Il 21 marzo 2015 la Fondazione Vassallo, insieme a Il periodico della Fondazione Vassallo
tanti amici, sarà a Bologna per la “Giornata della
ARTICOLI
memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di

Strana la vita
tutte le mafie” promossa da Libera contro le Mafie
e Avviso Pubblico.
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Minori e cultura antipaterna

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“LA VERITÀ ILLUMINA LA GIUSTIZIA”

La forza dell’amore
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Partecipando al progetto di ricordo delle vittime
Un opuscolo sulla program-

mazione comunitaria
delle mafie, che quest’anno abbraccia le vittime in-
2014 /2020
nocenti della strage di Bologna, della strage di
Ustica e del massacro di Srebenica, abbiamo scelto
di ricordare Nicola Zanetti, 6 anni, una delle vitti-
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Riciclo creativo e solidarietà:

Homeless Homes Project
me della strage di Ustica del 27 giugno 1980.
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Giovani e teatro: come
continua il cammino della
Fondazione Vassallo

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Raccontando la bellezza: la
foto del mese
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Febbraio 2015
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Strana la vita
La sera del 5 marzo è venuta a trovarmi, presso il mio studio, un’amica: Azzurra Ariè, produttrice televisiva (insieme al fratello
Guglielmo realizzeranno il film "Il Sindaco Pescatore") e Alessia, un'artista romana che avevo visto una sola volta due mesi prima.
Alessia è arrivata portando in mano una grossa struttura rivestita con
una carta attraverso la quale non riuscivo a scorgere vi cosa fosse.
- Dario, ti ho portato il regalo che ti avevo promesso.
- Quale regalo?
- La barca!
- La barca?
- Sì, la barca che ho realizzato con i rifiuti: buste di plastica, bottiglie,
pezzi di lego, una pallina da tennis, lamette da barba, un timer da cucina. L’ho assemblato e sagomato per te, per la Fondazione.
- Però l'opera non è finita perché voglio metterla in una teca e con altro materiale che raccolgo sulle spiagge del litorale romano voglio fare il mare. Una volta ultimata ci rivediamo e tu la metti nella tua sede.
- Quale sede?
Dario Vassallo, fratello di Angelo Vassallo,
è il presidente della
Fondazione Angelo
Vassallo Sindaco Pescatore. Medico nella
vita, da 54 mesi racconta il Sindaco Pescatore a chiunque è
desideroso di conoscerne la vicenda
umana e politica.
In questo numero ci
racconta l’incontro
con Alessia, artista
romana. Quanto può
essere strana la vita?
E quanta rara bellezza
racchiude, invece, la
condivisione?
- A Pollica.
- Noi non abbiamo nessuna sede!
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- Come non avete una sede?
- No.
- Anche se abbiamo una copia, datata novembre 2010, di una delibera comunale, firmata dal sindaco
di Pollica e dai consiglieri presenti, noi non abbiamo una sede.
- E quale è il problema? Ti do io una sede.
- Perché tu dove abiti?
- Abito in un casale, con otto ettari di terreno e spazio per voi ce n’è quanto ne vuoi.
- Ma perché dove abiti?
- A Roma, in via ...
- Ma veramente?
- Sì, perché?
- Perché anch'io abito sulla stessa strada, solo a 500 metri da te.
Strana la vita!
La Fondazione che unisce, fa conoscere le persone, fa condividere percorsi di vita con persone sconosciute e che non avresti mai incontrato anche abitando a soli 500 metri di distanza, in una città di 3
milioni di persone.
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Minori e cultura antipaterna
Un collegio del tribunale di Milano cancella, con un colpo di spugna, tutta la cultura antipaterna
Milano, 14 gennaio 2015 - Presidente dell'Arciprete, relatore Giuseppe
Buffone decreta: il padre deve occuparsi della figlia, anche se in tenera
età. La decisione finalmente punta il dito sulla legge dichiarata e voluta “uguale per tutti”.
Il Tribunale ha stabilito che “solo esercitando il ruolo genitoriale un
genitore matura ed affina la propria competenza genitoriale”. La decisione è senza dubbio rivoluzionaria perché frantuma un periodo di acquisite decisioni contro la figura del padre, cultura di genere e residuata di studi razzisti.
È riaffermata la validità della legge n.54/2006 sull'affidamento condiviso e finalmente la giustizia ha ristabilito il principio che entrambi i genitori devono prestare cure ed impegni nella prospettiva che vede entrambi attori del progetto di vita e del futuro del figlio.
È altresì sfaldata la teoria che nella prima tenera età il padre non avesse le caratteristiche genitoriali per partecipare al processo di crescita
del figlio.
Hanno, fino al 14 gennaio, tutti preso un colossale granchio: giurisperiti, operatori, studiosi a vario titolo e quanti si sono affannati nell'arena
delle contese per sostenere l'una o l'altra tesi, a giustificazione delle
esclusive qualità, soprattutto della donna, nell'età del minore da uno a
tre o quattro anni.
La decisione è ancora più crudele, per gli assertori di queste teorie,
sostenute nell'ambito di coppie unite in matrimonio.
Il caso di Milano, infatti, riguarda una coppia di fatto, per cui la decisione assume un valore ancora più pregiato.
Nell'ambito del procedimento per l'affidamento e il mantenimento dei
figli nati fuori da matrimonio il Tribunale di Milano col decreto del 14
gennaio stabilisce che “genitore non si nasce ma si diventa”.
Il principio è semplice e non ha bisogno di astruse o contorte teorie. Il
falegname, il meccanico, l'avvocato, il magistrato imparano il mestiere o la professione esercitandola. Vi è poi chi lo fa con diligenza e con
impegno e chi invece con negligenza, imperizia o imprudenza.
Il ruolo di genitore ha qualcosa più del mestiere, l'impegno e le cure di
un figlio che è parte di sé stesso e il prolungamento della propria vita.
Gerardo Spira, avvocato, è stato il segretario comunale che
ha affiancato Angelo
Vassallo durante gli
anni della sua amministrazione.
Grazie al suo prezioso
contributo, già in passato sul nostro periodico ci siamo addentrati nella complessa
materia del diritto di
famiglia. In questo
numero ci soffermiamo sulla delicata questione della cultura
antipaterna che costituisce, di fatto, una
devastazione a livello
simbolico, psicologico e antropologico.
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Escludere un genitore dalla vita di crescita di un figlio, vuol dire impedirgli di assumere la responsabilità disposta dalla legge e additarlo alla società come un soggetto pregiudicato negli affetti e nei rapporti.
La decisione del Tribunale di Milano ricompone elementi ed aspetti fondamentali per la crescita
dell'uomo: il valore dei diritti all'uguaglianza nella condizione genitoriale, i tempi di permanenza con
entrambi i genitori e quelli di frequentazione.
Impedendo ad un genitore di svolgere il ruolo assegnato dalla legge, questi non apprenderà mai lo
stato adeguato alle sue competenze, con la conseguenza di pregiudicare i futuri rapporti col figlio e
causare conseguenze irreparabili nella sua vita futura.
In punto di diritto il Tribunale di Milano ha infatti riconosciuto ed imposto il principio “il fatto che, al
cospetto di una bimba di due anni, un padre non sarebbe in grado di occuparsene, è una conclusione
fondata su un pregiudizio che confina alla diversità (e alla mancanza di uguaglianza) il rapporto che
sussiste tra genitori”.
Il decreto del tribunale di Milano, valorizzando la riforma sulla filiazione, ha scardinato tutte le consolidate interpretazioni fondate su principi di disuguaglianza, di evidente parzialità e di assenza del
contraddittorio nel cosiddetto processo della volontaria giurisdizione.
Il tribunale di Milano risolve anche la dibattuta questione relativa all'applicazione analogica
dell'art.336, 3 comma c.p.c., che consente al giudice di provvedere, d'ufficio, in via di urgenza nell'interesse del minore.
Le garanzie dei provvedimenti provvisori trovano fondamento nella Carta costituzionale (art 24 secondo comma) e nella sentenza della Corte di giustizia europea del 19 giugno 1990.
Secondo il Tribunale di Milano, dunque, i provvedimenti provvisori costituiscono la fonte insopprimibile per assicurare una vita tutelata e dignitosa dei bisogni e degli interessi del minore.
Aperto il solco è necessario che la cultura del diritto di famiglia si dispieghi verso il mondo aperto dei
diritti e dei sentimenti del minore, senza privarlo di nessuno dei genitori e soprattutto del padre,
punto di riferimento nella società di relazioni: Telemaco dopo oltre due millenni ancora va alla ricerca del padre, per ristabilire l'autorità nel domicilio violato e riaffermare la sua dignità di figlio.
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La forza dell’amore
Pensieri da non candidato
A Senigallia per un lungo periodo sono stato corteggiato politicamente. Forze politiche provenienti da varie aree e centinaia di cittadini
avevano identificato in me il possibile candidato sindaco; la mia figura
di giornalista impegnato e super partes si era dimostrata un punto
d'incontro perfetto.
Il "corteggiamento" mi ha lusingato, si tratta di un bel riconoscimento.
A Senigallia ci sono nato e qui ho scelto di vivere con la mia famiglia,
anche se il lavoro mi porta altrove per lunghi periodi.
Coerentemente ho sempre rifiutato la possibilità di candidarmi, in
quanto non ho esperienza in materia e non posso permettermi il lusso
di trascurare i miei impegni lavorativi.
Riflettendo ho però scoperto che dietro al mio rifiuto c'era dell'altro.
Dietro al mio “no” si celavano motivi ben più profondi e radicati. Ho
dovuto mettere a fuoco, ma ora è tutto chiaro.
Mancava qualcosa. Era l'amore.
La parola “amore” non compare in nessun progetto o programma politico. Non ne parla nessuno, sembra impalpabile, utopistica e fuori
luogo. Invece, è centrale. L'amore non conosce compromessi.
Amore per il paese dove si è nati e per la gente; amore per la tutela
delle idee altrui; amore per lo spirito di servizio, rimanendo distante
da una forma terribile di cancro che si chiama “sete di potere”.
L'amore non prevede preconcetti e non coltiva alcuna forma di rancore; l'amore contempla l'incontro e non lo scontro.
L'amore trasforma la cosiddetta ingenuità politica in uno dei suoi punti di forza.
Luca Pagliari, giornalista, autore televisivo e radiofonico, è da
sempre accanto alla
Fondazione Vassallo
nel suo cammino.
Ha deciso di condividere con noi alcuni
pensieri da “non candidato”, raccontandoci la sua scelta e i motivi per cui ha declinato l’invito a candidarsi come sindaco della
città in cui vive, Senigallia, in vista delle
prossime elezioni amministrative.
Chi guarda con amore il prossimo, nell'altro cerca di scorgere i punti
di forza, non le debolezze. Questo è quanto politicamente potrebbe
farmi muovere. L'amore.
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La politica (destra, sinistra, centro, maggioranza e opposizione, chi mi vuol bene e chi mi vuol male)
non è proprio in grado di comprendere. Questa parola l'hanno smarrita strada facendo.
Non conoscono lo strumento dell'amore. Lo hanno bocciato ed escluso dalle loro logiche, non considerandolo un percorso attuabile. Buoni o cattivi politici, hanno deciso all'unanimità di spostare le
loro diatribe su altri terreni.
La mancata identificazione del nemico da combattere li annienta, li rende incerti come una bussola
smagnetizzata. Non gliene faccio una colpa, ci mancherebbe. Hanno semplicemente applicato le logiche che gli hanno tramandato i loro predecessori. Hanno letto un libretto delle istruzioni tentando
diligentemente di seguirle. Io quel libretto non voglio neppure aprirlo.
Scrivo queste righe non pensando tanto agli adulti, quanto ai ragazzi. Loro possono ancora salvarsi,
possono ancora tentare di sperimentare questa rivoluzione del concetto di politica.
Personalmente esco da questo periodo rafforzato e con le idee molto chiare.
Se un domani dovessi avere la tentazione di intraprendere un cammino politico, non accetterei mai
la proposta di una "larga coalizione". Anche se rispettato, anche se vincente, sarei sempre espressione di un movimento che è contro qualcosa. Sarei sintesi ed espressione di una vecchia concezione
della politica.
Inizierei questo percorso da solo, raccogliendo attorno a me persone mosse esclusivamente dall'energia dell'amore. Riscriverei completamente le regole. Proporrei una nuova visione della politica.
Nessuno oggi deve crederci, altrimenti non sarebbe una visione, ma un semplice programma di governo locale.
La forza dell'amore, amici miei, non conosce limiti. Questa é la verità.
Non sono certo convinto che questo approccio avvierebbe un processo irreversibile. Prima o poi tornerebbero a prevalere odio e rancore. La malattia del potere inevitabilmente tornerebbe a contaminare le anime della gente, magari anche di alcuni che inizialmente erano stati paladini di questo percorso. É scritto nella storia che l'odio non ha memoria. Queste cose le so.
Resta il fatto che forse, per un breve periodo, si potrebbe riuscire a far prevalere una logica diversa.
Creare un gruppo di uomini che ignora il nemico, che non
replica ad una provocazione; che cerca di individuare il
punto di forza di chi la pensa diversamente, proponendogli di metterlo a disposizione. Un governo del genere
avrebbe breve durata, si presterebbe a battute di scherno
del tipo "tornano i seguaci di Cicciolina" e via dicendo.
Non potrebbe funzionare a lungo, questo è certo.
Sapete però quanta energia, forza e serenità mi trasmette il concetto dell'amore.
La grande rivoluzione è che io il mio percorso politico non l'ho individuato attraverso una strategia
politica, ma guardando dentro me stesso. E tutto ciò è fantastico.
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Un opuscolo sulla programmazione
comunitaria 2014 - 2020
Tempo di novità per il nostro periodico Sconzajuoco: è in arrivo l’opuscolo dedicato alla programmazione europea 2014-2020 a cura di Pantaleo De Marco.
“L’iniziativa - ci racconta Pantaleo De Marco, curatore del progetto che si presenta per la Fondazione Vassallo è maturata in seguito agli
impegni assunti per le scadenze programmatiche definite nell’incontro svoltosi a Salerno lo scorso novembre 2014. Come è noto in questo
periodo sul territorio nazionale si susseguono incontri e dibattiti sulla
programmazione 2014 - 2020. La Fondazione è opportuno che supporti
l’attività che i propri associati svolgono sui vari territori, fornendo un
opuscolo che presenta articolazione e contenuti degli strumenti previsti dalla Programmazione Comunitaria attuale. Valutando gli obiettivi
e i contenuti che la UE ha definito come strategici e vincolanti, ci si
rende conto di come tante misure fatte passare per riforme ed innovazioni a livello di singolo paese partner, altro non solo che adeguamenti del quadro nazionale a quello comunitario, sesso non realizzati perché non più differibili.”
La gestione dei fondi europei: panorama comunitario e nazionale
I fondi europei rappresentano, da anni, importanti risorse per sostenere o accompagnare investimenti strutturali, per una maggiore competitività delle economie dei paesi della UE. Se ben sfruttati (vedi Spegna e Irlanda a livello comunitario, o in Italia, Basilicata e Abruzzo),
sono un notevole aiuto per la promozione, l’innovazione e lo sviluppo
di un territorio.
In Italia, la partecipazione all’utilizzo dei fondi europei da parte delle
pubbliche amministrazioni (P.A.), come noto, varia notevolmente da
regione a regione (ad es. il Veneto nei confronti della Campania) e
all’interno della stessa, da città a città (ad es. Salerno nei confronti di
Avellino, Frosinone nei confronti di Rieti, etc.), con casi di eccellenza e
situazioni quasi disperate.
Nel nostro Paese la gestione dei fondi europei ha continuato a mostrare, anche nel ciclo finanziario appena concluso, (2007-2013), gravi carenze, tanto a livello quantitativo – si pensi ai bassi livelli di spesa dei
Pantaleo De Marco, è
tra gli associati della
nostra Fondazione e ci
presenta un nuovo
progetto di cui è curatore: un opuscolo dedicato alla programmazione comunitaria
2014/2020.
Con questa iniziativa
si intende fornire, sostanzialmente, un
elenco degli strumenti che il “Sistema Comunitario” utilizza
per l’articolazione e lo
sviluppo della UE. Di
questo prodotto, da
considerare come una
prima cassetta degli
attrezzi, sarà pubblicato un primo estratto mercoledì 25 marzo
sul sito web della Fondazione Vassallo.
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fondi strutturali – quanto a livello qualitativo, con un impatto (dei progetti e delle opere) sulla qualità della vita dei cittadini deludente o nullo.
Il ciclo in corso (2014-2020), non lascia intravvedere sostanziali modifiche, dato il perdurare dell’assenza di coinvolgimento dei territori nella fase della programmazione.
Esperienza particolarmente presente nelle aree a basso risultato, dove la programmazione dello sviluppo di un territorio risente di apparati burocratici autoreferenziali, con un coinvolgimento scarso o
nullo dei futuri destinatari/beneficiari delle azioni.
Finché la programmazione dello sviluppo di un territorio, non è conseguenza di azioni di attiva e
diffusa informazione, di procedure pubbliche (messa a bando) per l’identificazione di progettisti, di
valutazione dei progetti da presentare, (livelli funzionalmente successivi), in sede comunitaria, il
coinvolgimento dei territori sarà condizionato dal consociativismo delle lobby trasversali, trasformando strumenti pensati per sviluppare innovazione e cambiamento, in “redditivifici” e parassitaria
inefficienza!
Non costruendosi una rete territorialmente attiva, in possesso delle fini competenze necessarie per
la gestione dei progetti, un co-finanziamento comunitario, può rivelarsi una traumatica e letale
(finanziariamente) esperienza per i soggetti a vario titolo partecipanti ad un progetto. Con particolare riferimento ai destinatari/beneficiari ultimi dell’azione, cioè gli enti locali, le università, le scuole,
le imprese, i soggetti sociali coinvolti, i singoli imprenditori.
Questa situazione perdura nelle aree del Paese, particolarmente
dove predominano enti finalizzati alla “tutela, valorizzazione,
promozione e sviluppo”.
La gestione dei fondi chiede grossi investimenti in termini sia di
disseminazione delle informazioni sia di formazione degli operatori e dei potenziali beneficiari di questi finanziamenti (P.A., singoli imprenditori).
A differenza di Paesi come la Spagna o l’Irlanda che hanno saputo utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione dai fondi strutturali, in Italia permane la mancanza di una “cultura” della progettazione europea, diffusa ed accettata come parte integrante di un
normale percorso economico.
L’accesso ai fondi è ancora confinato, nell’immaginario collettivo italiano, ad una nicchia di specialisti
o ad alcuni enti specifici che hanno o che avrebbero – essi soltanto – le risorse e le capacità adeguate
per accedervi.
Non è assolutamente vero, anzi, al contrario, l’intera programmazione è articolata in interventi elaborati per essere realizzati in efficienza ed efficacia, quindi semplici, chiari ed essenziali. Purtroppo
non accade lo stesso a livello ultimo della filiera, cioè quando la misura interessa il destinatario/
beneficiario finale, (il singolo imprenditore, la singola P.A.), dove obiettivi e contenuti sono comunicati con un linguaggio soventemente astruso, burocratizzato ed autoreferenziale, con scadenze per
9
l’attività messe a bando decisamente tempestive o assolutamente insufficienti.
Questa situazione richiede una forte responsabilizzazione ed una maggiore attenzione da parte delle
strutture, (particolarmente le Regioni), che a vario titolo si occupano di programmazione, promozione e rendicontazione dei fondi europei.
È, secondo questa ottica, opportuno che la Fondazione Angelo Vassallo metta a disposizione uno
spazio per fornire ai vari interessati, (istituzioni locali, imprese, università, scuole, associazioni, imprese e cittadini) uno strumento di consultazione utile per identificare i programmi e le tipologie di
finanziamento più consoni alla definizione o implementazione di idee progettuali.
Al momento non è stato, volontariamente, programmato come gestire ed organizzare il dibattito, le
proposte e le iniziative che scaturiranno. Nella Fondazione Vassallo vi sono molti referenti che sicuramente si mobiliteranno in materia, determinando la consequenziale strutturazione di mezzi e risorse.
Mercoledì 25 marzo, sul sito web della Fondazione Vassallo, sarà pubblicato un primo estratto dell’opuscolo con un’introduzione alla strategia comunitaria “Europa 2020”.
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Riciclo creativo e solidarietà
“Homeless Homes Project”. Arte e creatività per non restare indifferenti, perché tutti dovremmo avere la dignità di un rifugio
- Hai deciso di usare la tua capacità creativa per un’azione che segna un
cambiamento di passo. Quando e come è nata l’idea del tuo progetto?
- L’idea è nata circa tre anni fa. Ho una laurea in arte e mi sono occupato di costruzione per tanti anni, nel mio progetto ho semplicemente
unito la passione per la costruzione e per l’arte con la gioia che ricevo
aiutando gli altri. Ho avuto l’idea mentre lavoravo ad un libro sull’architettura dei senzatetto, mi sono innamorato della loro intraprendenza e ho provato a creare anche io qualcosa partendo dai materiali
abbandonati. Ho realizzato la prima struttura ma è rimasta per mesi in
un angolo del mio ufficio fino a quando in una sera di pioggia Charlene, una donna senza casa che conosco da dieci anni, mi ha chiesto un
telo per ripararsi, ma io non lo avevo. Il giorno dopo ho consegnato a
lei e suo marito Oscar la casa che avevo realizzato mesi prima, li ho
visti allontanarsi contenti ed ho subito cominciato a lavorare ad un’altra casa. L’interesse per le piccole case nasce anche dalla mia esperienza lavorativa: man mano che costruivo le cose più piccole ero sempre
più felice. C’è una spontaneità e un’allegria nel fare le piccole case che
non trovo nelle costruzioni tradizionali.
- Quali tipologie di materiale usi precisamente per costruire le tue casse
e dove trovi e selezioni il materiale adatto?
- Raccogliamo ogni tipo di materiale abbandonato per le strade. Uso
principalmente legno di qualsiasi dimensione, vecchie cornici, telai da
letto, porte di ogni tipo, pallet, i ripiani in vetro dei frigoriferi, ruote,
vernici, carta.
- Indubbiamente il tuo progetto è solo un tentativo di dare una soluzione temporanea ai senzatetto. Come rendi pratiche e confortevoli le tue
piccole case?
La storia che vi raccontiamo con questa
intervista arriva
dall’altra parte dell’oceano.
Gregory Kloehn, 43
anni, è un artista californiano che realizza
piccole case per i senzatetto usando materiale di recupero che
assembla con estro e
creatività. Poche e
semplici domande
per scoprire come è
nato e come si sviluppa un progetto che
mette al centro l’arte,
il riuso creativo e la
solidarietà.
- Molte delle case che realizzo sono montate sulle ruote o comunque
abbastanza piccole per spostarle in facilità. Penso che la mobilità sia
l’aspetto più rivoluzionario di questo progetto. Credo che avere sol-
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tanto una piccola casa che ci segue, ovunque e per tutta la vita, ci insegnerebbe ad essere un po’ più
riflessivi in ogni scelta quotidiana.
- Quale è il costo reale di una casa? Immaginiamo che devi comprare materiale per il montaggio, pittura,
attrezzi… C’è qualcuno che ti supporta?
- Tante cose si trovano per strada, anche le vernici! Altre cose devo comprarle, come ad esempio le
viti, la colla, i pennelli. Ultimamente ricevo anche tante donazioni di materiale e alla fine il reale costo
di ogni casa è di appena 30 dollari.
- Quanto tempo impieghi a costruire una singola casa? Lavori da solo o ti aiuta qualcuno?
- Perlopiù lavoro da solo e per costruire una casa ho bisogno almeno di una settimana. A volte qualcuno si offre di aiutarmi e impieghiamo anche meno tempo. Sto organizzando gruppi di volontari
di ogni età e appena avrò trovato uno spazio più
grande vorrei organizzare dei laboratori.
- Un progetto come questo dovrebbe accrescere, a
livello psicologico e sociale, il senso di comunità.
Quale è la reazione della gente comune e, in particolare, la reazione dei senzatetto? Quanti di loro
usano di fatto le tue case?
La gente le ha adorate da subito! Le realizzo per i
senzatetto del mio quartiere, alcuni vivono in fondo alla strada, a due passi da casa mia. Sono rimasti
senza una dimora perché hanno subito rapine o perché sono stati costretti a vendere ciò che avevano. Quando consegno loro una casa sono felici, mi ringraziano in ginocchio e addirittura adesso vengono ad imparare da me come costruirle! Pensano che dovrei farne di più grandi, mi suggeriscono
miglioramenti e soprattutto amano decorarle.
- Sicuramente ci sono questioni, come igiene e sicurezza, da non sottovalutare. Non credi che le tue casette possano attirare chi commette gesti di microcriminalità e vandalismo?
Una volta messe in strada, consegno le case ad un’altra vita che io, da solo, non posso controllare.
Una è stata rubata, un’altra incendiata, un’altra ancora abbandonata, la vita là fuori è dura! Ma tante
altre sono ancora usate e mantenute con cura, questo è importante.
- Abbiamo un’ultima curiosità: abbiamo notato il tuo uso del colore,
nasconde un significato preciso?
- Uso le vernici che trovo abbandonate in periferia ma mi diverto
con i colori vivaci. Voglio continuare in questo progetto valorizzando le forme libere dell’arte, ho un sacco di idee a cui dar vita e
spero di essere almeno un po’ in grado di fare la differenza nella
vita di qualcuno.
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Giovani e teatro: come continua il cammino
della Fondazione Vassallo
A Gaeta (LT) il Campo Antimafia intitolato ad Angelo Vassallo
Ritorna per l'anno 2015 il Campo Antimafia promosso dalla Cooperativa Sociale Programma 101 Onlus che la scorsa estate ha
visto la partecipazione di oltre cento ragazzi provenienti da tutta Italia, impegnati in un lavoro volontario di riqualifica di beni immobili
confiscati alla criminalità organizzata attraverso le attività della Scuola di Formazione tematica proposta dal Campo e gli incontri
con esperti di diversi settori: antimafia, sociale, beni confiscati, cooperazione ed impresa sociale, agricoltura. A queste quattro aree
tematiche della Scuola di Formazione del Campo 2014 si aggiungono
per la nuova edizione due ambiti: ambiente e cultura delle diversità.
"L'intenzione - ci spiega Alessandra dalla Cooperativa Sociale Programma 101 Onlus - è riproporre per l'anno 2015 il Campo Antimafia
intitolandolo ad Angelo Vassallo, in virtù del suo sacrificio, del suo impegno per la Comunità e per il simbolo che egli rappresenta."
Il Campo si svolgerà nei mesi di luglio e agosto 2015 nel territorio della
regione Lazio, in particolare nei comuni del Sud Pontino, con base logistica a Gaeta (LT), ed è prevista una partecipazione di circa 300 iscritti per 4/6 turni complessivi di Campo.
"La novità del 2015 - continua Alessandra - è il Social Camp, un questionario somministrato attraverso il web, sulla nostra piattaforma e tra-
Quali sono i progetti
futuri della Fondazione Vassallo? Alle spalle abbiamo già oltre
un milione e mezzo di
chilometri percorsi in
quattro anni e il 2015
vedrà sicuramente la
realizzazione di nuovi
“sogni in evoluzione”.
In questi mesi vi abbiamo già parlato del
Campo Antimafia intitolato ad Angelo
Vassallo, del film e
della rappresentazione teatrale alla quale
stiamo già lavorando
per raccontare in tutta Italia (e non solo)
la storia del Sindaco
Pescatore.
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mite i social media disponibili, per costruire dal basso l'edizione 2015 del Campo Antimafia dedicata
al Sindaco Pescatore. A questa fase seguirà il lavoro di screening che fornirà le informazioni essenziali in merito alla strutturazione e alle attività."
"Lo scorso anno - commenta Dario Vassallo, presidente della Fondazione Vassallo - abbiamo partecipato ad uno dei tanti incontri organizzati nell'ambito della Scuola di Formazione del Campo Antimafia per raccontare la vicenda umana e politica di Angelo Vassallo. Abbiamo incontrato tanti giovani che, contro ogni muro di silenzio omertoso, si sono impegnati a custodire e diffondere la
storia di Angelo come esempio per un futuro migliore e per un cambiamento che parte da gesti semplici ma rivoluzionari, come l'educazione alla bellezza e la cultura della legalità. Siamo orgogliosi che
l'edizione 2015 sia dedicata al Sindaco Pescatore e siamo convinti che per i partecipanti sarà una interessante esperienza formativa, ricca di approfondimenti, contenuti e momenti di confronto con i diversi esperti che incontreranno per ogni area tematica, ma resterà soprattutto una grande esperienza di vita, di crescita comune e di condivisione."
Una rappresentazione teatrale racconterà il Sindaco Pescatore
Da Capaci a Saluzzo, da Finale Ligure a Carovigno, dai comuni di Terred’Acqua nel bolognese
a Casalnuovo di Napoli, sono solo alcune delle località che hanno ospitato la Fondazione Vassallo nel
suo cammino fino a qui nell’Italia (e non solo) che chiede di conoscere la vicenda umana e politica
di Angelo Vassallo, sindaco ucciso barbaramente il 5 settembre 2010 da mano ancora ignota.
Questo cammino, che alle spalle ha oltre un milione e mezzo di chilometri percorsi in quattro anni,
continua con fare instancabile passo dopo passo. “Mai fermi, mai domi”: al lavoro per il nuovo progetto della Fondazione Vassallo ci sono Dario Vassallo, presidente della Fondazione dedicata al fratello Angelo, Guglielmo Ariè, produttore cinematografico, Edoardo Erba, sceneggiatore, Ettore Bassi, attore.
“Stiamo realizzando – spiega il presidente Dario Vassallo – un sogno: la rappresentazione teatrale
della storia del Sindaco Pescatore, che tra qualche mese porteremo in giro per l’Italia e racconteremo a chiunque è desideroso di conoscere la vita e l’operato di Angelo”.
Il teatro, dunque, sarà il prossimo porto a cui approderà la storia
del Sindaco Pescatore che fino ad ora la Fondazione a lui dedicata ha
veicolato, oltre che con la sua opera di memoria e impegno, attraverso
il libro “Il Sindaco Pescatore” di Nello Governato e Dario Vassallo, edito da Mondadori, il documentario “Al di là del mare” e il format giornalistico “Storia di un uomo coraggioso” realizzati e curati dal giornalista Luca Pagliari.
Nel frattempo, il piano Rai per il 2016 prevede anche un film, sceneggiato da Salvatore Basile e prodotto da Solaris Media e Rai Fiction, che
racconterà Angelo Vassallo, sindaco e pescatore, eroe civile del nostro
Paese.
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La foto del mese
Bellezza è… la spiaggia dei Conigli a Lampedusa
Appena due anni fa, nel 2013, questo rinomato gioiello turistico della Sicilia
è arrivato sul gradino più alto della classifica delle “10 spiagge più belle del
mondo” stilata dal noto sito di recensioni di viaggi, TripAdvisor.
È situata lungo la costa sud - ovest nei pressi dell’isola dei Conigli e la magia
di colori regalata dalle sue acque cristalline è particolarmente suggestiva.
La spiaggia, che puntualmente ogni anno ospita (da 1 a 7 volte) la nidificazione delle tartarughe Caretta Caretta, è caratterizzata dalla sabbia bianca e
finissima e si fa spazio tra alti costoni di roccia impreziositi qua e là dai vivi
colori e dai profumi pungenti della macchia mediterranea.
L’atmosfera incantata e l’incredibile fauna marina rendono questo posto
un’autentica meraviglia del Mediterraneo.
Scrivici e visita il nostro sito web:
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Sconzajuoco Febbraio 2015 - Fondazione Angelo Vassallo