La commissione speciale CRIM:
un successo del Gruppo PPE
Le priorità del Gruppo nella lotta alla
criminalità organizzata, alla corruzione e
al riciclaggio di denaro
Marzo 2014
IT
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
SOMMARIO
Prefazione
•
Salvatore Iacolino, MdPE, Relatore della commissione speciale CRIM
5
Contributi
•
Joseph Daul, MdPE, Presidente del Gruppo PPE al Parlamento europeo
9
• Manfred Weber, MdPE, Vicepresidente del Gruppo PPE, responsabile del gruppo
di lavoro “Affari giuridici interni”11
• Véronique Mathieu Houillon, MdPE, Coordinatrice della commissione speciale CRIM
al Gruppo PPE13
•
Michel Barnier, Commissario per il mercato interno e i servizi
16
•
Algirdas Šemeta, Commissario per la fiscalità, le dogane, le statistiche, l’audit e la lotta antifrode
19
• Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per l’Industria
e l’imprenditoria23
Conclusioni
•
Salvatore Iacolino, MdPE, Relatore della commissione speciale CRIM
26
3
4
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
Prefazione
SALVATORE IACOLINO, MdPE
Relatore della commissione speciale CRIM
I
l 14 marzo 2012 il Parlamento europeo ha istituito
una commissione speciale per la criminalità
organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro
(CRIM)1. Si tratta di una chiara risposta alla
presenza, in costante aumento, di tali fenomeni
nell’Unione europea e nel resto del mondo,
nonché al loro nefasto impatto sulla sicurezza dei
cittadini europei e sugli interessi delle imprese
europee. L’istituzione della commissione CRIM è
altresì un provvedimento coerente con le nuove e
importanti responsabilità conferite dal trattato di
Lisbona al Parlamento europeo nel settore della
cooperazione giudiziaria e di polizia in materia
penale.
Nei suoi 18 mesi di attività, la commissione CRIM
ha tenuto oltre 20 riunioni, comprese numerose
audizioni di esperti. Ha ascoltato, in particolare,
i Commissari Malmström, Šemeta, Reding e
Barnier nonché più di 100 fra rappresentanti
delle istituzioni e delle agenzie dell’Unione,
delle Nazioni Unite, della Banca mondiale, del
Consiglio d’Europa e di altre organizzazioni
internazionali, nonché esponenti del mondo
accademico, della magistratura, delle forze
di polizia, delle amministrazioni nazionali e
della società civile. Ha svolto visite conoscitive
a Belgrado, Milano, Palermo, Roma, l’Aia e
Washington, dove ha ascoltato un totale di quasi
150 autorità ed esperti fra membri dei parlamenti
nazionali, giudici, procuratori, prefetti, membri
di task force specializzate, agenzie governative e
autorità doganali, studiosi, giornalisti, testimoni
di giustizia, rappresentanti di organizzazioni non
governative e diversi altri soggetti impegnati
a vario titolo nella lotta alle attività criminali
anche transnazionali. Ha tenuto inoltre una
riunione interparlamentare con i rappresentanti
delle commissioni dei parlamenti nazionali che
5
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
si occupano delle materie rientranti nella sua
competenza.
In veste di relatore della commissione CRIM, ho
preso atto dei predetti contributi, nonché dei
preziosi spunti offerti dai colleghi, per cercare
di offrire un testo che rispondesse all’esigenza,
non più rinviabile, di contrastare efficacemente i
fenomeni di criminalità organizzata, corruzione e
riciclaggio di denaro.
La commissione CRIM, come precisato nel suo
mandato, doveva infatti presentare al Parlamento
una relazione intermedia e una relazione finale
in cui figurassero raccomandazioni in merito ad
azioni o iniziative da intraprendere. In veste di
relatore, ho deciso di gettare le basi di tali relazioni
con tre documenti di lavoro, che concentrassero
l’attenzione sulle problematiche rispettivamente
della criminalità organizzata, della corruzione e
del riciclaggio di denaro.
Il mio primo documento di lavoro, in particolare,
intende analizzare la criminalità organizzata
quale fenomeno paneuropeo (e globale). Illustra i
metodi operativi tipici della criminalità organizzata
e offre una visione d’insieme degli strumenti
in essere per combatterla. Specificamente, la
sua attenzione è diretta all’importanza della
cooperazione giudiziaria e di polizia, nonché
dell’integrazione tra gli Stati membri dell’UE – così
come con i paesi terzi – nella lotta alla criminalità
organizzata.
Il mio secondo documento di lavoro mira ad
affrontare il tema della corruzione e del suo
impatto a livello di Stati membri e di UE. Tenta
di fornire un contributo alla definizione e
quantificazione di un fenomeno transfrontaliero;
inoltre, analizza la corruzione nel settore pubblico
e privato. Il documento descrive, in breve, il
quadro legislativo internazionale e la situazione
relativa alla ratifica da parte degli Stati membri
dell’UE. Esso analizza altresì il quadro legislativo
europeo sulla corruzione e descrive alcune
esperienze nazionali.
6
Intento del mio terzo documento di lavoro è
vagliare il riciclaggio di denaro e il suo impatto a
livello di Stati membri e di UE. Esso vuole fornire un
contributo alla definizione e quantificazione del
fenomeno nella sua dimensione transfrontaliera,
nonché proporre misure di lotta a tale fenomeno
in tutte le fasi del processo di riciclaggio
caratteristico. Descrive il quadro legislativo
internazionale ed europeo, nonché alcune
esperienze nazionali, e illustra le tecniche più di
frequente impiegate dai riciclatori di denaro.
Fondandosi sulle raccomandazioni già presenti nei
tre documenti di lavoro, le relazioni intermedia e
finale, passate al vaglio di lunghi e proficui scambi
di opinioni con tutti i membri della commissione
CRIM, hanno previsto, rispettivamente 77 e 24
emendamenti di compromesso, tutti approvati in
sede di voto in CRIM.
Le due relazioni, complementari, riguardano
numerosi aspetti concreti della criminalità
organizzata, della corruzione e del riciclaggio di
denaro e prevedono un piano d’azione europeo
per il periodo 2014-2019, finalizzato a eliminare
tali fenomeni. In particolare, si chiede alla
Commissione europea, in linea con le nuove
possibilità offerte dal trattato di Lisbona, di
avanzare iniziative legislative su una definizione
comune di criminalità organizzata (che
comprenda, fra l’altro, il reato di associazione
di stampo mafioso), corruzione e riciclaggio di
denaro (anche al fine di rendere reato penale il
cosiddetto autoriciclaggio), sull’incriminazione
dell’abuso e dello sfruttamento delle vittime
della tratta di esseri umani, sull’istituzione
di un programma europeo di tutela degli
informatori e dei testimoni di giustizia, nonché
sul riconoscimento reciproco delle ordinanze
di sequestro e confisca riguardanti i beni della
criminalità.
Tra le molte altre misure raccomandate dalle
due relazioni, alcune spaziano dall’abolizione del
segreto bancario al potenziamento delle unità
di informazione finanziaria, dall’ineleggibilità a
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
determinate cariche pubbliche dei condannati
in via definitiva per reati di criminalità
organizzata, corruzione e riciclaggio di denaro, e
l’ esclusione delle imprese condannate per mafia,
corruzione, riciclaggio con sentenza passata in
giudicato dalle procedure di appalto pubblico,
al sostegno alle nuove tecnologie nella lotta ai
reati particolarmente gravi. Da ultimo, ma non
per questo meno importante, è stata anche
istituita una “Giornata europea della memoria e
dell’impegno, per ricordare le vittime innocenti
della criminalità organizzata”.
La commissione CRIM ha approvato la relazione
intermedia e la relazione finale rispettivamente,
il 7 maggio 2013 e il 17 settembre 2013. Il 23
ottobre 2013, la relazione finale è stata approvata
in Aula con 526 voti favorevoli, 25 contrari e 87
astensioni.
È stato per me un onore essere il relatore della
commissione CRIM: sono fiero di aver conseguito
il risultato di una serie di raccomandazioni finali
che, ne sono certo, spianeranno la strada a un
quadro normativo europeo efficace e coerente
nella lotta alla criminalità organizzata, alla
corruzione e al riciclaggio di denaro.
Desidero altresì ringraziare il gruppo PPE, che ha
riposto fiducia in me e ha sostenuto la mia attività
di relatore unico. Sono fiducioso nell’affermare
che, nella prossima legislatura, il gruppo PPE
dedicherà la medesima attenzione alle suddette
problematiche, in modo che non vadano perduti
tutti gli sforzi e le conquiste del Parlamento
europeo registrati in questa legislatura.
Un piano d’azione europeo per il periodo 20142019, per eliminare la criminalità organizzata, la
corruzione e il riciclaggio di denaro
Nel paragrafo 131 della sua risoluzione finale, il
Parlamento europeo - su mia richiesta - insiste
per l’attuazione della risoluzione attraverso un
piano d’azione europeo per il periodo 20142019 di contrasto alla criminalità organizzata,
alla corruzione e al riciclaggio di denaro, che
garantisca una tabella di marcia e risorse adeguate
e, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di
proporzionalità, che includa prioritariamente – su
base indicativa e non esclusiva – le seguenti azioni
positive già richiamate nei paragrafi precedenti e
confermate:
i)
stabilire la definizione di criminalità
organizzata
(comprendente,
fra
l’altro, il reato di partecipazione ad
un’organizzazione di stampo mafioso),
di corruzione e di riciclaggio (incluso
l’autoriciclaggio), sulla base, tra l’altro, di
una relazione in merito all’attuazione della
legislazione europea pertinente;
ii)
abolire il segreto bancario;
iii)
eliminare i paradisi fiscali dal territorio
dell’Unione europea e porre fine
all’evasione e all’elusione fiscale adottando
il principio dell’”origine della ricchezza”
raccomandato dall’OCSE;
iv)
garantire il pieno accesso alle informazioni
relative ai titolari effettivi di società,
fondazioni e trust (cd. “beneficial
ownership”), anche adeguando e
collegando opportunamente i registri delle
imprese degli Stati membri;
v)
introdurre il principio della responsabilità
giuridica delle entità giuridiche – in
particolare la responsabilità delle holding e
delle società madri per le rispettive società
figlie – nei casi di criminalità finanziaria;
vi)
eliminare la tratta di esseri umani e il
lavoro forzato, in particolare per quanto
riguarda i minori e le donne, mediante
sanzioni più severe, e garantire che le
vittime della tratta siano adeguatamente
protette e sostenute;
7
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
vii) prevedere il reato di manipolazione
sportiva al fine di rafforzare la lotta contro
le scommesse sportive illegali;
xvi) rispettare pienamente, tanto a livello di
Stati membri quanto a livello di Unione,
gli obblighi derivanti dagli strumenti
internazionali in materia di criminalità
organizzata, corruzione e riciclaggio di
denaro;
viii) chiedere agli Stati membri di incriminare
il voto di scambio anche in presenza di
vantaggi immateriali o a terze persone;
ix)
prevedere una fiscalità d’impresa il più
possibile uniforme, equa ed omogenea a
livello europeo;
x)
rafforzare gli accordi di cooperazione
giudiziaria e di polizia tra gli Stati membri
e tra l’Unione europea e i Paesi terzi;
xi)
promuovere gli strumenti del sequestro
e della confisca dei patrimoni criminali,
introducendo metodi di confisca aggiuntivi,
come la confisca dei beni nel quadro del
diritto civile e il riutilizzo dei beni confiscati
per fini sociali, nel rispetto del principio di
sussidiarietà;
xvii) riconoscere il ruolo importante del
giornalismo investigativo nell’identificare
i reati gravi;
xviii) introdurre norme omogenee per la
protezione dei testimoni, degli informatori
e dei collaboratori di giustizia a livello
europeo;
xix) prevedere l’ineleggibilità e la decadenza
da cariche pubbliche in seguito a condanne
definitive per reati in materia di criminalità
organizzata, corruzione e riciclaggio di
denaro ;
xx) definire e sanzionare adeguatamente
fattispecie criminose uniformi in materia di
criminalità informatica, anche sulla base di
un sistema di segnalazione uniforme;
xii) rafforzare la lotta contro i reati ambientali
e il traffico di stupefacenti;
xiii) assicurare il riconoscimento rapido e
reciproco, nel pieno rispetto del principio
di proporzionalità, di tutte le misure
giudiziarie, con particolare riferimento alle
sentenze penali, agli ordini di confisca e ai
mandati di arresto europei;
xxi) evitare la corruzione nel settore pubblico
fornendo al pubblico un migliore accesso
ai documenti e introducendo norme
specifiche in materia di conflitti di interesse
e registri a fini di trasparenza.
xiv) prevedere l’esclusione dalle gare d’appalto
in tutta l’Unione europea degli operatori
economici condannati in via definitiva
per criminalità organizzata, corruzione e
riciclaggio;
xv) istituire ed attivare la Procura europea,
dotandola delle necessarie risorse umane
e finanziarie; sostenere al contempo le
agenzie europee, quali Europol e Eurojust,
nonché le squadre investigative comuni e
gli Asset Recovery Offices (ARO);
8
________________________________
Decisione del Parlamento europeo del 14 marzo
2012 sulla costituzione, le attribuzioni, la composizione
numerica e la durata del mandato della commissione
speciale per la criminalità organizzata, la corruzione e il
riciclaggio di denaro (P7_TA(2012)0078).
1
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
DISCORSI
jOSEPH DAUL, MdPE
Presidente del Gruppo PPE al Parlamento europeo
L
ibertà, solidarietà e responsabilità: se dovessi
indicare tre parole per riassumere i valori
fondanti dell’azione politica del gruppo del Partito
popolare europeo, la mia scelta ricadrebbe su
queste.
Sono i valori che abbiamo ereditato dai padri
dell’Europa e che non sono mai stati tanto
calzanti quanto nella difficile fase che ci troviamo
oggi ad attraversare. Gli stessi valori che nel 2012
sono valsi il premio Nobel per la Pace all’Unione
europea.
Consentire ai nostri concittadini di vivere quanto
più serenamente possibile, in un mondo in rapida
trasformazione, rappresenta l’obiettivo dei
deputati europei di destra e di centrodestra.
Significa permettere a ciascuno di vivere del
proprio lavoro, di esprimere la propria creatività
e di coltivare le proprie ambizioni. Vuole anche
dire offrire ai 500 milioni di europei la possibilità
di migliorare il proprio stile di vita e di ampliare il
proprio bagaglio culturale.
In un contesto di globalizzazione, in che modo
tutelare questa risorsa e conservare, anzi
accrescere, la nostra influenza?
Per noi, la risposta è lampante: restando uniti.
Clima, energia, sicurezza personale, sicurezza
alimentare, diritti umani, governance economica
e fenomeno migratorio: su tutte le questioni più
importanti, nulla di duraturo può essere costruito
solo su scala nazionale. Dobbiamo unire le nostre
forze. La soluzione non è meno Europa, ma più
Europa.
9
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
La risposta è la solidarietà – che deve andare
di pari passo con una maggiore responsabilità,
come ci ha ricordato la crisi del debito in alcuni
Stati membri – e non il “ciascuno per sé”.
Si tratta di una battaglia difficile, perché oggi
la solidarietà non va di moda. Una battaglia
ambiziosa ma necessaria, che sceglie una
prospettiva di lungo periodo anziché guardare
alle prossime elezioni.
Se c’è un settore in cui questo imperativo si fa
sentire più che mai è quello della lotta contro la
criminalità organizzata.
Poiché criminali e reti mafiose non conoscono
frontiere, dobbiamo organizzarci anche noi e
coordinare meglio la nostra lotta.
È in questo scenario che il Parlamento europeo ha
istituito una commissione parlamentare speciale
dedicata alla lotta alla criminalità organizzata,
con l’obiettivo di studiare e analizzare le attività
di queste organizzazioni. Il mio collega Salvatore
Iacolino ha svolto ottimamente il suo ruolo di
relatore permanente di tale commissione. Le
raccomandazioni che ha presentato a nome della
commissione CRIM saranno il punto di partenza
per l’elaborazione della legislazione futura in
materia di lotta alla criminalità organizzata.
Tali raccomandazioni, insieme al relativo piano
d’azione, sono riportate nel dettaglio nel presente
opuscolo.
La nostra proposta agli europei è fare meglio
insieme, anziché ciascuno per conto proprio:
sul terreno della lotta contro le reti mafiose, è
fondamentale ed è sinonimo di un’Europa che
protegge i suoi cittadini.
Buona lettura!
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La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
manfred weber, MdPE
Vicepresidente del Gruppo PPE, responsabile del gruppo di lavoro
“Affari giuridici interni”
I
l termine “criminalità organizzata” è
comunemente associato alle organizzazioni
mafiose. In realtà, per quanto riguarda le sfide
globali attuali, la definizione è alquanto complessa.
Nel contesto europeo ci concentriamo sulla
criminalità organizzata come attività criminale
che punta a conquistare il potere politico e a
ricavare profitti. Questo genere di reati si basa
su una divisione dei compiti in cui almeno due
persone sono collegate per un periodo di tempo
più lungo. I reati sono sempre metodici (ben
pianificati/organizzati) e oltrepassano le frontiere
nazionali. L’Unione europea sta affrontando le
attività legate alla criminalità informatica, alla
tratta di esseri umani, al riciclaggio di denaro,
alla corruzione, alla violenza o ai reati ambientali.
Queste forme di criminalità organizzata sorgono
in gruppi etnici strutturati a livello nazionale e
in gruppi che operano a livello internazionale.
Inoltre, questi gruppi spesso cooperano in
operazioni che richiedono la condivisione di
conoscenze specifiche.
Visto l’enorme aumento della criminalità
organizzata e su ampia scala, l’unica alternativa
è una risposta europea al problema. In ragione
della libera circolazione di capitali, beni, persone
e servizi dell’Unione europea, da un lato, e delle
varie legislazioni degli Stati membri, dall’altro,
le strutture della criminalità organizzata sono
riuscite a infiltrarsi in tutti i settori della società
a un livello transfrontaliero. Europol individua
cinque centri regionali della criminalità in
Europa. I centri vanno da nord-ovest (Paesi
Bassi e Belgio) a sud-est (Bulgaria, Romania e
Grecia). Da queste aree i gruppi criminali stanno
costruendo infrastrutture per rifornire l’Europa
di merci come droga, sigarette, armi e denaro
contraffatto.
11
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
Dobbiamo anche tener presente che la
criminalità organizzata ha un impatto rilevante
sulle attività economiche dei paesi. Ecco perché i
cittadini europei perdono ogni anno una quantità
crescente di denaro, che potrebbe essere speso
in modo migliore. Con la loro agenda, i gruppi
criminali sono in grado di influenzare e di minare
il processo politico e le istituzioni negli Stati
membri dell’Unione europea. È quindi necessario
stare uniti e combattere insieme tutte le forme di
criminalità organizzata in Europa.
Tenuto conto della situazione attuale nell’Unione
europea, vari sono gli aspetti che rivestono
un’importanza particolare. Le catastrofi umane,
come a Lampedusa, lo spionaggio informatico,
non solo per quanto riguarda le questioni di
sorveglianza dell’NSA, o i reati ambientali che
accadono giorno dopo giorno, devono essere
il nostro campanello di allarme. Non c’è più
tempo da perdere per trovare una soluzione
europea definitiva per combattere con
efficacia la criminalità organizzata. Lanciando
e approfondendo il processo di integrazione
europea, abbiamo dichiarato la nostra volontà
di collaborare e, pertanto, di rispondere
insieme alle nuove sfide. La continuazione delle
politiche di singoli Stati membri porterebbe
solo a dislocazioni geografiche dei centri della
criminalità organizzata. E poiché nel nostro
mondo globalizzato i confini nazionali diventano
sempre più vaghi, noi ne saremmo sempre più
colpiti.
Il Gruppo PPE chiede un approccio realistico e
misure concrete per combattere con efficacia
la criminalità organizzata. Il nostro obiettivo
principale è il rafforzamento della cooperazione
fra tutte le agenzie, le organizzazioni e gli Stati
che si occupano di criminalità organizzata. Ciò
vale innanzitutto per gli Stati membri dell’UE
e, in secondo luogo, anche per i paesi terzi,
e comprende la conclusione di accordi di
cooperazione con i paesi terzi le cui politiche
sono spesso terreno fertile per la criminalità
organizzata.
Contiamo
su
partenariati
12
strategici con il settore industriale e con quello
finanziario. In tale ambito stiamo in particolare
promuovendo una cooperazione più stretta tra
Europol e Eurojust. Per gestire un migliore flusso
di informazioni è assolutamente necessario un
elevato livello europeo di cooperazione di polizia
e giudiziaria. La confisca coordinata dei beni
mafiosi in Italia è stata un buon inizio della lotta
alla criminalità organizzata. Ma la questione va
oltre la mafia italiana ed è tempo che tutti noi ne
prendiamo coscienza.
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
vÉronique mathieu houillon, MdPE
Coordinatrice della commissione speciale CRIM al Gruppo PPE
Q
uando si pensa al crimine organizzato,
tornano alla mente immagini di padrini in
panciotto che fumano sigari cubani. Purtroppo
la realtà è ben altra. Il crimine organizzato non è
relegato alla Sicilia e ai film di Coppola.
La criminalità organizzata è lungi dall’essere un
epifenomeno. Abbiamo tendenza a credere che il
terrorismo sia la principale minaccia alla sicurezza
per via della violenza degli assalti e degli attentati,
che sono molto più visibili dell’infiltrazione
perniciosa dell’economia legale e della violenza
sottile ma reale del crimine organizzato. Il crimine
organizzato è da parte sua sempre più d’attualità.
Esso rappresenta la principale minaccia alla
sicurezza. Il suo impatto è quantificabile tanto in
termini di vite umane quanto in termini di miliardi
di euro stornati dall’economia legale. I danni
causati in tutto il mondo ammontano all’1,5% del
PIL mondiale, cioè a dire a 695 miliardi di euro.
Il criminale non è più un mafioso che usa la
ritorsione e la violenza, ma un uomo d’affari che
utilizza ogni nuova possibilità di profitto. Il crimine
organizzato approfitta di ogni falla giuridica e zona
di non diritto. Le reti criminali alimentano il traffico
di droga, la tratta di esseri umani, in particolare per
fini di sfruttamento sessuale, la cibercriminalità,
gli eventi sportivi truccati, la contraffazione e
va impiantandosi grazie alla corruzione. Le cifre
parlano chiaro: 1,6 miliardi di dollari sono riciclati
attraverso il traffico di droga in tutto il mondo,
mentre il fatturato della contraffazione pericolosa
come quella dei medicinali o dei pesticidi è
quintuplicato in pochi anni.
La commissione temporanea CRIM ci ha
consentito di porre questo tema all’ordine del
giorno. Grazie al lavoro di Salvatore Iacolino ci ha
13
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
permesso di uscire dal silenzio per porre ciascuno
di fronte alle sue responsabilità. Sì, abbiamo un
problema di criminalità organizzata in Europa. Sì,
è tempo di agire.
Per diciotto mesi abbiamo interrogato esperti
di tutta Europa per comprendere meglio l’entità
del fenomeno del crimine organizzato e il suo
coinvolgimento con la corruzione e il riciclaggio
di denaro. La Commissione, le agenzie Europol e
Eurojust, professori universitari, rappresentanti
della società civile, magistrati, poliziotti sono
venuti a testimoniare in massa per fornirci la loro
visione dei fatti e aiutarci a mettere il dito sulle
falle delle nostre attuali politiche e individuare le
migliori pratiche attraverso l’Europa.
Gli scambi sono stati intensi e produttivi. Dopo
questi diciotto mesi di ricerca e di indagine e
dopo aspri negoziati, Salvatore Iacolino è riuscito
a riunire tutti i gruppi politici intorno a grandi
orientamenti politici e a tracciare in tal modo per
la prima volta un piano europeo di azione contro
il crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio
di denaro valevole per i prossimi anni.
Tuttavia abbiamo compreso che gli scambi di
informazione e il sostegno operativo restano
limitati. Le reti criminali non ci attendono per
cooperare attraverso l’Europa. Dobbiamo
cooperare più strettamente. Occorre rafforzare
la collaborazione tra gli Stati membri rimuovendo
le barriere e gli ostacoli pratici che frenano
la collaborazione tra le forze dell’ordine e
giudiziarie e partecipare al rafforzamento della
reciproca fiducia. Per far ciò occorre che gli
Stati membri trasmettano a Europol un maggior
numero di informazioni. Dobbiamo inoltre
dare maggiori mezzi alle squadre congiunte di
indagine e prevedere nella formazione delle forze
dell’ordine e dei magistrati un insegnamento
linguistico per permettere loro di lavorare insieme
quotidianamente.
D’altra parte la formazione in materia di polizia e
giudiziaria deve altresì tener conto della mobilità
14
e della sempre più sofisticata tecnica di cui si
avvale il crimine organizzato. Le reti criminali
sono difficilmente individuabili, i mezzi utilizzati
sempre più tecnici (schemi di riciclaggio sofisticati,
criminalità finanziaria, sviamento di fondi europei
o di mercati pubblici, attacchi cibercriminali, ecc.).
Il crimine organizzato ci costa più caro di quanto
ci costerebbero gli investimenti in più in forze
dell’ordine e mezzi di indagine. Non continuiamo
a compiere questo errore.
Sono altresì convinta che dobbiamo rafforzare
il bilancio dell’agenzia Europol, che svolge un
ruolo cruciale nel coordinare gli sforzi delle
autorità di repressione. Solo nell’ottobre 2013
l’agenzia ha coordinato operazioni congiunte
che hanno consentito di smantellare una rete
di falsi documenti di identità e di facilitazione
dell’immigrazione irregolare nella Repubblica
Ceca e in Grecia, di scoprire e chiudere il più
grande sito di produzione di droga sintetica e di
ecstasi che mai sia stato scoperto in Belgio, di
ritrovare 129 autoveicoli rubati per un valore di
2 milioni di euro nei Balcani e di smantellare una
rete di contraffazione di vino.
Troppo spesso ci sbagliamo anche nell’analizzare
l’impatto della criminalità organizzata nell’anno
trascorso. Dobbiamo avere un vantaggio rispetto
alla criminalità organizzata e anticiparla. Per
questo motivo dobbiamo rivedere il nostro
approccio in tema di lotta contro la criminalità
organizzata. Occorre istaurare cellule di
informazione e procure nazionali specializzate
nella lotta contro il crimine organizzato che
tengano conto della sua specificità, cioè della sua
rapida evoluzione e della sua trasversalità.
Dobbiamo altresì introdurre a livello europeo e in
ciascuno Stato membro una strategia trasversale
di lotta contro il crimine organizzato che tenga
conto di tutte le sue dimensioni, dal traffico di
stupefacenti alla contraffazione e alla corruzione.
Troppo spesso trattiamo separatamente tali
minacce allorché in realtà sono interconnesse.
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
Resto persuasa dell’importanza di predisporre
misure che consentano una confisca civile dei
beni criminali ovunque in Europa. La sete di
guadagno è la principale motivazione della
criminalità. Ritirare ai gruppi criminali quanto
hanno lucrato è la misura che ha un maggior
impatto su di essi. Purtroppo talvolta le prove non
sono sufficientemente acclarate per permettere
una condanna o una confisca penale. Una serie
di indizi convergenti ed evidenti dovrebbero
consentire di confiscare i beni e le liquidità di
cui dispongono i criminali dopo una decisione
dell’autorità giudiziaria laddove non sussista
alcun dubbio che tali beni derivano da attività
criminali.
raccomandazioni. Perché la sicurezza dei cittadini
europei è anch’essa un diritto fondamentale.
Perché si tratta di una questione di giustizia per
i miliardi di euro sviati dall’economia legale a
danno dei cittadini europei. Ciò è troppo grave
per restare con le mani in mano.
La nomina di un procuratore europeo mi sembra
altresì un fatto essenziale nella lotta contro la
criminalità organizzata. Troppo pochi sono i casi
di frodi al bilancio europeo che si concludono
con una condanna. L’Unione europea deve
potersi difendere da sé. Il procuratore europeo
dovrebbe, d’altra parte, essere altresì incaricato
di casi di criminalità transnazionale. Il 40% delle
frodi, pari a 750 milioni di euro l’anno, sono
legate alla criminalità organizzata. È tempo che
ci assumiamo le nostre responsabilità e andiamo
fino in fondo per difendere meglio i cittadini
europei. Ho grande fiducia in Salvatore Iacolino
che, in quanto relatore, grazie alla continuità dei
suoi lavori in seno alla commissione CRIM, potrà
contribuire a insediare un procuratore europeo
all’altezza delle nostre attese per arginare meglio
il crimine organizzato.
A mio parere c’è un’altra misura che si impone:
il ritiro delle banconote di 500 euro dalla
circolazione. Quale cittadino onesto utilizza
oggi una tale banconota se non per mascherare
un’attività illegale? È tempo di avere il coraggio
politico di agire!
Invito pertanto la Commissione, il Consiglio
e ciascuno Stato membro a prendere in seria
considerazione la relazione di Salvatore
Iacolino e a non lasciare lettera morta le sue
15
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
MICHEL BARNIER,
Commissario per il mercato interno e i servizi
D
esidero congratularmi con Salvatore Iacolino
per aver lavorato con dedizione durante
il mandato della commissione speciale per
la criminalità organizzata, la corruzione e il
riciclaggio di denaro, nonché per la relazione
da lui preparata per tale commissione: essa
rappresenta un importante contributo alla
lotta europea contro la criminalità organizzata,
la corruzione e il riciclaggio di denaro. Molte
delle problematiche discusse dalla commissione
CRIM riguardano, in un modo o nell’altro, il
mio portafoglio. L’operato di tale commissione
è stato un contributo assai prezioso al nostro
lavoro sulle politiche in questo settore.
Negli sforzi internazionali di lotta al riciclaggio
degli introiti della criminalità, l’Unione
europea è in prima linea. I flussi di denaro
sporco possono pregiudicare la stabilità e la
reputazione del settore finanziario, mentre la
criminalità organizzata e la corruzione insidiano
i valori fondamentali della nostra società.
Oltre a un’impostazione del diritto penale, che
garantisce un’adeguata punizione di questo tipo
di attività criminale, può contribuire a prevenire
il riciclaggio di denaro uno sforzo preventivo
mediante il sistema finanziario.
Viviamo un momento politicamente decisivo
in Europa e nel mondo. Nella successione di
incontri del G20 e del G8, così come a livello
europeo, i capi di Stato e di governo hanno
invocato maggiore trasparenza fiscale, volta a
combattere l’evasione fiscale, e sforzi più mirati
per affrontare il riciclaggio di denaro. In tale
contesto, la frode e l’evasione fiscale, così come
l’integrità del mercato unico in via più generale,
si trovano al centro dell’agenda politica.
16
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
In primo luogo, vorrei citare la lotta alla frode
e all’evasione fiscale. Non si tratta di una
discussione nuova. Permettetemi di rammentare
la riunione del G20 del 2009, a Londra, dove è
stata varata un’ambiziosa agenda politica per
la lotta ai paradisi fiscali e all’evasione fiscale
in senso ampio. Da recenti relazioni è emerso
che il fenomeno è ancora presente in Europa e
compromette le finanze pubbliche, così come
la fiducia dei cittadini nel nostro mercato unico.
Secondo le stime più aggiornate, l’Unione
perde ogni anno introiti pari a 1 000 miliardi di
euro a causa della frode e dell’evasione fiscale,
che ammonta a sei volte il bilancio annuale
dell’Unione.
Il tema è stato al centro delle discussioni del
Consiglio europeo del 22 maggio 2013 e delle
discussioni del G8 e del G20 negli ultimi mesi.
Il mantenimento della volontà politica a livello
europeo e negli Stati membri è indispensabile,
al fine di conseguire gli obiettivi annunciati. La
Commissione ha proposto una vasta gamma di
misure che rafforzerebbero considerevolmente le
nostre difese dagli evasori fiscali. Esse variano da
un’ampia espansione dello scambio automatico
di informazioni, alla facilitazione del regolare
versamento dell’IVA, a un giro di vite sull’elusione
fiscale societaria. Come dichiarato dal presidente
Barroso in una lettera al Consiglio di novembre, è
venuto il tempo che gli Stati membri agiscano e
adottino le proposte sul tavolo.
Dal 2011, la Commissione ha presentato una
serie di iniziative tese a preservare l’integrità
del mercato unico mediante la lotta a tutte
le forme di criminalità, in particolare alla
criminalità finanziaria. Di tali iniziative chiave
fanno parte la lotta al riciclaggio di denaro e il
progetto della quarta direttiva antiriciclaggio,
discusso attualmente dal Parlamento europeo
e dal Consiglio. La proposta della Commissione
potenzierà, fra l’altro, la lotta all’evasione fiscale
facendo chiarezza sul fatto che il riciclaggio dei
proventi di tale attività deve essere punito. Il
testo prevede altresì un approccio maggiormente
fondato sui rischi e un più ampio campo di
applicazione, segnatamente riguardo al gioco
d’azzardo.
Secondo una stima dell’ufficio delle Nazioni
Unite per il controllo della droga e la prevenzione
del crimine, le attività criminali realizzano
guadagni prossimi ai 2 000 miliardi di euro annui,
dei quali 1 500 milioni di euro sono riciclati. Tali
cifre dimostrano quanto l’attività sia smisurata
e quanto risulti necessario agire. Analogamente
alla lotta all’evasione e frode fiscale, tale
questione è attualmente oggetto della necessaria
attenzione politica e normativa. Sono soddisfatto
che il Parlamento europeo condivida l’opinione
secondo cui si tratta di una priorità assoluta.
Accolgo con particolare favore, condividendole,
le raccomandazioni del sig. Iacolino in merito al
riciclaggio di denaro. Perseguiamo i medesimi
obiettivi. Nella proposta di direttiva antiriciclaggio,
presentata al Parlamento nel febbraio di
quest’anno, sono state inserite e sviluppate
molte delle suddette utilissime raccomandazioni.
Ad esempio, si vagliano tutti gli argomenti come
la necessità di accrescere la trasparenza sui
beneficiari effettivi, il tener conto dei nuovi rischi
del gioco d’azzardo e delle scommesse sportive,
il rafforzamento della cooperazione tra le unità
di informazione finanziaria (UIF) e il ruolo delle
autorità di vigilanza europee, oppure il tener
conto dell’interazione tra la lotta al riciclaggio di
denaro e la protezione dei dati personali. Ritengo
che la proposta di direttiva sarà all’altezza di
queste aspettative.
Risulta adesso essenziale concludere il lavoro
sulla suddetta direttiva entro la legislatura
in corso. Le norme internazionali del GAFI
nel settore sono state modificate quasi due
anni addietro; è nostra ambizione renderle
efficaci e vincolanti nell’UE il prima possibile. È
necessario dotare l’Unione europea di un solido
e moderno quadro antiriciclaggio, che garantisca
l’integrità del nostro sistema finanziario e il buon
funzionamento del mercato unico.
17
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
Il miglior complemento al suddetto approccio
preventivo sarebbe il rafforzamento del nostro
approccio repressivo, di competenza della
mia collega Cecilia Malmström. I suoi servizi
operano su svariate e importanti iniziative quali,
ad esempio, la valutazione dell’efficacia degli
strumenti utilizzati per combattere la criminalità
organizzata nell’UE. I miei colleghi Viviane
Reding e Algirdas Semeta hanno recentemente
proposto l’istituzione di una procura europea. È
questa un’altra importante iniziativa per tutelare
le risorse monetarie dei contribuenti. La procura
europea garantirà l’idonea tutela del bilancio
dell’Unione europea e l’efficace persecuzione
di chiunque si appropri in modo fraudolento dei
fondi della stessa.
Affinché le nostre azioni risultino il più efficaci
possibile, è essenziale restare insieme e assumere
un ruolo di guida politica comune. La frode
fiscale, il riciclaggio di denaro, la corruzione e la
contraffazione – per limitarsi a citarne alcune –
rappresentano piaghe per l’integrità del mercato
unico e la fiducia dei nostri cittadini.
Non dubito affatto che tutti gli attori a livello
europeo, non ultimo il Parlamento europeo,
forniscano un decisivo contributo alla lotta ai
suddetti crimini. In questa lotta, che riveste
un’autentica importanza per i cittadini dell’UE,
sarò al loro fianco.
18
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
Algirdas Šemeta,
Commissario per la fiscalità, le dogane, le statistiche, l’audit e la lotta
antifrode
È
un onore contribuire a questa pubblicazione,
che segna il termine dei lavori della
commissione speciale per la criminalità
organizzata, la corruzione e il riciclaggio di
denaro. Alla commissione, al suo relatore e ai
suoi membri va il mio plauso, per il loro impegno
e la perseveranza nell’analizzare le gravi attività
criminali, nel procedere ad audizioni di politici ed
esperti provenienti da vari organismi nazionali,
internazionali e dell’UE, nonché della società
civile. Della mia partecipazione a una delle
audizioni, in gennaio, ricordo ancora nitidamente
l’entusiasmo dei deputati per la loro causa. Vi
porgo le mie congratulazioni per il risultato
concreto, realizzato nella forma della relazione
CRIM e del “piano d’azione europeo”.
Il mio portafoglio, comprendente la lotta
alla frode e all’evasione fiscali, il contrasto al
contrabbando e la tutela del bilancio dell’UE,
lavora sovente da una prospettiva diversa rispetto
al lavoro della commissione CRIM, in quanto non
si limita a combattere la criminalità organizzata.
Nondimeno, esiste una vasta sovrapposizione.
La criminalità organizzata cerca le occasioni di
guadagno: siano esse defraudare i bilanci pubblici,
organizzare complesse frodi carosello all’IVA o
contrabbandare sigarette oltre le frontiere.
Desidererei pertanto tracciare un abbozzo di
alcune delle principali misure adottate sotto la
mia responsabilità, all’incirca nell’arco dell’ultimo
anno, e rientranti nelle competenze della
commissione CRIM.
In primo luogo, negli ultimi anni, la Commissione
ha svolto un intenso lavoro per rafforzare il
quadro di tutela degli interessi finanziari dell’UE.
La nuova strategia antifrode, presentata nel
19
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
2011, è già in attuazione e dovrà garantire una
prevenzione e un rilevamento delle frodi assai più
rigorosi in tutte le politiche, i servizi, le agenzie
e gli organismi della Commissione. Adesso
inseriamo sistematicamente clausole antifrode
nelle proposte legislative con ripercussioni
finanziarie, disponiamo di una metodologia
comune per le strategie antifrode specifiche per
settore e stiamo sviluppando un coordinamento
più strutturato di tutti i soggetti responsabili della
tutela dei fondi UE. Abbiamo inoltre adottato
degli orientamenti particolareggiati per tutelare
gli informatori.
Nel 2012 è stata presentata la proposta di direttiva
relativa alla lotta contro la frode che lede gli
interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto
penale. Suo obiettivo è garantire un approccio
maggiormente armonizzato alla punizione dei
reati che coinvolgono il bilancio dell’UE eliminando
gli incentivi per i criminali a sfruttare scappatoie e
divergenze negli ordinamenti giuridici degli Stati
membri. L’impostazione generale del Consiglio ha
malauguratamente annacquato la proposta della
Commissione, ad esempio cancellando le sanzioni
minime. Alcune modifiche apportate minacciano
addirittura l’acquis in essere. Contiamo pertanto
sul Parlamento affinché assuma una posizione
risoluta su tale proposta. È assai noto che alcuni
Stati membri attribuiscono tuttora una ridotta
importanza all’agire adeguatamente contro le
frodi al bilancio dell’Unione europea. Gli approcci
nazionali ai provvedimenti antifrode presentano
forti differenze. Questo è il punto dove la direttiva
sulla tutela degli interessi finanziari farà davvero
la differenza. Non dobbiamo permettere che ne
vada perduta l’ambizione.
Quando si parla di ambizione, non si può
far altro che riferirsi alla proposta che la mia
collega Viviane Reding ed io abbiamo avanzato
quest’anno, come esempio di ambizioso progetto
per migliorare la lotta agli autori di frodi dell’UE.
La Procura europea sarà un organo nuovo e
indipendente, che si focalizzerà soltanto sul
combattere le frodi al bilancio dell’UE. Si tratta di
20
una struttura accuratamente studiata, che riunisce
le espertissime risorse degli Stati membri con la
direzione di un organo dell’Unione, costruito sulle
esperienze dell’OLAF e di Eurojust. La Procura
garantirà una reazione rapida ed esauriente
alle frodi ai danni dell’UE, in qualunque luogo
dell’Unione esse si consumino, e lavorerà perché
gli autori delle frodi siano perseguiti e condannati
più efficacemente. Rafforzerà i diritti procedurali
degli indagati e sarà del tutto responsabile nei
confronti dei tribunali nazionali per le sue attività di
indagine. Nel frattempo, continueremo la riforma
dell’OLAF, adottata quest’anno, con salvaguardie
procedurali aggiuntive per dare fondamento al
suo lavoro. Su quest’ultimo argomento, attendo
con vivo interesse discussioni esaurienti e
proficue con il Parlamento e il Consiglio sulle idee
da noi delineate.
Un importante elemento del lavoro dell’OLAF
– e questo mi porta al successivo settore del
mio portafoglio, strettamente legato alla lotta
contro la criminalità organizzata – è il contrasto al
contrabbando di sigarette. Stimiamo, per gli Stati
membri e l’UE, perdite di introiti di circa 10 milioni
di euro l’anno a causa di tale attività illegale.
Inoltre, il contrabbando è un’insidia alle politiche
sanitarie, finanzia attività criminali più funeste e
addirittura il terrorismo. A seguito di un efficace
piano d’azione del 2011, diretto specificamente al
contrabbando di alcool e sigarette alla frontiera
orientale dell’UE, la Commissione ha deciso di
ampliare ulteriormente la portata dell’attacco. Nel
giugno del 2013 abbiamo adottato una strategia
globale, estesa a tutta l’UE, contro il commercio
illecito di prodotti del tabacco. Il fulcro di tale
strategia è un esauriente piano d’azione, che
garantirà un attacco ai contrabbandieri su più
fronti. Sono lieto di dichiarare che è stato ben
accolto dagli Stati membri e che la presidenza
lituana sta attualmente assicurandosi che le
conclusioni del Consiglio per l’appoggio a tale
piano d’azione siano adottate prima di fine anno.
Su questa falsariga, le bande criminali tentano di
avvantaggiarsi minacciando una delle più cospicue
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
risorse dell’UE: l’euro. Una valuta condivisa da
17 paesi e 330 milioni di persone rappresenta
un allettante obiettivo per i criminali. Nei fatti,
Europol conferma che i gruppi della criminalità
organizzata utilizzano i loro consolidati canali di
distribuzione per mettere in circolazione euro
contraffatti in tutta l’UE. Lo scorso febbraio, la
Commissione ha pertanto proposto una direttiva
per accrescere la protezione dell’euro contro la
falsificazione mediante misure di diritto penale.
In queste rientrano il rafforzamento delle indagini
transfrontaliere e l’introduzione di pene minime,
detenzione compresa, per i reati di contraffazione
più gravi. La proposta permetterà altresì l’analisi
dei pezzi falsi sequestrati durante i procedimenti
giudiziari, al fine di scoprire altri euro contraffatti
in circolazione. Il Consiglio ha appena adottato la
sua impostazione generale e, ancora una volta, si
è opposto alle sanzioni minime da noi proposte.
Ce ne rammarichiamo, perché crediamo
fermamente nell’effetto deterrente delle sanzioni
minime. Confidiamo quindi, ancora una volta, nel
Parlamento, affinché sostenga una forte reazione
a questo problema di criminalità.
Infine, consentitemi di far riferimento a una
parte diversa del mio portafoglio, la fiscalità,
e di illustrare brevemente alcuni lavori chiave
che abbiamo di recente svolto in questo settore
per contrastare le attività che ledono le finanze
pubbliche. Negli anni passati, abbiamo notato un
considerevole incremento dell’interesse politico
a dare un giro di vite sulla frode e sull’evasione
fiscali. Diversi accadimenti (non ultima la crisi
economica) hanno portato a una svolta in questa
campagna. Per l’accettazione delle severe misure
di risanamento da parte del pubblico, e al fine
di una fiscalità equa, i leader non avevano più la
scelta, ma l’obbligo, di assumere una posizione
risoluta contro gli evasori. Grazie a una serie di
proposte e iniziative avanzate dalla Commissione,
i nostri Stati membri hanno avuto un arsenale
completo a cui attingere nell’intraprendere
questa battaglia. Soltanto negli ultimi 6 mesi
abbiamo notato più progressi in questo settore
che nei 10 anni precedenti. A maggio, i nostri
leader hanno approvato un piano d’azione contro
la frode e l’evasione fiscali, presentato dalla
Commissione, e fissato delle scadenze per la sua
attuazione. Ciò significa un’azione più vigorosa in
tutta una serie di settori, compresa la redazione di
una lista nera dei paradisi fiscali, il contrasto alla
pianificazione tributaria aggressiva delle società,
il miglioramento della tassazione dei redditi da
risparmio, il contrasto alle frodi carosello e il
potenziamento della cooperazione fra le autorità
fiscali e le altre autorità preposte all’applicazione
della legge. A giugno è stato concordato, ed è
già entrato in vigore, un nuovo pacchetto che
consentirà una reazione più rapida ed efficace
alle frodi sull’IVA. Auspico un progresso e un
accordo celeri sulle proposte per garantire
la massima portata possibile dello scambio
automatico di informazioni in seno all’UE. Nel
frattempo, a livello internazionale, si è registrato
un importante progresso verso una maggiore
trasparenza fiscale, con i paesi del G20 che hanno
concordato di applicare un nuovo criterio globale,
che rispecchia l’elevato criterio applicato dall’UE
già da molti anni. A seguito di un’intesa unanime
degli Stati membri su un mandato a negoziare,
in maggio, la Commissione è adesso pronta a
intavolare discussioni con la Svizzera e con altri
4 paesi limitrofi, per accordi volti ad assicurare
maggiore cooperazione e trasparenza fiscale da
parte di tali paesi. Se mai esistesse un esempio
di quel che può essere realizzato quando gli Stati
membri lavorano all’unisono e con uno scopo
comune, sarebbe la lotta all’evasione fiscale.
Ciò non significa assolutamente che i lavori in
quest’ambito siano conclusi. Gli impegni politici
sono un conto, la messa in atto è un altro conto.
La Commissione continuerà a sollecitare un
prosieguo dell’azione e un ulteriore progresso,
sul piano nazionale, dell’UE e internazionale,
nella lotta agli autori di frodi e agli evasori fiscali.
In conclusione, se esiste un messaggio che
emerge ripetutamente, è che, affinché la lotta
sia efficace, dobbiamo avere una posizione
a livello dell’UE forte e unita contro i reati
transfrontalieri. La criminalità organizzata è
21
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
largamente transfrontaliera e l’attività illegale
ha sovente successo sfruttando le differenze
nazionali. Le misure unilaterali non funzioneranno
e possono addirittura servire a danneggiarsi
reciprocamente. La nostra risposta alle gravi sfide
che abbiamo di fronte come Unione deve essere
comune, per bloccare le scappatoie e cooperare
più da vicino. Si tratta di un tema ricorrente in
tutto il mio portafoglio. È stato applicato in tutto
il vasto ventaglio di iniziative che ho proposto
per tutelare gli interessi dei contribuenti dell’UE,
siano esse relative all’evasione fiscale, al
contrabbando o alle frodi a danno del bilancio
dell’UE. In tutti questi settori, sono stati presi
importanti provvedimenti nella giusta direzione.
E risulta ora determinante, per il legislatore,
assumere decisioni celeri perché le misure che
abbiamo proposto possano essere efficaci il prima
possibile. Concludo con un ringraziamento alla
commissione CRIM per l’interesse e la dedizione
al lavoro svolto a livello dell’UE per contrastare
la criminalità organizzata e per averci lasciato
un’eredità che dovrà influenzare, in futuro, il
nostro lavoro in questo settore.
22
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
Antonio Tajani,
Vicepresidente della Commissione europea, responsabile per
l’industria e l’imprenditoria
D
esidero anzitutto congratularmi con Salvatore
Iacolino per l’ottima relazione sulla criminalità
organizzata, la corruzione e il riciclaggio di
capitali, approvata in Aula il 23 ottobre 2013. Se
saprà dotarsi degli strumenti necessari, l’Unione
europea sarà in grado di raccogliere la sfida
della lotta alla criminalità organizzata: questo, in
sostanza, è il messaggio trasmesso.
Tale relazione segna il coronamento del lavoro
senza precedenti svolto dalla commissione
speciale sulla criminalità organizzata, la
corruzione e il riciclaggio di denaro. Consultando
i maggiori specialisti e responsabili politici
esperti in materia nel corso di diverse riunioni e
audizioni, i suoi membri hanno potuto elaborare
una panoramica completa degli strumenti a
disposizione dell’Unione europea per contrastare
una piaga che mette a rischio la coesione sociale
e il benessere delle nostre società. Di fronte a reti
criminali le cui azioni diventano viepiù elaborate e
superano le frontiere nazionali, solo una risposta
più forte su scala continentale garantirà che il
rispetto dello Stato di diritto possa prevalere
sull’uso della violenza, dell’intimidazione e della
corruzione.
In questo indispensabile sforzo collettivo, la
Commissione assumerà un ruolo fondamentale
nel rendere disponibili gli strumenti in suo
possesso per offrire una risposta coerente e
coordinata a livello europeo. Nel mio ambito
di competenza, sono stati messi a disposizione
importanti strumenti a sostegno di questa azione,
in particolare grazie alla campagna denominata
“Stop Fakes” per la lotta contro i prodotti
contraffatti, alla componente dedicata alla ricerca
nel campo della sicurezza e dello spazio del
settimo programma quadro di ricerca dell’UE (7°
23
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
PQ) e d’ora in poi del programma Orizzonte 2020,
nonché grazie ai programmi Galileo e Copernicus.
La Commissione ha avviato la campagna “Stop
Fakes” allo scopo di potenziare la cooperazione
tra le autorità europee e nazionali nella lotta alla
contraffazione. Il mercato dei prodotti contraffatti
rappresenta un grave ostacolo alla crescita
economica: rivendendo copie di prodotti di
qualità a minor costo, il traffico illegale danneggia
le imprese e brucia posti di lavoro. Secondo le
stime delle Nazioni Unite, il volume delle vendite
di prodotti contraffatti supera i 200 miliardi l’anno
su scala mondiale, attestandosi ai livelli registrati
dai ricavi del traffico illecito di droga. Su scala
europea, le autorità doganali hanno intercettato
nel 2012 ben 40 milioni di articoli contraffatti, per
un valore totale di un miliardo di euro. Questo
fenomeno mette seriamente a repentaglio anche
la salute e la sicurezza dei consumatori. Per di
più, al di là del suo effetto nefasto sull’economia,
il commercio dei prodotti contraffatti non fa che
rafforzare la criminalità organizzata. Secondo
Interpol, i proventi del mercato nero vengono
spesso utilizzati per finanziare altre attività illegali,
quali il traffico di esseri umani, il traffico di droga
e i furti su larga scala. In risposta a tale fenomeno,
nel febbraio 2013 la Commissione ha proposto di
rafforzare la sorveglianza del mercato attraverso
un piano pluriennale e uno strumento legislativo
unico volto a inasprire i controlli sui prodotti nel
mercato interno, consentendo alle autorità di
ritirare immediatamente i prodotti non conformi
alla legge e pericolosi.
La Commissione ha inoltre proposto un
regolamento sulla sicurezza dei prodotti
di consumo per armonizzare le norme che
disciplinano l’indicazione dell’origine delle merci
prodotte. Rispondendo alle richieste insistenti
giunte dagli Stati membri e dal Parlamento
europeo, tale proposta sulla regolamentazione
in materia di origine, il cosiddetto “made in”,
consentirà alle autorità di vigilanza del mercato
di contrastare in maniera più efficace i prodotti
contraffatti e pericolosi, dotandole degli
24
strumenti per rintracciare l’origine dei prodotti
che circolano nel mercato unico. Di fatto, il
10% circa dei prodotti pericolosi segnalati dalle
autorità di vigilanza del mercato nell’ambito del
sistema RAPEX è di origine ignota.
Il prossimo programma quadro di ricerca dell’UE,
Orizzonte 2020, contribuirà al rafforzamento
degli investimenti e della capacità di ricerca a
livello paneuropeo nel campo della sicurezza
grazie a una dotazione di 1,7 miliardi di euro per
il periodo 2014‑2020. Tale sforzo d’investimento
perseguirà quattro obiettivi strategici per
garantire la sicurezza dei nostri cittadini.
Innanzitutto, permettere alle società di prevenire
e di resistere alle catastrofi naturali grazie a una
migliore gestione delle crisi e al potenziamento
delle infrastrutture e degli strumenti di
comunicazione di emergenza. In secondo luogo,
rafforzare la lotta contro la criminalità e il
terrorismo, sia a livello di strumenti giuridici che
in termini operativi, in particolare nei contesti
urbani. Tali finanziamenti contribuiranno altresì
a rafforzare la sicurezza alle frontiere dell’Unione
grazie a un maggiore controllo delle frontiere
marittime e a controlli più frequenti presso i
valichi di frontiera. Infine, una parte consistente
del bilancio sarà destinata alla ricerca nel campo
della sicurezza digitale e della protezione dei
dati personali. Del resto, le tecnologie a duplice
uso figureranno in testa agli obiettivi di capacità
di questo prossimo programma di ricerca. Ad
esempio, le norme tecniche sull’interoperabilità
dei sistemi di comunicazione tra operatori civili
e militari discendono proprio da questi prodotti
tecnologici a doppio uso, che permetteranno
quindi di massimizzare le sinergie tra uso civile e
uso militare. In precedenza, il settimo programma quadro
relativo al periodo 2007-2013 aveva aumentato
in misura considerevole il bilancio destinato alla
ricerca nel campo della sicurezza. La dotazione
di 1,4 miliardi di euro ha permesso di dare il via
a non meno di 200 progetti di ricerca, equivalenti
alla metà degli investimenti paneuropei nel
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
settore. Tali progetti consentono di migliorare la
capacità tecnica di lotta alla criminalità organizzata
nei settori più svariati, fra cui la lotta contro il
traffico di prodotti contraffatti, la rilevazione degli
esplosivi, la protezione delle reti di trasporto e di
comunicazione dagli attacchi criminali, lo sviluppo
di nuove tecnologie di rilevamento e sorveglianza,
la lotta contro la criminalità informatica, l’aumento
della condivisione delle banche dati tra i servizi di
polizia degli Stati membri e la ricerca sugli aspetti
attinenti alla sfera sociale legati alle questioni
di sicurezza. Il progetto Odysseus, ad esempio,
ha consentito di istituire un sistema strategico
paneuropeo di piattaforme balistiche intelligenti
per contrastare la criminalità organizzata e il
terrorismo. Il progetto SESAME garantisce invece
la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico in
Europa contro le minacce criminali e accidentali.
Anche il programma Galileo consentirà di
contrastare più efficacemente la criminalità
organizzata, la corruzione e il riciclaggio di capitali.
Innanzitutto, garantirà all’Europa l’indipendenza
nei confronti delle tecnologie militari di paesi
terzi, quali il GPS statunitense, il GLONASS russo
o il COMPASS cinese. Grazie alle 40 basi terrestri
e ai quattro satelliti geostazionari di cui dispone,
la rete EGNOS, entrata in funzione nell’ottobre
2009, integra di fatto il sistema GPS, fornendo dati
più precisi sul territorio europeo. Nel campo della
sicurezza, la tecnologia messa a disposizione dal
programma Galileo offrirà numerose applicazioni
che consentiranno di migliorare la lotta contro la
criminalità su scala europea. Il grado di precisione
offerto dalla tecnologia Galileo permetterà
ai servizi di polizia e alle autorità doganali di
identificare in tempo reale veicoli sospetti, beni
rubati o criminali in fuga. Nello sforzo collettivo
di lotta contro l’immigrazione clandestina,
questa nuova tecnologia di geolocalizzazione
consentirà inoltre di controllare e coordinare
più efficacemente le squadre in servizio alle
frontiere dell’Unione. Il programma Galileo
agevolerà la messa a punto di un dispositivo
antifrode per i trasporti marittimi nel territorio
doganale dell’Unione. Infine, la marcatura
dei prodotti farmaceutici e dei beni di lusso
attraverso un’etichetta crittografata RFID (RadioFrequency Identification) garantirà l’integrità e
la sicurezza della catena di valore di tali merci
grazie alle accresciute capacità di monitoraggio
e autenticazione. Infine, i miei servizi hanno
legiferato per disciplinare la circolazione nel
mercato interno dei prodotti suscettibili di essere
deviati per fini criminali. La direttiva 91/477/CEE,
che riguardava sostanzialmente le armi cosiddette
civili (da caccia e da tiro sportivo) e istituiva la
carta europea d’arma da fuoco, è stata modificata
dalla direttiva 2008/51/CE, che introduce in
particolare l’obbligo di marcatura delle armi da
fuoco in sede di fabbricazione e vieta la vendita
di armi ai minori. La direttiva 2012/4/UE, che
modifica la direttiva 2008/43/CE, istituisce un
sistema di identificazione e tracciabilità degli
esplosivi per uso civile.
D’ora in avanti, come si raccomanda nella
relazione Iacolino, dobbiamo moltiplicare
gli sforzi per dare il via a un piano d’azione
europeo di lotta contro la criminalità organizzata,
la corruzione e il riciclaggio di capitali, che
comporti misure legislative e azioni positive che
consentano di contrastare efficacemente questi
fenomeni criminali. Mi impegno personalmente a
contribuire appieno a tale sforzo nel mio ambito
di competenza per far sì che i cittadini e i soggetti
economici non si trovino abbandonati alle loro
difficoltà.
25
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
Conclusioni
SALVATORE IACOLINO, MdPE
Relatore della commissione speciale CRIM
I
l presente documento sintetizza l’attività
legislativa svolta dai deputati del gruppo PPE
al Parlamento europeo e dalla Commissione
europea nella lotta ai fenomeni di criminalità.
Mi si permetta di dichiarare che uno dei
successi politici della commissione CRIM è stato
il riconoscimento, da parte del Parlamento
europeo, del fatto che l’Europa abbia di fronte
non fenomeni nazionali o regionali, ma minacce
transnazionali, che compromettono gravemente
la sicurezza dei cittadini e dell’economia legale in
tutti gli Stati membri.
La lotta alla criminalità organizzata, alla
corruzione e al riciclaggio di denaro è una sfida
europea manifesta, che deve essere raccolta con
una cooperazione più forte fra gli Stati membri
e con i Paesi terzi. La fiducia reciproca, malgrado
talvolta possa essere messa in discussione (come
nel caso dello scandalo Datagate), è essenziale
allo sviluppo di comuni strategie .
Per fermare il traffico di esseri umani e il lavoro
forzato diviene cruciale un approccio comune,
fondato sulla responsabilità e sulla solidarietà,
considerando che i gruppi criminali sfruttano i
migranti clandestini e controllano i flussi migratori
irregolari. La medesima compattezza deve essere
mostrata dagli Stati membri nella lotta alle nuove
forme di criminalità (cibercriminalità, frodi via
internet, reati ambientali e manipolazione degli
incontri sportivi), che si annoverano sempre
più tra le fonti di introiti illegali della criminalità
organizzata in quanto approfittano delle
incertezze della legislazione europea e nazionale.
Nei fatti è necessario un quadro normativo
coerente e uniforme per colpire il cuore
26
La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
economico della criminalità organizzata e per
rafforzare la cooperazione giudiziaria e di polizia a
livello europeo e internazionale. Abbiamo fornito
raccomandazioni per promuovere una pubblica
amministrazione più agile e snella e quindi meno
permeabile alla corruzione, una politica più
responsabile, una giustizia penale più rapida e
credibile, un’imprenditoria più sana, un sistema
delle banche e delle professioni più trasparente
e opportune misure antiriciclaggio per impedire
che il crimine resti un affare lucroso che penalizza
l’economia lecita, gli imprenditori e i cittadini
onesti.
Le opportunità offerte dal trattato di Lisbona
potranno
auspicabilmente
agevolare
il
raggiungimento di tali obiettivi. La creazione
della Procura europea, ad esempio, assicurerà
una risposta efficace all’esigenza di tutelare gli
interessi finanziari dell’UE, proteggendo le risorse
che mediante frodi e altri reati, sono sottratte ai
servizi, al welfare e alla collettività. Con la relativa
relazione, di cui sono stato responsabile nella
Commissione Libertà civili e giustizia, il Parlamento
europeo ha espresso un messaggio deciso in
favore della Procura europea che, avvalendosi di
procuratori nazionali delegati, lavorerà a difesa
delle risorse UE e, a regime, anche nel contrasto
al crimine organizzato transnazionale.
Il Parlamento europeo ha previsto, nella relazione
finale della Commissione CRIM, una lista delle
priorità (il piano d’azione europeo 2014-2019),
che la Commissione europea dovrebbe inserire
nel “programma per il dopo Stoccolma” per la
costruzione di uno spazio comune di libertà,
giustizia e sicurezza. Nella lotta alla criminalità
organizzata, alla corruzione e al riciclaggio di
denaro riteniamo davvero che la commissione
CRIM abbia tracciato un percorso proficuo, da
seguire negli anni a venire dal Parlamento, dalla
Commissione e dagli Stati membri.
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La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
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La commissione speciale CRIM : un successo del Gruppo PPE
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Pubblicazione del : Unità Pubblicazioni
Servizio Stampa e Comunicazione
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al Parlamento Europeo
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La commissione speciale CRIM