Filastrocca dell’energia
Sono nato in questo mondo
e lo ammiro fino in fondo.
Ciò che vedo tutt’intorno,
sarà nato pure un giorno?
Il nostro bel progresso
l’ha creato l’uomo stesso?
Anni fa, in buie grotte
trascorreva ogni sua notte.
Il suo cuore era ridente
mentre il sole era splendente.
Gli animali lui cacciava
e la forza sua impiegava.
Al calare della sera
altra luce lì non c’era.
Sotto la luce delle stelle
immaginava cose belle.
Vide un fulmine arrivare
e poi un albero bruciare.
Col tizzone ardente in mano
riscaldò il roccioso vano.
Con crescente euforia,
utilizza l’energia:
carne cruda non mangiò
tanti attrezzi poi inventò.
Su una pietra rotolante
la sua mente pensò un istante.
Prima stupore, poi convenienza:
la velocità diventò scienza.
Con la ruota ed il carretto
portò a spasso anche il suo letto.
Poi gli piacque viaggiare
giù dai monti fino al mare.
Vide un tronco galleggiare,
pensò ben di navigare.
Con il vento di maestrale
c’è energia eccezionale.
Barche, navi e galeoni
fino in cima ai cavalloni.
Per mangiar tanti panini,
mise in moto anche i mulini.
Certo, l’uomo col suo ingegno
cambia tutto con impegno.
Tante cose lui scoprì,
con altre fonti poi riuscì
a donarci molte cose
tutte un po’ meravigliose:
treni, macchine, aeroplani
e palazzi a cento piani.
Cielo, terra, spazi e mare
tanti luoghi da esplorare.
Ma l’energia che lui scoprì,
non sprechiamola così!
Le bellezze che ammiriamo
questo mondo in cui viviamo,
al futuro consegniamo.
Maria Letizia Torrisi
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