Corso II livello RM C
Roma 11 aprile 2013
a cura di Maria Vittoria Musella
Obiettivo della giornata formativa
 A partire
dagli elementi emersi nelle
precedenti giornate condividere nel gruppo
in formazione i punti del processo di presa
in carico della donna vittima di violenza su
cui lavorare per una successiva
formalizzazione (linee guida, protocolli,
ecc …)
 Valutare il percorso fatto in questo corso.
a cura di Maria Vittoria Musella
Organizzazione della giornata

8 e 30: Presentazione Obiettivi e contenuti della giornata formativa
Panoramica sul corso di II livello: tematiche emerse

9 e 30: Presentazione in plenaria di un caso: L’aula suddivisa in tre
gruppi costituiti in equipé multiprofessionale deve ipotizzare
un progetto di rete secondo le procedure elaborate durante
il percorso formativo

11 e 30: pausa caffé

11 e 45: Plenaria per condividere il lavoro emerso nel gruppo
Momento valutativo e somministrazione di questionari
a cura di Maria Vittoria Musella
Il percorso fatto: proviamo a
ricomporre il puzzle
a cura di Maria Vittoria Musella
Analisi del processo avviato dopo il
corso di primo livello: punti di forza
 Livello
individuale e professionale:
maggiore conoscenza e consapevolezza
del problema
 Livello organizzativo del proprio contesto
di riferimento: Valorizzazione delle
competenze acquisite
 Livello macrocontesto RM/C: Conoscenza
tra i servizi
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Punti critici trattabili





Difficilmente la rete viene attivata anche se
laddove succede si registrano risultati positivi
Scarsa conoscenza dei servizi
Il personale dei servizi non è tutto formato
Rischio di rimanere su relazioni tra persone e
non tra organizzazioni
Mancanza in molti contesti di una figura
professionale con competenze legali
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Punti critici

Il contesto attuale in cui il sistema dei servizi
sociali e socio-sanitari nel Lazio e nell'intero
Paese sta attraversando uno dei momenti più
difficili e complessi per i continui tagli alla spesa
effettuati sia a livello centrale che dalle
amministrazioni locali con una conseguente
riduzione dell’offerta di servizi
 Difficoltà nel sensibilizzare in alcuni contesti il
livello politico sul tema
 Assenza delle forze dell’ordine per problemi
strutturali interni
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Ipotesi di lavoro sulle criticità e punti di
forza.
Lavorare dal “basso” per definire prassi e
procedure e costruire una ipotesi di “modello di
rete” da proporre in vista di una successiva
istituzionalizzazione e formalizzazione (Linee
guida)
 Conciliare obiettivi istituzionali dei servizi con
obiettivi di prevenzione della violenza sulle
donne
( percorsi di prevenzione nei servizi e nelle
scuole)

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Ipotesi di lavoro sulle criticità e punti di
forza.
 Favorire
una maggiore conoscenza tra
servizi e operatori (costruire una
“mappatura ragionata ” dei servizi
definendone i campi)
 Utilizzare il materiale formativo del primo e
del secondo livello per una formazione
interna al servizio
a cura di Maria Vittoria Musella
Lavoro del 24 gennaio
Il lavoro di rete nella presa in carico dei
casi di violenza.
L’équipe integrata interna ed esterna:
metodologie, nodi critici, la funzione di
regia.
a cura di Maria Vittoria Musella
Necessità di lavorare su un pre-requisito
connesso alla dimensione culturale
 Confrontarsi
sull’idea che si ha della
violenza di genere;
 Confrontarsi sull’ ”impensabilità” della
violenza per cui spesso si tende a
riportare tutto nella cornice del conflitto.
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Il lavoro di rete nel contrasto alla
violenza sulle donne

Violenza problema complesso che richiede un
approccio integrato
ma ….
↓
La rete non è spontanea e non è paritaria per cui il
presupposto di un lavoro di rete è lavorare sulle
diffidenze dovute ai diversi pensieri che circolano
sulla violenza
a cura di Maria Vittoria Musella
Elementi di premessa per un lavoro
di rete
Una rete non spontanea e non paritaria
 Non spontanea … necessaria ma scomoda
integrazione tra servizi di cura
 Non paritaria … asimmetria della relazione di
rete per
 Codici diversi
 Linguaggi diversi
 Approcci e prospettive diverse
 Contrasto tra lavoro di cura e percorso
giudiziario.
a cura di Maria Vittoria Musella
Tipologia dei “modelli di intervento”
Tipologia
Vantaggi
Svantaggi
Servizi specialistici Fa emergere il
È un’equipe creata fenomeno
ad hoc
Costi elevati
Rischio di deresponsabilizzazio
ne dei servizi
Equipe integrata
tra i Servizi
territoriali che si
riunisce ad hoc
Fortemente legata
alle dinamiche
politiche degli enti
Fortemente
conflittuale x
differenze
Diffusione della
competenza
Favorisce la
interdisciplinareità
Costi più contenuti
a cura di Maria Vittoria Musella
Simulazione di un equipè su un caso:
Rielaborazione delle osservazioni
Domande che non vengono fatte … non c’è
una ricostruzione dei “pezzi”, si danno per
impliciti i problemi
La funzione dell’equipè è anche uno spazio
per pensare, valutare, condividere le
ricostruzioni dei problemi
Avere una prospettiva di “violenza” permette
di allargare la visuale del problema e di
esplorare i “dubbi”
a cura di Maria Vittoria Musella
7 febbraio: L’accoglienza e l’ascolto
Momenti determinanti per l’ ”aggancio” e la
presa in carico delle donne vittime di
violenza
Necessità di ripensare e strutturare
questi momenti
a cura di Maria Vittoria Musella
Quali competenze per l’ascolto
Competenza relazionale che si gioca su
3 elementi fondamentali:
 flessibilità,
 sospensione del giudizio,
 capacità di leggere e gestire le proprie
reazioni emotive.
“sviluppare nuove competenze, andare oltre le rigidità
cognitive, i protocolli, i freddi linguaggi da cartella clinica,
da logica diagnostico-terapeutica.”
a cura di Maria Vittoria Musella
Quali competenze per l’ascolto


Ascolto e prima accoglienza delle donne

Efficacia nell’”aggancio” in qualsiasi punto della rete e
quindi nella presa in carico
Importanza del ruolo degli operatori di front - office
nell’approccio con l’utenza:
consapevolezza delle dinamiche proprie della violenza di
genere,
consapevolezza del proprio mondo interno ed utilizzo
delle proprie emozioni come una risorsa preziosa.
a cura di Maria Vittoria Musella
Come strutturare
lo spazio dell’ascolto
ELEMENTI FONDAMENTALI
 Setting
riservato e protetto anche se non
necessariamente formale
 Strumenti
necessari: narrazione e
colloquio
-
a cura di Maria Vittoria Musella
Come strutturare
lo spazio dell’ascolto
STRUMENTI FONDAMENTALI
 Utilizzo della narrazione per dare parola
all’inespresso, dare voce alle emozioni;
 Costruire nei servizi una pista di conduzione
del colloquio per sostenere gli operatori nel
cogliere i segnali
a cura di Maria Vittoria Musella
Pista per la conduzione di un colloquio:
Cogliere i segnali … individuare ed avere
presente la fase del ciclo della violenza
Remissione
Tensione
Negazione
a cura di Maria Vittoria Musella
Pista per la conduzione di un colloquio: ogni
fase del ciclo è caratterizzata da emozioni e
segnali che vanno “letti”

Quali campanelli di allarme e quali aree presidiare nel colloquio ???
La tensione … Timore. Paura. Terrore
L’aggressione …Collera;Umiliazione;Tristezza;Impotenza;Disperazione
La negazione…Responsabilizzazione;Colpevolizzazione;Auto-accusa
La remissione…Speranza di un cambiamento;Cancellazione della
violenza vissuta;Sforzi per minimizzare, scusare, negare i fatti
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21 febbraio: Gli aspetti emersi dal
lavoro dei gruppi

Condivisione di procedure di accoglienza
dell’utenza
 Protocolli per favorire l’integrazione tra servizi
 Forte problematicità dell’integrazione sociosanitaria nel contesto di riferimento (Piani di
zona e piani ASL, problema di circolazione
informazioni e comunicazione)
 Fare rete con il terzo settore
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Gli aspetti emersi dal lavoro dei
gruppi


In preparazione dell’incontro con la Kustermann ed il suo modello di
intervento, ci siamo interrogati sui punti da cui partire per sviluppare
un percorso di maggiore collegamento e connessione tra i servizi.
La prima considerazione ha riguardato la forte problematicità
dell’integrazione socio-sanitaria nel contesto di riferimento (Piani di
zona e piani distrettuali ASL, problema di circolazione informazioni e
comunicazione)
A partire da questa considerazione si è evidenziata la necessità di:



Favorire una condivisione di procedure di accoglienza dell’utenza
Muoversi verso protocolli per favorire l’integrazione tra servizi
Fare rete con il terzo settore
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7 marzo: Rielaborazione incontro
Aspetti del contesto su cui riflettere:
 Necessità di coinvolgere il front office
(pronto soccorso, pua, ecc..)
 La rete va formata dal “basso” e poi
formalizzata in protocolli
 Necessità di forte motivazione per
trattare il tema della violenza
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Rielaborazione incontro
 Sinergie
con il terzo settore per garantire
una continuità della presa in carico
 Ricerca
di finanziamenti (es. Min. pari
opportunità, Comunità europea,..)
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21 marzo: La violenza domestica: il conflitto
di interessi nella tutela della madre e dei figli
 Le
diverse prospettive professionali e
organizzative nei servizi da coinvolgere:
 I criteri da adottare
 Le aree da osservare
 I Soggetti coinvolti (con particolare
attenzione ai minori)
a cura di Maria Vittoria Musella
La differenza tra conflittualità e violenza
riguarda:
La tipologia di relazione
Le forme di espressione
Le modalità di gestione
I tentativi di risoluzione
a cura di Maria Vittoria Musella
Quali aree osservare
 Tipologie
e dinamiche degli atti violenti;
 Stato di salute psicofisica e
comportamentale delle vittime
 Stato di salute psicofisica e
comportamentale dell’autore;
 Contesto familiare e sociale;
 Relazioni con i servizi;
 Risorse personali, familiari, ambientali
a cura di Maria Vittoria Musella
Elaborazione lavori di gruppo 1
 Tipologie
e dinamiche degli atti violenti:
Valore che la famiglia da al sintomo;
analisi dell’invio e della motivazione (chi è
il cliente esplicito?)
Modalità di esplosione del fenomeno
violento
a cura di Maria Vittoria Musella
Elaborazione lavori di gruppo 2
 Stato
di salute psicofisica e
comportamentale delle vittime:
tipologia dei comportamenti del minore
verso i genitori; indagare tappe evolutive e
relazione tra pari; comportamenti
inadeguati segnalati
a cura di Maria Vittoria Musella
Elaborazione lavori di gruppo 3
 Contesto
familiare e sociale:
storie famiglie di origine e relazione;
condizioni problematiche (dipendenza,
salute mentale..); integrazione sociale
della famiglia (rete amicale, radici
culturali,..)
a cura di Maria Vittoria Musella
Elaborazione lavori di gruppo 4
 Relazioni
con i servizi:
tipologia del rapporto con i servizi
diffidenza /ambivalenza/manipolazione
(l’ ambivalenza è più tipica nei casi di
violenza mentre la relazione manipolativa
nei casi di conflitto)
a cura di Maria Vittoria Musella
Come lavoreremo oggi?
 Momento
di valutazione del percorso
formativo
 Prova pratica (per gli ECM):
Presentazione in plenaria di un caso.
L’aula suddivisa in tre gruppi costituiti in
equipé multiprofessionale deve ipotizzare
un progetto di rete secondo le procedure
elaborate durante il percorso formativo
a cura di Maria Vittoria Musella
Le piste di lavoro per elaborare il
progetto di intervento
fasi del processo (rilevazione –
progettazione intervento – protezionevalutazione del trattamento)
 I contributi dei diversi soggetti (sociali ,
sanitari, terzo settore …)
 Gli strumenti da attivare (equipé ad hoc..)
 Le
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Alcuni aspetti di cui tener conto nel
progetto
di accoglienza dell’utenza
 Convocazioni di equipe ad hoc
 Comunicazione e relazione tra i servizi
sociali e i sanitari
 Altri soggetti da coinvolgere
 La relazione con il terzo settore
…
 Procedure
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Il caso

La sig.ra Elena, rumena, si presenta al Pronto
Soccorso con un dente rotto ed un ematoma al
viso; appare molto chiusa e diffidente, racconta
che è il frutto di un litigio con il compagno
 Si è presentata con le due figlie, Anna di 9 anni
figlia del matrimonio con un uomo rumeno e
Giada di 5 anni, figlia della relazione con
Peppino
 Dopo essere medicata chiede di essere aiutata
a denunciare Peppino che a suo dire maltratta
lei e le bambine, soprattutto Anna, chiamandola
anche bastarda e chiudendola fuori al balcone.
a cura di Maria Vittoria Musella
Il caso




Al colloquio è confusa. Le si propone di andare in una
struttura di accoglienza, ma dice di voler tornare a casa
a pensare perché tanto Peppino è partito per lavoro.
Dal Pronto Soccorso le danno alcuni riferimenti:
l’assistente sociale del territorio, il Consultorio familiare,
il Centro antiviolenza., il Comando di polizia
Dopo una settimana la signora si presenta al Comando
di Polizia e fa una denuncia contro Peppino. Il comando
chiama i servizi sociali vista la presenza delle due
bambine.
L’èquipe si riunisce per discutere sul caso.
a cura di Maria Vittoria Musella
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11 e 30