III
Contesto socio-economico
Agricoltura, selvicoltura e acquacoltura
Energia
Trasporti
Turismo
Industria
Atmosfera
Biosfera
Idrosfera
Geosfera
Rifiuti
Attività nucleare e Radiattività
Radiazioni non ionizzanti
Rumore
Pericolosità di origine naturale
Pericolosità di origine antropica
Valutazioni e certificazioni ambientali
Promozione e diffusione della cultura ambientale
Strumenti per la pianificazione
Ambiente e benessere
Dieci anni dalla prima edizione dell’Annuario dei dati ambientali
Mentre in seno all’Unione Europea, fin dall’avvio dei primi Programmi di Azione
ambientale, risultò evidente la difficoltà di confrontare i dati e le informazioni relativi
ai diversi ambiti territoriali, a livello nazionale emerse chiaramente il forte divario
esistente, tra l’Italia e altri Paesi europei, in materia di reportistica ambientale.
A fronte di tale situazione, nel 1998 l’ANPA, attuale ISPRA, d’intesa con le ARPA/
APPA, progettò il nuovo Sistema nazionale conoscitivo e dei controlli in campo ambientale come uno strumento cruciale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione
di informazioni ambientali.
In tale ambito fu avviato il Progetto Centri Tematici Nazionali (CTN) che, definite le
esigenze di informazione del Sistema e individuato un linguaggio comune atto a
consentire l’armonizzazione di prodotti realizzati da soggetti diversi, individuò inizialmente un insieme di indicatori di base (circa 550) e, da questi, un insieme di
indicatori prioritari SINAnet (circa 255).
Nel 2001 la pubblicazione del volume “Verso l’Annuario dei dati ambientali” – edizione prototipale dell’Annuario dei dati ambientali, ha costituito il primo popolamento degli indicatori SINAnet.
Il rapporto ha rappresentato il primo e più completo strumento di informazione di
tipo analitico prodotto nel nostro Paese e ha segnato una svolta nel settore del
reporting ambientale ovvero l’avvio di un processo organico di diffusione di informazione e dati obiettivi da parte di un soggetto a questo istituzionalmente preposto.
Il complesso processo di acquisizione dei dati e di standardizzazione degli strumenti di reporting ambientale iniziato con la prima pubblicazione (Edizione 2001)
portato avanti da ISPRA con il contributo fondamentale del Sistema delle Agenzie
ambientali, non e mai venuto meno e ha riguardato tutte le edizioni dell’Annuario.
Rispetto alla precedente ogni edizione risulta migliorata sia nei contenuti sia nella
forma, infatti, nel tempo sono stati introdotti nuove aree tematiche, nuovi indicatori
per monitorare problematiche divenute prioritarie o per rispondere a esigenze informative, sono stati inseriti i settori produttivi e un’ulteriore sezione comprendente
temi e indicatori collegati alle Risposte secondo il modello DPSIR (sezione poi
ampliata in Tutela e prevenzione), è stata perfezionata la parte grafica. Oltre a tutto
ciò, per consentire la più ampia diffusione dell’informazione, sono stati confezionati diverse versioni del prodotto (Versione integrale, Tematiche in primo piano,
Tematiche in primo piano light, la Banca dati Indicatori Annuario, Versione multimediale, Annuario in cifre). Da un totale di 96 indicatori tutti relativi alle condizioni
ambientali, popolati nella prima edizione (7 aree tematiche: Atmosfera, Biosfera,
Geosfera, Idrosfera, Radiazioni Ionizzanti, Rumore, Radiazioni non ionizzanti e
Rifiuti) si è in questa edizione a un totale di 251 indicatori (con circa 200 aggiornamenti) di cui 144 sulle condizioni ambientali, 69 sui settori produttivi e 38 su
tutela e prevenzione (10 aree tematiche, 5 settori produttivi, 4 tutela e prevenzione).
Molti i progressi compiuti anche nell’acquisizione dei dati regionali relativi alle diverse aree tematiche descritte nell’Annuario: in questa edizione il 54% degli indicatori popolati presenta una articolazione di livello regionale, in particolare, il
63% se consideriamo gli indicatori selezionati per descrivere le Condizioni am1
bientali, il 30% quelli relativi ai Settori produttivi e il 63% di Tutela e Prevenzione. Migliorata la copertura temporale: nell’edizione 2002, il 50% circa degli indicatori sono popolati con dati il cui aggiornamento è riferito all’anno dell’edizione
e a quello precedente, tale percentuale è pari al 63,5% nell’edizione 2007 e
raggiunge il 93,5% nel 2010, mentre l’80% nel 2011 per l’impossibilità di aggiornare gli indicatori relativi alla tematica acque per le modifiche normative in atto.
Si può pertanto affermare che l’Annuario dei dati ambientali – ISPRA, giunto alla sua decima edizione, ha fornito un significativo contributo alla riduzione di quel gap, in materia di diffusione delle informazioni ambientali, emerso negli anni ’90, anzi esso attualmente costituisce la principale
forma istituzionale di diffusione delle informazioni ambientali nel nostro Paese.
Quest’anno un ringraziamento sentito, in occasione del decennale, va a Roberto Caracciolo, per aver
ideato il Progetto Annuario e per la continua e stimolante azione di guida nella realizzazione dell’opera.
2
L’Annuario in cifre scaturisce dall’Annuario dei dati ambientali 2011, la più completa
ed esaustiva raccolta di dati scientifici e informazioni sull’ambiente edita in Italia.
La brochure di tipo statistico, ideata in occasione della decima edizione dell’Annuario, restituisce in forma estremamente sintetica una selezione dei contenuti grafici
e testuali della versione integrale.
L’opuscolo è strutturato in due colonne: la prima contiene una scelta dei grafici più
rappresentativi o che meglio caratterizzano la tematica ambientale; l’altra, più stretta e colorata, presenta informazioni statistiche o brevi note di approfondimento.
Per i grafici, i criteri di selezione hanno riguardato la completezza delle serie storiche, il riferimento al dato nazionale, la comunicabilità in base alla tipologia del
grafico (istogramma, torta, linee), la chiarezza (grafici autoesplicativi). Per le note
di approfondimento, la complementarità rispetto alla tematica di riferimento: tipicamente non sono commenti ai grafici ma informazioni aggiuntive.
La struttura e i criteri adottati consentono una migliore fruibilità delle informazioni
anche a un pubblico di non addetti ai lavori.
Le tematiche trattate nel documento sono le seguenti: Contesto socio economico, Agricoltura, selvicoltura e acquacoltura, Energia, Trasporti, Turismo, Industria,
Atmosfera, Biosfera, Idrosfera, Geosfera, Rifiuti, Attività nucleari e radioattività
ambientale, Radiazioni non ionizzanti, Rumore, Pericolosità di origine naturale,
Pericolosità di origine antropogenica, Valutazione e certificazione ambientale,
Promozione e diffusione della cultura ambientale, Strumenti per la pianificazione
ambientale, Ambiente e benessere.
Ulteriori approfondimenti sono disponibili nel Database degli Indicatori Ambientali
all’indirizzo http://annuario.isprambiente.it/
L’opuscolo, distribuito a istituzioni, organismi internazionali, media e opinion leader, è disponibile gratuitamente presso la sede di ISPRA di via Brancati, 48 – Roma
e presso i siti: www.isprambiente.it; http://annuario.isprambiente.it
3
Popolazione residente (31 dicembre 2010)
Al 31/12/2010, la
popolazione residente
in Italia risulta pari a
60.626.442 persone,
di cui il 7,5% straniere
(7% nel 2009). Alla
stessa data dell’anno
precedente ammontava
a 60.340.328. L’incremento di 286.114 unità
è dovuto unicamente,
come accade ormai da
diversi anni, alle migrazioni dall’estero.
Lombardia
Campania
Lazio
Sicilia
Veneto
Piemonte
Emilia - Romagna
Puglia
Toscana
Calabria
Sardegna
Liguria
Marche
Abruzzo
Friuli - Venezia Giulia
Trentino - Alto Adige
Umbria
Basilicata
Molise
Valle D'Aosta
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
Migliaia
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
PIL pro capite nei Paesi UE(a)
Anno 2000
Variazione % 2000-2010 (scala dx)
Anno 2010
140
70.000
130
120
60.000
100
90
80
40.000
%
PIL pro capite in ppa
110
50.000
Ue27
70
60
30.000
50
40
20.000
30
20
10.000
10
0
0
Legenda:
* ppa: parità di potere d’acquisto
Note:
a) Dati aggiornati al 10 novembre 2011. Eventuali differenze rispetto a quanto appare in altre pubblicazioni o
banche dati nazionali e internazionali possono dipendere da arrotondamenti o dal fatto che non siano state
recepite le ultime revisioni dei dati.
b) I dati della Grecia sono provvisori.
Fonte: Elaborazione ISTAT (http://noi-italia.istat.it) su dati Eurostat, National accounts
4
Il Prodotto Interno Lordo
(PIL), che rappresenta
il risultato finale di tutti i
beni e servizi finali prodotti in un paese in un
dato periodo, valutato
ai prezzi di mercato,
nel 2010 per l’Italia è
aumentato dell’1,1% in
termini reali. In ambito
europeo il livello del PIL
pro capite, misurato in
parità di potere d’acquisto, si differenzia molto
tra i vari paesi dell’Unione. Nel 2010, il PIL
oscilla dai 67.000 del
Lussemburgo ai 10.600
euro della Bulgaria.
Aziende agricole e SAU (2010, 2000)
Nel 2010 (dati censimento al 24 ottobre)
le aziende agricole e
zootecniche italiane
sono pari a 1.630.420
(-32,2% rispetto al
2000).
n. aziende*1000 - ha SAU*1000
14.000
12.000
10.000
8.000
La SAU (Superficie
Agricola Utilizzata)
ammonta a 12.885.186
ettari (-2,3% rispetto al
2000).
6.000
4.000
2.000
0
Aziende
A fine 2010, le superfici
investite in biologico
e in “conversione” bio
interessano 1.113.742
ettari (8,6% della SAU).
SAU
2000
2010
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
Elementi nutritivi per ettaro di superfice concimabile
I concimi minerali sono
la tipologia di fertilizzanti più venduta, con oltre
2,1 milioni di tonnellate.
Di essi, il 58% è costituito dai concimi minerali semplici, tra i quali
prevalgono i concimi a
base di azoto.
200
180
160
140
kg/ha
120
100
I concimi minerali
azotati sono la tipologia
predominante dei prodotti minerali immessi in
commercio.
80
60
40
Azoto
Anidride fosforica
Ossido di potassio
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
5
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
0
1995
20
Totale
Distribuzione delle sostanze attive, suddivise per categoria
di prodotti fitosanitari, per ettaro di superficie trattabile
Dal 1996 al 2010 la
distribuzione in kg/ha di
sostanze attive si attesta sui valori del 2001.
In particolare, rispetto
al 2001, sono diminuiti i fungicidi (-0,44
kg/ha) e gli insetticidi
acaricidi (-0,38 kg/ha);
sono rimasti costanti gli
erbicidi (+0,03 kg/ha)
ed è quasi raddoppiata
la distribuzione dei vari
(+0,59 kg/ha).
12
10
kg/ha
8
6
4
Fungicidi
Insetticidi e acaricidi
Erbicidi
Vari
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
0
1996
2
Totale
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
Serie storica della produzione nazionale di piscicoltura, molluschicoltura e crostacei coltura (1994-2008)
Le produzioni di
acquacoltura in Italia
rappresentano il 50%
circa del comparto ittico,
percentuale destinata a
aumentare per rispondere ad una crescente
richiesta di mercato che
la pesca non può assicurare, viste le condizioni di sovrasfruttamento
degli stock ittici naturali.
250.000
t
200.000
150.000
100.000
50.000
Pesci
Crostacei
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
0
Molluschi
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati MiPAAF-UNIMAR (2007-2008), IDROCONSULT (2002-2006), ISPRA
(1994-2001)
6
Eco-efficienza in agricoltura, espressa come indice integrato
di valore aggiunto ai prezzi di base in agricoltura, uso dell’energia ed emissioni di inquinanti
L’evoluzione delle
variabili testimonia un
miglioramento dell’ecoefficienza dell’agricoltura italiana nel periodo
2005-2010. Ciò si
evince considerando
la lieve ripresa della
variabile economica,
rappresentata dal valore
aggiunto ai prezzi di
base, accompagnata
dalla decrescita della
maggior parte delle
pressioni.
140
Numero indice 1990=100
130
120
110
100
5
Valore aggiunto ai prezzi di base agricoltura
Uso energia
Emissione precursori ozono troposferico
Emissioni gas effetto serra
Emissioni acidificanti
Fonte: ISPRA, MSE, ISTAT
7
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
80
1990
90
Dipendenza energetica italiana1
100
Per l’Italia, i dati relativi
al settore energetico
mettono in evidenza,
accanto alla conferma
di alcuni dati strutturali
del sistema energetico
nazionale, anche una
serie di cambiamenti in
atto negli approvvigionamenti.
Le modifiche del mix
delle fonti primarie non
hanno comunque ridotto
l’elevata dipendenza
energetica del nostro
Paese, che è passata
dall’82,8% nel 1990
all’ 82,1% al 2010.
80
%
60
40
20
0
1990
1994
1992
1996
1998
2000
2002
2004
2008
2006
2010
Rinnovabili
Combustibili solidi
Gas naturale
Petrolio
Energia elettrica primaria 2)
Totale
Legenda:
1) Importazioni nette/Disponibilità al netto delle scorte.
2) Importazioni nette/(Disponibilità + Trasformazioni in Energia Elettrica)
Fonte: Elaborazioni ENEA su dati MSE
Indicatori economici ed energetici ed emissioni di gas serra
130
125
Indice 1990=100
120
115
110
105
100
95
90
emissione di gas serra da processi energetici
emissioni per unità di PIL
emissioni per unità di consumo energetico
PIL
consumi energetici totali
consumo energetico per unità di PIL
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA e MSE
8
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
80
1990
85
Nel 2009, l’82,8% delle
emissioni totali di gas
serra è stato di origine
energetica.
Il confronto dell’andamento delle emissioni
di gas serra con quello
delle principali variabili
rappresentative della
crescita economica
mostra che, nel periodo
1990-2009, la crescita
delle emissioni di gas
serra è stata generalmente più lenta di quella
dell’economia, mettendo quindi in evidenza
un disaccoppiamento
relativo.
Quota di energia da fonti rinnovabili rispetto ai consumi
finali per i paesi europei (2009)
Consumo finale lordo di energia rinnovabile /
Consumo finale lordo totale (%)
60
Obiettivo
50
40
30
20
10
0
Fonte: EUROSTAT
9
La Direttiva 2009/28/CE
stabilisce le quote
di energia da fonti
rinnovabile sul consumo finale lordo al 2020
per ciascun Paese
dell’Unione Europea.
L’obiettivo di consumo
di energia rinnovabile
assegnato all’Italia è
pari al 17% del consumo finale lordo, mentre
la percentuale registrata
nel 2009 (8,9%) risulta
inferiore.
Evoluzione intensità del trasporto passeggeri
0,80
0,70
8
0,60
0,50
6
0,40
4
p-km / PIL
migliaia di veicoli-km / capite
0,90
10
In Italia, nel periodo
1990-2010 si è
registrato un notevole
incremento della
domanda di trasporto:
+26,2% per i passeggeri e +14,5% per le
merci.
0,30
0,20
2
0,10
0
1990
1995
2000
2005
0,00
2010
3 vkm tot/capite)
Intensitàtotale,
totale,
pass.merci
+ merci
(10vkm
Intensità
pass.+
(10^3
tot/ capite)
3
Intensitàautomobili
automobili
(10vkm/
vkm
tot/capite)
Intensità
(10^3
capite)
Intensitàpasseggeri
passeggeririspetto
rispetto
al PIL
(pkm/1000
Euro2000)
intensità
al PIL
(pkm
/ 1000 Euro2000)
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ACI, ENEA, ISTAT, MSE e MIT
Consumi energetici nel settore dei trasporti, usi finali
Il settore dei trasporti
nel 2010 è responsabile
del 30,6% del consumo
totale di energia finale e
del 63,6% del consumo
finale di petrolio.
1800
1600
1400
1200
PJ
1000
800
600
400
200
0
1990
1995
2000
2005
2006
2007
2008
2009
Gasolio
Biodiesel / ETBE
Benzina
GPL
Gas naturale
Carboturbo
Carburanti navali
Elettricità
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati MSE
10
2010
Emissioni di anidride carbonica per provincia e per tipologia
di veicoli (2009)
Nel 2010, in Italia, i
trasporti sono responsabili del 23,7% delle
emissioni totali di gas
serra.
Il trasporto aereo è una
delle fonti di gas serra
con la crescita più rapida, a livello nazionale,
europeo e mondiale.
Fonte: ISPRA
Emissioni di ossidi di azoto per provincia e per tipologia di
veicoli (2009)
Le emissioni di ossidi
di azoto anche se sono
diminuite del 40% nel
periodo 1990-2009,
sono tuttora rilevanti
in valore assoluto e
il settore dei trasporti
è la fonte principale
per questo importante
inquinante.
Fonte: ISPRA
11
Emissioni di particolato (PM10) per provincia e per tipologia
di veicoli (2009)
Le emissioni nocive
prodotte dal trasporto
stradale sono diminuite
notevolmente negli ultimi anni, grazie all’introduzione di catalizzatori,
di filtri per particolato
fine e di altre tecnologie
montate sui motoveicoli.
Le emissioni di ossidi
di zolfo, di particolato
e di ossidi di azoto
contribuiscono notevolmente all’inquinamento
atmosferico.
Fonte: ISPRA
Composizione dei consumi energetici di carburanti usati nei
trasporti (2010)
In Italia la diffusione
del biodiesel e di altri
carburanti di origine vegetale è ancora lontana
dagli obiettivi posti a
livello comunitario.
91%
5%
4%
Benzina, Diesel, Carboturbo
Carburanti fossili a minore impatto amb.
Biocarburanti
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati MSE
12
Distribuzione percentuale dei viaggi effettuati in Italia dai residenti, per mezzo utilizzato e per tipologia di viaggio (2010)
7,0%
Totale Viaggi
3,3%
Vacanza
3,7%
7,1%
7,0%
8,9%
5,3%
77,0%
7,2%
7,7%
Lavoro
La crisi economica ha
inciso sul totale dei
viaggi compiuti dagli Italiani, si registra, infatti,
un calo del 12,3%; tuttavia, il 64% di essi viene
effettuato in auto.
Anche per gli stranieri
permane la scelta
dell’auto come mezzo di
trasporto più utilizzato
(65,9%).
0,5%
48,4%
73,6%
22,3%
Auto
Aereo
Treno
Nave
Altro
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
21,2%
Variazione della densità della popolazione nelle province
italiane con l’apporto dei flussi turistici (2010)
Il clima è uno dei principali driver della stagionalità turistica.
Anche nel 2010, la stagionalità dei flussi resta
concentrata nel terzo
trimestre (con il 50%
delle presenze).
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
13
Variazione del numero di posti letto negli esercizi alberghieri
e complementari
Nel 2010, in Italia, gli
arrivi e le presenze
dei turisti registrate nel
complesso degli esercizi ricettivi mostrano un
aumento, rispettivamente del 3,5% e dell’1,3%.
160
155
150
Indice 1990 = 100
145
140
135
130
125
120
115
110
105
Esercizi alberghieri
Esercizi complementari
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISTAT
14
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
95
1990
100
Totale
Emissioni specifiche nell’industria chimica
4.500
L’industria chimica e
l’industria siderurgica,
per le pressioni che
inducono, sono settori
particolarmente significativi dal punto di vista
ambientale.
4.000
3.500
g/t
3.000
2.500
2.000
1.500
1.000
500
0
1990
1995
2000
SOx
2005
2006
NOx
2007
2008
COVNM
2009
CO
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA, ISTAT, Associzioni di categoria
Investimenti per la protezione dell’ambiente delle imprese
dell’industria in senso stretto per settore ambientale composizione % (2009)
70
57,4
60
50
38,6
40
%
31,6
30
33,7
30,3
25,3
21,3
18,7
20
13,4
8,9
10
12,4
8,4
0
Protezione aria e clima Gestione acque reflue
End of pipe
Gestione rifiuti
Integrati
Fonte: ISTAT
15
Altro
TOTALE
Gli investimenti per la
protezione dell’ambiente
sono pari al 5,1% degli
investimenti fissi lordi
realizzati dalle imprese
industriali.
Nel 2009, le imprese
italiane dell’industria
in senso stretto hanno
speso 1.648 milioni di
euro per investimenti in
impianti e attrezzature
di tipo end of pipe e 427
milioni di euro per quelli
in impianti e attrezzature
a tecnologia integrata,
complessivamente
2.075 milioni di euro,
ovvero il 12% in più
rispetto al 2008.
Stabilimenti dichiaranti PRTR (Pollutant Release and Transfer
Register)
3.000
2.496
2.500
n.
2.000
2.592
2.310
1.943 1.998
1.783
1.500
1.000
500
0
282 289 303
241 261 268
Centro
Sud e le isole
4
Nord
2007
2008
Fonte: ISPRA
16
3
23
Mare
Italia
2009
Il Registro PRTR
(Pollutant Release and
Transfer Register) è
un sistema informativo
che raccoglie e rende
disponibile al pubblico
informazioni, sia qualitative sia quantitative,
sui rilasci nell’ambiente
di sostanze inquinanti
da parte dei complessi
produttivi che ricadono
nel campo di applicazione del Regolamento
CE 166/2006.
Emissioni nazionali complessive di gas serra
700
Le emissioni totali di
gas ad effetto serra si
riducono nel periodo
1990-2010 del 3,5%,
da 519,25 MtCO2eq a
501,32 MtCO2eq, mentre
secondo il Protocollo di
Kyoto l’Italia dovrebbe
portare le proprie emissioni, nel periodo 20082012, a livelli inferiori
del 6,5% ripetto al 1990,
ossia a 483,26 MtCO2eq.
OBIETTIVO
600
Mt / a
500
400
300
200
0
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
100
Settore energetico
Processi industriali
Uso di solventi
Agricoltura
Rifiuti
Fonte: ISPRA
Emissioni nazionali complessive di ossidi di zolfo (SOx), ossidi di azoto (NOx) e ammoniaca (NH3)
150
125
kt H+ / a
100
75
50
NH3
NOx
Fonte: ISPRA
17
SOx
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
0
1990
25
Le emissioni di gas serra
sono risultate di 18,1 MtCO2eq superiori a quelle
dell’obiettivo di Kyoto. A
partire dal 2008, il Paese
ha accumulato un debito
di emissioni pari a 84,7
MtCO2eq.
L’andamento complessivo dei gas serra è determinato principalmente
dal settore energetico,
che rappresenta i quattro
quinti delle emissioni
totali; le emissioni di
questo settore decrescono del 7% nel periodo
2004-2008 e del 10% dal
2008 al 2010.
Le emissioni antropogeniche di ossidi di
zolfo (SOx) derivano in
gran parte dall’uso di
combustibili contenenti
zolfo. Gli ossidi di azoto
(NOx) dai processi di
combustione ad alta
temperatura; le emissioni di ammoniaca (NH3),
derivano quasi totalmente da attività agricole
(inclusi gli allevamenti).
Emissioni nazionali di PM10 secondo la disaggregazione settoriale
300
Le polveri di dimensione inferiore a 10
µm hanno origine sia
naturale sia antropica.
Tali polveri hanno una
notevole rilevanza sanitaria per l’alta capacità
di penetrazione nelle
vie respiratorie.
250
kt / a
200
150
100
Combustione -Energia e industria di trasformazione
Combustione - Industria
Trasporti stradali
Trattamento e smaltimento rifiuti
Fonte: ISPRA
18
Combustione - Non industriale
Processi produttivi
Altre sorgenti mobili
Agricoltura
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
1994
1993
1992
1991
0
1990
50
PM10- Stazioni di monitoraggio e superamenti del valore limite
giornaliero (2010)
In Italia, nel 2010, lo
stato delle concentrazioni
presenti in atmosfera
è soddisfacente per il
biossido di zolfo (non
risultano superamenti dei
valori limite) e per il benzene (nella quasi totalità
delle stazioni è rispettato
il valore limite).
Legenda: * La copertura dei dati al 90% è riferita al netto delle perdite di dati dovute alla taratura periodica o
alla manutenzione ordinaria
Fonte: ISPRA
PM2,5- Stazioni di monitoraggio e superamenti del valore limite
annuale (2010)
Legenda: * La copertura dei dati al 90% è riferita al netto delle perdite di dati dovute alla taratura periodica o
alla manutenzione ordinaria
Fonte: ISPRA
19
Per arsenico, cadmio,
nichel e benzo(a)pirene,
anche se le informazioni
non garantiscono una
copertura del territtorio
sufficiente e omogenea,
rispetto ai valori obiettivo
si registra un solo caso
di superamento (su 59
stazioni) per il nichel e
9 (su 61 stazioni) per il
benzo(a)pirene.
Gli inquinanti più critici
per le elevate concentrazioni presenti in
atmosfera continuano a
essere il PM10, l’ozono e
il biossido di azoto.
Il valore limite giornaliero
del PM10 è stato rispettato nel 58% delle stazioni
di monitoraggio.
Per quanto riguarda
l’indicatore particolato
PM2,5, le informazioni
sono ancora insufficienti. Confrontando le medie annuali con il valore
limite per la protezione
della salute umana
(D.Lgs. 155/2010), che
entrerà in vigore entro il
2015, risulta che in 77
stazioni (82% del totale)
è stata registrata una
media annua inferiore al
valore limite annuale.
O3 - Stazioni di monitoraggio per classi di giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine (120 µg/m3) e per tipologia di stazione (2010)
Ozono - l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana
è rispettato nel 7% delle
stazioni di monitoraggio
(21 stazioni su 316).
Fonte: ISPRA
NO2 – Stazioni di monitoraggio e superamenti del valore medio annuo (2010)
Per il biossido di azoto il
valore limite annuale è
stato rispettato nell’80%
delle stazioni di monitoraggio.
Legenda: * La copertura dei dati al 90% è riferita al netto delle perdite di dati dovute alla taratura periodica o
alla manutenzione ordinaria
Fonte: ISPRA
20
Serie temporali delle anomalie di temperatura media globale e
in Italia, rispetto ai valori climatologici normali 1961-1990
Il riscaldamento del sistema climatico globale
è oggi indiscutibile.
2
1,5
L’aumento della temperatura media registrato
in Italia negli ultimi
trenta anni è stato quasi
sempre superiore a
quello medio globale
sulla terraferma.
°C
1
0,5
0
Globale
ITALIA
2009
2010
2006
2003
2000
1997
1994
1991
1988
1985
1982
1979
1976
1973
1970
1967
1964
-1
1961
-0,5
Nel 2010, tuttavia, l’anomalia della temperatura
in Italia (+0,51 °C) è
stata inferiore a quella globale terraferma
(+0,93 °C).
Fonte: ISPRA e NCDC/NOAA
Numero medio annuo di giorni estivi (1961 -2010)
In Italia, negli ultimi 14
anni i giorni estivi (ossia
giorni con temperatura massima dell’aria
maggiore di 25°C) e le
notti tropicali (ossia notti
con temperatura minima
dell’aria maggiore di
20°C) sono stati sempre
maggiori delle rispettive
medie climatologiche.
120
100
Giorni (d)
80
60
40
Legenda:
La linea tratteggiata indica il valore medio nel periodo di riferimento 1961-1990
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati delle stazioni della rete sinottica
21
2009
2006
2003
2000
1997
1994
1991
1988
1985
1982
1979
1976
1973
1970
1967
1964
0
1961
20
2.800
700
2.700
600
2.600
500
2.500
400
2.400
300
2.300
200
2.200
100
2.100
0
2.000
Ghiacciai campionati
2007
2004
2001
1998
1995
1992
1989
1986
1983
1980
m
800
1958
n.
Andamento della quota minima media delle fronti glaciali nelle Alpi occidentali
Quota minima media
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati del Comitato Glaciologico Italiano
22
L’andamento delle fronti
glaciali evidenzia un
trend complessivo verso l’innalzamento delle
fronti e il conseguente
scioglimento dei ghiacciai, ma le tendenze
evolutive più recenti si
differenziano nei tre settori alpini.
Densità su reticolato chilometrico (maglie di 10 km di lato)
delle specie di flora vascolare inserite nelle Liste Rosse
L’Italia è tra i Paesi
europei più ricchi di biodiversità, con metà delle
specie vegetali e un
terzo di quelle animali
presenti in Europa.
È anche, il Paese europeo con il più alto numero di specie animali
(oltre 58.000 specie),
con un’elevata incidenza di specie endemiche.
Le piante superiori sono
6.700, il 15,6% delle
quali endemiche.
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati tratti da: Scoppola, Spampinato, 2005 - Atlante delle specie a rischio di
estinzione (CD-ROM). MATTM, DPN, SBI, Univ. Tuscia, Univ. La Sapienza
Estensione media e numero di incendi boschivi
Il coefficiente di boscosità è passato da un
valore del 28,8% nel
1985 a oltre il 36% nel
2010.
30
25
ha; n*1.000
Il livello di minaccia
è alto: oltre il 50% di
Vertebrati (in particolare
pesci d’acqua dolce, gli
anfibi e i rettili), il 15%
delle piante superiori e
il 40% di quelle inferiori
sono in pericolo.
20
15
10
5
0
Sup. media
Incendi
Fonte: Corpo Forestale dello Stato (www.corpoforestale.it)
23
Distribuzione regionale delle superfici tutelate (escluso il
Santuario per i mammiferi marini)
ha * 1.000
0
5
10
15
20
25
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Aree Ramsar
ha * 1.000
0
100
200
300
400
500
600
700
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
L’Italia aderisce a
numerose convenzioni
e accordi internazionali
volti alla tutela della
biodiversità, quali la
Convenzione sulla
Diversità Biologica.
La Rete Natura 2000
è costituita da ZPS e
SIC che, al netto delle
sovrapposizioni, ammontano a 2.564 siti, e
occupano una superficie
di 6.316.664 ettari, pari
al 21% del territorio
nazionale.
In Italia sono inoltre
presenti 871 aree protette, che occupano una
superficie a terra di oltre
3 milioni di ettari (10,5%
del territorio nazionale).
Le superfici a mare tutelate includono anche 27
Aree Marine Protette.
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Rete Natura 2000
L’ambiente agricolo è
l’ambiente dominante
attorno alle zone umide;
ciò è dovuto al fatto
che stagni e paludi, per
loro stessa natura, si
collocano in aree pianeggianti dove la competizione con l’attività
agricola è sempre stata
molto forte. Il 51% dei
buffer attorno alle aree
Ramsar (ben 29 aree
su 57) presenta una
copertura del suolo superiore al 70% utilizzata
dall’agricoltura.
Aree protette terrestri
Aree protette marine
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
24
Le zone umide della
Convenzione di Ramsar
sono 57 e coprono oltre
60.000 ettari.
Valutazione di conformità delle acque di balneazione
Nel 2010, l’Italia presenta su 4.896 acque
di balneazione, 3.779
conformi ai valori guida
e 396 conformi ai valori
imperativi.
100
90
80
70
%
60
50
40
30
20
10
0
2009
2010*
Conformi ai valori guida (CG)
Chiusi (B)
Conformi ai valori imperativi (CI)
2010
Le potenziali fonti di
inquinamento che comportano la non idoneetà
alla balneazione possono essere molteplici,
le principali derivano
dall’inquinamento microbiologico.
Non conformi ai valori imperativi (NC)
Non campionati o insufficentemente campionati (NF/NS)
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati EEA
Ostreopsis ovata lungo le coste italiane (2010)
Lo stato ecologico di un
corpo idrico superficiale
è classificato in base
alla classe più bassa,
risultante dai dati di
monitoraggio, relativa
agli elementi biologici,
fisico-chimici e chimici.
La proliferazione della
microalga betonica
Ostreopsis ovata può
dare luogo a fenomeni
di tossicità sia per l’uomo sia per l’ambiente.
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati delle regioni costiere
25
Stazioni nelle 5 classi di qualità, utilizzando come EQB i macroinvertebrati (fiumi)
3%
10%
12%
Il quadro nazionale sullo
stato di qualità sarà
disponibile solo alla fine
dei cicli di monitoraggio
operativi e di sorveglianza.
Relativamente a 5 regioni/province autonome
(491 stazioni) circa la
metà ricade nella classe
buono ed elevato.
33%
42%
Elevato
Buono
Sufficiente
Scarso
Cattivo
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati delle regioni/province autonome
Tipologia e consistenza del monitoraggio chimico delle
acque sotterranee per ambito territoriale 2010-2015 (D.Lgs.
30/09)
Lo stato di attuazione
degli obblighi previsti
dalla Direttiva 2000/60/
CE vede la tipizzazione
e la definizione dei corpi
idrici concluse nella
quasi totalità delle regioni. L’analisi di rischio
è conclusa nel 76% dei
casi, mentre la definizione della rete di monitoraggio e dei programmi
di attività in circa il 50%
delle regioni.
La situazione in chiusura di bacino dei fiumi
italiani si mantiene più o
meno costante.
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati forniti da regioni, province autonome e ARPA/APPA
26
Rapporto tra le precipitazioni totali annue del 2010 e la media
delle precipitazioni totali annue sul trentennio 1961-1990
Il deficit o il surplus di
precipitazioni viene
quantificato dallo Standardized Precipitation
Index (SPI); in Italia, nel
2010, non si evidenziano fenomeni di siccità
(SPI<0) tali da avere
effetti sulle portate dei
fiumi e sulla disponibilità
di acqua nelle falde.
Le temperature superficiali delle acque dei
mari italiani, da ottobre
a settembre 2011, sono
risultate nella media. Da
evidenziare un aumento
nell’Adriatico nel mese
di settembre.
Fonte: ARPA/APPA, regioni e province autonome
Livello medio annuale del mare a Venezia
Il livello medio mare è
in tendenziale aumento
a Venezia. Il valore
massimo assoluto è
da riferirsi al 2010, con
40,5 cm sullo Zero Mareografico di Punta della Salute. Il precedente
massimo era riferito al
2009, con 33,4 cm.
40
centimetri
30
20
10
0
-10
1870 1880 1890 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010
Fonte: ISPRA
27
Frequenza dei casi di acqua alta a Venezia per classi di altezza
120
80-89
110
100
90
numero casi
80
70
60
50
40
30
20
10
2010
2005
2000
1995
1990
1985
1980
1975
1970
1965
1960
1955
1950
1945
1940
1935
1930
1925
1920
0
Il 2010 è l’anno record
per tutte le classi di
altezza ed eccezionale
per la frequenza dei
casi di acqua medioalta (90-109 cm) e alta
(110 cm e oltre).
60
55
90-99
50
45
numero casi
40
35
30
25
20
15
10
5
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
2010
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
2010
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
2010
1970
1965
1960
1955
1950
1945
1940
1935
1930
30
28
26
24
22
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
1970
1965
1960
1955
1950
1945
1940
1935
1930
1925
1920
100-109
Fonte: ISPRA
28
1970
1965
1960
1955
1950
1945
1940
1935
1930
≥ 110
1920
numero casi
1925
30
28
26
24
22
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
1925
numero casi
1920
0
Volumi di sabbie relitte dragate lungo la piattaforma continentale italiana
Tra il 1994 e il 2007 più
di 14.000.000 di m3 di
sabbie relitte sono state
dragate ai fini di ripascimento, tra la provincia
di Venezia e lungo le
coste laziali.
Tra il 2008 e il 2010 non
risultano interventi di
dragaggio.
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Magistrato delle Acque, Regione Abruzzo, Marche, Emilia-Romagna,
Lazio
29
Valutazione perdita di suolo per erosione idrica (2011)
Ampi settori del territorio
italiano presentano tassi
di erosione superiori alla
soglia di tollerabilità.
Le aree collinari con
coltivazioni di pregio
soggette a fenomeni di
erosione idrica subiscono perdite economiche
rilevanti.
Fonte: Progetto SIAS
Contenuto in tonnellate per ettaro di Carbonio Organico (OC)
negli orizzonti superficiali dei suoli italiani (2011)
Nei suoli agrari italiani
un livello di OC pari
all’1,2% è ritenuto sufficiente per il rifornimento
di elementi nutritivi per
le piante.
Fonte: Progetto SIAS
30
Territorio coperto da cartografia geologica ufficiale in scala
1:25.000 (2011)
La cartografia geologica
a una scala adeguata
costituisce una delle
basi fondamentali per
l’individuazione e la
comprensione dell’assetto geologico del
territorio.
43,55%
56,45%
Territorio nazionale da rilevare
Territorio rilevato CARG
Fonte: ISPRA
Percentuale di suolo urbanizzato nella fascia costiera di 10
km
Tra il 2000 e il 2006
l’urbanizzazione nella
fascia costiera di 10
km è avvenuta principalmente a scapito dei
seminativi (47%) e delle
zone agricole eterogenee (27%).
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati progetto Lacoast e CLC 2006 e su dati della rete di monitoraggio nazionale del consumo di suolo (ISPRA-SINAnet)
31
Indice di vulnerabilità ambientale (2000)
La vulnerabilità ambientale alla desertificazione
ha assunto sempre più
evidenza in Sardegna,
Sicilia, Basilicata, Puglia e Calabria. Segnali
negativi provengono
anche da aree centrosettentrionali.
Fonte: CRA-CMA, CNLSD, MATTM
Carta dei titoli minerari di ricerca e coltivazione di idrocarburi
(2011)
Al 31 dicembre 2011
sono vigenti 121 permessi di ricerca (di cui
96 in terraferma e 25 in
mare) e 199 concessioni
di coltivazione (di cui
133 in terraferma e 66
in mare)
Fonte: Ministero dello sviluppo economico
32
Produzione rifiuti
La produzione totale dei
rifiuti nel 2009 si attesta
oltre i 160 milioni di
tonnellate. I rifiuti pericolosi, crescono di più
rispetto al PIL.
I rifiuti urbani hanno una
maggiore correlazione
nel tempo con l’andamento degli indicatori
socio-economici (PIL e
spese delle famiglie).
200.000
180.000
160.000
t*1.000
140.000
120.000
100.000
80.000
60.000
40.000
urbani
speciali non pericolosi
speciali pericolosi
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
0
1997
20.000
C&D
Fonte: ISPRA
Rifiuti speciali totali avviati al recupero
10.820
18.402
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
8.000
9.000
10.000
11.000
12.000
13.000
14.000
15.000
16.000
17.000
18.000
19.000
Lombardia
Veneto
7.552
Emilia-Romagna
6.906
Piemonte
5.975
Toscana
3.892
Puglia
4.396
Friuli-Venezia…
3.778
Sicilia
3.561
Trentino-Alto…
3.738
Lazio
3.384
Campania
2.090
Liguria
1.380
Umbria
1.204
Marche
710
Sardegna
669
Abruzzo
790
Calabria
354
Basilicata
150
Molise
Valle d'Aosta 33
t*1.000
2009
2008
Fonte: ISPRA
33
Il 57,5% dei rifiuti
speciali è avviato a
recupero di materia e
solo il 9,6% è smaltito
in discarica.
Produzione di rifiuti urbani pro capite
560
540
kg/ab*anno
520
500
480
460
440
420
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
400
Fonte: ISPRA
Percentuale dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato
65
60
obiettivo 2011
55
50
obiettivo 2009
45,5
45
%
35
38,1
35,5
25
22,7
19,4
18,3
27,5
25,8
24,3
20,0
20,8
22,9
24,9
19,1
27,1
21,2
14,7
15
10
35,3
33,6
30,6
30
20
49,1
42,4
39,9
40
48
11,6
8,1
8,7
10,2
5
0
2004
Nord
Fonte: ISPRA
2005
2006
2007
Centro
2008
Sud
34
2009
ITALIA
2010
Nel 2010, la produzione
di rifiuti urbani si attesta,
in Italia, a 32,5 milioni
di tonnellate (+1,15%
rispetto al 2009). Il pro
capite dei rifiuti urbani,
(536 kg per abitante)
mostra un aumento
rispetto al 2009 di
circa 4 kg per abitante
per anno. A livello di
macroarea geografica, il Centro fa ancora
registrare, i maggiori
valori di produzione pro
capite, con circa 613 kg
per abitante per anno,
mostrando tuttavia una
progressiva riduzione
già a partire dal 2006. Il
Nord e il Sud, con 533 e
495 kg per abitante per
anno mostrano valori
analoghi a quelli del
2005.
Nel 2010, le maggiori
percentuali di raccolta
differenziata si rilevano
per il Veneto e il Trentino Alto Adige entrambi
con tassi superiori al
57% (58,7% e 57,9%) e
per il Piemonte e il Friuli
Venezia Giulia con tassi
vicini al 50% (50,7% e
49,3%). Le regioni con
i tassi più bassi sono la
Sicilia (9,4%), la Calabria (12,4%), il Molise
(12,8%) e la Basilicata
(13,3%).
Distribuzione dei rifiuti radioattivi in termini di volumi (2010)
Basilicata
11,7%
Puglia
4,0%
Sicilia
0,1%
Piemonte
18,0%
Toscana
1,2%
Lombardia
10,7%
Campania
11,0%
Emilia-Romagna
14,6%
Lazio
28,6%
Fonte: ISPRA
Indici di trasporto (m SV/h*100) di materiale radioattivo
(2010)
In Italia, le attività
nucleari comportanti il
rischio di esposizione
alle radiazioni ionizzanti
della popolazione e
dell’ambiente riguardano: le installazioni del
pregresso programma
nucleare (in fase di disattivazione) e i reattori
di ricerca; le strutture
di deposito di rifiuti radioattivi; le attività
d’impiego di sorgenti di
radiazioni ionizzanti; le
attività di trasporto delle
materie radioattive.
Trasferite in Francia
190 t di combustibile
della Centrale di Caorso
e in fase di trasferimento 45 t del Deposito
Avogadro e della Centrale di Trino.
Il trasporto di materie
radioattive effettuato
sul territorio nazionale
riguarda sorgenti utilizzate in campo medico
(82,2%), industriale
(6%) e rifiuti (11,6%).
Il trasporto dei colli contenenti materie radioattive avviene soprattutto
su strada, a seguire per
via aerea.
Fonte: ISPRA
35
Concentrazioni medie di attività di radon indoor (1989-1997)
Il radon rappresenta,
in assenza di incidenti
nucleari rilevanti, la
principale fonte di esposizione alla radioattività.
In Italia la media della
concentrazione è pari a
70 Bq/m3, superiore alla
media mondiale stimata
in circa 40 Bq/m3 e alla
media europea pari a
59 Bq/m3. Si conferma
una forte variabilità
territoriale in funzione in
particolare della litologia
del suolo.
Fonte: Bochicchio F., Campos Venuti G., Piermattei S., Torri G., Nuccetelli C., Risica S., Tommasino L.,
Results of the National Survey on Radon Indoors in the all the 21 Italian Regions, Proceedings of Radon in
the Living Environment Workshop, Atene, Aprile 1999
Andamento della concentrazioe di attività media di Cs-137 nel
particolato atmosferico in Italia
La rete GAMMA dell’ISPRA per il monitoraggio in tempo reale del
rateo della dose gamma
assorbita in aria, è costituita da 58 centraline
distribuite sul territorio
nazionale.
1E+07
1E+06
Il monitoraggio della
radioattività si ritiene
adeguato agli obiettivi di
protezione della popolazione, pur con una disomogeneità territoriale.
137Cs (μBq/m3 )
1E+05
3E+04
1E+04
Reporting Level
1E+03
1E+02
1E+00
gen-86
gen-87
gen-88
gen-89
gen-90
gen-91
gen-92
gen-93
gen-94
gen-95
gen-96
gen-97
gen-98
gen-99
gen-00
gen-01
gen-02
gen-03
gen-04
gen-05
gen-06
gen-07
gen-08
gen-09
gen-10
1E+01
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati: ENEA-DISP, Rapporto annuale sulla radioattività ambientale in Italia,
Reti Nazionali, 1986-87, 1998, 1990; ANPA, Rapporto annuale sulla radioattività ambientale in Italia, 1991,
1992, 1994-97, 1998; APAT, Reti nazionali di sorveglianza della radioattività ambientale in Italia, 2002; ISPRA
36
Andamento della concentrazione di Cs-137 nelle deposizione
umide e secche in Italia
10.000
1.000
Bq/m 2
100
10
2010
2008
2006
2004
2002
2000
1998
1996
1994
1992
1990
1988
1986
1984
1982
1980
1978
1976
1974
1972
1970
1968
1966
1964
1962
0
1960
1
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA/ARPA/APPA raccolti da ISPRA; OECD-ENEA, 1987, The radiological impact of the Chernobyl accident in OECD countries, Parigi
37
La sorveglianza della
radioattività ambientale
è organizzata da un
insieme di reti: locali,
regionali, nazionale.
Le reti locali esercitano il controllo attorno
agli impianti nucleari;
le reti regionali sono
incaricate del monitoraggio della radioattività
ambientale sul territorio
regionale e le reti nazionali raccolgono i dati al
fine di rappresentare la
situazione, appunto, a
livello nazionale, anche
in occasione di eventi
anomali.
Potenza complessiva, confronto tra RTV e SRB, relativamente
alle regioni per le quali è disponibile il dato completo (2010)
12.000
Tra il 2009 e il 2010
si registra un aumento
degli impianti e dei siti
SRB rispettivamente
del 15% e del 12%,
mentre gli impianti RTV
sono rimasti pressoché
invariati.
10.830
10.000
kW
8.000
6.000
4.207
4.000
2.000
0
RTV
SRB
Potenza complessiva
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA (Osservatorio CEM)
Pareri e controlli effettuati su impianti RF in Italia, distinti per
tipologia di sorgente
I casi di superamento
dei limiti di legge per
gli impianti RTV sono
circa 10 volte superiori
a quelli relativi agli
impianti SRB.
Il numero dei controlli (3.787) effettuati
sulle SRB è comunque
maggiore rispetto agli
impianti RTV (1.079),
poiché al centro dell’attenzione dei cittadini a
causa di una maggiore
presenza sul territorio.
3.500
3.000
2.500
n.
2.000
1.500
1.000
2010
2009
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2002
2001
2000
0
1999
500
Controlli RTV
Controlli SRB
Controlli Totale RF
Pareri RTV
Pareri SRB
Pareri Totale RF
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA (Osservatorio CEM)
38
Trend della lunghezza delle linee elettriche relative all’alta tensione (grafico A) e all’altissima tensione (grafico B) in Italia
(2010)
Grafico A
45
40
35
km*1.000
30
25
20
15
10
5
0
1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009
40-150kV
Grafico B
12
10
km*1.000
8
6
4
2
0
1991 1993 1995 1997 1999 2001 2003 2005 2007 2009
220kV
380kV
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Terna S.p.A., Enel Distribuzione S.p.A., Deval. S.p.A.
39
La maggior parte della
rete elettrica italiana
è costituita da linee a
media e bassa tensione
(<40 kV), che rappresentano lo stadio finale
del processo di produzione, trasmissione e
distribuzione dell’energia elettrica e che si
presentano, dunque,
con una densità sul
territorio nettamente superiore rispetto alle linee
a tensione più elevata
(i chilometri di linee con
tensione > 40 kV rappresentano il 5% del totale). Il trend temporale
(1999-2010) relativo alle
linee elettriche ad alta
(grafico A) e altissima
tensione (grafico B) non
presenta variazioni.
Distribuzione delle sorgenti controllate (2.529) nelle diverse
tipologie di attività/infrastrutture (2010)
Infrastrutture
stradali
5,9%
Infrastrutture
ferroviare
1,5%
Infrastrutture
aeroportuali
0,6%
Infrastrutture
portuali
0,0%
Attività
temporanee
8,0%
Attività
produttive
31,5%
L’attività di controllo
viene eseguita nella
maggioranza dei casi a
seguito di segnalazione/esposto dei cittadini
alle amministrazioni.
Circa l’89% delle sorgenti sono controllate a
seguito di esposto.
Le percentuali di comuni che ha approvato la
classificazione acustica
è pari al 46,2%.
Attività di
servizio e/o
commerciali
52,5%
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA
Percentuale di comuni che hanno approvato la classificazione acustica sul numero totale di comuni di ogni regione/
provincia autonoma (2010)
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA
40
Anche se si registra un
incremento del numero
di classificazioni acustiche approvate rispetto
agli anni precedenti
(+7,7% tra il 2009 e
il 2010), la risposta
delle Amministrazioni
locali nei confronti della
Legge Quadro 447/95
(strumento finalizzato
alla tutela dall’inquinamento acustico) è
ancora insufficiente.
Percentuale di popolazione residente in comuni che hanno
approvato il Piano di classificazione acustica sul totale della
popolazione di ogni regione/provincia autonoma (2010)
Si registra una non sufficiente applicazione della
classificazione acustica
e una diffusione disomogenea nell’ambito del
territorio nazionale.
La percentuale di popolazione residente in comuni che hanno approvato
la zonizzazione è del
52% e la percentuale di
superficie territoriale dei
comuni che hanno approvato la classificazione
è pari al 46 %.
Le regioni con la
percentuale di comuni
zonizzati più elevata
sono: Marche (97,1%),
Toscana (94,1%), Liguria
(84,7%), mentre quelle
che registrano valori
inferiori al 10% sono
Puglia (9,7%), Abruzzo
(6,2%),Sardegna (3,2%)
e Sicilia (1,0%).
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ARPA/APPA
41
Principali eventi di frana nel 2011
L’Italia, per la sua
particolare posizione
nel contesto geodinamico del Mediterraneo,
è uno dei Paesi a
maggiore pericolosità
sismica in Europa. Per
le particolari condizioni
climatiche e geomorfologiche è una nazione
ad alto rischio geologico-idraulico.
Fonte: ISPRA
Vittime delle principali alluvioni in Italia
350
300
250
n.
200
Vittime a Sarno
150
100
Vittime a Messina
50
2011
2009
2007
2005
2003
2001
1999
1996
1994
1992
1990
1986
1983
1981
1977
1972
1968
1965
1954
1951
0
Fonte: Coldiretti; CIA; MiPAF; CNR; DPC; Regione Veneto; Commissario Alluvione Piemonte; Comune di
Genova; Agenzie di Stampa; http://www.protezionecivile.it; www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it.
42
Le frane sono le calamità naturali che si
ripetono con maggiore
frequenza e causano,
dopo i terremoti, il
maggior numero di vittime e di danni a centri
abitati, infrastrutture,
beni ambientali, storici
e culturali. Le frane,
censite dall’Inventario
dei Fenomeni Franosi
in Italia, sono circa
486.000 e interessano
un’area di 20.700
km2, pari al 6,9% del
territorio nazionale.
Eventi sismici di Magnitudo uguale o superiore a 2, registrati
dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV dal 1 ottobre 2010 al
31 ottobre 2011
Nelle aree caratterizzate
da pericolosità sismica è
necessario diminuire la
vulnerabilità degli edifici.
Fonte: Elaborazione ISPRA di dati INGV © ISIDe Working Group (INGV, 2010), Italian Seismological
Instrumental and parametric database: http://iside.rm.ingv.it Bollettino Sismico Italiano, Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia, Centro Nazionale Terremoti. http://bollettinosismico.rm.ingv.it/
43
Numero di stabilimenti a rischio di incidente rilevante, distribuzione regionale (D.Lgs. 334/99 e s.m.i.)
Il numero degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante presenti
in Italia è di 1.131, il
25% dei quali insediato
in Lombardia. Il quadro
normativo a livello
europeo e nazionale
dei controlli sui rischi
di incidenti rilevanti è
ormai definitivo e maturo, essendo passato
attraverso tre successive direttive e relativi
recepimenti nazionali.
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare al
31/01/2012
Distribuzione sul territorio nazionale degli stabilimenti soggetti al D.Lgs. 334/99 e s.m.i.
In Italia si riscontra una
prevalenza di stabilimenti petrolchimici e
di GPL. Questi rappresentano insieme circa il
50% del totale.
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare al
31/01/2012
44
Siti contaminati e bonificati per regione
1.400
I siti contaminati comprendono quelle aree
nelle quali, in seguito
ad attività umane svolte
o in corso, è stata
accertata, sulla base
della normativa vigente,
un’alterazione puntuale
delle caratteristiche naturali del suolo da parte
di un qualsiasi agente
inquinante.
1.200
1.000
n.
800
600
400
200
0
Siti contaminati
Siti bonificati
Fonte: Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti, 2012
Nota: a) Non include SIN
Contributi alla contaminazione dei suoli suddivisi per tipologia di fonte (dato relativo ai 57 Siti di Interesse Nazionale)
Impianti per la
produzione di
energia
5%
Siti militari
1%
Depositi di
combustibili
5%
Estrazione e
produzione dei
combustibile
3%
Siti di
estrazione di
combustibile
2%
Discariche di
Rifiuti urbani
20%
Miniere
4%
Discariche di
Rifiuti speciali
20%
Industria e
attività
commerciali
40%
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti connessi al ciclo
dei rifiuti, 2012
45
I principali inquinanti
riscontrati all’interno
dei suoli sono i metalli pesanti con un
contributo del 39%,
seguiti dagli idrocarburi
(CHC,IPA,BTEX) con
un contributo complessivo pari al 35%. Per
le acque sotterranee e
superficiali i principali
inquinanti sono gli idrocarburi con un contributo del 48% e metalli
pesanti con contributo
del 30%.
Prescrizioni contenute nei decreti di compatibilità ambientale
relative al monitoraggio ambientale e agli interventi di mitigazione e compensazione ambientale
50
La procedura di VIA si
conclude positivamente
in circa l’82% dei casi.
45
40
35
%
30
25
20
15
10
5
giugno 1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
0
Il 18% dei decreti positivi è rappresentato dalla
tipologia progettuale
“strade”, il 18% “rifiuti”,
il 16% “centrali termoelettriche”, l’8% “impianti
di prospezione, ricerca
e coltivazione di idrocarburi in mare”.
Prescrizioni relative al monitoraggio ambientale
Prescrizioni relative agli interventi di mitigazione e compensazione
ambientale
Fonte: ISPRA
Evoluzione del numero di certificati EMAS rilasciati in Italia
(30/09/2011)
1.400
1.200
959
800
391
400
Fonte: ISPRA
46
set-11
dic-10
dic-09
dic-08
dic-07
dic-05
255
dic-04
174
dic-03
125
dic-02
0
1.136
566
600
200
1.088
740
dic-06
n.
1.000
1.036
Il 56% delle registrazioni si riscontra nel
Nord (Emilia-Romagna,
Lombardia, Toscana e
Trentino-Alto Adige).
Le piccole imprese
sono la tipologia con
il maggior numero di
registrazioni (36%).
La Lombardia presenta
il numero più elevato
di siti produttivi certificati ISO 14001 (2.500
certificazioni), seguono
Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto, Campania e Toscana, (più
di 1.000 siti produttivi
certificati).
Evoluzione dei prodotti e delle licenze Ecolabel UE in Italia
(2010)
10.169 8.982
10.000
1.000
491
657 789
1.140 1.384
2.474
n.
237
100
58
63
26
2
1
82
332
174
250
245
31
12
9
10
83
3.822
6
2
1
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010
Prodotti
Fonte: ISPRA
47
Licenze
Il gruppo di prodotti con
il maggior numero di
licenze Ecolabel UE è
il “servizio di ricettività
turistica” (137 licenze),
mentre le “coperture
dure” sono il gruppo di
prodotti con il maggior
numero di prodotti certificati (6.602).
Percentuali delle aree tematiche oggetto di rapporti tematici
(2010)
2%
6%
14%
6%
4%
Nel 2010, il numero di
Rapporti tematici del
Sistema agenziale è
superiore al centinaio.
5%
20%
43%
Acqua
Aria
Rifiuti
Agenti fisici
Cambiamenti climatici
Suolo
Altro
Natura e biodiversità
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA-ARPA/APPA
Comunicazione ambientale su web
Rispetto al 2009, se
da una parte sono in
diminuzione le attività
standistiche/mostre e
conferenze, dall’altra è
in aumento l’utilizzo di
strumenti multimediali
(video/cd-rom), indice
di un nuovo rapporto
di comunicazione tra le
istituzioni e i cittadini.
25
20
n.
15
10
5
0
2003-siti attivi 23
2004-siti attivi 23
2005-siti attivi 22
2006-siti attivi 23
2007-siti attivi 23
2008-siti attivi 23
2009-siti attivi 24
2010-siti attivi 24
E-mail e/o
moduli on
line
15
22
22
23
23
23
24
24
Forum e
FAQ
1
5
3
1
0
2
3
16
Registrazion
Sondaggi
e on line
2
9
8
8
8
2
1
3
4
6
3
4
2
3
8
11
News ed
eventi
15
21
20
23
23
23
24
24
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA-ARPA/APPA-MATTM
48
Area
multimedial
e
6
11
Social
media
Pec
6
22
Formazione ambientale, corsi realizzati e media delle ore
erogate (2010)
Nel 2010, il 96,5% dei
corsi di formazione ambientale sono di breve
durata, i corsi di media
durata costituiscono il
3,1% del totale, mentre
i corsi di lunga durata
rappresentano appena
70
60
50
40
n.
lo 0,4%.
30
20
Molise
Abruzzo
Puglia
Marche
Trento
Veneto
Media ore erogate per corso
Emilia-Romagna
Corsi realizzati da ISPRA-ARPA/APPA
ISPRA
Bolzano
Valle d'Aosta
Sicilia
Campania
Liguria
Calabria
Piemonte
Lazio
0
Sardegna
10
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA-ARPA/APPA
Formazione ambientale, corsi di formazione (2004-2010)
Sono 4.827 i partecipanti ai corsi di formazione
ambientale, in media 19
partecipanti per corso,
di cui il 48% di genere
femminile.
35
30
n.
25
20
15
10
5
0
2004 - 11 Agenzie
2005 - 10 Agenzie
2006 - 18 Agenzie
2007 - 15 Agenzie
2008 - 19 Agenzie
2009 - 14 Agenzie
2010 - 17 Agenzie
Corsi realizzati in
media per Agenzia
14
20
11
11
19
15
15
Ore erogate in
media per corso
31
22
19
22
19
30
31
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA-ARPA/APPA
49
Partecipanti in
media per corso
31
32
34
31
18
23
19
Corsi erogati con finanziamenti interni/esterni all’Agenzia
(2010)
10%
90%
Corsi con finanziamenti interni all'Agenzia
Corsi con finanziamenti esterni all'Agenzia
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA-ARPA/APPA
Corsi erogati con finanziamenti interni/esterni all’Agenzia
100
90
80
70
%
60
50
40
30
20
10
0
Anno 2008
Anno 2009
% Corsi con finanziamenti interni all'Agenzia
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati ISPRA-ARPA/APPA
50
Anno 2010
% Corsi con finanziamenti esterni all'Agenzia
Nell’ambito del Sistema
agenziale l’erogazione
di corsi di formazione
in modalità e-learning e
l’utilizzo dei siti web per
la diffusione di contenuti a carattere tecnicoscientifico sono ancora
poco diffusi. Solo ARPA
Piemonte ha sviluppato
un corso e-learning,
mentre solamente
ISPRA ha utilizzato il
sito web per pubblicare i contenuti di corsi,
seminari e workshop
realizzati.
Distribuzione geografica dei piani energetici e dei trasporti completi, approvati e con eventuale processo VAS (nov.
2011)
Tra i piani completi
approvati con VAS si
distinguono quelli di tutela delle acque (9/21)
e quelli dei trasporti
(nessuno), mentre sugli
altri tipi sono applicate
4 o 5 VAS.
Fonte: ISPRA
Distribuzione geografica dei piani di gestione dei rifiuti e
territoriali completi, approvati e con eventuale processo VAS
(nov. 2011)
Fonte: ISPRA
51
Relativamente al
numero di piani completi approvati (con o
senza VAS) si riscontra
un elevato livello per
i piani di gestione dei
rifiuti (20/21) e un livello
medio-alto per i piani
energetici e di qualità
dell’aria (17/21). Per gli
altri tipi di piani il livello
di risposta risulta inferiore (13-14/21).
Distribuzione geografica dei piani di tutela delle acque e di
qualità dell’aria completi, approvati e con eventuale processo VAS (nov. 2011 )
L’Emilia-Romagna è la
regione con il maggior numero di piani
completi approvati con
processo VAS, mentre
il Molise non ha ancora
avviato processi di VAS
sui piani presi in esame.
Valle d’Aosta, Provincia
di Trento, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e
Marche hanno approvato in modo completo
tutti i piani presi in
esame, mentre Molise,
Campania, Basilicata e
Calabria hanno approvato 3 piani e ne hanno
adottato 1.
Fonte: ISPRA
Piani dei Parchi Nazionali per stato di avanzamento dell’iter
dei provvedimenti (aggiornamento al 31/12/2010)
Complessivamente
il trend dello stato di
avanzamento dei piani
dei parchi nazionali può
considerarsi positivo.
Il 42% dei Parchi si situa
nelle fasi più avanzate
della pianificazione
(fase 2 - Deposito e
consultazione pubblica;
fase 3 - Approvazione e
pubblicazione).
Fonte: Elaborazione ISPRA su provvedimenti nazionali, regionali e degli enti Parco
52
Trasmissione delle informazioni sui piani per la qualità dell’aria (2009)
La trasmissione delle
informazioni sui piani di
qualità dell’aria da parte
delle regioni e province
autonome è in ritardo
rispetto alla tempistica
prevista dalla normativa,
inoltre risulta piuttosto carente anche la
valutazione dell’efficacia
dei provvedimenti sia in
termini di riduzione delle
emissioni sia di miglioramento della qualità
dell’aria.
Dall’analisi delle misure
di risanamento risulta
che la gran parte di
esse sono adottate nel
settore trasporti.
Fonte: Elaborazione ISPRA su dati delle regioni e province autonome
Ripartizione settoriale delle misure di risanamento adottate
Tra il 2005 e il 2009, il
settore maggiormente
interessato dai provvedimenti di risanamento
è quello dei trasporti,
anche se si può osservare una diminuzione
degli interventi adottati
in questo settore e un
aumento di quelli nei
settori energia e agricoltura/allevamenti.
100
90
80
70
%
60
50
40
30
20
10
0
2005
Trasporti
2006
Energia
2007
Attivita produttive
Fonte: ISPRA
53
2008
Agricoltura e allevamenti
2009
Altro
Popolazione esposta a PM10
Numerosi studi hanno
da tempo evidenziato le
associazioni tra i livelli
di inquinanti atmosferici a cui è esposta la
popolazione e una serie
di effetti negativi sulla
salute. L’esposizione
al particolato (soprattutto le frazioni più
piccole: PM10 e PM2,5)
è l´indicatore di qualità
dell´aria più consistentemente associato a effetti
avversi sulla salute.
60
50
40
%
30
20
10
0
10<c≤20
20<c≤30
30<c≤40
40<c≤50
50<c≤60
60<c≤70
Fasce di esposizione (c- concentrazione media annuale in µm3)
2006
2007
2008
2009
2010
Fonte: Elaborazioni ISPRA su dati ISPRA, ISTAT
Popolazione sotto i 20 anni esposta a PM10
Bambini e adolescenti
fanno parte di una categoria sociale particolarmente sensibile agli
effetti dell’inquinamento.
La maggiore suscettibilità è dovuta alle
particolari caratteristiche biologiche che
caratterizzano le varie
fasi dello sviluppo, dal
concepimento all’adolescenza, oltre che alle
variabili sociali.
60
50
%
40
30
20
10
0
10<c≤20
20<c≤30
30<c≤40
40<c≤50
50<c≤60
60<c≤70
Fasce di esposizione (c-concentrazione media annuale in µm3)
2006
2007
2008
Fonte: Elaborazioni ISPRA su dati ISPRA, ISTAT
54
2009
2010
Popolazione sotto i 20 anni esposta a ozono (SOMO35)
100
90
80
70
%
60
50
40
30
20
10
0
2004
2005
2006
2007
2008
SOMO35<2000
2000≥ SOMO35<3000
3000≥ SOMO35<4000
5000≥ SOMO35<6000
6000≥ SOMO35<7000
SOMO35≥7000
Fonte: Elaborazioni ISPRA su dati AEA, ISTAT
55
2009
4000≥ SOMO35<5000
L’esposizione all’ozono
è in grado di aggravare
le condizioni di soggetti
affetti da malattie croniche respiratorie.
Vi sono evidenze scientifiche di una maggiore
frequenza di ricoveri
per asma e BCPO, aumento di visite mediche
ospedaliere per asma
e malattie respiratorie,
riduzione degli indici di
funzionalità respiratoria,
comparsa di sintomi
respiratori, in seguito
all’esposizione a ozono.
Informazioni legali
L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)
e le persone che agiscono per conto dell’Istituto stesso non sono responsabili per l’uso che può essere fatto delle informazioni contenute in
questo Rapporto.
La Legge 133/2008 di conversione, con modificazioni, del decreto Legge
25 giugno 2008, ha istituito l’ISPRA - L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. L’ISPRA svolge funzioni che erano proprie
dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i servizi Tecnici (ex
APAT), dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ex INFS) e dell’Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare
(ex ICRAM).
ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
Dipartimento Stato dell’Ambiente e Metrologia Ambientale
Servizio progetto speciale Annuario e Statistiche ambientali
Via Vitaliano Brancati, 48 – 00144 ROMA
www.isprambiente.it
http://annuario.isprambiente.it/
ISBN 978 - 88 - 448 - 0554 - 8
Riproduzione autorizzata citando la fonte
Elaborazione grafica: Matteo Salomone, ISPRA
Grafica di copertina: Franco Iozzoli, Alessia Marinelli, Elena Porrazzo, ISPRA
Foto di copertina: Paolo Orlandi, ISPRA
Coordinamento tipografico: ISPRA
Amministrazione: Olimpia Girolamo, ISPRA–Settore Editoria
Distribuzione: Michelina Porcarelli, ISPRA-Servizio Comunicazione
II
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