CON IL PDL
ANNO LXI N.73
Bersani sempre
in un vicolo cieco
Dopo il no del M5S ➼
gli insulti di Grillo
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Per il Parlamento italiano
non resta che lʼeutanasia
Marcello de Angelis
Il teatrino in streaming di Bersani
con i 5s è stato uno spettacolo indecoroso. Il capataz dei grillini Crimi
ha riconfermato che non ci sarà fiducia per alcun governo, ma che il
suo gruppo valuterà il sostegno ai
singoli provvedimenti. Ma ancora
nessuno gli ha spiegato che senza
governo non ci sono provvedimenti
da votare. Quindi ha detto unʼaltra
solenne castroneria. La Nemesi è
una gran cosa (anche se almeno il
40% degli italiani, affetto da analfabetismo di ritorno, non sa cosa sia).
Sarebbe a dire che alla fine il destino in qualche modo ti punisce rigirando contro di te le tue stesse armi
o i torti che hai fatto. Oggi potremmo
dire che chi si è fatto grasso di antipolitica, schiatterà di antipolitica. Per
cinque anni i fotografi con il teleobiettivo si sono appostati nel loggione di Montecitorio per rubare
scatti del deputato appisolato o di
quello che faceva il solitario sul
computer. E quelle foto sono diventate il simbolo di un Parlamento di
cialtroni e nullafacenti. Gli articoli a
corredo delle foto spiegavano che i
parlamentari “lavoravano” solo tre
giorni a settimana ma guadagnavano cifre milionarie, avevano tutti
lʼautista e lʼauto di Stato, il cellulare
gratis e tutto ciò che ogni italiano
doc vorrebbe avere – inclusa assistente coscialunga a carico del contribuente. Quelle foto e quegli
articoli hanno dato fiato a un nuovo
antiparlamentarismo – privo però, rispetto a quello di un secolo fa, di
qualunque spessore culturale – che
ha generato dalle proprie viscere
(forse dovrei dire intestini) una proposta elettorale nuova che ha prodotto un ricambio dei parlamentari.
Cʼè chi a riguardo fa ancora un parallelo con il secolo scorso, tirando
in mezzo il Fascismo. Ma chi lo fa è
un idiota perché, una volta ancora,
quello era un movimento di spessore – che piaccia o no – mentre
questo è al massimo un ologramma. Comunque, siccome la
storia è birbona, oggi abbiamo un
nuovo tipo di parlamentare che tutti i
nuovisti (il nuovismo è una forma di
parafrenia ormai riconosciuta e
forse curabile…) danno per scontato sia migliore. Poi accade che il
capogruppo di questa nuova legione
venga fotografato mentre fa un piso-
d’Italia
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giovedì 28/3/2013
Marò, Monti scarica le colpe
su Terzi. Il centrodestra:
«Si dimetta, anche da senatore»
MARRAS PAG.2
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Redditi al palo:
9 milioni di italiani
non si curano più
REDAZIONE PAG.4
➼
Unʼanalisi della Coldiretti
denuncia: anche la frutta
sparisce dalla tavola degli italiani
REDAZIONE PAG.4
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lino e lui grida alla campagna di delegittimazione e al complotto. Spiega
che due soli giorni di attività parlamentare lo hanno sfiancato. I suoi
pretoriani vengono fotografati alla
mensa della Camera e reagiscono
come bambini che hanno rubato la
marmellata. Dicono che faranno un indagine di mercato tra i ristoranti circostanti il Palazzo e se hanno pagato
meno del dovuto restituiranno la differenza. A chi? Non si sa. Un altro genio
risponde, a chi gli fa notare che non
cʼè finora una sola proposta di legge
del suo gruppo, che non hanno soldi
per pagare assistenti che le facciano
al loro posto e che loro non sono capaci. Poi invitano i funzionari a non
chiamarli “onorevoli” ma “cittadini a
cinque stelle” e quelli tentano di spiegargli, come si parla coi bambini deficienti, che si tratta di una richiesta
originale e non recepibile. Ebbene,
voglio mettermi nei panni dei milioni di
italiani che li hanno votati senza saperlo. Perché va considerato anche
che hanno tutti votato per Grillo, che
non era candidato, dimenticando di verificare chi era la gente in lista. E questo con buona pace anche di tutta la
tarantella sul Parlamento dei nominati e
il diritto di scegliere i propri rappresentanti e non farseli imporre dalle segreterie dei partiti. Se questo è il miglior
Parlamento possibile, forse la sola soluzione a questo punto è abolirlo.
Girolamo Fragalà
Si chiama Paolo Farinella, ha 66
anni, collabora con Micromega, ha
votato Grillo alla Camera e Vendola al Senato, sostiene che che il
Vaticano è il covo dei gay,più rosso
di lui non si può e maledice il Cavaliere. No, non è né un militante
dei centri sociali né un esponente
del partito delle toghe. Eʼ un prete
della diocesi di Genova. Che cerca
sempre di finire sotto i riflettori con
le sue dichiarazioni un poʼ coatte e
un poʼ demoniache, che nulla
hanno a che fare con la carità cristiana. Lʼultima performance da
divo lʼha fatta a La Zanzara di
Radio24. Da buon “sinistro” ha
parlato di Berlusconi definendolo
nellʼordine «mafioso, delinquente,
indegno, orribile, impresentabile,
orripilante». Poi ha specificato,
elegantemente: «Mi sta sulle palle
e ha diciotto chili di cemento sulla
faccia». Da buon prete, di quelli
dal cuore dʼoro, ha detto: «Darei
lʼestrema unzione a Berlusconi,
anche subito. Gli darei lʼunzione
degli infermi con un bulacco dʼolio
fino ad annegarlo». In poche parole, lo vuole morto anche perché
se morisse ci libererebbe da un bel
rospo, da una bella palla di piombo
ai piedi. Don Farinella ce lʼha
anche con Gianni Letta, che definisce «prossoneta, magnaccino, il
compagnuccio che gli apriva e gli
chiudeva la porta, metà cardinale
e metà prostituta». Il paradosso è
che il “prete” scambia la “parola di
Dio” per la “parola della falce e
martello”. Farebbe bene però a
porsi una questione: non ha nessuna importanza quel che lui
pensa di Berlusconi, a contare è
quel che pensa la gente di Don
Farinella. E qui il “prete rosso” potrebbe avere una brutta sorpresa.
Forse sarebbe meglio se la smettesse di leggere Marx e cominciasse invece a sfogliare un libro
di Guareschi. Da Don Camillo imparerebbe parecchie cose. E soprattutto che «nel segreto della
cabina elettorale Dio ti guarda,
Stalin no».
Il “prete rosso” che vuole la morte di Berlusconi?
Impari a leggere Don Camillo
Marò, Monti scarica le colpe su Terzi.
Il centrodestra: «Si dimetta, anche da senatore»
2
Antonio Marras
Prima il ringraziamento, poi le
accuse pesanti al suo ministro
dimissionario, secondo Monti
autore di un gesto che gli
aprirà le porte della politica
nel centrodestra. Ma l'esibizione alla Camere di Mario
Monti sul pasticcio dei marò è
stata decisamente tragicomica. Il premier, prima alla
Camera e poi al Senato, ha ricostruito la vicenda e si è soffermato sulle dimissioni del
ministro degli Esteri smentendo illazioni su scambi o interessi privati. «Le valutazioni
sui rapporti economici non
hanno condizionato l'obiettivo
prioritario, ovvero di tutela dei
nostri connazionali: la nostra
priorità sono sempre state la
sicurezza, l'incolumità e la dignità dei due marò e di tutti i
cittadini italiani che si trovano
in India, partner di primo
piano». Poi è partito l'attacco
a Terzi: «Trattenere i marò in
italia era oggetto di decisioni
in itinere che non avrebbero
Redazione
A un mese esatto dall'ultima
udienza generale di Benedetto
XVI, papa Francesco, davanti a
circa 15.000 persone in piazza
San Pietro, ha tenuto la sua
prima udienza generale. "Fratelli
e sorelle, buongiorno - ha salutato - sono lieto di accogliervi in
questa mia prima udienza generale, con grande riconoscenza e
venerazione raccolgo il testimone della mani del mio venerato predecessore Benedetto
XVI". Dopo aver assicurato che
dopo la Pasqua riprenderà le catechesi sull'Anno della fede, ha
dedicato la sua riflessione alla
Settimana santa. Dopo la catechesi, che ha tenuto intervallando inserti a braccio nel
discorso che aveva preparato,
ha rivolto i saluti ai pellegrini dei
diversi gruppi linguistici, con una
variante rispetto ai predecessori:
il Papa rivolge i saluti ai diversi
gruppi sempre in italiano, e poi
lo speaker li rinnova nelle diverse lingue. Nella catechesi, il
Papa si è chiesto "cosa significa
seguire Gesù nella sua passione
dovuto essere oggetto di precipitose dichiarazioni alla
stampa, che Terzi ha fatto, anticipando il risultato finale che
non si poteva dare per scontato. Comunque lui nel governo
non
aveva
mai
manifestato dubbi o intenzioni
di dimettersi». Duri gli scontri
con il centrodestra. In particolare, il premier ha provocato la
reazione di Lupi e La Russa
quando ha pronunciato la
frase: «La formazione del governo tecnico è stata solleci-
tata dal mondo dei politici perché la situazione era troppo
complicata per potersela cavare e ha chiesto a questo governo di intervenire». “Terzi lo
ha nominato lei”, "il Parlamento non è casa sua" è stata
la replica di Lupi e La Russa.
Monti ha poi motivato così la
decisione di far rientrare in
India i due marò: «Sussistevano rischi seri e oggettivi che
l'Italia si trovasse isolata nella
comunità internazionale e che
si aprisse una crisi di grave
proporzioni con l'India. Ho deciso di assumere personalmente la responsabilità della
condotta nella fase cruciale e
finale della vicenda - aggiunge
il premier - visto il grave acuirsi
della crisi con l'India». Terzi,
poi, in serata ha replicato a
Monti, affermando che le sue
dimissioni non nascondono alcuna finalità di natura personale. «Le dichiarazioni rese
dal Presidente Monti all'aula
della Camera - dice Terzi confermano che la decisione
di trattenere i marò in Italia è
stata presa collegialmente.
Tale decisione è stata da me
resa pubblica solo dopo l'approvazione, da parte della Presidenza del Consiglio e dei
Ministri interessati, di un comunicato stampa e della sua relativa diramazione». Per La
Russa, “la conduzione della vicenda dei nostri marò, culminata con le dimissioni del
ministro Terzi, è la goccia che
fa traboccare il vaso e perciò
Monti dovrebbe interrogarsi
non solo sulla necessità di dimettersi da presidente del
Consiglio ma anche sul suo
seggio di senatore a vita”.
Duro anche Renato Brunetta,
capogruppo del Pdl, che ha accusato Monti di “azzardo morale”, di “sobrio delirio di
onnipotenza” e di “doppiezza
morale”. Sotto lo sguardo di
moglie e congiunti di Latorre e
Girone, con i grillini a far casino.
morte, e cosa significa seguire
Gesù nel suo cammino sul calvario". "Nella sua missione terrena - ha osservato papa
Bergoglio - Gesù ha percorso le
strade della Terra santa, ha chiamato 12 persone semplici perché condividessero il suo
cammino e la sua missione, ha
parlato a tutti senza distinzione,
ai grandi e agli umili, al giovane
ricco e alla povera vedova, ha
portato la misericordia di Dio, ha
guarito, compreso, dato speranza". "Dio - ha osservato il
Papa - è presenza, e si interessa
a ogni uomo e ogni donna come
fa ogni buon padre verso ciascuno dei suoi figli; Dio non ha
aspettato che andassimo verso
di lui ma è lui che si è mosso
verso di noi, senza calcoli, Dio è
cosi, fa sempre il primo passo".
Dio, ha ancora commentato, si è
calato nella "realtà quotidiana
della gente comune, si è commosso dinanzi alla folla che pareva un gregge senza pastore
ha pianto con Marta e Maria che
avevano perso il fratello, ha subito anche il tradimento di un
amico, in lui Dio ci ha dato la
certezza che è con noi, in
mezzo a noi". Dopo aver citato
la frase evangelica secondo cui
le volpi hanno una tana e gli uccelli un nido ma il figlio di Dio
non ha una casa, papa Francesco ha commentato che "Gesù
non ha casa perché la sua casa
è la gente, siamo noi, la sua
missione è di aprire a tutti le
porte di Dio, esser la presenza
di amore di Dio, e nella settimana santa noi viviamo il vertice di questo cammino, di
questo disegno di amore che
percorre tutta la storia dei rapporti tra Dio e l'umanità: Gesù,
entra a Gerusalemme per compiere l'ultimo passo, si dona totalmente non tiene nulla per sé,
neppure la vita". Gesù, ha commentato, non vive questo in
"modo passivo", ma si consegna con fiducia a Dio". Questo
per il cristiano significa che
"questa è anche la mia, la tua,
la nostra strada" e così vivere la
settimana santa è "imparare ad
uscire da noi stessi per andare
incontro agli altri, per andare
verso le periferie dell'esistenza,
per primi verso i nostri fratelli e
sorelle, soprattutto i più lontani
quelli che sono dimenticati, quelli
che hanno più bisogno di comprensione e aiuto". La logica
della croce, ha spiegato, "non è
prima di tutto quella del dolore e
della morte, ma quella dell'amore
e del dono di sé che porta la vita"
e "entrare nella logica del Vangelo significa uscire da noi stessi,
da un modo di vivere la fede
stanco e abitudinario, dai propri
schemi che finiscono per chiuderci". "Spesso - ha osservato il
Papa - ci accontentiamo di qualche preghiera, di qualche messa
domenicale, di qualche gesto di
carità, ma non abbiamo questo
coraggio di uscire, siamo un po'
come san Pietro, che non appena Gesù parla di dono di sé"
scappa. Dio è apertura e accoglienza, "fa pena - ha aggiunto il
Papa - vedere a volte tante parrocchie chiuse". "Auguro a tutti ha concluso - di seguire questi
giorni con coraggio, portando un
raggio dell'amore di Dio a quanti
incontreremo".
La prima udienza di Papa Francesco: «Mai più parrocchie chiuse»
Bersani rimedia un altro ceffone dai grillini
(in diretta streaming). Palazzo Chigi si allontana
3
Carabinieri: niente pensione
per Gallitelli, guiderà
l'Arma fino al 2014
Valter Delle Donne
L'ennesimo "vaffa" dei grillini. Stavolta in diretta
streaming. È quello rimediato da Pier Luigi Bersani, nel corso dell'incontro per la formazione del
nuovo governo. La cronaca di un no annunciato è
stata vista a qualche milione di elettori che hanno
avuto conferma di un dialogo tra sordi. «Sono
venti anni che sentiamo queste parole. Mentre
parlava mi sembrava di sentire una puntata di Ballarò. Sono venti anni che voto e che sento parlare
delle stesse cose e non vengono mai realizzate»
Così Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera
del M5S, ha replicato al programma esposto da
Bersani. «Purtroppo non siamo a Ballarò; il governo è una roba seria», ha replicato il premier incaricato, che ha poi cercato di impartire una
lezione di educazione civica alla delegazione grillina, chiedendo di fatto di assentarsi dall'aula, per
ridurre il numero legale e consentire di fatto la partenza del suo esecutivo. «C'è anche modo di non
dare» la fiducia «ma consentendo» al governo di
partire, ha osservato. Puntando in maniera paternalistica sul fatto che i grillini potrebbero pentirsi
di questo no: «Fuori da questa nostra proposta
vedo un meccanismo che, dal dire "faremo, diremo", ci può portare solo a dire, "l'avremmo potuto fare". Io vedo probabile questo scenario e
devo dirlo».
Davanti al muro del M5S, Bersani ha però categoricamente escluso in alternativa un accordo con
il centrodestra. «Non esiste l'ipotesi di governissimo, non per preclusione verso la destra ma perché metteremmo un coperchio sopra la pentola a
pressione del cambiamento». Con la destra
«siamo forze politiche troppo distanti, finiremmo
per paralizzarci a vicenda. Quindi non è possibile
e non si farà». Sulla tempistica, Bersani ha aggiunto che «per fare il governo dobbiamo aspettare ancora circa 48 ore, non quattro secoli: non
staremo qui dei secoli per sapere che faremo».
Ma con queste premesse la rinuncia sembrerebbe
obbligata. In conferenza stampa Lombardi ha poi
puntualizzato che i 5 Stelle voteranno no alla fiducia alla Camera e al Senato. Quanto a eventuali
appoggi esterni, «non so in che termini si possa
intendere – ha replicato Crimi ai giornalisti – se la
politica del Pd è di cambiamento, noi siamo pronti
a dare un appoggio su singoli provvedimenti». Ma
Lombardi ha messo in chiaro: «Se appoggio
esterno vuol dire votare la fiducia a un governo, il
nostro resta un no». Crimi ha escluso anche l'ipotesi che i grillini escano dall'aula al Senato al momento del voto per la fiducia all'esecutivo Bersani.
Una pietra tombale sulle velleità di Bersani
Redazione
Niente pensione, ancora, per il comandante dell'Arma. Il generale Leonardo Gallitelli guiderà i carabinieri fino a tutto il 2014.
La decisione è stata presa dal Consiglio dei
ministri, su proposta del ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola. Gallitelli, secondo le norme, avrebbe dovuto lasciare il
servizio attivo il prossimo 9 giugno al compimento del 65esimo anno d'età. Ma il governo ha deciso di prorogare il mandato del
generale fino al 31 dicembre 2014. Pensione rinviata di almeno un anno e mezzo
dunque, per il comandante dell'Arma. Mentre la polizia è ancora senza capo dopo la
morte di Antonio Manganelli, il governo ha
deciso quindi di dare certezze ai “cugini”. In
questa fase é così il vicario Alessandro Marangoni a gestire il Corpo. Per i carabinieri,
con Gallitelli ormai prossimo alla scadenza,
si é invece ritenuto che la soluzione migliore fosse quella della proroga. Il comandante dell'Arma, in carica dal giugno del
2009, gode della stima del centrodestra e
del centrosinistra. Nato nel 1948 a Taranto,
è sposato e ha due figli. Ha iniziato la carriera militare il 22 ottobre 1967, frequentando i corsi dell'Accademia Militare di
Modena e della Scuola di Applicazione Carabinieri in Roma. Dal 2006 al 2009 è stato
capo di Stato Maggiore del Comando generale dell'Arma.
Redazione
Gentiloni contro Sassoli in una guerra tutta all'interno del Pd romano: materia del contendere, i manifesti elettorali abusivi. «Siamo
stupiti e amareggiati nel dover riscontare
come Roma sia tappezzata di manifesti abusivi del candidato alle primarie David Sassoli,
capo della delegazione del Pd al Parlamento
europeo», attacca Antonio Funiciello, portavoce del comitato GentiloniXRoma. «È una
condotta disdicevole, che trasgredisce le più
elementari norme di legge, offende e viola l'intero Codice Etico sottoscritto dai candidati solo
due giorni fa». Funiciello ricorda che «lo
scorso 5 novembre Sassoli scrisse su Twitter
"Stop degrado a Roma: mia sarà una campagna elettorale pulita. Non con i manifesti ma
tra la gente e sul web". L'affissione copiosa di
manifesti abusivi in giro per Roma contraddice
clamorosamente l'impegno assunto pochi
mesi fa». Per il portavoce di Gentiloni, «chi si
candida a governare Roma non può tappezzare la città di manifesti abusivi alimentando
quella economia del degrado che sta soffocando la città. I manifesti abusivi dell'onorevole Sassoli recitano "Roma vince". Dubitiamo
che l'abusivismo accresca le possibilità di vittoria di Sassoli, ma di certo -conclude Funiciello - coi suoi manifesti "Roma perde». Il
comunicato si inserisce in un clima incandescente tra gli sfidanti di Gianni Alemanno per
la poltrona di sindaco. L'appuntamento per le
primarie è in calendario il 7 aprile e avranno
diritto al voto anche i minorenni (basta aver
compiuto 16 anni). I candidati sono per il Pd
Ignazio Marino, David Sassoli, Paolo Gentiloni, Patrizia Prestipino, Gemma Azuni (Sel) e
Mattia Di Tommaso (Psi). L'attacco di Gentiloni conferma però il clima da resa nei conti
nel Pd, perché sono in molti a credere che la
competizione non arriverà al 7 Aprile con sei
candidati. Gli occhi restano puntati su quelli
che sono ritenuti, grazie agli appoggi che
stanno ricevendo, i due competitor più papabili
per la poltrona di sindaco: Marino e Sassoli.
Nel Pd Gentiloni attacca Sassoli: «Per le primarie
ha tappezzato Roma di manifesti abusivi»
Cʼè la crisi: molti stranieri tornano a casa
con i soldi del “ritorno volontario assistito”
4
Federico Morbegno
La crisi economica morde e
rende l'Italia, e anche tanti altri
Paesi europei, meno attraente
per gli immigrati, soprattutto per
quelli che provengono da Paesi
che cominciano a registrare una
crescita economica che dalle nostre parti non si vede da tempo.
Ecco perché aumenta il numero
degli stranieri che ricorrono al
"ritorno volontario assistito", grazie a una direttiva europea che
l'Italia ha recepito: nel 2009
erano 228, nel 2013 ne sono
previsti oltre mille, secondo
quanto reso noto in un incontro.
Dal 2009 il Ritorno volontario assistito (Rva) è attuato con il co-finanziamento del Fondo europeo
rimpatri e del ministero dell'Interno, attraverso un sistema di
progetti selezionati ogni anno
che, da un lato, attuano concretamente i percorsi di ritorno e
dall'altro hanno consolidato una
rete nazionale (Rirva), che ha
l'obiettivo di promuovere una
maggiore informazione rivolta
agli immigrati e la formazione del
personale - spesso assistenti sociali - che si deve occupare dell'attuazione di un ritorno
volontario sicuro, dignitoso e sostenibile, spesso con un progetto
personalizzato.
Attualmente sono 330 le organizzazioni (tra cui Cir e Oxfam)
che aderiscono alla rete Rirva.
Tra gli strumenti messi in
campo, un call center, un sito Internet e una guida per gli operatori. E ora anche una campagna
nazionale che si avvarrà di uno
spot, di opuscoli informativi e del
web. Il progetto doveva termi-
nare nel giugno 2013, ma nel
corso dell'incontro Maurilia
Bove, del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale,
ha reso noto che sarà pubblicato
un nuovo avviso per il progetto
di rete, che di fatto darà continuità al lavoro fin qui svolto.
«Oggi le opportunità di lavoro in
Italia diminuiscono mentre aumentano nei Paesi d'origine - ha
spiegato il direttore del Cir, Christopher Hein - e questo determina la diminuzione degli
stranieri che arrivano e l'aumento di quelli che se ne vanno
(nel 2012 almeno 35 mila),
anche se l'opinione pubblica e la
politica ancora non lo percepiscono. Ma il fenomeno riguarda
anche altri Paesi europei messi
meglio di noi: basti pensare che
la Turchia vede un Pil in crescita
del 6% mentre la Germania si attesta intorno all'1%, divario che
sta portando molti immigrati turchi a tornare nel loro Paese. Nel
2015 e 2016 - ha aggiunto Hein
- le imprese dovranno andare in
giro a cercare lavoratori. E già
molti italiani stanno tornando a
fare mestieri che fino ad ora
erano appannaggio degli immigrati, come quello di badante.
Quando la crisi finirà, ci renderemo conto che mancherà la
manodopera».
Redazione
Carrello della spesa sempre
più vuoto, menù casalinghi
sempre più depauperati. Dopo
la carne e il pesce, ora anche
la frutta viene necessariamente bandita dalla tavola
degli italiani. Secondo un'indagine della Coldiretti, crolla
dellʼ11,3 per cento il numero di
famiglie che acquistano frutta,
finita all'indice nella lista della
spesa alla voce genere di
lusso a causa della crisi e
della ridotta capacità d'acquisto nel primo mese del 2013.
È quanto emerge da un'analisi
della Coldiretti in occasione
della divulgazione dei dati
Istat sul commercio al dettaglio nel mese di gennaio 2013,
che estendendo la ricerca
anche a luoghi e modalità
d'acquisto, vedono scendere
in media del 2,3 per cento rispetto allo scorso anno gli alimentari con un calo in tutte le
tipologie distributive tradizionali, dai piccoli negozi (-1,5
per cento) alla grande distribuzione (-1,5 per cento) fino ai
discount (-0,2 per cento). L'indagine della Coldiretti che
vede penalizzato un settore –
quello ortofrutticolo – va letto
dunque in simultanea con un
profondo cambiamento provocato dalle difficoltà economiche degli stili di vita degli
italiani, a partire proprio dallʼalimentazione, con effetti che
si riverberano negativamente
sulla salute. Ad uno sguardo
più approfondito dell'analisi
della Coldiretti, emerge infatti
il riscontro di un pericoloso
abbandono dei principi base
della dieta mediterranea, universalmente
conosciuta
come importante baluardo
nella prevenzione delle malattie, da quelle di stagione a
quelle cardiovascolari, fino ai
tumori. E l'elenco delle rinunce alimentari si aggiorna
ai tagli sulla frutta: e se – secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea – «nel
corso del 2012 molti italiani
hanno abbandonato i principi
base della dieta mediterranea con un calo nei consumi
familiari di pesce fresco,
vino, ortofrutta e olio di oliva,
anche se hanno portato in tavola più pasta», a variare
Redditi al palo:
9 milioni di italiani
non si curano più
Redazione
Anche in Italia gli effetti della crisi sulla salute
iniziano ad essere evidenti, con nove milioni
di persone che stanno rinunciando a curarsi
per mancanza di risorse. Lo sottolinea Walter
Ricciardi, direttore dell'Osservatorio nazionale sulla salute dell'Università Cattolica di
Roma, secondo cui il nostro Paese non ha
messo in campo le iniziative possibili per limitare il problema. «Ormai nove milioni di
persone ha rinunciato a curare disturbi di piccola e media entità – ha spiegato l'esperto –
per le liste d'attesa troppo lunghe, o perché
non riesce a pagare le terapie. Un esempio
lampante viene dalle cure dentali, con un aumento delle persone che perdono i denti e
non li sostituiscono, anche perché l'odontoiatria in Italia è quasi esclusivamente privata». Secondo il rapporto annuale stilato
dall'osservatorio dall'inizio della crisi è aumentato l'utilizzo di farmaci antidepressivi (da
8,18 dosi giornaliere per 1000 abitanti nel
2000 a 35,72 nel 2010), sintomo della ricerca
di una “cura rapida” al senso di malessere.
In aumento, segnala l'Istat, sono anche i suicidi, che seguono la tendenza europea. Se
nel 2008 i casi erano 2.828, due anni più tardi
sono saliti a 3.048.
Un'analisi della Coldiretti denuncia: anche la frutta sparisce dalla
tavola degli italiani. Un genere di lusso per l'11,3% delle famiglie
non è stato solo il menu, ma
anche il livello qualitativo dei
prodotti comprati: il diagramma degli acquisti registra
infatti un forte aumento del ricorso a cibi “low cost”, notoriamente non sempre in grado di
garantire standard di qualità e
sicurezza elevati. Infine, «con
la crisi in un anno – precisa la
Coldiretti – è anche praticamente raddoppiata al 12,3 per
cento la percentuale di italiani
che dichiara di non poter approntare un pasto adeguato in
termini di apporto proteico ogni
due giorni. Il risultato – continua la Coldiretti – è un indebolimento fisico che rende gli
italiani più vulnerabili alle malattie».
Nuova folle sfida della Nordcorea al mondo:
«La guerra può scoppiare in qualsiasi momento»
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Antonio Pannullo
Continua la folle sfida della Corea del
Nord, uno degli ultimi baluardi della
dittatura comunista nel mondo, all'Occidente e in particolare agli odiati
Stati Uniti. La Corea del Nord ha infatti notificato alla Corea del Sud il taglio di ogni linea di comunicazione
militare a pochi giorni dalla sospensione del "telefono rosso" tra i due
Paesi con tanto di minaccia d'attacco
nucleare. Lo riporta l'agenzia nordcoreana Kcna, rimarcando che «una
guerra può scoppiare in qualsiasi
momento». Pyongyang, tra le misure
unilaterali decise in risposta al ciclo
di esercitazioni militari congiunte tra
Corea del Sud e Usa tenute dall'11 al
21 marzo scorsi, aveva deciso di
cancellare l'armistizio del 1953, sospendere la "linea rossa" al villaggio
di Panmunjom usata anche per le comunicazioni umanitarie della Croce
Rossa, e lanciato la minaccia di attacco nucleare «spietato e preventivo» contro Washington e Seul. «Il
Comando supremo dell'Esercito popolare coreano ha solennemente dichiarato che d'ora in poi tutte le
comunicazioni militari tra Nord e Sud
saranno tagliate», ha riferito la Kcna,
citando un alto ufficiale militare, secondo cui, «a causa delle azioni
sconsiderate dei nemici, le comunicazioni, istituite per il dialogo e la
Cina, condanne
per la minoranza
musulmana
cooperazione, hanno perso di significato». L'ultima mossa è verosimile
complichi il funzionamento del distretto industriale congiunto di Kaesong, al confine ma in enclave
nordcoreano, che aveva continuato a
funzionare malgrado le tensioni crescenti: senza comunicazioni, la sicurezza del personale sudcoreano
risulterebbe ora a rischio. La “linea
rossa“ militare, infatti, è stato finora lo
strumento per la gestione di qualsiasi
movimento di persone e veicoli al
complesso di Kaesong. A inizio
mese, infine, Pyongyang ha annunciato che avrebbe annullato i anche i
patti di non aggressione tra i due
Paesi e quello sulla soluzione pacifica di qualsiasi controversia senza il
ricorso alla forze militare. Infine, si è
appreso che il Partito (unico) dei Lavoratori della Corea del Nord ha con-
vocato a fine mese una riunione del
comitato centrale per decidere una
non meglio precisata «questione importante». Lo ha reso noto l'agenzia
ufficiale, la Kcna, senza fornire ulteriori dettagli tra cui data e ordine del
giorno. Si tratterà, comunque, del
primo appuntamento del suo genere
da settembre 2010, quando i componenti del comitato centrale risultavano essere 125. Subito dopo la
riunione è in programma la sessione
di un giorno della suprema assemblea del Popolo, il parlamento nordcoreano, convocata per lunedì
primo aprile, in vista del primo anniversario (che cade l'11 aprile) della
designazione del nuovo leader, il
"giovane generale" Ki Jong-un, alla
carica di primo segretario del Partito
dei Lavoratori.
scontri vedono protagonisti i combattenti della Brigata Farouq e i miliziani
di Jabhat al Nusra, la formazione che
gli Usa hanno inserito nella lista delle
organizzazioni terroristiche denunciando legami con al Qaida in Iraq.
Gli scontri si registrano nella regione
che unisce le province di Raqqa, Hasaka e Dayr az Zor. Sul fronte diplomatico, ci sono nuove critiche al
passo falso della Lega araba: Mosca
giudica «illegale e infondata» la de-
cisione della Lega araba di concedere il seggio della Siria all'opposizione del regime di Bashar al Assad:
«Il governo siriano era e resta il rappresentante legale presso l'Onu», ha
dichiarato in un comunicato il ministero russo degli Esteri. Per Mosca si
tratta di un «incoraggiamento delle
forze che, sfortunatamente, continuano a puntare su una soluzione militare in Siria». Le fa eco l'Iran,che da
parte sua ha avvertito la Lega araba
che la concessione di un seggio all'opposizione siriana creerà un pericoloso precedente nel mondo arabo
e segnerà la fine dell'azione dell'organizzazione dei paesi islamici nell'area.suo Amanda Knox lunedì sera,
al telefono con uno dei suoi legali.
«Era agitata poi si è calmata – ha
spiegato lʼavvocato Luciano Ghirga –
Dice che continuano a non crederle».
In primo grado, i due imputati avevano subito una pesante condanna,
26 anni per Amanda, 25 per Sollecito.
Per lʼOmicidio di Meredith, avvenuto
nella notte tra il primo e il 2 novembre
2007, è stato condannato in via definitiva lʼivoriano Rudy Guede a 16
anni di reclusione, dopo il giudizio
con rito abbreviato.
Siria, le opposizioni ora si combattono
con le armi. Critiche alla Lega araba
Redazione
Il presidente siriano Bashar al Assad
si è rivolto ai governi di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica (Brics), i
cui rappresentanti si sono riuniti a
Durban in Sudafrica, perché contribuiscano a svolgere un ruolo per arrivare alla fine delle violenze in Siria.
In una nota diffusa dal palazzo presidenziale di Damasco e resa nota
dall tv di Stato, si afferma che Assad
ha «chiesto al summit del Brics di
contribuire a un immediato arresto
delle violenze in Siria e di garantire il
successo di una soluzione politica.
Da due anni la Siria soffre del terrorismo appoggiato dai Paesi arabi e da
altri Stati della regione», ha detto
Assad citato dalla tv di Stato. Intanto
la “rivoluzione" siriana inizia a divorare sé stessa: scontri armati tra ribelli di opposte fazioni si segnalano
nel nord della Siria: lo scrive il magazine statunitense "Time", pubblicando un reportage dal posto. Gli
Redazione
Prosegue la repressione religiosa
in Cina: due tribunali cinesi hanno
condannato 20 esponenti della minoranza etnica degli uighuri, regione a maggioranza musulmana
spesso teatro di scontri inter religiosi, a pesanti pene detentive
nella tormentata regione nordoccidentale del Xinjiang, secondo un
comunicato del governo provinciale. I tribunali di Kashgar e di Bayingol hanno affermato che i
condannati avevano «le menti avvelenate dall'estremismo religioso»
e che erano pronti a scatenare la
guerra santa nella regione. Gli esuli
uighuri accusano il governo di Pechino di esagerare ad arte la minaccia dell'estremismo religioso
per giustificare la repressione contro la minoranza etnica. Gli uighuri,
turcofoni e di religione islamica,
sono gli abitanti originari della regione ma oggi stanno diventando
minoranza a causa della massiccia
immigrazione di cinesi di etnia han
dalle zone più povere del Paese,
politica spesso attuata da Pachino
per distrugger ele identità nazionali
dei popoli. Dilxay Raxit, un portavoce del Congresso Mondiale degli
Uighuri, ha affermato che i condannati sono in realtà responsabili di
aver ascoltato l'emittente americana Radio Free Asia e di aver discusso su Internet di libertà
culturale e religiosa. Il Xinjiang è
ricco di materie prime e si trova in
una posizione strategica ai confini
con Afghanistan, Pakistan, India e
con le repubbliche dell'Asia centrale. Stesso comportamento illiberale di Pechino anche su altri fronti:
trenta operai cinesi, impegnati a
Oued Falli, a pochi chilometri da
Tizi Ouzou, nella costruzione di cinquemila alloggi di edilizia popolare,
sono stati rispediti a casa dalla loro
azienda per avere attuato uno sciopero per sollecitare il pagamento di
due stipendi arretrati. Gli operai
sono dipendenti della Cscec, gigante cinese nel settore delle
grandi opere pubbliche e nell'edilizia, che in Algeria ha ottenuto appalti molto ricchi.
Accuse false alla Regione Sardegna: già
erogati i pagamenti agli studenti fuori sede
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Il Pdl pugliese: medici
e pazienti vengono prima
delle poltrone nelle Asl
Redazione
«La Regione Sardegna non ha mai ignorato
nessun studente, di ogni ordine e grado, ma
ha sempre cercato, nei limiti imposti dal
Patto di Stabilità e secondo le disponibilità,
di risolvere al meglio le criticità e le necessità
del mondo dellʼistruzione. Pertanto respingo
le accuse che ci vengono rivolte, da parte
degli studenti universitari fuori sede, di non
aver erogato i contributi per i fitto casa». Lo
ha detto lʼassessore regionale della Pubblica
istruzione, Sergio Milia, rispondendo alla denuncia degli studenti fuori sede. «Posso assicurare che i pagamenti – ha proseguito
Milia – relativi al fitto casa, sono stati già
evasi dagli uffici dellʼassessorato con i provvedimenti adottati il primo marzo scorso, per
il totale di due milioni e 153 mila euro. Mi risulta inoltre che pure la Ragioneria abbia già
provveduto ad emettere i relativi mandati di
pagamento». La Regione – che, come è
noto, è governata da una Giunta di centrodestra – deve fare i conti con gli ineludibili
vincoli imposti dal Patto di Stabilità, che
troppo spesso viene recepito dallʼopinione
pubblica come una scusa ufficiale, per nascondere ritardi, inadempienze e inefficienze
varie della pubblica amministrazione. Ma
così non è. «Lʼassessorato – ha spiegato
Milia – è subissato da pressanti richieste
provenienti da più parti, dagli Ersu alle università, dalle scuole paritarie ai Comuni per
le borse di studio agli alunni meno abbienti e
dalle Province per i contributi agli alunni disabili. Le risorse spendibili sono purtroppo
insufficienti e si rende così necessario dosarle per assicurare a tutti il principio fondamentale del diritto alla studio. Posso
rassicurare gli studenti fuori sede che la Regione Sardegna continuerà, come già nel
passato, a tenere nella massima considerazione, la loro situazione».
Redazione
«Medici e infermieri del Sistema sanitario regionale lanciano lʼennesimo grido dʼallarme ad un
governo regionale sordo alle esigenze degli ammalati e che ha orecchie per sentire solo le esigenze politiche della sua maggioranza di
centrosinistra, sempre a caccia di poltrone nelle
Asl. Piuttosto che pensare prioritariamente allʼennesimo cambio di guardia ai vertici delle Asl,
si ascoltino le esigenze degli operatori sanitari,
grazie alla cui dedizione e lavoro un sistema al
collasso si tiene ancora in piedi». Lo dichiara il
capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco
Palese. «Ormai da giorni chiediamo allʼassessore Gentile di venire a riferire in commissione
per fare il punto sul Piano di Rientro e capire
quindi una volta per tutte come stanno le cose
sullo sblocco del turn over indispensabile per
poter garantire alle strutture sanitarie pugliesi il
personale sufficiente ad andare avanti. Chiediamo anche di sapere che fine ha fatto la fase
successiva alla chiusura degli ospedali, ossia
dovʼè finito il personale degli ospedali chiusi e se
e quando partirà la loro riconversione, dove sono
i servizi territoriali alternativi che erano stati promessi e dove gli ospedali nuovi. Chiediamo poi
che fine hanno fatto i quasi due miliardi di euro
di tasse regionali aggiuntive pagati dai cittadini
pugliesi in questi otto anni e, posto che questo
governo regionale non riesce più a garantire neanche i Lea, chiediamo di eliminare subito gli ulteriori 270 milioni di euro di tasse regionali in
vigore nel 2013».
«In Emilia no al registro comunale delle unioni civili»
Redazione
«Condivido la presa di posizione assunta
dal vescovo di Reggio Emilia e Guastalla,
Massimo Camisasca, contro lʼistituzione del
registro delle unioni civili approvata dalla
maggioranza di sinistra del Consiglio comunale di Reggio Emilia». Così si è espresso il
consigliere regionale del Pdl, Fabio Filippi,
secondo cui «quello che desidera la sinistra
è affermare un modello di famiglia alternativo e porre le premesse affinché la diffusione della prassi relativa allʼistituzione dei
registri delle unioni civili conduca allʼapprovazione di una legge del Parlamento che riconosca
come
sostanzialmente
matrimoniali le coppie di fatto e dia valore di
matrimonio ai legami omosessuali. In questo modo però si va verso uno scardinamento della famiglia come istituzione, con
conseguenze profondamente negative sulla
vita sociale e sullʼeducazione dei figli». La
protezione di legittimi diritti della persona potrebbe invece essere assicurata dal diritto
civile, come già in parte avviene – ricorda
Filippi – senza costruire una disciplina comunale delle unioni civili, non prevista nellʼordinamento italiano né istituire un nuovo
registro amministrativo. «Sono convinto che
una concezione laica della presenza dei cristiani nella società si manifesti proprio nellʼaffermazione e nella difesa di un valore di
tutti e non di parte, poiché la famiglia rappresenta il cuore del tessuto stesso della società. In Regione Emilia-Romagna – ricorda
l'esponente del Pdl – è stato recentemente
presentato, dal consigliere Grillini, un progetto di legge sul matrimonio tra coppie
dello stesso sesso. In veste di relatore di minoranza, mi opporrò con decisione a questo
disegno di legge, difendendo la famiglia tradizionale. Nellʼestate del 2012 ho presentato
al presidente della Regione un progetto a favore della famiglia naturale, quella per intenderci prevista dallʼarticolo 29 della
Costituzione, formata da uomo, donna e
possibilmente bambini, ma non è ancora
stato esaminato. Certo è più eclatante, fa
più notizia un progetto di legge che favorisce il “matrimonio" tra due persone dello
stesso sesso, ma in questo modo si va
verso una disintegrazione della società.
Lʼunione tra due persone dello stesso sesso
non può essere assolutamente paragonata
a quella naturale tra un uomo e una donna
che garantisce la continuazione della specie. Un conto è chiedere diritti e nessuno li
nega – conclude Filippi – unʼaltra cosa è
parlare di matrimonio! Famiglia e matrimonio sono valori non negoziabili».chino vuole
«aiutare i Paesi africani a trasformare le loro
risorse in una spinta per la crescita, mettendo in moto uno sviluppo indipendente e
sostenibile». I massicci investimenti cinesi
in Africa sono generalmente ben accetti e
considerati un sostituto accettabile di quelli
dei Paesi "imperialisti" occidentali. Negli ultimi anni anche la Cina è stata tuttavia criticata e le sue imprese accusate di
comportamento predatorio, vale a dire di
sfruttare le materie prime di cui l'Africa è
ricca per foraggiare le esigenze dell' industria cinese senza preoccuparsi dello sviluppo dei Paesi africani. Spesso le imprese
del gigante asiatico impiegano in effetti solo
manodopera cinese e i loro investimenti non
incidono sulla occupazione e sulle condizioni di vita delle popolazioni locali. «La Cina
continuerà a offrire, come sempre, assistenza all' Africa senza chiedere in cambio
contropartite politiche», ha comunque assicurato Xi Jinping in Tanzania. Il numero uno
cinese ha aggiunto che Pechino formerà nei
prossimi anni trentamila tecnici africani e offrirà 18mila borse di studio a giovani del continente per incrementare i trasferimenti di
tecnologia e di esperienza.
Riecco la musica di Eros Ramazzotti,
con l'atmosfera delle spiagge brasiliane
Giorgio Sigona
Eros Ramazzotti ha scelto le
spiagge del Brasile e le atmosfere
esotiche di Rio De Janeiro per il videoclip di “Questa nostra stagione”,
già disponibile sulla pagina ufficiale
Google+
dell'artista
google.com/+ErosRamazzotti. La clip
del secondo estratto da “Noi”, triplo
disco di platino in Italia, sarà disponibile in esclusiva per tre giorni. Protagonista del video è Eros, seduto al
pianoforte in riva al mare di Piratininga di Niteroi, a pochi chilometri
da Rio de Janeiro. Prosegue nel
frattempo il “Noi World Tour 2013”,
il nuovo live che Ramazzotti porterà
nei palasport italiani ed europei nel
corso dell'anno e che ha quintuplicato la data di Milano, triplicato
quella di Verona e raddoppiato
quelle di Torino, Caserta, Monaco,
Bruxelles, Zurigo e Verona. La conclusione della prima parte del tour
avverrà allo stadio Olimpico di
Roma il 21 giugno. Dopo essere
stato il primo artista italiano ad esibirsi live per i suoi fan attraverso l'Hangout, lo scorso 5 novembre
(dov'è stato presentato per la prima
volta in assoluto il singolo di lancio
“Un angelo disteso al sole”), continuano la scelta e l'attenzione di
Eros verso le nuove tecnologie e i
nuovi modi di comunicare direttamente con i suoi fan in tutto il mondo
anche attraverso la piattaforma social di Google che raccoglie oltre
cinquecento milioni di utenti. L'ante-
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prima è stata anticipata da una serie
di iniziative sulla pagina Google+
che hanno coinvolto i fan di Eros in
prima persona, attraverso foto, dediche, hashtag, canzoni.
Lettere
Da Monti nessun guadagno per l'Italia
A quanto pare uno dei meriti che il partitucolo di Monti vanta è quello
di aver tolto al centrodestra quei quattro voti determinanti per andare al governo alla faccia dei grillini e degli smacchiatori di giaguari. Sinceramente mi sfugge quale sia il guadagno per l'Italia,
visto che ci ritroviamo un presunto premier incaricato ridotto a rincorrere i sogni di gloria. Capisco che il sobrio bocconiano non può
cantarsela sui successi in campo economico e le figure da leone in
campo internazionale, ma vantarsi di non aver dato un governo decente al Paese impelagato nella crisi mi sembra troppo.
Xavier Carlo
Come si comporteranno gli Usa con il caso di Amanda?
Alla luce della sentenza che annulla le assoluzioni del caso Kercher, gli Usa restituiranno alle nostre autorità Amanda Knox in un
battibaleno affinché si lasci ri-processare, magari dietro promessa
del nostro governo che non verrà inflitta la pena di morte? Oppure,
trattandosi malgrado Obama di un Paese con gli attributi che per
non si ritrova né sobri premier né ministri incompetenti, ci risponderanno con un sonoro pernacchio?
Domenico Cianca
La testardaggine di Bersani sarà un boomerang
Un binomio Alfano-Bersani sarebbe stato uno scacco matto alla
mancanza di pacificazione che molti addebitano all'Italia considerata “litigiosa e incapace di darsi un equilibrio”. Parliamo di questa
Europa che non sembra allo stato attuale delle cose di essere
quella grande mamma che doveva difendere i Paesi che la componevano, contro l'egida degli Usa e delle potenze emergenti. Bersani sta rifiutando ogni possibile collaborazione da parte del
centrodestra, e questo gli costerà molto caro, specialmente quando
resterà con un pugno di mosche in mano e un nulla di fatto.
Bruno Russo
Mai più ministri dilettanti allo sbaraglio
La mattina dell'8 settembre 1943 il Re d'Italia, ricevendo l'ambasciatore tedesco Rahn, gli diede assicurazione che l'Italia avrebbe
continuato a combattere a fianco dell'alleato fino all'ultimo (da cinque giorni, all'insaputa dei tedeschi, avevamo firmato la resa a Cassibile). A quanto pare, la cultura del tradimento della parola data
sopravvive nel patrimonio genetico della nostra classe dirigente e di
tanto in tanto riemerge, come nella vicenda dei due marò che si intendeva trattenere in Italia. Una cosa, questa vicenda mi ha insegnato: mai più gli ammiragli dovranno fare i ministri della Difesa, né
i nobiluomini-dilettanti i ministri degli Esteri.
Guido Guasconi
L'Italia impotente di fronte alla prepotenza indiana
Totalmente impotente l'Italia nei confronti della prepotenza indiana.
Se avessimo mostrato lo stesso impegno e intransigenza che le
autorità fiscali stanno mettendo per sterminare il ceto medio e la
piccola impresa con la scusa di combattere l'evasione fiscale, l'India sarebbe venuta a strisciare ai nostri piedi chiedendo umilmente
scusa e proponendo in segno di pace di diventare una nostra colonia.
Mario Panicucci
Non dimentichiamo la potenza atomica indiana
Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello
con la pistola è un uomo morto, come diceva Clint Eastwood. L'Italia
ha la pistola, ne ha tante, le produce e sa anche farle molto bene.
Ma l'India ha la bomba atomica.
Pamela d'Aresti
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
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7 agosto 1990 n. 250
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Bersani sempre in un vicolo cieco Dopo il no del