OSIRIDE
E
ISIDE
OPUSCOLO
-//'^^
DI
CHERONESE
PLUTARCO
DAL
TRADOTTO
CON
FILOLOGICHE
NOTE
AL
DAL
GRECO
OSSERVAZIONI
ED
TESTO
SEBASTIANO
CAV.
REGIO
CORKISPONDENTE
DEIJ.A
R.
ATTIVO
DE'CULTl
COMMISSIONE
ISTRUZIONE
PUBBLICA
01
CIAMPI
POLLONIA
DEL
IN
E
REGNO
EC.
FIRENZE
DALLA
STAMPERIA
1823.
PIATTI
ITALIA
DELLA
ECCELLENZA
SUA
A
IL
GIÀMBEELAiro
EUS8IS,
PI
EE
E
STATO
Lettere
hanno
di
pio'
e
acceso
TUTTE
órdini
ESTEEIy
AFFARI
DEGLI
BG.
SG.
EG.
dell'amore
F animo
LE
ATTUALE
delle Belle Arti antiche
talmente
lo studio
DI
GONSIGLIEEE
SUO
esempj domestici
che vi recate
e
l'iMPERATO"X
DIPA"TIMENTO
NEL
chiari
8. I. M.
POLLONIA,
DI
catalieeb'
1
POTOCKI
LEONE
CONTE
DI
SIGNOR
e
delle
moderne
della E. V.
piùdolce diletto la conoscenza
dei monumenti
dell'antichità,
e
a
dogni
maniera
noi
a
paesiche
nei
r aspetto, e
ne
sono,
inesauribile. Onde
ed
pervenuti,
largamentene
offrono
dirò
miniera
cosi,una
è che
in
Voi
il soggiorno
riconosce
plauso il Figlionon degeneredi
Padre
che tanto
si distingue,
un
come
per
altre prerogative,
così per l'amore degli
studj
deir Antiquaria,
dico S. E. il Sig.Conte
e
Severino; e rivede con giubiloil congiunto
Italia
con
di sangue
dei Giovanni
Stanislao
e
PoTOCKi, dei qualiil primo lasciò di
Patria
ed alle Lettere
Conti
se
desiderio
vivissimo
molto
suo
che
sapere, ed anche per queldi
l'Edizione
di meditare
mostrò
con
Traduzione
Manetone.
il Conte
sua
in francese
A lui fece bello
Stanislao
non
alla
pel
più
dei Frammenti
e
di
accompagnamento
solo per
arricchì la nazionale
de' quali
gliscritti
ma
letteratura,
che mostrò delle Belle Arti
per la cognizione
la penna
antiche e moderne, illustrandole con
e
promovendolecon
d'Opere dei
l'acquisto
massimamente
pilifamosi Artisti,
Permettetemi
V. questo mio
libro di Plutarco
Italiani.
dunque che offrendo all'È.
del
italiano volgarizzamento
intitolato d'Iside e d'Osiride
cole«fl'occasione di fare
applausocon
la dotta
Italiaal
della chiarissima
nome
sapiatanto
vostra
Pro-*
benemerita
deglistudjche principalmente
riguardanogliItaliani e che in
,
mi dia l'onore
particolare
con
pubblicatestimonianza
e di profondorispetto
DELL'ECCELLENZA
Firenze
i.
di confermarmi
pieno di
stima
VOSTRA
Agosto iSaS.
Devotissimo
Servitore
Ohhligatissimò
SEBASTIANO
CIAMPI.
D'ISIDE
E
D'OSIRIDE.
^-*i
CAPITOLO
AìiG
Si
mostra
f
I.
OMENTO,
che nulla è
quanto il conoscere
favolee
o
\*
le dottrine delle
delle cerimonie
fisica
teologica^
o
domandi
isiache
tutte hanno
ilmezzOyperchè
VJhì
uomo
cose
di"
delle
p la intelligenza
spiegazione
ifine» La
strano
air
più conveniente
ha
senno
Dei
agli
^
o
ne
sommini^
ragione
una
morale.
bisognadavvero,o Qea, che
ogni bene : massimamente poi li
d^ottenere la cognizione
di loro stessi (^)
supplichi
"
e
é messo
perè
non
di avvicinarvisi tanto, quanto ad uòmini
di potervi
arrivare 3 che dato ad uomo
di ricever nulla di
dono
cose
più grande,né
a
.
Dio di far
un
Ed invero : tutte le altre
piùaugusto di quella.
chieste dagliuomini, Dio affatto rilascia e
concede
loro,non
d'uso
saette,
ma
(^)3 che
veruno
argento né per
,
avendole
oro
,
né
connaturali,
beato
è per
eglinon
né possente pe^tuoni
dogli
essen-
e
per le
e prudenza
possiede»
perchésapienza,
n'iàlDE
4
Onde
D^OSIRIOS
È
le altre
egregiamehtesopitatutte
degliDei
da Omero
,
ly
ufi seme
Ma
Giove
cantando
dette
cose
egli
,
SUuna
patriauscirò entrambi
priafu ancor piùsaggio,
e
nato
dichiarò il
di
principato
(^) essere
della sapienza
,
altro,cosi anche
Giove
,
come
dottrina,e
più antico d' ogni
della
più augusto.
E credo che la beatitudine della eterna
pria di
Dio
nel
consista
\ita prò*
mai la
abbandonar
non
tolto il conoscere,
cognizionedell'Essere (4) ; e che
r intendere,la immortalità non
sia vita,
e
,
tempo.
ma
Perciò
a.
appetitodi
la ricerca del
li Dei
:
vero
ed
,
Divinità
massimamente
avente
è altro che
non
di
dante
quelloriguar-
l'impararee 1*investigare
; lo che
sacre
cose
stità
d'ognica-
ministero è più santo ; né
d'ognireligioso
cui tu servi sapiena questa Dea
aggradevole
tissima,
ed amicissima
della sapienza,
anche
come
e
,
poco
di
ricevimento
per
,
per lo
più di
stesso
nome
,
vien dichiarato ; cioè
suo
ogn'altro Dio,
il conoscere
,
ed il sapere
che
son
proprjdi lei ; imperciocchéTsis é nome
greco ( da
ne
ii^évciij
conoscere):a questa Dea nemico è Tifo(^) (cosìdetto da TV(f"os,
fumo, gonfiezza)
per
e
e
ignoranza
disperditore
per ingannisuperbo
,
della
unita
sacra
dottrina,cui la Dea
consegna
vita di continuo
e
ed
raccoglie,
agliiniziati in
casta
dagliusi venerei
,
,
che
insieme
divinità (^) per
una
per astinenze da molti
cibi^
reprimonolibidine ed
appe-
tito dei
5
1.
CAPITOLO
nere
piaceri e gliuomini assuefanno (7) a sostesi protempj i riti austeri e parchi,i quali
,
nei
del
per fine il conoscimento
poDgon
premo
Principiosu,
conoscibile solo per lo intelletto ,
che sta
invita a cercare
presso di sé ;
signore,e
cui la Dea
lei C^), ed
con
del
stesso
e
se
della Dea
congiunto. Anche
tempio promette apertamente e
quasidicesse
scortati da
il
nome
la
scenza,
cono-
.
masi
di ciò che è. Infatti chia-
r intendimento
Iseion
sercj
lei è
a
che
^9)VEs-
conosceremo
ragione,e
nei temp)
santamente
entreremo.
di Prometeo
molti che
molti che dì Mercurio
5. Or sonovi
,
^*^)
figliuola
; tenendo questo
la dicono
e della Provvidenza;
per inventore della Sapienza,
della Musica. Per
queiraltro , della Grammatica
e
ciò la
delle
principale
Iside
,
ed anche
Muse
in
Ermipolichiamano
Iside
Gtttitttsift
essendo
,
,
detto,la Sapienza
C^O,e la dichiaratrice delle
divine
a
che
coloro
veracemente
dal servire al culto di lei ,
stimenta
Jeraforie
,
cesta
mistica
,
e
custodirne le
e
propriamente
portando
,
e
^
sacre
cose
ve-
Questi
in
cerne
custodiendo
•
giustizia
con
Jerastoli furon chiamati.
nella
quelli che
son
,
fu
come
una
(^^) la dottrina
Dei, ripurgatae netta da ogni
le cose oscure
tanto
e vana
curiosità,
superstizione,
circa la cognie velate,
zione
quanto'le chiare e lampanti
viene
degliDei, spieganoe manifestano ; come
intorno
anche
per le
rassettare con
rimaner
fi
non
alli
sacre
vesti menta
i morti
quelle
con
significato:
perché
Isìaci vuol dire,la dottrina
loro,e questa sola portandoseco,
altro , ahdarsene
via di qua 5
ma
,
come
,
o
D^
6
ISIDE
Clea, filosofo non
d'
E
OSIRIDE
né il bastone;
la barLa
fanno, né
e si
cfaiunxjue
porta stole di lino^
che le cose
rade ; ma
insegnate
qaegliveramente
di questiDei
ed operatein proposito
mente
poichélegal-
Isiaco
cosi
è
non
,
,
,
le ha
e
ricevute,da
al vtro.
filosofa intorno
4« Per
altro
ragioneguidatoinvestiga^
é la
ignota ai più
ragione anche
di queste , ovvie e piccole
cerimonie 5 perchè, cioè,
i sacerdoti si tondano, e portino
veste di lino. V^ha
chi niente affatto si
chi dice
gliIsiaci , avendo
che
,
di saperne
cura
il motivo; v'ha
le
in venerazione
pecore, si astengono dal vestirsi della lana, come
di
dal cibarne la carne;
che si tendono
in segno
dolore;che adoperanovesti di lino pel colore che
il fiore del lino spiccada se, simile al rallegrante
nitore
dell'etere
la
ed unica
vera
dice
come
puro,
toccato
di
ma
quanto
or
che
di
ragione
tutto
Platone, non
,
il mondo.
attornia
questo
può
essere
né dell' escremento
Peraltro
è che
:
il
puro
dall'im-
del cibo
,
né
al di fuori del corpo , nulla é puro ;
V unghie nascono
le lane , i cappelli,
e
,
esce
peli
i
:
,
,
del cibo* Sarebbe dunque
vegetano dall'escremento
ridicolo^che gliIsiaci nelle purificazioni
sero
deponesi
peli tendendosi
,
il corpo
;
radendosi
ed al contrario
portassero vestimenta
Anche
e
affatto per
si mettessero
fatte di
attorno
e
pelodeglianimali»
Esiodo, quando dice:
giulwo banchetto a' Numi innante
Nel cinquefoglioW V arido dal uerde
Non
col ferro lucìcante ;
taglierai
In
tutto
CAPITOLO
7
I.
brare
bisognacredere che vogliainsegnaredoversi celela festa parida taliimmondezze
e dal
taglio
,
delle
Il lino
escrescenze.
immortale
somministra
a
chi
non
se
ne
un
cuopre
,
in altro
cose
che
de'
molte
le carni
escrescenze,
vivande
nel
qpuanto dicono
in tanto
nere,
e
il sale dalle
anche
V
appetito
,
dice
stimolano
Aristagora, per
dentro
muojono
condensa, è
É anche
sto,
que-
perchèi
specialmente
a
,
rimastivi
ed
bere
mangiar di soverchio. Ed invero, credere
che vi
Te-
aborrimento
,
sale,come
di
ma
3
e fanno
tempo delle purificazioni
sali , eccitando
il
giato,
man-
maggior parte
porcine producenti
levano
ma
gli altri motivi,
tra
essere
solo rifiutano la
non
legumi,e
ad
buono
terra
ragionamento.
5. I Sacerdoti hanno
crescenze,
della
seno
vestiario puro e non
pesante
adattato ad ogni stagione
; ^
insetti (^) , per
genera
queste
nasce
produce frutto
,
dal
a
impuro
li molti
insetti
presiquando si
da ridere.
cosa
che abbeverano
raccontato
Api con
Ta-
allontanandolo affatto
equa di un pQzzo particolare,
del Nilo , non
da quella
pura
mica perchéla credano imcome
cagionedel Cocodrillo,
a
anzi
non
v^ha
Egiziani;ma
pensano
alcuni ;
del Nilo per gli
del Nilo è creduta
più veneranda
cosa
perchè
T acqua
ingrassantechiunquene
bee; onde
Api, e
né
pure
nep-
eglinostessi vpglionoingrassare perchèleggieri
i corpicircondino le anime
ed agili
senza
vitare
gra,
e
premere con la robusta
Tessere divino.
6. Del
vino
,
i ministri di
,
parte mortale
quelDio
in
,
primente
op-
Eliopoli
8
bon
D^
dal
padróne,e
di loro
sovrano
gocciolonel
an
di
iion lecito beverne
come
,
d'OSIIUDE
£
neanche
introducono
ne
pio
ISIDE
giorno,
e
tem*
veduti
(^^^5
glialtrine
no,
bea-
ma
poco.
Hanno
anche
molti
riti sacri
con
del
astinenza
vino, ne' qualifilosofando,
imparando,insegnai»do
compisconoW
le divine cerimonie
,
leggedelle
sacre
scritture
beono
certa
misura
con
,
; e
I
•
Ecateo
narra
come
lo
fauna
Re, per
stesso
i
,
ne
doti.
sacer-
beverne da Sammetico
a
principiarono
vano
in poi; prima non
ne
assaggiavano e neanche facelibazioni di vino per crederlo pia grato agU
Dei 3 ma
invece
di coloro,
offerivano il sangue
I Re
,
che
avessero
cadaveri
terra
pensana
,
Per
fa
di far guerra a' Numi 3 dai
la
mescolati con
e
de^€|uali,
putrefatti,
ardito mai
le viti.
nascere
questa ragione, secondo loro,rubriachezza
gliuomini
pazzi e
,
'mentecatti
,
perchèli riempie
del sangue
degliantichi (^4) Eudosso , nel secondo
libro del Giro , scrive dirsi tutte queste cose
dai
.
sacerdoti.
7. In
quanto ai pescidi mare
iha solamente
presial
il pesce
abbia da
da
tutti da
si astengono;
tutti*^
dai
come
gliOssirinchiti , perché, rispettando
non
ossirinco,hanno dubbio, che Fama
lamo
diventare
preso
impuro
non
apparirecon
spontaneo
vi s'imbatta
a
starvi
re-
mangiano del Fragro , che
la
messaggieroad
il crescimento
se
quelpesce.
Que'di Siene
sembra
alcuni
non
tanto
pienadel Nilo e venire
annunziarne
agliEgiziani
,
desiderato. I Sacerdoti
se
ne
CAPITOLO
astengono da
schedano
I.
tatti. Il dì
del
nove
Egizianodinanzi
0
primo
alla porta di
cia^
mese
mangia
casa
del pesce arrosto, i soli Sacerdoti non
ne
no,
assaggialo bruciano solamente
davanti all'uscio 5 e
ma
ragioni, delle qualila
ciò per due
ripiglierò
poi,come
to
di
si accorda
quellache
religiosamentefilosofando
,
,
dicono
Tifone; l'altra è manifesta, ed
sìa cibo necessario
non
s'accorda
Omero
né
principale
e
sacra
con
quan^
d'Osiride e
il sce
pe^^^)
squisito
ovvia ; che
troppo
,
mangiarpesciuè
a
que'delicati de'Feacj né agliItacesi,sebbene
ai compagni d'Ulisse in
gente isolana;e neppure
con
che
,
fa
non
,
lunga navigazione,ed
tanto
allorché furono
non
un'estranea
ma
8.
Egliè
sicuro
fondamentale,che
,
come
parte, né
mento,
ele-
intiero
bosa.
mor-
riti sacri nulla é di
nei
maginario
irragionevolefavoloso imalcuni;ma
come
superstizioso,
pensano
certi,hanno
senza
necessità. In
corrotta,
superfluità,
che
se
mare,
generato del fuoco (*^^,
ilmare
il resto, né
tutto
al
mezzo
ridotti air ultima
conclusione,credono
separato da
in
sia
morali
cause
,
,
ed utili , altri ,
sono
non
qualcheistorica o fisica eleganteragione;
sarebbe della cipolla;
che Ditti alunno d'Iside
cadesse nel fiume, ed
atoegasseviper
dietro
tener
delle cipolle,
è all'ultimo segno incredibile;
raccogliere
bensì se ne badano
Fabomii Sacerdoti,
ma
d^ingrosnano, e l'hanno a nojaper la sua proprietà
a
sare,
non
e
venire
esser
bene
buona
«d
allegramente^
né
soltanto
a
luna calante
,
e
per
pe'sobrj,né per chi vuole stare
in festa:
non
per li primisperchè
d'iSIDE
IO
pe'secondi, perché fa
del porco: non
lo stimano
Somigliantemente
fa bere mettendo
lacrimare.
sete;
animale buono
generare
di
D^ OSIRIDE
e
que^che
non
sacrificio,
per
a
to
credu-
essere
ed
a luna
calante;
specialmente
ne
la
mangiarne solamente
lebbra,e
ragioned'ammazzarlo, e di
volta TannoC^?)
una
piena fosse, perchè Tifone,
mentre
luna
a
disperdessenon
è
,
per
delle
da tutti creduta
,
luna
a
inseguivauna porca, s'imbattesse nell'arca di
in cui giacevail corpo d'Osiride,e fattolo a
lo
corpi
il latte,
gettar fuori
beono
ruvida scabbia. Che
i
piena
légno,
pezzi
avendola
fandonie ; ma
dicono che mi*
catezza
gliantichi ad allontanare il lusso,e la deli-
una
rassero
tante
del cibo: da
raccontarsi
p«r
fino che
nel
tempio a Tebe stesse una colonna in cui scolpite
il re Minio, che primo
fossero imprecazioni
contro
il parco, non
indusse gliEgiziani
a mutare
costoso,
Infatti
di
vitto.
naìrrasi
e
Technakte, il
semplice
padredi Bo^coro (^^) che andato ad oste contro degli
Arabi,e tardando l'arrivo dell' equipaggio,
se
prendesvare;
trocon
gusto dì quelcibo che potè comunque
,
'
,
che
e
uno
sopra
la vita
quindiaddormentatosi
strapunto, abbracciasse d'allora in poi
maledicendo
frugale,
(*")quella
maledizione
in
o
una
profondamente
Minio; e
,
che
,
i Sacerdoti la
vata
appro-
sero
scolpis-
colonna.
scelti o della classe de' sacerdoti,
9. I re erano
dei militari: questa pel valore , quella
di quella
per la
sapienza stirpi
sempre
Lo
,
scelto
ed
era
tra
ed onorate.
rispettabili
i militari diventava
fatto
subito
cerdote,
sa-
partecipedella filosofia,
d'iSIDF
12
scolando di enimmi
ù' OSIRIDE
e
le
dottrine. Infatti dalle
sue
niente diversifionno
ieroglifiche
i più de' pit4;9gorici
non
ntaninsegnamenti
; come;
giarein éarros^ui-non sedere sopra lo siajo non
ilfuoco
attizzare in casa
pianiarela palma,-non
cosi dette scritture
-
la
con
spada.Io sono!aach.e di partire che
da que'
Apollo unità.yDiana
sapienti
Minerva
settennario
,
che
il re
e
nei
sono
C^a) Ed
Tempj
e
colla
d'uno scettro;ed alcuni
Osiride Moltocchiuto,da
invecchia
de' carboni
con
C»4) In Tebe
giudicimonche;
bassi
I militari
beo
a
11.
intorno
,
per fare
del
mai
nello
sterco
statue
di
avea
gli
Presidente
intendere,che la giustizia
accolta
preghiere( s
,
materia
uno
).
scara^-
schio.
masempre
C^^)facendosene
l'appallottola
e
ma
di nutrimento
dunque udirai
alliDei,come
ed altre consimili
ricordare delle
in
denti
ar-
,
to
quan-
parto.
Allorché
raccontasi
turibulo
un
femmina,
non
tanto
non
in
improntatonell' anello
aveano
Genera
cuna
molto^ e da Iri
dedicate delle
quelladel
e
terra
insetto
,
(^)
sotto
prende regali^ne
C^ )
rappresentano
chio,
pitturad' un'oc-
il nome
interpetrano
Os
erano
.
non
alle pitture
,
cuore
occhi
sponda,
corri-
linguaegizianaC^^) (^Z).Il cielo, che non
mai essendo
lo esprimonoper
eterno
occhio in
un
»
,
invero
.
signoreOsiride
duale
primo cubo
Giove, alle sculture,ed
si per
,
Nettuno
marsi
il chia-
,
egiziane
ti
glierrori glismembramenC^^) ti debdi quelli
bi
passioni
,
,
già dette ;
cose
crederai
quelmodo*
le favole
né avvenuto
Ed invero
non
e
niente
di quanto
né fatto punto
apdicono sul serio
,
CAPIT^OLO
Mercurio
esigere
un
vS
I.
cane
5
bensì
ma
no
accomunaro-
Dei
Platone,al facondissimo degli
la proprietà
deiranimale di custodire,
e la
yegliai*e,
dice
C»?),
come
sua
la
nel distinguere,
con
filosofia,
Tamico
Talienazione,Tinimico^
con
familiarità,
e
neppure
Sole
uscisse
il
che
bambino
yi^^ramente
persuasi,
loto:
;
il nascere
dipinjgono
così
ma
Taccensione
simile dicasi del
del sole
dall'umido
nata
del
ficare
signi-
C*)
.
crudelissimo,e terribilissimo
Ocho^ il quale,
dopo d*aver
de'Persiani
il bue
anche
ammazzò
all'ultimo
di lui
per
sono
uccisi
Api, e
Il
re
molti,
fattolo
a
Gli
amici W
se lo mangiò in compagniadegli
pezzi,
Machera
nome
e tuttavia
Egiziani
posergli
(spada),
de' re ha questo nome
nel catalogo
col quale nott
intendono
propriamente lui; ma, per figura,la
crudeltà e malvagità
mento
sua
rassomiglianoallo stru.
,
In tal modo
di morte.
imparate le
elea udite ed
che
pia e
e
,
filosoficamente
custodiendo
persuasa
più accetta
vera
niente minore
a
sacre
non
tu
o
dottrine da coloro
e pratispieganole favole,
cando,
sempre
questiDei
a
intorno
di
pertanto avendo
le
sante
cerimonie
né far
potere offerire,
,
dell'avere
un'
scritte
precìosa
opinione
la superstizione
loro,fuggirai
3 male
deirempietà.
l4
d'
d' OSIRIDE
E
ISIDE
CAPITOLO
IL
JIRGOMENTO.
della favola éP Iside e
Esposizione
Favola
XJa
i.
dunqae,nel più ristretto possi-*
Lite,e toltoletutto l'inutile,
che Rea di
il Sole
non
né
partorire
è narrata
assieme
stesse
soppiatto
accortosene
d*Osiride.
in
mese
né in
,
Saturno: che
con
V
le mandasse
,
così: dicono
di
imprecazione
anno
(^^;
veruno
che
lei j
e
citore
vin-
poi innamoratosene Mercurio s'unisse con
che giuocandoai calcoli con la luna,rimasto
,
levasse da ciascun
parte;da essersi riuniti di
giorno la settuagesima
tutte
settuagesime
quelle
*
parti,
cinquegiorni(^),cui Mercurio aggiunseai
trecento
deiranno ; ed anche
sessanta
al dì d' oggi
e glifestegglichiamano aggiunti^
gliEgiziani
decloro Dei. Dicono che
giano per giorninatalizj
Osiride : che
nel primo nascesse
col tempo del
,
suo
una
nascimento
(^)si combinasse
venire al Mondo
annunziante
voce
dell'Universo: che
uscita del
Osiride è
una
certa
Pamila
Tempio
di Giove
,
che
udita
il padrone
di Tehe
(4)udisse
attingerdell'acqua
ad
annunziare
d'essere
,
dando
an-
altra voce,
ordinavate
di
gridandoforte: il Gran Re bene/attore
Pamila allevasseOsiride,
nato: che perciò
datole in braccio da
\
\
e che
Saturno;
fosse istituitain
CAPITOLO
l5
ÌU
dei
^pore di lei la festa de' Pamili^ simile a quella
Falloforkche
de chiamato
nel secondo
Oro vecchio
ed
Apollìnea
anche
Arveri-
giornonascesse
nel terzo, Tifone,che
alcuni^
da
nacque a tempo
fuora della solita parte, ma
della
non
maturo, né venne
d'un fianco ; nel quarto,Iside,
rottura
nata in Panichiamata Afrodite (^yenere)y
Nefti,
gra; nel quinto,
Nice
da alcuni detta anche
di Arveride fanno
Saturno,di
D'Osiride e
{Vittoria).
Mercurio
d'Iside;
padreilSole;
,
Tifone. Per questo i
re
nel
C^) riputandolo
non
aggiunti
nefasto,
,
né si
Dicono
dei
prendonocura
che
con
za,
udien-
danno
corpiloro
degli
terzo
fino a
notte.
Tifone si maritasse Nefti: che Iside
innamoratisitra loro si unissero al hujo
Osiride,
nell'uterodella madre primadi nascere
; alcuni pretendono
e
che di
,
questa unione
detto
dagliEgiziani
ride
fosse generato Arve-
Oro
vecchio
,
dai Greci
vasse
leApolline(^): che,diventato re d'Egitto
Osiride,
dalla vita povera e ferina
subito gliEgiziani
,
loro il modo
mostrando
i prodotti,
dando
averne
(7) li Dei
a venerare
:
di coltivare la terra
delle leggi
ed
,
che percorse
tutto
per
insegnando
il paese per
addomesticarlo ,
con*
adoperando
poco le armi, ma
piliandosiilpopoloper via d'istruzione mescolata
,
col canto
e
,
ognialtra sorta
con
di musicale
concen"-
lo stesso che
i Greci credettero essere
to; e perciò
Bacco C**): che Tifone, durante l'assenza di Osiride,
non
fece
ma
guardinga;
e
ganno
nuovità,perchéIside seppe
,
unitisi
a
lui
star
bene
tenta
at-
in*
un
macchinogli
settantadue compagni e con
al ritorno
,
della reginadi Etiopia,
Asone, che
l'ajjuto
I
venne
in
l6
D^ ISIDE
d'oSIKIDK
E
che Tifone
persona. Dicono
misi^ra dei corpo di Osiride
bella
proporzionata,
e
segretamentepresa 1^
,
e
preparata una
riccamente
cassa
adorna, la
ducesse*
intro-
nella sala del convito: che, rallegrandosene
Tifone promettesmaraviglie,
se
a
colui,che giacendo*
scherzando,di regalarla
vi disteso dentro,fossevi stato appuntino.Provativisi glialtri ad uno
standovi bene
ad uno
e non
le
tutti,e facendone
,
,
,
Osiride vi si distese. Allora accorsi i congiurati
entratovi
ed altriinchiodandola
gettaron sopra il coperchio,
altri colandovi
,
(^) la
andare in
dicono
del
su
piombo
portarono poi al fiume,
per la bocca
mare
sbocco
quello
essere
to
distrut-
lasciaronla
e
Tanaitìca,d'onde è che
in odio,ed in abominio
agliEgiziani.
Questo fatto lo danno per accaduto il
del mese
Athir^ nel qualeil Sole percorre
diciassette.
lo
in
"on
scorpione.Tanno
Egitto;sebbene
già che
regnasse
Perchè
2.
furono
ventesimo
credano
del regno
d'Osiride
alcuni che vivesse e
,
queglianni ^)
primi
ad
•
sgrazia
accorgersidi questa di-
i Pa\ii , ed i Satiri abitatori de'
di Chemmi
,
ne
la
divulgaron
(9);
nuova
torni
cone
gli
che per questo si chiamassero
Egiziani
pretendono,
detti anche a' dì nostri, i timori
son
panicijcome
ti
tumuled i commovimenti
improvviside^ popolari
C"?) Dicono
che Iside saputo il caso
si tagliasse
•
un
,
riccio
e
,
la stola del bruno
prendesse
la città fin'ad
ora
chiamata
Copto; ( nome
lì dove
che
è
condo
se-
alcuni vuol dire privazione,
privarein
"perchè
che andando per tutto
egizianodicesi KéTreiP C*®)):
con
vagabonda,ed affannata,
chiunqueimbattevasi
CA
SÌ fermasse
a
parlare;ed
della
interrogasse!!
a
vedere
i
trovatisi appunto
quali,
la bocca
d'allora in
mandata
l'aveano
7
incontrati de' fanciulli,
il fatto , le indicarono
di Tifone
amici
cassa,
1
li.
PITOLO
in
poi gliEgizianicredono
gli
per cui
mare
:
che
i fanciulli
avere
prendonoaugu*
principalmente
trastullano e
si
rio del vaticinio di loro,quando
parlanoa caso ne'Tempj.Iside venuta a scuoprire
d'amore
ebbe commercio
che Osiride,senza
saperlo
virtù divinatoria,
e
,
la sorella ,
con
nella
la conferma
vedutane
fosse
se
come
stata
per
di Nefti
egliavea
di Tifone
timore
stessa
,
e
ghirlandadi meliloto,
lasciato appresso
cui Nefti,subito
del figliuolo
,
che
ella
,
dopo
ricercò
il parto, avea
esposto C^')j
abbandonato
dai cani ,
difficilmente trovatolo,scortata
e
appena
col nome
di
lo allevò,e se lo fece guardiano suo
Anubi, detto poi guardiano degliDei
lo
,
i cani
come
degliuomini.
che rigettata
dal
3. Quindi seppe della cassa
sulla spiaggia
di Biblì aveala il flutto placidamente
sono
,
mare
,
approdataad
cespo di erice , il quale
presto alzatosi in grande, e bellissima pianta, la
cassa
un
abbracciò, ricuoprid'ogniintorno, e
nascose
mirata
amgrembo (**) Avvenne che il re
la grandezzadi quellapianta e tagliatone
d'ogniintorno il grembo, che circondava il non
dentro il
suo
.
,
,
sepolcro,
presene il tronco, e lo mise a reggere
da
il tetto. Ciò risaputosi Iside,
come
dicono,
veduto
pel divino spiritodella
Bibli,dove, sedutasi
e
e senza
piangente,
fama
appresso
dir verbo
la fanno
,
un
fonte
andare
meschina
,
ad alcuno
a
^
2
soltanto
l8
D^
abbracciasse
101 DE
baciasse
e
d' OSIRIDE
E
le
della regina
damigelle
,
intrecciando loro le chiome,
di
membra
suo
ambrosia
soave
inspirava;laonde
divenutane
spirando.
no
damigelle dico-
le sue
,
quellastraniera, che
e nel corpo di esse
capelli,
nei
appresso la regina e
fu fatta balia del bambinello.
familiare,
del
nome
chiamata
dicono
re
regina, Astarte;ma da alcuni
Saosine^e da altri Nemanuna^ come
Athenaide
gliin bocca
,
alla colonna
attenta,
^a
na
tronco
re:
che
cioè al corpo
,
e
volasse
fuoco
mettesse
in
,
torno
piangendo inla
regina, che
diventasse immortale:
Dea, domandò
desse-
del bambinello
del tetto, sinché
impediche
tetto
,
,
gridando al vedere bruciare
manifestatasi la
del
bino
il bam-
che
in rondine
mutatasi
non
dire in Atene
dito: che, di notte,
un
alle partimortali
stava
essersi chiamata
Iside per nutrire
del capezzolo
della mammella
invece
essa
;
(Minen^ia).
4* Continuano
ed
Marclandro
stato
essere
della
,
corpo
sentito desiderio di
aver
Il
dal
odore
quellemarayiglio"o
FeFcbè la reginain vedendo
tanto
e
sulle
il bambino
che allo*
graziala colon*
facilmente cavatala , fece
pezziquel
a
di erice,e
un
con
poicopertolo
gendovi
panno, e sparlo consegnò in mano
al
sopra delPunguento,
abitanti di Bibli lo venerano,
positato
detuttavia gli
nel Tempio d^Iside» Aggiungono che poi si
,
gettassesopra la cassa, urlando
tanto
forte da
esserne
di paura il minore
del ré: che.del
de^ figliuoli
maggiore,il qualeavea seco, e della cassa caricato un
morto
battello,sene
Fedro
andasse
sul lare delF
via per acqua ;
aurora
avendo
ma
messa
il fiume
un^aria
»'l8IDB
20
C
OSTRIDK
D
Cadavere, levatolo faori,e laceratolo in quattordici
: che
Iside, saputo-questo ,
brani, lo disperdesse
andasse
que^pezzigirandoin barca di
le paludi e da ciò esser derivato che i
ricercare
a
papiroper
,
cocodrilli,sia per timore, sia per rispettodella
Dea, non offendano i navigantiin barche papiracee
;
e
che
si mostrino
T
per
Osiride; avendone
Egitto molti sepolcridi
Iside
eretto
in cui s^imbattè ; altri non
fattene
città ,
immagini
tante
come
ricevesse
,
stato
se
in
onore
ad
uno
ogni pezzo
dicono lo stesso,
le donasse
fosse il corpo
più luoghi, si
a
ma
che
ciascheduna
vero
si
,
perchè,se
perchè
mai
se
aves-
Tifone
volendo ritrovare il vero
prevalso
corpo
di poterloscuoprire,
d* Osiride, disperasse
mandosi
affer,
mostrandosi
e
L^ unico
pezzo
in più luoghi.
seppellito
da Iside fu ^1 mem*-
trovato
non
giarono
perchè appena caduto nel fiume ne manil lepi
dotto il fragro Tossirinco ^*^) 5 perciò
riti.
molto più deglialtri pescidagliegizianiabor-
bro virile ,
,
,
Onde
Iside formato
quello,il dedicò;ed
gliEgiziani
per
6. Dicono
sacre
che
in
care
per
fallo
a
similitudine di
a^di nostri
Tadoprano
funzioni.
Osiride
seguito comparso
,
Oro, lo
nell'arte di guerra
avesse
anche
le
dalF inferno ad
un
(^7)
,
e
affaticasse ed
che
esercitasse
interrogatolo
qualcosa
il pendii
glirispondesse:
più gloriosa?
padre
e
madre
che
oltraggiati:
di
nuovo
credesse più utile
: quale animale
interrogandolo
; ilcavallo ; Osiride
per chi va ad oste ? e risposto
il
restasse
maravigliato e ricercasse perchè non
,
leone
,
ma
il cavallo ? (^) ed Oro
aver
: il
soggiunto
CAPITOLO
leone
ai
II.
bisognod'ajato,
il cavallo inseguire
i fuggitivi
glia
e finire la batta(^^) Udite Osiride
queste risposte si accorse
ma
veramente
utile a chi ha
esser
•
,
che Oro
era
molto bene istruito.
Si dice che
tra
fossevi anche
quelli
che
inseguitada
di che
memoria
anche
a^dl nostri
il contrasto
di
Tamica
serpente^ Oro il recise
certo
un
gettandoin
,
la
partitodi Oro
Tifone,Tueride
al
passandomolti
mezzo
tagliano(/)
delle armi
,
una
fu
sofferta da
tranquillamente
non
le mani
addosso
diadema
elmo
alla madre
reale. Dicono
di cranio bovino
che
:
che
,
le
Oro
ni
gior-
Tifone,
non
vìa libero: cosa
,
il
stese
quale,
strappò di
Mercurio
Oro,
; in
che vincitore
affermano
Oro, e che Iside,avuto in catene
mandasselo
ma
scioltolo,
l'uccidesse,
:
funicella
molti
Durato
•
,
accusato
il
capo
le rimise
un
da Tifone
di
spuria fu dalli Dei per la protezione
Mercurio
Tifone in altre
: che
giudicato
legittimo
rimase totalmente sconfitto ; ed in fine
due battaglie
che Iside dopo la morte
d' Osiride giaciutasi
con
di nascita
,
,
,
lui (^9),
ne
e
debole
non
partorìArpocrate,
nelle membra
maturo
inferiori.
di tempo
,
d'i8IDE
22
p^OaiBIDE
e
III.
CAPITOLO
4RGOMENTO.
Che
debba
cosa
credersi di
Osiride
ed
Dei.
siano
Dottrina
se Iside
questa/at^ola;
origineuomini
stati hi
dei
o
Genj ea
son
^^uesti
capidella
quasitatti i principali
1.
favola
,
tralasciate le
narrate,
di Oro
come
a essere
più disgustevoli
cose
(0
dismembrato
Che poi colui
decapitata.
,
il qualetutti
e
d^ Iside
questirac^
intorno alla beata ed incorruttibile
spacciati
natura
(nel cbe principalmenteconsiste l'essenza
di Dio) credesse,ed affermasse accaduti davvero,
debbasi disprezzare
la bocca, come
e
maledirglisi
Eschilo dice, non
Clea^
o
occorre
suggerirtelo,
perchédate medesima assai ti sdegnicontro coloro
che hanno
intorno
tanto barbare ed empie opinioni
agliDei Per altro tu non ignorineppure che questi
conti
,
•
racconti
a
non
delle favole
,
e
ed i novellatori ,
vane
a
del capo,
fondamento
veruno
affatto da
paragonarsi
imaginazioniqualii Poeti
niente
sono
,
simile della tela de'
tessono,
di verità
: ma
e
vandosele
ragnoli le,
distendono
sai bene
che
senza
con*
(^) di casi certi
e spiegazioni
allegorie
accaduti ; ed in quella
maniera
che gliastronomi
tengono
ed
C"*)
CAPITOLO
insegnano non
esser
immagine del Sole
del
vero
altre cose
che
altro Tiride
hanno
,
bene
come
sotterra
con
,
bani (3) Non
•
il corpo
,
e
gallerìe
fastigj
con
nascosti
ora
tenebrosi
e
,
ai sotterranei tesacrar) somiglianti
le tombe d^Osial proposito
son
meno
di cui dicesi in tanti
Molti affermano
Memfi
lo
pra
sointelligenza
indicano qae*sacrifizj
elevati
tempj ora
allo scoperto , ed ariose ;
,
è V immagine
nostro
caso
in
tettare
archiaspetto lugubre,e tristo,quelle
dei
ride
una
fa riflettereV
che
,
celeste,che
pel riflèssodella luce
variata
(^): cosi la favola nel
nube
una
aS
III.
luoghi sepolto.
C4) al
Abido è rinomata
che
paridi
sola del vero
posseditrìce
corpo d^Osii più ricchi e possentiambiscono
Egiziani
come
ride 3 ed
d' esser
tumulati
Osiride la
in Abido
sepoltura In
•
imaginedell'anima
li assieme
avere
per
Memfi
poi é
d'Osiride; dove si
con
Api
pretendeda
nutrito
altrigiacereanche il corpo. Il nome
terpretato
della città è inda alcuni Porto de* Buoni]da altri,
come
se
volesse dire sepolcrod'Osiride.
NelF isoletta
appresso FUe^ d' ordinario inaccessibile a tutti , da
calarvi mai neppure
non
uccelli, né accostarvisi
pesci
,
in
sacerdoti
dato
tempo deir
vi fanno
le cerimonie
un
,
il sepolcro
sotto Tombra
de
,
che la
Eudosso
,
non
nome
che
funebri
d'una
ne
piantadi
nano
coro-
meti-
tra
i molti
sorpassa.
d'Osiride vantati in
sepolcri
il vero
corpo
questa fosse la patriasua.
occorre
e
i
grandezzadi qualunqueulivo
che
Egitto,pretende
e
sbarcandovi
anno
parlare;
abbastanza
stia in
Di
Busiride,
Tafosiride
indicandolo
d* Osiride).Tralascio
(^sepolcro
anche
il
(^^il
t"'ISIDE
24
D'OSIRIDE
E
le
deldel lino il versare
legno la scheggia
funebri libazioni,
a cagionedei molti sensi aroani
che vi son
mescolati. Né solamente di questi ma
di
tronco
9
,
,
di
quantialtriDei
que'sacerdoti
che nacquero
,
i
esser
mortali
corpi dopo la
dicono
,
rimasti
morte
di
Tanime
essi la cura;
loro, ed averne
mata
in cielo;quella
d'Iside essere chiapoi risplendere
dai Greci il Cane^ dagli
SothisyquelEgiziani
la
-appresso
Oro, Orlon
di
di Tifone Arktos
e
,
(^) de' venerati
sepoltura
per le spese. delU
gliEgiziani
pagano
tutti
,
anirnsili
tranne
stabilita,
tassa
una
della Tebaide
gliabitanti
( TOrsa) : che
credono
perchè non
runo
ve-
degliDei esser mortale ed il così detto loro
tale
Kniphtengono per non mai nato, e per immor,
Dio
W
.
Raccontandosi
2.
cose,
coloro
che
dei fatti
sovrani
furono
ì
,
e
qualiper
molte di tali
mostrandosi
stimano
casi
e
,
dati
queste ricor-
èssere per
e
grandidi regie
maravigliosi
virtù
eminente
o
potenza
per
della dignità
d'essere creduti Dei
fregiati
,
e
quindiil rovescio della fortuna: ricorroal comodo
delle parole
scappatolo
; e quanto vi
di spiacevole
dalla
trasportano accortamente
provarono
no
ha
divinità all'umanità,
vecphie storie
;
come
raccontano,
braccia
corte
anche
ajutati
dagliesempj di
curio
gliEgiziani i qualidi Mer,
che, in
y di
quanto
Tifone
,
che
al corpo
,
il
avesse
fòsse di
carnato
che Oro l'avessebianco
biondo,o rossiccio;
nero;
e
tutto
mini.
questo in quanto all'essere d'uo-
All' opposto
:
intitolano Osiride
Canopo nocchiero^e
,
de,
y Osiri-
dicono
avere
lo
capitano
stesso
'^
nome
CAPITOLO
25
ni.
Sì lui la costellazione
chiamato
Argo dai Greci,immagine
ride,per
onore
ad
sacro
dal
e
di
il
il
Cane,
Oro, T altro ad Iside
naviglio
qnellod'Osi»
in astro, muovesi
mutato
dair Orione
che
cielo,e
in
so
tano
lon-
non
primo dì questi
ddgliEgizianiè
oreduto.
3. Ma
di
pretendere
dice
più remota,
sia
non
V immobile
smuovere
come
guerra,
che questo
Io temo
Simonide,
anche
ma
a
di
questiDei;ed
di cielo in
un
«ciogliereogni
molte
sì grandi,e
dì
idea
solo
non
culto
intimar
un
chità
air anti-
nazioni
e
,
nerazioni
ge-
verso
religione
far altro che
non
nomi
terra
ed
,
d^'uomini vincolati dalla
piuttostoun
precipitare
di fede
e
di-
e
rovesciare
infusa
in tutti poco meno
che dal primo del nascere
; alla
turba degliincreduli spalancando(7) le porte, e le
cose
divine mutando
in
umane
alle
imposture di
avendo scritto eglistesso
ed
fin
di
stati in antico, ed
barbaro,né
solo Evemero
esistiti, né
Ed
credibile,
in-
,
vederle né
e
di certa
trattato
uu
bertà
li-
ampia
Messenio, che
Evemero
Panchea^lettere,che
Fanchei
dando
empietà,trasformando tutti del
allora creduti Dei in nomi di capitanidi
di re
piloti,
in
e
do
immaginariateologia,
sparse nel Mon-
ogni genere
parii
;
,
come
non
greco
pare
esistenti in
,
a
lettere d'oro scritti
s^é imbattuto
veruno
;
ma
a
videle il
navigando fino
parte alcuna
mai
ai
non
della terra,
TrifiUi.
grandissimesi decantano,
di Setra gliAssirii,
di Semiramide ; grandissime
sostri in Egitto.
I Frigjle illustrie memorande
invero:
azioni
/
:ìC
d'i8ID£
geste chiamano
Manin
sino a'di nostri,da
maniche
antichissimo
d' OSIRIDE
S
prode
loro^uomo
re
te, da altrichiamato anche
,
e
un
tal
poten^
Ciro i Persiani,
Masdin.
Alessandro i Macedoni
condussero trionfanti,
poco
che ai confini della terra, ma nulla ebbero di
meno
piùdel
nome
della fama
e
alcuni dal fasto fattialteri,
di
fondazioni di
loro ,
più
r
valorosi. Che
,
accettarono
e
,
per
i nomi
durò
di Dei-
poco in fiore la
taccia di vaniti , e di arroganza ,
e
tempj
,
di
accusa
se
Platone,e
ignoranza
dice
come
giovanileaudacia insieme
per
infiammati nelP animo
re
e
ria
glocon
nendo
sosteempietà,e d'ingiustizia,
y
Si^anironpresto carne
ed
ora
a
simile di servi
Jumo in aria;
rivendicabili dal
fuggitivi,
dai tempj, e daglialtari non
padrone,strappati
iscrizioni e le
le pompose
(^) Per questa ragione il vecchio Antigono
,
altro che
conservano
tombe
.
allorché da
padredel Poliorcete,
un
certo
Ermo-
poesiaintitolato^^ Zio del Sole e Dio,
di questa cosa
soggiunse: non è in/ormatomeco
dotofu
in
»
neppure
il mio
sguattero
».
Anche
lo scultore
Lisippofece rimproveroal pittoreApelle,che
il ritratto d^Alessandro
avessegli
posto in
dipinto
,
dato Tasta,
aveagli
di cui ninna età gliavrebbe mai tolta la gloria,
di Alessandro.
e propria
vera
per esser V arme
4« Con più savio consiglio
adunque operano
intorno
ad Osiride^
i
racconti
a Tifone,
quelliche
mano
ilfulmine;
eglial contrario
,
28
E di
D^ISIDK
D'OSIRIDE
E
che
d'Achille^
nuovo
si scaglia
addosso al
ne-
k"ico:
a
simll la quarta volta
Demone
venne.
E Giove
Giunone:
rimproverando
Demonia:
e
qualea
Pridmo
te
enfigli
\
gran male , onde a tal segno infurii
Senza mai darti posa in sovvertire
Le /ortimura
della Rocca d' Ilio (^) ?
Fero
Parla
aventi
dunque dei
dotati. Perlochè
destre ed
a' demoni
impari
,
né
celesti,
e
nature
,
Genj;
di
e
Genj utili e
cattivo
cose
augurio,
ad altro di
che
pensa
che di tali cose
difficili
,
si diano
celestile
assegna le opposte*
titure
festivi, che haiuio bat-
grandi invero
ed arrivate ad ottenerle
non
ri
esse-
e
crede convenevoli all'onore né dei
de' buoni
r aria certe
tetre
e
voci
digiuni,
pianti,
non
turpiloquio
di
Genj come
Platone alliDei
Zenocrate i giorninefasti
y
o
tà
mista, ed inuguale,e di volon-
natura
una
demoni
e
siano
per
potenti
,
ma
prendanodiletto,
rimangano soddisfatte ,
e
peggio.Esiodo
i
chiama
buoni:
Casti delVuom
:a
Dìspensatori
Tal regioonore.
E Platone dice che
custodi
lor
i
e
di ricchezze
toccato
Genj
di
essendo
questaspeciesono
CAPITOLO
III,
29
ministri tra gliDei e gliuomini;che le
e
interpetri
preghiereed i voti di questifanno arrivare agliDei,
le grazie divine de' beni
e diglassù glioracoli
e
riportanoagliuomini C/) Eraclito afferma i Genj
e delitti che
pos*
pagare anche le pene dei peccati,
,
.
sono
Vira
Il
mare
E
la
onde
commessi:
aver
del Cielo in
in
della
seno
del Sole
terra
quelliprecipita:
mar
infaticabile
il Sole
Agli ardori glimanda:
Ne* vortici del cielo:
Cosi
^gli
passa
fintanto che
,
e
e
di
raccontate
commesse
gliodiano
;
non
punitie purificati
l'ordine che
5. Di queste ed altre
le
immergeli
l'uno all'altro
or
tutti insieme
in tal modo
prendono il posto
gettali;
terra
Tifone
,
è naturale.
loro
simili sono
cose
il
a
germane
che
qualedopo
tante, ed atrocissime
azioni
rì«
ebbe
spintodal^
la
malvagità,
dopo avere sconvolto ogni cosa, riem*
pintidi mali e terra e mare, all'ultimo ne pagò la
de,
e
moglie insieme di Osiripena, perché la sorella,
dopo avere
di
smorzate
Tifone, non
e
lasciò,che
spente le furie
tanti contrasti
battimenti da lei sostenuti,ed i suoi
e
le molte
opere
dimenticate
mescolando
e
di
e
sapienza,
ma
taciute;
e
con
,
e
com*»
lunghierrori
,
di fortezza fossero
cerimonie
santissime
immagini, segni, imitazioni
allora sofferte traversie
le rabbie
consacrò
un
delle in
documento
,
pietàinsieme e di conforto agliuomini ed alle
^9)
calamità fossero afflitte
che da somiglianti
rionne,
di
,
Sii
t"'ISIDE
Iside
'poied
D*
1
Osiride dal
per le virtù di loro ia Dei
d^Ercole e di Bacco
venne
culto misto
un
e
sotterra.
Sarapìdealtro
,
,
ricevono
mente
conveniente-
quellodegliDei
in tutto,
dissero
de'Genj,
ma
mente
principalche
sapienti,
e
Archemaco
pontico,il qualecrfde
in Canopo sia
Sarapide
6. Tolomeo
Fiutone,che
buoni
Insegnano infatti i
none
che Plutone,Isidenon
come
Froserpina,
ed Eraclide
di
di
Oenj
dopo ar-
grado di
mietaticome
davvero
potentissimi
sono
che
OSIRIDE
Sotere
euboico,
l'Oracolo
che
Plutoiie.
(**^)levò
il colosso
via
Sinope,senza
in
stava
di
altro
averlo
di
prima né
Gli parve
per fama, né per vista mai conosciuto.
di vederlo in sogno, che ordinasseglidi
trasportarlo
sollecitamente
e
nome
re.
e
dove
agliamici , e fu
Sosibio,che
Sinopeun
colosso tal
i quali
,
,
sapendo egli,
fosse collocato
trovato
un
assicurò
qualeera
gran
,
il
narrò
viaggiatore
d'aver veduto
in
sognato dal
spedilà Sotele
stato
allora sollecitamente
Tolomeo
Dionisio
Non
Alessandria.
stando in dubbio
sogno
di
in
dopo lungo tempo, ed
a
stento
della Provvidenza
grande(né di certo senza la mano
via con
inganno lo condussero
divina)
portatolo
al re. Arrivato che fu : vedutolo Tinterpetre
Timo*
,
tèo (S)
e
e
Manetone
dal
Sebennita
dragoessere
,
dedussero
il simulacro
dal
di Fiutone
bero
cer5
e
fosse
che veramente
non
persuasero a Tolomeo
r immagine d' altro Dio , che di Sarapide
5 né con
questo
nome
at"rivato in
venne
mica
da
Sinope,ma
lo prese
Alessandria,perchè Fiutone dagliEgiziani
è chiamato
Anche
Sarapide*
a
detto d'Eraclide
CAPITOLO
fisico Adis
Platone
ossia
alla medesima
strada
similmente
danno
3
III.
Bacco
e
fanno
stesso
che
quelli
opinione, come
nelle
1
ed in frenesia ; cke
furie
il
pretendereAdis (tenebrore)esser chiamato il
perché stando Y anima in quellorinchiusa
corpo
,
della ragione,qualeubriaca»
nell'uso
impedita
resta
è un^
stiracchiata
allegoria
troppo
meglio è ridurre
ciò
ad Osiride
sottile^^^),Per
e
Bacco
poi di
e
,
Sarapide cioè Plutone nome
toglidopo la morte
quando mutò natura
è comunemente
di Sarapide
questo col nome
da tutti, come
lo è per quellodi
Osiride farne
venu'*
,
,
dagliiniziati
7. Né
che
ne^ sacri
dehhesi
fanno
d' Ercole
,
rita
meno
d'essere
che
Bacco
il
in
Egitto
,
Taltro ; che
i^erso,
nome
primo
sciuto
cono-
Osiride
alle scritture
orecchio
Osiride da
Tifone
e
pev
mister].
dare
nascere
e
;
,
frigie
Sarapo(*^^ figliuola
da Isiaco d' Ercole
3
Filarco
disprezzato
e
,
me***
npn
scrivendo
dell'India due
condusse
bovi
ebbe nome
Api,ed Osiride
quali
Ordinatore
dell'Uni'significa
Sarapide
che
secondo alcu-^
derivato da cU'ifBiV
uno
de'
,
ni, vuol dire
ornare
y
ordinare*
assurdità di Filarco. Per
altro
Queste
tutte
son
di gran
son
lunga
maggiori quelledi coloro,che insegnano Sarapide
Dio; ma
(cófQ¥
) del bue Api
essere
non
cosi
un
,
e
aver
certe
Memjfi dette le porte di Lete
,
nome
aprirsiquando è portato Api
ed aspro f sendo
fanno strepito
grave
del bronzo
faccia
perderela
l'ode Ci3; J}\^tollerabili sono
,
sepolcro
porte di bronzo a
e di Oocito^
perchè
neir
rx^
il
alla
che
memoria
sepoltura
ogni suoa
altriche
quegli
chi
pre»*
b'tSIDE
32
tendono
e
detto
esser
eccitare
ffov(r^at
8. I
e
che
veri)!
Sarapidedai
céve"rjci
ed accelerare il movimento
piò de' Sacerdoti pretendonoche
Sarapissia composta
Osiris
D^OSIKIOK
£
l'Universo.
del-
la parola
delle due voci
per V unione
Apis ( Osarapis); spiegandoed insegnandoci
bisogna credere Api una vivente immagine
d'()siride. In
dell'anima
quanto
a
se
me,
pure
é
d^ avviso non
sono
Sarapis parolaegiziana,
care
signifialtro che gaudio ed allegrezza
mo
; e lo conferle feste
dall'esserchiamate Sdirei dagliegiziani
che i Greci dicono Charmosyne (dell'allegrezza).
Ed
invero
Platone
anche
afferma
Adis
che
o
tone,
Plu-
è Dio cordella giocondità
(*4),
tese
figliuolo
coloro che andarono appresso
e benignoverso
lui. Altre molte
ed etimologie
di
spiegazioni
come
di
nomi
di sotterra
datore.
Ma
Amenthin
,
a
venuti
della
discorrere
che
questione
di
uno
luogo
dopo la
que'tanti
dalla Grecia in
e
,
che il
riceifitore e
significhi
anticamente
portati
Egitto,l'esamineremo poi (^) ; per
nomi
,
le anime
questo sia
anche
se
come
andar
credono
dove
,
chiamato
morte
gliEgiziani:
tra
corrono
ora
continuiamo
abbiamo
fra
mano.
9. Dunque Osiride ed Iside dallo stato di Genj
buoni si mutarono
in Dei , e la potenza di Tifone
oscurata
ed
e
ed
infranta
allevolte
inquieta
alle volte
placano,
in
pelorosso
come
bensì, ma
hanno
,
e
per
palpitante,
sacrificj
appiacevoliscono
con
tornano
ad umiliarlo ed
a
penderlo
vili-
feste
gliuoinìni df
vituperando
da un'altura unasinp,
precipitando
certe
(^)
sempre
,
usanza
i
Copti
,
a
motivo
che di
CAPITOLO
colore
rosso
Tifone,
era
33
ni.
ed
pelleasinina.
adoperanole
avea
Qae^di Busiride e di Licopolinon
trombe
no.
dell'asiimitano il raglio
perchè nel suono
In sostanza
hanno l'asino per animale
gliEgiziani
immondo
e
demoniaco, o di cattivo augurioper la
Tifone.
con
rassomiglianza
,
quando nei mesi Paynì e Faoofìpreparano
cofacce pe'sacrifizj
yi rappresentano sopra
Anche
le
per distintivo un asino
i devoti di
consigliano
e
di
dar
non
portare dell'oro addosso,
non
mangiare agliasini
di
mostrano
Tifone
riguardare
niaca
potenza demo-
per
nacque
è propriadi Plutone
di Bacco
,
Rea, di Venere
di Giunone ; La
Pitagorici
quantesima
figuraparicinTifone;che la triangolare
sesta
di
Li stessi
.
neUa
quando insegnano che
,
nel sacrifizioal Sole
legato
^e
,
,
di Marte
di Cerere
,
Vesta,
di
,
di Giove
dodici-angolare
di Tifone
quantesìma-sesta-angolare
; la quadrangolare
3
e
la cin-
insegna
come
Eudosso.
Gli
IO.
dì colore
nella credenza
Egiziani
rosso
non
che Tifone
glisacrificano
fosse
buoi d'altro
lore
co-
nel fame l'esame che
scrupolosi
il bue avere
sol pelo nero
bianco
un
se trovino
o
lo credono
buono pel sacrifizio
avendo per
non
doversi sacrificare quello
massima
che potrebbe
non
;
e
tanto
sono
,
,
,
piacereagliDei
anime
corpi per
tenenti
per lo contrario , corpi cond'uomini
empj e malvagi, in altri
,
ma
,
gastigo passate. Ond'
è
che
dopo
fatte
al capo della vittima ed averlo reciso ,
di
gettavanlo anticamente nel fiume : ora poi usano
esecrazioni
darlo
aglistranieri.
Il bue
destinato
3
pel sacrifizio
d'
34
(come
E
d'
dsUe vittime
boUatori
è dai
ISIDE
OSIRIDE
segnato
con
dice Castore (^) ),in cui è inciso
ginocchioni,
legatedietro
mani
con
le
sigillo
un
un
in
uomo
spalle ed
,
pugnalealla gola.Credono che air àsino, come
dicemmo
glianza
ne
quel frutto della sua rassomi\enga
un
,
con
Tifone
,
di lui
petulanza
,
che
meno
non
per
pelcolore
1^ignoranza e
della sua
Per
pelle.
avendo grandissimaaverquesta ragionegliEgiziani
al
sìone
re
di Persia Ocho
,
disino ;
nome
misergli
sposto loro
uccise
sette
sia
limo
cose
giornisopra
maniera
e
99
un
,
•
Que^che dicopo
,
e
dopo di essersi
in que«
Jeroso^
generato i figliuoli
tirano manifestameiite alla favoli^le
salvato
Judeo
asino
W
la battaglia
fuggendoper
abbandonato
aver
ma
scrive Dinone
Api,come
di Tifone
dopo aver egliri-^
mangerà il vostro bue
asino
guest*
»
scelerato ed impuro
come
giudaiche.
aver
D^
56
te
destra
il mezzodì
,
la sinistra
Nilo da sinistra,ossia da
settentrione
a
dicesi
il
,
e
destra,cioè
a
giustamente
:
mare
partisinistre
nelle
nascere
scorrendo
ora
:
mezzodì,
perdendosiin
,
Fori en*-
il settentrione la
Mondo,
la faccia del
essere
OSIRIDE
stimano
gliEgiziani
che
Bisognasapere
stre.
D^
E
ISIDE
nelle
morire
e
il mare
,
per questo i sacerdoti detestano
didi Tifone il sale;anzi havvi vieto
chiamano
spuma
destre 5
e
e
di
chiamano
o
,
quello
5 massimamente
il pesce
rono
,
dell*odio. Ed
Minerva
da
vivere
col pesce rappresentano il simbolo
del tempio di
in vero
: nel vestibolo
e
bambino,
un
scolpiti
chio
vec-
un
pesce , ed in ultimo luogo
indicavano
che simbolicamente
cavallo fluviatile,
sparviereun
uno
,
un
perchè
,
questa ragioneabhor-
per
Sais,erano
in
onde
ricavano
e
tano
salu-
né mai
,
i nocchieri
nome
per
del mare,
amici
sono
mai sale in tavola
mettere
non
,
il nascere,
cioè
il
C^)
mprire, e Dio odiare l'impudenza
^
rappresentavasi il nascere
nel bambino
,
vecchio il
morire,
nello
Dio,
sparviere
nel
,
nel pesce
abbiamo giàdetto),
(a cagionedel mare, come
cavallo fluviatile l'impudenza perché ucciso
Yodio
nel
,
dicono
il padre,
Fare
che per forza uniscasi
con
la madre.
lacrima
che anche
mare
queldetto Pitagorico
indichi qualchecosa
di non
di Saturno
non
,
connaturale
Ma
a
noi
,
trovarsi nel
ciò basti intorno
a
queste
comune.
mister] e di racconto
I più sapienti
tra' sacerdoti
2.
mare
cose
puro
,
e
di
•
estranee
ai
,
chiamano
Osiride il
,
danno
,.nome
Nilo,
d' Osiride
^
e
non
Tifone
solamente
il mare,
ma
qualunqueprincipioè
CAPITOLO
potenza nmettante, credendo
ed
siccità
dì
sostanza
avere
57
IT.
di generazione,
essere
causa
seme.
Tifone al
trario
con-
nominano
di
di
di
e
e potenza
qualunqueprincìpio
calore con
tutto
quelloche ha forza
affatto e di combattere
rumìdità ; per questo
il colorito del corpo, rosso, non
attribuendogli
seccare
s'incontrano
volentieri,né
posto dicono
ogni umidità mescolandosi
,
dì color
stato
essere
la terra,
con
perchè
nero,
le vesti,anneriscele;
e nella
con
in
quelcolore. Osiride all'op»
di
uomini
compagniacon
voglionotrovarsi
le
con
vole
nu-
gioventùfa
neri i
del corpo; nascendo per
e glialtri peli
capelli
siccità la canizie
ed il pallore
nei corpi sfioriti.
,
Così la Primavera è fiorita,
feconda ed
tunno
per
VAor
amena:
d'umidità,è inimico delle pian*
morboso.
Per la stessa ragione
mancanza
te, ed
aglianimali
(perchè nero fu Osiride)anche
il bue
in
nutrito
chiamato
ad Osiride, e
Mnevin^ sacro
Eliopoli,
secondo alcuni,padredi Api,è di color nero
ed
ha ì secondi onori dopo il bue Api.Inoltre l'Egitto,
,
il nero
paese di terra nerissima , è da essi , come
dell'occhio nominato
al
chemia, e lo rassomigliano
cuore;
nelle
il
cuore
infattiè
caldo
l'Egitto
partidel Mondo
ed
umido,
,
australi
o
sinistre
e
rimane
sta
come
alla sinistra dell'uomo.
3. Anche
del Sole
fanno il loro perpetuo
la
volendo significare
essi per Tumidità.
in Egitto,
credono
e
della Luna
di
cipioe generazione
non
giro in cocchio,ma in barca;
generazione e nutrizione di
D'Omeso
che
dicono che
,
ammetta
tutte
istruito
come
Talete
l'umidità per
le cose,
e
prin*
nell'Oceano
58
D^ISIDK
Osiride
riconoscono
,
e
(^) Di
tutto
•
latta
qualeal-
la
Iside
in Teti
,
nutrisce
D'OSIRIDE
E
,
più:
ci
i Gre-
chiamano
(3) del seme^ cvvvaixy coito,
emissione
a(pvffUvV
ùtocdairacqua
il figliuolo
e dal piovereùCMi»
tiì^xf^
Bacco è
signoredeirumida
detto,lim come
ride, spesso
Ma
pronunziaredai sacerdoti
chiamando
eglicosì questo Dio
dalla pioggiae dall'umido (^^.
udito
,
Osiride
che
sia lo stesso
,
(4)che anche
né diversoNla Osiride. Infatti sembra
Ellanico abbm
natura
Bacco
che
Usi-
babilmente,
prochi
,
sei
o Clea, la quale
più di te può saperlo,
(^)delle Tiadi a Delfo,e dai genitori
nei
capitanessa
zione
mister]d'Osiride fosti iniziata?Peraltro se ad istrusciando
lale prove
deglialtri fa d^ uopo arrecarne
altri mai
,
stare
al
alia cexùmonia
nel dar
suo
po^tole
cose
in quanto
arcane,
che i sacerdoti fanno
pubblico
in
il cadavere
ad Api portandone
sepoltura
in
differisce per nulla dal cerimoniale
barca,non
rito di Bacco.
delle pelli
Infatti,
appendonoattorno
caprine,
portano tirsi
gliinvasati dal furore
,
bociano
,
del
si scuotono
come
dell'Orgie di Bacco. Perciò
molti de'Greci rappresentano tauriformi i simulacri
di Bacco;e le donne di Elìde nelle preghiere
lo
invitano
a
venire
gliArgiviuno
Lo
chiamano
nel
a
de'cognomìdi Bacco
fuori
profondoun
loro co' piedi
bovini (0
è
Appresso
bovignena.
.
con
trombe, e
dell'acqua
capro al così detto
gettano
Pilaoco W
cu^
stode
delle porte dell' Ismo ^7) , e ricuopronole
secondo che scrisse Socrate Argivo
trombe co' tirsi,
ne'suoi libriàe'Consacrati.
e
Anche le feste titanichey
niclelie (^)corrispondono
ài racconti dell! smem-
€ A P 1 1* O L O
Lrament)^delle
risarrezioni
39
lY.
d'Osi*
rigenerazioni
e
,
ride.
d'Osiride
4* In quanto alle sepolture
dì Bacco,
e
abbiam
detto,molti
gliEgiziani
mostrano, come
del primo; e del secondo* credono i Del^
sepolcri
fiesi d'averne
in virtù
presso di loro i resti mortali,
d'un oracolo ; gliIniziati offrongli
sacrifizio C/)
un
nel
arcano
tempio d'Apollo quandole
,
glianoLicnite (sK A
Bacco
Dio
solamente
non
che
provare
Tiadi
sve*
grecicredono
i
del vino
ma
,
di tutta
l'umida natura, basti l'autorità
di Pindaro cbe
cantò,
Apportntordi gran letìziaaccresce
Degli alberi la seha (^)
Bacco lucido raggiod'Autunno.
Per
questo ai divoti di Osiride
alberi domestici,
e
estirpare
delie fontane
Gli
l'umida
•
; ed
d'Osiride
emanazione
del Nilo, ma
l'acqua
natura
sopprimerel'acqua
(^)
chiamano
Egiziani
solamente
di
è fatto divieto di
non
generalmentetutta
delle proces*
al cominciamento
di questo Dio precedesempre
il vaso dell'acqua (0 Col simbolo d' una
fogliadi
fico rappresentano il Re e la parte meridionale del
sioni,fatte in
onore
•
spieganochela fogliadi
e là /etazionedi tutte
irrigazione^
Mondo;
e
fico
le
cose
significala
W
(9).
5. I celebranti la festa dei Paraili , nella
come
dicemmo
,
son
quale
i falli
portatia processione
,
in
simulacro
e conducono
giro un
espongono
ha il membro
virile triplicato
; lo che
che
Dio
significa
d'iSIDE
4o
essere
siamo
come
t"^OSIRIDE
e
e che ogni principio
principio
neratrice
per virtù geche
Indi
sé.
è
ciò
di
che
esce
moltiplica
solitiindicare il moltiplice
tre
pelnumero
volte beato e : tre volte tanti lacci (Oj
: o tre
,
,
y
paresse j affé di Giove
non
seppure
,
che il numero
gliantichi adoperassero
triplo
propriamentee
per
,
Infatti la natura
sé stesso.
umida
essendo comincia-
e
generazionedi tutte le cose
principio
che
produssei primi tre corpiterra aria, fuoco. Anla ragionedella favola che dice : Tifone aver
mento
,
,
,
di Osiride nel
gettato il membro
averlo ritrovato
,
ma
,
fattane
istituito d' onorarla
avere
una
a processione
:
portarla
il potere prolifico
e seminale
ad
mira
fiume, Iside non
imagine simile ,
che
insegnare
ebbe per prima
di Dio
e
l'umidità
materia
di questa, si insinuò
capacidi generare» Anche
natura
guerra
movesse
a
Giove
5 che
fratello del Sole
Giove
di Bacco
Osiride col nome
figliuolo
ajutoad assoggettare il nemico. É
che
la favola di
altro racconto
un
: che Apopi
gliEgiziani
tra
Corre
che
e
negliesseri per
mezzo
per
,
questo racconto
adottasse per
dato
per avergli
facile il mostrare
è
connessa
con
la verità fisica naturale. Gli
me
Egizianidanno il nodi Giove allo spirito,
cui sonocontrarj
siccità,
hanno qualcalore 3 né questison mica il sole ; ma
che
lui.
L^
umidità dunque, estinguendo
parentelacon
il
soverchio,
secco
r esalazioni ,
per
le
accresce
e
corrobora
qualilo spiritosi
nutre
e
mantiensi.
Inoltre
è
:
Tellera
,
che i Greci
dagliEgizianichiamata
consacrano
chen Osiris
a
,
nome
co
Bacsi-
CAPITOLO.
4l
IT
pretendono piantad' Osiride^
come
gnificante
,
,
Aristone, che descrisse la Colonia
s'incontrò
nella
leggereuna
a
qualesi dice
M,
lietteradiAlessarco»
certa
che Bacco
ateniese
di Giove
figlio
è
(^^)
,
é chiamato Osiride
che dagli
non
d'Iside^
Egiziani
ma
Arsa/e che vuol dire fortezza.Anche Er(») nel primo de^ lihri che scrisse su gli Egimea
ziani
e
",
,
,
y
lo
mostra
Robusto.
)
stesso
,
dicendo
Tralascio
che Osiride
si traduce
(^^) ("*)che
Mnasea
ad
Bacco 3 Osiride a Sarapide
; tralascio
di Prometeo
Anticlide,che dice Iside figlia
Epaforiunisce
anche
Bacco ; imperciocché
le
hanno
proposte somiglianzedi feste , e di sacrifizj
in sé fede maggioredella testimonianza
tori.
degliScritstata
essere
6.
mogliedi
Degliastri,chiamano
il Sirio Cane
d'Iside,
perchéattira V
il Leone
nano
e adoracqua. Rispettano
,
bocche leonine glisgorghidell'
renti
acque cor-
con
(^^)per indicare che il Nilo si
Allor che il Sol
E
mica
d'Iside
tutta
feconda
scere
il Nilo emanazione
come
corpo
il Leon
con
e
Oro
credono
e
gonfia.
si
giunge.
di Osiride
chiamano
,
cosi
la terra; non^
la parte inondata dal Nilo , che la
la inzuppa.Da questa unione fanno na*
,
,
ma
il
la stagione(^fct)
e
qualesignifica
,
dell'aere ambiente, che
ìtL^temperatura
ed alimenta;
allevato
e lo dicono
tutto
da
serva
con-
Latona
nelle
paludivicino a Buto (P) perchéla umida
molto bagnataterra grandemente alimenta
,
e
,
le
D^
4^
d'
r.
ISIDE
OSIRIDE
esalazioni)
per le qualisono
r arido
il
e
e
scemati
e
di Nefti intendono
nome
del continente
le estremità
e
Col
secco.
smorzati
a
col
contatto
mare
,
la Nefti anche Teleute (fine)
per questo chiamano
la danno
per moglie a Tifone;allora poi che il
arriva
Nilo, gonfiandosi
no
quel punto
a
a
ultime parti,
dan-*
quelle
di contatto
il
di
nome
conginn'*
Nefti;
congiunzionecomprovata
dal subito germogliare
delle piante tra le quali
è
il meliloto^ che la favola dice^colto e poi
anche
zìone di Osiride
con
,
Osiride presso di Nefti , aver
servito
Tifone per iscuopHreV adulterio. Isi*
lasciato da
d' indizio
de
a
Oro, e
dunque legittimamente
partorì
Nefti furtivamente
Anubi.
Nelle
che
dinastie
Nefti
o
non
per donna
dura
e
,
ma
la terra
simboleggiareessere
quando è
re
senza
scrivono
Tifone fu
quando stette prima con
Se la considerano
vorranno
de'
successioni
per
rile.
ste-
Dea,
sterile e infruttifera
umore.
sono
7. Le insidie , e la tirannia di Tifone non
altro che la siccità prevalente,
T dità
umie riseccante
ed aumentatrice
generatrice
Tifone
che soccorre
degliEtiopi
che soffiano
del Nilo. La
sono
i venti australi
se
dalFEtiopia;
prendano
imperciocché
il disopra
aglietesii o venti boreali , che
nuvole
regina
la
verso
e
Etiopia,
se
spingonole
impediscanoche
le
Nilo si rompano
, allora,
valendo
preinfiammasi
dominando
affatto
e
,
U
piogge ingrossanti
Tifone
spingeal mare,
e
basso
e
povero
ilNilo che
scarsità d^ acqua si tiene in collo
Anche
ilserramento
lezza
per deboe
rincula.
di Osiride nella cassa
pa-
l/
44
ISIDE
d' OSIRIDE
£
Iside ritrovato
Avendo
ed
Osiride,
le esalazioni nebbie
consolidato
per
fone
bensì superato , ma
signora della terra
rimase
la Dea
che
opposta all'umido
natura
'y
soltanto la
ma
nuvole
e
ucciso
non
non
e la
depresse
indeboli
ta
distrutvolendo
,
e
mancasse,
se
pet**
,
Infatti
il contrasto.
sempre
il
perfetto mondo
:
,
Ti-^
permiseche la
fosse totalmente
che si mantenesse
sarebbe
allevato Oro
non
perisse
affatto il calore.
Che
tutte
la
se
non
da loro assurdamente
sono
insegnate
re
rigettabisognerà
neppure
non
queste dottrine,
ragionedeir altro
della pai'tedi Osiride.
Tifone
s'impadronisse
Ed
in verità V
scavi delle
anche
Egittoera
fontane
,
e
tutti i
avere
5
e
pozzi(che son
questo negli
dei monti
seno
delle
per
trovasi
Tutte le
conchiglie.
hanno
tanti)
acqua
cagionedel putridosedimento
volta, scolato in que'fondi (^) Ma
salsa ed amara,
per
d'una
marino
mare
miniere, e nel
a' dì nostri
mente
che, cioè-,antica-
racconto
•
tempo dopo fu da Oro superato Tifone
cioè cadute
propositole pioggie,il Nilo scacciando il mare
lette;
delle belscuoprìla pianurae la colmò pe'depositi
a
la
qualcosa
infatti anche
nuova
a
è dimostrata
tempo
dal
che
nostro
;
senso
veggiamo
ilfiume
apportando
belletta , ed ammontando
terra
il
,
a
mare
poco a poco dà indietro ; perché dall'interramento
ritirasi ; ed invero : quel
rialzandosi i bassi,
l'acqua
Faro che
Omero
navigazioned' un
perché sia scorso
terra; ma
per
causa
distante dall'Egitto la
conobbe
giorno,oggi ne
innansì
del
,
e
dal
fa
mare
parte ; e
montato
non
in
fiume,che forma ed alimen-
CAPITOLO
ta il nuovo
è
continente,
(')
frapposto
45
IV.
costretto
a
ritirarsiil mare
•
alla teologia
gli
deQaesto sistema corrisponde
anch'essi non altro esser Bacco
Stoici,
insegnando
che uno
le
Erconon
generante e nutriente;
spirito
9*
se
una
e dividente ; Ammone
riempitiva
Cerere e Proserpina
virtù peneuna
ricevente;
trante
li
la
diffondentesi
terra
e per
e
prodotti
per
forza
una
forza
di
Nettuno
lei;
si diffonde
a
il
avere
fuoco
belle
non
e
il Mondo
per
la Luna
esser
,
che
solare y in
di luce
come
mali
partideglianiai germoglidelle piantepropizia;
e
per
di scaldare con
Sole sortita la proprietà
le nuove
piante
temperato, e di seccare
generativa,ed
ed
^
credono
dair Astronomia:
dehbasì ravvisare
Osiride il Lunare
alcune delle
mescolano
ragionine
Matematiche prese
,
una
,
Ma
pelmare.
queste naturali
in Tifone
virtii che penetra e
venendo a coloro , i quali
finalmente
dotata
umettante
,
ai
e di ridurre affatto inabitabile per
cresciute,
l'ardore una
parte della terra, e vincere spesso
Per queste ragionigli
anche il poter della Luna.
gran
chiamano
Egiziani
potente
y
Tifone
oppressore.
Sethy
D'Ercole
che vuol dire pre-
che
favoleggiano
lui ; ed il simile di
stando nel Sole
girainsieme
Mercurio
Luna; perché l'azione
nella
con
alle opere del discorso
rassomigliasi
e
della Luna
della
za;
Sapien-
Sole alle percosse fatte dalla forza e
dalla robustezza. Gli Stoici
il Sole sia
pensano che
del
quella
acceso
mandino
Luna.
e
nodrito dal
dolce
che le fontane ed i laghi
mare;
beveraggio
,
e
molle
esalazionealln
46
D^
ISIDE
3
La favola dà per accaduta la morte d'Osiride
Athir , giorno in cui é prin^
ai diciasette del mese
IO.
i Pitagorici
visibile il plenilunio
: d^onde
cipalmente
chiamano
zione
(quasiopposiquesto giorno antifraxì
hanno
ed
serramento
con
grandeaversione
)
,
al
quadro
,
il
e
ha
rettangolo
lato
un
più lungo dell'altro (solinu«
mettendosi
i perimetri
all'aree uguali)fram-
il numero
e
glisepara
17,
; diviso in
n^
283
dà la porzione
proche Osiride
ci
partidisuguali
dicono
•
anni
la via deirunione
serra
Alcuni
sezquiottava
vivesse
il sedici,numero
diciptto, di cui il parallelogrammo
abbiano
che
meri
imperciocchéfra
17,
numero
altri che tanti
ne
dei lumi
questo il numero
(")
regnasse
della
,
tendo
es-
Luna, ed
in
giornicompiendo essa il suo giro*
Inoltre tagliando
il legno in tempo della così detta
d'Osiride ne fanno un'arca di figuralunata
sepoltura
per la ragioneche quando la Luna avvicinasi al
tanto
di
numero
,
Sole , fattasi cornuta
,
si asconde.
Nello smembramento
partimirano
qualiva
nuovo
ai
calando
mese.
Il
d'Osiride
14 giornidopo il
astro
quell'
giorno
in
,
cui
in
quattordici
nei
plenilunio,
fino al
principiodel
fuggiti
riapparisce,
glisplendori
e trapassatoil Sole ,
è chiamato
bene
benefattore è Osiride,ed
imperfetto^
Imperciocché
ilnome
lo interpetrano
stesso più cose
ma
significa,
specialmentepotenza efficace,e benefica. Cosi
l'altro nome
che
,
di questo Dio, Omphitijdice Ermeo
tradotto , vuol dire benefico.
Gli
numero
Egizianison
anche
nella credenza
de' lumi di luna abbia
una
certa
che
il
ragione
CAPITOLO
alle escrescenze
tsorrispondente
]
47
IV,
del Nilo. La
sima
mas-
presso Elefantina é di 28 cubiti , quanti sono
lumi , ed i giornidella durata di ciaschedun men-
suale
periodolunare.
Chsoina
quando sia
giusta , è di
cbe
di macchie
sparse
del
lunio
e
Luna
(')
scure
•
,
Iside
congiungecon
froditica ,
nuovo
vacca
le
partibianche
il pieni*
Festeggiano
chiamandolo
entrata
di
che è il principio
lui. Di
,
e
quié
che la Luna
la credono
prima-*
Luna,
di
si
chiamano
natura
erma-
dal Sole ; e che poi
ed ingravidata
ripiena
rigettie semini i principjgenerativiper
,
credono
non
imperciocché
la corruzione
tifonica,ma
vinta
in catene
e
messa
che
dalla
poi a risorgere,ed
ritorni
che è il mondo
e
un
lifica
proin calore C*"^
la generazione )
( significante
del Mondo
madre
Né
de
d'Osiri-
si rassomigliano
molte
Tayere
come
nella Luna
che
Taria ;
,
lunio.
pleni-
la virtù d'Osiride nella
cos) riponendo
dicono
di
nel
quandovibrasi luce
Famenoth
mese
d^ Osiride
vera;
Api
a
Memfi,
di
contorni
ferire la
a
ed
giornidella
cubiti
quattordici
va
perciòalla figuradella
di
nei
generato
Luna,
cose
i
Api l'immagineanimata
essere
dalla
Mendes
a
,
quantisono
la mediocre
Credono
(^^) ed
j
delle
minore
è di sei cubiti ;
,
mezzaluna;
11.
La
terrestre
,.
non
a
prevaler
sempre
stata
dopo essere
potenza generante ,
far guerra con
Oro,
libero affatto dal
scere,
na-
dal morire.
mancano
arcano
clissa la Luna
sino
alcuni che in questa favola ravvisimbolico dell'ecclissilunari. Si ec^
piena, quando il Sole
standole
in
48
D'rsiDE
d'osiridis
E
faccia,ella immergasinelFombra
nella
dicono
cassa
ilSole
sparil*e
fare
Iside ebbe
Osiride. Air opposto:-nei
(r) la Luna suol nascondere e
ma
,
non
affatto Io spenge;
uccise Tifone
non
ma
prigioniero
Nefti partorito
Anubi
Da
12.
cbe
,
si
non
è visibile.Ora
:
ad ambedue
gliemisferi
rappresentanocon
di notte,
di
e
,
ebbe soprannome
hanno
nome
d'essere cioè Dea
maturarlo,
e
di
,
sé
desimo
me-
e
tuttavia i suoi divoti
il proferire
illecito, ed arcano,
il
di Anubi (^7) Anticamente i cani furon tenuti
per
come
•
in
per gliEgiziani
ucciso
da Cambise
grandissimoonore ; ma
via
Api e gittatine
,
altro animale vi si accostò
verun
del
^^^)
sia lo stesso
parto, in sé stesso,
un
cane
vede
terrestre, ed
produrredi
tutto
come
lo
appresso
proprietàd'Ecate
la medesima
(Saturno).Dal
di Crono
Anubi; e
che Anubi
celeste.Pare ad altriche Anubi
insieme
che
Orizonte,comune
è chiamato
.
i Greci:
appresso
il di sopra,
detto
Sembra
giornoC*)
feriore.
in-
della
sotto
canino,perchéil cane
muso
abbia
gliEgiziani
,
•
^
vede; per Iside "
quelcerchio
come
Iside rimane
Per Nefti vuol intendersi il di
terra
come
caduto
d'ognimese
trentesimi
della terra^
cane
di
:
d' allora in
essere
il
primo
poi
,
altri animali. Avvi anche
di Tifone
all'ombra
e
non
a
perchè
i brani
mangiarne
ebbe
d'avere
più il privilegio
onore
più degli
certi, che danno
il
nome
della terra, in cui la Luna
si ecclissa.
,
fuori
languidita
il-
49
CAPITOLO
J
MG
V.
OMENTO.
di due
Esistenza
: buono, e mahagio. Dotprincìpi
dà* Maghi
de'*Caldei
de' Greci e dei
trine
y
^
ciò relatii^e.
a
Filosofi
JLIa tutta Tespostonon
1.
1*1couchiudere
dica bene
,
la siccità ,
le tenebre
in sé di
contiene
in
che tutti insieme
ma
non
é fuori di
che ciascheduno
,
non
Imperciocché
il mare,
,
diano
dannoso
,
e
nel segno.
(*)
il vento
non
,
quelloche
tutto
ma
,
proposito
non
particolare
capace
non
Natura
d^ apportare
a Tifone. Che
^appartiene
guasto e corrompimento,
debbonsi
non
mica
corpiinanimati
,
riporrei principjdi
come
fecero Democrito
sola
nella
neppure
fabbricatrice delt" materia
5
e
fosse
esso
del
autore
non
,
un
Dio
,
e
come
curo
Epi-
e
,
sarebbe
possibile
di tutto
di male, qualora
atomo
del bene, qualora
3 né resistenza
s^ impacciasse
di nulla
Mondo,
rallenta ,
di
ed
privadi qoalitasuperiorea tutto
bruta
come
resistenza
,
nei
ragione o Provvidenza
pretendonogliStoici
padronadi tutto 3 sendo che non
dì
tutto
la lira
stringe
3 e
e
:
giacchéT
Tarco,secondo
secondo-
Eraclito,
Euripide,
4
armonia
D^ISIDK
5o
si panno
Non
d'oSTIIIOE
£
i beni:
da* mali
spartir
per l\a^cordouniversal,di
Hai^i/iun nìescuglio.
quelli
Ma
Dal che
deriva
ne
e
teologi
vata,
da^ legislatori
ne' poeti,
ne' filosofiderie
di
sapersene il primo autore , ma
ferma, e indelebile credenza, spesso
senza
solo nei
non
rj, nei
cioè
,
e nei ragionari,
ma
discorsi,
de' barbari
tanto
sacrifizj,
cbe l'Universo
automa,
un
certe
divulgata
nei mistede'
Greci,
stia sospeso in aria
non
come
non
ragione,senza
nante
sola sia la ragionedomi-
una
stante
regolatrice,
con
quanto
pre
sem-
senza
intelligenza,
senza
cbe
e
regolatore,
e
dai
queiranticliissiinasentenza
al timone,
come
obbedienti
briglie
,
ma
gente
diri-
e
cbe molti
beni,e molti mali si confondano insieme;anzi,per
dirla in breve,che natura
niente di schietto producendo
quaggiù,non
celi
e
confonda,ma
dirittamente
medesimo
la
deviando,venga
vita col Mondo, se
di
verso
terra, e di
prodottoin
non
natura
abbia
stabilire che in
contrarj
presidenti,
all'opposto
quello
e vario,
luna,irregolare
una
dato
destra
in confusione
messa
capace.
senza
a
tutto, certamente
la
sotto
natura
esser
esista
Che
se
niente
causa; ed il bene
al male:
causa
e distinto
pio particolare
del male.
,
potenze , l'una
non
le mutazioni
tutte
tamente
ad
che
sandoli
liquoriver-
l'altravoltata
dirigendosi,
e
di
che da due
da due contrarie
e
e
solo
uno
due vasi,a simile del venditor di
con
e
sia
fu
cer-»
bisognerà
un
un'origine,
princi»
tanto
del bene
,
quanto
d'istdb
52
d'Osiride
k
tanti
altretArimanios
deglionesti piaceri
; che
doppiando
fece ; che Oromazis, radne
oppostia quelli
r ultimo
volte
tre
sé
Sole il doppiodella lontananza
deglialtri
,
poselo,e
rinchiuseli
questodalla terra,
qualia preferenza
de'
costìtuillo,
che
osservatore, il Sirio;
Dei,
,
di
d' astri il cielo;
uno
adomò
e
tutti in
dal
allontanò
si
stesso
ed
custode
come
altri ventiquattro
prodotti
un
avendo
quelli,
C^),altrettanti anche
manios
Ari-
i nati da
che
ovo;
dalla parte superioreuscirono
qnell'ovo
bucato
fuori (^),
e
co' beni ; che si avvicina
fame e
un
quandoArimanios portando
tempo fatale,
peste fia per necessità da questimali anch'esso
così
mescolaronsi
totalmente
ucciso
e
distrutto ;
piana ed uguale,sarà
tutta
vivere
e
tati d'un
di
che tocca
facendosi
la terra
e
sola la maniera
una
reggersicivilmente degliuomini
solo
linguaggio
Teopompo,
a
ì mali
secondo
e
la dottrina de' maghi, dice
ogni tremil'anni ad
mil'anni,l'uno sempre
*fe disfare
uno
di
ed
Dei
questidue
contrastare,
dall'altro ;
l'operato
;
e
per
guerreggiare,
che in ultimo
verrà
felici
gliuomini saranno
senza
bisognodi mangiare^ed i corpiloro non getteranno
più ombra. Il Dio che questiavvenimenti
in quietee si riposerà
averà operato resterà
per
del tempo certamente
non
lungo,trattandosi d'un
meno
Dite
diven*
beati.
dominare, ed all'altro d'essere dominato
tre
,
ài
,
allora
,
,
Dio,
ma
sufficiente,
come
per
un
uomo
che dorma.
Di questa maniera è la Mitologìa
de' maghi.
ai Caldei : fanno de' sette pianeti
4. Venendo
altrettanti Dei, due
ne
chiamano
benefici,due
ma^
CAPITOLO
i tre rimanenti,medìi,
lefici;
de' Greci
buona
a
è nota
tntlji
a
,
e
che
Marte
di
,
Ora vedi i Filosofi che
Eraclito chiama
dicono
nata
e crudele
litigioso
,
L'opinione
comuni.
o
attribuiscono la parte
,
Taltra a Plutone A\ferunco*
OlimpiOy
Giove
Di Venere
53
Yx
Armonia
quelladolce
prolifica.
questa dottrina consentono:
a
tutto
e
,
apertamente la
padrona di
^ di questo
e
;
madre,
guerra
d^ Omero,
gina
re-
quandoprega
che
dice,che
dncimento
tra*mortali pera
,
dair aversione 3
e
,
imprecazioneal pro-
di tutte le cose; nascendo
dal contrasto
di
e
s' avvide di fare
non
al Sole
Numi^
tra'
Guerra
esse
che
e
non
appunto
è lecito
i prescritti
confini
oltrepassare
senza
le lingue(4)della Giustizia difenditrici*
provare
5. Empedocle afferma
é chiamato
e
Filotete
C^),che
e
Filia
spesso anche Armonìa
Sterminatrice
il
,
benefico
principio
( amore
,
zia),
amici-
i il malefico,
rissa, e sanguinosa
Lite.
I
molti
Pitagorici
poi danno
altro
di retto
: al buono
principio
nomi
air uno
,
ed all'
di unità ^ di termine,
destro,
d'imparidi quadrato di quieto,
ài m^li^agioj
di duale,infinito,
mobile,
splendido;
curvo
,
pari inegualesinistro,tenebroso
,
stabiliscono
delle
,
,
,
cose.
,
essere
i
della
principj
Anassagorachiama
il
;
e
sti
que-
generazione
principiobuono
54
m^n^e
d'
5
ISIDE
D^
E
OSIRIDE
Aristotele,
quellodice
Topposto injinìto.
,
in molti
Jorma'y questo,prwazione.Fiatone
come
se
,
r
volesse
sima ; Taltro
ed in
,
dwerso
due
nel
ma
figure,
ma
;
e
perciò
è
non
,
una,
una
cose
natura
terza
in età
e
di
,
,
suo
,
delle
mede^
Leggio
chiarò
proprjdi-
e
da un'anima
certo
non
benefica 3
rere
pa-
in enimmi
non
chiari
mosso
sola,
meno
di
Taltra,opposta
opposte. Lasciò anche
media
immobile
né
irragionevole
alcuni
,
essere
lei , ed autrice di
il luogoad
velato il
trattato
vocaboli
con
da più
probabilmente
a
né
5
OQiaipiùavanzato
che il Mondo
ma
e.
deglioppostiprincipjchiama
uno
quandoera
occulto
tenere
luoghi,
,
per
non
inanimata,
sé medesima
,
sempre alle due predette
attaccata
; per altro desiderante sempre la migliore
lei seguitando
e
a lei affezionata ,
come
sempre
,
come
stimano
Tandamento
,
ma
del discorso farà vedere nelF
applicare
trina
dota
particolarmente
questa filosofiala teologica
degliEgiziani.
55
VI.
CAPITOLO
ARGOMENTO.
della Mitologia
Egizianaal sistema
Applicazione
de* due principiBuono
eMahagio^ nelFor^
dine naturale o fisico.Spiegazionedei varj
y
simboli.
1*
l^on paò mettersi in dabbio che la generazione
Mondo
di questo nostro
non
e composizione
sia mista
,
di contrar) ;
fieitta
e
d^ ugualforza
e
potere ,
ma
né
mica
ciascuno
il di sopra Vh^ sempre
il
togliere
migliore,quantunque sia impossibile
affatto il peggiore
5 trovandosene
gran parte nei
trastando
corpi gran parte neir anima deir Universo , e conil migliore.
sempre con
,
Nell^ anima
e
signoradi
tutti i
buoni, è
nel
nell'acque
nei venti ,
ragione, duce
Osiride; nella terra,
dunquela mente
,
e
cielo ,
e
la
negliastri quanto
nazione
d'ordinato,di stabile,di sano, è tutto emaed immagine d'Osiride, visìbilenelle sta*
gioni, nelle temperature dell'aere,nelle riToIu-
v'ba
zioni celesti
•
è Tifone,
All'opposto:
nell'anima, l'appassionato,
il brutale;nel
l'agitato,
l'irragionevole,
corporeo
,
il frale
e
morboso
il turbolento
,
per
56
D'
temperatura dell*aere,
mala
cdligini,
per
del Sole
le
significano
come
Ciò
D^OSIKtbH
È
ISIDE
scondimenti
per nadella Luna y
sparizioni
per
,
dichiara benissimo
il
di Seth col
nome
quale
nato,
dominatore.-,e domiTifone,significando
chiamano
spesse retrocessioni
e
(*).
e le ritirate di Tifone
sortite,
e
,
nel posto
ritornate
primiero.
Dicono
alcuni che Bebone
se
come
,
pel retto
cose
colo
osta'Bebone, significante
nomato
impedimento
,
cammino
ed al
,
d'ostacolo il poter
frapponesse
al
procederedelle
suo
fine tendenti si
di Tifone M
in tributo del
questo gliassegnano,
de' compagni
uno
scrive , che lo stesso
di Tifone 3 Manetone
Tifone fu anche
fosse
suo
,
e
per
culto,Tasi-
deglianimati addomesticati e mansueti il più
i due piùferoci,cocodriltra ì salvatici,
ignorante;
nò
,
lo,e
perciò
Tifone
Ermipolirappreisentano
in
cavallo fluviatilecon
con
qualiparlammo di
cavallo fluviatile de'
,
un.
serpente
;
sopra
uno
pel cavallo
sopra;
in
un
alle prese
sparviere
intendono
Tifone
;
ed il principio,
cui avendo
la forza,
sparviere,
è dìviolentemente acquistato,
spesso non
per lo
Tifone
(^)
malizia turbato
turbando
e
per sua
,
Di qui è che nel sacrifizio offertogli
il settimo giorno
strutto
del
dalla
.
,
Arrwo
Tybì giorno chiamato
mese
d'Iside
,
sopra le cofacce un
é istinella città d'Apollo
tuito
Fenicia,rappresentano
cavallo fluviatilelegato;
e
che tutti
,
senza
distinzione
,
del cocodrillo ; per questo in
giorno fanno la caccia
ed uccisili
,
dinanzi al
a
quantine
debbano
un
giare
man-
determinato
possono
tempioli gettano;
avere,
dicono che
e A
Tifone si sottraesse
Di
le
tutte
fanno
5/
YI,
O L O
P I T
mutandosi
da Oro
in cocodrillo.
nose
bestie,
piante, affezioni malvagiee dan-
partied
tante
opere
di Tifone.
Osiride airincontrario rappresentano per un
occhio e
il primo indica
scettro; de' quali
per uno
2.
la Provvidenza ; V altro,il potere. Siccome
anche
Omero al Principe
Giove,
e Regnantedell'Universo,
dando
i nomi
d'altissimo
altissimo
per
voler
e
,
di Meditante
bra
sem-
,
la potenza di
intendere
lui , per meditante la prudenzae '1 buon
consiglio
Lib.
8.
Sovente rappresentanoOsiride per
22 )
(
.
lo
sparviere
,
V
della vista
acutezza
ed
è
naturalmente
Raccontasi
superioreagli altri
animale
,
e
nel-
nella celerità del volare ;
di
contento
di lui che volando
pochissimocibo
.
gl'insepolti
sopra
cadaveri getta addosso di loro la terra* Quando cala
al fiume (^) per bere tiene le ali ritte;e poiché
bebbe , le riabbassa,
e salvo
sano
per segno d' esser
scampato dal cocodrillo
dritta com'
rimane
il simulacro
membro
perchèse
ò preso
Generalmente
d'Osiride
in
mostrano
nutriente.
II velo flammeo
che
Tala
,
che
an-
col
figura umana
la
ritto,per ispiegare
genitale
e
,
era.
;
genitale
ricuoprele
virtù
il Sole,cui tengono pel
immagini d'Osiride significa
del buon
corpo
principiocome
,
dell' Essere
che
intelligente
,
meritano
a
con
cose
visibile
.
Laonde
che il globo solare assegnano
disprezzo
quelli
al qualenulla di splendidodi saTifone
lutifero,
,
,
d'ordinato,
non
leggee misura, ma
,
non
il corpo
si vede
conviene
.
Virtù generante,
tutto
non
moto
l'oppostodi queste
Infatti la siccità per la
qualeTi*-
58
d'
ISIDE
periremolti
fone. fa
b' OSIRIDE
E
ammali
e
,
(4) molte
piante
,
effetto di
è da credersi opera del Sole , ma
un
in terra e per Farla fuori di tem*
e à' umori
spiriti
,
non
e
pò
mescolati
stagione
confusi
e
,
quando il principio
disordinato,ed infinito potere
estinguele esalazioni.
del
NegF inni
si nasconde
del
in braccio
colui che
invocano
al Sole ;
e
nel trentesimo
Epi/lsolennizzano il natale degliocchi
quandola Luna ed il Sole si trovano nella
mese
di Oro
sacri ad Osiride
mente
erronea-
y
linea retta ; sendo che abbiano per occhio
solamente la Luna , ma il Sole
d^ Oro non
medesima
e
lume
ancora.
F€U"ofijdopo T nozio
equiil natale delle grucce
autunnale
festeggiano
che il Sole ha bisognodi
Sole ; significando
A' ventidue del
mese
,
del
sostegno
,
e
di rinforzo
,
trovandosi
di luce nel calare ed
e
allontanarsi
obbliquosentiero. Inoltre,al solstizio
per
fanno
vacca
giraresette volte
; e chiamano
di
scarso
intorno
al
da
lore
ca-
noi
no
d'inver-
(empio una
Sole,
ricerca d'Osiride il girodel
bisogno la Dea Iside àelV acqua invernale ;
fanno sette volte girare la vacca
perché sette
avendo
e
mesi
impiegail Sole
nel
dal
passaggio
solstizio invernale
air estivo*.
3. Dicesi che il primo di tutti
sia stato
Oro
d' Iside
,
a
sacrificareal Sole
a' quattro del
mese
come
è
nel libro intitolato Genealogie
di Oro.
registrato.
Ed infatti tre volte al giorno bruciano profumial
di mirra , a mezzo
Sole: di ragia,
alla levata^
giorno;
e
del così detto Kifi al
éiaschednno
la
tramontare.
spiegheròin
La
appresso.
ragione di
Con
tutti
6o
e
d' I5IDE
in
generare
E
d'
Osiride:
ace
ansomigli
gode impregnatae ripiena
emanazioni
medesima
se
e
qualiesulta e
generante virtù. Imperciocchéla generazione
per le
di
altro
,
la
è che
non
ria;
mate-
dell'Ente 5 per lo
fuori di luogo nella favola è detto l'anima
ed il generato
che, non
di Osiride
essere
,
modello
un
straziato
in
sempre
immortale^ma il corpo
disfatto da Tifone; Iside
ed
eterna
essere
spesso
andar
improntadell'essere nella
e
giro a
ricercarne
bra
mem-
far intendere
ricomporlo;volendosi
per
le sparse
che
assoluto è superiore
e buono
Intelligente
corrompimento ed a mutazione ; le imaginipoi
l'Essere
,
a
quelloprendeil sensibile ed
di certe ragionie forme
rimpressione
che da
che
i
riceve,come
ne
sempre
quaggiùse
,
ma
nella
sigilli
il disordine
e
,
il corporeo,
e
cera,
e
somiglianze
non
gono
riman-
di
la confusione
impossessano rispingonola ragione
combattono, contro dì Oro, che da Iside
ne
,
superna, e
fu generato
immagine sensibile e materiale del
e
intellettuale;
perciòdicono avere dovuto
Mondo
difendersi
,
1' accusa
datagli
per Tifone,di
che significa
nascita adulterina,
né puro,
non
essere
il padre suo ( il principio
né sincero come
nevole
ragione
) che per sé stesso è incapacedi commistioed
contro
colla materia, essere
ma
impassibile;
cagionedella
e
dimostra
Infatti la nascita
e
,
a
adulterato. Peraltro
per opera dell'adulil Mondo.
natura
trasformandosi,
produsse
che prova
teramento
corporea
,
le difese di Mercurio,cioè,della ragione
vincono
,
sostanza
Oro
di Osiride
,
mentre
come
d'Apollo
per
l'unione
tuttavia stavano
d'Iside
in corpo
a
CAPITOLO
61
VI.
che prima d'esser fatto visibile il
Rea, significa,
da ragioneperfezionata
la mateMondo, ed essere
ria,
convinta
da per
naturale
d'imperfezione
sé stessa
produsseil primo parto; quindiè che dicono
quelloDio al bujo,-essere stato prodottoimperfetto,^
,
e
lo chiamano
Oro
dal
vecchio
non
egli
es.ser
certo
ma
un
propriamenteil Mondo (Oro giovane),
embrione, ed un'immagine del Mondo, che nascer
dovea. È questi
Oro giovane,veramente
compiuto e
perfetto che non uccise affatto Tifone ma Tattir
,
,
vita,e forza dì lui sottomise. Perciò dicono
simulacro
di
di Oro
a
Copto tiene
in
,
le vergogne
mano
una
il
che
che
di Mercurio
Tifone; e favoleggiano
,
,
lendo
Tifone,gliadoperòper corde ; voessi far intendere che ragione, in accordare
presii nervi di
l'Universo, formò
concorde
tutto
ed
da
partidiscordanti
delle
armonico
che
non
abolì la
riempì;laonde
la
potenza consumatrice, ma
e
,
un
dosi
trovan-
inefiScace per sé sola, dando
dietro ed avviticchiandosi a particapacidi affezioni
qui debole, ed
e
di
cambiamenti,nella
é
terra
tremori; per Taria, di calori
e
,
e
cagione di
di
e
scosse
stivi,
intempespiriti
di turbini fulminanti ; infetta anche le acque
e si estende e sollevasi fino
pestilenze,
alla Luna
occupandoneed offuscandone spesso lo
che
credono gliEgiziani,
e dicono
splendorecome
ed
1
venti di
,
,
Tifone
occhio
talvolta percosse Oro, talvolta glicavò
e se lo ingojó;
quindirestituillo al Sole
voglionfare intendere,colla percossa
diminuzione
della
Luna
l'eclissi
cui il Sole rimedia
,
,
;
e
la mensuale
,
coir accecamento
;
un
perchèU
Luna
(^)
,
emer*
62
sa
d'
dairombra
mercé
ISIDE
E
d'Osiride
terrestre, ritorna subito
a
splendere,
del Sole.
5. La
migliore,e piùdivina
composta, della mente,
é di
natura
tre
della materia,e della
parti
mesco-
i Greci.
lanea di queste due, che Mondo
appellano
Fiatone fu solito chiamare la parte intellettualeIdea,
modello, padre;la materia, madre, nutrice,sede,
della generazione;ed il composto d^entrambi,
cuna
prole,generazione.Potrebbesi
egiziani
paragonassero
congetturare che
la natura
gli
dell'Universo
a
il più bello di tutti,
rettangolo
questo triangolo
del
qualeanche
Platone nel libro della
essersi servito per
comporre
pare
E di altezza
come
tre, di base
come
Repubblica
la figuranuziale.
quattro,di lato
ugualea'due lati del rettangolo,come
adjacente
T altezza al
cinque*Debbesi dunque rassomigliare
al
maschio; la base alla femmina ; il lato adjacente
sia
osprodottod'entrambi: così,Osiride al principio,
Iside
all'altezza;
prodotto,o
al recipiente,
o alla base; Oro
al
mero
adjacente.
Imperciocchéil nuil
ternaiùo é il primo degliimpari»e perfetto;
quattro è il quadratodel lato paridel due; il cinque
in parte uguale al padre,
in parte alla madre, composto
allato
del tre^e del
due; indi
é che da Tévte
cinqufi^
CAPITOLO
ne
derivò Thrct
quinare(*)
.
E
tutto
63
VI.
il contare
; ed
è detto cin~
il cinque moltiplicato
per
yeramente
produceil quadrato(venticinque
) numero
delle lettere degli
Egiziani e deglianni che visse
alla
chiamarlo Kaimin (^esposto
Api C^) Oro soglion
sé stesso
,
.
vista)essendo
sensibile
y
chiamano
alle volte
visibileil Mondo*
e
La Iside
Muthj alle volte Athiri,
e
(^)
col primo Vocabolo Madre
Methierysignificando
col secondo Casa mondana
di Oro, come
la chiamò
anche
Platone sede della generazione e rj*
,
cettacolo.
Il
trante
La
terzo
moltitudine
j
moltitudine
insieme
composto d^
è
nome
é
che spiegasi
d'nn'altra,
causa.
la materia
del Mondo, che sta
e
col buono
parere che ancora
la Terra
]1 Caos
,
puro
ed ordinato. Potrà forse
,
Esiodo
,
il Tartaro
,
primidi
mettendo
,
,
TAmore
altri principjdiversi da
ammesso
parolasignifi-
una
,
dell'Amore
per
^ ed
mostrammo
come
d'una
del Tartaro
il Caos
speciedi sede, e
favola di Platone
intorno
nato
sé
e
,
da
povera
facile
a
padrebuono
pelpossesso
,
in
alla
qualchemodo
nel Convito
la Povertà
5 cioè che
si giacquecon
figliuoli
Amore
).Ingravidatane
partorì
( Z'a"ionJanza
come
dell'Universo.
d'aver
misto
Tifone^
servito
aver
raccontata
alla nascita d'Amore
desiderando
natura
da Socrate
Iside^
per
per
sembra
di base
6. Il soggetto ci richiama
prendertutte
,
saggio,
di tutti i beni 3
,
e
per
per
,
cioè della Terra
intendiamo,
^
abbia
non
quelli che
questinomi
Osiride
tutto
ma
e
,
di
le forme,
sufficiente
da madre
bisogno sempre
Poro
a
tente
impo-
del d' altrui
64
T^'ISIDE
D* OSIRIDE
E
,
queruladoniandatrice. Poro
d' apil primo oggetto d^ Amore
petito
desiderosa,e sempre
è altro che
non
,
di contento
,
di sufficienza
,
a
sé stesso
;
me
no-
bisognosaper sé
ed anche quando n'è stata ripiena
stessa del bene
d^ trambi
sempre lo desidera,sempre Io accetta. Figlio enil Mondo
(Oro giovane)non é eterno, né
della Povertà die alla materia
,
,
,
immortale
ma
,
rinascente si studia
sempre
forza
a
di
cangiamentie giri, di modificazioni ed affezioni
di rimaner
mai affatto perire.
sempre giovane,e non
Bisognadunque servirsi
dottrine
vere
levarne
ma
;
delle favole
quelloche
cosa
per la somiglianzad^ una
allora che diciamo materia non
le massime
secondo
,
Essere
e
corporeo
per
Tolio
dell'unguento,
statua,perchènon
L'anima
sono
re
immaginacerto
un
te
inerqualitadi
senza
,
infatti chiamiamo
l'oro materia
della
(7).
affatto prividi qualitadi
dell'uomo
mente
stessa, e
d^ un' altra. Perciò
debbesi
inattivo. Ed
sé stesso
materia
,
d^ utile
han
d' alcuni filosofi,
senz'anima
,
o
di
come
non
,
a
guisadi
teria
ma-
della scienza, e della virtù consegnamo
a pulire
ordinare alla ragione.Alcuni additano
e ben
per sède delle idee e per forma delle cose
della
intellettuali;
opinanoaltri che il seme genitale
la
mente
femmina
non
materia
Adottando
questa Dea
Dio,
e
ed
3
questa
alimento
sentenza
sia fatta sempre
(^),ma
,
e
della
credere
qual marito
lamente
so-
generazione.
dobbiamo
che
partecipedel Principe
unita per l'amore
che ilPrimo Dio non
stiagli
sempre
delle virtù di lui
toso
ma
potenza , né principio
,
sia né
dei beni
e
siale riot*
legittimoe giustol'ami
V
CAPITOLO
nella
sempre
donna
abbia marito,
essergli
sempre
creder
Dio
(9)5 perchè tiecome
giostizìa
,
proba che
diciamo
65
VI,
con
Gonviva
e
d'
una
Ini
con
desiderio unita, cosi
questa Dea
conviene
bramosa
del
sempre
richiedente , sempre ripiena
Principe sempre
e purissime
principali
partidi quello.
,
delle
7* .Dove
toccando,ivi
getta Tifone, le
si
poi
la Dea
sembra
partiestreme
rattristata
piangente,
e
ed involtare
ricercare
cioè
d'Osiride;
reliquie
le
e
gliavanii
raccogliendoe ricnopren-
do nel
da Tifone
occupata
rotte
,
dì sé
e
a
suo
seno
le
cose
,
quindiprodurreda
per
i nuovi
stessa
negliAstri
stanno
mutazione
mare
,
guastate ,
le
T
,
zioni
emana-
soggettead
cose
sede
scomposte hanno
coiv
nel Cielo
come
ragioni, le forme
le
e
gettar fuori
e
capo,
germogli3 che,
del Dio ; sioMlmente
per
,
essere
in terra
nelle piante,
neglianimali ; venute
,
in
(^^),
meno
lo
cono
e di belsepoltespesso ricomparis
novellamente rilucono per generazioni
splendore
novelle. Ecco perchéla favola dà Tifone per marito
corrotte
a
Nefti
e
j
e
dice che Osiride di
lei : per
materia , le
con
,
,
soppiattpsi giacque
della
indicare cioè che le partiestreme
di Nefti ( fi*
qualiintendono col nome
in potere biella forza
) sono specialmente
rompitrice.
ne
,
la
All'opposto
infonde in loro
distratto
ma
seme
(*') da Tifone
nel
;
un
forza generante
suo
aeno
debole
,
ne
conservatrice
languido sempre
e
5 eccetto
e
,
cogliendolo
quanto Iside,rac-
salva
,
educa
Tifone, come
generalmenteprevale
Platone, ed Aristotele
cor-
ancora.
La
5
e
pone
com-
sano
penforza pro-
66
D^
duttrice
y
quiè
la esistenza
da lui
muove
che danno
:
la
verso
da ire e dalFesser
alla Iside ilnome
i
ed
Jéotrb^^
gente,
moventesi
o
ha preso il
movimento
,
veg^
celerità5 cosi
con
dalla riunione
nome
Tuna
V altra ; chiamandola
za
sapien-
,
Greci
noi
In questo
Isin^ e gliEgizianiEsin.
il
venne
parolegreche
indicanti
di due parole
significato
del
ne
^
questa Dea
anche
barbaro
è mica
dalle due
ani*
cioè intelligente
o
Jétav
^
corrente
e
movimento
tutti li Dei
a
distrug*
e
esistenza («)• Di
non
con
e
contro
muove
la esterminatrice
questo vocabolo, ma come
di ÒeoìThei
nome
comune
è
OSIRIDE
essendo ella
sapienza,
non
prudente
; imperciocché
inossa
mato
d'
S
conservatrice della Natura
e
"dilui verso
gente
ISIDE
anche
setiso
scrive,che i nostri antichi il significato
lo esprimevanodicendo hria (^^);
del vocabolo uì^ict
Platone
e
così
v6t9ir(V
e ppóvviffiv
usavano
,
che dell' impeto,
della
e
,
nomi
e
,
infondere
la Dea
e
,
spintae trasportata
mente
ogni bene
corrono
,
e
ciò
vituperavano
ritiene dal fare il suo
è secondo
natura
?/"
e
deir intendere
virtù in coloro che
lei ; ed
a
al contrario
che
corso
so
sen-
Kivyictf^
( "f"ofài
movimento
e
in altro
non
,
cercano
sti
oppo-
con
vincola
impedisce
,
ed ire in avanti
chiamandolo
quanto
sogno,
malvagità, bi,
timidità,e molestia,
Osiride ebbe il
nome
ed
da/otf/oc
Sacro^ insieme uniti;essendo
ragionedelle cose
una
hp)i^
(Santoe
e
medesima
celesti , ed infernali ;
antichi dette Sacre j e le altre Sante»
8. Anche
t
Anubi
la
questedagli
celesti
i movimenti
significante
superni, alle volte è chiamato Ermanubiy nel pri^
68
d'
Tifone,
taneo.
; ed
Bebone
ISIDE
D^ OSIRIDE
E
anche
Smi
:
Seih
detto, chiamano
fu
come
e
lenza
a viocorrispondenti
nomi
ne
ostacolo,
opposizioneinversioproibizione,
la calamita
Di più: chiamano
rovesciamento*
,
,
o
di Oro 5 il ferro
scrive. Or
Manetone
osso
di Tifone
osso
succede
come
secondo
,
,ch«
che il ferro sia
; spesso
spesso attirato dalla calamita , e la seguiti
al
allontani
sì
spinto contrario: somigliantemente
salutevole,huono
il
del mondo
da
e
,
movimento
ragioneregolato
alle volte
,
ed attira la forza tifonica
inverso
rivolge
,
ammollitane, è piegatane
,
la durezza ; alle volte riconcentrandosi
(^4),Dice inoltre Eudosso
,
,
Iside
,
gambe
le
con
camminare
Ma
nato
essere
se
assieme
attaccate
fattone
il
,
propositodi Giove,
le favole degli
ni
Egizia-
in
secondo
potendo
non
in solitudine per vergogna.
stava
ne
questa
to
indietro,e ricade nelF infini-
in sé stessa, ritorna
che per
di sé
e
taglio
separateleprocurò
,
di poter camminare
La
spedito.
che la intelligenza
favola significa
la ragionedi
e
,
a
Giove
Giove
r
la maniera
natura
per
oscuro
10.
essendo
sua
alla luce per opera del moto.
Anche il Sistro indica che tutti gliesseri si
,
venne
cessano
agitano, e non
in certo
modo
svegliarsi
dair indebolimento:
è
scacciato
,
nuoce
per
,
di
mezzo
e
del movimento
mai
e
riscuotersi
nuovo
ha
dal
,
per
sonno
e
dicono che Tifone dai Sistri
rispinto
; volendo
e
quandodistruzione
le
neir invisibile e nel"
che
significare
la Natura
messo
in catene
e
nima
generazione la scioglie
e ria,
del moto.
(*5)
Nella parte superiore
del Sistro stanno
tondeggiante
quattro corpiagitali
CAPITOLO
che
iadicare,
per
a
la
parte del moado
corrompimentosoggetta "
globo
lunare
rappresentano
basso
,
di
le
tutte
muovono
ai
sotto
cose
corpi agitatialle volte
,
,
«
terra,
,
del Si-
viso umano,
gatto con
un
ed
,
nel cielo del
contenuta
"
acqua, aria.
stro
si
nascita
a
fuoco
pe^quattro elementi
Sulla cima poi della curvatura
mutate
sono
dove
,
69
VI.
e
nel
viso
un
della Iside , alle volte della Nefti per indicare , coi
altro essendo le
visi , la nascita e la morte
( non
mutazioni
Luna
di
a
,
motivo
col gatto , la
della indole naturale
deglielementi )
ed i moti
della incostanza
quello nottivago e
,
,
,
fatti
prolifico
; dicesi in-
molto
un
gattinosolo
prima volta partorisce
poi due, tre, quattro, cinque,e così facendone
dì più, sino a sette in una
volta,da
sempre uno
i giornilunari.
in tutti ventotto ; quanti
sono
partorirne
Ma questo sarà piuttosto
favola : il vero
una
si è cbe le pupille
degliocchi suoi compariscono
più piene e più aperte nel plenilunioe più piccole
che la
,
,
,
e
,
lucide
meno
del gatto
luna calante. Con
a
indicate la
sono
gìone,che regolanole
va
né
il sole né
,
,
non
tutto
sia
,
a
per
,
come
non
opera
in
e
,
tutto
ra^^
guenza:
conse-
bisognadire
che
Iside né T umidità
^
co
il fuoair opposto non
Tifone. Ma semplicemente
,
questecose
eccesso
Tifone ;
il giovevole
venerarlo
il mare
non
che
quello
senz' ordine
tutto
il cielo ; ed
il secco,
lunari* Per
mutazioni
Osiride
bene chiamare
no
uma-
e la
intelligenza
in breve
ristringendosi
non
il viso
é
senza
modo,
sia per difetto lo attribuiremo
il buono , e ordinato ,
,
e
sbaglieremoa rispettarlo
d'Iside e (^om,e imagine^im,
d'i8id£
70
d'osìridi:
£
mitazione,ragioned'Osiride. Anzi faremo
Eudosso
rere
?
amatòrie
e
,
e
non
che pensa
domanda
,
Osiride
ciò che
è bene ;
di buono
si trova
in Natura
loro;Tuno
Nella
11.
e
stessa
Ce**
cose
? (^^)3
im*
in comune,
,
ordinati
essere
il
aumentare
quanto di virtuoso
e
esister tutto
so*
,
e
per
ra
opedelle
principi
cose;
distribuendoli (^7).
,
concedendo
V altra ricevendoli
a
delle
cura
Iside
e
ragionecrediamo
stessa
la
far Bacco
non
pra tutto
e
perchènon
dei morti
presidenza
la
avere
perciocché
questiDei
per la
e
,
ad Iside sia conceduta
ma
,
Nilo
che dubita
,
tacere
i
fine
guisametteremo
a
tante
,
moleste
qiò che
che applicano
sia a quelle
tutto
opinioni,
dicesi di questi
Dei alle mutazioni dell'am«
biente secondo
altre che le
qudll'
riferiscono alla nascita de' prodotti
mente,
per via di sedicendo che allora è sepolto
e di arazioni;
Osiride quando il seme
del frutto è ripostoin seno
alla terra; che riuscita e riapparisce
mincia
quando ricoa
stagioni sia
,
germogliareil terreno
dicesi d'Iside
,
che
a
il solstizio d'inverno
che per quesio
d'esser gravidasi
;
avvedutasi
l'amuleto ildì sei del
appese
verso
le
mese
e
Faoqfi^^)
; che
imperfetto,
partorì Arpocrate
di parto immaturo, nel principio
cioi
della fioritura,
della germinazione del suolo; e
e
e
che per
questo glioffrono le primiziedelle fave
i giornidel puerperio,
novelle,e ne festeggiano
dopo
di primavera.
In
l'equinozio
abbracciano,e
similitudini
agliocchi,ed
li credono
probabilicon
a
cui
sono
,
udir
discorsi
questi
tirandone
subito delle
quanto hanno
avvezzi.
li
davanti
CAPITOLO
Né
VI,
yi
questo sari gran male,primieramente,
purché
mantengano comuni anche a noi questiDei, e
glifacciano particolari
non
e
degliEgiziani
,
non
comprendano in questinomi solamente il Nilo e la
sola porzionedi terra bagnata
da lui;purchédicendo
paludi loti,erhe ^^^^,non
privinodi questi
hanno
gran Dei il rimanente degliuomini, che non
né Nilo,né Bnto,né Memfi;imperciocché^Iside,e
glialtriDei compagnisuoi hanno, è conoscono
tutti;
da
e sebbene
molto abbiano imparatoa chiamarne
non
alcuni airegiziana,
buita
nondimeno
la potenza attri»
a
dal
ciascheduno
riconobbero
e
adorarono
fin
principio.
In
secondo
luogo, ed è questo
badino
importanza diligentemente
,
,
non
aver
,
e
maggiore
temino
a trasmutare
senz'accorgersene,
glieregliDei
come
ilvino,Vuh:ano
il qualedice in
o
un
fanno
che
quelli
il fuoco;e
luogoesser
di
diseio*
in
in correnti d'acque,
spiriti,
in
in arature,
chiamano
di
mente,
se-
Bacco
Cleante,
come
derivato il
nome
di
Fersefone
dallo spiritocomposto e
(Proserpina)
nei frutti;e
^ovfuó/uvov)
decomposto(;^£]pó/x6yoy,
de' mietitori disse
un
poeta (^)
di
Quando robusta gioveniày
Le membra
taglia.
Cerere
Così per niente diversificano da coloro
vele,le
ehei
gomene,
l'ancore credessero
lo
l'ordito e'I ripieno,
piloto;
il vaso
sitore;
del mulso
e^
c,hele
esser
lo stesso,
stesso
che'l tes*
della tisana^ lo s^9*3%
D^
72
che! medico.
credenze
ISIDE
D^ OSIRIDE
E
pessimeed empie
introducono
Ma
di Dei
imponendonomi
per natura
necessità distruttibili
a
cose
insensìbili9 inanimate, per
dair uso, e dal bisogno degliuomini,
poter alai essere
è ciò che è
tali da
non
immaginate Dei; perchèDio
non
benz' (^9)anima, e che
sta
mente,
senza
e
a
degliuomini.
disposizione
i$i Per conseguenza
.Esseriche a noi le cose
reputiamoDei quegli
noi
concedono, che ce le
né d'altra natura
mantengono perpetue, e durevoli;
siansi Dei barbari
trovano
se ne
presso altre genti,
australi o setteutrionali;
Sole,Luna,
o greci,
e come
Cielo,Terra
nomi
che
d'una
Mare
,
appresso
dette
comuni
a
diversi
tutti , hanno
genti diverse: così d'una sola ragione
in beli'ordine dispone
tutte
queste cose
,
sola Provvidenza, che ad esse presiede
e
,
delle forze subalterne
destinate
l'Universo,diverse presso
sono
leggi,
e
misteriosi,altridi
agire
sopra
diversi,secondo le pubbliche
le cerimonie
tra i simboli
ad
del culto
,
e
nominazioni;
le de-
altri^di
sacerdoti,
più
guidano
piùmanifesti servendosi,
lo'ntellettoalle cose
i
non
divine;
però senza
ricolo;
pe-
imperciocchéaltri di lancio saltando alla
altri fuggendo
vi restano
affogati;
superstizione
sero
s'accornon
qualpantano, la stessa superstizione,
d' avere
incappatonell'opposto precipizio
nell' empietà*Laonde
bisogna che
specialmente
in tali cose, presa a guidadalla filosofiala ragione,
ciascheduno pia e cautamente
pensi intorno alle
dottrine,ed alle pratiche
do
seconreligiose
; affinché,
il detto di Teodoro, cioè che porgendoeglii
,
,
CAPITOLO
VI,
suoi discorsi
con
con
gliavanli
la sinistra
la
70
destra,alcuni degliuditori pibilmente
lauda-
quelloche
così noi
,
delle
e
de^sacrifiz]
sinistramente
non
feste,prendendolo
pecchiamo;
le
leggiordinarono
,
essendo che da
doversi
stesse,è
quelle
tutte
a
di
norma
(*®) W.
ragione spiegare
Difatti : ai diciannove del
la festa dì Mercurio
ro
facile venire in chia-
primo
do
ricorren-
mese
mangiano del mele
è dolce la verità^
ed anche V
fichi,ripetendo:
che dicono le favole
d'Iside,
collo,è ìnterpetrato
voce
debbe
credersi
molto
e
meno
per
al
appesa
('^); Arpocrate
non
vera
e bambino
imperfetto
de
qualchelegume, ma bensì presi-
un
del
e scomposto
imperfetto
questa ragionetiene
bolo della taciturnità
,
primo discorso degliuomini
alli Dei, tuttora
Nel
leto
amu-
Dio (^^)
un
ed emendatore
intorno
essersi
dei
e
dito alla bocca
un
,
;
e
sim*
del silenzio.
e
cono
di legumidipresentandolo
: la lìnguaè fortuna: la
linguaè disgrazia
d' ogn'altra piantaconsacrano
Egitto a preferenza
^**) il
ad Arpocrate
pesco, perchèil frutto
mese
Mesori
.
In
,
di
di
quelloè
tutto
niente è
fatto
a
piùdivino
e
felicità.
Indi è che
di
la
e
quanto naturalmente
intorno alliDei;
oracolo
cuore,
a lingua; che
foglia,
avere
può Tuomo
del discorso
niente ha
a
,
maggior
chiunquevuol
prescriviamodi
di
massime
tratto
entrar
santamente
quello
per la
l'
qui al-
pensare
,
e
più fanno cosa da ridere
nelle processioni
e nelle feste quandocon
pubblico
non
parlarmale
;
i
ma
,
bando fatto divieto di
non
(^^
sparlare
parlanomalissimo degliDei
(*»)
.
,
pensano
e
O'iSIDS
74
d' OSIRIDE
E
"Ì à P I T O
L
VII.
O
ARGOMENTO.
Feste
lugubriin Egittoed in
delle medesime
signijicato
dei frutti.
Abuso
de* nomi
Grecia
•
in
i
Festa
Originee
della
fattodi
fine
religio"
le
se
ne
rettificano
pericoloso;
Abuso
idee
degliEgizianinel culto degli
animali.
Originedi questo culto;utilità e
ne;
guanto
*
simboli del medesimo.
\Jr
1.
,
dovrannosi
come
se
severi,e lugubri,
le
confondere
assurdi le
sti
triadoperaresacrìficj
sta
non
bene né d'abbandonare
delle patrieleggi
prescrizioni
,
,
e
mescolare
con
opinioniintorno
fanno molte
sospettiindecenti ed
agliDei
nel tempo
ebe nelle feste di Osiride usano
cose,
esempio:in Atene
di
né
e
stesso
? In Grecia
simili a
quelle
Ci)
gliEgiziani
nella festa delle
.
Per
Tesmoforiedi*
giunanole donne stando a sedere,per terra C''); i Beo*
di Cerere
fi portano in giro i Megari, o tempietti
Achea
festa
(dolorosa),
in memoria
del
piantodi
Cerere
per la discesa della fanciulla (Proserpina)
cbe
giùneir inferno ; e ricorrente per la sementa
si fa intorno
al
nascere
dagliEgizianichiamato
dagliAteniesi, e
delle Pie jadi
Athir
(^)
,
,
nel
mese
Pyanepsioóne
dai Beoti Damdtrio
(cereale).
d' ISIDE
^6
frutti,e
ma
credendo
si
,
le
essere
nascite
vere
diede
gliEgiziani,
li credevano
ì fruttidi
3* La
e
farne
Laonde
i
o
e
in
peraltro
i frutti
,
ed
imparano a
intendere le
ben
alle cose
intorno
3
com«
degliDei
delle guerre civili(^^;
avvedersene
senza
,
,
soffrono
parole
,
que'Greci
a
mare
chia-
,
,
,
i ricciolid'oro ; che
e distrutto al tempo
in tal maniera
ed
no
contraggo-
abbracciano
perverse
; inconveniente
che
gliEgizianiin propositodel
deglianimali;^u
essere
e
de' nomi
opinioni conseguenze
la colomba
,
,
Apollo,perchèavea
fu abbruciato
Capitolino
poco
quelli
immagini ed
j ma IXei ebbero poi la temerità di
da LachareCO;
che Diofu spogliata
nisio
tosò
culto
,
si accostumarono
dire che Minerva
non
riprodurne
luogo de' giàconsumati.
appresero , e non
i bronzi , le pitturei marmi
,
Giove
di
da' filosofiè detto che
ottimamente
così 5
va
preghiereagli
fanno
,
t*he non
onori
piangere.
a
non
quellii Numi,
de' nuovi in
nare
per tor-
,
sostanza
ma
,
(^)
maturarsi
consumarli
a
anche
sbagliano
che avvertirono
,
non
nascere
donatori di
qualinon
fone
di Colo-
Xenofane
,
a
vero
nascere
a
,
se
veramente
piangerli,
di non
li credere
; o piangendoli
ridicolezza piangendosupplicare
nuovo
cosa
piangono,é
autori
una
tornare
poi di
e
Dei
essendo
:
solo
non
di
di
fuse
empie conl'assurditàdel falso ragionare
,
ad altri dopo di lui
anche
ma
,
in occhio
morti
vere
e
,
d^assurde
il capo
riempirono
Ed invero
opinioni.
Dei
OSIRIDE
de' proe
apparizioni,
sparizioni
dotti
alla
necessari vita,non solamente chiamando,
dei
Dei
d'
E
che pensano
animale
consacrato
bene i Greci
a
Venere
:
,
CAPITOLO
il drago a Mìaerva
Diana
a
,
Cane
il
,
dice
come
VII.
77
ad
corvo
Apòllo
,
il
cano
:
Euripide
éaraiyamor
della
luci/era
(^)
Diana
.
Al contrario
la turba
animali
sé stessi , ed
per
tanti Dei
,
venerando gli
degliEgiziani
avendone
di beffa
solamente
non
cura
di
come
empiono
di ridicolo ri-
e
(minor male di tanta stoltezza),
ma
s'ingenerauna perversa opinione, la qualei
deboli,ed i semplicigetta in una mera
ne,
superstizioun
e nei più forti ed audaci
con
accoppiasi
sare
peni riti sacri
da
ateo
,
e
da brutale. Non
dunque fuori
sarà
propositorintracciare il più verosimile
di questo culto.
intorno alForigine
di
4*
Che
per
timore
questianimali
Dei in
,
anche
di Tifone
si mutassero
come
nascondersi
per
gli
nei
è al di là
corpi degliibis,dei cani,deglisparvieri:
E
favolosa imaginazione.
e
d'ognipiù mostruosa
,
non
le
incredibile si è che
meno
non
quali,
mutate
per
nuova
rinascano
superstiti,
Tra
gliuni
politica:
fare
gono
generazione,riman-
animali.
poi in que'soli
vogliondarne
coloro che
dì dover
de'moirti,
quell'anime
una
dicono
gran
che
attribuisse ad ognuna,
e
che
ciascuna
per
gione
qualchera-
una
Osiride all'occasione
milizia
l'esercito nelle dette dai Greci
^
,
diviso
tutto
.
classi ,
o
centurie,
mali,
insegna,delle figured'ani-
figuradiventasse
onorata
stata
per tutti coloro , ai qualiera
Pretendono altriche i Re successori di
e
cra
sa-
assegnata
.
Osiride,per
1)'ISIDE
78
atterrire i
in battaglia
nemici, apparissero
coperti
dorate. Altri
e
ed astuti
re
ferine
di maschere
airumbilico
dal capo
D'OSIRIDE
E
che
raccontano
ayendo
de'
ribili
più tergliEgiziani
nno
conosciuti
,
leggieried
per
inchi nevoli
,
mutazioni
a
e
nabile,
d'altronde d'una forza invincibile ed infre-
nuovità:
per la
saviezza
con
molto
tate,
inargen-
moltitudine, quando uniti operassero
consiglio
comune,
e
che seminasse
loro
tra
una
discordia,introducendovi
dissi,
raccontano
d' infinita
eterna
causa
Infatti:
superstizione.
che quelle
bestie cui agliuni d'una spenel modo
cie,
di
ad altri d'un'altra comandò
di rispettare
e
cizia
tra loro in reciprocainimiadorare, si mostravano
ed
a
la
versione,e l'une
alle altre per
de'
parte gli onori
soffrendone
tanto
natura
tra
avvicinavansi
gliEgizianisempre
da ciascheduna
respettivianimali
mente
ed acerba-
,
l'insulto: attirati furono,
deglianimali
loro. Ed
in
vero
i soli Licopoliti
mangiano
fa il
,
sostenere
a
avvedersene, per motivo
nostro
di
divorarsi: cosi
occupatia difendere,ed
in guerra
,
,
a
anche
la pecora
senza
star
a
,
pre
sem-
tempo
perché
milmente
lupo,che essi tengono per loro Dio. SigliOsirìnchiti,
pure a' di nostri, perché i
il pesce Ossirinco, essi acchiappando
i cani,ed ammazzandoli
seli mangiano
mangiano
Cinopoliti
come
rinco.
loro il pesce Ossiqueste discordie spesso venuti alle armi
vìttima
Per
di ricatto al Dio
si maltrattarono
gastigati
per
gravemente
lì Romani
non
a
si misero
5. Molti finalmente dicendo
di Tifone
in
corpo
a
vicenda ; finché
essere
poi
in pace.
ma
l'anientrata
questiammali, potrebbe
CAPITOLO
parere di
79
la favola che ogni
significare
bestiale sia rimasta
e
o
VII,
del Genio
malvagio,per
e
rispettano
cui
di Tifone
|"otestà
in
raddolcire
placaree
queglianimali.
venerano
gionevole
irra-
natura
Ond'é
che
se
grandissimache apportipestilenze
calamità
altre
o
sterminatrici,
impensateed
siccità
soppravvenga
subito
insolite,
nelle tenebre
dal
i sacerdoti menando
via zitti e cheti
alcuni de' venerati animali
,
si rifanno
se
tinui,
e
minacciarli,
poi il malore conspaventarli;
li sacrificano e gliuccidono, come
per puni-»
malvagio(4) e fanno anche altra
bisogno^
grande espiazioneper qualchemassimo
che arrivarono
persino a bruciare vivi in Illizia
sione
del genio
,
,
gliuomini
netone,
contro
certa
Manarra
TìfonianiCO come
le ceneri
seminarono
e
dispersero
ed in
questo facevasi in pubblico,
chiamati
,
poi ne
e
vento;
e
data occasione
nei
rio
giornicaniculari ; al contra-
de' venerati animali fattioccultamente
sacrifici
nevano
ed in tempinon
secondo Toccorrenze, rimama
fissi,
segreti finché poi al tempo della sepoltura
di Api,i Sacerdoti,
mettendo fuora anche dell'ossa
sa
nella stesd'altrianimili,gettavanle
pubblicamente
i
,
tomba
del
Tifone
,
Api
morto
di cosi
e
rintuzzare
male; perchè il bue Api con
ad Osiride,ma
i piùson
sacro
Se questo è vero,
perché intorno
ed hanno
un
credo
a
culto
Mendes
,
chiamano
che
consacrati
spieghila
il
Api
a
Tifone*
ragione
del
tutti convengono,
lo Sparl'Ibis,
viere
universale,come
il Cinocefalo
a
il gusto di lui a far
pochialtri animali è
certi animali
'
,
di fare onta
credendo
,
stesso
,
Capro ^^^C/)
.
e
quelloche
io
D^
8o
co;
dell'utilee del simboliparlare
alcuni pochianimali d'uno deMue,
partecipando
alla
al bue
uno
e dell'altro. In quanto
più^deir
6. Rimane
i
D* OSIRIDE
E
ISIDE
e
da
,
all'ichneumone
pecora,
no
ora
che
è manifesto
li
venera-»-
cagione dell'utilee del giovamentoche recano;
spettate
ridi Lemno
sono
per la stessa ragione da que'
a
le
lodole,che
le
trovano
de'bruci
ova
e
le
dai Tessali le cicogne,perchè avendo la
rompono;
terra datifuora molti serpenti,
comparse le cicogne*
ucciserli tutti.
Veneranoravvisano
in
il gatto, lo scarabeo,perchè
l'aspide,
questianimali
certe
velate
immagini
della potenza divina,
l'acqua.
del Sole nelle stille delcome
Il gatto, che, al dire del volgoanche d'oggi,
concepisce
per le orecchie,partorisce
per la bocca,
è immagine dell'originedel discorso. Del genere
no,
degliscarabei é voce che non abbia sesso femmini-
deponganoil seme nella
la qualesvoltolano gendola
materia, appallottolata,
spinche, tutti maschi
ma
,
come
all'incontrano,
facciasi dal Sole
trario
d'occidente
membri,
ad
culto
con.
astro
senza
,
mai,
e
muovesi
voce,
umane
ha
non
e
come
quelthe
commettitura
senza
rono
rassomigliae flessibilità
facilità,
,
il cocodrillo ebbe
(^);e neppure
probabilmotivo.
la divinità
,
che
all'incon*
girareil cielo,quandofa
levante;
l'aspide
poi
invecchia
non
di
a
che
sembra
come
lìngua;infattiDio
camminando
per
una
Dicesi
fatto per
rappresentare
il solo deglilanimali
non
ha
via muta
bisogno della
guidale
cose
Dicono
inoltre che a quegiustizia.
sto
solo animale,di quelli
in acqua, riche stanno
secondo
CAPITOLO
81
VII.
gliocchi una membrana molle e trasparente,
da vedere,e non
dalla fronte in modo
cadentegli
esser
veduto;cosa che al solo Dio principeaccade.
Di più in quelluogo dove il cocodrillo femmina
euopre
,
,
si
partorisce
,
del Nilo ;
ed avendo
a
i
nell'
potendopartorire
acqua,
perchènon
d'allontanarsene,conosce
timore
della futura
V estensione
bene
il
dopo
il limite delle inondazioni
essere
sa
parto
va
le
in
ova
per
secco
refocillarsial fiume ;
,
che
senza
e
stodisce
cu-
Tacquaarrivi
sessanta
partorisce
quanti sono
impiega per romperle;ed altrettanti
i più longevitra i cocodrilli. Questo
giorniche
vivono
medesimo
che
escrescenza,
; ne
bagnarle
anni
to
tan-
,
numero
serve
anche
di
misura
principal
agliastrologi.
Venendo
aglianimali venerati per ambedue le
ragioniparlammo di già innanzi del cane. La ibis
uccidendo i rettili velenosi,
insegnò essa la prima
vedendola gliuomini
Fuso dei purgantimedicinali,
da sé medesima
in quella
niera
mapurgarsie ripulirsi
,
(S)
.
Perchè
anzi
infetta,
neppur
que'che sono
ad
vanno
riti,
beve mai
non
acqua
vi si accosta;
mal
sana
perciòtrai
più rigorosiosservatori
ed
doti
sacer-
de' sacri
attingere
Tacqualustrale là dove beb*
be la ibis. In quanto al simbolico :
dì,e mettendo giùil becco in terzo
i pieallargando
fa il
con
quelli,
ed inoltre per la varietà e pel
triangolo
equilatero;
mescugliodelle penne
la Luna
nel
bianche
tempo che dall'una
e
e
i\ere
rappresenta
dairaltra parte è
gibbosa.
y. £
non
ha
poi da
far
che gliEgimaraviglia
6
82
Ciani
d'iSIDE
tali inette
amassero
i Greci
nelle
simulacro
che ad
un
D'OSIRIDE
similitudini,
quandoanche
o scnlte
immaginidegliDei dipinte
adoperaronomolte
un
e
in Creta
delle simili: come
di Giove
orecchie per
e padronedi tutto
Principe
senza
ne
era
re
significacon*
non
cuno.
porgere orecchio a dar retta alle ciarle d'alA pie del simulacro di Minerva
pose Fidia
viene
drago,ed a piedi quellodi Venere in Elide nna^
volendo fare intendere col primo simbo*
testuggine;
lo che le fanciulle abbisognanodi custodia ; col seun
"Condo: che alle maritate
conviene
ed in silenzio.Il tridente di Nettuno
regionedopo il Cielo
terza
donde
mare;
Nella
stessa
dissero anche
aere
è simbolo
,
i numeri
e
le
casa
della
occupata dal
Am"trite, ed
i Tritoni.
di simboli-^
ornarono
guisai Pitagorici
che denominazioni
per
V
e
in
starsene
figuredegliDei
;
chiamarono
esempio: il triangoloequilatero
Minerva^
come
Dea
nata
dalla cima
di Giove
anche
da
Tritonia;infatti quel triangolo
tirate
a
dalla
perpendicolo
cima
dei
tre
,
tre
detta
linee
«qgoliè
diviso.
A
Apollo^perchèil nome
Apollo(da
à^XoiJ^ semplice
) non ammettendo
pluralitàal
C^); al duale misero
dell'unità rassomigliasi
semplice
l'unità
Dissero
,
contrasto^
nome
in
,
vero
al ternario,giustizia'^
ed
audacia'^
Tessera audii^cederivando da eccesso;
Tei^*
'
S4
ebbe
»^
T8IDE
OSIRIDE
che
della Sapienza
partecipazione
una
cose
goverM
Eraclito dice. Per conseguenza:
l'Universo,come
nelle
d'
E
inanimate
si
ravvisare
può
qualchetrac*
Dio, nulla più che nei lavori di bronzo o di
a
sottoposti
corrompimento e mutazione,
pietra,
eia di
affatto
privati
,
per
natura
,
del
e
senso
dell'iii4(
e
telletto.
Di
positodel
sono
le
tutte
le da
cose
colto
dunque che
deglianimali
,
si dicono
in prò*
queste giàesposte
principalmente
approvate.
me
CAPITOLO
Vili.
ARGOMENTO.
Sìmboli delle vesti d'Iside
d* Osiride
e
prò/umazioniusate
Egiziani.
J-Jevesti d'Iside
di vario
sono
e
della
giornalmentedagli
tre
1.
,
colore
,
pe**
"Aiè la
potenza di lei ha per soggetto la materia ^
la qualein tutto si muta
di tutto è capace : della
,
luce, delle tenebre, del giorno, della notte, del
di vita,di morte, di
fiioco,dell'acqua,
iBento, di fine. Al
senz'ombra,senza
della luce
tutto
è cosa
principio
contrario
varietà di
affatto
pura,
e
la
veste
comincia*
di Osiride
colori;essendo
il colore
sempliceperchèciò
,
la
causa
è
prima nulla
che
è
ha di
solo per lo 'ntelletto.Per quemisto,comprensibile
CAPITOLO
di dosso
leTaiagliela
•to appena
C^)
tengono chiusa
lettnale
Delle vesti isiache fanno
sensibili essendo
avendo
la
la
ripongono,e
per fare intendere che lo ^ntel*
né veduto, né toccato»
essere
•
può
non
85
Vili»
j infattile
grand'uso
air uopo
sempre
ed
,
a
cose
mane
ed
,
spesso in un modo, o nel*
r altro mutate, presentano di sé molte facce 3 alPin*
contrario, la cognizionedello 'ntellettuale, sem*
molti rovesci
plice
,
balenando
,
lambire
a
pena
santo
e
Tanima
qualfolgorearriva
ed
,
affacciarsi un
ap*
poco
a
vederla. Indi é che Platone ed Aristotele chiamano
speculatrice
questa parte
volte
della filosofia, que
quantunlevatisi
per forza della ragione
gliuomini
al di sopra delle cose
miste , e moltiplici,
opinative,
di lancio a quella
vanno
causa
e
prima, semplice
,
pura
,
e
giuntiappena
verità di lei ,
pervenuta al
2«
,
,
e
cera
sin-
credono
la filosofia.
pieno intento
suo
cerimonia
quella
per cui gliodierni
quasicon ribreziio segretamente e con
,
,
,
fanno
circospezione
e
nelle iniziazioni
come
Anche
sacerdoti
della chiara
tocco
a
signoredei
intendere
morti
,
che Osiride é
diverso dal Dite
non
de,
presio
tone
Plu-
daf più quelloche
sapendosi
veramente
turba, e spaventail popolo,
significa,
il sacrosanto
Osiride
sospettandoche veramente
de^ Greci
,
non
,
abiti nella
terra
,
e
i corpi di
sepolti
giuntial
suo
nelle
coloro
fine W
.
Ma
dalla terra, é puro,
da tutto ciò che
e
di
morte.
Or
sue
viscere
che
son
,
dove credonp
riguardati
per
Osiride invece lontanissimo
incontaminato
e
mondo
capace di corrompimento
le anime degliuomini , finché qui
può
esser
d6
in
d'isiì"£,e d'Osiride
terra
corpi
,
to
arrivare
possono
oscurò
un
sogno
,
a
passioni
^
nelle
e
della Diviniti,
se
partecipano,
non
d'
involte nei
sono
tanto, quan-^
non
per la cognizione
la filosofia.Ma poi,
toccarne
mediante
quando scioltedel frale passarono nelF incorporeo
invisibile impassibile
allora questo Dio si
e puro
,
fa
guidae
da lui ,
,
donno
di loro
insaziabilmente
rimiranti
e
in
pendenti
,
certo
ed
,
modo
agognanti
indicibil bellezza
ad una
e
inesplicabile
sempre
,
di cui Tantica favola dice , che innamoratasi
Iside
e
seguitandolae
sempre
pie di
standole appresso
di tutti i beni le
,
tutte le
bellezze,e
quaggiùsoggettea
nascimento
,
ed
a
,
,
riem-^
cose
di^
morte*
Questo è il modo di parlare
iUpiùconveniente
propositodegliDei.
3. Or
rere
se come
promisi debbasi ancbe discorde' giornalieri
: in primo luogoriflet*
suffumigi
in
,
,
tasi, cbe quellagente fa grandissimo
caso
delle
e istituzioni di sanità ; e che nei sacrificj
pratiche,
nelle purificazioni
nelle pratichedella vita eb^
e
bero principalmente
in mira la salute niente meno
,
,
,
della
rare
religione
; che
con
malsani
puro
Perchè
e
col
e
non
credettero
star
bene ado*-
corpiFEssere
morbosi
per
tura
na-
macchia, ed affatto impolhito.
di cui sempre ci serviamo,
dunquel'aere,
,
senza
qualesempre
siamo
a
contatto,
non
mantiene
stato , e la tempera stessa ,
sempre il medesimo
la notte si addensa,gravitasul corpo, e Taniroa
ma
costringead
facendosi
come
una
speciedi mestizia e d' affanno
caliginosoe pesante : perciòappena
,
,
levati del Letto bruciano della ragia, correg-
CAPITOLO
87
Vili.
gcndo e purgando Taere per la secrezioQe, e lo
illanguidito
spirito
congenitoal corpo riscuotono ;
avendo in sé l'odore della ragiaqualche
cosa
ed atto
fare
a
sentendo
grave
che
impressione.Di
nuovo
il Sole attira dalla
terra
mescolandola
esalazione,
di forte,
meszodì,
a
moltissima
e
Taere,bruciano
con
della mirra ; ed infatti il calore scioglie
e dissipa
gli
addensamenti
torbidi e morbosi dell'aere ambiente;
i medici
perciò anche
nei
casi di
si
pestilenza
Vedono fare gran fuochi per Topinioneche ilfuoco
anche meglio bruciando
Taria; e Tassottiglia
assottigli
odorose come
legnija
cipresso ginepro e
,
,
,
pino W
che
per
Di
.
Acrone
fu lodatissimo al
non
contengono
perchè essendo
e
in
raccontasi
Aristotele afferma
degliunguenti de' fiori
,
di odoroso
meno
che le
dei
prati
salubre;
e
frigido,
densabile,
con-
,
che
il cervello di natura
e
di
col te**
appoco appoco lo ammolliscono
di loro. Quel che d"
la morbidezza
con
di
qualcheconferma
una
Atene
tempo
pochi.Anche
soavi esalazioni
pore,
in
della gran pestilenza
ordinato di far fuoco vicino ai malati ; e
avere
giovò a
non
medico
,
chiamata
egiziano
questa ragione è Tesser
la mirra Bai
,
che tradotto significa
del delirioW
principalmentedispersione
,
.
lamento
4. La composizionedel Kifiè fatta col mescodi sedici specied'ingredienti,
cioè, di
mele, vino,uva passa, cipero,
ragia,mirra, aloe,sedi giunco odoroso C^),
ed inoltre,
selo,rompisassi,
le
di bitume, d'ulva , romice , gineprod' ambedue
finalmente
grandee piccolo;
specie:
f
di calamo. Si mescola tutto
non
a
di
cardamomo,
cs^so^ ma
i prQ^
88
d'
famìeri
ISIDE
D^OSmiDE
E
nel fare il mescuglio
leggonodelle scritture
Sebbene
(sedici)
quel numero
per essere
ed il solo paridi tali numeri,
quadratodi quadrato,
sembrar pose con
perimetrougualealla superficie
sa
gna
bisoconvenientemente
adoperato,nondimeno
sacre.
dire cbe poco
vi
sto
vi abbia che
molte delle
concorrano
fare,ma
cbe
mescolate^ perchè
cose
essendo
piene di virtù aromatica
ed utile esalazione,
spirito,
per
soave
di lei mollemente
Taria,e dairalito
calmante, e le moleste
cui
mutata
ventilato il corpo
pra
tem-
del
giorno,
bisognodella ubriachezza,quasifossero lacci,
rallenta ,
e
discioglie
; la
sognatricedeir
animo
e
tese
e
e
agitata,
immaginatrice,
é
guisa di specchio,
pulisce
a
rende
cantare,
cure
facoltà
più netta; niente meno
adoperatodai pitagorici
prima
e
tramandano
addormentasi,prende una
placidezza
con
senza
piutto^
del
toccare
del sonno,
di lira
per
in**
sedare la parte dell'anima dalle passioni
brutale;sendo che spesso gliodori, è
illanguidito
ridestano;ma
vero,
il
anche
al contrario
senso
spessa
diffondendo
stupidiscono,
per
in tutto il corpo le esalazioni. Perché
la sottigliezza,
alcuni medici
lo
dicono
che
vapore
del nutrimento
intorno
agliintestini
certo
anche
il ventre
per la
fa loro
gli Egiziani
ragioneche,
purgativodelle interiora,ed
W
;
ma
anche
senza
un
molliente
am-
mieramente
questo: pri-
ragia opera del Sole, come
pure
essendo lacrii^espremute deglialberi
è la
la mirra
stuzzicandoli
la bevanda
con
beuto, lo credono
e
il sonno,
del Kifi servonsi
solletico: così
mescolato
,
quando il
leggermenteserpeggiando
nasca
CAPITOLO
89
vni.
del
nella composizione
pe'raggidi lui;dipoi:
delle
entrano
notte
y
diurna
è
specie,che maggiormentegodono
di
freddi all'ombra
vegetantiper delli spiriti
come
alla guazza
,
Kifi
una
,
air umido
;
e
perchèla
luce
semplice( donde Pindaro dice del
ed al contraTetere vuoto),
rio,
traverso
e
Sole vedersi
a
è l'aria notturna
un
misto
ed
un
composto
di
semi in un
luci,e di molte potenze , come
za
sennon
soggetto solo da ogni stellapiovuti
, perciò
molte
la ragiae
ragione,
e
prodottedal Sole
poi,miste
e
di
la mirra
,
•
di
bruciano
varie
qualità
far della xiotte« ^^)
come
,
sono
cose
semplici
,
giorno; le altre
abl^ruciatesul
II
dottrina ed alle
rado
delle
incontriamo
derano
di
cure
questiEditori^ non di
le qualidesi^
difficoltà
,
maggiore schiarimento
ebbero. Io
quelloche
,
pretendod'avere
non
da
che
essi
emendato
non
quatto
lasciarono
imperfetto
que'valente uomini; ma se avrò aggiuntoqualchecosa non sarà
totalmente inutile Vopera mia a tale scopo. Oltre
quelloche la critica mi ha suggerito ho profittato
,
di due codici Laurenziani
pluteo80; Valtro
quali sebbene non
y
dal
21
molto
segnato N. 5
uno
pi.detto^tra
antichi
^
ciò
i
lezioni
alcune
non
corrette
Greci; i
nonostante
qualche ajuto^e fanno
somministrano
emendare
N.
:
strada
finora
ad
pure
nep-
Wittetibach, il quale citando alle volte
confusamente il Codice fiorentinomostra
notizia
diligente
ne
avuto
in
luoghiimportanti.Molti
poco
,
sono
e
non
d'aver*
ne
fa
i Codici
uso
Lau-
renziani contenenti
in que»
opere di Plutarco; ma
soli trovasi quellaintorno ad Iside e ad
sti due
è il Codice
contenente
Singolarissimo
di Focione"
Vite degliUomini illustri cioè,
Osiride.
XI
y
Catone
,
)
Dione
9
Bruto, Emilio, Timoleonte
,
Ser-
Marcello,
Tito,Pelopida,
torìo, Eumene, Filopemene,
Alessandro,Cesare; sembra
scritto intornò
Appartenne già alla
dopo Vera volgare.
celebre Biblioteca della Badia Fiesolana; quindi
fugato
passò in quelladella Badia Fiorentina; e tradei Mo^
alV occasione della soppressione
nasterjfu non ha molto ricuperato e dalla
al mille
,
,
Sovrana
MunificenzacoUoeato
Leurensiana.
nella
Biblioteca
tn
Alla
traduzione
Nel
note
dei libri di
numero
gran
filologiche»
viaggiin
aggiungo alcune
Egitto, e d* illustratori antichi e moderni delle
cose
una
gine
farraegizianeavrei potuto ammassare
di annotazioni da fare sparireil testo, come
una
barchetta
in
alV Oceano
mezzo
:
rando
conside-
ma
chiunquene sia desideroso può con
stretto
rimaggiore utilità leggere que'libri mi sono
a
Catalogo de' libri di
presentare un
che
,
alle Antichità
maggiore importanza concernenti
egiziane,scritti in lingualatina
ed
italiana
,
cese
fran-
inglese*
Aggiungo pure
applicato
Calendarj
Calendario
un
Isiaco
i
con
quest'Opuscolo e confrontato
al qual effetto
mi sono
e volgare;
romano
da un Emerologiocontenuto
nel Codice tra
a
,
N. 26
plut.27
quale si trovano
della
I Canoni
1.
,
y
Biblioteca
oltre
a
i Greci
Laurenziana, nel
questo
Emerologio
di Tolomeo
manuali
servito
con
la esposizione
di Teoné.
2.
ed
Fasti consolari di "Roma
I
fino a Modesto
Arenteo,che furono dopo il Consolato
Augusto II
,
età in cui vivea
3.
tempo
di Probo
e
ziano
cZiGra-
fino all'anno 5y2 ;
Teone,
Romani
e del
CatalogodegliImperatori
del loro impero fino a heone filosofoche
,
y
cominciò
a
regnare
nelV 886
y
di cui per altro
non
sono\ segnatigli anni dell'impero; indizio che
quando
scrivea V Autore
era
anco
per
Dopo
morto
queste
; e
cose
y
Imperadore non
quell'
visse
ne
fino oZ 911.
seguitanel
Codice
il
ìt
Catalogocol
suddetto
tìtolotìéiJt,€po?"6y(OV
Uìjvcav
TÌXe"aVfdella
hoù(p6fiOùv
de' Consoli
y
scritto
stessa
che
mano
i Fasti
i^ariato ora
elegantementeè
^
informa
della sua
quadrata e con tutti i contrassegni
antichità cioh del secolo IX. Io non lo produco
nel Codice
darò
ne
sta
come
ma
precis€unente
estratto
un
seguitandoil metodo tenuto dal celc"
con
cvmAtOj
oro
con
ora
di
y
lettere
y
,
,
Lami, che il primo ne die contezza
di Firenze dell'anno 1748
nette Novelle Letterarie
N. I, e N. 17. Egli stimò di far cosa
grata agli
tre Gioi'anni
pubblicarloperchè sconosciuto allo
Scaligero al Petavio alPUsserìo^al Bevereggio,
Prideaux, al Pottero,ed aglialtri Cronologi
a
escluso ilF. Odoardo
stati ^no a queltempo
non
Corsini
che di poco avea
la Dissero
pubblicato
taxione XIV
sopra i mesi degliantichi.
di riprodurlo
Ho creduto a proposito
perchè
accade di molte cose pubblicate
nei
se mai
come
Eruditi
col
,
^
,
-
^
,
,
Giornali,fosse rimasto dimenticato, possa
la memoria
varsene
tanto
confusaper
a
rat^i^i^
della cronologia
gioi'amento
la incertezza
del
e
nome
della
corrispondenzade' mesi. Due
vantaggidunque
da
procedono questo Emerologioai letterati: uno^
di sapere il nome
dei mesi di alcuni popoli che
si sapevano^
non
te
tutti,
o di saperli
quando di cerail
che in parte ; l'altro,
gentinon si sapevano
,
sapere
a
qualimesi
qualerelazione
tavole dei
aveane
romani
tra
giornidi ciascun
quelle
gentisono poste sotto
e
corrispondevano
le
loro;imperciocché
di qualunquedi
mese
,
a
ciascun
nome
,
coi
y
de' mesi s^amde
I0 Un
e co' termini
principjj
sultare
differenze
; le guatiperò4Ì potranno meglio connel Codice; poichéil pubblicare
tutte le
tavole
stanno^ sarebbe
come
troppo laboriosa
cosa
lontana dal mio pres0nte scopo.
Ma ritornando al soggetto ; fautore di questo
libro sembra tessersi proposto di wler mostrare
ed anche
la connessione
del culto egizianoed in
del Politeismo
con
,
la scienza delle cose
generale
naturali^
le
racchiuse in semplici
qualiin principio
allego-'
rie per renderle sensibilial i^olgoy
e per fate a lui
V Autore
adorare e rispettare
eonseroatore
e
delf ordine naturale
deviando poi ed alterandosi
y
y
in processo di tempo j si trasformarono
in mestruo^
si racconti,da' qualiera più difficile
risalire alla
fosse f uscire del labirinto
Arianna; filoche nella Mitologia
prima origineche
y
ilfilodi
senza
non
e gliiniziatinei
pretendevanodi avere i Filosojl,
Con questo mezzo
sacri mister).
volatisirendere
ragionedelle favole^e delle cerimonie del culto
dlside
bue
d'
e
Api
deglialtri animali
e
da ciò che
tutto
;
dell'aversione
da
lui apparteneita: riducen^
a' due principj:
del Dio benefico^
Osiri-
Tifone^e
do
Osiride,del NUoy del Cocodrilloydel
a
del malejtcoyTifone;ossia
de',
al
all' altro dissolvente
ed
principio
gener
pe'quali tutto
Verdine naturale è mantenuto^
Questo sistema che
l'autore prende a sviluppare
nella spiegazione
rante,
del culto d'Iside
era
y
il solo che potesse appagare
ne
compiangevanole
sapienti i qualiperaltro
Infattianche nel secondo libro de
conseguenze.
i
,
VI
di Cicerone:
Deorum
natura
gate le simboliche
liteismo si dice
ed
yidetis
^
:
dopo esposte
dottrine
allegoriche
ut
igitttr
ne
rebus, atque utiliter inventis,tracta
spie*
e
del pò*-
physicis
a
sit ad
ratio
commentitios, et fictos Deos? quae res genuìtfalsas
opiuiones,
erroresque turboleutos^et superstitiones
aniles ;
pene
et
formae
tates,et vestitus ornatusque noti
conjugia
tereaet
,
Ceres
genera
cujnscumquerei,
Cultus
idquecasti ssimus
que
ta
et voce
solum, verum
a
sanctissimus
semper
pura,
veneremur
etiam
et
Deorum
autem
atque
ut eos
pietatis,
mente
Deos
nuncupaverit,
quos
colere debemus.
per-*
;
terras
per
Neptunus,alii per alia
sint,quoque eos
jntelligi,
quiqualescumque
consuetudo
tra-^
ìmbecillitatisbumanae...sed
per maria
,
ae»
prae^
,
naturam
per
:
Deus
spretis ac repudiatis
bis fabulis
tinens
snnt
et
cognationes, omniaque
et
ducta ad sìmìlitudinem
tamen
Deorum,
nobis
enim
poterunt
nomine
et
venerar!
est
optimus,
plenissimus*
integraincorrupenim
non
philosophi
majores nostri superstitionem
e
religion
separaverunt
'^
.
Allorquando la
stiana
cri-
dottrina intimò
dicando
il
vero
ed
guerra al Politeismo pre^
li
unico Dio ; si accrebbero
del Paganesimi}
sfòrzidei filosofi
per difenderne
la religione;
allora furono scrittilibri nei quali
^
prendevansi spiegarecome
a
delle
cose
ridussero
stesse
un
dottrine
delVantichità
vedemmo
nelle
simboli
favole pia ridicole e si
sistema fisicoragionato quelle
naturali
ad
e
allegorie
le
,
le qualidai piùsagmitologiche^
gi
erano
derise
e
condannate^ come
riferite
parole di
Cicerone.
vn
dunque intorno ad. Iside
Il libro
sembra
stato
essere
sia da Plutarco
altri ,
con
a
il nome.
quellidel
con
specialmente
degli Oracoli e contro li
che
persuaderci^è innegabile
dei tratti di
somiglianza
;
dello stile,
delle dottrine W:
dubbio
veramente
se
anche
turco
autore
deglialtri
,
bastasse
,
vi si ravvisino
questipiù
rà
qualcunonasce-
credersi
se
che
di Plu^
debbano
buirsi
attri-
delle Vite Parallele, Per
limitandomi
e
non
mento
Manca-
ogniquestionein proposito
tralasciando
,
almeno
Stoici
e
a
ma
possano
quelli;o
al Plutarco
altro
questa mira
con
qualcunaltro che ne pren-il confronto
di questo Opuscolo
Se
e
ad Osiride
sia da
,
desse
composto
e
al
tiamo
libro,del qualetrat-
co
io sospetto che non
sia del vecchio PlutarPerchè ci vedo grande impegno di vendicare
,
1
.
ilPoliteismo
ed
quelle accuse
dalle
una
accuse
d'
empietà e
tacita retorsione
coatro
il Cristianesimo
di
di alcune
'y
come
perstizione,
su-
di
al
IIL n. i, dove si inveisce contro
chi crede
Capitolo
doL pretesi
ai patimentiche si dicevano sofferti
dubitare che ivi da critico poco
Dei; potrebbesi
istruito della Dottrina
alla Passione
anche
J«
Capitolo
Cristiana
8. dicesi:v
n.
si
di Gesù
Egliè
lusione
facesse alCristo. Al
sicuro che nei riti
(i) In quellodel Mancamento degliOracoli
9"
Hanno
gliEgizianinelle loro favole che Bea
si legge:
partorisse
de' cinque
cinqueGgliuolìalludendo così alla generazione
,
Mondi
espone
da
una
sola materia
».
a quanto
corrisponde
d'Osiride.
La dottrina de' Gen
se ne
j che
ivi sì
dice in questo d'Iside %
è di
sacri nulla
fondamentale
che sia
irraglone-^
voley favoloso^ immaginario superstizioso^
come
,
certi hanno
alcuni;ma
pensano
altri non
sono
utiliy
che stimano
essere
Al
III.
Capitolo
di
della
casi
e
^
regi e soi^raniyi quali
potenza furono fregiati
per virtiieminente^ o per
d' essère creduti
della dignità
modo
scoloro
2.
n.
fatti
ricordati dei
....
maravigliosie grandi
quindiil rovescio
ed
qualche isterica o fisica
senza
eleganteragione^.
morali
cause
Deij
fortuna;
scappatolo delle parole,
protrarono
e
ricorrono
quanto
e
al
co^
di
vi ha
dalla divinità
spiaceifole
trasportano accortamente
anche dagliesempjdi vecchie
alla umanità, àjutati
istorie
Or
ec.
»
che qui si
potrebbesospettarsi
non
alla Dottrina
alludere
?
uomo-Dio
buoni
e
Anche
de'cristìanidi Gesù
malvagi non
Demónj? Or,
se
cristiana
fiorìtra
secondo
de'
Genj
alla
degliAngiolie
ciò potesse parere
tutto
V età del Plutarco
che
Cristo
parrebbe contrapposto
Dottrina
medesima
vi si dice
quanto
volesse
ilfine del
secolo della
le,
verosimi-
delle Vile
autore
primo
ed
Chiesa,non
il
dei
Parallele^
del
principio
farebbe supporre
zelo per combattere il Cristianesimo
,
del
si sviluppò
ne'filosofi
come
gentili tempo po^
sembra essteriore;molto più che Plutarco non
in lui
tanto
sersi molto
trovandosi
credere,che
imbarazzato
appena
ne
della
nuova
qualche lieve
fosse poco
o
religione;
argomento
assai istruito. È
da
vero
luoghicitati ed altrove non si fa cenno
di
alcuno^in cui V autore apertamente apparisca
che nei
,
col
vicenda
a
distruggerli
necessità
dal
dirò
e
^
crebbe
fare scempio deglianimali^
non
noi
alcu-
cosa
lore,
co-
vivacità
non
voce,
^
non
aspetto fiorito di
persuasione ài
suave
ri-
tanto
a
anche
rimuove
non
Plutarco^ wnon
con
la
parti o
abitudine fecero
questa abitudine
ma
alVaìimento
necessari
nay
i suoi
si
agliuorrtini il nutrir-
necessario
sguardare come
che
in
degenerata poi
di carni;
^
puritàdel vivere,non eccellenza delTapprenderedegliinfelici animali anzi per piccola
del Sole
di carne
priviamo un^ anima
particella
della vita destinata nel primo
della luce, del corso
deiranima, non
,
lor nascimento:
essere
voci di essi stimiamo
le tremanti
così
e
significato
,
senza
preghiere,
sono
pur
di ciascuno di loro
e giustificazioni
supplicazioni,
( Plut. del mangiar carne trad. dell'Adriani, )
condonando
Ma
alV abitudine
il
dissi alla necessità
come
pur di sovente
d' innocenti
incrudelire^come
d'ogni
contro
mo,
anche
genere
adoperatinel nutrimento^ e
non
al maltalento
abbandonati
,
ed
di
e
impunemente straziarli*^
V uccisione
vederne
mento
delle
le
quasiancora
le
ancor
pubblicamostra
a
y
a
pie
alla
mai
o
donabile
per-
veggiaanimali
^
di lasciarli
libidine di
costretti
essere
lo scannamento^
a
lo scortica-
in
pubblicospettacolo
più popolosecontrade
e
in
lo squarto
e
sarà
mangiar c€fnefnon
^^
mezzo
di fioritecittà;sicché
belanti,o mugghiantigolesquarciate,
viscere
palpitanti
; e
va
si
appendano
tanf oltre la barbara
dh questa carneficina
che
,
di nobili palazziscannarvi
tu
differenza
in-
vedi so
spesi mansueti
XI
e con
agnelli,
si
le abitazioni de' cittadini alternar-
gliscannatoi ed
i macelli
con
appese
membra
di caldo sangue
j4 questipubblici
scanr
grondanti.
namentiy come
a lieto spettacolo,
fermandosispesso
imbelle
la gioi^entu,
d'un'
s'imbeve
crescente
zioni:
ferocia,impara quellecrudeli frasinelle alter cauti voglio
vedere il fegato, ti voglio
scanDare,
ti
vogliotirar
fuori V anima
impara a non
l'effusionedel sangue
al veder
orrore
senz' avvedersene
avere
5
e
,
così
si rende
piùagevolea trasportare
agliuomini V indifferenza
per
lamente
sol'uccisione;assuefacendo
non
daglianimali
la strage
e
per
gliocchi
a
non
alla
commuoversi
a
putridosangue
Or che diremmo
ci
le orecchie
quelle
delle miserabili voci di
vittime,eà^ilnaso
del
ma
carneficina,
se
non
nelle
offendersi
piùdel fetore
prossimelatrine versato.
usciti dalle
in un
trovassin^
ridenti contrade
nostre
tratto
,
non
avvezzi
a
simili orrendi
spettacolia vederli in un paese
straniero? grideremmo certamente:
bari
luogo di bar! luogod'ogni
d'umanità privo!
All'opposto
senso
,
che diranno
pia umano,
che
gliStranieri se, avvezzi
a
ma
siste-
tali spettacoli
presso
vedano
pretende (e
te,
gendiritto in molti
senza
non
conti)al magisterodella cultura
e
mento
dello incivili-
?
Questa crudeltà
questo sempre
non
può
aperto
certamente
quod crudele
contro
,
utile :
teatro
i mansueti
della loro strage,
giovare al
est
enim
animali,
costume
hominum
:
Nihii
naturae
,
xn
scrìsse Cicerone
(*)
,
sequidebemns
quam
,
maxime
Per questa ragioneanche nelle
uccisioni deglianimati sanzionate dalla Religione
cradelita^
inimica
dal costume,
o
,
•
Vaversione
dimostrare
lo
si trascurò
non
contro
di
dagliantichi
che n* erano
quelli
La
prima volta che in Atene
regnando Eretteo^fu immolato il bove a Giove
il sacerdote
Poliéo
dopo di averlo ucciso gettò
strumento*
,
,
via la
bipennee fuggi Fu la bipenneraccolta e
di uccisione
accusa
e
portata in giudiziocon
quindiassoluta; ogn'anno si rinnuavava questa
cerimonia
pubblicatestimonianza
per dare una
,
y
dell' aborrimento
dallo spargere il sangue.
Il simile
facevasi d' altre uccisioni di animali ( F',
Paus.
delle
),e persinodopo V uccisione
di
bestie ferocierano
cerimonie
prescritte
lib,
1.
cap.
20.
purgazione.
più? que*feroci Ronuini, che in mezzo
alla strage d'uomini
di fiere pascolavano
e
gli
occhjalla vista dei sanguinar]combattimenti da
Che
loro chiamati Giuochi
i
Gladiatori
ed
che
,
detestavano
ciò nondimeno
i
strumenti ;
principali
anche le civili ed ecclesiastiche leggiriguardando
dendo
agi'impieghicivili ed escluper incapaci
,
n' erano
,
dal
la
clero i
persuasionedi
anche
macellari, assai
doversi
detestare
(1) De
la crudeltà
deglianimali^se non per compassione
almeno, per non farne tornare
quelli,
verso
di
mostrarono
OfficiisLib. III.
,
46.
XIII
te conseguenze
delta
scapito
a
ciò basti
W
proposito
le Costitttxìonidi Clem. V.
(i) V.
cilio generaledi Vienna
honestate
.
questo
su
Clericorum,
con
(*)
il costume
inferocirne
Ma
società
umana
,
e
tra
nel
pubblicate
Con*
prima De. Vita et
ha
Govenwf
non
Inglese
esse
dal
Anche
.
la
fu fatta un' ordinanza
per reprimereil maltrattare
straziar glianimali utili e domestici.
molto
e
eccellente Libro
(a) Un
fino
§io filosofico
questo argomento è il Sag»
su
i barbari trattamenti
qual punto
a
citati
eser-
sopra gli animali interessino la morale pubblicae
converrebbe fare delle leggia loro riguardo Di J. L.
,
se
»
Grandchamp
ec.
tradotto in
,
Gualberto Uccelli
ad
Ma
ec.
gliani dice il citato
,
i filosofi
contro
glianimali
soffrilenon
cazion
e
,
e
Firenze
di tutto
onta
un
.
dal Prof. Gio.
181 5. 8.*
quelloche può
Autore
:
»
scriversie
con
si-
Si solleverebbero invano
tale abuso
contro
un
linguaToscana
di potere dell'uomo
sopra
il pericoloso
il
che
fargli
errore
,
delitto contro
l'umanità
generalee particolaresenza
,
;
senza
una
delle istruzioni
educrate
consa-
che sviluppino,
solidino
nutriscano, e conquest'oggetto»
che vi si unisca l'appogquesto sentimento, senza
gio
d'una saggialegislazione
tutti i loro sforzi saranno
a
vani ed inutili».
pag.
114.
CiOOQIC
Digitizedf5y
CATALOGO
DE*
SCRITTORI
PRINCIPALI
C0NSI7LTA"SI
POSSONO
CHE
EGIZIANE.
ANTICHITÀ
ALLE
INTORNO
Compendium rerum
memorabilìttn^
Oxonii
arabice.
iBoo.
4*
Aegypti
ABULPHEDAE
( Hismael ) DescriptioAegjpti arabice
xxBDOLLaTIPHI
,
,
,
,
et
latine. Latine
vertit
et
notas
J. D. Michelis.
adjecit
4. Goethìngae 1766.
AHMED
fabeti
degli antichi AlSpiegazione
4* Londra 1 8o6,
geroglifici.
i costumi
su
degliEgiziani,sulla
( Bin Abubeker
e
caratteri
Osservazioni
ANTEX,
inondazione
BAMSDEUR
,
2
del Nilo
e
,
i di lui effetti.4* Londra
Viaggi in Egitto
Soria
,
,
voi. 8. Londra
BAUNIER
)
Lettres
Cipro
i8o4«
Grecia
ec.
,
iBtio,
h M.
,
Q.
sur
des
l'origine
anciens
Dieux
d'Egypte ^ui explique ce qui a donne lieu
fables dcs Dieux de lantiquile'.
Paris 1712.
aux
la.
Dell'Architettura
BELGRADO,
Egiziana,Dissertazione.
Parma, 1786.in 4ou
Rois
,
BELZONI
,
nelle
storico
BERTHIER
delle scoperte
e
piramidi,tempj, e sepolcri
d'Egittoe
atlante. Londra
con
en
Racconto
Relation
,
Egypte et
en
scavi fatti
Nubia.
4-
i8ao.
des campagues
du
in-fol. Pari»
Syrie.
general
Bonaparte
1806.
XVI
Essai
BERTUCH»
tres
sur
BRETON
,
les
sur
nouveUes let?
ou
hierogljphes
4-Weimar
1804.
jet.
Viaggiin Egittoe nella Siria. 6
cet
su
voL 18. Parigi
i8i3.
(B*),Ricerche sopra la scoltura presso gliEgi*
Venezia 1792ziani. 8: config.
BROWN,
Viaggineir Affrica,Egittoeé. 4.Londra 1799.
BRUCE
Voyagesaux surces du Nil,en Nubie et en AbjsBROCCHI
,
sinie. 2. voi. Londres
CAILLAUD
%
Voyage
,
1790.
daus
la Thel"aide
et
dans
le désert.
voi. fol. Paris 1820.
( Joan. )
CASALIIS
De
,
ritibus veterum
4.
Aegyptiorum.
Uannov. 1681.
8.
Aegyptiorum sapientia
Simbolica
CAUSSIN,
Parisiis
i633.
CAYLDS
Recueil
d'Antiquites
EgyptiennesEtrusques
Grecqueset Romaines. Paris,1761.voi. 7 in-4.
d'Ombos.
CHABROL,
Bescription
CHAMPOL
FIGEAC
Annales des Lagidcs.
CHAULNES(Duc
de), Mèmoire sur la veritable entrée
,
,
,
.
du
egjptienqui se trouve h quatre lieues
du Caire auprèsde Sanarco, et qui a e'te'
consacra
par
la
la superstition
à
desanimaux adorés pensepulture
dant
leur vie. 4-Paris 1783.
monument
CHISHULL,
Asiaticae,Christianam aeram
Antiquitates
antecedentes descriptae.
Londini, 1728.in-fol.
BENON
Voyage dans Phaut et bas Egypte pendantle
du general
de lexpédition
cours
2 voi. fol.
Bonaparte.
,
Paris. 1802.
DESCRIPTION
et
ou
(deTEgypte),
des recherches
de
Texpédition
—
9 voi. fol. avec
Le mèmc
qui ont
recueil des observatìons
éte'faitesen
Egypté pendant
i8o9i-i3-i8.
l'armee franjaise.
Paris
84o planches.
ouvrage
2.me
édition.Paris i8ai
m
foL
XVIII
d'observationsetdeménioiressurrEgy-
Recueil
JOMARD,
pte ancìea et moderne. Paris i8ai.
ÌQ*4.
aegyptìacì
nuper inter Isei Romani
fol.Roraae
efibssi interpretatio
hieroglyphica.
Obelisci
KIRKERI,
raderà
,
1666.
—
—
restituta 4
Lingua aegyptiaca
Obeliscus
i643.
Romae
i65o.
fol. Romae
ec.
Pamphilius
Spliinxraysagoge fol. Amstelod. 1676.
Oedipus Aegypt.fol. Romae i654t
LANGLOIS
( P. ) Hiscours des hieroglyphes
egyptiens4*
—
—
"
Amsterdam
i^55.
Narrative of a Journeyin Egypt and the Country
LEGH,
beyond the Cataracts. London. 1816. in-4LE MASCRIER
de TEgypte con(M. l'Abbé)Description
,
plusieurs
remarques
tenant
ancienne
cieDs,
moderne
et
les moeurs,
sur
les mémoires
LENOIR
de M.
la
(Alexandre)
veritable
—
Essai«
pays
les
Franche
geographie
les
sur
compose
4*Paris 1^4^ ]
"
Massonerie
rendue
des Planches. Paris
avec
an-
monumens
coutumesetc.
Maillet.
sur
sur
la
sur
h
sa
i8i4"
1809.
Hieroglyphes.Paris
8.
4-in
LETRONNE,
ce
les
etc.
origine
Nouveaux
voi.
de
curieuses
Recherches
pour servir à l'HistoIrede
pte pendant la domioation des Grecs
et
l'Egy-
des Romains.
Paris 1823. 8.
LUCAS
du
la
(Paul),Troisieme voyage faiten 1714 P^r ordre
rois Louis XIV dans la Turquie,l'Asie,
la Sorie
la
Palestine,
haute
et
basse
des remarques tres-curieuses
comparees à ce
ditles Ancienssur le labyrinthede
1 Egypte,un
nombre
'faitla
d'autresmonumens
et
decouyerte,
dernes des
res
3. voi.
un
de
Egyptiens
12.
Rouen
1719.
qu'ont
grand
dont
l'antiquité
des
parallele
avec
,
Egypte,où l'on trouvera
les ancien
nes
coutumes
orné de
il a
mo-
figu-
XIX
MANGLES,
Viaggi2
MÀREGHAL
'
1810.
voi. 8. Londra
(Silvestre),
Voyagesde Pylhtgorccn Egy-
pte, dans la Chald^e'ec. 6. voi. 8. Paris 1799.
MEMOIRES
( sur l'Egjpte
) pendantles campagnes
generalBuonaparte.
4- voi.
da
8. Paris 1800.
Aegyptiaques oa Ricucii de quelques monaAegyptiensinedits. Paris» 1816. ìn-4*
2 voi.
gravésen aoo planches,
(egyptiens)
MILLIN
,
,
mens
MONUMENS
in-fol. Romae
MONUMENTI
1791.
custoditi
( egiziani)
in-fol.Londra
britannico
nel Museo
i8o5.
de Graphide),
oùil
(fils
l'Egypte
du Nil,et autres
merveilles
pyramides,
MURTADl
selon les observations
bes, traduction
tire de la
et
tratte des
de celle
les traditions des
de M. Pierre Vallier
du
bibliotheque
est
sur
vìnce,
proAra-
manuscril
un
cardinal Mazarin.
1
a* Paris
1666.
NAPIONE
dell'Architettura
(Galeani), Monumenti
an.
lica.Lettere. Pisa 1820. voi. 3. ÌQ-8.
4* Parisiis
Symbolicaaegyptiorumsapientia.
NICOLAI
9
1681.
Viaggi,voi. 2. fol.Londra
NORDEN,
1762.
les obsur
L'Egypteancienne,
de l'histoired'Egypte2. voi.
les plusimporlans
jeis
Paris 1762.
12.
fraPAHLIN
(le Comte de).De l'étude des hieroglyphes
D'ORIGNY
(tVancisci)Collectanea
de annis
voi. 5.
PARENTII
DE
Mémoires
,
gmeus
rum
ou
Paris 1812.
12.
ec.
8. Parisiis
PAUH^,Recberches
et
sur
PERIZOMI
ràm
aegyptiano-
,
1671.1616.
sur
philosopbiques
Egyptiens
les Chinois 2. voi. 12. Amsterdam
1773.
originumet templo(Jacobi)Aegypliacarum
les
,
vetuslissimorum
in qua
investigatio,
Marshami
XX
illaUs5erii,
faaditas evertitur;
tnm
Capelli
chronologia
et confatantur.
Pezronii aliorumqae examinanlur
3 voi. 8. Lugd. Batro. 1711.
Relazione dellecose notaMARTIRE
PIETRO
(milanese),
bili delle
na
scrittain lingualatidell'Egitto,
provincie
trad. da Carlo Passi. 8. Venezia
1 564*
PlGNOatl (Laurentii)Characteres Aegjptii
voi. 4- Fran-
e
,
cofurti*x6o8.
Isiaca
4* Amstelodami
—
Mensa
—
Vetustissinue tabuiae
1664.
de sacris
hìerogljpliicae
aeneae
Aegyptiorumliteris4* Venetiis 1600.
POCOCKE,
Viaggiin oriente ec. fol.Londra
17^2.
e
gi
Pari-
377».
POCOCKE
et
Milles
JEREM.
Graecarnm
Latinaram
et
antiquarum
Inscriptionum
liber etc. Londini
1752.
in-fol.
QUATREMERE
TEgypte a.
sur
—
Recherches
voi 8. Paris 181 o.
sur
historiques
8. Paris
d'Egypte
REMOND
et geographiques
historiques
,.Mémoires
la
langueet
i8o8.
Descrizione
(Gabbrielle)
,
ed
la literatùre
con
inferiore,
periore
sudell'Egitto
esatta
osservazioni di costumi
di successi cos^ antichicome
moderni
,
DEL
Memoires
ROSSO,
on
London
Babylon.
Ricerche
,
1818. ìn-8-
Annales
de
,
cosas
mas
principales
que
desde il principio
del mondo.
DE
SACY
Notice
(Silvestre),
han
Egiptoen
succedès
4"Madrid 1678.
de Thistoire
d'Abdollatiphe.
8.Parisi8o3.
SAVARY,
Lettres
sur
i68o.
sull'architetturaegiziana
S.Firenze
1787,
SALIS ( Gelif ) bistoriador turco.
si trata de las
tizie
no-
ìrad. dal
francesedal sig.
AngioloRiccardo Cosi. 4* Roma
RICH,
e
4 voi. a
l'Egjpte.
Paris 1799.
XXI
SCHMIDT
,
Dlssertatìo de sacerdotibus et saciifioiìs
Aegj-
ptiorum.8. Tubingae1668.
ab Adamo
SINCELLl
) Cronograpbia
( Georgii
3
ad Diocle*
tianiim fol.Parisiis i652.
SONNlNI
Voyage daos
,
la baule
et
basse
Egjpte.3. voi.
8. Paris 1799.
STI^OTH
8. Gotbae
Àegyptìaca.
,
THORNHILL
ed
Relazione dell'Egittosuperiore
,
8. Londra
VALERIANI
1703.
1
riore.
infe-
663.
( Pierii)
»
Hierogljpbicasive
,
de sacris Ae-
gyptiorum literis.foL Lugd^ 1626.
de regypte.
Etat pre'sent
VANSLET,
(Hieronymi)Fiorentini Ab AegyptoDoab^xordio mundi
de anno
ctoris Theologi
primitivo
VECCHIETTI
ad
Julianum
annnm
accomodato,
et
de
sacrorum
tem*
Augustae Vind. 1621,
alto Egitto)illustrato dietro
ralione libriocto.
porum
VIAGGIO
(delbasso
tracce
e
ai
ed
disegnidel sìg.Denon.
Tofani
1
808. voi.
2
in
Firenze
con
foglio
Greca.
Iconograpbia
( Hermannì ),Aegyptiacasive
alle
seppe
presso Giu-
%ure.
VISCONTI,
de
Aegyptiacorum
Hebraicis collatione.4* Amstel.1696.
sacrorum
cum
Versuch
der alten Aegypter.
ueber die religìon
VOGEL
Nùrimberg 1793.in-4.
VOLNEY. Voyagesen Syrieet en Egypte.Paris 1798.
ViTSII
,
,
—
Le mème
2
WARBURTON
2
voi. 8. Paris 1799.
Essai sur les bieroglypbes
des Egyptiens.
,
voi.
17.
Paris
1744*
des Egyptiens,
CbalV^TESHERHOVIUS.Hieroglypbes
dées.
WHITE
,
4* Amstel. 1735.
Aegyptiacaossia Osservazioni
,
ticbità
V^LSON
•
8. Oxford
egiziane.
sopra alcune
an-
1801.
( W. ) Travels in Egypt.London
i8a3. in 8.
XXII
WILSON
,
dai
Istoriad'Egitto
tempi i pia antichi
di
quel
paese fino all'anno 1801. 3 voi. 8. Londra i8o5.
obeliscorum^
Romae
De origine
et usa
ZOEGA,
1796.
in fol. (i)
(1)
In
questo Catalogo non
nel trascrìvere
bibliografica
è sempre
la esattezza
mantenuta
,J1
,
perchènon h stato possibiledi vedere tuSi
da altri Cataloghi.
i libri descritti o di averne
contezza
diligente
né per Terudizione completa
Kon dovendo servire pel commercio
,
de' rolumi
numero
i
le date
frontcspizj
,
il formato
ec.
,
ma
bibliografica,
per sola notizia
la
mancanza
sono
di
annunziate
una
con
letteraria
non
sarà di molto
danno
Anche
alcune opere inglesi
maggiordiligenza.
i frentespizj
liano.
in
tradotti
francete o in ita-
t
l
II
CALENDARIO
ISIACO.
.»«
XXIV
CALENDARIO
aW Opuscolod'Iside
Applicato
e
d'Osiride^
HEMEROLOGIUM
SIVERSARVM
GENTIVM.
x^vn
Initiunu
Tyriorumm
Arabum^
Initium.
Àudidaeas
XVI.
Peritias
XVII.
Dystras
XV. lai. Mart.
XI. lai. Aprii.
Xanthicus
Artemisius
Daesius
XI.
lai. Jan.
kal. Febr.
lai. Mail.
Panemuà
XII. lai. lun*
XII. lai. lui.
Lous
XIII.
lai.
Aug.
Gorpiaeua
XIV.
lai.
Sept.
Hyperberetaeus
XIV.
Dius
XV.
XV.
Ap'ellaeu9
lai. Oct.
lai. Nor.
lai. Dee.
)cxviii
XXìX
Initiunu
Lyciorum
Dius
Kal. lan.
Apelkeas
Kal. Febr.
Audneus
KaL
Mart.
Peritius
Kal.
Aprii.
Dystrus
KaL
MaiL
Xanthicus
Kal. lun.
Artemisias
Kal. lui.
Daesius
KaL
Panemus
KaL
Sept.
liOUS
KaL
Oct.
Govptaeus
KaL
Nov-
Hyperberetaett«
KaL
Dee.
Asine.
Aug.
Initium.
XXX
Craetae.
InUium,
Cypriorum
Initium.
JuUas
IX.
Kal. lan.
Caesarìu^
IX.
Kal. Febr.
Sebastus
IX.
Kal. Mart.
Antocrator
X^ Kal.
Demarcbua
IX.
Kal. MaiL
Kal. lun*
Aprii.,
PaDsthycàtus
IX.
Archierius
Hestieus
IX.. Kal. lui.
Lous
X.
Aphrodiaiua
Apollo
IX.
Aimias
IX. Kal. Dee.
IX. Kal.
Kal.
Kal.
Aug»
Sept.
Oct,
IX. Kal. Nov.
XXX)
Èpkesu
Bithynotum.
hiitium.
Initium.
xkxn
XXXIV
ed
è forse Àdr astia
da
un
al^ro monumento
l'està confermato
credere
debbesi
Grecia
lo stesso
,
e
che
poi in
dai Monumenti
in bronzo
romano
.
La
Etruschi
o
pitturadel
vaso
(TEtrusco
nome
e fu
Ungarese,
regioMuseo
riceve
IL
Tav, /.
di Plutarco
l'opinione
simbolo passasse d'Egitto
in
Ta%"\ fT. Serie V, Il bronzo
Cav. Inghirami
nel
che
Secondo
questo
Roma.
»
Giustizia. P. Tav,
Dicea^ la suprema
gli ordini da
Anche
la Giustizia esecatrice
,
greco è presa
del eh. Sig.
si conserva
romano
illustrato da due dotti
Antiquar]che indotti dalla falsa lezione della epigrafe»
la qualedovea leggersi
Aequiias/vas^tt ÒX E^ueias vi
,
^
ravvisarono la Dea
jade
Monumento
Equejade,V.
antico
Milano
Ungheréseec.
il librointitolato m
del Museo
di bronzo
1819"s,
ed
Ei/ue-
nazionale
il fascicolo III. della
e notizie di scienze^lettere
Opuscoli,
ed arti ec. del an.
iS^o pubblicatadal Cav. Francesco
Inghirami, dove si parla della mia lettera al medesimo
nella quale io mostro
che debbe leggersi
Aequitascon le
osservazioni in couferma del predetto
sìg.Cavaliere.
dalla collezione
disegnato
(il)T. II J. n. a. Anello egiziano
del Sig.Nizzoli,
Cancelliere del Consolato austriaco
ha la 6gurad'uno scarabeo. I moderni
in Egitto
5 la pietra
nuova
colUzione
di
,
naturalistihanno
scarabei non
(i)È
riconosciuto esser
abbia il sesso
falso che la specie
degli
femminile.
questa dottrina.V. nelle Contradìzioni degli
Stoici il cap. VII. Forse si volle indicare per quell'emblema
il
del
anche
levare
Sole.
nota
(k) Ocho l'anno vigesimodel suo
due ;inui
in Egitto.
V. Manetone
CAPITOLO
(a) A
Bacco
fu
sacra
dominò
regno persiano
in Sincello,
IL
la musica
ed in
onore
di lui si fa
delle gare musicali. Ebbe il cognome
di Melpome*
cevano
la
fu
stessa
cui
no
Musagete chiamato
ragioneper
per
Paus. lib.L cap. 2. lib IJ.cap. 33. Oltre alle ras*.
Apollo.
XXXV
O"iride
tra
somiglianze
lib.XXXV.
Paus.
ogn'annoad
anche
se
ne
scrive
Dall'essere Bacco
navigandiyurinandique.
deil'umida
Osiride, Dio
grand'usodei
A.
celebravano,
cap. 7, che gliErmionesi
di Bacco, olirei giuochidi musica,
onore
certamina
come
,
Racco indicate dal N
e
Natura, s'intende il
vasi nel culto di Bacco,
trovino
sì gran
un
le libazioni
profondevano
e
,
in offertai vasi,per
perchèl'umidità
numero;
quindivi
e
perchènei sepolcri
cioè perchè vi si
si la sciavano
come
augurareil rinnovellamento della vita,
la
efà
della
causa
come
riprodtizione
»
cesi
di-
di Osiride.
in proposito
(h) Nei
delle Dinastie di Manetonc
frammenti
da Sincello nella
regnano
sempre
quinta successione
vatici
conser-
dopo
Saturno
volta per
s'intende di mesi ed anni lunari. Secondo
il
Osiride ed Iside 35 anni. Avvertasi
che
una
qualunqueconto se ne faccia ecco la
prima e più antica dinastia Egiziana.
Vulcano regnòanni 724 e mezzo, e giorniquattfo^
1.
di Vulcano an. 86.
11 Sole figlio
2.
3. Agatodemonean. 56 e mezzo,
giorni10.
suddetto Manetone,
4. Saturno
5.
4o. e
an.
Osiride
e
Tifone
an.
,
mezzo.
35.
Iside an.
6.
7.
8*
Oro
9.
Marte
semideo
an.
;io. Anubi
semideo
an.
99.
semideo
11.
Ercole semideo
13.
Apollosemideo
iS. Ammone
i4
Titoe
an.
(e) Pausania
timor
»ea
panico
a3.
an.
an.
semideo
semideo
i5. S080 semideo
i6. Giove
SfcS.
an.
an.
an.
17.
i5.
35.
an.
So^-
27.
4o,
20.
lib.X. cap. aS dà un'altra ragionedel
nocte panicusillisincessitterror. Qaibua
XXXVI
eìiiinDuHa
immiui
subest
eam
trepidatfonìs
causa
autamant
nella
rappresentata
in bronzo
figuraun
noRifrié
n.
oso
(d) DagliEgizianipresero quell'
statuetta
Panos
Genio
in
di mostrare
atto
La
gliEpicurei.
Ta\^. IJL
un
n.
i.
teschio di
che
,
morto
,
probabilmenteall'intento in questo luogoindicato.
la primavolta nelle mie Feriae f^ar*
Fu da me pubblicata
servì
sa^denses del
1818, e
loWijkierudito
Lo
stesso
si
conserva
dal
sig.Stanislao
Wiesie*
a Varsavia.
antiquario
costume,
la morte
fine opposto, cioè, di rammentarsi
troppo attaccarsi alla vita,passò
ma
per
con
non
i Cristiani nelfapratica
delle ceneri il primo di sima
quarela formula memento
homo
es
con
quia pulvis , et in
tra
pulverem reverteris
In
,
dall'artistaBiduino, e
un
scolpito
nel Camposanto pisarÉo
dei più an*
per essere uno
del
sarcofago
conservato
secolo XI,
è questa iscrizione,
curiosa anche
della lìnguaitaliana
ticfaimonumenti
*
VAI
HORE
TV
SICCOME
:
SE
PVIA
DELL'ANIMA
PREGADO
FVl; SICVT
EGO
SVM.
EGO
MIA
TV
\
:
DEI
ESSERE.
vai per via pregando deir anima
io sono
tu dei essere.
sei»io fui:s\ come
Cioè
tu
ora
)"
mia:
i\ come
fu l'uso di conBurre
alla guerra leoni,
sbaraorsi ed altri animali
feroci per intimorire e gliare
tigri
,
fece Pirro con
i nemici, come
gli
più modernamente
(e^ Antichissimo
elefanti. A ciò si riferisce la favola
vittorioso dall'Indie con
come
anche
la
intendere della
pelledi
sua
fa
tornare
Bacco
Leoni ec.
Tigri,Pantere, Leopardi,
tigreche porta in dosso;volendosi
forza
feroci dell'esercitonemico
(/)
che
e
bravura
in uccidere
glianimali
cohtro.
mandatigli
antichi
e negli
Spessoil Serpentenelle favole
è jùtrodottò per
guidareo per
V. Paus. lib.Vili; cap. 8. Orazio
colti
rac-
impedireil cammino*
Ode a3.1ib. Ul. Carm.
XXXTII
CAPITOLO
in.
chiamati gli
Cos\ erano
(a) 11 testo ha Matematici,
ne'
e
e le persone di
astrologi,
tempi più bassi tuttii filosofi
lettere.
(èf)Arcus
luti in
speéies
segmentisolaris vel
caelestisest
naris edita in nube
et
cava
et
perpetua, quam
specolointuemur, imagine relata in
laris ambitus*
(e) La
lu-
,
humida
ve-
speciemcircuì
Arist. de mando.
Cneph secondo Eusebio (Praep,
rd tt^utov Sv ^uótoltov, primo
lib.I.) significava
Ei^ang,
Cniph
voce
,
o
divinissimo. Il Vossio
essere
( de
IdoL
la deriva
)
braico
dall'e-
ala^ e crede che ilDio Cneph
Cenepht che significa
fosse così chiamato per cagionedel simbolo che lo rappresentava,
metà
serpente e metà
uccello.
(d) Se potesse combinarsi coli'età di Plutarco a ninno
più converrebbero queste espressioni
quanto ad Eliogaba*
lo il quale,scrive Lampridio
ubi
:
primum ingressutest
,
urbem
Heliogabalumin Palatino monte juxta aedes impe»
ratorias consecravit^eiquetemplumfecit.,.,
et id agens ne
Deus
nisi Heliogabaluscoler etur. Dicebat
guis Romae
et
s
et Samaritanorum
religione
praeterea Judaeorum
Christlanam
devoiionem illuc trannferendamut omnium
^
Cullurarum
(e) Nella
e
versione
dal Wittenbach
che
senso
un
(/)
et
lasciatii versi^
sono
e
non
si rende
generico.
Animas
daemones
tenerct,
Sacerdotium
Heliogabati
dal Reisk
del Xylandroriprodotta
secretum
igituret
Lares
sive Qenios
nomine
angelosappellante
et nuntios
Oic
cete"
differentes
,
animadvertens
idemque tute subjectum esse
voca-grasfissimumonus deposueris,
superslitionem
quam
Ut enim bonos Genios^malosque vulgus appellata,
et
mas.
rum
unum
^
angelqrum qtJioquealios
vaticinio^et praedicatione
dignostquosdamvelali legalof
animas
ilidem bonas
et
malas^
sic
XXXV
in
fiominttm ad Deuntf Deique rursum
ianctos
qnidem
tu
exhibitores
non
judicans^
profanos
ycn's. Buie
exisiimans
sane
:
emisi t in
^
sacro-
propUr
hanc
Hit adstU
auctor
excandtscentiae
tram
eos
ipsejudica*
p^rperam
senlèntiae hymnorum
meae
pulaturdicens
hominè$
functionem; alios rursum
ipsam, innocentcmquemunerìs
eorum
ad
suan
pravos» (Filonede Mando).
per
Della natura
angelicaV. Nazianz. in Orat. d^ 5. Joan.
nuncios
Baptistae,
(g)Di questo Timoteo
Timotheum
V. Tacito Istoria lib.V. 83. dove
atheniensem
ut anlistitem
e
Caeremoniarum
Eumolpidarum
genere
Eleusi excitaverant.
quem
dell'origine
d' alcu^
cap. VI n. 8. si fa menzione
nulla
dettadi
è
da
vocaboli
f
orse
ni
ma
Àmentliin;
questo
,
(K) Al
può dedursi
Xylandro.
che
passo
al
(i)Si
certo
o
tuttavia anche
mantiene
nel
come
parv»
volgo d* Italia utt
del volgocontro gliuomini
pregiudizio
di
pelorosso
biondo,
(k)
Di Castore
rodio, detto il
i.
philos.
Scr. Hist.
(/) Di Dinone
ad
sia mancante,
l'opuscolo
I. 8.
LaerL
e
e
v.
Cronografo,
lons. de
i5.
della
Arduino
soa
Storia
CataL
persianav. Menagio
,
degliAut. Plin,
CAPITOLO
IV.
tarco
(a) Ne di questo ne d'altri riti ricordati qui da Plual N. A. perchè
fa parolaPausania. Non sono
sfuggiti
facevano
al
suo
intento , cioè di
Osiride
rassomigliare
a
Bacco.
(A)Nel
Jsiìì^
quae
nello
testo è
omnia
stesso
Tì0\ìi
: mater
T»j3^i)v'l«v
leivroL^
(J(ri^mf-ivìfv
Teihjrn
la
Terra
detta
anche
Tf/Sf^i
era
enutriat,
^ chiamandola
nutrix.
senso
(e) Del piedebovino
Omero
Bacco, V. nelle stioni
Quedove: aur Eleorum mu-
attribuito
grecheProblema XXXVI,
nell'Iliade^lìn^,
a
Dfgitizedby
XXXfX
lieresBaechum
in
ip$a$accedati
ad
haec
forma )
est
veni
»
heros Bacche
Gratiis , ad
sancium
quia
bovigenam nonnulli
cum
bubulo
aui
bubulopede
ut
digne taure
bis aecinunt:
ac
plum
ckum?
horiantur
Carmine
sacro
(Jijrmm
ad
maritimum
tem*
templum pede bubulo.
et
cognominant
iaurum
An
Bac»
Sicut
magno?
boopinpoeta
bugajum qui se gloriose
dicunt prò
dixit magnis praeditamoculis,
et
bovis innoxiut
potiusquia pes
jactarets
aut
damnosa^
sic Deum
ut lenis
hortantur
xiuSy aut quiamulti hunc Deum
est,
cornua
veniate aUfue inno*
aratri et sationis invento^
putant?
fuisse
rem
perchè,vedi Paus. lib.I» cap.
( vedi Ossenfazioni
Pilaoro
rammentato,
di
di Corinto
fosse padronedell' istmo
Nettuno
Che
(d)
i.
al Testo
)
da Pausania
dell'istmo dalla te
dice che all'ingresso
parCenchri eravi un simulacro in bronco di Net^
a
mare
e
Sole. Delle Nictelieparlanotutti gliantichi,ed
(Georg. IV.
Virgilio
da
Pilaoro,
onore
erano
del
dette
iv vmx^ì tìKìIv ;
perchècelebra vansi di notte,
così
è
non
ma
i'uchiamato Nettuno
questo probabilmente
Titaniche
celebrate in
erano
(e)Le Feste
inno,
t
di Pilaoco^ o
U cognome
e perciò
è
Bacco,
chiamato
Sai.)
v.
nocturnus.
nel
questo sacrifizio
Pausania, ma bensì rammenta
(/) Di
tace
e
ad
Apollodalle Tyadi
Tempio
d'
Apolloin Delfo
il culto prestato a Bacco
sulle vette del Parnaso lib.X^
cap. Su*
(g) L' epitetodi
bambini
tace
intorno
a
in
;
Bacco
Bacco
di
dalle calle del
venne
qiiesto
cognome
di Bacco
da quanto scrive nel lib. XIV. cap. ^4
bambino
salvato dall'acque , dove fu gettato
ma
cestella ,
una
a
Xiicva.Anche
chiamate
Pausania
lAcnite
e
da
Ino
allevato
,
può
dednrsi che
da
prendesse
(K)
mare
In
una
occasione quelsoprannome.
quest'
della Messenia si mostrava
Ciparisso
fontana
perchèscaturitaper
d'acquadolce chiamata
un
colpodel tirso di Bacco.
cap. 3d
d
presso al
Dionisiaca
^
Paus. lib.IV,
XL
ceriadoperavanonelle monie
bacchiche i vasi ; e se ne faceva tant'uso nelle sepol*.
di Bacco.
iniziatinei mister]
ture, specialmente
«^gl'
venzione
attribuita l'in(k) Il fico era sacro a Bacco essendogli
di coltivarlo,
dagliabitanti di Nasso.
specialmente
la
(i)Ecco
ragióneper
Teofrasto chiama
abunda^tem.
se
il fico egiziano
multo, lacte
TroXi/oTorov,
così descrive il ficoindiano:
Plinio
serens
sentper
adeo
in terram
vmsii$
,
cui sì
ramis
diffunditur
ut
curvantur^
,
»ipsa
imi
quorum
spatioinfigantur
annuo
».
sibi progeniemfaciant
circa parentem orbem.*,.
multila»
superioresejug rami in excelsu emieant
sjrlvosa
novamque
dine, vasto
corpore^ ut lx passus pleriqueorbem
bina stadia operiant,Foliorum
vero
matris
colligantfumbra
multitudo peltaeeffigiem
amazonicae
habet^ major alia :
trium cubitorum,
folium alas avium ifnitatur longitudine
Pare che per la smisurata grandezza
latitudine duum
»
,
.
del
specialmente
fico indiano
,
si riguardasse
come
re
delle
prese per simbolo della
danza
della fecondità prodottadall'abbon-
piante;e perciòle fogliefuron
reale,ed
dignità
anche
dell'umido;
Come
meridionale del Mondo,
umidi
e
di pioggie.
In un
apportatori
nella collezione del
fuori due
escono
l'altro
che la
versa
suo
dell' acqua
luogo ( vedi
stendendo
ad
basso rilievo
vedesi
,
dei
una
le mani.
ambe
riparacon
visarsi il Genio
sig.Nizzoli
braccia, uno
Osiride che donft
a
la parte
si indicò per esse
perchèdal mezzodì spiranoi venti
anche
IV.).Nella
Sembra
doversi intendere
megliodiremo
parte opposta può ravcome
malvagioossia Tifone, che
le mani
verso
quale
qualiporge dei frutti,
figurasupplichevole
i fruttiec
l'acqua,
T.
egiziano
albero dal
un
Osiride vorrebbe
di sopra un'
ara
dal
impedirlo
beneficare.
(/) Questa frase propriadel greco ha esempj anche
nel latino : ter amplum Gerjronem (Ovid. Metamorf. lib.
Vili. VkISi).
Gergo ter felixsiec, (Virg.Acn. lib. V. v. 981
alle volle sta per saepe, V. Forcell. Tp/cotty^^v
leggesiin
ne
si mantieantico epigramma per infedelissimo,
uso
Qiicst'
nei
della lingua
francese.
superlativi
XLII
illaiex dei Latini
aqua^fonsscaiurieni.
Come
Buio
dità)
(l'umi-
allevò Oro, cioè l'aere temperato d'umido e di calore:
dell'umida nacosì Latona partorì
tura;
Apollo;Dio partecipante
dalFesalazioni dell'acqua
condo
seprodotto
il Sole
come
,
ghi
l'erba Loto che fa nei luo-
la stoica filosofia.
Anche
umidi,
il Sole
da cui nella
e
riconoscere
e
Aifrtp Latona,
analogìatra
le voci lutus dei Latini
(9) Nel Calendario
e
,
loto
Adref^ Nhro^i
degliItaliani.
di Tolomeo
egiziano
si segna il
^lÀf'rossia Novembre
al i5 del
mese
dell'inverno in
principio
anche dice il N. A.
come
7 dello stesso mese
Osiride.In questo mese, ossia , secondo Plutarco,verso
Egitto; ai
morì
1
meo
affattogliEtesii;nel Calendario di Tolo-
la fine,
mancano
è notata
bre
uscire
del Sole nata
per indicare V accensione
si dice al N. i u del cap I. può condurre
bambino
dell'umido,come
a
si faceva
egiziana
mitologia
la loro cessazione al 3 del
) lo che debbe
intendersi
non
mese
Toth
(Seitem-*
della totalemancanza
,
ma
poi alla fine di Novembre
affatto.Vedi il Calendario Isiaco qui aggiunto.
cessano
È
(r) osservabile che in tutto quest'opuscolonon si fa
dal N. A. della popolare
parola
opinioneche, secondo Pau-
che cominciano
a
scemare,
finché
sania, attribuiva ilcrescimento del Nilo allelacrime sparse
d'Osiride: »j4egjrptios
dies
da Iside per la morte
Isidifeslos
agitarequa anni parte lageri ab ea Osirin Acuni, Ac per
illos
dies Nilum
Quo fiiut inco*
lari^n turba dictitetaugeri Nilum atque implerilatequc
Isidislacrjrmis
»lib. X. cap. Sa.
eo irrigari
ex
arsus
(syQuestaragionenon soddisfai; è ben più credibileil
la causa
dalli strati di terra, e dalle pietre
contenenti
ripeterne
sane
excrescere.
incipere
,
delle materie
saline,
attraverso
di cui si filtral'acqua
del
marina che si insinua.
Nilo;ovvero
dall'acqua
grafi;
Geoanche i moderni
(1)Di questo fatto convengono
Erodoto è stato ilprimo a rilevareun fenomeno
così
I versi d'Omero (OdisseaLib. 1V«
importante(in Euterpe).
y«
sono
354» t fieg.)
così tradottidal Salvini;
XLIII
•
•
rtvanti delP
Ondoso
V
) tanto
appcllan
Nave in
vento
de' moderni
mare
Egitto( Faro
lungi quanto
cava
^
giornofa
un
Stridulo
Alcani
antisola h nel
Ora
•
favorevole
cui
in poppa,
sospiri
le
Savaiy ( Lettres
come
PEftipie
sur
Tom. I. pag.
della distanza
di.)li intendono in generale
dalla costa di Egitto
alla
Volney li applicano
; altri con
distanza del Faro dalla foce del Nilo che dagli
antichissimi
fa chiamato Egitto.
Questo passo del N. A. si riferiscealla
deir
costa
Egitto; e si vede che cosi allora intendevasì.
V. Articolo I. della
Spiegazionedel Viaggionel Basitoe
ai disegnidel sig.
nell'alto Egittodietro alle tracce
e
Denon,
1808.
Firenze
(«) V.
(v) JaUonski
fica numero
animale
al
(x)
(5)Cap. TI.
il detto alla Nota
che
di ^S anni;numero
periododel Sole
in
linguaegiziana
signi"
a questo sacro
fissata
misura
tichi
daglian-
o
della Luna
e
Nelle Pitture d'una
del
Jpi
vita accordata
misura. La
o
era
osserva
sig.Nizzoli si vede
cassa
da
il Bue
zione
nella colle-
mummia
Api
sparso di macchie
^
nere.
Vuoisi dire che nel novilunio debbono accadere l'ec(jr)
elissiSolari,quando la latitudine lunare
non
esser
luogo.
sempre hanno
(z) Molte
credute
lo permette» ma
azioni dei cani nella oscurità, che
dal
volgoeffettidella vista»sono
posson
invece da
attribuirsi
all'odorato.
VL
CAPITOLO
(a)V. Tav.
IV.
di stendere le nani
Quella figurasopra
contro
ilda
me
un
altare in
atto
creduto simbolo di Osi«
XLIV
ride,come
Bebooe,
mente
asino
a
con
(A)del
dissiftllanota
o
Tifone
.
cap. V, è molto probabile
Sopra l'altaresembra esservi un
i coltellisacrificatorj
in segno
del sacrifizio
fatto
quelDio.
del Mancamento
(h)La stessa cosa dicesi nell'Opuscolo
degliOracoli Gap. IV.
(e) Vedi il detto alla Nota (v)del Gap. IV.
nel vocabolo Muth
ravviseranno
(d) Gli etimologisti
del latina tnater^
madre, l'analogia
»
del tedesco muther^
e
madre.
(e) V. le Aggiuntee
(J')V.
correzioni in fine.
le Aggiuntee
corr.
in fine.
(g)Questo passo può far credere che l'A.alluda,all'uso
di grecizzare
introdotto in Roma
anche Giovenale
come
,
coloro che non
credevano di parer uè eruditi,né
motteggia
le donne;
balbettavano in greco, e persino
se non
galanti,
al punto che anche i pappagalli
s'ammaestravano a dir X^P^
ed altre parole
abusò
ne
se
greche.Nei tempi posteriori
Non
in poesia.
può negarsiche molte voci
specialmente
grechesiano diffuse in altre lingueper la ragioneaddotta
dal N. A. Ma se si parlidei tempi più antichi sarà questionabile
se
sieno
molte voci che si trovano
d'origine
greca,
o
presso altripopoli,
da quelli
piuttosto
passate in
Grecia.
(fi)Per intendere questo passo bisognasapere
Ifreco Kuu)V canis deriva dal verbo
(i) Aveano le donne il costume
Ku(«" sum
di
che in
praegnans»
prenderl'amuleto
Era di [tietra
d'esser gravide.
appena che si accorgevano
seleniteo lunare con altrisimboli p,er allontanare le mal\"
ec.
V. Dioscorìde
lib. V. cap. i5i.
(k)Nel librettode Homero si attribuisce ad
verso,
ma
ed in
vece
di
esso
questo
'
vi si legge)9(i}Xoto|ul£ug'(
xci)Xoro|ui£uo'"
diversità
dere
or',op'.
Queste
potrebberofar cre,
quellibrettonon appartenessea Plutarco ; sebbene
manchino
differenze anche neglialtri Opuscoli,
maggiori
ohe generalmente
lo
che
sonogli
attribuiti;
può creche
non
invece di
ietsi derivato alcnne volte dai
di rado dallo
e non
copisti
,
stesso
Plotarco
è stato
come
,
mostrato
il passo di Cicerone
Traduttore ai lettori.
(0
V.
var]eruditi.
da
del
riferito nella Lettera
amuleto
(m) Ph3'lactìrion,
qua«iche venisse da pbonalithis ( ^wvi}olXìi^ì
Di queste stravaganti
vera.
) vox
^
abusarono
etimologie
spesso
(n) Nihil In sacris
fuisseconstat quam ut
ominis
verba
,
gliantichi.
cautum
majori religione
veterum
ab ii$
longe abessent
nempe
quaecumque
animum
stitutum. Bine
illa et solemnis
nota
lu»
revocare
,
mderentur
mali
quid vel
sinistrum
portendere aut alioquinad
nisi forteid peculiaresacri
ctuosum
omnia
in*
illius sivefesti
seu
iupr^fi^ùv,
cb^nf^fotc
,
linguis
/avere indicta in iis a praecone formula.V. Span*
iieinioObs^ in hjrmnum in Cerer. v. i3.
CAPITOLO
VIL
(a) Vedi.SpanhemioL
(ìi)Nel
Athir
mese
e.
anche
celebravano k
gliEgiziani
festa dei quattro dolori d' Iside.
(e) Di Lachare tiranno d'Atene. V. il N. A. De
numinis
vindicta
:
e
altrove $ Paus. lib. I. cap.
$era
26-29.Dei
d'Eliano I. ao-29.
di Dionisio tiranno, V* Interp.
sacrileg)
(d) Il Campidogliobruciò Panno di Cristo 70 per le
fazioni di Vitellioe di Vespasiano.
( V. Tacito Istorie lib. III.
71.)Seppurequi non vuoisi intendere dell'altro incendio
più antico
avvenuto
che manchi
l'anno di Boma
nel testo la
voce
TpWToy^
Il Reiske sospetta
cioi v€pirèv wp^TOV
67
1
.
ìjui^vXwv
7róX€|uioy.
dei
Non
è questo il luogoda diffondersinel parlare
(e)
antichità.
umani
in uso
sacrifìz]
appresso varjpopolidell'
In quanto agliEgiziani
ed a lui molti
l'ba negato Erodoto
,
prestaron fede. Plutarco sull'autorità di Manetone
sto
luogo
non
lascia dubbio che
inijneEl*Kabè^
I
llizia)
oggi
i[n
XLTI
nella
situata da Tolomeo
-vivi i
sero
detti uomini
cosi
s'immolavano
Eliopoli
in
barbarie tolta via dal
di
Amasi
re
ordinando
ruderi
parte dell' ovest
il
giorno;
che si sostituis*
tre
di
figure
trovati
quadro collocato dalla
moli del gran tempio di
d'illizia. Un
delle
una
sopra
slesi sulla nuda
rappresenta quattro uomini
dietro al dorso, e strette
boccone, con le mani legate
piedi,ed
assiso
?sonaggio
delle divinità,ha
i loro
con
da
colonna
nel
a
altro
maniera
ed
,
medesima
rilieviin
atto
di
per-
lancia tutti e quattro
si vede rappresentatosu
una
tempio
infelice ,
un
un
terra
verso
dei distintivisoliti
decorato
cui
lancia il cranio, mentre
una
un
e
con
trapassati
Entrando
corpi.
d' una
sacrificatorerivolto ad
un
maestà,
con
cera
A queste testimo*
Philè
i reni co' loro
che
avverte
i monumenti
corrispondono
di Manetone
negliscairidei
Mane*
,
grandezzaparia quelladegliuomini.
nianze
cioè che
stesso
uomini
persinotre
ad ardere sull'altareinvece di uomini
sero
Lo
da Porfirio ci
in altro passo conservatoci
tone
si abbruciasi
Tifoniani,coloro
in sacrifizio
a Tifone.
pelorosso,
di
erano
Tebana,
prefeitara
sacrificatoretrapassa
un
il corpo
di lui è straziato
gliesecutori soho vestiti nella
che i sacerdoti,i quali
nel"assi
veggonsi
A Tebe inoltrefra le
sacrificareagliDei
ambedue
.
sculture della bella porta presso cui termina il viale,
che da
Karnak
conduce a Luxor, si vede un
sacerdote in atto di
sacrificare, tenente
nella
destra
speciedi clava
nanzi
prigioniero
prostratoin-
mano
una
che è per cadere sulla testa di un
ad Iside e Osiride , e l'abito di costui
lo fanno ravvisare per
di
uno
combattimento, che vedesi
quei che
e
furon vinti in
serpente mitrato. Anche
facciatache
guarda l'Est
immolate
ture
i
,
e
molte
davanti
Iside
altre , che
umani
sacrifizi
,
nel
quel
si veggono
e
ed
un
altro
davanti ad
tempio di Tentira, sulla
quattro vittime
ne
uma-
Osiride. Or tutte queste scul-
potrebberorammentarsi
appresso
ce
rappresentato nella parete del
prossimogran palazzoesposta a tramontana;
si vede immolato
quadrocon simile prigioniero
un
la barba
,
provano
gliegizianiOrapollopretende
.
XLvn
che
si comiociassero
non
del culto di
Autore
nostro
Ma
duzione
questi
sacrifizj
prìma della introche
afferma anche il
come
Serapide
,
incominciò
,
della Tebaide
i monumenti
di Tolomeo
nel regno
molto
son
Solere.
anteriori. Ja«
la religione
pretendedi discolpare
egizianaeoa
attribuire quell'atrocità
ai re pastori,
che ve l'introdussero
blonski
contro
il
fosse
stato
de' sacerdoti,
ma
consenso
i ministri del culto
vero,
d' un
che la memoria
accanto
re
a
umanità, o
tal costume
dovuto
avesser
finitaquella
dinastia,
non
za,
quellememorie
slaz,
suW
avrebbero
non
obbedire
iscolpi*
forzatidalla poten*
mancato
Vedasi Memoria
itiilizial!. ili. p.
sugli Avanzi
ciò
i fattipiò contrar)all'
avrebbono
obbrobriose.
se
permesso
si perpetuassecon
monuménti più venerati
se
avverta che
non
di
togliere
di M.
iSj delle
Co-
memorie
Egitto.
(/) Vuole Erodoto che Mendes nell'antico idioma Egiziano
S
/
à
irco:
YjxXìItoli re ^fdiyo^»
un
significasse
t^ Flav
JUTvurifsìMivSyiivocatur
et
autem
ptiaceMendes
hircus
et
Pan
aegjr^
Suida
Etjrmol.Magno^
{Euterpep.
M
endes^.Questa
parolanon si trova nei libri
parola
l'irco,che viene sempre indicato con
Cofti per esprìmere
lai.
e
alla
la
voce
Bareith. Jablonski
ne
conchìude
che Erodoto
si è
all'irco il nome
ziano
egiingannatoattribuendo impropriamente
del Dio di cui quest'
animale era il simbolo ( Panth.
to
Aegypt,lib.II. Gap.6. V. viaggionel basso Egittoillustradietro alle
tracce
e
ai
del Sig.Denoti.
disegni
Firenze
presso Gius. Tofani 1808.)
{g) Il Reisk crede che si debba intende/e del Sole.
-
nuper^ idest paucis ante saeculis,
ingeniis
reperto sunti vomitione canes , purga^
Cs) Quid
medicorum
tu
autem
ea
quae
alvos ibet
Aegjptiaecurante
Cicer.de
nat.
Deor.
lib.IL 126.
(A) Qui
ce.
si tira l'etimologia
di Apolloda dxvXS;templi*
La letrarii
era
relativo ai
il giuramentode' Pitagorici
quattro elementi;o secondo
la mente»
il silenzio,
allri
la verità.
il profondo,
significava
XLYIII
Vili.
CAPITOLO
i morti nelfe
(ci)Ecco t"erchi
gliEgiziani
seppellivano
della terra come
si vede specialmente
a Tebe.
profondila
d'onde
(li)Grand' uso fecero gliantichi dei suffumigi;
Jlammii adolere penates di Virgilio.
dura nei paesidi clima freddo^special*
Questo costume
l'inverno ; ed è da notarsi che nelle boscaglie
mente
sono
moltissimi alberi resinosi,
si
dicono grassi de'quali
o come
,
dicata
per bruciare nelle stufe.La ragioneda Plutarco inabitatori fino dall*età più
a quegli
potèconsigliare
servono
di
remote
abper bruciarli.
V. Fabricio. T. XIII. pag. 3a.
tale
e propagare
piantare
Del
medico
Acrone
d' alberi
specie
al BaXavo^
l'origine
de' Greci
che in generalesignifica
ghianda e frutto con
che
di quelli
alberi e più specialmente
dura degli
scorza
di cui
aromatica e odorosa
contengono qualcheproprietà
i frutti mescolati con
altre sostanze
a manipolare
servono
(e) La
bai
voce
»
sembra
dato
aver
,
,
,
,
i balsami
gliunguentiodorosi;perciòchiamarono i Greci
balarUnum
oleum
BoiXchftvoY
"iXouov,
e jULUpoSciXawov,
(xupf^l'f*
x")v/SotXavov,
e ficL^dytvov
yj^h^,myrrhinum unguentum^
e
,
unctio
mjrrrhina.Se questa
come
d'origine
egiziana,
il
cato
Egitto signifidi ghianda,o frutto glandulare,
di soma
stanza
piuttosto
odorosa
chiamando gliEgiziani
la mirra che
cosi
odoroso
non
produce frutto glàndularema versa umore
di
bai a quaincisa ; e poi si applicò
il nome
specialmente
lunque
frutto glàndulare
mescolato
odoroso in particolare
la mirra. Per altro il significato
radicale
con
o
egiziano
sembra
da Plutarco
supporsi
voce
,
e
ebbe in
non
,
,
,
,
,
,
lo credo
bai , non
greco che si fosse in originedella voce
diverso da quellodel verbo /SotXXu}
fferio ed appunto gli
,
Egizianichiamarono
»
Incidilur
nere
humor
e
radice
albicans
la mirra bai
usque
et
,
dall'incidere
ad ramos^
manatgue
tabescens^
qui in
minutas
o
ferire:
ex
vul*
glebas
,
NOTE
LA
PER
INTELLIGENZA
DEL
TESTO
GRECO
\
Richiamate
dai Numeri
arabici»
CAPITOLO
I.
(i) xloipitairSiv sKeiwv) eKeivvi^
^ redit enim
lezione; ed infatti non
sione
necessario farinata-
sembra
Ciampi.
veruna.
(2) Tk
lascia Tantica
Il Wittenbach
Reisk.
eTi^fiflv.
ad
xXXoL
lùv ykp) rìi [ùv yxf
£XX».
Reish
oUsla
àiS^Qiffiv
videntur seiuum
KeKTiJii,évo^)
oiabsurdum
J'^^o^O'/v,
ùvk
gignere; legiautem
Tk "Ma
k€ì» KBKTVJiJt^éyog.
iih ykf**.
Xylandcr.
) Locus mutilus, ita supplendus e iresti"
y^^f^fievoq
—
.
•
•
*-
giis scripturaeyet
Eustratio
in
Ethic»
Aristot.
Ti à'AAfls
[ùv ykp ivjpùowotc
98, 6,
iv ìéovTcttìli^oo^iVy
^e Ma ppov^ceon^[leQ QeU
vov
oUelci KeKriiiii̥OQ
Kcà j^péfievo^.
ra^i^ùDciVy
ravra
Latine reddidimus\reliqua
quidem quae precantur
homines
Deus
iis dat
mentem
vero
ac
pruden-^
Uh.
VI
pag,
^-
,
tiam
cum
,
iis
possidenseas^
communicat^ tamquam
atque usurpans.
del Xilandro
far tanta
mutazione
dà
un
Wittenbach.
La
conTeniente
senso
nel testo*
domesticas
C.
rezione
corsenza
Llt
Kcà copixi)sic distinguo
(3)'llyeijiovictv
Itì^i^iiviì
ur* STte^vniviq
et lego:^ysfMOvixv^
xa) coploLt
Tfic^.Reish
Marklandus.
Non
kcù ffo(pif,
ut
ÌTie^vuLif
Rectius
—
Witt.
v^yeiiovloLv
Koà "ro(pixg:
della
è7nc^tilj(,ìjg^
presidenza,
principato
vedo necessità di far mntazione
dottrina
della
e
:
sapienza.C
Reish
rie
rSov ytvofjiévù^v.
(4) Tà ytvófievoL)
non
potuitrecte dici hoc loco. Puto Piùytvéfieva.
tarchum
gata
scripsisse
Xylander e vulytvoocKoiJi^evci.
item veram
non
sentenconfecit
prohabilemy
—
tiam. Witt.
etiam
eo
dimittit
sed tempus.
perderemai
Ma
:
cioé^Dio
non
anche
come
Deus
,
,
Se
irnmortalitatem
debbasi
la
non
vitam
esse
j
rebbe
TerleggereyiV(aCKÌ)ievoL
la beatitudine
cognizionedelle
sembrami
non
ewistimo
,
dirsi che
a
:
beaoccupavit,
esse
.quodcognitiones
vipraeterita
alioquicognitione et intelligentia
sublatis
rerum
traduce cosi
vitae^quam
aeternae
titatem in
non
n Xilandro
—
di Dio
cose
che
é il
non
conosce.
da rifintarsila lezione del testo,
lasciai*mai la
analogaal
pili
deiresserci
cognizione
tore.
ragionamentodeir Au-
C.
(5) TloXiiiio^
Tj}J-^w)addendum
monuit
Reish. Witt.
—
Sembra
«v, ut
recte
doversi
piuttosto
sottintendere il precedente
èt^)
; onde invece di
To-
Koà irXTIjVT€TV(pO?iélMlO^
^€" tòVKoà èi'àyVoixVy
Tifi
rvf ^€"e^).k. r. A. C.
p^ivog'j
può leggersiToXéfitog
(6) "€fcja€(iù^
) ^(à ^eiioffeoùg
per sanctificatio-In
minime
Reish.
sincerum.
nem.
Jetéccù)^
Witt.
Votb.
promptu est conficere^^im oo'iws
—
—
un
lendo
aggiangerequalchecola
parmi opportuno
(7)KoAow«^$
'É^'^ovtrijc)
prìuset
habet codex
Venetus^
Unde
diserte
cpn^equens
et retate
erat
alterum
Witt.
ipsìcorrigeremusèjt^ovifcttg»
(8)Kcà nv6vTa) viderl queat redundare; sed
marito
respicitad uxeris cum
conjunctionem
ut
•
Beisk.
F'oce ens
(9) 'n« elcSfLevov)
legi tlcofievoi.
utendumfuitnisiobscuritati debui caliginemad-^
dere
Xjlander. "Èlcofiiviav
ipsequoque conje"
—
•
Bentleium^ Baxterum^MarJflan-
c^ram antequam
idem
dum
ac
si
Subauditur
intelligerem.
cognituriessemus
dubitavi
cti
sensiste
•
,
sis Baxterum.
res
Markl.
BentL
correxerunt
non
EiVojx^ya^y
et viri do*
postulat
quibusaddere pos-
Reisk,
recipere quod et
^[iSfìi
—
Witt.
aut
cum
(ih) aut "v delendum
ég mutandum, aut deincepslegendum vofii^oiisy»
"v rh [ùv.Ita omnes
Reisk.
Bai.
libri exceptis
Zp rhv /x^Vt
et Xyl. qui habent
Adsentiqr (amen
Meziriaco scribenti rov fùv sine "v.Max
atkte ^Ef
Witt.
adjecitèv Squirius.
fi,oiiTÓXti
legendum naXovcty oi^
(11) KxXovCi co^pixv)
(10)
Cìv rb
—
•
Iffitt.
ffo"()ictv.
Post alir
deest aliquid.
(12) Ti [ùv (léXcùvcù)
si deleatur Zraaf
quot versus^ in roùroi^ %7ctvv^jxoi
constabit. Xyl. irtfic^éXXovrH
versus
fùvrkfLékotr
Reisk.
va.
ÒToìfjXovvru
) NuUus dubito rectum
idest TfoivikùUvre^^
eos
vidisse^quivToS^ij?iOvvr€g,
Reisk.-^
ost«n4eul«t.
Tpo(paivovT$gemendaigerunty
ffav
—
—
I
ÒTO^ìjXoSvre;
léguntMez.
Item
paulo ante
Mez,
et
si
Reisk,
:
vedo
che
at non,
niente
Xilandrx),
La
Reishius.
TBfi^iXXovrs^
fùvrk [léXcLva
Koà
ad
vToSìjXovvru
Mark.
BentL
opus correctione
Non
referas.Witt.
magnopere
Xoyov
—
dove
manchi
correzione
defetto il
accenna
irtfi^kXXovreQ
i. perchè
proposito,
del Reisk
fùvrk fiéXcLmnon mi pare a
Ka) TepiqéXXovrec
si riferisce benissimo
al precedente
èv r^ v|/y;C}5
èv
2.
(pépovreg
KÌc;if.perwiTTef
chè
le dottrine intorno
al N.
l'une
IX,
e
le
alli Dei^
più erano
Taltre doveansi
simboliche;
e
oscure
ed
conoscere
dicesi anche
come
or
insegnaredagli
propositoè la correzipoe
no
in yTo^AoCvrf^,
VTO^yiXouvroL
perchètroppo lontaaccordarlo il Witè Aòyov, col qualevorrebbe
tenbach ; ed appunto dal custodire nella propria
ad altri,
rbv ispbv
mente
Xiyov doveàno spiegarlo
che neppure
vie)
più ovsapevano la ragione delle cose
dicesi poco dopo al n. IV. C
come
rectum
wlvBiv).
(i3) 'iic ov Tfo^nKov i^iJiépag
et^Sguirii
esse
conjecturanìhil opus esse
^f/^éfCùQ
sequentiaeoincunt; et de solis sacerdottbus ser^
istruiti in Divinità.
A
,
.
monemhìc
necesse
non
praemissa;quapropter
monstrant
esse
est
sacerdotum
nomen
hìc iterum
in^
obscuritaHabet aliqfiid
'HiJLéfctg.
Malim
^ixéfotg
tis;unde Squiriuscorrigebat
ìepBv(ri.
mino
delere aut reponere post Kvpim vidente Doaut
diei^f forte etiam majus latet vìtium. Will.
cuccar/. Reisk.
—
"*
Non
nemmeno
far
mutazione
par necessario
v^ è oscuriti. Parlandosi del
Sole è chiaro
che debbe
dirsi di
veruna,
e
tempio del
giorno
,
essendo
«llora veduti dal
il Soie
vi è. Da
non
che
di
Sole;al contrario
farvi le
giorno a
notte
Sole
ultimam
verisimiliter. Witt.
Niente
—
Hoitìv.
TJ^Afyóvo)!'.
in
mutai
vocem
che
C*
funzioni.
sacre
getturare
con-
si entrasse
non
Markl.
(i4)"Ex^pova^xoi^i Tpoy6vo)v)
Squirius
Utrumque
do
quan-
questo luogo si può
tempj del
nei
della
debbe
tarsi.
mu-
generale di
Tfóyovotqui sta in senso
8/ àvu)Tépù"
majores^praedecessores gliantichi e
furono noi morti, che in generale
diremmo
come
del
Éìrì maggiori nostri antichi nella gran famiglia
La
vóce
,
,
,
Mondo,
C.
Salmasius
(i5) Uepispyov)f. TeptcTTov^ct^Tov.
prò
ovS^ emendai
stare.
pispyov
Witt.
ov^ì
^AAà,
Reisk.
—
admisso, poteritttb-
quo
Bentl.
inutili pene
Tutte
quod
oiTepiepyov:
:
bo:
pro-
la lezione è ottima
né squisitoopìparus.V.
TSpiepyov
i Lexìco-
,
"rafi.
Kx) videtur vSctrog
excidìs-
(16) ^E"cTvph) Post
se:
Che
ex
igniet
il mare
fosse
Reisk.
; onde
far cambiamento.
Se
vedrà
la
—
ìVitt.^-^
'éx^vAop
fuoco
per questa parte
fu creduto
non
poi in questo luogo
Tvpògper
voce
Forte
produzionedel
una
dagliantichi
escludere
,
aqua.
che no;
sostituirvi
occorre
debbasi
si
?"6(pi"Aoy,
perchè Tessere appunto
excrementum
7r€pÌTT(»)ixot
ignisfacevalo odiare come
tutte le altre cose
exriguardate
qualiTepirTÓ[JiCtTOù
fuori della classe degli
e perciò restava
crementa'j
facilmente
elementi.
del
a
2.
Sostituendo
perchè si avea
dir altro che
i.
non
%K(pvXov
per estraneo^
si rende
e
non
quanto subito dopo dicesi ,
gione
ra-
si viene
essere
il
/
LVI
^AAo/ov
mare
extraneum
TBflrroiiL»
excremen^
C.
tum.
3v)forte "Tct^rov erfiq 3v ut Squi(17)*'A7rcù^
rius corrigit.
recte
Proxime KxretrJeiovTe^
mutandum in Koà s^Jiovreg
judicatBentleius. Witt.
scribitur et ipsi
aliis Bóicj(^u'fig
(18)BctK^ófSù)^)
Plutarcho
in vita Demelrii.
Xylanderet
Reisk.
i ^xKX,6p€oùg
'ìéjQfOLrig
) Te^mKTtg.God.
A. £• Venet. ^oKj^^óped)^
sumpsimus ex f^enet. et
P. prò vulgato
Witt.
fixKj^^ópeù)^.
si bene habet, idem signi(19)'IBiTOUve^"yTdsv^
nostro
—
ficaty
atque
hoc, aut
aut
tamen
consentientibus. Maltem
cvvct^ive^ccvrcov^
èTsvsvchrùùV. Reish
bisogno di tutto questo
aprireuà dizionario* C»
•
Sta beuis"imo
Jsh
(20) ^èòvT^ TCtVTÌ)
ov
ria
Non
;
txvt)
e
ut
v'è
basta
conji-*
ciunt Senti. Markl.
Squir.Witt.
: alias
(21) YioyH"pkii
^»l"r))
Lego (pour\
ciderit auctoris
f^enet. item
nomen
.
Correctores
inter*
sic
Xyl.Reisk. (pflwi
BentL
Baxst.
E.
MarkL
Squir.Xyl. Witt.
kcù ^pùùiJLévoie
i^pvfiévoi^y
(22) To7c ìt) lepS"v
^
VÌISia
ityvTTca
Nam
illud
y$XiKoà ypcù^oiJLéifOfC»
VÌI
IspUviS^pviMévoig^
lectionis. Reisk*
KCÙ S^poofiévoig
est indicatio pravae
Aid. Bas.
'Et) tSìv iepwv)
tSìv revocavimus
ex
Xjl. Witt.
9
Koà
f. 'EtÌ tSjv h
ypot,pofiévo$g)
—
La correzione
non
del Reisk. del rwv, e del resto che
si Taluta dal Wittenbak
mi sembra opportuna.
lo traduco
Ji^pùfisv»
statue
ed
sculture
altrilavori di
Toce
che
comprende
pietrachiamati ì^pvjMTGk
tvnr
Kot)eTÓcvw Kcip^laaf
Apollo^Vjut/arifp/ov
KXtóiMèvov
Oro
incensam
acerram
et supra
cor^
dovrebbesi
dare
emen-
ovrero
JvfjucùTtjpia
s(ry(afaqÙTOKeiiiévìjg
Il cielo che non
invecchia mai, essendo
VTOKOUOfMévfji.
cosi
,
—
lo
eterno
esprimono per
,
carboni
causa
cuore
dei
con
d^un turribulo ardenti; Il simbolo
sotto
nel
un
la
cuore
vita^nei
carboni
accesi sotto, la
della vita, cioè il calore.
perenne
dicava
in-
C.
S^ rbv yèvov«e ^(pXifoToiov^tv)
(25) TÌKTkiCi
.
verba sunt
vitiata. Sic
quoque
lib. 3. praep.
Eusebium
evang.
Haec
Porphyrius
^e
KOAf^"fki
apud
tSìv
XV
VT"f')(/»)v
àyvoisii^av
àlMxJit^
lùv fihXvj(^^eiiii
h ecép^vicav
ìfi'^vw$ Iikóvoli^Afe
klyÙTTioi
Jeiùov.
ròv Jopòv
yàp t"c appi^v, kuX i(pt€)g
yfiv.Kacvjapog
,
kcù Tepio^ov
ù"^ìi/iiog
To"r)v^
^fiéTot(pctvép€i
ovpavbv^
poùv
Hòé^BruiceXvividKViv.Xylander.
virorum
conjecturis
cum
locum
,
erat
quae
*TQiov(riìr.
Reisk.
:
ròv
TUraa
—
SAifvabest
^ovlec)
doctorum
—
nostra
yévovstc KÓTpov
,
Congruit
ad hunc
Viv
ecotipo-
Si ròv
in Aid. Bas.
yóyov...ircifotffKévoi
Xyl.edit, At forte
Ergo
loco\ethìc et in codicibus positura.
iT^ctipoToioV'
corrigo:rUrwt èì rhv yóvovètqyAiff ijv
où rpopìig
ctv
ilytvéffscoc
X^P^^TCtpMKSvccjttSAAov
non
suo
fTitt.
^ovle^.
—
Laureuziano
La
n.
voce
li.
legge QÒ TpQ(pii^
jxaAAoy
t/AfJvmanca
Plut.
80
ce
pure nel Codii Greci che
tra
X^P^^TCtpcLffKe*
i) y6vé"r6c»}g
é nel Codice Laurenz. n, 5. Plut. 8o.
ma
vac^ovre^'y
Farmi
del Reisk. come
la correzione
preferibile
più vicina al contesto ; e sembrami
Tfo(pìig
vÀfiVyKu) yevèaswq
x^P^^^*
meglio leggere
^^^
koù
Tpo(pìig
,
LIX
Convenendo
t.
yevé^Cùìg
j(^.
a
rpop^^la matèria,IÌÀhjpì
a
il laogo,jQupUv»E poi falso
yevé"eoog
abbia il sesso
non
gliantichi.
femminino
che lo
beo
scara-
credevano
come
C.
scribe TciJvi\LU.Ta.
Xylan.-^
(a6) MaJìfitCLTOù)
Salmasius quoque TCt^tì/iurct
Reisk*—
correxerat.
IlufjfVifiMTCù
recepìcum Squirio
prò villosa omnium
-
Ubrorum
lectione
fVitU
fiOL^jiiJMrci.
vocabuli
hoc
Monstrum
(27) K^yv^xtioutr/y)
veri retinet^ quod est
stigiatamen
haud
locus Platonis est prope
irpocoiKeiovo'iv.
secundi de Rep.Xylander cvvotKeiovciv
cxvj
rum
miglioredi tutto
CAPITOLO
è
IL
moLUT"
iiifire
(1) Mjjrg jxijvi,
astu
tis
inter ludendum
in
ncque
ncque
in
erant,
inciderit:
menses
,
ut
Luna
persoluextra
anno
puerperium Rheae
annum
qui
vicisse
Luna
cum
con/ecerit,quos
adderet, ita
dilatum
rexelv)Mercu-
quibus a
portiones,
quinque dies
ordinem
eos
usum
dierum
certas
rio
Squi-
èKoivù^
leggere
(FweKoivoo^'Ptv
communemfecerunt. C.
Forse
—
ovvero
rium
dubie
Jinem libri
—
Witt,
ve^
in
qui erat 36o dierum^
extra
annum
nullibi ulli
Solis elu-
itaqueexecrationem
écrit,
Xylan.
vellem cvve^^élv
(2)*Hjxipa«
Th^B cvveXjtìv)
contrahere. Xylander.
concinnare,in summam
dubium
Squirii
Xylandrinae emendationi certis—
simae
enim
oppositum nullius ponderis est
est auctor, in quo wveÀslv
sensu
;
nuìlus
contrahendi
Reisk.
10012 occurrat.
der. Witt.
Non
—
credo
il verbo
necessaria assolutamente
che
propositoanla riunione di
ispiegare
cvvekjelv
per
frazioni in
cinque giorni
,
a
cioè
) Salmasius
(3) Tcù^Jéyri
omnibus
ex
C.
dies quinquecoivisse.
partibus
iUis
Xylan'^
ffVveXélvut
del testo y anzi trovo
la mutazione
tante
Malim
—
correxerai
quoque
In omnibus
ReUk,
libris ante Stephar*
rey^^évTi
editisyscriptisque
Hum
legiturTci')(^JévTt
prò reContro questa affermazione
fTitt.
cto re')(jjévTi.
nei codici Laurenziani N. 5 e 21,
si leggeTS^JévTi
—
—
Pluteo
òo.
C.
olòtS)) Haec
(4) *Ey;^fi^/)if(rayToc
ctùr^
puto
infoemininum avrijmutande^ si quidem Paymila
mulier fuit v^feuoiJi,hvi
Xylander.
Legendum
re
Jj^fevifisyov^fla^itante
ipsa^et nexuloci^ post
duo
—
.
etiam
Squirium monente
par* HLpagf 202.
,
e
Wittenbach
e
tra
Witt* ^^ho
glialtri
i Laurenziani
pare
una
Pamila
a
donna
minazione
che
del
un
nome
i
uomo.
più
per
Non
codici,
luoghi
,
dove
donna*
una
ragioneal Reisk*
Osiride^appena
da Saturno
Aeg.
v^'pevofJLévfiv
; è
Pamila
dia
I
uomo»
in ambi
che tutto il contesto
Infatti l'essere dato
ciò
per
danno
aòrij, facendo
il Reisk emenda
me
y
Panth.
Jablonschi
Sqnirio,
prendonoPamila
poi che leggonoavTcp
vero
A
Jablonskio
nato
allevarlo
,
»
in brac*
mostra
dirò nulla della
convenevole
a
donna
più
ter-r
che
né che trattandosi d'un bambino
UaixiXvi'y
di poco» Jfé^otéj
nutrivisse
nato
più s'addice
femmina, come
poco dopo si dice d'Iside al N.XV.
Anche l'attinger
acqua era uficio femminile.
a*d uomo
^
a
LXI
Il Xilandro
pelerete
traduce
exaudivisse
vocem
acqua
udisse
e te.
»
aquam
Io tradurrei
"
aquam
i^ocem
,
tempioJovis
peteret , e tempio Joi^is
audwìsse\ andando a prender
: cum
piuttosto
exeuntem
e
ncum
una
uscita del
yoce
tempio di GioTe,
ex. roC iefov
roG
éiifixi^
vfpevoiJiévijv^
ÌkovT»* posta una virgoladopo vS^fBvoùìh^ Pcàvìiv
cioè ....h
,
(5)F. Legendum
r^v
r^v aut mutanI Cod. Laur, rjjvrpirviv
delendum
Aut
STcty. Reisk.
dum
in avr^v.
ìVitt.
r"v
—
—
rSfV BTOty. Non
il
KCti rjjjvTljXTnfif
rfirtiVy
perchéil Reisk
so
vuol
aggiungervi
quinto.C.
^é (pMt
(6)'^Evtof
.
.
.
lAAifvwv
) Pùto
vTh
hanc
antecedentihus* Witt.-^
glossam ortam
ex
In molti altriluogbis'incontrano
di queste osseryaaioni della differenza dei nomi
e
degliEgiziani
esse
de' Greci ed
che i Greci
e se
tutte si avessero
nel
Autore.
a
te
introdotprendereper glosse
bisognerebbetroppo
testo
avvertenze.
dove
poco do^o si nota
credettero Osiride lo stesso di Bacco;
altro,come
Niente si oppone
a
spesso far
crederle dello
simili
stesso
C.
iiì"^wr»rifiM
legendum
(7)àet^ctvr»
Ttfi"v)
MarkL
cum
doceo
Witt.
—
Il verbo
hinvi^a in
senso
di
ed in questo luogoparmi a proposito;
zione.
racon
perchèil culto degliDei si mostra
non
è
raro
,
il verbo ^tKVV(aconviene a chi primo*
Inoltre,
e mostra
istituisce,
osservò anche il
una
cosa, come
Reisk.
C.
(8) Suvivra^.,. ^g/)jxo5
[loXi^hv
%obT»yjèxiié-
txri
kAtot
fiiXi^ioì^
Jepii'bv
legendum cuvcafiSrac
vcov)
-
fTitu
j^^safjtiévovQ.
qui locus est
(9) Xévviv A^ywv) forte^éiifJLtv
Xóyovetiam Salmasiuscorrexe^
AegyptiCelebris',
ut dedit Squi^
in XéftiJLiV
Prius mutandum
rat*
rius
monuitque.L. Holstenius ad Steph.Byz,
Reisk ) Posterius Xiyovprò
et
pag. 355. (adde
habent Stephano anteriores,
omnes
XóyoùV
quipri"
-
—
,
niàsy
errore
(10) La
j
credo
y
è anche
kqTTBìv
voce
Plutarco sarebbe
d^
Stando
greca*
a
orìgineegiziana.C.
restituo
(11) ''E.K^è'ivcii)
venerim
ff^itt.
Àóyojv.
invexit
Reisk.
Jfielvov.
cura
conjectura,
ex
inf-
ròv fii^iX^rivov...
l^oOffav
—
retinuì
ÒK^tlvoit
yuf fùfiùc
ex
XyL
et
IhOcoL ròv fiev Xàrivov*..sk^vov
vulgato,
Squir.prò
yà^eùùhc*
/riti.
aut
(12)Yì.óXtov)
suspectum: sententia KÓpiioVy
kX"^ov aut Xo^iJLflv,
Forte dedit
aut
Jlagitat.
KÓiiv^v
auctor
TQxj^
masius
Tov.
KXà$ovg.Sai"
r. tr. oÙk òp.
TSfiéj^^ovrctg
quoque
correxerat.
KÓpi/^oì^
Kqpii^GV.fVitt*
che può stare benissimo
MarkL
—
formato
o
seno
al
piede del
Reisk.
Ognun
Quella pianta Erice
e
testo
con-
nati intomo
la
ricuoprivano
Stipa arborea. C.
che
é la
vede dal
kqXtov, eioè ilgrembo
dalla selvetta dei rami
tronco,
K^A-
—
cassa.
Aldo
est
ex
eK^pé^xvTo^
(i3) ''EKTpé^xvTo^)
rectius. Asparta
prò Astarta vitiose ; quod ex Eu"
in libris
sebioy Suida, et aliis. Ne qUisvocem
Regum sacris depravatamputet; est enim Astarta
Non placetvulgata,ncque
P^enus, Xylander.
Forte dedit auctor
aut
Stephanina.
in^pé^avro^,
—
*IiXlIl
Reisk.
iKfi^ctvTo^.
E. Fior.
A.
XyL
Non
ìVitt*
—
sic Aid.
tìc^fé^avro^:
—
Pas.
Perperam Steph. ^xrpivf/avroc.
vedo
biasimeTole questa lesione;
che il fiume mutò
voltò il
o
tanto
potendosiintendere
comodo
vento
e
precedente
placido
per la Dea, in
nel senso
di mutare
altro aspro e nojoso;
rpéTOù
un
La preposizione
è ovvio
sk
non
gli fa cambiare
^
V
significatoma
accresce
,
la correzione
vento
,
pelriflesso che
al fare del
fresco intorno
ai fiumi
d'acquae
pento
di terra
non
•
rigetto
non
adottata anche
avendola
di
piuttosto
aria
Per altro
•
nella traduzione
giornosuol
Ho
anche
alzarsi
tradotto
perchè trattasi d' un vento
de Munr
; dicendo Aristotele,
,
^ì iv
ivé^
iéftTvéovTct TvevfioùTci%oLkovfiev
èKTVoàc. Il
fiovq, uvf»i h TÌt^il;vypov (pepofiévag
in questo caso
indica ventò
usato
verbo SKTpépca
do^
TCù
dal fiume.
nato
C»
Tf6Tov)authpro"g,autTpó(i4) 'fl« sYpviTXt
; postea quod seguitar
repov prò rpoTOV legendum
ìiocXeKTov
nostrum
ec. ac pluraalia i^itio
suo
con^
jecturamsuperante Xjlander—«^n^tf aut post ètpij'
rxi
videtur
Tporepov^
aut
h
rolc oivooexcidisse.
Reisk.
.
Legendum
sint. Nam
aut
éedentibus
etiam
Sv prò i^ ; si
corrupta
locus
de
judicantMez.
Bisognaprima
fanciullo;e
pare
di
non
sunt
quidem cetera
aut
excidit in
obitu
et
pueruliin
Sqùir.Witt.
tutto
altri
vedere
essere
sana
mari.
chi fu
stato
ante-
che
Sic
questo
glio
il fi-
maggiore del Re, cui poco avanti dicesi condlottovia da Iside pelfiume. Fu questiprobabile
quelDitti alunna d'Iside clie dicevano esser
affogatonel fiume. (cap«I. n. Vili.) Né debbe
f^r ostacolo che là dicasi' caduto nel fiume e qui
del
nel mare^
potendosiprendereFimboccatura
Milo in mare
istesso. C,
pel mare
Acute
(i5)'OioiJt*évfi$)
et, ut puto^ vere^ Mar^
mente
,
i
klandus
fFitt. Ho adottato
corrigitiiVdojjt^évovs.
nella
tniduzione questa congettura. C.
ivrov
róvre A57r/^"yrby
(16) Kai yeùffctff^xi
t^
y
la traduzione del
pàyfov mi rhv ò^pvyj(,ov)
Xylaudroè:gustatumque a Lepidoto (sive squameo) phagro et Oxyryncho piscibus.
(Cioè,ne
rhv
j
mangiarono
tutti
un
poco
)
prae. aliis
quos
piscia
no
Aegyptiu Generalmente aborrivai pesci,
ma
questipiù deglialtri per avere man»
giatodi quella
parte del Corpo d'Osiride. C.
hxTOvtìvP. Bas. XyL Mez*
(17) àioLTOfiéveiv)
bus
execrantur
lectio codicis A.
Squir.Varia
Witt.
w$
(18) E/VéTvovvrbv ^O^ov,
nuà K»TXvx^Si"roùirbv
il cavallo
tre
nel
confusione
\^.fuga
M.a
sbaraglio}
testo.
essere
si
può dirfugge, men*-
che
effetto dello accaduto
come
più utile del
il Beisk
come
se, stando alla correzione
Oro
del Reisk
potè dire
leone il cavallo ? Mi
,
con
sia
di dare la mia congettura sul testo
sola dalla voi-"
allontanarmi che in una parola
dunquepermesso
senza
Ed invero
piuttostoun
il leone finisce la guerra
verità
Bovjjéta^j
Credette
il nemico
sbaragliare
è
jxiv
«^^A//aop
TÓXefiov
) Forsan
Reisk.
KCtrctXct^tìv.
ptùyovrot
esser
Aéwv
LXVI
quante congetture
sauris
non
er«no
non
potè in alcan modo
luoghisotterranei
servandovisi
luce per esser
l"ricavano in luogo elevato
lib. VI. cap. X.)
Io credo che non
^ìiKÒgè
•
veduti;e perciòsi fab-
(Paus.
far
occorra
generalmente
luogodi
di animali,e
anche
prendesi
p. i55.
Tebani
veruna
cap.
20
19.
mutazione
stazione d' uomini,
per
V.
luogo d^uso religioso.
Amm.
piùbelli,avea-
èoiKÓru (TVIKoicleggendo Jììficùioig
quellavoce
in
stare, perchèquesti
ed oscuri. Anzi con-
ed arredi sacri i
statue
bisognodi
no
fatte dai critici. The-
state
sono
e
tempio,sepolcro,
Esichio
,
Jlhunch. ad
i sotterranei
erano
fffiKoi
Dunque Jvi^ctìoi
che servivano di sepolcri
de' Re
e
,
per altre cerimonie
stati recentemente
sacre.
Questisotterranei
sono
gantissime
ele-
e pubblicati
con
scoperti,
stampe dal dotto viaggiatoreitaliano
Sig.Belsoni
nella
sua
opera intitolata Voyages en
T. I. p. 368. e seguenti.
C.
Egypte et en Nubie
K^ff^ut
(4) lloXXotj(Q\j
^O^ifiS^oc)
rcipov
ì'^oog
àfivSov
H MéfA-
wc
—
turbatus. Primo
Locus
delenda
a.
e. Florent*
(piVjauctoritate quatuor Codicum
Patata. Tum
reliquaita constituenda;ToKXayfirì
òvop^à^ev^on
rov
K^Jat Xeyofji^évov
(rci[iaTog,
rh iXyiTivòv
àg [lévfjv
Xéyov^iVy
'éj^owctv.
TroXiy^vìjv
yaf
est
ToXi^vij
Taphosiris:de qua item proxioiS^ ìS'm r"pov^0(rip;So$.
legendumépi^evevov^iv
Haec
me
In questa correzione
veder njominata la città ,
fFìtt*
può fare difficoltàdi
non
e
—
cola città. Che
debba
intendersi
solo dirsi
una
pic^
non
Taphosiris
sicuro,perchèFautore l'avrebbe nominata
in
è
quel
LXVII
mentre
ÌUògo;^
le
tra
qualinomina
avrebbe
non
fa che citare le rarìe
non
fatto ,
opinioni»
Taphosiris^ lo che
poi anche
se
inteso di lei nel
avesse
precedente.
Neppureconsento
affatto le
di
paroleche
che debhansì
il ff^itt.esclude
luogo
levare
sull'autorità
re
giacché è piùfacile accordaque'quattro codici;
che sieno
inventate
se
state
tralasciate
non
erano
nel
è
fn
altri,che
originale
; hensl
testo
come
poteron ess"érlasciate,
Laurenzianò
essendo
avvenuto
nel codice
quel passo assai
lacero,perchè oltre all'omissione di quelleparole
leggesiTvivre yccp è^etrlpov
ovofjLX^SffJott
ToXljQfViv
Onde
tSùv
Xeyoù^iv
ù)g fLÓvviv àXt^rivSìV
la
%')(pvcoLV.queldel
omissione
prova piuttostola imperfezione
dove si vede
21.
tutto
codice assai guasto in questo
cosi
luogo.Io leggerei
yovciv éc
A. V. la mia versione. "7.
T.
K.
[JLÓvi^u
TJSfv$^ TfU TrvXcùig Vfc^iTccvtv uXXct)^
KCtprsptìv)
ciXXojg
: recepì
rijfy
Tpò^ OiXcùtgmjffi^x
K^Tnipeiv
verissimas lectiones ex
Bas. et XyL KCùTctipetv
a
Xylandro.Witt.
(5) AlvSf ìi)legendum ed Siè,Saepissimeperhaec verba. Marklandus
mutantur
quidem o%v"
—
.
èì Witt.
—
Forse
non
per
,
stando cuìfSfalle volte per
di
senso
cioè
un
ricuso pure
certo
senso
per
logo,
ana-
recuso,
TetpxiroCfLCtt
sarebbe' affatto fuori
questo luogonon
:
•
si scambiano
sempre
negligenzade' copisti ma
renuo'y ed in
•
ec.
(6) Tpct(pìc^
) mailem rupò^isic quoque conje"
cerat
aia
Salmasius.
Reisk.
—
Vulgo
rpo"pki.
Tx(pxiSalmasius
^
vitiose
ypa^oti
Reisk. Jablonskius
LXVIII
—
ferisco
morte
•
Tebani
che
mortali li Dei
credevano
non
dovessero
non
Aoch* io pre»
Aegyp.P. i. pag. 48. W^^/.
rot^k^ Infatti tì si parladi
Panth.
di turba
ed i
pare che
ai funerali* C.
concorrere
(7) Semb|*a che
,
,
la
populusavesse
Afwc
voce
popolo basso diverso
Afa?; chiamati gliÀtei
Aifjxo^e pereiò oL^sog
un
senso
di
dal
^
,
dal
Markland.
è^avJpdcTÌ^ov*
''E^CD^Jfoiì'Tri^ovTt)
Benth
Mox
recte.
Txc
Ivqilolt»
legendum cum
Baxter. Sguir. Tum
avoLyeypotfifiévxv
prò ivuye^
Salm. Squir. Reisk, Wessenlingio
ex
ypx[À0fjLévoig
N. A.
ad
S.
D.
t.
p.
364-
Witt.
(8) O^oyyoi^ poyoù.sic Eusebius. Witt*
Reisk. Salmas. MarkL
Witt.
(9) *OjX^ciJfi)
Q^jAitìV
«—Anche
est
Laar.
ilCodice
(10)^Ay^Xe)legendum vide tur ovaf eJSe:quae
acutissima
Witt.
una
Squiriiconjectura.
—
Hìc haud
batur
dubie
Soterem
Colossum,
et
integerversus
quo indicaquietem imaginatum fuisse
deest
per
admonitum
:—
e
ut
Alexandriam
eum
vulgataàvflXs
Io Squirio
con
ovoLf elèe bisognerebbe neir uno
neir altro caso
in luogo di oBÙrhv.Io leggo
xvtqv
etc. Xyl.
deferret
o
N. 5. leggeugualmente.
C.
la
Leggendo con
,
fcosl :
ivéiXe tÒv
ó l^ocrìip
IItoX6[jìx1oc
h
l.tmTìj
rov
ovS'sèùjpCtKC»)^
BTiffrciiievo^
ologr^v [loppìiv^
KeXevovra
rìjiv
r^
Miiitrai
^férepov
C.
ofoctì^vfj^opy(i^yaùrov €U 'AXe^acv^puav.
^v rijiv
ow
jfv. Reisk.
/uto^(p^y;
(pìivTÌivfJLoppìiv
oòk
IlXovTovoi ìnóXoffCov^
,
—
—
,
ff^£ff*—-Non
è necessaria
comodamente
tendendosi
questa mutazione, sottin-
il verbo. C.
ku) hoifixFùi
legendum aiSit^
(11) tìpctKXeirov)
hXiX
hréta fiotmvróLi kcù
stvTO^
più tenebroso
passo è
del
lume
fFitt. Questo
Xfifaivov^i.
di Platone
Xylandro né
le
bastante. Io Tho inteso
istesso, né la
duzione
tra-
dei critici danno
nO"te
tradì»-
dalla mia
come
Plutone infnriaya per mezzo
delle
apparisce.
Eumenidi;e Bacco per 1« Menadi nelFOrgiaec.
et Squv(12) XctfOTlùq)
praeter Marklandum
rium prò Charoponis nomine
Sarapin supposuit
Semelerus
hujuslibelli germanicus interpres;
zione
y
hunc sic constituendum
unde
locum
yerut
I,aipxTfg
fMBv riigtov
existimoi
Xé^
yoLTfb^Iccùixc
UpoucXéov^
yevic^m J^ui Tv(pùiv.
KiàKov è^ tov tìpuKXéov^
Reisk.
tentatur
,
Varie
—
a
viris doctis: codices
in
vulgataconsentiunt. Equidem in re dubia legam iv
oh Xéyerou
àvràq fùv (scilicet
rijc
ìloùpcùirovs
Osiris)
ultimum
hoc ^vya*
^HpciKXéov^
yBvéfF^cti
^vyoLrp)^^^
Nella versio^
Witt.
rpòcpraebetcodex venetus.
—
ne
mi
son
tenuto
alla correzione
del Witt.
C
ÌTt^
(13) HcLVrh iiXfOVVTO^
^[mScq
^UÀKdfJLCtTO^
Àa[jifiacv€ffjcti.y
perperam
ditam
vectam
a
librario
,
notat
et
e
hanc
margine
Squirius.Saltem
lectionem
ut
in contextum
ultimum
ad^
in**
verbum
in iTiXuvJave^^ou.
ff^itt.
Xyl. mutetur
dictum voluit quasi
Plato K'^ìjv
(14) Aì^oO;)
ouèihiv
a verecundiUf
et par^
quasiverecundaretur
ceret
ad se venissent;frigidaquìdem
illis^qui
auctoris inge*
etymologiaet futilisy
digna tamen
nioycujuspluratalia commenta
prostanty et quam^
vis fortasse in eius editis non
legaturypoteH
in perditis
olim extitisse. Reisk.
Nec hot
tamen
vih probo. Ex loco Platonis
nec
SquiriiTrei^ovg
cum
—
in
seri*
Cratylo apparet tale quid Pbitarckum
ciòrSiyywd'fwc»
psisse: ràv A"^y S« cunov roU TCtf'
nione
y^TfoaViyvi ^fov.Witt. -^lo non approvo né T opi-
del Reisk
,
né la congettura del Witt.
fa chiaramente
di
vedere
II
testo
con-
mologia
che si vuol tirare l'eti-
^^Viq Plutone^
dalla
non
voce
àìSvi^
un'altra,che indichi
di cùihv^leggerei
e perciò invece
gaudio piacere-^
àoeoQy mutata
uS^ù)^,
ovvero
per miglior comodo
la comune,
secondo
da
ma
y
della
etimologìa,la
rbv
ii^ogin
et,
come
gliÀttici Onde leggocosì: Kcùì
Si^viv^
viovyk. r. A. C.
w$ ci^oiq
•He volte facevano
yotp riA^rwv
i^ di
lettera
.
IV.
CAPITOLO
^txNeiMv
f. STI
rov
(i) "p^vogSTÌ Kfévov)
ÙTÒ ToO Kfovov. Reisk.
CTùDiiévov
hoyéf^v)Locus mutilus
(2} Koù XToyivófievoi
ita supplendus:
Kcà aToytvóiJLBvot
^eb;[itc^ imit)"v yivófLevov^
ròv àwayièeiciv.:.hiXoi
yccf ^pé(pog
ìé 0 yépuiVy
in
ita patet ratio omissionis
VÓfiivov
postremis:prioraeadem ratione Squir.ex Clem.
Alex, Strom.
diserte est
VI. p, 670. in Veneto
S^eò yépoùu
lacuna
et in E. ^5b....
yépxvinterjecta
^
duorum
N. 5.
versuum.
Witt.
—
Il Codice
Laurenziano
S"ìò yépctìV
C.
leggeàToyivifiivoi
(3) Upójeffiv)
TpUciv.Witt.
Per
—
la
continuare
vece
ragioneetimologicaparmi che dehba leggersiindi ffvyQV(FÌxv
congiungimento piuttostoffvvvemissionem
ed i^vcisLV
4riaVy
quasicompluviuniy
y
humoris.
C.
IXXI
(4)"Bj^^sv)ìoiKBvcum
Phoenis.
fTalcken. ad
Euripid.
Witt.
(5) ^a'€ù)cacù rijcévpé(T€ocg
) legendum vcekìQ
zcà rvii ùypctciug
Markl. Witt.
cum
varie
(6) *KfXiK""uiiévH(roLv
) corruptam vocem
Mezir. àfXJ'^yàv
fùv ovacùv. Salmasius
corrigunt.
[ùvoùtrm. Witu
àpj(^tép€ioiy
(7) Tc3 TuAao;^fi))
Pylaochusest Neptunusqui
Questo
pylasisihmi Corinthiaci tenet. Aeisk.
—
di Bacco non
è rammentato
cognome
cfa'io sappia.
Fausanìa dice bensi che
dell'istmo di Corinto
di Nettuno
il simulacro
era
non
custode delle porte
Nettuno
tum
—
con
Bacco.
in bronzo
a
e
fu
Ceneri
bilmente
proba-
ma
TìvX"oyjng,
lìvXoLODfbi
intendessero di associare
C.
S'èvéjMoy)
forsitanyójMoy
(8) Aév^pjìv
prontenetplenaesuntarbores. Reisk.
quo gravidae^
Il Wittenbach
lascia la lezione
SévSpoùV
voiùv\in
da
mare
sembra
e gliArgivi
dell'istmo;
cerimonia
quella
con
parte di
altri,
all'ingresso
,
chiamato
che
dalla
da
alberi la selva
,
di
è usato
come
tAì}^o$,
e perciò traduco:
degli
vofMÒg,
senso
Esiodo,'EtÌwv
Io leggo
volgata.
cioè la moltitudine. C.
kcù kìvvìciq
) vonciùg^ yévvvicig.
(9) YloritriMÒg
in
Reish
Prius non
mutem
mutem,
posterius
kCvì^iv
cum
Xyl. et Mez, Witt.
h | ù^ìhg
viji'Sog)
Tepteréffev
(10) UsptTécreie
ad Eurip.
ùiòg. Valckenarius
"èf"l^fSog
hopslTCùfy
—
Phaenissas
p. 25i.
Reisk. Witt.
Nel
—
testo
dopo
èv T6j «Ale seguentiparole:
sono
*Apcci(pìig
dal Viltenbach
le qualidal Reisk
ypàjJLjJiiCtTi
(pct
la
voce
,
,
/
LXXII
ed altrisì credono
nella mia traduzione. Lo
io le ho escluse anche
rio vorrebbe
glossa
passatanel testò; ed
una
Sqoi-
Ma
leggereìs!(rtfi^^
^Ap(rci(("ìiQ
Egiz.difende la lezione antica.
di
invece
Jablonski nel Pani,
Ciampi.
(li) ìAv"cAv)MvctffèoBV.ff^alckenarius L e.
Reisk. Witt.
Sguirius,
Xeov(12) Kcà rh Xéovra niiSocij^^(àaiLCùai
^lVfeìISelXo^)A questo luogo
critici
,
col Xilandro
traducono
e
niente
:
i
osservano
leonem
et
ve^
leoninis januastempiorum
rìctibusque
A me non
disfa
sodornante quiaNilus exundat etc.
Januas
tQv UfSovJvpdoi^UTCù
temploruminé
le bocche di leone
vedo qualerelazione abbiano
le porte dei tempj cosi genericamentenomina*
con
nerantury
—
ti. Infatti Io stesso
Plutarco
nei
simposiaciscrive
Xeovreldov
eì^ixa
( lib. 4- ) KpijVMSì KUTÌc j^oLtTiiuToùV
in NelXo^ eTccyei véov vS(iop....^?iiov
rbv
Kpovvohg
XéovroLTdpoSévQVTog,.
Fontes
ninos
vam
latices
emittunt
aquam
•...
anche
ed ai canali
che
bagni, dei
Da essi
vediamo
come
ne
fonti
gettavano acqua,
presero Tuso
nei monumenti
in lateribus
a
no*
Egi-
tutti li scoli^
dei
tetti, dei
(Cupero Arpocrate p. 49*)
i Greci
nelle
e
Vitruvio
prescrisse
cùrqnam
adducat
percurrente. Gli
le teste di leone
ec.
per rictus leo--
quod Nilus
eo
Sole leonem
^sianimisero
autem
sunt
:
»
ed i Romani
;
come
medagliegreche,e
in simis
aedium
supra
capitaleonina
,
quae
columna^
sculpendaita posila uti contra
vero
cetera
singulasea primum sint designata}
sunt
,
"
txxiv
CAPITOLO
V.
memìnl
in sUperioribus
non
(i) Ou^^ uv6[iov)
quidquam de i^entQ praecessisse,
quo significatum
ji*
fueritTyphonem,quibusdam noxias ventorum
Reisk.
Doveasi rammentare
gnificareé
quelloche
—
fu detto de' venti meridionali,
(2) Oi ^
Reisk'-^Gosì
ÒTh roti
C.
01 ^
Afeffictviov)
il coci.Laurenz
leggeanche
maxime
ut
(3) Tuì/ùùjìy)
ad
comminisci
coloret et ponat : tamen
yuvoo^ìv
ostendet. Ego
vox
ivxfiéiJLiKTai
oscitante librario puto
que
vocum
orbi/
aliquiddeesse
ah
yoLvw^^v
ver^
alicujus
vocem
conflatamex
ali-
cum
scriberem-r
jactura et particula
o^BVy
x. r. A. Xyh-^L OV^e....
yoLv. o^evOLvoLfi.
t.
aut Tupsi^éfuov
k.
héXB'^OLV^
Forte
quo
,
rb wbv
rbidbv
25. C.
n.
^iquid
bifine cujusprincipiumperiit
Jcrtasse
quot
tov
aliquis
evpecrtXoyufV
valeat
extremum
ÌtÒ
—
forte corrigendum
exciderunt:
quaedam
A. Reish
rh iov. "0^5V,quale,
hérptjffxv
Xylander conjecit.
Witt.
Il codice
—
N.
Laurenziano
ma
ycùi/uì^ev'y
poi si
uVùoJeve che poi un
presenta
scritto
vi
,
facendo
aggiunse il y
del y, radendo
grave
dovette
materiale
.
Io
l'accento
acuto
in fine della
correttore
dunque
e
vede
a
che
preteso
prima vista
prima
era
correttore
spiritodalla testa
sulF^, e trasportandolo
ne
parola;
questa correzio-
.fatti^da
esser
}a le:FÌonevera
lo
21
non
da
e
intelligente
rente
per seguitarela lezione corrivendico àvoojev
; sembrandomi
cosi traduco
:
avendo
bucato
queh
LXXV
t
dalla parte Superiore
UOVO
uscirono
fuori ec.
Sarò
desiderato
dunqueio ilfortunato 6vp€^tX6yog
dal Xylandro?C,
ut Bentleius
(4) MépoTi)legendum ^eixBpdiriP
ostendit Epist.ad Mill. p. 76. Witt.
^
: ^EjXTfJbiftAiJ^
(5) Io /leggerei
ILolX^iC^oli
.
.,
"''
P I T
G A
L
O
.
.
VI.
O
KxXovcty ) Prior
(1) ^EtUXvitov....
iudicent docti. Nam
germana
.
et
vox
sit
an
àjf)vox
est
legendum sit.Est
prò qua forte ijfiaig
adscititium et quae praeter naturam
stÌkXi^Iov
va
pra-
tamen
ad-
sciscit sibi corpus morbis non
raro
ansam
praebent. Quidsiutet-alìbihiriw^fov
legidebeat? Xjl.
'ETixXìjrov
rectum
—
tum
est
esse
si
id quod exposiest^ significat
reprekensioni
«
.
•
Potest hic
àpcùViff/Mo)
prò devastatione,destructione^
Tv(("(i^€s
accipiatur^
prò
corruptionererum
et
et evertentibus^
sternentibus,
cellis omnia
audiatur
et punctum
eia),
commate
rb
constructio sit roO ffoiiLCtriMv
yofti àvTb
rb
a".
Reisk.
—
cum
^pictiQ
Bentl.
cum
"pS"vo^
MarkL
mutavimus
ita
mutetur^
ut
lTÌ)cA"jroy..t.)car"^-
S rbv Tv"p(ivcù
KctXov"rt scil.
ììvo[lu
uti etiamXyland.prò oU scripseMarkl.
cum
Legendum hTÌKì^poy
vel èTfXsTTtKÒv
cujusultimas
pròsub-
,
Salmasius
l,flj.
rat
sanus
versus
àoùfioLi^
prò uìTvPorro ipmwiJi*o)
et Squir.
à(pyiviffp*Qi
19 'Vv"pSive^
prò vulgato
cum
voces
Mez.
Tum
in
Tv"pS"v€g
ìèf
auctoritate Codicum
Tvpivog
unam
A,
E.
Venet,
LXXV^
Denique
in ai.Wìtt.
mutandunt
olu
Io
—
preferisco
col Xilandro, come
ÌTÌKtilfou
più conforme a voffi-^
S^eQche gliè unito : frale e morboso
Invece di
•
col Reisk e col
del Salmasio e di àùùfldi^
ou^pioLig
lo stesso che
^itt. leggo iepiottg
significando
iepict
nubcy caligineturbamento del cielo sereno.
òfii^Xvi
Il Codice Laurenz. N. 5. leggeac^pixtg,
come
ì^TvpCiveg
propone il Xilandro. Invece di à(poLVifffji,QÌ
,
,
y
,
del testo,
vorrebbe
ritenere
spiegareil
Reisk,adotto col Witt. àpyivtctcìJLOì
tite
Tv^oivo^.Le sordi Oro, e le sue ritirate
contro
e furie di Tifone
e
come
e
C.
Koà àpv^vtd^iioi.
SK^fQfioà
sono
ivt"TCùt
)
(2) OvK
oÙk àvieroLi
,
aut
aut
legendum
Reish
Tccverctt.
ov
Kivelrxi
ifelè^ctvic^xrctf
ff^itt.
rett
dissolutus
—
.
non
est
,
Io
MarkL
cum
—
Forte
uù
leggoqvk àveU
è disfatto. C.
non
tSÌ)VTOTCtiAoiv)
priusmutan(3)"0]Xjxafl"/...JTÌ
dum
in cùfLOttri
cum
XyL; posteriusin siri rbv
Infatti vi si parladel Nilo. C.
fFitt.
TOTcti^òv
C.
(4) oh py^pBi)« (pjeipei.
^^ ff^itt.et olii.
S'è
(5) DAjfpw/v
) Tiipaxnv
(6) Vacat.
TOioTì/iTQgi ita legendum mo(7) *OfA0"pTijT05)
nuit Xylander,et post eum
omnes
fere adnota
—
-
Witt.
tores.
f. ^TTeuctPnovffcty:
Locus^
vTSvavrictv)
(8)Oò'X^
hic est
sanusj
viri est
—
uxorem
epciv
Quid
Witt.
vis mihi
An
esse.
—
nihil
assutum
:
uxoris
me
aliunde
sembra
invectum
maritum.
Tojelv
persuadeatur
quam
vTUvtìcctVy quae
A
et
non
hoc
/
Reisk.
sanum
remittat amorem?
che vi si debba
della
parlare
LXXVII
di lei}
dell'affettodel Dìo verso
corrispondenza
perchè diversamente questo periodosarebbe una
deir
ripetizione
antecedente
:
onde
leggo cosi cùutòv
Sì
àXXk k. r. A. C.
è^ vTrevxvrtovc^oLi
sapitjudice
) Monachum
(9) ^E*' èiKctiotrùvin
Marklando.
i^
Corrigo yvv»(Kb4^ ^^^V ^^^^^^
sed prout maritus legitimus
versione reddidi
et
itemdicitur uxorem
qìvU
amare
jusfus
qua cum
,
*
99
,
probam
que
mulierem
y. la mia versione
degentem,
viro
dicimus
»
.
Witt.
,
condotta della
dichiarasi
poi
,
da sentire in
ci trova
il mio
questa
moglieverso
odorato
voce
il Markland.
-—
questo luogo*In quanto
di tutto
nella giustizia
cioè
parolaèv hKOtfOtrùvfi
buona
che
suo
trahi
ejus desiderio
tamen
alla
cum
non
il puzzo
C.
nella
del marito, come
è tanto
squisito
di monachismo
Si mutanda
est
vulgata
(10) àiotXsyùfieva)
Baxteri
Sed
hctXvóiLBvct.hdXeyofievx
probarem
potest
non
solum
defendi
^
sed
etiam
prò
ele^
segantiahaberi; quae decerpuntur,
deleguntur^
Pos*
orsimquaeque diversis in locis deponuntur.
set
cet
PiaReisk.
cogitari.
quoque de hotipefóiievot
Baxteri SiOtXvófAevct
prde caeteris conjecturis
—
.
Mox
in "^ToXXcùKigj
Siecrotffihii.
Io leggoha.XeirQii.eya.
C.
Witt*
deleam j^.
immo
: nimi'àTOÀXÙiievov
(11) *AtpAAujx^wj
malim
Modo:
—
rum
sperma .• ita Bentleius. Witt.
kcùàovcìv.
^Alyórltot
jxivi5jx^$,*Id""v
(12) 'Ifl-zv
hiXovif
roOc torijvòffictv
1^nxarojv (pijtf')
?^(OVQ^l(FÌa"v
kolXqvvto^' ) In vocabulo^lct4
exarando
OvTùJ
ìé
aliam
Graecos
y
aliam
Aegyptios
rationem
LXXVIII
fuisse secutos^ hoc e loco colligitùf;
non
diversitas. Reisk.
pateti quae iìlafuerit
tamen
nica
Plato-
—-
vìtiosa
haec
cohaeret;
dieta
—
Il
testo
Io
,
sta
come
é da
non
,
fa
non
9
e
greca,
fùv mitl^^
h IlÀarcav pyi"r)
vocabolo
il greco
vuol
come
è di confermar
é
eìHyoti
y conoscere,
e
nome
Secondo
moto.
significante
nel Cratilo.
della Dea
cioè, che il
deriva .da
lui ciò
"I(r/c,
ma
,
mostra
anche T
che
oùffix, ed wclcù;
ire ,
o
eivui
nome
essere
latino per comodo
et
greco
,
ed
cui
di Platone
,
babilmente
pro-
isiaco
lo
ècicùj
che
stesso
,
'éffti
Uvui
anche
,
condo
se-
paroletradotte in
il greco : Quemadsa
(iqici);
quo versamur
le
ecco
non
in hoc vocabulo
^
di ovffine
il nome
elMvaiconoscere
di chi
solo
non
tutte voci derivate dal verbo
Platone;di
modum
d'origine
da Uvcùif
gliantichi Greci
d'ojcri^
; onde conclude Plutarco
suo
egiziano E"r/5;
pronunziavanoèffia invece
dalF antico
il
"
Tautorità
appoggiarecon
il qualedice nel Cratilo
venne
vazione,
osser-
Iciv
KdXoOciv. Ovro
'E(rtv$'AlyÙTTto(
assunto
KCùKdg lóv.
potersiben intendere.
corrèggo in questa maniera:.
L^ oggetto di Plutarco
òs'icc
et
nessuna
di citare Platone
si contenta
e
ecìct,
olim
,
Il Wittenbach
Xylander.
hjXoOvroc^
prò
kxkÌcùrb
"chvi(ng
oc
ìe^igesse
et
legè
^ijXovv
cohaereat
ut
ìffixvKuXovvrctinon
nam
:
Cratyloovvicidicitur
in
Certe
6unt
in
alti oùcicùV.
sunt
Etenim
ovffictVf
qui icioLVy
{Verisimile est usitatum fuisse apud Majores noDecebat
ècicK nomen
enim
stros
quemadmo-
quod nos
•
dum
fity ante
omnes
.
•
,
Deos
idest Vestae^
'E^iijCj
MjXXÌX
illoSfqui omnium
sacrificare
èqiuv appellaiferunt
qui
essentiam
sententia existimaverunt
Heracliti
idest fluereet fuhil consistere.
ìévctij
igituret principem prìmariamquevim
emnes
Causam
-
wixv
ifero
.
/orlasse de
res
oùcixv idest
rerum
,
uJovpidest id quod im^
pellityundepraeclarequidem ipsum illud ù^lxv
veluti impeUentem causam
fuisse nominatum
V. Platone in Cratylo.
In conseguenza
^éaq aia che
ipsarum rerum
rb
esse
.
,
derivi da eìvcùt
essere^
ed hanno
\
La
-predetti
.
da HevoLi
ire^sono
o
il significato
istesso
analogo ai verhi
del Reisk
^Aovv adottata
correzione
r^v 0(riav^. richieda
di Platone leggesi
testo
invece di
dal Witt.
parmÌ4 che
rb oòciav
iviXovv.
Oggi nel
forse
i^ioù',
ma
Toci greche,
laverà lezione dovrebbe
essere
èaix*
Ciampi.
Tuv
cum
aut
Toh^
To)
delendum
Aut
Tcc/ids oel
rSov
KXTÌCyaut
roh^ 'TU?iX(ohg
permutandum ,
statuisse
veuofitKévxé
cum
.
Reisk.
rSiv
—
kcùtx
in rò kclkòv ex
mutem
certe
KUTOi
Plat. %jo. nisi ipsaiferba,
Io non
vedo necesWitt.
sario
subjiciente.
rem
—
nulla di quanto il Reisk ed il Wittenbach
;
secondo
e
correggo
Natura.
rb
ìMLTCt
rì^vpùcOy
propongono
quanto è
G.
Hvofiali)
Xyl. nomen
(i3) ^A^ìfv"g
excidìsse putans locum
tavit. Atqui non
opus
proprium
in s^ersiane asteriscis
fuit Plutarcho
nomen
no-
serte
di-
ponere. Nijf^(Niith)iroluisse vi4eturJablonskio Panth. Aeg. P. 1. p. 76.Witt.
àvAxP^i^cb)
(i4) lAoLXoLKÌTBfQV.
Lcgendum
eh éuvl^v.
Nqn mutem
IJLxXct)iojTépotv...ffvv»y(^J^0'»
.
.
.
LXXX
malim
at ÌT€tficiv
iìi/tnitatem,
0';(^Aifp/^p',
prò Ìto^
fUty.Wìtt.
fFitL et aia critici.
(i5)"O^C^) «vf/W
.^vàiievov)
(16) Ói rhv NtìXov
prìus Mez.
Markh
mutatin ovleNéiXov, probabiliter;
posterius
.
.
Wìtt.
^iXuaviJLevoy
; scilicetEudoxum, acute.
(17) Atafiépovccty
) in promptu est correctio
latuit. Witt.
^^OLvéfLWxv
qude Squirium
Hic locum vix habet.Cor(18) M^ feoTOiictv)
Toàv. Postea vidi Reisk. probabi-rexeram
\Lyi^\
liter conjecisse
Judicent
/xij^Aì^tOTriuv.
periti
in
non
utrum
aptiusad
hunc sit locum. Witt.—
Il Xilandi^o
Deorum
affectionem.
^eoToiidv
Locus
ita e
(19) Où yhf ovv ...svoiikcùfAev)
oùSi u^vj^^ov
rejingatur:oò yàp uvovv
conjectura
Sh (sciL
oùS^e
Ìtò loùloiv
ò JebgvTo^eiptoy
àyJpdÓTToi^
tradusse
•
fFitt.
^eòghofii^diiev.
ToùloùVdebba
renderlo
.
—
Non
so
perché ad kitrb
sottintendersi KOtpTuv , e noii piuttosto
col Xilandro ex inde , quapropter etc.
Ciampi.
praebuitexem(20) Etì rbv Aoyov «vo/^yiov
piar Turnebij quo cum consentit varia lectio
Marg. veneti codicis. Meziriacus
•TS"y XóyuìViìtovqéoy.
vulgoTsp) r.
in
haud
A.
inepteTe fi
Witt.
ivvc^éov
"éhv. Witt.
(21) eeSàvireXii)
(22) Tjj"B" ) ra "e" sdì. Arpocraticorrigit
CuperusArpocr.p. 21. Witt.
vel invitis omnibus
Eu^if/^ut
(23) "Evc^fifiXi)
Witt*
libris recepimus.
LXXXII
intendendo
KiVoCCiV^
yciX"fTioL
grossi
paniche
si offerivano a Cerere in tempo di quella
festa chia-^
Cereris festum a magnis pani"
mata
fieycikàfrioL^y
bus qui tum apponiconsueverant
appellatum
aperte
tradii Athenaeus
Delio
)
.et ex
y
B. p. 265. In
eo
109
solet Eustachius
luctus memoriam
àj^aicCy
ptout
Dea
pag.
ea
dicitur
Sema
e
ad
cujusalioquinDeae ì oh
JiUainsqualoriset
eadem
( lib. III.
ut
,
dei
Hiad.
amissatn
nuncupata
apud
Aristo-
pkanem (Achar.p. 4o8j et Nicandr. Ther. p. 35 1)
et
panis quMag^ magnus
quidam inde à^ctivijg,
dictusyqui in ejusdem Deae fesw MeycùXacfrtx
indey
ut
Semo
e
Delio
notai
Athenaeus
Uh. II«
appellato,adhibebatur quqd ifiderat
MeursiuSi sed apud Boeotos etiam celebraretur;
quod postremum e Plutarcho observo^ prout iU
p.
109
lius
ea
"
de
re
stam
qui hactenus
emendari*
debet omnino
refi
locus
•
.
»
in mendo
Boeoti
Achaiae
cubai,
Ce^
mole'
eam
Megalartiaagitantfestivitatem
Ceres ob Proserpinae
vocant; quod nimirum
,
sed ubi
In/eros in dolore esset
nullo sensu
hactenus leMéyafx prò MeyuXccprici
Cereris festum,
gebatur,qua voce illud 'Aj(CHCìq
et quidem a magnispanibusqui tum
apponiconad
descensum
9"
in
aliter nempe
ac
appellatum
; haud
festo Pentecostes, seu Jept^iiov
Tvpov messis triticeae oblatos panes, dequibusLevit. XXXIII.
17,
latos
vegrandes,ei quidem longos 7 palmas,
monneavtem
pandectis
quatuor. Ex Hebraeorum
inde festum illud Mey'xXccpuu
runt jam alii;ac
vpcat ad Josephum lib. III. cap. X. Eduardus Bersueverunt
,
LXXXIII
nardus ;
hìc mìttam
ut
quos
panes propositionis
fuissedocent doctores TalmudicL
nta\oresadhuc
V.
Cereris ,
Spanh.ad Hymnum
Non
dottissimo
della
,
luogo Topinionedel
riguardiper la parte
grossipani Ma può supporsiche
Spanhemio
,
festa dei
questa festa
di
fuor
è certamente
12.
v.
si
se
.
non
fosse esclusiva dei Delii
o
,
dei
In questo
al culto di Cerere
Beoti ; ma
comune
luogo Plutarco vuol portare un esempio particolare
modo
io credo che leggendo
ai Beoti. In qualunque
•
MeyxXafTioù
j
ìiivoSd in
anche
mutare
dei
Festa
propria della
pani groj^fbisognerehhe
,
T espressione
essendo
S/yovci^
delle feste
celebrazione
D'altronde
reXerviVy 'Eoprìiv.
da
sapendosi
.
àyeiif
Pausania
non
chiamati jMéyotpOù
tempj di Cerere erano
potràdirsi uti nullo sensu ixéyctpct
prò \ieyoiXÀpTic"
che i
,
hactenus
muove
Ma
legebatur.
dice lo
acconsentire
non
a
quelloche più di tutto mi
che
allo Spanh/è quello
festa cioè
quella
de' pani grossi
(Jt^eyctXccpTtotj
Plutarco del
stesso
dì
nome
che
non
ma
f^sta del dolore,
STTCL^^ìi
era
chiamata
^
,
deir afflizioneprovata da Cerere
5
or
se
voluto
avesse
de*
pani
ma
avrebbe detto che
e
non
diversa
,
e
che
che fosse
dolorosa. In
Ì7roi')(rvi
in
pel ratto
intendere
glia
della fi-
della Festa
5
quellaspiegazione
dai grossi
pani^
prendeanome
festa
fosse una
fiByaX"pTiX
n'avrebbe
perciòsembra
ossia in memoria
data
propriadei
Beoti la chiamata
questa festa dunqueportavano
rori
di Cerere per indicare gliergiro d^i tempietti'
ed i
Anche
di lei fattiper
viaggi
il titolo di Cerere
ritrovare
Panachea,
la
figliuola,
cl^eavea
U
LXXXIV
parlaFausania eretta in Egìodi Acaja,
riferirla aU'Àcaja,potrebbeintendersi
di cui
statua
di
invece
di Cerere
addoloratissima.
(2) Il testo
è
confuso
alquanto
Dalla mia traduzione
a
C.
in
come
si vedrà
questo luogo*
siami sembrato
propositodi intenderlo. C*
in questo luogo non
(3) Ayd^fJLCt,
.
"
simulacrunt
e
lasciò
dello
statua
y
e propose
sbaglio,
tisycitando
Il Reisk
il Wittenbach.
correre
dersi
inten-
tradusse il Xyl.
come
^
debbe
di tradurlo
si
accorse
deliciuTn Eca-
voce
questo senso di quella
II.lib, IV. v. l44« ©^ altri;
né
per provare
luogo di Omero
Gli Dei
può contrastarglisi.
un
si dilettavano
( secondo
delle cose
a loro consacrate, e
mitologicbe)
degliornamenti fatti a' tempj,"AyaA^a propriamente
le idee
poi fu così detto
degliDei si collocava
è ornamentum
che per
pj
ornamento
statue, simulacri
come
chi la
di
teto
ec.
Luna
Si
possedeva.
Lucifera
alla Dea
è
cielo;ciò nondimeno
in
a
d^Ecate,che appartiene
me
cosa,
che
osservi
convenga
tutto
ciò
nei tem-
ed inoltre fu adattato
,
significare
qualunquebella
a
da
;
ed
sebbene
come
amata
Tepi-
Diana
accoppiatocol
lei
come
Dea
e
no*
infer-'
naie. C.
Tov
TOO^
(4) *n« àé TIVÙ MKCKTfÙVOVTCl ToC S^ctifjuovog
It\ [ji.e'yic^osQ
ciXX(*3^
ViKujupfjt^òv
) Cod,
fiéyobv
Laur.
21
Lucinae,
legge
...
toutou*
S'otifiovog
Witt.
e
glialtri.
—
—
'iS'iJvotg)
EìXfjJvict^
Il Codice Laurenz.
S5 MauÀXoùg KetrsTiixTpwctv,
lìKxjxpfxbv
•
KuXovvreg
hépviKe
vé^oov
rvpovlovg
^,
T.
21,
A. Cn
,
kcù
tìjv
réppc^^
1.XXXV
^
vel
(5) Avrh i Amg)
aliud ejus Numinìs
Excidhtse videtur
6
nomen.
Miv^uq
Ofiovscy dice Wesselingioad Diod.
I Codici
ovTo^
N.
danno, ajato Il Lanr.
non
•
^ìi
X.
yìcf
A. Ma
r.
scorrezione
una
sic.I.
questo sembra
in
vece
vel ò
,
84*
5.
essere
di ovTùù^j
o
TUf
o
di
—
-
legge
tosto
piutoi;ra)#
^ìjyxf h h MévS^n Tf"yovKOrleggerei
ovtoj
koviTi. V. le Note filologiche
al Gap. VII. (/) C.
Io
(6)Ylei^OVCX
)
TfOpMBi 1^SiT^ùToloiSfMovac^oc
àTXorviTirijc}LO¥"hu
corrigeTÀìjJiig
ÌTo(pa"r6t
fèf
VII.
Wittenbach.
Vedi la Nota (h) del Capit.
sjmt)corrige: yeyo(7) Teyov6T"»}V....KftìTloy
hi rov t"vtcù KOfffiovih
t^v ^v')(Ì\v
VQTQiv.
ug opymov
Tog Jeov voimÌ^hv
^f*oi^vx^^
i^Sa«$ à^ioCfjLfiSiv
élmi.
M^ àmifffiTov
4^/C^^"
Kf^rTov
aì^Avofihov
Venetus praebuit
Bentleius j^SAoi^.
Jannot^
à^tovv.
et varia lectio Cod. A. a\(/u;^oy
Witt.
ljx4/u;^ou.
Io leggerei
in quanto alla prima parte : yeyovérùùp
hi rov Tccvla KoCfioCvhg
opyhwv j^«e réjQfcùs
JeoQ.
•
—
,
CAPITOLO
yiIL
uvoLtIù^
"TOL^TctClcùàva?,a^6vleg
(1)"0^51/
^etg)Il Xilandro T intende dei simulacri dlside e
.
d' Osiride traducendo
semel
tantum
videri
tangiquenon
utuntur.
:
promuntury
.
simulacra
Itaque Osiridis
deinde
.
reponuntur^
possint:Isiacis
saepe
ut
numero
Così lasciarono anche ilHeisk. ed il Witt.
Io r intendo delle vesti, delle
É
4i5Corso.
noto
che alle statue
qualiè
continuato
d' Iside
e
il
d'Osiride
LXXXVI
poaeyansile
ne
vesti
nella
seguita
parladi
rivoltare
««ere
.
La
clie
àvdTlv^eiQ
rote
similitadìne mostra
potersisvolgereo spiegaree
da
materia
Iteneche vi si
si fa delle vesti. C.
come
Altri invece
4i ^;(;oTvo$
giunco , leggonoc^vo^
lentisco. Witt.
Ausus
vS)^tvTvovTCLi.
hoc
loco mendosissimi
mum
issi-
ver
recipere
vulgati ig $^e1est
sum
Ste-
.
phanicorrectio prò lectione vetere S'tìig guae est
in Aid. Bas. XyL E. Ven* Fior, ets qua in promPorro TpocyjvSf^
XbÌoì^.
Mez.
verum
ptu est colligere
MarkL
BentL
Pro
xjtvovtoh
Mez.
)^Kp"ffiv
corrigitvTTvoSre
npounv. Witt.
addendum
(2) Ko/A^^$ ficiXoLìLTiKhv
habent
Xioùg
Unde
—
scolo
hk^v. Tale
rì/iv
c^XijVìity
) ro
P)
non
%y.Pro
Kot-
libri A. E. Venet. Aid. Bas.
j(^pìi
Reisk.
T^y
etiam
Il Xilandro
finisca
XyL
Witt.
^uidrequiritur.
céfiugMez.
ed il Reisk
qui
,
e
che
Reisk.
credono
che
TOpu-
perciòsìa mancante,
V. ciò che osservicialla Nota {h) del
FiNE^
éiXviv.
rìjv
Cap.Ili,
I N
D
isi
Iside
Lettera
D
^Osiride
e
del
Catalogo
Antichità
Calendario
•
.
Traduttore
de*
possono
ICE
•
ai lettori
Scrittori
principali
consultarsi
i
•
che
alle
intorno
egiziane
xv
Jsiaco
xxiii
diversarum
Hemerologium
gentium
Note filologiche
richiamate nel testo
dalle lettere delV
Alfabeto
.
•
del testo Greco
Note per V intelligenza
arabici.
richiamate dai Numeri
Tai^ole
3
Pag.
.
xxvi
•
xxuii.
•
4« spettanti
a questa
Opuscolo.
xi
ERRATA.
Corrtiiom.
Errori»
Pag.
32.
Sg.
—
—
gualdrappa
9. qoaldrappa
4»^^^ che ne deriva dal che ne viene
—
5o.
—
—
Si.-:- ^. Aromanios
Arimanios
56.
18. Ermipoli
Ermopoli
70.
5. de' morti ?
VI
4*rebus atque utili-rebus bene atque utiliter
*—
—
—
»—
—
—
accresca
accresce
11.
43.
—
ffiujrfou
ffafactìflt
1.
—
de' morti
,
ter
id.
—
—
txx.—
-r-
1
7.
li,
idque
ideraque
cCSny
ÌShv
.
furono postele
Va^, 6S. l*erisbaglio
Note
invece
filologiche
dei
onde
è
queste Note
metter
bisognato
le materie
del
,
qui per
non
delle
al testoj
dere
confon-
l'ordinedei numeri
testo.
(e) In questo luogoil filandro
hanno
inteso il testo
,
,
etvcu'
rèSi
k. t.
X. Ma
io non
ad Osiride , còme ha veduto
tutto
il contesto
del Wittenbach.
in
si prenda
senso
il Beisk
credendo che la
riferiread Osiride. 11 Wittenbach
rè
delle Note
numeri
mutare
potendosi
non
chiamate
parladi
ed altri non
ofiHVuìvsi debba
KotdoXv Si
cosi:
voce
muta
riferisco
voce
quella
il Wittenbach
anche
Tifone
,
Mi sembra star
ne
tutto
'ajULf/vwv
perchè
la mutazione
seguito
bene
se
,
non
d^sivwv
di melior^praestantior
migliore;ma
come
/bri*or,
'^foX^P^rapo^
\xsiàxìTÒvdebbe tradursi
spesso si
non
ad
trova
eum^
ma
di^
usato; ed allora
C.
cantra
eum.
(/) Il Wittenbach
[0 leggoT«
TÒ xp(.Hov«
emenda tóSvKOLrd leggenda
xotrà riìvpyfftvjò ^/ultxj-oS/^ov.
C
--A
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