Rassegna LIBRI
Le piante vascolari spontanee o
coltivate nell'isola d'Inarime
di Giovanni Gussone
Traduzione dal latino di Raffaele Castagna
In aggiunta altri scritti (De Rivaz, Béguinot, Iovene, Vallariello...) sulla flora dell'isola d'Ischia
Punto cardine di questa pubblicazione è l’opera del bo-
tanico Giovanni Gussone, intitolata Enumeratio plantarum vascularium in insula Inarime sponte provenientium
vel oeconomico usu passim cultarum e scritta in latino,
che qui presentiamo nella versione italiana, curata da
Raffaele Castagna, anche se lontani appaiono e sono i
tempi in cui questo studio fu presentato (1855) ed in cui
tutto il territorio era ancora completamente naturale ed
incontaminato (vi persisteva ancora l’ampia brulla distesa
dell’Arso) e che l’uomo non aveva incominciato a modificare per le sue esigenze moderne, non sempre volto
anche alla salvaguardia di un ambiente particolarmente
dotato negli aspetti della vegetazione, ricevendo, come si
è sempre favoleggiato, forza ed energia dal mitico Tifeo
da Giove fatto giacere sotto il monte Epomeo.
Giovanni Gussone dice nella dedica al re Ferdinando
II che, trovandosi ad Ischia per i servigi alla Regia Casa,
pensò di organizzare la sua Flora “soprattutto col proposito di rendere note ai botanici le condizioni particolari
della vegetazione inarimense”. Egli prese così a scorrere
l’isola in lungo e in largo ed annotò e descrisse 960 specie
delle piante vascolari, mentre attendeva anche a rinverdire le lave dell’Arso.
Nel periodo successivo ci sono stati altri studi particolari sulla flora inarimense, come si può anche desumere
dalla bibliografia proposta, di alcuni dei quali si son voluti proporre qui ampi riferimenti (De Rivaz, Béguinot,
Iovene…); in particolare si pone in evidenza la ricerca
di alcuni studiosi (Ricciardi, Nazzaro, Caputo, Di Natale, Vallariello, dell’Università di Napoli Federico II e
dell’Orto Botanico di Napoli) che negli anni 2003-2004
vollero procedere ad un aggiornamento delle conoscenze
floristiche, riconoscendo piante nuove per l’isola e indicando quali entità segnalate già da Gussone e altri autori
non furono rinvenute. Si legge all’inizio dell’opuscolo:
«Intorno alla metà del secolo XIX, in un periodo particolarmente felice per gli studi floristici, il popolamento
vegetale di Ischia fu accuratamente studiato e reso noto
da Giovanni Gussone, la cui opera e il più recente ed
ampio contributo di Béguinot, nel quale le notizie sull’isola d’Ischia sono inserite nell’ambito della monografia
su flora e vegetazione delle isole ponziane e napoletane,
restavano, per Ischia, le sole ma ormai antiche opere di
notevole respiro a disposizione degli studiosi. Quest’isola
era in effetti l’unica, tra quelle che emergono al largo
delle coste della Campania e del Lazio, ad essere priva di
un aggiornamento delle conoscenze floristiche. Si hanno
invece studi dedicati agli isolotti Li Galli (Caputo, 1961),
alle minori delle isole flegree, cioè Procida e Vivara (Caputo, 1964-65), alle Isole Ponziane (Anzalone, 1953-54;
Anzalone & Caputo, 1974-75) ed a Capri (Ricciardi,
1996).
Nel primo decennio del 2000 alcuni studiosi (Ricciardi, Nazzaro, Caputo, Di Natale, Vallariello) ritennero di
non trascurabile interesse rivolgere l’attenzione alla flora dell’isola d’Ischia, anche al fine di portare a termine
l’aggiornamento delle conoscenze floristiche per le isole
del Golfo di Napoli, «sempre nell’ambito delle iniziative
dirette ad una più completa e approfondita esplorazione biologica degli ambienti microinsulari». L’aggiornamento si può facilmente leggere nel sito qui riportato: - http://www.herbariumporticense.unina.it/it/doc/pdf/
Flora/Ischia-flora.pdf Per le relative descrizioni delle piante abbiamo indicato
negli ultimi studi segnalati un richiamo ed un riferimento
alle pagine specifiche del Gussone.
Infine sono stati riportati alcuni articoli sulla flora
dell’isola che nel tempo furono pubblicati sul periodico
La Rassegna d’Ischia.
*
La Rassegna d’Ischia n. 1/2014
15
Melchi - vi racconto una storia
di Sergio Schiazzano
Graus Editore, collana Tracce, pagine 232
L’Editore Graus di Napoli ha annunciato per il prossimo
mese di aprile 2014 la pubblicazione del libro Melchi, vi
racconto una storia di Sergio Schiazzano, giovane studente
universitario di Giurisprudenza nato ad Ischia nel 1993, distintosi già negli anni di studio del Liceo in un concorso sui
150 anni dell’Unità d’Italia “L’identità nazionale nella cultura, nell’economia, nel costume”, indetto dalla Fondazione
Nazionale FIDAPA.
Il libro
Un giovane scrittore vede crollare tutti i propri sogni quando perde ciò che ha cercato per tutta la vita: la sua Storia da
Raccontare, la più bella di tutte le storie, l’unico racconto
capace di procurare l’immortalità a chi sarà così fortunato
da catturarlo. Ritornato sulla sua isola natia, incontra un eccentrico personaggio che darà una scossa alla sua esistenza
disincantata: un vecchio vagabondo, apparentemente privo
di passato, che, senza meta e senza scopo, erra per le strade dispensando sorrisi e regalando cianfrusaglie ai passanti.
Eppure il vecchio non è benvoluto dagli isolani, e il motivo
è che di notte, sotto la luce fatata dei lampioni, egli misteriosamente pare trasformarsi e ringiovanire. Malgrado la diffidenza dell’intero paese, il giovane scrittore si affeziona a
lui, sperando inconsciamente che possa aiutarlo a ritrovare
la sua Storia da Raccontare. Ma forse la storia che si nasconde dietro quell’uomo è ben lungi dal poter essere narrata...
E così il segreto di cui è portatore peserà come un macigno
sul cuore del giovane scrittore, e il mondo in cui il vecchio
lo trascina rovescerà tutte le sue certezze e lo indurrà a chiedersi se ciò che vede sia la realtà o solo un sogno.
*
Il ricordo dell'esperienza politico-amministrativa
dell'Avv. Giovanni Di Meglio
del prof. Vincenzo Cenatiempo
C’è un’umanità di tempi passati – eppure consegnati scrupolosamente alla memoria - nello scritto che Vincenzo Cenatiempo dedica al ricordo di Giovanni Di Meglio (Il ricordo
dell'esperienza politico-amministrativa dell'Avv. Giovanni
Di Meglio che ha segnato la modernizzazione del Comune
di Barano d'Ischia). Un’umanità alacre e gaia, solida, devota, operosa, disposta al sacrificio, caparbia, infaticabile.
Incontri Donna Francesca Scotti che recita il rosario nella
controra sul terrazzo ombroso della Villa dei Di Meglio; ti
sembra di sentire i lavoratori delle vigne discutere della sua
parsimonia, e i sacerdoti di famiglia, monsignori, vescovi,
occupati da sempre nel ruolo di educatori al servizio della
Chiesa e del popolo fedele.
C’è tutto questo nelle pagine di Vincenzo Cenatiempo.
C’è un pezzo della storia di Barano d’Ischia. Dei suoi anni
migliori. Quelli del progresso civile e del benessere via via
più diffuso. Di una comunità, quasi tutta contadina, talvolta
aspramente divisa, ma unita intorno ai valori della famiglia,
del lavoro, del focolare. Quegli anni febbrili vissuti da pro16 La Rassegna d’Ischia n. 1/2014
tagonista dall’Avv. Giovanni Di Meglio, Sindaco per più
lustri e uomo simbolo del comune collinare, in un tempo
in cui, dell’isola verde “giardino d’Europa”, appena si vagheggiavano i tratti. Li racconta, emozionato, il Preside Cenatiempo. Con la stessa emozione con cui, sicuramente li
visse. Testimone eccezionale delle doti umane, professionali
e politiche dell’Avv. Giovanni Di Meglio, di cui fu seguace
in politica ed amico personale, racconta senza sottacerla, la
traumatica rottura di quel rapporto nel 1964, la vicenda del
simbolo dello scudo crociato perso e riottenuto, il recupero
quasi dieci anni più tardi di un leale rapporto di stima e fiducia che sarebbe durata fino alla fine. Sullo sfondo, un paese
in crescita, che grazie alle intuizioni ed alle straordinarie doti
relazionali e politiche di Giovanni Di Meglio, riceveva nel
‘52 la visita di Alcide De Gasperi ed otteneva la promessa di
finanziamento per la realizzazione dell’opera più rilevante di
tutti i tempi per lo sviluppo economico di Barano d’Ischia,
la strada di collegamento Testaccio-Maronti. Pagine vere
di storia locale, che è poi storia dell’uomo. Di legami in-
trecciati col lavoro della terra a terrazze
coltivate a vigneti, di uomini che avevano imparato il latino e i classici greci
negli studi in seminario e non li hanno
mai più dimenticati. Di uomini che sapevano cos’era la pietas e - nel rispetto
della memoria degli avi - continuavano
il culto dei Lari. Leggi queste pagine di
Vincenzo Cenatiempo e ti ricongiungi
ad una storia che poi scopri essere anche
una parte della tua storia, per quei legami di sangue oppure elettivi che sono fili
intrecciati di famiglie e di uomini in un
piccolo paese ai piedi di amene colline.
In molte famiglie o comunque in alcune
di esse, un figlio prescelto, un dono del
Cielo, destinato a suggellare la devozione del popolo, era offerto alla Chiesa.
Ce n’erano molti fra gli Scotti e i Di
Meglio, alcuni in concetto di santità, e
li incontri con rapidi tratti e vividi segni, nelle pagine che seguono dedicate a
Giovanni Di Meglio; ce n’erano in casa
Cenatiempo, sacerdoti e amministratori, - uno di essi - Don Francesco, tenace
studioso del Sommo Poeta fu maestro e
guida del giovane Vincenzo, autore del-
le pagine che seguono; ce n’erano nella
numerosa famiglia di mia nonna materna, una Buono - nipote del Parroco Vincenzo per parte di padre - e D’Arco per
parte di madre. Appartengono tutti costoro a quella “corona di spiriti magni”
in cui Vincenzo Cenatiempo ha voluto
Alle fonti del Vesuvio
dalle origini all'eruzione del 1631
di Salvatore Argenziano, Aniello Langella, Vincenzo Marasco, Armando Polito
Edzione Il miolibro, colore, pagine 236, 2013
Nelle pagine che seguono abbiamo
passato in rassegna, sulla scorta degli
studi precedenti, le fonti conosciute
integrandole per quanto la nostra capacita e la fortuna hanno consentito. In
ogni caso le abbiamo riprodotte nella
lingua originale corredandole della nostra traduzione, per la quale ci siamo
sforzati di conservare per ogni vocabolo il significato originario o, perlomeno, quello, desumibile dal contesto,
con il quale l’autore lo usa; tutto ciò
ci è sembrato condizione primaria per
consentire allo studioso specializzato
in vulcanologia ma non in filologia di
trarre le sue deduzioni scientifiche. Le
nostre note, poi, hanno il compito di
facilitare la comprensione e, ci illudiamo, anche l’nterpretazione del testo,
nonché una funzione dl orientamento
in un matertale non privo di insidie
provenienti non solo dalle numerose
falsificaziani che un po’ in tutte le epo­
che sono state perpetrate.
Non deve stupire che accanto a cronisti (autori di cronache), viaggiatori ed
antiquari la nostra rassegna comprenda anche i poeti, i pittori, gli scultori:
c’e chi, probabilmente esagerando,
attribuisce all’arte l’unica conoscenza
possibile della realtà, suscitando, naturalmente l’ilarità, anche questa, forse
eccessiva, degli scienziati. Riteniamo
che ogni voce vada ascoltata: non a
caso, anche se il nostro spirito laico
tendeva a considerarli, al di là dei grossissimi problemi di autenticità, dl cronologia e di tradizione testuale, poco
più che una fanfaronata, abbiamo fat­to
riferimento anche agli Oracula Sybillina, né abbiamo trascurato, nonostante
fosse per lo più problematicato spre-
collocare la memoria dell’Avv. Giovanni Di Meglio, consegnandolo alla storia
di Barano d’Ischia e dell’isola intera.
«Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle
loro fatiche perché le loro opere li seguono» (Ap.14,13).
(Presentazione di Lello Montuori)
mere da loro qualche informazione
concreta, nella valenza esemplare dei
loro riferimenti, gli autori cristiani.
Ma, tornando ai poeti, c’è da dire
che, pur nella trasfigurazione che la
superiore sensiblità e l’empito creativo
del suo autore comportano, una poesia
può consentire, attraverso riscontri
esterni o indiretti (la Guardia di Finanza li chiamerebbe controlli incrociati),
di collocare nel tempo un evento, per
quanto approssimativamente. Qualche
volta, c’è da aggiungere, i poeti fanno
addirittura sorgere sospetti, forse avventati e precipitosi, di etilismo.... Ci
auguriamo che gli stessi sospetti non
siano avanzati nei nostri confronti da
parte dei nostri lettori dl manzoniana
memoria; ci dispiace pure dover chiudere queste poche note con una riflessione amara: la consultazione dei testi,
molti dei quali antichi, rari e pressoché
introvabili, è stata resa possibile dalla Rete, in cui l’Italia, detentrice della
maggior parte del patrimonio culturale
dell’Umanità, non escluso quello librario, rispetto ad altri paesi, di risorse digitalizzate. Nessuna iniziativa al
momento è stata intrapresa dalle pubbliche istituzioni, per attuare la quale
La Rassegna d’Ischia n. 1/2014
17
sarebbe sufficiente, senza aggravio finanziario, dirottare
alla digitalizzazione tutti coloro che attualmente (ma da
tem­po immemorablle) nelle biblioteche e negli archivi
(compresi quelli dei conventi) si grattano la pancia, e mettere poi in rete, a disposizione di tutti (questa è la vera democrazia, per parafrasare, in un certo modo, don Lorenzo
Milani), i risultati della loro fatica (!). Quelli della nostra,
invece, sono il frutto, per quanto modesto, di un lavoro
comune al quale ognuno si è sforzato di dare il massimo
contributo possibile in rapporto alla sua, reale o presunta,
comunque mai suffi­ciente, preparazione specifica.
Tuttavia, siccome spesso l’équipe costituisce, in buona o
in mala fede, un comodo ed efficace espediente per rendere problematica l’individuazione delle responsabilità personali, sentiamo il dovere, soprattutto per rispetto del lettore, di quantificare, in linea generate, il tagllo della nostra
individuale partecipazione: Salvatore Argenziano ha curato la veste grafica e la revisione flnaler Anlello Langella e Vincenzo Marasco si sono occupati del reperimento
delle fonti, Armando Pohto del loro controllo, traduzione
e commento filologico e, dirà qualcuno, in qualche caso,
filollogico...
Chiediamo scusa, infine, agli addettl ai lavori se il nostro scritto apparirà grondante, speciatmente nelle note,
di riferimenti ovvi e banali per loro, non per il comune
lettore: ci augunamo, sotto questo punto di vista, di non
aver fallito nel nostro intento divulgativo (Premessa del
libro).
Monte Vesuvio (da Wikipedia)
18 La Rassegna d’Ischia n. 1/2014
Scarica

Rassegna LIBRI - LA RASSEGNA d`ISCHIA