bibliografia 326 davide daolmi Bibliografia 327 Bibliografia Giulio Camillo, L’idea del theatro, Firenze: Lorenzo Torrentino, 1550; ii ed. Venezia: Agostino Bindoni, 1550; riedito più volte nelle Opere; ed. mod. in Id., L’idea del teatro. Discorso in materia del sua theatro. Rime. Lettere, a cura di Riccardo Scarpa, Portogruaro: Società di storia, [1984]; L’idea del theatro, a cura di Ugo Marchetti, Cernusco sul Naviglio: Severgnini, 1985; L’idea del teatro e altri scritti, a cura di Domenico Chiodo e Rossana Sodano, Milano: Res, 1990; L’idea del teatro, a cura di Lina Bolzoni, Palermo: Sellerio, [1991]. Camillo 1550 Chori militares elogiis Ursinorum subjecti ac decantati inter philosophicas Iulii Rospigliosi Seminario Romano convittore disputationes, Alexandro Ursino cardinalisi dicata, Roma: s.n.t. [ma 1618]. Chori 1618 Poesie di eccellentissimi autori in lode della famosissima cappella del signor Guido Nolfi eretta nel Duomo di Fano, Roma: Guglielmo Facciotti, 1625. Poesie 1625 Alle pp. 67-68 sono i versi di Giulio Rospigliosi ‘Vide il metauro già sopra le sponde’ e ‘Fu già tempio sublime e stabil sede’. < Giuseppe Giamberti, Laudi spirituali a una, due, tre, quattro, cinque e sei voci, opera terza, poste in musica in diversi stili, Orvieto: Rinaldo Ruuli, 1628. Giamberti È uno dei due volumi pubblicati pubblicati a Orvieto nel ’28. L’altro, perduto, conteneva «qualche cantata morale» di Marazzoli. — I-Bc (s1 s2 t bc); I-Nn (t bc); I-Vgc (?) Pitoni (Ruini 1988, p. 277) – Baini 1823, ii, p. 46 < Francesco Bracciolini dell’Api, L’elettione di Urbano papa viii, Roma: s.n.t. [1628]. Bracciolini Alle pp. 484-493 è il ‘Discorso sopra L’elettione di Urbano viii, poema del sig. Francesco Bracciolini dell’Api’ di Giulio Rospigliosi. < Componimenti poetici di vari autori nelle nozze delli eccellentissimi signori don Taddeo Barberini e donna Anna Colonna, a cura di Andrea Brogiotti, Roma: s.e., [1629]. Componimenti Alle pp. 88-91 sono un’ode, due sonetti e una canzonetta di Giulio Rospigliosi. < Saggi accademici dati in Roma nell’accademia del serenissimo principe cardinal di Savoia [= accademia dei Desiosi] da diversi nobilissimi ingegni, raccolti e pubblicati da monsignor Agostino Mascardi, cameriere d’onore di Nostra Santità Urbano viii, dedicati al molto illustre e reverendo signor don Valeriano Zanucca Scaglia, abbate di Santa Francesca in Brescia, Venezia: Barolomeo Fontana, 1630; poi ristampati con le Prose vulgari di monsignor Agostino Mascardi…, Venezia: Baba 1653 e 1660; Venezia: Pezzana, 1674; Venezia Curri, 1676. Mascardi Alle pp. 90-101 (i ed.) è il ‘Discorso sesto. Dello scorruccio’ di Giulio Rospigliosi. < 1628 1628 1629 1630 328 Allacci Landi davide daolmi 1633 Allacci, Leone, Apes Urbanae sive De viris illustribus qui ab anno mdcxxx per totum mdcxxxii, Roma: L. Grignani, 1633. p. 172 Iulius Rospigliosus edidit Italiace: 1. Discorso sopra il poema di Francesco Bracciolini inscritto della elettione di Urbano viii, impressum cum eodem Bracciolini. 2. Discursum academicum inter alios editos Venetis. Editurus est: Orationum Latinarum, volumen. Discursum academicorum, volumen. Parallela fra la politica e la medicina. Drammi musicali con altre poesie, volumen. Illum commendant Gaspar Scoppius et Lopes de Vega. 1634 [Stefano Landi] Il Sant’Alessio, dramma musicale [partitura], Roma: Paolo Masotti, 1634; rist. anastatica Bologna: Forni [1970]. > Compaiono solo 7 delle 8 incisioni di Collignon. 1635 Guido Bentivoglio, Festa fatta in Roma alli 25 di febraio mdcxxxiv e da ta in luce da Vitale Mascardi, Roma: Vitale Mascardi, 1635; rist. Roma: De’ Rossi, 1649 e 1654. > Relazione delle feste organizzate da Antonio Barberini culminanti con la ‘Giostra del Saracino’. Con 12 disegni di Andrea Sacchi (incisi da François Collignon). Fagiolo dell’Arco 1997, pp. 285-288, 587 Testi 1636 Fulvio Testi, Poesie liriche et Alcina, tragedia, opera nova, Modena: ad instanza di Pompilio Totti libraro in Roma, 1636. Rospigliosi 1637 Argomento et allegoria della comedia musicale intitolata Chi soffre speri e rappresentata all’illustrissimo et eccellentissimo principe Federico, lantgravio d’Assia, Roma: Stamperia della reverenda Camera Apostolica, 1637. > Scenario della rappresentazione allestita a palazzo Barberini alle Quattro Fontane. Libretto di Giulio Rospigliosi, musica di Mazzocchi e Marazzoli. — I-Rn [Misc. Val. 696, int. 8]; I-Rli; I-Vgc; I-PESo cm 21,6 × 15,5 – 16 pp. [da <www.nuovorinascimento.org/rosp-2000/home.htm>] Rolandi 1951, tav. 31 – Franchi 1988, pp. 216-217 – Sartori 1995, n. 2528 Rossi 1637 [Michelangelo Rossi] Erminia sul Giordano, dramma musicale rappresentato nel palazzo dell’illustrissimo et eccellentissimo signore don Taddeo Barberino, prefetto di Roma e principe di Pellestrina, e dedicato all’illustrissima et eccellentissima signora la signora donna Anna Colonna Barberina, prefettessa di Roma e principessa di Pellestrina. Posto in musica da Michelangelo Rossi [partitura], Roma: Paolo Masotti, 1637; rist. anast. Bologna: Forni [1970]. Rospigliosi 1638 Argumento dell’azzione rappresentata in ballo co’ gesti, intitolata L’acquisto della Durindana, Roma: Stamperia della reverenda Camera Apostolica, 1638. > Scenario del ballo pantomimico allestito a Palazzo Barberini alle Quattro Fontane. Soggetto e libretto del prologo di Giulio Rospigliosi, musica quasi certamente di Marazzoli. — I-Rc (tre copie); I-Rvat; I-Rli; I-Nc; URBc; I-Vgc; F-Pa; GB-Lu Cairo–Quilici 1981, n. 27 – Franchi 1988, p. 224 – Sartori 1995, n. 2544 1638 Palazzi diversi dell’alma cità [sic] di Roma et altre, Roma: Giombattista [sic] de’ Rossi, 1638. Bentivoglio Rossi Bibliografia 329 [Pompilio Totti] Ritratto di Roma moderna …, Roma: Vitale Mascardi, 1638. Totti 1638 Applausi poetici alle glorie della Signora Leonora Baroni, Bracciano: s.e., 1639. Applausi 1639 Argomento et allegoria della comedia musicale intitolata Chi soffre speri, Roma: Stamperia della reverenda Camera Apostolica, 1639. Rospigliosi 1639 Ripresa dell’edizione del 1637 con nuovi intermedi, fra cui la celebre ‘Fiera di Farfa’. Stesso luogo e stessi autori. — I-Rvat [Stamp. Chig. 2186, int. 12]; I-Ru; I-Fc; I-Vgc; I-PESo cm 22,2 × 15 – 16 pp. [da <www.nuovorinascimento.org/rosp-2000/home.htm>] Rolandi 1927, p. 523 – Franchi 1988, pp. 232-233 – Sartori 1995, n. 2529 < Loreto Vittori, La Galatea, dramma del cavalier Loreto Vittori da Spoleto, dal medesimo posta in musica e dedicata all’eminentissimo e reverendissimo signor cardinale Antonio Barberino [partitura], Roma: Vincenzo Bianchi, 1639. Vittori 1639 Argomento del Gioseppe, commedia sacra latina recitata dagli alunni del Seminario di San Pietro, Roma: Stamperia della rev. Camera Apostolica, 1640. Argomento 1640 Tragedia anonima con prologo e quattro intermedi in musica di Giulio Rospigliosi. Forse Marazzoli contribuì al terzo intermedio con maschere. — I-Rc [Vol. Misc. 1512/6] Cario–Quilici 1981, n. 2060 – Franchi 1988, pp. 238 < Raccolta d’arie spirituali a una due e tre voci di diversi eccellentissimi autori raccolte e date in luce da Vincenzo Bianchi, Roma: Vincenzo Bianchi, 1640. Raccolta Miscellanea in cui si conserva il terzetto di Marazzoli ‘Non più stolti pensieri’. — I-Rvat; I-Rsc Vogel 1892, ii, p. 514-515 – Rism b/i 16402 < Le pretensioni del Tebro e del Po, cantate e combattute in Ferrara nella venuta dell’eccellentissimo signor principe don Taddeo Barberini, prefetto di Roma … Componimento del signor donn’Ascanio Pio di Savoia e descrizione di Francesco Berni, Ferrara: Francesco Stuzzi stamp. camerale, 1642. Berni … Perché poi la poesia fosse accompagnata con la sorella, fu la composizione con- || segnata nelle mani del famoso Marco Marazzoli, che sa far qui in terra sentire a chi non è pitagorico le armonie de’ Cieli. Fe’ subito egli, con la sua musica penna, il felice accompagnamento sotto l’ombra generosa e chiara della gran casa Bentivoglia … Nella città ritrovansi [sic] Gioanni Burnacini che pochi giorni sono, come sai, prudente architetto, per fare che riuscissero credibili financo agli occhi le meraviglie della sua perizia, volle rap- || presentarle come effetti d’una maga, di quell’Armida che lo stesso donn’Ascanio [Pio] fece sì bella … Al Burnacini dunque fu dato la cura del nuovo teatro e della scena … p. 19 p. 20 Narrazione della giostra ferrarese del carnevale 1662. — I-Mb; I-FEc [mf 54.3-4]; I-Nc; I-Rvat; F-Pn; US-Cn Sartori 1995, n. 19055 – Fabris 1999, n. 1052 < Gli amori di Giasone e d’Isifile, festa teatrale di Oratio Persiani, posta in musica dal signor Marco Marazzoli, dedicata all’illustrissimo et eccellentissimo signor Filippo d’Hairlaii, conte di Cesy, consigliere del re Christianissimo et ambasciatore per sua maestà in Levante, Venezia: Antonio Bariletti, 1642. Persiani Libretto stampato per l’allestimento veneziano del carnevale 1642. Sartori 1995 indica due edizioni ma si tratta certamente della stessa. Dedica dell’autore datata 22 febbraio 1642. — I-Mb et al.; I-Tc (corretto a mano: 1643) Allacci 1666 – Bonlini 1730, p. 42 – Allacci 1755, pp. 75-76 – Sartori 1995, nn. 1810-1811 < A p. 185 è il sonetto ‘Fabio che a lo splendor degli avi illustri’ di Giulio Rospigliosi. 1640 1642 p. 21 16421 330 davide daolmi 16422 Narciso et Ecco immortalati, opera drammatica di Oratio Persiani rappresentata in musica in Venetia e dedicata all’illustrissimo et eccellentissimo signor marchese Cornelio Bentivogli, Venezia: Antonio Bariletti, 1642. > Opera rappresentata nel carnevale 1642 al teatro dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia. Musica di Filippo Vitali probabilmente rimaneggiata da Marazzoli. Rospigliosi 1642 [Giulio Rospigliosi] Allegoria et argomento dell’azzione rappresentata in musica intitolata Lealtà con valore, Roma: Stamperia della Reverenda Camera Apostolica, 1662 [ma 1642]. Savoia 1642 L’Amore trionfante dello Sdegno. Dramma recitato in musica con macchine della città di Ferrara per la venuta dell’eccellentissimo principe signor Taddeo Barberini, prefetto di generalissimo dell’Armi di Santa Chiesa. Opera di Ascanio Pio di Savoia, Ferrara: Francesco Suzzi, 1642. > Libretto stampato per l’allestimento ferrarese del carnevale 1642. Di pp. [18] 94 [1], con antiporta figurata. Musica di Marazzoli. — I-FEc (m. Marco Marazzoli); I-Ma; I-Mb; I-Rc; I-Rvat Allacci 1666, p. 23 – Sartori 1995, n. 1767 – Ziosi 1987. 1642 Girolamo Teti, Ædes Barberinæ ad Quirinalem, Romae: Mascardus, 1642; 2Roma: Filippo De Rubeis, 1647. p. 34 p. 35 … Sed quoniam præcipuas Barberinarum Aedium partes pervidimus, nunc quæ circumstant aedificia, atque hortos || celeriter percurramus … Primo … theatrum amplissimum intuemur, ubi machinatorum industriam si quando spectares, sane obstupesceres, atque adeo ipse tibi spectanti non crederes; tam subito pegmata se obijcerent sponte surgentia, atque inter se tacite coëuntia; mox iterum dehiscentia: sic que inopinato mutari omnia, atque inverti videres. Quod si adfuisses superiori anno, cum fabula italica, cui nomen inditum erat Egisto seu Chi soffre speri, elegantissima perageretur; et mille rerum imagines in scenam prodirent; vidisses exorientem primo Solem, nocturnasque tenebras fugantem; mox se paulatim ex undis attollentem, atque adeo artificiose omnia illustrantem, ut qui modo theatrum ingressi, eundem vere occidentem reliquerant, retrogradum facile crederent; quasi novas Nundinas, quæ ibi iucundissime, ad veri ipsissimam imaginem, exhibebantur, lustraturus accederet, et praeclara illa armenta sibi abducta dubita- || ret. Equidem fateor, me numquam lætiori spectaculo interfuisse, adeò, ut in subitum furorem actus, nescio quid ad praesulem Rospigliosium, fabulæ auctorem, Etrusca poesi luserim: quod alias fortasse ad te mittam. Persiani Teti p. 36 Buti Rossi 1643 Il giuditio della Ragione tra la Beltà e l’Affetto, dramma in musica, Roma: Francesco Cavalli, 1643. > Scenario dell’omonima opera rappresentata a Roma in casa del conte Marciano. Libretto di Francesco Buti, musica di Marazzoli. — I-Rvat [Barb. lat. 3795]; I-Rc [Vol. misc. 2540.15]; C-Tu Mandosio 1692, ii, p. 45 – Ademollo 1888, pp. 52-55 – Zaslaw 1989, pp. 17 e segg. – Franchi 1988, p. 525 – Sartori, n. 12099 1645 Giano Nicio Eritreo [pseud. di Gian Vittorio Rossi], Dialogi septendecim, Coloniae Urbiorum: Iodocum Kalcovium, 1645. p. 11 erythreus Sed date mihi hanc veniam, ut crus utrumque altius attollam, atque in transversum proximæ mihi sellæ lignum imponam. Nam proximis Bacchanalibus eum ibi dolorem contraxi, ut adhuc abigi nequeat. fossius At unde, tempore omnim festivissimo, tanta in te mali vis ingruit? erythreus Ab eo spectaculo, quod Barberini Principes dedere. Nam dum angustius sedeo, neque me uspiam commovendi facultatem habeo, ossium commissurae, nervique, incommodi plurimum contraxere. uranius Multa à multis de eo spectaculo dici audivi: non enim interfui. Sed fuitne illud ita sumtuosum, ita magnificum, ita admiratione dignum, ut fertur? Bibliografia erythreus O mi Urani, non potest dici verbis tantum, quantum re ipsa, omnia quæ ad hanc usque ætatem data sunt Romæ spectacula, splendore, magnificentia, sumtuque antecessit. Non possum quin exclamem: O singularem nostrorum Principum benignitatem! O summum in suos cives amorem! O charitatem praedicandam! Tantumne eos laborem capere, tantos sumtus facere, ut jucundissima eos oblectatione detinenant, ut periculosis Bacchanalium diebus, a vetitis atque vulgaribus voluptatibus abstractos, ad liberalissimam, ac regalis opulentiæ plenam animi remissionem ludumque traducant! quorum eatenus est progressa benignitas, ut non modos fortunatos quoscumque homines ac nobiles, qui ad id spectaculum, ejus pulchritudinis fama compulsi, accurrerant, hilari ac sereno vultu exciperent, spectatum admitterent, sessum adducerent,verum etiam novo atque admirabili humanitatis exemplo, atque in bonas artes studio, omnes pene, qui in aliquo proborum, eruditorum, et ingeniosorum numero sunt, sigillatim per nuncios evocarint, invitaverint, venientibus praesto || fuerint , honestum & commodum spectandi locum attribuerint … 331 p. 12 Frammento tratto dal primo dialogo dell’Eritreo; si dilunga sugli spettacoli allestiti dai Barberini per carnevale. Qui è solo una parte, l’intero passo è anche on-line all’indirizzo: <www.nuovorinascimento.org/rosp-2000/documenti/rossi-dial.htm#Egisto> < Athanasius Kircher, Musurgia universalis sive Ars magna consoni et dissoni in 10 libros digesta…, Roma: heres Francisci Corbelletti [i t.], Ludovici Grignani [ii t.], 1650; rist. anast. Hildesheim: Olms, 1970. Kircher 1650 Thomas Corneille, Dom Bertran de Cigaral, comedie, Rouen: Laurens Maurray, 1652. Corneille 1652 François Le Métel de Boisrobert, La folle gageure ou Les divertissements de la contesse de Pembroc, Paris: Augustin Courbé, 1653. Boisrobert 1653 [Scenario dell’opera Dal male il bene] Roma: stamp. della rev. Camera apostolica, 1654. Rospigliosi 1654 Stampato in occasione della prima rappresentazione nel palazzo di Maffeo Barberini principe di Palestrina e di sua moglie Olimpia Giustiniani. Sul frontespizio compaiono i simboli delle famiglie dei due novelli sposi, la colomba pamfilia e le api barberine. — I-Rli Franchi 1988, p. 308 – Sartori 1995, n. 21147 Agostino Faustini, Delle historie di Ferrara … libro quinto e sesto, Ferrara: Francesco Suzzi, 1655; continuazione di Gasparo Sardi, Libro delle historie ferraresi … con una nuova aggiunta del medesimo autore. Aggiunti di più quattro libri del signor dottore Faustini …, Ferrara: Francesco Suzzi, 1646; entrambi in rist. anast. Bologna: Forni, 1967. Il passo relativo alle feste per Taddeo Barberini (p. 84) è riprodotto in Fabris 1999, doc. 1051 (erroneamente riferito all’edizione del 1646). Giovanni Battista Falda, Nuovi disegni dell’architetture e piante de’ palazzi di Roma de’ piu celebri architetti, disegnate et intagliateda Gio. Battista Falda. Libro secondo, Roma: Giovanni Giacomo de’ Rossi, s.a. [1655 ?]; ed. mod. Piccininni 1986. Pietro Ferrerio, Palazzi di Roma de piu celebri architetti disegnati da Pietro Ferrerio pittore et architetto. Libro primo, Roma: Giovanni Giacomo Rossi all’insegna di Parigi alla Pace, s.a. [1655 ?]; rist. anast. Farnborough: Gregg press, 1967. Giacomo Rospigliosi, Oratio de subrogando summo pontefice …, Roma: Corbelletti, 1655. < Faustini 1655 < Falda 1655 Ferrerio 1655 Rospigliosi 1655 332 davide daolmi Vittori 1655 Loreto Vittori, La Galatea, Spoleto: Gregorio Arnazzini, 1655. Gualdo Priorato 1654 Galeazzo Gualdo Priorato, Historia della sacra real maestà di Christina Alessandra regina di Svetia, Roma: stamp. della Camera Apostolica, 1656; ii ed. Venezia: Baba, 1656 e Modena: Bartolomeo Soliani, 1656. [dell’ed. romana] p. 284 … Alcuni signori academici, primari di Roma, invitati dal nobilissimo compiacimento di sua maestà [la regina Svezia] concorsero più che volentieri con loro virtuosi ossequi e talenti ad obedirla, tenendo una volta la settima davanti a lei le loro academie … La prima academia cominciò la sera di [lunedì] 24 gennaio … L’ultima che chiuse il carnevale [lunedì 28 febbraio?] terminò il problema l’abate Francesco Cesis e’l signor Francesco Melosi sopra qual amore fosse più durevole et efficace, o quello che nasce d’improviso o quello che vien partorito dalla conversazione. … L’animo grande e generoso de’ signori Barberini aggionse a queste ricreazioni il trattenimento di tre drammi musicali che fecero recitare sontuosamente nel lor palazzo alle Quatro Fontane. La sera dunque dell’ultimo giorno di gennaro si recitò primieramente un’opera in musica intitolata il Trionfo della Pietà o sia La Vita umana. La materia era tutta morale e molto degna per l’apparato delle scene che furono vaghe al maggior segno per la dottrina e bellezza della compositione, come anche per la soavità della musica che fu isquisitissima. … e con questa chiusa si diede fine all’opera, nella quale seguirono diversi intermedi di balletti e di concerti di musica e d’instrumenti, molto confacevoli al gu- || sto di così virtuosa ricreazione. La regina, doppo essersi compiacciuta di osservare la nobiltà degl’appartamenti e la ricchezza degli addobbi di quel regio palazzo ornato anche di pitture eccellenti, calò per una scala segreta nel teatro e nel mezo di quello, dentro una cancellata e sotto un regio baldacchino, gustò con tanta attenzione e contento la moralità di quell’attione che, avendola giudicata molto adequata al suo raro intendimento, volse poi assistervi altre due volte, lodando grandemente il soggetto e la compositione, p. 285 p. 286 p. 288 p. 289 [edizione veneta (p. 237)] p. 300 p. 301 p. 302 > sì delle parole, che parto del finissimo ingegno del signor abbate [Giacomo] Rospierano parto felice di gliosi, soggetto altrettanto cospicuo nelle scienze, quanto un nobilissimo et riguardevole per le sue nobili condizioni, bastando il dire che egli eruditissimo inge- sia ben degno nepote di monsignor [Giulio] Rospigliosi, segregno, come della mu- tario di Stato di Sua Santità, che alla intelligenza di ogni gransica, uscita dell’arpa d’affare ha congionta bontà e litteratura in grado più che armoniosa del cele- eminentissimo. bre signor Marco La musica fu del signor Marco Marazzoli, musico della Cappella Marazzoli, et a tutto pontificia, celebre virtuoso, e quelli che recitarono furono i sicorrispose poi anche gnori Bonaventura Argenti che fece la parte della Vita umana; il la isquisitezza delle signor Domenico Rodamonti, quello dell’Innocenza; il signor voci e la leggiadria Domenico del Pane, quella della Colpa; il signor Lodovico Lenzi, de’ recitanti, scielti quella dell’Intendimento; il signor Francesco de’ Rossi, quella del tra più stimati musi- Piacere; et il signor Gioseppe Sorilli fece il prologo, tutti musici ci di Roma. isquisiti nella musica e nella leggiadria del recitare. … In questi giorni pure nel teatro suddetto de’ signori Barberini furono rappresentati due altri drami assai spiritosi in musica, con apparati e mutazioni di scene, con intermedi balletti et armonie isquisite; et il soggetto d’ambi due fu graziosamente tradotto dalle vivezze spagnuole. Uno era intitolato Le armi e gli amori, il contenuto del quale versava nel || simultaneo concorso de’ vari avvenimenti insieme amorosi et armigeri che vicendevolemente sogliono accompagnare le fortune de’ seguaci di Marte e di Venere. L’altro, chiamato Del male il bene, contenenva pur un nodo di vari accidenti amorosi, ne’ quali, intrecciandosi a caso la virtù e l’amore, si dava a conoscere che bene spesso dal male ne resulta il bene, e dalle disgratie sovente nascono le maggiori fortune, comprobrandosi il detto che pericolati saressimo se pericolati non fossimo. A tutte queste attioni assistette sempre la regina col godimento dell’animo suo tutto dedito et applicato alle cose che hanno del virtuoso e del nobile. … La sera del 28 di febraro nel sudetto palazzo de’ signori Barberini alle Quattro Fontane si fece la festa de’ caroselli, la quale come per le comparse e per le machine meritò l’applauso universale, così mi obliga à farne un succinto racconto … Di questo libro furono stampate a distanza di poche settimane tre edizioni (con alcune varianti nel testo): una romana, una veneta e una modenese. Le ultime due sono identi- Bibliografia 333 che, almeno per le parti qui riprodotte, mentre differiscono da quella romana che le precede (l’imprimatur veneziano del 24 maggio 1656 fa riferimento all’edizione romana come già stampata). La fidelissima descrizzione delle feste, maschere, giostre e commedie apparecchiate nella corte di Roma in onore della real maestà della regina di Svezia nel presente Carnevale dell’anno 1656…, in Arckenholtz 1760, ii, pp, 134-136. Fidelissima 1655 Thomas Corneille, Les engagements du hasard, comédie, Rouen: Laurens Maurry pour Aug. Courbé, 1647. Corneille 1657 La Vita humana overo Il trionfo della Pietà, dramma musicale rappresentato e dedicato alla serenissima regina di Svetia, Roma: Mascardi, 1658. Marazzoli 1658 Partitura a stampa con dedica di Marazzoli; con incisioni, riprodotte in quasi tutti gli studi dedicati alle feste per la regina Cristina di Svezia. — manoscritto: I-Rvat – stampe: I-Rvat, I-Rsc (2 copie), I-Rc, I-Vc, I-Nc, I-IBborromeo, D-Bhm, F-Pc (2 copie), GB-Lbm, US-Wc Vogel 1892 – Eitner 1904 – Vogel 1977 < Tommaso Stigliani, Arte del verso italiano con le tavole delle rime di tutte le sorti copiosissime del cavalier Fr. Tommaso Stigliani. Con varie giunte e notazioni di Pompeo Colonna principe di Gallicano. Opera utilissima non solo per chi brama di comporre in rima, ma anche per chi vorrà scrivere in prosa. Dedicata dal medesimo principe alla santita di nostro signore papa Alessandro Settimo, Roma, Angelo Bernabò dal Verme, 1658. Stigliani 1658 Giovanni Battista Falda, Il nuovo teatro delle fabriche et edificii in prospettiva di Roma moderna sotto il felice pontificato di N.S. papa Alessandro vii …, Roma: Gio. Giacomo de Rossi, 1665; ed. mod. Piccininni 1977. Falda 1665 Leone Allacci, Drammaturgia divisa in sette indici, Roma: Mascardi, 1666 [ii ed. postuma Venezia 1755]. Allacci 1666 L’Amore trionfante dello Sdegno, dramma di Ascanio Pio Savoia, recitato in musica con macchine nella città di Ferrara per la venuta del signor principe Taddeo Barberini, prefetto di Roma e general della Santa Chiesa, Ferrara, per Francesco Suzzi, 1642, 〈in〉 4 verso. Gli amori di Giasone e di Isifile, festa teatrale di Orazio Persiani posta in musica da Marco Marazzoli, Venezia, per antonio Bariletti, 1642, 〈in〉 12 verso. La Vita umana overo Il trionfo della Pietà, vedi Il trionfo della Pietà. Il trionfo della Pietà, dramma di monsignor Giulio Rospigliosi in verso, posto in musica da Marco Marazzuoli e recitato più volte nel palazzo Barberino alle Quattro Fontane sempre con la presenza della regina di Svezia, presso il Mascardi in 1656 [sic], in foglio con la musica. Indice Sesto. Tragedie, commedie, rappresentazioni et altri drammi non ancora venuti in luce ma mentovati nelle Glorie degli Incogniti di Venezia [1647], nel Theatro degl’uomini litterati del signor Girolamo G‹h›ilini [1647], nella Libraria del Doni [1550] et altrove. Giulio Rospigliosi – L’arme e gli amori, dramma musicale recitato più volte nel palazzo Barberino alla presenza della regina di || Svezia, posto in musica da Marco Marazzuoli – Dal male il bene, dramma musicale posto in musica dall’Abbatini e dal Marazzuoli, recitato con l’occasione delle nozze delli signori prencipe di Palestrina e di Olimpia Giustiniani e di nuovo più volte nella presenza della regina di Svezia nell’istesso palazzo con apparati e scene superbissime. – Chi soffre speri, dramma musicale – Santa Theodora, tragedia. p. 23 Giovanni Battista Falda, Il secondo libro del novo teatro delle fabriche et edificii fatte fare in Roma e fuori di Roma dalla santità di nostro signore papa Alessandro vii…, Roma: Giovanni Giacomo de Rossi, s.d. [1667 ?]; ed. mod. Piccininni 1977. Falda p. 24 p. 337 p. 362 p. 574 p. 609 p. 610 1667 334 davide daolmi Guerra 1667 Filippo Guerra, Axiomata philosophica et medica [et moralia] respective ordine alphabetico digesta …, 2 voll., Roma: Iacobi Dragondelli, 1667-1668. Rospigliosi 1667 Giacomo Rospigliosi, Conclusiones logicae propugnande a Icobo abbate Rospigliosio, Pistoia: Pietro Antonio Fortunato, 1667. Chiavelloni 1668 Vincenzo Chiavelloni, Discorsi della musica, Roma: Ignazio de’ Lazeri, 1668. Falda 1669 Giovanni Battista Falda, Il terzo libro del nouo teatro delle chiese di Roma…, Roma: Giovanni Giacomo de Rossi, s.d. [1669]; ed. mod. Piccininni 1977. Favoriti 1669 Favoriti, Agostino, Oratio in funere Clementis ix, Roma: P. Moneta, 1969. Sacrae 1669 Sacrae et profanae Romae obsequia Clementi ix pontefici maximo representata in Collegio Romano Societatis Iesu, Roma: Angelo Bernabò, 1669. > Dedica a Giacomo Rospigliosi (pp. 5-8), vita (pp. 9-24), Apparatus descriptio (pp. 25-31), testi delle imprese dell’apparato funebre (pp. 32-136). Boursault 1670 Edme Boursault, Ne pas croire ce qu’on void, histoire espagnole, 2 voll., Paris: C. Barbin, 1670; ibidem 1672 e 1677; Paris: Le Breton, 1739; in ingl. come Deceptio visus: or Seeing and believing are two things. A pleasant Spanish history, faithfully translated, 2 voll., John Starkey: London, 1671. Leti 1671 [Gregorio Leti] L’ambasciata di Romolo a’ romani. Nella quale vi sono annessi tutti trattati, negotiati, satire, pasquinate, relationi, apologie, canzone, sonetti, ritratti et altre scritture sopra gli interessi di Roma, durante la sede-vacante; cominciando da giorno della morte di Clemente nono, sino al giorno della creatione di Clemente decimo, con la vita, processo e sentenza di Francesco Borri, milanese, aggiuntovi un discorso sopra la precedenza tra Francia e Spagna, Brusselles [i.e. Ginevra]: s.e., 1671. Oldoino 1671 Oldoino, Agostino, Necrologium pontificum Romanorum cum notis, Roma: Ignazio de Lazaris, 1671. Melosio pp. 249-250 Sue notizie. pp. 250-251 Notae: … Clemens ix. Iulius Rospigliosius presbyter cardinalis S. Sixti antea dictus. Plura habent de tanto pontifice auctarii Ciaconii patres Soc. Iesu in opuscolo praenotato [= I padri della Società di Gesù, continuatori di Ciacconio, raccolgono molte cose di tanto pontefice nell’operina sopradetta], Sacrae et profanae Romae obsequia Clementi representata in Colegio Romano [Sacrae 1669], Augustinus Favoritus in oratione funebri et alii multi [Favoriti 1669]. > Purtroppo non trovo il riferimento all’«operina sopradetta», d’altra parte la continuazione di Ciacconio che integra Rospigliosi, a mia notizia, si pubblica solo nel 1677 [Chacòn 1677]. È possibile che l’«operina» fosse conosciuta manoscritta e che Oldoino la supponesse in stampa contemporaneamente al suo necrologium. 1672 Francesco Melosio, Poesie e prose, Venezia: … 1672; ii ed. Venezia, Baba, 1673; vi ed. Venezia: Andrea Poletti, 1704. [ed. del 1673] p. 111 p. 112 > Al signor Teodosii già scalco del signor cardinal Chigi … Nel vostro volto poi sì componete l’aria d’ogni altro che in far arie nove ne meno al Marazzoli la cedete. [vv. 43-45] Delle ‘Poesie e prose’ vennero stampate sei edizioni continuamente aggiornate. ‘Al signor Teodosii’ è presente fin dalla prima edizione (1672). — I-Mb (1673), I-Ms (1673) Gnoli 1888 – Pirrotta 1966 [1987, p. 272] Bibliografia 335 Lettere memorabili dell’abbate Michele Giustiniani, patritio genovese de’ signori di Scio, e d’altri, 3 voll., Roma: Nicolò Angelo Tinassi, 1667-1675. Giustiniani Nel i vol. (1667), pp. 438-440 è la lettera del principe d’Avellino (10 luglio 1656) con la risposta di Giulio Rospigliosi (5 agosto 1656). < Giovanni Battista Falda, Nuova pianta et alzata della città di Roma con tute le strade, piazze et edificii … come si trovano al presente nel pontificato di nostro signore papa Innocenzo xi …, Roma: Gio. Giacomo de’ Rossi, 1676; altre ed. 1697, 1705, 1730, 1756, 1781; rist. anast. in Frutaz 1962, ii, tavv. 357-363. Falda 1676 Agostino Oldoino, Athenaeum Romanum in quo rummorum pontificum ac pseudo pontificum nec non S.E.R. cardinalium et pseudocard. scripta publice exponuntur, Perugia: Tip. Camerali presso gli eredi di Sebastiano Zecchino, 1676. Oldoino 1676 Vir hic summo ingenio praeditus poesim coluit ac scripsit Alexium, Aegistum, Bonifacium et discursus in poema Francisci Bracciolini, aliaque his similia cecinit, quae extant apud suos; evulgatam vidi eiusdem orationem dictam in Academia Humoristarum … Ossa iacent in templo Liberiano sub hac epigraphe a Clemente x in sepulcro excitato, descripta … pp. 446-447 Segue iscrizione e poche altre informazioni già in Oldoino 1671. < Chacón [Ciacconius], Alfonso, Vitae et res gestae pontificum Romanorum et S.R.E. cardinalium ab initio nascentis Ecclesiae usque ad Clementem ix, 4 voll. completati da diversi e continuati da Agostino Oldoino, Roma: Filippo e Antonio De Rubeis, 1677. Chacón iv, coll. 769-796: vicende politiche del pontificato di Rospigliosi; col. 769: ritratto (incisione); coll. 781-782: iscrizioni romane riguardanti Clemente ix; coll. 783-784: suo monumento funebre (incisione). < Edward Ravenscroft, The wrangling lovers or The invisible mistress, London, William Crook, 1677. Ravenscroft 1677 Gregorio Leti, Il livello politico o sia La giusta bilancia nella quale si presentano tutte le massime et interessi de’ cardinali, rappresentanti pubblici, capi di fazioni e della corte co’ prencipi e de’ prencipi con la corte, 4 voll., Cartellana [sc. Ginevra]: Benedetto Marsetti, 1678. Leti 1678 Prospero Mandosio, Biblioteca romana romanorum scriptorum centuriae, 2 voll., Romae: Ignatij de Lazzaris, 1682-1692. Mandosio 1692 Si attribuisce (ii, p. 45) il libretto del ‘Giudizio della Ragione’ a Francesco Buti. < 1675 1676 Mattei, Loreto, Teorica del verso volgare e prattica di retta pronuntia, Venezia: Girolamo Albrizzi, 1695. A p. 43 si citano otto versi «strofe molto belle del Rospigliosi nel suo dramma La vita humana» quale esempio di ottonario con accento sulla seconda sillaba; l’esempio è ripreso in Quadrio 1752. Mattei 1695 Giovanni Pietro Bellori, Le vite de’ pittori, scultori ed architetti moderni, co’ loro ritratti al naturale, Roma: success. Mascardi, 1672; ii ed. accr. ibidem 1728; ii. ed in 3 voll. Pisa: Niccolò Capurro, 1821; rist. anast. della i ed. Roma 1931, Genova 1968, Bologna 1977 e 2000; ed. moderna a cura di Evelina Borea, Torino: Einaudi, [1976]. Bellori 1672 Succedendo il pontificato di Clemente nono [1] ed essendo Carlo [Maratti] ben noto a questo pontefice dal tempo ch’egli era cardinale, ebbe occasione d’essere ammesso piú volte a’ suoi piedi. Avea Clemente qualità sante e degne insieme di gran prencipe, ed p. 591 [1976] 336 davide daolmi p. 592 p. 593 essendo erudito in ogni disciplina, amava sommamente anche gli studii della pittura, per la qual cosa Carlo ne ritrasse molto onore e segni di stima alla virtú sua; onde per lo pregio suo ne’ ritratti fu chiamato a ritrarre un signorino de’ Banchieri, figliuolo d’una nipote del papa, e lo figurò in un giardino con un mazzo di fiori in mano, mostrando volerne corre degli altri per vaghezza puerile [2]; questo ritratto per la sua bellezza fu cagione che di nuovo fosse chiamato all’altro del cardinal Giacomo Rospigliosi degnissimo e generosissimo nipote di sua santità [3], il qual ritratto terminato volle il papa vederlo, ed ordinò che Carlo stesso lo portasse. Presentatosi egli ed accolto benignamente, dopo aver Clemente commendato il ritratto del nipote, si rivolse a Carlo e gli disse: «Quando vogliamo fare il nostro?» A tal proposta improvisa risposegli: «Quando piace alla santità vostra». Era solito questo buon pontefice ne’ giorni di carnevale ritirarsi in solitudine ed in riposo divoto nel palazzo di Santa Sabina sul monte Aventino, antico albergo pontificio, e trattenersi quivi per alquanti giorni fino alle Ceneri; onde Carlo soggiunse: «Beatissimo padre, mi parrebbono opportuni li prossimi giorni di carnevale, quando la santità vostra è solita ritirarsi a Santa Sabina per trovarsi allora men occupata». Approvò Clemente l’opportunità del tempo, il qual giunto fu dato principio al ritratto. Non basta lodare la similitudine, essendo vivissimo e naturalissimo ma bisogna distendersi ancora alle altre parti, che lo rendono in pregio, spirando la maestà e la clemenza di quel prencipe. La figura è disposta quasi in faccia in una seggia di velluto cremesi col berettino e mozzetta rossa sopra il camice bianco sino le ginocchia; tiene una mano sopra un libro e rilassa l’altra sul bracciolo della seggia, appresso un tavolino sul quale è posato il campanello d’oro ed un memoriale col soprascritto: «Alla Santità di Nostro Signore Clemente ix per Carlo Maratti», che fu un ac- || corto motivo di esso per conciliarsi maggiormente la grazia del papa. Prende il ritratto un buonissimo lume e rilievo nel fondo d’una portiera oscura di lacca, ritenendo con la maestria un’esquisita diligenza, non solo nelle parti principali e piú importanti, ma in ogni minuzia nel contrafare le sottilissime pieghe del camice e sino il lustro de’ chiodi d’oro e delle trine sfilate della sedia col velluto ne’ braccioli alquanto logro e sperato dall’uso con altri accidenti che si lasciano alla vista. Ed essendo Carlo ne’ ritratti, come in ogni altro studio della pittura, ugualmente considerato ed eccellente, prima d’ogni altra cosa ha in costume ed è sua massima l’osservar col volto la disposizione naturale del corpo e l’atto proprio in cui ciascuno è solito volgersi, e pronto e vivace o riposato e grave in modo che non si senta sforzo o molestia nel collocarsi le membra. Laonde il papa oltre le altre lodi gli aggiunse quest’una singolare, che ove altri ritraendolo l’aveano tenuto a disagio longamente, dipingendo Carlo non s’era accorto del tempo ch’era passato, parendogli di esser stato a trattenimento, la qual avvertenza ben può ravvisarsi dalla collocazione del ritratto stesso, che sta tutto in riposo ed esprime la stanchezza dell’età e l’aspetto languido del papa, serbando la maestà del volto, come si vede in casa Rospigliosi. Al qual proposito si fanno incontro due accidenti, seguiti a Carlo in tempo ch’egli terminava il ritratto: uno fu che ritraendolo un giorno lo vide a poco a poco venir meno e rilasciarsi sulla sedia in pericolo di cadere, e quasi preso d’accidente improviso, ond’egli trovandosi solo e confuso, né sapendo che risolversi, accorse subito a sovvenirlo con opporre le sue ginocchia alle ginocchia di Clemente per ritenerlo, ed acciò che tirato dal peso non precipitasse a terra. In tal angustia Carlo fermandosi alquanto voleva dar segno col campanello, e chiamare aiuto, quando il papa respirò e da se stesso si riebbe. Al qual motivo egli ritirossi in dietro alla seggiola ove dipingeva, senza darne indizio alcuno, ancorché preso da un certo terrore in sí gran periglio, se altro nella persona del papa fosse avvenuto. Tali moti e cangiamenti della rilassata complessione di Clemente cagionavano a Carlo gran difficoltà nel ritrarlo; poiché mancando in un subito il vigore, languivano gl’occhi e ’1 volto, e si perdeva la similitudine, la quale per ogni minima alterazione, sino ad un punto diminuisce e si perde. Nella || qual difficoltà giovò a questo pittore la sua buona idea, poiché avanti di cominciare il ritratto, com’egli avea per uso, l’osservò in attenzione, e se lo formò al vivo nella mente, onde in quelle mancanze egli si sovveniva della propria idea, finché ravvivati gli spiriti, ripigliava il papa la medesima sembianza ed abitudine sua naturale. Si è detto avanti che Carlo dipingendo questo ritratto sedeva avanti il papa, il che parrà incredibile ad alcuno per esser cosa non piú usata in altri pittori e scultori, ancorché insigni, ammessi a far ritratti de’ sommi pontefici e de’ monarchi; ma tale fu invero la bontà e l’umanità di Clemente dal principio alla fine del ritratto, dicendo queste precise parole che «quando si ha da operare bisogna star commodo», inten- Bibliografia dendo dell’operazione dell’ingegno e della pittura, che opera con la mano serva ubbidiente all’operazione della mente. Questo onore singolarissimo non fu solo di Carlo, ma di tutta l’arte del pennello, essendo giusto che ne passi la memoria a’ posteri fra gli altri meriti di essa. Dopo questo racconto dobiamo ora riferire l’altro avvenimento accaduto nell’occasione del medesimo ritratto, che fu maggiore del primo, anzi maravigliosa alla vista. Avendo Carlo terminata la testa del papa, voleva adattargli il camauro; chiesta però licenza e fatta la solita genuflessione nell’appressarsi a Clemente, ecco all’improvviso e con stupore vide risplender di vicino la venerabil faccia di quell’ottimo pastore, irradiata d’insolita luce. Dubitando Carlo di travedere, s’avvicinò di nuovo per assicurarsi della vista, e di nuovo vide la faccia luminosa la seconda e cosí la terza volta, continuando il lume. Non fu questa vana illusione di timore o d’altra perturbazione improvisa che l’occupasse, essendo egli solito di praticare col pontefice e di esser ammesso famigliarmente a’ suoi piedi, e ciò gli è solito d’affermare con tanta sicurezza che ne farebbe fede con giuramento. Dopo che egli ebbe terminato la rassomiglianza del volto, diede compimento al resto in casa, ed avendo ben finito il ritratto, lo portò a Clemente, che ne manifestò il compiacimento e la stima con l’applauso della corte e de’ personaggi che venivano lodando con l’arte la facilità usata nell’averlo esseguito, come si è detto, senza suo disagio alcuno, anzi con averlo posto in sedia a riposo e trattenimento [4]. || Meditava questo pontefice memorie magnifiche e ne elesse una ben degna della sua pietà in rinovare ed ampliare la vecchia tribuna della basilica di Santa Maria Maggiore, da ornarsi dentro di finissimi marmi, statue e pitture, e fuori la facciata di portici per renderla piú cospicua a quei che concorrono divotamente alla medesima basilica. Chiamato il cavalier Bernino co’ disegni, ne aveva gettato i fondamenti, e disposti i lavori d’intaglio di travertino per cominciarne di fuori l’alzata, sollecitato dal desiderio del papa, che vecchio e mal sano bramava veder terminata l’opera in sua vita [5]. Nella qual congiontura non si dimenticando dell’opera di Carlo, l’elesse alle nuove pitture della medesima tribuna, che doveano corrispondere a sí nobili apparati. Ma non valse premura e diligenza alcuna, poiché la morte troppo frettolosa del pontefice s’oppose ai disegni e ne’ fondamenti arrestò l’opera [6], la quale veramente ad esso ed a Carlo sarebbe riuscita gloriosa per la nobiltà del luogo. Con tutto ciò non manca della sua bellezza essendo stata ristabilita la tribuna antica co’ vecchi musaici dal successore papa Clemente x non senza splendidezza della nuova facciata magnificamente compita [7]. Qui non tralasciamo un altro contrasegno dell’inclinazione e paterno affetto di Clemente verso Carlo nella santificazione del beato Filippo Benizio, poiché in quella solennità dovendosi fare, com’è l’uso, un quadro per donare al papa con rappresentarvisi un miracolo del santo, Clemente impose al generale dell’ordine che lo facesse dipingere a Carlo. Interogatolo dopo del premio solito pagarsi ed inteso esser 300 scudi tra ’1 quadro e l’ornamento della cornice, parendogli poco, soggiunse al generale: “Questo danaro darete a Carlo nostro per la sola pittura, del resto sarà nostra cura”. Il papa stesso scelse il soggetto di que’ malandrini che giuocando e bestemmiando sotto un albero con donne impure senza apprezzare le ammonizioni del santo, restarono con quell’albero fulminati ed arsi. Ma succeduta la morte di questo pontefice avanti la santifica- || zione, il quadro fu donato al successore Clemente x, restando in casa Altieri appresso l’eminentissimo cardinal Paluzzo, che insieme con altre nobili pitture lo conserva. … In nota: [1] … Sui rapporti del Rospigliosi … con gli artisti del tempo, vedi F. Haskell, Patrons and Painters, London 1963, trad. it. Firenze 1966, pp. 102-6. [2] Opera non identificata. [3] I ritratti marattiani di questo personaggio (1628-1684, eletto cardinale nel 1667) sono, a quel che si sa, tre: uno, inciso da P. Simon, nel 1669, in collezione privata (Catalogo della mostra Il Seicento Europeo, Roma 1956, p. 178), l’altro a Roma, nella Galleria Pallavicini (F. Zeri, La Galleria Pallavicini in Roma, Firenze 1956, pp. 173-174), il terzo in Palazzo Rospigliosi a Roma (Mezzetti, Contributi cit., pp. 296-97, 343). Secondo lo Zeri l’esemplare citato dal B[ellori] è da identificarsi con il quadro esposto alla Mostra del Seicento Europeo. [4] Il celebre ritratto è nella Pinacoteca Vaticana. La scritta sul manoscritto posto sul tavolo si legge oggi cosí: «1669 Carlo Maratti». Se ne conoscono due repliche, una a Manchester, Collezione Duca di Devonshire, l’altra a Leningrado, Ermitage (Mezzetti, Contributi cit., pp. 328-29, 345). [5] Per il progetto non realizzato del Bernini … [6] Nel 1669. Suo successore fu Clemente x Altieri (1670-75). [7] Intende la facciata dalla parte dell’abside, compiuta da Carlo Rainaldi nel 1673 … 337 p. 594 p. 595 338 davide daolmi 1682 L’armi e gli amori overo Gl’impegni nati per disgrazia. Opera spagnola tradotta dal messer Tito Giulio Benpopoli [Ippolito Bentivoglio], dedicata alli meriti del molto illustre signore il Signor Giuseppe Velli de’ primi officili della Regia Segreteria di Guerra del Regno di Napoli, Roma: Moneta, 1682. c.n.n. Domenico Antonio Parrino al curioso lettore. Questa scenica rappresentazione, ch’è delle più belle ch’abbia composte don Pietro Calderone, fu già tradotta dallo spagnolo al nostro idioma da un grande cavaliere quale mi fé grazia darmene copia allora quand’io, essendo al servigio de’ sovrani d’Italia, ebbi ancora fortuna di servir lui. Onde ora che son rimpatriato per sempre, stimolato da molti curiosi amici e stimandola degna d’immortalità, l’ho data alle stampe restando solo mutata la parte ridicola in lingua napolitana per sodisfare il genio comune. Se n’aggradirai l’atto, aspettane pure in breve sei altre delle più scelte che giàmai su’ teatri rappresentar si possano. E vivi felice. De Totis 1687 Dal male il bene melodrama da rappresentarsi nel regal palazzo per lo giorno natalizio della maestà di Marianna d’Austria … consacrato all’eccellentissimo … Lorenzo Colonna …, Napoli: Domenico Antonio Parrino e Michele Luigi Muzio, 1687. Bentivoglio 1687 Gl’impegni per disgrazia, tradotti dallo spagnuolo dall’illustrissimo et eccellentissimo signor marchese Ippolito Bentivoglio e consacrati al … conte Alessandro Sanvitali …, Modena: Soliani, 1687. Langbaine 1691 Gerad Langbaine, An account of the English dramatic poets, Oxford: L.L. for George West and Henry Clements, 1691; rist. anast. Tallahassee 1957; New York 1966; Hildesheim: Olms, 1968; Menston: Scolar Press, 1971; Los Angeles, University of California, 1971; New York: Garland, 1973. Mattei 1695 Loreto Mattei, Teorica del verso volgare e prattica di retta proninzia …, Venezia: Girolamo Albrizzi, 1695; rist. ibidem 1723. Crescimbeni 1698 Giovanni Mario Crescimbeni, L’istoria della volgar poesia, Roma: Chracas, 1698; ii ed. ampliata ibidem 1714; rist. della ii ed. con Crescimbeni 1711 e altri suoi scritti in Id., Dell’istoria della volgar poesia, 6 voll., Venezia: Lorenzo Basegio, 1730-1731. [1698] pp. 160-161 Giulio Rospigliosi. Se io tesser volessi elogio adeguato al santissimo pontefice Clemente ix e la sua gloriosissima vita descrivere, dovrei provvedermi di quella esquisitezza d’ingegno e di quella felicità d’eloquenza che io non ho, nè ho saputa impiegare in questa, per il suggetto nobilissima istoria; e con sì fatti stromenti celebrare non solamente la nobiltà dell’ingegno suo, ma la purità de’ costumi, la candidezza dell’animo, la sapienza nel governare, i vantaggi recati alla Santa Chiesa, il zelo contra i nimici della Fede Cattolica, la pietà, la clemenza, e tutte le altre virtù che nel suo cuore facevano soggiorno come in lor propria sede. Ma dapoichè a tanta impresa indarno m’accingerei, lasciando di ciò il peso a scrittor più sufficiente ed alla fama che senza quiete favella di lui per l’universo tutto, ristrignerommi nelle sole glorie dell’ingegno che egli esercitò nella volgar poesia, anziché assunto fosse al supremo grado di Vicario di Cristo. Fu adunque Giulio Rospigliosi da Pistoia generoso cavaliere e poeta lirico de’ più dolci, culti e leggiadri del tempo suo; ed ebbe tale avvertenza in maneggiare il fiorito stile che nel fervore della lussuria degl’ingegni, si mantenne maravigliosamente intatto da ogni strania e sconvenevole intrapresa, come si riconosce da molte sue rime che si truovansi sparse per le raccolte di questo secolo. Ma neppiù nemmeno dramaticamente compose, al che sopra tutto inclinava il suo genio; e seppe sì bene accomodare al moderno uso de’ teatri ciò che a simile spezie di poesia è prescritto che, né prima né dopo, alcun v’è stato alcuno più guardingo e giudizioso, e di maggior gloria degno e di fama. E se i suoi drammi, che in più volumi originalmente conservansi nella sceltissima e vastissima biblioteca Othoboniana, godessero la pubblica luce, la moderna drammatica poesia arebbe anch’essa alcun fregio perché dovesse con ragion gloriarsi e gareggiare coll’altre spezie. Il dì 9 del mese di dicembre l’anno 1669, dopo aver governato la Chiesa di Dio Bentivoglio Bibliografia 339 anni due, mesi cinque e giorni venti, morì questo gloriosissimo Pontefice nel colmo delle speranze della letteratura da lui singolarmente onorata e protetta. Ivi è il suo sonetto pubblicato nel 1639; stesso testo, con trascurabili varianti ricompare ancora nel 1730, ii, pp. 497-498, dove in più si legge (già presente nell’ed. del 1714): I fatti di questo santo pontefice vengono appieno descritti da i continuatori del Ciacconio [1677], dall’Oldaino nell’Ateneo Romano [1676], pag. 446, e da altri molti; e Agostino Favoriti celebre letterato fece l’orazione della sua morte [1669]. Alessandro Specchi, Il quarto [= Il primo] libro del nuovo teatro delli palazzi in prospettiva di Roma moderna: dato in luce sotto il felice pontificato di nostro signore Papa Innocenzo XII disegnato et intagliato da Alessandro Specchi con direttione e cura di Domenico de Rossi, Roma: Domenico erede di Giovanni Giacomo de’ Rossi, 1699; ed. mod. Piccininni 1977. Specchi 1699 Arcangelo Spagna, Oratorii overo Melodrammi sacri, con un discorso dogmatico intorno all’istessa materia … libro primo, Roma: Giovanni Francesco Buagni, 1706; rist. anast. con intr. di Johann Herczog, Lucca: Lim, 1993. Spagna 1706 Arcangelo Spagna, Melodrammi scenici … preceduti da un discorso in difesa della comedia, libro terzo, Roma: Domenico Antonio Ercole, 1709. Spagna 1709 Andrea Adami, Osservazioni per ben regolare il coro della Cappella pontificia, Roma: Archivio de’ Rossi, 1711; rist. anast. a cura di Giancarlo Rostirolla, Lucca: Lim, 1988. Adami 1711 Nell’anniversario di Marazzoli e de’ nostri compagni defonti a S. Gregorio [aggiunto a mano (glossa riprodotta anche nell’anastatica):] (Ora in Chiesa Nova) Sarà particolar cura del signor maestro d’intendersela col padre sagrestano di quella chiesa [S. Gregorio] destinata per l’anniversario del detto Marazzoli, e saper se il giorno 24 di gennaio sia impedito; e quando sia libero dovrà notificarlo al collegio, il quale all’ora deputata si troverà in detta chiesa dove dai signori nostri cappellani, chierici e scrittori si canterà la messa per l’anima del nostro compagno defonto Marco Marazzoli; e se tal giorno fosse impedito si farà prima o poi nel giorno più commodo. Dopo la messa il signor maestro ringrazierà il padre sagrestano per l’incomodo ricevuto in tal funzione… [dal Catalogo … dei cantori pontifici] Marco Marazzoli, tenore, 23 maggio 1637, ottimo compositore d’oratori che nel suo tempo furono molto applauditi, et io stesso gli ho sentiti cantare più volte in Chiesa Nuova. Fu eccellente suonatore d’arpa, lasciò al nostro collegio un annuo anniversario ed un altro al collegio de’ benefiziati di Santa Maria Maggiore di cui era anch’esso benefiziato. p. 155 Giovanni Mario Crescimbeni, Commentari all’istoria della volgar poesia, 5 voll., Roma: Antonio de Rossi alla Piazza de Ceri, 1702-1711; rist. in 6 voll., Venezia: Lorenzo Basegio, 1730-1731 [v. Crescimbeni 1698]. Crescimbeni Iacopo Rospigliosi da Pistoia. Nipote di papa Clemente ix e cardinale di S. Chiesa di quella pienezza d’erudizioni, e di quella generosità e grandezza d’animo che a Roma tutta è palese, ritrovandosi internunzio in Bruselles, allorchè il zio fu assunto al Pontificato, nel ritorno che fece a Roma, passando per la Francia, con tanto fervore e destrezza promosse quivi la pace fra’ Principi Cristiani, che gli riuscì di vederla seguita: perlochè salì egli fin d’allora in concetto d’assennatissimo nel maneggio de’ gravi affari, quale a benefizio della S. Sede, finchè visse, ben si mantenne. Coll’esempio di papa Clemente, cotanto alla nostra poesia affezionato, anch’egli di essa si dilettò, massimamente prima che ascendesse al cardinalato, e qualche suo componimento si conserva nella Chisiana, dalla quale abbiamo cavato il saggio che scuopre lo stesso facile, vago e dilicato stile che il pontefice Clemente soleva usare, il quale con sì bel giudizio seppe accomodare la maniera antica al gusto moderno, e ad ambedue le scuole riuscir gradito. Fiorì nella volgar poesia questo nobilissimo personaggio circa il 1668. e visse fino al 1684. che con disgusto universale morì in Roma a’ 2. di Febbraio, e fu sepolto nella Basilica Liberiana. ii, parte ii, p. 339 [1711] ovvero: pp. 222-223 [1731] Seguono i versi ‘Risolvetevi o pensieri’. p. 201 1711 340 davide daolmi Centlivre 1714 Susannah Centlivre, The wonder. A woman keeps a secret, London: E. Curll e A. Bettesworth, 1714; rist. fino al 1808; rist. anast. (dall’ed. Edimburgh 1782) Frankfurt: Minerva, 1969 e –› Frushell 1982. Specchi 1721 Alessandro Specchi, Studio d’architettura civile sopra gli ornamenti di porte e finestre tratti da alcune fabbriche insigni di Roma con le misure, piante, modini, e profili. Opera de’ più celebri architetti de nostri tempi publicata sotto gl’auspicij della santità di nostro signore papa Clemente xi…, 3 voll., Roma: Domenico de Rossi, erede di Giovanni Giacomo de Rossi, 1701-1721; rist. anast. (formato ridotto) Farnborough: Gregg Internationa Publisher, 1972. Bonlini 1730 Giovanni Carlo Bonlini, Le glorie della poesia e della musica … della città di Venezia, Venezia: s.e. [1730]; rist. anast. Bologna: Forni, 1979. p. 42 [Anno 1642 d’inverno] p. 263 Gl’amori di Giasone e d’Isifile Teatro Santi Giovanni e Paolo Poesia d’Orazio Persiani Musica di Marco Marazzoli [dall’Indice de’ maestri di musica] Marco Marazzoli, veneto 21 6 3 1 > I numeri posti a lato indicano la posizione nella successione cronologica proposta dal volume, per cui questa sarebbe la ventunesima opera veneziana, la sesta data al Giovanni e Paolo, la terza scritta da Persiani e la prima (e unica a Venezia) musicata da Marazzoli. Campiglia 1739 Giovanni Domenico Campiglia, Il quinto [= Il secondo] libro del novo teatro delle fabriche et edifici fatte fare in Roma e fuori di Roma: dalla santità di nostro signore Papa Clemente xii disegnate ed intagliate in prospettiva con direzzione e cura di Giovanni Domenico Campiglia…, Roma: Al piè di Marmo, 1739. Parfaict 1749 Claude e François Parfaict, L’histoire du théatre françois depuis son origine jusqu’à présent, 15 voll., Paris: Morin, 1734-1749; rist. anast. Genève: Slatkine, 1967; New York: Franklin, 1968. Ruggieri 1749 Costantino Ruggieri, Memorie istoriche della Biblioteca Ottoboniana [1749], pubbl. post. in Memorie istoriche degli archivi della Santa Sede e della Biblioteca Ottoboniana ora riunita alla Vaticana, a cura di Angelo Mai, Roma: Tipografia Vaticana, 1825, pp. 40-50. Quadrio 1752 Francesco Saverio Quadrio, Storia e ragione di ogni poesia, 7 voll., Bologna: Pisarri, 1739-1752. i, p. 678 Il sopraccitato Mattei afferma che questo verso [l’ottonario] aver può l’accento anche sulla seconda sillaba, contra ciò che espressamente avvisa lo Stigliani, e adduce per esemplo questi versi del Rospigliosi [Iacopo]: D’abisso le forze abbatte | Pugnando suo vivo zelo | E s’ella combatte al Cielo | Il Cielo per lei combatte. Ma io, sì perché non trovo questi versi praticati, e sì perché poca o niuna diversità ci ha da essi la prosa, non consiglierò giammai persona a valersene. v, pp. 680-681 L’elezione d’Urbano viii, altro poema dello stesso [Francesco Bracciolini] diviso in ventitrè canti in ottava rima e faticosissimo ma inferiore al predetto [La croce racquistata] fu – con gli Argomenti a ciascun canto di Giuliano Bracciolini dell’Api e con in fine un Discorso di Giulio Rospigliosi (che fu poi papa Clemente ix) sugli artifizii di detto poema – stampato in Roma nel 1628 in 4. vi, p. 474 Giulio Rospigliosi … fu culto e leggiadro lirico. Ma il suo genio il portava alla poesia drammatica, e molte bellissime opere teatrali per musica compose, che furono rappresentate in Roma nel Teatro Barberino e che, in più volumi raccolte, originalmente si conservavano in Roma nella Biblioteca Ottoboniana. Sette drammi di esso esistono pur manoscritti nella biblioteca più volte mentovata del chiarissimo signor marchese don Bibliografia 341 Teodoro Alessandro Trivulzio, e sono: Il palazzo incantato, L’armi e gli amori, La comica del cielo, La vita umana, Dal male il bene, San Bonifazio e Sant’Alessio. [Giovanni Antonio Bianchi], De i vizj e de i diftti del moderno teatro e del modo di correggergli e d’emendarli. Ragionamenti vi di Lauriso Targiensa pastore arcade, Roma: Niccolò e Marco Pagliarini, 1753. Bianchi Ma in proposito di moderare il teatro e ridurlo a essere lecitissimo e cristiano, giova addur qui ciò che scrisse il padre Sforza Pallavicino della Compagnia di Gesù che fu poi cardinle di Santa Roama Chiesa, nella lettera a monsignor Favoriti aggiunta da lui alla sua bellissima tragedia dell’Ermenegildo martire, stampata in Roma per gli eredi del Corbelletti l’anno 1665[*], dove, in occasione di difender l’uso della rima ne’ poemi drammatici parlando de ‘ drammi per musica e di alcune tragedie composte da monsignor Giulio Rospigliosi, che fu poi cardinale indi sommo pontefice col nome di Clemente ix, nella detta lettera, pagina 145, così dice: p. 25 1753 Né altra maniera seguiron poi né Andrea Salvadori nella Sant’Orsola [Firenze 1625] o la musa leggiadrissima di monsignor Giulio Rospigliosi, e giacché di questo signore qui è occorso di far menzione non può trattenersi la penna dal professare l’applauso che gl’è dovuto, perché egli innestando le rose più odorifere di Parnasso in su le spine del Calvario ha consagrati alla santità in Roma i teatri, che sogliono esser piuttosto asili di licenza. Alfonso Ciacconio nella vita del cardinal Giulio Rospigliosi che fu poi creato sommo pontefice, tra le altre lodi di cui meritatamente orna questo porporato, dice: Ac brevi tota Italia nomen ejus inclaruit ob insignem elegantiam et nitorem in Etrusca poesi praesertim drammatica, in qua novo scribendi genere Christiana pietati instillanda sempre intento, Graeci cothurni gloriam aequasse creditus est. Quare ab Urbano viii pontifice in his quoque litteris maxime liberaliter et magno honore est habitus. [*] Qualche riga più avanti Bianchi ribadisce: «scrisse il padre Sforza Pallavicino la tragedia dell’Ermenegildo l’anno 1655 [sic], recitata nel seminario Romano»; entrambe le datazioni sono inattendibili: l’edizione degli eredi Corbelletti è del 1644 e non conosco eventuali ristampe. < Claude e François Parfaict, Histoire de l’ancien théâtre italien depuis son origine en France jusqu’à sa suppression, en l’année 1697, suivie des extraits ou canevas des meilleures pièces italiennes qui n’ont jamais été imprimées, Paris: Lambert, 1753; ii ed. Paris: Rozet, 1767. Parfaict 1753 Leone Allacci, Drammaturgia accresciuta e continuata fino all’anno mdcclv, Venezia, Giambattista Pasquali, 1755 [i ed. Roma 1666]; rist. anast. Torino: Bottega d’Erasmo, 1966. Allacci 1755 *Amore trionfante dello Sdegno … *Amori di Giasone e d’Isifile. Dramma ovvero festa teatrale recitata nel teatro de’ Santi Giovanni e Paolo di Venezia, l’anno 1642 in 12 – poesia di Orazio Persiani – musica di Marco Marazzoli, veneziano Il trionfo della pietà. Dramma per musica recitato più volte nel Palazzo Barberino alle Quattro Fontane, sempre con la presenza della Regina di Svezia . In Roma, per il Mascardi, 1656 in fogl. Poesia di Monsign. Giulio Rospigliosi, romano. Musica di Marco Marazzuoli, veneziano. coll. 69-70 Gli omissis identificano un testo sostanzialmente identico alla prima edizione. I titoli con asterisco (originale) erano già presenti (erroneamente manca al ‘Trionfo della Pietà’). < Johan Arckenhotz, Memoires concernant Christine reine de Suède, 4 voll., Amsterdam: Pierre Mortier, 1751-1760. Arckenholtz 1760 Io. Baptistae Doni … Lyra Barberina Amphichordos … distribuita in tomos ii, a cura di Anton Francesco Gori [ii tomo intitolato: De’ trattati di musica…], Firenze: Stamperia imperiale, 1763; ed. anast. in 2 voll. Bologna: Forni, 1974; anche in G. B. Doni’s Lyra Barberina: Commentary and iconographical study, a cura di Claude V. Palisca, Bologna: Amis, 1981. Gori 1763 coll. 75-76 col. 790 342 davide daolmi Mazzuchelli 1763 Gianmaria Mazzuchelli, Gli scrittori d’Italia cioe Notizie storiche e critiche intorno alle vite e agli scritti dei letterati italiani, 2 voll. in 2+4 tomi, Brescia: Bossini, 1753-1763. Fabroni 1778 Angelo Fabroni, Clementis ix vita, in Vitae Italorum doctrina excellentium qui saeculis xvii et xviii floruerunt, 20 voll., Pisa: Carlo Ginesi et al., 1778-1805, ii (1778), pp. 1-196. Mouhy 1780 Chevalier de Mouhy [Charles de Fieux], Abrégé de l’histoire du théâtre français depuis son origine jusqu’au premier juin de l’année 1780, précédé du dictionnaire de toutes les pièces de théâtre …, nuova ed. in 3 voll., Paris: Jorry et Merigot, 1780 [i ed. come Tablettes dramatiques, Paris 1752]. La Borde 1780 Jean-Benjamin de La Borde, Essai sur la musique ancienne et moderne, 4 voll., Paris: P. D. Pierres, 1780. iii, pp. 201-202 [mia traduzione:] Marazzoli (Marco), antico maestro veneziano, di cui si fa menzione con elogi nelle storie dei teatri italiani. Soprivvivono ancora due opere di questo compositore Gli amori di Giasone e d’Isipile [sic] del 1642, e Il trionfo della Pietà del prelato Rospigliosi, dato a Roma nel 1656. 1792 Ernst Ludwig Gerber, Historisch-biographisches Lexikon der Tonkünstler, 2 voll., Leipzig: …, 1790-1792. col. 867 [mia traduzione:] Marazzoli (Marco), uno dei primi operisti italiani; nel 1637 è assunto come tenore nella Cappella Pontificia, dove scrive diversi oratori per musica che trovano grande consenso e spesso vengono rappresentati in Chiesa Nuova. In seguito però lascia la cappella per trasferirsi a Venezia dove nel 1642 porta in teatro Gli amori di Giasone e d’Ifile [sic]. A quest’opera segue Il trionfo della Pietà per il teatro di Roma. Fu anche un eccellente arpista e ha lasciato molti pezzi per questo strumento. Gerber > Voce assente nella seconda edizione in 4 volumi (1814). Gersin 1799 Nicolas Gersin, Ne pas croire ce qu’on voit, comédie-vaudeville en un acte, Paris: à l’imprimerie de mon ville et chez Cholet, an 7 [1799]. Novaes 1815 José de Novaes, Elementi della storia de’ sommi pontefici da San Pietro sino al felicemente regnante Pio papa vii ed alla santità sua dedicati per l’uso de’ giovani studiosi, 17 voll. Siena: Stamperia del Magistrato Civico per Francesco Rossi e figlio, 1802-1815. Baini 1828 Giuseppe Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrini, 2 voll. Roma: Società tipografica, 1828. ii, p. 46 nota 487 Giuseppe Giamberti romano, dopo avere studiato alla scuola di Bernardino Nanini e Paolo Agostini, fu eletto maestro di cappella della cattedrale di Orvieto … Le sue opere sono: … – Libri due di poesie morali in musica. Orvieto, 1628 … … Don Gregorio Allegri ebbe fra i suoi allievi … Marco Marazzoli … Marazzoli, parmigiano (l’Allacci per errore lo chiama «veneziano»), fu aggregato nella cappella pontificia li 23 maggio 1637. Fu eccellentissimo sonator d’arpa, ed uno dei più valorosi compositori di oratori e di cantate che vi avesse a suo tempo. || Lasciò al nostro Collegio [Pontificio] cinque LL [= lire? luoghi? v. Celani 1907] di monte per il suo anniversario perpetuo, e lo stesso legato fece al collegio de’ benefiziati della basilica Liberiana [sc. Santa Maria Maggiore] ove fu benefiziato. Il pontefice Urbano viii gli dette il posto di bussolante. La regina Cristina di Svezia lo volle ad ogni costo fra’ suoi virtuosi. Morì il 26 gennaio 1662. Le sue opere sono: – Amori di Giasone e d’Isifile, dramma ovvero festa teatrale recitata nel teatro de’ santi Giovanni e Paolo di Venezia, l’anno 1642, musica di Marco Marazzoli veneziano (così l’Allacci nella Drammaturgia). – L’arme e gli amori, dramma musicale recitato più volte nel palazzo Barberini alla presenza della Regina di Svezia. ii, p. 49 ii, p. 49 nota 493 ii, p. 50 nota 493 Bibliografia 343 – Dal male il bene, dramma musicale posto in musica dall’Abbatini e dal Marazzoli, recitato con l’occasione delle nozze de’ signori il principe di Palestrina e donna Olimpia Giustiniani, e di nuovo più volte alla presenza della regina di Svezia nello stesso palazzo con apparati e scene superbissime. – La Vita umana ovvero Il trionfo della Pietà, dramma musicale rappresentato e dedicato alla serenissima regina di Svezia nel palazzo Barberini, parole di Giulio Rospigliosi (poi Clemente ix), musica del Marazzoli, Mascardi, 1658. Alcune sue «cantate morali» sono inserite nel libro della delle Poesie morali poste in musica da Giuseppe Giamberti, Orvieto 1628 (v. la nota 487). Molti suoi oratori sono nell’archivio musicale di Santa Maria in Vallicella. Molti madrigali, arie e piccole cantate sono manoscritte nei volumi da me acquistati nella vendita della biblioteca dell’eccellentissima casa Colonna. Marazzoli è lodato dal conte Guido [recte Gualdo] nella Storia della regina Cristina di Svezia. [Pietro Sforza Pallavicino] Descrizione del primo viaggio fatto a Roma dalla regina di Svezia Cristina Maria convertita alla religione cattolica e delle accoglienze quivi avute sino alla sua partenza [ms. 1656], a cura di Tito Cicconi, Roma: Tipografia Salviucci, 1838. Cicconi Di poi, oltre all’assiduità del corteggio prestato a lei [sc. la regina Cristina] da pri- || mi baroni, vollero alcuni di loro, e specialmente i Barberini, onorarla e ricrearla nel prossimo Carnevale, dandole sontuosi trattenimenti di tornei e di poetiche azioni rappresentate su la scena con la melodia d’eccellenti cantori e con la vaghezza di meravigliose apparenze. Le quali feste dal pontefice, liberale del suo ma parco dell’altrui, furono solamente permesse, non comandate né consigliate. Ma valsero a due buoni effetti, oltre al guadagno degli artieri. L’uno fu che il popolo, il quale non sa viver contento senza la giocondità de’ teatri, gli ebbe quell’anno più dilettevoli che niun vecchio si ricordasse d’aver mai veduto in Roma; e pure non sol modesti ma virtuosi. L’altro fu che dimostrossi come questa città, non solo dal pontefice ma da’ particolari non meno si pregia un diadema deposto per la religione che posseduto; sì che non si risparmiano le fatiche e le spese in grazia di chi essendosene dispogliata non può allettare veruna speranza di guiderdone. p. 72, 73 François-Johseph Fétis, Marazzoli o Marazzuoli (Marc), in Id., Biographie universelle des musiciens et bibliographie gènèrale de la musique, 8 voll., Bruxelles: Meline, Cans et C., 1837-1844, vi (1840), p. 259. Fétis [mia traduzione:] … nato a Parma nei primi anni del xvii secolo … Gerber, nel suo vecchio lessico dei musicisti, dice che Marazzoli abbandonò la cappella pontificia per andare a Venezia a far rappresentare un’opera, ma si sbaglia. Sbaglia anche La Borde quando, sulla scorta della Drammaturgia di Allacci, lo dice veneziano, perché è certo che Marazzoli nacque a Parma. Morirà il 24 gennaio 1662 … L’abate Baini possedeva anche molti madrigali, arie e piccole cantate in volumi che aveva acquisito dalla vendita della biblioteca di casa Colonna. Oggi sono tutti conservati presso la biblioteca della Congregazione della Minerva a Roma. p. 259 La voce di Fétis, riproposta identica nella ii edizione (nessuna aggiunta nel supplemento), è una parafrasi di Baini 1828. La biblioteca della Minerva è la Casanatense. < Gaetano Moroni, Bussolanti della corte pontificia, in Id., Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, 109 voll., Venezia, Tipografia Emiliana, 1840-1879, vi (1840), pp. 173-183. Moroni Bussolanti … Familiari o cubiculari del papa che assistono alla bussola delle sue anticamere ed esguiscono onorevoli incombenze … Nel 1633, nel pontificato di Urbano viii, se ne leggono undici, compreso il sotto-scalco e due trincianti, quindi dodici con paoli quarantacinque mensili pel companatico; in seguito mantennero il numero di dodici … p. 173 Secondo quanto riferito i bussolanti si distinguono in 1. propriamente detti o «camerieri della bussola» (livello più interno), 2. «camerirei extra muros» e 3. «scudieri» (livello più esterno). < p. 176 1838 1840 1840 344 Schilling Moroni davide daolmi 1840 Marazzoli (Marco), in Encyclopädie der gesammten musikalischen Wissen-schafften oder Univeral lexikon, 7 voll. a cura di Gustav Schilling, Stuttgard: Köhler, 1835-1842; iv (1840), pp. 537-538. > La voce, redatta da tal «Baron von Winzingerode» e da altri, traduce con poche varianti Gerber 1792 e, in successione, Baini 1828 di cui riporta più notizie di quanto non faccia Fétis 1840, seppur con meno consapevolezza (p.e. Gualdo Priorato, già «Guido» in Baini, qui diventa «Giulio»). 1841 Gaetano Moroni, Cantori pontifici, in Id., Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, 109 voll., Venezia, Tipografia Emiliana, 1840-1879, viii (1841), pp. 27-42. p. 41 [§ iv. Archivio, esequie ed altre notizie] L’anniversario de’ defunti cappellani cantori anticamente si celebrava in San Trifone in Primicerio, o San Salvatore in Primicerio … Di poi, a motivo della nuova fabbrica della chiesa di Sant’Agostino, si passò a celebrarlo in San Gregorio al Monte Celio, e quindi nella chiesa del Gesù. Oggi, per altro, tanto l’anniversario quanto quello per l’anima di Marco Marazzoli si celebrano in Santa Maria in Vallicella, ove i cappellani cantori hanno la sepoltura gentilizia comprata a spese loro. Fu il detto Marazzoli tenore del collegio, ottimo compositore di oratori ed || eccellente suonatore d’arpa; e da lui stesso venne istituito per testamentaria disposizione l’anniversario per la priopria anima. p. 42 1844 François-Johseph Fétis, Biographie universelle des musiciens et bibliographie gènèrale de la musique, 8 voll., Bruxelles: Meline, Cans et C., 18371844; ii ed. riveduta Fétis 1865; supplemento Pougin 1880. ad vocem Rossi (Michel-Ange) … En 1625, il donna à Rome, dans una société d’amateurs, un opéra intitulé Erinia sul Giordano. Il joua lui-même dans le prologue le rôle d’Apollon. Ou voit dans préface de la partition, qu’il fit entendre des sons si doux et si moelleux sur son violon, qu’il justitia par là son triomphe lorque les Muses l’amenérent dans un char. L’opéra de Rossi fut publié à Rome en 1627 [recte 1637]. Létaroully 1860 Paul Létarouilly, Édifices de Rome moderne, ou recueil des palais, maisons, églises, couvents et autres monuments publics et particuliers les plus remarquables de la ville de Rome, 3 voll., Paris: Bance 1860 [i ed. Firmin Didot frères, 1840]; rist. anast. London: The architectural press, 1982; Novara: Istituto geografico De Agostini, 1992. Jal 1867 Auguste Jal, Dictionnaire critique de biographie et d’histoire. Errata et supplément pour tous les dictionnaires historiques d’après des documents authentiques inédits, Paris: Henri Plon, 1867; ii ed. ibidem 1872; rist. anast. della ii ed. Genève: Slatkine, 1970. Carducci 1868 Carducci, Giosuè, Poeti erotici del secolo xviii a cura di Giosuè Carducci, Firenze: G. Barbèra, 1868; poi come Carducci, Giosuè, Il libro delle prefazioni, Città di Castello: S. Lapi, 1888; e ancora Della poesia melica italiana e di alcuni poeti erotici del secolo xviii, in Melica e lirica del Settecento con altri studi di varia letteratura, Bologna: Nicola Zanichelli, 1909. pp. 7-8 Del resto, come quel che v’era di buono nella poesia della Pleiade affogò tra il phoebus del regno di Enrico iv e Luigi xiii, così tra le ampolle del Seicento il fiore della poesia melica industriosamente coltivato dal Chiabrera. Chi può giovarsi di quelle scempiaggini sguaiate di concetti con tante fiorettature svolazzi trilli e gorgheggi di parole e di rime che sono le canzonette dei secentisti? Chi legge oramai il Lemene, che pure è il classico del genere? Ma il dramma per musica, nel suo periodo ascendente, tenea vivo anzi esagerava quell’amore pe’l ritmo melodico che dievenne allora universale tra noi. Erano i tempi che un papa, Clemente xi [sic], faceva a suoi be’ giorni di simili ariette: «Vaghi fiori, già sparsi di gelo, | fanno pompa di rara beltà; | e di perle cadute dal cielo | ogni rosa conchiglia si fa. Fétis Bibliografia 345 Vittorio Capponi, Bibliografia pistoiese, Pistoia: Rossetti, 1874. Capponi 1874 Livio Niso Galvani [pseud. di … Salvioli], I teatri musicali di Venezia nel secolo xvii (1637-1700), Milano: Ricordi, 1878. Galvani 1878 Si trascrive (p. 31) il frontespizio degli ‘Amori di Giasone’, riferendolo all’anno 1641 (more veneto?). Erroneamente Salvioli ritiene l’opera ignota a Fétis. < Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, 109 voll., Venezia, Tipografia Emiliana, 1840-1879. Moroni 1879 Capponi, Vittorio, Biografia pistoiese o notizie della vita e delle opere dei pistoiesi illustri nelle scienze, nelle lettere, nelle arti, per azioni virtuose, per la santità della vita ec. dai tempi piu antichi fino a’nostri giorni, Pistoia: Tip. Rossetti, 1878 [ma 1883]; rist. anast. Bologna: Forni, 1972. Capponi 1883 Alessandro Ademollo, I primi fasti della musica italiana a Parigi, Milano: Ricordi, 1884. Ademollo 1884 … l’esportazione per la Francia di artisti italiani era cominciata secondo il ricordo che ne troviamo nel Diario di Teodoro Ameyden [*], ove in data 28 novembre 1643 si legge: «L’ordinario di Lione non porta gran cosa salvo che sollecitare l’ordine del cardinal Mazzarino di condurre in Francia musici di Roma per una commedia o dramma musicale et in particolare alcuni della Cappella del papa». [* dalla nota a piè pagina:] Vedasi per Teodoro Ameyden la Notitia che lo riguarda nell’Appendice al mio Giacinto Gigli e i suoi diari, Firenze 1877. [lettera dell’abate Scaglia (Parigi) a Madama (Torino) del 10 marzo 1645] Va di sua compagnia [di Eleonora Baroni] il Marco dell’Arpa che pure si trova qui da un anno e mezzo in qua; intendo che si farà sentire dall’altezza vostra reale per risentirsi della sua [sc. vostra] gran beneficenza… [lettera di Atto Melani (Parigi) a Mattias de’ Medici (Firenze) del 10 marzo 1645] …Alla fine si è recitata l’opera ed è stata bellissima e domenica S.M. la vuol sentire di nuovo… Da altra lettera del Melani sappiamo come la stessa opera o una diversa doveva rappresentarsi per desiderio della regina dopo la Pasqua che in quell’anno cadeva nel 16 aprile, per cui in data 16 marzo egli scriveva al principe Mattias chiedendogli di «operare a favore» di suo fratello «acciò non li sia levato il suo loco». Onde pare che anche un fratello di Atto – e sarebbe FIlippo, sopranista come lui – fosse di già a Parigi. [lettera di Mazzarino (Parigi) a Mattias de’ Medici (Firenze) del 10 maggio 1645] Se n’è ritornato il signor Atto Melani delle virtù del quale la maestà della regina e tutta la corte sono restati con ogni piena sodisfazione … p. 10 La lettera di Scaglia secondo Ademollo sarebbe conservata presso l’Archivio di Stato di Torino, fondo non specificato. La collocazione della lettera di Melani sarà esplicitata da Pruniéres 1913, p. 61, come appartenente al fondo ‘Mediceo’ 5425, c. 221, dell’Archivio di Stato fiorentino. Suppongo quella di Mazzarino appartenente allo stesso fondo. Alle pp. 2122 Ademollo ipotizza senza alcun fondamento che l’opera rappresentata a febbraio sia una prima versione della ‘Finta pazza’ di cui l’allestimento di dicembre sarà una ripresa. < Giulio Porro Lambertenghi, Catalogo dei codici manoscritti della Trivulziana, Torino: Bocca, 1884 (Biblioteca storica italiana, 2). Porro 1884 Ademollo, Alessandro, La ‘Leonora’ di Milton e di Clemente ix, Milano: Ricordi [1885]. Ademollo 1885 Carlo Schmidl, Marazzoli Marco, in Id., Dizionario universale dei musicisti, Milano: Ricordi, 1887, pp. 289-290 [ii ed. in 3 voll., Milano 1838]. Schmidt 1887 Marazzoli Marco … nato a Parma (o secondo altri a Venezia) … morto a Roma il 24 gennaio 1662 … p. 289 p. 14 p. 19 p. 20 Ivi 346 Ademollo davide daolmi 1888 Ademollo, Alessandro, I teatri di Roma nel secolo decimosettimo: memorie sincrone, inedite o non conosciute di fatti ed artisti teatrali, librettisti, commediografi e musicisti, cronologicamente ordinate per servire alla storia del teatro italiano, Roma: Pasqualucci, 1888; rist. anast. Roma: Borzi, 1969; Bologna: Forni, 1969. p. 25 … il teatro Barberini poté emanciparsi dai soggetti ascetici; e così nel carnevale del 1637 si apre a d una favola in musica intitolata Il falcone ed in quello del 1639 alla rappresentazione celebre del Chi soffre speri. [*] Trovo stampato a Roma nel 1643 il seguente libretto [sc. scenario], ma non credo che il dramma fosse rappresentato a Roma. Eccone il programma: Il giudizio della Ragione tra la Beltà e l’Affetto … [segue trascrizione dell’intero scenario] «A dì 15 giugno (1653) di domenica – scrive nel suo Diario di Roma Giacinto Gigli – fu fatto per mano del papa lo sposalizio in cappella tra don Maffeo Barberino, principe di Pellestrina, et Olimpia Giustiniani, pronipote del papa, fanciulla d’anni 12 … … le feste per le nozze non si restrinsero ai banchetti descritti dal Gigli … Si rappresentò un melodramma di monsignor Rospigliosi del quale non so altro che il titolo abbastanza curioso: Dal male il bene … ma sappiamo dall’Allacci che ne scrisse la musica Anton Maria Abbatini … p. 52-54 p. 63 p. 65 > [*] In calce si cita il frontespizio del manoscritto della Barberiniana riprodotto in facsimine in Brown 1982. A testo segue un frammento della lettera di Milton, presente alla rappresentazione del ’39 (pp. 25-26), il dispaccio di Montecuccoli (2 marzo 1639) conservato all’«Archivio di Stato di Modena, Cancelleria ducale, Dispacci di Roma» (pp. 26-29), e un avviso di Roma del 5 marzo (taciuta la collocazione). Gnoli 1888 Domenico Gnoli, Un freddurista del Seicento, «Nuova antologia», ii serie, xxvi, 1888, pp. 575-595. Reynier 1893 Gustave Reynier, Thomas Corneille, sa vie e son théâtre, Paris: Hachette, 1892. Vogel 1892 Emil Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens, aus den Jahren 1500-1700, 2 voll., Berlin: Archivio Haack, 1892; rist. anast. Hildesheim: Olms, 1962. [nuova ed. in 3 voll., Pomezia 1977] > Riprodotto (i, p. 391) il frontespizio della ‘Vita Umana’ (1658) nonché (ii, pp. 515-515) frontespizio e indice della ‘Raccolta d’arie’ (1640). Beani 1893 Beani, Gaetano, Clemente ix (Giulio Rospigliosi pistoiese). Notizie storiche, Prato: Tipografia Giachetti, 1893. Gaspari 1893 Gaetano Gaspari, Catalogo della biblioteca del Liceo musicale di Bologna, 4 voll. a cura di Federico Pasini, Bologna: Romagnoli dell’Acqua, 18901905; rist. anast., Bologna: Forni, 1961. > Si segnalano: – ‘Lezioni’ in ms. di Carissimi – ii (1892), p. 192 – due oratori (‘Per il giorno di resurrezione’ e ‘S. Tomaso’) – iii (1893), p. 13 – quattro cantate a 2 (‘Su destatevi amanti’ ss, ‘Pensieri che fate’ ss, ‘Amanti sentite’ sa, ‘Che dite ch’io di voi m’innomori’ ss) – Ivi; segnatura moderna: q 50 – tre cantate – iii, p. 196; segnatura moderna: q 46 – nove cantate a 1 o 2 voci (‘Chi rovine all’alme arreca’, ‘Cingetemi amiche schiere’, ‘Nol vedete troppo miseri mortali’, ‘Fluttuando in mar di pene’, ‘O di gioia albergo e nido’, ‘Un sonno ahimè sì forte’, ‘Non vi disperate amanti’ 2v, ‘E che sarà che la mia fede’ 2v, ‘Pigliatevi gusto con darmi punture’) – iii, p. 197; segnatura moderna: q 47 Sanesi 1894 Sanesi 1894 Sanesi, Ireneo, [presentazione a] Poesie musicali di Giulio Rospigliosi, in Nozze Saladino-Guiducci, Pistoia: Tip. Cino dei Fratelli Bracali, 1894, pp. 35-45. Bibliografia 347 Giosuè Carducci, A proposito di un codice diplomatico dantesco, «Nuova Antologia», lviii/14, iii serie (15.viii.1895); poi in Edizione nazionale delle opere di Giosuè Carducci, 30 voll., Bologna: Zanichelli, 1935-1940, ix (1939): Dante, pp. ???-???. Carducci La poesia di papa Barberini è tutta riccioli e cartocci, come certe ninfe grassocie del Bernino: quella di papa Rospigliosi è un violoncello profumato di bucchero in un balletto mitologico. p. 434 Romain Rolland, Histoire de l’opéra en Europe avant Lully et Scarlatti, Paris: Ernest Thorin, 1895; ii ed. Paris: E. De Boccard, 1931; rist anast della i ed. Geneve: Slatkine Reprints, 1971. Rolland 1895 Giovanni Canevazzi, Papa Clemente ix poeta, Modena: Forghieri e Pellequi, 1900. Canevazzi 1900 Individua (p. 100) nel ms. Palatino 168 della Biblioteca Nazionale di Firenze il libretto di ‘Chi soffre speri’ corrispondente alla partitura (1639) segnalata da Ademollo 1888, p. 25. Murata 1975, pp. 446-447, preciserà che il testo di quel ms. (iii fascicolo, pp. 76-147), oltre a essere incompleto, corrisponde alla versione del 1637. < Ernest Martinenche, La ‘comedia’ espagnole en France de Hardy à Racine, Paris: Hachette, 1900. Martinenche 1900 Hugo Goldschmidt, Studien zur Geschichte der Italienischen Oper im 17. Jahrhundert, 2 voll., Leipzig, Breitkopf & Härtel, 1901. Goldschmidt 1901 Dall’inventario della Bibioteca Barberiniana, Cod. xlviii, 155 (oggi I-Rvat, Barb. lat. 4387): «Dal male il bene, poesia dell’eminentissimo signor cardinale Rospigliosi, musica delli signori Antonio Maria Abbatini e Marco Marazzoli. Quest’opera musicale fu eseguita nell’occasione delle nozze del principe di Palestrina con donna Olimpia Giustiniani e più volte ripetuta alla presenza della regina di Svezia, anni 1654-1658. Atto I e III di Abbatini, atto II di Marazzoli …» i, p. 98 Editi frammenti da ‘Chi soffre speri’ e ‘Dal male il bene’. i, p. 312 e segg. Romain Rolland, La premiére representation du ‘San Alessio’ …, «Revue d’histoire et de critique musicales», ii, 1902, pp. 29-36 e 74-75. Rolland 1902 Alfredo Saviotti, Feste e spettacoli nel Seicento, «Giornale storico della letteratura italiana», xli/1 (1903), pp. 42-77: 68-77. Saviotti 1903 Le origini del melodramma. Testimonianze dei contemporanei, a cura di Angelo Solerti, Torino: Bocca, 1903; ed. anast. Bologna: Forni, 1983. Solerti 1903 Giovanni Canevazzi, Di tre melodrammi del secolo xvii, Modena: Unione Tipo-Litografica Modenese, 1904. Canevazzi 1904 Robert Eitner, Biographisch-bibliographisches Quellen-Lexikon der Musiker und Musikgelehrten christlicher Zeitrechnung bis Mitte des 19. Jahrhunderts, 10 voll., Leipzig, Breitkopf und Härtel, 1900-1904; rist. anast. New York, Musurgia, 1946-1947; Graz, Akademische Druck- & Verlags-anstalt, 1959-1960. Eitner 1904 Abbatini Antonio Maria … Dal male il bene, di Abbatini e Marco Marazzuoli, poesia di Msg. Rospigliosi. Atto ii e iii, 1650 in Rom gez. Ms. fol. Part. (Bologna) … [mia traduzione:] Marazzoli Marco… Il Fétis riporta un catalogo molto dettagliato delle sue opere. Quelle che si sono potute verificare sono: – La Vita umana overo Il trionfo della Pietà, dramma musicale rappresentato e dedicato alla serenissima regina di Svezia, Roma: Mascardi, 1658; 1 vol. in folio di 243 pagine (copia ms. a Berlino, Bibl. der Hochschule; stampa nella Bibl. Barberini) i (1900) p. 24-25 vi (1901) p. 52-54 1895 348 davide daolmi – Elena invecchiata, cantata per 2 soprani e bc., di Pannesio, ms. in partitura (Modena) – Brama di libertà, canzonetta per soprano e bc. (Modena) – Dal male il bene, dramma, in collaborazione con Abbatini che musica il ii e il iii atto; v. qui alla voce ‘Abbatini’; v. anche Fétis alla voce ‘Marazzoli’ (Bologna) – Chi soffre speri, opera del 1639, in collaborazione con Virgilio Mazzocchi (ms. nella Bibl. Barberini) – Gli amori di Giasone e d’Isifile, opera rappresentata a Venezia nel 1642, come riferisce il catalogo di Galvani che erroneamente lo dice veneziano – Non più stolti pensieri, cantata a tre voci nella raccolta di Vincenzo Bianchi, Raccolta d’arie, 1640 – Per il giorno di Resurrettione, oratorio a 6 voci in folio picc. (Bologna, Gaspari iii, p. 13) – San Tomaso, oratorio a 5 in folio piccolo (ivi) – 4 cantate a 2 voci in folio grande, ms. in partitura (ivi) – 4 cantate (ivi, p. 196) – 9 cantate a 1 o 2 voci con bc. (ivi, p. 197) – Lezioni, nel ms. di Carissimi ‘Feriae quintae, Lectio i’ (Bologna, Gaspari ii, p. 192) – Stelo [= Steso] già la notte bruna («Im br. Mus. Ms. 49» [= I-Rc, ms. 2479]) – Oh Dio, che voi vedeste, per soprano e bc. (Wien, Hofb., Ms. 17760) Solerti 1904 Angelo Solerti, Gli albori del melodramma, 3 voll., Milano-PalermoNapoli: Sandron, 1904; rist. anast. Bologna: Forni 1976. Alaleona 1905 Domenico Alaleona, Papa Clemente ix poeta e due pubblicazioni di Giovanni Canevazzi, «Bullettino della Società Filologica Romana», vii (1905), pp. 71-84. Breymann 1905 Hermann Wilhelm Breymann, Die Calderon-Literatur. Eine Bibliographisch-Kritischeübersicht, München-Berlin, R. Oldenbourg, 1905 (Calderon studien, 1). Farinelli 1907 Arturo Farinelli, Apuntos sobre Calderón y su literatura, «Cultura española», v, 1907. Celani 1907 Enrico Celani, I cantori della Cappella pontificia nei secoli xvi-xviii, «Rivista musicale italiana», xiii, 1907, pp. 38-104, 752-790. p. 785 Marazzoli Marco … Morì ai 26 (!) gennaio 1662 … 1637, maggio 23: «Viene ordine da Nostra Signoria [= il papa] di prendere come sopra numerario nella parte di tenore il signor Marco Marazzoli, parmigiano, et così si è fatto» 1662, gennaio 25: «Dopo cantato matutino sopragiunse uno spaventevole accidente al signor Marco Marazzoli, dove subito fu dato avviso alla Camera di Nostra Signoria dove comparvero in cappella alcuni bussolanti con una sedia e fattolo portare in floreria li fu dato un bottone di foco». Il Marazzoli morì il giorno seguente e quantunque avesse fatto testamento la reverenda Camera s’impadronì di tutto e di qui liti con gli || eredi ed i cantori legatari di cinque luoghi di monte. I cantori riebbero il legato e l’anniversario fu tutti gli anni puntualmente celebrato … p. 786 Salza > Le citazioni sono tratte dal ms. Corsiniano f.6 (in I-Rvat) di Matteo Fornari, ‘Narrazione istorica dell’origine, Progresso e privilegi della Pontificia Cappella con la serie degli antichi maestri … l’anno 1749’. 1907 Abd-el-kader Salza, Drammi inediti di Giulio Rospigliosi poi Clemente ix, «Rivista musicale italiana», xiv, 1907, pp. 473-508. > Ambros 1911 Identifica ‘Il falcone’ citato da Ademollo 1888, p. 25, con ‘Chi soffre speri’ (p. 477). August Wilhelm Ambros, Geschichte der Musik, 5 voll., Leipzig: Leuckart, 1887-1911; rist. anast. Hildesheim: Olms, 1968. Bibliografia 349 Henry Prunières, L’opéra italien en France avant Lulli, Paris: H. Champion, 1913. Pruniéres [da I-Rvat, Archivio Barberini, ms. Ruoli degli salarii et companatici della famiglia dell’eminentissimo signor cardinale Antonio Barberini, tomo xiv (1637-1643), 10 gennaio 1642 (elenco dei musici):] don Vincenzo del Giglio: 36 scudi – don Orazio Spigarelli – don Filippo Vitali – don Martino – Marc’Antonio Pasqualini – cavalier Loreto Vittori – Lorenzo Sanci – Marco Marazzoli (detto «aiutante di camera») – Girolamo Navara – Francesco Bianchi – Luigi de Rossi. Apparentemente nel medesimo inventario, c. 1, anno 1637, compaiono i nomi di Filippo Vitali, Marc’Antonio Pasqualini, Loreto Vittori, Lorenzo Sancez e Marco Marazzoli. Richelieu aveva nominato Ottaviano Castelli capo delle Poste francesi (a Roma), questi lo ringrazia l’11 agosto 1641 inviando a Mazzarino, perché lo regali a Richelieu, un volume ms. d’arie di diversi autori che Pruniéres identifica con il codice in F-Pn, Réserve Vm7 59, dove si contengono arie di Luigi Rossi, Mario Savioni, Carissimi, Carlo Caproli, Francesco Boccalini, Orazio dell’Arpa, Virgilio Mazzocchi e 3 arie di Marazzoli; due di queste attraverso Caluori 1980, p. 644 si possono identificare in ‘Così contento amando sto’ (Benigni), ‘Non v’è più chi non discerna’ (Buti), s bc. Castelli è librettista spoletino residente a Roma; pubblica nella ‘Sincerità trionfante’, favola boscareccia, un ‘Dialogo sopra la poesia dramatica’ (Mascardi, 1640) che Fabbri 1990, p. 55 in nota, avvicina agli scritti di Doni. Alla fine del 1642 Mazzarino, morto Richelieu, vuole donare al re Luigi xiii e alla consorte Anna d’Austria una commedia in musica alla moda italiana, scrive allora al suo agente a Roma l’abate Elpidio Benedetti d’impegnarsi a riunire una compagnia di cantanti con il compositore Marco Marazzoli. Benedetti risponde: [4 gennaio 1643] Il signor Marco dell’Arpa, richiestone da me va spesso a trattenerlo, e se gli fosse permesso dal signor cardinale Antonio [Barberini] volentieri lo servirebbe anco nel viaggio nel suo ritorno alla corte. Io cerco di servire il detto signore [Marazzoli] in quanto vaglio, et essendo stato appunto questa mattina a vederlo ho trovato ch’era con due architetti francesi che pigliavano le misure di tutto il palazzo, et mi ha detto faceva fare per curiosità. [F-Pan, Ministère des Affaires Etrangers, Correspondace diplomatiques, Rome, vol. 81, c. 16v] Si va per lunghe, si perde la speranza, Mazzarino insiste. Benedetti risponde: [7 maggio 1643] Si farà ogni diligenza per trovare limusici che vostra eminenza desiderarebbe, e di già ne ho parlato al signor Marco Marazzoli che ha quasi affatto perduta la speranza di || poter fare questo viaggio. De’ castrati il meglio sarebbe Giuseppe [Bianchi] che serviva don Taddeo [Barberini] ma credo che non verrebbe meno di venti scudi il mese di provisione et un regalo per il viaggio. [Ivi, Rome, vol. 82, c. 174r] [19 agosto 1643 (Benedetti a Mazzarino)] Mi risolvei finalmente di supplicare il signor cardinale [Antonio] Barberini per la licenza per il signor Marco Marazzoli et avendomi rimesso al signor cardinale Poli, sua eminenza [Archivio Barberini] si mostrò molto inclinato a compiacere vostra eminenza [Mazzarino], et in questo punto arriva da me il signor Marco a parteciparmi come è in libertà di fare il viaggio, e pensa di mettersi in esso quanto prima. [Ivi, Rome, vol. 82, c. 312r] [25 agosto 1643 (Benedetti a Mazzarino)] Che dirà vostra eminenza di sentire svanito il viaggio del signor Marco Marazzoli? Dopo averne questi ottenuta la licenza dal signor cardinale Poli et esser stato a licentiarsi da sua santità e dal signor cardinale Barberino, gli fu fatto intendere che sua santità non voleva che abbandonasse la cappella; né giovò l’allegare esempi in persona d’altri e sua, mentre era stato a Venetia 8 o 10 mesi, togliendo se lieve affatto ogni speranza. Mi dice il signor Marco che sua santità si dolse seco de’ francesi che voglino sempre continuare ad assistere il duca di Parma, che ben pensano a stare allegramente e far feste con lassare in mille afflittioni la sede apostolica e cose simili, che riflette poi nell’impressione del papa e viene che gl’abbino fatto revocare la licenza di partire. Il pover’uomo si è acquietato con la speranza che pur un giorno sia per succedergli d’avere questa buona fortuna, convenendo ancor egli che frattanto non se ne faccia altro tentativo || essendo troppo manifesta la contraria volontà di sua santità. Alcuni ne sono rimasti grandemente meravigliati, stimando che si potesse in gratia di vostra eminenza fargli questa gratia che si è concessa a tanti altri. [Ivi, Rome, vol. 82, c. 313r] [15 novembre 1643 (Benedetti a Mazzarino)] 〈Spero che Marazzoli otterrà il congedo〉 avendo penetrato la causa che glielo ha sinora ritardato. Era parso al signor cardinale Antonio che, desiderando vostra eminenza il suddetto, avesse potuto scrivergliene un motto e per questo, non dichiarandosi bene sua eminenza [Urbano viii] con p. 25 p. 43 p. 46 p. 47 nota 1 p. 47 nota 3 p. 48 p. 49 nota 1 p. 49 nota 2 p. 50 p. 50 nota 2 1913 350 davide daolmi p. 50 p. 50 nota 3 p. 57 p. 61 p. 88 > Poli, se gli era poi fatto intendere che non partisse. Ora che il signor cardinale Antonio, con l’occasione della sua venuta in n’è stato pregato da me in oce per parte di vostra eminenza e fatto scusa s’ella non gliene aveva scritto, ha condisceso a permettergli che parta, e mi sono veramente chiarito che il signor cardinale Barberino non vi aveva colpa alcuna. Di che ne riceverà avviso più certo col seguente ordinario. [Ivi, Rome, vol. 82, c. 394r] [20 novembre 1643 (lettera in francese di Mazzarino al cardinale Bichi, mia traduzione)] L’unica rivincita che mi sono preso del fatto che il signor cardinale Barberini non ha voluto lasciar venire in Francia Marco dell’Arpa (per la sola ragione che io lo desideravo), è stata nel facilitare i modi di mandare il signor Petit, ingegnere, al servizio di sua maestà. [Ivi, Rome, vol. 81, c. 483r] [27 novembre 1643 (dal Libro dei punti)] Il signor Marco Marazzoli ha ottenuto licenza dalli padroni d’andare in Francia; questa mattina ne ha dato parte alli nostri compagni et ha detto di partire domani. [I-Rvat, Cappella Sisitina, Diari, vol. 62] [18 dicembre 1643 (lettera di Mazzarino a suo fratello)] Rendo ancora umilissimamente gratie al signor cardinale Antonio della permissione che ha data a Marco dell’Arpa di venire per qualche tempo a questa corte. [F-Pm, ms. 2217, c. 200v] Si esclude l’ipotesi di Ademollo 1884, pp. 21-22, che la ‘Finta pazza’ possa essere stata rappresentata nel febbraio 1645. Frammento dalla «Gazette de France» (4 marzo 1645) poi ripreso in Zaslaw 1989, p. 16: Il 28 [febbraio 1645] il re [Luigi xiv] diede un banchetto per la regina d’inghilterra, la regina [consorte, Anna d’Austria], il duca d’Orleans, zio di sua maestà, e Madamoiselle [prima cugina del re] … La sera vi fu una commedia italiana nella sala grande [di Palazzo Reale] e un ballo danzato da diversi nobili della corte … [mia traduzione] Gli agenti diplomatici di Mazzarino mandavano indietro istruzioni in vista d’ottenere il congedo dei migliori virtuosi d’Italia. A Roma, Elpidio Benetti, assecondato da Marco Marazzoli che ricevette un’assai consistente pensione dall’ambasciata di Francia come ricompensa dei suoi servizi passati [*], fece meraviglie. [* in nota:] Nel 1660 Marazzoli riceveva ancora una pensione di 1000 lire da l’ambasciata (F-Pan, Ministère des Affaires Etrangers, Corresp. dipl., Rome, vol. 141, c. 171r). Edita un «canzone» (‘Oh, che sempre tocchi a me’) alle pp. 3-5 dell’Appendice. 1914 Alberto Cametti, Orazio Michi «dell’arpa», «Rivista musicale italiana», xxi, 1914, pp. 201-277. p. 219 Marco Marazzoli «nella compositione, nel suono dei tasti et dell’arpa eminentissimo», più tardi musico della regina di Svezia. > La citazione è tratta dal ‘Libro di punti della Cappella Pontificia’ (I-Rvat, Cappella Sistina, Diari, n. 66, p. 178) 1920 Quattro arie tratte da melodrammi italiani del secolo xvii, a cura di Luigi Torri, Padova: Zanibon, s.a. > Al n. 3 l’edizione di una cantata non specificata (cit. in Kast 1960), testo non rintracciato. Ignoro la data, ma si deve intendere fra gli anni Dieci e Venti del Novecento, ovvero dopo il 1908 (nascita della Zanibon) e il 1932 anno della morte di Torri. Cantella 1923 A. Cantella, Calderón de La Barca in Italia nel secolo xvii, Roma: Ausonia, 1923. Fassò 1924 Luigi Fassò, Avventurieri della penna del Seicento: Gregorio Leti, Girolamo Arconati Lamberti, Tomaso Tomasi, Bernardo Guasconi, Firenze: Le Monnier, 1924. Rolandi 1927 Ulderico Rolandi, La prima commedia musicale rappresentata a Roma nel 1639, «Nuova antologia», ottobre 1927, p. 523-528. p. 523 … un raro opuscolo [lo scenario a stampa di Chi soffre speri del 1639, la copia ora in I-Vgc] da me posseduto; un esemplare se ne trova anche nella biblioteca Ottoboniana [= I-Rvat] e finora ignorato … ho recentemente trovato [il libretto] … manoscritto nella biblioteca Ottoboniana [= I-Rvat, Ottob. Lat. 2259 (vers. 1637, incompl.)] Cametti Torri Bibliografia 351 Alte Meister des Belcanto. Italianische Kammerduette des 17. und 18. Jharhunderts, a cura di Ludwig Landschoff, Leipzig: Peters, 1927. Landschoff Ai numeri 17-19 edizione dei duetti ‘Che dite ch’io di voi m’innamori’, ‘Dell’aurora dai dardi lucenti’ e ‘Su, destatevi, amanti, lasciate’. < Ludwig von Pastor, Geschichte der Papste seit dem Ausgang des Mitteralters mit benuzung des Papstlichen Geheim-Archives und vieler anderer Archive, 16 voll., Freiburg im Breisgan: Berlagshandlung, 1886-1932; in it. Storia dei papi dalla fine del Medio Evo, Roma: Desclee, 1908-1934. Pastor 1932 Nestore Pelicelli, Musicisti in parma nel secolo xvii, «Note d’archivio», x, 1933, pp. 32-43. Pelicelli 1933 … Il Marazzoli era investito di un beneficio ebdomadario [sc. con funzione settimanale] nella cattedrale di Parma, come appare chiaramente dalla elezione di don Giulio Benali allo stesso beneficio «per resignationem dicti domini domini Marci Marazzoli» il 27 di febbraio 1637 [Arch. della Curia arciv. di Parma, Benef. necnon benefitiat, c. 87]. p. 38 Henry Prunières, Les musiciens du cardinal Antonio Barberini, in Mèlanges de musicologie offerts à M. Lionel de la Laurencie, Paris: Société française de musicologie, 1933, pp. 117-122. Pruniéres [mia traduzione:] I registri che contengono i nomi dei Salari e companatici della famiglia dell’eminentissimo signor cardinale Antonio barberini son di due tipi. Gli uni danno l’età, mese per mese, degli ufficiali domestici del cardinale e indicano l’ammontare del loro soldo; gli altri riguardano gli artisti pensionati dal cardinale e riportano confusamente le firme di questi o dei loro mandatari riferendo l’ammontare delle somme a loro pagate ogni mese o trimestre … La lista dei musicisti della casa del cardinale indica per il 1637 [… citati: Vitali, Pasqualini, vittori, Sances e] Marco Marazzoli – scudi 3.50. [dal tomo xiv, 1637-1642] Quest’ultimo porta il titolo di «aiutante di camera» mentre gli altri sono classificati sotto la rubrica «cappellani e musici». || Nel novembre 1639 Marco Marazzoli cessa d’essere «aiutante di camera» per figurare con gli altri musicisti … Mancano documentazioni a partire da questa data [1650], ma si può per una certa misura, supplire con i rendiconti del soldo che possediamo del 1657 e degli anni seguenti, fino al 1664, che riferiscono i nomi di: Carlo Caproli: 〈scudi〉 15 – Marco Marazzoli: 3.60 … p. 118 Hanry Carrington Lancaster, Calderon, Boursault and Ravenscroft, «Modern Language Notes», 51, 1936, pp. 523-528. Lancaster 1936 Raffaele Casimiri, ‘Disciplina Musicae’ e ‘Mastri di Cappella’ dopo il Concilio di Trento nei maggiori istituti ecclesiastici di Roma: Seminario Romano, Collegio Germanico, Collegio Inglese (sec. xvi-xvii), «Note d’Archivio», xii, 1935, pp. 1-, 73-; xv, 1938, pp. 1-, 49-, 97-, 145-, 225-; xvi, 1939, pp. 1-; xix, 1942, pp. 102-; 159-; xx, 1943, pp. 17-. Casimiri 1938 Alle pp. 246-247 del n. xv (1938) si cita il passo dagli ‘Annales’ di Nappi poi ripreso da Murata 1975, p. 343. < Harry Warren Hilborn, Cronology of the plays of don Pedro Calderón de La Barca, Toronto: University of Tornonto Press, 1936. Hilborn 1938 Carlo Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, ii ed. in 2 voll. e suppl., Milano: Ricordi, 1936-1938 [i ed. Milano 1887]. Schmidl 1938 Marazzoli Marco … nato a Parma nel 1619 … … Altro suo oratorio: Sant’Eustacchio, testo del cardinale Giulio Rospigliosi, partitura nella Biblioteca Nazionale, Torino, ‘Raccolta Giordano’ … ii, p. 31 Suppl., p. 503 1927 1933 p. 119 352 davide daolmi Montalto 1941 Lina Montalto, Fra virtuosi e musici, «Rivista italiana del dramma», v/1, 1941, pp. 83-97, 193-209. Lancaster 1945 Henry Carrington Lancaster, A history of french dramatic literature in the seventeenth century, 6 voll., Baltimore: …, 1929-1945. Macchi 1945 Giuseppe Macchi, Uno stampatore gallaratese a Roma nel Seicento: Giovanni Jacomo Rossi, Gallarate: Societa gallaratese per gli studi patrii, 1945. Bukofzer 1947 Manfred F. Bukofzer, Music in the Baroque era: From Monteverdi to Bach, New York: W. W. Norton & Co., 1947; in it. La musica barocca, Milano: Rusconi, 1982. Rundle 1948 James U. Rundle, Footnote on ‘Calderón, Ravenscroft and Boursault’ [e replica di Hanry Carrington Lancaster], «Modern Language Notes», 62, 1947, pp. 382-389; 63, 1948, pp. 217-220. Rolandi 1951 Ulderico Rolandi, Il libretto per musica attraverso i tempi, Roma: Edizioni dell’Ateneo, 1951. Riproduzione fotografica del frontespizio dei due scenari di ‘Chi soffre speri’ (nn. 30-31). < Capponi 1953 Pier Maria Capponi, Marco Marazzoli e l’oratorio ‘Cristo e i Farisei’, «Chigiana», x, 1953, pp. 101-106. p. 103 … nel suo testamento, conservato all’Archivio del Vicariato e che nessuno aveva avuto ancora l’idea di esaminare, egli [Marazzoli] dà … l’elenco esatto di tutte le sue musiche con gli incipit e il numero delle pagine, elenco prezioso che ci ha permesso di ricostruire il grosso della sua produzione musicale in una vasata raccolta di musiche anonime conservate nella Biblioteca Chigiana dove || passarono alla morte dell’autore. In tutto 16 volumi di musica … Così sono venuti alla luce gli oratori precedenti ai due di Bologna, in tutto nove composizioni …; e insieme mottetti concertati e madrigali spirituali e profani a cappella che rappresentano nella metà del ’600 un esempio ormai rarissimo di questo genere musicale; inoltre due nuovi melodrammi: L’Armida scritta probabilmente a Ferrara nel 1642 e il Capriccio scritto a Roma nel 1643 … infine ben nove volumi di cantate con e senza strumenti, la maggior parte delle quali scritta per i principi Chigi e per la dimora del pontefice Alessandro vii a Castel Gandolfo … Non poche sono state le scoperte sensazionali … come ad esempio il riconoscimento, nella scena della Fiera di Farfa del Chi soffre speri, dell’unica parte di quel melodramma interamente affidata dal Mazzocchi all’inventiva musicale del giovane Marco Marazzoli; e il ritrovamento di un torneo in musica scritto per Ferrara nel 1642 … … gli oratori … sono racchiusi in un volume autografo con molte correzioni e in alcuni punti anche disgraziatamente incompleto. p. 104 Rava 1953 Arnaldo Rava, I teatri di Roma, Roma: Palombi, 1953. Abert 1954 Anna Amalie Abert, Claudio Monteverdi und das musikalische Drama, Lippstad: Kistner & Siegel, 1954. > Frammenti da ‘Chi soffre speri’ e ‘Dal male il bene’ (p. 222 e s egg.). Valbuena 1954 Pedro Calderón de La Barca, La dama duende y No hay cosa como callar. Comedias de capa y espada, a cura di Ángel Valbuena Briones, Madrid: Espasa-Calpe, 1954. Mancini 1955 Mancini Guido, Note sull’interpretazione di Calderón nel Seicento, in Calderón in Italia. Studi e ricerche, Pisa: Libreria Goliardica, 1955 (Studi di letteratura spagnola, 4), pp. 27-43. Bibliografia 353 Urbano Barberini, Introduzione, in Da Villa Ludovisi a piazza Barberini, catalogo della mostra (Roma, Palazzo Braschi, x-xii.1957) a cura di Carlo Pietrangeli, Roma: Istituto Grafico Tiberino, 1957. Barberini 1957 Anthony Blunt, The Palazzo Barberini: the contributions of Maderno, Bernini and Pietro da Cortona, «Journal of the Warburg and Courtauld Institutes», xxi, 1958, pp. 256-287. 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Capponi [mia sintesi:] – nato a Parma nel 1619 (?) – formatosi a Parma, alla scuola strumentale legata alle rappr. del teatro della Pilotta – composiz. giovanili molto personali, recitat. aderente al testo e cromatismi – probabili contatti con gli intermedi monteverdiani di Parma – alunnato presso Allegri – 1637: a Roma presso i Barberini come virtuoso d’arpa – 1637, 23 maggio: entra nella cappella pontificia come tenore soprannumerario – 1639: collabora alle musiche di Chi soffre speri (già del 1637 con musica di Mazzocchi), in particolare ler l’intermedio la Fiera di Farfa – Milton fra gli spettatori – 1640 ruolo definitivo di tenore, poi conservato tutta la vita – 1640, 7 luglio: si trasferisce a Ferrara per musicare Amore trionfante dello Sdegno (rappr. dai Bentivoglio per le nozze Martinengo-Bonelli) – 1641, febbraio: torna a Roma – 1641, 16 novembre: torna a Ferrara con una compagnia di cantati per il carnevale; ripresa di Amore trionfante per la visita del principe Taddeo Barberini – 1642, carnevale: chiamato a Venezia da Grimani per Eco e Narciso immortalati (30 gennaio, teatro SS. Giovanni e Paolo; p. di O. Persiani) già musicato per Roma da F. Vitali, ma riadattato da Marazzoli perché la vecchia musica era «conforme a mottetti» – allestito il suo Amori di Giasone e Isifile – 1642, 4 marzo: a Ferrara musica l’introduzione a un torneo per Taddeo Barberini – musica anche Pretensioni del Tebro e del Po – 1643: scritturato dal segretario di Mazzarino, Elpidio Benedetti, per rappresentazioni a Parigi – 1643, 28 novembre: parte per Parigi con una compagnia di cantanti fra cui L. Baroni – 1645, febbraio: rappresentato per Luigi xiv il suo Giudizio della Ragione (p. F. Buti), già musicato a Roma ma riadattato alla stile francese – 1645, 28 giugno: a Roma (Parigi lo gratifica con uno stipendio di 1000 livres annue) è compositore ufficiale della corte pontificia – accademie per Ariccia e Castelgandolfo – 1653: con Abbatini musica Dal male il bene per le nozze di Maffeo Barberini e Olimpia Giustiniani – 1654: musica Armi e amori – 1656: musica La Vita Umana per i festeggiamenti per Cristina di Svezia – 1657: musica Amore malato inviato a Parigi e rappresentato (sala del Louvre) il 17 gennaio con entrées di Lully – 1662: muore per un malore durante il servizio in cappella col. 88 col. 89 1960A 354 davide daolmi Capponi 1960B Pier Maria Capponi, Mazzocchi Virgilio, in Enciclopedia dello spettacolo, 11 voll. a cura di Silvio D’Amico, Roma: Le Maschere, 1954-1968, viii (1960), ad vocem. Kast 1960 Paul Kast, Marazzoli Marco, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, 14 voll. a cura di Friedrich Blume, Basel–London–New York, Bärenreiter, 1949-1968, viii (1960), coll. 1611-1614. Valbuena 1960 Pedro Calderón de La Barca, Obras completas, II. Comedias, a cura di Ángel Valbuema Briones, Madrid: Aguilar, 1960. Bjurström 1961 Per Bjurström, Giacomo Torelli and the baroque stage design, Stockholm: Almqvist & Wiksell, 1961. Capponi 1961 Pier Maria Capponi, Rospigliosi Giulio, in Encicl. dello spett., 11 voll. a cura di Silvio D’Amico, Roma, Le Maschere, 1954-1968, viii (1961), coll. 1213-1215. Kast 1961 Paul Kast, Biographisce Notizen zu römischen Musikern des 17. Jahrhunderts, «Analecta musicologica», i, 1963, pp. 38-69. p. 50 [I-Rvic, Liber mortuorum, Chiesa Nuova, p. 48] Dominus Marco Evangelista Marazzolus, Parmensis, annorum 55, aule pontificie cantor, ex parochia S. Nicolai, obiit die 27 ianuarii 1662 etin sepulcro eorundem cantorum sepultus fuit. [I-Rvic, Liber mortuorum, Nicolai in Arcionibus, c. 49v] Die 27 ianuarii 1662. Dominus Marcus Marazzoli, aetatis suae annorum 60 circiter, in communionem Sanctae matris Ecclesiae, animarum summo Deo reddidit; habitabat in quadam domo quondam Thomae Corcai, posita in via Felicii; cuius cadaver eodem die fuit trnslatum ad ecclesiam S. Philippo Neri, et die sequenti fuit in eadem ecclesia humatus, sacramentis non fuit munitus ex eo quod fuit morte repentinae praeventus. [I-Rvic, Liber status animarum, Nicola in Arcione, 1639, c. 184v] 1639 – Signor Marco Marazzoli da Parma, musico di Cappella [Sistina], sacerdote di anni 31 … [I-Rvic, Ivi, 1646, c. 19v] 1646 – Il signor don Marco Marazzoli, sacerdote e beneficiato di S. Maria Maggiore [di anni] 45 … [I-Rvic, Ivi, 1650, c. 115v] 1650 – Reverendo don Marco Marazzoli d’anni 40 … [I-Rvic, Ivi, 1656, c. 54r] 1656 – Signor don Marco Marazzoli [di anni] 47 … [I-Rvic, Ivi, 1656, c.n.n. («strada Rosella»)] 1658 – Signor Marco Marazzoli [di anni] 52 … [I-Rvic, Ivi, 1661, c. 44r («[via] Felice»)] 1661 – Signor don Marco Marazzoli sacerdote [di anni] 58 … [I-Rvat, Cappella sistina, Diari, n. 79] 25 [gennaio 1662], mercoledì … dopo cantato Matutino et Terza, nel principiare l’Introito sopragiunse uno spaventoso accidente al signor Marco Marazzoli dove subito fu dato aviso alla Camera di N.S. dove com- || parvero in cappella alcuni bussolanti, quali mandorono in Floreria per una sedia et fattolo portare in detta Floreria li fu fatto dare un bottone di foco con l’assistenza d’alcuni signori compagni. Piaccia a Sua Divina Maestà [scampi] sì da questo come da ogni altro male, Amen. 26, giovedì: tutti li signori compagni presenti; si cantò solo la messa per ragione della morte del signor Marazzoli, quale successe alle otto ore della notte antecedente. 27, venerdì: all’ora solita in Chiesa Nuova adunati li maggior numero de’ signori compagni, li prove [?] bene di non esporre il corpo … ma di esporre semplicemente un cavalletto con quattro torcie … Mentre si stava trattando questo negozio comparve un procuratore della Reverenda Cammera quale ordinò che si esponesse il corpo con dodici torcie et in abito sacerdotale … et fatto vestire il defonto con l’abbiti sacerdotali se li cantò la messa et il solito responsorio … p. 50 p. 51 p. 52 > Il ‘Diario’ era già noto a Reiner 1963, che tuttavia non ne aveva trascritto i passi. Bibliografia 355 Stuart Reiner, Collaboration in ‘Chi soffre speri’, «The music review», xxii, 1961, pp. 265-282. Reiner [mia traduzione:] … che [l’atto di battesimo di Marazzoli] non si sia trovato [nei registri battesimali di Parma] permette di supporre che, sebbene i suoi genitori fossero certamente parmigiani, la sua nascita potrebbe essere avvenuta altrove. … la notizia della sua sepoltura, datata 1662, riporta che aveva 55 anni quando morì nel gennaio di quell’anno; una notizia della morte, datata 27 gennaio 1662, lo dice di «circa sess’antanni». … La data del 27 gennaio, che si accorda con quella data nella notizia della sepoltura citata, sembra però sbagliata: un’altra notizia di morte (che non dà l’età) è datata 25 gennaio 1662 … e un diario della Cappella Sistina riferisce, in una registrazione del 26 gennaio, che la morte di Marazzoli «successe alle otto ore della notte antecedente» … Enrico Celani pubblicò più una parafrasi che una citazione di una vicina registrazione di questo diario, ma concluse che Marazzoli morì il 26 gennaio. Ciò potrebbe essere riferito a un calcolo delle ore notturne come a qualcosa di separato (secondo cui la morte di Marazzoli potrebbe essere avvenuta ca. alle 3 di mattina del 26 gennaio); ma è dubbio se la precisazione sul tempo del diarista debba essere in tal modo interpretata, dato che a c. 40r dello stesso diario si legge: «la notte alle 3 ore e mezza si cantò il solito matutino». Si deve ritenere che il calcolo del diarista e il nostro possano essere sostanzialmente gli stessi e che Marazzoli sia morto il 25 gennaio. Il conto dello speziale dell’anno [1631] elenca i prodotti forniti alle persone che accompagnavano il cardinale Antonio Barberini, a sue spesa, nella legazione di Urbino. Il conto copre il periodo dal 26 giugno al 4 ottobre 1631. La settima voce elencanta (in data 28 giugno) sono pillole di rabarbaro per un ammontare di 42 baiocchi per «il signor Marco Marazzoli» [I-Ras, Miscellanea famiglie, busta 14 (Barberini), fasc. 6, c. 8r] Si corregge l’effermazione di Capponi 1953 circa un «testamento conservato nell’Archivio del Vicariato» che invece giace presso I-Ras, Notari, Segretari e cancellieri della reverenda camera arcivescovile, vol. 2082; l’opposizione alle volontà di Marazzoli e la conseguente decisione di redigere un inventario sono riportati in I-Rvat, Cappella sistina, Diari 79, cc. 6-7; Reiner offre una descrizione del documento (nota 20): p. 267 nota 7 1961 p. 267 p. 267 nota 9 p. 268 p. 270-271 – c. 49: lettera ufficiale di Urbano viii (20 novembre 1641) che permette a Marazzoli di redigere le proprie volontà senza far ricorso a notai o testimoni – cc. 48, 50, 51: il testamento (senza data) – c. 47: fede di acquisizione dei precedenti documenti da parte del notaio responsabile dell’inventario (27 gennaio 1662) – cc. 35-39, 42-46, 56-58: inventario (26, 27 e 31 gennaio 1662) – cc. 166-167: ordine di Alessandro vii (12 aprile 1662) affinche i termini delle volontà siano onorati «contingent upon the chief beneficiary’s payment of 2000 scudi» – c. 164: l’ordine di questo pagamento (28 aprile 1662) – cc. 163, 165, 170: fede del pagamento e rinuncia a ulteriori pretese della Camera apostolica (29 aprile 1662) – c. 40: fede dei beneficiari di aver ricevuto i beni (1 maggio 1662) Helen Wessely-Kropik, Lelio Corista. Ein römischer Meister von Corelli: Leben und Umwelt, Wien: …, 1961. Wessely–Kropik [mia traduzione:] … oltre ai circa sette [musicisti] permanenti per le rappresentazioni teatrali, fra i dignitari della corte papale incontriamo come strumentisti in carica i «musici di Castel Sant’Angelo» (senz’altra specificazione). Fra i più noti ecclesiatici e cantori papali non sorprende ritrovare Marco Marazzoli nell’elenco dei «camerieri extra» (16561660)[*], Antonio Maria Abbatini «bussolante» di Clemente ix (1667-1669), o anche Francesco Boccalini e Pietro Paolo Cappellini, fra gli «scudieri» di Alessandro vii. [* IRas, Cam. i, Spese del maggiordomo, buste 1408, 1410, 1415, 1415] p. 43 Le piante di Roma, 3 voll. a cura di Amato Pietro Frutaz, Roma: Istituti di studi romani, 1962. Frutaz 1962 Urbano Barberini, Il «Grande studio» del Thorvaldsen, «L’Urbe«, xxvi/5, 1963, pp. 3-8. Barberini 1963 Jorgen B. Hartmann, Gli studi di Thorvaldsen in Piazza Barberini, «L’Urbe», xxvi/1, 1963, pp. 1-18. Hartmann 1963 1961 356 Mischiati davide daolmi 1963 Oscar Mischiati, Per la storia dell’oratorio a Bologna. Tre inventari del 1620, 1622 e 1628, «Collectanea historiae musicae», iii, 1963, pp. …. p. 131 Questi documenti [sc. gli inventari] sono oggi conservati all’Archivio di Stato di Bologna e fanno parte dell’Archivio dei padri Filippini dell’oratorio di Santa Maria di Galliera [*] [*in nota:] Bologna, Archivio di Stato, Conventi soppressi. Padri Filippini di Santa Maria di Galliera, 112/5995, mazzo n. 6. … il n. 14 [del iii inventario] è ripetuto per ben altre tre volte ai nn. 212, 275 e 291; esso corrisponde con tutta probabilità a qiell’oratorio anonimo oggi conservato nel codice Barberiniano 4209 (vecchia segnatura xlvii, 80) della Biblioteca Apostolica Vaticana, di cui verrebbe quindi autorizzata l’attribuzione a Marco Marazzoli.[*] [*in nota:] Celani 1905, p. 140. È da osservare però che il Celani riporta come inizio del testo Son torbide procelle. p. 131 nota 1 p. 135 p. 135 nota 7 p. 142 c. 29r p. 143 c. 30v [14] p. 145 c. 32v [68] p. 152 p. 153 c. 37v [212] 204. c. 38r [231] 219. p. 155 c. 39r [275] 262. c. 39v [275] 278. c. 40r [304] 291. p. 156 iii. Nota degli oratori in musica che sono appresso i padri della congregazione dell’oratorio di San Filippo Neri di Bologna. Santa Catterina Vergine Maria, oratorio a 5 – Con torbide procelle – Musica del signor Marazzoli. Santa Giustina di Padova, oratorio a 5 – Dal romano guerriero – Musica del signor Marazzoli. Santa Catterina … Per ogni tempo, oratorio a 5 – Si dissolve e svanisce – Musica del signor Marazzoli. Santa Catterina … Santa Catterina … Poesia del signor don Lelio Orsini. Natale di Nostro Signore overo Primo giorno dell’anno, oratorio a 5 – Ecco di mille e mille freggi adorno – Musica del signor Marazzoli. Barberini 1964 Urbano Barberini, Il «Grande studio» del Thorvaldsen secondo la tradizione Barberini, «L’Urbe», xxvii/5, 1964, pp. 1-4. Hartmann 1964 Jorgen B. Hartmann, Il «Grande studio» del Thorvaldsen: una nuova ipotesi, «L’Urbe», xxvii/2, 1964, pp. 3-11. Bjurström 1966 Per Bjurström, Feast and theatre in Queen Christina’s Rome, Stockholm: Norstedt, 1966 (Analecta Reginensia, 3). Gasparetti 1966 Pedro Calderón de La Barca, Casa con due porte mal si guarda, prefazione, traduzione e note di Antonio Gasparetti, Roma: Paoline, 1966. Masson 1966 Georgina Masson, Papal gifts and roman enterteinments in honour of queen Christina’s arrival, in Queen Christina of Sweden: Documents and studies, a cura di Magnus von Platen, Stockolm: Norstedt, 1966 (Analecta Reginensia, 1), pp. 244-261. Pirrotta 1966 Nino Pirrotta, Il caval zoppo e il vetturino, «Collectanea histriae musicae», iv, 1966; ripubbl. e annotato in Id. 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Conti delle spese per la comedia alle 4 Fontane l’anno 1637 brutto Scritt‹o›re [recte scritture] del Signor Mazzocchi ................................................................. 84.— Scritt‹o›re [recte scritture] del Signor Marco ........................................................................... 42.10 1968 1968 netto 82.— 42.10 Laura Pietrangeli, Il teatro barberiniano, tesi di laurea, rel. Giovanni Macchia, Istituto di storia del teatro (oggi Dipartimento di arti e scienze dello spettacolo), Università di Roma, 1969. Pietrangeli 1969 Ulf Scharlau, Atanasius Kircher (1601-1680) als Musikschriftsteller: Ein Beitrag zur Musikanschauung des Barock, Marburg: Gorich & Weiershauser, 1969. Scharlau 1969 Stefani Spada, Domenico Biancolelli ou l’art d’improviser. Texte, documents, introduction, notes, Napoli: Institut Universitaire Oriental, 1969. Spada 1969 Frances Amelia Yates, Theatre of the world, London: Routledge & Kegan Paul, 1969. 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Giulio Rospigliosi al fratello Camillo, Roma, 14.ii.1654] Pochi giorni prima di Natale il signor cardinal Barberino mi accennò che la signora donna Olimpia desiderava che il signor cardinal Carlo Barberino facesse fare un poco di commedia in musica per questo Carnevale, e per‹ci›ò il signor cardinal mi soggiunse avrebbe avuto gusto che l’abate mio nipote [Iacopo] facesse qualche cosetta cavata da alcuna commedia spagnola, come è seguito, con un poco di direzione che ebbe da me. La commedia è intitolata Dal male il bene. Fu fatta la prima volta giovedì sera con molta approvazione universale perché se bene non si erano macchine, quello che tocca all’esquisitezza della musica, de’ recitanti, degl’abiti e delle scene non può esser maggiore. L’abate e il signor Mancini assistevano dientro al palco e si portarono benissimo perché il tutto passò egregiamente. Il Fedi nostro paesano, soprano in Santa Maria Maggiore, fa la parte di Donna Elvira con tanta eccellenza che non può esser più. E non è poco per esser la prima volta che ha recitato. Si rifarà questa sera e poi un’altra volta o due. Si rappresenta nel palazzo del principe di Palestrina dove si è recitata anche una bella commedia del signor principe Gallicano con intermedi in musica … p. 349 Profeti 1981 Maria Grazia Profeti, [recensione a Reichenberg 1979], «Rassegna iberistica», xii, 1981, pp. 55-56. Profeti 1981 Pedro Calderón de La Barca, Primera parte de comedias, 2 voll. a cura di Ángel Valbuena Briones, Madrid: Consejo superior de investigaciones cientificas, 1981. Bianconi 1982 Lorenzo Bianconi, Il Seicento, Torino: Edt, 1982; ii ed. corretta ibidem 1991 (Storia della Musica, 4). Bibliografia 361 Virgilio Mazzocchi e Marco Marazzoli, L’Egisto ovvero Chi soffre speri, facsimile a cura di Howard Mayer Brown, New York–London: Garland, 1982 (Italian Opera 1640-1770). Brown Facsimile dal manoscritto conservato in I-Rvat, Barb. lat. 4386. < Elio Durante – Anna Martellotti, L’arpa di Laura. 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Si vede anco un dramma intitolato La Vita umana o vero Il trionfo della Pietà, dedicato alla regina di Svezia e recitato nel teatro Barberino e anco stampato in Roma l’anno 1658 per il Mascardi, parole di Giulio Rospigliosi, poi Clemente ix di santa memoria. Nella Drammaturgia di Leone Allacci, foglio 24, dà notizia anco del dramma intitolato Gli amori di Giasone e d’Isifile, festa teatrale di Orazio Persiani posta in musica da Marco Marazzoli, et al foglio 610 anco Dal male il bene, dramma musicale posto in musica dall’Abbatini e dal Marazzoli, recitata con l’occasione delle nozze delli signori principi di Pellestrina e di Olimpia Giustiniani e di novo più volte alla presenza della regina di Svezia nell’istesso palazzo con apparati e scene superbissime. p. 277 p. 278 Manoscritto (di cui sopravvivono più copie) redatto in tempi successivi e completato intorno al 1730. < Maria Grazia Profeti, «Armi» ed «amori»: la fortuna italiana di ‘Los empeños de un acaso’, in Estudios sobre Calderón y el teatro de la Edad de oro. 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Anthony, a cura di John Hajdu Heyer, Cambridge: Cambridge University Press, 1989, pp. 7-23. p. 15 [mia traduzione:] Malgrado l’impegno e le enormi spese per raccogliere la prima compagnia italiana a Parigi, non vi fu un vero evento pubblico e (diversamente dalle altre sei opere di Mazzarino [dalla Finta pazza in poi] …) giornali, corrispondenza diplomatica, diaristi e redattori di feuilletton rimasero stranamente in silenzio. Se non fosse per due accenni, uno dalla «Gazette de France» e l’altro da una lettera di Atto Melani, non vi sarebbe stato modo di sapere che qualcosa accadde. [I-Rvat, Vat. lat. 13364, lettera di Giulio Rospigliosi al fratello Camillo, 7.ii.1643]… è stato più volte fatta recitare in musica una bella operetta morale intitolata Il giudizio della Ragione … et per essere breve, curiosa et ben rappresentata è stata molto commentata dalli ascoltatori … p. 17 nota 25 > Zaslaw è convinto che questa sia l’opera rappresentata a Parigi (come già diceva Capponi 1953) perché: a) è stata l’ultima opera di Marazzoli prima della sua partenza; b) il manoscritto della partitura benché scritto su carta itliana solitamente usata dal compositore, presenta un foglio di carta francese (così Witzenmann 1969); c) le circostanze della prima romana suggeriscono una soponsorizzazione francese. Bartoluzzi 1990 Chiara Bartoluzzi, L’inedita tragedia ‘Adrasto’ di Giulio Rospigliosi, poi Clemente ix, tesi di laurea in Lettere (rel. Claudio Scarpati), Milano: Università Cattolica, 1990. 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Rome, vol. 144, c. 90v, 22.i.1662] Marco dell’Arpa, musico di cappella e bussolante del papa, mercordì mattina muorì all’improvviso nel Palazzo Pontificio con sentimento di Sua Santità che, per alleggerirgli o divertirgli la soffocazione del catarro, fece fare da’ suoi propri medici tutti i possibili rimedi; e con molto maggiore diligenza fu subito spedito a pigliare possesso a casa sua di tutte le sue robbe assai preziose, oltre le molte migliaia di scudi, per non avere parenti, ed era molto ricco perché teneva carozza, e fra l’altre cariche vaca un benefiziato in Santa Maria Maggiore. Cioffetta 1991 Simona Cioffetta, Lo ‘Studio d’architettura civile’ edito da Domenico de Rossi (1702, 1711, 1721), in In Urbe architectus. Modelli disegni misure. La professione dell’architetto. Roma 1680-1750, a cura di Bruno Contardi e Giovanna Curcio, Roma: Àrgos, 1991, pp. 214-228. 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Hammond 1998 Frederick Hammond, Barberini enterteinments for Queen Christina’s arrival in Rome, in Cristina di Svezia e la musica, atti del convegno (Roma, 5-6.xii.1996), Roma: Accademia nazionale dei Lincei, 1998, pp. 133-160. Bibliografia 367 Jean Lionnet, Christine de Suède et la Chapelle Pontificale: un espoir déçu?, in Cristina di Svezia e la musica, atti del convegno internazionale (Roma, 5-6.xii.1996), Roma: Accademia nazionale dei Lincei, 1998, pp. 311-320. Lionnet [I-Rvat, Cappella Sistina, Diari, n. 73, 1655, 14 ottobre] … [Marcantonio Pasqualini] si dolse del del signor Marco [Marazzoli] dicendo che andasse spargendo [voce] di esser stato fatto maestro di cappella della Camera Segreta di N.S., et che. per esser lui [sc. Pasqualini] al presente maestro di cappella, la pareva che se li facesse affronto … … [Marazzoli si difese dicendo che non aveva ma detto quelle cose] ma che poteva aver detto che dovendo venire la regina di Svezia, monsignor maggiordomo, d’ordine di N.S., gl’aveva dato l’incumbenza delle musiche e feste che si dovevano fare … p. 312 nota 6 Arnaldo Morelli, Il mecenatismo musicale di Cristina di Svezia. Una riconsiderazione, in Cristina di Svezia e la musica, atti del convegno internazionale (Roma, 5-6.xii.1996), Roma: Accademia nazionale dei Lincei, 1998, pp. 321-346. Morelli 1998 Elena Povoledo, Aspetti dell’allestimento scenico a Roma al tempo di Cristina di Svezia, in Cristina di Svezia e la musica, atti del convegno internazionale (Roma, 5-6.xii.1996), Roma: Accademia nazionale dei Lincei, 1998, pp. 169-215. Povoledo 1998 Il Palazzo Doria Pamphilj al Corso e le sue collezioni, a cura di Andrea G. De Marchi, Firenze: Centro Di, 1999. De Marchi 1999 Dinko Fabris, Mecenati e musicisti. Documenti sul patrimonio artistico dei Bentivoglio di Ferrara nell’epoca di Monteverdi (1585-1645), Lucca: Lim, 1999. Fabris 1999 [Giovanni Bentivoglio (Scandiano) a Cornelio Bentivoglio, 15 sett. 1640] … Domattina [= domenica] mando la maggior parte della gente: ha bisognato pigliar carozze, non ci essendo barche per la scarsezza dell’acqua. Le carozze si sono prese [= si sono pagate perché arrivino] sin al Finale dove saranno domani sera, credendo necessario che al venerdì questa ella spedisca subito al Finale con ordinare, conforme le liste che vedrà incluse, chi ha da venire a Trecenta e chi bada anadare a Ferrara … [nella lista si legge, fra l’altro:] Seconda 〈carrozza〉: Signor Marco 〈Marazzoli〉 … Servitore del signor Marco … [adespota, forse gli stessi di cui soprada Scandiano, 25 sett. 1640] Il signor don Ascanio Pio, signor Marchese Martinengo e molti altri cavalieri al numero di dodici, fra i quali sono ancor io, risoluto di dare un poco di allegria al Carnevale presente con fare una festa in musica e con machine; e perché il signor Marco Marazoli, servitore di V.E., con le sue composizioni ha dato saggio tale del suo valore che non può desiderarsi maggiore, desidererebbero questi cavalieri d’esser onorati da V.E. che il signor Marco potesse trattenersi per dar vita e spirito alla festa col metterla in musica … [Marazzoli (Ferrara) a Cornelio Bentivoglio, 9 nov. 1640] Ascanio Pio chiede a Marazzoli di scrivere a Bentivoglio perché torni in città: ci sono problemi per il carnevale. [Giovanni Bentivoglio (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara), 13 mar. 1641] Giovanni Bentivoglio riferisce che Marazzoli è disposto a tornare a Ferrara per il successivo carnevale. [Marazzoli (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara), 27 apr. 1641] Sulle sorti di una promettente cantante (Veronica Santi). Tre lettere di Marazzoli (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara) del 22 maggio, 27 luglio e 3 agosto 1641 sempre in merito a Veronica Santi. [iidem, 17 ago. 1641] … [in merito al prossimo carnevale] Bisogna parlare e consultarsi col autore dell’opera che credo sarà il signor don Ascanio [Pio] … [iidem, 21 ago. 1641] … Il signor Antonio Grimani, il castrato, ha mandato un’opera al signor Filippo Vitali da mettere in musica volendosene servire in Venezia per il futuro carnevale, e poiché ho presentito che il sopradetto signor Vitali andarà in Venezia per guidare detta opera … doc. 1017 1998 p. 313 nota 7 doc. 1018 doc. 1021 doc. 1032 doc. 1035 docc. 1037-1039 doc. 1040 doc. 1041 368 davide daolmi doc. 1042 doc. 1044 doc. 1045 doc. 1046 doc. 1047 doc. 1048 doc. 1049 doc. 1053 doc. 1055 doc. 1057 docc. 1058-1059 doc. 1066 doc. 1067 Hammond Profeti [iidem, stesso giorno] … Filippo Vitale compone un’opera per Venezia mandatagli dal Grimani ed incaparra molti musici per andar *** a rappresentar colà questo carneval che viene … [iidem, 14 sett. 1641] Invio a V.E. un’arietta fatta di pochi giorni; le parole sono del signor Benigni e sono assai graziose. Ne ho fatte altre del signor abbate [Giovanni Bentivoglio], quali di mano in mano gliele andarò inviando acciò il signor Stefano le possi onorare … [iidem, 16 ott. 1641] Riferimento alla «signora Girolama» (Rossi?). [iidem, 19 ott. 1641] … chi sente Antonio Grimani che qui in Roma dice che [l’opera per il prossimo carnevale] la fa il Monteverde, chi sente Ravani che dice che l’ha fatta Filippo Vitali, e già ne sono date fuori le parti … non vorria guastare tutte le cose mie per venir a stare a guardar gl’altri … Mi dà fastidio un poco i musici di capella [Pontificia] compagni quali, conforme al solito invidiosi, però qualche d’uno sparleranno del mio poco servire: per li nove mesi l’anno passato, cinque quest’altro … [Marazzoli (Roma) a Giovanni Bentivoglio (Ferrara), 19 ott. 1641] Si ribadiscono le stesse cose. [Marazzoli (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara), 23 ott. 1641] … la composizione [Narciso ed Ecco (?) da farsi a Venezia] la sentirà, perché sono molti fermatamenti [= interruzioni], e V.E. ne avvisi detto signor Grimani, perché quando si lasciarà ridurre, sotto alla festa, si trovarà intricatissimo, essendo che è tanto goffo lo recitativo, e le ariette tante sciocche che, 〈anche〉 se avesse i primi recitanti del mondo, l’opera non si potria mai fare onore. Io sono tanto schiavo alla gentilezza di questo signore [Grimani] per la 〈cortesia〉 che ha avuto della mia persona col commandarmi che lo venghi a servire che io 〈ho desiderio〉 che le sue cose passino bene e che non vi abbia ad esser paragone dal suo teatro [dei Santi Giovanni e Paolo] agl’altri. Di modo che essendo così belle le parole [di O. Persiani], è meglio che V.E. permetta in considerazione che ci rimedi tanto che si ha tempo; che sarebbe il mandarmi l’opera a me, o qualche parte di essa almeno, perché per strada solamente mi basta l’animo di farla e nel medesimo tempo che sarò arrivato che medesimamente sia fatta; che ben sarò poi a tempo a far l’altra [opera, gli Amori di Giasone], ché non ho paura di far presto e bene e farmi onore. Sono stato pregato a metter le mani in questa parte che ha questa ragazza ad allettar le ariette 〈perché〉 abbiano spirito, ma io non solo non l’ho voluto fare 〈per rispetto (?)〉 del signor Vitali, ma 〈preoccupato (?)〉 che il signor Grimani non 〈si fosse (?)〉 lamentato col voler fare quello che non mi tocca e non mi vien commandato … [iidem, 2 nov. 1641] … della qual cosa [la partenza di Veronica Santi] prima ch’io parti aspettarò la risposta, ma lo facci subito perché non vi è tempo … [iidem, 12 apr. 1642] Disguidi sul pagamento a Marazzoli; si accenna alla sua permanenza a Venezia. [Marazzoli (Roma) ad Annibale Bentivoglio (Ferrara), 30 apr. 1642] Altri disguidi. [Marazzoli (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara), stessa data] … ho fatto il motetto che ella[?] mi commandò a Venezia per quella monaca: e domenica devo andarlo a sentire … Altre due lettere di Marazzoli ad Annibale Bentivoglio del 5 e 31 liglio 1642, argomenti diversi. [Marazzoli (Roma) a Cornelio Bentivoglio (Ferrara), 9 lug. 1645] Sulle umiliazioni di Leonora Baroni dopo la caduta dei Barberini. [Marazzoli (Roma) ad Annibale Bentivoglio (Ferrara), stessa data] … piaccia a Dio … che ritorni presto il scudo regio di Francia a protegerci, perché altrimenti siamo spediti afatto. 1999 Frederick Hammond, The creation of a Roman festival: Barberini celebrations for Christina of Sweden, in Life and arts in the Baroque palaces of Rome: Ambiente barocco, catalogo della mostra (New York–Kansas City, iii-x.1999) a cura di Stefanie Walker e Frederick Hammond, New Haven–London: Yale University Press, 1999, pp. 53-69. 1999A Lope de Vega, Nuova arte di far commedie in questi tempi, introduzione, edizione, traduzione a fronte e note di Maria Grazia Profeti, Napoli: Liguori, 1999. Bibliografia 369 Lope de Vega, La selva sin amor, introduzione, edizione e note di Maria Grazia Profeti, Firenze: Alinea, 1999. Profeti 1999B La nascita del teatro moderno. Cinquecento-Seicento, a cura di Roberto Alonge e Guido Davico Bonino, Torino: Einaudi, 2000 (Storia del teatro moderno e contemporaneo, 1). Alonge 2000 Daniela Capra, I Secoli d’Oro del teatro spagnolo, in Alonge 2000, pp. 669-803. Capra 2000 I teatri del Paradiso. La personalità, l’opera, il mecenatismo di Giulio Rospigliosi (papa Clemente ix), a cura di Chiara D’Afflitto e Danilo Romei, Siena: Patagon Editori Toscani, 2000. D’Afflitto 2000 Margherita Pieracci Harwell, Un cardinale letterato guarda i giochi del caso. ‘Le armi e gli amori’ di Giulio Rospigliosi, «Le opere e i giorni», iii/34, luglio-dicembre 2000. Sergio Monaldini, L’orto dell’Esperidi. Musici, attori e artisti nel patrocinio della famiglia Bentivoglio (1646-1685), Lucca: Lim, 2000. Harwell 2000 Monaldini 2000 [Domenico Antonio Parrino (Napoli) a Ippolito Bentivoglio, 3 apr. 1668] Illustrissimo et eccellentissimo signor mio padrone colendissimo, | Da Roma scrissi all’E.S., né fui meritevole di risposta. Ora gli do parte del mio felice arrivo in Napoli, dove al presente si ritrova una compagnia per recitarvi; e sono stato parlato da prencipi miei padroni perché in detta compagnia, giunto con mia nipote, io recitassi, offrendomi per il bisogno che ne hanno due parti; ma io non mi sono volsuto obligare per l’impegno che ho con l’E.S. alla quale professo un’infinità d’obligazioni. Ed a benché io promisi all’E.S. di non obligarmi con altri fin che non fussero trascorse le feste di Pasqua, con tutto ciò, per far parte con l’obligo mio, aspetterò la risposta di questa e poi farò determinata risoluzione obligandomi ad altri … 1668, doc. 11 [Giuseppe Fiala (Lucca) a Ippolito Bentivoglio, 29 agosto 1668] … L’onore ácheñ ricevè mia moglie de l’opera de Gl’impegni per disgrazia, avendola recitate in Genova con applauso universale e lode di chi l’ha tradotta, mi apre la strada a supplicare V.E. onorarmi del novo fine di essa fatto, avendone avuto l’aviso che V.E. l’ha abbellito, acciò maggiormente ne spic‹c›hi il valore della penna et eruditissima traduzione e fine di V.E. Qui in Lucca non se ne possono quietare, lodando sempre chi la tradusse; oggidì la sta leggendo sua eminenza, signor cardinal Bonvisi, con gl’encomi si devono a un pari de l’eccellenza vostra. Supplico dunque graziarne col favorirne de l’ultima scena acciò possa più nobilmente finir l’opera, che gli ne resterò obligatissimo; e conoscendo le debole nostre forze per servizio di V.E. mi honori de’ suoi comandi; e sottoscrivendomi resto con Flaminia di V.E. umilissimo servitore. Gioseppe Fiala Comico. 1668, doc. 21 [Louis di Canossa (Verona) a Ippolito bentivoglio, 3 nov. 1677] … Per ubbidire a’ supremi commandamenti dell’augustissima imperatrice Eleonora son astretto porgere a V.E. le mie supplichevoli istanze. Desidera la M.S. aver copia co’ la maggior brevità possibile dell’opera tradotta già dall’E.V. dallo spagnolo in italiano, intitolata Gl’impegni nati per disgrazia o cosa simile, onde perch’ella sa quanto sia da me bramata la fortuna di servire a S.M. con la dovuta prontezza, interpongo seco le mie preghiere accio voglia farmene restar favorito quanto più presto sia possibile, appunto per potergliela trasmettere … 1677, doc. 30 [Domenico Antonio Parrino (Napoli) a Ippolito Bentivoglio, 17 febbr. 1682] … Non ho potuto più resistere alle premurose istanze di questi curiosi accademici, onde mi è convenuto prometter loro di dare alla stampa la bellissima commedia tradotta dall’erudita penna di V.E. intitulata Gl’impegni per disgrazia, quale io ebbi in sorte di essere il primo a recitarla, costì singolarizato coll’onore d’un de’ suoi abiti in dono. Sono per tanto a supplicar l’umanità di V.E. dirmi se resta servita vi si ponghi nel di lei frontespizio che sia da ella tradotta o in anagramma il suo nome, ché in questa o in ogni altra forma che mi accennarà sarà obedita … 1682, doc. 17 370 davide daolmi Profeti 2000 Maria Grazia Profeti, ‘Primero es la honra’ di Agustín Moreto con le musiche di Antonio Draghi, in “Quel novo Cario, quel divin Orfeo”. Antonio Draghi da Rimini a Vienna, atti del convegno (Rimini, 5-7.x.1998) a cura di Emilio Sala e Davide Daolmi, Lucca: Lim, 2000, pp. 99-117. Prosperi–Viola 2000 Adriano Prosperi – Paolo Viola, Dalla rivoluzione inglese alla rivoluzione francese, Torino: Einaudi, 2000 (Storia moderna e contemporanea, 2). Tamburini 2000 Elena Tamburini, «Naturalezza d’artificio» nella finzione scenica berniniana: la ‘Comica del Cielo’ di Giulio Rospigliosi (1668), «Rassegna di architettura e di urbanistica», nn. 98-100, 2000, pp. 106-147. Valdiserri 2000 Barbara Valdiserri, Proposta per un’edizione critica dell’opera ‘Dal male il bene’, tesi di laurea in Musicologia, Università di Pavia, 2000. Ashbee 2001 Andrew Ashbee, Fludd Robert, in The new Grove dictionary of music and musicians, 27 volumi a cura di Stanley Sadie, London: Macmillan, 2001, ad vocem. Caluori–Lionnet 2001 Eleanor Caluori e Jean Lionnet, Tenaglia Antonio Francesco, in The new Grove dictionary of music and musicians, 27 volumi a cura di Stanley Sadie, London: Macmillan, 2001, ad vocem. Maranini 2001 Barbara Maranini, Il comico nel tragico: un’indagine sui drammi per musica di Giacinto Andrea Cicognini, tesi di laurea in Musicologia, Cremona: Università di Pavia, 2001. Morelli 2001 Il nobilissimo oratorio della Chiesa Nuova. Musiche per l’oratorio di Santa Maria in Vallicella di Marco Marazzoli e Bernardo Pasquini, a cura di Arnaldo Morelli, Milano: Skira, 2001. Murata 2001 Margaret Murata, Buti Francesco, in The new Grove dictionary of music and musicians, 27 volumi a cura di Stanley Sadie, London: Macmillan, 2001, ad vocem. Witzenmann 2001 Wolfgang Witzenmann, Marazzoli Marco, in The new Grove dictionary of music and musicians, 27 volumi a cura di Stanley Sadie, London: Macmillan, 2001, ad vocem. … He took holy orders and was presumably ordained priest about 1625. At that time he received a benefice from Parma Cathedral … moved to Rome in 1626. Perhaps he was taken there, in the company of Domenico Mazzocchi, by Cardinal Ippolito Aldobrandini, who returned to Rome from Parma on 7 November 1626 … Probably Marazzoli made other travels with Antonio Barberini, to Bologna and Pinerolo between 1629 and 1630 and perhaps also to Avignon in 1633. Minor legations made by Antonio Barberini from 1634 to 1637 were directed to central Italy, and it is therefore possible that Marazzoli paid a short visit to Parma at this time … He did, however, write the music for the comedyballet La pazzia d’Orlando for Carnival 1638 … The performance [of Il Capriccio], supervised by the Count of Marciano, took place in the Palazzo Roberti during Carnival 1643 … the Barberini family’s exile in France (1645-53). He therefore took to writing oratorios, including five Latin works almost certainly composed for the Arciconfraternita del SS Crocifisso. Three extant Italian oratorios may have been written for the Roman Filippini about 1650. Possibly Marazzoli travelled to Genoa in 1649 his cantata A valicar di Teti, ‘fatta per il passaggio della Regina di Spagna da Genova’, refers to the Habsburg Princess Maria Anna, who sojourned in Genoa in mid-1649 on the way to her wedding with Philip iv of Spain … For Carnival 1655 he composed Le armi e gli amori, but the conclave to elect a new pope after the death of Innocent x caused the production to be postponed … This hypothesis [about L’Amour malade] has some probability, since in 1660 Marazzoli received from the French ambassador in Rome a gift of 1000 livres for Bibliografia former services not specified. Marazzoli remained at Rome and must have sent the score to Paris, but it is also possible that some other composer, perhaps Caproli or Cavalli, was entrusted with the commission … Antonio Barberini experienced a new surge of religious faith about this time, and may have influenced the composer, who began to celebrate mass personally. It is interesting that Marazzoli’s will, drawn up about 1660, names Anna Giustiniani, his adoptive niece since 1650, several members of the Barberini family, Cardinal Giulio Rospigliosi and some other friends, but neither Queen Christina of Sweden nor the Chigi family … 371