REGIONE AUTONOMA
FRIULI-VENEZIA GIULIA
&216,*/,25(*,21$/(
$77,&216,/,$5,
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9,,,A/(*,6/$785$
6HGXWDQGHOJLXJQR±SRPHULGLDQD
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (197) 3 VIII LEGISLATURA –
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
SEDUTA DI MERCOLEDI’ 28 GIUGNO 2000
POMERIDIANA
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARTINI
INDI
DEL VICEPRESIDENTE BORTUZZO
,1',&(
PAG.
PAG.
6XOSURFHVVRYHUEDOH ......................................... 5-40
CASTALDO, 5HODWRUH.. 8-10-13-27-31-34-37-39
MATTASSI............................11-15-28-29-33-38
ANTONAZ, 5HODWRUH.............................13-21-35
PEGOLO..................................................... 17-21
CRUDER ......................................................... 19
FONTANELLI................................................. 32
BRUSSA .......................................................... 37
ZOPPOLATO .................................................. 40
&RQJHGL ................................................................... 5
5LGX]LRQH GHO WHUPLQH SHU OD GLVWULEX]LRQH GHOOH
UHOD]LRQL............................................................. 5
PRESIDENTE.................................................... 5
ZOPPOLATO .................................................... 5
3URSRVWH GL OHJJH ³5HDOL]]D]LRQH GL SURJHWWL
DQWLYLROHQ]DHLVWLWX]LRQHGLFHQWULSHUGRQQHLQ
GLIILFROWj´
³,VWLWX]LRQH GL XQ 2VVHUYDWRULR H LQWHUYHQWL
UHJLRQDOL LQ PDWHULD GL YLROHQ]D FRQWUR OH
GRQQH´6HJXLWRGHOODGLVFXVVLRQH............ 6
PRESIDENTE..............................................6-7-8
.....12-13-15-20-21-22-23-28-29-30-34-35-36-40
ZORZINI, 5HODWULFH ... 6-8-10-18-21-23-26-34-39
BORTUZZO ...................................................... 7
POZZO, $VVHVVRUH SHU OH DXWRQRPLH ORFDOL DOOH
IRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLD............7-28-35-39
PUIATTI ....................... 7-12-14-15-23-30-31-37
9HULILFDGHOQXPHUROHJDOH.............................. 22-36
PRESIDENTE............................................. 22-36
PUIATTI .......................................................... 22
GOTTARDO.................................................... 36
,QWHUURJD]LRQLHGLQWHUSHOODQ]D$QQXQ]LR........ 40
2UGLQHGHOJLRUQRGHOODSURVVLPDVHGXWD ........... 40
$//(*$72
,QWHUURJD]LRQLHGLQWHUSHOODQ]DDQQXQ]LDWH....... 43
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (197) 5 VIII LEGISLATURA –
35(6,'(1=$'(/35(6,'(17(0$57,1,
/DVHGXWDLQL]LDDOOHRUH
PRESIDENTE.
Dichiaro
aperta
la
centonovantasettesima seduta del Consiglio
regionale.
6XOSURFHVVRYHUEDOH
PRESIDENTE. Informo che sono a
disposizione dei Consiglieri alcune copie del
processo verbale della seduta n. 195, e che, se
non saranno state sollevate eccezioni nel corso
della seduta odierna, il verbale stesso sarà
considerato approvato.
&RQJHGL
PRESIDENTE. Comunico che hanno
chiesto congedo, per la seduta pomeridiana, il
Presidente della Giunta regionale Antonione,
gli assessori Ariis e Tondo ed i consiglieri
Budin, Degano e Staffieri.
,FRQJHGLVRQRFRQFHVVL
5LGX]LRQHGHOWHUPLQHSHUODGLVWULEX]LRQH
GHOOHUHOD]LRQL
PRESIDENTE.
Eravamo
arrivati,
sostanzialmente, alla chiusura del dibattito,
salvo lo spazio di queste due ore per
completare la presentazione di alcuni ultimi
emendamenti.
Allora, trovo come ultimo iscritto il collega
Zoppolato. Ne ha la facoltà.
ZOPPOLATO. Non sono l’ultimo iscritto,
Presidente.
PRESIDENTE. Mi sembra di sì.
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
ZOPPOLATO. No, mi sono iscritto adesso
per porre una questione, non per parlare nel
dibattito generale.
PRESIDENTE. Ah, ho capito.
ZOPPOLATO. Siccome devo parlare
all’inizio, altrimenti dopo non posso più
parlare...
PRESIDENTE. Interviene sull’ordine dei
lavori, benissimo.
ZOPPOLATO. Intervengo, oltre che per
ringraziare il resto della Giunta per la sua
assidua e costante presenza, anche perché sento
che la Giunta stessa, con i propri rappresentanti
vorrebbe intervenire sugli ordini del giorno. Mi
diceva Bortuzzo che la Giunta ha espresso
delle posizioni sul mio ordine del giorno...
,QWHUUX]LRQH
No, non dopo. Mi piacerebbe sapere quali
sono...
Se la Giunta ritiene, tramite l’assessore
Santarossa, o qualcun altro, di esprimere
posizioni al di fuori di quest’Aula, io dico alla
Giunta: se le tenga quelle posizioni e faccia
altro, se lo ritiene. Non si faccia più vedere e
ragioneremo. Siamo abituati a lavorare senza la
Giunta e continueremo a farlo. Non ci sono
problemi.
Inoltre, Presidente, poiché sulla legge del
personale sono pervenute tutte le relazioni, io
chiedo di ridurre il tempo, da 48 ore a 24,
affinché, domani, possa essere messa all’ordine
del giorno. Quindi, questa è la mia richiesta.
PRESIDENTE. Poiché nessuno chiede di
parlare, pongo in votazione la richiesta del
consigliere Zoppolato.
(¶DSSURYDWD
Quindi, le relazioni sono arrivate, tutto è a
posto.
Domani,
all’undicesimo
punto
dell’ordine del giorno, sarà iscritta la legge sul
personale.
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 6 VIII LEGISLATURA –
6HJXLWRGHOODGLVFXVVLRQHVXOOHSURSRVWHGL
OHJJH
³5HDOL]]D]LRQHGLSURJHWWLDQWLYLROHQ]DH
LVWLWX]LRQHGLFHQWULSHUGRQQHLQGLIILFROWj´
G¶LQL]LDWLYDGHLFRQVLJOLHUL=RU]LQL
)RQWDQHOOL3HWULV
³,VWLWX]LRQHGLXQ2VVHUYDWRULRHLQWHUYHQWL
UHJLRQDOLLQPDWHULDGLYLROHQ]DFRQWUROH
GRQQH´
G¶LQL]LDWLYDGHLFRQVLJOLHUL$QWRQD]H3HJROR
PRESIDENTE. Passiamo al punto n. 1
dell’ ordine del giorno, che prevede il seguito
della discussione sulle proposte di legge:
“Realizzazione di progetti antiviolenza e
istituzione di centri per donne in difficoltà”
(23), d’ iniziativa dei consiglieri Zorzini,
Fontanelli, Petris e “Istituzione di un
Osservatorio e interventi regionali in materia di
violenza contro le donne” (47), d’ iniziativa dei
consiglieri Antonaz e Pegolo.
Ci siamo lasciati dopo l’ intervento di
Castaldo ed i Relatori che avevano da
presentare ancora qualche emendamento. Tutto
fatto, tutto presentato? Perfetto. Non vedo
iscrizioni. Per cui considero terminata la
discussione sulle proposte di legge 23 e 47.
La parola, quindi, ai Relatori.
Per Castaldo nulla quæstio.
La parola alla Relatrice Zorzini.
ZORZINI, 5HODWULFH. Signor Presidente, non
vorrei perdere altro tempo. Ho espresso già
prima la mia opinione sul testo uscito dalla
Commissione e sugli emendamenti presentati.
Sarebbe meglio, forse, che, quanto prima,
passassimo all’ articolato.
PRESIDENTE. Antonaz non c’ è, ma ho
capito che la sua assenza è per essere sintetico,
come la collega Zorzini e il collega Castaldo.
La parola alla Giunta.
Nulla quæstio. Mi sembra favorevole al
lavoro dell’ Aula.
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
Informo che è stato presentato il seguente
ordine del giorno:
Bortuzzo – Fasola – Guerra – Violino –
Zoppolato – Londero – Follegot – Vanin –
Seganti –– Narduzzi – Arduini - Franz:
“Il Consiglio regionale,
appreso da fonti giornalistiche che, con
l’ ingresso di immigrati di particolari etnie e
credenze religiose, la crudele pratica
dell’ infibulazione verrebbe praticata anche nel
nostro Paese a danno di bambine vittime della
superstizione e dell’ ignoranza;
atteso che l’ infibulazione non sembra
trovare nel nostro Paese un’ attenzione
appropriata, nonostante si tratti di una pratica
condannata in ogni paese civile poiché
effettuata in violazione di tutti i diritti e di tutte
le convenzioni internazionali;
rilevato che le motivazioni che conducono a
detta pratica barbarica sono, in sostanza, quelle
di voler perpetrare sulle donne delle forme di
controllo che si realizzano attraverso metodi
irrazionali, attinenti a schemi che debbono
ormai considerarsi un triste retaggio del
passato;
accertato che in Parlamento si trova da
tempo una Proposta di Legge la quale prevede
pene da 6 a 12 anni di reclusione per chi si
rende colpevole di simili mutilazioni in
particolare su minori e che pone, fra i suoi
scopi principali, l’ attuazione dei principi etici
valevoli universalmente, cui tutti sono tenuti ad
uniformarsi, sia i cittadini dello Stato che gli
stranieri;
valutato che anche in Regione FriuliVenezia Giulia dimorano cittadini stranieri
originari da quelle aree etico - religiose ove
l’ infibulazione è una pratica diffusa,
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi presso i Presidenti delle due
Camere del Parlamento e nei confronti di
quant’ altri Organi dello Stato abbiano
competenza per chiedere:
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (197) 7 VIII LEGISLATURA –
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
che, con la necessaria sollecitudine, si
calendarizzi la discussione della Proposta di
Legge che considera reato la pratica di
infibulazione;
BORTUZZO. Chiedo che l’ ordine del
giorno venga votato.
che si insista sulla necessità di integrare gli
extracomunitari nella nostra società, facendo
loro assimilare le regole di vita civile del Paese
che li accoglie anche attraverso iniziative di
carattere informativo e di sensibilizzazione nei
confronti dei membri della Comunità in cui è
diffusa la pratica delle mutilazioni genitali;
BORTUZZO. Dei colleghi Zoppolato e
Narduzzi.
impegna inoltre la Giunta regionale
a rendere pubblica l’ eventuale esistenza in
Regione di fenomeni di pratiche di
infibulazione attuate fra le comunità di
extracomunitari, al fine di sensibilizzare
l’ opinione pubblica contro consuetudini
schiavizzanti che non rendano onore alla civiltà
umana.”
Ha chiesto di parlare
Bortuzzo. Ne ha facoltà.
il
consigliere
BORTUZZO. Vorrei che la Giunta si
esprimesse sull’ ordine del giorno.
PRESIDENTE. Nulla quæ stio per un parere
sull’ ordine del giorno, che poi andrà votato,
chiaro.
La parola alla Giunta.
POZZO, $VVHVVRUHSHUOHDXWRQRPLHORFDOL
DOOHIRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLD. Sull’ ordine
del giorno la Giunta esprime un parere
favorevole, dopo aver verificato come
l’ impegno, che viene attribuito alla Giunta
stessa, sia finalizzato a promuovere delle
iniziative che hanno una valenza di carattere
sociale e socioculturale importante. La verifica,
che ho potuto fare anche con i gruppi che
sostengono la Giunta, va in questa direzione,
anche se ho sentito di alcune divergenze.
Comunque, per quanto riguarda la posizione
ufficiale della Giunta, siamo per accettare
l’ ordine del giorno.
PRESIDENTE. Soddisfatto, Bortuzzo, o
richiede il voto con i due colleghi?
PRESIDENTE. A nome suo e di quali altri?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Puiatti. Ne ha facoltà.
PUIATTI. Chiedo la parola per chiedere una
votazione per appello nominale, previa verifica
del numero legale. Chiedo se c’ è qualche
collega che mi dà una mano nel richiedere la
verifica del numero legale.
,QWHUUX]LRQH
Ci date una mano? Credo sia importante che
questa legge non sia votata da dieci, come
quella di ieri, sui Santi patroni.
,QWHUYHQWR IXRUL PLFURIRQR GHO FRQVLJOLHUH
%RUWX]]R 3UHVLGHQWH SHU FRUWHVLD QRQ q VXR
FRPSLWR PD VH VXRQD LO FDPSDQHOOR FRVu
YHGLDPRVHULXVFLDPR
PRESIDENTE. Siccome, giustamente, i
colleghi della Lega hanno chiesto il voto
sull’ ordine del giorno, e il collega Puiatti lo
chiedeva previo appello nominale, vorrei
capire a nome...
&RQIXVLRQHLQ$XOD
Poiché non è stato raggiunto il quorum per
l’ effettuazione della votazione per appello
nominale, pongo in votazione semplice
l’ ordine del giorno n. 1.
(¶DSSURYDWR
Se non c’ è opposizione, passiamo all’ esame
dei singoli articoli.
Do lettura dell’ articolo 1:
³3ULQFLSL
1. La Regione Friuli-Venezia Giulia, con
riferimento alla legge 15 febbraio 1996, n. 66
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (197) 8 VIII LEGISLATURA –
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
riconosce che la violenza contro le donne, in
tutte le forme in cui si esplica, rappresenta una
specifica
limitazione
della
libertà
e
dell’ autodeterminazione femminile, ovvero di
quei diritti di cittadinanza sanciti dalla
Costituzione e dalle leggi vigenti.”
sessuale. Si diceva questa mattina che le forme
di violenza che vengono esercitate nei
confronti delle donne sono anche di altro tipo.
Io credo che, accettando il nostro articolo, la
nostra impostazione, potremmo by-passare il
problema.
Sono
stati
emendamenti:
Credo che l’ articolo, in sé, come dicevo
prima, spieghi meglio lo scopo e i principi di
questa legge e, in questo senso, potrebbe
senz’ altro, meglio del precedente, delineare
quale sia l’ orientamento che si vuole prendere
adottando una legge come questa. Penso che la
semplice lettura dell’ articolo faccia capire
meglio le mie parole. Grazie.
presentati
=RU]LQL0DWWDVVL
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
i
seguenti
SDJLQD
VRVWLWXLUHLOFRPPDFRQLOVHJXHQWH
/D 5HJLRQH )ULXOL9HQH]LD *LXOLD
ULFRQRVFH FKH RJQL WLSR HG RJQL JUDGR GL
YLROHQ]D VHVVXDOH SVLFRORJLFD ILVLFD
HFRQRPLFD FRQWUR OH GRQQH FRVWLWXLVFH XQ
DWWDFFR DOO¶LQYLRODELOLWj GHOOD SHUVRQD H DOOD
VXD OLEHUWj VHFRQGR L SULQFLSL VDQFLWL GDOOD
&RVWLWX]LRQHHGDOOHYLJHQWLOHJJL$OOHGRQQH
FKH LQFRQWUDQR O¶RVWDFROR GHOOD YLROHQ]D
QHOOHVXHGLYHUVHIRUPHqDVVLFXUDWRLOGLULWWR
HYHQWXDOPHQWH FRQ L SURSUL ILJOL DG XQ
VRVWHJQRWHPSRUDQHRDOILQHGLULSULVWLQDUHOD
SURSULD LQYLRODELOLWj H GL ULFRQTXLVWDUH OD
SURSULD OLEHUWj QHO SLHQR ULVSHWWR GHOOD
ULVHUYDWH]]DHGHOO¶DQRQLPDWR!!
&DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
VRSSULPHUHODVHJXHQWHIUDVH
&RQ ULIHULPHQWR DOOD OHJJH IHEEUDLR
Q!!
La parola alla Relatrice Zorzini per
l’ illustrazione dell’ emendamento di pagina 01.
ZORZINI, 5HODWULFH. Signor Presidente, ho
presentato questo comma, che, praticamente,
va a sostituire l’ articolo 1, insieme al collega
Mattassi, perché pensiamo che, così formulato,
possa spiegare meglio i principi che ispirano
questa legge. Vediamo anche che c’ è un
emendamento, a firma Castaldo-Guerra-Saro, il
quale invece, prevede di modificare l’ articolo
sopprimendo il riferimento alla legge 15
febbraio 1996, n. 66, che parla della violenza
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
Relatore Castaldo. Ne ha facoltà.
CASTALDO,
5HODWRUH.
Ritiriamo
l’ emendamento modificativo e accettiamo il
testo presentato da Zorzini e Mattassi, che,
secondo noi, va incontro alle aspettative.
Questa nuova riscrittura è molto più precisa e
puntuale dei principi di questa legge.
PRESIDENTE. Pongo, quindi, in votazione
l’ emendamento di pagina 01, interamente
sostitutivo dell’ articolo 1.
(¶DSSURYDWR
Do lettura dell’ articolo 2:
³)LQDOLWj
1. La Regione, in attuazione della
Dichiarazione e del Programma d’ azione della
IV Conferenza mondiale sulle donne di
Pechino, così come esplicitata nella direttiva
del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27
marzo 1997, promuove, coordina, stimola
iniziative per contrastare la cultura della
violenza nelle relazioni personali, intervenendo
con azioni efficaci contro la violenza sessuale,
fisica, psicologica e/o
economica,
i
maltrattamenti, le molestie e i ricatti a sfondo
sessuale in tutti gli ambiti sociali, a partire da
quello familiare.
2. La Regione, per le finalità di cui al
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 9 VIII LEGISLATURA –
comma 1, riconosce e valorizza i percorsi di
elaborazione culturale e le pratiche di
accoglienza anche autogestite, basate sulla
valorizzazione della persona e dei rapporti
interpersonali, anche avvalendosi delle
esperienze e delle competenze espresse
localmente dalle associazioni ed istituzioni
operanti nel settore.”
Sono
stati
emendamenti:
presentati
i
seguenti
&DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
VRVWLWXLUHLOFRPPDFRQLOVHJXHQWH
/D 5HJLRQH SHU OH ILQDOLWj GL FXL DO
FRPPD ULFRQRVFH H YDORUL]]D L SHUFRUVL GL
HODERUD]LRQH FXOWXUDOH H OH SUDWLFKH GL
DFFRJOLHQ]D DXWRQRPH HG DXWRJHVWLWH GHOOH
GRQQH EDVDWH VXOOH UHOD]LRQL WUD GRQQH
DYYDOHQGRVL GHOOH HVSHULHQ]H H GHOOH
FRPSHWHQ]H HVSUHVVH ORFDOPHQWH GDOOH
DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL FKH VLDQR LVFULWWH DJOL
DOEL GHOOH DVVRFLD]LRQL GL YRORQWDULDWR HR
³2QOXV´ FKH SRVVRQR GLPRVWUDUH DOPHQR GXH
DQQLGLHVSHULHQ]DQHOORVSHFLILFRVHWWRUH!!
DO FRPPD GRSR OH SDUROH &RQVLJOLR
GHL 0LQLVWUL!! DJJLXQJHUH OH VHJXHQWL
G¶(XURSD!!
=RU]LQL0DWWDVVL
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
=RU]LQL)RQWDQHOOL&DVWDOGR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
/D5HJLRQHVHFRQGRL SULQFLSL GL FXL
DOO¶DUWLFRORHSHUOHILQDOLWjGLFXLDOFRPPD
ULFRQRVFH H YDORUL]]D L SHUFRUVL GL
HODERUD]LRQH FXOWXUDOH H OH SUDWLFKH GL
DFFRJOLHQ]D DXWRQRPH HG DXWRJHVWLWH EDVDWH
VXOOH UHOD]LRQL IUD GRQQH DYYDOHQGRVL GHOOH
HVSHULHQ]HHGHOOHFRPSHWHQ]H HVSUHVVH DQFKH
ORFDOPHQWH GDOOH DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL FKH
SHUVHJXRQR HVFOXVLYDPHQWH R LQ SUHYDOHQ]D OH
ILQDOLWjGLFXLDOODSUHVHQWHOHJJH!!
DO SULPR FRPPD TXDUWD ULJD GRSR OH
SDUROH VWLPROD SHU FRQWUDVWDUH!!
VRVWLWXLUHOHSDUROHODFXOWXUDGHOODYLROHQ]D
QHOOH UHOD]LRQL SHUVRQDOL!! FRQ OH VHJXHQWL
LO ULFRUVR DOO¶XVR GHOOD YLROHQ]D IUD L
VHVVL!!
=RU]LQL0DWWDVVL SDJLQD
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
DO FRPPD VRVWLWXLUH OH SDUROH OD
FXOWXUD GHOOD YLROHQ]D QHOOH UHOD]LRQL
SHUVRQDOL!! FRQ OH VHJXHQWL LO ULFRUVR
DOO¶XVRGHOODYLROHQ]DIUDLVHVVL!!
=RU]LQL 5HODWULFH SDJLQD VXEHPHQGDPHQWR
PRGLILFDWLYR
DOO¶HPHQGDPHQWRGLSDJSDJLQD
VRVWLWXLUH OD IUDVH VXFFHVVLYD DOOD SDUROD
³2QOXV´!! FRQ OD VHJXHQWH OH FXL
UHVSRQVDELOL SRVVDQR GLPRVWUDUH DOPHQR GXH
DQQLGLHVSHULHQ]DQHOORVSHFLILFRVHWWRUH!!
&DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
SDJLQD
VRVWLWXLUHLOFRPPDFRQLOVHJXHQWH
=RU]LQL)RQWDQHOOL&DVWDOGR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
DO SULPR SHULRGR GRSR OD SDUROD
DXWRJHVWLWH!! VRVWLWXLUH OH SDUROH
EDVDWHVXOODYDORUL]]D]LRQHGHOODSHUVRQDH
GHLUDSSRUWL LQWHUSHUVRQDOL DQFKH DYYDOHQGRVL
GHOOH HVSHULHQ]H H GHOOH FRPSHWHQ]H HVSUHVVH
ORFDOPHQWH GDOOH DVVRFLD]LRQL HG LVWLWX]LRQL
RSHUDQWL QHO VHWWRUH!! FRQ OH VHJXHQWL
EDVDWH VXOOH UHOD]LRQL WUD GRQQH VXOOD
YDORUL]]D]LRQH GHOOD SHUVRQD H GHL UDSSRUWL
LQWHUSHUVRQDOL DQFKH DYYDOHQGRVL GHOOH
HVSHULHQ]H H GHOOH FRPSHWHQ]H HVSUHVVH
ORFDOPHQWH GDOOH DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL
9HQJRQR ULFRQRVFLXWL DOWUHVu LO ODYRUR H
O¶HVSHULHQ]D GL DOWUH LVWLWX]LRQL RSHUDQWL QHO
VHWWRUH!!
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 10 VIII LEGISLATURA –
=RU]LQL)RQWDQHOOL&DVWDOGR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
GRSRLOFRPPDDJJLXQJHUHLOVHJXHQWH
/D 5HJLRQH IDYRULVFH H SURPXRYH
LQWHUYHQWL GL UHWH VLD FRQ O¶LQVLHPH GHOOH
LVWLWX]LRQL DVVRFLD]LRQL RUJDQL]]D]LRQL HQWL
SXEEOLFL H SULYDWL VLD FRQ O¶LQVLHPH GHOOH
FRPSHWHQ]H H ILJXUH SURIHVVLRQDOL SHU RIIULUH
OH GLIIHUHQWL ULVSRVWH LQ PHULWR DOOH GLYHUVH
WLSRORJLHGLYLROHQ]DVXLGDQQLLQIHUWLHDFRPH
HVVL DJLVFRQR VXOOH VLQJROH GRQQH VLDQR HVVH
FLWWDGLQHLWDOLDQHRVWUDQLHUH!!
=RU]LQL0DWWDVVL
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
SDJLQD
GRSRLOFRPPDDJJLXQJHUHLOVHJXHQWH
ELV /D 5HJLRQH IDYRULVFH H SURPXRYH
LQWHUYHQWL GL UHWH VLD FRQ O¶LQVLHPH GHOOH
LVWLWX]LRQL DVVRFLD]LRQL RUJDQL]]D]LRQL HQWL
SXEEOLFL H SULYDWL VLD FRQ O¶LQVLHPH GHOOH
FRPSHWHQ]H H ILJXUH SURIHVVLRQDOL SHU RIIULUH
OH GLIIHUHQWL ULVSRVWH QHFHVVDULH DOOH GLYHUVH
WLSRORJLH GL YLROHQ]D SHU L GDQQL GD HVVH
FDXVDWH H VXJOL HIIHWWL SURFXUDWL DOOH VLQJROH
GRQQH VLDQR HVVH FLWWDGLQH LWDOLDQH R
VWUDQLHUH!!
La parola al Relatore Castaldo, per
l’ illustrazione dell’ emendamento di pagina 4.
CASTALDO, 5HODWRUH. L’ emendamento di
pagina 2 viene ritirato, perché è una
precisazione, in quanto era una direttiva del
Presidente del Consiglio dei Ministri. Per
quanto riguarda l’ emendamento di pagina 4, il
comma 2, che viene sostituito, è stato riscritto
tenendo presente soprattutto che le associazioni
femminili siano iscritte agli albi delle
associazioni di volontariato, o “ ONLUS” , e,
quindi, possano dimostrare almeno due anni di
esperienza nello specifico settore.
Quindi, è una puntualizzazione e una
precisazione, per dire che queste associazioni
debbono avere delle caratteristiche e delle
peculiarità. Non devono essere associazioni
che sorgono d’ emblée, all’ improvviso, come
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
dei funghi. Quindi, sono favorevole a questo.
Poi, per gli altri emendamenti la prima
firmataria è la collega Zorzini.
PRESIDENTE. La parola alla Relatrice
Zorzini per l’ illustrazione degli emendamenti
di pagina 3, 3.0.1, 3.1 e 6.
ZORZINI, 5HODWULFH. L’ emendamento che
va a modificare il comma 1 dell’ articolo 2
sostituisce praticamente le parole “ … la cultura
della violenza nelle relazioni personali” con le
seguenti: “ il ricorso all’ uso della violenza fra i
sessi” . Penso che, in maniera più puntuale,
delinei l’ ipotesi di cui si parla, perché,
purtroppo, si parla di ricorso all’ uso della
violenza, più che di cultura in sé. Quindi,
sarebbe importante contrastare, già con
l’ emanazione di questa legge, la cultura della
violenza e non nelle relazioni personali, ma fra
i sessi, perché di questo argomento specifico si
parla.
C’ è stato un momento di impasse, per cui
l’ emendamento di pagina 3, ZorziniFontanelli-Castaldo, è uguale all’ emendamento
Zorzini-Mattassi... Chiedo scusa... Poi,
passando avanti, sempre all’ articolo 2, a pagina
3.1 c’ è un nostro subemendamento. È stato
illustrato prima dal collega Castaldo, che ne è
primo firmatario. Verrebbe modificato il
comma 2 dell’ articolo 2, laddove viene detto
che “ la Regione riconosce e valorizza i
percorsi di elaborazione culturale e le pratiche
di accoglienza autonome ed autogestite delle
donne, basate sulle relazioni fra donne,
avvalendosi delle esperienze e delle
competenze
espresse
localmente
dalle
associazioni femminili che siano iscritte agli
albi di associazioni di volontariato e/o
<Onlus>.”
Queste associazioni devono dimostrare - qui
viene detto - due anni di esperienza nello
specifico settore. Ecco, noi subemendiamo
proprio questa parte. Dopo la parola “ Onlus”
non diciamo che le associazioni devono
dimostrare almeno due anni di esperienza nello
specifico settore, ma che le loro responsabili
possano dimostrare almeno due anni di
esperienza nello specifico settore.
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 11 VIII LEGISLATURA –
Questo è facilmente comprensibile, perché
nella nostra realtà regionale, dove c’ è bisogno
di risposte di questo tipo, si verificano, anche
negli ultimi tempi, fatti per cui determinati
sportelli e determinate realtà che lavoravano in
una certa maniera sul territorio, per ragioni
varie, fra cui anche avvicendamenti delle
Giunte comunali, eccetera, si trovano
nell’ impossibilità di proseguire il loro lavoro.
Quindi, credo non sia giusto limitare o
restringere lo spettro di riconoscimenti ad
associazioni che possono dimostrare due anni,
ma alle persone, agli esperti che hanno lavorato
in queste associazioni. Quindi, anche
associazioni che abbiano meno di due anni, ma
che abbiano, fra le promotrici, delle
responsabili esperte, che dimostrino almeno
due anni di esperienza, dovrebbero essere
incluse.
Poi c’ è l’ emendamento Zorzini-Mattassi,
che si pone, chiaramente, non in antitesi, ma
tratta dello stesso argomento trattato
dall’ emendamento Castaldo-Guerra-Saro. Non
è in antitesi, perché, in sostanza, vuole
raggiungere lo stesso fine, ma spiega in altra
maniera l’ intendimento. Praticamente, qui
viene detto che “ la Regione, secondo i principi
di cui all’ articolo 1 e per le finalità di cui al
comma 1, riconosce e valorizza i percorsi di
elaborazione culturale e le pratiche di
accoglienza autonome ed autogestite, basate
sulle relazioni fra donne, avvalendosi delle
esperienze e delle competenze espresse, anche
localmente, dalle associazioni femminili, che
perseguono esclusivamente o in prevalenza le
finalità di cui alla presente legge” .
Per quanto riguarda l’ emendamento di
pagina
5,
visto
l’ avvicendarsi
degli
emendamenti successivi, credo che anche il
collega Castaldo sia concorde nel dire che non
ha più senso, quindi lo ritirerei. Quello di
pagina 5, a firma Zorzini-Fontanelli-Castaldo,
era precedente agli altri emendamenti. Invece,
mi sembra importante che sia aggiunto
all’ articolo 2 un emendamento che va a
riprendere un comma della proposta di legge
Serafini-Mussi in discussione al Parlamento,
laddove viene fatto vedere come sia giusto che
tutta una serie di esperienze fatte da istituzioni,
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
associazioni e organizzazioni, Enti pubblici e
privati, siano messe in rete.
Qui viene detto: “ … sia con l’ insieme delle
competenze e figure professionali, per offrire
le differenti risposte, in merito alle diverse
tipologie di violenza, sui danni inferti e a come
essi agiscono sulle singole donne, siano esse
cittadine italiane o straniere” . A questo punto,
l’ emendamento di pagina 6.1 è uguale a quello
di pagina 6. Credo sia uguale. Chiedo scusa.
Quindi, non so, se il collega Mattassi
volesse esplicitare, quando interverrà, la
diversità, mi sarebbe d’ aiuto. A questo punto
mi fermerei. Grazie.
PRESIDENTE. La parola al consigliere
Mattassi per l’ illustrazione degli emendamenti
di pagina 4.1 e 6.1.
MATTASSI. Intervengo nel dibattito,
Presidente, perché la collega ha già illustrato
sufficientemente gli emendamenti. Nel
dibattito parto da questa ultima precisazione.
Che differenza c’ è tra l’ emendamento di
pagina 6 e l’ emendamento di pagina 6.1? Si
aggiunge un comma, di fatto, e mi pare che su
questo vi sia la convergenza, collega Castaldo.
La differenza sta nell’ ultima riga. Secondo me
è scritta meglio quella che illustro io. Invece di
dire “ sui danni inferti e a come essi agiscono
sulle singole donne, siano esse cittadine
italiane o straniere” , forse è meglio scrivere
così: “ per i danni ad esse causate e sugli effetti
procurati alle singole donne” . Questa è la
differenza.
Differenza di sostanza non ce n’ è. Mi pare
semplicemente sia scritto meglio. Quello che,
invece, mi permetterei di sottolineare nel
dibattito è che ora, colleghi, stiamo scrivendo
le finalità, non le metodologie per la
distribuzione dei contributi o le azioni. Va da
sé che, nel momento in cui definiamo le
finalità, non possiamo autolimitarci. Questo è il
punto. Quindi, il resto è oggetto di
precisazioni,
però
la
differenza
tra
l’ emendamento di pagina 4, a firma CastaldoGuerra-Saro, e l’ emendamento di pagina 4.1 è
sostanzialmente la seguente. L’ emendamento
di pagina 4.1 è formulato come se si
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 12 VIII LEGISLATURA –
rapportasse all’ universo delle associazioni
femminili che operano nel campo della tutela
della donna e della sua difesa contro i soprusi,
eccetera, e che, quindi, si rivolgono a coloro
che perseguono le finalità della legge.
Il testo che presentate, invece, dice che
sostanzialmente voi intendete rivolgervi solo a
coloro che hanno due anni di esperienza. Va
letto così. Quindi, se è vero che quei “ due
anni” di esperienza è un tema che può essere
valorizzato, ma naturalmente è un limite
nell’ erogazione di contributi, va messo più
avanti nel testo della legge. Non può essere
messo nelle finalità, perché è una
autolimitazione del testo di legge, che, come
dire, è contraddittoria. Dal punto di vista della
sistematica legislativa mi permetto di sostenere
l’ emendamento proposto da me e dalla collega
Zorzini, in quanto più coerente con il disegno
legislativo.
Non per essere contrario alla necessità di
valorizzare e mettere anche dei limiti.
Naturalmente, coloro che hanno esperienza
debbono essere premiati e riconosciuti. Ma non
possiamo limitarci nell’ interlocuzione. Domani
nasce un nuovo gruppo e, evidentemente, la
legge si applica anche ad esso. Non è che
dobbiamo dire che la legge si applica solo a
coloro che hanno due anni di esperienza.
Francamente, mi pare poco coerente con
l’ impostazione legislativa. Mi si scusi questa
sottolineatura.
Si può discutere se dare esclusivamente i
soldi a quelli che hanno due anni di esperienza
in questa fase; non possiamo scrivere che la
legge si rivolge esclusivamente a quelli che
hanno due anni di esperienza. Questo,
francamente, è contraddittorio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
Relatrice Zorzini. Ne ha facoltà.
L’ emendamento di pagina 6 è ritirato.
Ha chiesto di parlare il consigliere Puiatti.
Ne ha facoltà.
PUIATTI. Concordo con la parte finale del
ragionamento del consigliere Mattassi, quando
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
dice che nelle finalità non devono esserci limiti
rispetto all’ erogazione dei contributi, eccetera,
ma si devono mettere degli articoli giusti. E fin
qui è un discorso di corretta tecnica legislativa.
Ma voglio sottolineare una cosa, che riguarda
sia l’ emendamento di pagina 4, a firma
Castaldo-Guerra-Saro, sia l’ emendamento di
pagina 4.1 a firma Zorzini-Mattassi, che mi
pare limitativo. Qual è la differenza tra
l’ attuale secondo comma e quello nuovo?
Il secondo comma della legge diceva che “ la
Regione riconosce e valorizza i percorsi di
elaborazione culturale, le pratiche di
accoglienza, anche autogestite, basate sulla
valorizzazione della persona e dei rapporti
interpersonali, anche avvalendosi delle
competenze e delle esperienze espresse
localmente dalle associazioni ed istituzioni
operanti nel settore” . Non è una formulazione
meravigliosa, però è ampia.
La nuova formulazione è sostanzialmente
identica, o quasi, da parte di ambedue, e dice
che la Regione “ riconosce e valorizza i
percorsi” , eccetera, “ le pratiche di accoglienza
autonome e autogestite delle donne, basate
sulle relazioni fra donne, avvalendosi
dell’ esperienza e delle competenze espresse
localmente dalle associazioni femminili” - qui
bisognerebbe capire qual è, da un punto di
vista giuridico, la definizione di “ associazione
femminile” - “ che siano iscritte agli albi delle
associazioni di volontariato” (albi non meglio
identificati), “ o Onlus” .
Cosa sia un “ Onlus” è chiaro, perché c’ è
una legge che lo stabilisce. A mio parere, non
c’ è nessuna definizione che stabilisca con
precisione quali sono gli albi delle associazioni
di volontariato, perché non si fa riferimento ad
un albo regionale, ma si parla di albi, al
plurale. Introduce questo fatto di novità,
secondo me limitativo, anche se comprensibile,
che è quello di avvalersi delle associazioni
femminili, anche qui non meglio identificate, e
il tutto entra in una logica che aveva un senso
vent’ anni fa, oggi un po’ meno, a mio parere:
si parla di “ pratiche di accoglienza, autonome
ed autogestite delle donne, basate sulle
relazioni fra donne” .
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (197) 13 VIII LEGISLATURA –
Potrei anche sollevare dei dubbi di
costituzionalità su una norma di questo genere,
ma, al di là di questo, secondo me è limitativa
in modo sbagliato. Non so se ci sono
associazioni che hanno anche dei maschi al
proprio interno, ma la logica della
criminalizzazione di una parte del genere
umano, basata sulla tipologia sessuale, credo
sia sbagliata. Non voglio fare grandi
polemiche, ma invito i formulatori a riflettere
su questa formulazione. Personalmente non la
condivido.
PRESIDENTE. La parola ai Relatori.
Nulla quaestio.
La Giunta si rimette all’ Aula.
Passiamo alle votazioni.
L’ emendamento di pagina 2 è stato ritirato.
Pongo in votazione l’ emendamento di
pagina 3.1.
1RQqDSSURYDWR
Pongo in votazione l’ emendamento di
pagina 4.
(¶DSSURYDWR
L’ emendamento di pagina 4.1 è, quindi,
decaduto.
Pongo in votazione l’ emendamento di
pagina 6.1.
(¶DSSURYDWR
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
Do lettura dell’ articolo 3:
³2VVHUYDWRULRUHJLRQDOHVXOODYLROHQ]D
FRQWUROHGRQQH
1. E’ istituito l’ Osservatorio regionale sulla
violenza contro le donne, di seguito
denominato Osservatorio, che è strumento
della Regione per il perseguimento degli
obiettivi della presente legge, con il fine di
studiare, monitorare e divulgare l’ impatto che
il fenomeno della violenza contro le donne ha
nelle diverse realtà regionali, anche al fine di
promuovere la prevenzione del fenomeno
stesso.”
E’
stato
emendamento:
presentato
&DVWDOGR*XHUUD6DUR
HPHQGDPHQWRVRSSUHVVLYR
il
seguente
SDJLQD
VRSSULPHUHJOLDUWLFROLH
La parola al Relatore Castaldo, per
l’ illustrazione dell’ emendamento di pagina 7.
CASTALDO,
5HODWRUH.
Questo
emendamento sopprime tutti gli articoli
riguardanti l’ Osservatorio. Come è stato detto
prima, i dati che sono in possesso delle
associazioni femminili, che fanno un
monitoraggio esatto della problematica della
violenza sulle donne, sono più che sufficienti
per poter portare avanti questa legge. Quindi
riteniamo che l’ Osservatorio, anche se in altri
casi può avere una sua validità, in questo caso
particolare può e deve essere soppresso.
L’ emendamento di pagina 4.2 è decaduto.
Quindi, si sopprime non solamente
l’ articolo 3, ma anche gli articoli 4, 5, 6, 7 e 8,
che riguardano tutti l’ Osservatorio.
Gli emendamenti di pagina 5 e 6 sono stati
ritirati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
Relatore Antonaz. Ne ha facoltà.
Pongo, quindi, in votazione l’ articolo 2 nel
testo modificato.
(¶DSSURYDWR
ANTONAZ, 5HODWRUH Credo che questo sia
il passaggio più difficile della discussione che
stiamo facendo, perché una parte dei colleghi,
non ho capito se a nome di tutta la
maggioranza o meno, propone la soppressione
dell’ istituzione dell’ Osservatorio. Ora, è
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 14 VIII LEGISLATURA –
evidente - e l’ ho detto a lungo nella relazione
introduttiva – che l’ aspetto importante
dell’ Osservatorio riguardava tutta la parte della
prevenzione, cioè il monitoraggio, lo studio del
fenomeno sul territorio, quindi nel Friuli Venezia Giulia, e l’ individuazione di interventi
culturali, non pratici, come progetti di caserifugio, che diffondano nella regione la pratica
e la cultura della non violenza sulle donne.
Non ho sentito argomenti o motivazioni tali
per ritenere che questo aspetto, questa parte
della legge così importante, possa essere
eliminata o cassata. Non ho sentito argomenti
forti. Credo che aleggi in questa sala, in
quest’ Aula,
il
solito
argomento
del
“ carrozzone” , cioè il timore di creare
un’ ennesima Commissione, senza funzioni
pratiche concrete e precise, l’ ennesimo istituto
regionale dove qualcuno va ogni tanto per
prendere i gettoni di presenza.
Mi pare che questo sia il motivo che
sottende alla richiesta di soppressione di questi
articoli. Però, come dicevo nella relazione
introduttiva, il problema è nostro, cioè sta a noi
proporre o istituire un Osservatorio che
funzioni; sta a noi individuare le componenti di
questo Osservatorio, in maniera tale che sia
una struttura utile alla prevenzione del
fenomeno della violenza sulle donne. Si è così
pessimisti, poi, guardate, proprio da parte della
maggioranza, cioè di coloro che, in questo
momento, decidono le nomine.
Se proprio dalla maggioranza proviene
questo senso di sfiducia, di pessimismo, che
porta a dire: “ tanto si può rinunciare a questo
aspetto, perché sappiamo che non servirà a
niente” , va bene, ne prendo anche atto. Però è
un peccato rendere monca una legge che, così
come è uscita dalla Commissione, con questo
equilibrio abbastanza complesso e delicato, è
una legge in cui non mi ritrovo al cento per
cento. L’ ho detto: non è la legge originaria,
però è una legge in cui l’ unanimità della
Commissione si è ritrovata.
Allora, sinceramente non capisco il perché.
L’ Osservatorio è un canale per fare un
patrimonio dell’ esperienza delle associazioni
delle donne, perché, alla fine, la parte più
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
consistente di questo Osservatorio è composta
dalle associazioni delle donne, che propongono
le candidate che poi la Giunta sceglie. Quindi,
è un’ opportunità per mettere a frutto anni e
decenni di impegno su questo terreno, che
sicuramente altri operatori, per quanto bravi e
per quanto acculturati, e che studiano questo
fenomeno sui libri, non hanno.
Se eliminiamo l’ Osservatorio, è come se
dicessimo: “ tutto quello che è stato fatto in
questa regione, fino ad ora, sul terreno della
prevenzione e, molto spesso, anche della
pratica di accoglienza delle donne che hanno
subìto violenza, non ci interessa, non lo
vogliamo, non ha nessuna importanza, perché
sono esperienze che non hanno segnato nulla di
positivo” . Credo che questa richiesta di cassare
l’ istituzione dell’ Osservatorio sia irrazionale.
Quindi, mi appello al senso di responsabilità
dei colleghi perché questi emendamenti siano
ritirati.
Se
c’ è
qualche
problema
sull’ Osservatorio e sulle sue funzioni, beh, si
può emendare. Se c’ è qualche problema, se c’ è
qualche suggerimento che viene dalla
maggioranza, dal Polo e dalla Lega, basta
proporre degli emendamenti che vadano a
delimitare
ulteriormente
le
funzioni
dell’ Osservatorio, oppure ad arricchirne le
funzioni. Su questo non c’ è problema.
Però, eliminarlo “ sic et simpliciter” mi pare
sbagliato e mi sembra anche il modo per
rompere questa convergenza che si è
faticosamente realizzata. Non è che voglia fare
minacce, perché, poi, non abbiamo questa
forza, con i nostri voti, in quest’ Aula, ma è
chiaro che se l’ Osservatorio verrà abrogato,
avrò qualche difficoltà a votare a favore di
questa legge (per quello che vale questo tipo di
considerazione).
35(6,'(1=$'(/9,&(35(6,'(17(
%2578==2
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Puiatti. Ne ha facoltà.
PUIATTI. Intanto rivolgo una domanda
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 15 VIII LEGISLATURA –
tecnica alla Presidenza. Questo emendamento è
un unico emendamento,
che prevede la
soppressione di sei articoli. Lo si vota con
votazione unica?
PRESIDENTE. No, per Statuto dobbiamo
votare articolo per articolo, perché non
prevede...
PUIATTI. Quindi questo è un emendamento
ammissibile?
PRESIDENTE. Sì, è ammissibile, collega
Puiatti, solo che dovremo procedere articolo
per articolo, perché così prevede lo Statuto.
PUIATTI. Quindi non è ammissibile.
Bisognerà dividerlo in sei parti.
,QWHUUX]LRQH
Questo è un altro discorso. No, è un dato
tecnico, dopodiché, secondo me, bastava
ripresentarlo in modo corretto. Ma, a parte
questo discorso tecnico, c’ è un discorso di
sostanza che ho già, in qualche modo, sollevato
stamattina e che ripeto. Posso concordare con
chi dice: “ l’ Osservatorio qui previsto rischia di
diventare una baracca, come tante altre
Commissioni, per cui, in realtà, non serve a
nulla” . Questo può essere vero. Se è così, se
qualcuno ha idee diverse su come debba essere
fatto un istituto di questo tipo, lo si modifichi,
ma dire che decidiamo alcune cose perché
questa legge ha un articolo 1 e un articolo 2,
quindi ha degli scopi e delle finalità ben precisi
e definiti, e che da nessuna parte possiamo
avere delle informazioni su questa questione, è
un dato di contraddizione.
Cioè, noi diciamo che la Regione persegue
un certo tipo di scopi, obiettivi e finalità, e,
subito dopo, decidiamo che questi scopi li
raggiunge finanziando dei progetti che alcuni
soggetti ben definiti possono presentare. Non
ci interessa capire l’ entità del fenomeno, le
esigenze, i bisogni, niente. Questo, secondo
me, è un dato sbagliato. Dopodiché, qua c’ è la
maggioranza, evidentemente blindata, perché
su questo, mi pare di capire, non ci sono grandi
discussioni, nel senso che questa cosa è stata
appaltata alla Lega Nord dalla maggioranza,
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
per cui non succederà quello che è successo
ieri sulla nomina del Difensore civico o del
Tutore dei minori.
Però, insisto con il dire - dopodiché la
maggioranza faccia quello che crede - che è
sbagliato sopprimere l’ Osservatorio, perché
dobbiamo avere un luogo, deve esserci
qualcuno da qualche parte che tiene una sorta
di “ registro dei bisogni e delle situazioni di
difficoltà, di crisi e di rischio” . Non so se il
paragone calzi, ma uno dei modi per cercare di
operare in modo serio, nel campo oncologico, è
quello di fare un serio lavoro sul piano
dell’ informazione.
Da alcuni anni, quasi dappertutto, ci sono i
registri dei tumori che servono per avere una
serie di dati e di elementi per capire questo
fenomeno. Su questo settore, noi dobbiamo
avere una cosa simile, ossia deve esserci
qualcuno che – insisto – raccoglie informazioni
e le coordina, soprattutto.
Se voi togliete questo strumento, questo
Osservatorio sparisce e, quindi, non c’ è più da
nessuna parte. La legge diventa una legge
assolutamente monca. Ossia, diventa una legge
fatta non per affrontare il problema, ma per
finanziare alcuni progetti, che è una cosa
totalmente diversa rispetto alla finalità che
abbiamo appena votato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Mattassi. Ne ha la facoltà.
MATTASSI.
Colleghi,
io
so…
probabilmente mi pare di intuire le ragioni che
motivano all’ improvviso il collega Castaldo a
maturare una posizione diversa rispetto al tema
dell’ Osservatorio. Io, naturalmente, sospendo il
mio dire, perché ho bisogno, poi, che qualcuno
anche riferisca…
&RQIXVLRQHLQ$XOD
Collega Santarossa, mi spiace disturbarla,
ma io ho bisogno di interloquire con il Relatore
di maggioranza, perché è vero che noi parliamo
al Presidente del Consiglio, perché ci senta
l’ Assessore
competente,
ma
siccome
l’ Assessore competente non c’ è e quando c’ è
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (197) 16 VIII LEGISLATURA –
su questa materia è incompetente, è evidente
che con qualcuno bisogna parlare. E poi,
queste sono le verità.
Ricordo che il collega Relatore di
maggioranza Castaldo durante la discussione in
Commissione non pose problemi circa
l’ istituzione dell’ Osservatorio, che pareva
anche a noi, all’ inizio, un organismo che
poteva essere accusato di pletoricità, di
dispendio di denaro pubblico; in verità, va
tenuto conto del fatto che - lo ribadisco questo provvedimento è messo in capo alla
Direzione sanità e politiche sociali, dove non
c’ è nulla, nessuno strumento e nessuna cultura
su questa tipologia di argomento.
Probabilmente la valutazione dei progetti, la
distribuzione delle risorse saranno affidate al
Direttore. Pace all’ anima sua! Nel momento in
cui…
,QWHUUX]LRQH
A parte questo. Il problema è: questo ha un
profilo amministrativo, mi auguro rimanga in
servizio finché andrà in pensione, perché
abbiamo bisogno di continuità, però, se
abbiamo bisogno di continuità, con tutto il mio
rispetto, lungi da chiunque pensare che quel
soggetto sia in grado di affrontare questo
argomento con la dovuta competenza ed il
dovuto approfondimento.
Detto questo, che strumenti usa?
Sicuramente avrà l’ imbeccata dalla collega
Guerra per le sue amiche. Questo è pacifico.
Però, non vorrei che alla fine questo fosse
l’ unico criterio con il quale informare il
distributore delle risorse economiche. Perché
qui si tratta di garantire, a fronte di progetti
credibili, finanziamenti adeguati.
E la credibilità dei progetti deriva dalla
possibilità della loro analisi, della loro
coerenza con l’ idea di questa Regione
dell’ iniziativa da mettere in campo su questo
argomento. Chi ha fatto le barricate per abolire
l’ Osservatorio, probabilmente saprà che, nel
momento in cui la collega Guerra va a Roma o
da qualche altra parte, si potrà approvare
esattamente il contrario.
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
Cioè, avere ottenuto l’ esatto contrario di
quello che si immaginava. Cioè, anziché fare le
cose bene con la dovuta informazione, con il
dovuto approfondimento, in modo tale da
dimostrare che si fa meglio e si ha più diritto di
altri, succederà che presumibilmente ci sarà,
anziché la collega Guerra, che magari va a
Roma, la collega Seganti che rimane in
Regione; anziché le amiche di Udine, ci
saranno quelle di Trieste e, alla fine, questo
sarà il risultato.
,QWHUUX]LRQH
Ma certo! Avete tante amiche, ma il
problema è che abbiamo amiche anche noi. E
poi ci sono le amiche di tutti. E poi, le donne
che subiscono violenza sono quelle che non
hanno colori, amici, ma e che hanno
semplicemente dei bisogni e che chiedono
delle risposte.
Io voglio essere brutale per questa ragione;
perché, evidentemente, qui si è fatto un
ragionamento di esclusiva caratterizzazione del
profilo della buona amministrazione: “ non si
devono spendere i soldi per organismi
pletorici” . Al posto di questi organismi
pletorici,
che
inseriscono
la
cultura
nell’ organizzazione regionale, c’ è il nulla.
L’ alternativa è il nulla.
A chi giova questo? Come dicevo, non c’ è
altra spiegazione: alle pratiche clientelari.
Questa è l’ unica spiegazione possibile. È
evidente che io invito ad un ripensamento,
perché è ben vero che molti organismi
diventano pletorici, sono superati nel tempo,
eccetera. Questo è un argomento che viene per
la prima volta affrontato, non solo da questo
Consiglio, ma dall’ intero apparato regionale.
È un argomento che non ha un titolo; nella
legge 7/88 non si sa chi debba occuparsi di
questo argomento. Quindi, prima di buttare via
un’ idea, che poi rappresenta uno strumento,
pensateci due volte. Consentitemi di dire:
pensateci due volte! Perché, ripeto: nessuno di
noi è eterno, mentre questi argomenti
rimangono validi per i prossimi vent’ anni.
Va via l’ amica di turno, ne viene un’ altra!
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 17 VIII LEGISLATURA –
Ne viene un’ altra, Alessandra. È così!
Dopodiché, le tue amiche passano in seconda
battuta e alla fine succederà che noi non
facciamo una legge per tutti, ma la facciamo
per gli amici del momento.
E allora, torno ad insistere: era meglio non
fare la legge, ma piuttosto inserire un articolo
nella legge finanziaria dicendo: “ Diamo il
contributo a Toni” o a Bepi. In questo caso a
Beppina o Antonia.
È evidente che questa è la vostra cultura. Io
mi auguro che duri il tempo della contingenza
e ritorni anche l’ idea di uno Stato di diritto, in
cui tutti quanti possano avere pari opportunità.
Se si vuole uscire da questo sospetto, che mi
pare fin troppo fondato, abbiate un attimo di
ripensamento.
Non
volete
istituire
l’ Osservatorio, che poi è semplicemente un
organismo di cultura generale? Proponete
qualcosa d’ altro, ma tenete conto che poi ci
sono le donne ed i loro bisogni, presenti in tutta
la società regionale e non solo in alcuni luoghi
rispetto ad altri.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Pegolo. Ne ha la facoltà.
PEGOLO. Signor Presidente, io colgo che è
vi è stata sensibilità da parte di tutte le forze
politiche intorno al tema, perché si tratta di un
tema sicuramente rilevante dal punto di vista
sociale. Questo è un fatto positivo. Dopodiché,
bisogna intenderci: questa legge rappresenta
l’ opportunità per disseminare un po’ di risorse
a qualche struttura operante o in costruzione,
attraverso queste logiche di elargizioni non
controllate?
Oppure questa legge costituisce la base per
fare una politica sul problema delle condizioni
delle donne? E quando intendo “ politica”
intendo un intervento organico, controllato sia
nelle sue finalità che nei suoi esiti. Se
puntiamo ad una politica, noi non possiamo
accontentarci di erogare una serie di fondi,
essenzialmente
per
promuovere
centri
antiviolenza o case di accoglienza, senza poi
riuscire a trarre un elemento di valutazione
sull’ efficacia di questi strumenti, per poter
progressivamente correggerne anche le
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
eventuali disfunzioni, per poter mappare le
esigenze reali dei bisogni delle donne in questa
regione e, quindi, le necessità di quanto vadano
potenziate queste strutture.
Per questo motivo,– e mi rivolgo in
particolare al collega di maggioranza – una
legge che si limiti ad erogare risorse, ma che
non dia gli strumenti per valutare queste
politiche, per trarre gli insegnamenti dalle
pratiche che si fanno e, quindi, indirizzare gli
interventi successivi, è una legge che perde
gran parte della sua efficacia.
Io credo che l’ elemento negativo sia
rappresentato dal fatto che noi non possiamo
disseminare questa regione di una serie di
centri che operano, di fatto, ognuno secondo
proprie logiche e senza che queste esperienze
vengano ricondotte a sintesi. Ci deve essere un
luogo nel quale queste esperienze hanno la
possibilità di essere confrontate, di essere
valutate e di capire fino a che punto rispondano
agli effettivi bisogni delle donne in questa
regione.
In questa legge è contenuta una proposta
specifica, che è quella dell’ Osservatorio, come
strumento per mappare queste esperienze, per
esprimere elementi di valutazione e, quindi,
consentire a chi governa di esercitare una vera
e propria politica su queste questioni.
Se voi volete togliere questo aspetto dalla
legge, la legge cambia di significato e non si
trasforma più in una legge contro la violenza
sulle donne, che si propone, quindi, un
intervento organico in materia, ma si tratta di
una legge che eroga fondi a singole strutture
che operano in questo campo.
Allora, siccome so che all’ interno dei
banchi di questa maggioranza più di una volta
sono emerse le critiche e si è fatta quasi una
bandiera della lotta contro il clientelismo, i
finanziamenti a pioggia – tutte cose che io
condivido -, nel momento in cui viene meno il
raccordo fra queste esperienze, diventa
automatico che si apra la strada ad una pratica
di quel tipo.
Io posso accettare le critiche nel merito
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 18 VIII LEGISLATURA –
della proposta di questo Osservatorio. Se i
colleghi della maggioranza hanno da avanzare
delle proposte alternative sulle modalità di
funzionamento di una struttura che ha questo
compito di raccordo, di analisi e di proposta
complessiva, bene, le avanzino. Da parte nostra
non c’ è un’ obiezione pregiudiziale, rispetto ad
altri tipi di proposte, ma la soppressione fa
venire meno qualsiasi logica di tipo
programmatorio.
Quindi, veramente, se chi lo fa in buona
fede, lo fa con l’ obiettivo di ridurre spese che
può giudicare improprie, si espone ancora di
più al rischio, di fatto, di mettere in piedi dei
canali di spesa le cui finalità non saranno, alla
fin fine, pienamente controllate e valutate nei
proprie esiti. Quindi, dal mio punto di vista, si
può essere contrari alla proposta, si può
conseguentemente
avanzare
una
controproposta, ma la eliminazione di
strumenti di questo tipo vanifica la possibilità
di una politica regionale.
Dal punto di vista economico si traduce, di
fatto, in una scelta largamente discutibile,
perché non esistono più le condizioni di un
pieno controllo sull’ erogazione dei fondi.
Invito, pertanto, i colleghi della maggioranza a
pensarci molto bene prima di risolvere le cose
brutalmente; se occorre, avanzino delle
controproposte, però ricordino che qui stiamo
parlando di una politica nei confronti delle
donne e non semplicemente di qualche
finanziamento ad un centro o ad un altro
presente in questa regione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
Relatrice Zorzini. Ne ha la facoltà.
ZORZINI. 5HODWULFH Signor Presidente e
colleghi, io non sarò molto lunga. Approvo gli
interventi fatti poc’ anzi dai colleghi Puiatti,
Mattassi e Pegolo, il quale mi ha appena
preceduto. Non c’ è nessun sordo peggior sordo
di chi non vuol sentire.
Io spero veramente che i colleghi della
maggioranza ed il collega Castaldo in primis,
con cui avevamo dibattuto in maniera molto
proficua in Commissione, recepiscano le giuste
argomentazioni che sono state esposte circa il
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
mantenimento di un organismo che in questo
caso veniva chiamato Osservatorio, ma che
potremmo chiamare in una qualsiasi altra
maniera; ma un organismo che si prefigga i fini
che sono stati delineati poc’ anzi.
Noi, in Commissione, credo abbiamo
ottenuto una mediazione proficua. Se si temeva
che questo Osservatorio diventasse un
carrozzone, laddove si decideva di spartire del
denaro pubblico ad una o un’ altra associazione,
ad uno o ad un altro ente, secondo gli
orientamenti del momento, questo tentativo è
stato sventato quando abbiamo accettato, in
Commissione, per esempio, che l’ Osservatorio
non avesse la funzione di sottostare
immediatamente al Consiglio, al sostegno che
doveva essere dato all’ ente che erogava i
contributi a dei progetti fatti sul territorio.
L’ Osservatorio, invece, voleva avere altri
scopi, che sono stati ben delineati dai colleghi
che mi hanno preceduto.
Visto che andiamo a parlare di un problema
particolare, si prefiggeva, intanto, lo scopo di
monitorare sul territorio, di coordinare il flusso
statistico. E lo abbiamo detto stamattina quanto
ci sia bisogno di informazione di questo tipo,
su questi punti, di un organismo che, appunto,
coordinasse e incanalasse le informazioni per
quel che riguarda il quadro complessivo della
problematica della violenza nei confronti delle
donne.
Questo
Osservatorio
doveva
anche
presentare alla Giunta regionale - quale
indicazione di indirizzo, di programmazione e
di bilancio della Regione - dei progetti che
cercassero di intervenire sui problemi concreti
che si andavano a delineare sul territorio e che,
appunto, venivano monitorati da questo
Osservatorio.
Ora, non si capisce veramente bene, passato
il primo anno, il primo stanziamento, come ci
si programmerà, come si potrà lavorare, in
futuro, in questa maniera, sperando che questa
legge passi. Chiedo ai colleghi di maggioranza
di cercare di trovare una mediazione su questo
punto. Questa mattina si è parlato del fatto che
si potrebbe, per esempio, in determinati
passaggi, far intervenire altri organismi.
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 19 VIII LEGISLATURA –
Si è citata, per esempio, la Commissione
regionale pari opportunità, che è stata definita,
da qualcuno, una sovrastruttura. A me dispiace
che si ragioni in questa maniera. Lo dico molto
sinceramente. Questa Commissione, come
tante altre Commissioni - come anche,
purtroppo, le nostre Commissioni consiliari –
si sarà potuta trovare, in certi momenti, in
situazioni di impasse, avrà potuto avere dei
problemi nel suo interno; non avrà potuto
operare con il dovuto acume e la puntualità,
con tutto il buon senso che qualche volta
spetterebbe ad un organismo di questo tipo.
Però, non dobbiamo dimenticare che non è
detto che un organismo di questo tipo,
composto, nel caso, da donne, come altre
Commissioni sono composte sia da uomini che
da donne, che quindi sono anche fallibili, in sé
debba essere soppresso, perché è uno
strumento consultivo che si vorrebbe
introdurre, in questa maniera, introducendo
l’ Osservatorio.
E’ uno strumento di programmazione
democratica indispensabile in una legge di
questo tipo. Io credo che bisognerebbe pensare
comunque di poter concertare – e penso ci si
possa mettere d’ accordo per arrivare ad una
mediazione, a questo punto -, di trovare uno
strumento che comunque possa e debba dare
una rilevazione sistematica del fenomeno della
violenza su base annuale, individuare le buone
prassi e predisporre annualmente una relazione,
quale indicazione di indirizzo per la Giunta
regionale.
Questo è un punto da cui non si può
prescindere, pena la vanificazione di una legge
come questa, che diventerebbe una legge che
distribuisce, puntualmente, sul territorio, al
momento attuale, dei contributi a determinate
associazioni di turno, come è stato già detto,
ma che non cercherebbe di fare una
programmazione seria ed un discorso che vada
verso il futuro.
In Commissione, come è stato accennato da
più colleghi, tutti hanno rinunciato. Su
determinati punti, anche per quel che riguarda
l’ Osservatorio, i colleghi di Rifondazione
Comunista hanno rinunciato, rispetto ad una
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
primaria impostazione che si dava dello stesso.
Io credo che a questo punto tutti dovrebbero
fare un esame di coscienza, giudicare e
rispondere, riflettere su questo problema,
appunto, con libertà di coscienza, cercando di
svincolarsi dalle imposizioni di colleghi che
magari si sono improvvisati all’ ultimo
momento sull’ argomento; e che, magari, in
questo momento prestano ascolto a determinati
Consiglieri che, nel caso, erano sì portatori di
consigli con pari dignità, degni di essere
ascoltati, ma appunto consigli che possono
essere anche parziali e, quindi, che non
tengono in dovuta considerazione tutto lo
spettro e la casistica del problema in questione
su base regionale. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Cruder. Ne ha la facoltà.
CRUDER. Presidente e colleghi, io non ho
seguito questo argomento, non essendo un
componente della Commissione competente.
Però, questa mattina, dagli interventi che ho
seguito in quest’ Aula, mi è parso di capire che
il Consiglio regionale si apprestava ad
esaminare un argomento di grande importanza
e di altrettanta delicatezza.
Mi compiacevo del fatto che c’ era una
trasversalità per costruire in positivo un
provvedimento che doveva anche connotare
altrettanto positivamente l’ operatività di questa
Aula, di questo Consiglio. La serie di
emendamenti che è stata presentata sta a
denunciare uno scadimento, a mio modo di
vedere, abbastanza penoso.
Ci addentriamo in discussioni che nulla
hanno a che fare con le premesse, con quanto
dispone l’ articolo 1, con le grandi finalità che
questa legge intende perseguire, rispetto ad un
fenomeno verso il quale dobbiamo tutti
dimostrare, credo, una responsabilità effettiva,
reale, che deve travalicare, ovviamente, le
collocazioni politiche, all’ interno e all’ esterno
di quest’ Aula.
Perciò, io non posso non condividere le
preoccupazioni che i colleghi che mi hanno
preceduto hanno espresso in ordine a questo
emendamento. Non ho capito neanch’ io, dalle
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 20 VIII LEGISLATURA –
parole del collega Castaldo, che giudico
persona seria, preparata ed onesta, soprattutto
intellettualmente, quali siano le recondite
ragioni per le quali si vuole sopprimere questo
Osservatorio.
Ma se facciamo qualche passo indietro o
qualche passo in avanti, leggendo il
provvedimento nella sua interezza, con gli
emendamenti presentati, comprendiamo tutte le
ragioni, collega Antonaz, per le quali si vuole
sopprimere l’ Osservatorio. Voi avete utilizzato
parole convincenti per indurre i presentatori di
questo emendamento a fare un passo indietro e
ad intravedere, nell’ Osservatorio, un organo –
non un carrozzone – che sovrintende ad una
programmazione di un servizio che dobbiamo
dare per risolvere un problema.
Dobbiamo dare risposta ad un bisogno. Non
dico ad un’ emergenza, ma ad un bisogno reale,
vero, che emerge da questa società, che sta
andando sempre più a rotoli. Uso una parola
eufemistica. Le ragioni, allora, le troviamo
nell’ approccio politico complessivo, a questo
come ad altri problemi.
Vi ricordate che questa Giunta regionale e
questa maggioranza, ad esempio, hanno
soppresso l’ OLF, l’ Osservatorio della lingua
friulana? Era un carrozzone, l’ OLF? No,
semplicemente non rispondeva a logiche di
maggioranza. Questo è il motivo per cui si
vuole…
Dobbiamo fare un approfondimento… Lo
faremo… Io neanche lo farei! Abbandonerei
l’ Aula! Guardate che cosa arrivo a dire!
Andiamo a leggere l’ articolo 16 di questo
provvedimento. Due righe. Il titolo è:
“ Relazioni e Rendiconti” . I rendiconti sono
cose serie, nella pubblica amministrazione,
vero?
L’ articolo dice: “ I soggetti promotori di cui
all’ articolo 9” - poi andremo a vedere che cosa
dirà l’ articolo 9, quando verrà votato e
prosciugato da alcuni elementi che danno
fastidio alla maggioranza - “ presentano ogni
anno alla Giunta regionale una relazione
sull’ andamento e sulla funzionalità dei centri
antiviolenza e delle case di accoglienza” .
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
Non si dice quanto si è speso per fare
questo… , eccetera. No. “ Scriverà una
relazione” . Se correliamo questo articolo con
l’ articolo 9, così come uscirà dopo gli
emendamenti presentati, comprendiamo quali
sono le finalità della maggioranza. E lo
comprendiamo ancora di più se andiamo a
leggere, fra le righe, le affermazioni che ha
fatto la collega Guerra stamattina in ordine alla
Commissione pari opportunità.
Sono Commissioni che non rispondono alle
logiche della maggioranza e, pertanto, tutto ciò
che non corrisponde a questa logica è
carrozzone. Ci rendiamo conto di come siamo
in grado, in Aula, di lordare e massacrare
anche le cose più belle, più nitide, più alte in
ordine alle quali un’ Assemblea può legiferare?
Queste sono le ragioni per le quali questo
emendamento
viene
proposto,
perché
l’ interesse non è rispetto al problema, ma è
verso gli amici che sono interessati al problema
per ragioni, credo nobili, ma, in definitiva, a
questo punto, credo che anche la nobiltà di
questo interesse debba essere fortemente messa
in dubbio.
&RQIXVLRQHLQ$XOD
Anch’ io, allora, collega Castaldo, per queste
ragioni sono a richiedere un ripensamento.
Senza Osservatorio, questa legge servirà
soltanto per accontentare qualche - e non tutte,
ovviamente: guai se fossero tutte! –
associazione che si occupa di questo problema.
Invece credo che la risposta debba essere data
complessivamente
dall’ istituzione
civile,
dall’ istituzione in sé, che è rappresentata, in
questo caso, dall’ Osservatorio in termini di
regia, oltre che di rappresentanza di una
programmazione, che ha bisogno di essere il
più possibile precisa, democratica e limpida.
Qui non c’ è nulla di preciso, nulla di
democratico, nulla di limpido, ma è il sistema
con cui legifera questa maggioranza.
PRESIDENTE. Preciso che le varie parti di
cui si compone l’ emendamento di pagina 7
(soppressive degli articoli 3, 4, 5, 6, 7 e 8)
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (197) 21 VIII LEGISLATURA –
verranno poste ai voti separatamente, in sede di
esame dei singoli articoli.
Passiamo alle repliche.
La parola al Relatore Antonaz.
ANTONAZ, 5HODWRUH. Contrario.
PRESIDENTE. La parola alla Relatrice
Zorzini.
ZORZINI, 5HODWULFH Contraria.
PRESIDENTE. Pongo in votazione il
mantenimento dell’ articolo 3.
1RQqDSSURYDWR
Do lettura dell’ articolo 4:
³)XQ]LRQLGHOO¶2VVHUYDWRULR
1. L’ Osservatorio ha le seguenti funzioni e
compiti:
a) assicurare criteri uniformi e sistematici di
rilevamento del fenomeno della violenza
contro le donne sul territorio regionale, nel
quadro complessivo della problematica della
violenza, coordinando il flusso statistico;
b) analizzare e divulgare le informazioni
raccolte;
c) individuare le proposte di "buone prassi"
per la prevenzione e gli interventi diretti dei
soggetti pubblici e privati;
d) predisporre, entro il mese di settembre di
ogni anno, una relazione annuale sull’ attività
svolta e sull’ andamento del fenomeno della
violenza contro le donne, da presentare alla
Giunta regionale quale indicazione di indirizzo
per la predisposizione dei documenti di
programmazione e di bilancio della Regione.
In fase di prima applicazione, la suddetta
relazione viene presentata entro il mese di
settembre dell’ anno successivo all’ entrata in
vigore della presente legge.”
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
E’
stato
emendamento:
presentato
il
seguente
=RU]LQL0DWWDVVL
SDJLQD
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
DOFRPPDOHWWHUDDVRSSULPHUHOHSDUROH
QHOTXDGURFRPSOHVVLYRGHOODSUREOHPDWLFD
GHOODYLROHQ]D!!
La parola alla Relatrice Zorzini, per
l’ illustrazione dell’ emendamento di pagina 7.1.
ZORZINI, 5HODWULFH Sinceramente, signor
Presidente, io penso che questo emendamento,
ormai, sia improponibile, perché veniva a
cascata dopo l’ istituzione dell’ Osservatorio,
perché nel caso si parla delle funzioni
dell’ Osservatorio di cui sopra.
PRESIDENTE. Lei ha ragione, Consigliera,
ma se non modifichiamo lo Statuto, io devo far
procedere… Lei non è obbligata…
ZORZINI, 5HODWULFH Va
decaduti; non discuto sui miei…
bene,
sono
PRESIDENTE. Va bene, questo è un
intervento appropriato.
Se nessuno solleva obiezioni, rimane così
stabilito.
&RVuULPDQHVWDELOLWR
Ha chiesto di parlare il consigliere Pegolo.
Ne ha la facoltà.
PEGOLO. Faccio una dichiarazione del
tutto personale. Io non intendo partecipare
ulteriormente per quanto riguarda l’ esame di
questa legge. L’ atto che è stato compiuto è
gravissimo, snatura completamente tutto il
significato di questa legge; di fatto la trasforma
in una legge clientelare, anziché in uno
strumento di programmazione.
Per quanto mi riguarda, lascio volentieri ai
componenti della maggioranza di votarsi
questa legge, perché non intendo avere nulla a
che spartire con queste logiche.
$WWLFRQVLOLDUL
VIII LEGISLATURA –
9HULILFDGHOQXPHUROHJDOH
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Puiatti. Ne ha la facoltà.
PUIATTI. Chiedo un’ altra volta una
verifica del numero legale, se ci sono dei
colleghi che mi danno una mano, in modo tale
da capire se la maggioranza c’ è o no.
PRESIDENTE. Poiché la richiesta della
verifica del numero legale è stata formulata ai
sensi dell’ articolo 48 del Regolamento,
procediamo alla verifica stessa.
Ricordo che, ai sensi del quarto comma
dell’ articolo 48 del Regolamento, i Consiglieri
che sono in congedo, entro il limite massimo di
un quinto dei componenti del Consiglio, non
vengono computati per fissare il numero
legale.
Sono presenti:
Arduini
Baritussio
Ciani
Cisilino
Di Natale
Follegot
Lippi
Pozzo
Romoli
Saro
Serpi
Violino
Asquini
Castaldo
Ciriani
Dal Mas
Dressi
Guerra
Marini
Ritossa
Santarossa
Seganti
Venier-Romano
Zoppolato
Sono in congedo FRQFHVVR QHOOD VHGXWD
RGLHUQD:
Antonione Ariis
Budin
Degano
Staffieri Tondo
Comunico il risultato della verifica del
numero legale, tenuto conto che, ai sensi del
comma 7 dell’ articolo 48 del Regolamento, i
richiedenti vengono sempre considerati
presenti:
Presenti:
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (197) 22 -
29
– SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
In congedo:
Numero legale:
6
28
Il Consiglio è, pertanto, in numero legale
per deliberare.
6HJXLWRGHOODGLVFXVVLRQHVXOOHSURSRVWHGL
OHJJHQQH
PRESIDENTE. Pongo, quindi, in votazione
il mantenimento dell’ articolo 4.
1RQqDSSURYDWR
Do lettura dell’ articolo 5:
³,VWLWX]LRQHHLQVHGLDPHQWR
GHOO¶2VVHUYDWRULR
1. La Giunta regionale dà avvio alle
procedure di istituzione dell’ Osservatorio entro
trenta giorni dalla pubblicazione della presente
legge nel Bollettino Ufficiale della Regione.
2. Le associazioni e i movimenti delle
donne, entro sessanta giorni dalla richiesta,
comunicano i nomi delle candidature e i
relativi curricula al Presidente della Giunta
regionale, che provvede alla costituzione
dell’ Osservatorio entro i successivi trenta
giorni.
3. Il Presidente della Giunta regionale, entro
trenta giorni dalla pubblicazione del decreto di
costituzione dell’ Osservatorio nel Bollettino
Ufficiale della Regione, convoca l’ organismo e
procede al suo insediamento.”
,QWHUUX]LRQH
L’ articolo 28 dello Statuto mi impone di
votare articolo per articolo. Questo dice lo
Statuto. So che è una cosa anomala, ma io devo
fare come mi dice lo Statuto.
Pongo in votazione
dell’ articolo 5.
1RQqDSSURYDWR
il
mantenimento
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (197) 23 -
VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
Do lettura dell’ articolo 6:
³&RPSRVL]LRQHGHOO¶2VVHUYDWRULR
1. L’ Osservatorio è composto da:
a) la Presidente della Commissione
regionale pari opportunità tra uomo e donna, o
sua delegata;
b) la consigliera per l’ attuazione del
principio di parità di trattamento di cui alla
legge 19 dicembre 1984, n. 863;
c) tre esperti eletti dal Consiglio regionale,
con voto limitato a uno, scelti tra quanti,
nell’ ambito
delle
proprie
competenze
professionali, di specializzazione e/o di
esperienza diretta, hanno maturato ricerche,
pratiche, iniziative e realizzazioni concrete nei
confronti delle situazioni di violenza contro le
donne;
d) sei esperte nominate dal Presidente della
Giunta regionale sulla base di candidature
richieste alle associazioni e movimenti delle
donne.
2. Fanno altresì parte, di diritto,
dell’ Osservatorio, con voto consultivo, le
consigliere regionali in carica.”
E’
stato
emendamento:
presentato
il
seguente
=RU]LQL)RQWDQHOOL&DVWDOGR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
$OOD OHWWHUD F VRVWLWXLUH OH SDUROH WUH
HVSHUWL!!FRQOHVHJXHQWLWUHHVSHUWHL!!
HOHWWL!! GD HOHWWHL!! XQR!! GD
XQDR!! VFHOWL!! GD VFHOWHL!!
TXDQWL!!GDTXDQWHL!!
Relatrice Zorzini, lo ritira?
ZORZINI, 5HODWULFH Sì.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Puiatti. Ne ha la facoltà.
PUIATTI. Non aveva dubbi?
PRESIDENTE. No, no. Non avevo nessun
dubbio.
PUIATTI. Se non aveva dubbi… non so…
Allora, io dico una cosa. Lo Statuto dice che
gli articoli devono essere votati uno per uno.
Certo. Io le ho chiesto se sono votabili. Ossia,
secondo lei, se il Consiglio votasse l’ articolo 6,
potrebbe votarlo? Come fa, adesso, il Consiglio
a votare un articolo che ha per titolo:
“ Composizione dell’ Osservatorio” e dice:
“ L’ Osservatorio è composto da… ” , se
l’ Osservatorio non c’ è, perché l’ articolo che lo
istituiva è stato bocciato? Come fa?
&RQIXVLRQHLQ$XOD
Non è votabile, secondo me. Perché, una
volta approvato l’ emendamento all’ articolo 3,
quindi cassato l’ articolo 3, il resto non sta in
piedi.
PRESIDENTE. Consigliere, mi pare di
essere stato chiaro. Lei ha ragione, però non
esistono gli strumenti formali per dire quello
che lei dice. Pertanto, dobbiamo seguire la
prassi.
Pongo in votazione
dell’ articolo 6.
il
mantenimento
1RQqDSSURYDWR
Do lettura dell’ articolo 7:
³3UHVLGHQ]DHIXQ]LRQDPHQWR
GHOO¶2VVHUYDWRULR
1. Per quanto attiene il funzionamento e la
durata in carica dell’ Osservatorio, si fa
riferimento all’ articolo 4, comma 5 e
all’ articolo 6 della legge regionale 21 maggio
1990, n. 23.”
Pongo in votazione
dell’ articolo 7.
1RQqDSSURYDWR
Do lettura dell’ articolo 8:
il
mantenimento
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
- (197) 24 -
VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
³7UDWWDPHQWRHFRQRPLFR
1. Ai componenti dell’ Osservatorio compete
un gettone di presenza pari a lire 100.000 per
ogni seduta; è dovuto inoltre un rimborso spese
nella misura prevista dalla legge regionale 23
agosto 1982, n. 63 e successive modificazioni
ed integrazioni.”
E’
stato
emendamento:
presentato
il
=RU]LQL0DWWDVVL
SDJLQD
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
seguente
DO FRPPD SULPD GHOOH SDUROH ³$L
FRPSRQHQWL«´DJJLXQJHUHODSDUROD³$OOH´
Chiedo alla Relatrice Zorzini se ritira
l’ emendamento.
/D5HODWULFH=RU]LQLULWLUDO¶HPHQGDPHQWR
Grazie.
Pongo, quindi, in votazione il mantenimento
dell’ articolo 8.
1RQqDSSURYDWR
Do lettura dell’ articolo 9:
³3URJHWWLDQWLYLROHQ]D
1. L’ Amministrazione regionale, per le
finalità della presente legge, finanzia "Progetti
antiviolenza" presentati, in via alternativa:
a) da enti locali singoli o associati;
b) da associazioni femminili e soggetti
operanti nel privato sociale, presenti in
regione;
c) di concerto, da enti locali, singoli o
associati, associazioni femminili e soggetti
operanti nel privato sociale, presenti in regione.
2. I progetti, da realizzarsi anche in più
annualità, possono prevedere due fasi di
intervento:
a) il "Centro antiviolenza", facilmente
accessibile, adeguatamente pubblicizzato, che
svolge le seguenti funzioni e attività di prima
accoglienza:
1) colloqui preliminari per individuare i
bisogni e fornire le prime informazioni utili;
2) percorsi personalizzati, basati sull’ analisi
delle specifiche situazioni della violenza,
tendenti a rafforzare la fiducia della donna
nelle proprie capacità e risorse, e a favorire
nuovi progetti di vita e di autonomia,
attraverso la valorizzazione della persona e
dei rapporti interpersonali;
3) colloqui informativi di carattere legale;
4) affiancamento della donna, qualora la
stessa lo richieda, nella fruizione dei servizi
pubblici o privati, nel rispetto dell’ identità
culturale e della libera scelta di ognuna;
b) una o più "Case di accoglienza", segrete
o con garanzia di sicurezza, quali strutture di
ospitalità temporanea per le donne che si
trovano in situazioni di necessità o di
emergenza; le ospiti sono coadiuvate da
operatrici di ospitalità che favoriscono
l’ autogestione.
3. L’ accesso alle Case di accoglienza
avviene unicamente per il tramite del Centro
antiviolenza, secondo le valutazioni ed i pareri
espressi dalle operatrici di accoglienza.
4. A dette strutture, si possono rivolgere
tutte le donne, siano esse sole o con figli
minori, indipendentemente dal loro status
giuridico o di cittadinanza, che siano vittime di
violenza psicofisica, sessuale, economica o di
maltrattamenti.”
Sono
stati
emendamenti:
presentati
=RU]LQL0DWWDVVL
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
i
SDJLQD
seguenti
DOFRPPDOHWWHUDDGRSROHSDUROHR
DVVRFLDWL!! DJJLXQJHUH OH SDUROH GDQGR
SULRULWj D TXHOOL SUHVHQWDWL GL FRQFHUWR FRQ OH
$WWLFRQVLOLDUL
- (197) 25 -
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
DVVRFLD]LRQLIHPPLQLOL!!
&DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
&DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
DOFRPPD GRSR OD OHWWHUD F DJJLXQJHUH
LOVHJXHQWHFRPPD
DOFRPPDVRSSULPHUHODOHWWHUDE
, SURJHWWL DQWLYLROHQ]D SUHVHQWDWL GDL
VRJJHWWL GL FXL DOOH OHWWHUH D H E GRYUDQQR
HVVHUH SUHYHQWLYDPHQWH VRWWRSRVWL DO SDUHUH
GHOODFRPSHWHQWH&RPPLVVLRQHFRQVLOLDUH!!
DO FRPPD VRVWLWXLUH OD OHWWHUD E FRQ OD
VHJXHQWH
&DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
E GD DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL RSHUDQWL LQ
UHJLRQH FKH SHUVHJXDQR HVFOXVLYDPHQWH R LQ
SUHYDOHQ]D OH ILQDOLWj GL FXL DOOD SUHVHQWH
OHJJH LVFULWWH DJOL VSHFLDOL DOEL GHO
YRORQWDULDWR H GHOOH 21/86 H FKH DEELDQR
PDWXUDWRHVSHULHQ]HHFRPSHWHQ]HVSHFLILFKHLQ
PDWHULDGLYLROHQ]DFRQWUROHGRQQH!!
DO FRPPD VRSSULPHUH OD VHJXHQWH IUDVH
GXHIDVLG¶LQWHUYHQWR!!
=RU]LQL 5HODWULFH SDJLQD VXEHPHQGDPHQWR
PRGLILFDWLYR
DOO¶HPHQGDPHQWRGLSDJLQD
=RU]LQL0DWWDVVL
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
DOFRPPDOHWWHUDDDOSXQWRGRSROD
SDUROD SHUFRUVL!! DJJLXQJHUH OH SDUROH
GLXVFLWDGDOODYLROHQ]D!!
=RU]LQL0DWWDVVL
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
SDJLQD
SDJLQD
DO FRPPD O VRVWLWXLUH OD OHWWHUD E FRQ OD
VHJXHQWH
E GD DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL RSHUDQWL LQ
UHJLRQH FKH SHUVHJXDQR HVFOXVLYDPHQWH R LQ
SUHYDOHQ]DOHILQDOLWjGLFXLDOODSUHVHQWHOHJJH
LVFULWWH DJOL VSHFLDOL DOEL GHO YRORQWDULDWR H
GHOOH2QOXV!!
=RU]LQL0DWWDVVL
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
SDJLQD
DOFRPPDVRSSULPHUHODOHWWHUDF
&DVWDOGR*XHUUD6DUR HPHQGDPHQWR
PRGLILFDWLYRSDJLQD
&DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
DO FRPPD VRVWLWXLUH LO SXQWR FRQ LO
VHJXHQWH
SHUFRUVL SHUVRQDOL]]DWL EDVDWL
VXOO¶DQDOLVL GHOOH VSHFLILFKH VLWXD]LRQL GHOOD
YLROHQ]DWHQGHQWLD UDIIRU]DUH OD ILGXFLD GHOOD
GRQQD QHOOH SURSULH FDSDFLWj H ULVRUVH H D
IDYRULUHQXRYLSURJHWWLGLYLWDHGLDXWRQRPLD
DWWUDYHUVROHUHOD]LRQLIUDGRQQH!!
=RU]LQL0DWWDVVL SDJLQD
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
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- (197) 26 -
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
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DOFRPPDVRVWLWXLUHOHSDUROH&DVHGL
DFFRJOLHQ]D!! FRQ OH VHJXHQWL &DVH
ULIXJLR!!
La parola alla Relatrice Zorzini per
l’ illustrazione degli emendamenti di cui è
firmataria.
ZORZINI, 5HODWULFH Se il collega Mattassi
è d’ accordo, io lascerei a lui l’ illustrazione
degli emendamenti che propriamente ha stilato
lui, per una migliore esplicazione del concetto.
Per cui, sull’ emendamento a pagina 8.2,
chiederei se potesse intervenire lui per
illustrarlo.
Dopodiché, proseguirei per il resto, se lui è
d’ accordo, dicendo, per esempio, che
l’ emendamento di pagina 9.1, al comma 1,
lettera b) dell’ articolo 9, vuole riproporre,
praticamente, il ripristino della stesura del
contenuto iniziale dell’ articolo 9.
All’ articolo 9, all’ inizio, in origine, il testo
che era stato presentato, e che faceva parte
della nostra proposta di legge, riconosceva tre
soggetti passibili del finanziamento regionale,
riconosciuti, quindi, e abilitati a presentare i
progetti antiviolenza.
Questi erano – veniva detto – enti locali
singoli od associati, associazioni femminili
operanti in regione.
Nella Commissione si era arrivati a trovare
questo accordo, che ci era sembrato calibrato
ed opportuno e che, secondo noi, ci faceva
vedere in maniera chiara la fotografia di tutte le
varie situazioni della tipologia che su questo
argomento esiste a livello regionale.
Noi, poi, in Commissione, abbiamo visto
modificare questi articoli, questi commi. In
questa maniera, invece, noi chiediamo venga
ripristinata la forma originaria, rafforzandola,
cioè dicendo che queste associazioni femminili
operanti in regione devono essere associazioni
che perseguono esclusivamente, in prevalenza,
le finalità di cui alla presente legge, iscritte
all’ albo del volontariato, della Onlus, e che
abbiano maturato esperienze e competenze
specifiche in materia di interventi a favore
delle donne, vittime di violenza.
Vi chiediamo, quindi, precise garanzie, che,
credo, dovrebbero essere accettate dall’ Aula,
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
per quanto riguarda, appunto, la tipologia che
si vuole ascrivere alle associazioni femminili.
Quindi, non capiamo l’ intendimento della
maggioranza, che in Commissione si è espressa
in una determinata maniera. Ma sappiamo che
la maggioranza è stata aiutata, in questo
frangente, invece, in Aula, da interventi
dell’ ultima ora, che se in una certa parte ci
hanno trovati d’ accordo, per un’ altra parte,
invece – soprattutto per quel che riguardava il
voler ripristinare il significato precedente che
avevano determinati commi ed articoli -, vanno
a modificare in maniera sostanziale una
determinata impostazione, laddove, per
esempio, da questo comma, da queste lettere,
vanno a togliere la figura delle associazioni
femminili.
La maggioranza, nelle sue modifiche,
solamente in questo caso, inserisce gli enti
locali, i singoli associati e gli enti locali che
operano di concerto con le associazioni
femminili.
L’ emendamento di pagina 9.2 va a
interpretare in maniera un po’ diversa quello
che ho appena detto, cioè la lettera b) del
comma 1, dando un’ interpretazione forse più
restrittiva alle associazioni operanti in regione,
sperando, quindi, che una versione o l’ altra
possa essere accolta dall’ Aula.
Nella filosofia degli emendamenti che
avevamo presentato, siccome volevamo
rimanessero gli Enti locali e le associazioni, a
questo punto la lettera c) viene ad essere
soppressa.
Per quanto riguarda l’ articolo 9 ci sarebbe
ancora un mio subemendamento modificativo,
di pagina 13: laddove i colleghi Castaldo,
Guerra e Saro, al comma 2, parlano di
“ percorsi personalizzati basati sull’ analisi delle
specifiche situazioni della violenza, tendenti a
rafforzare la fiducia delle donne nelle proprie
capacità e risorse e a favorire nuovi progetti di
vita, di autonomia, attraverso le relazioni fra
donne” , introduco – e questi sono i vari
percorsi e progetti previsti per il finanziamento
– dopo la parola “ percorsi” , le parole “ ...di
uscita dalla violenza” .
Poi, sempre all’ articolo 9, chiederei al
collega Mattassi, visto che ha stilato
l’ emendamento,
di
voler
illustrare
l’ emendamento di pagina 14.1, comma 2,
lettera a). Invece, per quanto riguarda
l’ emendamento di pagina 14.2, al comma 2,
lettera b), ho voluto ripristinare il termine
adottato precedentemente, in origine, dai
progetti di legge, laddove si parlava di “ case
rifugio” e non di “ case di accoglienza” , perché
mi è stato fatto rilevare, soprattutto dalle
associazioni femminili che lavorano nel
settore, come fosse impropria questa
terminologia, in quanto uno è il momento
dell’ accoglienza (il primo, quello intrinsecato
dal centro antiviolenza); altra cosa sono le case
rifugio. La stessa cosa succede con
l’ emendamento di pagina 15.1 e credo di aver
finito. Grazie.
PRESIDENTE. La parola al Relatore
Castaldo per l’ illustrazione degli emendamenti
a sua firma.
CASTALDO, 5HODWRUH. Ci sono degli
emendamenti, ma a questo punto volevo
puntualizzare una cosa a proposito dell’ articolo
9. Ho proposto, in tempi successivi, degli
emendamenti
sostitutivi
ed
aggiuntivi
all’ articolo 9. C’ era un primo emendamento, a
firma Zorzini-Fontanelli-Castaldo, del 20
giugno, un emendamento sostitutivo e, nello
stesso tempo, aggiuntivo.
Al punto 1, comma b), avevamo aggiunto
qualche cosa...
,QWHUUX]LRQH
Perché è decaduto? Non penso lo sia, per lo
meno... Poi c’ è un altro emendamento
modificativo, riguardante sempre il comma 1,
in cui la lettera b) viene soppressa. A questo
punto, onestamente, non sono stato, e non lo
sono nemmeno in questo momento, coerente,
perché sono due emendamenti che, purtroppo,
sono nati in momenti diversi: un primo
momento all’ inizio del percorso, lo abbiamo
quando questa legge, è uscita dalla
Commissione con unanimità su tutto. Poi c’ è
stato un successivo ripensamento ed una
riscrittura di questa legge e ciò lo dico a onor
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
del vero, quindi, con onestà morale.
C’ è stato un andamento diverso, dettato
anche da una condizione politica che ha
imposto, giustamente, qualche modifica. A
questo punto, per quanto riguarda questo
articolo, mi rimetto all’ Aula e alla Giunta,
soprattutto per i punti b) e c), con riferimento
all’ altro emendamento modificativo in cui si
parla “ di concerto da Enti locali, singoli o
associati, e associazioni femminili operanti in
Regione” . Quindi, è stata cassata la parte di cui
alla lettera c) recante: “ soggetti operanti nel
privato sociale, presenti in regione” .
Nell’ emendamento di pagina 11, al comma
1, dopo la lettera c) si dice: “ i progetti anti
violenza presentati dai soggetti di cui alle
lettera a) e b) dovranno essere preventivamente
sottoposti al parere della competente
Commissione
consiliare” .
Questo
emendamento, secondo me, si può ritirare,
perché c’ è un emendamento analogo della
collega Zorzini, che va posto al punto giusto,
all’ articolo 15, quando si parla di Assessorato
regionale. In questo caso, quando si dice “ alla
Giunta, su proposta dell’ Assessore regionale
alla sanità” va posta qui l’ espressione: “ sentito
il parere della competente Commissione
consiliare” , la quale stabilisce i criteri di
priorità.
Quindi, questo si può ritirare.
Poi c’ è l’ emendamento di pagina 12
modificativo del comma 2, dove vengono
soppresse le parole “ due fasi di intervento” .
Rimangono le parole: “ i progetti da realizzarsi
anche in più annualità, possono prevedere...” .
All’ articolo 9, il comma 2, n. 2, è stato così
sostituito: “ percorsi personalizzati basati
sull’ analisi delle specifiche situazioni della
violenza, tendenti a rafforzare la fiducia della
donna nelle proprie capacità e risorse, e a
favorire nuovi progetti di vita e di autonomia,
attraverso la relazione fra donne” . Quindi, è un
altro emendamento modificativo. Non ci sono
altri emendamenti all’ articolo 9.
PRESIDENTE. Rimane l’ emendamento di
pagina 15 del collega Degano. Chiedo se
qualche collega di gruppo intende farlo
proprio. Vuole anche illustrarlo, consigliere
Gottardo? No, bene.
Ha chiesto di parlare l’ assessore Pozzo. Ne
ha la facoltà.
POZZO, $VVHVVRUHSHUOHDXWRQRPLHORFDOL
DOOHIRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLD. Vorrei far
presente, - non so se è un problema di
coordinamento - che l’ articolo 9, dopo che la
legge è stata depurata dagli articoli precedenti,
non deve più portare la dicitura “ in via
alternativa al punto 1” , perché diventa l’ unica
via perseguibile, non essendoci l’ Osservatorio.
È solo quella. Poi, onestamente, ci siamo anche
consultati, ma nessuno ci ha spiegato il motivo
della proposta di abrogazione della lettera b),
punto 1: “ le associazioni femminili, soggetti
operanti nel privato sociale, presenti in
regione” .
Il consigliere Castaldo dice che si rimette
all’ Aula. Vorremmo capire per quale motivo
vengono tolte le associazioni femminili e i
soggetti operanti. Se magari qualcuno degli
altri ce lo vuol spiegare...
PRESIDENTE. È in
Assessore, tra a), b) e c).
via
alternativa,
POZZO, $VVHVVRUHSHUOHDXWRQRPLHORFDOL
DOOHIRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLD. Cioè, a me
va bene l’ emendamento di pagina 14 (ZorziniFontanelli-Castaldo), ma non riusciamo a
capire l’ altro che è in contrasto. Pagina 9 e 10.
Se è così...
PRESIDENTE. La parola al consigliere
Mattassi per l’ illustrazione dell’ emendamento
di pagina 9.1.
MATTASSI. Spiego il mio, dopodiché, se
vogliono capiscono, altrimenti pazienza.
Naturalmente farò anche dei commenti. Ora,
Assessore e Presidente di Commissione, il
perno di questa legge, come l’ abbiamo pensata,
- e voi l’ avete condivisa, salvo poi andare per
strane strade, - è quello di valorizzare
l’ esperienza dei gruppi (associazioni, centri e
così via). Qual è la vostra preoccupazione? È
quella di blindare alcuni passaggi nel dire
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
“ diamo i contributi” . Addirittura, nelle finalità
è scritto: “ quelli che hanno due anni di
esperienza” .
Dopodiché che cosa succede, nel divenire?
Invece di mantenere un terreno coerente, cosa
fate? Demandate tutto – chiusa l’ esperienza
dell’ Osservatorio – all’ Assessorato, dove è
facile intervenire, per chi è al governo, mentre
è meno facile per chi è all’ opposizione.
Siccome avete la preoccupazione che alcune
procedure sfuggano di mano, avete blindato, in
periferia, l’ accordo, per cui le associazioni,
secondo queste richieste, non possono più fare
richieste direttamente. Lo possono fare solo a
condizione che siano d’ intesa con gli Enti
locali.
Allora, è evidente che, anziché percorrere
una strada che è quella... Ma con chi parlo io?
Non l’ ho capito! Presidente del Consiglio e
Presidente della Commissione, visto che lei è
un autorevole Relatore di maggioranza,
ancorché un po’ confusionario (ma posso
capirla perché ha questa pressione continua)...
Naturalmente, dagli spalti e dalle porte, appena
esce la consigliera Guerra, entra uno che le
bussa alla porta e le dice “ vieni qua che
dobbiamo fare” ... E’ evidente che in questo
stato di confusione, lei rischia di perdere il filo.
E quello che sta accadendo da parte vostra è
che avete perso il filo.
Perché, ripeto, all’ inizio, all’ articolo 2,
avete addirittura detto: valorizziamo solo
quelle che hanno due anni di esperienza,
dopodiché, quando andate a individuare chi ha
la titolarità della presentazione dei progetti
antiviolenza, quelle associazioni spariscono,
non hanno titolo a presentare progetti. Perché
se sopprimete il comma b) è evidente che
scompare il soggetto titolare della protezione.
Salvo, poi – ribadisco – recuperarle nel
rapporto stretto con gli Enti locali, in cui l’ Ente
locale presenta un progetto, se è d’ intesa con le
associazioni femminili, voi lo finanziate… Non
c’ è il riconoscimento del lavoro fatto da chi ha
operato, ma solo di quelle associazioni che
sono più gradite ai Comuni.
Cioè, intendo dire che il pasticcio è totale e
l’ operazione
“ paraclientelare”
rischia
addirittura di non andare in porto, perché
questo è quello che voi fate. Ora, gli
emendamenti proposti – quello di pagina 9.1 –
tendono invece ad enfatizzare il ruolo delle
associazioni femminili, dicendo che: “ abbiano
maturato esperienze e competenze specifiche
in materia di violenza contro le donne” , nel
senso che non è semplicemente l’ essere
associazione femminile titolo per poter
presentare un progetto, così come in qualche
modo era scritto lì.
Naturalmente viene recuperato il concetto di
Onlus, che è quello che voi avete poi messo nel
comma b) dell’ articolo 2. Come dire: abbiamo
scritto un testo coerente, presumibilmente con
il principio, le finalità di questa legge, almeno
quelle che vogliamo noi, che è quello di
valorizzare l’ esperienza al femminile e
l’ esperienza del passato.
L’ altra… Arriviamo a dire, al comma 1…
Presidente, io non so! La collega Guerra, oltre
che pretendere la distribuzione dei contributi,
pretende anche di non far sentire al collega
Castaldo il dibattito! Cosa che, invece, lei
dovrebbe garantire, dovrebbe garantire che le
mie parole vadano all’ interlocutore, perché io
sto aiutando l’ interlocutore a fare chiarezza
nelle sue carte. Almeno spero!
Se ci sono interferenze continue, è difficile
che ciò potrà produrre un risultato.
,QWHUUX]LRQH
Non ho finito, Presidente!
PRESIDENTE. Pare che da parte
dell’ oratore vengano delle proposte al Relatore,
pertanto…
MATTASSI. Se la collega Guerra mi
consente di interloquire con il Consiglio, in
particolar modo con il Relatore, è evidente che
probabilmente riesco ad aiutarlo a tirare le fila.
Torno a ripetere: articolo 9, emendamento
di pagina 8.2: “ gli enti locali protagonisti, con
priorità per i progetti fatti insieme con le
associazioni femminili.” . Questo aiuta a
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
rafforzare il valore delle esperienze fatte dalle
associazioni. Il comma b) non toglietelo;
lasciatelo, ma rafforzate il concetto: “ quelle
che hanno avuto esperienza” . Non deve essere
scritto: “ le amiche della consigliera Guerra” ,
ma “ quelle che hanno avuto esperienza in
questo campo” , perché quelle sono titolate a
dare risposte concrete, mentre esser amici della
collega Guerra non è requisito sufficiente per
poter poi essere professionisti sul campo.
Allora, questo è il titolo che io propongo
alla vostra attenzione, sperando che questo
contributo di chiarezza vi aiuti a seguire il filo
e a non perderlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Puiatti. Ne ha la facoltà.
&RQIXVLRQHLQ$XOD
PUIATTI. Io non ho nessuna fretta.
&RQIXVLRQHLQ$XOD
,QWHUUX]LRQH&KLHGDODVRVSHQVLRQH1R"
PRESIDENTE.
Consigliere
Castaldo,
ritiene che si debba sospendere per cinque
minuti?
&RQIXVLRQHLQ$XOD
&DVWDOGR 5HODWRUH SDJLQD
HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
VRVWLWXLUHO¶DUWLFRORFRQLOVHJXHQWH
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3URJHWWLDQWLYLROHQ]D
/¶$PPLQLVWUD]LRQH UHJLRQDOH SHU OH
ILQDOLWj GHOOD SUHVHQWH OHJJH ILQDQ]LD
3URJHWWL DQWLYLROHQ]D!! SUHVHQWDWL LQ YLD
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D GDHQWLORFDOLVLQJROLRDVVRFLDWL
E GD DVVRFLD]LRQL IHPPLQLOL RSHUDQWL LQ
UHJLRQH FKH DEELDQR PDWXUDWR HVSHULHQ]H
H FRPSHWHQ]H VSHFLILFKH LQ PDWHULD GL
YLROHQ]DFRQWUROHGRQQH
F GL FRQFHUWR GD HQWL ORFDOL VLQJROL R
DVVRFLDWLHDVVRFLD]LRQLIHPPLQLOLRSHUDQWL
LQUHJLRQH
, SURJHWWL DQWLYLROHQ]D SUHVHQWDWL GDL
VRJJHWWLGLFXLDOOHOHWWHUHDEHFGRYUDQQR
HVVHUH SUHYHQWLYDPHQWH VRWWRSRVWL DO SDUHUH
GHOODFRPSHWHQWH&RPPLVVLRQHFRQVLOLDUH
, SURJHWWL GD UHDOL]]DUVL DQFKH LQ SL
DQQXDOLWjSRVVRQRSUHYHGHUH
Il consigliere Castaldo chiede di sospendere
il Consiglio per cinque minuti. Se non ci sono
opposizioni, il Consiglio è sospeso.
D LO &HQWUR DQWLYLROHQ]D!! IDFLOPHQWH
DFFHVVLELOH DGHJXDWDPHQWH SXEEOLFL]]DWR FKH
VYROJH OH VHJXHQWL IXQ]LRQL H DWWLYLWj GL SULPD
DFFRJOLHQ]D
PUIATTI. Ma perché solo per cinque
minuti? Il tempo di fumare un toscano,
altrimenti a che cosa serve una sospensione?!
FROORTXL SUHOLPLQDUL SHU LQGLYLGXDUH L
ELVRJQL H IRUQLUH OH SULPH LQIRUPD]LRQL
XWLOL
/DVHGXWDYLHQHVRVSHVDDOOHRUH
/DVHGXWDULSUHQGHDOOHRUH
PRESIDENTE. Dichiaro riaperta la seduta.
Comunico che è stato presentato il seguente
emendamento:
SHUFRUVL GL XVFLWD GDOOD YLROHQ]D
SHUVRQDOL]]DWL EDVDWL VXOO¶DQDOLVL GHOOH
VSHFLILFKH VLWXD]LRQL GHOOD YLROHQ]D
WHQGHQWL D UDIIRU]DUH OD ILGXFLD GHOOD
GRQQDQHOOHSURSULHFDSDFLWjHULVRUVHHD
IDYRULUH QXRYL SURJHWWL GL YLWD H GL
DXWRQRPLD DWWUDYHUVR OH UHOD]LRQL IUD
GRQQH
FROORTXLLQIRUPDWLYLGLFDUDWWHUHOHJDOH
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5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
DIILDQFDPHQWR GHOOD GRQQD TXDORUD OD
VWHVVD OR ULFKLHGD QHOOD IUXL]LRQH GHL
VHUYL]L SXEEOLFL R SULYDWL QHO ULVSHWWR
GHOO¶LGHQWLWjFXOWXUDOHHGHOODOLEHUDVFHOWD
GLRJQXQD
E XQD R SL &DVH GL DFFRJOLHQ]D!!
VHJUHWH R FRQ JDUDQ]LD GL VLFXUH]]D TXDOL
VWUXWWXUHGLRVSLWDOLWjWHPSRUDQHDSHUOHGRQQH
FKH VL WURYDQR LQ VLWXD]LRQL GL QHFHVVLWj R GL
HPHUJHQ]D OH RVSLWL VRQR FRDGLXYDWH GD
RSHUDWULFL GL RVSLWDOLWj FKH IDYRULVFRQR
O¶DXWRJHVWLRQH
/¶DFFHVVR DOOH &DVH GL DFFRJOLHQ]D
DYYLHQH XQLFDPHQWH SHU LO WUDPLWH GHO &HQWUR
DQWLYLROHQ]DVHFRQGROHYDOXWD]LRQLHGLSDUHUL
HVSUHVVLGDOOHRSHUDWULFLGLDFFRJOLHQ]D
$ GHWWH VWUXWWXUH VL SRVVRQR ULYROJHUH
WXWWH OH GRQQH VLDQR HVVH VROH R FRQ ILJOL
PLQRUL LQGLSHQGHQWHPHQWH GDO ORUR VWDWXV
JLXULGLFRRGLFLWWDGLQDQ]DFKHVLDQRYLWWLPHGL
YLROHQ]D SVLFRILVLFD VHVVXDOH HFRQRPLFD R GL
PDOWUDWWDPHQWL´
La parola al Relatore Castaldo
l’ illustrazione di tale emendamento.
per
CASTALDO, 5HODWRUH. C’ è stata una
riscrittura parziale dell’ articolo 9. Al punto 1:
“ L’ Amministrazione regionale, per le finalità
della presente legge, finanzia <progetti
antiviolenza> presentati, in via alternativa” : rimane lo stesso – a) “ da enti locali singoli o
associati” .
Il punto b), invece, viene in questo modo
riscritto: “ da associazioni femminili operanti in
regione che abbiano maturato esperienze e
competenze specifiche in materia di violenza
contro le donne” .
Punto c): “ di concerto da enti locali, singoli
o associati e associazioni femminili operanti in
regione” . Poi, al punto 2: “ I progetti
antiviolenza presentati dai soggetti di cui alle
lettere a), b) e c) dovranno essere
preventivamente sottoposti al parere della
competente Commissione consiliare.
Il punto 3 rimane: “ I progetti da realizzarsi
in più annualità possono prevedere: comma a)
– è lo stesso -: “ il <<Centro antiviolenza>>,
facilmente
accessibile,
adeguatamente
pubblicizzato, che svolge le seguenti funzioni e
attività di prima accoglienza:… ” .
Punto 1: “ colloqui preliminari per
individuare i bisogni e fornire le prime
informazioni utili” ; punto 2: “ percorsi di uscita
dalla violenza personalizzati, basati sull’ analisi
delle specifiche situazioni della violenza,
tendenti a rafforzare la fiducia della donna
nelle proprie capacità e risorse, e a favorire
nuovi progetti di vita e di autonomia, attraverso
le relazioni fra donne” ; il punto 3 rimane lo
stesso: “ colloqui informativi di carattere
legale” ; il punto 4 è lo stesso.
Quindi, le modifiche sono soprattutto
inerenti ai punti b) e c) del succitato articolo 9.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Puiatti. Ne ha la facoltà.
PUIATTI. A questo punto, mi esprimo su
questo nuovo testo che sostituisce tutto il resto.
Resta, però, un elemento di contraddizione, che
io vorrei capire, collega Castaldo.
Allora, resta il dato “ in via alternativa” . Si
dice: “ L’ Amministrazione regionale, per le
finalità della presente legge, finanzia <progetti
antiviolenza> presentati, in via alternativa:
a)… ; b)… ; c)… ” . Che cosa significa questo?
Che si fa una scelta o che le cose non possono
andare assieme?
Qual è il sento di dire “ in via alternativa” ?
Perché continuate a mantenere questa dizione?
Perché il Comune di Trieste presenta un
progetto e a Udine un’ associazione femminile
ne presenta un altro? Sono incompatibili?
Secondo me, no. Allora, perché c’ è questa
alternatività? Questa è la prima questione.
Seconda questione. Punto 3. Si dice: “ I
progetti, da realizzarsi anche in più annualità,
possono prevedere:… ” . Fra le cose che si
possono prevedere, c’ è anche il centro
antiviolenza, che non è un obbligo per nessuno;
è una possibilità.
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
Quindi, il centro antiviolenza è una delle
possibilità. Dopo, però, al penultimo comma, si
dice: “ L’ accesso alle case di accoglienza
avviene unicamente per il tramite del Centro
antiviolenza” . Questo significa che, se per
avventura non c’ è nessun centro antiviolenza,
ma ci sono solo le case di accoglienza, tutto si
blocca, perché l’ accesso alle case di
accoglienza
passa
necessariamente
ed
obbligatoriamente attraverso un centro
antiviolenza che non è obbligatorio, ma è una
delle ipotesi possibili.
Quindi, questo è un altro elemento di
contraddizione, rispetto alla funzionalità.
Queste sono cose con gli stessi elementi di
contraddittorietà che c’ erano prima, nel testo
licenziato dalla Commissione, e questo è uno
dei motivi per i quali secondo me non
funzionava tanto, ma questi elementi restano
ancora integri. Quindi, mi fermo qui.
Se volete che questa legge funzioni, questi
elementi di contraddittorietà devono essere
superati. Per cui, il centro antiviolenza diventa
una cosa obbligatoria, e, quindi, deve esserci
qualcuno che lo istituisce, non in via
volontaria, ma obbligatoriamente. Ma è
difficile costringere un qualsiasi privato a fare
una cosa. Questo centro antiviolenza diventa il
titolare dell’ accesso alle case di accoglienza.
Questo è il filtro, è il titolare che decide se una
persona può o non può essere accolta nelle case
di accoglienza.
Quindi, questo è un passaggio che, se resta
obbligatorio, deve avere una sua definizione
giuridica molto precisa, molto puntuale anche
nei meccanismi: chi lo fa, come lo fa e come
funziona, eccetera, perché altrimenti si fa una
cosa tutta teorica che dopo, dal punto di vista
pratico, quando si tratta di attuare questa
norma, non può funzionare in questo modo.
Mi fermo qua,
collaborativa.
in
via assolutamente
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Fontanelli. Ne ha la facoltà.
FONTANELLI. L’ atmosfera che si era
creata nella III Commissione, che ha elaborato
il testo uscito all’ unanimità, evidentemente era
molto diversa da quella che si è determinata
qui, inducendo alcuni colleghi a rinunciare
all’ elaborazione che avevano fatto in
Commissione e ad accettare le proposte un po’
improvvisate - se mi si permette - che la
collega Guerra ha imposto a tutta la
maggioranza.
Io credo che di fronte a questa legge
bisogna, invece, ragionare in assoluta libertà di
coscienza, perché noi abbiamo a che fare non
tanto con i problemi di alcune associazioni o di
alcuni enti locali, ma - come ho detto nel mio
discorso iniziale - con i problemi delle donne
che subiscono violenze, a cui noi dobbiamo
dare risposta.
Più risposte, in modo efficiente ed in modo,
se possibile, anche ragionevolmente uniforme
sul territorio regionale, senza pensare di avere
zone di serie A, in cui ci sono delle persone
molto brave che danno delle risposte ottime e,
dall’ altra parte, delle risposte condizionate da
appartenenza politica.
Quindi, dobbiamo ragionare e magari
sforzarci di recuperare quei ragionamenti.
Però – ed entro nel merito - ringrazio il
collega Castaldo che ha voluto in questo
emendamento riorganizzare tutti i vari
emendamenti che si sono succeduti, e pongo
due domande.
La prima. Il comma 2 dice: “ I progetti
antiviolenza presentati dai soggetti di cui alle
lettere a), b) e c) dovranno essere
preventivamente sottoposti al parere della
competente Commissione consiliare” . Mi
permetta, collega Castaldo: sposti questa
norma dove si parla del regolamento, che
l’ Assessorato dovrà produrre per erogare i
finanziamenti.
Il regolamento sì, vada in Commissione,
nella sua Commissione e lì venga valutato per
un parere, ma non certo i criteri, i progetti
singoli, che non è certo compito del legislatore
andare a valutare. Cerchiamo di non farci del
male. Noi qui dobbiamo stabilire delle regole
generali, che serviranno – speriamo – a
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
risolvere il problema fuori di qua.
dell’ estetica, guardiamo la sostanza.
Dopodiché, chi eroga materialmente è la
Giunta, che si assume tutte le responsabilità
della gestione della legge. Quindi, io vi chiedo
di presentare un subemendamento per togliere
questo comma 2 e spostarlo, invece, laddove si
parla di regolamento. Per quanto riguarda,
invece, il problema delle due possibilità tra
centro antiviolenza e case di accoglienza o case
rifugio, so che dietro a queste due parole ci
stanno ragionamenti diversi, ma nella sostanza,
poi, cambia abbastanza poco.
Qui, però, rischiamo di fare il nulla, sotto
vuoto spinto, perché alla fine abbiamo fatto
una grande discussione, abbiamo cercato di
ridare titolarità agli enti locali, alle associazioni
e così via, però, in mezzo, abbiamo infilato il
cuneo.
Io credo che si potrebbe anche immaginare
che una casa di accoglienza o di rifugio stia in
un certo posto e lì arrivino, dai centri
antiviolenza sparsi sul territorio, le donne da
ospitare. Quindi, il centro antiviolenza, cioè lo
sportello che c’ è a Pasian di Prato o a
Monfalcone, fa un lavoro di sensibilizzazione,
di informazione, e, per i casi più seri, telefona
alla Casa Rifugio di Chiopris e dice: “ Avete
posto? Bene, vi mandiamo una donna, perché
ha questi problemi:… ” .
Quindi, si può pensare di disgiungere le due
funzioni con due associazioni diverse; se
riescono a collaborare! Non lo so. La legge
apre molte possibilità di intervento degli enti
locali, delle associazioni, di concerto e
quant’ altro. Perché qui è una risposta da
costruire, per questo problema.
Quindi, credo che stia in piedi così.
Ovviamente, sarebbe logico che chi fa il
centro, la casa-rifugio abbia anche lo sportello,
perché la cosa, altrimenti, diventerebbe un po’
complicata, ma potrebbe stare anche nella
formulazione, così come è stata fatta.
Sull’ articolo 9 mi fermo qua. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Mattassi. Ne ha la facoltà.
MATTASSI. Ritengo che il collega Puiatti
abbia posto un problema reale, che riguarda la
contestualità del rapporto fra centro
antiviolenza e casa di accoglienza, che noi
chiediamo venga ad essere sostituita. Non è un
bel termine quello che si usa, ma al di là
Abbiamo detto – lo avete detto voi,
ovviamente! -: “ Non mettiamo l’ osservatorio,
che poi ci fa perdere soldi, ci fa perdere tempo,
impedisce la spesa, è un inutile sperpero, però
lo mandiamo in Commissione” .
Voi sapete che la Commissione si riunisce
quando normalmente non si riunisce la Prima.
Siccome in questa legislatura è frequente,
fintanto che ci sarà il Presidente Asquini, che
tutto quello che passa, lo scibile, passi per la
prima Commissione integrata, è evidente che
sono poche le giornate utili per poter riunire la
Commissione, almeno in questi due anni di
esperienza (la terza, la quarta; forse la quinta è
fuori quota, diciamo); sicuramente, se la
Commissione competente è la terza…
&RQIXVLRQHLQ$XOD
Vuole dire che se la collega Guerra non è
d’ accordo su un progetto, basta fare in modo
che la Commissione competente non abbia mai
modo di esprimersi, perché poi succede anche
abbastanza facilmente, che ci sia un po’ di
ostruzionismo. Siccome abbiamo sempre da
fare altre cose e, alla fine, l’ obbligo
dell’ espressione del parere è a carico della
Commissione competente, voi sapete che la
Commissione competente ha l’ obbligo di
formalizzare un’ istruttoria, perché nessuno di
noi è un esperto potenziale su questo
argomento. Va da sé che dal momento in cui
vengono presentate le domande l’ Assessorato
competente, il quale fa un minimo di
istruttoria, le trasferisce alla Commissione, la
quale, appunto, fa l’ istruttoria, se e quando
riesce a riunirsi…
Probabilmente i progetti, forse fra un anno e
l’ anno dopo, verranno certificati, timbrati, e
così via. A me pare un cattivo modo di
legiferare. La confusione tra esecutivo e potere
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
legislativo si ripropone e avevo intravisto che
andava a finire così. Io ritengo che, proprio per
venire incontro al fatto che i colleghi Castaldo
e Guerra hanno questa grande passione di
portare all’ attenzione della Commissione
competente i progetti specifici, non la
problematica, almeno non venga sentita in via
preventiva. Cioè, come dire: vincolare la
procedura dell’ erogazione.
Si faccia la comunicazione, vengano
mandate alla Commissione per informativa. È
utile sempre che i Consiglieri dispongano di
informazioni, in particolar modo all’ inizio
dell’ attuazione di questa legge, visto che
l’ Osservatorio non c’ è più, per sapere che cosa
accade, quali sono i progetti. Però, non
vincoliamoli, Presidente, al parere. Per piacere!
Ognuno
faccia
il
suo
mestiere.
L’ Assessorato faccia l’ Assessorato, l’ Esecutivo
e la Commissione si occupino di controllo, di
indirizzo e non certo di materia amministrativa,
perché questa è una specifica competenza.
Quindi, io invito a modificare questo titolo, nel
senso indicato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
Relatore Castaldo. Ne ha la facoltà.
CASTALDO, 5HODWRUH Facevo degli
emendamenti orali, per cercare di venire
incontro anche alla critica costruttiva da parte
dei colleghi.
PRESIDENTE. Consigliere Castaldo, le
volevo dire che ci sono già due
subemendamenti. Se lei li mette per iscritto, è
preferibile, perché non vorremmo trovarci,
poi…
CASTALDO, 5HODWRUH Giustamente, c’ è un
emendamento orale che abolisce “ In via
alternativa” . Basta.
Punto numero 2: “ I progetti antiviolenza,
presentati, di cui alla lettera… . e con il
parere… ” , pure quello, attualmente, bisogna
eliminarlo, perché nell’ articolo 15, poi, sarà
riproposto. Basta. Solo questo.
PRESIDENTE. La prego di formalizzarli
per iscritto. Pertanto devo sospendere per altri
cinque minuti il Consiglio regionale.
/DVHGXWDYLHQHVRVSHVDDOOHRUH
/DVHGXWDULSUHQGHDOOHRUH
PRESIDENTE. Dichiaro riaperta la seduta.
Informo che sono stati presentati i seguenti
subemendamenti:
&DVWDOGR 5HODWRUH SDJLQD VXEHPHQGDPHQWR
PRGLILFDWLYR
DOO¶HPHQGDPHQWRGLSDJ
DOFRPPDVRSSULPHUHOHSDUROHLQYLD
DOWHUQDWLYD!!
=RU]LQL 5HODWULFH SDJLQD VXEHPHQGDPHQWR
PRGLILFDWLYR
DOO¶HPHQGDPHQWRGLSDJ
VRSSULPHUHLOFRPPD
=RU]LQL 5HODWULFH SDJLQD VXEHPHQGDPHQWR
PRGLILFDWLYR
DOO¶HPHQGDPHQWRGLSDJ
DO FRPPD GRSR LO WHUPLQH
SUHYHQWLYDPHQWH!! VRVWLWXLUH OH SDUROH
VRWWRSRVWL DO SDUHUH!! FRQ OH VHJXHQWL
FRPXQLFDWLDOOD««!!
La parola alla Relatrice Zorzini per
l’ illustrazione dei subemendamenti di pagina
8.1.0.1 e 8.1.0.2.
ZORZINI, 5HODWULFH Io parlerò anche a
proposito dei miei due subemendamenti.
Per quello che riguarda l’ articolo 9, credo
sinceramente che sia stata ottenuta una
mediazione che possa andare nel verso di
accontentare più sensibilità esistenti in
quest’ Aula.
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
Mi piace, in maniera particolare, che come
soggetti considerati in questa legge e come
soggetti che possono presentare, appunto,
progetti antiviolenza, siano state riconsiderate
nuovamente le associazioni femminili.
Anzi, il fatto è stato rinforzato, dicendo,
appunto: “ Le associazioni femminili operanti
in regione, che abbiano maturato esperienza,
competenza specifica in materia di violenza
contro le donne” .
Questo ci dovrebbe dare un’ adeguata
garanzia. Non capisco, però, perché si sia
voluto inserire, al comma 2, il passaggio che,
appunto, questi progetti dovranno essere
preventivamente sottoposti al parere della
competente Commissione consiliare.
Io stessa ho presentato degli emendamenti
che andavano in questo verso, cioè che
chiedevano l’ intervento, per dire la verità, della
Commissione pari opportunità, in certi
passaggi.
Probabilmente è ritenuto importante il ruolo
consultivo
svolto
dalla
Commissione
consiliare, anche per l’ individuazione dei
criteri di priorità con cui questi progetti
dovrebbero venire finanziati.
In questo senso, io credo, veramente, che sia
un voler dare alla Commissione consiliare
permanente dei compiti che non le spettano in
questo contesto, che appesantiranno, in un
certo senso, il lavoro che dovrebbe essere
svolto nel senso, appunto, di approvare e
giudicare la priorità di questi progetti.
In questo senso, quindi, faccio questo
subemendamento, con il quale chiedo di
sopprimere il passaggio; in caso contrario,
chiedo che, in luogo di “ sottoposti al parere
della competente Commissione consiliare” ,
venga aggiunto: “ comunicati alla Commissione
competente consiliare” , anche perché, in un
emendamento successivo che abbiamo
presentato, noi abbiamo previsto, in capo
all’ Assessorato alla sanità, un ufficio con delle
competenze
che
possano
assicurare
annualmente la rilevazione sistematica del
fenomeno della violenza contro le donne, che
individuino le buone prassi e predispongano
annualmente una relazione, quale indicazione
di indirizzo.
So che questo emendamento è stato accolto
dalla maggioranza, anche se modificato… Si è
tolto, con questo, il passaggio che voleva, da
parte nostra, che in questo compito ci si
avvalesse dell’ apporto di professionalità
esterne. Però, voglio dire che questo passaggio
esiste.
Io penso, quindi, appesantisca la legge,
volendolo inserire nuovamente, in questo
modo. Per quel che concerne il resto, anche se
l’ articolo è stato riformulato in toto gli
emendamenti che sono stati presentati,
potrebbero
essere
mantenuti
con
l’ accoglimento dei miei emendamenti che,
praticamente dicono che, in luogo della dizione
“ case di accoglienza” , si ripristini il termine
“ case rifugio” .
Questo dovrebbe essere fatto al punto d)
dell’ articolo 9, e al comma 3 dello stesso, così
come modificato. Io li avevo già presentati,
come prima conformato l’ ordine dell’ articolo.
Credo non ci siano stati degli spostamenti in
questi punti. Quindi, chiedo siano mantenuti.
Devo rifarli?
PRESIDENTE. No, non ha più tempo,
Consigliera, perché siamo alle repliche.
La parola al Relatore Antonaz.
ANTONAZ,5HODWRUH. Mi rimetto all’ Aula.
PRESIDENTE. Bene. La parola alla Giunta.
POZZO, $VVHVVRUHSHUOHDXWRQRPLHORFDOL
DOOHIRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLDMi rimetto
all’ Aula.
PRESIDENTE. Passiamo alle votazioni.
Pongo in votazione il subemendamento di
pagina 8.1.0.0.1.
(¶DSSURYDWR
Pongo in votazione il subemendamento di
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
pagina 8.1.0.1.
Antonione
Budin
Staffieri
(¶DSSURYDWR
Il subemendamento di pagina 8.1.0.2 è
decaduto.
9HULILFDGHOQXPHUROHJDOH
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Gottardo. Ne ha la facoltà.
GOTTARDO.
numero legale.
Chiedo
la
verifica
del
PRESIDENTE. A nome di chi?
GOTTARDO. Quelli che alzano la mano.
Ariis
Degano
Tondo
Comunico il risultato della verifica del
numero legale, tenuto conto che, ai sensi del
comma 7 dell’ articolo 48 del regolamento, i
richiedenti vengono sempre considerati
presenti:
Presenti:
In congedo:
Numero legale:
28
6
28
Il Consiglio è pertanto in numero legale per
deliberare.
6HJXLWRGHOODGLVFXVVLRQHVXOOHSURSRVWHGL
OHJJHQQH
PRESIDENTE. Poiché la richiesta della
verifica del numero legale è stata formulata, ai
sensi dell’ articolo 48 del Regolamento, dai
consiglieri Gottardo, Puiatti, Brussa, Antonaz,
Molinaro, procediamo alla verifica stessa.
PRESIDENTE. Pongo, quindi, in votazione
l’ emendamento di pagina 8.1.1, sostitutivo
dell’ intero articolo 9.
Ricordo che, ai sensi del quarto comma
dell’ articolo 48 del Regolamento, i Consiglieri
che sono in congedo, entro il limite massimo
di un quinto dei componenti del Consiglio, non
vengono computati per fissare il numero
legale.
Tutti gli altri emendamenti
all’ articolo 9 decadono.
Sono presenti:
Asquini
Ciani
Dressi
Fontanelli
Lippi
Marini
Narduzzi
Saro
Serpi
Venier-Romano
Violino
Baritussio
Di Natale
Follegot
Guerra
Londero
Molinaro
Pozzo
Seganti
Vanin
Zoppolato
Zorzini
Sono in congedo FRQFHVVR QHOOD VHGXWD
RGLHUQD
(¶DSSURYDWR
relativi
Do lettura dell’ articolo 10:
³$OWUHDWWLYLWjGHO&HQWURDQWLYLROHQ]D
1. Il Centro antiviolenza svolge inoltre le
seguenti attività:
a) raccolta ed analisi dei dati relativi
all’ accoglienza e all’ ospitalità;
b) diffusione dei dati elaborati ed analisi
delle risposte dei servizi pubblici e privati
contattati e coinvolti;
c) formazione ed aggiornamento delle
operatrici;
d) iniziative culturali, di pubblicizzazione,
di sensibilizzazione e di denuncia in merito al
problema della violenza contro le donne, anche
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5HJLRQH)ULXOL±9HQH]LD*LXOLD
VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
in collaborazione con altri enti, istituzioni e
associazioni;
e)
raccolta
di
documentazione
sull’ argomento da mettere a disposizione di
singole persone o di gruppi interessati.”
Sono
stati
emendamenti:
presentati
i
seguenti
&DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
$O FRPPD VRVWLWXLUH OD ORFX]LRQH ,O
&HQWUR DQWLYLROHQ]D VYROJH LQROWUH OH VHJXHQWL
DWWLYLWj!! FRQ OD VHJXHQWH ,O &HQWUR
DQWLYLROHQ]DHOH&DVHGLDFFRJOLHQ]DVYROJRQR
OHVHJXHQWLDWWLYLWj!!
&DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
$O FRPPD OHWWHUD F GRSR OD SDUROD
RSHUDWULFL!! DJJLXQJHUH GHL &HQWUL H
RSHUDWRULVRFLDOLLVWLWX]LRQDOL!!
&DVWDOGR*XHUUD6DUR SDJLQD HPHQGDPHQWRPRGLILFDWLYR
$O FRPPD OHWWHUD G GRSR OH SDUROH
LQL]LDWLYH FXOWXUDOL!! DJJLXQJHUH GL
SUHYHQ]LRQH!!
La parola al Relatore Castaldo
l’ illustrazione di tali emendamenti.
per
CASTALDO,5HODWRUH. Signor Presidente e
colleghi, potrei dire che l’ emendamento si
illustra da sé. E’ un emendamento modificativo
che sostituisce la locuzione “ Il Centro
antiviolenza svolge le seguenti attività” con “ Il
Centro antiviolenza e le Case di accoglienza
svolgono le seguenti attività” . Questo per
quanto riguarda l’ emendamento di pagina 16.
Per quanto riguarda l’ emendamento di
pagina 17: “ Al comma 1, lettera c), dopo la
parola <<operatrici>> aggiungere: <<dei
Centri e operatori sociali istituzionali>>.
Per quanto riguarda, ancora, il comma 1,
lettera d), dopo le parole <<iniziative
culturali>>, aggiungere le parole “ <<di
prevenzione>>” .
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Brussa. Ne ha la facoltà.
BRUSSA. Presidente, volevo fare una
domanda. All’ articolo 10 si parla di altre
attività del Centro antiviolenza e il precedente
riferimento – se non vado errato – era il
comma dell’ articolo 9. Allora, la mia domanda
è molto banale. Non vedo, nell’ ambito
dell’ articolato, come si sia formato questo
Centro antiviolenza. Cioè, viene detto, poi, che
collabora, eccetera... In questo caso viene
spiegato come raccoglie i dati, diffonde i dati,
però – di fatto – questa legge non determina
com’ è composto questo Centro antiviolenza.
Allora io chiedo ai Relatori, visto che,
evidentemente, hanno partecipato a tutte le
attività: ha senso immaginare tutte queste
attività quando non sappiamo com’ è composto
questo centro? Si parla di operatori, ma gli
operatori sono quelli che operano, no? Quindi,
evidentemente, ci manca – a mio modesto
modo di vedere – proprio la caratterizzazione
di questo Centro antiviolenza.
Quindi, inviterei i Relatori di maggioranza e
di minoranza – se non ho letto male o non ho
capito male – a predisporre un emendamento
che delinei la composizione del Centro
antiviolenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Puiatti. Ne ha la facoltà.
PUIATTI. Secondo me, più andiamo avanti
e peggio ci impantaniamo su questa norma.
Allora, la formulazione attuale dice: “ Altre
attività del Centro antiviolenza” . Perché altre
attività? Perché alcune attività sono specificate
nell’ articolo 9 appena votato. Il quale dice che
il Centro antiviolenza deve essere facilmente
accessibile, adeguatamente pubblicizzato...
tutte cose che non significano niente, perché
“ facilmente accessibile” cosa significa? Non
deve avere barriere architettoniche? Deve
essere posto in un luogo dove c’ è il
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
parcheggio? Non lo so.
“ Adeguatamente pubblicizzato” . Anche qui
non si capisce cosa significhi la parola
“ adeguatamente” . Eccetera. E svolge...
,QWHUUX]LRQH
Sì, ma l’ articolo 9 e l’ articolo 10 sono
collegati. Perché nell’ articolo 9 si dicono
alcune cose – secondo me “ aeree” – ma si
dicono. Dopodiché, l’ articolo 10 dice: “ Altre
attività del Centro antiviolenza” , quindi
aggiuntive rispetto... E le altre attività sono:
“ raccolta ed analisi dei dati relativi
all’ accoglienza, diffusione dei dati elaborati,
formazione ed aggiornamento delle operatrici,
iniziative culturali, eccetera” .
Ossia, a me – che non ho partecipato ai
lavori della III Commissione - pare di capire
che il Centro antiviolenza è un luogo che fa da
“ coordinamento” . Tant’ è che, nell’ articolo
votato, avete scritto che per accedere alle Case
di
accoglienza
bisogna
passare
obbligatoriamente
attraverso
il
Centro
antiviolenza. Quindi, è una sorta di punto di
raccordo che accoglie le richieste, le esigenze
ed i bisogni e smista.
Quindi, io immagino un Centro antiviolenza
al servizio di più case di accoglienza. Adesso si
dice che tutte queste altre attività che dovrebbe
svolgere il Centro antiviolenza vengono fatte
anche dalle case di accoglienza. E vi chiedo se
ha senso. Castaldo, qual è la logica? La casa di
accoglienza dovrebbe gestire – da un punto di
vista pratico, concreto – le accoglienze con le
metodologie che avete, in parte, ipotizzato e, in
parte, saranno lasciate alla capacità e
all’ esperienza degli operatori.
Che senso ha dire che la casa di
accoglienza, per esempio, fa attività di
formazione e di aggiornamento? Quindi, ogni
singola Casa di accoglienza fa attività di
formazione e di aggiornamento? Secondo me
non ha nessun senso. Aveva senso che queste
attività fossero fatte dal Centro di primo livello
o di livello superiore, no? O di coordinamento.
La raccolta e l’ elaborazione dei dati
eccetera, che è un’ esigenza primaria, è
l’ attività che – secondo me – doveva fare
l’ Osservatorio o organo simile. Se queste cose,
invece di farle l’ Osservatorio, le fa il Centro
antiviolenza, benissimo: quello è un luogo che
si individua per fare questo tipo di attività.
Ma questo ha senso perché si raccolgono i
dati, le notizie, le esperienze di tutti. Che senso
ha dire che ogni casa di accoglienza fa tutto
questo? Ossia, le cose si fanno assieme. La
titolarità, o meglio, le funzioni sono frazionate
in questo modo. Ecco, secondo me, non ha
nessun senso.
Quindi, per carità, non riesco a capire qual è
la logica di questo emendamento. Secondo me,
va a peggiorare l’ impianto iniziale dell’ articolo
10 che aveva una sua razionalità. Quindi,
questi emendamenti, dal mio punto di vista,
non migliorano l’ articolo, ma vanno a
peggiorare
l’ impostazione
che
veniva
dall’ articolo 10.
Per cui – ripeto – io non so qual è la ratio,
non ho capito. Perché altre cose potevo
immaginarle, ma questa proprio non l’ ho
capita. E vorrei che qualcuno me la spiegasse o
che riflettesse su questo passaggio, perché –
ripeto – a me pare un emendamento
sicuramente peggiorativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Mattassi. Ne ha la facoltà.
MATTASSI. Credo che dei due temi posti,
il primo, quello sollevato dal collega Brussa,
relativamente ad una nostra possibilità di
definizione
organizzativa
dei
Centri
antiviolenza, trovi una risposta da sé. Io non è
che voglia dare o debba dare le risposte.
Naturalmente, qui ci sono anche altri colleghi
che
sono
stati
coprotagonisti
della
realizzazione e della scrittura di questo testo.
C’ è un dato: noi partiamo, in questa legge,
dal riconoscimento dell’ esperienza degli altri,
del
privato,
fondamentalmente,
delle
associazioni. Possiamo, con la nostra legge,
ridefinire e puntualizzare gli obiettivi ed,
eventualmente, riconoscere delle funzioni.
$WWLFRQVLOLDUL
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
Quindi, come dire? Il giorno in cui
dovessimo decidere che le attività dovranno
essere svolte dal pubblico, dal sociosanitario e
così via, allora avremo titolo a normare le
funzioni organizzative. Oggi, non ne abbiamo
titolo. Possiamo, però, determinare, delineare e
rimarcare gli obiettivi.
L’ altro elemento è, invece, - come dire? più proprio, nel senso che la legge stabilisce
una gerarchia delle funzioni e dei compiti.
Dice, in modo esplicito, che sono i Centri
antiviolenza gli organi organizzativi. Dice,
addirittura, che per andare alle Case bisogna
passare attraverso il Centro.
Circa il fatto di affermare che altre funzioni
(che sono quelle legate alla raccolta ed
all’ analisi dei dati, alla diffusione dei dati
elaborati, alla formazione e aggiornamento
delle operatrici, alle iniziative culturali,
eccetera) possono essere svolte da entrambi, ha
ragione il collega Puiatti. Non si fa altro che
aumentare la confusione. Perché o il Centro
antiviolenza è l’ organo organizzativo ed,
evidentemente, svolge – com’ è scritto nella
legge – anche compiti di formazione,
coordinamento e così via, oppure tutti possono
fare tutto. Non va bene. Si creano confusioni.
In questo modo si ingenerano confusioni.
Invito il collega Castaldo a ritirare questo
emendamento. Immagino che vi sia stata una
richiesta. Però, abbiamo anche il compito di
sapere quali sono i nostri interlocutori. I nostri
interlocutori sono quelli iscritti in legge. Se,
poi, attribuiamo loro una funzione gerarchica,
nella norma successiva non possiamo
disconoscerla. C’ è un problema di coerenza
legislativa.
Il secondo... qui, invece, la materia è un po’
più complicata, nel senso che noi attribuiamo il
compito e le funzioni di formazione per i
soggetti istituzionali, a soggetti privati. Io non
so se questa cosa regge. Possiamo fare
convenzioni, possiamo far sì che, nella libera
organizzazione, il soggetto pubblico (i
Consultori familiari della nostra regione, che
vedono molti casi passare attraverso la loro
quotidianità) possa cooperare per progetti
formativi, ma non che i soggetti istituzionali
vadano in questi luoghi obbligatoriamente per
fare la formazione. Scusatemi, ma questa cosa
non sta in piedi. E’ inutile scriverlo, perché,
poi, in pratica, non avverrà. Questo è un punto
importante da capire. Non avverrà.
Ovvero, se avverrà, probabilmente, sarà
legato al fatto che c’ è un clima positivo di
collaborazione, di reciproco riconoscimento di
funzioni. Questo è il dato. Il fatto che noi
scriviamo in legge che la formazione degli
operatori sociali ed istituzionali avviene presso
alcune strutture il cui progetto antiviolenza non
è definito, e così via, ci pare rovesciare le
funzioni, insomma.
Invito i colleghi della maggioranza a ritirare
questi emendamenti che saranno oggetto di
approfondimento successivo. Seguiremo la
prassi che si instaurerà, ma noi non possiamo
scrivere in legge queste due cose.
Significherebbe istituzionalizzare un eventuale
conflitto fra i Consultori ed i Centri
antiviolenza, ad esempio, che attualmente non
c’ è. Ma, nel momento in cui si scrive che uno
si occupa della formazione degli operatori
degli altri, non facciamo altro che aumentare i
pasticci. Mi pare evidente.
Aiutiamo a far sì che questi Centri
decollino, che si radichino, che crescano con il
nostro aiuto. Non aumentiamo la confusione,
né – tanto meno – rischiamo dei conflitti che
nascerebbero, inevitabilmente, fra gli operatori
che, poi, sono quelli che realizzano il servizio.
PRESIDENTE.
Castaldo.
La parola
al
Relatore
CASTALDO, 5HODWRUH. Mi rimetto all’ Aula.
PRESIDENTE. La parola alla Relatrice
Zorzini.
ZORZINI,
5HODWULFH.
Contrari
agli
emendamenti di pagina 16 e 17. Favorevoli
all’ emendamento di pagina 18.
PRESIDENTE. La parola alla Giunta.
POZZO, $VVHVVRUHSHUOHDXWRQRPLHORFDOL
DOOHIRUHVWHDLSDUFKLHDOODFDFFLD La Giunta
$WWLFRQVLOLDUL
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
è favorevole.
PRESIDENTE. Pongo in votazione
l’ emendamento modificativo di pagina 16.
(¶DSSURYDWR
Pongo in votazione l’ emendamento di
pagina 17.
(¶DSSURYDWR
Pongo in votazione l’ emendamento di
pagina 18.
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Pongo in votazione l’ articolo 10 nel testo
emendato.
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Sono le ore 18.29...
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Arduini: “ Snellimento
catastali?” (476)
delle
procedure
Ritossa: “ Riapertura linea ferroviaria FS
Treviso/Portogruaro effetti conseguenti anche
sul trasporto ferroviario del Friuli-Venezia
Giulia” (477);
nonché la seguente interpellanza:
Alzetta, Sonego: “ Sull’ autosospensione di
un Assessore della Giunta regionale per una
proposta di localizzazione della P.E.T. diversa
dal CRO di Aviano” .
I relativi testi saranno riportati in allegato al
presente resoconto.
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PRESIDENTE. Poiché non ci sono state
osservazioni sul processo verbale della seduta
n. 195, del 28 giugno 2000, lo stesso si intende
approvato.
Collega Zoppolato, c’ è stato un accordo, a
livello di capigruppo,...
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ZOPPOLATO. Presidente, scusi, c’ è anche
un altro accordo che si dovrebbe fare: finire
domani alle 14.00. Altrimenti, domani, finiamo
alle 18.30…
PRESIDENTE. Informo che il Consiglio è
convocato per il giorno 29 giugno 2000, alle
ore 10.00, con il seguente ordine del giorno:
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PRESIDENTE. Comunico che sono
pervenuti alla Presidenza le seguenti
interrogazioni a risposta orale:
Cisilino: “ Il vero costo della mostra dei
Patriarchi di Grado” (474)
Travanut:
“ Sull’ autosospensione
dell’ assessore regionale Maurizio Salvador e
sugli effetti di questa sul funzionamento
complessivo del governo regionale” (475)
l. Seguito della discussione sulla seguenti
proposte di legge:
“ Realizzazione di progetti antiviolenza e
istituzione di centri per donne in
difficoltà” (23)
(d’ iniziativa dei consiglieri Zorzini,
Fontanelli, Petris)
“ Istituzione di un osservatorio e
interventi regionali in materia di violenza
contro le donne” (47) (d’ iniziativa dei
consiglieri Antonaz, Pegolo) (Relatori
Zorzini-Castaldo-Antonaz)
2. Discussione sulla seguente proposta di
legge: "Modifiche dell’ articolo 11 della
legge regionale 21/1993" (104)
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- (197) 41 -
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
(d’ iniziativa dei consiglieri Londero,
Vanin, Saro, Molinaro, Di Natale, Petris,
Cruder, Baiutti)
(Relatori di maggioranza Vanin-Di
Natale)
(Relatori di minoranza GherghettaPuiatti)
3. Discussione sulla seguente proposta di
legge: “ Costituzione di una società per la
cooperazione transfrontaliera” (134)
(d’ iniziativa dei consiglieri Saro,
Baritussio, Follegot)
e sul rinvio limitato abbinato:
“ Costituito dai commi 17, 18, 19 e 20
dell’ articolo 8 (Altre norme finanziarie
intersettoriali e norme contabili), oggetto
di rinvio limitato da parte del Governo
della legge regionale n. 110 (Finanziaria
2000)” (110-II-RL)
(Relatore di maggioranza Dal Mas)
(Relatori di minoranza Petris-Moretton)
4. Discussione sulla seguente proposta di
legge:
“ Adozione della bandiera della Regione
Friuli-Venezia Giulia, disposizioni per il
suo uso ed esposizione. nonché per
quelle della Repubblica italiana e
dell’ Unione europea” (135)
(d’ iniziativa dei consiglieri Baiutti, de
Gioia) (Relatore Baiutti)
5. Discussione sulla proposta di legge:
"Nuove disposizioni per le zone montane
in attuazione della legge 31 gennaio
1994, n. 97" (57)
(d’ iniziativa dei consiglieri Cruder,
Gottardo, Brussa, Degano, Molinaro,
Moretton)
e sul disegno di legge abbinato:
“ Classificazione del territorio montano in
zone
omogenee
di
svantaggio
socioeconomico” (83)
(Relatori di maggioranza Cruder-Vanin)
(Relatori di minoranza Asquini-PetrisRitossa)
6. Discussione sul seguente disegno di
legge:
“ Disposizioni in materia di personale e
organizzazione degli uffici” (132)
(Relatori di maggioranza Saro-Ritossa)
(Relatori di minoranza Degrassi-DeganoPuiatti)
7. Parere del Consiglio regionale sul Piano
regionale per la gestione dei rifiuti Sezione rifiuti urbani. Discussione sulla
proposta di deliberazione.
(Relatore Violino)
8. Discussione su:
“ Modifiche al regolamento interno del
Consiglio regionale concernenti l’ esame
dei disegni di legge di approvazione e di
assestamento del Bilancio di previsione
della regione, del disegno di legge
finanziaria e del Piano regionale di
sviluppo”
(d’ iniziativa dei consiglieri Asquini,
Zoppolato, Ciriani)
(Relatore di maggioranza Asquini)
(Relatori di minoranza Molinaro-ZvechPuiatti)
9. Seguito della votazione per la elezione
del Tutore
pubblico dei minori (art. 20 L.R. 49/1993
come sostituito dall’ art. 16 della L.R.
16/1996)
10. Seguito della votazione per la elezione
del Difensore Civico (L.R. 23 aprile
1981, n. 20)
11. Votazione per l’ elezione di tre
rappresentanti
della
Regione
nel
Consiglio di amministrazione del
Collegio del Mondo Unito dell’ Adriatico
(art. 8 dello Statuto del Collegio)
12. Discussione sul seguente progetto di
legge:
“ Interventi per lo sviluppo del trasporto
combinato”
(106/1) (*)
(Relatori di maggioranza MattassiSeganti)
(Relatore di minoranza Puiatti)
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
*Il progetto di legge 106/1 è stato
notificato, ai sensi della LR 9/1998, alla
Commissione dell’ UE e potrà essere
discusso solo a seguito della conclusione
dell’ esame comunitario.
Dichiaro chiusa la seduta.
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VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
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realizzarlo;
“ Il sottoscritto Consigliere regionale,
- premesso che da una attenta riflessione ho
potuto constatare anche con l’ ausilio della
stampa l’ avvento della mostra dei Patriarchi di
Grado dal 10 corrente al 9 settembre;
- ravvisato che la mostra è stata guarnita di
una serie di avvenimenti come la stampa di un
opuscolo con la presentazione innovativa da
parte del commissario liquidatore ESA;
- considerato che l’ opuscolo è stato
programmato con la tempistica della mostra e
ciò, pare di ritenere, al fine di evadere il tutto a
trattativa privata;
Tutto ciò premesso,
interroga
la Giunta Regionale
corrisponde al vero:
per
sapere
se
1) se il catalogo che ha comportato un
grosso impegno finanziario per l’ ESA è stato
programmato e affidato secondo una logica di
trattativa privata e ciò ha comportato una
dilatazione della spesa;
2) se corrisponde al vero che tale lavoro sia
stato affidato in via privatistica vista l’ urgenza
e per un importo decisamente maggiore
rispetto al preventivato;
3) se il modo di gestire i richiamati eventi
corrispondono agli indirizzi dati dalla Giunta al
fine di conciliare i costi con i benefici;
4) come intende la Giunta Regionale
fronteggiare la costante dilatazione dei costi
dell’ iniziativa, considerata la scarsa sensibilità
dimostrata sia nell’ impostare il progetto sia nel
5) si chiede inoltre di conoscere se un ente
in liquidazione e in stato di commissariamento,
debba continuare a gestire eventi così
importanti.”
“ Cisilino”
(474)
“ Il sottoscritto Consigliere regionale,
avuta notizia che l’ assessore Salvador in
una seduta di Giunta, si presume alquanto
agitata, ha comunicato la propria volontà di
autosospendersi dall’ incarico,
con una
decisione senza precedenti;
ritenuto tale atto di protesta di estremo
rilievo ed importanza per la funzionalità
dell’ Esecutivo e per la vita dello stesso
assessore e gravido di conseguenze non solo
per la maggioranza di cui fa parte ma per
l’ insieme della nostra Regione, con particolare
riferimento alle 9.000 domande che attendono
dall’ Assessore neo autosospeso i contributi per
la prima casa,
interroga il Presidente della Giunta
regionale
per sapere:
a) se, nel prendere atto dell’ autosospensione
dell’ assessore Salvador, abbia avocato a se le
deleghe a suo tempo concessegli al fine di
evitare un drammatico vuoto di potere;
b) se siano contestualmente cessati i benefit
attribuiti ai componenti l’ esecutivo regionale (
macchina con autista, segreteria, indennità ecc.
) di cui lo stesso usufruiva;
c) quale effetto concreto, in assenza delle
conseguenze di cui al punto a) e b) , la scelta
coraggiosa dell’ autosospensione produca nei
confronti dell’ assessore Salvador e di eventuali
colleghi che volessero seguirne le orme.”
“ Travanut”
(475)
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- (197) 44 -
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VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
“ RISULTA allo scrivente che il servizio
concernente i programmi del Catasto abbia
fornito nuovi programmi di lenta applicazione
e di difficile gestione, in assenza peraltro di un
adeguato corso di preparazione a favore del
personale preposto;
Portogruaro - Treviso - Castelfranco Vigodarzene - Padova Campo di Marte per il
traffico diretto verso Sud. Tanto da divenire
pure itinerario alternativo merci (insieme alla
Treviso- Vicenza, alla medio Padana, alla
Ferrara - Rimini, ecc);
GLI utenti interessati lamentano lentezze
procedimentali causate da detti programmi, che
si concretizzano in un appesantimento delle
attività di rilascio dei certificati e nel
rallentamento dei tempi, constatabili peraltro,
anche dalle lunghe file che costituiscono
oramai la prassi negli uffici catastali;
PRESO ATTO che tale tratta ferroviaria
ricostruita a binario unico elettrificato è
omologata per una velocità massima di 125
Km/h che presenta una pendenza di soli 5
mm/m sulla rampa da Motta di Livenza al
Ponte sul Livenza. Che l’ armamento è tale da
sopportare un carico assiale di 22,5 tonnellate
(categoria D4), ossia il massimo carico
ammesso in Italia;
CIO’ determina l’ impossibilità di ottenere
risposte certe e celeri in merito a pratiche
urbanistiche ed edilizie anche con riferimento a
semplici atti quali, per esempio, l’ acquisizione
di visure catastali;
Si vuol pertanto conoscere
Quale misura intende adottare il Signor
Presidente della Giunta regionale, al fine di
rimediare alla situazione qui illustrata, che si
pone in netta controtendenza rispetto ai
principi aspiratori dell’ attuale orientamento
giuridico amministrativo, che vanno verso
l’ efficacia, l’ efficienza lo snellimento delle
procedure amministrative, in qualsiasi settore.”
“ Arduini”
(476)
“ Il sottoscritto Consigliere regionale,
RILEVATO che in data 29 febbraio 2000 è
iniziata la fase di preesercizio, con la
circolazione di quattro treni merci al giorno,
della linea ferroviaria Treviso - Portogruaro;
CONVENUTO che la tratta Treviso Portogruaro, anche a seguito della costruzione
dello scalo di smistamento a Cervignano del
Friuli, crea uno sbocco ferroviario alternativo
agli intasati nodi di Mestre e Padova Centrale,
creando un asse di "gronda" merci Cervignano
- Portogruaro – Treviso - Vicenza, per il
traffico diretto verso il nord - ovest, e un
secondo itinerario alternativo sulla direttrice
CONSTATATO che dall’ apertura dello
scalo di Cervignano smistamento nel 1997, si
era deciso di deviare 26 treni merci al giorno
sull’ itinerario Cervignano - Gorizia - UdineTreviso - Vicenza, che presenta una lunghezza
di 237 km e un tempo di percorrenza di circa
quattro ore.
INTERROGA
il Presidente della Giunta e l’ Assessore
competente, per sapere sia a conoscenza di tale
evento e dell’ opportunità che si presenta per la
regione FVG qualora si opti per insistere sul
percorso Cervignano del Friuli, Portogruaro,
Treviso che presenta una lunghezza di 156 Km
e un tempo di percorrenza medio di due ore e
un quarto, con un risparmio di ben 81 Km e di
quasi due ore di percorrenza.
E’ evidente che la riduzione dei chilometri
abbasserà pure i costi di trasporto e permetterà
un miglior utilizzo dei personale di macchina.
Itinerario che potrebbe portare grandi
benefici al nodo di Mestre, finora gravato dal
transito giornaliero di 340 treni, come pure la
linea Mestre - Padova, intasata giornalmente da
80 coppie di treni viaggiatori di cui 35 di treni
merci. Oggi questi 35 treni merci potranno
essere deviati sulla linea messa a regime in
base al programma stabilito dalle FS.
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- (197) 45 -
VIII LEGISLATURA – ! ALLA SEDUTA DEL 28 GIUGNO 2000
Se ci si renda conto, inoltre, che tale nuova
linea verrebbe a portare a funzioni fisiologiche
il traffico sul raccordo ferroviario Ronchi Sud/Ronchi Nord che tanti inconvenienti crea
alla viabilità automobilistica della statale
Monfalcone/Udine, con i passaggi a livello.
Questo al fine di valutare attentamente se
grandi sottopassi e sopraelevare siano o meno
necessari qualora il traffico oggi sulla linea
Cervignano - Gorizia - Udine, possa essere
dirottato nella sua globalità, o quasi, sulla
Cervignano - Portogruaro - Treviso.”
“ Ritossa”
(477)
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“ I sottoscritti Consiglieri regionali,
appreso
dalla
stampa
della
"autosospensione" dell’ assessore Maurizio
Salvador dalla Giunta regionale per la vicenda
della localizzazione della donazione di
un’ apparecchiatura scientifica P.E.T. da parte
della Danieli S.p.A.;
rilevato come le preoccupazioni da più parti
sollevate nei mesi scorsi sulla collocazione
dell’ apparecchiatura in oggetto si stanno
rivelando fondate vista la ormai certa
destinazione diversa da quella del CRO di
Aviano e, ciò che più sorprende, diversa da
quanto
formalmente
indicato
all’ atto
dell’ espressione delle volontà della signora
Cecilia Danieli di donare la P.E.T. al servizio
sanitario regionale;
constatata per l’ ennesima volta la totale
inaffidabilità degli Assessori Santarossa e
Salvador e dei consiglieri Ciriani, Dal Mas,
Narduzzi che avevano a più riprese affermato
in pubblici incontri, a mezzo stampa, in
interviste che la P.E.T. sarebbe andata ad
Aviano e che se ciò non si fosse verificato ne
avrebbero tratto le conseguenze di carattere
politico;
rilevato altresì come da più parti, tecniche e
scientifiche, sia emersa chiara l’ indicazione
della sede dove collocare una apparecchiatura
destinata per lo più alla cura oncologica e che
tale sede era il CRO di Aviano,
interpellano il Presidente della Giunta
regionale
per sapere:
a) formalmente ed urgentemente quale sarà
la destinazione dell’ apparecchiatura P.E.T.
donata dalla ditta Danieli di Buttrio;
b) se tale destinazione, come sembra
apparire dalle cronache dei giornali e come si
potrebbe
evincere
dall’ anomalo
gesto
dell’ assessore Salvador, non sarà Aviano, quali
saranno le azioni che si intendono attivare per
tutelare la dignità dell’ istituzione Regione a
fronte dei propri Assessori che non
mantengono gli impegni e la parola data
pubblicamente su questo ma anche su altri
argomenti.”
“ Alzetta-Sonego”
(443)
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