fosse Г Aro d' Egitto, Аким COLOCASIA. L . , ossia la COLOCASIA NILO­
TICA Rubieu Opusc., COL. ANTIQUORUM. Schott (senza necessità). L'in­
sussistenza di una tale opinione era già stata dimostrata da Fabio
Colonna (Ecphr. 2. р. 1. seg.), il quale sostenne, che la Colocasia,
о Fava Egiziana, non era un Аким ! Dopo lui la stessa cosa imprese
a discorrere lo Schrank combattendo ampiamente Г ammessa ipotesi,
e ponendo innanzi, per Г interpretazione della Colocasia di Virgilio,
il famoso NELUMBIUM SPECIOSUM: in ciò però da riprendersi di non
aver fatta nissuma menzione del Della Cerda, il quale senza pompa
di frasi, laconicamente aveva detto della Colocasia di Virgilio : Est
haec Faba /Egyptia, attenendosi, saviamente, al Euellio, a Roberto
Stefano, al Mattioli etc. •
Prendendo in mano i testi di Teofrasto, e di Dioscoride non si
può a meno di non ributtare la prima opinione sovra esposta, ed è
forza attenersi alla seconda. Questa medesima sostenne già tardi il
Delile ( Eafn. ) ancora in un suo opuscolo, non senza ciarlatanismo,
sul NELUMBIUM SPECIOSUM, del quale opuscolo trovasi un cenno nel
Compt. rend. Acad. Se. Par. T. 22. (1846.) p. 732. Uomo di scarsa
erudizione non si affacciò per nulla al Colonna, non salì, ne manco
per ombra, al Della Cerda, ne ebbe idea veruna della Plora Virgiliana dello Schrank. Questi, alla sua volta, mal si appose asserendo,
che il NELUMBIUM non fusse mai coltivato fuori dell' Egitto, e che i
Greci ed i Romani non ne parlassero, che dietro le informazioni tradizionali, che allora correvano. Il Delile invece fu persuaso, che fosse
il Nelumbo portato, e coltivato in Roma dopo le vittorie riportate da
Augusto in Egitto. Aggiunse poi lo stesso Delile, che presto fusse
dai Romani trascurato ed abbandonato per non offerire esso ne radice, uè altra parte utile, od edule. E qui pure il Delile avvolpacchiasi. Già Dioscoride, e Difilo, presso Ateneo ( li quali col nome
di Colocasia solevano indicare la sola radice del Nelumbo ) dichiararono la radice edule, ed il secondo .non escluse nemmeno i semi,
quantunque flatulenti : vedilo nel principio del Libro terzo Deipnos.
E Plinio (Nat. h. 1. 21. c. 51.) riferisce, che se ne mangiavano i
cauli. Lo che essendo, come noi siamo propensi al credere, ben si
comprende quanto sbandasse lungi dal vero il Delile volendo pure
discorrere di quelle cose eh' ei non sapeva, e che non fu da tanto
ne da vedere, ne buono di rintracciare : e questo non solo presso li
citati autori, che non si poteva dispensare dal consultare ; ma anche
presso moderni scrittori, fra quali mi basti il citare Loureiro Fior.
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TICA Rubieu Opusc., COL. ANTIQUORUM. Schott (senza necessità