COMUNE DI VERBICARO
(PROVINCIA
DI
COSENZA)
Opuscolo informativo
per le famiglie sulla dislessia
in età evolutiva
A C U R A D E L D O T T. M I C H E L E C I R E L L I
2
Introduzione
I
l presente opuscolo che avete tra le mani, presentatoci dal Dott. Michele
CIRELLI, costituisce in prima istanza l’impegno attivo da parte
dell’Amministrazione Comunale di far conoscere alle famiglie e ai genitori questo
problema inerente il disturbo di lettura nel bambino in età scolare.
Tutti siamo consapevoli dell’importanza che la scrittura e la lettura rivestono nelle
nostre attività quotidiane e di come uno svantaggio sociale in tali ambiti può
pregiudicare lo sviluppo, il futuro e la vita di un bambino.
Lo scopo che ci siamo proposti di raggiungere è quello di informare e di prevenire
per tempo la presenza di tale sindrome; poiché una corretta informazione gioverà
sensibilmente alla crescita civile dei cittadini verbicaresi e consentirà altresì di
migliorare le capacità educative dei genitori nei confronti dei propri figli.
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Che cos’è la Dislessia
La Dislessia, come disturbo evolutivo, rientra nel novero dei cosiddetti disturbi
specifici dell’apprendimento diagnosticati per la prima volta nella fanciullezza (DSMIV, ICD-10); essenzialmente si caratterizza per il fatto che il bambino non sa leggere e
la lettura e poi la scrittura alle quali il bambino va incontro risultano essere abbastanza
compromesse, in presenza di una normale intelligenza e di adeguate opportunità di
sviluppo in ambito familiare, relazionale e sociale.
Secondo la Orton Dyslexia Society la Dislessia è un disturbo specifico su base
linguistica, di origine costituzionale, caratterizzato da difficoltà nella decodifica di parole singole,
spesso inattese in rapporto all’età, alle abilità cognitive e scolastiche, non attribuibile a un
disturbo generalizzato dello sviluppo o a una menomazione sensoriale. Essa si manifesta con
gradi variabili di difficoltà in differenti forme di abilità linguistica.
La caratteristica fondamentale delle Dislessia evolutiva è data dal fatto che il livello
di capacità di lettura raggiunto dal bambino (la precisione, la velocità e la
comprensione) si presenta al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età nei test
psicologici.
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Come e quando ci accorgiamo di questo disturbo?
Le difficoltà nel leggere e nello scrivere possono essere osservate nel momento in cui il
bambino nell’ultimo anno della scuola materna o dell’infanzia incomincia a svolgere
esercizi di pre-scrittura e pre-lettura. Tuttavia, per poter svolgere una diagnosi accurata
bisogna aspettare che il bambino frequenti la seconda, terza elementare dove il
problema si conclama, ossia quando i processi di lettura e scrittura dovrebbero
diventare automatizzati (per velocità, correttezza e precisione) e invece non lo sono e
che quindi possono ostacolare il prosieguo delle classi successive.
Da un punto di vista clinico vengono spesso riferite da genitori e soprattutto dagli
insegnanti ed educatori difficoltà sostanziali nello svolgimento dei compiti scolastici,
un rifiuto categorico nel leggere, scrittura scorretta e grafia confusa: i bambini dislessici
appaiono lenti, svogliati, vengono spesso definiti come “vagabondi”, mancano di
concentrazione, non sono attenti e che “dovrebbero applicarsi con maggiore impegno
nello studio”; nella sfera emotiva presentano disturbi di apatia e disturbi di origine
psicosomatica (i famosi “mal di testa”, “mal di pancia” ect.) nei confronti della scuola,
mentre sono molto abili e molto capaci nelle altre attività quotidiane come nel gioco
nelle sue varie modalità, negli aiuti domestici e altre competenze inerenti l’età.
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I disagi psicologici di un bambino con dislessia
Un bambino affetto da Dislessia evolutiva presenta sempre dei disagi psicologici di
varia natura i quali sono la diretta conseguenza del suo disturbo primario; infatti, egli è
proprio il primo ad avvertire le proprie difficoltà con ripercussioni sulla propria fiducia
e sulla propria autostima le quali possono pregiudicare la formazione e lo sviluppo
della personalità adulta. Il vissuto di tale disagio può tradursi in veri e propri disturbi
del comportamento, atteggiamenti di disinteresse e stili negativi di relazione o altri
tratti psicopatologici.
Da questa prospettiva diviene molto importante che l’ambiente di appartenenza, la
famiglia e la scuola non neghino o fraintendano la presenza di questo disturbo e che
siano di supporto e di aiuto al bambino per affrontare la realtà: questi bambini devono
ricevere affetto e comprensione e debbono essere capiti e aiutati concretamente sia a
casa che a scuola.
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Quali sono le cause della dislessia
Le cause della dislessia non sono ancora del tutto conosciute certamente non è un
disturbo relazionale e non riguarda principalmente la sfera affettiva ed emotiva. E’ un
disturbo che si manifesta su base percettiva e sensoriale e le ultime ricerche
sull’argomento sembrano confermare l’ipotesi costituzionale, cioè vi sarebbe una causa
genetica (tendenza alla familiarità) e biologica (ectopia cerebrale). La tendenza della
Dislessia è di persistere nel tempo e di “cronicizzarsi” nella vita adulta tale da rendere
molto faticoso la lettura delle singole parole.
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Come possiamo aiutare un bambino dislessico?
Se ci accorgiamo che nostro figlio o un bambino presenta delle difficoltà a leggere o
appare svogliato nei confronti della scuola è importante prima di tutto una visita o una
consulenza presso uno studio psicologico volta ad accertare attraverso la diagnosi se è
presente o meno il disturbo. E’ molto importante la precocità dell’intervento: più in
fretta si interviene tanto più risulta essere efficace l’intervento di riuscire a stimolare
nel bambino quelle strategie necessarie per rendere la lettura un normale processo di
sviluppo, attraverso interventi personalizzati di riabilitazione perché ogni bambino è un
individuo unico. In tal modo si possono prevenire le conseguenze sul piano
psicologico.
Secondo il neurologo inglese, Critchley, il futuro di un bambino con dislessia, è
tanto migliore quanto migliori sono le sue capacità cognitive, quanto più precoce è
l’intervento, quanto più il bambino e il suo disturbo vengono compresi dall’ambiente
(evitando aspettative eccessive o colpevolizzazioni o rassegnazione), quanto più
adeguato è l’atteggiamento didattico, infine quanto maggiore è l’equilibrio psichico del
bambino stesso.
Sono invece sfavorevoli i frequenti cambiamenti di classe e di insegnante, le molte
assenze da scuola quegli atteggiamenti dei genitori iperprottettivi che possono non
permettergli di affrontare le sue difficoltà.
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Per saperne di più
Dott. Michele CIRELLI
PSICOLOGO
Indirizzo di Psicologia Generale e Sperimentale
Ab. via Molinelli, 36 – 87020 Verbicaro (CS)
St. via P. Togliatti, 3 – 87029 Scalea (CS)
Tel. (+39) 333. 70.52.149
e.mail: [email protected]; [email protected]
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