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Propaganda
Il termine propaganda viene da propagare cioè diffondere e di per sé non ha alcun significato
negativo. Propagandare una fede corrisponde ad esempio a trasmettere un messaggio di salvezza.
La propaganda nel senso in cui noi la intendiamo noi nasce nel corso della Grande Guerra quando
gli stati maggiori e i governi dei paesi belligeranti, resisi conto della lunghezza della guerra e dei
sacrifici che imponeva incominciarono a sostenere il morale del fronte esterno e del fronte interno
con messaggi che incitavano alla resistenza, promettevano una vittoria sicura e abbastanza
prossima, mescolando verità, mezze verità e menzogne.
Si trattava di agire su due fronti: il proprio e quello dell’avversario. I propri soldati erano spronati a
combattere con le seguenti motivazioni: 1) difesa della patria e della propria famiglia; 2) ferocia dei
nemici che non avrebbero risparmiato nessuno; 2) preparare un avvenire per i propri figli privo di
pericoli e pacifico.
Gli strumenti di cui si serviva questa propaganda erano fogli volanti distribuiti in trincea. Nelle
seconde linee e nel fronte interno si procedeva invece alla demonizzazione dell’avversario dipinto a
fosche tinte, accusato di essere responsabile di efferati eccidi (durante la prima guerra si disse che i
tedeschi tagliavano le mani ai bambini, li crocifiggevano e vennero stampati molti manifesti di
propaganda quanto più crudi possibile)
Sugli avversari la propaganda era posta in atto così. Si stampavano nella lingua dei nemici
manifestini e opuscoli che invitavano i soldati a disertare e a consegnarsi, si sottolineava che i
regimi autoritari disprezzavano la vita degli uomini e si stimolavano le conflittualità etniche negli
eserciti che erano composti da diverse popolazioni. Gli inglesi negli ultimi anni di guerra
rovesciavano ogni giorno 150.000 manifestini e opuscoli sulle retrovie austriache e tedesche
invitando il popolo tedesco a ribellarsi al kaiser. Si ricorse a forme di ricatto morale nei confronti
delle popolazioni ridotte alla fame, come i tedeschi alla fine del conflitto. Venivano lanciati
manifestini che raffiguravano bambini che mangiavano tranquilli nelle zone occupate dagli inglesi
mentre i bambini tedeschi morivano di fame. L’obiettivo era fiaccare il morale.
L’esperienza della guerra fu preziosa in un certo senso per i regimi che nacquero nel dopoguerra e
che intendevano portare nella vita civile quello stesso spirito di lotta e di sacrificio che si era
conosciuto sulle trincee. In altre parole la militarizzazione della società perseguita dal fascismo
italiano e dal nazismo fu il clima in cui si sviluppò la politica propagandistica dei regimi.
Propaganda fascista
Per capire la propaganda nei regimi fascisti bisogna comprendere la natura del regime totalitario,
che non è una semplice dittatura militare alla quale basta l’obbedienza dei cittadini, ma è un sistema
in cui si richiede una costante mobilitazione delle coscienze, una partecipazione convinta a tutto ciò
che lo Stato pone in essere e una partecipazione concreta quando viene richiesta. Il regime
totalitario chiede una adesione totale alla propria ideologia e non si propone di ottenerla con la
convinzione ma piuttosto istillando un atteggiamento di fede, al quale consegua l’obbedienza e la
lotta. «Credere, obbedire e combattere» (comizi Mussolini).
Propaganda fascista
Gli strumenti:
La presenza fisica: sfilate in divisa, bandiere, slogan, musiche, dimostrazioni di forza.
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Bisogna distinguere propaganda di agitazione e propaganda di regime. Propaganda di agitazione
che vuole raggiungere risultati immediati. Si tratta di una propaganda sovversiva nel senso che ha la
necessità di demonizzare chi governa spingere alla ribellione anche violenta contro l’ordine
costituito, suscitando odio sottolineando le frustrazioni del momento di certe classi sociali.
La propaganda di regime dopo il 1926 invece ha un obiettivo diverso, cioè quello di integrare la
massa e il partito che governa, fare in modo che la massa si identifichi in uno stile di vita che il
potere propone.
I bambini e i ragazzi vengono raggruppati in gruppi distinti per fasce d’età: Lo scopo è quello di
trasmettere i contenuti dell’ideologia fascista attraverso attività comuni. A partire dal 1925 un
apposito ufficio coordinò enti culturali, turistici e d’informazione.
I gruppi che vennero formati erano. Figli della lupa, balilla, avanguardisti, giovani fascisti, gruppi
universitari fascisti. I dopolavoro.
Riunioni, esercizi ginnici, premilitari, cerimonie, gare sportive.
Uso della radio. Discorsi del Duce diffusi dovunque. Nasce l’EIAR (episodio inaugurazione). Lo
stato si impegna in finanziamenti consistenti agli enti e ai privati che acquistano radio. Viene
istituito il canone e tutte le scuole vengono fornite di radio, come anche le case del fascio e i
dopolavoro).
Istituto Luce produce cinegiornali e documentari.
Cinematografia che esaltava la romanità, i destini imperiali dell’Italia, ma anche valori come l’odio
per il nemico.
I giornali sono controllati dall’Agenzia Stefani che forniva i testi ufficiali dei discorsi del Duce o di
qualunque altra personalità di spicco e dalle veline. Vedi veline. Funzione svolta prima dal
Ministero della stampa poi dal 1937 dal MINCULPOP (giornali, editoria, cinema, teatro e radio). I
giornali più fidati erano finanziati con sussidi. Quelli disobbedienti sequestrati.
Le adunate di massa. Psicologia della massa. Simboli e rituali individuano qualcosa in cui tutti si
riconoscono in un determinato momento.
Partecipazione popolare al raggiungimento di obiettivi. La battaglia del grano o la quota 90 o l’oro
per la patria. La percezione della comunità nazionale come una grande famiglia basata sul valore
della subordinazione. Il rafforzamento dell’identità di un popolo attraverso la rivalutazione dei suoi
valori fondanti, come la famiglia, la Chiesa, il ritorno alla terra, l’ordine.
Perché la propaganda funziona? Nel caso del fascismo quando fa presa su debolezze o sentimenti
popolari. Esempio dell’immagine di Mussolini in tasca come un santino. Oppure la mancanza di
unità di cui soffriva il sentimento italiano.
La propaganda non funziona sempre. Per esempio gli italiani non accettarono la messa al bando
della musica che veniva dall’America, il jazz, benché fosse formalmente condannata, o i primi film
western, non accettarono in buona parte il razzismo e anche la guerra, la subirono per la pressione
che il regime era in grado di esercitare su di essi.
Propaganda nazista.
Goebbels in una lezione dice che il propagandista deve:
«prima di tutto farsi notare; non importa se ti ameranno o odieranno: l’odio si trasforma facilmente
in amore;
fare in modo che chi lo ascolta possa dire: ecco era questo il problema che avevo e che non ero in
grado di capire;»
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Nel 1933 nasce la Camera per la cultura del Reich.
Dai sei ai dieci anni i bambini subivano un apprendistato. Avevano un libretto personale in cui
erano indicati i progressi e le capacità.
A dieci anni c’era un esame di atletica, campeggio e storia nazificata e si entrava a far parte del
Giovane popolo.
A quattordici anni si entrava a far parte della Gioventù hitleriana fino ai diciotto anni.
Poi si faceva un anno di lavoro obbligatorio o si entrava nell’esercito.
Lo studio delle tecniche militari prendeva un’ora al giorno.
Anche le ragazze facevano studi analoghi e esercitazioni anche se si ricordava sempre loro il
preciso ruolo di moltiplicare la razza ariana.
Le ragazze facevano un anno obbligatorio nelle aziende agricole.
Ai genitori che si rifiutavano di iscrivere i figli venivano tolti e messi in orfanotrofio.
Joseph Goebbels fu il Ministro della propaganda. Girò migliaia di km di film propagandistici
riguardo all’eutanasia e alla razza ebraica.
Inutile ripetere quello che già abbiamo detto sulle adunate oceaniche che in Germania si facevano a
Norimberga.
I nazisti superarono il fascismo nell’uso dei simboli a partire dalla bandiera che secondo Hitler
doveva rispecchiare l’anima del nazismo, ovvero il movimento, per finire con l’architettura e l’arte.
Stalin puntò sulla solidarietà, sull’uguaglianza, sul valore emancipativo del lavoro (la figura di Stakanov), gli
eroi del lavoro. La propaganda russa fu molto rozza, si distribuivano film in cui appariva un attore che
somigliava vagamente a Stalin. La demonizzazione dei capitalisti fu costante e l’idea della fortezza assediata
fu costante anch’essa.
Ricorso alla paura: Il ricorso alla paura cerca di costruire il supporto instillando paura nella popolazione.
Per esempio Joseph Goebbels sfruttò la frase I tedeschi devono morire! di Theodore Kaufman, per sostenere
che gli alleati cercavano la distruzione del popolo tedesco. La paura della miseria, dell’accerchiamento, del
tradimento, della congiura ebraica mondiale, della distruzione della cultura tedesca da parte dei bolscevichi.
Qui va notato che il ricorso alla paura funziona bene nella fase della conquista del potere, meno nel
mantenimento del potere perché chi ha il potere garantisce la sicurezza. È per questo che nella fase
successiva il ricorso alla paura viene sostituito con l’esibizione della potenza e con il culto del capo.
Mussolini non permetteva che una sua foto fosse pubblicata senza il suo permesso
Ricorso all'autorità: Il ricorso all'autorità cita eminenti figure per supportare una posizione, idea, argomento
o corso d'azione.
Effetto gregge: L’effetto gregge o l’appello alla "vittoria inevitabile" cercano di persuadere il pubblico a
prendere una certa strada perché "tutti gli altri lo stanno facendo", "unisciti alla massa". Questa tecnica
rafforza il naturale desiderio della gente di essere dalla parte dei vincitori. Viene usata per convincere il
pubblico che un programma è espressione di un irresistibile movimento di massa e che è nel loro interesse
unirsi. La "vittoria inevitabile" invita quelli non ancora nel gregge ad unirsi a quelli che sono già sulla strada
di una vittoria certa. Coloro che sono già (o lo sono parzialmente) nel gregge sono rassicurati che restarci è la
cosa migliore da farsi.
Ottenere disapprovazione: Questa tecnica viene usata per portare il pubblico a disapprovare un'azione o
un’idea suggerendo che questa sia popolare in gruppi odiati, temuti o tenuti in scarsa considerazione dal
pubblico di riferimento. Quindi, se un gruppo che sostiene una certa politica viene indotto a pensare che
anche persone indesiderabili o sovversive lo appoggiano, i membri di tale gruppo possono decidere di
cambiare la loro posizione.
Stereotipizzazione o Etichettatura: Questa tecnica tenta di far sorgere pregiudizi nel pubblico etichettando
l'oggetto della campagna propagandistica come qualcosa che la gente teme, odia, evita o trova indesiderabile.
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Individuare il Capro espiatorio: Colpevolizzare un individuo o un gruppo che non è realmente responsabile,
alleviando quindi i sentimenti di colpa delle parti responsabili o distraendo l'attenzione dal bisogno di
risolvere il problema per il quale la colpa è stata assegnata.
Slogan: Uno slogan è una breve frase ad effetto che può includere la stereotipizzazione o l’etichettatura.
Parole virtuose: Sono parole appartenenti al sistema di valori del pubblico, che tendono a produrre
un’immagine positiva quando riferite ad una persona o ad un soggetto. Pace, felicità, sicurezza, guida saggia,
libertà, ecc., sono parole virtuose.
Banalità scintillanti: Le "banalità scintillanti" sono parole con un’intensa carica emotiva, così strettamente
associate a concetti o credenze di alto valore, che portano convinzione senza supportare informazione o
ragionamento. Esse richiamano emozioni come l'amore per la patria, la casa, il desiderio di pace, la libertà, la
gloria, l’onore, ecc. Chiedono approvazione senza esaminare la ragione. Anche se le parole o le frasi sono
vaghe e suggeriscono cose differenti a persone differenti, la loro connotazione è sempre favorevole: "I
concetti e i programmi dei propagandisti sono sempre, buoni, auspicabili e virtuosi".
Vaghezza intenzionale: le generalizzazioni sono sempre vaghe, in modo che il pubblico possa fornire la
propria interpretazione. L'intenzione è quella di muovere il pubblico tramite l’uso di frasi indefinite, senza
analizzare la loro validità o tentare di determinare la loro ragionevolezza o applicabilità.
Ipersemplificazione: generalizzazioni favorevoli sono utilizzate per fornire risposte semplici a problemi
sociali complessi, politici, economici o militari. Siamo tutti italiani (Sud)
Uomo comune: L’approccio dell'"uomo comune" tenta di convincere il pubblico che le posizioni del
propagandista riflettano il senso comune della gente. Viene designato per vincere la confidenza del pubblico
comunicando nel suo stesso stile. I propagandisti usano un linguaggio e un modo di fare ordinari (e anche gli
abiti nelle comunicazioni faccia a faccia o audiovisive) nel tentativo di identificare il loro punto di vista con
quello della persona media.
Testimonianza: Le testimonianze sono citazioni, dentro o fuori contesto, dette specificamente per supportare
o rigettare una data politica, azione, programma o personalità. La reputazione e il ruolo (esperto, figura
pubblica rispettata, ecc.) dell’individuo che rilascia la dichiarazione vengono sfruttati. La testimonianza pone
la sanzione ufficiale di una persona rispettata o di un’autorità sul messaggio propagandistico. Questo viene
fatto in un tentativo di far sì che il pubblico si identifichi con l’autorità o che accetti le opinioni e le
convinzioni dell'autorità come se fossero sue.
Differenze fra la propaganda fascista e quella nazista.
Hitler era un’icona per i tedeschi e si presentava sempre allo stesso modo. Mussolini amava cambiare
fisionomia: contadino fra i contadini, operaio fra gli operai, sportivo fra gli sportivi.
Hitler propagandò una religione pagana molto confusa in cui l’unico principio era il diritto della forza.
Mussolini non poté farlo in Italia per la presenza della Chiesa.
Tuttavia anche nel fascismo c’è l’idea della costruzione di un uomo nuovo. Analisi storica di Mussolini, il
Rinascimento, la crisi e il Risorgimento.
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