CARITAS
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CARITAS DIOCESANA DI SAVONA-NOLI
28 FEBBRAIO 2011 n° 81
DALLA CENERE AL FUOCO: LA CARITAS E IL CAMMINO MISSIONARIO DIOCESANO
QUARESIMA: GLI APPUNTAMENTI DI MARZO
UNA CASA PER RICHIEDENTI ASILO E RIFUGIATI
RAPPORTO MONDIALE 2011 SULLA POVERTÀ RURALE: SEMPRE PIÙ POVERI
LA CARITAS NEL PALLONE: QUANDO EUROPA E AFRICA S’INCONTRANO
DALLA CENERE AL FUOCO: LA CARITAS E IL CAMMINO MISSIONARIO DIOCESANO
L’importanza di un percorso condiviso insieme. Un’attenzione privilegiata alla realtà di
Cuba. L’apertura della Comunità Oscar Romero per richiedenti asilo e rifugiati.
Il cammino della Diocesi in questo prossimo tempo di
Quaresima vuole mettere al centro dell’attenzione la
dimensione missionaria. Oltretutto quest’anno – finalmente
con un cammino veramente condiviso – la tematica ci
accompagnerà sino alla Pentecoste compresa: ripercorrere
insieme con Cristo il cammino della croce per risorgere con
lui e annunziare la buona notizia della salvezza. Una cura
particolare per il cammino pastorale delle nostre comunità
tenendo i riflettori puntati su Santa Clara, in terra cubana,
dove don Michele ha cominciato da pochi mesi la sua (la nostra) presenza.
Sarebbe però ben poca cosa ridurre la dimensione missionaria al rapporto con un’altra
Diocesi: la Chiesa è per sua natura missionaria, ha il compito e l’onore di annunciare il suo
tesoro prezioso. “Il vangelo: un tesoro da condividere” recitava il titolo del recente
convegno ecclesiale della nostra chiesa locale. Porre la nostra attenzione sulla missione ci
ricorda che “Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo
veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del
Verbo della vita - la vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo
testimonianza e vi annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a
noi -, quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi
siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù
Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena”(1Gv 1,1-4). Non si tratta
quindi solo di andare in terra di missione a portare il vangelo a chi non lo ha mai
incontrato, ma di riscoprire le ragioni profonde del nostro credere, la bellezza del vivere la
nostra fede, la gioia di condividere con i fratelli quello che abbiamo ricevuto.
Il cammino si presenta quindi ricco di suggestioni e di proposte di cammino per le nostre
comunità, gruppi, associazioni, persone singole… Di fronte alle tante fatiche del vivere nella
nostra società, alle debolezze e fragilità del nostro essere cristiani, forse verrebbe forte la
tentazione di chiudersi dentro a leccarsi le ferite, in una consapevolezza di avere ben poco
da condividere. Ma il Regno è di Dio, non nostro: se guardiamo a noi abbiamo veramente
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poco da condividere, a volte resta più che altro il nostro peccato. Sarebbe quindi un
tentazione pertinente se avessimo la presunzione di annunciare noi stessi, le nostre belle e
importanti opere, i nostri “successi” o punti di forza. “Ma noi predichiamo Cristo, e questi
Crocifisso” direbbe san Paolo. Una Chiesa missionaria è una chiesa che non ha paura di dire
Cristo e annunziare la sua salvezza, proprio perché anch’essa salvata da Gesù. Essere
missionari è riscoprire la bellezza di essere salvati, amati, perdonati da Cristo e quindi
capaci di dire che è possibile una salvezza, una bellezza e un senso per la nostra vita.
Partiamo insieme attraverso un itinerario di preghiera, riflessione e azione per tutti: è
una proposta di cammino comune nella direzione della missionarietà. Una veglia di
preghiera a inizio percorso, il 4 Marzo, e la veglia di Pentecoste saranno la cornice nella
quale inserire il cammino delle nostre comunità parrocchiali, religiosi, gruppi, movimenti,
associazioni. In particolare le parrocchie sono invitate a riscoprire questo cammino di
comunione attraverso una serie di gesti liturgici e di proposte di animazione per il tempo di
Quaresima e di Pasqua.
L’attenzione alla realtà dell’immigrazione sarà un piccolo segno concreto di questa nostra
volontà di tenere aperto il nostro cuore e il nostro sguardo su chi abita in maniera diversa
la nostra terra. Lunedì 14 marzo avremo l’occasione di inaugurare la “Comunità Oscar
Romero” per l’accoglienza di richiedenti asilo e di rifugiati, e di sensibilizzare con un
convegno la cittadinanza savonese su queste tematiche. Vi invieremo una email specifica di
invito al convegno. Altre iniziative di sensibilizzazione e approfondimento saranno poi
proposte dalla nostra Diocesi in questo cammino grazie al contributo degli uffici pastorali.
I recenti avvenimenti nell’Africa del Nord e, in particolare, in Libia, ci esortano alla
preghiera profonda e alla solidarietà verso le vittime e le famiglie spezzate dalla violenza e
dalla barbarie. Ci auguriamo che
anche questo evento non sia vissuto solo come
preoccupazione verso chi potrebbe venire a turbare il nostro quieto benessere o
interrompere le nostre preziose forniture energetiche, quanto possa essere l’occasione
perché l’impegno di tutti vada verso soluzioni pacifiche e diplomatiche nella salvaguardia di
tutte le persone, soprattutto di quanti chiedono la possibilità di sopravvivere con dignità.
Che il Signore ci trovi pronti a non venir meno alla nostra umanità.
don Adolfo Macchioli
QUARESIMA: GLI APPUNTAMENTI DI MARZO
L’inizio del cammino diocesano. Un opuscolo e un pieghevole da chiedere in parrocchia.
Nella foto accanto potete riconoscere don Michele
Farina con il vescovo della diocesi di Santa Clara e gli
altri due sacerdoti della missione ligure. Ricordiamo
di seguito i primi tre appuntamenti del cammino
missionario diocesano che siamo chiamati a vivere
tutti insieme. Unitamente a questi momenti
d’incontro, vi invitiamo a chiedere nella vostra
parrocchia:
- l’opuscolo per la preghiera in famiglia: si
presenta in un formato leggero e agevole. Affronta le
tematiche della Quaresima e del Tempo di Pasqua
con riferimento costante ai Vangeli domenicali
proposti dalla Liturgia. È un itinerario in 14 tappe secondo lo schema seguente: Parola di
Dio, riflessione, preghiera, impegno concreto. Il linguaggio vuole essere semplice e
immediato, e pensiamo sia adatto ai singoli che alle nostre famiglie;
- il pieghevole che riporta i due progetti da finanziare per la missione di Cuba con la
proposta di una Giornata Diocesana di raccolta per domenica 10 aprile durante le messe.
Accanto alla raccolta fondi nelle messe proponiamo alle famiglie un’altra modalità di
sostegno finanziario: assumersi l’impegno della decima cioè una quota mensile che è la
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famiglia stessa a fissare per la missione di cuba o per un’altra finalità caritativa. Lo scopo
che si vuole perseguire è educarci ad una consapevole condivisione della vita, compresi i
propri beni, con chi è povero. È la logica della “decima” biblica, tipica della religiosità
dell’antico popolo ebraico. Essa, in ultima analisi, voleva rafforzare la consapevolezza che
tutto quello che possediamo è dono di Dio e, come tale, deve essere in certo qual modo
restituito. Una parte della decima era espressamente destinata ai poveri. “Restituiamo” a
Dio la nostra vita nella condivisione con i più poveri. Per la consegna della quota mensile
contattare il Centro Missionario Diocesano tel. 3897869648 lunedì e mercoledì dalle 10.00
alle 12.00 oppure [email protected]
Ecco i tre appuntamenti.
04 marzo: Veglia di preghiera per l’inizio del cammino diocesano
“SAVONA SANTA CLARA: TANTE VOCI UNA PAROLA” Cattedrale N. S. Assunta ore 21.00.
14 marzo: Apertura ufficiale della Comunità Oscar Romero per l’accoglienza di
richiedenti asilo e rifugiati in via Corsi 35 a Savona alle ore 15.00.
Convegno dal titolo “MIGRAZIONI FORZATE E DIRITTI UMANI. Un’accoglienza a Savona
per richiedenti asilo e rifugiati”, in collaborazione con la Provincia di Savona dalle ore
15.30 alle 18.30. Sala Consiliare della Provincia Via Sormano 12.
30 marzo: Incontro con Luca Diotallevi, Docente di Sociologia Università Roma Tre,
Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici. Tema “INCLUDERE LE NUOVE
PRESENZE: IMMIGRAZIONE E DIRITTO NATURALE ALLA CITTADINANZA”
Sala Mostre della Provincia Via Sormano 12 ore 20.45
Se nella tua parrocchia non ci fossero i materiali sopra descritti, contattaci con una email o
chiamaci allo 019822677.
La Caritas Diocesana
UNA CASA PER RICHIEDENTI ASILO E RIFUGIATI
L’apertura di una struttura d’accoglienza. Il diritto per ogni uomo di abitare la terra. Le
prime due famiglie ospitate dalla Diocesi.
Ogni giorno nel mondo, ci sono persone che fuggono
da conflitti armati, da persecuzioni etniche e religiose,
dalla tortura e dagli arresti arbitrari. Secondo l’Alto
Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR), si
tratterebbe di oltre 67 milioni di persone. Non tutti
riescono a mettersi in salvo. L’80% dei rifugiati nel
mondo si trova nei paesi in via di sviluppo. Il flusso di
persone in fuga non si arresta mai. Nel caso si
riconoscesse la presenza di pericolo di vita per la
persona richiedente, a fronte di una richiesta di asilo ci
possono essere tre risposte positive: il riconoscimento
dello status di rifugiato, la protezione sussidiaria e
l’autorizzazione di soggiorno per ragioni umanitarie. Nel luglio scorso vi avevamo già
proposto un articolo sulla situazione mondiale, europea, italiana e locale di chi chiede
protezione.
Da circa un mese la nostra Diocesi, attraverso l’operato della Fondazione Diocesana
ComunitàServizi onlus, sta ospitando presso la Casa della Mondialità in Via Luigi Corsi
35 due famiglie richiedenti asilo: l’una somala e l’altra kosovara. È l’inizio di
un’accoglienza che speriamo duri molto nel tempo.
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L’apertura della Comunità Oscar Romero si è realizzata grazie ad un lavoro complesso di
rete, che ha richiesto tempo e disponibilità da parte di molti enti sia pubblici che privati. Il
progetto è finanziato dal Ministero dell’Interno per un bando di 3000 posti a livello
nazionale per programmi di protezione ed accoglienza normati a livello europeo. Il
Ministero poi implementa il sistema nazionale di protezione attraverso gli enti locali che a
loro volta necessitano di una rete sul territorio per attuare il progetto. Nel caso savonese, i
15 posti finanziati dal Ministero, 8 a Savona e 7 ad Albenga, sono coordinati dalla Provincia
di Savona quale ente titolare e le Caritas delle diocesi di Savona e di Albenga, attraverso i
loro enti gestori, svolgono le attività previste dal progetto. I partner o attori sono
moltissimi: ASL2, Comune di Savona, Comune di Albenga, Confcooperative,
Federsolidarietà, Croce Rossa, Banco Farmaceutico, la Scuola media “Sandro Pertini”,
l’Ufficio Migrantes, il Centro Mondialità.
Perché “Comunità Oscar Romero”? Oscar Arnulfo Romero nasce il 15 marzo del 1917
a Ciudad Barrios in El Salvador. Nel 1977 viene ordinato arcivescovo di El Salvador. Il
divario tra ricchi e poveri diventa sempre più evidente nel paese, mentre la drammaticità
degli atti di violenza esercitati dai militari, toglie ai contadini e ai poveri qualsiasi speranza
di sopravvivenza. Schierato con la sua gente contro il governo e divenuto ormai bersaglio
del regime dittatoriale del paese, muore il 24 marzo del 1980, ucciso da un sicario con un
colpo di fucile al cuore mentre celebrava la messa. Il suo messaggio oggi è forte più che
mai, ci riavvicina alla nostra fede assuefatta ai problemi e alle ingiustizie del mondo che
ogni giorno siamo costretti ad ascoltare dalla tv, dalla radio, dai giornali e alle quali, ormai
non facciamo più neanche caso. Mons. Romero ha continuamente operato contro le
“strutture di peccato” cioè quelle realtà socioeconomiche, culturali e politiche che
emarginavano in modo spaventoso il suo popolo e la maggioranza degli uomini. I
richiedenti asilo sono il risultato ultimo di queste strutture, dei giochi di potere
tra i forti della terra. La vita spezzata di questo vescovo è un simbolo che oggi ci
spinge a riconoscere a ciascun essere umano il diritto di abitare la terra. In pace.
E questo per giustizia. Questa parola non deve rimanere un ideale impossibile da
perseguire. La giustizia va ricercata prima di tutto nel cuore d’ogni uomo e proclamata a
gran voce perché sia una conquista e un diritto di tutti.
Mirko Novati
RAPPORTO MONDIALE 2011 SULLA POVERTÀ RURALE: SEMPRE PIÙ POVERI
Le condizioni del 55% della popolazione mondiale. L’impennata dei prezzi internazionali
degli alimenti. L’influenza dei cambiamenti climatici. Le multinazionali e i piccoli produttori.
È stato da poco presentato a Londra il Rapporto sulla
povertà rurale 2011 elaborato dal Fondo Internazionale
per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), agenzia specializzata delle
Nazioni Unite per l'incremento delle attività agricole dei paesi
membri. Ha sede a Roma.
Questo rapporto esce a ben 10 anni di distanza dal
precedente, che fotografò le condizioni dell’agricoltura e
degli abitanti delle zone rurali che, proprio grazie
all’agricoltura, cercano di vivere le proprie vite in modo
dignitoso. Nei paesi in via di sviluppo, la popolazione rurale supera ancora quella urbana:
circa 3,1 miliardi di persone – il 55 per cento della popolazione mondiale – vivono in aree
extraurbane. Tuttavia, si stima che tra il 2020 e il 2025 la popolazione rurale mondiale
raggiungerà il suo picco massimo per poi iniziare a diminuire, e la popolazione urbana dei
paesi in via di sviluppo finirà per superare quella rurale.
Ma in quali condizioni si trovano, dunque, coloro che vivono in zone rurali? Una
premessa, poco incoraggiante, si legge direttamente nella presentazione del Report:
“Nonostante i notevoli progressi nella riduzione della povertà avvenuti in alcune parti del
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mondo negli ultimi venti anni, soprattutto in Asia orientale, permangono circa 1.4 miliardi
di persone costrette a vivere con meno di 1,25 $ al giorno e quasi 1 miliardo di persone
soffrono la fame. Almeno il 70% delle popolazioni più povere del mondo è rurale e
una gran parte
dei poveri e degli affamati sono bambini e giovani”.
Tra il 2006 e il 2008, i prezzi internazionali degli alimenti sono raddoppiati. L’impennata
dei prezzi ha avuto ripercussioni a livello globale, anche se i più colpiti sono stati i paesi a
basso reddito, privi di autosufficienza alimentare e con scarse riserve interne di alimenti.
Complessivamente, circa 100 milioni di poveri – sia nelle aree rurali che in quelle urbane –
sono andati ad aggiungersi alle fila di quanti, nel mondo, soffrono la fame. Anche se i
prezzi internazionali degli alimenti sono diminuiti dalla metà del 2008 ad oggi, essi
rimangono più elevati di quelli precedenti all’impennata e si prevede che rimarranno a livelli
pari o maggiori di quelli del 2010 anche nel prossimo decennio. È una questione legata,
ancora una volta, ai mercati finanziari, perché sempre più l’economia gira intorno ai tavoli
dei colletti bianchi di Wall Street e sempre meno nelle zone rurali dei Paesi in via di
sviluppo, mentre per far fronte ai 9 miliardi di persone bisognose di nutrizione che,
secondo l’Ifad, nel 2050 popoleranno il pianeta, nei Paesi in via di sviluppo la produzione
dovrà aumentare del 70% rispetto ad oggi.
Rischi e incertezze sono legati ai cambiamenti climatici, secondo quanto spiega Kannayo
F. Nwanze, il Presidente IFAD che presentando la ricerca, ha dichiarato: “Oggi le risorse
naturali su cui si basa l'agricoltura, terra e acqua, si stanno deteriorando. Soprattutto in
molte parti dei Paesi in via di sviluppo. Stanno diventando un problema sempre più diffuso
la carenza di terreni fertili, l'erosione, la desertificazione, la salinizzazione delle terre troppo
irrigate e la carenza di risorse idriche. Il cambiamento climatico aggrava questa situazione
e rende la produzione agricola sempre più incerta". A ciò si aggiungono attività come il
land grabbing (ovvero la depredazione delle terre): fenomeno non ancora regolamentato
a livello internazionale e che a volte va incontro ai soli interessi di multinazionali e di
governi che poco si preoccupano delle condizioni dei loro cittadini. Colpevoli sono anche
scelte politiche sbagliate, come evidenzia Sergio Marelli, presidente del Comitato
Italiano Sovranità Alimentare (Cisa): “Nel 1980 gli investimenti per l’agricoltura
ammontavano al 18% del totale degli Aiuti ai paesi poveri, mentre nel 2008 tale
percentuale toccava i minimi del 3%. Considerando che le politiche di sviluppo agricolo oggi
promosse avvantaggiano le grandi concentrazioni dell’agro-business a detrimento delle
aziende su scala familiare – che nei Paesi in via di sviluppo sono la stragrande maggioranza
– si può facilmente immaginare l’impatto che modelli produttivi improntati all’esportazione
e allo sfruttamento dei terreni più fertili, per le produzioni destinate alle tavole dei Paesi
ricchi, hanno sui piccoli produttori locali. Scelte politiche drammatiche per i poveri dei Sud
del mondo, che non mancano di conseguenze anche qui nei nostri Paesi europei. Ogni
giorno, a seguito di queste scelte, nella “progredita” Europa 100 piccole aziende
familiari sono costrette a chiudere i battenti perché non più in grado di sostenere la
concorrenza
dei
grandi
produttori
sostenuti
dalle
politiche
in
atto”.
Scenari poco positivi, dunque: per i poveri delle aree rurali il mondo è più incerto e
rischioso di 10 anni fa.
Una delle ricette del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo è di puntare sulle
piccole aziende agricole, ovvero sulle aziende a conduzione familiare. La crisi alimentare del
2007-2008 è stata molto di più che un mero campanello d’allarme: bisogna urgentemente
invertire la rotta. Tutti gli attori coinvolti, dai governi alle organizzazioni internazionali, dai
contadini ai grandi imprenditori agricoli, dal negoziante al consumatore, devono prendere
coscienza di questo sistema di sviluppo sbagliato che, se protratto nel tempo, porterà a
conseguenze senza via di ritorno per la sostenibilità del pianeta.
Per leggere la sintesi del Rapporto http://www.ifad.org/rpr2011/report/i/overview.pdf
La Caritas Diocesana
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LA CARITAS NEL PALLONE: QUANDO EUROPA E AFRICA S’INCONTRANO
Si è svolta giovedì scorso 24 febbraio presso il campo di
calcio della parrocchia di Lavagnola, una partita di calcio tra
due nazionali: quella della Caritas diocesana allenata da
Michele Ferrando contro la nazionale degli ospiti africani
presenti nelle nostre strutture allenata da Marco Cicchero.
Burkina Faso e Senegal i paesi più rappresentati nella
formazione africana che si è mantenuta compatta per tutta la
partita, lottando con grande volontà fino alla fine dell'incontro
e cercando di mantenere nel migliore dei modi le posizioni e le
distanze. La squadra Caritas composta da un gruppo di
agguerriti volontari ha svelato un volto poco conosciuto di questa realtà diocesana: un
volto di grinta, di passione, di classe.
La tenuta fisica delle due squadre è stata buona e il dispendio energetico grande, ma
quello che si è veramente messo in evidenza è stato il Cuore, con cui tutti gli atleti hanno
giocato, dando dimostrazione di una grinta notevole. Risultato finale 5 a 2 per il vecchio
continente. Surclassata dal punto di vista fisico, la nazionale Caritas ha vinto per
esperienza, classe e senso tattico. Bravi!
INCONTRO SETTIMANALE DI PREGHIERA
Gli operatori e i volontari della Caritas e della Fondazione si ritrovano per l’Eucaristia o per
le lodi mattutine nella cappella di San Massimiliano, presso la sede diocesana di via
Mistrangelo 1, il lunedì mattina alle 8.30. Tutti possono partecipare.
UN INCONTRO PROMOSSO DAL CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO
Segnaliamo volentieri l’incontro sul tema:”AFRICA: ROBA DELL’ALTRO MONDO O PARTE
DEL NOSTRO MONDO? Per una relazione tra pari”. Sabato 5 marzo 2011 ore 21.00
presso la Sala Mostre della provincia di Savona. Interviene FILOMENO LOPES africano,
giornalista, scrittore e redattore per la Radio Vaticana, professore di antropologia culturale
e di filosofia, comunicazione e rinascimento africano.
Nel pomeriggio, presso il SEMINARIO VESCOVILE in via Ponzone 5, dalle 15.00 alle 18.30
FILEMONE LOPES incontrerà gli operatori della missionarietà della diocesi.
VISITA I NOSTRI SITI
www.caritas.savona.it
www.comunitaservizi.org
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