Poste Italiane Spa - Sped. A.P. - D.L.335/2003
(conv. in L.27/02/04 n.46) art.1, comma 2, NE/BL
Anno LXXX - n. 4-5 - Agosto-Ottobre 2014
www.agordo.diocesi.it
Taxe perçue - Tassa riscossa
32100 BELLUNO - ITALIA
BIMESTRALE DELLA PIEVE ARCIDIACONALE DI SANTA MARIA DI AGORDO
Benedetto Matrimonio!
Quante discussioni, quante
idee, quanta varietà di pensiero
e di opinioni sul matrimonio!
E quanto individualismo e relativismo appare in tutto quello
che da tempo viene proposto e
si vorrebbe come “paritario”
rispetto al matrimonio. Una
confusione che, sostanzialmente, nasce dal fatto di ritenere che il matrimonio sia
una invenzione umana e che
quindi possa essere lasciata
alla libera determinazione di
uomini, istituzioni, parlamenti,
magistrati…
Noi cristiani però non possiamo fare battaglie di difesa
o di “retroguardia” come le
definisce qualcuno. Non siamo chiamati, cioè, a difendere una realtà “nostra”, ma
semplicemente a proporre con
costanza, serenità e serietà il
matrimonio, istituto naturale,
aperto alla vita grazie proprio
Sommario
La nota pastorale
" 2
Spigolando in Archivio
" 3
Vita della Comunità
" 5
Sinodo e famiglia
" 7
Catechismo forma nuova " 8
Campeggio foraniale
"11
Cristiani perseguitati
"13
Il racconto di Cielo blu
"14
Solidarietà/Volontariato “ 15
Cronachetta agordina
"20
L’estate del CAI
"26
Omaggio a Dolomieu
“ 28
La guerra in... scatola
“ 30
Mondo scuola
"31
Educare alla mondialità “ 36
ITIM viaggio istruzione ’54" 38
Il mio primo impiego ’51 " 38
Felicitazioni e auguri
"40
Lettere a Echi
"44
In memoria/Anagrafe " 44-47
Toponomastica agordina " 48
Accompagnando il
Sinodo dei Vescovi…
ed è preparata ormai per una
impresa meravigliosa: formare
una nuova famiglia, creare un
nuovo germoglio sulla pianta
frondosa dell’umanità.
alla diversità e complementarietà dei sessi. Matrimonio
che il cristiano sa essere stato
elevato da Gesù a sacramento
dello stesso amore che Cristo
nutre per la Chiesa.
Ci chiediamo cos’è allora il
matrimonio e il matrimonio
cristiano in particolare.
Non certamente un contratto privato tra persone che
“si vogliono bene”. Nel libro
della Genesi leggiamo: «perciò
l’uomo lascerà suo padre e sua
madre e andrà con sua moglie e saranno tutti e due una
vita sola” (Gen 2,24). Queste
espressioni sono state scritte in
un contesto beduino nel quale
le mogli si vendevano, si compravano, e un uomo ne poteva
avere quante gliene permettevano le sue sostanze. Dio, dunque, fin dall’inizio ha voluto un
solo uomo per una sola donna,
facendo conoscere attraverso
il popolo eletto questa sua volontà: indissolubilità e unicità
del matrimonio. Un uomo solo
con una donna sola che non si
compra e non si vende in un
rapporto che nasce dal cuore
ed è vincolato dall’amore. Una
realtà che l’umanità non è stata
in grado di realizzare al cento
per cento e che, oggi, sembra
da più parti essere rifiutata, in
nome di un malinteso senso di
libertà e di democrazia che - di
fatto - ci sta sottomettendo ad
una sorta di dittatura di qualche
agguerrita minoranza secondo
la quale ogni “unione” può (o
deve) essere riconosciuta come
“matrimonio”, con tutte le conseguenze che conosciamo.
E forse non ci rendiamo
conto a sufficienza che, con le
parole “1’uomo lascerà suo
padre e sua madre”, viene
affermato anche che tale scelta
dovrebbe essere il segno che la
persona è arrivata alla maturità,
ha lasciato l’infanzia, la casa,
Ecco: questo solo sarà per noi
il “matrimonio”. Il resto lo crei
pure - se lo vuole e ne ha i numeri - il Legislatore, ma quello
che uscirà non potrà mai essere
definito “matrimonio”: sarà
semplicemente e giustamente
il riconoscimento giuridico di
alcuni diritti e garanzie a chi si
vuole unire ad un’altra persona
e legarsi reciprocamente in
maniera affettiva ed effettiva.
Ma nulla più. Il matrimonio,
con buona pace di tutti, è ben
altra cosa.
E gli sposi cristiani sono
chiamati a mostrare proprio
la bellezza e la forza, la gioia
dell’amore coniugale, capace
di generare una nuova vita!
L’Arcidiacono
ORARIO delle CELEBRAZIONI
per il 1 e 2 NOVEMBRE 2014
Sabato 1 novembre - Solennità di TUTTI i SANTI
- 9.40: Arcidiaconale: preghiera comunitaria delle Lodi
mattutine
- 10.00: Arcidiaconale: S. Messa per la Comunità
Parrocchiale
- 14.30: Vespri solenni, Processione al cimitero
e benedizione delle tombe dei nostri Cari defunti
- 18.30: Arcidiaconale: Santa Messa
Domenica 2 novembre
Commemorazione dei FEDELI DEFUNTI
- 10.00: Arcidiaconale: S. Messa per la Comunità
Parrocchiale
- 14.30: Cimitero: Santa Messa per tutti i fedeli defunti
- 18.30: Arcidiaconale: Santa Messa
Ottobre 2014
2
Echi di Agordo
La nota
Diamo il primato alla Parola
Vogliamo provare ad essere
pastorale
del Vescovo
“Chiesa in uscita”?
“Dobbiamo riconoscere che
come Chiesa forse siamo più
una Chiesa di riti che di Parola. Una Chiesa che si ritrova attorno a gesti e pratiche
comuni più che una Chiesa
convocata dalla Parola di Dio,
plasmata dall’ascolto, dalla
meditazione, dalla ricerca”. È
quanto scrive un parroco del
nostro “Nordest” che condivido
appieno. Dobbiamo cercare di
trovare nella Parola un riferimento essenziale per evitare
che Dio diventi una specie di
idolo che ci rassicura un po’,
soprattutto in certe situazioni,
ma non ha presa sulla mia vita;
diventa una specie di cerotto
che copre le ferite, ma non le
guarisce.
Occorre allora avvicinare Dio
alla nostra vita (ma concretamente!) attraverso l’ascolto
della sua Parola e l’impegno a
far sì che questa Parola permei
e trasformi la vita quotidiana
di ciascuno.
Con il Consiglio pastorale
abbiamo perciò deciso di intraprendere un cammino, in parte
“nuovo”.
Abbiamo suddiviso la Parrocchia in diverse zone.
In ogni zona si è trovato o si
troverà in seguito un animatore, o una coppia di animatori,
perché sono i laici per primi
ad essere chiamati a mostrare
la bellezza della fede, vissuta
in prima persona. Il Vangelo
va “mostrato”, non “spiegato”.
L’Animatore aprirà la propria
casa per incontri periodici (in
Avvento ce ne saranno due,
poi a partire da gennaio, un
incontro mensile).
L’incontro sarà caratterizzato
dalla preghiera e dell’ascolto di
un brano della Parola su cui si
rifletterà insieme. L’Animatore
non sarà colui che dovrà dare
risposte a tutti e su tutto, ma
il semplice coordinatore degli
interventi e dare eventualmente qualche spunto che aiuti
la riflessione comune. Calcisticamente parlando, dovrà
essere più un “raccattapalle”
(evitare dispersioni fuorvianti
rispetto all’argomento) più che
un arbitro.
È importante che ciascuno
dei partecipanti non ritenga la
sua presenza semplicemente
come un momento di “ricarica
spirituale” personale, ma come:
- occasione di confronto tra la
Parola e la propria vita che porti
poi magari a ripensare o rivedere i propri comportamenti
- impegno ad essere nella
propria via, quartiere, condominio o gruppo di abitazioni il
tramite tra il centro della parrocchia e la zona di riferimento
(attenzione a necessità presenti,
agli anziani, a particolari eventi; far conoscere le iniziative
parrocchiali, magari semplicemente portando nelle famiglie
(con delicatezza e rispetto) il
foglietto settimanale ecc…
- impegno a vivere la vita
della parrocchia con spirito
attivo e costruttivo secondo le
proprie possibilità.
In questo modo il Centro di
ascolto (o Gruppo del Vangelo)
non corre il “rischio” di essere
solo un momento pur importante per la crescita spirituale della
persona, ma diventa veramente
una specie di centro di irradiazione di impegno ecclesiale,
alla luce e con la forza della
Parola di cui ci si è arricchiti.
Il sogno, ma anche l’obiettivo
concreto raggiungibile, è che
nascano nelle varie zone della
parrocchia piccole Comunità
che chiameremo “Comunità
Ecclesiali di Base” (CEB) che
si nutrono della Parola per
essere lievito buono che fa
fermentare tutta la pasta (cf.
Mt 13,33).
Quest’anno la Parola di Dio
ci aiuterà a ri-conoscere la persona di Gesù, a comprenderne
meglio il legame con la nostra
vita, ad abbracciarne con gioia
il messaggio, a diventare suoi
testimoni nel quotidiano.
Ovviamente, sarebbe bene
che la Parola avesse il suo posto
preminente anche nelle altre
attività parrocchiali: perché i
Cori parrocchiali non possono
iniziare e/o concludere l’attività con una preghiera o con
le parole di un salmo? Perché
i giovani non possono iniziare
le attività con una preghiera,
un canto o con la lettura del
vangelo della domenica? Probabilmente già si fa… magari
occorre dare un po’ di più importanza!
Insomma si tratta di credere
che “se io ho piantato e Apollo
ha irrigato, è Dio che ha fatto
crescere” (cf. 1Cor 3,6).
Don Giorgio
Il Vescovo ha presentato e
consegnato ufficialmente alla
Diocesi la “Nota pastorale”,
intitolata “Siamo il profumo di
Cristo”. È stata illustrata da don
Giorgio al Consiglio Pastorale,
con particolare riferimento ai sacramenti dell’Iniziazione cristiana
(battesimo, confermazione ed
eucaristia).
Anzitutto il Vescovo, citando
Papa Francesco, invita a vincere
il rischio di essere cristiani “tristi”
perché abbiamo ricevuto il grande
dono gratuito della grazia, soprattutto nei tre sacramenti della
Iniziazione cristiana: Battesimo,
Cresime ed Eucaristia. Questi
ultimi due, nella nostra parrocchia, verranno celebrati in una
unica cerimonia, dal Vescovo,
nella prossima primavera, anche
per sottolineare come il cammino
cristiano ha il suo culmine proprio
nel sacramento dell’Eucaristia.
A renderci “profumo di Cristo”
sono questi tre sacramenti: il Battesimo che ci innesta in Cristo, la
Cresima che conferma la presenza
dello Spirito del risorto con i suoi
doni e i suoi frutti; l’Eucaristia,
sorgente e vertice di tutta la vita
cristiana: non c’è traguardo più
grande da raggiungere.
Nella seconda parte il Vescovo
ci ricorda che siamo chiamati a
diffondere il profumo di Cristo,
proprio come servitori della gioia;
a questo impegno sono chiamati in
primo luogo i genitori e, in questa
società in continua evoluzione,
anche i nonni chiamati spesso a
sostituire genitori impegnati nel
lavoro. Qui si inserisce una lunga
riflessione che riguarda la prassi
pastorale nelle parrocchie, l’età per
i sacramenti della Confermazione
e dell’Eucaristia, i percorsi formativi seguenti con una partecipazione
più attiva alla vita anche liturgica
della Comunità.
Nell’ultima parte il Vescovo
auspica che la nostra Chiesa, sia
Chiesa che vive nella speranza,
curando che al suo interno cresca
la pace; impegnandoci ad essere
capaci di amare la nostra terra, autentica “memoria della creazione”
la cui custodia premurosa diventa
profezia dei “cieli e terra nuovi”;
sapendo fermarsi e pensare di
fronte al nostro patrimonio artistico
attraverso cui anche il vangelo parla; amando la liturgia, celebrazione
comunitaria della fede; valorizzando e favorendo relazioni umane
sempre più intense e vere.
La Nota pastorale termina con
una presentazione del Vangelo
di Marco che ci accompagnerà in
quest’anno 2014-2015.
d.G.
Zone in cui è stata suddivisa
la Parrocchia
Un gruppo di lavoro scelto all’interno del Consiglio Pastorale
si è riunito per suddividere la Parrocchia in zone (non sono state
indicate tutte le vie) alle quali saranno assegnati gli Animatori dei
Centri di Ascolto da cui speriamo nascano le Comunità Ecclesiali
di Base (CEB)
Ponte Alto-Pragrande-Col di Foglia
Faion-Veran-Crostolin-Le Grave
Centro 1
Centro 2
Centro 3-Tóccol-Bries
Farenzena-Val di Frèla-Paréch
Rif-Piasént-Colvignas
Giove-Valcozzena-Brugnach
Il Parroco sta contattando i possibili Animatori che, una volta preparati da alcuni incontri, si presteranno per dare inizio al cammino.
Gli incontri cominceranno in Avvento (ne sono previsti due) nelle
zone dove avremo trovato gli Animatori. Da gennaio i “Centri di
Ascolto” avranno cadenza mensile. Può darsi che, almeno all’inizio,
non si trovino animatori per ogni singola zona disposti a guidare
il gruppo e ad aprire la propria casa: in questo caso ciascuno può
scegliere il luogo più vicino per la propria partecipazione. Resta
inteso che - comunque - ognuno può partecipare al Gruppo dove
meglio crede.
Ottobre 2014
Echi di Agordo
Padre Felice Maria Cappello
JS, il grande studioso del Diritto
canonico, professore all’Università Gregoriana, consultore della
Curia Romana e per 40 anni “il
confessore di Roma” nella chiesa di Sant’Ignazio, in procinto
di diventare santo, ha vissuto
frequentemente le sue vacanze
estive ad Agordo dal fratello
monsignor Luigi, Arcidiacono della Pieve fino all’ottobre 1952.
Felice Maria Cappello nacque
a Caviola l’8 ottobre 1879 da
Antonio e Bortola Bortoli e morì
a Roma il 25 marzo 1962.
Riportiamo di seguito la sintetica scheda anagrafica, peraltro
già pubblicata (Echi febbraio
2009) in occasione del ricordo in
memoria del fratello mons. Luigi,
31° Arcidiacono di Agordo.
La famiglia Cappello arrivò a
Caviola, allora parrocchia di Canale, da Cavaso del Tomba (TV)
attorno al 1830. Bonifacio (1779)
era artigiano tintore tessile ed era
venuto con la moglie e Cassandra Cunial (1779) e con due figli.
I ragazzi intrapresero il mestiere
del padre e si sposarono con
ragazze del posto, Domenico
(1809) sposò nel 1832 Maria Caterina Serafini e Battista (1812)
sposò nel 1835 Margherita De
Mio. Da quest’ultima coppia nacquero ben nove figli, il primo dei
quali di nome Antonio Luciano,
nato a Caviola il 6 ottobre 1835,
sposò a Forno di Canale, il 15
marzo 1866 Maria Bortola Bortoli di Feder, nata il 3.11.1838.
Da questa unione nacquero 10
figli, il primo Giovanni Antonio
(1866), poi Serafino (1868), Vincenzo Clemente (1870), Rosalia
(1872) che morì dopo un mese,
Rosalia (1873) morta a vent’anni,
Maria (1874 +1875), Vincenzo (1876 +1903), ottavo figlio
Luigi (1.10.1877 +7.10.1952)
arcidiacono di Agordo, Felice
(8.10.1879 + 24.3.1962) padre
gesuita e infine Maria (1882
+1912), suora.
Felice M.e il fratello Luigi,
terminata la scuola elementare,
stimolati dal cooperatore don
Andrea Serafini e dall’arciprete di
Canale don Antonio Della Lucia,
che alimentarono assieme alla
famiglia la loro formazione umana e spirituale, frequentarono
il Seminario vescovile minore
di Feltre e quindi il Seminario
maggiore Gregoriano di Belluno; Luigi fu ordinato sacerdote il
20.1.1901, mentre per Felice l’ordinazione avvenne il 20.4.1902.
3
a cura di GABRIELE BERNARDI
Uomini illustri
Felice Maria Cappello
Roma. Chiesa di S. Ignazio e
confessionale di Padre Felice
Servo di Dio, Gesuita
Agordo: la villeggiatura di un Santo
Don Felice, inviato quale cooperatore a Castion e poi a
Sedico, all’impegno pastorale
unì anche un intenso studio. Il
risultato di tale vigore, unito alle
grandi capacità intellettuali, fu
che don Felice, già nel 1904, si
laureò in teologia presso la facoltà di Bologna, l’anno seguente
in filosofia all’Accademia di San
Tomaso d’Aquino a Roma e ancora, un anno dopo, nel 1906,
conseguì la laurea in utroque jure
all’Apollinare di Roma.
Casa natale di padre Felice, a Caviola.
Nel frattempo, nell’anno scolastico 1905-06, a don Cappello
fu assegnata la cattedra di Diritto
Canonico nel Seminario maggiore di Belluno. Insegnò fino alla
fine del 1909, ma in quegli anni,
con l’intento di irradiare la luce
di Gesù nelle anime, a cominciare dai sacerdoti, don Felice
collabora con la stampa locale
facendosi portavoce di un impegno dei cattolici in prima persona
nella vita politica in difesa della
Verità, del bene comune, a servizio delle classi più umili. Già nel
1905, nell’opuscolo intitolato “La
questione dei cattolici alle urne”,
toccava l’argomento spinoso dal
motto non expedit, la formula con
cui la Santa Sede (dapprima Pio
IX con l’enciclica “Quanta cura”,
1864 e la bolla pontificia “il Sillabo”, 1877, poi Leone XIII col
decreto del 1886 “Non expedit
importat prohibitionem”), dopo
l’occupazione di Roma, aveva
vietato ai cattolici di partecipare alle elezioni politiche. Con
queste accuse e contraccuse di
modernismo, in seguito a una
Visitazione Apostolica, tutti gli insegnanti bellunesi furono rimossi
e sostituiti dai Padri Stimmatini
di Verona.
Neppure don Felice fu risparmiato, ma, con il senno di poi, fu
per lui una svolta provvidenziale
per tutta la vita. Messe le sue
poche cose nella valigia partì
per Roma in attesa di nuovi
incarichi.
La tesi di don Felice della
revocabilità del precetto astensionista, non expedit, venne
ripresa e sostenuta anche sulle
pagine di Civiltà Cattolica. Pio
X, che già si preparava a cancellare quell’impedimento ormai
superato dai fatti, fece inviare
alla Curia di Belluno una nota
che dichiarava l’opuscolo “La
questione dei cattolici alle urne”
essere espressione delle idee
della Santa Sede e quindi preparava il terreno alle illuminate
disposizioni del Santo Padre
per la revoca del non expedit
perché, come diceva don Felice
“…ciò non è applicazione di un
precetto naturale divino... ma un
semplice precetto disciplinare
ecclesiastico”.
Trasferitosi a Roma, con un
inizio così “robusto”, sembrava
destinato da subito a una carriera
ecclesiastica altrettanto brillante.
Non fu così, partecipò a concorsi
per impiego alla Sacra Congregazione e al Sant’Uffizio e, pur
avendo superato le prove con
ottimi risultati, non venne assunto
con una motivazione assai semplicistica: “…Quel concorrente
era uno studioso… meglio lasciarlo ai suoi studi, ed a scrivere
(segue a pag. 4)
Ottobre 2014
4
(segue da pag. 3)
Padre Felice Cappello
Il confessionale di
Padre Felice
nell’arcidiaconale di
Agordo.
opere nuove…”. Il sostegno al
modernismo bellunese gli aveva
fatto un brutto scherzo, gli aveva
creato attorno terra bruciata.
Fu un duro colpo e così, per
superare quel risentimento,
chiese di partire per Lourdes, per
incontrare “la Madonna e sentire
cosa Ella volesse da lui”. Passò
un’intera notte in preghiera e
l’indomani spedì un telegramma
chiedendo di entrare nell’Ordine
dei Gesuiti, la Compagnia di
Gesù. Era il 1913, aveva 34 anni
ed era prete da 11; fu accolto, alla
scuola a villa Torlonia e a Castel
Gandolfo era novizio, ma con un
nome già noto tra i “canonisti”
del tempo.
Da qui inizia la sua vita di
Padre gesuita e di insegnante,
dapprima di diritto canonico e
teologia morale ad Anagni per
passare nel 1920 alla pontificia
Università Gregoriana, dove
insegnò teologia morale e pastorale, diritto canonico e pubblico,
fino a ottant’anni, nel 1959. Morì
tre anni dopo, il 25 marzo 1962.
Frutto dell’insegnamento a
Belluno furono le Istituziones juris publici ecclesistici, pubblicate
da Marietti nel 1910, che aprirono
la strada alle centinaia e centinaia di pubblicazioni (in latino) con
molte riedizioni.
A Roma, oltre all’insegnamento, il suo curriculum, di fama
internazionale, comprendeva
pure, come già accennato, una
ricca produzione editoriale, di
cui proponiamo solo due titoli, ad
esempio, di opere divenute veri
classici del Diritto canonico, la
“Summa Juris Canonicis” e gli insuperati cinque volumi sul diritto
sacramentario “Tractatus Canonico-Moralis de Sacramentis”. È
da rilevare pure che le riedizioni
non erano semplici ristampe ma
vere e proprie edizioni. Trovava
sempre qualcosa di nuovo per
completare e perfezionare le
sue opere. Su questo argomento
potremmo continuare a volontà,
ma per ora ci fermiamo qui.
La sua fama di uomo santo
l’ebbe nel suo impegno di confessore, “aveva il dono di dare
serenità e tranquillità, sapeva
dare sicurezza e pace interiore”
(card. G.B. Re). Al termine delle
lezioni alla Gregoriana percorreva le vie cittadine per raggiungere, non molto lontano, la Chiesa
di sant’Ignazio, dove si chiudeva
fino a sera nel “Suo confes-
sionale”, il secondo, presso la
sacrestia. Padre Felice vedeva
nella confessione la salvezza
dei peccatori per la liberazione
dai peccati e per suscitare l’impegno a migliorare e così tutti,
ed erano tanti, uscivano dalla
confessione con lui rasserenati.
Perciò fu chiamato “il confessore
di Roma”.
Ciò che ci ha spinto a parlare
di Padre Felice, oltre a ricordarlo
per far conoscere la sua santa
vita, è il desiderio di comprendere qual’era il rapporto con il
fratello arcidiacono e con la popolazione di Agordo. Molti ancora
oggi ricordano questo piccolo
prete o per essersi confessati
da lui o perché lo vedevano
passeggiare per le vie del nostro
paese. Speravamo di verificare
la sua presenza ad Agordo con
qualche documento. Lo studio
delle carte, poche a dire il vero,
relative a monsignor Luigi, non
ha dato risposta alla nostra do-
Copertina del registro firme.
Libro delle Messe. Una pagina
dell’agosto 1942.
manda e di Padre Felice in quel
cartolare è presente solo una
breve lettera del 24.1.1946 nella
quale, oltre ad alcuni chiarimenti
in merito al Quaresimale e alle
messe di legato del Beneficio
parrocchiale e della Fabbriceria,
c’è il continuo ripetersi, insistente, della necessità di pregare:
“Io continuo a pregare e faccio
pregare molte anime buone e
fervorose. Manteniamoci sempre
uniti nel vincolo della preghiera,
dell’affetto, del ricordo costante e
quotidiano nella S. Messa. Saluti
affettuosissimi nei Cuori di Gesù
e di Maria…”.
Ma “Spigolando in archivio”
è una rubrica che vuole essere
utile a scoprire notizie inedite
e abbandonate dalla “Storia”,
perché ritenute poco significative, e divulgarle per fare… più
grande la Storia. Ebbene, dopo
una accurata ricerca, le uniche
tracce documentali ritrovate in
Archivio della presenza di Padre
Felice ad Agordo sono le sue
firme timidamente tracciate sui
quaderni che la parrocchia utilizzava per confermare il sacerdote
celebrante le messe quotidiane
sugli altari dell’Arcidiaconale. I
registri utili presenti datano dal
1942 e si nota la presenza di
Padre Felice dall’ultima decade
di luglio a tutto agosto, a volte
anche fino alla prima settimana
di settembre.
Non fu presente ad Agordo
negli anni 1943, ‘44, ‘45, sicuramente a causa della guerra e
le sue risultano anche nel 1952
quando, oltre al soggiorno estivo,
ritornò per i solenni funerali del
fratello Luigi, morto il 7 ottobre
e celebrati il 10, giornata di lutto
cittadino, alla presenza di oltre 70
sacerdoti. La messa fu officiata
da monsignor Augusto Bramezza, concelebranti il vescovo
Muccin, padre Felice, don Mario
Vallata (amministratore della
sede vacante) e una quindicina
di sacerdoti; l’omelia fu tenuta da
don Ferdinando Tamis.
Non ci sono altre notizie sulla
sua villeggiatura agordina, ma è
logico pensare che trascorresse
gran parte del suo tempo con il
fratello Luigi nella casa canonica
di piazzetta Garibaldi e nel grande giardino annesso, oltre che in
chiesa per le sue pratiche religiose e le confessioni. Anche ad
Agordo come a Roma è ricordato
ancor oggi dalle persone presenti
in quegli anni e che facevano
la coda per farsi confessare da
quel santo uomo. È singolare
aver fatto, senza volerlo, cenno
a Garibaldi del quale, Padre
Felice nella stampa bellunese,
negli anni delle sue polemiche
discussioni nel conflitto tra Stato
e Chiesa, arrivò a definire “il
bandito di Caprera”, provocando
i patrioti che lo insultarono e in
piazza bruciarono il giornale su
cui aveva scritto.
Nelle sue vacanze estive ad
Agordo Padre Cappello andava
a visitare i famigliari, passava a
Forno di Canale a salutare don
Filippo Carli, allora arciprete,
suo coetaneo e amico, fermandosi a celebrare la Messa e a
predicare. La chiesa si riempiva
Echi di Agordo
Un bel dipinto di P.Felice con lo
sfondo delle Cime d’Auta.
Parte della pagina di ottobre
1952. I funerali di mons. Luigi
di gente che proveniva da tutta
la vallata. Molti poi andavano a
confessarsi da lui ad Agordo e
qui, negli anni 1935-27, quando
padre Felice d’estate veniva a
trovare suo fratello Luigi, incontrava anche don Albino Luciani,
fresco prete e nuovo cappellano
della parrocchia.
E molto spesso si trovarono
uno di fronte all’altro, chiusi nei
confessionali, a svolgere quel delicato compito sacramentale che
l’ormai maturo padre e il giovane
prete avevano condiviso. Lì, nella
chiesa Arcidiaconale, c’è ancora
il confessionale da lui utilizzato,
sulla sinistra vicino alla porta della cappella della Madonna.
Il 24 giugno scorso il Vicariato
di Roma ha concluso la fase
diocesana del processo di beatificazione, alla presenza del
vescovo Andrich, del parroco di
Caviola don Bruno De Lazzer,
del sindaco di Falcade Michele
Costa e di una consistente delegazione di pellegrini della Val
del Bióis e bellunesi. Davanti al
Postulatore e al suo vice, sono
stati sigillati con la ceralacca i
volumi contenenti le testimonianze su Padre Cappello, compresa
quella raccolta l’anno scorso a
Caviola da don Bruno. Il dossier
sarà portato alla Congregazione
delle cause dei santi, dove una
commissione di teologi ed esperti
verificherà le virtù eroiche del
candidato.
(G.B. 1 - continua)
Echi di Agordo
Ottobre 2014
5
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
22 Giugno. La solennità del Corpus Domini
29 giugno
La festa dei
Santi Patroni
Pietro e Paolo
Immagini dalla solennità del
Corpus Domini,dei Patroni
Pietro e Paolo e dalla domenica
14 settembre, festa dell’esaltazione della Croce.
In quest’ultima occasione la
S. Messa parrocchiale è stata
animata dal Coro parrocchiale
di Cavarzano foto sotto) con
apprezzati brani a più voci. Non
è la prima volta che questo Coro
viene in Agordo e, nonostante
la nostra Comunità abbia la
ricchezza di tre Cori, speriamo
possa ritornare!
14 settembre
Festa
dell’esaltazione
della Croce
6
Ottobre 2014
Echi di Agordo
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
Domenica 5 ottobre: S. Cresima per 37 ragazzi
Aiuto Martina, Basso
Luca, Benvegnù Emily,
Candiani Sara, Bernardi
Marco, Case Tommaso, Castroflorio Salvatore, Chiea
Eleonora, Conedera Andrea,
Da Campo Samuel, Del Din
Patrik, Dell’Antone Alice,
Dell’Osbel Daniele, Follador Francesca, Fontanive
Andrea, Fusina Davide,
Giacomini Arianna, Laganà
Francesco, Lanciato Thomas, Lena Nicole, Marchi
Jacopo, Masoch Martina,
Mezzacasa Nadia, Miola
Mattia, Muti Roberto, Pescosta Yuri, Ramos Thaise,
Ren Francesco, Roilo Anna,
Santomaso Martina, Schena
Alice, Schena Shamila, Selle
Manuel, Sonzogni Valentina,
Soppelsa Claudia, Soppelsa
Filippo, Tissi Fabio.
Foto-ricordo con il Vescovo
Il Sito della Parrocchia
del Coro dei Giovani
ha un “Forum” per dialogare
e dei Chierichetti
Con il sito, ora rinnovato, la parrocchia intende dare modo, a coloro
che lo desiderano, di dialogare su argomenti vari, anche a richiesta.
Per il momento, iniziamo con l’argomento “Famiglia” e “matrimonio”.
Entrando nella home page del sito, in alto a destra si trova la casella
“Mi sta a cuore”. Cliccando su di essa, si apre il “forum” dove si troverà
una riflessione o una domanda sull’argomento, a cui si potrà rispondere
o che si potrà commentare, magari portando anche esperienze proprie,
pur rimanendo nell’anonimato. Si può così iniziare un dialogo, anche
con chi magari è un po’ ai margini della vita cristiana. Invitiamo tutti ,
anche dall’estero, a usufruire di questa opportunità!
Ottobre 2014
Echi di Agordo
7
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
Il Sinodo straordinario
“Famiglie in Parrocchia”
una piccola comunità in cammino
dei Vescovi sulla famiglia
Alcune considerazioni emerse nel dibattito
Nelle prime riunioni dei Padri sinodali sono emerse alcune
riflessioni che riporto perché danno il senso del confronto e
della disponibilità all’ascolto reciproco, e prima di tutto della
docilità allo Spirito.
Il matrimonio è e resta un sacramento indissolubile; tuttavia,
poiché la verità è Cristo, una
Persona, e non un insieme di
regole, è importante mantenere i
principi, pur cambiando le forme
concrete della loro attuazione.
Insomma, come diceva Benedetto XVI, novità nella continuità: il
Sinodo non mette in discussione
la Dottrina, ma riflette sulla Pastorale, ovvero sul discernimento
spirituale per l’applicazione di
tale Dottrina davanti alle sfide
della famiglia contemporanea.
In questo senso, la misericordia
non elimina i comandamenti, ma
ne è la chiave ermeneutica.
Il Vangelo non va spiegato, ma
va mostrato - si è detto in Aula
- e soprattutto vanno coinvolti
i fedeli laici nell’annuncio della
Buona Novella, evidenziandone
il carisma missionario. L’evangelizzazione non deve essere
una teoria spersonalizzata, ma
deve fare sì che le famiglie
stesse diano, concretamente,
testimonianza della bellezza e
della verità evangeliche. La sfida,
si è detto, è quella di passare
da una situazione difensiva ad
una propositiva e attiva, ovvero
rilanciare la capacità di proporre
il patrimonio della fede con un
nuovo linguaggio, con speranza,
ardore, entusiasmo, offrendo testimonianze convincenti, creando un ponte tra il linguaggio della
Chiesa e quello della società.
Inoltre, è stato sottolineato
come anche situazioni imperfette
debbano essere considerate con
rispetto: ad esempio, unioni di
fatto in cui si conviva con fedeltà
ed amore, presentano elementi di
santificazione e di verità. Essenziale, quindi, guardare innanzitutto agli elementi positivi, affinché
il Sinodo infonda coraggio e speranza anche a forme imperfette
di famiglia, che possono essere
valorizzate, secondo il principio
della gradualità. Bisogna amare
davvero le famiglie in difficoltà.
E proprio sulle coppie in
difficoltà, i divorziati risposati,
è tornato a riflettere il dibattito
odierno: a loro, si è detto, la
Chiesa deve presentare non
un giudizio, ma una verità, con
uno sguardo di comprensione,
perché la gente segue la verità
e segue la Chiesa se essa dice
la verità. La “medicina” della
misericordia dona accoglienza,
cura e sostegno.
Quanto all’accostamento
all’Eucaristia da parte dei divorziati risposati, è stato ribadito che
tale sacramento non è il sacramento dei perfetti, ma di coloro
che sono in cammino.
Un ulteriore legame che è
stato sottolineato è quello tra il
battesimo ed il matrimonio: senza
una iniziazione cristiana seria
ed approfondita il significato del
sacramento coniugale viene sminuito. Di qui, il richiamo al fatto
che il matrimonio cristiano non
può essere solo una tradizione
culturale o un’esigenza sociale,
ma deve essere inteso come una
decisione vocazionale, intrapresa con la dovuta preparazione,
che non può essere improvvisata
in pochi incontri, ma va avviata
per tempo.
Saluto alle “Famiglie
in Parrocchia”
Alla ricerca
del sole…
Il 4 ottobre 2014
Curvata sul limite
dell’asfalto osservo con
occhio diverso dal solito le
fragili erbette che spuntano
dalla fessura, quasi invisibile, tra il marciapiede e la mia
casa. Ogni anno mi ritrovo
qui a strappare quest’erba
È stato bello, a giugno, ritrovarsi tutti in Valle di san Lucano,
presso la chiesetta, con le famiglie al completo. Quanti bambini,
quanti giovani!
I più piccoli, padroni dei prati
appena falciati, i grandi indaffarati ad aiutare in cucina, a preparare la tavolata, con una gioia,
un’armonia nate solo dal piacere
di stare assieme, in amicizia.
Anche se la polénta e il pastim
erano buoni, nell’aria spirava
altro.
Certo, la magia della valle con
le sue acque rumorose, il sole
tanto atteso, le suggestive pareti
strapiombanti delle Pale di San
Lucano e dell’Agnér sono stati
che nasce in un posto non
adatto. Sono fili sottilissimi
che terminano con un fiorellino azzurro altrettanto
infinitesimale e delicato. Si
lasciano strappare con facilità, ma so che dovrei togliere
le radici per ottenere un
risultato definitivo. E invece
queste resistono.
È ogni volta così. La fragilità della pianta nasconde
radici robuste. La pianta
cede, ma le radici si tengono
ferme al terreno e la pianta
rinasce.
Penso: “Anche noi uomini possiamo essere come
quest’erba. Piegarci alle
intemperie della vita, a volte queste sembrano volerci
strappare, distruggerci.
Ma se le radici sono salde,
se la casa è costruita sulla
roccia, possiamo rinasce,
rifiorire”. E, continuando a
riflettere: “Ognuno prima o
poi si trova strappato dalla
mano nemica: il male, la malattia, la sofferenza profonda.
In che terreno posso conficcare le mie radici perché mi
tengano salda? Provo ad
avvinghiarmi al Signore!”
“Nel giorno dell’angoscia
io cerco il Signore… Tu sei il
Dio che opera meraviglie”.
(Salmo 76 )
un antipasto importante, ma non
fondamentale.
Questa giornata era la tappa di
un cammino di tre anni, non sempre scontato. Un cammino dove
ciascuno ha provato a mettersi
in gioco, qualche volta a mettersi
a nudo, pur di scoprire un significato più vero, più armonioso
del vivere in coppia, in famiglia.
Requisito importante: lasciare in
disparte per un momento il proprio io, a volte prorompente, per
cercare di costruire un noi.
Il lavoro di una vita, dirà qualcuno. Importante è cominciare!
E, in questo cammino non sempre facile e scontato, molti hanno
scoperto un nuovo modo di stare
in famiglia, di vedere l’altro, di
rapportarsi con la propria fede;
con quel Cristo Dio che è vissuto
qualche anno fa tra la gente di
Palestina, ma che assicura la
sua presenza anche tra noi, in
modo discreto.
Sta a noi cercarlo.
Floriana Santomaso
Quest’anno sono in ritardo
sulle pulizie esterne alla casa.
Quei fili d’erba dal fiorellino
azzurro si sono seccati. Si sono
trasformati in terra fertile per
un fiore giallo di radicchio.
Troneggia rigoglioso, mi sfida,
resistente alle intemperie e alle
mie mani. Che meraviglia il
creato! Il fiorellino azzurro ha
concluso il suo compito. Come
un pioniere ha creato il terreno
per un’altra pianta, più grande,
più duratura, più appariscente.
Mi chiedo: “Che sia anche
la mia vita come il filo d’erba
che prepara il terreno ad un altro? Forse siamo tutti pionieri.
Arranchiamo a volte con fatica
per vedere il Sole. Ma questo
nostro vivere non è disgiunto
dagli altri. Anzi è strettamente
unito, dipendente dagli altri, in
una sinergia di forze, d’intenti
che spesso sfuggono alla nostra
comprensione. Ma che Gesù
ci ha assicurato esserci. È la
sinergia della fratellanza in Dio
padre. Per questo è divenuto
uomo ed ha piantato la tenda
in mezzo a noi!”
“Non siete voi che avete scelto
me, ma io ho scelto voi e vi ho
destinati a portare molto frutto.
E il vostro frutto rimanga”.(
Gv. 15,16 )
Un grazie di cuore a tutti voi
che avete camminato con me
alla ricerca del Sole.
Floriana
Ottobre 2014
8
Echi di Agordo
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
Catechismo:
pastorale
Giovanile
anno e forma nuovi
SI
RIPARTE!
Sabato 8 Novembre riprendono le attività del gruppo
giovani: ci troviamo al Centro
Parrocchiale per una castagnata
tutti assieme. Dalla settimana
successiva ci saranno attività
e giochi per i bambini delle
elementari, ogni sabato dalle
ore 15.00 alle 17.00. Novità
di quest’anno, un gruppo post
Cresima per i ragazzi di 1^ 2^ e 3^ media (il mercoledì
sera dalle 20.00 alle 21.15 o
il venerdì sera dalle 18.00 alle
19.15), seguito dai ragazzi del
gruppo giovani che avete già
conosciuto in campeggio.
Vi aspettiamo!
Abbiamo iniziato il primo
anno di catechismo (circa 100
ragazzi dalla seconda alla quinta elementare) improntato a un
programma più agile, ma non
meno intenso: il primo anno
(seconda elementare) i bambini
saranno invitati a conoscere la
vita di Gesù; il secondo anno
(terza elementare) verranno
accompagnati dai personaggi e
dal messaggio dei libri dell’Antico Testamento che hanno
“preparato” il popolo eletto alla
venuta di Gesù; il terzo anno
(quarta elementare) vedrà in
primavera l’appuntamento con
la Festa del perdono (Prima
Confessione), mentre durante
l’anno ci sarà spazio per parlare
dei sacramenti (in particolare
Battesimo e Riconciliazione),
dei Comandamenti e per approfondire il “Credo”; il quarto
anno (quinta elementare) sarà
vissuto in funzione della Prima
Comunione e della Cresima
celebrate alla fine dell’anno
catechistico in una unica liturgia
presieduta dal Vescovo. Duran-
La bella avventura del Grest
Anche quest’estate ho partecipato al Grest organizzato da Suor Cristina (Suore Dorotee) e coordinato dalla
parrocchia. Ci siamo trovati al Centro Parrocchiale nelle mattinate dal lunedì al venerdì durante le cinque
settimane di luglio. Ero in un gruppo di trenta amici, di età compresa tra i cinque e i tredici anni.
All’inizio della giornata giocavamo all’aperto con attività animate dai ragazzi delle superiori. Dopo la merenda
seguiva la riflessione quotidiana curata da Suor Cristina. Abbiamo meditato sulle tre parole indicate da Papa
Francesco per migliorare i rapporti fra di noi: scusa, grazie e permesso.
Il momento successivo era dedicato al laboratorio, curato dalla maestra Ilaria, durante il quale abbiamo
realizzato diversi lavoretti con tecniche differenti: pittura, collage e molto altro. Il mercoledì ci trovavamo alla
messa delle 9 per trascorrere un po’ di tempo con Gesù. Tra le varie attività vorrei ricordare la gita a Malga Ciapèla (nella foto) con la passeggiata ai Serrai di Sottoguda e il buon gelato gustato in una giornata piovosa.
Abbiamo concluso questa esperienza portando a casa i lavoretti e una piantina di ciclamino.
Spero di poter ripetere questa bella avventura anche il prossimo anno, sperando di fare ancora nuove
amicizie.
Un bambino
te quest’anno, particolarmente,
verrà presentato il Sacramento
dell’Eucaristia collegato all’impegno dell’Amore e alla vita
all’interno della Chiesa (le virtù, le Opere di misericordia); e
lo Spirito Santo con i suoi doni,
effusi in modo particolare con il
Sacramento della Cresima.
Ogni anno è caratterizzato
anche da momenti comunitari
legati al programma che, nel
suo svolgimento pratico, è
lasciato molto alla fantasia e
all’inventiva dei catechisti, in
modo da evitare il più possibile
lo stile di “lezione”, cercando
invece di suscitare nei bambini
e ragazzi il desiderio di incontrarsi per “conoscere meglio
Gesù”, sentire la bellezza di
vivere nella Chiesa e far loro
comprendere che il catechismo
non è sufficiente alla vita cristiana: deve sfociare nell’incontro
per eccellenza con il Signore,
che è l’Eucaristia domenicale. Nell’incontrare all’inizio
dell’anno catechistico le “matricole” ho detto: “Un bambino
che andasse sempre al catechismo ma non partecipasse mai
alla Messa, sarebbe come un
calciatore che tutti i mercoledì
si impegna all’allenamento e
poi, quando la domenica c’è
la partita, se ne sta tranquillamente a dormire… A che è
servito il suo allenamento?”.
Non so se loro penseranno a
questo esempio, ma i genitori
non potrebbero farlo?
Insieme ai catechisti/e, che
ringrazio fin d’ora per come
stanno affrontando il nuovo
cammino, chiedo ai genitori di
collaborare con buona volontà
per il bene dei loro figli. Con la
collaborazione di tutti, i frutti
non mancheranno. Conto di
verificarlo insieme alla fine
dell’anno. Buon cammino a
tutti.
Il Parroco
Echi di Agordo
Ottobre 2014
9
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
Come ormai da qualche
anno, noi ragazzi del gruppo
Dialogando Coi Film abbiamo
ricominciato le nostre attività
che porteremo avanti per tutto
l’anno.
Innanzitutto abbiamo voluto
proporre alla comunità una
manifestazione di approfondimento sul tema delle mafie e
della legalità.
Abbiamo organizzato assieme all’associazione LIBERA
(fondata nel 1995 da Don Luigi
Ciotti, con lo scopo di combattere le organizzazioni di stampo
mafioso e diffondere la cultura
della legalità), quattro serate in
cui abbiamo proiettato tre film e
presentato uno spettacolo.
Durante la prima serata abbiamo proposto il film Benvenuto Presidente! che ha dato lo
spunto per parlare di legalità. Il
secondo film (La mafia uccide
solo d’estate) ha introdotto la
storia della mafia a Palermo.
Nella terza serata abbiamo
avuto come ospiti i ragazzi della
cooperativa sociale “Il tappeto
di Iqbal” che direttamente dal
quartiere Barra di Napoli sono
venuti a presentare la loro
realtà: una vita condizionata
dalla camorra che controlla il
quartiere della città. Abbiamo
concluso questo evento con la
proiezione del film “Alla luce
del sole”, film basato sulla
storia di don Pino Puglisi, prete
ucciso dalla mafia a Brancaccio
(Palermo) perché cercava di
dare un futuro ai giovani. Le
serate si sono svolte di sabato
sera presso l’Auditorium del
Centro Parrocchiale che, come
Dialogando coi film - Quinta stagione
«Cose di casa nostra,
storie di mafia e legalità»
Con “Libera” di don Ciotti
La terza serata con il teatro de “I ragazzi del tappeto di Iqbal”.
sempre, si è rivelato un meraviglioso punto di incontro. I vari
approfondimenti che abbiamo
proposto al pubblico sono stati
curati da Nicolò Luciani e da
Matteo Xaiz. Fondamentale la
presenza e la preparazione dei
ragazzi dello staff di Dialogando Coi Film che come sempre
hanno intrattenuto il pubblico
in maniera piacevole!
Il secondo appuntamento che
abbiamo presentato è stato il
banchetto di torte e dolciumi
sul Broi, durante la Fiera del be-
Dolce... autofinanziamento
stiam. Il ricavato verrà utilizzato
per organizzare le prossime manifestazioni, che come sempre
saranno ad ingresso gratuito.
Adesso, conclusa l’esperienza
con Libera, ci stiamo avviando
all’organizzazione della quinta
edizione del “Cineforum dei
ragazzi” che ci auguriamo di
presentare in primavera.
Ricordiamo che il nostro
piccolo gruppo è sempre aperto
a nuovi volontari che vogliano
contribuire con le proprie competenze all’allestimento delle
manifestazioni.
Per informazioni, suggerimenti od altro vi invitiamo a
scriverci a questa indirizzo
mail: dialogandocoifilm@
virgilio.it!
Andrea Colaiacomo
Dall’8 novembre, tutti al Centro!
Un’altra stagione di... dolci soddisfazioni con il Gruppo Giovani.
La vendita delle torte alla Fiera del bestiam.
10
Ottobre 2014
Echi di Agordo
VITA DELLA COMUNITÀ VITA DELLA COMUNITA’
«Lo stand della spiritualità» 15 agosto, festa dell’Assunta
Questa l’originale proposta
dell’arcidiacono monsignor
Giorgio Lise, in margine all’iniziativa «AgordoBaleno» svoltasi ad Agordo nei tre mercoledì
del 30 luglio, 6 e 13 agosto.
«In occasione dell’ultimo
mercoledì dell’iniziativa», ha
annunciato don Giorgio, «la
nostra chiesa arcidiaconale
resterà aperta fino alle 23.00
per permettere alle tante persone che popolano il centro
in quella serata, di entrare per
una preghiera o per una visita.
Vuole essere questo un segno di
partecipazione della comunità
ecclesiale alla vita della città:
i credenti non sono un “corpo
estraneo” e la “chiesa aperta”
vuole ricordare anche che la fede
entra a pieno titolo in ogni attività della persona, guidandola e
illuminandola al fine di vivere al
meglio - in questo caso - l’esperienza dello stare insieme e di
un sano divertimento».
Insomma, tra i tanti stands di
AgordoBaleno 2014 allestiti nei
vari luoghi del centro di Agordo,
se n’è aggiunto quest’anno un
altro, che può essere appunto
chiamato «Lo stand della spiritualità».
L’Arcidiacono, presiedendo
la celebrazione eucaristica
nella solennità dell’Assunta,
il 15 agosto scorso, ha imperniato l’omelia sulla speranza.
Tra l’altro ha detto: “di speranza oggi abbiamo estremo
bisogno, non solo per la crisi
che ci attanaglia, ma perché,
vivendo in un mondo – per
usare le parole dell’apostolo
Paolo - “senza senno, senza
lealtà, senza amore, senza
misericordia” (cf. Rm 1,31),
comprendiamo che l’unico
della vita umana, decidendo
chi può vivere e chi deve morire, se e quando un essere deve
nascere e con quali modalità
tecniche farlo nascere, sfidando le leggi che naturalmente
presiedono alla trasmissione
della vita umana; in un uomo
che in nome del progresso sta
rovinando i doni che Dio gli ha
affidato chiedendogli di amare
e custodire il Creato; in un
uomo che non si cura più – se
non a parole – dei molti che
diventano sempre più poveri
a poter salvare l’uomo sarà
Dio stesso.
Perché oggi è difficile riporre la nostra speranza nell’uomo; in un uomo che si sta
distruggendo con le proprie
mani riempiendo di guerre il
pianeta anche nel nome di Dio
o perseguitando chi ha una
fede diversa; in un uomo che
per il miraggio di una egoistica felicità individuale sta
corrodendo con le sue leggi
l’istituto familiare; in un uomo
che con le sue disposizioni
giuridiche si ritiene padrone
e dei pochi che arricchiscono
a dismisura.
Tuttavia, noi speriamo.
Nonostante tutto, noi siamo
figli della speranza: non
perché non vediamo e quindi
ci illudiamo, ma perché la
visione di Maria nella gloria,
lei nostra sorella e madre, ci
dice che Dio non permetterà
che vada perduta l’umanità;
quell’umanità che Egli, attraverso il suo Figlio fatto uomo,
ha voluto legare indissolubilmente a sé”.
La giornata della speranza
Ben preparata anche quest’anno la “Giornata della Speranza”, celebrata in Arcidiaconale
domenica 21 settembre. La
Messa parrocchiale ha visto
la presenza di 18 anziani e
malati che hanno ricevuto il
Sacramento dell’Unzione degli
Infermi, sacramento non “del
congedo” – ha spiegato l’Aricidacono – ma “sacramento
della speranza cristiana”. Era
presente anche un bel gruppo di
barellieri e sorelle dell’Unitalsi,
l’Associazione che accompagna ogni anno a Lourdes
pellegrini sani e malati.
Don Giorgio, al termine della
Messa, ha consegnato a ciascun
anziano una croce raffigurante
quella postata al collo da Papa
Francesco, una croce a cui è
appeso Gesù, raffigurato come
il “Buon Pastore”. “Quando la
guarderete – ha detto – ricordatevi che nelle vostre sofferenze,
Gesù vi porta sulle spalle, come
il Buon Pastore ha portato
sulle sue spalle la pecorella
smarrita”.
21 settembre. Il sacramento del “non congedo”
Ottobre 2014
Echi di Agordo
11
la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale
A Casèra Copàda Bassa
Il nuovo entusiasmante
campeggio 2014
“KODA
FRATELLO
ORSO”
Quest’estate i giornali riportavano sovente di avvistamenti
di orsi nei boschi e pascoli di
Veneto e Trentino.
Anche casèra Copàda Bassa,
sul passo Cibiana, con i suoi
1600 metri di altitudine slm, ha
ospitato nel periodo compreso
fra il 30 giugno e il 13 luglio un
piccolo orsetto tutto particolare
e decisamente più amichevole
degli altri.
Come i colori dell’iride si
fondono per dare la luce, come
i chicchi di grano si mescolano
per fare un solo pane, così le
nostre 21 parrocchie…
Assieme a Koda (questo il suo
nome), un’ottantina di bambini
e ragazzi divisi in due turni si
sono visti protagonisti di un
nuovo, entusiasmante campeggio, sulle tracce del film Disney
“Koda fratello orso”, la storia di
un ragazzo che cresce e diventa
uomo proprio trasformandosi in
un orso ed acquisendo un punto
di vista totalmente diverso da
quello che prima gli impediva
di accettare e rispettare il “diverso”. Obiettivo questo, che
hanno cercato di perseguire
anche gli abitanti di Copàda: i
ragazzi, guidati da una trentina
di animatori, a loro volta orchestrati da un impegnatissimo e
sempre entusiasta don Fabiano,
che siamo riusciti a sottrarre
alle sue tre parrocchie per lo
stretto necessario, restituendolo
poi forse un pochino esausto
ma tutto intero al termine dei
due turni.
E se è vero che la gioventù
ha un bisogno insaziabile di
cibo, motivo per cui ringraziamo le nostre brave cuoche,
I nostri animatori
sempre disponibili a sostentare
la nostra voracità, è altrettanto
vero che un altro tipo di fame
accompagna sempre tanti
ragazzi che insieme vivono
un’esperienza tanto intensa: la
fame di amicizia e di rapporti
umani, che abbiamo imparato
ad alimentare aprendoci non
solo agli amici di vecchia data,
ma anche ai nuovi arrivati e a
chi magari fa un po’ più fatica
a mettersi in gioco, e la fame di
una mano divina che ci guidi e
ci insegni il sentiero giusto.
Ogni mattina, dopo una
sveglia che qualcuno definiva
ingiustamente “un po’ brusca”,
la giornata cominciava con il
canto e la recita di alcuni salmi
scelti appositamente per guidarci fino a sera, poi la colazione,
i servizi e le attività, introdotte
dalla scenetta che riportava un
pezzo della nostra storia e un
tema sul quale tutta la giornata
Foto di gruppo dei partecipanti al 1° turno.
(segue a pag. 12)
Ottobre 2014
12
Echi di Agordo
la pagina foraniale la pagina foraniale la pagina foraniale
(segue da pag. 11)
era improntata.
Attraverso i giochi, i momenti di riflessione più o meno
profondi, le messe e, per i più
grandicelli, anche la veglia
guidata dal nostro animatore
più anziano nonché seminarista e quasi diacono Roberto (a
proposito, il 25 ottobre tutti a
La Valle per l’ordinazione!),
abbiamo cercato di lasciare da
parte i pregiudizi e i pensieri
negativi e di vedere oltre le apparenze, mettendoci in contatto
con i compagni non più con gli
occhi, ma con il cuore.
Siamo diventati via via anche
noi come dei fratelli, parola che,
come abbiamo scoperto, non
vuol dire solo affetto e amicizia,
ma anche qualche scontro, alcuni
sacrifici, una piccola litigata per
poi tornare a giocare assieme.
Come sempre il ringraziamento più grande va ai piccoli,
perché se noi riusciamo a dare
loro qualcosa mettendoci la nostra esperienza, serenità, lavoro
e gioia, loro ci restituiscono
almeno 7 volte tanto con il loro
entusiasmo, fiducia e voglia di
fare.
1° turno - La squadra dei verdi a caccia... del biglietto.
E allora manca solo una
raccomandazione ai nostri
“orsetti”: conservate integro il
sorriso per portarlo di nuovo il
prossimo anno a Copàda 2015,
che, come promesso, stiamo già
organizzando!
Gli animatori
Sorrisi del 1° turno
Don Bruno De Lazzer, “prete d’oro”
Foto-ricordo per i sacerdoti
della forania e zona agordina
con don Bruno De Lazzer, parroco di Caviola che il 28 giugno
scorso ha festeggiato il radioso
traguardo di 50 anni di sacerdozio. I Sacerdoti gli hanno
voluto donare un quadro (opera
di Natale Dal Molin di Agordo)
raffigurante la chiesa della B.V.
della Salute con sullo sfondo le
Cime d’Auta e un’immagine di
padre Felice Cappello.
A Don Bruno, il Vicario
Foraneo, sottolineandone l’entusiasmo giovanile che sempre
dimostra, ha augurato che il
Signore gli conceda ancora tanta
gioiosa energia per continuare
il servizio pastorale in mezzo ai
suoi fedeli, con l’unico scopo
di essere sempre “collaboratore della loro gioia”, testimone
quotidiano dell’ “evangelii
gaudium”.
Echi di Agordo
14 agosto 1480. Otranto. 813
cristiani vengono decapitati dagli
invasori turchi per aver rifiutato di
abiurare la fede cristiana.
Agosto 2014. Oltre centomila
cristiani iracheni sono perseguitati, uccisi, torturati, crocifissi,
scacciati dalle loro case da orde
barbariche di terroristi e fanatici.
La storia si ripete, l’orrore ritorna,
il martirio continua ad essere il destino di chi non vuole rinnegare la
propria fede neanche di fronte alla
follia violenta del mondo. Quella
dei santi martiri di Otranto non è
una vecchia leggenda salentina,
è una storia di oggi che ha ancora
un grande valore di esempio e di
attualità.
Lo aveva intuito il grande Giovanni Paolo quando il 5 ottobre
1980 disse: «Non dimentichiamo
i martiri dei nostri tempi. Non
comportiamoci come se non esistessero». Un appello che risuona
di nuovo oggi, forte e chiaro, per
bocca di un altro Papa, Francesco,
che nei giorni scorsi ha più volte
chiesto di «porre fine a un dramma
umanitario in atto e proteggere i
minacciati dalla violenza e assicurare aiuti agli sfollati».
La minaccia sottovalutata
Quando nel 1480 la flotta
ottomana che aveva piegato Costantinopoli salpò dall’Albania per
conquistare la Puglia poté agire
indisturbata perché le grandi potenze occidentali erano distratte
dalle loro beghe e rivalità: Venezia, gli aragonesi, la Firenze di
Lorenzo il Magnifico, non mossero
un dito per soccorrere Otranto,
sottovalutando la minaccia. Non
riuscivano a concepire l’idea che il
sultano, abbattuto l’impero bizantino, puntasse dritto a conquistare
l’Italia e soprattutto Roma, il cuore
della cristianità.
Non ci furono eserciti francesi
o imperiali, lombardi o spagnoli a
contrastare la sfida che puntava
al cuore dell’Europa. Si rimase
indifferenti di fronte alla tragedia
di una città lasciata da sola a
difendersi con circa cinquecento
soldati e una popolazione di seimila abitanti rispetto a un esercito
turco di ventimila armati, diverse
decine di navi da guerra e molte
potenti bocche da cannone, per
l’epoca un’arma eccezionale.
L’esito era scontato, e nonostante una strenua resistenza
gli ottomani conquistarono prima
la città bassa e poi la cittadella,
perpetrando un massacro senza
pari: sembra che siano state sterminate 12 mila persone, compresi
gli abitanti della campagna, e altre
cinquemila, soprattutto donne e
bambini, ridotte in schiavitù. Come
accade anche in queste ore in
Iraq, dove i jihadisti dopo aver
preso il controllo di Mosul sono
andati all’attacco delle città della
piana di Ninive, alcune abitate
da duemila anni solo da cristiani,
tutte indifese.
La persecuzione
Le chiese sono state distrutte,
gli antichi manoscritti bruciati, le
immagini della madonna ridotte in
frantumi, le croci divelte. Nel nord
Ottobre 2014
Per riflettere
Uno sguardo sul mondo…
Otranto. La cattedrale dei Santi Martiri.
Cristiani perseguitati
Da tre mesi, il mondo inorridisce per la persecuzione
delle minoranze in Iraq. Ora
sono passati in azione i tagliagole, che agitano i loro
coltellacci da macellaio e
postano tutto con cura su You
Tube, in modo che il mondo
sappia cosa tocca all’infedele
che rifiuta di convertirsi o di
pagare il fio. Tutto era cominciato all’inizio dell’estate
con l’occupazione di Ninive,
con gli incendi appiccati ai
vescovadi locali, con la cacciata dei monaci che da due
millenni pregano in aramaico
negli antichi monasteri scavati nelle rocce…
Eppure anche nell’Europa
civile priva di Califfi e di
eserciti islamici operativi e
ben armati, il copione non è
troppo diverso. Non ci sono le
scimitarre, ma le profanazioni sono all’ordine del giorno,
e il più delle volte vengono
taciute, fatte passare come
generici atti di vandalismo
perpetrati da giovani infelici,
adolescenti annoiati, cultori
di qualche serie TV che ammicca al mondo esoterico.
Invece: chiese attaccate,
presepi distrutti in Francia
e in Austria; in Svizzera ci
si è accorti che nell’inno
nazionale ci sono troppi
riferimenti all’Altissimo, e
quindi va riscritto. Quasi
undicimila franchi andranno
a chi saprà convincere la
giuria incaricata di valutare
tra le proposte che possano
sostituire il “salmo” (inno
poetico) composto dal musicista zurighese Widmer e
musicato dal prete cattolico
Alberik Zwwyssig, considerato obsoleto e poco adatto
alla nuova e multiculturale
Svizzera del ventunesimo
secolo.
A volte i novelli barbari
preferiscono le sceneggiate:
ne sa qualcosa l’arcivescovo
emerito di Colonia che lo
scorso Natale durante la messa solenne si è visto saltare
sul palco una attivista delle
Femen, nuda, con la scritta
“io sono Dio” ben dipinta
sul petto. O come a Bologna
dove le femministe invasero
a Natale la chiesa di San Petronio per una dimostrazione
abortista: “Voi occupate i
Consultori, noi invadiamo
le chiese”.
Diceva il papa emerito Benedetto XVI: “…una cultura
che rimuovesse la domanda
circa Dio, sarebbe la capitolazione della ragione, la
rinuncia alle sue possibilità
più alte e quindi un tracollo
dell’umanesimo, le cui conseguenze non potrebbero
essere che gravi. Ciò che ha
fondato l’Europa, la ricerca
di Dio e la disponibilità ad
ascoltarlo, rimane anche
oggi il fondamento di ogni
cultura”.
Veramente possiamo essere
d’accordo con Papa Francesco che recentemente ebbe a
dire: “Per trovare i martiri
non è necessario andare nelle
catacombe o al colosseo: i
martiri sono vivi adesso in
tanti paesi. I cristiani sono
perseguitati per la fede. In
alcuni paesi non possono portare la croce: sono puniti se lo
fanno. Oggi, nel ventunesimo
secolo, la nostra Chiesa è una
Chiesa di martiri”.
(Da un articolo di Matteo Matzuzzi
- “Il Foglio” - 30.08.2014)
13
dell’Iraq i miliziani hanno dichiarato che ogni cosa è di proprietà
dello Stato islamico, ingiungendo
ai sopravvissuti di andarsene,
così, in pigiama e senza scarpe,
lasciando tutto. Se hanno avuto
la fortuna di non essere crocifissi,
decapitati o presi in schiavitù.
Unica alternativa, la conversione
forzata all’islam.
E come ieri anche oggi la comunità dei paesi liberi è divisa e
lacerata da interessi contrastanti,
incapace di difendere il vecchio
ordine internazionale e ancora di
più di determinarne uno nuovo.
Non replichiamo la storia: è necessario un intervento umanitario
che impedisca il genocidio di un
popolo e aiuti i vicini a difendersi
da chi, usando in modo improprio la sacralità della religione
islamica, la distorce per i propri
fini terroristici, determinando una
regressione umana e civile della
nostra epoca.
Una comunità di profughi
Dal nord dell’Iraq è stata spazzata via l’intera comunità cristiana,
ridotta a una massa enorme di
profughi affamati, choccati, privati
di tutto.
Di tutto tranne che della loro
fede. Come era accaduto ad
Otranto. Dove alla fine, dopo la
strage, il generale del sultano
offrì agli ultimi sopravvissuti la
possibilità di convertirsi all’islam
e di aver salva la vita. Erano
813, erano pescatori, contadini, artigiani. Gente semplice e
ignorante. Li guidava un sarto,
Antonio Primaldo, che rispose a
nome di tutti: «Crediamo tutti in
Gesù Cristo, figlio di Dio, e siamo
pronti a morire mille volte per lui».
Vennero decapitati senza pietà.
Quando morirono non sapevano
che avrebbero avuto fama, che
sarebbero stati il seme per far
germogliare la ripresa dell’Europa. Otranto sarebbe stata liberata
l’anno dopo, e l’invasione del
continente e di Roma sarebbe
stata sventata.
Eroi senza nome
È interessante notare che
quegli 813 martiri non hanno un
nome, tranne il loro portavoce.
Non sono “eroi” celebrati, sono
un popolo, una comunità. Che è
stata oltraggiata, devastata, sradicata. Ma non ha ceduto. Persone
che non hanno nomi propri ma
rappresentano la nostra cultura,
la nostra civiltà e al contempo
ciascuno di noi. Come forse non
hanno per noi nomi quei fantasmi
indistinti che oggi, in questo momento, vagano violati in tutto alla
ricerca di un aiuto nel nord della
Mesopotamia.
Perseguitati perché sono cristiani come quegli occidentali
che invece li stanno ignorando
e dimenticando, lasciandoli alla
mercé di spietati barbari tagliagole. Oggi cinquecento anni dopo,
Otranto si ripete. Otranto è là, in
Iraq. Otranto è Mosul, bagnata
del sangue dei martiri
Pier Ferdinando Casini
Pres. Commissione Esteri del
Senato 14.08.2014
14
C’era una volta, alcuni anni
fa, una bambina magra e smilza, timida e solitaria, che abitava in una frazione stupenda di
un bel paese, fra il verde della
natura.
Questa bambina era dotata di
grande fantasia che le permetteva di giocare, inventandosi
fiabe e storie che popolavano
la sua tranquilla vita. I sassi
diventavano magici castelli,
gli alberi immaginosi percorsi
a tema e i fiori dei meravigliosi
vestiti e collane che abbellivano e ornavano la sua semplice
vita. La bambina di certo non lo
sapeva, ma l’inventiva che ogni
giorno alimentava segretamente, sarebbe diventata una sua
preziosa alleata in età adulta.
La bambina viveva in una
bella famiglia, dove tutti erano
collocati al loro posto, dove i
nonni erano considerati una
risorsa e la vecchiaia non era
un peso, ma una ricchezza
da scoprire e trasmettere. La
bambina era molto curiosa,
osservatrice e chiedeva spesso
ai nonni di raccontare aneddoti
sull’esistenza. Allo stesso tempo guardava lo svolgersi della
vita, facendo tesoro di tutti quei
riti, di tutte quelle sapienze,
che appartenevano al modo di
vivere di allora. Tutto questo
era immagazzinato nella sua
giovane mente, senza sapere
che un giorno sarebbe tornato
utile per la tutela del ricordo
e a sua volta per poterlo raccontare, scrivere, trasmettere e
testimoniare negli anni. Forse
la voglia di scrivere, di narrare
era già presente in lei, nel suo
DNA, nel suo essere.
La bambina cresceva bene
in quella situazione famigliare,
serenamente, doveva affrontare
quotidianamente tutti i problemi
che hanno i bambini e i ragazzi
che percorrono la strada per
diventare adulti.
Anche per lei questo cammino
fu veloce e si ritrovò nella foga
dei vent’anni, quando pensi di
sapere tutto del mondo e della
vita, ma in realtà non sai niente, perché non hai maturato
né esperienze, né saggezze. La
bambina adulta si ritrovò in
una vita formale che le stava
un po’ stretta e che cercò di
cambiare, rendendosi conto
solo anni dopo che le cose che
contano davvero sono quelle
semplici, che ti legano alla tua
terra, alla tua famiglia, al tuo
essere e tutto questo non è una
formalità, ma un orgoglio. Una
volta presa coscienza e capito
questo concetto, la vita riparte,
ma riparte con un altro ritmo,
con equilibrio, con armonia e
con rispetto verso se stessi che
è la chiave per una dignitosa
esistenza, dove qualunque cosa
accada si attinge da dentro la
Ottobre 2014
Echi di Agordo
Il racconto di Cielo Blu
C’era una volta
forza per andare avanti e non
farsi abbattere.
La bambina adulta si rifugiava spesso fra le montagne, oasi
di pace, forse stava cercando il
contatto con la natura e conseguentemente con se stessa;
o forse nel silenzio delle valli,
nella bellezza dei paesaggi,
sperava di trovare l’immensità
di Dio. Di sicuro quando tornava a valle, era più calma, più
serena, più tranquilla e quello
che le davano le montagne doveva essere qualcosa di davvero
molto speciale. Fra le montagne
scoprì per caso quella leggera
essere e la fece vivere armoniosamente e in equilibrio, lasciandola libera di essere ciò che
veramente era. Da quest’unione
sono nate due creature uniche e
rare che hanno cambiato, anzi
stravolto il significato della sua
vita rendendola sicuramente più
faticosa, ma più gioiosa, più
completa, più appagante, più
stimolante. L’uomo la portò a
vivere in un paese diverso dal
suo, dove la bambina adulta
si trovò subito bene e dove era
contenta di poter crescere i suoi
figli, perché le piaceva quel
paese e soprattutto la gente che
Val de Frèla, anni ’80.
brezza che è Dio e proprio fra
le rocce imparò a pregare e
il valore della preghiera, del
ringraziare e del gioire per
quello che si ha, del condividere
emozioni e sentimenti. Capì poi
che era possibile tutto questo
perché in alto si è più vicini a
se stessi.
La bambina adulta continuò
la sua vita che, come sappiamo,
spesso è più furba di noi.
Iniziò a dare una mano in
un’associazione di volontariato,
dove incontrò un uomo unico
che in poco tempo divenne uno
dei suoi più grandi e sinceri
amici. E quante cose imparò da
quell’uomo diplomatico e pieno
di valori che le insegnò la disponibilità, la riservatezza, l’umiltà, lo stare insieme e il vivere in
società. Anche ora che è andato
avanti, pensa spesso a lui con
leggerezza e gratitudine.
La bambina adulta trovò poi il
suo compagno di vita, un uomo
artistico, dotato di sensibilità
e intelligenza che capì il suo
lo abitava: gente semplice con
il senso della responsabilità e
della solidarietà che lavorava
insieme con concordia per uno
scopo comune. La bambina
vive ancora lì e spera di potervi
dimorare a lungo.
La bambina adulta ne ha fatta
di strada, da quando giocava
fra i fiori e i sassi immaginando
di essere principessa…
Ora sono nel pieno della mia
maturità, sorrido guardando
indietro, contenta di aver capito i miei errori, contenta di
aver appreso che una sconfitta
serve a comprendere molti più
concetti che una vittoria. Penso spesso alla mia infanzia,
soprattutto dopo aver avuto
i miei figli. Penso alla bimba
magra e smilza e mi ritengo
molto fortunata per aver potuto sceglier il mio percorso
di vita. Un grazie particolare
per quella che sono lo devo ai
miei genitori Tita e Flora che
mi hanno cresciuto, mi hanno
lasciato libera di scegliere e
I 37 racconti di Cielo blu, pubblicati su “Echi” dal 2005 ad oggi,
sono stati raccolti in un libro “La
leggerezza del cuore”, edito dal
Circolo Auser “ El Brói”, dedicato
a Renzo Da Rif nel 2° anniversario
della morte (27 ottobre 2012),
e presentato sabato 25 ottobre
2014, in sala don Tamis, dalla
Prof.ssa Fiorella Guadagnini.
anche di sbagliare. Oggi che
sono una madre mi rendo conto cosa significhi educare un
figlio e devo dire che loro con
me hanno fatto un buon lavoro.
Mi hanno trasmesso tutti quei
valori che rendono le persone
responsabili, indipendenti, ma
soprattutto in grado di capire
cosa conta davvero nella vita,
per distinguersi e fare le proprie
scelte senza condizionamenti.
Grazie per quello che mi è stato
insegnato.
Quando ero una bambina
magra e smilza, mi servivo della
fantasia per giocare e devo dire
che, anche se sono passati molti
anni, la fantasia è ancora parte
viva della mia vita. Ora, proprio
come allora, l’immaginazione
mi permette di andare dove
voglio, di vedere quello che mi
piace e conseguentemente di
sognare. Alimentare i miei sogni
mi aiuta a vivere serenamente,
soprattutto nei momenti difficili.
Anche la facoltà di osservare
è rimasta viva in me e mi è
servita a ricostruire parte del
mio essere, di quella che sono
e a conoscere e preservare le
mie radici.
C’era una volta una bambina
magra e smilza che ora è donna
e si gode la vita in tutte le sue
sfaccettature, una donna di quarant’anni che ha semplificato il
suo essere in questo racconto.
Per il futuro ci mettiamo con
fiducia nelle mani di Dio. Anche questa donna farà la sua
parte, dando del suo meglio
per lo scopo più importante che
possa esserci: crescere i suoi
figli con gli ideali ricevuti, con
responsabilità e usando sempre
una delle sue più care amiche:
la fantasia!
Blu Sky
Ottobre 2014
Echi di Agordo
15
solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato
In pochi per
una richiesta
d’aiuto in
Notizie dall’associazione
La nostra associazione prosegue la propria attività assistenziale sia presso la struttura
ospedaliera di Agordo che sul
territorio con i servizi a domicilio e con nuove iniziative.
Il periodo primavera-estate
2014 è stato sicuramente movimentato sia per problematiche,
nuove iniziative ed esempi
fattivi di collaborazione tra
associazioni.
Nell’assemblea del 9 marzo
era stato sollevato il problema
dei nuovi orari, proposti dalla
direzione Ulss1 di Belluno
per il personale della struttura
ospedaliera di Agordo, e del
conseguente disagio per i nostri
volontari.
A fine marzo dopo un incontro con i dirigenti dell’Ulss si
è giunti a un accordo per una
correzione degli orari in modo
da metterci nelle condizioni
di operare sia all’interno della
struttura che per la consegna dei
pasti a domicilio, anticipando
il momento della consegna
dalle cucine dell’ospedale di
aumento
Agordo. L’accordo, fino ad
oggi sostenibile, andrà sicuramente rivisto con l’arrivo della
stagione invernale.
Vale la pena di segnalare
che tra i vari servizi, quello riguardante la consegna pasti sul
territorio ha registrato un aumento di richieste nettamente
superiori alle medie precedenti,
coincidenti purtroppo con una
nostra difficoltà interna per
imprevista assenza di alcuni
volontaria preposti al servizio
stesso. Fortunatamente alcune
nuove recenti adesioni ci permettono di proseguire.
A questo punto rivolgo un
appello a chi ci sta leggendo.
Abbiamo bisogno di almeno
altre due persone disposte a
guidare un mezzo per la consegna pasti ai nostri anziani
del Basso Agordino, dando la
propria disponibilità per una
settimana al mese.
Ci sono invece delle iniziative in fase di realizzazione
in questi ultimi mesi. Stiamo
parlando del progetto regionale
“Sollievo” a favore delle persone affette da demenza previsto
dal DGR 1873 del 15/10 2013.
Dopo vari incontri tra la responsabile dei Servizi Sociali e i
volontari, che hanno accettato
di partecipare al primo corso di
formazione, è stata sottoscritta
una convenzione con il Comune di Agordo, incaricato quale
gestore per il Distretto n°2
dell’Agordino, nella quale il
GAV e l’AUSER si impegnano
ad assistere e trasportare le persone interessate per il periodo
di un anno dal mese di luglio
2014. Il progetto, nato proprio
per dare un aiuto alle famiglie,
è partito regolarmente a fine
luglio e gli incontri avvengono
settimanalmente nella giornata
di giovedì, al momento nella
sede del circolo “El Brói”.
Un normale impegno della
associazione è quindi il corso
di aggiornamento per volontari
che verrà realizzato tra fine
ottobre e inizio novembre per
un totale di tre lezioni, con
l’intervento dell’Ulss1 che
metterà a disposizione i docenti
necessari.
Dobbiamo segnalare con
molta gratitudine la generosa
donazione fattaci dall’AUSER
“Còl Bèl” di Tiser, il cui Direttivo ha deciso di regalare una
Fiat Punto, ritenendo giusto
metterla disposizione di una
associazione che avesse la
necessità di usarla frequente-
Rovereto, 24 settembre. Il gruppo dei gitanti sotto la famosa “Campana dei Caduti.
La città di Rovereto ospita sul
Colle Miravalle la Campana dei
Caduti, Maria Dolens, pensata e
voluta dal sacerdote roveretano
don Antonio Rossaro all'indomani della Grande Guerra come
simbolo imperituro di condanna
del conflitto, di pacificazione delle coscienze, di fratellanza.
mente per i propri servizi sul
territorio. Il passaggio di proprietà è avvenuto a fine maggio
e il mezzo è entrato in servizio
a luglio per la consegna pasti
sul percorso Agordo-TaibonVoltago.
Infine, parliamo di una giornata di distensione come quella
trascorsa dai volontari in occasione della gita a Rovereto, lo
scorso 24. In occasione del centenario dell’inizio della grande
guerra era quasi d’obbligo
visitare questi luoghi, peraltro
panoramicamente molto belli.
La gita, perfettamente riuscita,
è stata organizzata con il solito
entusiasmo da Ilva Dal Col che
ha potuto contare sull’aiuto di
altri volontari e ha permesso di
visitare i luoghi più significativi
di Rovereto. È stato visitato
il Museo della guerra situato
nel centro storico della città
e, dopo la sosta per il pranzo
consumato nella caratteristica
“casa del vino della Vallagarina” a Isera, si e potuta ammirare
la Campana dei caduti situata
fuori Rovereto. È la campana
più grande del mondo e tutte
le sere suona 100 rintocchi
per onorare i morti di tutte le
guerre e invocare la pace e la
fratellanza tra i popoli.
Desidero quindi ringraziare
sentitamente i volontari che,
nel momento di difficoltà come
quello capitato questa estate
per il servizio di consegna pasti, hanno moltiplicato il loro
impegno per garantire in ogni
modo la consegna per tutti i
giorni della settimana.
Aldo Da Ronch
Ottobre 2014
16
Echi di Agordo
solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato
AAA
Volontari
agordini
cercansi
Domenica 21 Settembre l’Auser della provincia di Belluno ha
festeggiato a Mel i venticinque
anni della vita dell’associazione, nata in sede nazionale nel
1989.
Durante la tavola rotonda che
si è tenuta nel Palazzo delle Contesse, uno dei fondatori storici
ha ripercorso la storia, sia pur
recente, dell’Auser, sottolineando come forza viva della società,
sfida e speranza siano una realtà
costante.
In questi 25 anni di vita Auser
ha sviluppato migliaia di azioni
sociali di sussidiarietà in collaborazione con le pubbliche amministrazioni e non, finalizzate
all’aiuto di persone in difficoltà,
ad Agordo dal 1999 anno della
costituzione del circolo ‘’el
Brói’’.
Alla base delle scelte di Auser,
è stato ricordato, è l’invecchiamento attivo, finalizzato a far
uscire gli anziani dall’isolamento e dalla solitudine, perché cosi
si allontanano e si rallentano i
processi di invalidità e di demenza.
Ricordare i 25 anni di vita
nazionale dell’Auser è un atto
doveroso verso i fondatori e
quelli che in passato vi hanno
collaborato, ma nel contempo
vanno consolidate le azioni di
sussidiarietà e solidarietà nei
territori dove è attivo e con una
attenzione particolare in quelli
dove la presenza è scarsa.
Al termine del convegno una
breve visita al centro di Mel
e la festa conviviale ai tavoli
del capannone con oltre 300
persone. Nel pomeriggio con
la visita al castello di Zumelle
si è conclusa la partecipazione
alla festa provinciale per i soci
di Agordo.
In agosto è iniziato in modo
formale, presso la nostra sede di
via Rova, il progetto ‘’Sollievo’’,
finanziato dalla regione Veneto
in aiuto alle persone affette da demenza o da malattia di Alzheimer
e a sostegno delle loro famiglie.
Al progetto aderiscono tutti i
comuni nell’ambito territoriale
del Distretto Socio-sanitario di
Agordo, il G.A.V. Gruppo di
assistenza volontaria e l’Auser. A
supporto dei volontari impegnati
nel progetto, per tre ore settimanali, la presenza di un psicologo
o un assistente sociale.
Con l’inizio del nuovo anno
scolastico sono state rinnovate le
convenzioni con alcuni comuni
dell’Agordino per l’accompagnamento negli scuolabus degli
alunni delle materne.
Non ci siamo dimenticati delle
27-28 settembre 2014. Ricordo della bella e interessantissima gita in Emilia-Romagna.
A due anni dalla prematura
scomparsa (27 ottobre 2012), il
suo ricordo rimane sempe vivo
in tutti noi.
attività socio-culturali rivolte
principalmente ai soci: a Verona
per la stagione all’Arena con
l’opera Madame Butterfly, a
Marostica per la partita a scacchi
in costume e in Emilia Romagna
con la visita di Comacchio, di
Ravenna ultima capitale dell’Impero Romano e con la tomba di
Dante e il caratteristico borgo di
Bertinoro.
L’11 ottobre il notaio dott.
Maurizio Malvagna ha tenuto
nella sede del Circolo una conferenza su “Approfondimenti
eredità e successioni”.
Dopo il pranzo sociale di domenica 19 ottobre, ci siamo ritrovati, sabato 25, in sala don Tamis,
per la presentazione del libro “La
leggerezza del cuore”, la raccolta
dei 37 “Racconti di cielo blu”
(di Giuliana Da Ronch), usciti
su “Echi di Agordo” dal 2005
a oggi. Edito dal nostro Circolo
il volumetto è stato dedicato a
Renzo Da Rif.
Vorrei spendere infine una
parola per ringraziare i volontari
che ogni giorno percorrono le
strade della nostra provincia,
sempre disponibili ad accompagnare anziani e disabili verso
strutture sanitarie e sul posto di
lavoro o con i pullmini scuolabus.
Se qualcuno di buona volontà
si rendesse disponibile a impiegare un poco del suo tempo
libero in aiuto ai meno fortunati è
sempre ben accetto nella squadra
dei volontari Auser.
Alvio Peratoner
Echi di Agordo
Ottobre 2014
17
solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato
...il volo del pettirosso...
...audace, coraggioso, in
lotta contro la sofferenza
Prima di informare i lettori
sulle nostre ultime attività, ci
piace ricordare il motivo che
ci ha portati a scegliere il nome
“Il Pettirosso” per la nostra
Associazione.
Il pettirosso della Cucchini
Agordino è in realtà un po’ il
“figlio” del gabbiano presente
nel logo ufficiale della Cucchini
Belluno. Il grande gabbiano
accoglie il pettirosso e gli trasmette tutta la sua conoscenza
e capacità, lo porta sulle sue
ali e gli fa conoscere la sua
esperienza e un giorno dice
all’uccellino: “ora sei pronto
per volare da solo”. “Il pettirosso, audace e fiducioso, spicca
tenacemente il volo!. Abbiamo
scelto il pettirosso perché è coraggioso, è noto per la capacità
di avvicinarsi all’uomo, ha un
cuore grande per il sentimento
che prova verso chi ha bisogno”
(dal sito Cucchini Associazione
Agordino, alcuni passaggi di
“Grazie”).
Ma abbiamo scelto il pettirosso anche perché vediamo
nella carità del pettirosso della
leggenda la stessa carità del
volontario!
“Gesù era sulla croce. Le
spine della corona che gli stringeva la fronte, si conficcavano
nelle sue bianche carni, facendo
uscire grosse gocce di sangue.
Un uccellino che volava poco
distante, vedendo la sofferenza
di Gesù, sentì tanta pietà per
Lui. Gli si avvicinò con un
leggero pispiglio. Cosa disse
l’uccellino? Forse rimprove-
Il 19 settembre, sala Don Tamis. La dottoressa Paola Fornasier, psicologa
e pedagogista, tiene la conferenza “Per mano nel tempo del lutto”.
rò gli uomini di essere tanto
cattivi, forse rivolse a Gesù
tenere parole di consolazione.
Poi tentò di portargli aiuto e
col becco tolse alcune di quelle
spine che lo torturavano. Le
piume dell’uccellino caritatevole si macchiarono di rosso!
L’uccellino conservò, come
prova di amore, quelle gocce di
sangue sul suo cuoricino.
Gli uomini, vedendolo, lo
chiamarono “pettirosso”. Ancora oggi tutti gli uccellini che
appartengono alla famiglia dei
pettirossi hanno sul petto qualche piumetta sanguigna” (da
“La leggenda del pettirosso”).
Il volontario dell’Associazione, come il pettirosso,
combatte contro la sofferenza,
Agordo, 19 luglio. La consegna di due letti elettrici all’Uls n.1.
dà sollievo al malato affinché
possa vivere il più pienamente
possibile fino alla fine, offre
la carità che infonde speranza
anche nell’amara esperienza
della sofferenza, nella consapevolezza che l’importante,
per ogni essere umano, è non
sentirsi abbandonato e solo.
L’attività
Fatta questa premessa ricordiamo gli eventi e le iniziative
della nostra Associazione.
Il 4 maggio i ragazzi di Selva
di Cadore hanno ricevuto il sacramento della S. Cresima. Per
questa importante occasione i
cresimandi, guidati dalla catechista, hanno realizzato, con
tanto impegno e maestria, delle
decorazioni pasquali che sono
state offerte, dopo la cerimonia
religiosa, in un mercatino. Il
ricavato è stato donato con
generosità e tanto entusiasmo
all’Associazione “Il Pettirosso”. È vivo il nostro apprezzamento per la sensibilità che
hanno dimostrato la catechista e
i cresimandi, e per l’alto valore
formativo dell’iniziativa.
Il 29 luglio, a seguito della
nostra partecipazione al Bando
del CSV 2012, congiuntamente
all’Auser “El Brói”, sono stati
acquistati due letti elettrici ed
è stato stipulato un contratto di
comodato d’uso gratuito con la
Usl 1 con preferenza ai bisogni
dell’Agordino.
La cerimonia di consegna dei
letti all’Uls è avvenuta alla presenza dei rappresentanti della
Uls 1, della Presidente Nadia
Dell’Agnola e del Consiglio
Direttivo che hanno ritenuto
questo evento un traguardo
molto importante per “Il Pettirosso” Cucchini Agordino.
Il 2 agosto, a Taibon, è stato
proposto il Concerto “Alle
ombre dell’ultimo sole”, organizzato da Laura Miana con la
collaborazione di altre volontarie. Hanno suonato i complessi
“3got down”, i “CafèRebelde” e
i “Tirataie”. Nonostante il tempo incerto, e a tratti la pioggia
e il vento, c’è stata una buona
partecipazione di pubblico.
Durante la serata sono stati
rinnovati molti tesseramenti e
sono state incamerate alcune
donazioni.
L’Associazione è grata a tutti:
ai gruppi musicali per la loro
disponibilità, ai volontari, ai
soci e ai nuovi iscritti per la
loro generosità;
Il 13 settembre al parco giochi
di Falcade si è svolta “The Giant
Polenta Challenge” la sfida
della polenta gigante. Grazie
all’idea e all’intraprendenza
di Fabrizio Vigilante e di Alessandro De Dea e alle braccia
e all’entusiasmo dei “mastri
polentai”, la polenta di 3988
chili realizzata ha conquistato,
sia pur per poche ore, il primato
mondiale! Le fette di polenta
con il “pastin” sono state distribuite a tutti i numerosi presenti
in cambio di un’offerta che gli
organizzatori hanno devoluto
alla nostra Associazione.
Il 19 settembre, in sala Don
Tamis di Agordo, la dottoressa
Paola Fornasier, psicologa e
pedagogista, ha tenuto la conferenza “Per mano nel tempo del
lutto”, riflessioni ed esperienze
per stare accanto a bambini e
ragazzi che hanno perso una
persona cara”.
Davanti ad un pubblico numeroso, attento, emotivamente
coinvolto, la relatrice ha affrontato con serenità e pacatezza
un argomento molto delicato e
difficile come quello del lutto
nei bambini. Per i 14 volontari
dell’Associazione, formati
nell’anno 2014-2015, è stata la
prima serata del programma di
Formazione continua.
18
Ottobre 2014
Echi di Agordo
solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato
La Confraternita
della Beata Vergine della Salute
Domenica 4 Maggio 2014 era
una bella domenica di sole con
un clima mite e primaverile e noi
consorelle della Confraternita
della B.V. della Salute (con alcuni
simpatizzanti) ci siamo ritrovate
di buon mattino per dare avvio
alla nostra gita/pellegrinaggio
annuale.
Ritrovo in Piazza di Agordo, partenza e subito durante il viaggio ci
siamo impegnate nella recita del
Rosario e poi … a fraternizzare
fra di noi.
Giunti a destinazione nella
cittadina di Dolo (VE) abbiamo
partecipato alla S.Messa nella
cappella intitolata alla Beata Vergine della Salute. Questa chiesa
è antica, le prime testimonianza
scritte sono del 1601, ed era l’oratorio della Villa Barbarigo Massari
i cui proprietari di nobile famiglia
veneziana proprio da Venezia
portarono il culto della BVS.
La Villa in epoca recente è stata
adibita a sanatorio, poi intorno alla
stessa è sorto l’attuale ospedale
civile di Dolo, che ha mantenuto il
bel parco. Proprio al limite del parco sorge questa chiesa semplice
con un pregevole affresco; oggi
è “amministrata” dal cappellano
dell’ospedale, il gentilissimo don
Giuseppe Cassandro che ci ha
accolto fra i suoi fedeli e al termine
della messa ci ha intrattenuto sulla
storia della chiesa e del culto della
Beata Vergine della Salute.
Poi, liberamente abbiamo fatto
una breve visita al centro storico di
Dolo, grazioso paese attraversato
dalle acque del Naviglio Brenta e
da dove parte il Burchiello, storica
imbarcazione che da secoli collega la città Padova a Venezia.
Alla giusta ora abbiamo pranzato in un moderno locale lungo
la Riviera del Brenta.
Nel primo pomeriggio ci siamo
recate alla bellissima Villa Pisani
di Stra, ricca di storia e di arte; due
guide turistiche ci hanno illustrato
molto bene perché nacquero le
Ville lungo la Riviera del Brenta,
il tipo di vita che ivi si svolgeva,
la loro ricchezza e il loro lento
declino. Oggi la Villa Pisani (a
differenza di altre ville che sono
private) è di proprietà dello Stato: sicuramente un bene perché
così tutti ne possono godere ma,
ahimè, ha serie necessità di fondi
per la manutenzione. Comunque
ogni stanza aveva il suo ruolo e
il salone da ballo, affrescato da
Giambattista Tiepolo, è meraviglioso!
La villa oggi è usata anche
per mostre temporali, infatti una
parte di essa ospitava la mostra
fotografica intitolata “Luci e ombre
di Venezia”: erano esposte molte
fotografie antiche che ritraevano
alcuni luoghi di Venezia e accanto
vi era a confronto una foto moderna ripresa con la stessa inquadratura… veramente interessante,
Le più giovani partecipanti alla gita-pellegrinaggio a Dolo del 4 maggio.
avrebbe meritato una maggiore
disponibilità di tempo.
A seguire passeggiata libera
nel parco per ammirare il giardino
detto all’italiana o giardino romantico e la ricca collezione di piante
nelle serre e nelle limonaie, ma
qui sicuramente c’era bisogno di
qualche giardiniere in più!
Ero curiosa di riprovare a trovare la giusta strada nel famoso
labirinto di siepi di bosso, inseguendo un vecchio ricordo da
bambina, ma proprio la domenica
pomeriggio il labirinto è chiuso
per… mancanza di custodia! Che
peccato!
È giunta l’ora di rientrare a
casa e il tragitto è presto trascorso fra qualche chiacchiera,
qualche canzone e un po’ di
meditazione.
Ringrazio tutte e tutti i parteci-
panti (in particolare i giovani che
non hanno avuto paura di unirsi
a noi meno giovani!), che hanno
reso bella questa giornata importante per me (era la prima gita che
organizzavo!) ma soprattutto importante per la Confraternita che
trova nei momenti trascorsi assieme gioia di Comunità e nuova
linfa per continuare a tenere viva
questa sodalizio, il cui scopo, lo
voglio ricordare, è la beneficienza
dopo la preghiera.
Le quote di iscrizione raccolte
annualmente vengono infatti
devolute a scopi benefici, siamo
in molte e quindi anche la semplice quota di ciascuna di noi
(euro 5 all’anno) assieme alle
altre permette di dare degli aiuti
significativi.
Ogni nuova persona che desidera associarsi è ovviamente la
benvenuta!
Adriana Alfonsi
Pro-Memoria
Domenica 16 novembre, Festa
della B.V. della Salute
Domenica 16 Novembre siete
invitati a partecipare alla Messa
delle ore 10.00 nella Chiesa
Arcidiaconale di Agordo per
onorare la Festa della Beata
Vergine della Salute; seguirà
il pranzo sociale dove spero di
incontrarvi numerose! Iscrizioni
presso cartoleria Miola entro
sabato 8 novembre 2014.
Il 21 Novembre – giorno
proprio della ricorrenza - celebreremo la Festa della Beata
Vergine della Salute con la partecipazione alla S. Messa nella
Chiesa di S.Agostino a Tóccol
(ore 17.00).
Dolo (VE), 4 maggio 2014, al termine della S.Messa celebrata nella cappella intitolata alla Beata
Vergine della Salute.
Ringrazio tutte le persone
che in vario modo aiutano la
Confraternita a rimanere viva e
arrivederci a presto!
Echi di Agordo
Ottobre 2014
19
solidarietà volontariato solidarietà volontariato solidarietà volontariato
Tanta amicizia e generosità
al festoso ritrovo di Sant’Agostino
il tradizionale
Mercatino di Natale
a scopo benefico
si svolgerà quest’anno
Nei giorni di:
Venerdì 28, Sabato29
Novembre 2014
con il seguente orario:
9 - 12 e 15 - 19
e Domenica 30 dalle 9 alle 12
nella sala “don Tamis”
della Unione montana ad Agordo (g.c.)
Il ricavato sarà destinato all’emergenza fame in Uganda.
Il 31 agosto il Gruppo “Vècia
Pòpa da Le Ville” ha organizzato
per il quarto anno consecutivo
un ritrovo conviviale presso
la chiesetta di Tóccol per festeggiare Sant’Agostino. Dopo
la messa celebrata da mons.
Giorgio Lise le numerose persone presenti hanno pranzato
all’aperto degustando per l’occasione gli ottimi prodotti locali
preparati da donne e uomini da
Le Ville.
Terminata la ristorazione, la
creatività, la fantasia e l’abilità
di Andrea Bernardi e la simpatia
di Patrizia De Nardin hanno intrattenuto giovani e non con una
serie di giochi e passatempo che
hanno divertito e reso piacevole
un bel pomeriggio.
Va evidenziato il particolare
clima di serenità, di amicizia e lo
spirito di solidarietà che per l’intera giornata ha accompagnato
tutti i presenti, in particolare le
persone meno giovani che per
l’occasione hanno rivangato con
nostalgia ricordi e momenti piacevoli di un tempo, quando con
pochi mezzi e risorse venivano
organizzati eventi e intrattenimenti che creavano legami solidi e momenti di collaborazione
e altruismo profondi.
Il ricavato della bella e festosa
giornata, 1.900,00 euro, frutto
delle offerte degli intervenuti,
è stato devoluto alla parrocchia
di Agordo per far fronte alla
spese sostenute negli scorsi anni
per ristrutturare la chiesetta di
Sant'Agostino da sempre molto
cara e considerata dalle genti
della zona di Le Ville.
Matteo Chissalè
Dopo la Messa celebrata da don Giorgio, si è dato il via alla festa popolare
con giochi vari e l’immancabile gustosissima polenta all’aperto.
I “Bòce da Rif” per i Chimici del “Follador”
Sabato 18 ottobre, i Bòce hanno dimostrato ancora una volta la loro
grande generosità consegnando al dirigente del Polo scolastico, prof.
Bruno Bulf, un forno e una centrifiga separatrice, apparecchiature
utili al laboratorio dei Chimici, acquistate con il ricavato della
tradizionale sagra di san Giuseppe del 1° maggio.
Centro Parrocchiale “Mons. Vincenzo Savio”
Ricordiamo che
è SEMPRE POSSIBILE CONCORRERE
ALLA RIDUZIONE DEL DEBITO
con:
- Offerte libere
- Dedicando alla memoria di persone care le aule
o altre attrezzature
- Acquisendo una delle 4.104 tessere che compongono il pannello, del valore di 150 euro ciascuna da versare in Parrocchia.
Nuovamente grazie fin d’ora a quanti vorranno riservare concreta attenzione alla realizzazione del centro
al fine di poter estinguere il debito restante.
20
Ottobre 2014
Echi di Agordo
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Nell’ultima tornata elettorale,
come già segnalato nell’ultimo
numero di Echi, si è assistito al
cambiamento dell’Amministrazione comunale di Agordo.
Passate le elezioni il gruppo
guidato dal Sindaco Sisto Da
Roit ha iniziato a lavorare sui
molti temi della vita pubblica.
Si è composta quindi la nuova
Giunta comunale che è formata
da cinque degli eletti e che, oltre
al sindaco, vede un’eguale presenza di genere, che sono (con
i rispettivi referati):
- Sindaco: Sisto Da Roit (affari
generali, bilancio e urbanistica;
- Vicesindaco: Angelo Ramazzina (patrimonio e salvaguardia
del territorio);
- Assessori: Nadia Dall’Agnola
(servizi alla persona); Gabriele
Trento (sviluppo sostenibile);
Maria Grazia Dorigo (gestione
associata dei servizi, società
partecipate, finanziamenti e
progetti innovativi).
Nei primi mesi di lavoro sono
già alcune le decisioni/attività
adottate e svolte nonostante il
periodo estivo. Per chiarezza
espositiva abbiamo scelto di
suddividerle schematicamente
nei referati dei vari componenti
della giunta.
1. Affari generali, bilancio e
rbanistica
A seguito del rinnovo del
Consiglio comunale sono stati
nominati i rappresentati del
comune (di maggioranza e
minoranza) all’Unione montana agordina (Stefano Tomè,
per la maggioranza e Cristina
Bien per la minoranza), alla
Pro Loco (Gabriele Trento
e Fabrizio Campedel, per la
maggioranza, e Crisitna Bien
per la minoranza), e le commissioni comunali elettorale (per
la maggioranza Paolo Chissalè
e Fabrizio Campedel, membri
supplenti Stefano Tomè e Marco Da Roit, e per la minoranza
Roberto Chissalè, membro
supplente Giulio Favretti), e
per la formazione degli elenchi
dei Giudici popolari (Marco Da
Roit, maggioranza e Claudio
Sito, minoranza).
Nel consiglio comunale del
31 luglio sono stati approvati il
bilancio annuale di previsione
per l’anno 2014 e i regolamenti
di applicazione di TASI, IMU
e addizionale comunale IRPEF
e le relative aliquote, che sono
state modificate per far fronte
alle minori entrate conseguenti
a un riduzione dei trasferimenti
Notizie dal Comune
dell’amministrazione statale,
che per il 2014 ammonta a
477.000 euro.
La Giunta ha anche deliberato
la destinazione del 5xmille che
servirà a finanziare il buono
nuovi nati, il progetto aiuto
studenti scuola media e contributi straordinari a sostegno del
reddito per famiglie disagiate.
2. Patrimonio e Salvaguardia del territorio (manutenzione e amministrazione del
patrimonio comunale e lavori
pubblici)
È stata approvata dalla Giunta
la stipula dell’Accordo di Pro-
da tennis e della sorgente acquedotto Framónt (secondo le
indicazioni dell’Ulss). In questo periodo è stato infine risolto
il problema delle infiltrazioni
d’acqua presso il cimitero.
3. Servizi alla Persona (sanità
e sociale, cultura, istruzione,
famiglia, giovani e servizi per
l’infanzia e l’adolescenza)
Nei giorni a cavallo di ferragosto (14-19 agosto) è stata
organizzata in Sala Don Tamis
la mostra foto-storica “Volti e
storie della resistenza bellunese”, affiancata dalla rassegna
«I luoghi della grande guerra
Lavori al cimitero.
gramma con Veneto Strade e gli
altri comuni coinvolti nell’intervento di miglioramento del
collegamento stradale fra le
Province di Trento e Belluno
lungo la S.P. 347 “del Passo
Cereda e Passo Duran”, finanziato dall’O.D.I.. Per il comune
di Agordo l’intervento è rappresentato dalla realizzazione
del marciapiede tra Veran e
Crostolin con un investimento
di circa 400.000 euro.
Nel periodo tra giugno e settembre si sono conclusi i lavori
di sostituzione delle lampade a
vapori di mercurio con quelle
a risparmio energetico (su tutti
i 780 i punti luce del territorio
comunale), di realizzazione di
una parete in cartongesso presso
il magazzino-archivio della
scuola media e l’installazione
di nuovi giochi e tavoli presso
il parco giochi.
Sono terminati anche i lavori
di pulizia dei tombini stradali di
tutto il territorio, di sistemazione della recinzione del campo
in provincia di Belluno»,
entrambe patrocinate anche
dall’Unione montana agordina
e per la seconda da un progetto
Interreg. Con settembre sono
ricominciate le scuole ed è
ripresa l’attività del Pedibus
(iniziativa partita lo scorso
aprile): grazie alla collaborazione dei volontari e del circolo
Auser “El Brói” ogni mercoledì
il Pedibus, partendo dalla zona
della caserma dei carabinieri,
passando di fronte all’ospedale
e per la piazzetta vecchia porterà i bambini a scuola.
L’8 ottobre è stata proposta
una serata di dibattito promossa dalle associazioni dei
consumatori riconosciute dalla
Regione del Veneto. “Facciamo
i conti, difendere la famiglia
dalla crisi finanziaria” è il
progetto della Codacons Veneto, finanziato dalla Regione
Veneto, attraverso il quale dei
consulenti all’economia della
famiglia offrono il loro contributo per controllare questioni
economico-burocratiche quali
la correttezza nei conteggi dei
tassi d’interesse e dei mutui,
carte di credito e finanziamenti
al consumo nelle varie forme.
4. Sviluppo Sostenibile (turismo, associazionismo, sport,
sviluppo sostenibile, agricoltura-attività primarie e mobilità).
Nonostante il periodo estivo,
sono stati compiuti i primi passi
nella discussione del progetto
sull’Ospitalità Diffusa, progetto turistico sostenibile che
coinvolge tutti e sei i comuni
della conca e che rappresenta un
primo tentativo di lavoro comune tra le amministrazioni.
Il progetto in fase di discussione prevede la messa in rete
delle strutture ricettive, il recupero e la valorizzazione del
territorio con particolare attenzione al turismo senza barriere,
nonché il ripristino dell’attività
costante dell’ufficio turistico
di Agordo, centro organizzato
e competente dell’ospitalità
diffusa che dia informazioni e
assistenza all’ospite.
L’interesse e la disponibilità
alla discussione degli amministratori della conca ha permesso
di effettuare il primo passo e organizzare un incontro con oltre
50 privati proprietari di strutture
ricettive di vario tipo operanti
sul territorio (il 5 settembre a
Taibon) a cui seguiranno quelli
con le altre categorie di soggetti
potenzialmente coinvolti.
Si è effettuato altresì il
censimento delle associazioni
operanti in loco.
5. Gestione associata dei
servizi, società partecipate,
finanziamenti e progetti innovativi (monitoraggio delle società
partecipate del comune o di altri
enti territoriali)
È stato approvato, nel consiglio comunale del 31 luglio,
il bilancio di esercizio relativo
all’anno 2013 dell’Azienda
Speciale Agordo Servizi.
Marco Da Roit
Echi di Agordo
Ottobre 2014
21
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Il Gruppo Archeologico
Arca di Agordo, presieduto
da Gabriele Bernardi, informa
della chiusura della campagna
di scavo effettuata nella Busa
delle Vette Feltrine, in Comune
di Sovramonte, all’interno del
territorio del Parco Nazionale
Dolomiti Bellunesi, a quota 1800 metri. L’intervento,
preparato in circa un anno di
contatti con istituzioni e di
pratiche necessarie, era previsto per la prima settimana di
luglio di quest’anno; le note
condizioni del maltempo estivo hanno costretto a spostare
l’attività nella settimana dal 3
all’8 settembre. Tutto è andato
“miracolosamente” per il meglio: le piogge hanno disturbato
poco sia l’allestimento che lo
smontaggio del piccolo cantiere
che l’esecuzione dell’indagine,
tanto da riuscire a portare a
termine i lavori.
L’attenzione per quella zona
nasce da uno studio durato anni
effettuato da Piergiorgio Cesco
Frare e da Gabriele Fogliata sui
recinti pastorali esistenti in provincia, per ora un censimento di
circa un centinaio di complessi,
che è stato sintetizzato in un
articolo pubblicato sul quarto
numero della rivista Frammenti
del 2012. In seguito, dato che
alla Busa delle Vette esiste un
articolato insieme di recinti
contigui, il Parco ha ritenuto
vantaggioso finanziare uno
Archeologia in alta quota
a Sovramonte
Una prospezione con drone eseguita dalla ditta Zollet Service di
Santa Giustina.
studio per datare le strutture;
a tal fine ha proposto ad Arca
una sovvenzione per l’orga-
Dal 3 all’8 settembre, tutto è andato “miracolosamente” per il meglio.
nizzazione di un intervento
archeologico alla Busa.
Notevole interesse verso il
progetto, steso da Arca, è stato
mostrato da Federico Dalla
Torre, sindaco di Sovramonte, e
da Annaluisa Pedrotti, docente
dell’Università di Trento, divenuta poi direttore scientifico
dello scavo. Una volta richiesta
da Trento la Concessione al
Ministero, redatta la relazione
sull’impatto ambientale dal
geologo Maurizio Olivotto
(siamo in pieno territorio protetto da vincoli), eseguita una
prospezione con drone dalla
ditta Zollet Service di Santa
Giustina per avere un fotopiano
georeferenziato dell’area, si è
potuto impostare l’impresa nei
suoi risvolti concreti.
La campagna ha risposto alle
aspettative arricchendo signifi-
cativamente il già eccezionale
patrimonio archeologico di
Sovramonte (basti pensare alla
sepoltura preistorica della Val
Rosna ): sono stati raccolti sia
carboni che una volta analizzati
permetteranno una datazione
del sito, sia frammenti ceramici
che studiati da esperti permetteranno anch’essi un’attribuzione
temporale alla frequentazione,
sia campioni di terreno per
poter valutare l’utilizzo antico
dei vari recinti (se umano o
animale).
Per ora non dobbiamo far
altro che ringraziare i vari
ingranaggi della macchina
che hanno contribuito in modo
essenziale alla riuscita della
campagna: a partire dalla stesura del progetto (P.G Cesco Frare
e G. Fogliata); dalla volontà del
Parco (dott. Enrico Vettorazzo);
dal trasporto del materiale a
Faller (Manlio Monestier ed
Elio Bordignon); dal montare
in quota (e poi scendere) con
trattore lo stesso materiale (sig.
De Bortoli); dal coordinamento
realizzato dalla dott.ssa Berto
del Corpo Forestale; dal prezioso trasporto in salita e in
discesa della strumentazione
degli archeologi, degli effetti
della decina di persone stabilite
in rifugio e di persone stesse, da
parte del personale della Stazione Forestale di Pian d’Avena;
dalla gentilezza e disponibilità
dei gestori del rifugio (Erika De
Bortoli e Mirco Gorza); dall’attività scientifica e di rilevazione
svolta sul campo (dott. Fabio
Cavulli - UNITN, direttore di
scavo, e dott. Francesco Carrer
- Univ. di York); dal contributo
dell’archeologo Ivan Minella;
dal valido aiuto degli studenti
Marco Toffanetti - UNITN,
Filippo Favilli e Alessandro
Mazzariol - UNIPD; dal volontariato di Nicoletta Barazzuol e
Mariarosa Salmazo.
Non possiamo dimenticare
i graditissimi visitatori che,
nonostante la salita di tre ore,
hanno poi dato una mano in
alcune fasi di scavo e setacciatura: Enzo Galeone, Maurizio
Olivotto, Federico Toffoli,
Mirella Munaro, Mara Dalla
Vecchia, Guendalina Bordin,
Daniele e Giorgia Olivotto.
Ora attendiamo la relazione
degli archeologi che già pensano a un futuro approfondimento
dell’indagine.
Il Gruppo Arca
Ottobre 2014
22
Echi di Agordo
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Luca, un Alpino effettivo
Per Luca Da Roit, classe 1994,
diplomato all‘ITIS Segato di
Belluno nel luglio 2013, diventare Alpino è un sogno che si è
avverato.
Già nel 2012 ha partecipato a
“vivi le forze armate”, la cosiddetta mininaia, che lo ha visto
provare la vita di caserma per
tre settimane a S. Candido, nel
mese di settembre.
Ha avuto modo così di indossare il cappello con la penna e di
questo si è innamorato.
Nel mese di dicembre dello stesso anno, in occasione
dell’assemblea del Gruppo
Alpini di Agordo, gli è stata
consegnata, da parte del capogruppo, Caio Gavaz, la tessera
di socio.
In Luca, quelle tre settimane
di caserma, hanno fatto scattare
una molla, continuava a ripetersi: “dopo il diploma devo
riuscire ad entrare nelle Forze
Armate e fare l’Alpino”.
Come si sa, per riuscire nei
propositi, bisogna essere convinti, impegnarsi e dare il meglio
di se stessi.
Per due anni ha fatto tutti
i corsi possibili per avere il
punteggio necessario e così è
riuscito a vincere il concorso
(9000 partecipanti-1700 selezionati), “II blocco 2014 “che
Dicembre 2012. Il capogruppo Caio Gavaz consegna a Luca la tessera
di socio del Gruppo Alpini Agordo-Rivamonte-Taibon.
Il 20° Ritorno a Paluch
Il saluto di Angelo Dal Borgo, presidente della Sezione ANA di Belluno.
La cerimonia di giuramento del 18 luglio scorso.
Non solo da...
“Maria De Filippi”
i sogni si avverano
gli ha permesso di partecipare
al R.A.V (Reggimento Addestramento Volontari) a Montorio
Veronese dal 24 giugno al 16
settembre.
Con la cerimonia di giuramento avvenuta il 18 luglio scorso
è diventato “fante”, ma il 17
settembre, finalmente, è stato
aggregato al VI° Regg.to Alpini
di S. Candido come “modulo K”
e a metà novembre sarà trasferito definitivamente al Reparto
Comando Supporto Tattico della
Divisione Tridentina nella caserma di Corvara in Badia.
Ci siamo riusciti, abbiamo
coronato un sogno ed abbiamo
un nuovo Alpino effettivo.
Bravo Luca!
Un Amico Alpino
Puntuale anche quest’anno il
tradizionale incontro dell’ultima domenica di luglio promosso
dalla famiglia alpina. Favorita
dal bel tempo, la giornata si è
svolta nel consueto clima di
serenità e fratellanza, sottolineata da una folta partecipazione
di amici, di rappresentanti dei
gruppi agordini e dalla gradita
presenza del presidente sezionale Dal Borgo e del direttore di ’In
marcia”, Bridda i quali, prima
del rancio alpino, hanno assistito
alla Messa celebrata dal parroco
di Rivamonte, don Fabiano Del
Favero, davanti all’antico oratorio, recuperato dagli alpini 20
anni fa.so anno.
Paluch, 27 luglio 2014. Il maggiore-nonno, Franco Bustreo presenta con
orgoglio il nipotino Alex subito dopo il battesimo nell’arcidiaconale.
Echi di Agordo
Ottobre 2014
23
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Con tre nuovi arrivi...
Via con fiducia alla registrazione
del nuovo CD
Dopo una primavera nata
sotto l’entusiasmo dell’inizio
delle registrazioni del nuovo
CD, il 2014 non è stato un anno
particolarmente fortunato per la
nostra compagine.
Infatti, alcuni dei nostri coristi sono stati messi “ko” da
problemi di salute, purtroppo
anche di una certa gravità. Per
fortuna loro, e anche del Coro,
possiamo finalmente dire che
tutto sembra tornato a posto e
approfitto di queste due righe
per ringraziare tutte le persone
che si sono interessate alla nostra poco piacevole “situazione
sanitaria”.
Non tutto il male viene però
per nuocere; infatti, proprio
davanti a questi problemi, tutti
i coristi si sono uniti ancora
di più combattendo insieme
ai più sfortunati una battaglia
fatta di sostegni morali e anche
materiali.
Purtroppo questa situazione
ha influito pesantemente sulla
nostra attività. A causa del
ridotto numero degli attuali
coristi abbiamo dovuto interrompere la registrazione del
CD per diversi mesi e ridurre al
minimo indispensabile le nostre
esibizioni.
Quel poco che abbiamo cantato in pubblico è stato però bellissimo e pieno di gioia perché
nonostante le avversità eravamo
ancora tutti in gruppo a fare
qualcosa che ci piace. Come non
ricordare la serata del 26 luglio
al Mis di Sagron… Una piccola
chiesa ci ha accolti strapiena e ha
apprezzato i nostri canti creando
una sorta di serata in famiglia.
Quante emozioni soprattutto per
Terry che per la prima volta è
riuscita a portare il suo Coro nel
paese di origine.
Altre emozioni, e forti, le
abbiamo provate il 19 luglio per
merito del Gruppo della Vècia
Pòpa con il quale, ormai da
qualche anno, siamo felici di
collaborare in più occasioni.
Chiamati a cantare nella
serata del premio “Dedicato
a…” abbiamo scoperto, con
Sabato 19 luglio. Sorpresa: il
“Dedicato a…” del Comitato
Vècia Pòpa è stato “dedicato”
proprio al Coro Agordo!
di voler continuare il sogno di
Salvatore anche se certe volte è
più difficile sognare che accettare la realtà.
Detto ciò parliamo del futuro.
Quante emozioni, soprattutto per Terry, la sera del 26 luglio nella
piccola chiesa di Mis di Sagron, suo paese d’origine!
grande stupore che i premiati
quest’anno eravamo noi!
Che sorpresa!
Il nostro felice s-concerto
si faceva sempre più grande
Tre graditissime new-entry: Giulia, Nicolò e Leonardo, giovanissimi
nuovi cantori allo sbaraglio.
a mano a mano che la signora
Antonia Bortot D’Isep leggeva
il “papiro” che illustrava l’attività del personaggio agordino
premiato… alla fine quando
abbiamo inteso che il premio era
per noi è scesa anche qualche
lacrima…
Come già ho detto, ringraziando il presidente del Gruppo,
Giorgio Favero, per aver pensato al Coro Agordo, per questo
peraltro graditissimo riconoscimento, credo che il premio vada
dedicato certamente a quanto
fatto dal Coro in passato, ma
anche a tutti quei coristi che,
con don Vincenzo Da Ronch,
hanno tenuto duro quando è
venuto a mancare lo storico
maestro Salvatore Santomaso.
Sarebbe stato più comodo chiudere baracca e burattini, come
qualcuno avrebbe voluto, ma chi
è rimasto ha avuto il coraggio
Abbiamo finalmente 3 newentry: Giulia, Nicolò e Leonardo, giovanissimi nuovi cantori
allo sbaraglio che si stanno già
distinguendo per la presenza alle
prove tanto da poter partecipare
già alle registrazioni.
La sera del 26 ottobre canteremo nell’Arcidiaconale di
Agordo la sentita Messa per i
Caduti sulle nostre montagne
mentre il 22 novembre, festa
di Santa Cecilia patrona dei
musicisti, abbiamo pensato di
ritrovarci, sempre ad Agordo,
per una Messa in ricordo dei
nostri coristi “andati avanti”, per
Salvatore e Lamberto Pietropoli
il nostro storico armonizzatore
di cui quest’anno ricorre il
ventennale della prematura
scomparsa.
Il 9 novembre saremo invece
a Breganze (VI), invitati dal
coro locale per una rassegna
autunnale di cori.
Termino questo breve notiziario sperando di vedervi presto
ai nostri momenti corali e,
perché no, nella nostra sede per
provare l’ebbrezza del cantare
insieme.
Roberta
Ottobre 2014
24
Echi di Agordo
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Un anno di grandi soddisfazioni
Ancora riconoscimenti
per “I Musici”
Un anno in crescendo ha caratterizzato l’attività dei Musici,
conclusasi con l’attestazione
Ministeriale conferita al Coro dal
Ministro dell’Istruzione Stefania
Giannini e da Luigi Berlinguer,
Presidente del Comitato per
l’apprendimento pratico della
musica a scuola. La cerimonia ha
avuto luogo a Roma nel Palazzo
dell’Istruzione e i riconoscimenti
sono andati ai gruppi orchestrali
e corali che hanno dimostrato la
qualità degli interventi musicali
nelle scuole: nella categoria cori,
cinque sono stati i premiati fra
le scuole italiane di ogni ordine
e grado.
Un riconoscimento notificato a
pochi giorni dalla partecipazione
al Festival Musicando e appena
prima del Concerto di fine anno
scolastico. Quest’ultimo evento ha
potuto avvalersi della bella cornice
costituita dal Centro Parrocchiale
Vincenzo Savio, gentilmente concesso dal Parroco, e ha offerto
una panoramica su come i ragazzi
vengono coinvolti nell’attività corale nelle diverse fasce d’età: dai
bambini di prima, seconda e terza
elementare, che sotto la direzione
della maestra Daniela Lena hanno
proposto un repertorio gioioso e di
qualità, ai Musici di età compresa
fra i dieci e i diciannove anni,
diretti da Marina Nessenzia, che
hanno alternato brani polifonici
complessi ed espressivi ad altri
leggeri e coinvolgenti. Tutto è
avvenuto in un clima festoso,
nel quale il Dirigente scolastico
ha colto l’occasione per manifestare la propria gratitudine alle
insegnanti della scuola primaria
che nell’anno scolastico 2013/14
hanno concluso la loro attività.
***
Il concerto di fine anno ha
consentito ai Musici di presentare al pubblico anche i brani
appresi alla decima edizione
di Musicando, festival rivolto ai
giovani di tutt’Italia impegnati nel
mondo dell’espressività musicale
attraverso la particolare attività
Riccione, 10 maggio. Il concerto dei Musici nella Rassegna dei cori
partecipanti alla 10a edizione del Festival “Musicando”.
del canto corale. Patrocinato e
sostenuto dal Comune di Riccione, l’evento ha avuto luogo dal 9
all’11 maggio.
I Musici hanno avuto l’opportunità di lavorare sotto la sapiente
guida di Basilio Astulez, maestro
spagnolo di fama internazionale,
che collabora con enti e istituzioni
di tutto il mondo come direttore di
corsi e seminari sul canto corale
e in qualità di giurato.
Con lui il coro ha trascorso
ore di appagante impegno, con
un’attività trasversale, fatta di
canto, movimento, lingue stra-
niere, non solo per il carattere
multietnico del repertorio, ma
soprattutto perché il Maestro si è
quasi sempre espresso in lingua
inglese. Un’esperienza intensa
e indimenticabile, ricca di contenuti profondi che trascendono il
festival stesso. Il canto corale è
infatti una potentissima metafora
della condivisione, del lavoro
di gruppo, e della capacità di
costruire, insieme, qualcosa di
superiore alla somma dei singoli
sforzi individuali; e il clima gioioso
e collaborativo che si respira nel
gruppo ne è la conferma.
I «Sonadór» del caffè Garibaldi
Al concerto di fine anno, tenutosi al “Centro mons. Vincenzo Savio”
venerdì 30 maggio, hanno cantato sia i Musici che i bambini di
prima, seconda e terza elementare, che frequentano il laboratorio
con Daniela Lena (propedeutico all’ingresso nei Musici).
Una nuova interessante e singolare mostra fotografica è stata allestita
quest’estate al caffè Garibaldi, lo storico locale di piazza Santa Maria,
pensata da Dario De Nardin, cultore di storia locale, e dalla titolare del
bar, Lucia Collesei, intitolata «Sonadór», inserita nel ciclo di esposizioni
denominate «Artisti al muro», che ritrae oltre un secolo di suonatori
e/o musicisti del Basso Agordino.
Una mostra che ha voluto sottolineare la musica «come punto di aggregazione in quanto, un tempo, quasi unica ricreazione», come rileva
Lucia, «e quindi diffusissima con intere famiglie di artisti ed esperti
liutai». Dalle osterie uscivano canti e suoni spontanei già dalla mattina,
si ballava nelle stalle, alle sagre. «Soprattutto negli anni ‘50» concludono
Lucia e Dario, «quasi a esorcizzare gli anni bui. Negli anni ’70 la musica
è stata bandiera e portavoce di movimenti e idee per poi, dopo gli anni
’80, subire una flessione proprio come uno specchio dei tempi».
Echi di Agordo
Ottobre 2014
25
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Circolo Culturale Agordino
Dal “Cuore Dolomitico”
alla raccolta di firme
pro-recupero Torresella...
“Cultura non è leggere molto,
né sapere molto: è conoscere
molto”. Questa frase di Fernando Pessoa rappresenta bene
quello che il Circolo culturale
agordino, in collaborazione
con la Biblioteca e il Comune
di Agordo, ha proposto in questa estate 2014. Una serie di
incontri, esposizioni, proposte
e riflessioni per far conoscere
cose di interesse vario.
Abbiamo iniziato alla fine
di giugno ospitando la mostra
collettiva fotografica itinerante
“Cuore Dolomitico”. Come ha
spiegato Dario Ganz all’inaugurazione, questa associazione
ha come scopo la vendita delle
opere in mostra per raccogliere fondi da devolvere al CRO
(Centro di Riferimento Oncologico) di Aviano.
Il mese di luglio è stato il più
ricco di avvenimenti iniziando
dalla mostra di quadri e libri per
ricordare Gino Miana, persona
ricca di passioni che amava
riportare i suoi ricordi e le sue
impressioni su carta e tela.
La conferenza “Girolamo
Segato: naturalista, scienziato,
esploratore, disegnatore, egittologo, cartografo e antropologo”
curata da Giovanni Grazioli
direttore della Biblioteca di
Belluno, ha suscitato l’interesse
di numerose persone. Famoso
sia in Italia che all’estero, in
particolare per il suo studio sulla
pietrificazione dei corpi, ci ha
lasciato anche vari reperti e documenti alcuni dei quali ci sono
stati letti durante la conferenza,
da Nanni Dorigo.
Abbiamo poi assistito alla
presentazione di due libri molto diversi tra loro. Pierluigi
Tamborini ci ha parlato del
suo romanzo “Hotel Praga: la
ragazza della porta accanto”
dove si parla di un fantasma che
appare in una stanza d’albergo
e sembra nascere da una storia
realmente accaduta. Giovanni
Larese e Monica Sandi ci hanno
trasportato indietro negli anni
con il volume “La società e
l’economia bellunese nei primi
decenni del Novecento”. Il libro
è una raccolta di documenti
d’archivio e statistiche che offre un quadro dei cambiamenti
economici, sociali e politici che
si sono alternati nella nostra
Provincia nei decenni successivi alla Grande Guerra.
Ad agosto abbiamo concluso
questo percorso con una esposizione di libri di interesse locale
presentati da autori Agordini:
Giuliano Dal Mas, Giorgio
Fontanive, Bepi Pellegrinon,
Un mese di luglio ricco di avvenimenti, a cominciare dalla mostra di quadri e libri per ricordare Gino Miana, presentata da Gabriele Riva.
Luigi Rivis, l’Istitut Cultural
Ladin “Cesa de Jan” di Colle
Santa Lucia, l’Istituto Bellunese
Ricerche Sociali e Culturali
e il gruppo Ladin de Agort.
All’inaugurazione erano con
noi gli autori e i direttori degli
istituti che hanno presentato
i loro libri di soggetti e argomenti vari.
In contemporanea a questa
mostra c’è stata una esposizione
di opere del ceramista Luigi Dal
Bò presentate con affetto e riconoscenza dalla nipote Rossella.
Abbiamo potuto ammirare acquerelli, disegni a carboncino,
piatti in ceramica dipinti con
maestria da questo artista.
Gino Miana (1937-2003), fecondo
scrittore e artista di Voltago.
Vi ricordiamo che il Circolo
si è fatto promotore assieme
al Comune e ad alcuni altri
cittadini di Agordo, di un’iniziativa validissima: la raccolta
firme all’interno dell’iniziativa
del F.A.I. (Fondo Ambiente
Italiano), “I luoghi del cuore”
finalizzata alla salvaguardia e
al ripristino della “Torresella”
la bella torre segusinana che si
trova all’interno del parco del
palazzo de’ Manzoni. In Biblioteca trovate ancora i fogli per la
raccolta delle firme. Aiutateci
a realizzare questo desiderio e
venite a trovarci.
Circolo culturale agordino
Agordo Musica
La 21a edizione di
«Musica
nell’Agordino»
Con il concerto per organo e
flauto, eseguito dai fratelli Rinaldo
e Roberto Padoin nella chiesa
parrocchiale di Rivamonte (organo Zanin del 2003), ha preso il via
il 3 agosto la 21a edizione di «Musica nell’Agordino», la tradizionale
rassegna di organo dell’estate,
organizzata da Agordo Musica, in
collaborazione con Veneto Musica
e le parrocchie.
Gli altri appuntamenti: il 4 agosto nella parrocchiale di Alleghe
con il soprano Roberta Bortolozzo, accompagnata all’organo
(del XVIII secolo) da Giovanni
Feltrin; il 6 Nicolò Sari ha suonato
all’organo Callido (1802) della
parrocchiale di San Tomaso e
l’8, nell’arcipretale di Canale
d’Agordo, si è esibito Giovanni
Feltrin all’organo Callido (1801)
con Ottaviana Ronchi (voce recitante); il 9 nella chiesa di Falcade
(organo Pinchi del 1993) è stata la
volta dell’organista Daniele Toffolo
(nella foto) che il giorno dopo, 10
agosto, ha suonato alle tastiere
del Cipriani (1844) dell’arcidiaconale di Agordo.
26
Ottobre 2014
Echi di Agordo
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Un’altra stagione è stata lasciata alle spalle; questa del
2014 sarà ricordata come una
delle più deleterie degli ultimi
decenni per tutti gli operatori
della montagna: frequentatori,
gestori di rifugi, volontari, turisti,
alpinisti.
All’uscita di un inverno già causa di tanti problemi e difficoltà
per precipitazioni abbondati e
anomale, la meteorologia si è
accanita nuovamente con il perseverare di condizioni avverse:
pochissimo sole e tanta pioggia.
I tre mesi estivi tanto attesi, sono
stati contraddistinti da precipitazioni insistenti - sostanzialmente
giornaliere - con la beffa della
penetrazione dell’Anticiclone
delle Azzorre nella Regione Dolomitica il 22 settembre, primo
giorno di chiusura dei rifugi! Un
disastro! Anche di carattere commerciale per chi opera in quota
in tempi dove davvero “piove sul
bagnato” nel senso più negativo
di questo “luogo comune”: cioè
di male in peggio.
La Sezione Agordina del CAI
e tutto il comparto del volontariato della montagna diffuso sul
territorio ha dovuto occuparsi
di manutenzioni varie, ripristino
della viabilità sentieristica ove
limitata da frane e smottamenti,
sgombero da schianti. Tuttavia
sempre con un programma
di uscite sociali che, pur se
penalizzato dalla meteo, ha potuto essere portato a buon fine
con la consueta serie di uscite
(Monte Carega-Vicenza; Pizzon;
Pizzocco; Zückerhutl-Austria;
Catinaccio; Col Bechei, Monte
Cernèra) e gli incontri culturali.
Tra questi la 31.ma Adunanza
a Fradòla in Comune di San
Tomaso Agordino e la Giornata
dell’Amicizia in Framónt.
Fradòla è stata contrassegnata da una tempo che ha
permesso lo svolgersi della
manifestazione senza problemi;
l’appuntamento ritornato la prima
domenica di agosto, oltre alla
trattazione di altre interessanti
relazioni storico-scientifiche, è
ruotato attorno alla figura della
guaritrice di Avoscan, Maria
CRONACA SEZIONALE
DELL’ESTATE 2014
a cura di Giorgio Fontanive
Malga Framónt. La S.Messa celebrata da mons. Giorgio Lise nella
15a “Giornata dell’amicizia” del 7 settembre, in una unità d’intenti
Cai-Ana-Coro Agordo.
In questa occasione 2014, peraltro, si è visto che è necessario modificare la formula e collegare unitariamente le forze che operano
in questo campo per la promozione del territorio alle spalle del
capoluogo di vallata.
Momento a Fradòla con Antonello
Cibien, Luca Luchetta, Giovanni
Specchièr (figlio di Maria Teresa
Rossi) con ritratto consegnato
dall’Amministrazione Comunale di
San Tomaso, e la signora Fausta.
...manca qualcuno... al ristoro sotto il tendone.
Ritratto di “Trèsa Specéra” ovvero Maria Teresa Rossi-Specchiér,
guaritrice di Avoscan.Tra gli
infortunati “importanti” si ricorda anche Pietro Mennea amico
dell’hockeysta Renato De Toni;
il primatista mondiale dei 200
metri con 19’’72 si sottopose felicemente ad alcuni massaggi agli
arti inferiori all’inizio degli anni
’70 allorché era ospite all’Albergo
Coldai di Alleghe. Tra i casi più
difficili di assoluto rilievo è quello
di una discesista altoatesina rimasta menomata da una caduta sugli
sci; convenientemente ospitata
all’Albergo Ciclamino e seguita
per più giorni dalla guaritrice di
Avoscan, in una dozzina di giorni
recuperò una funzionalità praticamente normale. È possibile
che il numero degli infortunati
da lei curati oltrepassi il numero
di diecimila.
La bella conca prativa di Fradòla sottostante il centro di San Tomaso scelta per la 31.ma Adunanza del 3 agosto, con l’eccellente
panorama verso l’Alto Cordévole e la Civetta.
Teresa Rossi “Trèsa Speciéra”
al cui figlio è stato anche consegnato un riconoscimento in sua
memoria dall’Amministrazione
Comunale guidata dal sindaco
Moreno De Val.
In Framónt la “Giornata dell’Amicizia” si è dimostrata sotto
tono, con assenze importanti,
palesando l’assoluta necessità
di modificarne la formula unificando gli sforzi di tutti gli operatori per la promozione della
montagna alle spalle di Agordo.
Qui Antonello Cibien ha rinnovato il ricordo del socio “storico”
Silvano Peloso, affezionata presenza a Casera Framónt, mentre
Giorgio Fontanive ha portato a
conoscenza dell’assemblea la
contemporanea scomparsa del
(continua alla pag. seguente)
Ottobre 2014
Echi di Agordo
27
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
(segue da pag.26)
L’ATTIVITA’ del CAI
La Sezione Agordina del CAI in gita sul Catinaccio.
Gli operai della Unione Montana Agordina hanno terminato il
lavoro in Piazzale Marconi.
socio Giuseppe Dai Pra (di Taibon), figura di rilievo nella cultura
e nella conoscenza scientifica
della montagna agordina.
Nel corso della manifestazione
è stato dato anche l’annuncio
della realizzazione (in collaborazione con gli Uffici dell’Unione
Montana Agordina-ex CMA,
utilizzando fondi ministeriali),
del percorso - in via di completamento - denominato “Sentiero
Geologico di Agordo”, itinerario
storico culturale ad anello con
punti informativi attrezzati che
porta alla base della Moiazza
dal capoluogo; qui, in Piazzale
Marconi, è stato allestito un primo pannello esplicativo.
Per quanto riguarda la sentieristica da segnalare anche l’avvio
dell’operazione per l’attesa sistemazione dell’accesso al Rifugio
Carestiato da Passo Duràn nella
zona acquitrinosa sul percorso
dell’Alta Via n.1. L’operazione
- programmata ancora alcuni
anni fa - è stata alfine possibile
con l’utilizzo di fondi GAL gestiti
dall’Amministrazione Provinciale
di Belluno con il proprio personale tecnico. I rifugi sono ancora
soggetti a manutenzioni e aggiornamenti sull’adeguamento
alle normative legate alla sicurezza con interventi programmati
sia al Còl dei Pass che in Lósch.
Qui, sotto l’Agnèr il mese di luglio
ha visto finalmente il vitale completamento della pista forestale
che sale da Frassené attraverso
la località Rafadora realizzando
un’opera - attesa da almeno un
trentennio - necessaria sia per
la manutenzione del territorio
che per il funzionamento logistico delle opere alpine in sito
(Malga Lósch e Rifugio ScarpaGurekian): uno scenario che non
potrà che migliorare l’appetibilità turistica dell’area in estate
come in inverno facilitando la
logistica e la fruizione delle aree
boschive.
Sotto l’Agnèr, il mese di luglio ha visto finalmente il vitale completamento
della pista forestale che sale da Frassené. L’opera - attesa da almeno un
trentennio - era necessaria sia per la manutenzione del territorio che
per il funzionamento delle opere alpine in sito (Malga Lósch e Rifugio
Scarpa-Gurekian): uno scenario che non potrà che migliorare l’appetibilità turistica dell’area facilitando la fruizione delle aree boschive.
(Il commovente affettuoso saluto, rivolto in chiesa dal presidente della
Sezione agordina del Cai, al funerale di Silvano Peloso)
Caro Silvano,
mi trovo a disagio a leggere queste
poche righe che ti scrivo col cuore - unitamente a tutta la nostra
Sezione - in questo frangente che
purtroppo non si può evitare. Anche
se - in questi anni di presidenza mi sono sempre augurato di non
dover mai trovarmi nella condizione
di porgere quest’ultimo triste saluto
a un amico che tanto ha dato alla
Sezione Agordina del CAI. Ma non
solo: credo anche ai molti amici
che hai accompagnato facendo
scoprire loro quanto la montagna,
nei suoi molteplici aspetti, può
regalare a chi l’avvicina con il
giusto animo.
Venendo da un piccolo Comune
della vallata, io personalmente ti
devo molto per i preziosi consigli,
per la tua ferrea memoria storica,
per avermi saputo raccontare
il passato con lo sguardo di chi
guarda al futuro con occhio attento
e vigile. Certo, la tua schiettezza
non sempre ti ha gratificato, e
credo però che ognuno di noi,
vecchi e nuovi soci del CAI, ben
abbiamo compreso la sincerità dei
tuoi pensieri, dei tuoi rimproveri e
delle tue convinzioni.
Al CAI hai dedicato con vera
passione, altruismo e sacrificio, i
tuoi migliori anni di attività per la
promozione di questo fantastico
ambiente montano che ci circonda.
Non ti sei certo risparmiato nel
contribuire con lavori di fatica alla
costruzione di rifugi e bivacchi in
quota, per non parlare poi della
realizzazione di percorsi in roccia
e manutenzione dei sentieri.
Hai proseguito poi negli anni,
anche quando l’età ti ha precluso
alcune attività, a sostenere, incentivare e frequentare attivamente
con caparbietà il nostro Sodalizio
(quanta cura e amore hai avuto per
la nostra sede!), portando il tuo contributo ai vari eventi in programma;
anche all’ultima adunanza di pochi
giorni fa dove per nessun motivo
avresti voluto mancare.
Te ne sono grato e ti ringrazio,
ma credo che lo siano anche molti
di noi che con te hanno condiviso
negli anni questa irrefrenabile
passione per l’Alpe.
Ciao Silvano, mi piace pensare
il tuo spirito libero di percorrere le
nostre montagne, mentre in noi
resterà vivo il tuo ricordo più forte di
qualsiasi abbraccio, più importante
di qualsiasi parola.
Antonello Cibien
28
Ottobre 2014
Echi di Agordo
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
Eventi e attività del 2014
Nuove elezioni anche a Dolomieu (Francia) e a Zugliano
(Vicenza)
Nella primavera del 2014
anche nei Comuni gemelli di
Dolomieu e di Zugliano ci
sono state le elezioni del nuovo
Consiglio Comunale.
A Dolomieu si sono presentate 2 liste e per sole 9 preferenze
la vittoria è andata alla lista
capeggiata da André Bejuit.
L’ex sindaco Patrick Bourdaret
esce dalla vita amministrativa,
ma rimane nei ricordi dei due
paesi come colui che ha siglato con Renzo Gavaz il patto
di gemellaggio, il 31 ottobre
2005.
Delle due liste che si sono
contese la guida del Comune di
Zugliano le preferenze, anche
in questo caso con scarso margine, sono andate a Uniti per
Zugliano con capolista Sandro
Maculan che Agordo aveva
già conosciuto nelle vesti di
direttore della Banda Centrale
di Zugliano durante la festa del
gemellaggio del 2011.
Gita a Zugliano
L’8 giugno il Comitato di Gemellaggio ha organizzato una
gita a Zugliano in occasione
della tredicina di S.Antonio,
tradizionale festa con eventi
organizzati durante le prime
due settimane di giugno.
Interessante la visita guidata
alla nuova sede della distilleria
Zanin, un tempo ubicazione
del cascamificio in cui lavorarono tante agordine emigrate
agli inizi del ‘900. Nei locali
Una mostra in omaggio a
Deodat de Dolomieu
mega campioni di roccia sia di
origine vulcanica, risalenti al
triassico che di dolomia, con
le sue evidenti stratificazioni.
Un grande successo ha riscosso
pure la terza parte conclusiva
della mostra con la proiezione
Una classe 2^ media, in visita alla mostra su Dolomieu, segue le
spiegazioni di Nicoletta Cargnel.
L’interessante documentazione
esposta in una teca.
della stessa distilleria è stato
anche possibile visitare una
particolare mostra fileteliconumismatica su S.Antonio. È
seguita la visita, nella frazione
di Grumolo, dell’affascinante
chiesetta di San Biagio, risalente all’anno mille.
Mostra su Deodat
de Dolomieu
Sabato 11 ottobre, in concomitanza con la Fiera del
Bestiam, è stata inaugurata la
mostra su Deodat de Dolomieu
(1750-1801), da cui hanno
preso il nome le nostre meravigliose montagne. All’allestimento dell’esposizione hanno
collaborato con il Comitato
di Gemellagio la dottoressa
Nicoletta Cargnel di Cortina,
In visita ai “gemelli di Zugliano per la tredicina di Sant’Antonio.
l’Istituto Follador di Agordo e
Roberto Soramaè. Per l’occasione si è recata di proposito da
Dolomieu una rappresentanza
del Comitato di gemellaggio e
del Consiglio Comunale della
cittadina francese.
La mostra è stata strutturata
in tre parti: la prima documentale e descrittiva della vita del
personaggio il cui amore per
i vulcani e le rocce lo portò
per ben tre volte in Italia nel
corso della sua breve vita; nella
seconda parte è stato curato
l’aspetto geologico tramite
l’esposizione di interessanti e
particolari attrezzature usate
al tempo di Dolomieu per analizzare, studiare e trasportare
i campioni di roccia; inoltre
hanno fatto bella mostra di sé
delle favolose immagini del
dvd di Roberto Sorameè e Paolo Sibillon Dolomiti agordine
– tesoro del mondo.
Appuntamento teatrale
A conclusione della programmazione annuale domenica 26
ottobre è stata di nuovo invitata
presso il Centro Parrocchiale
la compagnia Teatroinsieme di
Zugliano per rappresentare Che
quarantotto in casa Ciabotto ,la
continuazione della commedia
portata ad Agordo nel 2013, che
tanto ha divertito gli spettatori
agordini grandi e piccoli.
Un 2014 intenso e soddisfacente per il Comitato di
Gemellaggio, ora il 2015 è alle
porte insieme al decennale del
gemellaggio con Dolomieu.
Ottobre 2014
Echi di Agordo
29
cronachetta agordina - cronachetta agordina - cronachetta agordina
L’incontro di F.lla Camp
Sabato 27 settembre, una
cinquantina di persone sono
salite a Forcella Camp per il
tradizionale incontro in occasione del 16° anniversario della
posa in opera del Capitello,
voluto dall’instancabile Giorgio
Favero.
Una giornata di autentica
limpidezza settembrina: aria
fresca, atmosfera tersa, cielo
azzurro: veramente l’ideale per
una “sgambata” in montagna.
E quest’anno anche l’arcidiacono, mons. Giorgio Lise,
è salito fino a quota 1933 per
celebrare la S.Messa durante
la quale c’è stato un ricordo
particolare per Rosi, la moglie
di Giorgio Favero che tante
volte era salita con lui fino a
quel capitello, curato sempre
con tanta devozione.
L’arcidiacono, riferendosi a
San Vincenzo De’ Paoli di cui
si celebra la memoria proprio
il 27 settembre, apostolo della
carità, ha invitato i presenti
a coltivare l’attenzione agli
altri nella vita quotidiana, forti
dell’esperienza che in montagna
nasce e si rafforza: quella della
solidarietà, dell’aiuto reciproco
e della condivisione, soprattutto
nei momenti più difficili. “Quella dell’amore - ha concluso il
celebrante - è la strada maestra
non solo per incontrare gli
altri, ma anche per incontrare
l’Altro”.
SuPerBinàtega e Framónt
2a edizione
Domenica 14 Settembre si è
svolta la 2a edizione di SuPer
Binatega e Framónt, evento
organizzato da Cristina Bien del
negozio Stile Libero in collaborazione con varie associazioni
di Agordo (CAI, Pro Loco, U.S.
Le Ville, Bòce da Rif, Gruppo
Campregana, Sezione Cacciatori
Agordo, Rifugio Carestiato, Famiglia Frigimelica, Malga Framónt,
Soccorso Alpino Agordo, Latteria
Agordino Cooperativa di Vallata).
La passeggiata paesaggisticoenogastronomica ha visto la
partecipazione di una settantina di
persone. Bambini, famiglie, gruppi
di amici sono stati accompagnati
nella camminata dal Presidente
della Sezione Agordina del CAI,
Antonello Cibien, da Eugenio
Bien nelle veci di “Cicerone” della
giornata e da uno splendido sole!
Il gruppo partito da Malga
Framónt si è diretto verso Forcella
Camp, trovando sulla sua strada
la ProLoco di Agordo che ha offerto una super colazione, caffè, thè,
dolci e torte di ogni tipo. Arrivati
alla Forcella, dopo un’oretta di
Tutti felici e soddisfatti per la
immancabile foto ricordo alla
fine della gita paesaggistica-enogastronomica tra le tradizioni e
i prodotti tipici locali.
cammino, sono stati accolti dal
CAI di Agordo che con molto
impegno ha portato fin lassù thè
caldo e biscotti per tutti. Seguendo
poi il sentiero dell’Altavia n. 1 si
è raggiunto il Rifugio Carestiato,
ma appena prima, proprio sotto le
pareti della Moiazza, la sorpresa
più spettacolare della giornata...
l’esercitazione del Soccorso Alpino di Agordo che ha fatto vedere
da vicino ai partecipanti alcune
manovre di soccorso.
Dopo un ottimo pranzetto al
Rifugio da Diego Favero, è iniziata
la discesa tra i boschi e i prati di
Binàtega, tappa alla Casera ai
Pass dove era allestita una mostra
partecipanti e, grazie alla sua
disponibilità, tutti hanno potuto
vedere lo sfalcio con la “falz” e chi
ha voluto ha provato l’esperienza
di sfalciare a mano come nella
tradizione agordina. Messi via falz
e restèi sono ripartiti, in ritardo
sulla tabella di marcia (per colpa
dello splendido sole!)... il gruppo
unito è stato accolto alla baita del
Gio Tromba da Grazia, Adis, Silo
e altri amici con musica e una
favolosa minestra d’orzo preparata dal mastro Bepo Tromba;
non potevano mancare i dolcetti
preparati con impegno dai parói
delle baite!
Finita la giornata... sono quasi
Al Còl di Binàtega le fisarmoniche di Damiano e Franco hanno
portato una gradita nota di allegria.
storico-fotografica delle malghe
di Agordo e dove i Boce da Rif
avevano preparato un “sorbetto
d’alta quota”. L’U.S. Le Ville, assieme a Roberto Chissalè della
Latteria Cooperativa di Vallata,
ci aspettavano al Còl di Binàtega, alla baita del Mario Cépo,
con una tavolata di formaggi e
prodotti locali, Damiano e Franco
con le loro fisarmoniche hanno
rallegrato il momento. Una pausa
sugli splendidi prati sfalciati, uno
sgurdo ai vecchi filmati preparati
dall’amico Italo Schena e via...
l’allegra compagnia ha proseguito
la gita, arrivando a La Stòrta di
Binàtega alla baita del Giorgio
Busna che ha offerto da bere ai
servite le lampade frontali... ritorno a Le Pécole e poi in navetta
a Malga Framónt a riprendere le
macchine.
“Una giornata meravigliosa”,ha
commentato Cristina, “un successo per tutti, organizzare un
evento così non è facile ma le
fatiche passano quando si vedono
i partecipanti stanchi ma entusiasti
alla fine della giornata! Grazie a
tutti i volontariamici che mi hanno
aiutato, le associazioni di Agordo
che hanno lavorato insieme e
sono sempre disponibili per gli
altri. Una giornata indimenticabile
in luoghi splendidi sotto lo sguardo
della “nostra” Moiazza sempre
immensa ed emozionante!”
Ottobre 2014
30
LA GUERRA IN SCATOLA,
CHE PASSIONE!
L’agordina Vania Porta, che vive a
Domegge di Cadore, possiede una ricca collezione di scatolette di latta per
alimenti destinati ai nostri soldati nel
1915-18
“Com’è il rancio?” chiedeva
il comandante al soldato Alberto Sordi nel film ‘La Grande
Guerra’ di Mario Monicelli.
“Ottimo e abbondante” era la
risposta, “Invece è una schifezza” la replica dell’ufficiale. Ma,
al di là della sincerità o meno
dell’affermazione dell’Albertone nazionale, possiamo dire
che paradossalmente entrambi gli interlocutori avevano
ragione: se gli ufficiali, provenienti dalle classi colte ed
agiate, potevano lamentarsi
della qualità del vitto, così
non era obbiettivamente per i
soldati di estrazione popolare,
che nel “rancio” trovarono
una dieta più ricca di quella cui
erano abituati. Ce lo conferma
Vania Porta, che, originaria di
Agordo, vive a Domegge di
Cadore e lavora come tecnico
di laboratorio presso l’ospedale di Belluno. Da tempo è
interessata alla Grande Guerra, una passione trasmessale
dal padre Antonio, tanto da
specializzarsi sul tema della
quotidianità della vita in trincea
e in particolar modo su come i
nostri soldati erano nutriti. “Il
Manuale sulla preparazione
del rancio - ci spiega Vania
- prevedeva, oltre alle varie
ricette, che la normale razione
giornaliera fosse di circa 4000
calorie, mentre per le truppe
sottoposte a lavori intensi in
alta montagna si arrivava a
4700. Non fu però sempre così
ed i nostri soldati soffrirono
spesso la fame, soprattutto qui
sulle Dolomiti, con una pessima qualità del cibo, che molto
spesso giungeva freddo e scotto
nelle trincee d’alta quota, dove
addirittura si manifestarono
casi di “scorbuto”. Ecco quindi che quei poveri combattenti,
in assenza di verdure fresche
e frutta, dovettero alimentarsi
Echi di Agordo
alla Bertolli, o ad altre aziende
meno conosciute. Ricordo che
la prima scatoletta rinvenuta
è stata quella delle “Alici
Savoia” ,di forma ovale, che
reca impresso il ritratto di un
bersagliere col fucile in mano,
nell’atto di andare all’assalto
al grido di “Savoia!”. Questi
oggetti mi hanno sempre affascinata, se non altro per il fatto
che essi sono stati utilizzati
un secolo fa da uomini gettati
nel crogiuolo di una guerra
tremenda su queste nostre montagne. Così mi sono sempre più
appassionata a questo aspetto
poco conosciuto della Grande
Guerra e, grazie anche all’aiuto di Giuseppe Teza, ho potuto
via via raccogliere moltissime
scatolette. Uno dei pezzi più
belli della mia collezione è la
Vania Porta tra il papà Antonio e Giuseppe Teza.
soprattutto “a secco” ,con
gallette e cibi in scatola. Nel
corso dell’intero conflitto furono distribuite qualcosa come
200 milioni di scatolette, ed
ancor oggi, quando percorro le
trincee o attraverso i ghiaioni,
mi imbatto in questi piccoli
contenitori di latta. La maggior
parte di essi è corrosa dal tempo, mentre altri hanno miracolosamente conservato i propri
colori, mantenendo intatta la
pregevole grafica dei marchi,
dalla Simmenthal alla Cirio e
scatoletta di “Filetti di alici in
salsa piccante tartufato” della
Rizzoli-Emanuelli di Parma,
che io amo definire ‘della signorina’, perché ha impressa
una donnina con un’acciughina
in mano. Un altro pezzo forte è
‘Alici alla Garibaldi’, con la figura dell’eroe dei due mondi e i
luoghi delle sue gesta. Poi ven-
gono le alici in salsa piccante
‘Trento e Trieste’ della Carlo
Ghislanzoni di Morbegno con
la rappresentazione di due
donne simboleggianti le città
irredente, e ancora ‘Antipasto
Italia della Soc. Parmigiana
Prodotti Alimentari’, il ‘Reale
antipasto Savoia’ con l’aquila
sabauda, la ‘Mortadella Bologna’ della Ulisse Colombini.
Ma il pezzo più singolare e
raro è quello dell’‘Antipasto
Chavez” - Omaggio all’Eroe
- Raid traversata delle Alpi’
della ditta E. Lavati & C.,
con l’effigie dello sfortunato
aviatore peruviano, che dopo
essere stato il primo trasvolatore delle Alpi, si schiantò
in fase di atterraggio a Domodossola nel 1910. Invece
un pezzo ‘tutto cadorino’ è il
contenitore da 2 litri di ‘olio
sopraffino per tavola miscelato con olio di seme’, marca
“Alpino”, prodotto a Pieve di
Cadore da Ernesto Genova &
Fratelli. Penso che ben pochi
oggi sappiano che a Pieve un
secolo fa si produceva questa
miscela per l’esercito”.
(Walter Musizza e Giovanni De Donà
“Il Cadore”, Luglio 2014)
Il maestro e l’allievo
Andando alla ricerca di piacevoli immagini, l’obbiettivo dell’amico
Franco si è fermato al Centro parrocchiale dove ha incontrato una
vecchia conoscenza musicale, Fulvio Zanin, della scuola del maestro
Bellus, intento ad allevare una nuova promettente fisarmonica nel
piccolo ma già bravo Ilario Farenzena.
Echi di Agordo
Ottobre 2014
31
dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della
Giugno 2014
37 ragazzi
in Inghilterra...
Come avviene ormai da diverso tempo, anche quest’anno
nel mese di giugno, un nutrito
numero di alunni dell’Istituto
tecnico, professionale e turistico del Polo scolastico «Follador» di Agordo, ha effettuato
un proficuo soggiorno di due
settimane in Inghilterra, seguendo corsi d’inglese gratuiti.
La trasferta ha offerto ai 37 studenti partecipanti l’opportunità
di perfezionare la lingua inglese
e di godere delle bellezze naturalistiche e delle attrazioni
culturali dello Yorkshire grazie
al progetto europeo «Move for
the future».
Accompagnati dalle loro
due insegnanti di inglese e da
I soggiorni-studio
degli studenti del “Follador”
Il packed lunch al parco delle rose.
...con il progetto
“Move for
future”
quattro tutors, i ragazzi sono
stati inseriti in classi internazionali in una scuola di Leeds,
dove hanno conosciuto studenti
provenienti da tutto il mondo.
Inoltre, le escursioni e la attività organizzate hanno reso il
soggiorno-studio stimolante e
ricco di cose da scoprire.
«Un’esperienza bellissima
e indimenticabile».è stato
il commento degli allievi al
ritorno, «anche dal punto di
vista umano». Oltre alla calda
accoglienza e alla disponibilità
delle famiglie ospitanti, i ragazzi hanno infatti legato molto
fra di loro e hanno conosciuto,
e assai apprezzato, realtà così
diverse dalla loro.
A York
I più coraggiosi del gruppo sul
galeone dei pirati
Foto di gruppo a Whitby,
contea del North Yorkshire
4^A
4^B
Al Corn Exchange di Leeds
4^C
Siamo sul ponte di Whitby5^C
Ottobre 2014
32
Echi di Agordo
dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della
Settembre 2014
I soggiorni-studio
39 ragazzi
degli studenti del “Follador”
Minerari/chimici...
Possibile dover andare fino
in Gran Bretagna alla ricerca
dell’estate?
Strano ma vero. È successo
ai ragazzi dell’Istituto Follador che, accompagnati dalle
insegnanti Barbara De Nardin,
Mara Schena e Marianella Zasso, hanno trascorso 10 giorni
a Cardiff, capitale del Galles,
in occasione del soggiornostudio organizzato come ogni
anno dalla scuola nel mese di
settembre prima dell’inizio
delle lezioni.
Dieci giorni intensi, all’insegna della cultura e del divertimento, con l’opportunità di
perfezionare il proprio inglese
frequentando il CELT, una scuola internazionale che si dedica
all’insegnamento della lingua
Cardiff-Alexandra Gardens
agli stranieri, e ovviamente
parlando con la gente del posto,
cosa non sempre facile, dato il
particolare accento dei gallesi.
Divisi in gruppi di due o
tre, ragazzi e docenti hanno
alloggiato per tutta la durata
della vacanza presso famiglie
gallesi, entusiaste di dare loro
ospitalità e ansiose di cimentarsi
nella preparazione di piatti tipici italiani come pizza e pasta
(con risultati, in alcuni casi, un
pochino discutibili).
Il programma, ricco di attività
pomeridiane, ci ha consentito di
visitare molti luoghi interessanti, come il National Museum, il
Millennium Stadium, il Castello
e il Keep e l’affollatissima baia
di Cardiff, le miniere di carbone
del Big Pit (dove, armati di ca-
...dieci giorni a
Cardiff
(Galles)
Bath-Royaal Crescent
sco e pila frontale, siamo scesi
nel sottosuolo accompagnati da
simpaticissimi ex minatori), la
bella ed elegante città termale
di Bath, che abbiamo potuto
ammirare anche dalla cima della
Abbey Tower, il Millennium
Stadium con il suo tetto apribile.
La sera, ci siamo divertiti al
Bowling e al cinema.
Non è di certo mancato il tempo libero per lo shopping negli
immensi centri commerciali,
nelle numerose Arcades e nei
negozietti tipici del centro di
Cardiff, una città vivace, ricca
di cultura e di svaghi.
Grazie all’esperienza delle
professoresse e dello staff
della scuola, il soggiorno si è
svolto nel migliore dei modi,
e si è concluso con la gita finale alle meravigliose spiagge
della Gower Peninsula, dove
Rhossili Bay
Cardiff-The Keep
la giornata soleggiata e calda
ha permesso ai più temerari di
immergere i piedi nell’acqua
del Celtic sea.
Dieci giorni insieme, che ci
hanno fatto crescere tantissimo. Abbiamo imparato a destreggiarci in una grande città,
dove anche ritrovare la strada
di casa può diventare un’impresa! Lasciata a malincuore
la capitale Cardiff con le sue
giornate assolate, il gruppo è
giunto all’aeroporto di Londra,
e successivamente a quello di
Venezia.
Immancabile il temporale
scoppiato alle porte del bellunese, quasi a dare il “bentornato”
a ragazzi e professoresse di
ritorno dal paese più piovoso
d’Europa!
Gli alunni Chimici e Minerari
Ottobre 2014
Echi di Agordo
33
dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della
Giugno 2014
La 3a Liceo a
Cardiff...
“Move for the future” è il nome
del progetto al quale ha partecipato, nell’anno scolastico 2013/14,
anche la classe terza liceo
dell’Istituto di Istruzione Superiore
“Follador” di Agordo.
Il progetto, proposto dalla
Regione Veneto e gestito per la
parte organizzativa in provincia
di Belluno dal Circolo Cultura e
Stampa Bellunese, è stato una
grande opportunità per gli alunni
della scuola, in quanto prevedeva
un intervento di formazione di ben
60 ore di lingua inglese svolte in
orario pomeridiano da febbraio
a giugno, e un successivo intervento di formazione all’estero,
per un periodo di due settimane,
presso una scuola specializzata
per l’insegnamento della lingua
inglese. La gradita specificità
del progetto era che tutte queste
attività avevano per lo studente la
speciale caratteristica di essere
completamente gratuite.
La destinazione scelta per la
terza liceo è stata Cardiff, capitale del Galles, in Gran Bretagna.
Destinazione piuttosto insolita per
i viaggi-studio, che in generale
prediligono centri più rinomati. In
realtà questa scelta si è rivelata
molto interessante per vari aspetti
tra cui il senso di ospitalità dimostrato della popolazione Gallese,
l’organizzazione dei servizi, il livello qualitativo delle host families e
le tante attività culturali proposte
dalla scuola CELT.
La città inoltre non è troppo
grande ma vivace, ricca di parchi
e aree pedonali e caratterizzata
dalle bellissime arcades, gallerie
coperte, da quelle più moderne e
ricche di negozi a quelle più antiche, intime e caratteristiche.
Tra le attività culturali pomeridiane proprio nel centro della città
i ragazzi hanno potuto visitare il
Castello di Cardiff, splendidamente restaurato; di grande impatto è
stata la visita guidata al grandioso Millennium Stadium, tempio
indiscusso del rugby nazionale e
internazionale che ci ha permesso
di entrare anche negli spogliatoi e
di vivere l’emozionante boato che
accoglie gli atleti al loro ingresso
in campo; nella verdissima campagna gallese siamo stati ospiti a
Llancaiach Fawr Manor, residenza
di un signorotto di campagna del
1600 in cui figuranti in costume
ricevono i visitatori secondo le
Le vacanze-studio
degli studenti del “Follador”
...con il progetto
“Move for
future”
usanze (e il linguaggio!) del tempo:
un eccezionale tuffo nel passato;
davvero spaventosa e mozzafiato
è stata invece la discesa nei pozzi
minerari di Big Pitt, accompagnati
dal racconto dei veri minatori che
lì hanno lavorato fino a qualche
decennio fa.
Cardiff è anche luogo importante per l’attività politica: è infatti
capitale del Galles e come tale
è sede di importanti strutture
amministrative come la National
Assembly of Wales (il “parlamento”) che è situato nella baia in
una splendida struttura moderna.
Siamo entrati superando metal
Galles, Swansea.
London, Buckingham Palace.
Cardiff Bay.
detector e perquisizioni, ma all’interno l’atmosfera era rilassata e
accogliente, un posto speciale per
l’esercizio della democrazia.
Il National Museum è stato
invece il luogo dove i ragazzi
hanno tentato di “trafugare” (solo
teoricamente!) un’opera d’arte,
Galles, miniera di Big Pit.
e con sorpresa abbiamo constatato che il museo, pur essendo
“di provincia”, conserva opere di
grandi artisti quali Monet, Rodin,
Rossetti, Renoir, Van Gogh…
Il soggiorno ha incluso anche
due escursioni di un’intera giornata: Londra e Bath.
Cardiff, Millennium Stadium.
Londra, caotica e affollata come
ogni capitale deve essere, ci ha
visti camminare lungo un percorso che ci ha portato a vederne
alcune delle attrattive principali:
Buckingham Palace, il Big Ben,
Trafalgar Square, Covent Garden,
Piccadilly Circus… Molto in poco
tempo, ma l’emozione di vivere
Londra in una splendida giornata
di sole ha ripagato tutti della lunga
“scarpinata”!
A Bath purtroppo il tempo non
era dei migliori ma abbiamo
comunque potuto vedere molto;
dopo la visita all’abbazia, ognuno
ha potuto scegliere tra le varie
attrazioni: i famosi bagni romani,
il museo di Jane Austen, il Royal
Crescent, the Circus…
Ognuna di queste attività è stata
occasione di crescita personale,
di rinforzo della lingua parlata, di
incontro e scoperta della storia e
della specificità del popolo gallese.
Gli studenti hanno partecipato
con grande entusiasmo a tutte le
iniziative, esprimendo interesse,
competenza e un comportamento
sempre corretto. Con la loro simpatia hanno reso quest’esperienza
ancora più piacevole guadagnandosi i complimenti di tutti!
La tutor Roberta
Cardiff, il Castello.
Ottobre 2014
34
Echi di Agordo
dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della
Settembre 2014
Le 4a e 5a Liceo
a...
Anche quest’anno, come ormai
consuetudine, la nostra scuola ha
organizzato per le classi quarte
e quinte del Liceo un soggiorno
studio in Inghilterra della durata di
10 giorni, dal 6 al 15 settembre.
Questo viaggio ci ha portati
nella splendida località marittima
di Brighton, situata lungo la costa
meridionale dell’Inghilterra, con
lo scopo di visitare luoghi di interesse culturale, ma soprattutto
per migliorare il nostro inglese a
contatto con chi questa lingua
la parla ogni giorno: eravamo
infatti ospitati, a gruppi di due o
tre, presso alcune famiglie del
luogo, e dal lunedì al venerdì ci
recavamo puntualmente a scuola
armati della solita buona volontà
propria degli studenti modello…
più o meno!
Al mattino eravamo impegnati
in lezioni rigorosamente in lingua
inglese, durante le quali affinavamo le nostre “doti” con esercizi di
speaking e listening, vale a dire
conversazione e ascolto, mentre
il pomeriggio era principalmente
occupato da visite a musei e luoghi
di interesse artistico e culturale.
A Brighton abbiamo visitato
in particolare due musei di arte
contemporanea, ma la visita
indubbiamente più interessante
è stata quella al Royal Pavilion:
questo edificio, ampliato e abbellito per volere del re Giorgio IV
(1820-1830), presenta una struttura in stile arabo con coperture a
“cipolloni”, mentre l’interno è decorato e arricchito da elementi che
ricordano la cultura dell’estremo
Oriente; questa struttura fu utilizzata dal sovrano inglese come
residenza ma soprattutto per le
frequenti feste che organizzava
pressoché ogni giorno.
Dopo le varie visite, ogni pomeriggio avevamo del tempo libero
per shopping e quant’altro, mentre
la sera si cenava a casa in compagnia della famiglia ospitante,
Le vacanze-studio
degli studenti del “Follador”
...Brighton,
London
& Canterbury
Canterbury, interno della Cattedrale.
London: Tower Bridge e, sotto, British Museum.
con l’eccezione di due serate:
nella prima ci siamo recati con
le nostre insegnanti al bowling,
mentre la seconda ci ha visti impegnati in un ghost tour, un teorico
“giro dell’orrore” durante il quale
un singolare individuo ci narrava
alcuni macabri episodi relativi alla
storia della città.
Un giorno inoltre, nel tardo pomeriggio, ci siamo ritrovati sulla
spiaggia per un barbecue che
sinceramente è servito solo da
antipasto, dal momento che alla
Brighton,
Royal
Pavilion.
sua conclusione una buona parte
di noi si è messa alla ricerca di
una vera e propria cena nel più
vicino fast food.
Per ben due volte ci siamo recati
a Londra, dove abbiamo visitato il
British Museum (uno dei musei più
prestigiosi al mondo) e la Tower
of London (fortezza, palazzo reale
e prigione, patrimonio UNESCO
dal 1988); alcuni di noi hanno
anche potuto visitare la National
Gallery, una delle gallerie d’arte
più ricche al mondo che raccoglie
opere dei più famosi pittori di varie
epoche.
Abbiamo potuto inoltre ammirare la London Eye - la ruota panoramica della città -, la sede del
Parlamento con il famoso Big Ben,
l’abbazia di Westminster, Trafalgar Square, Buckingham Palace
e molti altri luoghi e monumenti di
elevato interesse culturale.
Nell’ultimo giorno in Inghilterra
ci siamo recati nella cittadina
medievale di Canterbury, famosa
per l’assassinio dell’arcivescovo
e martire Thomas Becket, avvenuto nel 1170 sugli scalini della
Cattedrale, che per diversi anni
ne ha conservato le spoglie divenendo meta di pellegrinaggio
da tutt’Europa.
La città, che conserva ancora
parte della sua cinta muraria originale, è molto conosciuta anche
grazie all’opera “The Canterbury
Tales”, la raccolta di novelle
scritta da Geoffrey Chaucer che
ha appunto come protagonisti
alcuni pellegrini in viaggio verso
la cittadina per onorare le reliquie
del Santo Becket.
In conclusione, è stata un’esperienza davvero molto costruttiva
e stimolante: ci ha permesso di
confrontarci, talvolta con qualche
palese difficoltà, con uno stile di
vita diverso dal nostro, ha potenziato le nostre abilità comunicative
in lingua inglese e ha arricchito
notevolmente il nostro bagaglio
culturale.
Nicola Genuin
4^ Liceo Scientifico
Ottobre 2014
Echi di Agordo
35
dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della
All’Istituto comprensivo
Avvio regolare del
nuovo anno scolastico
Archiviati gli esami di IIIa
Media del giugno 2014, con sei
candidati licenziati a pieni voti
e con altri tre candidati premiati
con il 10 e lode, e ricevuta
comunicazione del buon esito
delle prove INVALSI, l’avvio
dell’attività didattica per il
nuovo a.s. 2014-15 all’Istituto
Comprensivo di Agordo è avvenuto in modo molto regolare.
A partire da lunedì 15 settembre, 701 alunni, suddivisi tra 40
classi, hanno preso a frequentare le lezioni presso le quattro
Scuole d’Infanzia, i sei plessi
di Scuola Primaria e la Scuola
secondaria di I grado.
Alla data odierna sono 110
gli iscritti alla Scuola d’Infanzia, 349 alla Scuola Primaria e
242 alla Scuola secondaria di
I grado.
Assestate da subito le cattedre
per la Scuola Primaria, nell’arco
di pochi giorni sono intervenute
le nomine che hanno permesso di completare il quadro di
partenza anche alle Scuole
d’Infanzia e alla Scuola Media
Antonio Pertile, dove l’orario
definitivo è stato attivato già a
partire da lunedì 22 settembre,
con i consueti tre corsi completi
dalla classe prima alla classe terza integrati da altre due sezioni:
la I^D e la II^D
Alcuni dati riferiti al numero
dei docenti e dei non docenti
in servizio: ai 55 insegnanti
della Scuola d’Infanzia e della
Scuola Primaria si affiancano 29
professori della Scuola Secondaria di I grado, 19 collaboratori
scolastici e 5 amministrativi
per un totale di 108 unità di
personale.
Conferma per la vicaria del
dirigente scolastico insegnante
Mirella Munaro e per la collaboratrice e responsabile RSPP,
prof.ssa Barbara Fontanive.
Conclusa la fase di accoglienza, tutte le sedi di Scuola
Primaria ripropongono l’orario
settimanale articolato su cinque
giorni, dal lunedì al venerdì,
con il rientro pomeridiano al
lunedì.
Dopo l’avvio dello scorso
anno e per corrispondere all’esi-
genze del territorio, prosegue
presso la Scuola Primaria don
Giacomo Mezzacasa di La Valle
Agordina l’esperienza del Tempo pieno che quest’anno caratterizza anche la classe seconda:
ai 10 iscritti dello scorso anno si
sono aggiunti 17 nuovi alunni,
con una crescita che conferma
la bontà dell’iniziativa destinata
ad andare a regime con l’a.s.
2017-18.
Per quanto riguarda la Scuola
Media, l’Ufficio Scolastico Territoriale di Belluno ha autorizzato durante l’estate la formazione
di quattro sezioni di classe prima
e quindi si è potuta confermare
la sezione con l’insegnamento
della lingua tedesca, auspicata
da numerose famiglie. A questa
sezione, come noto, si accede
tramite un sorteggio subordinato ai vincoli deliberati dal
Consiglio d’Istituto: quest’anno
sono state accolte 23 delle 46
richieste inoltrate.
Sempre alla Scuola Media,
sulla scorta dell’esperienza
della III^E, che ha concluso il
triennio in modo incoraggiante
e con dei validi riscontri in par-
La scuola media “A.Pertile”, oggi sede dell’Istituto comprensivo
ticolare sul piano disciplinare,
si ripropone la riconferma della
cosiddetta sezione degli sportivi
con l’inserimento degli alunni
impegnati in attività agonistiche in un’unica classe, la I^B,
coordinata dal prof. Vito De
Marco.
Come in precedenza, durante
i prossimi mesi verranno realizzate numerose attività tra
cui gli attesi incontri di orientamento per alunni e genitori,
finalizzati ad una appropriata
iscrizione alle Scuole superiori,
con una novità in più che vedrà
il coinvolgimento degli alunni
delle ultime classi della Scuola
Primaria.
A poco più di un mese dall’inizio delle lezioni il Dirigente
scolastico Bernardino Chiocchetti, assieme al personale
docente e non docente, ringrazia
quanti a vario titolo collaborano per il buon esito dell’anno
scolastico, in particolare le
amministrazioni comunali per
il loro fattivo interessamento,
il periodico Echi di Agordo che
concorre a diffondere una efficace informazione e soprattutto
le famiglie che, attraverso il
decisivo contributo volontario,
concorrono a garantire il buon
livello dell’offerta formativa.
Il dirigente scolastico
Bernardino Chiocchetti
Foto ricordo della classe 2^C, al termine della visita alla casa di soggiorno di Taibon Agordino mercoledì 4 giugno 2014.
Ottobre 2014
36
Echi di Agordo
dal mondo della scuola dal mondo della scuola dal mondo della
La scuola ti aiuta a essere cittadino del mondo
Educazione alla mondialità,
alla pace e alla solidarietà
A volte noi educatori (genitori,
professori, sacerdoti, animatori,
operatori) ci chiediamo a cosa
serva parlare, proporre, richiamare, etc..
Qualche volta sembra di
parlare al vento. In realtà, se
seminiamo, raccogliamo, a
volte presto, a volte dopo un
certo tempo. Ma è chiaro che,
se non si fa nulla, non si potrà
raccogliere nulla.
Questa semplice ed essenziale
filosofia della “scommessa formativa” è sottesa al “Progetto
di Educazione alla Mondialità,
alla Pace e alla Solidarietà”
della scuola secondaria di primo
grado dell’Istituto Comprensivo
di Agordo.
A questo scopo sono state
predisposte varie attività, capaci
di aprire la mente e l’animo alle
condizioni di vita delle popolazioni più disagiate. Ha preso
corpo così, fra l’altro, il progetto
“Storie nei barattoli” dell’Associazione Insieme si può di
Belluno, che ha interessato gli
alunni delle classi seconde, fra i
quali sono stati raccolti tra l’altro
questi commenti: “Adesso so
che per fare la cioccolata etc.
maltrattano tante persone”, “Da
questi incontri ho imparato a
controllare la provenienza dei
prodotti per sapere se erano stati
fatti da gente che sfruttava i contadini; ho cercato di comperare
la cioccolata equo-solidale: an-
Il logo del progetto di “Educazione alla Mondialità, alla Pace
e alla Solidarietà”.
Piergiorgio Da Rold sta svolgendo l’incontro per le prime medie sul
tema “Acqua, risorse del pianeta, povertà e ricchezza”.
Edy Battiston sta svolgendo un incontro per le seconde medie nel
progetto “Storie nei barattoli”.
Il cartellone lasciato alla casa di soggiorno di Taibon Agordino dalla
prima B in ricordo della visita svoltasi lunedì 26 maggio 2014.
che se si spende di più, si aiuta”,
“Non ho fatto cambiare molte
abitudini ai miei genitori, ma ci
sto provando”, “Ho capito che
nel mondo ci sono molte persone
povere che fanno di tutto pur di
prendere soldi”.
Il Progetto di Educazione
alla Mondialità aiuta a capire
che dire di sì a una prospettiva
di solidarietà conviene, che
impegnarsi conviene.
Gli alunni coinvolti nel progetto hanno rafforzato questi
convincimenti nell’uscita al
“Museo dei Sogni, della Memoria, della Coscienza e dei
Presepi” di Feltre, così “riassunta” nel suo significato ideale da
una ragazza: “La gratuità è una
cosa, un regalo, un favore, un
consiglio dato di propria volontà, rivolto a una o più persone,
per fare sentire quella o quelle
persone migliori, felici”. Il messaggio capillarmente presente
nei vari momenti della visita
era quello di lasciar stare falsi
pretesti, pigrizie ed egoismi per
saper dire di sì a qualche esperienza di aiuto ad altri, perché
donarsi fa stare bene, impedisce
di chiudersi nei problemi; e
quando si sta bene dentro… si
è belli anche fuori!
Quel messaggio ha ispirato
anche la visita agli ospiti della
casa di soggiorno di Taibon
Agordino, nella quale quest’anno sono state coinvolte le classi
1^B e 2^C (le impressioni di
alcuni alunni: “Mi sono piaciuti
i sorrisi di quando abbiamo
giocato insieme.”, “Mi è piaciuto cantare insieme ad altri”,
“Abbiamo recitato la poesia ‘Se’
per la quale abbiamo ricevuto
un bellissimo applauso”, “Mi
è piaciuto, perché abbiamo
aiutato gli anziani a giocare a
tombola” ) e ispirerà - il prossimo anno - la collaborazione con
il CEOD - Cooperativa Società
Nuova di Agordo.
Tutti sanno che solidarietà e
pace, apertura e dialogo sono
“difficili” e hanno tanti “nemici”.
Il Progetto di Educazione
alla Mondialità della Media
di Agordo ha cercato di essere
invece “amico” di una generosa, seppur realista, prospettiva
umana, espressa nel logo scelto
da una delle alunne coinvolte,
Giorgia, che rappresenta il
sogno di potersi un domani sedere a guardare sorgere la Pace
nel Mondo, a partire da dove
abitiamo.
La referente al progetto
prof.ssa Marta Bianchi
Ottobre 2014
Echi di Agordo
Il
37
19° anno
della
Sezione
dell’
Università
Adulti/
Anziani
Ha riaperto i battenti, per la
19a volta, la Sezione di Agordo
dell’Università adulti/anziani.
L’inizio del nuovo anno accademico, il terzo del quinto ciclo,
è avvenuto come sempre con
una prolusione introduttiva che
quest’anno è stata tenuta da don
Attilio Menia Cadore, fondatore
e presidente della benemerita
istituzione bellunese. L’appuntamento si è svolto martedì 7 ottobre, alle 15, in sala «don Tamis»
di via 27 aprile e nel 30° di fondazione dell’Università A/A il
tema dell’intervento di don Menia, dopo il saluto agli studenti e
alle autorità, è stato «Il sogno del
riscatto: i nuovi 30 anni». Il Comitato di gestione della sezione
agordina, coordinato da Gabriele
Bernardi, ha nuovamente richiamato l’attenzione sul fatto che
alla prolusione sono invitati non
solo gli studenti, ma tutti coloro
che desiderano partecipare a un
momento di approfondimento
culturale che, anche quest’anno,
si preannuncia di vivo interesse.
E così è stato, perché oltre al
numero dei corsisiti, aumentati
anche quest’anno, c’è stata una
significativa partecipazione della
cittadinanza.
È stato nel frattempo stilato
il calendario del primo trimestre ricco di argomenti di varie
discipline trattati sempre da
relatori qualificati (indicati fra
parentesi). Martedì 14 ottobre:
Corrispondenza tra Mitologia e
Psicoanalisi (Franco Da Ronch)
e Le balie bellunesi (Daniela
Perco); 21 ottobre: La luna e i
poeti (Viviana Sogne); 28 ottobre: Con Dante negli abissi
infernali (Bianca Maria Da Rif);
4 novembre: La Grande Guerra
e le guerre d’Italia (Maurizio
Reberschak) e La Grande Guerra
nelle Dolomiti (Luciana Palla);
11 novembre: Addio Italia: una
storia di emigrazione, quasi
una rivolta contadina (Gianni
Favarato in collaborazione con
il Circolo Auser «El Brói» di
Agordo); 18 novembre: Fossili e mitologia (Alberto Bertini) e Meteoriti: sassi d’altri
mondi (Umberto Repetti); 25
novembre: Depressione e sue
complessità: approccio medico
e approccio psicoterapeutico
(Giampaolo Ben e Francesca De
Biasi); 2 dicembre: La pittura
del Cinquecento: da Jacopo da
Ponte a Veronese (Lidia Rui) e
Gli Strauss e il valzer viennese
L’omaggio della Sezione a don Attilio, fondatore e da trent’anni
instancabile presidente dell’Università Adulti/Anziani di Belluno.
(Attilio Costa); 9 dicembre:
Ingegno migrante: profili e vicende di personaggi importanti
(Dino Bridda); 16 dicembre:
Scipio Slataper e Piero Jahier:
memorialisti di Guerra (Savina
De Lazzer) e L’Amministrazione della Giustizia Penale nella
Repubblica di Venezia (Gianni
Santomaso). Chiusura del trimestre con scambio di auguri
natalizi e di fine anno. Le lezioni
si tengono sempre martedì alle
15, in sala don Tamis.
Attività complementari: Laboratorio di pittura (Laura Ballis)
e di Informatica di base (Enza
Dagai). Sono previste anche
gite d’istruzione e visite a: Castelfranco Veneto e Bassano del
Grappa alla mostra del Veronese
e ai musei; Trento e Rovereto al
museo Muse e al Mart museo
d’arte moderna e contemporanea; Cesiomaggiore e Feltre al
museo etnografico di Seravella
e alla chiesa di san Marcello a
Umin.
Recapiti telefonici per informazioni: 0437/62416 (coordinatore) e 333 / 8638929
(segretaria).
Lo splendido concerto per Claudio
Sala Luciani, 4 ottobre. Tanta gente e tanta emozione al concerto
del “Trifolium Ensemble”, dedicato a Claudio.
Anche le corsiste del laboratorio artistico seguito da Laura Ballis hanno
voluto donare al Presidente un’opera del loro lodevole impegno.
Nel primo anniversario della sua improvvisa e prematura
morte, avvenuta a Feltre il 13 settembre 2013, a soli 48 anni,
il ricordo di Claudio Mei, il giovane insegnante del liceo «Dal
Piaz» di Feltre, è rivissuto nel suo paese d’origine, dove risiedono i famigliari (presenti in sala) e dove ha lasciato un grande
rimpianto. Per iniziativa di Agordo Musica e della parrocchia,
sabato 4 ottobre è stato reso omaggio alla sua memoria con un
concerto del «Trifolium ensemble», il prestigioso gruppo vocale
bellunese di cui Claudio faceva parte, come tenore, assieme a
Lorenzo Luciani (alto) e a Franco Cisilino (basso) con l’accompagnamento strumentale di Florindo Baldissera (vihuela). La
formazione, che propone in particolare autori del Rinascimento
spagnolo (con citazioni dal repertorio polifonico italiano) si è
ricomposta per l’occasione avvalendosi dell’apporto vocale del
tenore Paolo Da Col, in sostituzione di Claudio.
38
Ottobre 2014
1954. I diplomandi del “Follador”
in viaggio d’istruzione
in Germania nell’Hartz e nella Ruhr
Echi di Agordo
Memorie
di scuola
di
60 anni fa
Siamo grati a Rita Becherucci, di Pistoia, per la cortese
attenzione riservata a “Echi”
(di cui è affezionata lettrice e
a volte anche collaboratrice)
per aver voluto farci omaggio
di questa significativa cronaca
che ricorda non solo la serietà
dei viaggi d’istruzione di una
volta, ma anche un caro amico,
Giorgio Corrieri, che ci ha
lasciati sette anni fa.
Non per nostalgia nei confronti
“ampia e possente” miniera di
città vicine alle zone minerarie
di un lontano passato che era
carbonato di ferro di Salzgitter.
a causa della disorganizzata diquello del dopoguerra, periodo
Il quinto giorno, gli studenti
spersione dei rifiuti estrattivi: con
difficile ma anche di grande
italiani, sulle colline di Clausthal,
una parte del materiale di scarto,
impegno ed entusiasmo per
furono ospiti della scuola Monvenivano realizzati mattoni per le
il risveglio delle coscienze e
tanistica della Germania nata
costruzioni ma il resto purtroppo
dell’energia operosa di tutto un
nel 1773, sede di un bel Museo
era sparso indiscriminatamente
popolo impegnato nella ripresa
geo-mineralogico.
nelle lande attigue alle città.
morale ed economica, ma inveAttraversati, poi, i territori delle
Docenti e studenti verificaroce per documentare il fervore
città di Hannover e Luneburgo,
no, dunque, non solo la grande
delle attività scolastiche e cultugiunti a Nienhagen constatarono
ripresa dell’attività mineraria in
rali di quel periodo, mi fa piacere
che in quella zona l’anno preceGermania, ma anche la triste e
paletnologia.
ricordare la gita scolastica che
dente erano stati perforati 126
grigia realtà delle problematiche
L’ultimo giorno, risalendo il
gli studenti della Quinta classe
chilometri di pozzi, ricavando
relative all’estrazione mineraria
Reno, iniziò il ritorno.
dell’Istituto Minerario “Follador”
620.000 tonnellate di petrolio
di allora, la più grave delle quali
Lungo il panorama incontrarodi Agordo, effettuarono nella
grezzo, cioè il 30 % della produera già quella relativa alla tutela
no città importanti e interessanti:
primavera del 1954.
zione totale tedesca di allora.
dell’ambiente e del paesaggio.
Bonn, Linz, Coblenza, Saint
Grazie all’ottima organizzaA Gutersloh, il settimo giorno,
Il viaggio degli studenti contiGoar, luoghi in cui respirano i
zione e all’apertura culturale e
giorno festivo, un bellunese di
nuò nel giorno successivo fra il
versi di Heine, Bingen, con la stascientifico-pratica del Preside,
Zoldo, il signor Molin Pradel, che
paesaggio irto delle ciminiere di
tua di Bismark
ingegner Carlo
e Magonza la
Piva e dei Procittà di Guttemfessori l’Istituto
berg, e ancora
Follador offrì
Mannheim e
ai suoi studenStoccarda, le
ti del 5° anno
cui mutilazioni
la possibilità di
provocate dalvisitare i terla guerra non
ritori tedeschi
erano ancora
dell’Hartz e delrimarginate.
la Ruhr, uno dei
Grande e intepiù importanti
ressante uscita
centri minerari
quella degli studella Germania,
denti agordini
e di confrontarsi
nell’ultimo anno
con l’economia
del loro corso
e l’industria midi studi e dobneraria tedesca
biamo riconoanch’essa imscere la grande
pegnata nella
apertura culturipresa dopo la
rale dei dirigenti
tragedia della
dell’Istituto che
dittatura e della
la programmaguerra.
rono ed anche
Furono ospidelle famiglie
ti del viaggio
che con sacrifie competenti
cio sostennero
coadiuvatori
questa iniziatinel guidare e
va finanziando,
illustrare le viforse anche con
site alle miniere
fatica, questa
tedesche l’ingegnere Ubaldo Una foto ormai storica scattata in Germania sessant’anni fa. Con i diplomandi periti minerari vedia- i m p o r t a n t e
Bracalenti, Pre- mo il prof. Ervino Milli, l’allora preside Carlo Piva (alle sue spalle Giorgio Corrieri), l’ing. Ubaldo esperienza formativa per i loro
side dell’Istituto
Bracalenti preside dell’Istituto Segato di Belluno, il dottor Giuseppe Berletti e il prof. Fedele Tazzer. figli.
“G. Segato” di
Questa usciBelluno, il dotta scolastica effettuata dal 19
tor Citterio della Società Edison
da venti anni faceva il gelataio
Mulheim e Solingen che erano
al 29 Aprile 1954 dai giovani
di Milano e il dottor Giuseppe
in quei luoghi affumicati dalle cifra loro “in gara di fumo”.
agordini, a conclusione del loro
Berletti, veterinario di Agordo,
miniere, li accolse con affettuoso
Negli ultimi giorni del viaggio,
corso di studi, testimonia una
che conosceva la lingua tedecalore e stima e guidò i giovani
arrivarono a Colonia che prevolontà precisa dei Professori
sca.
nella visita del vastissimo parco
sentava ancora molte ferite di
dell’istituto Follador a indicare e
La trasferta durò undici giorni
della città.
guerra e a Kalk dove i giovani
insegnare ai loro studenti la via
e si svolse su un percorso lungo
Il giorno dopo, avendo supedell’Istituto agordino visitarono
del confronto con altri popoli, altremila chilometri.
rato in autobus Bochum, Esla Klockner-Humboldt-Deutz e
tre economie, altre culture, come
Allora ci vollero ben due giorsen e Duisburg, arrivarono alla
furono salutati da un funzionanecessario completamento della
ni di viaggio per raggiungere
grandiosa Miniera di carbone di
rio del Consolato italiano e poi
loro preparazione.
i bacini minerari dell’Hartz e
Augusta Vittoria a Marl-Huls in
guidati nella visita delle miniere
In quell’anno scolastico al
della Ruhr dove i giovani furoWestfalia: 15000 operai e 5000
dall’ingegnere Mottig che conoFollador si diplomarono 11 Periti
no guidati in interessanti visite
tonnellate di carbone combustisceva l’apparato dirigenziale del
Minerari.
presso le miniere di Goslar,
bile e 100 tonnellate di minerale
settore minerario di quasi tutto il
Di questa istruttiva uscita
Rammelsberg nell’Hartz da cui
di piombo e di zinco.
mondo.
scolastica fu fatta relazione in
venivano estratti rame, piombo,
Tutto era grandioso, ma tutto
Altre miniere di carbone fuun articolo pubblicato su un
zinco e ferro.
era anche triste e sporco per
rono visitate a Walzum presso
quotidiano locale e conservato
Vi lavoravano 1500 operai
una polvere finissima, residuo ed
Duisburg.
da Giorgio Corrieri, diplomatosi
e 25 apprendisti dai 14 ai 15
effetto del lavoro estrattivo. Le
I giovani passarono anche
in quell’anno.
anni.
polveri sottili, infatti, addirittura
da Neandhertal, importante
Il giorno dopo visitarono la
Rita Becherucci Corrieri
già cambiavano il colore delle
riferimento per lo studio della
Echi di Agordo
Nel 1951 in Sicilia a Traina, in
provincia di Catania, sui monti
Nebrodi, era avviato lo scavo di
una galleria a media sezione allo
scopo di imbrigliare le acque del
bacino di Ancipa e condurle fino
alla piana di Catania. La galleria
si doveva sviluppare su 7 chilometri e, all’uscita, l’acqua si
sarebbe convogliata, tramite una
condotta forzata, alla base, dei
monti Nebrodi per alimentare
una centrale idroelettrica e poi
utilizzata per l’irrigazione.
I 7 chilometri erano stati divisi
in tre tronconi: uno di sbocco
verso la condotta forzata e gli
altri due equamente divisi da
due finestre (questo il progetto).
I lavori erano da tempo iniziati
e la ditta che li eseguiva era
la Sogene, su commissione
dell’E.S.E. (Ente siciliano elettricità). Un grave incidente, che
descriverò in seguito, successo
a causa della presenza di gas
nelle rocce, costrinse la società
a migliorare il controllo della
sicurezza in quelle gallerie.
L’incarico fu assunto dal
professor Ervino Milli, insegnante di mineralogia e geologia
all’Istituto minerario Follador
di Agordo. Per assolvere tale
compito, egli si avvalse dei
periti minerari disponibili e
disoccupati, io ero uno di quelli.
Avevo conseguito il diploma a
giugno nel 1950, il 15 gennaio
1951 partii per la Sicilia e raggiunsi Traina. Sotto la direzione
del professor Milli erano arrivati
in Sicilia sette periti, due per
galleria, e un coordinatore. Il
nostro compito era quello di
controllare la presenza di gas 12
ore al giorno, in particolar modo
durante la perforazione dei fori
Ottobre 2014
Loris Conedera “bèca” racconta...
Il mio primo impiego
Loris Conedera vicino al grosso ventilatore che areava la galleria
n.1 di cui si vede l’imbocco.
Catania. Pasqua 25 marzo 1951. Da sn. Loris Conedera, Renzo De
Riva, Sante Docci, Achille Reolon e Alfonso Piaia.
39
Memorie
di lavoro
di
63 anni fa
Dopo aver pubblicato l’avvincente avventura del “Piccolo esploratore del deserto”, che
ha riscontrato il gradimento
dei lettori, ospitiamo questa
volta con altrettanto piacere
una nuova interessante testimonianza di Loris Conedera
“bèca” (che ringraziamo), che
ricorda la sua prima e anche
tragica esperienza di lavoro di
Perito minerario in Sicilia.
da mina e dopo lo sparo delle
mine; gli strumenti che avevamo
per controllare la presenza di gas
erano la lampada grisoumetrica,
la cui lettura era molto approssimata, e l’esposimetro che indicava esattamente la percentuale.
Il gas che sprigionavano quelle
rocce non era grisou o metano
bensì benzolo. Lo sparo delle
mine doveva essere effettuato
all’esterno elettricamente. Prima di riprendere il lavoro nel
cantiere si doveva verificare il
gas liberato dallo sparo. In caso
di presenza di esso dovevamo
sospendere i lavori in attesa
che la ventilazione artificiale
ripulisse l’aria. Prima del nostro
arrivo spesso si incontrava qualche sacca di gas e il sorvegliante
periodicamente la bruciava con
piccole fiammate.
Il giorno di S. Barbara del
1950 (4 dicembre) i lavori erano
sospesi per festeggiare la santa
protettrice dei minatori. Tutte
le maestranze a mezzogiorno
erano a pranzo in un ristorante
di Traina. A un certo punto due
sorveglianti si ricordarono che
anche quel giorno bisognava
bruciare il gas e si recarono alla
finestra 2. Di lì a breve tempo
un forte boato fece tremare il
locale dove erano i commensali
e molti intuirono il motivo di
quel terremoto. Dopo l’ultimo
sparo delle mine, si era liberata
una notevole sacca di gas e la
galleria si era saturata. I due
sorveglianti erano entrati in
galleria sul locomotore elettrico
e, arrivati in fondo, nell’atto di
fermare il locomotore a batteria,
la scintilla provocata dal reostato causò lo scoppio.
Tutti i commensali, compreso
il direttore, si precipitarono alla
finestra 2. Il direttore prese una
lampada ed entrò in galleria che
era lunga 300 metri e, percorsi i
(segue a pag.40)
40
(segue da pag.39)
primi 100, cadde a terra morto.
Per raggiungerlo e recuperarlo
caddero altre 10 persone fino a
che un sorvegliante, che aveva
capito la situazione, si mise
all’imbocco della galleria e
non consentì più a nessuno di
entrare. Le vittime perirono per
inalazione di ossido di carbonio
il quale per ventilazione naturale usciva piano piano dalla
galleria provocando la morte
delle persone sempre più vicino all’imbocco. Undici corpi
furono recuperati dai pompieri
muniti di maschere anti-gas, ma
i due sorveglianti, che morirono
per primi, rimasero lì ancora
per molto poiché la galleria fu
sequestrata dalla magistratura.
Nel mese di febbraio si ottenne l’autorizzazione per il
recupero delle due salme e,
successivamente, di riprendere
i lavori. Il professor Milli, per
eseguire questo impegnativo
lavoro, scelse me e il signor
Alfonso Piaia (collega perito
minerario di San Tomaso), che
era il coordinatore di noi periti e
lui stesso vi prese parte assieme
a noi. Dopo una esercitazione
con gli auto protettori, muniti
di misuratori della percentuale
di benzolo e dell’ossido di carbonio, entrammo in galleria. Lo
spettacolo era impressionante,
era come se la galleria avesse
funzionato come la canna
di un cannone: il ventilatore
all’imbocco, di notevole peso,
era stato proiettato a 50 metri.
All’interno tubi accartocciati,
vagoni accavallati e impedimenti di ogni genere, due fessure percorrevano la muratura
Ottobre 2014
Echi di Agordo
Il mio primo impiego
della galleria fino in fondo a
testimonianza della pressione
subita.
Noi si avanzava scansando
gli impedimenti e stendendo la
tubazione per la ventilazione,
naturalmente operando con la
massima attenzione e prudenza
onde evitare una nuova esplosione. Contemporaneamente si
misurava la presenza di ossido
di carbonio e benzolo. Il primo
era assente; la galleria invece
era satura del secondo. A titolo
di informazione si precisa che il
benzolo si misurava con l’esposimetro e l’ossido di carbonio
con fiale che, munite di indicatore colorimetrico, viravano in
presenza dell’ossido.
Con l’arrivo dell’aria le salme, che erano rimaste intatte,
Sante Docci,
un caposquadra e Loris
(col fucile
da caccia,
sua grande
passione
ereditata dai
Bèche da Le
Fòche) sulla
soglia del loro
monolocale.
Due capisquadra, l’assistente contrario dell’ESE
e Loris Conedera a destra.
Il locomotore
elettrico adibito
al trasporto in
discarica della
roccia abbattuta in galleria.
Docci e Conedera sul tetto, il
conduttore e un
caposquadra;
nell’angolo in
alto a dx il nostro monolocale.
iniziarono il processo di putrefazione. Esse erano una seduta
al posto di guida del locomotore
e l’altra a terra fuori del mezzo.
Le riponemmo in teli e le portammo all’esterno. Dopo poche
ore l’aria della galleria si purificò e dopo pochi giorni i lavori
ricominciarono. Io rimasi in
quella galleria per il periodo di
avviamento dei lavori poi chiesi
di ritornare alla galleria 1 dove
ero stato destinato all’inizio,
questo anche per dimenticare
le impressioni avute.
Rimasi in quel cantiere per
sette mesi, facendo servizio
responsabile con facoltà di fermare i lavori in caso di pericolo,
12 ore al giorno, una settimana
di giorno e una di notte, sabato
e domenica compresi. In sette
mesi si fece festa solo a Pasqua
e il primo maggio. Il 25 marzo
1951 (giorno di Pasqua) assieme ad altri colleghi ci recammo
a Catania, visitammo la città e
ricordo che andammo a vedere
il celebre film “Via col vento”
e il primo maggio visitammo
la città di Nicosia, dove incontrammo anche il collega Bepi
De Colò Titòt, che lavorava
nella stessa galleria.
Per il resto del tempo, vissi
sette mesi in una capanna di
legno, arredata con: due letti,
due armadi, due seggiole e un
tavolo. I pasti ce li forniva la
mensa aziendale. Il mio collega e compagno di lavoro e
di dimora è stato Sante Docci,
un caro amico che ricordo con
affetto e simpatia.
In precedenza avevo fatto
domanda per essere assunto
nelle miniere di fosfato a Kosseir in Egitto. Fu così che a
metà agosto da Agordo venne
in visita, come di consueto, il
professor Milli in compagnia
del mio sostituto; mi portò la
lettera della società Fosfati che
mi comunicava l’assunzione
con decorrenza primo agosto
1951. Partii subito per Agordo
a preparare la documentazione necessaria per recarmi a
Kosseir.
Con rispetto, per ricordo,
e con affetto rivolgo qui un
pensiero a mio padre Arcangelo Conedera le cui spoglie
giacciono nel cimitero cristiano
di Kosseir fin dal 1943, quando
ivi morì a causa delle complicazioni avvenute dopo un grave
infortunio in miniera.
Questa è la cronistoria del
mio primo lavoro.
Loris Conedera Bèca
Ottobre 2014
Echi di Agordo
Le felicitazioni e gli auguri
di “Echi” a...
41
Nozze di Pietra
Le 100 candeline di Maria Fumei...
Domenico De Grandi (classe 1924) e Paolina Davare (Adelia)
(classe 1926) per le recenti “nozze di pietra” ricordando il 65° del
loro matrimonio, celebrato a Laste il 15 settembre 1949. Gli sposi
ringraziano il buon Dio e tutte le persone che hanno voluto loro
bene in questi anni trascorsi insieme.
Nozze d’Oro
Gioiosa festa centenaria lo scorso 30 settembre in via 27 aprile,
in casa di Maria Fumei, vedova Guadagnini, che ha felicemente
raggiunto il traguardo del secolo di vita ancora in buona salute fisica
e mentale. È stata festeggiata dai quattro figli, i gemelli Fiorella e
Massimiliano, Carmen e Fabiola con rispettivi famigliari, fra cui
otto nipoti e tre pronipoti. Anche se non esce più di casa, nonna
Maria si mantiene il cuore e la mente in forma pregando, leggendo
e facendo parole crociate, sempre attenta e interessata a ciò che
succede nella realtà locale e nel mondo.
... e le 90 primavere di Elsa Gaz
Alberto Dorigo e Paola Paternoster, che attorniati da
famigliari e amici il 19 settembre scorso hanno festeggiato
il traguardo dei 50 anni di vita
insieme, ricordando il loro sì
pronunciato mezzo secolo fa a
San Simon di Vallada.
Elsa Gaz, ved. Savioli, che lo
scorso 6 marzo ha festeggiato le
sue splendide 90 primavere assieme ai numerosi amici toscani
in un ristorante enoteca sotto le
mura della città di Grosseto. «È
fantastico», hanno detto la figlia
Fernanda e gli amici, «arrivare
a 90 anni, avere come Elsa il
desiderio di fare ancora tante
cose e pensare al futuro!».
Un affettuoso augurio anche
da “Echi di Agordo” sempre
riconoscente per la puntuale
dedizione con cui per lunghi
anni Elsa lo ha distribuito alle
famiglie della sua zona.
Lauree e...
Arianna De Nardin, che il 26
settembre 2014 ha conseguito
la laurea triennale in Scienze
dell’architettura, all’Università
IUAV di Venezia, con un portfolio discusso con i docenti
Mauro Galantino, Silvio Nocera
e Maria Antonia Barucco.
Luca Cappelletti di Agordo, che il 22 luglio
2014 ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Catania.
Ha discusso la tesi “DNA e Social Networ”, con
relatore il prof. Salvatore Amato. Auguri per una
brillante carriera da parte del fratello Fabio (con
Francesca), della mamma Maria Pia (per tanti anni
insegnante alla scuola media) a del papà Marcello
(già stimato maresciallo dei carabinieri, comandante della Stazione di Agordo, ora in pensione).
Ma tanti auguri anche perché, nel frattempo,
Luca è diventato papà, come lo vediamo in foto
con la sua primogenita Marea, “gioiello” di papà e
mamma Manuela, ma anche dei nonni, nel parco di
villa Cerami dove ha sede la facoltà universitaria di
Giurisprudenza catanese. La famiglia, temporaneamente in Sicilia, è sempre legatissima e residente,
da 40 anni, ad Agordo.
Ottobre 2014
42
Le felicitazioni e gli auguri
di “Echi” a...
Nozze d’Oro con il diploma
«È stata una giornata magnifica, indimenticabile, carica di
emozione e significati». Questo il
commento di Gianni Gatta, soddisfatto per il felice esito dell’incontro
da lui organizzato con i colleghi
periti minerari a cinquant’anni dal
conseguimento del titolo all’istituto
«Follador». E non poteva essere
diversamente per le «nozze d’oro
con il diploma» ottenuto alla fine
dell’anno scolastico 1963-64:
l’abbraccio fra diciannove di quei
trentatre (ventinove dei quali
ancora viventi) compagni di
scuola intervenuti, ha segnato un
momento carico di evidente commozione per tutti. È stato un po’
come ritornare indietro di mezzo
secolo, riandare con il ricordo ai
giorni trascorsi insieme sui banchi,
nella «caminàza», la caratteristica
aula dei minerari nella storica sede
della storica istituzione scolastica
di via 5 maggio, che li ha forgiati
umanamente e professionalmente, permettendo loro di andare a
farsi apprezzare in tutto il mondo
quali periti di alta dirittura tecnica
e morale.
E proprio sul piazzale del «vecchio e glorioso Follador» è iniziato
il ritrovo di giovedì 14 agosto, al
quale hanno partecipato anche i
famigliari dei quattro colleghi nel
frattempo deceduti: Roberto Bulf,
Giovanni Chenet, Augusto Peruz
e Renzo Zasso, ricordati poi nella
Messa.
Dopo l’immancabile foto di
gruppo e una breve visita al
museo mineralogico delle Dolomiti agordine, accompagnati dal
collega Dino Preloran, il gruppo
ha partecipato alla Messa nell’arcidiaconale, celebrata da monsignor
Giorgio Lise: «E’ stata certamente
l’amicizia a portarvi qui», ha detto,
«a ritrovarvi nel luogo della vostra
educazione scolastica. L’amicizia
nata sui banchi di scuola in genere
la più duratura perché accompagnata da fatiche, successi e
insuccessi, trepidazione, attese e
complicità… ». Don Giorgio ha aggiunto che alla base dell’incontro
vi è pure «la gratitudine per una
Scuola gloriosa che ha fatto la
storia dell’Agordino e ha educato
e formato generazioni di ragazzi e
giovani di questa terra. Una scuola
che ha permesso di fare nuove
esperienze, conoscere mondi e
culture diversi, dando quindi la
possibilità di arricchirsi umanamente e culturalmente...». Non
è mancato poi il ricordo di papa
Albino Luciani che nel 1936-37 fu
insegnante al Follador.
Infine il ritrovo conviviale all’hotel Villa Imperina, con un festoso
brindisi di benvenuto seguito dalla
lettura dei messaggi, particolarmente graditi, giunti dall’allora
preside Franco Foresi e dagli
insegnanti Ripanucci, Spagna,
Ben e dai compagni impossibilitati
a partecipare. Questi i nominativi
dei colleghi giunti da ogni parte
d’Italia e che nell’accomiatarsi
si sono ripromessi di ritrovarsi
l’anno prossimo: Gino Basso
Valentina, Giuseppe Bonelli, Gian
Pietro Dall’acqua, Dante Giulio
Fiocco, Oscar Rubinato, Fabio
Toffoli, Giuseppe Zasso Màrden,
Mario Caldart, Eugenio Costa,
Lucio Cimitan, Gianluigi De Col,
Elio Faoro, Vittorio Fenti, Gianni
Gatta, Florestano Monestier, Aldo
Troi, Renzo Varaschin, Claudio
Zanardelli, Virgilio Xaiz.
In alto: i 19 periti minerari presenti all’incontro nella foto-ricordo
di giovedì 14 agosto sul piazzale della storica sede di via 5 maggio e,
qui sopra, le classi 5e del «Follador» in una sbiadita ma significativa
immagine scattata nel 1964, l’anno del diploma, con l’allora preside
Franco Foresi e altri insegnanti.
Echi di Agordo
I Fiori della Vita
Cinque generazioni... tre volte
Per la bis-nonna Alma Fattor, vedova De Toffol, si tratta di un
eccezionale caso di quinta generazione-bis. Eccola con il figliononno Fabrizio e con i nipoti Erik divenuto papà di Ambra De
Toffol (il 3 maggio 2013), e di Genny diventata mamma di Devid
Olivier (il 24 luglio 2014).
Giovanna Scussel (22.8.1926), Dora Comina (4.12.1949), Denis
Tormen (11.5.1967), Natasha Tormen (18.6.1990), e Lorenzo
Ballis nato il 15 dicembre 2013 (mentre si allestiva la mostra a
ricordo del nonno Tita Zasso nel 10° anniversario).
Margherita D’Isep, battezzata nella parrocchia di Mussoi a
Belluno, l’8 giugno di quest’anno, dorme beatamente in braccio
a papà Maurizio con accanto la mamma Francesca Bartolini e
gli zii Enrico e Katj.
Ottobre 2014
Echi di Agordo
43
I Fiori della Vita
Che bel quadretto! Lorenzo sta imboccando il cuginetto Marco
Adami, di Andrea e Romina Zasso, nato a Belluno il 27 dicembre
2013 e battezzato a Canale d’Agordo il 4 maggio 2014, allenandosi
così in attesa del fratellino Gianluca che stava arrivando…
Da Rosa Farenzena (gnòfa) questa bella foto bucolica dei primi
anni ‘60. Montegada a malga Framónt allora gestita e alimentata
da agordini. Da sx :Eugenio Bien, Emilio Da Ronch,Giovanni
Carlin (nonno di Sandro Carlin), Sebastiano Da Ronch (Bastian
Busna), il piccolo Attilio Da Ronch (Tilio Busna) e ultimo di
spalle Vincenzo Da Ronch (Cencio Busna).
Ilay Bianchi, di Adriano e
Anita Lena, nato a Feltre l’11
gennaio 2014 e battezzato
nella chiesa di San Lucano il
6 settembre scorso.
Alin Gilber, nata il 6 maggio
2014 a Bressanone, figlia di
Andrea Scussel abitante a Bressanone con Mindi Gilber.
Non abitano ad Agordo ma hanno tutti per metà nelle vene sangue
agordino. Sono i dodici nipoti (emblematico numero uguale a
quello dei suoi fratelli) di Angela Santomaso vedova Grigoletto,
che vive da tanti anni a Lupiola di Sandrigo (Vicenza), conservando
e trasmettendo peraltro ai figli e progenie un profondo legame
con la terra d’origine. Nel bel quadretto vediamo Cristiana, Giovanni, Aurora, Lara e Diletta (figli di Giorgio); Noemi, Chiara e
Gioele (di Rodolfo); Matteo e Samuele (di Michela); Tomaso e
Tobia (di Andrea).
Agordo, Campo dei fiori, inizio anni ’90. Da sinistra a destra
le sorelle Aurora (Lola) e Antonietta (Etta) Chierzi, con Mavy
Stehlin-Soppelsa, figlia di Aurora che oggi vive in Svizzera e alla
quale la cugina Sara spera di fare una gradita sorpresa pubblicando
su Echi questo bel ricordo non solo… fotografico.
Per mancanza di spazio siamo costretti a rimandare
al prossimo numero la pubblicazione di altre notizie e
cronache degli ultimi avvenimenti. Ce ne scusiamo con
gli affezionati lettori e ringraziamo tutti i collaboratori
che hanno contribuito in vario modo all’uscita di questo
numero.
44
Ottobre 2014
Lettere a “Echi...”
Da Lanzada (Sondrio)
Buongiorno,
sono Fusina Luigia (Gigetta)
detta “Malènca” nata ad Agordo
nel 1927.
Da ragazza lavoravo presso
la famiglia Galliani-Croce come
bambinaia di Giuseppe e Noemi
Croce, il loro papà a quei tempi
era in guerra. Nel 1946 sono
emigrata in Svizzera a lavorare
per guadagnare di più.
Nel 1949 mi sono sposata e
sono tornata in Italia a vivere
nella valle di cui era originario
mio marito Alessandro… strano caso del destino il posto si
chiama Valmalenco (Comune di
Lanzada, Provincia di Sondrio)
stesso nome di come era soprannominata ad Agordo la famiglia di
mio papà (Malènchi).
Ho avuto tre figli, ma ora mio
marito e un figlio non ci sono
più. Ho una grande famiglia
(v. foto sotto): i miei due figli si
sono sposati ed hanno avuto dei
figli e sono quindi ormai nonna
di quattro nipoti e bisnonna di
quattro pronipoti più una in arrivo.
Spesso, sebbene non abitiamo
tutti vicini, ci troviamo tutti assieme nella mia casa di Lanzada,
soprattutto a Natale e per il mio
compleanno, ci riuniamo e festeggiamo!
Poco tempo fa abbiamo organizzato una festa e con mia gran-
de gioia erano presenti anche
due nipoti venuti dalla Svizzera,
figli di mio fratello Attilio Fusina
detto “Malènco”, morto poco tempo fa all’età di novant’anni.
Mi vogliono tutti tanto bene!
Ora sono anziana e vivo con mia
figlia. Mia mamma Giacomina è
vissuta con me a Lanzada ed è
sepolta nel cimitero della Valmalenco.
Ho sempre ricevuto il giornale,
grazie di cuore! Ho un caro ricordo del Dott. Lise.
Grazie ancora e tanti saluti a
tutti gli Agordini!
Gigetta
Pubblichiamo volentieri questa bella lettera inviataci da Luca, uno dei
nipoti di Gigetta (alla quale “Echi” manda tanti affettuosi auguri), che
ricorda come «...noi figli e nipoti siamo cresciuti con i suoi racconti della
vita trascorsa ad Agordo, che porta sempre nel cuore. Ha sempre ricevuto
il giornale e quindi le farebbe piacere, se possibile, vedere pubblicata la
sua lettera, con la sua foto e della sua famiglia. Vorrebbe così dimostrare
che, pur essendo andata altrove, per vari motivi, ricorda sempre la vita,
spesso anche difficile, trascorsa ad Agordo».
Da Cologno Monzese
Grazie a “Echi di Agordo”, sempre ricco e interessante, al suo direttore
e ai suoi valenti collaboratori.
Giuseppe (Pino) Croce
Da Listolade
Ricevo sempre con grande piacere il nostro “Echi di Agordo” e vi ringrazio
con tanti complimenti!
Antonietta Miola
Echi di Agordo
IN MEMORIA DI
Giuseppe Benvegnù (Bepino
Gnàol, in una foto con le figlie Barbara e Marinella negli anni ‘70).
“Caro papà,
sono qui, seduta vicino a te e
ti stringo la mano. Tu rispondi
alla stretta, hai sentito la mia
presenza.
Siamo in ospedale, ormai non
parli più anche se capisci ancora
chi ti è vicino.
Vorrei fermare il tempo, non mi
pesa stare qui; è vero, ci alterniamo spesso perché fisicamente
sarebbe impossibile farcela, ma
ho paura che possano essere
gli ultimi momenti che stiamo
insieme.
Mai avrei immaginato di vederti
così, pensavo ci avresti lasciato
improvvisamente mentre lavoravi.
Questo mese di ospedale sono
sicura sia servito a tutti noi per
unirci, starti vicino e ricordarti
con amore.
Sei stato un bravo papà, forse
non ho soddisfatto io le tue aspettative o forse alla fine si!
Ricordo quando mi sono sposata, ero minorenne e hai dovuto
firmare il consenso, dicendomi:
“Questa è la firma che mi pesa
di più mettere in vita mia, spero
di non dovermi pentire”.
Sapessi quante volte mi è tornata in mente quella frase, quante
volte avrei preso certe decisioni e
invece, per non deluderti, ho stretto i denti e sono andata avanti.
Quando ero piccola ti vedevo
poco, eri sempre fuori per lavoro;
io restavo col nonno, ero come
in simbiosi con lui, ricordo che
pensavo addirittura: “Se dovessi
scegliere preferirei morisse papà
invece che il nonno”.
Mi sono sentita tanto in colpa
per quei pensieri seppur fatti da
bambina; ora non vorrei lasciarti
andare.
Sento che vorresti dire o fare
qualcosa quando ci senti vicino
ma non puoi più comunicare.
È una cosa che mi strazia!
Non sei mai stato di tante parole, non serviva, bastava una tua
occhiata.
Non eri severo, anzi, il papà
più buono che potessi avere ma
anche, e l’ho capito quando sei
rimasto solo, deciso e determinato
come pochi.
Da piccola andavamo insieme a
pascolare le mucche, mi scioglievi
la resina sui sassi ed io ero felice
di avere la “ciunga” come i miei
amici. Mi hai insegnato a strappare le felci che infestavano i pascoli:
dovevo tenere le mani ben salde e
dare uno strattone. Che belli quei
momenti con te!
Avevi acquistato una radiolinatransistor da portare in Coilónch
e a Binàtega per ascoltare il Tour
de France; le imprese di Anquetil
e Massignan ti entusiasmavano
e c’era la rivalità con Nildo per
decretare la bravura di uno o
dell’altro.
Ti ho visto una volta piangere,
il giorno dell’alluvione del 66.
La situazione era tragica ma io,
che avevo 12 anni, non me ne
rendevo conto. Quando ho visto
il tuo viso cambiare e le lacrime
scendere mi sono sentita persa:
c’era davvero da avere paura!
Abbiamo dormito tutti e quattro,
vestiti, nella nostra cameretta
convinti di dover morire: almeno
saremmo morti insieme.
Sei rimasto senza la mamma
Angelina, sei stato bravo, merito
di Mari che l’ha sostituita in tutto
e ti è stata accanto ogni giorno.
Ti sei riversato nel lavoro, come
e più di prima. I prati, i boschi,
la legna, il fieno, ogni stagione
aveva i suoi lavori e tu sempre
in prima persona, non ti sei mai
risparmiato!
Ora sei qui, quasi immobile a
letto, fai capire di non avere male,
lo spero tanto; voglio credere
che stai riposando. Io non vorrei
vederti andare papà, ma questa
non è la vita che vorresti tu.
Egoisticamente ti terrei qui con
noi, ma per l’amore che sento è
giusto che ti lasci andare.
Buon viaggio papà. Un bacio
grande. 6 agosto 2013, ore 10.15.
Barbara”
P.S. Papà è mancato il 9 agosto
2013 alle ore 3.10, era nato il 30
marzo 1925.
Angelina Brancaleone, nel
ventesino anniversario della
prematura morte (9 agosto 1994,
lo stesso giorno e mese in cui
lo scorso anno l’ha raggiunta in
cielo il marito Giuseppe), resta
nel ricordo affettuoso dei suoi cari
e di chi le ha voluto bene. Resta
soprattuto l’edificante esempio con
cui quando ha scoperto di essere
ammalata, ha saputo tradurre con
la penna sentimenti profondi quali:
la sua serenità di spirito, l’amore
alla famiglia, l’accettazione della
volontà di Dio.
Echi di Agordo
Ottobre 2014
45
IN MEMORIA DI
Giuseppina Gaz, nel 10°
anniversario della morte (15
dicembre 2004). “Cara Pina,
da 10 anni non sei più con noi,
tutto questo tempo è passato
e tu ci sei mancata tanto. Eri
sempre attiva in tutte le cose
che si facevano con grande
entusiasmo: per il nostro coro,
con il canto nella nostra bella
chiesa, per i bei lavori del nostro mercatino natalizio e tante
altre cose ancora. Ora ti voglio
ricordare a tutti con grande
amore e grande affetto assieme
a tuo figlio Bruno, alla sorella
Toni, al fratello Olinto, a tutti
gli amici e parenti. Con tanta
nostalgia tua sorella Maria”.
Toni Guadagnini, a trent’anni
dalla sua scomparsa (2 settembre 1984), i familiari lo ricordano con immutato affetto.
Ma un ricordo grato gli rivolge
doverosamente tutta la nostra
comunità per il suo lungo e
appassionato impegno svolto
in maniera disinteressata, per
la promozione e la crescita
turistica e sociale di Agordo e
dell’Agordino in tanti campi di
azione, con innumerevoli idee
e lungimiranti iniziative.
Ida Marinello ved. Zasso, nel
5° anniversario (19 novembre
2009) rivive nel ricordo caro dei
figli, dei nipoti e dei parenti.
Massimo Da Rif, nel 19° della
prematura scomparsa (26 novembre 1995 a soli 30 anni).
“Volevi dormire… ora dormi il
sonno della Pace. I tuoi cari con
sempre grande afffetto”.
Maria Schena in De Cassai (nella foto con le nipoti), morta
improvvisamente ad Agordo lo scorso 23 settembre, a 91 anni.
“Ciao mamma, grazie di cuore per la tua presenza costante, per
la tua pazienza, per la tua disponibilità, per tutte le cose belle
che ci hai insegnato. Rimarranno a ricordarti la tua campana al
Carestiato e la stima di parenti e amici che ti hanno conosciuto
nella vita terrena trascorsa ad Agordo, a Gavorrano e a Follonica. Cammineremo ancora insieme, per adesso su strade diverse.
Riposa in Pace. Fabio ed Eldo”.
Attilio Malènco Fusina, morto
il 22 marzo 2014 a Winterthur
(Svizzera), all’età di 90 anni
(era nato il 22 agosto 1923 ad
Agordo). Lo comunica il figlio
Claudio con i famigliari che lo
ricordano a parenti e conoscenti
agordini.
Wiesner Alfonso Jairo, nel 1°
anniversario della sua improvvisa e tragica scomparsa (il 14
luglio 2013 a soli 19 anni),
continua ad essere presente
nell’affettuoso ricordo dei suoi
famigliari, dei tanti amici e del
Coro Agordo.
Giovanni Rubinetto, deceduto a Porto Torres (Sardegna)
nell’agosto 2011, a 73 anni
(era nato a Veran nel 1938). La
famiglia Farenzena lo ricorda
con affetto.
Alfredo Gobbis. “Sono trascorsi otto anni (26 luglio 2006)
da quando ci hai lasciato, ma il
tuo ricordo è sempre vivo nei
nostri cuori. Tua moglie con
figli, nipoti, parenti e amici”.
Emilia Conedera, nel 7° anniversario (20 ottobre 2007) e Maria Teresa Conedera, nel 10° anniversario dell’improvvisa scomparsa (23 agosto 2004), sono ricordate assieme anche al fratello
Luigi, deceduto lo scorso 17 gennaio, con riconoscente affetto e rimpianto dalla sorella Gabriella
unitamente ai suoi familiari.
Ottobre 2014
46
“L’eterno riposo
dona loro,
o Signore”
Adriano De Luca, nel 5° anniversario (24 settembre 2009), il
ricordo della sua bontà e simpatia è sempre vivo nella moglie,
nella figlia, nei parenti e nei tanti
amici agordini e friulani.
Antonio Favretti, lo ricordano
i congiunti e con gratitudine
anche la nostra comunità nel
7° anniversario della morte (27
settembre 2007).
Antonietta Bonisoli Pegoraro, nell’8° anniversario (2
settembre 2006) “Nonostante
il passare degli anni, la tua
presenza è sempre viva in mezzo
a noi. I tuoi cari”.
Maria Luigia Case (Marisa),
nell’8° anniversario (23 settembre 2006) rivive nel ricordo
caro dei figli, dei fratelli, dei
nipoti e dei parenti.
IN MEMORIA DI
Sara Cecchella, a sei anni
(21.9.2008) dalla morte, la ricordano con immutato affetto i
figli, i nipoti, i parenti e tutte le
persone che l’hanno amata.
Filomena Ména Collesei,
nell’8° anniversario (14 agosto
2006) il suo sorriso e la sua
simpatia rimangono nel ricordo
dei suoi cari e di Agordo.
Agostino (Ferruccio) Baldini,
nel 10° anniversario (12 agosto
2004), la moglie Amelia Tomè,
i figli Roberto e Franco, i nipoti
Luca e Giorgio, la nuora Lorena
De Nardin lo ricordano sempre
con grande affetto.
Echi di Agordo
“Il ricordo
dei buoni
resta per sempre”
Dino Scussel, a due anni dalla
sua prematura salita al Cielo
(29 agosto 2012) “Quando la
tristezza ci assale, ti pensiamo... sorridiamo e... siamo
felici! Ci specchiamo nei tuoi
occhi... e tu nei nostri. Viviamo
nel tuo cuore e... tu nel nostro.
Ecco che ci pervade la dolce
certezza: Chi ama ed è nel
cuore dell’altro... non morirà
mai! Nadia e Miriam”.
Vito Valcozzena, “Da quasi
tre anni (9 dicembre 2011)
vive nella luce del Signore e
nei nostri pensieri. La moglie
e le figlie”.
Tita Zasso, nell’11° anniversario (14 ottobre 2003) è ricordato
con grande affetto dalla moglie,
dai famigliari e dai tanti amici,
che assieme alla famiglia gli
hanno reso omaggio con la
bella mostra fotografica del
dicembere 2013.
Lucia Scussel ved. Soppelsa,
nel 6° anniversario (30 luglio
2008) resta nel ricordo caro
della sorella, dei congiunti e
della comunità riconoscente
per i servizi ricevuti.
Angelina Zecchini, nel 6° anniversario (2 settembre 2008) è
ricordata con affetto e simpatia
dalla nostra comunità, ma la
ricorda con uguale affetto e
nostalgia anche la signora
Ortynska Lyubov (con lei nella foto) che per sei anni l’ha
amorevolmente accudita.
Maria Santel in Bressan. “A
tre anni dalla tua morte (22
dicembre 2011), sei sempre nel
cuore del marito, dei figli e di
chi ti ha voluto bene”.
Ines Miana Santomaso, nel
31° anniversario (29 novembre 1983) “Ciao, mamma, sei
sempre viva più che mai nei
nostri cuori, grati per l'amore
e l’esempio che ci hai donato.
I tuoi figli con nipoti, pronipoti
e parenti”.
Lucia Da Barp ved. Chissalè,
nel 6° anniversario (25 luglio
2008) è sempre viva nel ricordo
dei familiari e nel pensiero grato
della comunità parrocchiale
per il servizio reso alla chiesa
di Sant’Agostino e nella distribuzione di “Echi”.
Domenica 26 ottobre
S.Messa per i Caduti
della Montagna e
Domenica 16 novembre
per i Caduti sul Lavoro
alle 18,30
Echi di Agordo
Ottobre 2014
47
anagrafe parrocchiale
DEFUNTI - Riposino in pace
22. De Col Vittoria ved. Fattor,
di anni 78, il 23 giugno
35. Giroletti Teresa Giulia ved.
Daurù, a. 88, il 4 ottobre
27. Paganin Ida Maria ved.
Farenzena, a. 95, il 29 luglio
31. Buttol Elena ved. Zanatta,
a. 85, il 27 agosto
23. Apollonia Antonia ved.
Chierzi, a. 89, il 30 giugno
36. Soppelsa Luciano, a. 84, il
5 ottobre
28. Panziera Maurizio, a. 55,
il 6 agosto
32. Soccol Maria ved. Peloso, a.
91, l’8-9, sepolta a Taibon
24. Da Ronch Gianni, a. 75, il
4 luglio
37. Porta Fabio, a. 39, il 10
ottobre
29. Peloso Silvano, a. 82, il
18 agosto
33. Soppera Renata in Costantini, a. 74, il 15 settembre
25. De Nardin Carletto, Angelo,
a. 79, il 21 luglio
30. Cangini Maria ved. Da
Ronch, a. 86, il 21 agosto
26. De Nardin Angelo, a. 78,
il 21 luglio
34. Schena Maria in De Cassai,
a. 91, il 23 settembre
L’unica cosa importante della vita sono le tracce
dell’amore che lasciamo dietro di noi, quando
siamo costretti ad andarcene e a congedarci.
(Albert Schweitzer)
BATTEZZATI
Rinati nell’acqua alla luce
8. Ren Livia, b. il 27 luglio (n.
21.06.2013)
9. Bustreo Alex, b. il 27 luglio
(n. 17.12.2013)
10. Buxaj Rebecca, b. il 17
agosto (n. 13.05.2011)
11. Buxaj Alessandro, b. il 17
agosto (n. 13.02.2014)
12. Santomaso Noemia, b. il 6
settembre (n. 20.01.2010)
13. Rudatis Francesco, b. 14
settembre (n. 12.04.2014)
MATRIMONI
Perché siano una cosa sola
1. Fontanive Alberto e Tomè
Valentina, il 14 giugno
2. Deon Federico e Da Ronch
Chiara, il 14 settembre
Ottobre 2014
48
Echi di Agordo
Una proposta: alla scoperta della
Toponomastica agordina
Piazza della Libertà.
I nomi delle vie e dei villaggi
di Agordo rispecchiano un clichè abbastanza comune a molti
altri paesi e tra di essi prevale
sicuramente il riferimento ai
toponimi locali (Tóccol, Giove,
Piasént, Veran, Villalta ecc.).
A perenne memoria di personaggi locali, distintisi in varie
attività e in differenti periodi,
compaiono le vie dedicate a Raffaele Costa, Roberto Paganini,
Tèto Pìciol (Silvestro Follador),
Piero Poloni, Pacifico Soccol,
Felice Cappello, ecc.)
Il ricordo di movimenti insurrezionali nazionali e dei principali eventi bellici del ventesimo
secolo, è stato evidenziato con
date e nomi. Così, Via 5 Maggio
1848, Via XXI Ottobre 1866 e
Via Garibaldi evocano il periodo risorgimentale mentre a
Piazza Libertà e alle vie 4 Novembre 1918, Cesare Battisti,
27 Aprile 1945, Attilio Tissi,
viene affidata la memoria della
Grande Guerra e del secondo
conflitto mondiale.
Non poteva mancare un doveroso ossequio al padre della
lingua italiana Dante Alighieri
peraltro relegato in periferia,
mentre il nome di Guglielmo
Marconi spicca in prossimità
del centro cittadino nel piazzale
antistante al Municipio.
Aldo Moro è l’unico politico
ricordato nella omonima traversa che collega l’ospedale a Via
5 Maggio.
Ad Agordo non c’è una Via
Roma ma, con il cambio di
una consonante, si è voluto
rendere omaggio (e forse anche
esorcizzare i pericoli derivanti
dalle sue periodiche ma fortunatamente rare esondazioni) al
torrente Rova.
Tra le tante vie una, in particolare, suscita una certa curiosità
per il suo originale nome: Via
Campo dei Fiori.
Questa strada corre a nord
del vecchio e glorioso Istituto
Minerario “U.Follador” e il suo
pittoresco nome porta l’immaginazione a disegnare ampi
prati fioriti.
Forse un tempo era cosi, anche
se oggi le numerose abitazioni
sorte nell’area circostante non
lo fanno supporre.
Ma “Campo dei Fiori” conduce inevitabilmente all’omonima
e famosa piazza di Roma la cui
notorietà è legata alla tragica
esecuzione di Giordano Bruno
Via Campo dei fiori... perché?!
lì arso vivo perché accusato di
eresia.
Sorge quindi spontanea anche
l’ipotesi che, nel corso della
storia del Comune di Agordo,
qualche “spirito laico” abbia
pensato al frate domenicano
dedicando una via al luogo dove
fu giustiziato.
Da una sommaria ricerca
presso gli archivi comunali, un
documento rivela l’esistenza
di Via Campo dei Fiori già nel
1929, quindi l’intitolazione fu
decisa in un periodo antecedente a quell’anno.
Rimane cosi aperto l’interrogativo sulle motivazioni che,
nel secolo scorso, indussero gli
amministratori comunali a dare
il nome di “Campo dei Fiori” ad
una strada di Agordo.
Una ulteriore, auspicata e più
approfondita ricerca da parte di
qualche appassionato potrebbe
dare la risposta a una originale
e non certo essenziale curiosità,
come pure a sviluppare ulteriori
osservazioni su altri toponimi
che qui non compaiono solo per
una questione di spazio.
Franco Colleselli
“ECHI di AGORDO”
Anno LXXX - n. 4-5 - 2014
registrazione del Tribunale di Belluno n. 12/90 dell’ 8/8/1990;
col permesso dell’Autorità Ecclesiastica.
Mons. Giorgio Lise, Arcidiacono - Direttore Responsabile
32021 Agordo (BL) - Dolomiti - tel. 0437/62143.
Spedizione in abb. postale D.L.335/2003 (conv. in L.27.2.2004,
n.46), art.1, c.2, DCB, BL.
c.c.p. n. 10163327
Composizione e impaginazione computerizzate a cura di
Loris Santomaso e Toni Pampanin
e-mail: [email protected] - [email protected]
www.agordo.diocesi.it
Villalta.
Via Garibaldi, un tempo Contrada dei signori.
Stampa: Tipografia Piave - Belluno
Scarica

Benedetto Matrimonio! - Parrocchia di Agordo