Istituto di 1°grado “Galileo Galilei”
Reggio Calabria
Anno scolastico 2009/2010
PROGETTO LEGALITA’
La Commissione “Progetto Legalità” ha pianificato le seguenti tematiche da affrontare, nel corso
del corrente anno scolastico, in tutte le classi dell’Istituto :
CLASSI PRIME
La regola : cos’è la regola?
Conoscenza e rispetto delle regole
Io e gli altri: in famiglia, a scuola,
nell’ambiente che mi circonda,ecc.
Prodotto finale :
Decalogo di comportamento con illustrazioni,
vignette e fumetti( possibilmente in formato A4),
cartelloni, ecc :
Io in famiglia
Io a scuola
Io nell’ambiente che mi circonda
CLASSI SECONDE
Conoscenza della Dichiarazione dei diritti del
fanciullo
L’infanzia negata
Prodotto finale :
Commento e rappresentazione grafica dei più
significativi articoli di suddetta dichiarazione e
delle problematiche relative all’infanzia negata
CLASSI TERZE
Cos’è la Costituzione?
La Costituzione Italiana e la Costituzione
Europea a confronto
ONU - Pace - Non Violenza
La legalità nel mio territorio
ATTIVITA’ :
Partecipazione a
convegni,conferenze/ dibattiti,
manifestazioni e concorsi legati a tali
problematiche.
Incontri con esperti esterni,
magistrati, forze dell’ordine, enti
locali, ecc.
PRODOTTO FINALE:
Articoli, elaborati di vario genere,
lavori multimediali e/o mostre
attinenti alle suddette tematiche.
Partecipazione ai Concorsi:
“ Facciamo la Pace” ,“ Gerbera
Gialla: fiore della memoria”
Nel progetto sono stati coinvolti:
i docenti facenti parte della
Commissione “Progetto Legalità”
tutti gli alunni, in particolare le
terze classi
Sono stati effettuati incontri nelle
seguenti sedi:
presso l’Associazione Riferimenti,
Zep “Gerbera gialla”con il
comandante della polizia dott.
Angelosanti
presso il cinema Odeon con la
presenza del dirigente del
coordinamento Riferimenti, Zep
Gerbera gialla, Adriana Musella, del
questore Carmelo Casabona.
Sono stati effettuati incontri
nell’aula magna della scuola con:
il procuratore del Tribunale dei
minori, dott. Carlo Macrì
il magistrato dott. Nicola Gratteri
il magistrato dott. Roberto Di
Palma
il questore dott. Carmelo
Casabuona
dott. Cosimo Fazio, dirigente
della Legione Carabinieri di Roma
dott. Gangemi, magistrato
Nelle attività, attuate nel corso dell’anno scolastico, rientra il progetto “Nuovi
linguaggi di legalità” che il Comune di Reggio Calabria - Settore Politiche Educative,
Giovanili e delle Pari Opportunità – ha proposto, al fine di contribuire allo sviluppo
della cultura della non violenza e dell’educazione alla legalità, poiché tali iniziative
“vedono nella scuola il luogo privilegiato in cui i diritti e le libertà di tutti, nel rispetto
reciproco, trovano adeguato spazio di realizzazione”.
L’Associazione Culturale Esperimenta - Teatro ha avuto affidato il compito di
organizzare il progetto che ha visto coinvolta la classe 2^ D dell’Istituto di 1° grado
“Galileo Galilei”. Il breve percorso guidato, che ha avuto come fase conclusiva la
produzione di elaborati vari, si è articolata in tre incontri:
1°incontro: presentazione del progetto e inizio delle attività sui temi:
“ Educazione alla legalità”, “I diritti del fanciullo”, “La Costituzione italiana”
2°e 3°incontro: al lavoro sulla legalità
4°incontro: raccolta degli elaborati da esporre alla mostra
Risultati finali attesi
Educativi: educare alla convivenza civile
Formativi: formare comportamenti di relazione civile
Cambiamenti comportamentali: gestire la possibile aggressività
Artistiche: acquisire nuove modalità creative e comunicative
Obiettivi
Riconoscere regole di corretto comportamento nella famiglia, nella scuola, nella comunità
più vicina
Interiorizzare il concetto di sé e dell’altro come portatore di bisogni, istanze
Acquisire consapevolezza dei comportamenti prevaricanti nei confronti degli altri
Acquisire progressivamente comportamenti autonomi nei confronti degli adulti
Maturare comportamenti di rispetto delle cose come “bene pubblico”
Acquisire consapevolezza delle proprie potenzialità e dei propri limiti, da valorizzare e da
integrare nel rapporto con gli altri
Far propri progressivamente, i significati di libertà, solidarietà, sicurezza
Riconoscere nella famiglia, nella scuola, nella società, esperienze di libertà, solidarietà,
sicurezza
Acquisire consapevolezza dei ruoli diversificati ma interdipendenti, dell’uomo e della donna,
nella famiglia e nella società
Prendere coscienza dei fenomeni di aggressività, dipendenza, isolamento, nella famiglia,
nella scuola, nella società, e delle relative conseguenze
Acquisire la consapevolezza che le norme e le leggi
regolano la vita associata e che la condivisione e il rispetto
delle stesse costruiscono la convivenza civile
I RAGAZZI SCRIVONO …
CONCORSO “GERBERA GIALLA” 2009-2012
...per una scuola che vuole conoscere
GENNARO MUSELLA
Reggio Calabria, 3 maggio 1982, ore 8:45. L’ennesima vittima di mafia è Gennaro Musella, un imprenditore
galantuomo, la cui vita, in un Paese normale, non avrebbe dovuto correre rischi di sorta, se si fosse adattato a fare
quello che innumerevoli altri facevano: subire la prepotenza, piegarsi al ricatto, mettere il costo della tangente fra
le altre spese aziendali. E così non sarebbe morto, ma il professionista aveva deciso di non subire, di non
piegarsi; non si è uniformato a una “regola d’onore”, che sentiva insopportabile, odiosa!
Ha vissuto negli anni in cui, nella nostra Reggio, si viveva con la paura e la morte nel cuore: la sicurezza era
veramente compromessa; continui i massacri; inquieti i risvegli, al suono delle sirene.
Era più che “guerra” di mafia: mattanza forse, come per i tonni! Le strade cittadine erano diventate luoghi
privilegiati di scontri tra cosche contrapposte per il predominio territoriale. Di morti ammazzati ce ne sono stati
tanti, con una violenza, a volte plateale, manifestamente crudele. Ci si barcamenava fra tangenti e “mazzette”, con
ricorrenti attentati, che distruggevano aziende e limitavano la libertà delle imprese. L’economia era asservita al
prepotere mafioso, che aveva di mira l’accaparramento degli appalti e la strumentalizzazione delle strutture
imprenditoriali. Si respirava una palpabile logica clientelare. La mafia era un proprio status culturale, una
presenza socialmente costante, sostenuta anche dalla corruzione dei pubblici poteri e dalle infiltrazioni nei partiti
politici. Erano molto diffuse l’omertà individuale, l’indifferenza sociale e l’accettazione passiva della violenza. Si
credeva che fosse più forte chi, capace di uccidere o di ordinare un assassinio, rimaneva impunito; chi
corrompeva, per arricchirsi, o si faceva corrompere, per aumentare il suo conto in banca; chi per costruire un
“castello” di lusso e di potere, sapeva essere un buon usuraio; chi disponeva di numerosi affiliati, sempre pronti
ad usare la lupara. I pacifici, i miti, gli onesti venivano considerati perdenti e relegati ai margini.
La vita, in quegli anni, sembrava essersi ridotta ad una dura competizione, dove era fondamentale essere o
dimostrare di essere tra i migliori, a qualsiasi costo. Gli arroganti, i prevaricatori, i prepotenti, gli aggressori, i
violenti si credevano i “numeri uno”, rifiutavano le regole, esercitavano piccoli e grandi soprusi, presumevano di
possedere degli spazi di loro competenza. Esistevano dei veri e propri luoghi del non - diritto, concessi, a volte,
da una colpevole tolleranza dei cittadini e dalla incapacità di organizzare un efficiente sistema di sicurezza.
Sembrava non ci fossero più, nella nostra città, principi assoluti, che non ci fosse più la netta divisione tra
il bene e il male. I mafiosi parlavano poco, non davano niente, ma chiedevano molto; offrivano protezione
al fine di schiavizzare materialmente e mentalmente; con il denaro volevano comprare tutto, anche le idee,
le convinzioni! La criminalità organizzata prometteva ai cittadini onori, ricchezza e poteri, in cambio
dell’anima. Gennaro Musella ha reagito sempre con determinazione alle prevaricazioni mafiose; non è mai
sceso a compromessi; non si è arreso alle intimidazioni, ai soprusi, ai ricatti, alle minacce e ha dato
sempre risposta ai sentimenti del suo cuore. Ha avuto il coraggio di dire di no e così ha dato significato alla
sua vita. Si è saputo opporre al giogo delle mafie e ha saputo cercare alternative di libertà e di giustizia.
Aveva capito che pagare una tangente equivaleva perdere la dignità. Lo sconforto lo avrà certo assalito più
volte; avrà provato senz’altro sentimenti di angoscia, di paura, di solitudine, ma, con il suo coraggio,
ritrovava, ogni mattina, la forza di ricominciare, con un sorriso da donare a tutti, con la gioia di sentirsi
cittadino e non suddito. Ha sempre agito in base al puro senso del dovere; non si è mai nascosto dietro a
scuse o giustificazioni, del tipo: “Ma lo fanno tutti”! E’ stato un uomo mite, forte soltanto della sua lealtà,
della sua autenticità , della sua passione per la famiglia, per il lavoro, per la sua città. Con una profonda
coscienza civica, è sempre stato trasparente nelle parole e nei pensieri. Ed è così che un uomo, onesto e
libero, si ritrova eroe, un eroe che non ha avuto paura, che ha sacrificato la sua vita per una ragione e per
un ideale. E noi tutto questo potremmo dimenticarlo!? E’ importante ricordare per capire, essere, agire,
costruire il nostro presente.
Così chi, in quella tiepida mattina di primavera, ha commesso una simile barbarie, non riuscirà mai a
uccidere i sentimenti, gli ideali di Gennaro Musella; così noi daremo valore alla sua morte. Dobbiamo
essere occhi, bocca e gambe di chi non c’è più. Dobbiamo impegnarci, nella nostra quotidianità, a
osservare le regole, a rispettare tutti, a dire sempre la verità, offrendo il nostro esempio a chi genera
prepotenza, disordini, violenza.
Così, forse, ricorderemo consapevolmente il sacrificio di Gennaro Musella e, con la nostra testimonianza,
non permetteremo che sia ucciso un’altra volta. Serve, però, la collaborazione di tutti, perché è solo
unendo insieme le forze individuali, sociali ed istituzionali, che tutto potrà essere possibile, realizzabile.
Così la “gerbera gialla” potrà rifiorire ogni giorno, così, nella nostra città, si potrà ancora assaporare il
gusto della verità e della libertà; così potremo sentire ancora il profumo di una speranza che non cede mai
il passo alla rassegnazione; così la vita si prenderà la sua rivincita sulla morte; così la nuova “Via Gennaro
Musella” non sarà più la strada del massacro, ma la strada-simbolo del riscatto.
CLAUDIA BUONAFEDE – EMILIADI GIORGIO 3C
Elisa Fabrizia Naimo, 3^C
Una vita, un simbolo
Una vita. Una sola vita per assicurare il nostro futuro …
Una sola vita per combattere l’ombra del male che avvolge segretamente il nostro mondo…
Una sola vita per aprirci gli occhi, per invitarci a lottare, per unirci.
Una vita luminosa che è stata spenta da un vile atto criminoso il 3 maggio 1982, a Reggio Calabria, dilaniata da una
bomba, nella sua autovettura.
E’ morto così, l’ingegnere salernitano Gennaro Musella, che aveva trasferito in Calabria la sua azienda per lavori di
opere marittime; uomo semplice e generoso, pronto ad aiutare chiunque, a fare del bene.
Questo delitto è stato inquadrato dagli investigatori nella gara tra le imprese per l’assegnazione dell’appalto per il
porto di Bagnara Calabra. In particolare, i carabinieri del nucleo reggino denunciarono per quell’appalto
un’associazione tra la ‘ndrangheta e la mafia catanese, guidate dai capi Paolo De Stefano e Nitto Santapaola.
L’ingegnere Musella aveva denunciato in un esposto le connivenze tra gli Enti della Pubblica Amministrazione e
alcune imprese siciliane. Per la sua integrità morale, per la sua correttezza, per la sua onestà è stato barbaramente
assassinato. Lo Stato però, non ha dato mai una vera e sicura risposta al delitto Musella.
Nel 1993 il caso è stato riaperto dalla DDA, dopo essere stato archiviato nel 1988.
Solo nel 2008, dopo 26 anni di incertezze, il Ministero dell’Interno, ha riconosciuto l’ingegner Gennaro Musella come
vittima della mafia.
Per il suo sacrificio, quest’uomo di grande generosità viene ricordato dalla città di Reggio come persona onesta e
sincera, ogni anno, il 3 ed il 4 maggio con le giornate nazionali della gerbera gialla.
Inoltre, gli è stata intitolata la via in cui si è consumato il terribile omicidio, con una cerimonia che è partita da via
Apollo e si è conclusa a piazza Duomo.
Per non dimenticare, per non archiviare la sua memoria, è nato il simbolo della gerbera gialla, dedicata a tutte le
vittime della criminalità organizzata, che non hanno avuto paura di schierarsi contro il male, contro questo grande
flagello che indebolisce la nostra unità: la mafia. Questa sola parola potrebbe far impensierire i nostri animi,
potrebbe turbarci; è una parola che, invece, non ha spaventato lui, Gennaro Musella, che ha continuato a lottare,
incurante del pericolo che stava correndo.
Egli ci ha lasciato una grandissima, importante verità: non bisogna arrendersi alle organizzazioni criminali come la
‘ndrangheta, ma lottare, tutti insieme, per estinguere questa “mala pianta” che infesta non solo la nostra società
calabrese, ma anche l’intero territorio nazionale ed ha ramificazioni in tanti Paesi esteri,come si legge nel libro
scritto dal magistrato Nicola Gratteri, intitolato, appunto, “ La malapianta”.
Se non ci arrenderemo all’imperio e alla protervia di quella che è stata definita “la più potente e feroce
multinazionale del crimine”, l’impegno e gli sforzi di Gennaro Musella, come delle altre vittime della mafia, non
saranno dimenticate e la sua, la loro lotta, non sarà stata vana.
Egli ci ha lasciato una grandissima, importante verità: non bisogna arrendersi alle organizzazioni criminali
come la ‘ndrangheta, ma lottare, tutti insieme, per estinguere questa “mala pianta” che infesta non solo la
nostra società calabrese, ma anche l’intero territorio nazionale ed ha ramificazioni in tanti Paesi esteri,come si
legge nel libro scritto dal magistrato Nicola Gratteri, intitolato, appunto, “ La malapianta”.
Se non ci arrenderemo all’imperio e alla protervia di quella che è stata definita “la più potente e feroce
multinazionale del crimine”, l’impegno e gli sforzi di Gennaro Musella, come delle altre vittime della mafia, non
saranno dimenticate e la sua, la loro lotta, non sarà stata vana.
In questa prospettiva assume un ruolo determinante l’impegno di noi giovani studenti. Il nostro compito
fondamentale è quello di studiare per essere in grado di non restare passivi di fronte all’ingiustizia, alla
prepotenza ed all’illegalità; è quella di credere fortemente nei sani principi e nei giusti valori acquisiti anche e,
soprattutto, con la cultura.
Siamo noi, infatti, la società del futuro, siamo noi che avremo in mano le sorti del nostro territorio e siamo
ancora noi che, grazie al nostro sapere, potremo far trionfare il bene e la giustizia. Solo la cultura può farci
schierare dalla parte giusta e cioè dalla parte della legalità, dalla parte di Gennaro Musella.
Pertanto il compito spetta ora a noi tutti, solo a noi, che dobbiamo rimanere insieme, come fratelli, e coalizzarci
per un solo obiettivo: sconfiggere la criminalità, per restaurare, così, un mondo di pace e fraternità. Dobbiamo
perciò fare del nostro meglio per continuare il suo grande lavoro e renderlo sempre più efficace, perché la
mafia non è eterna come lo è, invece, il bene che ci unisce; non è forte quanto l’amore che possiamo e
dobbiamo prometterci.
Quanto a me, desidero ancora ricordare e ringraziare questo coraggioso uomo con pochi, semplici versi, nati
dal cuore.
Marco Russo,3^A
IL RICORDO
Tu, semplice ma grande
uomo, hai lottato
per il nostro futuro.
Tu, uomo d’innata
generosità, hai lasciato
un messaggio a noi tutti.
Tu hai affrontato, impavido,
la segreta malvagità
che ti avvolgeva.
Ora il tuo ricordo ci guida,
ci incita a lottare,
si insinua nelle nostre
coscienze come un germoglio
che, giorno dopo giorno,
attinge nuova linfa.
E tu non sarai certo ricordato
come un’anima ormai spenta,
ma come un fiore
sempre schiuso, che dispensa
energia e coraggio.
Sarà il trionfo del Bene,
che onorerà la tua memoria.
Marco Russo,3^A
La bilancia della giustizia
Laboratorio di Arte
Premessa
L’operatività che si realizza in laboratorio è da considerarsi una meta-competenza,
cioè una competenza che costruisce competenze; strumento ed insieme origine
dell’elaborazione astratta; è anche terreno creativo per eccellenza in cui, a livello
concreto ed astratto, si realizzano associazioni, si inventano soluzioni, si formulano
ipotesi, si dà forma ad immagini ed idee.
Ogni situazione attiva più o meno strutturata, infatti, costituisce di fatto un contesto
cognitivo, in cui l’individuo è protagonista del processo che porta alla conoscenza.
L’espressione artistica è, dunque, un esperienza globale, che ha soprattutto bisogno
di essere attivata, di tempi in cui concretizzarsi in momenti globali e flessibili, aperti
alle trasformazioni, in cui l’insegnante è animatore di esperienze più che trasmettitore
di contenuti e modelli predeterminati.
Ala luce delle considerazioni fin qui espresse, si ritiene che la padronanza degli
strumenti tecnici, insostituibile e trasversale in tutto il processo cognitivo, non
costituisca il solo obiettivo del progetto, ma, indirizzata ad esplicitare ipotesi e
percorsi formativi, possa promuovere lo sviluppo di competenze che portino non solo
acquisizioni di singoli saperi ma attitudini quali:
Il formulare ipotesi e ricercare soluzioni
L’uso di linguaggi grafico - pittorici
L’apprendimento di nuove strategie comunicative
L’acquisizione di procedure tecniche
Il trasmettere ad altri le competenze acquisite
L’obiettivo generale tenderà a sviluppare le abilità manuali con l’arte del decoro artigianale.
Finalità
Consapevolezza della cultura dei valori civili
Consapevolezza della necessità di perseguire, conquistare, proteggere
le condizioni di dignità, libertà, solidarietà, sicurezza
Consapevolezza dell’identità e della socialità
Consapevolezza della cittadinanza attiva
Promuovere, nei ragazzi, l’affinamento delle capacità creative,
comunicative ed espressive, mediante la sperimentazione di materiali e
tecniche operative
Consolidare le competenze relative alla capacità di lettura ed
interpretazione di messaggi visivi
Acuire le capacità percettive del “circondo umano”
Conciliare l’esperienza con le tecniche espressive, la conoscenza delle
proprie radici culturali e delle forme artistiche presenti sul territorio, per
formare dei futuri cittadini consapevoli
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PROGETTO LEGALITA` La bilancia della giustizia