PRESENTAZIONE
Apostolo è colui
che porta Dio nella sua anima e lo irradia attorno a sé.
Apostolo è un santo che accumulò tesori; e ne comunica
l’eccedenza agli uomini.
SAN PAOLO
BOLLETTINO UFFICIALE INTERNO
DELLA SOCIETÀ SAN PAOLO
L’apostolo ha un cuore acceso
di amore a Dio e agli uomini; e non può comprimere e
soffocare quanto sente e pensa.
L’apostolo è un vaso di elezione che riversa, e le anime accorrono a dissetarsi.
L’apostolo è un tempio della SS. Trinità
che in lui è sommamente operante. Egli, al dire di uno
scrittore, trasuda Dio da tutti i pori: con le parole, le opere,
le preghiere, i gesti, gli atteggiamenti; in pubblico ed in
privato; da tutto il suo essere. Vivere di Dio! e dare Dio.
L’apostolo dell’Edizione
sulle orme del suo modello e protettore, l’Apostolo delle
genti, deve avere un cuore grande che abbracci tutto il
mondo, una attività instancabile, eroica per guidare le anime a Dio e dare Dio alle anime.
Anno 76 – n° 408 – Giugno 2001
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LETTERA DEL SUPERIORE GENERALE
IL SERVIZIO DELL’AUTORITÀ
Cari Fratelli, vi saluto e invoco su di voi una ricca effusione di
Spirito Santo per intercessione di Maria, Madre orante al centro
della comunità apostolica.
Il tema della presente lettera è suggerito dal recente Intercapitolo, che ci ha richiamati al realismo e a un rinnovato impegno nel rispondere alla nostra vocazione e missione. In quella circostanza mi
è stato chiesto di «proporre ogni anno un tema programmatico unico»,
e ciò intendo fare con questa prima delle tre lettere che proporrò
nel corso del 2001-2002, sviluppando in tre momenti il tema della IV
priorità del VII Capitolo generale:
«Rafforzare in ogni ambito e ad ogni livello la coesione congregazionale
(III), attraverso una rinnovata disponibilità e obbedienza di tutti i Fratelli
(II), animati e guidati dai Superiori (I), i quali nell’esercizio dell’autorità
come servizio e nell’acquisizione di una sempre maggiore cultura di governo, favoriscano il discernimento, la corresponsabilità e la sussidiarietà, al
fine di attuare, nella comunione, la missione che ci è affidata nella nostra
“parrocchia” che è il mondo» (Atti del VII Cap. Gen., 4 A, pp. 41-42).
Desidero precisare subito che tale discorso non è rivolto solo ai
Superiori, ma a tutti i fratelli di ogni circoscrizione e comunità, poiché riguarda tutti, e confido che porti ognuno a riflettere, a rivalutare il senso e la funzione dell’autorità come indispensabile “servizio”
per la crescita di tutta la Congregazione.
1. Nella crisi del millennio
Nell’Intercapitolo di New Delhi si è constatato che nella nostra
Congregazione persiste «una mentalità restia al cambiamento e incurante del necessario aggiornamento [che] rafforza lo “statu quo”. In
alcuni casi stiamo raccogliendo i frutti di una formazione incolore e
generica, povera nello studio del Fondatore e del nostro carisma:
scarso apprezzamento della vita consacrata, problemi di identità pao2
lina, individualismo, debole senso di appartenenza, poco entusiasmo
e persino poco amore alla Congregazione» (Documento finale).
Questa presa di coscienza, in apparenza pessimistica, non è che
la descrizione quasi fotografica di una crisi più generale, che investe
attualmente la vita consacrata in tutta la Chiesa. Si tratta di una crisi
nuova, non meno intensa di quella che si registrò negli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Quella aveva per asse la crisi di
identità e di vocazione in singoli religiosi, entrati in convento per
motivi estranei. La crisi attuale può definirsi crisi di finalità o di
missione per gli istituti, dal momento che il concetto stesso di missione ad gentes sembra in discussione e, all’interno, molti religiosi si
domandano quale sia oggi la loro specifica finalità.
In questa crisi si ripercuotono fenomeni nuovi, quali la “globalizzazione”, e tentativi nuovi nella ricerca di superamento; quale, ad
esempio, la domanda di “rifondazione”. Di tali fenomeni si è occupata l’Unione dei Superiori Generali, che ha dedicato ad essi due
sessioni autunnali (cf Per una fedeltà creativa: Rifondare, Ariccia, Novembre 1998; e Nella globalizzazione: verso una comunione pluricentrica
e interculturale, Ariccia, Novembre 2000).
La globalizzazione tocca nel vivo il concetto stesso di governo,
particolarmente di autorità centrale, e pone una serie di problemi
concernenti soprattutto l’unità della Congregazione. Di questi ci occuperemo a suo tempo.
Più pertinente è il discorso della rifondazione, cioè di quel processo per «rivitalizzare e ricollocare i carismi, ridisegnare le presenze, ... ridare futuro e forma» alle strutture della Vita consacrata. Non è un’impresa semplice. “Rifondare”, spiega il noto P. Arnaiz, «non consiste
nel ripetere o fare ciò che il fondatore fece, ma fare ciò che farebbe
oggi, in fedeltà allo Spirito...; elaborare con fedeltà creativa le risposte alle sfide attuali... soprattutto l’analisi e la presa di coscienza
della realtà».
Da molti capitoli generali recenti è stato segnalato un fenomeno
rilevante e ormai “strutturale”: la dislocazione delle comunità e
delle vocazioni dal primo al terzo mondo, dove il numero degli ingressi pare più rassicurante circa il futuro degli istituti, in contrasto
con la sterilità che si registra in altri paesi.
Questo fenomeno ed altri ancora rappresentano per la Chiesa un
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“nuovo esodo”, paragonabile alle massive migrazioni di popoli che
sommuovono interi continenti; e all’interno della vita religiosa
mettono a severa prova l’autorità ad ogni livello.
Affrontare questo trapasso «non è una impresa di ingegneria di
governo» come è stato osservato, ma è questione semplicemente di
“buon governo”. E che questo sia acquisito da tutti, non è un dato
scontato, poiché qualcuno lamenta ancora forme di malgoverno . «Si
parla di un “servizio ricevuto da Dio”, di ascolto, di rispetto... Ma il
modo concreto di esercitare questa autorità è ben diverso... In certi
casi si tratta di protagonismo e di egocentrismo politico e amministrativo...». Ecco perché il servizio stesso dell’autorità, secondo alcuni, va soggetto a “rifondazione”.
2. Riscoperta dell’autorità
Messa in crisi dalla contestazione preconciliare, l’autorità religiosa fu oggetto di un’accurata focalizzazione, sia da parte del Vaticano II (cf Perfectae caritatis, 14c; Lumen gentium, cap. VI) che di
documenti postconciliari (Evangelica testificatio, 28; Religiosi e promozione umana, 13; Mutuæ relationes, 13 ecc.). Il nuovo Codice di
Diritto Canonico formula in senso evangelico la funzione dell’autorità, mirante a «costruire in Cristo una comunità fraterna» anzitutto col «dare ai fratelli il nutrimento della Parola», ecc. (cf CJC c.
618-619).
Tale prospettiva era stata assunta dal Capitolo Generale Speciale
SSP, che ci offre una trattazione esauriente sulla fisionomia dell’autorità religiosa (cambio di accento e di prospettiva rispetto al
passato: DC 623-624); principio fondamentale e criterio-guida, la
corresponsabilità (DC 625-628), la pari dignità della persona umana
(cf LG 32; PC 14-15), la comune appartenenza al Corpo mistico (cf
1Cor 12,12s), la comunanza di vita. Di qui l’autorità come “servizio”
(DC 627); la sua fonte evangelica (Mt 18,19s; DC 629), ecc.
Notevole in particolare il chiarimento circa le funzioni dell’autorità:
– Animare la comunità (DC 630-631);
– Guidare la comunità, in ordine alle persone (DC 632-633);
– Unificare la comunità (DC 634-635);
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– Ricercare la volontà di Dio con la comunità (DC 637-640);
– Proteggere la comunità (DC 641).
Sul piano operativo: la compartecipazione (informazione, consultazione, dialogo); la collegialità (DC 642-651); la sussidiarietà (DC
653) e la complementarietà, ecc. (DC 654-661).
Successivi documenti ecclesiali hanno ulteriormente attualizzato
particolari aspetti dell’autorità come servizio essenziale e insostituibile per la vita dell’istituzione, la definizione dei ruoli, l’importanza
rinnovata della collaborazione governo-comunità, rapporto tra autorità-obbedienza, processo di rinnovamento conforme alle esigenze della missione, ecc. (cf Vita fraterna in comunità, 51ss; Vita consecrata, 43, 92).
Un compendio semplice e vitale, nello stile di Don Alberione, ci
fu da lui offerto fin dal primo Capitolo generale SSP, con queste parole:
«Il “Governo” è un insegnare, reggere e santificare in ordine al
perfezionamento ed apostolato, secondo le Costituzioni.
Governare è un largo esercizio di carità...
Governare è un più ampio e profondo sacrificarsi.
Governare è precedere in santità, preghiera, esempio...
Governare significa raccogliere le forze ed organizzarle a vantaggio della comunità e dei singoli... curare insieme le quattro ruote:
spirito, studio, apostolato, povertà» (San Paolo, aprile 1957; CISP
162-180; cf Ut perfectus sit II, 117-118; III, 286).
3. Animare, guidare, camminare insieme
L’esperienza paolina di governo codificata nelle Costituzioni (art.
157-172) e ulteriormente assunta dal Manuale dell’Autorità (nn. 001037) ci insegna che non esiste autorità valida e feconda di frutti che
non sia partecipata. Ciò vale in ogni tipo di comunità ecclesiale e
religiosa (cf Vita Consecrata nn. 43, 92), ma vale soprattutto nelle
comunità della nostra Congregazione, notevolmente complesse sia
nella struttura che nella gestione.
Vorrei in proposito suggerire una riflessione sui due concetti di
animazione e di guida, che costituiscono due funzioni fondamentali
nelle nostre comunità.
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“Animazione” è il nuovo nome del servizio dell’autorità. Significa
innanzitutto “servizio all’anima” della Congregazione, alimento
della vita profonda, rianimazione delle comunità, rivitalizzazione
del carisma nelle sue diverse espressioni: spiritualità, formazione,
missione, amministrazione.
Il cuore di ogni istituzione religiosa, è stato ribadito nelle assemblee di Ariccia, è la sua spiritualità. Solo questa assicura stabilità
presente e sviluppo futuro dell’istituto. «La vita consacrata – insiste
P. Arnaiz – può mantenersi in piedi, in questi tempi di uragano,
solo se, come la casa costruita sulla roccia, è stata cementata sulle
fondamenta di sempre: la sequela di Gesù, la povertà evangelica,
l’esperienza della comunità..., l’inserimento nelle gioie e nelle speranze degli uomini del nostro tempo».
Se dunque «la spiritualità sembra oggi la questione seria»,
l’animazione è la via per rivitalizzarla. Essa inoltre aiuta a risolvere
altre “emergenze”: la formazione permanente, la vitalità dei testi
ispiranti e normativi, l’inculturazione, la vita fraterna, il superamento della tensione fra pluralismo e unità, la collaborazione coi
laici, e così via.
Connessa con l’opera di animazione è la funzione di “guida” specifica del servizio dell’autorità. Soprattutto in momenti di sollecitazioni contrastanti e di smarrimenti, come l’attuale, è indispensabile
che l’autorità assuma seriamente il suo compito. E ciò in vista di
due obiettivi: assistere la comunità per «la definizione e l’esecuzione
di un progetto, che i fratelli abbiano condiviso e discusso»; e la transizione, in clima di dialogo, verso le nuove realtà che la vita consacrata, come la Chiesa nel suo insieme, deve accettare senza drammi.
La suddetta “rifondazione” o il “nuovo esodo” di cui parlano i
Superiori generali, non è che una nuova espressione del trapasso al
“nuovo millennio” cui Giovanni Paolo II ha invitato la comunità ecclesiale, dapprima con la Lettera apostolica dell’Epifania 2001 e poi
con il Concistoro straordinario del 21-24 maggio, concluso nella solennità dell’Ascensione.
Ora, tenendo conto delle diverse generazioni presenti in comunità, «ci sono molti modi per portare avanti questa transizione: vivere la vita comunitaria, leggere insieme la realtà, condividere la
preghiera e la spiritualità, lavorare fianco a fianco, crescere come
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fratelli nella vita religiosa. Se entrambi i gruppi [anziani e giovani]
sono disposti ad ascoltare, rispettare, imparare, dare e ricevere; se i
più anziani evitano di imporre i loro significati; se i più giovani sono disposti a imparare al di là della loro esperienza immediata, allora un dialogo reale può verificarsi... Lo spazio comune va trovato,
costruito, usato, protetto» (P. Czerny).
In altri termini, guidare le rispettive comunità nel “nuovo esodo”
e «governare la rifondazione in una fedeltà creativa» è oggi il compito più prezioso e meritorio dei superiori. Il governo ne è «investito direttamente e ne deve salvaguardare il cammino e la continuità». Il pericolo peggiore sarebbe quello di «un’autorità dimissionaria e senza vigore».
Tale il risultato delle più recenti esperienze della vita consacrata,
confluite nei raduni dei Superiori Generali ad Ariccia.
4. La “cultura di governo” secondo Don Alberione
Ancora una volta ci soccorre la saggezza di Don Alberione, che
spiegava in termini di “direzione” il suo modo di intendere l’animazione e la guida: «Il segreto della direzione è null’altro che il dirigere: cioè una mente, un’anima, un cuore sacerdotale [paolino]
che risolutamente camminano verso il cielo e indicano la via, e innovano,
e trascinano... Una mente ben illuminata, illumina come una lucerna posta in alto...; un cuore pieno di grazia fermenta i cuori come il
lievito evangelico...; una vita tutta di Dio, ardente, realizza il comando del divino Maestro e risplende dinanzi agli uomini... [Ma bisogna] dirigere davvero, al modo di Gesù Cristo, facendoci Via, Verità, Vita! poiché questo è il metodo, la filosofia, la morale, l’Apostolato, il segreto [del successo] secondo l’uomo e secondo la rivelazione... Noi
infatti siamo il sale, non dei venditori di sale; siamo la luce, non dei
riflettori; ... siamo dei motori, non dei rimorchiati. Non siamo degli
spettatori, ma dei lottatori..., sapienti guide e pastori» (San Paolo, 1934;
CISP 19-20).
Ecco, al vivo, l’idea di animazione secondo il nostro Fondatore:
essere leaders dotati di un’anima e capaci di infondere anima alle
persone oltreché alle attività. Le indicazioni di Don Alberione conservano la validità dei legati testamentari, confermati da decenni di
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vissuto congregazionale. E il vissuto aiuta a interpretare le parole
stesse del Fondatore. Che se, da padre e legislatore unico della Famiglia, poteva agire sempre in prima persona, non ha trasmesso
identico carisma di governo ai suoi successori né ai responsabili delle singole comunità. Egli stesso ne era cosciente, quando per esempio si appellava al discernimento comunitario, ricordando alle suore
(ma ciò vale per tutti) che «lo Spirito Santo non sta solamente nella
superiora»; che nell’Istituto «vi sono membri che possono parlare,
chiedere anche consigli e nello stesso tempo domandare un po’ di
resoconto»; che il governo religioso è «un governo democratico,
non assolutista; non un governo che solamente dà o impone, ma riassume i pensieri, i suggerimenti, li medita, vi prega sopra... Così
con più facilità s’incontra il disegno di Dio, e nello stesso tempo, se
ogni membro sente di dover dare un contributo all’Istituto, si rende responsabile, opera più volentieri e accetta anche [le decisioni
prese], perché sa che sono vagliate» (Spiegazione delle Costituzioni,
p. 272).
In linguaggio attuale, sono qui indicati il discernimento, la sussidiarietà ed anche la delega d’autorità, implicita se non formale:
tutto ciò che fu successivamente esplicitato in termini di “cultura di
governo”, acquisita nei documenti e testi normativi.
Il ruolo del Superiore è insostituibile, come si è visto (cf VC 43);
tuttavia nella fraternità consacrata occorre «compiere insieme la
volontà del Padre» (ivi 92) e ciò avviene quando ognuno prende la
sua parte di responsabilità, secondo i compiti imposti dalla missione
condivisa.
Vi sono compiti più propriamente riservati all’autorità del Superiore, fra i quali Don Alberione poneva la “speciale cura” di animazione da dedicare alle congregazioni femminili e agli istituti di consacrazione laicale nella Famiglia Paolina, nonché ai Cooperatori. Ma
anche in questi settori (per non dire: soprattutto in questi) è indispensabile che il Superiore canonico conti su delegati idonei, com’è
stato chiarito nel Seminario per i Superiori Maggiori (Atti, pp. 45-50
e 181-185).
Uno dei temi ultimamente precisati dal Manuale dell’Autorità è
appunto quello di autorità delegata, come partecipazione dell’autorità canonica ordinaria nella gestione concreta delle attività, sia co8
munitarie che apostoliche, formative e amministrative. Dalla corretta interpretazione di tale rapporto, sia in linea di principio che di
fatto, procede la serena vita fraterna in comunità. È dunque necessario intendere bene tale realtà ed attuarla con scrupolo, da entrambe le parti.
In conclusione, chiedo a tutti i fratelli lo sforzo di comprensione
e di discernimento, per non fraintendere i ruoli e le responsabilità.
La “delega” è sempre un atto di fiducia illuminata da parte del Superiore delegante (rivestito di autorità canonica ordinaria) e, da parte
del “delegato”, è un atto di accettazione responsabile di un compito.
Comporta il merito dell’obbedienza e la garanzia morale che vi è connessa; ma comporta anche la chiara consapevolezza del “servizio” da
rendere alla comunità e alla congregazione, entro i limiti della delega stessa.
Conclusioni
1. Siamo grati a Dio perché, ispirando al nostro Fondatore il carisma apostolico incentrato sul Divino Maestro e sull’apostolo Paolo,
ci ha dato in essi l’immagine esemplare del buon Superiore, che si
fa per i fratelli “via, verità e vita”. Molto contiamo su questa visione
di fede, che corregge eventuali concezioni distorte dell’autorità.
2. Confidiamo che, sull’esempio dei nostri “padri”, tutti noi e
specialmente i superiori di comunità a tutti i livelli, ci si faccia carico
della “paternità vocazionale” come di una esigenza assolutamente
prioritaria per la sopravvivenza della nostra Congregazione.
3. Tra le cure prevalenti del superiore sappiamo debba esserci
una speciale cura paterna per i giovani sacerdoti e professi che affrontano per la prima volta la vita apostolica diretta, spesso in prima persona. Li seguano con particolari attenzioni e premure, perché non si sentano soli nelle difficoltà che incontrano.
4. Dopo il pellegrinaggio di Giovanni Paolo II “sui passi di San
Paolo” sentiamo vibrare con crescente evidenza la sintonia della sua
visione missionaria con il nostro carisma specifico. Crediamo sia
questo il momento di rinnovare la nostra fedeltà al magistero pontificio e l’adesione al carisma petrino, nell’impegno di prestare
sempre attenzione alle linee pastorali della Chiesa universale come
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delle chiese particolari. Il nostro voto di fedeltà al Papa quanto
all’apostolato ne sarà illuminato e confermato anche dinanzi al popolo di Dio.
Cari fratelli, per il momento basti questo che ho creduto di richiamare alla vostra considerazione. Se Dio vorrà, continueremo
con gli altri aspetti del servizio dell’autorità nelle successive lettere.
Vi affido alla speciale intercessione di Maria, Madre e Regina degli
Apostoli e del nostro Patrono San Paolo, invocando un’abbondante
effusione di Spirito Santo su ognuno di voi e sulle vostre comunità.
Il divino Maestro risorto e vivente sia sempre con voi.
Roma, 31 maggio 2001
DON PIETRO C AMPUS
Superiore generale
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BIBLIOGRAFIA
per sviluppi e approfondimenti:
Parola di Dio, sull’autorità come servizio:
– Mt 20,20-28 (cf Mc 10,35-45): «I capi delle nazioni..., non così tra voi»;
– Lc 22,24-27 (cf Lc 11,1-4): «Io sto in mezzo a voi come colui che serve»;
– 1Cor 9,19: «Mi sono fatto servo di tutti».
DON ALBERIONE al Primo Capitolo Generale SSP (San Paolo , Aprile
1957; cf CISP pp. 162-163, 169-170).
DON ALBERIONE, Ut perfectus sit homo Dei (Ariccia 1960: I, 84-87; II,
117-118; III, 221ss; 241-244; IV, 216-217).
Documenti Capitolari 1969-1971, nn. 623-661.
Costituzioni e Direttorio SSP, art. 157-172.
Manuale dell’Autorità, nn. 001-037.
Seminario per i Superiori Maggiori SSP (Ariccia 9-20 ottobre 1990).
La Vita fraterna in Comunità, Congr. Istituti di Vita cons., 2 febbraio
1994, nn. 47-53.
Vita consecrata, Esort. Ap. postsinodale, 1996, nn. 43 e 92.
Novo millennio ineunte (Epifania 2001, sulle nuove prospettive ecclesiali).
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ATTIVITÀ DEL GOVERNO GENERALE
Nel periodo compreso tra aprile e giugno 2001, il Governo generale
si è riunito nelle seguenti date: 19-21 e 25 aprile, 17-19 maggio, 21-22
giugno.
1. AMMISSIONI
A norma dei rispettivi articoli 146 e 154 delle Costituzioni, sono stati
ammessi:
− alla Professione perpetua, gli juniores: fr. Emanuele Corso e i chierici Antonino Catanzaro, Mario Impellizzeri, Eustacchio Imperato e Luca Marchi (Provincia Italia); i chierici Saju George Ellickal, Pankaj Kandulna e Stephen Kollamkudy (Provincia IndiaNigeria); ch. Rui Miguel Martins Tereso (Regione Portogallo); fr.
Dennis Ladao Figuerres (Provincia Filippine-Macau); i fratelli discepoli José Ignacio Pedregosa Ordóñez e Domingo Raya Pérez
(Provincia Spagna).
− al Presbiterato, i diaconi: An Seong Cheol Maggiorino della Regione Corea, Ciro Alfonso Quintero Quintero della Provincia Colombia-Ecuador-Panamà, Mariusz Krawiec della Regione Polonia.
• A norma dell’art. 142 delle Costituzioni, è stato riammesso in Congregazione il giovane Manuel C. Enriquez, già chierico temporaneo della Provincia Filippine-Macau.
2. DISPENSE, ASSENZA, INDULTI
A norma degli artt. 135 e 206.2/2 delle Costituzioni e Direttorio, sono state accolte le richieste dei seguenti confratelli:
− dispensa dai voti religiosi temporanei a favore del ch. Edgar Jesús
Rojas Rueda della Provincia Colombia-Ecuador-Panamà;
− proroga di assenza dalla casa dell’istituto a favore di don Paul Gnalian della Provincia India-Nigeria (1 anno);
− indulto di esclaustrazione a favore di don Petry Olivares Gatica
della Regione Congo (1 anno) e di don Luis Alberto Neira
Ramírez della Provincia Argentina-Cile-Perù (1 anno).
• Nulla osta a procedere presso la Santa Sede per
− indulto di secolarizzazione a favore di don Carlos Manuel Fuentes
Muñoz della Provincia Argentina-Cile-Perù al fine di incardinarsi nell’Ordinariato militare del Cile; di don Remigio C. Arcilla
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della Provincia Filippine-Macau al fine di incardinarsi nella diocesi di Dallas (USA);
− dispensa dagli oneri sacerdotali a favore di don Edgardo Rubén
Cervero della Provincia Argentina-Cile-Perù.
3. EREZIONE E SOPPRESSIONE DI CASE
Su domanda dei rispettivi Superiori circoscrizionali e, all’occorrenza, con il benestare o con la previa informazione dell’Ordinario
del luogo, a norma rispettivamente degli artt. 106 e 174 delle Costituzioni il Superiore generale ha eretto:
− la Casa di Roma, sita in Via Portuense 746, quale sede del Noviziato della Provincia Italia, con Decreto del 19 aprile 2001;
− la nuova Casa di Mérida (Venezuela), sita in Av.da Andrés
Bello / Quinta San Martín 11-09 / Urbanización La Parroquia,
con Decreto in data 21 giugno 2001. Il Decreto ha vigore dal 29
settembre prossimo.
− Con lettera del 24 aprile 2001 il Segretario generale ha comunicato la soppressione della Casa di Eluru (India), deliberata nella
seduta di Consiglio del 19 aprile.
4. ASSEMBLEA INTERCAPITOLARE
Il Governo generale ha preso in esame il Documento finale
dell’Assemblea intercapitolare (New Delhi, 26 febbraio-10 marzo
2001) e, in riferimento alle linee operative di sua competenza, ha evidenziato quanto segue:
a) Tema annuale di animazione proposto dal Superiore generale (n.
8): nell’anno 2001-2002 esso verterà sul Servizio dell’Autorità e sarà
sviluppato in tre lettere successive sul San Paolo nei seguenti
aspetti: servizio dell’animazione; disponibilità e obbedienza;
unità organica nella Congregazione. La prima riflessione apre
questo numero del San Paolo; le altre due seguiranno a novembre prossimo e a marzo 2002.
b) Progetto apostolico congregazionale (n. 10): si è chiarito che il
termine “progetto” per il Governo generale assume il significato
di indirizzo congregazionale. A differenza dei Progetti circoscrizionali, che sono di tipo operativo e applicano l’indirizzo congregazionale, esso ha valenza orientativa e definisce i contenuti
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da privilegiare con attenzione al Magistero ecclesiale, alle reali
necessità dell’uomo d’oggi, ai segni dei tempi.
− Si è riflettuto sullo Statuto della Società Biblica Cattolica Internazionale (Sobicain) per chiarirne e rafforzarne la struttura (n. 10/c).
c) Équipe “itinerante” internazionale (n. 11): sono stati individuati
alcuni temi, tra cui l’Équipe potrà scegliere per elaborare itinerari
di formazione continua: Contenuto della IV Priorità del VII Capitolo
- Comunicazione - Approfondimento del carisma paolino - La persona
del Fondatore e i suoi insegnamenti - Approfondimento dei documenti
congregazionali - L’organizzazione apostolica - La formazione dei fo rmatori - L’attenzione alla salute fisica e mentale dei confratelli. Al
momento opportuno il Superiore generale comunicherà ai Superiori di circoscrizione e ai Coordinatori generali della formazione
tematiche prescelte e modalità di attuazione.
d) Libro delle preghiere della FP (n. 13): l’esame dello “status quaestionis” ha evidenziato che la sua revisione, più volte consider ata, non è di facile attuazione e richiederà tempo e studio per individuare criteri adeguati d’intervento.
e) Identità del paolino nella duplice espressione: Sacerdote-Discepolo
(n. 14): secondo quanto concordato in Consiglio per lo studio e
l’approfondimento del tema, il Superiore generale, con lettera
ufficiale del 7 giugno 2001, ha già fissato modalità e tempi. La
lettera, già trasmessa a tutti i Superiori di circoscrizione e ai Superiori della case dipendenti dalla Casa generalizia, è riportata
nella sezione “Documenti” (p. 20).
f) Incontro dei Superiori maggiori con il Governo e Officiali generali
(n. 16): è stato fissato dal 10 al 16 novembre 2002 ad Ariccia (Casa
Divin Maestro). Il programma verrà comunicato più avanti, ma tra
i temi troveranno adeguato spazio il servizio dell’autorità, la revisione del Manuale dell’Autorità, l’VIII Capitolo Generale (2004).
g) Manuale dell’Autorità (n. 17): secondo quanto concordato in
Consiglio in vista della sua revisione, il Superiore generale, con
lettera ufficiale del 29 maggio 2001, ha già fissato modalità, tempi, persone di riferimento. La lettera, già trasmessa a tutti i Superiori di circoscrizione e ai Superiori della case dipendenti dalla
Casa generalizia, è riportata nella sezione “Documenti” (p. 18).
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5. ALTRI ARGOMENTI
− Regione Congo: visita alla comunità di Kinshasa da parte del Consigliere generale Fr. Francesco Chessa (26 marzo-20 aprile 2001).
Il Governo generale ha ritenuto di intervenire direttamente nel
riordinamento della comunità regionale con alcune modifiche
dell’attuale gestione, fra cui: la revisione dello Statuto; il completamento della struttura di Governo, mediante la ridistribuzione delle responsabilità comunitarie, apostoliche e formative.
− Regione Francia: visita alla comunità di Arpajon del Superiore generale e del Consigliere generale fr. Francesco Chessa (9-11 giugno 2001). Esame della situazione economica e delle attività apostoliche; ristrutturazione della libreria di Parigi.
− Provincia Argentina-Cile-Perù: esame del progetto sull’immobile di
Quisquizacate, Córdoba (Argentina); benestare a procedere per la
prima e seconda fase (suddivisione in lotti e vendita parziale).
− Juniorato di Conference in Asia and Pacific (CAP): in occasione
dell’Assemblea intercapitolare, i Superiori delle circoscrizioni di
Australia, Corea, Filippine-Macau, Giappone, India-Nigeria hanno sottoscritto una proposta che prevede per alcuni dei loro Juniores un periodo di formazione comune. Questa forma di Juniorato dovrebbe iniziare nel 2004 a Sydney (Australia); avrebbe
la durata di un anno scolastico, sarebbe aperta a due juniores di
ciascuna Circoscrizione e i corsi di studio coprirebbero gli aspetti
della formazione paolina integrale. Presala in esame, il Governo
generale ha ritenuto la proposta in sintonia con la linea operativa capitolare F 3.4, ma ha chiesto anche di verificarne concretamente la fattibilità.
− Incontro internazionale dei Direttori generali dell’Apostolato: si è
svolto dal 30 aprile al 5 maggio 2001 ad Ariccia (Casa Divin Maestro), presieduto da don Abramo Parmeggiani. È stato il primo
incontro internazionale a questo livello. Argomenti trattati: il
Progetto apostolico circoscrizionale e la figura del Direttore generale; il ruolo del Superiore circoscrizionale e quello del Direttore generale; il marchio e la presenza in Internet; i rapporti
C TIA-SOBICAIN; una nuova Bibbia in inglese e l’ipotesi dell’edizione del mensile Jesus in lingua inglese, portoghese, spagnola;
la formazione per la missione. L’incontro non ha portato idee
nuove, ma è stato ben accolto e vissuto serenamente.
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− Incontro del Comitato Tecnico Internazionale per l’Apostolato (CTIA):
si è svolto in Casa generalizia dall’8 al 10 maggio, subito dopo
l’incontro di Ariccia sopra citato. Don Parmeggiani ne ha passato
in rassegna gli Atti, rilevando in specie le interpellanze indirizzate al Governo generale: l’elaborazione del Progetto apostolico
congregazionale, la revisione dello Statuto della SOBICAIN, una
struttura minima di segretariato per il C TIA.
− Corso di aggiornamento per il mondo di lingua inglese: organizzato dai
Consiglieri generali, don Jose Pottayil e fr. Lorenzo Vezzani, ha
avuto luogo nella Casa Divin Maestro di Ariccia dal 27 maggio al
30 giugno. Vi hanno partecipato 21 confratelli provenienti dalle
circoscrizioni: Australia (1), Corea (2), Filippine-Macau (4), Giappone (1), Gran Bretagna-Irlanda (1), India-Nigeria (5), Usa (7). Il
titolo del corso: “Alberione: from Alba to Rome and ‘to the end of the
earth’” ne fa intravedere il programma svolto, che ha unito armonicamente l’approfondimento di tematiche paoline, gli Esercizi spirituali e visite ai luoghi fondazionali e a centri apostolici paolini.
− Informazione del Superiore generale sulla Fondazione Don Giacomo Alberione.
− Breve informazione sulla Fiera di Chicago (29 maggio-1 giugno)
da parte del Vicario generale.
6. AUTORIZZAZIONI
Il Governo generale ha autorizzato:
− acquisto di appezzamento di terreno in Tokyo, Yotsuya (Giappone);
− acquisto di immobile in Oviedo (Spagna);
− sovvenzione a favore della Provincia Messico.
7. ATTI PROPRI DEL SUPERIORE GENERALE
Trasferimento di circoscrizione (Cost. 206.4): don Cesare Pio Bracchi
dalla Regione Francia alla Provincia Italia; ch. Alexander Anantham
dalla Provincia India-Nigeria alla Regione Gran Bretagna-Irlanda;
don Vito Spagnolo dalla Casa generalizia alla Provincia Italia; don
Andres Arboleda dalla Provincia Filippine-Macau alla Casa generalizia; fr. Paolo Di Figlia dalla Regione Congo alla Casa generalizia.
DON GIULIANO SAREDI
Segretario generale
15
INFORMAZIONI E COMUNICAZIONI
CONOSCERE DON ALBERIONE
L’Opera Omnia Alberioniana si arricchisce di due nuove
opere. Si tratta di un ulteriore passo in avanti che risponde al bisogno avvertito di conoscere il Fondatore, di accostarne il pensiero, di ravvivare la paolinità meditandone le opere significative. Attualmente sono in fase di stampa il Donec formetur Christus
in vobis (lingua italiana) e La donna associata allo zelo sacerdotale
(lingua italiana e spagnola).
− Donec formetur Christus in vobis. È lo scritto che più compiutamente raccoglie sia l’esperienza spirituale sia l’insegnamento
del Fondatore, Don Giacomo Alberione, in tema di formazione
spirituale, secondo il carisma paolino.
Il volume, 320 pagine, esce in edizione totalmente rinnovata a
cura del Centro di Spiritualità Paolina, con un’ampia introduzione (ambientazione storico-carismatica) di Antonio da Silva
ssp, corredata di note in calce e rimandi testuali in margine, per
un confronto sistematico fra introduzione e testo, e vari indici.
Esce in lingua italiana. Non sono ancora avviate, ma sono previste, le traduzioni inglese e spagnola.
− La donna associata allo zelo sacerdotale. È uno dei libri più originali di Don Alberione, edito per la prima volta nel 1915.
Edizione fedele al testo originale, con note storiche ed esplicative (in collaborazione con Mercedes Mastrostefano fsp) e nuova
titolazione redazionale e vari indici, per renderne più agevole la
lettura e la utilizzazione pastorale. Introduzione e note di Angelo
Colacrai ssp, pagine 304.
Esce in lingua italiana e spagnola. È programmata la traduzione in lingua inglese.
16
O PERE PUBBLICATE DI RECENTE :
° Abundantes divitiae gratiae suae. Storia carismatica della Famiglia Paolina.
«Il libro costituisce il documento più vibrante di una esperienza nuova nella Chiesa, originata da un carisma autentico e
incarnatosi in una multiforme istituzione religiosa, la “Famiglia
Paolina”» (dalla Introduzione). È disponibile in italiano, spagnolo,
inglese.
° Ut perfectus sit homo Dei
Il volume riproduce integralmente le 50 istruzioni tenute da
Don Alberione durante il mese di Esercizi Spirituali del 1960 e
apparse in quattro volumi nel 1960-1962. L’opera, com’è noto, ha
un carattere testamentario, analogo ad Abundantes divitiae. Disponibile in italiano, spagnolo, inglese.
° L’Apostolato dell’Edizione
Il “libro più carismatico di Don Alberione”, sotto l’aspetto
apostolico, risulta dalla riedizione aggiornata e accresciuta del
primitivo Apostolato Stampa. Voluta da Don Alberione e da lui accuratamente revisionata nel 1944, quest’opera illustra la missione
specifica paolina nel suo duplice versante – carismatico ed operativo – offrendo al tempo stesso temi di meditazione e indicazioni concrete di profetica attualità. Disponibile in italiano, spagnolo, inglese.
Raccolta a favore della “Bibbia per la Cina Continentale”
Le offerte a sostegno dell’iniziativa vanno inviate all’Economo
generale, specificando nella motivazione: “Bibbia per la Cina”.
Per il versamento si può utilizzare anche il Conto Corrente Postale
n° 36790004, intestato a: Società San Paolo, Via della Fanella 39,
00148 Roma, apponendo la causale: Offerta Bibbia per la Cina.
17
DOCUMENTI
Riportiamo due lettere del Superiore generale riguardanti, nell’ordine,
la revisione del Manuale dell’Autorità e l’identità del paolino nella
duplice espressione: Sacerdote-Discepolo. La prima offre indicazioni
concrete per dare attuazione alla linea operativa A 4.3 del VII Capitolo generale; la seconda traccia una proposta di lavoro per rispondere alla Raccomandazione F.a del medesimo Capitolo, ribadita dal documento finale
dell’Assemblea intercapitolare (n. 14). Le due lettere, già inviate ai Superiori di circoscrizione e ai Superiori delle case dipendenti dalla Casa generalizia, sono aperte all’apporto di tutti i confratelli, secondo le modalità che
i rispettivi Superiori riterranno opportuno stabilire.
1. Revisione del Manuale dell’Autorità
Caro Superiore,
Il VII Capitolo Generale, mediante la linea operativa A 4.3, ha impegnato il Governo generale, affinché “provveda a rivedere il Manuale dell’Autorità, apportandovi tutte le integrazioni e precisazioni
ritenute chiarificatrici”. Dal canto suo, la recente Assemblea intercapitolare di New Delhi ha evidenziato che “il Governo generale
provvederà a quanto richiesto circa il Manuale dell’Autorità nel prossimo triennio” (n. 17).
È evidente che l’opera di revisione nasce dallo studio del Manuale
e acquista forza dalla sua applicazione e dall’esperienza. A questo
scopo − e in vista dell’auspicata revisione − il VII Capitolo Generale,
mediante la linea operativa A 4.6, ha impegnato il Governo circoscrizionale affinché “promuova la conoscenza del Manuale dell’Autorità
da parte dei singoli e delle comunità, e faccia in modo che esso venga
assunto concretamente e integralmente in ogni ambito».
Ora possiamo dire giunto il momento della raccolta. I Governi
circoscrizionali, che hanno operato seriamente nella direzione della
linea operativa citata (A 4.6) è pensabile che abbiano già a disposizione suggerimenti, precisazioni, integrazioni e aggiornamenti da
apportare; i Governi circoscrizionali che non vi hanno ottemperato,
hanno ora l’occasione propizia.
18
Pertanto:
1) Ogni Superiore di Circoscrizione, in conformità alla linea oper ativa A 4.6, studi insieme ai suoi Consiglieri le modalità opportune affinché ogni singolo confratello e ogni comunità pervenga ad
una conoscenza, seria e meditata , del Manuale dell’Autorità. Ciascuno si deve sentire coinvolto ed interpellato.
2) Contributi e osservazioni, meglio se condivisi a livello comunitario
e/o circoscrizionale, vanno inviati al Segretario generale a mezzo
posta, fax o e-mail della Segreteria generale. Ogni singolo confratello può liberamente e personalmente inviare le proprie osservazioni al medesimo indirizzo. Ogni osservazione va firmata.
3) Gli interventi significativi saranno pubblicati (senza riferimento di
persona) sul sito riservato information.service, alla sezione progetti
(con accesso anche da www.sanpaolo.org/capgen/), dando così vita
ad un forum on line finalizzato a sensibilizzare, a creare o a tenere
vivo il dibattito, a stimolare al confronto, ad evitare ripetizioni.
4) Il tempo utile decorre dalla data della presente al 30 giugno 2003.
Tuttavia è prevista una prima verifica dei contributi ricevuti
nell’incontro tra Governo generale e Superiori di circoscrizione,
che avrà luogo ad Ariccia dal 10 al 16 novembre 2002.
Caro Superiore, in merito a quanto ti chiedo, unitamente al mio
Consiglio, gli apporti saranno vivaci e costruttivi a misura dell’interesse che saprai suscitare intorno al Manuale. Esso è nelle mani
di tutti da sei anni (1995) e, a detta di tanti, è stato di grande aiuto
per il servizio dell’autorità ai vari livelli. Si tratta di una ricchezza
che, spero, vorrai incrementare con la collaborazione di tutti.
Maria, Regina degli Apostoli, che contempliamo orante nel Cenacolo, ci ottenga dal Maestro divino i doni della sapienza e del discernimento.
Con affetto.
Roma, 29 maggio 2001
DON PIETRO C AMPUS
Superiore generale
19
2. Identità del paolino nella duplice espressione:
Sacerdote-Discepolo
Carissimo Superiore,
Come avevo annunciato nella mia lettera del 23 maggio u.s., invio alcune indicazioni pratiche sul modo di procedere nelle Circoscrizioni, affinché tutti contribuiscano alla riflessione richiesta sulla
“identità del paolino nella sua duplice espressione: Sacerdote-Discepolo”.
Da molti anni, questo tema è nell’anima della Congregazione.
Già in ordine al VII Capitolo generale, la Commissione antepreparatoria aveva chiesto a tutti i membri: “Secondo te, è necessario approfondire il tema della vocazione del Discepolo?”. Dei 741 questionari
compilati e giunti alla Commissione, l’84% rispose affermativamente! Il Capitolo non affrontò direttamente questo tema, ma fece
un passo avanti mettendo l’accento sulla “identità del paolino nella
sua duplice espressione Sacerdote-Discepolo”. La Terza Priorità del documento finale (cf Raccomandazione F.a) sollecitava espressamente
“un seminario sulla vocazione paolina nella sua duplice espressione Sacerdote-Discepolo”.
L’Intercapitolo, pur ribadendo l’importanza e la complessità del
tema, riconobbe la difficoltà pratica per la preparazione e lo svolgimento di tale Seminario nel tempo che ci separa dal prossimo Capitolo generale (primavera 2004). Per questo motivo, impegnò il
Governo generale perché affidasse l’approfondimento del tema ad
un gruppo di studio, chiedendo tuttavia il coinvolgimento di tutti i
confratelli (cf Documento finale n. 14).
Il Governo generale sta predisponendo il gruppo di studio, che
possa offrire le sue conclusioni entro l’estate del 2002. Per quanto
riguarda il coinvolgimento della Congregazione, chiedo la tua fraterna collaborazione per quanto segue:
1. Inviare al Segretario Generale, entro il 31 ottobre 2001, tutti i
suggerimenti che i membri della tua Circoscrizione desiderano
20
offrire sull’argomento. Le esperienze, le aspettative e gli interrogativi delle comunità come dei singoli confratelli, saranno materiale utilissimo per la riflessione del gruppo di studio. Lascio
all’iniziativa tua e dei collaboratori (Consiglieri e Coordinatore
della formazione) la procedura e le modalità di coinvolgimento
delle comunità e dei singoli nella Circoscrizione.
2. Suggerire, entro la stessa data, alcuni nomi di confratelli (di tutte
le Circoscrizioni, ma almeno uno della tua) che sarebbe opportuno inserire nel suddetto gruppo di studio. Questo sarà composto di sei o sette persone, indistintamente sacerdoti e discepoli,
di riconosciuta fedeltà e buon spirito, con capacità di riflessione,
apertura ed equilibrio. Anche se di diverse nazionalità, è opportuno che i singoli membri del gruppo abbiano sufficiente padronanza della lingua italiana. È previsto che lavoreranno al tema
durante il primo semestre del 2002, con un incontro a gennaio e
un mese di lavoro in comune alla fine del semestre.
Il risultato che tutti ci attendiamo dalla riflessione in programma,
non sarà semplicemente un “nuovo documento”, ma uno strumento specifico per una sempre migliore promozione della voc azione paolina nella sua duplice espressione, per l’approfondimento
dell’identità religiosa paolina in tutte le tappe della formazione, e
per l’accrescimento in tutti del senso di appartenenza alla Congregazione e alla Famiglia Paolina.
Grato per la collaborazione, invoco su di te e su tutti i membri
della Circoscrizione la benedizione del Maestro divino, l’assistenza
di Maria e la forte intercessione di San Paolo.
Con fraterno affetto.
Roma, 7 giugno 2001
DON PIETRO C AMPUS
Superiore generale
21
Il loro ricordo è in benedizione
FR. GIOVANNI LUIGI SCHELLINO
nato il 28 agosto 1922 a Mondovì (Italia)
entrato nella Società San Paolo il 1° gennaio 1942
defunto l’8 aprile 2001 ad Alba (Italia)
Nato a Mondovì (Cuneo) il 28 agosto 1922, era entrato nella Società San Paolo in Alba all’età di 19 anni, il 1° gennaio 1942. Il 1°
maggio dell’anno seguente entrava in noviziato a Roma per emettere i primi voti religiosi il 2 maggio 1944. Cinque anni più tardi, il 2
maggio 1949, emetteva la professione perpetua ad Alba.
Tornato in Casa Madre nel 1945, fu impegnato in diverse attività
tecniche, rivelandosi uno dei fratelli più generosi e disponibili
nell’apostolato. Dal 1947 al 1976 operò alla rotativa tipografica e poi
alla rotocalco per la stampa dei periodici paolini.
Passato nel frattempo alla nuova comunità albese dei Periodici,
continuò ad operare nello stabilimento di Famiglia Cristiana , come
responsabile del reparto delle bobine della rotocalco e come magazziniere.
Dotato di una sonora voce di basso, interpretò in modo mirabile
la parte di Cristo nella “Passione secondo Marco” del Perosi: le sue
interpretazioni nelle Messe polifoniche restarono memorabili.
Nei momenti di distensione amava dedicarsi a lunghe escursioni
in bicicletta: un hobby che egli coltivò fino agli ultimi anni.
Confratello e compagno di gruppo del venerabile Fr. Andrea Borello, ne condivideva l’amore alla pietà, la disponibilità al servizio
fraterno e la dedizione all’apostolato.
La sua spiritualità era semplice, ma soda e profonda. Ne è testimonianza la breve lettera indirizzata al Primo Maestro, Don Alberione, per chiedergli l’ammissione alla Professione religiosa: «Prometto di essere fedele all’osservanza dei tre voti..., di amare ed eser22
citare l’apostolato con zelo veramente sanpaolino… Confido umilmente nell’intercessione di Maria SS. Regina degli Apostoli e di S.
Paolo Apostolo, e da loro aspetto la grazia di potermi finalmente
consacrare al Signore, al fine di attendere meglio alla mia santificazione e alla salvezza delle anime».
Troviamo un’altra testimonianza nella relazione di Don Pierino
Marazza, superiore di Casa Madre, alla vigilia della sua professione
perpetua: «Pienamente regolare e responsabile… Ricco e accurato il
lavoro interiore. Ottimo elemento nella vita del reparto Discepoli»
(3 febbraio 1949).
Si è spento per arresto cardiaco presso l’ospedale civile di Alba
l’8 aprile, Domenica delle Palme. Riposa nel cimitero albese.
FR. UMBERTO GIOVANNI DIACO
nato il 1° gennaio 1925 a Satriano (Italia)
entrato nella Società San Paolo il 28 settembre 1939
defunto il 14 aprile 2001 a Milano (Italia)
«Questi anni di professione temporanea li ho trascorsi contento
della mia vocazione, e spero che la Madonna mi conservi sempre
fermo e perseverante fino alla fine», scriveva Fr. Giovanni alle soglie
della sua professione perpetua emessa a Catania il 1° maggio del 1947.
Era nato a Satriano (Catanzaro) il 1° gennaio 1925 ed entrato
nella Società San Paolo a Catania il 28 settembre 1939. Vestito l’abito
religioso il 23 aprile 1941, una settimana più tardi entrava in noviziato a Roma, emettendo i primi voti religiosi il 1° maggio dell’anno
seguente.
Durante la sua formazione esercitò l’apostolato in tipografia e libreria. Dopo la professione perpetua continuò ad essere occupato
nelle librerie: a Catania (1942-1960), a Genova (1960-1961) e a Milano/Piazza Duomo, risiedendo a Cinisello Balsamo (1961-1972). Dal
1972 passò alla comunità Periodici di Milano, addetto, con varie
23
mansioni, al settore diffusione dei periodici paolini, dove rimase fino alla morte.
Il suo desiderio di essere «fermo e perseverante fino alla fine»
invocato per intercessione di Maria, Regina degli Apostoli, si è
compiuto nel Sabato Santo di quest’anno (14 aprile) nella comunità
di Milano. È sepolto nel cimitero di Alba.
DON PASQUALE PIETRO CASILLO
FR. COSMO MAURIZIO FROLA
Quando, attratto dall’ideale paolino, varcava la soglia della Società San Paolo di Roma il 6 ottobre 1945, aveva ventitré anni − era
nato, infatti, a San Giuseppe Vesuviano (Napoli) il 16 novembre
1922 − ed era già religioso professo perpetuo nella Congregazione
dei Padri Giuseppini del Murialdo, dov’era entrato in giovane età
ed aveva compiuto gli studi ginnasiali, liceali-filosofici e il primo
anno di teologia.
Dopo un periodo di permanenza a Roma, nel seconda metà del
1946 raggiunse Alba per compiervi il noviziato, che concluse con
l’emissione della professione perpetua l’8 dicembre 1947. Tornato a
Roma per terminare i corsi teologici, il 10 luglio 1949 veniva ordinato sacerdote.
Il campo dell’attività di Don Pasquale, nei primi venticinque anni del suo ministero sacerdotale, fu soprattutto quello dell’insegnamento delle materie letterarie agli aspiranti, in successione nei vocazionari di Roma (1951-1953 e 1970-1975), Cinisello Balsamo (19531957), Catania (1957-1970). Seguì il periodo dedicato al ministero
pastorale diretto, espletato nella Cappella di San Timoteo, succursale della Parrocchia-Santuario “Regina degli Apostoli” di Roma.
La salute cagionevole degli ultimi anni lo costrinse a ritirarsi
gradualmente dalla vita ministeriale, finché nel 1998 fu accolto nella
Casa Don Alberione di Albano Laziale.
Dotato di intelligenza speculativa e di desiderio di apprendere,
nella sua intensa attività di insegnamento e di ministero Don Pasquale non tralasciò di coltivare sé stesso. Nel 1973 conseguì la laurea in Teologia morale presso l’Alphonsianum di Roma e la sua tesi
“La morale della notizia” vide la luce l’anno seguente per i tipi delle
Edizioni San Paolo (allora Edizioni Paoline). Seguirono altri volumetti divulgativi, editati presso case editrici diverse. L’ultimo in ordine di tempo (1997) è titolato “La gioia”.
nato il 15 giugno 1927 a Ville Marmentino (Italia)
entrato nella Società San Paolo il 16 luglio 1946
defunto il 20 aprile 2001 a Roma (Italia)
Era diciannovenne, quando entrava nella Società San Paolo ad
Alba il 16 luglio 1946, proveniente da Ville Marmentino (Brescia)
dove era nato il 15 giugno 1927. Aveva già alle sue spalle una breve
esperienza lavorativa in fabbrica e nel settore agricolo. Nel marzo
del 1948 faceva il suo ingresso in noviziato a Roma ed emetteva la
prima professione religiosa il 19 marzo dell’anno seguente, assumendo nella circostanza il nome nuovo di Maurizio.
Trascorse gli anni di professione temporanea ad Alba, addetto al
magazzino libri. Successivamente fu a Roma, dove si consacrò in
perpetuo al Signore l’8 settembre 1954; poi, di nuovo ad Alba per
svolgervi l’apostolato tecnico nel settore rotocalcografico. Nel settembre del 1957, Fr. Maurizio ritornava a Roma, che da quel momento fu sua stabile dimora e dove impiegò le sue energie dapprima come addetto alla stampa in rotocalco, in seguito nella legatoria.
L’appuntamento con la sofferenza, che andò gradualmente debilitandolo, percorse gli ultimi anni di vita di Fr. Maurizio. Ne sentì il
peso, e la fatica dell’accettazione; ma nel suo intimo non venne mai
meno l’atteggiamento di piena disponibilità assunto nell’atto di richiedere il rinnovo dei voti religiosi nel 1951: «Se è volontà di Dio».
È tornato al Padre il 20 aprile scorso nella comunità di Roma e
riposa nel cimitero di Albano Laziale.
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nato il 16 novembre 1922
a San Giuseppe Vesuviano (Italia)
entrato nella Società San Paolo il 6 ottobre 1945
defunto il 1° maggio 2001 ad Albano Laziale (Italia)
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Scrive: «Le gioie dell’anima sono le migliori. La gioia massima è
amare Dio». Don Pasquale ha raggiunto il Maestro divino, nel quale
ogni gioia trova la sua pienezza, nel primo giorno del mese dedicato a Maria, Regina degli Apostoli (1° maggio).
È sepolto ad Albano Laziale.
Fr. Matteo si trovava ad Alba dal gennaio scorso. Le precarie
condizioni di salute ne avevano consigliato il trasferimento da Vicenza, perché potesse avere l’assistenza e le cure necessarie.
Ha chiuso la sua esistenza terrena, lunedì 7 maggio, nell’ospedale cittadino a seguito di infarto intestinale, successivo a complicazioni postoperatorie.
Riposa nel cimitero albese.
FR. LUIGI MATTEO CATTAZZO
nato il 3 agosto 1913 a Bolca di Vestenanova (Italia)
entrato nella Società San Paolo il 26 settembre 1927
defunto il 7 maggio 2001 ad Alba (Italia)
DON ENZO MAGGIORINO TESTI
nato il 9 settembre 1915 a Carpi (Italia)
entrato nella Società San Paolo il 5 agosto 1932
defunto il 20 maggio 2001 ad Albano Laziale (Italia)
Testimone della nostra storia fin dalla prima ora e uno dei primi
Discepoli del Divin Maestro, Fr. Matteo lascia l’esempio della sua
generosità operosa, lineare e riservata, senza orpelli.
Era entrato nella Società San Paolo ad Alba il 26 settembre 1927,
proveniente da Bolca di Vestenanova (Verona) dov’era nato il 3
agosto 1913. Visse in Casa Madre le tappe significative della sua
formazione: nel febbraio del 1933, festa della Presentazione di Gesù
al Tempio, faceva il suo ingresso in noviziato; emetteva la prima
professione religiosa il 6 febbraio dell’anno seguente; si consacrava
in perpetuo al Signore il 19 marzo del 1940, solennità di San Giuseppe. Compiva frattanto il suo apostolato nel settore tecnico come
addetto alle macchine da stampa, senza sottrarsi − com’era uso in
quei tempi − a necessarie attività collaterali come quella di muratore
o di meccanico, per la quale ebbe sempre una certa predisposizione.
Alba, Catania, Bari, Vicenza furono le comunità paoline che beneficiarono della sua presenza e laboriosità dopo la professione
perpetua. Impegnato in settori diversi: dall’apostolato della stampa
al magazzino; dalla libreria alla scuola agli aspiranti discepoli, a lavori vari, Fr. Matteo vi si dedicò senza riserve. Carattere attivo e riflessivo al medesimo tempo, capitava di intrattenersi con lui e sentirsi parte di quella saggezza montanara, lievitata di buonsenso, acquisita nell’ambiente familiare e che egli gelosamente custodiva.
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Proveniente da Carpi (Modena) dov’era nato il 9 settembre 1915,
era entrato nella Società San Paolo ad Alba il 5 agosto 1932. Lo aveva
già preceduto il fratello Vincenzo e, alcuni anni più tardi, lo avrebbe
seguito il fratello Franco, divenuti entrambi sacerdoti paolini e deceduti rispettivamente nel 1978 e nel 1991. Fede robusta, preghiera,
abitudine all’essenzialità e carità operosa connotarono l’ambiente
familiare. Giova ricordare che “Mamma Nina”, rimasta vedova,
diede vita alla “Casa Divina Provvidenza” per fanciulle abbandonate e che uno zio materno, Don Zeno Saltini, fondò “Nomadelfia”.
Dopo un mese dal suo ingresso in Casa Madre, Enzo entrò in
noviziato. L’anno seguente, il 28 ottobre 1933, emise la prima professione religiosa, assumendo il nome di Maggiorino. Dopo aver
completato gli studi liceali e filosofici in Alba, seguirono gli anni degli studi teologici a Roma. Qui si consacrò in perpetuo al Signore il
25 luglio 1937 e ricevette l’ordinazione sacerdotale il 19 settembre
1942. Le mansioni apostoliche nel periodo formativo furono molteplici: dall’apostolato tecnico alla propaganda, dal magazzino alla
cura dei Cooperatori.
Il primo decennio dopo l’ordinazione sacerdotale (1942-1952) vide Don Maggiorino all’opera nelle case di Alba, Genova, Modena e
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Roma, impegnato nella propaganda, per la San Paolo Film e
nell’insegnamento. Seguì il periodo “spagnolo” (1952-1966), rispettivamernte nelle case di Bilbao-Zalla e Coslada-Madrid, con incarichi nell’insegnamento, nell’apostolato tecnico, nella libreria e nell’agenzia San Paolo Film.
Rientrando in Italia, iniziò la terza fase della sua vita paolina, divisa tra la Casa Madre di Alba (1967-1976), Francavilla a Mare (19761978), la Casa generalizia (1978-1981) e, infine, la Casa Don Alberione di Albano Laziale dal 1981 in poi.
Di carattere riservato e riflessivo, Don Maggiorino coltivò anche
l’aspetto redazionale dell’apostolato, secondo le indicazioni del
Primo Maestro. Nacquero otto romanzi sulle “Beatitudini evangeliche” (uno per ogni Beatitudine) che videro la luce tra il 1946 e il
1999. L’ultimo in ordine di tempo è Dolcezza nel sorriso sulla seconda
beatitudine (Beati i miti). Alcuni ebbero anche recensioni lusinghiere sulla rivista dei Gesuiti “La Civiltà Cattolica”; e nel maggio 1966
Don Alberione scriveva a Don Maggiorino: «Ottima cosa, come ti
avevo dato da compiere».
Si è spento il 20 maggio nell’Ospedale “Regina Apostolorum” di
Albano Laziale, dov’era ricoverato da alcuni giorni.
Nel cimitero di Alba riposa accanto a don Vincenzo e a don
Franco.
FR. PIETRO ANSELMO PISANI
nato il 22 novembre 1926 a Borgonovo Val Tidone (Italia)
entrato nella Società San Paolo il 29 ottobre 1939
defunto il 24 maggio 2001 ad Alba (Italia)
Nato a Borgonovo Val Tidone (Piacenza) il 22 novembre 1926,
era entrato tredicenne nella Società San Paolo ad Alba il 29 ottobre
1939. In Casa Madre ebbe la prima formazione paolina; compì
l’anno di noviziato ed emise la prima professione religiosa l’8 set28
tembre 1945, assumendo nella circostanza il nome nuovo di Anselmo. La sua consacrazione definitiva al Divin Maestro avvenne a
Roma, cinque anni più tardi, l’8 settembre 1950.
La dedizione all’apostolato tecnico, prevalentemente nel settore
della stampa, caratterizzò parte della vita paolina di Fr. Pietro fin
dagli anni della formazione. In questa veste, egli operò via via nelle
comunità di Roma, Catania e Londra (Inghilterra) nel periodo compreso tra il 1960 e il 1979.
Un altro campo di apostolato furono la libreria di Vicenza e
l’agenzia San Paolo Film di Padova dopo la professione perpetua, e
dal 1979 al 1986 la libreria di Milano / Piazza Duomo. Poi, per oltre
un decennio, disimpegnò l’incarico di commissioniere per conto
delle Edizioni San Paolo di Cinisello Balsamo.
La sofferenza, sotto diverse forme, percorse gli ultimi anni della
sua vita e andò gradualmente debilitandolo. Ultima, una forma tumorale che lo portò fino alla consunzione. La morte lo ha colto in
Casa Madre, dove dall’aprile scorso era stato trasportato per migliori cure e assistenza, giovedì 24 maggio.
È sepolto a Trevozzo Val Tidone (Piacenza), sua terra nativa.
DON FEDELE PASQUERO
nato il 12 ottobre 1911 a Corneliano d’Alba (Italia)
entrato nella Società San Paolo il 19 marzo 1922
defunto il 2 giugno 2001 ad Albano Laziale (Italia)
Dei suoi 89 anni di vita, Don Fedele ne ha trascorsi settantanove
nella Società San Paolo, dove era entrato il 19 marzo 1922, non ancora undicenne, essendo nato a Corneliano d’Alba (Cuneo) il 12
ottobre 1911. Appartiene, quindi, alla schiera eroica dei Paolini delle
prime generazioni, che fu testimone e visse da protagonista gli inizi
della Congregazione. Quando il “Sig. Teologo” − così era chiamato
Don Alberione − accoglieva in Alba il piccolo Fedele, la Congregazione era nell’ottavo anno di vita.
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Fedele trascorse buona parte del suo curriculum formativo in
Casa Madre: le scuole ginnasiali e gli studi liceali e filosofici; vi emise la prima professione religiosa il 28 luglio 1928, cui seguì, quattro
anni più tardi, il 14 ottobre 1932, la consacrazione in perpetuo al Signore. Nell’ottobre dell’anno seguente raggiungeva Roma per accedere al quarto anno di teologia e, successivamente, agli studi in
Sacra Scrittura presso la Pontificia Università Gregoriana: vi fu
ammesso nel novembre del 1933 e si licenziò in Sacra Scrittura il 29
ottobre 1935; concluse i corsi “ad lauream” presso il Pontificio Istituto Biblico nel luglio 1939 e conseguì il dottorato il 17 luglio 1947. Il
24 agosto 1934, in Alba, era stato ordinato sacerdote.
La formazione degli aspiranti e dei chierici nella casa di Roma
accompagnò gli studi biblici e parte dell’attività sacerdotale di Don
Fedele, che nel medesimo tempo si dedicava all’insegnamento (Sacra Scrittura, Dogmatica e lingua ebraica) e alla redazione. Del resto
a questo lo orientavano gli studi fatti, il suo sveglio ingegno, il rigore scientifico e il suo vivace spirito paolino. Nel 1947 vide la luce lo
studio storico-esegetico Il buon ladrone e la promessa di Gesù; due anni
dopo il volume Gesù, Maestro di orazione; e nel 1950 Luci della Croce
(ore di adorazione sulle sette parole di Gesù in croce).
Don Fedele rimase a Roma fino al 1960, svolgendovi anche il
servizio di Segretario generale (1941-1960) e di Superiore (19531956). Seguì il sessennio in qualità di Superiore provinciale di Argentina e Cile (1960-1966). Rientrato in Italia, a Torino fu redattore
presso l’Editrice SAIE (1966-1969); nel 1969 fu eletto Procuratore generale, incarico che mantenne fino al 1975; in seguito fu Superiore
della casa di Roma per il triennio 1976-1979. Un suo piccolo omaggio ai confratelli fu, nel 1969, l’opuscolo (uso manoscritto) Gesù Maestro, Via Verità e Vita.
Nel 1980 cominciò per Don Fedele il periodo ventennale nella Casa Don Alberione di Albano Laziale. Vi giunse il 1° giugno come Delegato del Superiore generale (1980-1983) e vi restò in seguito dedicandosi al ministero, alla predicazione e all’animazione delle comunità della Famiglia Paolina finché le forze e la salute glielo permisero.
Nel 1999 ha editato per i tipi delle Edizioni San Paolo Con Gesù dal
Getsemani al Calvario (La Via Crucis seguendo il Vangelo).
Si è spento nella Casa Don Alberione nelle prime ore di sabato 2
giugno, festa di Maria Regina degli Apostoli.
Riposa nel cimitero di Albano Laziale.
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DON VINCENZO DOMENICO SPARACIO
nato il 20 febbraio 1924 a Prizzi (Italia)
entrato nella Società San Paolo il 15 agosto 1938
defunto il 23 giugno 2001 a Sora (Italia)
Nato a Prizzi (Palermo) il 20 febbraio 1924, Vincenzo era quattordicenne quando entrava nel vocazionario della Società San Paolo
di Catania il 15 agosto 1938. Qui fu iniziato alla vita paolina, vi
compì gli studi ginnasiali e fece i primi passi nell’apostolato tecnico.
Seguì il periodo albese, dove compì il noviziato ed emise la prima professione religiosa l’8 settembre 1942, assumendo il nome di
Domenico; fece gli studi liceali e filosofici e il 15 settembre 1947 si
consacrò in perpetuo al Signore. Quindi si trasferì a Roma per gli
studi teologici, dove fu ordinato sacerdote il 10 luglio 1949.
L’attività di Don Domenico successiva all’ordinazione sacerdotale,
dopo alcuni anni di permanenza nelle comunità di Pescara e Catania
dedicati all’insegnamento (1949-1955), fu prevalentemente parrocchiale. Trasferendolo da Catania alla Parrocchia del Buon Pastore in
Roma, Don Alberione gli scriveva: «Ti faccio una bella proposta. Ti vidi
molto inclinato alle opere parrocchiali, canto, suono, organizzazioni di feste e
funzioni, per gioventù, ecc. Ora v’è bisogno di questo alla Montagnola ».
Così iniziò per Don Domenico l’apostolato parrocchiale, che lo vide
operante nelle parrocchie paoline romane del Buon Pastore (19551974; 1988-1995) e di Maria Regina degli Apostoli (1977-1980) e, negli
ultimi quattro anni (1997-2001), a servizio della Diocesi di Sora-AquinoPontecorvo su richiesta dell’Ordinario diocesano. Altri incarichi, oltre
al ministero parrocchiale, furono l’insegnamento a Roma (1974-1977),
l’ufficio di cappellano presso il Centro Traumatologico Ortopedico
(1980-1981) e la direzione dell’Ufficio Cooperatori Paolini (1981-1988).
Carattere schietto e intraprendente, capace di tessere rapporti franchi e cordiali, Don Domenico ebbe un autentico animo sacerdotale:
sensibile alla bellezza e al decoro della liturgia, premuroso nell’insegnare le cose di Dio, disponibile ad alleviare le sofferenze fisiche e spirituali delle persone con le quali il suo apostolato lo poneva a contatto.
Ha concluso la sua esistenza terrena nell’Ospedale di Sora (Frosinone), dov’era ricoverato per edema polmonare, il 23 giugno scorso.
È tumulato nel cimitero di Albano Laziale.
31
INDICE
Presentazione
1
Lettera del Superiore generale
Il servizio dell’autorità
1. Nella crisi del millennio
2. Riscoperta dell’autorità
3. Animare, guidare, camminare insieme
4. La “cultura di governo” secondo Don Alberione
Conclusioni
2
2
4
5
7
9
Attività del Governo generale
11
Informazioni e comunicazioni
16
Documenti
Lettera del Superiore generale
sulla revisione del Manuale dell’Autorità
sull’identità del paolino nella duplice espressione:
Sacerdote-Discepolo
18
Il loro ricordo è in benedizione
I nostri defunti
Società San Paolo - Casa generalizia
Via della Fanella, 39 - 00148 Roma
Tel. 06.657.488.11 – Fax 06.657.488.00
E-mail: [email protected]
Giugno 2001 – Pro manuscripto
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22
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