SICUREZZA IN AGRICOLTURA PROGETTO FONDAMENTA SICURE DI CITTADINANZA Istituto Tecnico Agrario di Firenze 1 Progetto promosso da: MINISTERO ISTRUZIONE UNIVERSITA’ E RICERCA BANDO “CITTADINANZA, COSTITUZIONE E SICUREZZA” 2011-­‐12 2 Premessa…………………………………………………………………………………………… 4 Organizzazione del lavoro. Definizioni………………………………………………….5 Il ruolo della prevenzione sull’organizzazione lavorativa…………….…….….6 L’importanza della formazione e dell’addestramento……………….…………...7 Il luogo di lavoro…………………………………………………………………………………8 Cantine………………………………………………………………………………………............9 Presenza di gas asfissianti…………………………………………………………………………10 Frantoio……………………………………………………………………………………...........11 Campagna…………………………………………………………………………………...........12 I rischi connessi all’uso delle attrezzature di lavoro……………………………14 Rischi di origine meccanica…………………………………………………….………....16 Il rischio da ribaltamento…………………………………………………………………...........18 Rischi di origine fisica………………………………………………………………….……20 Rumore……………………………………………………………………………………………..........21 Vibrazioni……………………………………………………………………………………………….22 I rischi chimici………………………………………………………………………………….23 3 Premessa Nella logica gestionale d’impresa, il fattore lavoro, riveste un ruolo molto importante. Questo fattore si è evoluto nel tempo, soprattutto in relazione al diverso e maggior peso che le risorse umane hanno assunto nell’impresa. Se consideriamo l’aspetto economico, l’impiego del fattore lavoro, origina un costo che è stato ed è un onere determinante della combinazione produttiva. Questo fattore oggi deve essere considerato come un costo fisso della produzione per una ragione fondamentale: in un ambiente produttivo ad elevata tecnologia, il fattore lavoro non è più sostitutivo delle macchine, ma ne costituisce un elemento complementare. Per far sì che la risorsa umana venga utilizzata con efficacia, c’è bisogno che essa venga organizzata, tutelata, formata ed addestrata. Perciò bisogna individuare: i compiti e le mansioni che devono essere svolte; le unità organizzative alle quali assegnare compiti e mansioni; le relazioni che intercorrono fra le unità organizzative; il livello di responsabilità di ciascuna unità. E’ altresì necessario collocare la risorsa in un ambiente di vita di lavoro tutelato, dove l’organizzazione e la prevenzione sono concetti fondamentali all’interno di un percorso di miglioramento e di evoluzione, sempre con meno rischi e con più cautele condivise. 4 Organizzazione del lavoro-­‐definizioni Quando si parla di sicurezza nei luoghi di lavoro e tutela dei lavoratori, si introducono importanti definizioni: «PREVENZIONE»: il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno. «SALUTE»: stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità. «VALUTAZIONE DEI RISCHI»: valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito dell’organizzazione in cui essi prestano la propria attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza. «PERICOLO»: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni. «RISCHIO»: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione. «FORMAZIONE»: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi. «INFORMAZIONE»: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro. «ADDESTRAMENTO»: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro. 5 Il ruolo della prevenzione sull’organizzazione lavorativa Quando si parla di prevenzione si parla prevalentemente di misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro; queste misure incidono prevalentemente sul complesso organizzativo e vanno ad interessare sia i processi produttivi che le scelte aziendali e i lavoratori. Secondo anche quanto previsto dalle leggi in vigore, le principali misure di tutela sono: ü la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza all’interno dell’attività lavorativa; ü la programmazione della prevenzione, mirata ad integrare in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell’azienda nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro; ü l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo, alla fonte, in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico; ü il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo; ü la sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso; ü la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio; ü l’utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro; ü la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale; ü il controllo sanitario dei lavoratori; ü l’allontanamento del lavoratore dall’esposizione al rischio per motivi sanitari inerenti la sua persona e l’adibizione, ove possibile, ad altra mansione; 6 ü
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l’informazione e la formazione adeguate per i lavoratori, per i dirigenti e i preposti, per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; le istruzioni adeguate ai lavoratori; la partecipazione e la consultazione dei lavoratori e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza la programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, anche attraverso l’adozione di codici di condotta e di buone prassi; le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato; l’ uso di segnali di avvertimento e di sicurezza; la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alla indicazione dei fabbricanti. L’importanza della formazione e dell’addestramento Nella legislazione degli anni ’50 il lavoratore veniva considerato un soggetto passivo quasi una parte della macchina che doveva essere addestrato all’esecuzione ripetitiva. Solo con il tempo si è compreso che l’approccio tecnicistico delle leggi sulla sicurezza non sanavano gli eventi pericolosi spesso derivanti da comportamenti imprudenti e da scarsa informazione e inadeguato addestramento. Negli anni ‘80 e ’90 si è appresa realmente l’importanza della necessità di un sistema applicativo delle leggi sulla sicurezza sul lavoro, che mettesse al centro dell’interesse l’uomo in quanto lavoratore. Questo ha portato a intervenire sul lavoratore attraverso azioni di • informazione • formazione • educazione • sensibilizzazione. 7 La grande novità è quella di introdurre una sicurezza OGGETTIVA, ovvero tecnologica (impianti, macchine, processi automatizzati efficaci, etc.), ed una sicurezza SOGGETTIVA, ovvero basata solo ed esclusivamente sulla specializzazione e preparazione dell’uomo al lavoro. Il luogo di lavoro Il luogo di lavoro è ai fini della prevenzione il luogo destinato ad ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno di un’azienda o di un’unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro. In un’azienda agricola le attività sono di regola svolte • al chiuso all’interno delle strutture rurali a servizio dell’azienda • all’aperto, ovvero nei campi e nelle foreste secondo la destinazione e l’ indirizzo produttivo dell’azienda stessa. Fra gli ambienti al chiuso individuiamo • agriturismo (cucine, camere, sale, etc.) • cantina e frantoio • stalle • magazzini e depositi in genere (inclusi depositi di stoccaggio dei prodotti e delle sostanze chimiche) • fienili • rimessaggio delle macchine ed officina, sale tecniche destinate alla trasformazione ed alla conservazione (sale mungitura, essiccatoio, etc.). Questi ambienti si caratterizzano per il fatto che, almeno in una o anche in più occasioni nel ciclo di lavoro, non solo sono frequentati ma all’interno vi vengono effettuate lavorazioni o processi. Di seguito riportiamo alcuni esempi di attività espletate all’interno di alcuni degli ambienti principali che possono caratterizzare un’azienda sulla base del proprio ciclo produttivo. 8 CANTINE Le cantine sono ambienti all’interno dei quali le lavorazioni sono effettuate secondo stagione ed in processi e cicli che potremmo definire come abituali. Le lavorazioni in cantina seguono un preciso ordine e processo e mettono in compartecipazione oltre agli operai, nella fase di vendemmia e di preparazione ed immagazzinamento del prodotto, anche impianti ed attrezzature complesse; solo nelle cantine e nelle aziende organizzate impianti ed attrezzature hanno una posizione fissa; nelle aziende più piccole il luogo di lavoro viene allestito in occasione delle attività; questo se da una parte comporta una variazione ed organizzazione degli ambienti di lavoro sulla base anche di necessità del momento, implica anche la necessità di controlli preventivi su macchine e su attrezzature che devono essere effettuati prima di ogni messa in servizio, al contrario degli impianti fissi che sicuramente saranno oggetto di verifiche e controlli più organizzati nel tempo. Fra i rischi individuati nell’ambiente e durante le lavorazione, abbiamo sicuramente: • rischi legati alla pavimentazione scivolosa, alla presenza di corrugati ed altre attrezzature collocate nell’area di lavoro, e quindi in generale un rischio di tipo infortunistico • rischi meccanici derivanti dal contatto con macchine ed attrezzature • rischi di natura elettrica, aggravati anche dalla presenza di un ambiente che durante le lavorazioni si presenta bagnato ed umido • esposizione a rumore • esposizione nell’uso di sostanze e prodotti • esposizione ad altri rischi come ad esempio quello derivante dal rischio di caduta dall’alto in caso in cui non siano presenti camminamenti protetti e gli operatori debbano gestire le attività su scale semplici portatili. Vie di circolazione, zone di pericolo, pavimenti e passaggi, impianti e dotazioni di emergenza I pavimenti devono essere regolari ed uniformi, tenuti sgombri da materiali che ostacolano la normale circolazione di persone e/o mezzi movimento merci, non devono presentare buche o sporgenze pericolose e devono essere mantenuti puliti al fine di evitare il rischio di scivolamenti e cadute. Tutto il luogo di lavoro deve essere dotato • di segnaletica di sicurezza (pericolo, obbligo, divieto, sicurezza ed antincendio) • di mezzi mobili antincendio • di dotazione per eventuali medicazioni 9 •
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di dotazioni – ove necessario – per l’attivazione di soccorsi di illuminazione naturale, di illuminazione artificiale sufficiente e di dotazione di illuminazione di emergenza. L’uso di lampade portatili deve prevedere la disponibilità di installazioni a bassa tensione. Presenza di gas asfissianti Sicuramente uno degli elementi di maggiore criticità che si manifesta durante i processi di lavoro in cantina, è dato dalla presenza di anidride carbonica che si genera durante le fasi di fermentazione. L’anidride carbonica è un gas, che oltre a rischiare di saturare gli ambienti privi di una ventilazione e di un’areazione permanente, può stazionare in ambienti confinati (come ad esempio i vasi vinari) ed essere un grave rischio per gli operatori. Il rischio di asfissia quindi si presenta in tutte le atmosfere povere di ossigeno; l’effetto ad alte concentrazioni può essere narcotico e quindi la vittima non ha le percezione di quello che sta accadendo per cui passa rapidamente allo stato di incoscienza e, se non viene soccorsa in tempo, subisce danni permanenti o muore. 10 Relativamente ai problemi legati al rischio meccanico – quindi rischi infortunistici – e/o ai rischi di tipo fisico come il rumore e di tipo chimico si rimanda alle sessioni della presente pubblicazione. Per quanto attiene le la riduzione del rischio da concentrazione di gas asfissianti in cantina è necessario attuare misure cautelative preventive per cui si deve • assicurare aerazione permanente dei luoghi di lavoro • limitare la concentrazione di gas pericolosi in ambienti e luoghi confinati • se possibile assicurare aerazione anche sulla pavimentazione in modo da allontanare velocemente eventuali concentrazioni. E’ necessario inoltre • prima di ogni processo all’interno dei vasi vinari (es. pulizia e rimozione delle vinacce), assicurare l’apertura delle vasche, immettere aria salubre allontanando i gas presenti (utilizzare estrattori, ventilatori, etc.), ed attendere prima di accedere al luogo; in questi casi è il caso di introdurre un ossimetro come dispositivo manuale di rilevamento della concentrazione di ossigeno • accertarsi che l’apertura di accesso dei vasi abbia dimensioni adeguate per consentire l’agevole recupero di una persona priva di sensi • formulare e disporre procedure scritte e dettagliate per ogni fase di lavoro • individuare le persone e le competenze; • assicurare squadre composte da almeno 2 persone; • disporre e utilizzare apparecchi per la protezione delle vie respiratorie adatti al rischio (autorespiratori, non dispositivi a filtro); ); • assicurare formazione e addestramento adeguati degli operatori; • formulare e diffondere procedure scritte e dettagliate per gli interventi di emergenza e soccorso; • assicurare un’adeguata preparazione degli addetti aziendali per il Primo Soccorso. FRANTOIO Le lavorazioni in frantoio, a differenza di quelle in cantina, sono caratterizzate dalla presenza di un ambiente di lavoro la cui organizzazione in termini di attrezzatura e di impianti installati viene definita in sede di realizzazione del luogo stesso, con sicuramente meno problemi dovuti alla collocazione e dislocazione di quanto necessario per il processo di lavorazione e trasformazione. I rischi individuati sono comunque riconducibili a quelli citati per la cantina. 11 CAMPAGNA I lavori effettuati in campagna sono difficili, complessi e faticosi in quanto riconducibili ad attività che vengono influenzate da una molteplicità di variabili non riscontrabili in altri ambiti lavorativi. Le lavorazioni sono effettuate prevalentemente con mezzi meccanici semoventi. In alcuni casi sono, invece, eseguite a terra con operai che effettuano attività manuali o eventualmente con attrezzature (utensili d’uso comune, motosega, decespugliatore per la raccolta delle olive, etc.). L’organizzazione del lavoro riveste un ruolo fondamentale per una corretta gestione degli interventi di prevenzione; infatti è necessario che il datore di lavoro predisponga tutte le misure opportune volte ad integrare in modo coerente le condizioni tecniche, produttive ed organizzative dell’azienda, nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente nel quale si opera. Le componenti che concorrono ad una efficace organizzazione del lavoro in ambito agricolo e forestale sono: •
la conoscenza dell’ambiente nel quale si andrà ad operare •
l’individuazione di tecniche di lavoro adeguate •
la scelta e l’uso di macchine ed attrezzature idonee al lavoro da •
svolgere •
l’adozione di procedure operative •
la scelta e l’uso di dispositivi di protezione individuali •
l’informazione, la formazione e l’addestramento degli operatori. 12 Secondo questa imposizione il lavoro deve essere considerato come un processo costituito dai seguenti elementi: -­‐ l’uomo -­‐ l’ambiente nel quale interagisce -­‐ le macchine e le attrezzature impiegate per svolgere le lavorazioni -­‐ le modalità e le procedute che regolano tali interazioni. Di seguito richiamiamo alcuni dei rischi connessi alle attività in campagna ed in occasione di impiego di mezzi meccanici. RISCHIO POSSIBILE DANNO INTERVENTO Rischio da ribaltamento del mezzo semovente, per lavorazioni su superfici declivi. Schiacciamento dell’operatore sotto il mezzo meccanico Uso di cabine o archi di protezione, omologate e di adeguata resistenza; uso delle cinture di trattenuta; lavorazioni su terreni declivi rispettando la pendenza e la capacità di stabilità del mezzo e della attrezzatura utilizzata. Rischio meccanico nell’uso di mezzi ed attrezzature. Rischio infortunistico da urti, colpi, impatti e rischio da cesoiamento. Utilizzo di attrezzature con tutti i dispositivi di sicurezza necessari; rispettare le indicazioni del libretto d’uso; non rimuovere le protezioni ed usare se necessario i DPI (dispositivi di protezione individuali). Nelle lavorazioni in campagna e nel rapporto con mezzi e con attrezzature è importante il livello di formazione e di addestramento dell’operatore impegnato in azienda. 13 I rischi connessi all’uso delle attrezzature di lavoro Un’attrezzatura di lavoro è una qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all’attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro; l’uso di una attrezzatura di lavoro è intesa come qualsiasi operazione lavorativa connessa ad una attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio o fuori servizio, l’impiego, il trasporto, la riparazione, la trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio. La legge introduce altri importanti definizioni utili ai fini di una analisi del rischio nell’ambito delle attività di prevenzione: zona pericolosa = qualsiasi zona all’interno ovvero in prossimità di una attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso, lavoratore esposto = qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o in parte in una zona pericolosa, operatore = il lavoratore incaricato dell’uso di una attrezzatura di lavoro. All’interno di un’attività agricola cosa troviamo: ATTREZZATURE per la lavorazione del terreno (es.) • trattrici agricole • attrezzature discissorie e per la lavorazione del terreno • attrezzature per la distribuzione prodotti fitoiatrici. ATTREZZATURE per lavorazioni manuali (es.) • attrezzature elettromeccaniche, meccaniche, pneumatiche o elettriche da taglio • attrezzature elettromeccaniche per la pulizia • attrezzi manuali d’uso comune. 14 ATTREZZATURE per la cantina (es.) • impianti per la preparazione del prodotto • pompe • presse • altro Quali rischi emergono durante l’impiego delle predette attrezzature e su quali elementi noi dobbiamo impostare un programma di valutazione e relativa prevenzione? I rischi di seguito, poi in parte dettagliati, sono principalmente: rischi di origine meccanica nell’impiego dell’attrezzatura e nello specifico -­‐ contatto diretto con organi in lavorazione non protetti (ad esempio flagelli in lavorazione sul terreno) -­‐ contatto diretto con organi di trasmissione del moto (ad esempio il giunto cardanico) -­‐ urti con parti delle macchine semoventi -­‐ urti con parti delle attrezzature meccaniche -­‐ investimento rischi di origine fisica -­‐ rumore -­‐ vibrazione rischi di origine chimica in fase di trattamento o durante la pulizia delle attrezzature impiegate per i trattamenti rischi di origine minerale o vegetale, per la produzione di polvere o la dispersione di potenziali agenti allergenici rischi a danno della salute (oltre all’impiego di prodotti chimici, si annovera anche il carico di lavoro fisico). Oltre a ciò e rientrante nell’ambito dei rischi delle attrezzature meccaniche ci sono quelli criticamente più pericolosi che sono ad esempio il ribaltamento del mezzo operatore (trattrice, cingolato, mietitrebbia, mezzo semovente in genere). 15 RISCHI DI ORIGINE MECCANICA Partiamo con un esempio: l’albero cardanico è da considerarsi l’imputato nr. 1 responsabile di incidenti gravissimi, a causa della presa e del trascinamento in quanto organo di trasmissione in movimento. Questo tipo di infortunio, spesso con esiti molto gravi o mortali, è causato dagli indumenti del lavoratore che se caratterizzati, ad esempio, da cinghie o fettucce, restano impigliati alle parti in movimento dell’albero; questo può accadere, tuttavia, anche nel caso di cinghie, pulegge, oltre appunto alle prese di forza e giunti cardanici, prive di adeguate protezioni. La presa di forza della trattrice, sulla quale si inserisce la trasmissione cardanica, deve essere provvista di una protezione a scudo posta superiormente e lateralmente. Quando la presa di forza della trattrice non è utilizzata è necessario proteggerla ulteriormente con un cappuccio metallico o di plastica o con una difesa equivalente. Il giunto cardanico invece deve essere provvisto di una protezione lungo tutto l’asse del giunto, nonchè ai capi dello stesso dove è presente lo snodo che è accoppiato alla trattrice ed alla operatrice. Il giunto così protetto deve inserirsi dentro la protezione della trattrice, consentendo comunque le fasi di inclinazione necessarie. 16 Alla luce di ciò la prevenzione dal rischio meccanico si otterrà: • proteggendo ogni organo di trasmissione del moto • indossando abbigliamento idoneo. Tutti gli organi in movimento, riferendosi anche a quelli di tipo discissorio, o ai flagelli (lame, coltelli etc.), propriamente detti, che intervengono nella lavorazione del terreno, devono risultare protetti da carter e griglie. La funzione di tali protezioni è quella di -­‐ limitare il rischio diretto di trauma da cesoiamento -­‐ limitare l’azione traumatica della proiezione di oggetti lavorati (sassi) -­‐ limitare il contatto con superfici riscaldate. In alcuni casi (a dire il vero pochi nell’ambito delle attrezzature agricole) il carter protettivo è in parte un elemento in grado di variare la emissione sonora dell’attrezzatura, contribuendo ad attenuare l’esposizione giornaliera al rumore dell’operatore. Altre protezioni caratterizzano le macchine e le attrezzature: ad esempio il motore di una trattrice deve risultare protetto con una griglia o comunque con parte della carrozzeria, al fine di limitare i rischi e i danni da ustione per contatto, per l’alta temperatura del motore; stessa cosa è da assicurare per la marmitta anche essa da proteggere nel suo lato scoperto e raggiungibile. Un altro elemento di rischio meccanico è dato dalla stabilità -­‐ Le macchine devono essere progettate per essere stabili quando sono parcheggiate su un terreno duro. A tal proposto le operatrici, per le quali è più evidente una caduta o un rovesciamento per mancanza di adeguati supporti, devono essere dotate di piedini ed elementi che assicurino una stabilità in caso di stazionamento e che, al tempo stesso, agevolino le operazioni di accoppiamento e disaccoppiamento con la trattrice. Tutte le attrezzature semoventi dotate di cabina o postazione di comando, devono poter assicurare la salita e la discesa da tale postazione in maniera sicura e senza rischi per l’operatore. 17 Si contano infatti fra le lesioni di origine prettamente meccanica, la caduta o lo scivolamento per assenza o cattiva condizione del predellino di salita al posto comando, o per assenza o rottura delle maniglie. La presenza del predellino deve essere sempre accompagnata da maniglioni per aiutarsi a salire o scendere; sui mezzi di proporzioni più considerevoli il predellino è sostituito interamente dalla scala con apposito corrimano Nelle trattrici agricole e nelle attrezzature semoventi non rientranti nella categoria, come nel caso di attrezzature anche di tipo portato per le quali sono previste leve di regolazione, innesto e funzionamento, i comandi manuali in questione devono rispettare le norme di progettazione per quanto attiene alla loro collocazione, alle forze di azionamento, ai segni grafici. Le leve di regolazione (es. le leve della centralina del distributore idraulico) devono essere protette contro gli urti accidentali che possono essere causa anche di gravi incidenti. IL RISCHIO DA RIBALTAMENTO Il rischio da ribaltamento può avvenire principalmente per rovesciamento, quindi laterale, anche se non sono da escludere i casi di impennamento. Il ribaltamento per rovesciamento laterale accade a seguito, principalmente, di lavorazioni su terreni declivi, quando la macchina opera secondo le linee di livello (lavorazioni in traverso). Il rischio può avvenire anche a causa di attrezzature accoppiate che trascinano la trattrice in assenza di adeguati apprestamenti che proteggono, ma soprattutto impediscono che tale condizione possa verificarsi. Il meccanismo vede la trattrice o altro mezzo semovente che perde stabilità nel momento in cui la proiezione del baricentro sul terreno cade fuori dalla sua base di appoggio. 18 In certe condizioni di lavoro, come ad esempio nel caso di trasporto di carichi con l’ausilio di supporti quali il carrello, una causa del ribaltamento può essere la rottura di parti meccaniche quali il cambio, un semiasse, il differenziale o la fuoriuscita della marcia conseguente ad usura del sistema di innesto. Da qui l’esigenza inderogabile di una sempre e puntuale manutenzione di tipo periodico preventivo. Le precauzioni da adottare contro il rischio da ribaltamento sono: -­‐ la tecnica di lavorazione a rittochino, cioè lungo le linee di massima pendenza -­‐ il procedere con gli attrezzi mantenuti verso monte -­‐ la scelta di potenze adeguate in relazione alle attrezzature impiegate Secondo gli elementi che sono stati esaminati, per entrare nel merito dei fattori che in qualche modo partecipano al rischio in esame, si individuano: -­‐ caratteristiche costruttive (errata distribuzione del peso, carreggiata stretta, posizione alta del baricentro) -­‐ caratteristiche operative (zavorre errate, sforzi di trazione elevati, posizione alta del gancio di trazione) -­‐ caratteristiche ambientali (terreno bagnato, pendenza eccessiva, presenza di fossette, canali, ingombri, avvallamenti). L’impennamento al contrario avviene usando trattrici a ruote, leggere, corte e con attrezzature trainate. Può essere anche provocato dall’uso di attrezzi portati, durante i ritorni a vuoto in salita, quando il peso grava sulla parte posteriore della macchina operatrice. L’impennamento si può prevenire con: -­‐ trattrici più pesanti, con baricentro spostato in avanti, barra di trazione bassa e articolata, per le lavorazioni in pendenza -­‐ l’adozione dell’attacco a tre punti (nell’aratura in questo modo l’impennamento diventa impossibile) -­‐ la graduazione delle partenze e l’innesto della frizione -­‐ l’eliminazione di impedimenti per l’attrezzo trainato durante l’avanzamento -­‐ la zavorratura anteriore del mezzo. 19 La tecnologia con il passare degli anni ha aiutato la scelta di accorgimenti di tutela, con l’introduzione di strumentazioni e accorgimenti elettromeccanici, idraulici ed altro, anche se alla fine la protezione di tipo passivo si è rilevata la più congeniale. Infatti la norma stabilisce, per le trattrici agricole, l’introduzione di telai di protezione e l’introduzione dei sistemi di ritenzione dell’operatore alla poltrona (cinture di trattenuta). In relazione ai diversi tipi di trattrici, questi dispositivi possono essere di varie forme e dimensioni ma devono comunque superare le prove di omologazione previste. L’installazione dei dispositivi di protezione contro il ribaltamento è obbligatoria. Quindi, per limitare i danni all’operatore in caso di ribaltamento, le trattrici devono essere dotate di una struttura di protezione omologata che garantisca una zona di sopravvivenza. Il telaio di protezione, come anche la cabina che viene montata attorno al telaio, deve essere provvisto di una targhetta sulla quale sono riportati gli estremi dell’omologazione e del laboratorio che ha provveduto ad effettuarla. RISCHI DI ORIGINE FISICA Gli agenti fisici sono il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche, il microclima e le atmosfere iperbariche che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Nell’ambito della presente pubblicazione saranno trattati principalmente rumore e vibrazioni. 20 Rumore. Conseguenze del rumore. L’esposizione al frastuono, soprattutto per periodi prolungati, può causare una perdita dell’udito indotta dal rumore. L’esposizione prolungata ai rumori agricoli può comportare una perdita permanente dell’udito, a meno che non si adottino misure di controllo. Il rumore può inoltre causare ulteriori disturbi e interagire con gli altri pericoli presenti sul luogo di lavoro aumentando il generale livello di rischio per i lavoratori. Il rumore può: -­‐ causare stress con conseguenti esiti negativi sulla salute (ad esempio, ipertensione, depressione), -­‐ provocare infortuni dal momento che comunicazione e segnalazioni acustiche sono rese più difficili dal rumore, -­‐ interagire con sostanze chimiche danneggiando l’orecchio e causando sordità. La perdita dell’udito indotta dal rumore non è curabile, ma si può prevenire. Nel lavoro è obbligatorio prevenire o ridurre l’esposizione dei lavoratori al rumore. L’unità di misura utilizzata per il rumore è dB(A) ; nelle attività lavorative sono stabiliti dei valori limite di esposizione e dei valori di azione (ovvero dei limiti introdotti e necessari a stabilire cosa è necessario attuare per la tutela del lavoratore); Il lavoratore esposto al rumore ha sicuramente necessità di • attrezzature idonee per svolgere il proprio lavoro in sicurezza e a tutela della propria salute • un’adeguata informazione ed un adeguato addestramento per espletare la propria attività in sicurezza e a tutela della propria salute; il lavoratore inoltre, secondo l’importanza data al livello di esposizione al rumore prodotto nell’esercizio della sua attività • può essere sottoposto a visita medica annuale (per garantire in via preventiva la salute del proprio udito) • può essere obbligato ad introdurre delle protezioni per l’orecchio che sono cuffie o inserti auricolari. 21 Al fine di determinare una corretta condizione di esposizione, è bene misurare il livello di rumore prodotto da una macchina, come anche da un processo o un impianto; a tal proposito è utilizzato un fonometro, ovvero uno strumento elettronico che reagisce al suono in maniera simile a quella dell’orecchio umano. Vibrazioni Conseguenze delle vibrazioni. L’esposizione alle oscillazioni, soprattutto per periodi prolungati, nell’uso delle attrezzature manuali può causare disturbi muscolari. L’esposizione prolungata alle vibrazioni nell’uso delle attrezzature semoventi può portare a particolari lombalgie e traumi al rachide,. La vibrazione può, inoltre, causare ulteriori disturbi e interagire con gli altri pericoli presenti sul luogo di lavoro aumentando il generale livello di rischio per i lavoratori. Nel lavoro è obbligatorio prevenire o ridurre l’esposizione dei lavoratori alle vibrazioni prodotte • nell’utilizzo di attrezzature manuali (vibrazioni al sistema mano-­‐braccio) • nell’utilizzo di attrezzature semoventi (vibrazioni al corpo intero). L’unità di misura utilizzata per determinare le vibrazioni è m/s2; nelle attività lavorative sono stabiliti dei valori limite di esposizione e dei valori di azione (ovvero dei limiti introdotti e necessari a stabilire cosa è necessario attuare per la tutela del lavoratore). 22 Il lavoratore esposto ha sicuramente necessità di • attrezzature idonee per svolgere il proprio lavoro in sicurezza e a tutela della propria salute • un’adeguata informazione ed un adeguato addestramento per espletare la propria attività in sicurezza e a tutela della propria salute. Il lavoratore inoltre, secondo l’importanza data al livello di esposizione nell’esercizio della sua attività, può essere sottoposto a visita medica annuale (per misurare in via preventiva la salute del proprio udito). A differenza dell’esposizione al rumore, le vibrazioni rispetto ai limiti imposti, possono creare non poche difficoltà organizzative per il lavoro; infatti mentre è possibile che il livello massimo (per il rumore) sia abbondantemente superato, con l’adozione di adeguate protezione dell’orecchio che riducono considerevolmente l’esposizione, per le vibrazioni non è consentito il superamento del valore limite. Al fine di determinare una corretta condizione di esposizione, è bene misurare il livello di vibrazioni prodotto da una macchina, come anche da un’attrezzatura; a tal proposito è utilizzato un vibrometro, ovvero uno strumento elettronico che reagisce alle vibrazioni delle attrezzature sulle quali viene installato, e per questo utilizza appositi sensori. I RISCHI CHIMICI Sono agenti chimici tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati, smaltiti, (compreso lo smaltimento come rifiuti), mediante qualsiasi attività lavorativa, prodotti intenzionalmente o no e che risultino immessi o meno sul mercato. In un’attività agricola gli agenti chimici in esame sono: • prodotti impiegati per la cura delle colture, per la loro nutrizione o per il trattamento e la eliminazione di piante indesiderate • prodotti per la pulizia degli ambienti di lavoro • prodotti per la trasformazione dei prodotti • prodotti per la manutenzione delle macchine e delle attrezzature, come anche prodotti per l’alimentazione di macchine ed attrezzature (es. gasolio). 23 Nell’ambito dell’attività la pericolosità del prodotto utilizzato è data non solo dalle sue caratteristiche chimico/fisiche, ma anche dalle modalità di impiego, dal livello e dal tempo di esposizione, dalle attrezzature utilizzate e dall’organizzazione del lavoro che vogliamo svolgere. Ad oggi i prodotti si presentano quali: 1) prodotti in grado di esporre ad una tossicità acuta cioè la capacità di provocare in 48 ore effetti dannosi su un organismo animale esposto. Tale tossicità può essere conseguita per via orale, dermale (contatto con la pelle) e per inalazione; 2) prodotti in grado di esporre ad una tossicità cronica o a lungo termine cioè la capacità di un prodotto fitosanitario di provocare danni alla salute dopo esposizioni prolungate o ripetute anche a basse dosi. Questa tossicità potrebbe essere l’origine per una malattia professionale, e quindi indurre a quella che viene definita “tecnopatia”. Alla classificazione dei prodotti al fine di determinare e rendere immediatamente riconoscibile la pericolosità ed il livello di tossicità, si associa una simbologia convenzionale come di seguito riportata. 24 Vi possono essere ulteriori caratteristiche di pericolosità in base alle proprietà fisico-­‐chimiche dei prodotti. Ad esempio sono classificati come altamente infiammabili i prodotti che: 1. a contatto con l’aria o a temperatura normale possono infiammarsi per la rapida azione con l’atmosfera 2. allo stato liquido possono infiammarsi per la rapida azione di una sorgente di accensione e continuano a bruciare anche dopo l’allontanamento dalla sorgente stessa 3. allo stato liquido hanno il punto di infiammabilità inferiore ai 21°C 4. allo stato gassoso si infiammano a contatto con l’aria o a pressione normale 5. a contatto con l’acqua e l’aria umida sprigionano gas facilmente infiammabile e in quantità pericolose. Da qualche anno si sta parlando di REGOLAMENTO CLP / GHS, ovvero dall’inglese • Classification, Labelling and Packing of Substances and Mixtures (EU) • Global Harmonised System of Classification and Labelling of Chemicals (UN). Si tratta di un regolamento emesso al fine di raggiungere un’univoca classificazione ed etichettatura a livello mondiale di sostanze e miscele. Il regolamento entrerà a pieno regime (secondo lo scadenzario imposto dal regime di unificazione) solo al metà del 2017 Come intende raggiungere l’obiettivo il regolamento CLP / GHS? • sostituzione degli attuali sistemi di classificazione • introduzione in paesi ancora privi di un sistema di classificazione. I principi fondamentali della classificazione ed etichettatura rimangono gli stessi; sono di fatto quindi considerate: • le caratteristiche intrinseche • la suddivisione dei rischi in 3 categorie: – rischi fisici – rischi per la salute – rischi per l’ambiente. 25 Fra le novità, oltre all’univoca classificazione ed etichettatura di sostanze e miscele, ci sono • l’introduzione di nuovi simboli che andranno a sostituire (già da ora) i vecchi simboli ai quali eravamo abituati • l’introduzione di un nuovo avviso di pericolo ambientale; fino ad oggi l’unico simbolo era relativo alla pericolosità per l’ambiente e per gli organismi acquatici, oggi è introdotta la pericolosità anche per l’ozono • la sostituzione delle frasi di rischio “R” con le frasi “H” che stanno ad indicare “HAZARD STATMENT” • la sostituzione dei consigli di prudenza “S” con le frasi “P” che stanno ad indicare “PRECAUTIONARY STATMENT”. Una modifica che sarà apprezzata, fra le diverse misure attuate, sarà quella di una revisione della simbologia già di fatto presente in nuove etichette. Dal classico simbolo di colore nero in campo arancione, avremo il simbolo nero all’interno di un rombo bianco, bordato di rosso. Sparirà la croce di Sant’Andrea, sostituita dal punto esclamativo e dall’immagine dell’uomo. 26 Nell’acquisto di un prodotto è importante verificare che la confezione sia accompagnata dalla etichetta all’interno della quale sono riportate • designazione o nome commerciale del preparato; • nome e indirizzo completi, compreso il numero di telefono, del responsabile dell’ immissione sul mercato stabilito all´interno della Comunità, che può essere il fabbricante, l’importatore o il distributore; • nome chimico della/e sostanze presenti nel preparato; • i simboli riportati sopra e le indicazioni dei pericoli che presenta il preparato; • un richiamo a rischi specifici derivanti dai pericoli indicati mediante i simboli; • la natura dei rischi specifici, determinati dall’uso delle sostanze, • attraverso le indicazioni delle frasi di RISCHIO (FRASI R); • i consigli di prudenza (FRASI S) • il quantitativo del contenuto per confezione. Ogni prodotto è accompagnato dalla scheda di sicurezza che deve essere presente in azienda e a disposizione immediata di ogni utilizzatore del preparato. La scheda di sicurezza è importante anche nel caso in cui un incidente abbia obbligato il ricovero ospedaliero. Nella scheda di sicurezza sono riportate 16 informazioni necessarie ai fini del corretto utilizzo, ed ai fini anche delle attività sia di emergenza che di trasporto. Inoltre la scheda di sicurezza raccoglie – oltre ad altre informazioni utili – anche le frasi di rischio “R” e di prudenza “S” necessarie all’utilizzatore. 27 La struttura della scheda di sicurezza deve essere composta dai seguenti 16 punti obbligatori: 1.
Identificazione della sostanza/preparato e della società/impresa 2.
Identificazione dei pericoli 3.
Composizione/informazioni sugli ingredienti 4.
Misure di primo soccorso 5.
Misure antincendio 6.
Misure in caso di rilascio accidentale 7.
Manipolazione e immagazzinamento 8.
Controllo dell’esposizione/protezione individuale 9.
Proprietà fisiche e chimiche 10. Stabilità e reattività 11. Informazioni tossicologiche 12. Informazioni ecologiche 13. Considerazioni sullo smaltimento 14. Informazioni sul trasporto 15. Informazioni sulla regolamentazione 16. Altre informazioni 28 Come già accennato in precedenza, le sostanze o i preparati impiegati nei cicli di lavoro possono essere intrinsecamente pericolosi o risultare pericolosi in relazione alle condizioni di impiego. Nel caso dell’attività agricola possiamo dire che l’esposizione ai prodotti chimici può avvenire per -­‐ ACCADIMENTO ACCIDENTALE (sversamenti, perdite, etc.) -­‐ NORMALE PRESENZA ed IMPIEGO (trattamenti, manutenzioni, pulizie, etc.). L’informazione, la formazione, il costante e rigoroso rispetto delle precauzioni, l’efficienza degli impianti, delle macchine e delle attrezzature, il corretto uso dei DPI(dispositivi di protezione individuali), sono elementi essenziali per un’adeguata prevenzione e protezione durante i diversi processi di lavoro con sostanze. Nel caso dei prodotti chimici per la cura delle coltivazioni, o prodotti per il diserbo, nell’ambito della valutazione del rischio uno degli elementi di maggior rilievo è quello della distribuzione della sostanza – miscelata secondo le indicazioni del produttore – con vari mezzi come : • irroratrici a spalla • barre irroratrici per trattamenti • atomizzatori • dispositivi per diserbi localizzati • distributrici di prodotti granulari • fumigatrici • impolveratrici. Per il lavoratore deputato all’impiego sia dei prodotti che all’utilizzo delle diverse attrezzature, si indica come necessario nell’organizzazione aziendale: •
rispettare le indicazioni d’uso del prodotto • leggere le schede di sicurezza prima dell’utilizzo del prodotto • utilizzare macchine ed attrezzature idonee e periodicamente controllate e tarate • preparare e distribuire i prodotti indossando maschere, guanti, tute e • scarpe chiuse (DPI) • sottoporre il personale a formazione e addestramento periodico • sottoporre il personale a visite mediche annuali. 29 I dispositivi di protezione individuale regolarmente a disposizione dei lavoratori sono per quanto riguarda la protezione delle vie respiratorie e digerenti: • casco • cappuccio ventilato • maschera e semimaschera Per quanto riguarda le protezioni della cute: • tuta • occhiali • guanti • stivali Per una protezione maggiore si possono usare: • cabina pressurizzata • filtri per le vie respiratorie. Infine per una protezione generale che consenta il minore rischio possibile per l’operatore si consiglia il rispetto delle norme igienico-­‐sanitarie per tutti i componenti che vengono usati. 30 BIBLIOGRAFIA Il presente volume è stato realizzato attingendo ed elaborando le informazioni da: • Decreto Legislativo nr. 81 del 9 Aprile 2008 aggiornato ed integrato dal Decreto Legislativo nr. 106 del 3 Agosto 2009 • European Agency for Safety and Health at Work – La valutazione dei rischi (cenni) -­‐ (http://osha.europa.eu/it/topics/riskassessment) • Regione Emilia Romagna (http://www.csa.it/sicuragri/Index.htm) • Dossier Ambiente e Sicurezza – Associazione Ambiente e Sicurezza • Dossier 94 – Associazione Ambiente e lavoro – AGENTI CHIMICI • Provincia Autonoma di Bolzano -­‐ Alto Adige (website) • INAIL • Sicurezza in Agricoltura – di Alberto Cappelli, Massimo Coscia, Antonio di Mambro, Vincenzo Laurendi, Stefano Marsella, Canio Pennuti, Bruno Papaleo (i libri di Ambiente&Sicurezza – Il Sole 24 Ore) Il presente volume è composto da n. 32 pagine ed è consentita la riproduzione gratuita solo nel caso in cui le fonti dalle quali si sono acquisite le informazioni vengano debitamente ed interamente citate, ed altresì sia interamente citata l’organizzazione che ha provveduto alla sua produzione. Si intende, altresì, debitamente e correttamente riprodotto il volume, quando la cornice di ogni pagina risulta completa. Chi ha prodotto il testo non si assume alcuna responsabilità per la violazione delle indicazioni e delle disposizioni sopra introdotte, per l’uso o la diffusione impropria del testo o di parte dello stesso, per l’eventuale vendita a dispetto delle indicazioni prescrittive richiamate. 31 A cura della Classe 3^D Alessandro Baccani -­‐ Andrea Bartolini – Gabriele Biliotti Emanuele Bing – Jacopo Burrini – Lorenzo Falciani – Lorenzo Ferri Neri Garigliani –Simone Giannerini – Irene Giusti – Luca Giusti Anastasia Guagni – Asia Innocenti – Samuele Pacchiella Alessandro Pelli – Neri Puccioni – Tommaso Rossetto -­‐ Sofia Salvadori – Sebastian Santoli – Sara Scheggi – Lorenzo Taccetti Rachele Verduci Coordinamento e didattica: prof. Vieri Baldocci-­‐ insegnante ITAGR Firenze Raniero Manfredi Chiarenza-­‐ Perito agrario e consulente in sicurezza nei luoghi di lavoro Progetto promosso da: MINISTERO ISTRUZIONE UNIVERSITA’ E RICERCA BANDO “CITTADINANZA, COSTITUZIONE E SICUREZZA” 32 
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