L’IMPRESA
I NDICE
L’autore si difende... ..............................................................................................3
CAPITOLO I ........................................................................................................4
CAPITOLO II – L’impresa ....................................................................................7
CAPITOLO III – Esplorazione e Avventura ......................................................... 10
CAPITOLO IV – Pionierismo .............................................................................. 18
CAPITOLO V – Abilità Manuale ......................................................................... 25
CAPITOLO VI - Natura ...................................................................................... 33
CAPITOLO VII – Allenamento Fisico ................................................................. 38
CAPITOLO VIII – Trasmissione e Segnali ........................................................... 43
CAPITOLO IX - Espressione ............................................................................... 48
CAPITOLO X – La Gesta.................................................................................... 53
A mo’ di conclusione quella che doveva essere la prefazione ................................. 55
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L’ AUTORE SI DIFENDE ...
Questo opuscolo è destinato alle vere squadriglie. Cioè alle squadriglie composte da veri scouts.
Fa’ attenzione! È pericoloso!...
Chi l’ha scritto declina ogni responsabilità se tu non hai raggiunto un certo livello di tecnica
scout. Se non sei sicuro di te e della tua squadriglia, consideralo un libro proibito, già all’indice in
molti Riparti.
Se hai l’audacia di leggerlo, troverai certamente tu stesso, in una vampata creatrice, la 166ª idea che sarà la tua Impresa di squadriglia. In queste pagine vi sono solo esempi a cui ispirarti, e non
programmi. Sappitene servire.
Non fraintendiamoci! Non fare di una sola Impresa l’unica tua attività scout in squadriglia:
diventeresti uno specialista perdendo la figura di scout. Varia, nel corso di un anno, le tue Imprese, e
ricordati che le migliori sono quelle che necessitano il maggior numero di tecniche scout.
Saranno le Imprese un ottimo mezzo per avviarti alle differenti tappe fissate da B.-P. nella vita
dell’Esploratore, vivendo in pieno la gioiosa avventura scout.
E tieni sempre presenti i Cinghiali del 100.000º.
L’AUTORE
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CAPITOLO I
PAGINE DI DIARIO INTIMO
DI UN CAPOSQUADRIGLIA
10-X-4.. - Oggi il Capo Marco è venuto a prendermi a scuola. Il mio caposquadriglia passa al
Clan Rover. Marco m ha chiesto se io mi sento di affrontare la responsabilità di caposquadriglia delle Rondini.
23-X-4... - Giornata memorabile! Ho ricevuto i gradi di caposquadriglia! Le Rondini sono mie. Tutti mi hanno fatto festa. Anche Piero
sembra commosso. Chissà che non si svegli una buona volta. Bisogna che
io diventi più buono per poter essere degno di guidare gli altri. Il Signore
mi aiuti!
27-X-4... - Oggi giornata nera! Non credevo fosse così difficile farsi capire dalle Rondini. Prima
uscita della squadriglia, e Nando non si è visto: mi aveva promesso di venire e non si è nemmeno
scusato. Piero non parla altro che di Lazio e di Milan: non capisco perchè venga ancora con noi. Ero
sicuro di Michele come mio futuro secondo: ma oggi ha perso ogni ritegno con Vittorio. Non credevo
sapesse dire cose così dure...
15-XI-4... - Quarto consiglio delle Rondini. Presenti: io, Michele, Vittorio, Piero e Nando. Assenti, come d’uso, i due novizi. Abbiamo discusso sull’angolo di squadriglia, ma nessuno ha voglia
di prendersi degli impegni. Vittorio ha detto che d’ora in poi verrà molto meno perchè sta imparando a sciare con un maestro austriaco. Michele aveva fatto una pianta dell’angolo: una cosa ridicola.
Gliel’ho detto. È rimasto male. Si è concluso molto poco: Nando me l’ha fatto notare. Non so cosa
fare con dei tipi simili!
2-XII-4... - L’uscita avrebbe dovuto essere discreta: grande gioco di tracce. Tutto era stato preparato e previsto: avevo segnato 76 segni di pista col gesso o sulla terra: una mattinata di lavoro! Ho
l’impressione che non sia piaciuto. Forse troppo facile. Piero mi ha detto alla fine: «Ne ho piene le
tasche; domenica prossima vado alla partita!». Cosa devo farci io?
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5-XII-4... - Se continua così, do le mie dimissioni.
15-XII-4... - Michele è venuto a trovarmi: anche a lui non
piace più la vita di squadriglia delle Rondini. Abbiamo parlato a
lungo. Cosa fare? Si è deciso di indire un grande Consiglio di squadriglia per il 19: o si trova una soluzione o ci si scioglie.
Gianni, il caposquadriglia, aveva finito il suo lungo esposto con questa frase: «O trovare una soluzione o sciogliere immediatamente la squadriglia!». Queste parole, pronunciate lentamente, fecero curvare il capo a tutti. Il momento era penoso e decisivo.
Il silenzio fu rotto da Giusi, il novizio:
— Certo che a tutti noi piace far scautismo, ma bisognerebbe vivere nelle Pampas.
Allora sì che sarebbe interessante!
Nessuno rispose. (Un novizio! sempre le sue storie dei Pellirossa...).
— Bisogna pensare bene a quello che facciamo, ragazzi, — disse Michele con voce
grave — quello che è certo è che così non si può andare avanti.
— E perchè? — chiese Piero.
— Perchè? Ma è evidente. Nessuno di noi ha più voglia di continuare così.
— Ma perchè? — chiese di nuovo Piero.
— Finiscila di fare lo spiritoso, — disse Vittorio —, il consiglio di squadriglia è una
cosa seria.
— Però in fondo, — interruppe Gianni, — è proprio quello che noi cerchiamo: i motivi del disagio della squadriglia. Se la squadriglia non va, ci deve ben essere una ragione.
A meno che tutti gli scouts del mondo siano stupidi...
— Un motivo?... Già! un motivo...
— Qui bisogna essere sinceri. — riprese Michele, — io dirò tutto. Siamo stufi dei
giochetti trovati da te e giocati da noi. A me sembra poi che la tecnica da imparare sul libro di IIª classe per fare l’esame col Commissario sia più noiosa della matematica. E io,
la matematica... Così non si può andare avanti.
Tutti fecero cenni di assenso. Era proprio così.
Alfredo, l’altro novizio, che era rimasto silenzioso ascoltando con rispetto i vecchi
della squadriglia, disse con voce timida:
— E allora, perchè non facciamo qualche cosa di veramente in gamba?
— In gamba in che modo? — chiese Michele.
— Voglio dire, interessante: andiamo a scoprire per davvero qualche cosa di serio e
di importante.
— Cosa vorresti scoprire, novizio. Stai a vedere che adesso ci siano ancora terre da
scoprire! Siamo nel XXº secolo, sai?
— È lì il guaio, — affermò Vittorio.
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— Però, se tu vuoi visitare la «Grotta del Lago», devi calarti dentro con una fune per
45 metri… e pochi l’hanno fatto.
— Tutte belle idee le tue!... ma sono cose impossibili, per noi.
— E allora, perchè siamo scouts? non ne vale la pena...
15-I-4... - Da quando abbiamo deciso di esplorare la «Grotta del Lago», le Rondini sono irriconoscibili. È davvero un’impresa fantastica: sarà la nostra «gesta» di quest’anno.
23-I-4... - Questa sera Michele mi ha portato la cartina della grotta che ha ricercato per molti
giorni nella biblioteca: è veramente appassionante.
29-I-4... - Mi hanno detto che Piero, seguendo l’esempio dei campioni di calcio, si allena ogni
mattina per poter raggiungere la massima efficienza fisica prima di scendere in caverna. Anch’io da
questa settimana ho ripreso la mia ginnastica.
2-II-4... - Ultimo Consiglio di squadriglia prima di partire per l’avventura: è stato magnifico!
Finalmente la squadriglia ha uno scopo. Tutti siamo ansiosi di lanciarci finalmente nella grande
impresa che farà sbalordire tutto il Riparto. Ormai non mancano che pochi giorni.
12-II-4... - Abbiamo portato tutto il materiale per la discesa nella grotta a casa di Piero: anche
l’idea di Nando che ci ha fatto ridere prima (le lampade sull’elmo) è stata realizzata e collaudata con
successo.
14-II-4... - Questa sera c’è stato l’ultimo incontro prima del grande giorno: ci siamo impegnati
sul guidone, secondo un nostro antico rito, di vincere tutte le difficoltà.
17-III-4... - Ore 6,30. In questo momento, entrando in caverna, ha inizio la nostra impresa...
…E così, un giorno, le Rondini partirono. Era una fiera squadriglia.
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CAPITOLO II
L’IMPRESA
L’Impresa scout è una grande realizzazione che dimostra praticamente il livello tecnico della squadriglia, l’affiatamento dei suoi membri e lo spirito scout di ognuno. «La
Vita di Squadriglia o la Morte». Uno scout è un ragazzo che ha il gusto dell’avventura e
dell’azione. Allenato fisicamente, coraggioso, capace di trarsi d’impaccio in ogni circostanza, esercitato nelle tecniche più svariate, sa servirsi del suo cervello e delle sue mani,
e sa anche rischiare senza commettere stupide imprudenze.
Uno scout è un ragazzo che osserva una Legge e che tiene fede
ad una Promessa, che vuoi essere utile al Prossimo e che si allena a
diventarlo. Uno scout è un tipo allegro, aperto, pieno di idee e di iniziative, realizzatore e trascinatore. Uno scout è un tipo su cui si può
contare, che mantiene i suoi propositi, che porta a fondo quello che
ha iniziato e che non fa nulla a metà. Uno scout infine è un ragazzo
che vive in squadriglia, che gioca e lavora in essa.
Una squadriglia è una banda di gioiosi e solidi ragazzi che, uniti, sono in grado di
realizzare cose grandiose quali sarebbero follie per otto ragazzi V.P. Quasi tutti i ragazzi
sognano di poter fare un giorno una grande impresa: costruire una zattera e scendere con
essa un fiume, esplorare un sotterraneo, entrare in un’avventura, costruirsi una capanna e
vivere come Robinson Crusoe. Solo gli scouts hanno però i mezzi per condurla veramente a termine. Ecco l’impresa come manifestazione normale di una squadriglia matura.
L’impresa non comporta necessariamente la specializzazione definitiva della squadriglia: la specializzazione di squadriglia richiede infatti altri fattori, tra cui una preparazione tecnica generale di Iª classe. Le Imprese sono di tipi molto vari e tutte sono interessantissime. La squadriglia può così realizzarne parecchie, una dopo l’altra, e scegliere
dopo qualche tempo la più rispondente alle sue tendenze naturali. Allora molti scouts si
troveranno di Iª classe senza essersene accorti.
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Così un buon capo che vuol far vivere veramente la sua squadriglia la lancerà sicuramente nelle Imprese. Un giorno il Consiglio di squadriglia, dopo aver studiato accuratamente tutte le possibilità, dopo aver ascoltato tutte le idee, e previsto tutte le difficoltà,
sceglierà la sua Impresa: sarà un momento magnifico di entusiasmo e di ardore. Forse,
solo da questo istante, la squadriglia vivrà finalmente il vero Gioco scout.
Quattro sono i momenti sostanziali dell’Impresa:
1) Concezione. Tutto viene deciso in «Consiglio di Squadriglia»! L’impresa deve essere
una cosa seria e non un giochetto per bambini. Non si deve temere l’insuccesso: se tutti
«vorranno» si riuscirà. Sarà anche una cosa fuori dell’ordinario, quale i compagni di
scuola o di lavoro non sarebbero in grado di fare: una cosa che «non farà sorridere gli
impomatati del caffé quando sentono parlare di Esploratori». Ognuno nella squadriglia porta le sue idee: nel
Consiglio si ascolta tutto e tutti, e poi gli anziani della
squadriglia prenderanno quelle decisioni definitive che
verranno, secondo le vecchie tradizioni, iscritte nel Libro
d’Oro: «...e così in quel dì decidemmo insieme di operare
la grande impresa e fu questa...».
2) Preparazione. Quando Amundsen decise di intraprendere la sua seconda spedizione
polare, dopo il fallimento della prima, impiegò due anni per immaginare, scegliere, collaudare il materiale, ed allenare i suoi compagni. Nel mondo scout è rimasta famosa la
«Parigi-Saigon» in automobile di Guy de Larigaudie con un altro Rover. È interessantissimo leggere con quale meticolosità e quali cure gli «esploratori» preparavano e studiavano i più minuti particolari per attrezzare la loro macchina, una vecchia Ford adattata allo
scopo. Così se veramente il vostro progetto è un’impresa scout, voi dovrete prepararlo da
lontano, in ogni suo dettaglio. Nella squadriglia ognuno avrà il suo compito ben specificato: l’orientatore sarà un’autorità indiscussa in fatto di orientamento; anche il caposquadriglia si varrà del suo autorevole parere. Il pioniere sarà lo specialista in nodi e legature: se ci sarà un ponte da fare, sarà lui che avrà la direzione dei lavori. Il segnalatore sarà quello scout che sa trasmettere in 227 modi in Morse e Semaforico; tocca a lui l’ultima
parola in materia. Ma la squadriglia inoltre rappresenterà veramente un’unità protesa
verso lo stesso scopo: con la collaborazione di tutti, piani e progetti successivi avranno
avuto frequenti collaudi su scala ridotta ma tali da dare un’assoluta sicurezza di riuscita.
Ogni impresa ha bisogno di mezzi per essere realizzata: tocca al Consiglio di squadriglia
affrontare anche questo problema e studiare come procurarseli. La squadriglia avrà il suo
tecnico del materiale che si occuperà dell’acquisto di esso e troverà il modo di costuire
tutto quanto necessita.
3) Attuazione. Siamo nell’azione: ogni uomo fattosi esperto nella sua specialità attraverso un accurato allenamento è al suo posto di manovra conscio della propria responsabilità. Ognuno ha a disposizione il materiale occorrente il cui uso gli è diventato familia-
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re. Tutti sanno di poter contare sulla tecnica, sul valore e sullo spirito scout del compagno. Nessuno dubita del successo. Agli specialisti sono affidati man mano i compiti specifici che richiedono particolari competenze: ma è al caposquadriglia che spetta la direzione generale dell’impresa ed è su di lui che grava tutta la responsabilità. Egli è sicuro
dei suoi uomini e questi si fidano di lui. L’articolo 7 non ammette in simili circostanze la
minima trasgressione: una disciplina ferrea regge il piccolo gruppo di uomini lanciati
nell’avventura. A bordo di una nave gli specialisti hanno ognuno il loro compito, dal
fuochista nella stiva all’ufficiale di rotta nella cabina del timone, dal radiotelegrafista al
cuoco, dal cambusiere all’ufficiale di tiro; tutti ai loro posti adempiono al loro dovere per
il bene comune: il capitano risponde per tutti ma esige da tutti una obbedienza pronta ed
intelligente. Da solo il capitano non può governare una nave, ma senza di lui la nave va
al naufragio.
4) Documentazione. Con il suo buon esito, l’impresa però non è finita. Bisogna che essa passi alla storia per essere di monito e di esempio alle generazioni future. Inoltre è necessario che ogni possibile dubbio sulla realtà dei fatti venga facilmente smentito dalla
presentazione di una documentazione seria, precisa ed abbondante. Così sarà stata stesa
una relazione dei due primi momenti (Concezione, Preparazione) e saranno conservati
gelosamente i piani ed i progetti, gli elenchi dei materiali e le disposizioni, ecc. relative a
queste fasi. Durante la realizzazione sarà cura di uno specialista all’uopo designato, di
raccogliere tutto quanto (fotografie, disegni, attestazioni di autorità civili o religiose, certificati di competenti, estratti di stampe o riviste, eventuali riferimenti giornalistici, schizzi, carte topografiche, ecc.) possa servire a corredare la cronaca dell’impresa e a darle
un’impronta di realtà inconfutabile. La squadriglia lascerà, se del caso, inoltre, sul teatro
delle sue operazioni segni indelebili dei risultati raggiunti. Con questi elementi sarà facile
alla squadriglia arricchire il suo «Libro d’Oro».
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CAPITOLO III
ESPLORAZIONE E AVVENTURA
D AL
ROMANZO :
«M ISSIONE » - E D . G ATTO N ERO
Da tre ore camminavano e già cadeva la notte. Fino ad allora il S.S.O. corrispondeva esattamente alla direzione della strada attraverso il bosco. Bastava seguirla. I lampi si
facevano sempre più frequenti.
— Lampi di calore... — aveva sostenuto fino a poco prima il meteorologo di squadriglia. Ma chi ci poteva ancora credere? Nel cielo rischiarato sinistramente ad intervalli
si ammassavano grosse nubi tempestose che non promettevano nulla di buono. La brezza
della sera si era a poco a poco irrobustita e già squassava le cime dei vecchi abeti.
Camminavano istintivamente curvandosi con la testa abbassata. Una dopo l’altra le
giacche a vento si erano chiuse ed i baveri rialzati. L’andatura si era rallentata: ognuno si
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teneva dietro all’altro rimuginando i suoi pensieri. Fu quando cominciarono a cadere le
prime grosse gocce che Gian Maria ruppe il pesante silenzio.
— L’ho detto che era meglio non partire così tardi. Avremmo potuto per stasera
fermarci nella fattoria...
Nessuno gli rispose. Il vice in testa allungò il passo.
— Che idea quella di fare una marcia all’Azimut di notte! Domani mattina avremmo camminato più in fretta...
Non potè finire a frase.
— Basta — disse Pippo, il caposquadriglia, con tono fermo, — non è il momento di
piagnucolare. E poi la tappa fissata per oggi non era alla fattoria.
L’aria era impregnata dallo odore acre della terra bagnata dalla pioggia che ormai cadeva fitta. Gian Maria
non rispose, ma seccato, abbassò ancora più il suo cappello sugli occhi continuando meccanicamente la marcia. E
con la fantasia ritornò ancora- una volta nella sua casa accogliente dove c’erano tante comodità, invano.
— Acc... Cosa succede? Perchè ti fermi di colpo?
La squadriglia era già riunita attorno all’orientatore
che teneva spiegata la carta illuminata dai fasci convergenti di tre pile e riparata dall’acqua da un cappellone.
— Perchè non l’hai messa nello astuccio?
— Lascia stare, non vedi che siamo sulla piega? Qui,
ragazzi, bisogna lasciare la strada ed entrare nel bosco.
Difatti la strada svoltava a destra perdendosi a breve distanza nel buio. Di fronte il
bosco... col suo silenzio ed il suo mistero.
— L’è grigia — disse Nino.
— Chissà che bagnata! — pensò Giulio.
— Vedete, siamo qui, — continuò l’orientatore. — Ci rimangono circa tre km. e 600
metri, col torrente da passare. Dì, Pippo, cosa te ne pare? Bisogna proprio andare sempre
dritti?
— Il testo della missione parla chiaro.
E così dicendo Pippo trasse dalla busta sigillata il famoso documento:
«Raggiungere il 29 sera il punto 45°47’24”, Latitudine Nord e 3°o6’26”, Longitudine Ovest.
Dall’Abbazia di Valrossa, avanti senza deviare per 18 Km. e 700 metri, direzione S.S.O.».
— Allora, va bene. Ragazzi, sotto. Avanti.
Il temporale aumentava di intensità. L’acqua che aveva già bagnato la sommità degli
alberi gocciolava insistente sui cappelloni ed il fogliame, ad ogni urto di tronco, lasciava
cadere grossi rovesci.
Era più caldo nel bosco, ma era maledettamente buio, ed i rami e le radici sembravano messi lì apposta per inciamparvi. In testa Pippo, con la bussola in mano, non lasciava un momento l’orientatore. Nino e Giulio, di tanto in tanto correvano avanti lungo
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la direzione indicata dal vice per fare da punti di riferimento. Quante volte si era fatto
questo, in squadriglia, per allenarsi all’impresa. Ed ora... non c’era da scherzare se si voleva dormire.
Un lampo abbagliante solcò il cielo e quasi nello stesso istante il rombo assordante
del tuono sembrò scuotere tutta la foresta. Un nembo di acqua si abbatté con violenza
sulla pianura ed il suo scroscio sferzante coprì per un momento il mugolio del vento tra
gli alti rami.
— Il torrente! — gridarono insieme.
Era lì, a pochi passi, illuminato a tratti dai lampi incessanti, rigonfio per le piogge recenti, impetuoso, schiumoso e torbido. Istintivamente si trovarono di nuovo attorno a
Pippo, il loro caposquadriglia. Nei momenti difficili, facevano sempre così: sapeva far
trovare un senso di sicurezza e ridare fiducia in se stessi.
Pippo volle vedere ancora la carta.
— Io dico che passare è roba da matti, — sentenziò Gian Maria —, qui bisogna cercare un ponte o, meglio, piantare la tenda. Ma la sentirete la terra bagnata; cosa dicevo
io? La fattoria...
Non era possibile ingannarsi: la linea all’Azimut,
tracciata a matita sulla carta, passava sul fiume, senza
ponte. Nessuno vi aveva badato... e tanto meno nessuno
aveva prevista la piena del torrente. Ci fu un penoso silenzio: si guardarono in faccia. Pippo si riassettò il sacco
sulle spalle, afferrò il vecchio guidone dei Bufali e, bruscamente, prima che gli altri se ne rendessero ragione,
con uno strappo violento, lo gettò sull’opposta sponda.
Tutti lo videro infiggersi in terra: nella notte il bianco e
rosso del Bufalo sembrava una fiamma guizzante. Il dado
era tratto. La pioggia batteva sempre più forte.
— Passa a guado, — disse Pippo al suo vice, — prendi con te il laccio: passaggio alla
marinara per gli altri.
Marco si tolse le scarpe, si rimboccò i calzoncini, e, fissatosi il cappio alla cintola,
entrò decisamente nell’acqua.
La corda nelle mani di Pippo si svolgeva lentamente, a tratti fermandosi. Poi giunse
la voce gridata nel vento: «Mollate!... Ci sono. Tocca a voi fissarla».
In pochi minuti la corda era tesa. Nino passò per primo lasciandosi dietro la funicella di squadriglia con la quale furono trascinati sull’altra sponda i sacchi come su una funicolare. Passato il materiale fu la volta di Gian Maria.
— Sbrigati, — disse Pippo, quando vide che era titubante.
— Certo che mi sbrigo, non crederai che io abbia paura, — e si aggrappò con le mani alla corda...
Il suo arrivo dall’altra parte fu salutato da gridi di incoraggiamento e di gioia.
— È segno che tutto è andato bene, — pensò Pippo.
— Ce l’ha fatta!... Un altro! — urlò Marco.
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(Passato il fiume, i Bufali, proseguendo nella loro marcia all’Azimut, sotto l’infuriare del temporale, arrivarono, verso le so di sera, nei pressi di una misteriosa capanna abbandonata, in mezzo
alla foresta, dove decisero di passare la notte).
...Sulla bruna parete della capanna, le ombre dei cinque ragazzi stesi a terra, avvolti nelle loro coperte, danzavano una sarabanda fantastica. Il fuoco dava ancora vividi guizzi tra le braci
ardenti. Alla sua luce Pippo e Marco stavano ancora studiando il
percorso per l’indomani e le loro silhouettes si stagliavano, ingigantite, sul fondo della stanza. Già gli altri stavano per addormentarsi.
Gian Maria, per quanto stanco, sognava ancora ad occhi aperti: gli sembrava che
quella testa di cervo del trofeo di caccia, sopra il camino, si volgesse di tanto in tanto verso di lui con uno sguardo crudele.
Il vento continuava a scuotere la foresta che risuonava ad intervalli di cupi muggiti
simili a quelli del mare.
L’imposta cigolò ancora sinistramente...
Gian Maria si drizzò su di un gomito per vedere se la finestra fosse ben chiusa.
Pippo e Marco continuavano a parlare sommessamente.
Ad un tratto due colpi violenti alla porta scossero tutta la capanna.
— Chi è là?... — disse Marco voltandosi bruscamente.
Poi la porta si spalancò.
Il caposquadriglia ed il suo vice balzarono in piedi e videro...
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É stata soprattutto la perfezione tecnica del resoconto e degli schizzi topografici, panoramici, ecc., che ha fatto dell’Impresa delle Rondini del 5º S... un lavoro degno di
grandi esploratori. Le Rondini avevano infatti organizzato un campo mobile di più giorni, studiato accuratamente le tappe, i rifornimenti, ecc., esaurendo un vario programma
di esplorazione regionale.
Un’associazione turistica ha desiderato di avere in
visione il lavoro compiuto dai Cinghiali del 98º R... che,
messisi alla ricerca di luoghi ideali di campo estivo nella
loro regione ne hanno presentato una carta topografica
al 50.000. Per ogni luogo di campo segnato sulla carta
esiste una relativa scheda da cui risultano numerosi dati
che permettono al Capo Riparto di scegliere il campo
anche senza recarsi sul posto. Con l’autorizzazione del caposquadriglia, l’associazione
turistica suddetta si servirà di quest’opera per trarne alcune informazioni per una sua
prossima pubblicazione.
Su domanda del Commissario Centrale internazionale gli Scoiattoli del 70º R...
hanno compiuto un lavoro simile da cui si possono trarre tutti i dati necessari da fornire
ad un Riparto di scouts stranieri che volesse accamparsi nella loro regione. Particolari
riguardi ad informazioni di interesse storico od artistico.
Senza tenda, senza utensili da cucina, senza fiammiferi, con un coltello individuale e
l’accetta di squadriglia ed i pochi viveri salvati da un saccheggio immaginario, i Lupi del
4º N... hanno voluto vivere per 48 ore nel bosco nell’atmosfera dei pionieri del West.
Hanno cacciato, pescato, cucinato alla «trappeur», hanno fatto il
loro pane e si sono costruiti una capanna per la notte. Nessuno
all’ospedale...
Simile alla precedente l’Impresa dei Bufali dell’8º T...: 48
ore con sola farina in cambusa. Di tendenze vegetariane, i Bufali hanno vissuto con erbe, radici, funghi trovati nel bosco. Ebbero poca fortuna con la caccia e la pesca che si erano permessi: sei
rane fritte!
Sconcertante l’idea delle Volpi del 6º V...: ad occhi bendati l’ottavo di squadriglia
pianta il coltello del caposquadriglia in un punto della carta topografica: è il punto da
raggiungere con una marcia all’azimut senza mai deviare, sorpassando ogni ostacolo
(eccetto edifici di più di due piani e campi seminati). Le Volpi del 6º V... sono in realtà
specializzate in tale genere di Imprese: sono fornite di un materiale perfezionatissimo e
collaudato che comprende, fra l’altro, anche stivali speciali per attraversare i cespugli
spinosi. Si sorvola sul resto...
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Sulla scia di Livingstone i Bisonti dell’F... 2º hanno risalito, camminando nel letto
stesso il torrente Mar... fino alle sorgenti, superando notevoli difficoltà, poiché il torrente
è molto impetuoso e fa numerosi salti di roccia. Fu spesso necessario mettersi in cordata.
Documentazione di grande interesse; 14 ore di marcia effettiva.
Non è stata la lunghezza del percorso che ha fatto paura alle Antilopi del 4º M...
Con ingenua audacia si son messi a correggere la carta del Touring Club risalendo il
fiume Ol. per più di 70 Km. Dopo di che stiamo ad aspettare che il Touring Club si decida a correggere le sue carte...
Le Aquile del B... 8º sono arrivate fino al «Sifone» della grotta di P... pochissimo nota fino ad ora. Nove ore in caverna con tratti in cui furono costretti a strisciare, ad attraversare torrenti a guado, a calarsi per salti di roccia. Molto interessante la relazione presentata anche alla Società di Speleologia della città che provvide ad esporla nella sede sociale.
Non credevamo che ce ne fossero ancora di sconosciuti: i Levrieri del 7º B... hanno
avuto la fortuna di esplorarne uno! Diciassette ore sotto terra in un labirinto di corridoi,
tutti uguali, incrociantesi in modo disorientante, sboccanti in vaste sale. Si tratta di un
sotterraneo della città medievale fino ad ora rimasto quasi sconosciuto. Anche qui ottima documentazione con foto al magnesio.
Su richiesta del Commissario di zona i Cervi dell’I... 1º si
sono calati in un pozzo di 27 metri di profondità. Ottima preparazione tecnica ed assoluta sicurezza della Impresa.
Sempre nel campo del sottosuolo, ricordiamo che i Canguri
del 9º R... hanno potuto ottenere il permesso di procedere ad una
interessantissima esplorazione di alcuni tratti inesplorati e chiusi al pubblico delle Catacombe di San C...
Penetrati attraverso un tombino nel letto del naviglio coperto di M... le Pantere del
13º M... hanno percorso parecchi chilometri, rilevando gli elementi più salienti del tragitto, dandone un ottimo schizzo topografico. Sono risaliti... a rivedere le stelle... attraverso
un tombino del centro della città tra la meraviglia dei passanti. Autorizzazione comunale.
Le storiche e misteriose «fogne» (asciutte) di Parigi sono state il teatro dell’Impresa
delle Gazzelle del 125º P... che stabilirono l’esatta ubicazione del punto raggiunto da
uno studioso che vi si era precedentemente avventurato chiarendo così un problema da
tempo insoluto. Buone osservazioni della fauna di fogna asciutta.
Ha avuto un notevole successo tra le popolazioni rivierasche l’impresa dei Leoni
dell’S... 1º che hanno disceso, su tre piccoli canotti di loro fabbricazione, un lungo tratto
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del fiume T... giudicato non navigabile dalle carte
li. I Leoni hanno dovuto in questa loro esplorazione
delle acque, superare numerose rapide, bassifondi, salti
d’acqua e otto ponti a livello, trasportando a spalla ogni
volta le loro leggere imbarcazioni. Notevole l’osservanza
del 7º articolo.
Attenzione! Attenzione. Qui Radio Italiana, rete
giallo-verde. Sospendiamo la nostra trasmissione per comunicare che in questo momento
si sono calati sul fondo del laghetto di P... sette ragazzi componenti la squadriglia delle
Volpi di S... 3º per riprendere di nuovo le loro ricerche sottomarine a tre metri dal pelo
dell’acqua. Gli scouts sono forniti di speciali scafandri di loro fabbricazione. comunicanti
con tubi a valvola, con l’aria aperta. Mentre vi trasmettiamo, l’esplorazione continua...
I Nibbi del 1º L... sfruttando la gentilezza di un armatore di
barconi da trasporto del Lago di C... hanno potuto imbarcarsi su
uno di questi e fare un’esatta carta nautica del traffico commerciale di vapori ed imbarcazioni da carico nel lago. Interessante la
loro vita a bordo, per due giorni a fianco dell’unico pilota: i Nibbi hanno assicurato infatti tutti i servizi di bordo.
I Galli del 1º C... hanno fatto il loro percorso «rischio ed abilità». Tutta la squadriglia ha gli occhi bendati, solo il caposquadriglia vede ma ha le mani
legate dietro la schiena. Con queste piccole difficoltà hanno vissuto un’intera giornata di
uscita usando quasi tutte le tecniche scout.
Un bel lavoro scout che dimostra anche la tenacia e l’affiatamento di una squadriglia. A M... i Falchi del 1º sono tutti operai e studenti (serali). Hanno poche ore alla domenica a disposizione. Approfittandone al massimo sono riusciti a fare una bella pianta
della loro città segnando tutte le numerosissime statue, i quadri, le nicchie e le immagini
stradali della Madonna, con scheda esplicativa e disegno-foto illustrativo, da loro osservati nei vari quartieri. Il lavoro stato presentato anche al Vescovo.
Simile per argomento, ma diverso come tecnica l’esplorazione storico-archeologica dei Leopardi del 2º P... che hanno raccolto una bella
monografia ben documentata sulle antiche icone (storia e tradizioni legate ad esse) sparse nelle strade della loro vecchia città.
Tendenze artistiche soprattutto architettoniche hanno dimostrato i
Cervi del 3º V... Con rara maestria hanno compiuto la ricognizione di
un santuario e, utilizzando la tecnica di prima classe di valutazione delle altezze, ecc., poterono stendere una chiara relazione sul significato
architettonico ed artistico del monumento.
16
I futuri storici lombardi, nello studio del nostro Risorgimento non potranno trascurare il contributo presentato dagli Orsi del 101 M... che, dopo assidue ricerche di biblioteca,
sono riusciti a stabilire l’esatta ubicazione delle barricate innalzate durante le «5 Giornate» del 1848, dandone anche ben riusciti schizzi tratti da vecchie xilografie. Hanno poi
verificato sul terreno l’esattezza delle loro ricerche, localizzando nelle vie attuali della città queste barricate e facendone uno studio topografico.
Precedendo l’ormai famoso pellegrinaggio dei Rovers cattolici da Assisi a Roma, i
Falchi del P... 1º hanno percorso le «tre Vallate italiane amate da S. Francesco», sostando nei luoghi fatti celebri dalla storia o dalle tradizioni del Poverello di Assisi. Della loro
Impresa hanno presentato una nitida ed eccellente relazione topografica e storica
Le Tigri dell’O… 1º hanno la fortuna di vivere in una vetusta città dalla storia millenaria. Numerosi sono gli studi su di essa. Coi propri mezzi e la loro tecnica scout le Tigri hanno voluto
ritrovare e stabilire la pianta topografica delle vecchie mura etrusche, galliche, romane, e medievali.
Non erano cercatori d’oro quei ragazzi che incontrammo in un nostro hike, ma onesti archeologi, e in ispecie le Cicogne del 52º Parigi che esploravano le ricchezze fossilifere del sottosuolo di Cuis. Una lettera del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi
stabilisce in maniera indiscutibile che i valorosi ricercatori, scoprendo denti di «Propachynolophus» e di «Protodichobune», hanno apportato un prezioso contributo alla scienza.
65 ore sull’acqua! Ad una squadriglia che vuol conservare l’incognito per evitare
complicazioni alla Branca Esploratori della sua Zona (per eventuali informazioni indiscrete sui perfezionamenti del metodo «radar» usato) è riuscita questa formidabile realizzazione con pilotaggio senza visibilità, guidati da apparecchi radio costruiti da loro, sono rimasti due giorni e mezzo sull’acqua in una piccola imbarcazione di squadriglia.
17
CAPITOLO IV
PIONIERISMO
E STRATTO DA «S TRUTTURE », RIVISTA DI ARCHITETTURA E
1948-VII-4 - PAGG . 186-194
COSTRUZIONE MODERNA
LA STATICA NELLE OPERE PORTANTI — Originali realizzazioni della costruzione moderna.
L’importanza della statica nelle opere portanti costituisce un argo mento ormai fuori
discussione perché universalmente riconosciuta. Si può anche dire che, allo stato presente
della questione, i progressi tecnici ultimamente raggiunti sono tali da consentire possibilità di realizzazioni ritenute utopistiche fino ad epoca relativamente recente.
Non rientra nei limiti della presente nota la discussione relativa all’importanza dei
mezzi e di alcuni metodi di costruzione, che entrano evidentemente a far parte del patri-
18
monio scientifico di ogni scout-pioniere1. Vogliamo soltanto lumeggiare l’argomento attraverso il contributo offertoci dallo studio di tre realizzazioni di stile nelle quali la tecnica della costruzione basata su rigorose determinazioni di resistenza e calcoli di statica è
stata applicata con brillante successo.
Tema N. 1. - Piattaforma pensile per torre di lancio.
Dati del problema:
1) Progetto. - Piattaforma sospesa sul lago che permetta un salto nel vuoto da una certa
altezza (almeno quanto sia necessario per determinare la variazione del numero delle
pulsazioni al minuto indotte in un individuo sotto la repulsione istintiva del vuoto) con
rallentamento regolabile e in media con una velocità di caduta di m. 3,85 al secondo.
2) Terreno. - Roccia granitica strapiombante sulla superficie di un lago a metri 54 circa.
Il piede della roccia entra nel lago leggermente sopravvanzando (di due metri circa) la
sommità della roccia stessa.
3) Materiale. - Tronchi di vario spessore di abete, castano, robinia, ecc.
ƒ
Lunghezza massima utilizzabile dei migliori: m. 7;
ƒ
Corda di 20 mm. di diametro: metri 50;
ƒ
Cordame vario di lavorazione.
4) Problema pratico. La sporgenza del piede della roccia rende necessario protrarre di
almeno quattro metri il punto estremo del braccio di sospensione della carrucola su cui
dovrà scorrere la gomena di attacco del paracadutista. La ridotta lunghezza dei tronchi
(m. 7), data la difficoltà precedente, rende impossibile a prima vista l’attuazione del progetto. Notiamo l’impossibilità, inoltre, di fissare ad appigli stabili le corde traenti di ancoraggio dell’opera. Come già detto non è qui il luogo per trattare delle normali difficoltà
inerenti alla tecnica di lavorazione degli operai sospesi nel vuoto, nelle costruzioni di
questo tipo: tale tecnica è posseduta da un normale scout pioniere.
5) Realizzazione. Due squadriglie hanno lavorato sette ore secondo il sistema dei turni
di squadre sotto la direzione dei due specialisti di squadriglia. Fu necessario dapprima
costruire:
ƒ un sistema di grossi cavalletti verticali a cui fissare le corde che avrebbero trattenuto i bracci orizzontali della pensilina;
1
Pioniere: specialista di pionieristica nella sua squadriglia. Non deve essere confuso come spesso avviene con «Rover-Scout».
19
ƒ in secondo luogo un robusto cavalletto di sostegno ad X per sostenere, dal basso,
gli stessi bracci;
costruire e lanciare i bracci orizzontali.
ƒ
Per le difficoltà di cui al precedente paragrafo (n. 4) relativa alla lunghezza del braccio sporgente in rapporto a quella totale fu necessario l’uso di grossi blocchi di macigno
che, posti. sui tronchi, lo fissavano solidamente alla base d’appoggio. Il peso di questi
blocchi era stato calcolato uguale al doppio del peso necessario a controbilanciare
l’opera, sia in riposo che in attività (lancio di un uomo fino ai 110 kg.)2.
Accenniamo solo di sfuggita al sistema di frenaggio regolabile a frizione multipla
con parastrappi-protezione della gomena scorrevole. Notiamo pure la cura meticolosa
con cui si scelsero i vari tipi di legname secondo gli usi ai quali era destinato e cioè, resistenza alla rottura da strappo, elasticità, leggerezza o densità del legno, peso specifico,
ecc.
Da questa piattaforma pensile per torre di lancio sono stati effettuati circa 500 lanci
di scout di peso variabile tra 25 e i 103 kg.
…3
Le considerazioni fatte sopra dimostrano l’opportunità dello scout pioniere di tener
presenti questi nuovi dati della tecnica moderna che lo metteranno in grado di superare
difficoltà ritenute fino ad ora assolutamente insormontabili.
Ing. NASSMO.
2
3
Ciò secondo le norme di legge vigenti in Italia.
Per le altre due realizzazioni, e cioè per quanto riguarda la statica delle opere portanti di una funicolare per trasporto di uomini con arcata di 40 metri circa e per il «Portale sospeso» (sospeso nel senso che
l’opera era sostenuta dalla sua stessa forza di gravità) vedi la continuazione dell’articolo citato.
20
Le Aquile del 1º F... hanno gettato un ponte di
corda di 52 metri di lunghezza, costruendo sulle due
rive le impalcature ad «X» necessarie per sostenere tutto il peso del ponte non essendovi punti di attacco nelle vicinanze. Il ponte è stato collaudato per un uomo
dal peso fino a 103 kg. La squadriglia si è allenata a
passare sul suo ponte in velocità, stabilendo notevoli
records.
È stato un ponte permanente che le Rondini dell’8º R... hanno avuto la fortuna di
poter costruire su richiesta del proprietario di una fattoria. Il ponte doveva servire a congiungere la riva con una piccola isola in mezzo ad un laghetto. Caratteristiche: 12 metri
di lunghezza, 2 metri di larghezza, 2 metri al disopra dell’acqua, 18 castani e parecchi
abeti abbattuti, squadrati, lavorati. Il tutto è stato realizzato durante un campo di tre
giorni e parecchie uscite di squadriglia.
I Camosci del 4º N... hanno voluto mettersi nella realtà. Problema: sorpassare un
fiume non guadabile con un ponte lanciato da una sola sponda. Ci sono riusciti mettendo in opera in una memorabile giornata i piani studiati per quasi due mesi. Si tratta di un
ponte di legno a piloni infissi progressivamente (vedi SCINO’ 48). Belle fotografie
dell’audace impresa, prese durante la messa in opera.
I Cervi del 7º L... hanno voluto stabilire un record di lunghezza di ponti in corda:
fotografie e vari documenti attestano che il loro ponte lanciato sul fiume T... misurava 42
metri. Interessante il sistema di tensione a verricelli delle corde e i calcoli di resistenza del
materiale.
É stata invece una sfida alle vertigini che, col loro ponte di corda teso tra due alti alberi a 15 metri di altezza, i Leoni del 2º U... hanno voluto lanciare. Tutta la squadriglia
ha attraversato i 10 metri di lunghezza del ponte. Molto accurati i sistemi di sicurezza
durante la lavorazione. Il tecnico della documentazione è riuscito ad inquadrare paurose
fotografie di scouts sospesi fra cielo e terra.
Un gioiello di architettura medievale quello
realizzato dai Cobra del 1º A... Un ponte levatoio
sospeso su catene imitante uno di quelli del Castello degli Estensi. Anche qui interessante il calcolo
della resistenza dei materiali e dei bracci di leva.
La meccanica del legno è stata stupendamente approfondita dalle Volpi del 3º B...
che hanno lanciato un ponte girevole al centro di un canale di 5 metri di larghezza. La
sospensione del ponte era assicurata da corde fissate a due piloni centrali portanti. Simile
al precedente il lavoro dei Castori del 5º F… che hanno lanciato un ponte girevole da una
21
sola sponda, di 4 metri di lunghezza, sostenuto anche questo da corde portanti fissate sui
piloni del perno girevole.
I nuotatori della squadriglia Picchio del 2º D... hanno costruito la loro palestra di allenamento consistente in un trampolino elastico posto a m. 4,20 di altezza e sporgente di
tre metri. Tutta la squadriglia si è lanciata innumerevoli volte con tuffi di testa o in piedi
secondo le capacità.
Per dar modo ad una squadriglia dello stesso Riparto dì compiere la sua Impresa di
segnalazione gli Scoiattoli del 2º G... hanno elevato una torre di segnalazione di 7 metri
di altezza offerente ottima garanzia di stabilità e di solidità. Fotografie al chiaror di luna
della torre illuminata dal faro di segnalazione.
I Gatti del 3º S... hanno costruito un osservatorio, da un punto panoramico su una
collina, fissato a tre alberi vicini. Si raggiunge la piattaforma con una scala a corda e, per
un tratto, con una scala a pioli brevettata. L’osservatorio può ospitare 4 persone.
È stato un intero angolo di squadriglia quello che i Leoni del 1º B... hanno costruito
a 6 metri di altezza, tra le fronde di alti alberi in un parco. L’angolo di squadriglia comprende: riparo per la notte per sei persone al primo piano, sala da pranzo per otto persone
al secondo e cucina al terzo, il tutto collegato da un geniale sistema di montacarichi alla
«Leonardo da Vinci».
Ad un grande raduno regionale di scouts i Falchi del 1º
T... hanno innalzato un issabandiera di loro concezione: 18
metri di altezza, plancia di vedetta a 10 metri, due scale a corda
per salirvi ed un’altra piccola scala a corda verticale per raggiungere il pennone orizzontale. Verga libera portabandiera.
La squadriglia dei Cavalli del 2º M.... ha provveduto alla
installazione dei servizi igienici di un campo scuola per Capi.
Rimarchevoli le docce, brevetto «Horse» automatiche e, volendo, anche tiepide (basta
mettere acqua calda nei fiaschi-serbatoio).
Potendo avere a disposizione un lungo cavo di acciaio, le Tigri del 3º T... hanno lanciato una teleferica
con un’arcata di 50 metri e una pendenza del 18%. Bel
lavoro di pionieristica sopratutto per i cavalletti portanti
e per il sistema a verricello di trazione del cavo di sospensione.
La Pantera del 4º Z... ha costruito un magnifico portale per un grande campo regionale, degno rivale dei portali di sottocampo «Jamboree ». Sono stati artisticamente curati
i particolari: tra l’altro i tronchi erano disposti secondo il colore e l’aspetto del legno. In-
22
gegnoso il sistema di apertura automatica accompagnato dal suono armonioso di campane rustiche.
Lo hanno chiamato « Filobus» gli audaci costruttori: le Volpi del 3º P... ma in realtà
si tratta di un carrello sospeso con due carrucole ad una grossa gomena di ferro che permette alla squadriglia di trasvolare piacevolmente i 43 metri che separano le due sponde
del fiume L...
È stata una sfida di rapidità nella costruzione
di ponti quella lanciata dagli Orsi del 5º 0... Si tratta
di un ponte di fortuna che permetta il passaggio di
un corso d’acqua da parte di truppe leggere. Gli Orsi
ci sono riusciti dopo lungo allenamento stabilendo il
record di 32 minuti per un ponte di legno di 6 metri.
Non contenti di realizzare un angolo di squadriglia modello, le Volpi del 3º B...
hanno eretto una croce (3 metri e 80) sul monte B... a 1200 metri di altezza. Da segnalare il duro lavoro di fissaggio alla roccia.
È stato segnalato a X° di longitudine Ovest
e a Y° di latitudine Nord una rudimentale zattera sfrecciante nelle rapide di un torrente impetuoso. Abbiamo potuto accertarci che la zattera apparteneva ad una banda di pirati il cui
guidone di guerra porta la testa di Tigre ed il
cui covo è il 19º Riparto di R... La zattera è di
costruzione brevettata, tipo Tigri 19º.
Legando insieme dei giunchi a fascio e
ponendo a lato dei tronchi come galleggianti le Aquile del 3º G... si vantano di poter traversare qualunque fiume in pochi minuti. L’hanno dimostrato attraversando il fiume C...
dopo che ogni membro della squadriglia si era fabbricato individualmente il suo «passafiume», in soli 6 minuti.
Su richiesta del proprietario, i Cigni del 12º N... hanno abbattuto un albero di 1 metro e 30 di diametro. Sei ore di lavoro. Prima di lanciarsi nella sua Impresa, la squadriglia
si è preparata sotto la guida di un boscaiolo. Soddisfazione e ringraziamenti del proprietario.
I Daini, 5º S..., si sono dedicati alla costruzione di un «toboga» sul percorso di 25
metri circa, partendo dall’alto di un noce per atterrare al livello del suolo su uno strato di
paglia. Si accede alla piattaforma di partenza da una scala a corda. Il cavo elevatore di un
vecchio granaio è l’anima del meccanismo. Dal «toboga» sono scesi decine di bambini, di
un villaggio vicino, che avevano assistito alla meravigliosa costruzione.
23
I Castori del 12º P... si sono volontariamente
posti nel mezzo di una terribile avventura: «un
gruppo di arditi esploratori in piena jungla si vede
costretto a costruire un riparo sull’acqua per dormire al sicuro dalle belve». La capanna, comoda, fu
costruita sullo stagno di V... e la squadriglia visse
per più giorni nel suo rifugio lacustre... una esistenza da Castori.
Bisognava riparare il campanile danneggiato
dalla guerra; ma il costo della mano d’opera costringeva il parroco a rimandare. I Bufali del 2º L....
sotto la guida di un capomastro hanno elevato una
impalcatura quasi perfetta risparmiando il costo di tre giorni di lavoro di quattro operai.
I Cervi del 4º I... sono partiti misteriosamente per la foresta. Si sono costruiti sul tipo
di quelle dei boscaioli una capanna nel bosco per tutta la squadriglia: là dentro ben riparati hanno lasciato passare cantando un uragano.
É stata calata nelle oscurità di un pozzo asciutto una scala a corda di 18 metri, sospesa ad una trave, con piattaforma di partenza. Tutta la squadriglia è discesa fino in
fondo. Il lavoro è opera dei Leoni del 1º G...
Nel paese di P... le Aquile del 1º hanno costruito una scala di dodici gradini, col
fondo in tondelli e ringhiera in legno artisticamente intarsiato. Il lavoro è stato molto
gradito dalla popolazione che era prima costretta a risalire una ripida scarpata.
24
CAPITOLO V
ABILITÀ MANUALE
I NTERVISTA CON LE V OLPI DEL 3 º B ES ...
Pilotando la nuova Packard messa a disposizione della branca Esploratori dal C.C.
ci siamo recati al 3° Bes... per intervistare la squadriglia delle Volpi.
Girando nei vicoli della città vecchia arriviamo nel quartiere sinistrato dalla guerra:
desolazione delle rovine che lasciano vedere le pareti stinte di antichi appartamenti! Tutto sembrava abbandonato: la guerra era passata...
Il primo piano del palazzo di via Zucchi 7 è ancora abitato. Uno stridio di freni: ci
fermiamo. Qui doveva essere la sede del 3º.
Una targa dissipa i nostri dubbi. Premiamo il campanello: nessun suono. Alcuni secondi dopo un leggero ronzio; poi la porta si spalanca con uno scatto. Entriamo. Non c’è
nessuno.
Ci troviamo in un grande atrio coperto. A destra una porta con la targa: «Famiglia
Brambilla». Mentre avanziamo il portone si chiude fragorosamente alle nostre spalle. Ci
guardiamo d’attorno: c’è aria di mistero. In fondo, verso il cortile, non si vedono altro
che ammassi di macerie. Stavamo pensando sul da farsi, quando un quadro luminoso si
accese sulla parete: frecce dai vari colori di squadriglia indicavano la direzione da seguire
per raggiungere le rispettive sedi. Per le Volpi, si prende la porta di sinistra.
Appena varcata la soglia non possiamo trattenere un grido di sorpresa: il pavimento
stava lentamente scendendo. Capimmo. Ci trovavamo su di un silenzioso montacarichi.
Raggiungemmo così il sottosuolo: davanti a noi un lungo corridoio debolmente illuminato a luce riflessa con pareti stranamente decorate.
Dal fondo ci veniva incontro un simpatico ragazzo sui 15 anni: notammo subito i
gradi di caposquadriglia e gli scalpi delle Volpi. Con fine eleganza lo scout ci chiese sorridendo leggermente:
— Scusa, capo, cerchi delle Volpi?
— Sì, — rispondemmo, — cercavamo di te per una piccola intervista.
— Sono a vostra disposizione. Prego,. da questa parte.
E così fummo introdotti nel famoso laboratorio delle Volpi del 3º Bes...
25
— Abbiamo cominciato a pensare a questo lavoro quando, al consiglio dei capi, abbiamo dovuto decidere la nostra impresa. Fu Luciano, il mio vice, che propose di trasformare in sede scout le cantine di questa casa diroccata messa a nostra disposizione.
Abbiamo realizzato alcune nostre idee. Ora stiamo rapidamente completandole, insieme.
— Che storia è quella delle porte automatiche?
— Nulla d nuovo; sono comandate elettricamente dalla cabina centrale.
— E il montacarichi?
— Niente di speciale; funziona a contrappesi; è un nostro brevetto1.
Mentre il gentile ospite andava così discorrendo, i nostri occhi correvano meravigliati dal banco di lavoro per la falegnameria al cavalletto per il «froissartaggio»2, dal torchio
per stampe a mano di vecchie incisioni in legno alla nuova radio trasmittente in costruzione, dal treppiede di pittore con un abbozzo di natura morta all’incudine ed alla fucina
per la fabbricazione di serrature a formula segreta.
— Avete molte ore per lavorare? — chiedemmo.
Il caposquadriglia sorrise.
— Ogni momento è buono. Tanto più che non lavoriamo solo per noi. L’impresa
della squadriglia doveva essere coronata da una B. A.; abbiamo montato due o tre industrie di squadriglia e con i proventi e il nostro lavoro abbiamo reso abitabile il primo piano di questo palazzo che abbiamo offerto a una famiglia che non poteva trovare alloggio.
— Ed ora la cassa di squadriglia?
— Sta benissimo, grazie! Possiamo guardare con tranquillità all’avvenire. Tra l’altro
stiamo per lanciare un nuovo modello di carretta di squadriglia che rappresenterà una
svolta nella storia dei trasporti di squadriglia e che...
Uno scoppio sordo interruppe la conversazione..
Il caposquadriglia fece un balzo verso una piccola porticina che. era sfuggita alla nostra attenzione.
Ci precipitammo dietro di lui e così ci trovammo in un piccolo locale pieno di fumo
acre illuminato da luce rossa; un giovane scout seduto dietro una fila di storte e di alambicchi si stava comprimendo una mano.
— Fammi vedere! — disse il caposquadriglia. — cosa ti sei fatto?.... Nulla di grave!
È più spavento che altro.
— Cosa c’è qui dentro? — chiedemmo.
Il caposquadriglia parve imbarazzato: era evidente che non gradiva questa domanda.
— Ecco, veramente questo è «tabù ». Ma a voi, Capi... Tanto ormai... ci siete. Ma mi
raccomando alla vostra discrezione. Qui c’è il nostro cervello elettrico ed il nostro laboratorio «Atomic Progress». Capirete la necessità assoluta di segreto attorno a questi nuovi
studi.
26
1
Detto montacarichi ha una portata non superiore a Kg. 160 di carico complessivo.
2
Da Froissart, capo di scouts francesi, divulgatore di un suo metodo di lavoro ad incastro di tondelli.
Uno schermo luminoso si accese in quel momento sulla parete di fronte a noi. Poi
una piccola luce rossa cominciò a spostarsi lungo una pianta topografica incisa sul vetro.
— E questo, cosa è?
— Toh! Qualcuno è entrato senza suonare; deve essere uno dei nostri.
Un tintinnio di campanello si fece sentire: era probabilmente un segnale convenuto
di riconoscimento.
La piccola luce seguì il tracciato dell’atrio e del cortile, e attraversatolo si spostò verso sinistra.
— È uno Scoiattolo che va alla sua tana, —. disse il nostro interlocutore.
— Bene! — disse il caposquadriglia. — come vedete è stato un falso allarme. Vi presento il nostro specialista in esplosivi (razzi, petardi) che sta ultimando le sue ricerche sui
segnali a razzo... Ma noi possiamo tornare di là.
E soggiunse:
— Mi raccomando: acqua in bocca...3.
Fummo introdotti nel salotto da Gian Piero, quarto
delle Volpi del Bes. 3º.
Al piccolo ricevimento prendeva parte la squadriglia
delle Mamme delle Volpi. La signora R... faceva gli onori
di casa: offri anche a noi una tazza di ottimo tè. Mentre
Gian Piero in una poltrona faceva rapidamente scomparire
pasticcini su pasticcini, potemmo entrare nel vivo della
conversazione.
— Io vorrei una cosa sola: che Pippo mettesse altrettanta buona volontà per la scuola
quinta ne mette a costruirsi tutte le sue invenzioni ed i suoi congegni.
— Si figuri, signora, che il mio Marco mi ha riempito la casa di pezzi di ferro arrugginito che nessuno può toccare senza essere investito dalle sue grida.
— Io dico la verità: ma non si capisce cosa abbiano nella testa questi ragazzi; — disse la Signora M... volgendosi a noi.
Sorridemmo, masticando un pasticcino. Poi scuotemmo filosoficamente la testa.
La conversazione si fece più animata.
— Sono sicura che a lasciandoli fare trasformerebbero la casa in un cantiere. Pensi,
Signora, che Michele ha preso possesso del solaio dove ha sistemato il suo laboratorio di
analisi, come dice lui. Le dico, una puzza di reagenti e un intruglio di liquidi da far svenire.
— E allora, cosa dovrei dire io del mio Luciano, — soggiunse subito la Signora P...
che aveva seguito con grande interesse la conversazione, —da quando è vice delle Volpi,
ha deciso di fare della sua stanza una specie di centrale elettrica: cavi, fili, antenne, isola-
3
Siamo in possesso dell’autorizzazione scritta dal caposquadriglia delle Volpi di pubblicare queste righe a condizione espressa però di non precisare meglio per non nuocere alle ricerche in corso.
27
tori: un’inferno! Vi assicuro che ho paura ad entrare in quella bolgia. Non vi dico poi per
far pulizia. Mio marito non dice niente! Oppure dice che anche lui faceva così all’età di
Luciano!
— Però, ad onor del vero, da quando Pippo è nelle Volpi io non ho più chiamato un
operaio in casa: adesso aggiusta tutto lui.
Poi altre Mamme risposero. Infiniti episodi vennero così alla luce...
Noi, finiti che furono i pasticcini, ci ritirammo in un angolo del salotto, mentre dalle
pareti ci guardavano severamente gli antenati di Gian Piero. Il quale si era avvicinato a
noi per spiegarci come avrebbero realizzato in squadriglia la loro 264ª idea delle «mani
abili».
28
I Leoni del 5º F... sono partiti da lontano. Per la festa che il gruppo 5º dava per i
bambini di una casa popolare, i Leoni si erano impegnati a consegnare loro dei giocattoli.
Però, volendoli fabbricare da loro stessi, hanno cominciato col costruire un banco di lavoro da falegname, molto ben riuscito, solido, quasi elegante. Adesso stanno servendosene.
Dopo aver letto nello SCINO’ 48 «si distruggono le vecchie mensole e gli ammuffiti
quadretti» i Pavoni del 6º N... hanno rapidamente demolito il vecchio angolo di squadriglia e costruito un angolo modello, studiato razionalmente per l’ordine del materiale e
con tutti i comfort per gli scouts. L’angolo è meta di visita di numerosi scouts della città.
Fermatasi per due giorni o più ad osservare un impagliatore stradale
di sedie, la squadriglia della Mangusta del 2º D... si è talmente impratichita del mestiere da sentirsi capace di impagliare, col materiale fornito loro
da un parroco, tutte le sedie di una cappella di un villaggio povero.
I Pellicani del 12º V... hanno voluto fare le cose legalmente. Comperati 70 cm² di terreno in un quadrivio, vi hanno innalzato una croce di legno scolpita con simboli scout, e coperta da una piccola tettoia secondo
l’uso tirolese. La base è in cemento e mattoni. La croce è diventata il luogo delle «Partenze» di un Clan Rover non lontano.
Nel quindicesimo anniversario della celebrazione della prima Messa del loro Assistente i Cigni del 17º S... gli hanno offerto un altare portatile da campo di loro costruzione (senza i vasi sacri), con speciale cassetto per le pianete e i paramenti (dono di un
Fuoco di Guide). Peso complessivo Kg. 3.
Le strade del basso B… sono da tempo percorse da una strana vettura che sorpassa
velocissima i carri a cavallo ed i pedoni. Si tratta di una vettura quadricicletta pedalomobile azionata dalle otto gambe di quattro ragazzi appartenenti agli Scoiattoli del 3º B... Il
caposquadriglia ed il vice si fanno trasportare a spasso sorridendo molto cortesemente ai
passanti. Il materiale è contenuto in un cassone speciale.
Grande novità sulle spiagge d’Italia! É apparso
su una spiaggia balneare poco nota un nuovo tipo di
mezzo di locomozione inventato da Stevin nel XVI
sec., costruito per la prima volta nel 1898 da Dumont e rimesso in voga, perfezionato, dai Gabbiani
del 3º G... Si tratta di uno chassis montato su tre
ruote piccole di bicicletta e spinto dal vento che gonfia le sue grandi vele latine. L’apparecchio, velomobile «Airone», ha raggiunto i 40 Km. orari.
29
Una B. A. di tecnica. In una casa popolare diroccata dai bombardamenti e priva tra
l’altro di illuminazione, i Lupi del 3º F... hanno fatto un completo impianto elettrico installando la luce in 12 stanze per 5 famiglie. Parte delle spese coperte dal frutto di un precedente impianto remunerato.
Risalendo nei secoli, i Cinghiali del 2º B. A... hanno ritrovato i segreti delle antiche stampe a mano. Hanno fabbricato un grosso torchio e con linoleum incisi dai due artisti della
squadriglia si sono dati all’arte tipografica. Belle stampe di stile antico, molto ricercate dagli amatori.
Ai Bulldog del C... 3º è venuto in mente di costruire un
piccolo telaio da tessitura. Sono riusciti a fare discreti arazzi
adatti a tappezzare gli angoli di squadriglia.
Le Api del 1º M... hanno costruito una mongolfiera di quattro metri di altezza che si
elevata fino a 45 metri dal suolo con l’ottavo di squadriglia, poco rassicurato, a bordo.
La chiesa parrocchiale di G... era stata danneggiata dalla guerra. Gli Orsi del 1º
hanno partecipato attivamente alla raccolta di fondi per la sua ricostruzione, poi hanno
lavorato, sfruttando ogni momento libero, per il trasporto di materiali e per vari lavori insieme agli operai restauratori.
I Cobra del 4º F... hanno fatto rinascere un antico artigianato che va scomparendo progressivamente: partendo
dalla materia prima, l’argilla, i Cobra ne hanno ricavato artistiche terrecotte. Anche il tornio a pedale è di loro fabbricazione.
I cartelli stradali di un comune attraversato dalla guerra erano in pessime condizioni: i Canguri del 3º M... hanno lavorato per un mese costruendone una parte nuovi e assicurando la messa in opera di tutti. Sono stati prima presi accordi col Sindaco che ha
fornito una parte del materiale. Calorosi ringraziamenti di un giornale locale.
I Merli del 18º L... hanno guidato per radio, con apparecchi da loro messi a punto,
barche montate da equipaggi di 4 scouts. Le manovre di esse sono state notate dalla popolazione che ha seguito con grande interesse l’Impresa. 12 domande di iscrizione al Riparto il giorno seguente. Un lavoro di squadriglia senza grande pubblicità ma veramente bello e degno di
scouts! I Castori del 5º V... hanno tradotto in sistema Braille un riassunto di «Ventimila
Leghe Sotto i Mari» di Jules Verne. L’opera è stata donata al locale Istituto dei bambini
ciechi.
30
Ritorno alla terra! L’invito è stato raccolto dai Galli del 1º V... d’A... che frequentano abitualmente una fattoria dove si sono familiarizzati con il lavoro dei campi. Bella la
relazione ricca di dettagli umoristici.
Su richiesta del Commissariato Regionale che era entrato da poco in possesso della
sua nuova sede, i Passeri del 7º S... hanno provveduto a trasformare in giardino il cortile
prospiciente l’edificio. Sono stati seminate 263 piantine e bulbi forniti dal C. Reg. La
squadriglia si è impegnata a provvedere periodicamente alla manutenzione del giardino.
In un ormai famoso Campo Scuola italiano mancava l’energia elet trica per illuminare le notti di lavoro
della Direzione. Le Antilopi del 1º C... sfruttando gli Hp.
di un torrente, hanno costruito una perfezionata centrale
elettrica adattando sulle turbine parecchie dinamo di bicicletta. Il Campo Scuola può ora disporre di otto lampade che danno un’ottima luce (non oscillante).
Usando di un laboratorio messo gentilmente a loro
disposizione da un elettrotecnico «amico degli scouts » le
Volpi del 2º S... sono riuscite in un mese e mezzo a costruire alcuni apparecchi radio ricevente a galena di cui abbiamo constatato l’ottimo funzionamento. L’iniziativa ha avuto
grande successo: sono già arrivate da parte di alcuni Riparti limitrofi ordinazioni di tali
apparecchi.
I Bufali di C... C..., piccolo villaggio sulle Prealpi hanno voluto fare qualche cosa. di
utile per i loro compaesani. Hanno così costruito un perfezionato montacarichi per un
fienile che permette di realizzare un notevolissimo risparmio di tempo e di fatica ai montanari che dovevano prima far salire il fieno a spalla. Il fatto è stato simpaticamente ricordato dal Parroco nella Messa grande della domenica.
«Navigare necesse est!», ma per navigare ci vuole un naviglio. I Delfini se lo sono
costruito scavando un tronco «a caldo» secondo il sistema canadese. Ne è uscita una piroga a quattro posti di squisita fattura. Sulla «Shenandoah» (questo è il nome della piroga) è stato anche musicata una canzone di squadriglia.
Le condizioni della mulattiera che va dalla baita di Malghera a B... erano veramente
disastrose. I Falchi del 4º B... lavorando duramente per 7 domeniche consecutive, (magnifico esempio di tenacia e volontà) sono riusciti a trasformarla in una strada modello.
Sono state ‘rettificate’ due curve ed è stata trasportata con carriole quasi una tonnellata di
materiale.
É stata finalmente realizzata una vecchia idea che era venuta ad uno degli Aironi del
3º B.. che era stato al Jamboree: la carretta di squadriglia anfibia. Oltre ad essere
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un’ottima e scorrevole carretta di squadriglia su strada, quella degli Aironi infatti può essere messa in acqua in qualsiasi momento dove galleggia egregiamente con gran parte di
materiale dentro. La carretta è fornita anche di piccoli remi.
«La mia casetta l’è fada de tela». Questo canto è
sgorgato spontaneamente dalle bocche degli Ippopotami del 3º D... quando poterono finalmente vedere piantata la loro tenda di squadriglia concepita da loro, tagliata da loro, cucita da loro e decorata da loro. É a
doppio tetto con tutti i comforts moderni.
All’Esposizione degli Artigiani di B... faceva bella mostra di sé un tinello costruito
interamente (tavola, due panche, una piccola credenza) dai Passeri del 1º C... B..., col sistema Froissart. Abbiamo personalmente sentiti i lusinghieri pareri dei visitatori della
Mostra riguardo alla sobria eleganza e alla solidità dell’insieme.
Gli Sparvieri del 1º Riparto della città costiera di C... si sono imbarcati su un «leudo»
di pescatori e sono stati al largo 36 ore lavorando con gli uomini di bordo e impratichendosi di tutte le astuzie di quei marinai. Il capitano è stato entusiasta dei ragazzi ed ha
proposto a qualcuno di arruolarlo come mozzo. Il caposquadriglia ha declinato l’invito
dichiarando che la sua squadriglia si dedicherà quanto prima ad un altro genere di Impresa.
I Camosci del 1º L... hanno aiutato con tutti i mezzi una famiglia
numerosa della città: pulizia della casa e del cortile, costruzione di
una lavanderia, impianto elettrico in una rimessa, verniciatura delle
imposte della porta. Un ottavo bambino nacque in febbraio. Era molto
debole e tutti temevano per la sua vita. La squadriglia provvide al Battesimo. Essendo poi sopravissuto gli fu costruita una culla. L’impresa
non termina qui; continua sempre... Da una lettera del caposquadriglia: «Non lavoriamo solo per la gara delle Imprese, ma anche pensando che i nostri sforzi saranno fruttuosi per questa brava gente... e
per noi».
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CAPITOLO VI
NATURA
D AGLI
XXIII C ONGRESSO I NTERNAZIONALE DEI N ATURALISTI
TENUTOSI A B ERGAMO DAL 7 AL 14-VII-194....
ATTI DEL
Seduta del 10-VII-194...
Verbale. Sono presenti: il Presidente Prof. Fogliani, il Segretario Dott. Pavone, quattro Consiglieri. Hanno scusato l’assenza il Vice-Presidente e due Consiglieri.
Il Presidente apre subito la seduta dando la parola al Prof. Mario Rota per svolgere
la sua relazione.
Prof. Mario Rota, docente di Ornitologia e Ittiologia alla Tribù Natura Nazionale a
B. - Contributo allo studio dei pipistrelli e in particolare del loro letargo invernale.
I pipistrelli, o più esattamente i chirotteri, costituiscono, come e noto, un ordine di
mammiferi, assai vicino a quello degli insettivori. Essi sono caratterizzati... (l’oratore si dilunga sulla descrizione minuta delle varie specie che permettono di suddividere i pipistrelli in megachirotteri frugivori, e microchirotteri insettivori).
All’avvicinarsi dell’inverno i pipistrelli cercano un rifugio più comodo e più caldo di
quello abituale e cadono in letargo dal quale si risvegliano nella primavera seguente.
Abbiamo avuto l’occasione di studiare da vicino la rarissima specie del «Pteropus fuscus» esplorando con il mio assistente (che produrrà dopo la mia relazione alcune interessanti documentazioni) le caverne del Büder o Böder, solo parzialmente note dopo
l’esplorazione compiuta nel 1895 dall’allora celebre speleologo Prof. Talpetti.
Con i miei sei assistenti, dopo una severa preparazione fisica ed un’accurata selezione del materiale, ci sentimmo pronti ad entrare nelle caverna che ci avrebbero svelato il
mistero del «Fiscus». La piantina, in nostro possesso, vergata dallo stesso Prof. Talpetti
dopo la sua famosa esplorazione, ci rivelava che le difficoltà sarebbero incominciate dopo la sala delle «stalattiti» quando lo stretto corridoio si riduce ad un tunnel di 90 centimetri di larghezza e di 50 di altezza, per ben quasi sessanta metri: poi dalla grotta del Lago Fangoso (avremmo anche condotto ricerche collaterali sui pesci dei laghi e dei fiumi
sotterranei) bisognava calarsi nel «Pozzo dell'Abisso» per ritrovare più in basso una seconda galleria nella quale il Prof. Talpetti aveva segnalato l’esistenza di un esemplare di
pipistrello che avevamo buoni motivi per identificare col «Fuscus » oggetto delle nostre
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ricerche. E così la mattina del giorno ... alle 8, accendemmo le nostre lampade frontali e
assicurataci la corda al fianco entrammo in galleria.
La nostra colonna era diretta dall’orientatore con bussola e carta della grotta disegnata d inchiostro fosforescente. Seguivo io stesso con uno zaino appositamente studiato
per il trasporto del materiale scientifico più prezioso: vasi di vetro per la raccolta e la conservazione degli esemplari, siringhe per iniezioni, fiale contenenti soluzioni speciali per la
imbalsamazione immediata, strumenti per eventuale autopsia, ami e trappole brevettate
per le catture, ecc. Altro materiale vario tra cui i viveri ed il canotto pneumatico biposto
era diviso tra gli altri membri della spedizione...
(Il Prof. Mario Rota continua la sua dotta esposizione accennando alle difficoltà e pericoli affrontati da lui e dai suoi compagni nelle viscere della terra, ed arriva al momento in cui la spedizione
sta attraversando il Lago Fangoso a bordo del canotto pneumatico).
Eravamo giunti quasi nel mezzo del Lago quando una corrente fino ad allora non rilevata cominciò a sospingerci verso il lato Sud-Est della grotta là dove il Prof. Talpetti
aveva segnalata la presenza della presa di un sifone a sbocco sconosciuto. Sotto i nostri
sforzi comuni l’imbarcazione con grande pena riuscì a trarsi fuori dal pericolo e fu in quel
momento che un nostro uomo segnalò la presenza a breve distanza da noi di un branco
di «Mustellus Hirundo» il famoso pesce tanto ambito dalla nostra spedizione.
(Rimandiamo il lettore che avesse interesse allo studio di questo esemplare alla bella monografia della T.N. di B. su «I pesci dei fiumi e dei laghi sotterranei»).
(La spedizione arrivata alla Galleria del Pozzo ed ha catturato alcuni pipistrelli).
…L’esemplare che così capitò tra le nostre mani e di cui abbiamo insieme studiato i
caratteri morfologici nella proiezione testa fatta, poteva avere tre o quattro anni e misurava un metro e dodici di apertura alare. Il colorito rossastro
del pelo contrastava con l’aspetto laminato delle. ali scure.
Subito concentrammo la nostra attenzione sulla forma delle
orecchie: i nostri timori svanirono completamente. Eravamo
veramente in possesso del Pteropus Fuscus!
(A questo punto l’oratore accenna ad alcuni suoi esperimenti di
laboratorio sul volo cieco dei pipistrelli ed in particolare del Fuscus.
Coni ernia la teoria ormai nota che essi sentono i propri stridi ultrafonici che utilizzano, per guidarsi nel volo, nello stesso modo con cui il
tecnico usa delle onde elettromagnetiche nel moderno «radar»).
I duecento soggetti catturati col metodo suesposto furono tutti contrassegnati da un
anello di metallo di nostra confezione portante la data di applicazione ed il sigillo della
T.N. Approfittiamo di questo momento per pregare tutti i nostri colleghi di volerci mandare sollecitamente notizie degli esemplari di Pteropus nel caso che avessero a catturare
soggetti portatori del nostro anello.
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I Lupi del 2º 0... possiedono un materiale altamente specializzato per la speleologia
ed affini. Forti di queste loro possibilità sono scesi nelle profondità di una miniera alla ricerca di fossili. Bella raccolta ampiamente documentata.
«I Reporters invisibili» potrebbe essere il titolo
dell’Impresa delle Tigri del 2º P... che sono vissute quattro
giorni nel parco della contessa M... senza farsi mai scoprire
e fotografando il guardiabosco, la cuoca, il sindaco e il gatto di casa nelle sue pose più indiscrete.
«Noi scouts della squadriglia delle Volpi del 2º B... adottiamo il seguente progetto di impresa: studiare la vita
delle volpi sul loro territorio di caccia, catturare un volpacchiotto, allevarlo e condurlo al Jamboree». Dopo aver consultato i libri che trattano di
caccia alle volpi, e prese informazioni presso guardia caccia la squadriglia tenta la sua gesta ma non riesce. La seconda volta, due settimane dopo, con l’aiuto di due guardia caccia e dei loro cani, si prende un piccolo volpacchiotto di tre settimane. Sarà allevato in
squadriglia col “biberon”!
La Tribù Natura del Picchio Verde è finalmente dotata di un attrezzato posto di meteorologia, fabbricato dalla squadriglia dei Levrieri del 7º B... La scheda del tempo atmosferico è stata tenuta aggiornata dalla stessa squadriglia per due mesi di seguito.
Dopo avere presi contatti con la Tribù natura del P. V. la squadriglia dei Falchi di
S... V... ha voluto verificare il fondamento di 45 proverbi popolari a proposito del tempo. Rosso di sera bei tempo si spera. Cielo a pecorelle acqua a catinelle. Ecc. Un bel lavoro di pazienza e di osservazione metodica. In gamba i Falchi!
Ispirate dagli studi di Fabre, le Rondini del 9º M... si sono messe accuratamente a
studiare un formicaio. Originali osservazioni sulla vita intima delle formiche, curiose deduzioni sociali e politiche. Lavoro degno di essere conosciuto.
La fauna degli stagni a domicilio! Dietro la lastra di vetro di un piccolo acquario, i
Picchi del 6º U... continuano a studiare le trasformazioni dei girini in rane e le usanze di
minuscoli insetti d’acqua. Il pasto della «larva carnivora» è la grande attrazione che mostrano solo agli iniziati.
Dello stesso genere l’impresa Natura dei Cervi del 1º V... Essi
hanno scelto invece dell’acquario, il terrario, cioè un blocco di terra
ricco di insetti posto in una cassetta di vetro. Anche qui utili e interessanti osservazioni.
Dieci modi di presentare una raccolta di piante (erbario, foto, impronte al gesso,
ecc.), ecco il lavoro dei Cinghiali del 2° N...
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Seguendo i consigli dello SCINO ‘48 (pag. 216) la squadriglia dei Furetti del 1º C...
possiede ormai una rimarchevole xiloteca di squadriglia, tipo «fischietto».
Sono le impronte di animali quelle che hanno fatto girare la testa agli Scoiattoli del
2º V... Sempre seguendo le indicazioni dello SCINO’ ‘48 (pag. 43 e pag. 74) hanno fatto
una raccolta di 27 impronte differenti (positivo e negativo). Allegato uno studio a penna
delle tracce di un cane lupo, secondo tutte le sue andature. Si sospetta un procedimento
forse barbaro per ricavare l’impronta detta «di cane lupo zoppicante»: la spiegazione parla infatti di una spina infitta (casualmente?) nel lato sinistro del polpastrello. L’inchiesta è
in corso.
Il Villaggio degli Uccelli! Mensa del popolo! Ristoranti E.C.A., Caffé, Bar, Palestra... Ecco l’opera dei Fringuelli del 6º 0... durante quest’inverno. A seconda dei mangimi offerti i Fringuelli hanno potuto selezionare le specie dei vari uccelli. Interessanti fotografie da brevissima distanza di uccelli in posa.
Il Libro del Mondo Alato: ecco il titolo dell’impresa dei Leopardi del 4º T... Ogni
membro della squadriglia per tre mesi di «Grandi Cacce» ha segnato le sue personalissime osservazioni sugli uccelli visti al naturale (la squadriglia possiede tre osservatori in
vari territori di caccia riservati). Presentazione di numerosissime tavole, a scheda, di penna di uccelli.
Dopo solenne impegno sul Guidone di squadriglia le
Aquile del 4º S... si sono imposte di vivere per 6 giorni esclusivamente col frutto della loro pesca, riservandosi però
il diritto di poter cambiare pesce contro derrate di prima
necessità. Buon esito dell’Impresa.
Il Museo dei Siluri... Si tranquillizzi il Commissariato
di P.S. non si tratta di residuati di guerra. Molto più astutamente i Colombi, pacifici, del 5º V... hanno raccolto- tutti i frutti (pigne, ghiande, bacche, ecc.), che avevano forma di cono, producendo un relativo studio sulle piante alle
quali i frutti appartenevano.
Un’impresa di allenamento fisico, una Gesta di Pionierismo, una B.A. Natura fuori
del comune hanno compiuto i Cervi del 4º C... che, sfidando le vertigini sugli alti alberi
di un parco, hanno distrutto centinaia di nidi di Processionaria.
Furibonda caccia ai maggiolini da parte dei Gatti del 3º T... che ne hanno raccolti
parecchi chili. Attestazione e ringraziamenti del Sindaco del Comune.
Sono stati invece scelti i corvi come i nemici giurati dei Pellicani del 2º A... Sono
stati usati per la loro cattura i principali metodi di richiamo e di imprigionamento conosciuti fino ad ora.
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Sotto la guida dello «stregone» di squadriglia, gli Sparvieri del 5º S... si sono dedicati
alla ricerca delle «piante che guariscono». Per tutti i malanni c’è sempre una tisana
«Sparv» pronta per l’ospite. Gli Sparvieri affermano di conoscere il metodo per distillare
anche 1’«Elisir dello Spirito Scout»!
Con uno scafandro del tutto simile a quello delle Volpi dell’S... 3º (vedi Imprese di
Esplorazione) le Antilopi dell’S... 4º si sono dedicate alla pesca ed alla caccia sottomarina mediante reti speciali, archi, arpioni e fiocine.
Appiattandosi con infinite astuzie nel bosco, i Cani del 4º
L... sono riusciti a prendere eccezionali fotografie di alcuni
animali selvatici e di uccelli. (Ricordiamo quella veramente
unica di una serpe, e quella, molto viva, di una lepre in fuga).
Conosci le gemme avvolte nel cuoio, nella lana, nella seta, nella bambagia? Geniali
osservazioni e confronti dei Tori del 5º R... sulle gemme della loro bellissima raccolta.
Notiamo i loro metodo di prendere l’impronta delle gemme col gesso inquadrandole poi
in eleganti cornici.
Mentre le stelle stavano a guardare i Galli del 3º P... hanno preso fotografie del cielo notturno, del movimento delle stelle, delle fasi della luna, ecc. Hanno costruito anche
un telescopio e, sulle loro osservazioni, hanno potuto stendere una carta (topografica!...)
della Luna.
Traduzione in parole e musica del canto di dieci uccelli differenti; ecco il risultato
di numerose «audizioni mattutine» dei concerti del mondo alato da parte dei Caprioli del
2º D...
Un’Impresa mista di natura e di topografia hanno compiuto le Pantere del 4º V... Su
una chiara carta topografica di due parchi e della città, con opportuni richiami, hanno
localizzato tutte le specie di alberi esistenti nella cerchia delle mura. La direzione dei parchi e dei giardini ha risposto con una lettera di elogio e di ringraziamento ad una copia
del lavoro inviata in omaggio.
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CAPITOLO VII
ALLENAMENTO FISICO
D A «L A C ORDATA », SETTIMANALE DI ALPINISMO
ED ALTRI SPORTS
IL VERSANTE SUD-OVEST DEL MAYERHOF SPITZ SCALATO DA RAGAZZI IN SQUADRA
Berna, 7 agosto 1947.
Dopo la famosa scalata del celebre rocciatore Mac Linton e della sua guida personale Sprengel, compiuta dalla parete Nord l’anno scorso nelle condizioni ormai a tutti note,
il superbo picco di Mayerhof è stato quest’anno dominato un’altra volta dalla tenacia e
dall’abilità tecnica di una squadra di giovani esploratori che, partiti la sera di sabato 3
all’attacco del versante Sud-Ovest, sono riusciti alla fine della mattina del 5 a piantare la
loro caratteristica bandierina, che chiamano “guidone”, in vetta alla montagna.
I particolari dell’impresa, che costituisce un vero record alpinistico. ci sono stati forniti dallo stesso capo squadra della giovane équipe, il quale ha dichiarato che da ben tre
mesi i suoi uomini si stavano instancabilmente preparando, sia tecnicamente che fisicamente, all’arduo cimento.
Sembra che questi giovani si siano serviti come metodo di allenamento di un sistema
di movimenti ginnastici noti sotto il nome di “Esercizi B.-P.”, che, secondo quanto afferma il Capo Squadra, sono efficacissimi per lo sviluppo dei muscoli toracici e addominali e per la capacità respiratoria tanto necessaria agli alpinisti.
Da notare la tenacia ammirevole di questi 8 giovani che ogni mattina, appena alzati,
si sono sottoposti per 10-15 minuti all’esecuzione di tali movimenti.
La lunghezza del percorso di salita rendeva impossibile l’ascensione in una sola
giornata. È noto come questa sia sempre stata una difficoltà che ha tenuto lontano i comuni alpinisti da questa ascensione che offre panorami unici senza tuttavia richiedere
l’impiego di una tecnica eccezionale.
Lo schema del percorso fu studiato secondo la recente esperienza di quanti hanno
tentato, invano, l’ascensione dell’Himalaya. Il primo campo base fu stabilito a 4 ore di
marcia dal punto di attacco.
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Piantata la tenda di squadriglia i giovani hanno bivaccato,
secondo le loro usanze, al chiarore delle stelle. Nonoatante il
rigore della temperatura notturna il sonno potè essere tranquillo grazie ai fuochi a riflettore accesi durante la notte e sorvegliati a turno da uno dei componenti la squadra.
La seconda giornata fu particolarmente dura per gli uomini e per il materiale: le condizoni atmosferiche infatti furono
nettamente sfavorevoli e la piccola spedizione dovette lottare per lunghe ore contro un
violento temporale che minacciò di far naufragare l’impresa. Il capo squadra assicura per
che non ci fu mai nenpure un momento di scoraggiamento e che il buon umore degli alpinisti non venne mai meno.
La seconda tappa portò la squadriglia a circa 5 ore dalla vetta. Malgrado la pendenza e la ristrettezze del terreno i giovani esploratori piantarono la loro tenda al calare della
notte.
All’alba del giorno 5, lasciato all’accampamento tutto il materiale meno i viveri energetici, la valorosa équipe attaccò l’ultimo tratto più scosceso per raggiungere la vetta
alle 10:06 precise.
L’arrivo fu segnalato mediante due razzi che poterono essere visti dal rifugio del
Brinz dove comitive di escursonisti scrutavano coi binocolo le pareti del Mayerhof Spitz
nell’intento di seguire le mosse della spedizione.
Mentre andiamo in macchina ci viene telefonato dal rifugo Brinz che gli audaci alpinisti sono felicemente rientrati, che tutti sono in perfetta condizione di salute e che hanno
immediatamente iniziato un lavoro cartografico e panoramico di documentazione che attesterà in modo incontestabile la riuscita della loro impresa.
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Cominciamo col ricordare un’Impresa di una squadriglia d’oltr’Alpe. Si tratta dei
Camosci del 103º Parigi (vedi anche l’Esploratore - Gennaio 1948) che hanno fatto il giro
della capitale francese in pattini a rotelle. Chilometri 43. Partenza ore 10 del mattino e
ritorno alla base di partenza alle 19 di sera.
Gli Scoiattoli del 5º M... hanno trascorso 48 ore in foresta senza toccare terra.
Campo mobile alla Tarzan! Preparazione fisica accurata attraverso un allenamento metodico in vista dell’impresa.
Non si potrebbe crederlo se non avessimo sotto gli
occhi la firma del caposquadriglia! Eppure ad A... alcuni
fanatici di Imprese sensazionali (gli Stambecchi del 1º
P...) sono discesi a corda doppia dalla torre campanaria
di un vecchio campanile distante dalla terra 22 metri.
L’esperienza fu ricominciata 6-7 volte per stabilire tempi
record: il tempo minimo impiegato da tutta la squadriglia
fu finalmente raggiunto con 3 (!) minuti in tutto, il caposquadniglia raggiunse il tempo impressionante di 5”!!
Un famoso canalone di una montagna rocciosa delle
Prealpi è stato scalato da tutta la squadriglia divisa in
due cordate con capi cordata il caposquadniglia ed il suo
vice. L’impresa è dei Leopardi del 1º L... che si sono lungamente allenati alla marcia in montagna.
La squadriglia dei Canguri del 3º F... ha assicurato
una staffetta a piedi di 110 chilometri in «relais» portando a mano un messaggio dalla loro città al Commissariato Regionale.
I Leoni dell’8º P... hanno iniziato un piano di allenamento fisico sistematico. Stabilita una scheda di capacità fisiche si allenano una volta alla settimana in squadriglia su
percorsi ad ostacoli naturali, ed ogni mattina individualmente con esercizi B.-P. per migliorare progressivamente le loro attitudini fisiche.
Sono già stati raggiunti (2 mesi) risultati tangibili. Interessanti tradizioni di squadriglia in proposito. Per la loro Impresa i Delfini del
4º N... si sono impegnati ad imparare tutti a nuotare sotto la guida del vice caposquadriglia, grande Maestro delle Acque. Ad allenamento già avanzato hanno attraversato in squadra un corto
braccio di un lago. Allegata carta topografica (!)
del percorso.
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I Trichechi del 13º B... già quasi tutti buoni nuotatori hanno voluto mettere le loro
capacità al servizio del prossimo. Dopo un severo allenamento i Trichechi sono perfezionati nella tecnica del salvataggio e soccorso d’urgenza agli annegati. Attendono con impazienza l’occasione di poter dimostrare nella realtà il valore della loro tecnica duramente acquisita.
È stato invece il fuoco quello che ha ispirato l’impresa di squadriglia dei Cinghiali
del 3º N... La tecnica del salto nel telo, i segreti della scala a vento, i trucchi per sfilare i
tubi da pompiere non hanno più misteri per i Cinghiali che sceglieranno come specialità
di squadriglia la pompieristica.
In un parco messo a loro disposizione i Cervi del 14º R... hanno immaginato e realizzato un percorso di allenamento fisico secondo il metodo naturale. Due volte alla settimana i Cervi si trovano sul terreno dalle 7 alle 8 di mattina e procedono ad un sistematico allenarnento. Controllo delle schede individuali.
Dopo una visita medica accurata, che autorizzava l’Impresa, gli Struzzi del 6º E...
sono riusciti a compiere con perfetta regolarità di marcia 12 Km. a passo scout, dopo
prolungato allenamento.
Aprofittando di 4 giorni di vacanza le Antilopi del 12º F... sono partite insieme per
un campo mobile in bicicletta. Hanno coperto quasi 400 Km., pur dormendo sotto la
tenda e cucinandosi le proprie vivande. Da notare che le Antilopi usano quotidianamente
la bicicletta.
Le Rondini del 2º B... si sono impegnate ad eseguire correttamente a finestra aperta
e per intero, per 2 mesi consecutivi, i 5 esercizi B.P. ogni mattina, corredati da altri esercizi muscolari come preparazione ad una ascensione del pizzo C... sotto la guida di un
ex-alpino, Cavaliere di S. Giorgio. Con simile preparazione la loro impresa alpinistica è
stata possibile senza eccessiva difficoltà. Dalla sommità della montagna hanno potuto segnalare con un’altra squadriglia del Riparto rimasta alla base.
Approfittando della vicinanza della montagna, le Renne
del 1º S... B... hanno imparato tutte a sciare correttamente.
In squadra hanno fatto un percorso di 18 Km. di fondo in un
tempo molto buono se si tien conto della età dei componenti
di cui il più anziano ha i5 anni. Uso della carta e della bussola.
Si tratta di una squadriglia (I Cervi del 4º P...) composta da nuotatori provetti, I Cervi hanno disceso nel corso di due gornate e mezzo, in canotto, per 45 Km. le acque del
fiume A... esplorando le rive e stendendo una buona carta del percorso fatto. Un’altra
squadrglia dello stesso Riparto, seguiva da terra in bicicletta i navigatori.
41
I Delfini del 24º N... si sono imbarcati all’alba del giorno X... su 6 sandolini individuali. Sulla scia dello «skif» del caposquadriglia, hanno puntato con una larghissima virata verso la costa opposta del Golfo di N... Dopo parecchie ore di navigazione su mare
leggermente mosso, sono giunti felicemente a terra. L’impresa è stata segnalata da un
giornale locale.
Ed ecco una squadriglia di tuffatori! Si tratta dei Pinguini del 9º G... che sono in grado di tuffarsi tutti con la
testa nel giro di nove secondi da uno stesso trampolino
dell’altezza di tre metri. Inutile dire il lungo periodo di allenamento occorso per raggiungere questo tempo record.
Sono conosciuti da tutti nel loro quartiere i Bufali del
7º B... È infatti possibile vederli non di rado girare con
un’automobile a pedali di loro costruzione. Con questo
mezzo essi hanno percorso in una giornata la bellezza di
85 Km.
42
CAPITOLO VIII
TRASMISSIONE E SEGNALI
Finalmente arriviamo in cima alla torre. La scala (avevamo
contato 325 gradini) dà su un ripiano circolare, difeso da un’alta
ringhiera. Un soffio di vento, fatto umido dalle pioggie recenti, ci
sferzò in viso. Ci avviciniamo alla ringhiera: i grandi alberi del parco
sottostante sembrano piccoli arbusti; da tutte le parti la pianura si
stende a perdita d’occhio limitata ad Ovest dai giganti nevosi delle
Alpi. Subito a sinistra si apre una piccola porticina: eccoci nella cabina di trasmissione: grovigli di fili elettrici, tasti, trasformatori ed
altri apparecchi di cui non sappiamo indicare l’uso; una tavola ed
alcune sedie; i muri sono coperti da schemi di apparecchi, codici, tabelle di trasmissione, tavole delle lunghezze d’onda: ovunque uno stile
sobrio e castigato che ci dà la sensazione di trovarci nella cabina radio di una nave da battaglia. Sulla cornice della porta l’emblema del Colombo col loro motto orgoglioso. Sul pinnacolo più alto della torre, solidamente fissato al vento della sera, un grosso riflettore
parabolico sul quadro girevole sembra un occhio proteso all’orizzonte. Un altro più piccolo è fissato
più sotto: sapremo poi che è il faro dell’apparecchio di sicurezza. Per voi abbiamo aperto il libro di
servizio dei Colombi: ne stralciamo alcune righe.
DAL LIBRO DI SERVIZIO DEL POSTO DI SEGNALAZIONE C.L.B.
Avvertenze:
a) Il capo del posto di segnalazione è responsabile del buon andamento del posto stesso;
b) Gli apparecchi di segnalazione devono essere sempre in perfetta efficienza. In caso di
emergenza o di avaria dell’apparecchio in dotazione potrà essere messo in funzione
l’apparecchio di sicurezza, mentre gli specialisti si occuperanno della riparazione del
primo;
43
c) Le comunicazioni secondo l’orario degli appuntamenti devono essere assolutamente
assicurate. In caso di disturbi o comunque di impossibilità, consultare gli orari degli appuntamenti di scurezza.
Ecc...
25 febbraio
44
Ore 21,—
Stazione C.L.B.1 in ascolto. lo, Sergio. caposquadriglia dei Colombi, ho
preso servizio al posto di segnalazione dell’indicativo C.L.B.1 con: Franco, operatore e Marco, segretario. Siamo in ascolto della stazione
C.L.B.2, posta sotto la direzone di Giulio, mio vice, con Paolo, operatore, Stefano, segretario, e Mariolino, secondo operatore. Revisione da
parte del mio operatore, Franco, degli apparecchi. L’ordine di servizio
porta: «Comunicazione ore 21,30».
Ore 21,20
Stiamo ultimando la messa a fuoco del riflettore a grande portata secondo la direzione indicata nella tabella di comunicazione. La lunghezza
d’onda del C.L.B.2 è indicata pari a m. 3.840 N.N.E.
Ore 21,25
Tutto bene, siamo pronti.
Ore 21,26
Marco vorrebbe assolutamente fare uno spuntino. Lo richiamo
all’ordine.
Ore 21,28
Contiamo i secondi con il cronometro di Franco.
Ore 21,30
Precise. In direzione N.N.E. si distingue perfettamente nella notte la
stazione C.L.B.2 che trasmette il suo nominativo. Assumo il comando
del posto. Secondo le disposizioni già impartite in precedenza: Franco,
l’operatore, risponde col nostro nominativo alla chiamata. La stazione
C.L.B.2 ci interrompe: ha intercettato il nostro indicativo.
Ore 21.35
La comunicazione è stabilita: in codice «Q», mandiamo: «Pronto a ricevere».
Ore 21.40
Riceviamo: «Visibilità mediocre, aggiustate di 2° alla vostra destra». Risposta:
«D’accordo. Aspettare 2 minuti». Riprendiamo la comunicazione: «Qual’è la
nostra visibilità», chiedono. «Buona». «Abbiamo un messaggio da trasmettere».
Rispondiamo: «Pronti a ricevere». Riceviamo: «Messaggio N. 1 - Gruppi di
parole 11. AR.K.». (Franco, l’operatore, detta, lettera per lettera, a Marco,
segretario, il seguente messaggio): «Da - tutti - punti - nrra - solo - un - messaggio - tra - scouts - stop - fraternità – AR.K.». Rispondiamo: «Ripetere gruppo 4». (Marco non riesce a capire il senso della frase). Riceviamo: «terra -
AR.K.». «AS» (aspettare). Marco rilegge ad alta voce quanto ha scritto;
tutto chiaro. Segnaliamo: «Ricevuto - capito - pronto a trasmettere».
Ore 22,—
Trasmettiamo: «Messaggio N. 7 - Gruppi di parole 22. AR.K.».
Ore 22,05
Nel corso della trasmissione del nostro messaggio, riceviamo: «?» (punto
interrogativo di domanda). Continuiamo la trasmissione ripetendo
l’ultimo gruppo.
Ore 22,07
Riceviamo di nuovo: «?». Dopo esserci consultati, mandiamo: «Non capito - punto interrogativo - cosa dobbiamo ripetere».
Ore 22,10
Riceviamo altri punti interrogativi. Poi la C.L.B.2 manda il suo nominativo. Cosa succede?
Ore 22,13
Un grido dell’osservatore ci fa sussultare; il riflettore non si accende più!
L’operatore dà un’occhiata alla lampadina di controllo1: è vero! La lampadina non funziona.
Ore 22,15
Dalle ore 22.05 il nostro posto è fuori servizio per guasto allapparecchio!
Entra immediatamente in funzione il riflettore di sicurezza che funziona
a corrente autonoma (batteria d’automobile).
Ore 22,18
Siamo di nuovo in comunicazione. Riprendiamo la trasmissione del
messaggio N. 7, gruppo di parole 22, al gruppo 8°.
1
Piccola lampadina messa in parallelo nel circuito del riflettore della torre.
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A piedi... 3 ore! In bicicletta... 30 minuti! In treno... 20 minuti! In automobile... 16
minuti! I Gatti del 3º T... hanno coperto la distanza di 14 Km. in minuti 10 trasmettendo
un breve messaggio a mezzo dei loro pannelli colorati alti due metri ed azionati da un
sistema di leva brevettato dalla squadriglia. I Gatti erano forniti di due ottimi cannocchiali da marina, montati su treppiedi.
A M... i Bufali del 2º hanno passato parte della notte su due campanili in compagnia
dei loro strumenti di trasmissione luminosa (Morse-luce), comandati a tasto. I campanili
distavano tra loro 6.500 metri. Regolare, perfetta la trasmissione. Libro di servizio aggiornato.
Sfruttando l’energia luminosa del sole i Picchi del 3º S... S. G... hanno trasmesso a 6
Km. e 650 metri mediante due eliografi, costruiti da loro stessi in squadriglia (compreso
l’otturatore ed il condensatore). La trasmissione è stata veloce, con soli 4 errori su 64 parole in diversi messaggi.
Per realizzare la loro Impresa di trasmettere a 12 Km. da
un colle dove non esisteva elettricità ed il cui accesso era
troppo difficile per permettere il trasporto di batterie
d’automobile, i Castori del M.. 101 hanno costruito un ingegnoso apparecchio: alcune lampadine di pile tascabili, messe
in una specie di riflettore a scatola, rischiaranti un pannello
di tela di 1 metro di lato che chiude l’imboccatura della scatola stessa. In tal modo tutto il pannello viene illuminato, rendendosi visibile a grandi distanze. Due pannelli illuminati =
lunga. Un pannello = breve.
Sarà probabilmente proclamata squadriglia regionale radio la Tigre del 5º P... che ha costruito un apparecchio radio-trasmittente ed assicura il
collegamento con radio-amatori scout esteri. Regolare patente. In collegamento con radio R-S. Servire 1º.
Una squadriglia di semaforisti ha voluto affermare i vantaggi del semaforico sul
Morse assicurando in un brevissimo tempo il collegamento a «relais» tra 4 stazioni riceventi e trasmittenti di due operatori ciascuna, su 19 Km. e 350 metri. Allegato schizzo
topografico dei posti di segnalazione e di vari libri di servizio della squadriglia.
L’antico sistema di segnalazione a fuoco ha ancora i suoi adepti. I Cervi del 6º B…
saliti sui picchi delle loro montagne hanno trasmesso messaggi con questo sistema (fuoco
e coperte) in un suggestivo ambiente alpino (3 Km. 700 m. di distanza).
Non essendo possibile alla squadriglia dei Coccodrilli del 3º V... trovare nelle vicinanze rilievi montagnosi o torri od alti campanili, è stato deciso di superare questa non
lieve difficoltà per trasmissione a grande distanza con la costruzione di due potenti cervi
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volanti (brevetto Coccò) capaci di sopportare il peso di piccole lampadine visibili nelle
varie direzioni e comandate con tasto da terra. La lettura dei messaggi a tre Km. di distanza è stata difficoltosa ma grazie a segnali di servizio molto precisi, tutti i messaggi
sono passati in poco tempo.
I Caprioli del 4º T... hanno stabilito una trasmissione notturna a «relais» su 40 Km.
Delle idee per Impresa di trasmissione? Mettiti subito in contatto Morse coi Pipistrelli del 2º S... che sono pronti in qualsiasi momento a trasmettere ed a ricevere in 12 modi
differenti.
I nostri ricordi di Salgari sono riemersi tumultuosi alla nostra memoria quando, quella notte, abbiamo assistito ad una trasmissione nella foresta da
parte degli Orsi del 5º P... a mezzo di grossi tamburi
di loro fabbricazione. Un messaggio cifrato è passato
attraverso tre stazioni percorrendo in 35 minuti 4
Km. e 6oo metri.
Estote parati! Urge presenza 20 scouts alla stazione... Subito 12 scouts per sinistro... Una casa brucia, urgono aiuti... Quante volte sarebbe necessario
poter trasmettere questi ordini urgentemente. Ecco
che entra in azione la squadriglia delle Volpi del 9º A... Possono trasmettere infatti un
ordine di adunata tutti gli scouts del Gruppo in qualsiasi momento del giorno in meno di
15 minuti.
Estote parati! Di rimando, la Squadriglia degli Aironi del 9º A.. assicura al suo Riparto in ogni caso di emergenza il materiale adatto al bisogno (incendio, incidente stradale, annegamento, ecc.) in 16 minuti dalla comunicazione dell’allerta.
Essendo venuti a conoscenza che i percorsi alpinistici di un gruppo montano della
loro regione erano rimasti privi per incuria della segnalazione consueta, i Camosci del 1º
T... hanno provveduto a segnare (a vernice sulla roccia) 5 itinerari, usando colori diversi.
Lettera di ringraziamento del Sindaco. Attestato del C.A.I. regionale.
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CAPITOLO IX
E SPRESSIONE
In quel tempo i Pellicani decisero dunque di elevare preghiere al l’Eterno Signore attraverso gesti quali la Chiesa nei secoli aveva sempre usato. Ed erano gesti studiati ed
armoniosi quali piacevano al Signore Dio Padre nostro.
Ed i Pellicani erano sette e si trovarono un giorno al calar del sole
ed aprirono il primo Consiglio Capitolare ed il Priore fu primo tra loro.
Ed ecco che vennero vicendevolmente conferiti gli incarichi: ed il se
condo fu Maestro delle Cerimonie, e il terzo Maestro dell’Arte, e un altro ancora Maestro dei Cori, sì che a tutti fu data un’obbedienza che
era semplice e grande e bella e fruttuosa. E al primo seguirono altri
Consigli Capitolari ed era bello vedere la gioia e lo zelo dei fratelli che
volevano insieme pregare il Signore.
Ed aprirono gli antichi testi per conoscere le cronache delle vecchie Abbazie e le pergamene ingiallite dal tempo furono illuminate dalle candele di cera: ed era dolce a vedere
perché la luce delle candele illuminava anche i loro cuori. E così crescevano in sapienza e
bontà e cominciarono a conoscere il gesto serafico di chi si appresta davanti all’altare di
Dio Padre Onnipotente a servire il Sacrificio del Figlio Suo Cristo Nostro Signore.
Ed ogni gesto loro appariva semplice e naturale ma prima di poterlo così fare con
semplicità occorsero lunghi mesi di tenace disciplina perchè sì come tutte le cose che appaiono facile a vedersi, ardue e faticose sono invece ad operare.
E a nessuno di loro sembrarono vane o sciupate le ore trascorse a prendere dimestichezza con genuflessioni, col camminare lento nel coro, con l’incrociare le braccia e
l’inchinarsi, perchè sapevano che questo era grato a Dio ed era anche bello ed armonioso
e calmo manifestare così la propria fede nel Signore Creatore di tutte le cose.
E nei giorni di cui parliamo fu anche grande loro occupazione il leggere insieme ad
alta voce le Sacre Scritture: formavano un coro senza musica ma ritmica, armonioso ed
eguale.
E sotto la guida del Maestro delle Cerimonie fu loro possibile stare nel Coro sì come
stavano i monaci un tempo, con le mani giunte tutte alla stessa altezza tali che parea di
vedere i modelli dipinti dall’Angelico.
48
E avvenne che essendo una Domenica di gran festa i Pellicani si apprestarono a servire il Sacrificio Santo: e uscirono insieme davanti al Sacerdote, di candidi lini vestiti,
cinti del cordone della penitenza e sopra il petto, la Croce di Gerusalemme, quella che
portarono i Crociati Cavalieri del Sepolcro Santo di Cristo.
E poichè ognuno aveva la sua obbedienza, due erano ai piedi dell’altare come accoliti, uno reggeva un bianco cero vicino al messale e tre erano nel coro, e leggevano ad alta
voce le parole di S. Paolo e quelle dell’Evangelista Luca. E il Maestro delle Cerimonie
dava ad ognuno la sua obbedienza disponendo con ordine tutti a seconda del tempo e
della Liturgia.
E il popolo fu meravigliato di vedere di nuovo nel Chiostro abbandonato risorgere le
antiche tradizioni che il tempo aveva seppellite; ed erano giovani coloro che le avevano
ritrovate.
E credevano a quello che facevano.
Ed in quel tempo era gran meraviglia.
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Per Natale le Volpi del 2º S... avevano un grande progetto: passare insieme ai 180
bambini di un Orfanotrofio della loro città il pomeriggio del Santo Giorno. Hanno dato
una squisita recita dal miglior stile scout. Grande successo del Babbo Natale e degli
Gnomi della Foresta. Ringraziamenti calorosi delle buone Suore dell’Istituto.
Preso lo spunto dallo SCINO’ ‘48 (pag. 235), le Renne del 1º
M... hanno presentato, durante un fuoco di campo regionale, 12 figure differenti tipiche, usando soltanto fazzoletti, coperte e cappelli scout. Una mimica, ricca di osservazioni sugose, concluse la presentazione. Ottima arte drammatico scout.
Una recita di genuino stile drammatico scout hanno dato alla
popolazione di un piccolo paese i Lupi del 1º R... Rimarchevole il gioco scenico dei «3
ciechi in Paradiso». Due ore di spettacolo tra continui applausi. I fondi raccolti erano interamente destinati al restauro della chiesa.
Abilità manuale ed espressione! Le Rondini del 13º R... si sono rese famose e sono
diventate l’idolo di molti bambini, hanno costruito un vero teatro di marionette con parecchi burattini. Tre dei drammi del repertorio sono stati composti dalla squadriglia stessa. Particolarmente applaudito: «Gioppino Esploratore a caccia di Imprese». Parecchie
rappresentazioni presso Orfanorrofii, Ospedali di bambini, Convalescenziari, ecc.
Ce la siamo goduta un mondo ad ammirare le frizzanti danze tirolesi accompagnate
da chitarra e fisarmonica degli Scoiattoli del 1º Bz... Ritmo, melodia e danza, si fondevano perfettamente. Era evidente una lunga e metodica preparazione.
Magica arte del fuoco, magica scienza dei Guardiani dell’Ara, coi loro costumi indù, ed i variopinti turbanti. Essi sapevano tingere la fiamma coi colori dell’iride, a loro
piacere1, e si muovevano intorno ad essa, per alimentarla, coi passi felpati di una danza.
È stata una scena irreale ed indimenticabile. Nelle pause tra i vari «numeri», erano loro
che tenevano la scena. Loro, erano i Cervi del 6º N... al Fuoco di S. Giorgio della loro
Regione.
Giornata del Ringraziamento alle Mamme! È una tradizione del Riparto: i figli ringraziano le Madri… con ragione. Per l’Avvenimento, le Antilopi del 101 M... hanno rallegrato la sala con le loro orchestrine di squadriglia. Ne hanno di due tipi: una classica,
l’altra... esistenzialista. La prima composta di pifferi, ocarine, armonica e batteria modello «Ant», l’altra da manici di scopa, scatole, sega, fìschietti, ed altri strumenti del moderno «jazz».
1
50
Usando speciali polverine da loro miscelate.
Non è tutto merito loro se hanno una bella voce e sono intonate, le Allodole del 3º
D... Hanno avuto però la costanza di educarsi ed il coraggio di presentarsi in pubblico.
Anche Gian Maria era con loro, sebbene fosse stonato in un modo impressionante. È stato adibito come presentatore e ha svolto molto bene il suo compito tenendo alto il nome
delle Allodole.
Il centenario del ‘48 non ha colto alla sprovvista le Manguste del 1º C... Esse hanno
composto, con l’aiuto dell’Assistente, un coro parlato storico che, presentato in occasione di una commeinorazione cittadina, ha riscosso un notevole successo, nonostante
l’esiguo numero dei coristi.
C’è da rimanere a bocca aperta a vederli lavorare. Tutti hanno il
loro compito, non sempre confessabile. È la squadriglia Mistero che
vi fa scomparire sotto al naso monete, fazzoletti, matite e vi restituisce orologi, conigli e... sigarette! Credo che anche a torturarli, non
rivelerebbero una parola dei loro segreti. Sono le Aquile del 2º I...
Lunghe ore di sedute segrete di allenamento per poter acquistare la
destrezza necessaria.
Un prezioso servizio allo scautismo è stato reso dai Bufali del 1º
L... Richiesti dal Com.to Regionale, hanno indagato sui gusti dei loro compagni di scuola e di lavoro. In base ai risultati ottenuti hanno
potuto presentare un progetto di opuscolo di propaganda per far meglio conoscere ed
apprezzare lo scautismo tra i ragazzi italiani. Interessantissime relazioni da parte di questi neo-reporters.
Questa è un’impresa d’oltre Manica. I «bodgers» del 3º Liverpool hanno dato una serie di rappresentazioni per i ragazzi nei quartieri poveri della citta.
Ecco un’arte difficile e posseduta purtroppo molto raramente: quella di guidare un
grande fuoco di campo. Richiede un insieme di qualità che i Bisonti del 3º C... hanno
dimostrato di possedere in grado notevole. Al grande campo Regionale hanno saputo da
soli guidare il Fuoco a cui partecipavano quasi un migliaio di scouts. Idee brillanti, molto
spirito e sopratutto — il più importante — molto buon gusto.
Specialisti in giochi da circo, si sono dimostrati gli Orsi del 4º R... che hanno fatto
sbellicare dalle risa un Grande Cerchio di Lupetti — e Famiglie — colle loro buffonesche
imitazioni dei «clowns» più celebri. Alcuni loro giochi potrebbero essere classificati anche
come Imprese di allenamento fisico tanto esigevano snellezza ed agilità.
È stata una sorpresa per tutti vedere i Picchi del 3º E..., vestiti di bianco, leggere nel
coro dell’Altare Maggiore l’Epistola ed il Vangelo ritmando le parole come per un coro
parlato. I Castori del 12º G... sotto la guida di un valente maestro hanno imparato una
Messa di Requiem a due voci.
51
In un grande raduno scout della zona di P... le Antilopi del 4º T... hanno organizzato la S Messa curando il servizio liturgico, la lettura dell’Epistola e del Vangelo,
l’Offertorio, i canti, l’accompagnamento dell’harmonium, in modo impeccabile.
Portando una pesante croce di legno sulle loro spalle la
squadriglia dei Pellicani ha voluto, durante la Settimana Santa,
seguire una sua originale «Via Crucis». Il percorso era di circa 5
Km. Ad ogni stazione i Pellicani si fermavano leggendo una
meditazione composta da ogni membro della squadriglia. Alla
fine fu piantata la croce, pregando per l’A.S.C.I.
In una città ricca di storia medievale le Pantere del 4º hanno rievocato una pagina
della storia religiosa della loro città in un «Mistero» rappresentato durante il campo di
Riparto. Ottimi costumi ideati dalla squadriglia stessa e molto indovinati i dialoghi e la
coreografia. Il tutto ravvivato da magnifici giochi di luce.
I Levrieri del 1º O... hanno assicurato il servizio quotidiano dalla Messa parrocchiale delle sette per un mese, in divisa, malgrado il tempo molto freddo e le finestre della
chiesa danneggiate. Essi si sono inoltre impegnati a trovarsi tutti insieme alle sette, ogni
Primo Venerdi del mese.
E siamo ad una squadriglia di «capitalisti»! In squadriglia infatti esiste una macchina
cinematografica da presa. Le Linci (è questo il nome della fortunata squadriglia del 13º
M...) hanno fatto una piccola ripresa di un film scout dal titolo: «O la tecnica o la morte!». Pellicola 12 mm., 80 metri. Rivolgersi alle Linci del 13º M... per più ampie informazioni.
Che cosa ha fatto la tua squadriglia per la vendita del calendario scout? Anche questa è un’Impresa di espressione. Espressione cioè delle idee scout. Ci vuole audacia, tenacia, iniziativa. Non mancare in Novembre di iniziare con la tua squadriglia una campagna in grande stile. Sarà anche una B.A. per l’associazione.
52
CAPITOLO X
L A G ESTA
Alcune Imprese, per il loro carattere di eccezionalità, per l’assommarsi in esse di tecniche disparate ed impegnative, per la durata della prova e lo sforzo di qualsiasi natura
richiesto, per la risonanza avuta nel mondo scout, per l’importanza dei servizi resi al
prossimo, per la genialità e l’originalità della concezione e per il coraggio e l’abnegazione
dimostrati, possono trasformarsi in GESTA.
La Gesta è un’Impresa di largo respiro che dimostra un’eccezionale stile della squadriglia in tecnica e spirito scout. È frutto di una intensa vita di squadriglia. Con essa, la
squadriglia supera se stessa.
In simile evenienza, una semplice relazione, sia pur documentata, nel «Libro d’Oro»
di squadriglia, risulterà insufficiente ed incompleta. Si renderà cioè indispensabile la pubblicazione di un «Libro delle GESTA» a parte, che costituirà un documento facente epoca per lo scautismo di una determinata regione.
IL LIBRO DELLE GESTA
Composto e rilegato dalla squadriglia stessa, il «Libro delle Gesta» soddisferà, anche
nella sua presentazione, le esigenze artistiche più raffinate.
Anche qui la squadriglia ha un’ottima occasione per dimostrare la sua originalità ed
il suo buon gusto. Sebbene ognuno di questi testi abbia caratteristiche sue proprie, variabili da paese a paese, da squadriglia a squadriglia, da Impresa ad Impresa, si usa nella loro compilazione seguire le norme tradizionali qui sotto indicate:
1) Prima pagina in bianco.
2) Seconda pagina: testo ufficiale della Missione quale la squadriglia si era prefìssa di
compiere, vidimato dal Capo Riparto ed eventualmente dalla Corte d’Onore.
3) Sulla terza pagina: nome, motto, armi della squadriglia e tutto quanto rientra nel patrimonio già glorioso di essa. Seguono i nomi dei componenti con l’età, la data della
Promessa, la classe scout e gli incarichi specifici nella squadriglia particolarmente svolti
nel corso della Gesta.
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4) Comincia la relazione del caposquadriglia. Da essa devono risultare le varie fasi preparatorie con speciale riguardo alla divisione degli incarichi ed ai risultati ottenuti in merito alla vita della squadriglia ed al suo spirito scout.
5) La documentazione più varia possibile.
6) Le attestazioni ed i riconoscimenti ufficiali di autorità venute a conoscenza della Gesta. Scritti di simpatizzanti, ecc.
7) Seguono tutte le manifestazioni artistiche sbocciate dalla Gesta: la Cronaca letteraria
dello storico, i piccoli poemi del poeta, le canzoni del menestrello, le pitture dell’artista,
la musica ed i sonetti nati nel corso dell’impresa o dopo il grande giorno. La preghiera di
squadriglia ispirata alla Gesta.
8) Nell’ultima pagina, firme dei membri della squadriglia che hanno partecipato alla
Gesta, possibilmente con le loro fotografie (formato tessera). Luogo e data.
«... E così fu. Ed io, storico della squadriglia... ho visto queste cose, e sono vere, e le ho scritte perchè
siano note ed imitate».
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A MO’ DI CONCLUSIONE
QUELLA CHE DOVEVA ESSERE LA PREFAZIONE
Da un nostro inviato speciale:
— ...Ed ora — mi disse San Pietro — ti presenterò il Capo Squadriglia dei «Cinghiali» del 100.000º. Un ragazzo in gamba. Dati i tempi che corrono sulla terra, di ragazzi
come lui non ce ne capitano tutti i giorni, e tutti nella sua squadriglia sono dello stesso
stampo. Almeno tutti quelli che abbiamo qui, vale a dire, praticamente, tutta la squadriglia, poichè uno solo manca all’appello
— Come, tutta la squadriglia?
— Meno uno. Mi son capitati qui tutti insieme, una sera d’aprile, nel bel mezzo di
una Impresa. Me ne ricorderò per tutta l’eternità. Spossati, ma ridenti, senza alcun imbarazzo nè soggezione, mi hanno sorriso al modo degli scouts ed hanno esclamato: «Come
Impresa, è stata una bella Impresa davvero!»
— Una Impresa?
— Si, una impresa... Oh! lo non ci ho capito ancora molto — riprese San Pietro pensosamente. — È... credo... Ma Michele te lo spegherà di certo. Per quanto mi riguarda,
quando essi si sono presentati, sono rimasto un pochino interdetto e non mi è neppure
passato per la mente di chiedere loro una spiegazione su questa parola che li entusiasmava tanto. Sette ragazzi di questa fatta, tutti insieme, è una cosa che colpisce. E poi, in un
attimo, il loro sorriso mi ha conquistato e ho detto loro: «Bene! Entrate fratellini». A ragazzi come questi non si può rifiutare niente. Non ho avuto bisogno di ripetere l’invito.
Per essi sembrava la cosa più naturale di varcare la soglia del Regno dei Cieli.
— Ma questa è una storia stravagante!
— Ah! uhm! Ma quello che essi chiamano «l’Impresa» era ben più stravagante. Non
si trattava altro che di introdursi con una scala di corda nel crattre di un vulcano. Una
cosa da niente! Se si pensa che fra tutti e sette potevano avere si e no cento anni!
— Mi sembra di ricordare, — feci io — si tratta, senza dubbio di quello sciagurato
tentativo di esplorazione nel cratere dello Stromboli.
— Precisamente.
— I giornali di tutto il mondo ne hanno parlato assai. Il loro Capo Riparto fu sottoposto a processo, con l’imputazine di «incitamento di minorenni al suicidio collettivo».
Se ho buona memoria, i giudici non si mostrarono affatto benevoli.
— Già, gli uomini hanno poca comprensione! — San Pietro fece una piccola smorfia
molto espressiva.
Egli disse qualche parola nell’orecchio di un Angelo.
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— Oh! che bella sorpresa!
Ma più che la meraviglia si leggeva la gioia sul viso di Michele mentre pronunciava
queste parole. Ci stringemmo la mano sinistra. San Pietro si era scostato perchè avevano
suonato alla porta..
La mia conversazione con Michele durò delle ore eterne.
Si parlò del Jamboree, si parlò dei ponti di corda, delle foreste, dei campeggi al gran
sole d’agosto. Si parlò delle notti sotto la piogga, della cucina da «trappeur», dei collegamenti di segnalazione, degli «igloo», delle marce all’Azimut. Si parlò degli uccelli, delle
varie specie di querce. Si parlò delle stelle, delle lunghe esplorazioni in paesi sconosciuti,
dei giochi notturni fantastici. Si parlò delle orme dei camòsci vicino alle stelle alpine. Si
parlò dei grandi laghi e dei villaggi lacustri. Si parlò delle città dove i visi divengono pallidi. Si parlò delle baite e delle greggi pascolanti. Si parlò della «caccia al cinghiale» e dei
percorsi d’Hebertismo del campo Scuola per capi squadriglia. Si parlò della Legge,
dell’Onore e dei giorni della Promessa.
Si parlò della Bontà Divina e della bellezza del Creato.
E poi si cantò. Cantammo «Ero un lupettino» e «Venùs de tous les coins du monde».
Cantammo quella che dice: «La ma scuadrglia è una nave con le vele spiegate». Cantammo «La gioia di essere caposquadriglia», «Prima di essere di prima classe». Cantammo quella che dice: «Per essere scouts bisogna mangiare del ferro».Cantammo «Mario ha
costruito la carretta di squadriglia», e poi «Vento della sera», ed anche «Addio strade del
mio primo Hike». Si cantò quella che dice: «Da noi ci si aiuta come fratelli». Cantammo
«C’è una lunga traccia», e quella che dice: «L’odore del campo riempie i cannelli». Cantammo «Il mio angolo di squadriglia», «La vita è una giornata di campeggio», «Viva il
brevetto di bosco». Cantammo quella che dice: «La fiamma che ravviva la nostra gioventù, non morirà mai più».
Poi dovetti dare spiegazioni sulla mia venuta. Cosa complicata. I beati, per fortuna,
sono al disopra delle piccole complicazioni. In tal modo, Michele ammise benissimo che
era normale per un Rover di buona volontà compiere un «reportage » fra gli scouts del
Paradiso.
— Ma infine, il tuo scopo qual’è?
Io compresi subito che anche in Paradiso l’intervista poteva diventare una faccenda
antipatica per chi la subisce.
Escogitai allora un piccolo stratagemma, di cui più volte avevo sperimentato il valore tra gli uomini. Ognuno ha la sua mania e entrare nelle simpatie di un uomo non è altro
che prendere sul serio le sue manie, e quella di Michele era «l’Impresa».
E venire fino da San Pietro, così, come visitatore, non era forse una autentica Impresa? Un’impresa di proporzioni gigantesche, da scommetterci sopra a cuor leggero.
Michele ne fu così ben persuaso che si rivolse a me con un largo sorriso: «Tu sei degno dei “Cinghiali”!».
Da quel momento fu inutile fare domande: io ero degno delle sue confidenze.
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...Una storia lunga, quella dei Cinghiali del 100.000º... una storia che farebbe sognare molti capisquadriglia e, perchè non dirlo, anche molti esploratori di terre sconosciute,
al bel tempo in cui vi erano ancora terre da esplorare.
— Prodigioso quel che san fare sette ragazzi decisi! — concluse Michele, e aggiunse
subito, col fare d’un monello colto in fallo: — Oh, non lo dico per noi: d’altronde ogni
squadriglia può fare altrettanto. Basta conoscere bene la tecnica ed aver coraggio. E, naturalmente, saper utilizzare le proprie abilità. Per questo non c’è che un mezzo:
l’Impresa!
— Tu mi sembi alquanto unilaterale. Per te, fuori dell’Impresa, non c’è salvezza.
— Non è precisamente così. Ma, una buona squadriglia, che cos’è in fondo? Un
gruppo di ragazzi che giocano, che osservano le regole del gioco e che si impegnano a
fondo.
— D’accordo. Ciò però non prova che l’impresa sia una necessità.
— Al contrario io la ritengo necessaria.
— In altri termini, per te, una buona squadriglia deve necessariamente finire in un
cratere o in altre caverne.
— Basta con le spiritosaggini, vecchio mio. Da qui, si ha la netta visione di un sacco
di cose che voi, che ci siete in mezzo, non sospettate nemmeno E mi par proprio che non
ci sia da far dello spirito sul gran numero di squadriglie deplorevoli che trascinano
l’uniforme scout in un pantano di meschinità di ogni genere, tirando a campare alla giornata, e che sono capaci tutt’al più di stare nel loro angolino a far nodi con pezzettini di
cordicella, e dei pic-nic all’aria aperta, sempre col solito risotto immangiabile cotto su di
un fuoco da zingari. E che dire di tutti quegli scouts che ignorano la B.A.? ... spaventoso!
Quanto alla Legge…
— E, secondo te, l’impresa potrebbe essere un rimedio per guarire tutte queste squadriglie?
— Sì, se ne comprendessero il valore: un autentico rimedio. Non lo Stromboli, evidentemente. D’altra parte, la novità è uno dei principali criteri delle vere Imprese. Perchè
l’Impresa è vita di squadriglia e ogni squdriglia ha le sue particolari esigenze. Io, ai miei
tempi, avevo un principio che ha informato tutta la mia carriera di caposquadriglia: «Una
squadriglia vale solo per quello che fa». Solo le grandi idee, attuate in comunanza di animi, sono capaci di dare ossigeno allo spirito scout, che si può trovare tutto intero nei ricordi gloriosi attaccati al vecchio Guidone.
Michele è un fanatico, nel senso buono della parola. Ascoltandolo, si ha
l’impressione che una forza fresca e meravigliosa vi entri da tutti i pori e vi apra le porte
di fantastiche cittadelle. Egli parlò ancora a lungo di tutti voi, fratelli capisquadriglia. Il
suo più grande desiderio è quello di venirvi in aiuto.
Io, che ho avuto l’onore di conoscere i suoi «Cinghiali», posso assicurarvi che, se tutte le squadriglie del mondo asomigliassero a loro, si potrebbe fare del buon lavoro, ed anche i visi pallidi ci leverebbero il cappello.
— Niente di complicato, — ripeteva Michele, — l’impresa…
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Allora con grande naturalezza noi venimmo ad un patto: io avrei riportato sulla Terra non una semplice cronaca, ma un messaggio, anzi una missione: quella di dare ad ogni caposquadriglia la passione delle grandi Imprese di sguadriglia in memoria dei gloriosi «Cinghiali» del 100.000º, scomparsi durante l’esplorazione dello Stromboli.
— Dimenticavo — mi disse Michele al momento della mia partenza — devo incaricarti di una commissione per Chico.
Già, Chico, il sesto dei «Cinghiali»: ve lo spiego. Nonostante il suo più vivo desiderio, una disgraziata pagella di fine trimestre gli aveva impedito di partecipare alla spedizione.
— Suo padre era intrattabile, — fece notare Rino, il vice caposquadriglia. — Le solite cose…
Eccomi di nuovo sulla Terra. Nel portare a Baden-e-basta il saluto di Baden-Powell,
lo misi a parte dell’avventura dei «Cinghiali».
— Come se io non ne fossi al corrente — esclamò con fare brusco Baden-e-basta,
mentre si asciugava una lacrima.
— Ho promesso di fare qualche cosa per aiutare tutti i capisquadriglia di buona volontà.
— Io ti aiuterò — disse Baden — e poi dillo anche ad Ardea e agli altri della Branca
Scout.
Ecco la faccenda, fratello caposquadriglia. Tu hai voltato le pagine di questo opuscolo e ne sei pervaso. É una cosa tua. Poichè esso è stato concepito per te. Pensa ogni tanto
ai «Cinghiali» del 100.000º, e alla gioia per un caposquadriglia di guidare una squadriglia
fiera e gloriosa.
…«per la bellezza del cammin»…
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l`impresa - AGESCI Verona 3º