louis Viesse de Marmont (1774 - 1852), Duca di Ragusa e dell’Impero, Maresciallo di Napoleone e Governatore delle Province Illiriche Il 16 novembre 1809 il Maresciallo Auguste Frédéric Louis Viesse de Marmont assume l’incarico di Governatore Generale delle Province Illiriche, nel cui contesto l’I- stria è parte integrante. Ecco come il Caprin descrive la figura del Maresciallo Marmont: Isola e l’istruzione nel secolo XIX 6 La Colomba - Anno VI - N° 23 Era un bel pezzo di soldato, tempra indurita sui campi di battaglia, l’eroe che a Lodi meritò una spada di onore, che all’assalto di Malta strappò con le proprie mani il vessillo dei Cavalieri; l’ingegnoso pioniere che diresse il passaggio delle artiglierie per il SanBernardo; il colonnello tempestato di medaglie, che presenta in un’ora di indescrivibile solennità, al Direttorio di Francia, il fascio di bandiere conquistate al nemico. (...) Napoleone gli aveva regalato l’Equile di Lipizza, allora sguarnito di cavalli. (...) Quando intervenne alla solenne distribuzione di premi nella sala del Ridotto, visto un fanciullo ricciuto e di fisionomia intelligente e svegliata lo alzò e se lo pose sulle ginocchia per accarezzarlo. Quel ragazzino che giocava intanto con gli stivaloni alla dragona del maresciallo era il futuro storiografo triestino Pietro Kandler. Uno tra i primi incarichi del Marmont è quello di intraprendere una strenua e sistematica lotta contro il brigantaggio specialmente nel meridione dell’Istria alla periferia delle città di Rovigno, Dignano e Pola e al nord lungo la strada Trieste - Fiume. Così scrive a tal proposito il Maresciallo Marmont nelle sue memorie “L’illecito era tale e tanto che gli abitanti dell’Istria meridionale e di Rovigno non avevano il coraggio di uscire dalle città senza prima pagare ai briganti un tributo al proprio patrimonio”. Contro i briganti che terrorizzano l’Istria Marmont proclama perfino la legge marziale e reparti speciali hanno il compito di stanare i gruppi di banditi. Con tali metodi riesce nel suo difficile intento e libera la penisola da questa piaga. In breve tempo i Francesi sopprimono tutti gli ordini religiosi, introducono la censura, organizzano la polizia e regolano la pubblica istruzione. Tutte queste forzature, assieme al comportamento inadeguato degli occupatori, rendono la popolazione intollerante. Ecco un ricordo raccolto dal Caprin sul periodo in cui Napoleone entra a Trieste. Donna Catraro, ch’io conobbi lassù, nella sua pingue campagna, era una di quelle vecchie, che non perdono la vivacità dell’occhio e conservano il viso sereno: prova che il tempo le avesse imbiancata la testa unicamente per rendere solenne l’età. (...) Quella buona vecchia Catraro era un libro aperto di cronaca paesana; parlava sempre di Napoleone; lo aveva veduto entrare il giorno 29 d’aprile del 1797, allora generale in capo dell’armata, preceduto da cento ussari in casco color arancio e coda, e prender quartiere nel palazzo del conte Brigido; e lo aveva veduto ripartire l’indomani sul cavallo bianco lipizzano, regalatogli dai triestini, seguito dai generali Murat, Berthier, Lannes e Bernadotte, il futuro re di Svezia. Secondo lei correva publica voce, che il Capuano, allora preside del Magistrato, possedesse un autografo di Bonaparte diretto alla Municipalità, documento scomparso e perduto. Era poi nel medesimo anno stata spettatrice dell’esodo triestino: la fuga dei cittadini ebbe per conseguenza la chiusura dei negozi, l’arenamento degli affari; si diffuse la paura e la miseria. I fuggiaschi ripararono alle città dell’Istria ed a Fiume, salvando quanto di meglio potevano. Si videro donne che portavano seco persino la gatta; altre superstiziose la cenere del focolare. Narrava inoltre, che nel 1805 il generale francese Solignac faceva presidiare Trieste da una truppa di negri americani di San Domingo. (Entrò in Trieste il 19 novembre con un distaccamento di 500 uomini: due compagnie di negri, una di dragoni, una di cacciatori, una di granatieri ed una di ussari. Impose in nome del generale Massena 6 milioni, pagabili entro 24 ore, e una quotidiana consegna di 20.000 razioni di pane, vino, riso, carne e acquavite per le truppe che dovevano entrare il giorno appresso in città. Il colonnello Songeon vuotò l’indomani tutte le casse dei publici uffici). Il periodo della occupazione le era rimasto incancellabile nella mente ed amava ripetere che il Ciriaco (Catraro, uno dei principali membri del ceto mercantile triestino - ndr), quando l’intendente Ioubert, nel 1809, non ottenne subilo la imposta contribuzione, fu uno degli ostaggi mandati nella fortezza di Palmanova. Nell'agosto 1813 l'Austria dichiara guerra alla Francia e occupa le Province Illiriche. Dopo la pace di Parigi del 1814, si restaurano dappertutto i poteri austriaci. Congresso di Vienna Con il Congresso di Vienna del 1815 i nostri territori passano ufficialmente e definitivamente all’Austria, che vi regnerà sovrana per cent’anni. Isola e l’istruzione nel secolo XIX La Colomba - Anno VI - N° 23 7 L’ISTRUZIONE IN ISTRIA 1800 - 1815 nel breve periodo di dominazione austriaca, cioè dalla fine della Serenissima (1797) alla venuta di Napoleone (1805) il settore dell’istruzione segna un visibile arresto. Soltanto le migliori scuole della Repubblica Veneta riescono ancora a mantenere un buon livello d’insegnamento. Con i cambiamenti di potere, cioè quando l'Austria, nel 1805 deve cedere parte delle terre annesse a Napoleone, per l’istruzione scolastica arrivano nuove prescrizioni. Le scuole, che fino a quel momento erano state gestite e curate dal Clero, in questo periodo subiscono un giro di boa. I Francesi restringono le mansioni delle autorità ecclesiastiche sulle scuole, limitandole al massimo. Nel 1805, quando le truppe di Napoleone giungono in Istria trovano sette istituti scolastici, quasi tutti con gravi manchevolezze. A Capodistria operano un Seminario e un Collegio. Il primo, sotto la diretta sorveglianza del vescovo, impartisce ai suoi 43 allievi lezioni di grammatica italiana e latina, di teologia, di filosofia, di retorica e di umanità. Il secondo, come specifica il Consigliere di Stato, Giulio N 1806 Rete scolastica in Istria secondo un rapporto del Consigliere di Stato del Regno d’Italia Giulio Cesare Bargnani, che senz’altro ha menzionato soltanto le scuole principali. Cesare Bargnani, in un suo rapporto presentato al Vice Re d’Italia nell’ottobre 1806, “ebbe la sua origine al principio del secolo decimottavo, e che per mancanza di mezzi di sussistenza era andato in deperimento fino al punto di essere chiuso, lo sarebbe stato infatti, se i sindaci, autorizzati dal consiglio del comune, che ne ha il giuspadronato, mal soffrendo di veder perire questo istituto, che è l’unico in tutta la provincia, non vi avessero provveduto, segnarono essi nel 1803, con l’approvazione anche di quel governo una convenzione, in virtù della quale venne affidata a sette padri Scolopi la direzione tanto istruttiva, quanto economica del collegio medesimo.” A Isola continua ancora a fiorire il Ginnasio fondato nel 1794. Medaglia delle A Umago “vi sono scuole Province Illiriche di leggere, scrivere e di princìpi di latinità dotate dal vescovo di Cittanova, che ne ha il giuspadronato di elezione dei maestri, la sorveglianza, e la disciplina, e stanno a suo carico gli stipendi dei precettori.” A Parenzo tre maestri insegnano grammatica, retorica e filosofia. A Rovigno ci sono due scuole che impartiscono soltanto lezioni di grammatica, retorica e matematica Sette sono quindi gli istituti dei quali solamente quelli di Capodistria e Isola idonei a preparare i giovani per il seminario o per l’università. La relazione del Bargnani, corredata da molti allegati, uno dei quali è riportato nella pagina seguente Stemma delle (G. Dimostrazione della Province Illiriche pubblica istruzione nel Distretto dell’Istria), si conclude così: “Dalla breve enumerazione delle pochissime scuole dell’Istria, V.A.I. ravviserà facilmente quanto grave sia il bisogno di attuare in questo dipartimento un regolare sistema di pubblica istruzione, istituendo in tutte le comuni urbane almeno Isola e l’istruzione nel secolo XIX 8 La Colomba - Anno VI - N° 23 G - DIMOSTRAZIONE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE NEL DISTRETTO DELL’ISTRIA Comune Denominazione Qualità dell’istituto dell’istruzione Numero dei maestri Come sostenute le spese Osservazioni Capodistria Seminario Lingue, italiana e latina, umanità rettorica, filosofia icologia e matematica Cinque, ed un rettore Col reddito di pochi fondi prediali, e colle corrisponsioni dei seminaristi È sotto l’immediata direzione e sorveglianza del Vescovo. Capodistria Collegio Scuole primarie, lingua latina, rettorica, filosofia e matematiche Quattro, oltre un rettore ed un economo Colle casse regie della comunità, e colla mensile corrisponsione dei convittori Fu istituito nel principio del decimo ottavo secolo, è di giuspadronato della comunità, la quale nel 1803, segnò una convenzione con li padri Scolopj, per la direzione Isola Scuola Scuole primarie, latinità, rettorica e filosofia tre Con i redditi dei due conventi ivi soppressi, che furono assegnati dall’ex Governo Veneto Pirano Scuola Grammatica, rettorica, e filosofia tre Colle entrate comunali Rovigno Scuola Grammatica, rettorica, e matematica tre Colle entrate comunali Rovigno Scuola Grammatica, rettorica, e matematica tre Colle entrate comunali Omago Scuola Scuole primarie e principj di lingua latina Uno A peso del Vescovo di Cittanova Il Vescovo di Cittanova, ha il giuspadronato per la nomina del maestro N.B. In ognuna delle suddette scuole, l’istruzione è fatta secondo li metodi ordinari, non conoscendosi ancora li metodi normali per le scuole primarie. Isola e l’istruzione nel secolo XIX La Colomba - Anno VI - N° 23 delle scuole urbane elementari. Per le comuni rustiche, le quali hanno le loro abitazioni sparse sopra immensi circondari, non saprei suggerire altro migliore adattato mezzo alla loro situazione di quello di obbligare i parrochi a prestarsi all’ammaestramento per quanto almeno l’incomoda distribuzione del caseggiato e gli altri doveri del loro ministero lo possono permettere; molti fra i parrochi stessi non si mostrarono avversi a questo mio suggerimento.” Il Maresciallo Marmont, primo governatore delle Province Illiriche (nel cui contesto l’Istria era parte integrante), si impegna a risolvere anche i problemi relativi l’istruzione e cerca di riordinare tutto il sistema scolastico, obbligando i Comuni ad aprire scuole primarie nella lingua d’insegnamento del paese (la langue du pays). Nel suo “Editto di Lubiana” del 1810, diviso in sei titoli e 43 capitoli, il Maresciallo Marmont tratta i seguenti argomenti: 1. 2. 3. 4. 5. 6. Gli stabilimenti destinati all'istruzione pubblica La direzione degli stabilimenti pubblici Il pubblico ammaestramento I maestri e i professori Gli allievi Le disposizioni generali Tutti i fanciulli dai 6 ai 12 anni hanno l’obbligo di frequentare le scuole. Il programma scolastico, che deve essere approvato dal Governatore Generale, verte sul leggere e sullo scrivere, sugli elementi di aritmetica e sul catechismo. La sorveglianza delle scuole primarie è affidata al Direttore del Ginnasio e negli istituti superiori vengono introdotte le esercitazioni militari. Le nomine dei maestri sono lasciate alle competenze delle autorità locali, le cui approvazioni devono essere sancite dal Governatore Generale. Il decennio napoleonico è caratterizzato dagli ideali di un’istruzione gratuita e accessibile a tutti i cittadini, svolta nella lingua del popolo, che mira a bandire l’istruzione artificiale e si prefigge di educare l’uomo nella sua interezza. Questi ideali però non riescono a realizzarsi in così breve tempo e, con il ritorno dei regnanti austriaci si assiste al ripristino dei vecchi ordinamenti scolastici. 1815 - 1899 on la caduta dell’Impero Napoleonico, in virtù dell’articolo 93 del Congresso di Vienna, l’Austria rientra in possesso di tutta l’Istria. La popolazione ancor sempre subisce passiva i tanti cambiamenti, desiderosa soltanto di “pace e pane”. Tra C 9 l’altro l’anno 1817 viene chiamato anche “l’anno della fame e del tifo”. In questo periodo si formano Circoli, Capitanati, Province, Distretti, Capocomuni, Sottocomuni. Il Podestà è scelto dal Governo e il Consiglio Comunale, con durata triennale, è presieduto dal Commissario distrettuale che dipende dal Capitano Circolare e dal Capo della Provincia, il quale vigila anche sull’istruzione pubblica. Contemporaneamente alle riforme politiche vengono messe in pratica anche quelle scolastiche. Uno dei primi cambiamenti nell’ambito dell’istruzione è quello di restituire le scuole al clero, anche se ciò poteva creare degli scompensi nel settore didattico e pedagogico, specialmente nelle zone rurali. Comunque lo Stato non dimostra grande sensibilità, anzi fa capire chiaramente la convenienza di una popolazione non istruita. Infatti parla chiaro Francesco II° al Congresso di Lubiana: “Voglio sudditi obbedienti, non cittadini illustri!” Tra il 1815 e il 1816 il numero delFrancesco II le scuole in Istria aumenta notevolFrancesco II d’Asburgo - Lorena (Firenze 1768 - Vienna 1835) è l’ultimo Imperatore del Sacro Romano Impero che, tranne per brevi interruzioni, durò dal 800 al 1806. Con la pace di Presburgo del dicembre 1805, dopo la clamorosa sconfitta ad Austerlitz contro Napoleone, Francesco II deve rinunciare al titolo di Imperatore del Sacro Romano Impero e accontentarsi di quello meno pomposo di Imperatore d’Austria, con il nome di Francesco I. mente. Si aprono sei caposcuole normali e 27 elementari per maschi e femmine e naturalmente il programma scolastico è compilato in armonia con il Regolamento politico di Francesco I. Entrato in vigore nel 1820 il Regolamento scolastico, che durerà fino al 1869, non è altro che un rima- Isola e l’istruzione nel secolo XIX 10 La Colomba - Anno VI - N° 23 neggiamento degli editti di Maria Teresa e di Giuseppe II, ovvero un rimpasto dei principi didattici che il noto Comenius aveva pubblicato nel 1650. A destra: Il mondo di Comenius in una grafica del 1658 Così Comenius ripartiva la rete scolastica: - Schola materna (scuola infantile) - Schola vernacula (scuola popolare o primaria) - Schola latina (ginnasio o liceo) - Academia (Università) Come si può notare è uno schema divenuto classico e ancora sempre in vigore. In questo periodo le scuole sono così suddivise: - Scuola elementare minore (o primaria) - Scuola elementare maggiore - Scuola Reale (ginnasio) La Scuola elementare minore comprende due classi e deve essere istituita in ogni località che vanti un libro parrocchiale o comunque ove lo richiedano le circostanze. Le scuole sono previste per ambo i sessi, ma dividendo sempre i maschi dalle femmine in classi separate o, se ciò non fosse possibile, almeno in bancate distinte. Comenius, nome latino di Jan Amos Komensky, educatore ceco (1592 - 1670), fondatore della moderna pedagogia, sostenne tra l’altro l’ideale pedagogico della pansofia, ovvero dare a tutti un insegnamento, il più completo possibile. Ogni alunno deve conoscere il fondamento e la ragione delle cose e l’arte educativa deve imitare la natura, seguendo gli obiettivi fondamentali pedagogici, riassunti nel trinomio: sapere, virtù e pietà religiosa. La Scuola elementare maggiore è formata da quattro classi che preparano i giovani alle arti (artigianato), ai mestieri, al "traffico di sfera inferiore" e a un eventuale passaggio alla Scuola reale. In ogni circolo, cioè in ogni Caposcuola, deve funzionare una Scuola maggiore. La Scuola reale (ginnasio) è organizzata in sei classi e a ciclo completato gli allievi sono pronti per intraprendere gli studi superiori. Isola e l’istruzione nel secolo XIX La Colomba - Anno VI - N° 23 11 dei vangeli, contempla ancora il leggere, lo scrivere, la calligrafia, l’ortografia, la grammatica, i componimenti scritti e l‘aritmetica. Per coloro che intendono dedicarsi alle arti o ai mestieri meccanici, dopo aver assolto la quarta classe dell'elementare maggiore, possono frequentare un corso trimestrale di perfezionamento a Trieste o iscriversi all'Istituto politecnico a Vienna. Per i pochi che proseguono gli studi al Ginnasio è necessaria un’ulteriore esercitazione nella lettura e nella scrittura delle parole latine. Entrata del Seminario di Capodistria Il Seminario, l’istituto ecclesiastico dove i futuri sacerdoti ricevono la formazione culturale e spirituale è frequentato anche da secolari. Chi desidera iscriversi a questa scuola è tenuto a completare precedentemente un corso di filosofia di due anni. L’obbligo scolastico rimane ancor sempre limitato ai bambini dai 6 ai 12 anni. Ma anche se ci sono delle misure severissime per punire le famiglie che non mandano a scuola i propri figli e i datori di lavoro che occupano fanciulli in età scolare, questa regola non viene rispettata. Il numero degli alunni nelle classi è sempre minore, la scuola pubblica va gradatamente decadendo e la schiera degli analfabeti aumenta spaventosamente. Una delle cause di questo degrado è anche la tassa che i genitori sono costretti a corrispondere per ogni figlio allievo, il che significa un onere spesso impossibile da rispettare per la maggioranza dei nuclei familiari. Per pagarsi i tributi, ad esempio, a Capodistria alcuni bambini si vedono costretti a zappare la terra municipale e a Isola, le femmine, a pettinare la stoppa. Nelle Scuole reali i programmi prevedono alcune materie generali per tutti gli allievi e altre specifiche, a seconda del ramo di studi che ogni singolo giovane intende abbracciare. Nel 1826 si istituiscono le Scuole di ripetizione con l'obbligo di includere i ragazzi fino all'età di 15 anni, ma non riescono a decollare. Ben presto sono soppresse perché la frequenza è molto scarsa. L’organico nelle Scuole elementari consiste in un solo maestro per ogni classe, e le lezioni sono tenute da tanti assistenti quante sono le sezioni, o per meglio dire, le aule a disposizione. Nelle Scuole reali c’è un direttore che insegna stile, grammatica e ortografia, cinque maestri e un catechista. I passaggi di carriera dei Maestri da una classe all’altra o da una scuola all’altra sono sempre vidimati dal catechista, l'unico idoneo a giudicare l’insegnante attraverso la preparazione religiosa dell'alunno, "la materia più importante e più difficile". Nella Scuola minore il programma d’insegnamento comprende le ore di religione, il leggere, lo scrivere e il far di conto. "Oltre a ciò basterà un'istruzione pratica nel concetto", cioè fare componimenti scritti. Nelle scuole femminili è insegnata anche la grammatica e l'avviamento alla conoscenza delle lingue straniere. La preparazione professionale del curato maestro, in questo periodo, è poco più che nulla. Basta che egli sappia “leggere speditamente secondo le regole della prosodia ogni sorta di caratteri stampati che trovansi nei libri prescritti d’istruzione, scrivere speditamente e con bel carattere le diverse qualità di scritture prescritte” e che conosca “le quattro specie di conti in numeri interi e rotti, nonché la regola del tre e che le sappia prontamente applicare ai diversi casi avvenibili.” Inoltre “Nel conteggiare a memoria egli deve avere somma facilità; deve intendere la grammatica quanto rendesi necessario onde poter scrivere correttamente; essere capace di stendere alcuni componimenti indispensabili nella vita comune; conoscere, oltre la lingua tedesca, la lingua usata nella Provincia.” La Scuola maggiore, oltre all'insegnamento della dottrina cristiana, della storia sacra e alla spiegazione È giudicato maestro ideale chi espone i saggi calligrafici degli allievi, ma specialmente chi “promuove e Isola e l’istruzione nel secolo XIX 12 La Colomba - Anno VI - N° 23 mantiene l’obbedienza, l’ordine, il silenzio e l’applicazione” nella classe, che non introduce altri libri d’insegnamento all’infuori di quelli prescritti e che non dà modo agli scolari di sviluppare uno spirito individualistico. Dal 1814 in Istria vige un regime di ferrea disciplina per gli alunni, applicata rigorosamente allo scopo di insinuare per tempo nei discenti il sentimento dell'obbedienza e del dovere. Prima dell’inizio delle lezioni gli scolari non possono muoversi dai posti assegnati. Il comportamento di ogni allievo deve essere sommesso. Non sono ammessi né schiamazzi né rumori di alcun genere "od altra azione indegna di chi brama conseguire una buona educazione." Così si esprime il canonico Cesare Gattoni nella sua opera SULLA EDUCAZIONE CRISTIANA: "Se i giovani non devono avere paura del diavolo, io non so con qual mezzo si potrà far argine alle loro impetuose passioni." Per farsi obbedire il maestro usa una ferula. Questa viene messa in pratica per i falli importanti commessi dall’alunno. In teoria la punizione corporale dovrebbe essere autorizzata dal parroco locale ed esercitata dai genitori o dal “familias”, cioè dal bidello della scuola, finanziato direttamente dagli alunni. È pure sancito che “il maltrattare lo scolaro, in guisa tale che ne risenta pregiudizio il suo fisico, è una grave trasgressione di polizia”. Ma per farsi obbedire, la maggioranza dei maestri spesso abusa dello strumento che tiene in mano, con il tacito benestare delle autorità scolastiche. Ogni aspirante sacerdote, per diventare tale, deve sostenere gli esami “della prima classe di progresso nella catechistica e nella pedagogia” e per intraprendere la carriera di Maestro è sufficiente frequentare un Corso di pedagogia di sei mesi. I sacerdoti che vogliono insegnare nelle scuole elementari maggiori invece hanno l’obbligo di frequentare i corsi trimestrali di metodica organizzati dai direttori delle Caposcuole. In Istria la prima scuola che abilita all’insegnamento è quella di Rovigno, fondata nel 1819. Consiste in un corso di tre mesi che poi viene portato a sei. In seguito, scuole di questo tipo si aprono anche a Pisino, Capodistria, Veglia, Cherso e Lussino. Nel 1848 la durata del corso è portata a un anno di studio e, più tardi, sarà prolungato a due anni. I metodi d’insegnamento sono sempre definiti nel dettaglio e non lasciano alcuna interpretazione da parte dell’insegnante. Ecco come recita il paragrafo 12 del Regolamento: “Non potendosi attendere dalla maggior parte dei maestri delle scuole elementari minori quella distinta capacità per tenere un ben dedotto e sviluppato discorso, dovranno essi, lasciata da parte ogni ulteriore delucidazione, attenersi strettamente a quella che è contenuta nel testo scolastico, dandosi ogni cura che gli allievi ritengano bene a memoria ciò che devono imparare”. Nei primi decenni di questo secolo si fa strada in Europa il metodo Bellancasteriano (da Andrew Bell e Joseph Lancaster), chiamato anche del mutuo insegnamento o vicendevole, pensato verso la fine del Settecento per riuscire a istruire un numero rilevante di alunni pur disponendo di pochi insegnanti. Il mutuo insegnamento viene subito scomuniAndrew Bell cato dalla Chiesa Andrew Bell (1753 - 1832), educatore britannico. Trovandosi nel 1786 a dirigere una scuola a Madras (India) e non riuscendo a reperire maestri idonei, si ingegnò cercando ottimi aiutanti tra gli allievi più intelligenti e savi, dando il via al metodo del mutuo insegnamento. Il metodo diede allettanti frutti, tanto da essere seguito anche da altri educatori. Joseph Lancaster (1778 - 1838), educatore e riformatore inglese, verso la fine del secolo XVIII inaugurava a Londra una scuola per bambini poveri. Avvalendosi dell’opera di Bell e apportando a questa alcuni ritocchi, nel suo saggio “Miglioramento delle classi industriose della società”, riportava i successi ottenuti con questo metodo. cattolica e pertanto vietato anche in Istria perché reputato periglioso, liberale e cospiratorio, specialmente dopo i motti liberali del 1821. Isola e l’istruzione nel secolo XIX La Colomba - Anno VI - N° 23 Secondo il metodo Bellancasteriano gli alunni più grandi, una specie di vicemaestri, vengono preparati e coinvolti dal maestro nell'educazione dei più piccoli e inesperti. Ogni vicemaestro, sotto la guida dell'insegnante, tramite un ingegnoso sistema di divisioni degli alunni, si 13 giornaliere, divise in due turni. Per le scuole maggiori invece le ore sono cinque. A seconda del grado d’istruzione la settimana comprende cinque o sei giorni d’insegnamento. Nella maggioranza delle scuole il giovedì è esente dalle lezioni. In qualche caso però può essere libero soltanto un pomeriggio durante la settimana. La sfera dei Servizi d'ispezione distrettuale è totalitaria e si estende non solo all’insegnamento, ma anche ai rapporti esterni alla scuola. Ecco alcuni compiti dell’ispettore: - sorveglianza sui parroci in relazione al loro obbligo di curare le scuole nella parrocchia, all’istruzione religiosa loro affidata e al loro rapporto con i maestri; - ingerenza sui comuni nel mantenere gli impegni Joseph Lancaster finanziari assunti; - controllo sul rispetto dell’obbligo scolastico; - controllo sul funzionamento degli ambienti scolastici; - sorveglianza sulla condotta pubblica e privata del maestro. La carica d’Ispettore distrettuale non può assolutamente essere ricoperta da un laico. L'ispettore è tenuto a compiere almeno una visita annua in ogni scuola del distretto e ogni visita è regolata da un preciso protocollo. L’ispezione deve svolgersi in una stagione in cui è presente il maggior numero di alunni. L’arrivo dell’ispettore deve essere preannunciato affinché il maestro possa far presenziare all’avvenimento i vari protettori della scuola e i genitori degli alunni, per assistere alle lezioni e rendere onore al visitatore. Oratorio di S. Caterina a Milano, dove si utilizza il metodo del mutuo L'ispettore è insegnamento (Torino, Museo del Risorgimento) salutato dal suono delle campane prende cura di un piccolo gruppo di scolari. della chiesa. Al suo arrivo si presenta Il metodo consiste di tre elementi fondamentali: di- prima dal parroco per farsi un’idea visione degli alunni in gruppetti, scelta degli allievi più della situazione della scuola. Poi si redotati nella stessa scuola per istruire ogni singolo grup- ca in classe e qui inizia il rito: un dipo, lavoro simultaneo dei gruppi nello stesso locale e scorso diretto agli alunni, una prenello stesso momento. In tal modo un solo maestro può ghiera e l'esecuzione dell'inno. Dopobastare anche per 50 o 100 alunni. diché incomincia l'interrogazione da parte dei maestri e del catechista, duStufa in Il Calendario scolastico prevede l’apertura del- rante la quale l'ispettore controlla l'aghisa l’anno accademico il 4 novembre e la sua conclusione il bilità dei maestri e degli allievi. Infine del 1821 21 settembre. segue la lettura dei nomi dei migliori Nella scuola minore sono quattro le ore di lezione scolari ai quali va la lode dell'ispetto- Isola e l’istruzione nel secolo XIX 14 La Colomba - Anno VI - N° 23 re, seguita dal biasimo per gli altri. Se il controllo ha esito positivo, il sovrintendente rivolge un encomio ai maestri, alle personalità presenti e ai genitori. Dopo una preghiera licenzia i ragazzi e quindi, alla presenza delle autorità, enumera e analizza tutte le manchevolezze riscontrate durante le lezioni. Per quanto riguarda la Scuola materna, in Istria non figura nessuna istituzione atta alla cura e la sorveglianza dei bambini prescolari, fondata ufficialnente prima del 1832. Donna con bambino (1847-52) Scuola dell’infanzia del 1837 Nel 1851 l’Imperatore Francesco Giuseppe I decreta l’apertura di una Scuola Nautica a Rovigno che inizia a funzionare nell’ottobre 1854 con il capitano Domenico Costantini, scuola che già nel 1860 cessa la sua attività. Rovigno nel secolo XIX Il 23 marzo 1855 viene emanata un’ordinanza che riordina le scuole pubbliche. Questi sono i punti essenziali: - Viene regolata la materia delle scuole materne (asili infantili) tenendo presente che le istituzioni devono raccogliere i bambini abbandonati per redimerli dalla cattiva educazione e dalla corruzione della strada. "I fanciulli saranno da esercitarsi nel camminare, nel marciare, nello star seduti, nell'adoperare convenientemente le mani, etc." Il decreto di apertura di un conservatorio è di competenza del Concistoro Vescovile ed è valevole per tre anni. - In ogni scuola elementare maggiore viene introdotto l'insegnamento del disegno. - Viene disposto l'uso dell'abecedario per la prima classe, del libro di lettura ed esercizi di lingua per la seconda classe, e del terzo libro di lettura e grammatica per la quarta classe. - I maestri vengono destinati alle singole classi soltanto in rapporto alla propria capacità e non alle norme d'avvicendamento. Dal Protocollo delle scuole di Capodistria è deducibile che nel 1859 l’ultima regola dell’ordinanza viene cambiata stabilento che il maestro più anziano insegni sempre nella quarta classe, quello che lo segue nell'anzianità sia designato alla terza, fino ad arrivare all’assistente, che di solito è titolare della prima classe. Nell’anno 1858, nelle diocesi di Capodistria e Trieste, ci sono 82 prime scuole elementari maschili e 12 femminili. Quest’ultime operano a Muggia, Isola, Pirano, Umago, Cittanova, Buie, Pisino e 5 a Trieste. A Capodistria funzionano le Caposcuole popolari (maschile e femminile) e altre due si trovano a Pirano e a Pisino. La diocesi di Parenzo - Pola ha appena 15 prime scuole elementari maschili e 5 femminili che hanno le loro sedi a Montona, Dignano, Parenzo, Pola e Albona. Inoltre a Rovigno ci sono due Caposcuole: una maschile e una femminile. La diocesi di Veglia invece conta 19 primarie maschili e 10 femminili. Nel 1868 si introducono nuove normative per la scuola popolare. Con la legge del 29 maggio si definisce il passaggio alla scuola laica, accessibile a tutti i cittadini. La sorveglianza è demandata allo Stato, tramite il Ministero dell’Istruzione. A Isola e l’istruzione nel secolo XIX La Colomba - Anno VI - N° 23 15 1866 - Corpo di guardia austriaco nei pressi di Santa Lucia questa legge se ne aggiungono altre che delineano i distretti scolastici, l’istituzione dei Consigli scolastici provinciali, distrettuali e locali. Le Province possono procedere autonomamente in determinate disposizioni che richiedono una minuta regolazione. Nelle scuole pubbliche popolari insegnano maestri e sottomaestri. Essi possono passare dallo stato di provvisorietà a quello definitivo con l’attestato di abilitazione all’insegnamento, ottenuto superando un esame da sostenere dopo aver insegnato con profitto per almeno due anni. Il posto di maestro è messo a concorso sul Foglio Ufficiale della Provincia e, una volta nominato, l’educatore non può più essere trasferito in altra scuola se non previo accordo con l’interessato. Per le maestre di lavori femminili invece l’incarico è temporaneo e non dà diritto né alla pensione né ad altre agevolazioni legali. L’obbligo scolastico degli allievi è compreso tra i 6 e i 14 anni d’età. L’osservanza è però piuttosto elastica ed esistono disposizioni speciali che permettono di venir incontro alle esigenze locali dell’Istria. Senza tali permessi sono comminate pene pecuniarie che applicava direttamente l’autorità scolastica con l’aiuto dell’autorità giudiziaria. Il quadro orario per le prime quattro classi contempla da 18 a 24 ore settimanali, mentre queste salgono fino a 28 per le successive quattro classi. L’anno scolastico ha la durata di 46 settimane e generalmente la data d’inizio è compresa tra il 1° settembre e il 1° novembre. Nel 1867 il Ministro decreta una completa Scuola Magistrale nella provincia a spese dello Stato, con la seguente motivazione: “Non conviene dimenticare che lo studente istriano, e massime quello che si dedica alla male retribuita carriera dell’insegnamento elementare, è per lo più figlio di poveri parenti, e se pur non poco gli torna poter compiere il corso dei propri studi in una delle città modeste della sua provincia, altrettanto incompatiblie con gli scarsi suoi mezzi di fortuna gli riesce l’attendersi per ben due anni interi in mezzo alla fastosa e dispendiosa città quale si è Trieste”. Scuola Magistrale di Capodistria, ora sede del Ginnasio sloveno. La prima Scuola Magistrale in seguito al menzionato decreto è quella di Rovigno che apre i battenti nel 1869. Nell’anno scolastico 1872/73 a Capodistria si inaugura un Istituto Magistrale di tre anni che diventa quadriennale nel 1874. Nel 1875 l’Istituto Magistrale di Capodistria diventa il solo ad istruire insegnanti maschi, a Gorizia rimane la scuola per le maestre, mentre si chiude la Magistrale di Rovigno. Fino alla conclusione del secolo la frequenza degli alunni nelle scuole obbligatorie è ancora sempre precaria, in modo particolare quella delle bambine. Ad esempio nell’anno scolastico 1878/79 si ha una presenza dell’82% dei maschi e appena del 42 % delle femmine. Va rilevato però che, in quest’epoca, le famiglie privilegiano un’istruzione lavorativa e pertanto assegnano i loro figli a dei maestri di bottega per fare i garzoni e apprendere un mestiere. Questa non è però una scuola dove i giovani imparano a leggere e a scrivere, quindi dilaga sempre più l’analfabetismo. I ragazzi iniziano giovanissimi questo tipo d’istruzione e per il loro lavoro non solo non vengono remunerati, ma le famiglie pagano profumatamente il mastro affinché sveli al figlio i segreti della sua arte. Questi insegnanti che non conoscono la pedagogia, la didattica e la metodica, si fanno ubbidire opinando continui maltrattamenti verbali e fisici, con il beneplacito dei genitori che mirano al risultato finale, cioè a un figlio con un buon mestiere in mano, capace di guadagnare e di mantenere la sua futura famiglia. Isola e l’istruzione nel secolo XIX 16 La Colomba - Anno VI - N° 23 SCOLARIZZAZIONE A ISOLA NEL SECOLO XIX gli inizi del secolo XIX Isola ha ancora una situazione scolastica molto buona, anche se volta soltanto alle giovani menti maschili. Grazie al canonico Antonio Pesaro, che nel 1794 aveva fondato una prestigiosa scuola superiore, ora in questa cittadina c'è una rete scolastica completa, alla A quale possono accedere non soltanto i figli dei pochi benestanti, ma anche tutti i giovani volonterosi, con buone capacità intellettuali, provenienti da famiglie meno abbienti. La scuola del Pesaro è ubicata nel centro urbano, negli ambienti degli ex conventi dei Servi di Maria e dei Questa epigrafe commemorativa ridotta in pessime condizioni e ormai indecifrabile, si trova sul fianco della casa sita in Via Gregorcic, al numero civico 25. È stata posta in loco nel 1794, per ricordare ai posteri un importante evento nel campo dell’istruzione: l’inaugurazione del Ginnasio, voluto e fondato dal canonico isolano Antonio Pesaro, una scuola che ha dato lustro alla nostra cittadina. Non ci stancheremo mai di insistere che questo cimelio, unica e ultima testimonianza palpabile comprovante l’esistenza di un Ginnaio a Isola, deve essere salvata con urgenza. Sono ormai trascorsi oltre sei anni da quando una delegazione della Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” di Isola, guidata dall’allora presidente Dario Scher, ha tentato di sensibilizzare le autorità comunali presentando soluzioni economiche di restauro, preparate dagli architetti calabresi, che nel 1999 operavano ancora nella nostra città, impegnati nella ristrutturazione di Palazzo Manzioli. Purtroppo la proposta e la documentazione sono state completamente ignorate Ecco il testo, ormai illeggibile, inciso sulla lapide: FRANCISCO AEQUITI, AC D. MARCI PROCURATORI IOHANNI SENATORI AMPLISSIMO PETRO LEGATO AD SUMMUM PONTEFICEM PISAURI S. FRATRIBUS VOTIS OMNIBUS ALIETI PATRONIS NONCUPATIS SUORUM AUSPICIIS SENATUS MUNIFICENTIA SACRIS IAM D. MAURI AEDOBUS RESTITUTIS ET MEDICO AEGROTIS PROVISO HUNC LOCUM OLIM SERVORUM D.M. COENOBIUM NUNC MORIBUS AC STUDIIS PUERORUM CONCESSIT FRANCISCO BADUARIO PRAETORE MATTHEO LESSIO, NICOLA DRIOLIO P.I. VIRIS CIVES G.D.M.P.P. ANNO MDCCIVC. IX KAL: IUL: Isola e l’istruzione nel secolo XIX 17 Piantina della zona in cui si svolgevano le lezioni del Ginnasio isolano e oggi Via Vivoda Via dei “Torsi”, poi Via S. Caterina La Colomba - Anno VI - N° 23 CONVENTO DEI SERVI DI MARIA Vecchia chiesa di Santa Caterina SCUOLE VECCHIE CORTILE Via S. Caterina, poi Via Besenghi e oggi Via Gregorcic Minori Conventuali, soppressi nel 1790. In questi edifici i giovani isolani hanno la possibilità di frequentare le scuole elementare, ginnasiale e filosofica, con la facoltà - a studi completati - di accedere al Seminario o all'Università. Anche dopo il tramonto della Repubblica di Venezia il Ginnasio isolano continua a fiorire, giacché si avvale di insegnanti colti e pedagogicamente molto preparati. In questo periodo Isola risulta essere l’unica città istriana in grado di impiegare nelle proprie scuole maestri concittadini. Infatti il rettore Pesaro è affiancato da don Nicolò Zaro al quale è affidata la grammatica e da don Antonio Vascotto che insegna retorica. Scopo fondamentale del Piano di studi della scuola del Pesaro è quelStemma dell’Austria lo di istruire la gioventù 1797 - 1805 nella soda morale e nella cattolica religione, e dirigerla negli esercizi corrispondenti: adunque, un predominio sensibilissimo della morale sulla coltura. I tre maestri, tutti sacerdoti, a turno hanno anche il compito, di celebrare la Messa e gli allievi hanno l’obbligo di frequentarla ogni giorno. Inoltre, nei giorni festivi, i docenti devono assistere alle funzioni della parrocchia e provvedere affinché siano presenti anche gli scolari. Tutti i sabati sono dedicati alla spiegazione della dottrina cattolica per chi frequenta la prima classe. Per le due classi successive invece si praticano letture di brani tratti dal catechismo romano. I compiti del rettore invece sono quelli di insegnare Mappa dell’Istria del 1799 filosofia e sorvegliare sulla disciplina e sugli studi di tutte le classi. Come accennato nel capitolo precedente, nel periodo a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, soltanto quest’istituto e quello di Capodistria, sono idonei a preparare gli allievi ad affrontare gli studi universitari. Una prova tangibile del valore di questo ente educativo isolano è data dal risultato di un sopralluogo effettuato in Istria nel 1799 dal capo del governo provvisorio Sede della scuola nell’Ottocento, nell’attuale Via Gregorcic, successivamente chiamata dagli isolani “scola vecia”. Sulla parete della casa che fa angolo con l’edificio scolastico (più o meno dietro l’albero sulla destra), è incastrata la lapide descritta nella pagina precedente. Isola e l’istruzione nel secolo XIX 18 La Colomba - Anno VI - N° 23 dell’Istria, cav. Philip von Roth, nelle zone da poco occupate. Trovandosi in visita d’ispezione a Isola, il von Roth rimane stupefatto dell’alto livello di sapere e di cultura raggiunto dagli allievi del ginnasio locale e manifesta al corpo docente e all’esimio rettore Antonio Pesaro la sua viva soddisfazione per gli standard raggiunti. E ancor più lo incanta la dimostrazione del sapere degli allievi, a lui fornita prima del commiato, con la consegna di un opuscolo di 94 pagine, contenente scritti dei migliori allievi di questa scuola, omaggio che il von Roth accetta con viva riconoscenza. Siamo nel 1805 e, come noto, gli Istriani diventano sudditi di Napoleone Bonaparte. Isola conta 2560 abitanti, che anche se definiti gagliardi, di carnagione bruno-aurea, capelli neri e comportamento focoso, anch’essi vivono stancamente questo periodo di repentini cambiamenti. I Francesi entrano a Isola il 23 agosto 1806. L’avvenimento viene così ricordato dal giovane Giacomo Besenghi, o meglio Besengo come amava firmarsi, fratello del più noto Pasquale, il poeta, in una delle sue postille sparse alla rinfusa nelle opere altrui. Il nuovo governo naturalmente porta nuove leggi e con le nuove leggi nuovi problemi. Tra le tante riforme introdotte dai Francesi in Istria, quella più esasperante per quest’epoca è senza dubbio l’allontanamento forzato del clero dall’insegnamento, attività finora sempre svolta dai religiosi. Quest’imposizione però non tocca Isola. Il Ginnasio non solo continua ad essere curato e gestito completamente dalla chiesa, ma rimane sempre in vigore il Piano di studi sancito anni prima dal governo di San Marco, portando avanti una scuola di stile veneto. E come se ciò non bastasse, viste le capacità dei maestri e l’ottimo sapere degli allievi, al canonico Pesaro viene riconfermata la carica di rettore. A questo punto aggiungiamo un po’ di cronaca cittadina per entrare nello spirito del tempo e ci avvaliamo ancora di una postilla che il Besengo annota nel 1809: Giovanni Lodovico Dolce, chirurgo, Antonio Pozzetto, signor Stefano Moratto, Zuanne Pesaro, Giuseppe Bruatti, speziale, accusati falsamente presso il Tribunale Francese da Marco Delise e Giovanni Vascotto, come se fossero stati consenzienti con gl’Inglesi per il rapimento succeduto in porto di due barche di sale, per il qual motivo furono condannati a sette mesi di carcere ai Servi di Capodistria e preparato il boia Giacomo Florio per il taglio della testa di due dei suddetti individui, ma gratie al Giusto Iddio e alla Beata Vergine Maria ritrovati innocenti, furono posti in libertà. Il vortice Napoleone Bonaparte porta scompiglio e disagi, ma vari sono i progetti positivi che si realizzano a vantaggio della popolazione. Uno di questi è anche il cambio d’ubicazione dei cimiteri che devono essere lontani dai centri abitati, in quanto poco igenici e portatori di malattie. Fino all’entrata in vigore di questo provvedimento i defunti trovavano degna sepoltura nel terreno che circondava la chiesa parrocchiale. Per Isola il nuovo cimitero, inaugurato nel 1811, viene portato nella zona San Pietro, vicino al mare. Palazzo Besenghi Egli era intento a chiosare gli statuti cittadini quando gli ferì l’orecchio un tintinnio di sciabole sulla gradinata esterna del palazzo. Sorpreso e colpito, gettò la penna d’oca sul tavolo e si precipitò alla porta. Questa si spalanca e il giovanotto, come in sonno vide farsegli innanzi un brillante stuolo d’ufficiali, lucenti di spalline, di cordoni e di galloni d’oro, con su i torreggianti “chepì” colossali pennacchi bianchi: recavano ad Isola il saluto del conquistatore, di Napoleone primo. Ma ritorniamo al nostro Ginnasio che entra in crisi e inizia il suo tramonto proprio nel 1811, quando il suo rettore si ammala gravemente. Antonio Pesaro muore il 14 dicembre 1812 e in quell’anno scolastico pure il ginnasio tronca la sua attività. Questa scuola media, qualche anno dopo, sarà riaperta per un breve periodo, ma con la scomparsa di Antonio Pesaro si conclude un’epoca straordinariamente felice nel campo dell’istruzione isolana. Già nel 1814, non appena l’Austria riprende possesso del territorio, si fanno tutti gli sforzi per rimettere in piedi il Ginnasio ormai chiuso da due anni. Oltre tutto bisogna tener conto che, con il ritorno degli Asburgo, il Governo si applica fermamente per restituire le scuole alla Chiesa e che, sotto Napoleone, questa di Isola era Isola e l’istruzione nel secolo XIX La Colomba - Anno VI - N° 23 Prima pagina del Piano di studi compilato da don Bortolo Vascotto nel 1814 19 una delle poche scuole rimaste in mano agli ecclesiastici. Il merito della rapida riapertura del Ginnasio isolano va addebitato senz'altro al barone Lederer, console generale di Sua Maestà e intendente dell'Istria. Con la sua prestigiosa posizione e il suo titolo altisonante riesce a sbrigare tutte le pratiche in tempi brevissimi. Il compito di preparare il Piano di studi viene affidato a don Bortolo Vascotto, che nel compilarlo ricopia praticamente il testo adottato da Antonio Pesaro dal 1794 in poi. Uniche variazioni risultano il nome del rettore, don Bortolo Vascotto per l'appunto, e il numero dei docenti: tre sotto la Repubblica Veneta e quattro sotto l'Impero Asburgico. L’anno scolastico inizia il 12 novembre e si conclude il 31 agosto. Oltre alle domeniche e alle festività statali, sono liberi dall’insegnamento tutti i giovedì, gli ultimi due giorni di carnevale, il primo giorno di Quaresima, le festività pasquali e quelle natalizie. Senza il suo carismatico fondatore, però, la scuola non regge a lungo e dopo pochi anni - si presume che ciò avvenga attorno all'anno 1820 - il Ginnasio isolano chiude tristemente e definitivamente i battenti. Domenico Venturini, storico capodistriano, giunge a questa deduzione dopo aver consultato un quadernetto manoscritto recante il titolo "Il trionfo de' buoni Cittadini d'Isola all'epoca 1824" dove trova scritto: "La genuina istoria delle incredibili vessazioni inflitte agli Isolani dal feroce commissario distrettuale di Pirano, Felice Lanzi, si rileva che don Antonio Pugliese, uno degli autori del piano del 1814, smesso il titolo pomposo di professore di grammatica, avea assunto quello più modesto, non meno onorifico, di maestro delle scuole popolari." E prosegue ancora: "Il rescritto imperiale del 12 settembre 1818, Isola anno 1815 Isola e l’istruzione nel secolo XIX 20 La Colomba - Anno VI - N° 23 che divideva le scuole in primarie, maggiori e tecniche, pare sia rimasto lettera morta per Isola: i registri dell'ufficio municipale, da me consultati, serbano in proposito un silenzio sconfortante. Cominciava, allora la decadenza intellettuale della nostra città e parallela a questa crescevano con rigoglio meraviglioso tradizioni e leggende, sciocche le une, beffarde le altre: tutte, poi, dirette ad un medesimo fine: quello di affermare la zotichezza e la dappocaggine della gente isolana. Anno per anno, mese per mese, giorno per giorno si diradavano le file della nobiltà cittadina: i topi prendevano formale possesso delle librerie gentilizie: le tradizionali “velade rosse” sbiadivano relegate in fondo a' vecchi canterani, e l'ultimo dei Contesini, giovane ventisettenne, mezzo scempiatto, moriva oscuramente nella verde solitudine dei campi, all'ombra larga ed ospitale di una ficaia." Il periodo che va dal 1814 al 1851 è quasi privo di dati riguardanti l’istruzione a Isola. A colmare parzialmente questa lacuna ci ha pensato don Attilio Delise, parroco di Isola prima dell’esodo e fondatore di “Isola Nostra”, il periodico degli Isolani in esilio. Nel numero 37 del novembre 1968, don Attilio dedica un articolo all’istruzione nella sua amata cittadina dal titolo “Ascesa e declino di una scuola di vecchia data”, dal quale spulciamo alcune notizie. (...) Il 26 settembre 1823, alla fine dell'anno scolastico, così ne dava relazione al vescovo don Giacomo Lugnani: “Su una popolazione di 1300 anime, 198 sono i ragazzi e 184 le femmine che hanno obbligo scolastico; però frequentano la scuola appena 82, con una classe sola, dove s'insegna provvisoriamente in italiano. C'è un maestro solo che deve insegnare tutto il giorno dalle otto alle dodici e dalle quattordici alle sedici, ricevendo dal comune 130 fiorini al mese. Il locale scolastico abbisogna di una pronta riparazione diversamente quel signor maestro e la gioventù studiosa si esporranno, tutti i giorni, a evidente pericolo di vita." (...) Il 12 agosto, ancora del 1823, l'ispettore distrettuale, a sua volta, faceva la seguente relazione: “Bisogna lodare il possidente Stefano Moratti quale ispettore comunale, però l'abilità, l'assiduità e la condotta del maestro Antonio Pugliese, di anni 50 che deve fare anche da catechista, sono sufficienti. Per essere veritieri l'ispettore in questa sua relazione è poco benigno con il maestro tanto occupato. Il podestà poi, anche lui invitato a fare la sua relazione, si mostra assai servizievole verso le autorità scolastiche da raccomandare l'invio di un maestro tedesco; però non può fare a meno di lamentarsi per l'ambiente scolastico che deve essere riparato. Questo testo ci porta un po’ di luce in un periodo quasi privo di notizie. Il dato che ci sembra poco attendibile quello relativo alle "1300 anime". Probabilmente si tratta di un errore di stampa, visto che più avanti, nello stesso articolo, si parla di 5000 anime nel 1877 e si sottolinea che la popolazione, in cinquant'anni era quasi raddoppiata. Confini dei Decanati nel 1847. Il confine amministrativo clericale con sede a Pirano comprende anche il comune di Isola Per rilevare il livello di apatia e ignoranza raggiunto in questi anni dagli Isolani, abbiamo colto questa storiella che, all’epoca, circolava nella zona: "I maggiorenti del paese, con le maniche della camicia rimboccate, giocavano rumorosamente a bocce, sotto le mura di cinta, in prossimità della porta principale. In alto, sulle mura stesse, alcuni monelli si divertivano a lanciare dei sassolini nel sottostante fossato. Di un tratto i giocatori sospendono la partita: i ragazzi, dal loro osservatorio eminente, avevano scorto in direzione di Capodistria un oggetto circonfuso di bagliori, del quale non sapevano ben precisare la forma e la qualità. Ma poi furono uditi a gridare: Son due, tre, sei, nove, dieci… Domandano gli uomini: Che c'è egli di nuovo? Dieci cavalli alla volta d'Isola… I fanciulli dicevano il vero: sulla ghiaia lubrica di Punta Villisan avanzavano, sdrucciolando ad ogni piè sospinto, dieci superbi destrieri bianchi: i cavalieri, che li montavano, a giudicare dalla ricchezza smagliante delle uniformi, doveano essere per lo meno generali. Presto, presto: si corre a chiamare il podestà, il quale giunge col fiatone lungo. E prima ancora ch'egli possa formarsi un'idea approssimativa della situazione, al di là dell'acqua una voce maschia, avvezza al comando, chiede di entrare. Si abbassa il ponte, e in allora fra il primo cittadino e lo straniero s'intavola il dialogo seguente: - Che Terra è questa? - Isola, eccellenza. - Isola… Isola: curioso!… Sulla carta non è segnata: quante anime fa? - Tremila, eccellenza. - E di che vive tutta questa gente? - Della pesca e dell'agricoltura, lustrissimo. - E che cosa coltivate ne' vostri campi? Isola e l’istruzione nel secolo XIX La Colomba - Anno VI - N° 23 - Un po' di vino, un po' d'olio, rape, fagiuoli… E grano turco? Non sappiamo che sia… E patate?… Non le conosciamo… Come, come! Non conoscete il granoturco! Ignorate le patate!… E qui l'eccellenza gallonata snocciolò una dotta dissertazione sul modo di seminare e di usare i due summentovati prodotti; e, andandosene, lasciò detto che all'indomani una barca carica di granaglie e pomi di terra, sarebbe approdata al molo d'Isola… E via al galoppo serrato verso Pirano. Qualcuno, basandosi sulle descrizioni di coloro che avevano servito nell'esercito austriaco, credette di poter ravvisare nel nobile visitatore l'imperatore Francesco I in persona". 21 stabile lo stipendio è di 22 fiorini mensili, mentre per gli assistenti la remunerazione varia da 13 a 15. Le maestre poi si trovano in una situazione ancora peggiore. Quelle di ruolo guadagnano soltanto 16 fiorini e il compenso per le praticanti si aggira tra i 10 e i 12 fiorini. Se a tutto ciò viene aggiunta la ferrea disciplina dettata dallo Stato che non dà il minimo spazio all'iniziativa del maestro nell’interpretazione del programma d’insegnamento, è facile comprendere la carenza di docenti. Per questo motivo a Isola, negli anni dal 1851 al Nel 1851, nei registri della cassa civica, dopo tanti anni, è segnato per la prima volta il nome di un docente. Si tratta di Giuseppe Gleria, estensore di atti notarili a tempo perso. Le cose della coltura elementare erano scese all’ultima rovina. Il grave pondo di educare le giovani generazioni stava a carico dei Comuni: ma questi eseguivano il loro dovere nel peggior modo possibile. Finalmente appare anche una scuola pubblica femminile (istituita, secondo il Morteani, non prima del 1853) con due classi, nelle quali danno la loro valida opera le maestre Maria e Teresa Delzotto. Prima esisteva qualche conservatorio privato, naturalmente riservato soltanto alle giovani provenienti da famiglie benestanti. A Isola si apre anche una scuola serale che ha il vanto di essere la prima nella regione. L’esempio viene ben presto seguito da altre cittadine istriane, prima tra tutte quella di Capodistria che inagura la scuola serale nel 1858. C’è grande bisogno di maestri, ma sono rari coloro che frequentano le scuole magistrali per intraprendere la carriera di educatore: è un mestiere difficile, faticoso e mal retribuito. Per la categoria di maestri in pianta 1859, la situazione è sempre molto precaria. Opera una sola classe con più sezioni, tutte curate da un solo maestro. Nella scuola femminile invece le classi sono due, anche queste divise in più sezioni e seguite da due maestre. Naturalmente anche le altre località istriane sono più o meno nelle medesime condizioni. Come menzionato prcedentemente, nel 1858, accanto alla scuola maschile, a Isola opera anche una scuola femminile, una delle dodici funzionanti in regione. L’otto novembre 1857 viene nominato parroco di Isola don Giovanni Zamarin, un curato che rimarrà nei cuori degli Isolani ancora per moltissimi anni dopo la sua dipartita, avvenuta il 1° maggio 1895. Don Zamarin porta nuova linfa a questa città e naturalmente nuovi impulsi anche nel settore dell’istruzione. Il suo impegno è totale e dedica molta attenzione specialmente all’educazione e allo sviluppo mentale dei suoi giovani parrocchiani. Citiamo ancora uno spezzone del summenzionato articolo di don Attilio: Questa scuola così precaria deve aver tirato avanti fino a quando il parroco Zamarin nel 1877 scrisse al vescovo questa lagnanza: “Qui a Isola abbiamo solamente due classi per sesso quando ne abbisognerebbero almeno quattro per una popolazione di 5.000 anime." E ancora: "In cinquant'anni le classi erano aumentate di due unità ma la popolazione si era quasi raddoppiata, quindi lo Isola e l’istruzione nel secolo XIX 22 La Colomba - Anno VI - N° 23 squilibrio era rimasto abbastanza stridente." Tanti sono gli impegni di questo curato, tutti volti a rendere la vita della popolazione isolana più accettabile. Oltre alla costante cura per i meno abbienti ai quali non fa mancare mai una ciotola di minestra - vanno annoverate anche iniziative di grande valore, come Questo monumento che custodisce le vedremo in sespoglie dell’amato parroco di Isola guito. Don Zadon Giovanni Zamarin è stato eretto marin è un pardagli Isolani nel Cimitero locale, in roco amato e risegno di perenne riconoscenza. spettato e gli Isolani non si lasciano perdere l'occasione per esprimergli tutta la loro gratitudine. Questo sacerdote capodistriano per trentasei anni si prodiga al massimo per rendere quanto più sopportabile la vita dei suoi parrocchiani, offrendo tutto se stesso e riuscendo a invogliare anche molte altre persone a porgere una mano. Cerca e ottiene aiuto di ogni genere. Nella sua città natale, ad esempio, trova il modo per aiutare le future spose isolane, ricevendo dai negozianti dei buoni che egli poi consegna alle famiglie bisognose per l'acquisto del corredo. Al momento del trapasso ha con sé soltanto pochi spiccioli perché come usava ripetere spesso: “Povero sono nato e povero voglio morire”. Nel frattempo Isola arricchisce la sua attività culturale fondando nel 1875 un complesso d’ottoni. Nella formazione orchestrale si includono tutti coloro che suonano uno strumento a fiato o a percussione. L’idea di avere un gruppo bandistico non è soltanto ottima per rallegrare le festività. Questa diventa anche una preziona occasione per offrire ai giovani, musicalmente dotati, l’opportunità di intraprendere lo studio di uno strumento e di dimostrare, in tempi relativamente brevi, il loro talento. La piccola banda, affidata ai tratelli Domenico e Nicolò Benvenuti, inizia timidamente le prove al primo piano della trattoria “Alla fontana” di fronte al “Fontanon”, nella casa che gli Isolani chiamano “biraria” (ora Complesso bandistico isolano Isola e l’istruzione nel secolo XIX La Colomba - Anno VI - N° 23 23 sede delle autoambulanze). Il gruppo migliora sensibilmente le sue prestazioni con l’arrivo del nuovo maestro, il napoletano Luigi Boccia. Ed ecco che iniziano le prime esibizioni, che ben presto diventeranno parte integrante di tutti gli avvenimenti isolani. Il maestro Boccia porta il complesso a livelli molto buoni, attività che cessa nel 1895 per raggiunti limiti d’età. A questo punto la bacchetta passerà al piranese Giuseppe Giraldi che lo dirigerà fino ai primi anni del Novecento. Negli anni Ottanta Isola dà il via a quello che risulterà in pochi anni un forte sviluppo industriale. Dal 1881 al 1884 iniziano la loro attività ben quattro conservifici. Il primo, nel 1881, è quello della Société Générale Française des conserves alimentaires, aperto nella zona di San Pietro. L'idea parte da una ditta francese con sede a Parigi. La fabbrica che inscatola sardine, anguille, carne bovina, piselli, ma anche prepara pesce salato e aceto, viene chiamata dalla gente locale "dei francesi" o "ai bagni", in quanto ubicata nella zona dove prima operava lo Stabilimento di bagni termali. Subito dopo è la volta della ditta Carlo Warhanek di Vienna che apre un'importante industria conserviera di prodotti ittici e che quarant'anni dopo sarà inglobato nel grande complesso Arrigoni. L'anno seguente l'isolano Giovanni Degrassi inaugura un altro conservificio per la lavorazione delle sardine, del pesce salato e dei piselli nella zona del "Fontanon", a poche decine di metri da quello di Warhanek. Ultima di questa prima serie è la fabbrica dei fratelli Noerdlinger, nel rione di San Pietro, che taglia il nastro nel 1884 e si occupa specialmente della lavorazione delle prugne. La rivoluzione industriale cambia completamente la vita della cittadina. Molte donne che fino a quel momento si sono dedicate in modo esemplare alla casa, ai figli, alla conduzione familiare, per esigenza iniziano a lavorare i questi conservifici. A Isola arriva molta forza lavorativa dai paesetti circostanti, ma anche dai comuni di Capodistria e di Pirano. Man mano che la produzione aumenta c'è bisogno di sempre nuovi lavoratori, specialmente lavoratrici, spesso anche molto giovani, che vengono soprannominate fabrichine. Ciò porta senz'altro un po' di benessere nelle famiglie, ma favorisce poco l'istruzione. Infatti la miseria è tanta e molte sono le ragazzine che lasciano la scuola per impiegarsi in fabbrica ancora in tenera età. Il parroco Zamarin che ha sempre insistito sulla necessità di istruire i giovani, nel 1882 - l’anno coincide con il suo 25° anniversario della nomina a parroco - riesce ad aprire a Isola una Scuola di ricamo e merletti. A questo punto è d'obbligo fare una parentesi per comprendere meglio l'importanza di un’istituzione del Le allieve della Scuola di merletti di Isola genere. Per quanto siamo riusciti a documentarci, Isola è l’unica località istriana che non abbia mai abbandonato la lavorazione dei merletti, neanche quando l’attività era del tutto cessata a Burano. Quest’industria veneziana, a giudicare dai ritratti delle nobildonne, era fiorente in Istria già nel secolo XV. Così Giuseppe Caprin disserta sui merletti “Essi compariscono - dice G. M. Urbani de Gheltof - per la prima volta nei quadri del Carpaccio.” Dunque il nostro Vittore era il primo a riprodurli, forse perché li aveva già veduti ornamento delle gentildonne capodistriane. (...) Dopo la caduta della Republica quella fine arte femminile scomparve affatto da Burano, e rinacque come scuola e lavoratorio nel 1872 per opera della contessa Marcello e della principessa Chigi - Giovanelli. Una popolana buranese, certa “Cencia Scarpariola”, aveva conservato dei modelli imbastiti sopra carta e continuava nella solitudine della sua casuccia a lavorare sul cilindro pieno di spilli e di fuselli. Posta a capo della scuola, essa ha, si può dire, fatto rivivere ques’elegante industria femminile. Ecco quindi che dieci anni dopo una simile scuola laboratorio nasce anche a Isola. La prima maestra è Maria Teresa Vascotto e successivamente sono impegnate in questo fine lavoro di trine le maestre Agnese Tamaro Degrassi e Pia Degrassi. Per un certo periodo le lezioni si tengono nel Palazzo Besenghi. Ma cediamo ancora la parola al Caprin.(...) A Isola, vuole la tradizione che si lavorasse continuamente; alcuni vecchi pescatori asseriscono che si eseguissero merletti al principio del secolo in molte famiglie, del pari che Isola e l’istruzione nel secolo XIX 24 La Colomba - Anno VI - N° 23 della prima guerra mondiale, continuerà a funzionare fino al 1936, dopodiche tutto verrà trasferito a Idria, maestra compresa. Grazie al grande interessamento del benemerito don Zamarin, nel 1885 il cimitero viene spostato dalla marina (dove l’acqua penetrava nelle tombe) al “Primo Ponte”, cioè all’entrata di Isola, dove si trova tutt’ora. Ancora un’immagine delle allieve della Scuola di merletti di Isola nella vicina Pirano, e la scuola non sarebbe che una risurrezione riordinata della fabricazione domestica che dava nomi vari ai punti, e li chiamava: a “ volto semplice”, a “volto doppio”, ad “osso di morto”, a “foglia d’olivo”, a “cagnola”, a “scarpa” ecc., nomi che non riscontrano né con la recente né con la vecchia nomenclatura veneziana. La scuola di merletti di Isola, interrotta nel periodo Un documento del 1896, che tra l’altro parla dell’istruzione pubblica a Isola, ci fa pervenire dati interessanti e nomi delle persone impegnate in questa meritoria attività. Consiglio scolastico: Domenico Degrassi - preside, don Francesco Muiesan, Antonio Cumar, Bortolo Marchetti, Francesco Vascotto, dott. Gracco Pattay e Mauro Dandri. Scuola popolare maschile: Antonio Cumar - maestro dirigente, Pietro Devescovi - maestro, conte Geminiano Marcovich - maestro, Andrea Oressech - maestro. Scuola popolare femminile: Anna Perentin - mae- Ragazzi isolani sul molo di Isola. La foto è stata scattata attorno all’anno 1890 Isola e l’istruzione nel secolo XIX La Colomba - Anno VI - N° 23 stra dirigente, contessa Lucia Marcovich - maestra, Beatrice Benvenuti - maestra, Angela Corgnolan - maestra. Scuola civica di musica: Luigi Boccia - maestro, Luigi Degrassi, bidello. Scuola di merletti: Agnese Degrassi - maestra, Maria Vascotto - maestra. Le scuole popolari operano nelle vicinanze della sede del Municipio, in ambienti fatiscenti, malsani e insufficienti a una popolazione scolastica in continua crescita. Pertanto il Comune decide che è giunto il momen- Il Municipio di Isola in Piazza Grande 25 l’Oratorio della chiesa di Santa Caterina e di San Rocco dirette rispettivamente da Vincenzo Delise, Giacomo Degrassi, Luigi Colomban, Ugo Degrassi, Matteo Depase e Giacomo Pozzetto. Il progetto prevede un’area molto ampia e a tale scopo viene scelta quella in centro città dove, cent’anni prima, operava il già glorioso Ginnasio. Per raggiungere lo scopo si demoliscono alcune case ormai dirocate e la chiesa di Santa Caterina. Quest’ultima viene subito ricostruita, tale e quale, accanto al nuovo edificio. La struttura consta di due entrate: quella principale in Via Besenghi (ora Via Gregorcic) per la Scuola maschile e di quella nel retro per la to di prendere in seria considerazione le insistenze del parroco don Giovanni Zamarin che ormai da tempo persevera sulla soluzione del problema. Si vuole erigere un edificio che duri nel tempo e che rispetti le esigenze di una scuola moderna, con un numero di aule che possa ospitare tutti i giovani in età scolare. Si tratta di un progetto ambizioso che prevede una spesa imponente e il comune è a corto di mezzi. Ma la causa è nobile e tutti sono pronti a dare una mano nei limiti delle loro possibilità. Un buon apporto giunge dalle sei Confraternite isolane del Santissimo sacramento, della Beata Vergine del Carmine, di San Mauro, di Sant’Andrea, del- Il nuovo edificio scolastico costruito negli ultimi anni del XIX secolo scuola femminile, due istituzioni distinte ma entrambe inserite nello stesso fabbricato. Davanti all’entrata delle femmine si riesce a ricavare anche lo spazio per un ampio cortile. Nel frattempo don Zamarin si ammala e muore il 1° maggio 1895, ma l’opera da egli voluta continua e si concretizza, anche nel suo ricordo. Chiesa di Santa Caterina demolita e ricostruita alla fine del secolo XIX per poter edificare la nuova scuola elementare a Isola Il 10 settembre 1899 ha luogo l’inaugurazione ufficiale del nuovo palazzo delle scuole popolari isolane. Oltre al discorso ufficiale tenuto dal podestà di Isola, Eugenio Marchetti, è il maestro Domenico Venturi- Isola e l’istruzione nel secolo XIX 26 La Colomba - Anno VI - N° 23 Come dimostra quest’immagine, per buona parte della popolazione isolana la vita si svolge al porto. ni, insegnante di questa scuola e storico capodistriano, ad avere l’onore di preparare e leggere una relazione tutta improntata sull’istruzione isolana attraverso i secoli. L’interessante esposizione di ben 36 pagine si intitola “Vicende storiche della pubblica istruzione ad Isola” sotto porta la nota “Lettura tenuta il dì 10 settembre 1899 inaugurandosi il nuovo edificio delle scuole popolari. In quest’occasione alla Scuola Elementare isolana è stato dato il nome di “Dante Alighieri”. Il maestro Venturini con la sua classe in una foto di fine secolo Con la costruzione di questa realtà, Isola chiude gloriosamente l’Ottocento. Ma con la fine del secolo non si concludono le sfide all’istruzione. Continuerà ancora per molti anni l’assenteismo alle lezioni da parte di troppi bambini in obbligo scolastico, spesso costretti a trovarsi un lavoro per contribuire quanto prima alla sopravvivenza nelle tante famiglie povere e numerose. Una delle prime classi maschili dell’anno scolastico 1894/95. Nella quarta fila (in alto) il primo a destra è Giovanni Zaro (mastrili), nato nel 1888. La fotografia è proprietà della figlia Anita. Isola e l’istruzione nel secolo XIX 27 La Colomba - Anno VI - N° 23 BIBLIOGRAFIA AA.VV. Annales - Annali di Studi istriani e mediterranei 8/96 Capodistria (1996) AA.VV. Atti - Volume XII del Centro di ricerche storiche Rovigno Edizioni Lint Trieste (1982) AA.VV. Capodistria - Assemblea comunale di Capodistria (1992) AA.VV. AA.VV. AA.VV. 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Indirizzo postale: Piazza Manzioli, 5 - c.p. 76 6310 Isola (Slovenia) Cellulare: 00386 41 90 63 10 Email: [email protected] “Dante Alighieri” di Isola, visitate il sito: www.lapiazzamercato.it /danteisola/ riî Isola ghie Ali La Colomba - periodico della Comunità aliani ì Dante t I i gl Comunit‡ de Per conoscere più dettagliatamente l’attività della Comunità degli Italiani Pasquale Besenghi degli Ughi: La famiglia del poeta - Tipografia Cobol / Priora Capodistria (1899) Edizioni LA COLOMBA Redattore responsabile: Amina Dudine Redazione: Emilio Bevitori, Tura Bevi- tori, Fiorenzo Dassena, Giorgio Dudine, Marko Gregoric e Matea Kocjancic Tipografia: Birografika Bori Izola Tiratura: 900 copie / Codice fiscale: 62314769 Conto bancario - 10100-0027259808 Banka Koper 1 2 3 4 Trieste 6 7 5 8 9 10 11 12 13 17 15 14 16 18 20 19 Fiume 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 LEGENDA: 1 Muggia 2 Capodistria 3 Isola 4 Pirano 5 Umago 6 Buie 7 Pinguente 8 Rozzo 9 Portole 10 Verteneglio 11 Grisignana 12 Villanova 13 Abbazia 14 Montona 15 Visinada 16 Cittanova 17 Bogliuno 32 33 34 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 Laurana Visignano Pisino Moschiena Parenzo Antignana Gimino Fianona Orsera Canfanaro Albona Sanvincenti Rovigno Valle Barbana Dignano Pola