Anno 1 - numero 1 - aprile 2010 - periodico a distribuzione gratuita
Ciao
Susana
VOLAVIAMARE
Anzio
NAPOLI
una lunga storia di mare
Mergellina e
Beverello
Golfo di Napoli - Penisola Sorrentina
Costiera Amalfitana
Isole Eolie - Isole Pontine - Fiumicino - Anzio
Call center
081 4972222
Booking
081 4972238
www.alilauro.it
[email protected]
RELAIS CORTE DEGLI ARAGONESI
Corso Vittoria Colonna - 80077 ischia (NA)
INFO: 081 4972254
www.cortedegliaragonesi.it - [email protected]
Sommario
69
22
In copertina:
Lady Susana Walton
foto di Enzo Rando
08
18
EDITORIALE
Ciao Susana
6
“E’ una grande storia d’amore:
un amore sbocciato a prima vista più di 60 anni fa’
a Buenos Aires.”
TURISMO
Quando Truman Capote
La felicita’ non è fare tutto quello che vuoi bensì
volere quello che fai.
TURISMO
L’isola d’Ischia
Che Ischia possedesse innumerevoli attrattive,
l’avevano già scoperto indubbiamente gli antichi
7
9
TRADIZIONI
La corsa
dell’angelo
18
CURIOSITA’
L’invenzione
dell’uovo di
Pasqua
21
A Forio,
lungo il corso principale
della cittadina, nella tarda
mattinata del giorno
di Pasqua
Scopri le origini della
dolce tradizione
13
19
10
33
54
51
24
26
47
27
28 42
Direttore responsabile:
Enrico Deuringer
Redazione:
Maurizio Orlacchio
Agostino Di Lustro
Francesca Novelli
Alessandra Vinciguerra
Luisa Cuomo
Rossella Guarracino
Aniello Di Iorio
Tiziana Di Iorio
Anna Mazzella
Gerardo Calise
Hanno collaborato:
Anna Parlato
Massimo Pilato
Grafica:
Katia Serio
Impaginazione:
Mariasilvia Patalano
Foto:
Enzo Rando
Malvarosa edizioni
Dmitri Tereshchenko
Mauro Galligani
Archivio Aniello Di Iorio
Editore:
Ischia News S.r.l.
www.ischianews.com
Registrazione Tribunale di Napoli R.G. 8733/09
Printed in: Tipografia Monti - (LT)
Copyright Ischia News S.r.L 2010
Tutti i diritti riservati. E’ vietata la riproduzione dell’uso anche parziale di testi,
illustrazioni e foto.
12
26
CULTURA
Le torri di Forio
22
La Mortella
26
Il territorio ischitano nel tempo: le difese urbane
e la loro affascinante storia
I Giardini La Mortella sono stati creati a partire
dal 1958 da Susana Walton, moglie del famoso
musicista Sir William Walton
CUCINA
La sorpresa celata nei sapori
della tradizione pasquale
33
Ricette per festeggiare la Pasqua
NATURA
I sentieri dell’isola d’Ischia
Passeggiate nella natura
42
TERME
Cava Scura
47
Le terme più antiche
di Ischia
Giardini
Poseidon
51
Terapie del
benessere
54
Un’isola di pace pensata
dall’uomo e forgiata
dalla natura
L’energia chiama energia.
La rivoluzione tecnologica
che rende più efficace
la vostra terapia
RUBRICHE
Il punto di
vista
38
Calendario 39
eventi
Centri
57
benessere
e cure termali
Forastera
D.O.C. 2009 59
Ristoranti
Numeri utili
60
62
CIAO SUSANA
di Enrico Deuringer
E’ una grande storia d’amore: un amore
sbocciato a prima vista più di 60 anni fa’
a Buenos Aires. Lui, inglese, musicista e
compositore già affermato. Lei, argentina
di ottima famiglia, laureata in Economia
e Lingua inglese, con un lavoro a tempo
pieno al British Council. Ed è proprio qui,
a Buenos Aires, che Susana incontra il suo
futuro marito William Walton. “Malandrina” fu una conferenza Internazionale della
Società per Autori, da lei organizzata, alla
quale partecipavano numerosi musicisti e
compositori, dove William le propose subito
di sposarlo.
Si sposarono in un mese, era il 1947, e fino
alla morte di William, nel 1983, vissero
la maggior parte di quei 35 anni, fianco a
fianco, sull’isola d’Ischia, a la “Mortella”.
Una meravigliosa villa circondata da un
lussureggiante giardino, famoso per la
varietà delle sue piante, che Susana aveva
creato proprio per il marito William. La
villa, disposta ad anfiteatro sul mare di
Forio, domina con il suo giardino incantato
un piccolo laghetto, immerso nel verde
e popolato di piante acquatiche. Sono
presenti numerosissime specie di piante,
appartenenti alla flora tipica mediterranea
e a quella tropicale, godendo Ischia di un
clima temperato che favorisce la coltura e la
crescita di moltissime varietà arboree.
Dopo la morte del marito, Lady Susana
Walton impegna gran parte del suo tempo
6
a promuovere le opere del marito, interpretando, come voce recitante, “Façade”
in tutto il mondo. Crea le due Fondazioni,
intitolate a William Walton, quella britannica, fondata nel 1985, e quella italiana,
riconosciuta nel 1989, che si propongono
di aiutare, nella formazione, i giovani musicisti, italiani e inglesi, con corsi annuali
che si svolgono sullo sfondo del magnifico
scenario della “Mortella”.
La Fondazione Walton è sotto l’alto patronato del Principe di Galles. E fu proprio
il Principe Carlo ad intervenire, personalmente, ad Ischia, alla giornata di chiusura
del corso del 1991, intrattenendosi con
gran interesse nei viali della villa con Lady
Walton.
Poi dal 1992, con l’apertura al pubblico del
suo meraviglioso giardino, a cui per oltre
50 anni ha dedicato il suo entusiasmo, la
sua passione e la sua competenza botanica,
Lady Susana ha coronato un altro sogno
quello di poter diffondere tra i numerosi
visitatori l’amore per la natura e per il
giardinaggio.
Abbiamo quindi voluto dedicare questo
numero del nostro magazine ad una
grande ischitana per amore, a Lady Susana
Walton, che il primo giorno di primavera
di quest’anno ha raggiunto in cielo il suo
amato William, lasciandoci come eredità,
indelebile, il suo amore per la natura e per
la nostra Ischia.
8
NEWS &
EVENTI
Quando Truman Capote
di Maurizio Orlacchio
8
Quando Truman Capote sbarcò ad Ischia,
nel lontano 1948 durante il suo Grand
Tour, il periodo era esattamente lo stesso: la
primavera ischitana!
Scendendo gli scalini del battello gli cadde
l’orologio e il suo commento fu:
“Non è esattamente il posto per la furia
delle cose…….”
Il profumo del gelsomino ci avvisa che ci
siamo.
Dopo il letargo invernale ci apprestiamo a
dare il benvenuto ad una nuova stagione
turistica con la speranza di poterVi emozionare fin dal vostro sbarco ma… attenti agli
scalini!
Ischia, è un isola che si identifica in un offerta tanto particolare quanto unica: mare
– montagna - benessere termale - enogastronomia!
Un po di numeri? 69 bacini idrotermali, fumarole naturali in diversi angoli dell’isola,
antiche torri saracene riconvertite in musei,
giardini botanici meta di appassionati, baie
e calette emozionanti, una sentieristica
di montagna che collega i 6 comuni che
offrono all’ospite la propria originale tradizione: dai tramonti mozzafiato di Forio, alla
magia del Castello Aragonese di Ischia, i
bacini termali di Casamicciola Terme, Serrara Fontana e il borgo di S.Angelo, LaccoAmeno per quel tocco di jet-set, Barano per
la spiaggia più bella dell’isola: i Maronti.
Tutto bello? L’amore che abbiamo verso
questo “paradiso unico e brullo” come lo
chiamò il commendatore Angelo Rizzoli ci
porta ad esaltarne le bellezze con mor-
bosità affettiva ma siamo ben coscienti che
abbiamo ancora tanto da fare. Questo è il
periodo del “maquillage” estetico, come la
primavera accompagna la fioritura cosi noi
ci adoperiamo per presentarvi il nostro fiore
più bello: Ischia.
Imbianchini all’opera per esaltare il blu e
bianco del mediterraneo, operatori ecologici
che sia adoperano per la messa in ordine
della sentieristica, ma la cosa che possiamo
garantirvi è che anche da parte loro non
mancherà mai un sorriso. Ed è con lo stesso
sorriso che vorrei ricordare il compianto
Domenico Di Meglio (Direttore e fondatore
del quotidiano Il Golfo) da sempre in prima
linea per esprimere uno slogan che deve
diventare il nostro slogan: Il turismo siamo
tutti!! Dall’albergatore al cameriere passando per il taxista fino al fruttivendolo abbiamo tutti un solo obiettivo, e cioè quello
di regalarvi l’emozione di visitare l’isola dai
mille colori.
La felicita’ non è fare tutto quello che vuoi
ma bensì volere quello che fai, e il nostro
volere è regalarvi un’ospitalità genuina
da non dimenticare, un’ospitalità “isolata”
quindi unica.
Fatevi guidare dai consigli dell’ischitano
che vive l’isola, lasciatevi indirizzare dai
profumi di una fragrante pastiera pasquale,
seguite il sole che nasce ad Ischia Porto e
si addormenta a Forio….. vivete l’isola da
isolati e un consiglio, appena arrivati in
camera togliete l’orologio: questo non e’ il
posto per la furia delle cose!!!!
Benvenuti ad Ischia!
L’isola d’Ischia
di Enrico Deuringer
10
L’Isola beata e la sua storia
La luce e i colori di Ischia, che, con i suoi
46 kmq., è la più grande delle tre isole beate
che chiudono a cerchio il golfo di Napoli,
non sono che un aspetto della vacanza
meravigliosa che si annuncia al turista, appena egli sbarca nel delizioso porto naturale
isolano, affollato di barche, e sulla riva di
caratteristici locali. Egli nemmeno potrà immaginare, nel successivo primo suo giro per
le strade ischitane, quale varietà di attrattive Ischia tenga in serbo per chi vi giunga
ad ogni età della vita. Soltanto quando la
conoscerà più a fondo, Ischia gli si rivelerà
realmente un’isola per tutti i gusti, un’isola
per tutte le stagioni.
E’ un approdo importante il porto di Ischia,
il principale dell’isola, e può vantare una
storia affascinante. Un secolo e mezzo fa, al
suo posto c’era un lago vulcanico incastonato in un paesaggio di rara bellezza. Fu
re Ferdinando II di Borbone a decidere di
creare il porto, che fu inaugurato nel 1854.
Il panorama cambiò, ma il fascino di quel
luogo non fu scalfito. E la lussureggiante
vegetazione delle colline circostanti rappresenta ancora il primo colpo d’occhio per chi
giunge sull’Isola Verde.
Che Ischia possedesse innumerevoli attrattive, l’avevano già scoperto indubbiamente
gli antichi. Lo testimoniano i ritrovamenti dei
primi insediamenti greci
e con maggiore evidenza,
le rovine del Castello
Aragonese, una vera e
propria città, sorta dove
già Gerone Siracusano
aveva edificato la sua
formidabile rocca.
Verdi colline avvistarono
i primi marinai greci che
sbarcarono sull’isola,
nella baia di San Montano, otto secoli prima
di Cristo. Venivano da
lontano, dall’Isola di
Eubea, ma quella terra apparve loro subito
familiare. Sul promontorio di Monte Vico e
nella pianura sottostante, i greci costruirono
la loro nuova città, Pithecusa, che divenne
punto nevralgico dei commerci tra la Grecia
e le popolazioni italiche. Fu quello il primo
insediamento greco nel Mediterraneo occidentale, l’inizio della Magna Grecia. E
proprio alla Magna Grecia è dedicato il museo archeologico di Villa Arbusto a Lacco
Ameno. Lì sono ospitati i preziosi reperti
rinvenuti dall’archeologo Giorgio Buchner,
in trent’anni di scavi nella necropoli di San
Montano. E in primo piano la cosiddetta
coppa di Nestore, su cui è inciso il più antico testo scritto rinvenuto in Occidente:
“E’ gradevole bere dalla Coppa di Nestore, ma chi da questa coppa beve, subito
prenderà desiderio di Afrodite dalla bella
corona.”
Un graffito di tre righe, in versi esametri,
inciso con uno stilo di bronzo durante una
cerimonia funebre, che allude alla famosa
coppa dell’eroe epico Nestore, descritta da
Omero nell’Iliade. Una testimonianza inequivocabile della conoscenza che dell’Epos
omerico avevano i coloni greci. L’antica
Pithecusa era un crocevia internazionale
di scambi tra l’oriente e l’occidente. Si può
dire che la storia documentata della scrittura nasce proprio a Ischia.
11
Da qui, attraverso i coloni greci e i loro
scambi, la scrittura alfabetica si è diffusa tra
i popoli italici e gli Etruschi.
Già da qualche anno, sempre a Lacco Ameno, sotto la bella Basilica di Santa Restituta,
nel centro della cittadina, sono venute alla
luce vestigia antichissime che, insieme a
interessanti reperti, fanno parte di un museo
visitato ogni anno da migliaia di persone.
La zona di Lacco Ameno rimase il maggiore
centro abitato dell’isola fino al Medio Evo,
quando le invasioni barbariche convinsero
la popolazione a rifugiarsi sull’isolotto su
cui doveva poi sorgere il Castello. Lì si
sviluppò la città, mentre sull’Isola Grande,
come era chiamata, non erano che piccoli villaggi, dove la popolazione viveva
tra il pericolo delle invasioni straniere e
la paura per terremoti ed eruzioni, allora
piuttosto frequenti. L’ultima eruzione, nel
1301, sommerse di lava un’ampia superficie
nella parte nordorientale dell’isola, fino alla
costa, dove oggi è la pineta d’Ischia.
Intanto sulla rocca del Castello la popolazione aumentava. Nel ‘400 Alfonso d’Aragona
la trasformò così come è ancora oggi e fu
collegata da un ponte all’isola, dove, proprio ai piedi della fortezza, si era sviluppato
un piccolo borgo. Il XVI secolo coincise
con il periodo di massimo splendore del
Castello, dove arrivò la cultura del Rinascimento, grazie alla castellana, la poetessa
Vittoria Colonna, che ospitò tra quelle mura
alcuni dei più insigni letterati del tempo.
Intanto l’isola subiva le incursioni dei pirati
saraceni. E lungo le coste sorsero imponenti torri di difesa. Quello di Forio era il
versante più esposto e la popolazione vi
costruì ben 14 torri con il tipico tufo verde
dell’Epomeo. Tra queste il famoso Torrione,
simbolo della cittadina, che ospita oggi un
museo dedicato a un artista isolano.
Il settecento segnò lo sviluppo dei principali centri abitati dell’isola. A quel tempo
risalgono le chiese più belle, da visitare
per i tesori artistici che custodiscono. Se il
Castello andava spopolandosi, il borgo ai
suoi piedi cresceva. Accanto alle case dei
pescatori, furono costruiti palazzi signorili
e le chiese furono abbellite con dipinti di
famosi artisti. Anche a Forio, cessate le
incursioni, sorsero palazzi e chiese, scrigni
per pregevoli opere d’arte.
Nel 1809, durante il conflitto tra inglesi e
francesi, il Castello, ormai quasi disabitato,
subì danni irreparabili. Così il maniero fu
abbandonato e utilizzato solo come prigione
per qualche decennio. Poi, nei primi anni
del ‘900 tornò ad essere abitato e oggi è aperto al pubblico, che può visitarlo e godere
di uno straordinario panorama del golfo.
All’ombra di quel Castello, i pescatori di
Ischia Ponte continuano a costruire nasse
e a rammagliare reti, trascorrendo una vita
serena e longeva, nella casta e feconda
umanità del loro borgo marinaro, aperti
a scambiarsi le umili e sapienti notizie
nel prevedere il mutarsi dei venti e delle
condizioni del mare. E al mare è dedicato
il caratteristico Museo ubicato nel palazzo
dell’Orologio dove la
storia della marineria
isolana attraverso i
secoli è la testimonianza inequivocabile
dell’indissolubile legame
degli ischitani con il
loro mare.
Così come sulle pendici
del Monte Epomeo, la
cui vetta raggiunge i
789 metri e rappresenta,
al centro dell’Isola, una
specie di Pandizucchero ischitano, i contadini continuano a scambiarsi le altrettanto
umili e sapienti notizie della conduzione
della terra e del maturare dei vini nei cellai,
scavati nel tufo della montagna. Dalla vetta
dell’Epomeo è facile spaziare con lo sguardo
su tutte le località isolane. Sul nuovo porto
di Casamicciola Terme, la ridente cittadina
ben nota per la ricchezza delle sue sorgenti
e per la riposante tranquillità del soggiorno
nelle sue ville in collina, di cui ampiamente
si giovarono Giuseppe Garibaldi, curandosi i
postumi delle ferite dell’Aspromonte, e Enrico Ibsen che a Casamicciola riuscì finanche
a sorridere, dando all’arte il “Peergent”.
O sullo specchio d’acqua di Lacco Ameno,
anch’essa celeberrima stazione termale, nel
quale campeggia il caratteristico scoglio del
“Fungo” mentre le campagne circostanti
completano la visione di un paesaggio
che giustamente ha guadagnato ad Ischia
l’appellativo di “Isola verde”.
O ancora su Forio, la bianca cittadina
mozaraba, dove anche il sole, talvolta,
tramonta con un insolito, fantastico “raggio
verde”. Anch’essa ricca di vasti arenili, di
un porto, di stradine caratteristiche, recanti
vestigia di antiche architetture mediterranee
e delle sue torri, sorte tutte a difesa dalle
numerose incursioni barbaresche del XVI
secolo. A Forio, una candida chiesa, protesa
sul mare e dedicata alla Madonna del Soccorso, ricorda ancora una volta la vocazione e le tradizioni marinare degli abitanti
dell’Isola. Ma basterà allontanarsi di pochi
chilometri per riscoprire subito sulla vicina
spiaggia di Citara un’Ischia del tutto diversa. È l’Ischia in cui ha trovato il suo pieno sviluppo all’aperto, in giardini tra i più
attraenti ed attrezzati del mondo, un tipo
di modernissimo termalismo, che integra e
completa quello già praticabile nei numerosissimi stabilimenti isolani ed anche in tanti
alberghi dotati di appositi reparti. Un termalismo che ha, da un lato, reso piacevoli
e, talvolta, perfino divertenti le cure di cui
taluni hanno bisogno e ha, dall’altro, esteso
ad altri settori, primo tra tutti a quello
estetico, l’uso delle balneazioni e dei fanghi.
L’isola oggi è divisa in sei Comuni : Barano,
Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco
Ameno e Serrara Fontana.
E prediletta per le sue bellezze e atmosfere
dagli artisti di ogni epoca, l’isola visse un
13
periodo di particolare fervore culturale
nel dopoguerra, quando a Forio si stabilì
una folta colonia di intellettuali di ogni
parte del mondo. E Ischia fu per tutti musa
prodiga d’ispirazione.
L’isola e il suo mare
Per gli antichi questo era il mare delle
sirene. Cullate dal ritmo infinito dell’onda,
lanciavano il loro irresistibile richiamo ai
naviganti, inducendoli a dimenticare la loro
meta e a perdersi nella magica bellezza di
questi luoghi. E l’incantesimo si perpetua.
Lo spettacolo delle coste ischitane è maestoso. Specie lungo il versante meridionale,
dove imponenti pareti rocciose si ergono
a picco sul mare. Le complesse vicende
geologiche dell’isola sono tutte incise in
quei fitti strati di roccia vulcanica dalle più
varie sfumature di colore, testimonianze
delle eruzioni che nei millenni modellarono la terra ischitana. La costa varia di
continuo: ai severi promontori coperti di
vegetazione seguono magnifiche insenature
in cui il mare assume colorazioni stupefacenti. Ischia sfoggia su quel versante due
dei suoi più preziosi gioielli: Sant’Angelo,
il caratteristico paesino presepe proteso sul
mare. Che è ancora, con le sue piccole case
aggrappate alla roccia, dai vivaci colori
pastello, con la sua popolazione semplice ed
attiva, un’autentica oasi di pace incontaminata. Si gira tranquillamente
a piedi all’interno del paese
che è profondamente umano,
perché nelle case e nelle cose
si intravede la misura che le
ha create e proporzionate.
Subito dopo il villaggio,
ecco presentarsi la spiaggia
dei Maronti, la più grande
dell’isola. Più volte bandiera
blu dell’Unione europea, il
lido dei Maronti è rinomato
tra l’altro per l’alta temperatura della sua sabbia, utilizzata
anche a scopo terapeutico.
La costa torna alta e frastagliata procedendo a oriente. Altri promontori e insenature
disegnano il profilo dell’isola, fino alla
spiaggia di Cartaromana, frequentata fin da
tempi antichissimi. Qui ci si imbatte in uno
degli scenari più affascinanti dell’isola; la
baia di Sant’Anna con i suoi enormi scogli
e l’isolotto del Castello Aragonese, che
possente emerge dal mare. Oltre il ponte,
che lo collega da cinquecento anni all’isola,
la costa cambia repentinamente aspetto.
Si susseguono la Spiaggia dei Pescatori, di
Punta Molino, di San Pietro: lidi ben noti ai
turisti che frequentano il mare di Ischia da
maggio ad ottobre.
Al di là del porto ischitano, la costa si alza
di nuovo, protendendosi verso il mare con
altri splendidi promontori che si alternano a
spettacolari insenature.
Dopo il porto di Casamicciola, tornano le
spiagge attrezzate. A Lacco Ameno, dopo
il celebre Fungo, il caratteristico scoglio di
tufo verde simbolo della ridente cittadina.
Tra i promontori di Monte Vico e Zaro,
si apre la magnifica baia di San Montano, dove sbarcarono i primi coloni greci
dell’isola.
Panorami di rara bellezza contraddistinguono anche il litorale di Forio. Le ampie
spiagge di San Francesco, di Cava dell’Isola
e di Citara sono amatissime da quanti
scelgono l’isola Verde per un soggiorno
all’insegna del mare e del sole.
14
Se l’isola offre ai suoi visitatori splendidi
paesaggi al di sopra del livello del mare,
il mondo sommerso che la circonda non
è meno prodigo di bellezze e di emozioni.
Oggi Ischia è un’area marina protetta, un
luogo ideale per gli appassionati di attività
subacquee in quanto i suoi fondali presentano ovunque una grande varietà di specie
vegetali e animali.
Le miti temperature dell’acqua favoriscono
anche la sopravvivenza di specie non
tipiche del Mediterraneo. Le pareti rocciose sommerse sono un vero paradiso per i
fotografi. Crescono i frequentatori dell’isola
che praticano sport legati al mare. I velisti
sono stati i primi a verificare che Ischia è
un’isola che ha molto da offrire.
L’isola verde
A guardarla dalla cima dell’Epomeo,
nell’incanto che l’ha resa famosa nei
secoli, ben si comprende perché Ischia si sia
guadagnata l’appellativo di Isola Verde per
eccellenza. Una fitta coltre di vegetazione
fascia i fianchi dei monti, si insinua nelle
gole più impervie, ricopre i dolci declivi
delle colline e si spinge fin sulla costa, lì
dove la terra s’incontra col mare. Maestoso
e imponente il monte Epomeo sembra vegliare sull’isola come un nume tutelare. Dalla
sua vetta si offre allo sguardo una visione
unica del golfo di Napoli cantato dai poeti
fin dall’antichità. Per godere di quello spettacolo tanti s’inerpicano per i ripidi sentieri
lungo le pendici del monte, tra i boschi di
castagni, fino ad un antico rifugio scavato
nella roccia. I castagni dominano le alture
ischitane, dove proteggono con la loro
ombra un esuberante sottobosco di essenze
spontanee.
Ritrovare le suggestioni di una natura davvero incontaminata non è poi cosa difficile
a Ischia, neppure oggigiorno. Basta seguire
gli antichi sentieri per incontrare luoghi di
ineguagliabile bellezza. Non meno ricca di
fascino è la campagna ischitana, model-
15
lata dal lavoro millenario di generazioni di
uomini. Il suolo vulcanico ricco di minerali,
fertilissimo, è stato da sempre il grande alleato del contadino ischitano, fin da quando
i primi colonizzatori greci, otto secoli
prima di Cristo, introdussero le coltivazioni
dell’ulivo e della vite
E proprio la vite era destinata a diventare la
coltura principale dell’isola, sui rari terreni
pianeggianti come sui rilievi, fino a dove
la pianta resisteva. E con i vitigni, mise
salde radici anche la cultura del vino. Del
resto, le tradizioni vinicole sono tuttora
vive sull’isola e si manifestano soprattutto
nel rito della vendemmia. Fin da settembre e per tutto ottobre procede la raccolta
e la spremitura dell’uva nelle campagne
ischitane. Tanti i piccoli coltivatori che
vinificano per la famiglia, mentre aziende
vinicole di consolidata tradizione producono i famosi vini doc ischitani, apprezzati
dagli intenditori ed esportati in tutto il
mondo. E sulle tracce della cultura del vino
ci si imbatte nell’Ischia meno conosciuta,
che custodisce le tipiche case rurali, le antiche cantine e i cellai scavati nel tufo, i muri
a secco di pietra. Gli itinerari prediletti per
queste passeggiate nel verde toccano zone
di alto valore ambientale che si affacciano
spesso sui panorami più belli dell’isola. E la
più genuina ospitalità ischitana è pronta ad
accogliere i visitatori, con degustazione del
vino appena spillato dalla botte, accompagnato dai piatti tipici della cucina locale.
Una cucina semplice, dai sapori genuini,
esaltata dagli aromi delle erbe che crescono
spontanee nei campi o tra le pietre di tufo.
Immancabile la specialità tipica dell’isola,
il coniglio all’ischitana, preparato secondo
una ricetta che si tramanda fedelmente da
secoli.
L’isola si è rivelata ambiente ideale per le
specie vegetali più varie. Uno straordinario
esempio di armoniosa convivenza tra piante
originarie dei cinque continenti è il giardino
della “Mortella”, sopra Punta Caruso, creato
dal compositore inglese William Walton e
da sua moglie Susana con la consulenza
del paesaggista Russel Page. Un angolo
paradisiaco, incorniciato in un panorama da
cartolina che, dopo la morte del musicista, è
stato aperto al pubblico.
La “Mortella” è anche sede della Fondazione Walton posta sotto l’alto patronato del
Principe di Galles.
Immaginare Ischia senza le sue splendide
pinete sembra oggi impossibile.
Eppure il pino domestico con
l’inconfondibile chioma a ombrello, è
entrato a far parte del paesaggio isolano
solo verso la metà del secolo scorso. Merito
di un botanico, che piantò semi di pino
per rivitalizzare l’enorme distesa di lava
depositata nel cuore di Ischia dall’eruzione
del 1301. Gli alberi crebbero rigogliosi
e nacque la prima pineta, sul mare. Oggi
trasformata in un grande parco pubblico nel
centro d’ Ischia. Un miracolo della natura
che, ancora una volta, l’Isola Verde deve
alla feracità della sua terra ed alla straordinaria mitezza del suo clima.
L’Isola e le sue terme
Miniere d’oro, così il medico Giulio Jasolino
aveva ribattezzato le sorgenti termali
dell’isola d’Ischia in un celebre volume del
1588. E non poteva essere! giudizio più
attendibile, visto
che lui a quelle
acque benefiche
aveva dedicato
lunghe ed approfondite ricerche
per anni. Queste
gli avevano
consentito di
individuare i 29
bacini termali da
cui scaturiscono
le 103 sorgenti ed
i 69 campi
fumarolici diffusi sul territorio
isolano. Già Jasolino aveva dimostrato che ogni sorgente
presenta proprie peculiarità e proprietà
curative, come poi sarebbe stato verificato
anche dai ricercatori nostri contemporanei, con la scoperta di Jasolino si riaccese
l’interesse intorno alle acque termali,
dopo secoli di oblio. Erano stati per primi
i Romani, grandi fruitori delle terme, ad
accorgersi di quella particolare ricchezza
dell’isola, conseguenza della sua origine
vulcanica. Ma proprio l’intensa attività
sismica ed eruttiva che raggiunse il suo
acme a quell’epoca, impedì che i Romani
costruissero delle Terme. Comunque dei
benefìci delle acque usufruivano gli abitanti
dell’isola, che frequentavano la sorgente di
Nitrodi, nel territorio di Barano. Una fonte
miracolosa immersa in una natura selvaggia, rimasta intatta fino ad oggi, che gli
antichi identificavano con la dimora delle
Ninfe Nitrodi, cui dedicarono dei bassorilievi votivi. E c’era poi Cava Scura, sempre
nella zona di Barano. Un luogo che ancora
oggi evoca profonde suggestioni, con le
vasche scavate nella roccia, dove scorre
l’acqua che acquista le sue qualità curative dal contatto col fuoco che cova nelle
profondità dell’isola.
Scende l’acqua piovana sulla terra d’Ischia
e, scorrendo vicino alle fumarole si
riscalda, rubando alle rocce i minerali che
17
l’arricchiscono donandole la capacità di
guarire. L’acqua curativa può essere bevuta,
come nel caso di Nitrodi, e giovare alle
malattie dell’apparato digerente, dei reni e
delle vie urinarie, del ricambio. Oppure si
possono fare i bagni, particolarmente indicati per le malattie della pelle, reumatiche,
del sistema nervoso, degli apparati circolatorio e urogenitale. Ma Ischia è famosa
soprattutto per i fanghi, utili nelle forme
reumatiche e in ginecologia. L’argilla viene
messa a maturare per sei mesi in vasche
contenenti acqua minerale, rigorosamente
controllata nella sua purezza, e il fango
così ottenuto viene poi applicato sulla
parte bisognosa di terapia. Sempre le acque
termali vengono utilizzate per cure inalatorie che curano le infiammazioni croniche
delle vie aeree. Lo sfruttamento delle acque
termali sull’isola risale ai primi decenni del
Seicento, a Casamicciola, dove si trovano
due dei migliori bacini termali, quello de
La Rita e soprattutto quello di Gurgitello, a
poca distanza dalla costa. Sorsero in quella
cittadina, decretandone una veloce crescita,
le prime pensioni per accogliere i curandi,
che già allora venivano numerosi da diverse
nazioni europee. Fu l’inizio del turismo
sull’isola, che doveva svilupparsi soprattutto
nel secondo dopoguerra. Rizzoli rilanciò
il termalismo ischitano negli Anni ‘50,
costruendo grandi alberghi dotati di terme
sul litorale di Lacco Ameno, lì dove sgorga
la sorgente della Regina Isabella. Da allora
la capacità ricettiva di Ischia è cresciuta
senza sosta. Oltre 300 strutture alberghiere,
in gran parte dotate di proprie terme e di
piscine di acqua calda, rappresentano una
realtà d’avanguardia in Europa. Testimoniata dalla modernità degli stabilimenti
termali.
Notevole il livello dei servizi offerti alla
clientela nelle strutture ischitane. Le cure
tradizionali si accompagnano ormai a
massaggi, fisioterapia, ginnastica correttiva e riabilitativa, sauna. Secondo una
tendenza sempre più accentuata, le terme
sono diventate luoghi di recupero del
benessere psico-fisico dell’individuo. Così
anche sull’isola sono nate presso le strutture
alberghiere più attrezzate beauty farm che
coniugano i bagni termali con la fitness,
la cura dell’alimentazione, i trattamenti
estetici. Il tutto sfruttando i vantaggi di un
ambiente salubre e ecologicamente sano, in
grado di favorire un soggiorno tranquillo e
piacevole.
L’isola d’Ischia è l’unico luogo al mondo in
cui la natura e l’impegno dell’uomo hanno
saputo creare quelle meraviglie che sono i
parchi termali. Nei luoghi più panoramici
dell’isola, offrono ai loro visitatori piscine
termali di diverse gradazioni incastonate
in lussureggianti giardini, spiagge private,
reparti per le cure termali tradizionali e
servizi di alto livello.
I fanghi e le straordinarie
acque di Gurgitello sono
la componente primaria
di una linea di prodotti termali e cosmetici in vendita
nelle migliori profumerie,
che nasce dall’esperienza
millenaria dei termalisti
ischitani. Così l’isola provvede anche da lontano alla
salute e al benessere dei
suoi ospiti.
La corsa dell’angelo
a Forio
del Prof. Agostino Di Lustro
19
A Forio, lungo il corso principale della cittadina, nella tarda mattinata del giorno di
Pasqua, si svolge la sacra rappresentazione
chiamata “la Corsa dell’Angelo”, organizzata dall’antica arciconfraternita di Santa
Maria Visitapoveri che ha sede nella chiesa
omonima a Piazza Municipio. Di essa si
ha notizia fin dal 1618, sorta nel clima
spirituale del periodo della riforma cattolica
quando la religiosità popolare è caratterizzata da un complesso di pratiche che
si esplicano in atti, gesti, parole e con la
diffusione di rappresentazioni di argomento
religioso quale il Natale, la Passione, la Resurrezione. Questa sacra rappresentazione è
pervasa da un alto valore poetico, quasi una
lauda uscita della potente fantasia poetica
di “Iacopone da Todi”. Essa presuppone solo
l’evento storico e teologico della resurrezione di Cristo, mentre il resto è liberamente
rielaborato dall’anonimo “poeta”che l’ha
creata. I protagonisti sono quattro: Gesù
risorto, la Madonna, S. Giovanni Apostolo
resi presenti da tre statue lignee realizzate
da un ignoto scultore napoletano negli anni
1756-57, e da un Angelo, anch’esso una
statua di legno dorato uscita dalla bottega
dello scultore Francesco Mollica intorno
al 1620. Oggi la statua originale non
corre più, e si può ammirare nella chiesa
dell’Arciconfraternita. Il suo ruolo lo svolge
una copia realizzata circa venti anni fa.
La scena si svolge, durante la processione,
lungo i corsi Matteo Verde e Francesco
Regine ed è scandita dal canto dell’antifonia
liturgica “Regina Coeli” secondo la solenne
e toccante melodia propria di Forio.
Le immagini di S. Giovanni e della Madonna, che ha il volto coperto da un velo
bianco, avanzano lentamente lungo il corso
Matteo Verde verso Piazza Matteotti, mentre l’anglo dopo il canto del “Regina Coeli”
e tre inchini eseguiti con tecnica tutta
particolare, compie tre corse dalla statua del
Cristo fino al quadrivio e viceversa. Quindi
si apparta sotto il campanile della basilica
di S. Maria di Loreto. Le statue della Madonna e di S. Giovanni intanto avanzano
lentamente fino all’altezza di Vico Piazza.
Qui vien fatto cadere il velo dal volto della
Madonna che subito corre fino a sistemarsi
alla sinistra della statua del Cristo risorto,
mentre dai balconi vengono lanciati coriandoli colorati, suonano le campane, scoppiano i
mortaretti e dalla folla si leva un forte grido di
gioia e un fragoroso applauso. Intanto la statua di S. Giovanni indietreggia fino all’altezza
del campanile. A questo punto l’Angelo spicca
l’ultima corsa fino a raggiungere il Cristo e la
Madonna; si ripete il “Regina Coeli”, l’Angelo
fa i tre inchini ed indietreggia fino al campanile. Avanza allora lo stendardo dalla lunga
asta con sulla punta un ciuffo di penne di
struzzo. Si ripete il canto, quindi, lo stendardo
viene calato per tre volte fino quasi a toccare
terra, ma facendo attenzione che non la sfiori
neppure. Se tutto riesce secondo il protocollo,
la folla applaude alla forza dei muscoli e alla
perizia del reggitore dello stendardo. Quindi si
ricompone la processione.
Questa sacra rappresentazione segue un
canovaccio che rievoca liberamente il testo
evangelico, la cui trama potrebbe essere la
seguente: Gesù è risorto ed invia il suo Angelo ad annunziarlo alla Madre che, accompagnata da Giovanni, si sta recando al sepolcro
di Gesù. L’Angelo fa la spola tra Gesù e Maria
per ben tre volte per annunziarle la resurrezione, così come nel corso della veglia pasquale
la Chiesa annunzia nella liturgia della luce o
del cero per ben tre volte che Cristo è la luce
del mondo e tre volte canta Alleluja, l’inno
della resurrezione e della vita. Lo scoprimento
del volto della Madonna sta a significare il
momento in cui la Chiesa viene illuminata
dalla luce radiosa della resurrezione di Cristo
che ha vinto la morte e ha riconciliato l’uomo
con Dio.
Questa sacra rappresentazione, nonostante
in questi ultimi decenni abbia perso un poco
della sua spiritualità per diventare un tantino
folklore, costituisce il momento culminante
della Pasqua per il vero foriano che rivive
un momento di profonda fede religiosa e, al
tempo stesso, le gloriose tradizioni della sua
Terra e della sua forianità.
21
La tradizione
dell’uovo di Pasqua
di Francesca Novelli
Come e quando nasce la tradizione
dell’uovo di Pasqua?
L’uovo, oggetto misterioso dalla forma irregolare, proposto in tante varianti durante
l’arco delle festività pasquali, è solo il frutto
di un sempre più dilagante consumismo
o ha origini antiche? Valori e simbologie
radicate nella cultura arcaica che, arricchendosi e forse anche un pò deformandosi
nel corso dei secoli, hanno portato l’uovo,
in un cammino temporale lunghissimo,
ad essere punto di riferimento indiscusso
nelle nostre case e sulla nostra tavola nei
giorni odierni di festa. Ebbene, curiosando
qua e la, si apprende che già nelle antichissime popolazioni Egizie e Persiane il
dono e lo scambio dell’uovo dipinto era
considerato un rituale propiziatorio e un
gesto di buon auspicio. L’uovo infatti è per
eccellenza da sempre il simbolo dell’origine
della vita, della Rinascita, del mistero, della
Primavera, della vittoria della vita stessa e,
nella cultura Cristiana in particolare, della
Resurrezione. Rinascita spirituale dunque,
“passaggio”, nuova vita!
Anche in tavola le uova sode si affiancano
all’agnello, simbolo di dolcezza e sacrificio,
e si propongono come cibo umile, ma nello
stesso tempo simbolicamente” irrinunciabile”.
Delle uova si conoscono ormai tantissime
varianti; quelle con il guscio variopinto
ci riportano ad una leggenda antica che
può spiegarci dove e quando nasce questa
usanza, particolarmente amata dai più piccini. La leggenda narra infatti che Maria
Maddalena, recatasi al sepolcro di Gesù ed
avendolo trovato vuoto, corse dai discepoli,
annunciò loro la straordinaria novità, ma
Pietro la guardò e disse: crederò a quello
che dici solo se le uova contenute nel cesto
diverranno rosse! E subito le uova si colorarono di un rosso intenso! Alla variante
“artistica” ed estrosa si affianca la più
golosa, amata veramente da tutti, irrinunciabile momento di dolcezza ed allegria, di
sorpresa e di gioco, sono loro le festosissime
uova di cioccolato, le protagoniste assolute
delle festività pasquali! Pare che la loro
invenzione avesse come patria d’origine la
Francia dove un re, e chi se non il Re Sole,
scialacquone, amante del lusso, dello sfarzo
e delle leccornie, fu il primo a divulgarne
la diffusione, che dalla produzione elitaria
della sua corte pian piano si espanse anche
oltre i confini della Francia stessa, trovando
riscontro soprattutto nei paesi dell’Europa
centrale, importatori dei semi di cacao, e
già abili maestri nell’arte dolciaria del
cioccolato. E le uova d’oro? Hanno inventato anche quelle! Nel lontano 1883 lo Zar
Alessandro le commissionò al maestro orafo
Peter Carl Fabergè, che realizzò manufatti
di straordinaria preziosità e grandissimo
valore artistico. Di cioccolato, di terracotta,
variopinte e di cartapesta, di ceramica o di
minerali preziosi, per tutti i gusti e per tutte
le tasche, l’uovo insomma per eccellenza
oggetto porta fortuna, simbolo di vita, di
Primavera tanto attesa, di ricchezza per la
casa e per lo spirito, di speranza e abbondanza per tutti! Buona Pasqua e tanta …
meraviglia!!!
Le torri di Forio
di Francesca Novelli
Forio: le peculiarità del sito
“Alla parte occidentale dell’isola d’Ischia,
quel paese bagnato dal mare per tutta
la sua sinuosa estensione; circondato da
pianure verdeggianti; spalleggiato dal monte
che si asside su i suoi colli nella positura
più voluttuosa e comoda, fiancheggiato
da due correnti vulcaniche, l’uno a settentrione, l’altro a mezzogiorno; quel paese
chiamasi Forio capoluogo di Mandamento.”
Così nel lontano 1867, il D’Ascia comincia
la descrizione, curata in ogni particolare,
del Comune di Forio, da sempre carat-
terizzato dalle bianche pareti delle case,
dal violento azzurro del mare e del cielo,
dal colore ferrigno del Monte Epomeo che
sembra incendiarsi con i suoi verdi vigneti e
i suoi orti profumati, sotto la luce rossastra
dei suoi unici tramonti.
Bagnata lungo tutto il versante occidentale dal mare, confina a mezzogiorno col
comune di Serrara Fontana, a greco con
quello di Casamicciola e a settentrione con
quello di Lacco Ameno.
Forio, immortalata da celebri vedusti, ricordata da poeti e letterati, è, più di ogni altro
comune isolano, celebrata per l’amenità dei
23
suoi colli e per la ricchezza e la prosperità delle sue terre generose. Non a caso lo
Iasolino chiamerà Forio: Fiorio, poiché dopo
la distruzione di ville e castelli, ad opera
dei saraceni, “rifiorì” diventando il maggiore comune per produzione di vino e di
“frutti eccellenti”, grazie ad uomini forti e
bellicosi, pronti a risorgere dopo i pericolosi
e repentini assalti dei corsari.
Il suo nome, quindi, potrebbe derivare con
ogni probabilità dal greco phoros (ferax),
ossia fertile. Lasciando l’opinione degli
scrittori, più o meno scientifica, si riscontra
anche quella, pur sempre autorevole, della
tradizione popolare che rimanda a due
diverse etimologie il nome di questo comune: l’una riconduce a fiorito, in base allo
stemma, all’emblema del paese, ovvero un
fiore in campo azzurro, come si osserva sul
frontespizio delle principali chiese. Il nome
fiorito, dato alla contrada, dai coloni che
vennero a dissodare questa terra ricoperta
interamente da fiori e da piante silvestri, si
corruppe poi in fiorino - fiorio - forio.
L’altra derivazione, più romanzesca, fa
derivare il nome da un particolare episodio.
Si racconta che per l’accresciuta moltitudine
degli abitanti del castello e per l’esigenza
di espandersi verso terre più produttive
e generose, un abitante di questa, prese
commiato da amici e parenti con le parole
fuori - io cioè io vado fuori, così il motto
di congedo, pronunziato prima di lasciare
definitivamente il castello, diede nome al
villaggio adagiato sul fianco occidentale
dell’isola.
Le vicende della storia plurisecolare
dell’isola, dal primo insediamento di colonizzazione greca alla pax romana, fino ai
secoli difficili dell’alto medioevo, diventano
più immediatamente riscontrabili durante i
regni angioino e aragonese. Durante il viceregno spagnolo l’isola attraversa un periodo
di gravi difficoltà a causa principalmente
della pirateria del Barbarossa (22.06.1544).
La fatale invasione spopolò principalmente
il paese di Forio, lasciandolo incolto e
disabitato.
Questi drammatici episodi lasceranno un
segno duraturo soprattutto nelle scelte edilizie che, connotando il territorio in maniera
peculiare, mostreranno sempre vivo, nel
corso dei secoli, questo stretto legame tra
“terra e storia”.
Il territorio ischitano nel tempo:
le difese urbane
L’isola d’Ischia, segnata nel suo sviluppo da
due eventi storici che hanno inciso profondamente sull’evoluzione e sulla crescita dei
centri urbani isolani, le scorrerie piratesche
e il disastroso terremoto del 1883, ci appare
come una sorta di mosaico costituito dalle
diverse storie dei suoi comuni, un tempo
chiamati “ville” o casali”.
I suoi tre centri principali, Lacco, Ischia
Ponte e Forio, dislocati a breve distanza tra
loro, risultano estremamente diversificati
sia nell’evoluzione architettonica sia negli
indirizzi storico culturali che hanno finito
per connotare i luoghi stessi nel corso del
tempo. Così il Comune di Lacco occupa il
tassello importante della storia grecoromana e delle grandi scoperte archeologiche
effettuatesi nel corso degli anni, grazie alle
quali la sinergica collaborazione tra studiosi
e archeologi ha dato luce ad uno dei periodi
più significativi della colonizzazione greca
lungo le coste del mediterraneo.
Ischia, invece, è particolarmente interessante per la storia medievale e per l’enorme
importanza che costituì il Castello quale
luogo preminente rispetto al resto dell’Isola
anche se, ricordiamo non rappresentò assolutamente l’unico polo urbano del tempo.
Di Forio potremmo dire che la sua storia è
testimonianza dell’accanita lotta contro i
pirati che, come ogni lotta, valse a fortificare la cittadina; così, “la prima specialità”
del Comune di Forio è costituita appunto
dalla presenza sul territorio di un numero
notevole di torri e case torre di diversa
forma e dimensione che, dislocate su una
linea interna ed una esterna, ottemperavano
la duplice necessità di difesa dai corsari
sulla costa e dai briganti nelle zone interne.
24
Non a caso in una relazione del 1574,
Antonio Stinca, funzionario della Regia
Camera della Sommaria, inviato nell’Isola
d’Ischia per svolgervi un’indagine conoscitiva, precisa che “in lo casale di Forio si
vedevano edificata sette torre di particolari
cittadini, ben munite d’arme, ne le quali
si ponno salvare la gente di detto casale,
quando è correria di Turchi”.
Le sette torri, documentate nella seconda
metà del ‘500, diventano dodici, con la
costruzione quindi di altre cinque, attestate
dallo Iasolino e un’ultima ripresa che, agli
inizi del ‘700, accresce il numero degli
episodi fortificati dell’impianto difensivo al
punto che Forio sarà denominata la “Turrita”.
Un’accurata ricognizione sul territorio rileva
oggi la presenza di ben dieci complessi
fortificati e aggiorna un precedente elenco
redatto nel 1980.
A pianta circolare: 1) Il Torrione, di proprietà comunale; 2) La Torre di Vico Costantino; proprietà privata; 3) Il Torone, proprietà privata; 4) La Torre in Vico Schiano,
proprietà privata.
A pianta quadrata: 1) la Torre detta “Quattrocchi”, proprietà privata; 2) La Torre detta
di “Nacera”, proprietà privata; 3) La Torre di
Via Baiola, proprietà privata; 4) La Torre in
Via Casa Patalano, proprietà privata; 5) La
Torre in Via San Vito, proprietà privata; 6)
La Torre in Via Gaetano Morgera, proprietà
privata.
Con l’esigenza di difendere le coste inizia
così, intorno al IX sec. la storia delle fortificazioni ischitane.
Il primo appello d’aiuto, (occasione in cui,
per la prima volta, fu attribuito all’Isola il
nome di “Ischia”) risale al Papa Leone III
che, denunciando il devastante saccheggio
effettuato dai Saraceni nell’812 su tutto il
territorio ischitano, chiese a Carlo Magno
un aiuto concreto. Dopo questo drammatico
episodio, che si ripeterà nell’833 e nell’847,
il problema della difesa locale diventa
urgente ed irrimandabile, non basta più
cercare riparo sulle alture o nelle zone im-
pervie, bisogna attuare un piano difensivo
capace di dar sicurezza principalmente alle
zone costiere che, già intorno all’anno mille
sono soggette, come nel caso della marina
di Citara, ad uno spopolamento in favore di
zone più alte e lontane dal mare, al tempo
sinonimo di pericolo e “sorpresa”, come
la collina che attualmente prende il nome
dalla Basilica di San Vito che ivi si erge.
25
Dal XIII secolo si ha, grazie all’iniziativa
Angioina, un incremento notevole del
sistema difensivo lungo tutta la costa tirrenica. Questo slancio coinvolgerà anche
l’Isola d’Ischia che, sotto la reggenza di re
Carlo, vede la costruzione del Maschio nel
Castello, di un porto con relativo arsenale
e navi a presidio dei tratti di spiaggia più
esposti agli attacchi esterni.
A Forio non risultano costruzioni angioine.
Un momento di grave crisi politica locale
nel XIV secolo segnerà una fase di stasi
nelle iniziative precedentemente intraprese,
al quale supplirà parzialmente lo sforzo
della Chiesa. Nel XV secolo si ritorna invece
al vecchio sistema di vedette.
La svolta definitiva, nella storia delle fortificazioni litoranee, nel sud Italia, si avrà
nel XVI secolo, questo periodo vedrà infatti
l’arrivo, non più di pirati isolati o sporadiche scorrerie, bensì di flottiglie organizzate
ed abilissime nello sbarco e nella conquista;
dopo i Saraceni sarà la volta del più temibile e feroce Kaireddin detto il “Barbarossa”.
A partire dal 1563, recuperando l’antico
piano di difesa proposto dal viceré spagnolo
Don Pedro da Toledo, fu edificato ex novo
un primo nucleo di torri costiere e attuato
un sistema difensivo più capillare che investì, solo parzialmente, l’Isola d’Ischia con
la costruzione della fortificazione del Castello, della Torre a pianta quadrata di Monte
Vico e con l’unica torre regia di Forio nei
pressi di Punta della Cornacchia, della quale
si fa ulteriore menzione in un documento
che nel 1741 la cita insieme ad altre torri
bisognose di riparazioni.
Il programma finanziario dello Stato prevedeva che “l’onere ricadesse sulle Università
in proporzione del maggior pericolo che le
zone costiere correvano e del maggior beneficio che da esse traevano”. Questa clausola aggravò la situazione, infatti buona
parte del territorio rimase indifeso, inoltre,
problemi economici impedirono, non solo la
costruzione stessa delle torri, ma principalmente il mantenimento finanziario del
corpo di guardia.
L’intervento offerto dagli ordini religiosi
e dai privati fu indispensabile, e grazie al
contributo di quest’ultimi, il Comune di
Forio vide sorgere numerose torri di difesa
al servizio, non solo di coloro che a proprie
spese provvidero alla costruzione, ma della
popolazione intera. Purtroppo queste strutture non riuscirono a contenere il problema
delle incursioni e dei saccheggi, i cittadini
si abituarono a convivere con la paura al
punto che un emblematico detto popolare
diceva:
A Santa Restituta,
le fave so’ venute
le quaglie so’ fernute,
le turche so’ partute.
Torri e case-torre
Le torri si distinguono per dimensioni e per
tipo di pianta. Le torri circolari riflettono
la forma più antica ed, erigendosi su massi
rocciosi, ancor oggi emergono dal resto del
tessuto urbano con grande imponenza, dislocate non solo in vista del mare, ma anche
all’interno del centro abitato, come piccoli
baluardi aventi lo scopo di respingere con
i propri mezzi i tentativi di conquista e di
saccheggio.
Le torri quadrate, invece, per via soprattutto
della loro forma e delle dimensioni leggermente inferiori a quelle dei fortilizi a pianta
circolare, già al momento della loro costru-
26
zione risultano strategicamente inglobate
nei nuclei abitati di più antica formazione,
con lo scopo di ospitare i cittadini in fuga
durante le invasioni. Oggi risulta difficile
individuarle in mezzo ad altri gruppi di
case, a causa dei notevoli cambiamenti che
hanno stravolto i nuclei insediativi originari
e le relative preesistenze. Lo schema adottato trova origine nell’architettura fortificata di epoca medievale e rinascimentale:
altezza a due piani con terrazzo superiore
adibito a piazza d’armi e piani inferiori con
pareti inclinate a “scarpa”, ovviamente i
diversi livelli sono inaccessibili dall’esterno
e adibiti a magazzino dei viveri e deposito
dell’artiglieria. In alcuni casi questo tipo di
torre viene posto come derivazione delle
case - torre della costa laziale realizzate dallo Stato dello Chiesa. Anche in
Sicilia ed in alcune zone della costa del
Regno napoletano si trovano fabbriche che
seguono questa particolare tipologia: con
un corpo di fabbrica parallelepipedo (su due
piani) che si innalza su una base scarpata
a pianta quadrata con coronamento di beccatelli, comici, tori che e finestre ad arco.
In effetti tale tipologia rappresenta una
“involuzione formale e tattica”, le strutture
più alte ed emergenti che si distinguono
dalle costruzioni a rocca bassa con pianta
allargata, sono infatti maggiormente vulnerabili dalle artiglierie. La ragione di tale
scelta è da attribuire allo scopo per cui tali
torri venivano realizzate cioè proteggere
il Paese, avvistando il nemico proveniente
dal mare sfruttando l’altezza vantaggiosa.
La guarnigione, affidata al “torriere” , era
composta da due a dieci uomini a seconda
delle dimensioni delle torri, della posizione,
del ruolo strategico che queste rivestivano.
In ogni caso il compito fondamentale era
quello di allarmare con fuochi, segnalazioni
di fumo o suono di campane, gli abitanti
del paese e i contadini nelle campagne
vicine, facendo in modo che il segnale
passasse di torre in torre al fine di raggiungere i luoghi dove si ipotizzava un danno
maggiore.
Seguendo l’itinerario delle torri tracciato
sulla planimetria del centro di Forio, ci
addentriamo, lasciando il Torrione nei
pressi della Marina, verso i nuclei di più
antica formazione, notando che le torri di
Corso Umberto, di via Casa Patalano, di
Vico Costantino (leggermente spostato più
a ovest) e di San Vito, seguono una stessa
direttrice che si conclude, nella zona più a
sud, fuori dall’antica maglia medievale, con
il così detto “Torone”.
Parlare di un vero e proprio piano difensivo, elaborato strategicamente su una
mappa, è un’ipotesi da scartare, in effetti
i cittadini foriani di fronte al pericolo, si
adoperarono a costruire, sostenendone le
spese, torri di difesa per tutelare la libertà
delle loro famiglie da sempre minacciate dai
saccheggi e dai più temuti rapimenti. Così
la formazione di questo piccolo presidio
difensivo non nasce da un disegno scientificamente curato per quel che riguarda la dislocazione globale e strategica sul territorio,
come accadde per la costruzione delle torri
lungo la costa sorrentina designate sulla
carta dai “Regi Ingegneri” e l’una posizionata obbligatoriamente in vista dell’altra,
ma da un sentimento animatore di paura
forte e costante che unì, in un momento
di autentica solidarietà, il popolo foriano
indirizzandolo verso una specifica tipologia architettonica, in simbiosi col territorio
e indicativa di un lungo e drammatico
periodo storico.
La Mortella
di Alessandra Vinciguerra
29
DAL 1°APRILE RIAPRONO AL PUBBLICO
I GIARDINI LA MORTELLA
Sarà la prima apertura senza Lady Walton,
scomparsa nel primo giorno di Primavera.
Dal 1°Aprile prossimo i Giardini La Mortella
si apriranno nuovamente al pubblico con
i loro colori e le infinite essenze arboree
che ne fanno uno dei giardini più eclettici d’Europa. I Giardini quest’anno non
potranno contare sulla presenza di Lady
Walton che dopo una lunga malattia ci ha
lasciati nel primo giorno di Primavera.
La “Signora dei Fiori” come tanti ad Ischia
amavano chiamarla , verrà ricordata nel
modo più semplice e a lei più caro: proseguendo il suo lavoro e le sue volontà. La
Fondazione William Walton e La Mortella,
cui la signora Walton aveva passato già da
anni la proprietà e la gestione dei giardini,
proseguirà il suo lavoro nel segno della
continuità, portando avanti programmi e
progetti per la valorizzazione della struttura
e per promuovere i giovani talenti musicali. In occasione del lungo week end di Pasqua
al via anche la stagione concertistica 2010
- particolarmente cara a Lady Walton - che
quest’anno si aprirà con gli studenti del
Royal Welsh College of Music and Drama di
Cardiff, che come consuetudine inaugurano
la stagione da camera alla Mortella.
Due gli appuntamenti: il 3 e 4 Aprile
entrambi alle 17,00 nella Sala ConcertiMuseo. I Giardini quest’anno sono aperti dal 1
aprile al 31 ottobre, il martedì, giovedì, sabato e domenica, dalle 9 alle 19. Il costo del
biglietto è 12 euro. Grazie all’abbattimento
delle barriere architettoniche, fortemente
voluto da Lady Walton, gran parte del
Giardino è accessibile anche alle persone
diversamente abili. All’interno della struttura si trova un Bar, per una piacevole sosta
nel cuore della Mortella per un pranzo o
una degustazione di tè inglesi, ed un museo
dedicato a William Walton. La Storia del Giardino
I Giardini La Mortella sono stati creati a
partire dal 1958 da Susana Walton, moglie
del famoso musicista Sir William Walton
(1902-1983). Considerato fra i più grandi
compositori inglesi del 20° secolo, William
era di origini modeste, ma ebbe una carriera
brillante e notevole fama grazie anche al
patronato di una famiglia di aristocratici
mecenati, i Sitwell. Scrisse concerti, sinfonie, un’opera lirica, musica per la famiglia
reale inglese, e colonne sonore per film
storici. A 45 anni, durante un viaggio in
Argentina egli incontrò Susana, di ben
22 anni più giovane; si sposarono dopo
pochi mesi. La coppia si trasferì nell’ottobre
1949 a Forio d’Ischia dove acquistarono
un terreno e costruirono la propria casa.
Per disegnare un giardino in quello spazio
selvaggio e costellato di rocce vulcaniche si
rivolsero al famoso architetto paesaggista
Russell Page, che impostò la planimetria
generale del giardino. Tuttavia la realizzazione pratica del progetto di Russell Page , la
supervisione di tutti i lavori, la scelta delle
piante, la loro composizione, la creazione
insomma di quel giardino meraviglioso che
è oggi La Mortella - il luogo dei mirti-, si
deve interamente a Lady Walton che per
più di 50 anni ha dedicato la sua leggendaria energia, il suo infaticabile entusiasmo,
la sua passione e competenza botanica al
proprio giardino.
I Walton acquistarono un terreno assolato
e pietroso, con poca terra e niente acqua;
oggi è un giardino tropicale ed esotico rinomato in tutta Europa.
La Mortella è divisa in due zone principali:
la Valle e la Collina. La parte inferiore, detta
appunto la Valle, è la più matura, impostata
su disegno di Page; il giardino superiore,
che si estende sulla collina, è invece più
recente ed è tutto opera di Lady Walton.
L’area, complessivamente circa 2 ettari,
ospita una raccolta straordinaria di piante
esotiche subtropicali, grazie alla ricchezza
di esposizioni e di condizioni climatiche
30
che il giardino offre. Si passa dall’ambiente
tipicamente sub-tropicale nella Valle, con
un microclima umido ed ombroso, alle zone
più esposte al sole, sulla collina, tipicamente mediterranee, alle zone boscose sul
retro della stessa. Tutto il giardino è progettato sfruttando magistralmente il suggestivo
ambiente roccioso ed i panorami sul mare,
ed è arricchito da fontane e corsi d’acqua
che permettono la coltivazione di numerose
piante acquatiche, come papiro, fior di loto,
ninfee. Nella serra tropicale ‘Victoria House’
viene coltivata in una vasca di acqua dalla
temperatura costante di 28° la Victoria
amazonica, la più grande delle ninfee. Anche la rarissima rampicante dalle Filippine
Strongylodon macrobotrys cresce in questa
serra e produce in primavera una cascata di
fiori verde giada.
Sono famose le collezioni di felci arboree
dall’Australia e Nuova Zelanda; la ricca
raccolta di camelie, le Agavi, un notevole
insieme di palme – più di 120 esemplari-,
alcune delle quali raramente sono coltivate in piena terra alle nostre latitudini:
Bismarkia nobilis, Dypsis decarii, Arenga,
enormi Caryota, Brahea. La collezione di
cycadaceae – più di 80 esemplari- annovera
alcuni esemplari degni di ammirazione,
come i grandi Encephalarthos altenstenii,
la Macrozamia moorei, l’enorme Lepidozamia peroffskyana.. Di recente si è aggiunta
una collezione di 150 fra specie e varietà
di Aloe, dono di un collezionista. Fra gli
esemplari insoliti ricordiamo Spathodea
campanulata dall’ Africa tropicale, che
fiorisce regolarmente tutti gli anni; le molte
Erythrina e le Bahuinia, i grandi Metrosideros dalla Nuova Zelanda che fanno da
frangivento, la Puya berteroniana dal Cile.
Fra le piante più care a Lady Walton ci
sono quelle che ha fatto crescere lei stessa
dai semi portati dall’Argentina, come la
Chorysia speciosa, la Jacaranda mimosifolia, l’Eucalytus ficifolia.
Il giardino presenta ovunque un disegno
fluido ed armonioso; sia per varietà e ricchezza delle collezioni La Mortella può es-
31
Dopo la morte del maestro, avvenuta nel 1983, Susana ha trasformato la
proprietà in un monumento perenne alla memoria del marito, creando la
Fondazione William Walton e La Mortella che ha due obiettivi: promuovere la
cultura musicale e occuparsi del futuro del giardino. La Mortella è stata aperta
al pubblico nel 1992, ed il numero dei visitatori è andato crescendo di anno in
anno. La Fondazione, oggi proprietaria del giardino, gestisce il tutto, organizza
visite al giardino, corsi di perfezionamento per giovani musicisti e concerti per
il pubblico nella Sala Recite, con musica da camera, e nel Teatro greco, in cui
si svolgono concerti all’aperto con orchestre sinfoniche giovanili.
sere considerata alla stregua di un orto botanico, le piante non sono state collocate basandosi su criteri sistematici o illustrativi, ma in base a considerazioni
culturali, artistiche e scenografiche. L’effetto finale è lussureggiante ed esotico,
con la vegetazione rigogliosa che accompagna le grandi rocce vulcaniche e a
tratti sembra inghiottirle.
Nel giardino superiore ci sono angoli tematici, come la Sala Thai, un giardino
di gusto orientale, circondato da fiori di loto, peonie, bambù ed aceri giapponesi, il Tempio del Sole, decorato da bassorilievi mitologici; la Cascata del
Coccodrillo, la Roccia di William, dove sono custodite le ceneri del compositore. Domina il giardino superiore il Teatro Greco, affacciato sul mare.
Visite guidate
La Platypus Itinerary cura per i giardini La
Mortella le visite guidate e un entusiasmante itinerario didattico per le scolaresche.
Oltre alle informazioni inerenti la storia del
giardino e la vita dei Waltons, il percorso
è una conoscenza delle piante attraverso i
sensi.
I partecipanti verranno invitati a
riconoscere alcuni esemplari servendosi
solo del senso tattile e olfattivo, per aiutarli
a percepire la vitalità delle piante. Questa
vitalità potrà inoltre essere osservata con le
strategie di cattura delle piante insettivore…
E’ implicito il messaggio d’amore e rispetto
della natura e dell’inscindibile legame con
l’uomo, che attraverso questo percorso didattico si vuole indicare ai giovani partecipanti per ritrovare quel linguaggio perduto
tra uomo e natura, fatto di colori e odori.
La Mortella, via Francesco Calise, 39
tel 081986220 - www.lamortella.org
Il Ninfeo
Nella zona più remota del giardino, in linea
d’aria con la Roccia di William, si trova
il Ninfeo, che appare come un elemento
a sorpresa nel dipanarsi del racconto del
giardino. Laddove il paesaggio della Mortella è esuberante, colorato, asimmetrico,
lussureggiante, il Ninfeo è basato su un
disegno geometrico, su siepi ben modellate,
su un gioco coloristico raffinato di toni
di verde, giochi di luce ed ombra, chiaroscuri. Gli spazi minuti sono controllati da
un equilibrio rigoroso, in un fitto dialogo
fra roccia, vegetazione ed acqua, con la
continua sorpresa di elementi decorativi –
un bassorilievo mitologico, una panchina,
un balcone che si affaccia sul panorama
mozzafiato.
Il disegno formale del Ninfeo è declinato
con piante spontanee: alaterno, mirto, e
ricavato quasi a fatica dalla roccia della
montagna e dalla vegetazione che lo sormonta, esuberante, frenata a stento. Cuore
del Ninfeo è una fontana lucida, che riflette
la luce: Lady Walton l’ha chiamata “lo
specchio dell’anima”, in ricordo di antichi
riti di iniziazione ed è in effetti un invito
alla meditazione.
Intorno alla fontana c’è una iscrizione:
32
Questo rifugio verde è dedicato a Susana,
che ha vissuto con passione, ha amato teneramente ed ha creduto nell’immortalità.
L’acqua che alimenta la fontana scorre da
una piccola grotta, ricavata dalla roccia
della montagna, e la sorgente è sorvegliata
da una statua di Venere reclinata. Qui,
accompagnate dal mormorio delle acque,
riposano le ceneri di Lady Walton.
La sorpresa celata nei sapori
della tradizione pasquale
di Rossella Guarracino
Casatiello
(foto nella pagina precedente)
Per 12 persone
INGREDIENTI:
+ 800 g di farina
+ 50 g di lievito di birra
+ 100 g di pecorino
+ 100 g di provolone
piccante
+ 100 g di caciocavallo
+ 80 g di parmigiano
+ 6 uova
+ 200 g di sugna
+ sale, pepe
Fellata Con Uova Rosse
Simbolo per eccellenza della Pasqua e protagoniste
assolute dell’antipasto, le uova a Ischia si colorano
di rosso e vengono offerte in dono a parenti ed
amici in segno beneaugurale di prosperità.
Per uno squisito antipasto, disponete su un piatto da
portata diversi salumi affettati, insieme con la
ricotta salata, tocchetti di caciocavallo e uova sode
colorate di rosso. E servite con fette di casatiello e
fave fresche appena sgusciate.
PER COLORARE DI ROSSO LE UOVA
Mettete due litri d’acqua in una pentola, aggiungete
il succo di 4 rape rosse e portate a bollore; dopo
circa 30 minuti, togliete dal fuoco e fate intiepidire.
Aggiungete due cucchiai di aceto e immergetevi le
uova, poi fate cuocere per 10 minuti. Lasciate le
uova in immersione per qualche ora.
Al momento di utilizzarle saranno perfettamente
colorate.
PROCEDIMENTO:
Fate un lievitino stemperando il lievito di birra con
100 g. di farina, 50 g. di sugna e circa 2 dl di acqua.
Amalgamate il composto con una forchetta, poi
copritelo con un foglio di pellicola trasparente e
lasciatelo riposare finché in superficie cominceranno a
comparire delle bollicine.
Con la restante farina, fate la fontana e mettetevi al
centro il lievitino, 80 g. di sugna, il sale e il pepe;
lavorate bene il composto aggiungendo l’acqua tiepida
necessaria. Coprite e lasciate lievitare ancora per circa
2 ore.
Riprendete la pasta, staccatene un pezzetto grande
quanto un’arancia e tenetelo da parte. Stendete la
restante allo spessore di 1 cm formando un rettangolo
regolare; ungetelo generosamente di sugna e
cospargetelo con uno strato di formaggi grattugiati.
Ripiegatelo a metà e copritelo ancora di sugna e
formaggio.
Ripetete quest’operazione per tre volte utilizzando tutta
la sugna e tutti i formaggi; infine, arrotolate la pasta a
ciambella su se stessa e disponetela in una teglia da
forno di 24 cm di diametro con il buco centrale unta
di sugna. Fate lievitare ancora per circa 2 ore.
Lavate accuratamente le uova, asciugatele e
disponetele sul casatiello con la punta rivolta verso il
buco centrale. Con la pasta tenuta da parte, formate 12
bastoncini di ½ cm di diametro e disponeteli a croce
su ciascun uovo fissandoli bene.
Mettete il casatiello in forno freddo e accendete a 220°.
Dopo circa 35 minuti, abbassate la temperatura a 180°
e lasciate cuocere per altri 30 minuti. Sfornate e
lasciate intiepidire prima di togliere dallo stampo.
INGREDIENTI:
+ 500 g di pasta frolla
PER IL GRANO:
+ 600 g di grano
ammollato
+ ½ l di latte
+ 20 g di sugna
+ la buccia di 1 arancia
+ 1 baccello di vaniglia
+ un pizzico di sale
PER IL RIPIENO
DI RICOTTA:
+ 500 g di ricotta
+ 250 g di zucchero
+ 4 uova + 2 tuorli
+ 150 g di canditi a
pezzetti
+ 1 cucchiaino di
cannella
+ 50 ml di acqua di
fiori d’arancio
+ la buccia grattugiata
di 1 limone
Pastiera
PROCEDIMENTO:
Mettete il grano in una
casseruola con il latte,
la sugna, la vaniglia,
la buccia dell’arancia e
un pizzico di sale;
avviate la cottura a
fuoco lento e lasciate
andare per circa 20
minuti, mescolando
continuamente per
evitare che si attacchi.
Toglietelo dal fuoco e
fermate la cottura,
immergendo
immediatamente la
pentola in acqua
ghiacciata.
Passate la ricotta al
setaccio facendola
cadere in una capace
ciotola, unite lo
zucchero e tutti gli
aromi, poi incorporate
le uova e, per ultimo,
il grano. Amalgamate
bene tutto.
Imburrate e infarinate
uno stampo per
pastiera di 26 cm di
diametro e rivesti telo
con i 2/3 della pasta
frolla stesa allo
spessore di 3 mm, poi
versatevi il ripieno di
grano e ricotta.
Con il resto della pasta
preparate delle
striscioline larghe
circa 2 cm e
disponetele a griglia
sul ripieno.
Mettete in forno già
caldo a 160° per circa
90 minuti. Se
necessario, a metà
cottura, coprite con un
foglio di carta
argentata.
Fate raffreddare
completamente, poi
servite spolverizzando
di zucchero a velo.
Crostata di tagliolini
INGREDIENTI
PER LA GLASSA:
+ 500 g di noce di
manzo
+ 100 g di pancetta a
fette
+ 1 bicchiere di vino
bianco
+ 1 l di brodo
+ 1 mazzetto (cipolla,
carota, sedano,
prezzemolo)
+ 1 cucchiaino di
concentrato di
pomodoro
+ olio extravergine
+ sale, pepe
PER IL RIPIENO:
+ 500 g di tagliolini
all’uovo
+ 200 g di mozzarella
+ 150 g di parmigiano
+ 100 g di prosciutto
crudo
+ 20 g di burro
+ 30 g di pangrattato
PER I PISELLI:
+ 250 g di piselli
freschi
+ ¼ di cipolla
+ 50 g di pancetta
+ 50 g di prosciutto
crudo
+ sale, pepe
+ 1 dl di bechamel
PROCEDIMENTO:
Avvolgete la carne nella
pancetta e legatela bene;
unitela, in un tegame di
rame, al mazzetto
aromatico e all’olio
necessario. Coprite e
lasciate cuocere a
fiamma bassissima,
mescolando di tanto in
tanto; quando la carne
risulterà ben dorata,
aggiungete il vino
bianco e un cucchiaino
di concentrato di
pomodoro, alzate la
fiamma e lasciate
evaporare; continuate la
cottura per almeno
un’ora unendo il brodo
necessario. Togliete la
carne dal tegame e
filtrate la salsa ottenuta.
Rosolate in un filo d’olio
la cipolla tritata
finemente, la pancetta e
il prosciutto a dadini;
unite i piselli e stufateli
per qualche minuto a
fuoco lento.
Per la béchamel:
frullate il latte con la
farina, il sale, il pepe e
la noce moscata. In una
casseruola sciogliete il
burro a fuoco molto
lento e versateci il
composto di latte
portando a bollore e
mescolando di continuo
con un cucchiaio di
legno. Lasciate cuocere
per circa 3 minuti
quindi spegnete il fuoco
e lasciate intiepidire.
Lessate al dente i
tagliolini e conditeli con
la béchamel e qualche
cucchiaio di sugo di
carne.
Imburrate una teglia da
forno del diametro di 24
cm, cospargetela di
pangrattato e
disponetevi metà dei
tagliolini con
abbondante parmigiano.
Ricoprite prima con uno
strato di prosciutto e di
mozzarella tagliati a
pezzettini, poi con il
ripieno di piselli ed
infine con i rimanenti
pezzetti di prosciutto e
mozzarella. Chiudete
con gli altri tagliolini e
rifinite con la glassa, il
parmigiano grattugiato
e qualche cucchiaio di
béchamel.
In forno già caldo a
200°, lasciate gratinare
per circa 45 minuti e
servite la crostata solo
dopo averla fatta
riposare.
Timballo di vermicelli
con polpettine di palamito
INGREDIENTI:
+ 800 g di vermicelli
+ 800 g di frutti di
mare misti
+ 400 g di polpettine
di palamito
+ 20 g di concentrato
di pomodoro
+ 100 g di pisellini
novelli
+ 25 g di funghi secchi
+ 50 g di acciughe salate
+ 3 spicchi d’aglio
+ prezzemolo
+ peperoncino
+ 2 dl d’olio extravergine
+ sale, pepe
+ 500 g di pasta frolla
+ burro e farina per
gli stampini
PROCEDIMENTO:
Fate aprire i frutti di
mare con un filo d’olio e
uno spicchio d’aglio;
sgusciateli e filtrate il
liquido di cottura.
Rosolate in poco olio un
altro spicchio d’aglio;
unite il concentrato di
pomodoro, diluite con
l’acqua dei frutti di mare
e fate addensare.
Incorporate i funghi
ammollati e tagliuzzati, i
piselli, i frutti di mare e
le polpettine di
palamito, e fate
insaporire. Infine,
verificate di sale e pepe.
Dorate l’ultimo spicchio
d’aglio e il peperoncino
nell’olio restante,
scioglietevi le acciughe
salate e mantecatevi i
vermicelli lessati al
dente, pepate
generosamente e
profumate con il
prezzemolo tritato.
Foderate con la pasta
frolla 10 stampini di 7-8
cm di diametro
imburrati e infarinati e
riempiteli a strati con i
vermicelli e il ripieno;
mettete in forno a 170°
per 30 minuti.
Per realizzare un unico
timballo occorre uno
stampo a bordi alti 15
cm del diametro di 24
cm. Il tempo di cottura è
di 50 minuti.
Il punto
di vista
di Luisa Cuomo
Quando comincia la primavera e soprattutto si avvicina la Pasqua, l’isola entra in
una fase di frenetico movimento, che ci fa
entrare tutti in un concetto comune: “ il
lavoro comincia”.
Pochi sono gli ischitani che possono godersi
a pieno la bella stagione, se dedicarsi a sole
e mare non è possibile, quello che sicuramente noi giovani non ci lasciamo scappare è la vita notturna. Dopo aver passato
i sabato sera di questo piovoso inverno
chiusi in locali adesso vogliamo “aria pura”.
Il FRIENDS CLUB si sposta all’esterno con
i suoi fantastici aperitivi estivi al ritmo di
musica. Poi la RIVA DESTRA in quella sua
bella atmosfera romantica ci fa saltellare da
locale a locale come cavallette dai ristoranti esclusivi per palati più fini come DA
GENNARO, O’PORTICIULLO, LA BAIA DEL
CLIPPER, MEZZANOTTE che vantano una
buona cucina marinara agli after dinner
come Il CAPPUCCINO.
38
Per visualizzare il calendario degli eventi aggiornato
in tempo reale su qualsiasi applicazione-calendario
che supporti il formato iCal (es.i-Phone, laptops, PC
etc.) digita il seguente indirizzo:
http://www.ischianews.com/index.
php?option=com_eventlist&view=eventlist&form
at=ical
Non possiamo non menzionare come
meta della movida notturna ischitana, la
suggestiva Ischia ponte, splendido centro
storico - e se permettete uno dei luoghi più
incantevoli dell’intera isola - immersa nella
magnifica cornice del Castello Aragonese,
eccellente caffè accompagnato da deliziosi
dessert.
Alcuni si sposteranno nel comune di Forio,
non troppo caotico ma ugualmente movimentato, tra THOMAS, TIRA TARDI e LA
LUNA BUSSO’ c’è il materiale necessario per
un’allegra serata tra amici. Insomma tutti
ci aspettiamo la solita estate calda e festosa,
speriamo in serate ricche di divertimento e
spensieratezza dai temi nuovi ed originali,
che stimolino sempre di più la nostra curiosità (se volete qualche idea contattateci!).
Per i turista tutto è più semplice, si gode
la nostra fantastica isola nel momento
migliore dell’anno, beato lui!
Il mio punto di vista…?
Voglio venire in vacanza ad Ischia!
Calendario
eventi aprile
Giovedì 1° aprile 2010
Ore 09:00 Forio – Giardini Ravino Fino al
26 aprile
Mostra Fotografica: Caleidocactus di Giuliano Montieri. (aperta nei giorni lunedì,
mercoledì, venerdì, sabato e domenica )
Ore 10:00 Casamicciola - Chiesa Cattedrale.
S. Messa Crismale presieduta da S. Ecc.
Rev.ma Mons. Filippo Strofaldi
Ore 20:00 Casamicciola - Chiesa di Santa
Maria Maddalena
S. Messa in Coena Domini
Ore 19:00 Casamicciola - Chiesa di Sant’
Antonio
S. Messa in Coena Domini
Ore 22:00 Casamicciola - Chiesa di Sant’
Antonio
Adorazione Eucaristica
Venerdì 2 aprile 2010
Ore 03:30 Casamicciola - Congrega di
Santa Maria di Pietà
Processione dell’effige della Beata Maria
Vergine Addolorata per le strade di Casamicciola Terme ”Madonna di Notte”
Ore 12:30 Forio – Regata internazionale
x-35 “Il Raggio Verde”
Ore 19:30 Casamicciola - Chiesa di Santa
Maria Maddalena
Azione liturgica in Passione et Morte
Domini. Al termine, processione del Cristo
morto e della Beata Vergine Maria Addolorata verso la Chiesa del Purgatorio al Majo
Ore 18:30 Casamicciola - Chiesa di Sant’
Antonio
Azione liturgica in Passione et Morte Domini. Al termine, Via Crucis per le strade
di Perrone
Ore 18:00 Ischia - Biblioteca Antoniana
Tavola rotonda sul tema “Ischia, Luci e
Ombre sullo Sviluppo”
Dalle ore 19:30 alle 23:30 Forio
Actus Tragicus, via crucis in costumi
d’epoca: tradizionale rappresentazione
vivente della passione e morte di Cristo
ore 21:30 Ischia Jazz Spring Alchemie –
Friends Club - Rosalia De Sousa in concerto
Sabato 3 aprile 2010
Ore 12:30 Forio – Regata internazionale
X-35 “Il Raggio Verde”
Ore 17:00 Forio – Giardini la Mortella
Ensemble of the Welsh College of Music and
Drama
Ore 19:00 Forio – Parrocchia di S. Sebastiano
Incoronazione della Madonna Addolorata
Ore 22:30 Casamicciola - Chiesa di Sant’
Antonio
Veglia Pasquale
Ore 23:00 Casamicciola - Chiesa di Santa
Maria Maddalena
Veglia Pasquale
Domenica 4 aprile 2010 (Pasqua)
Ore 10:30 Forio
Corsa dell’Angelo: rappresentazione che
riproduce il momento dell’incontro della
Madonna con il figlio risorto.
Ore 10:30 Casamicciola - Chiesa di Santa
Maria Maddalena
S. Messa Solenne. Al termine processione
per Piazza Marina
Ore 12:00 Casamicciola - Chiesa di Santa
Maria Maddalena
Sacra Rappresentazione della Resurrezione
di nostro Gesù Cristo con la partecipazione
delle due Parrocchie e delle Congreghe di
Casamicciola Terme
Ore 12:30 Forio – Regata internazionale
X-35 “Il Raggio Verde”
39
Ore 18:30 Casamicciola - Chiesa di Santa
Maria Maddalena - S. Messa
Ore 08:30 - 10:30 Casamicciola - Chiesa di
Sant’ Antonio: Messa Solenne. Al termine
processione per Piazza Marina
Ore 19:00 Casamicciola - Chiesa di Sant’
Antonio
S. Messa
Ore 17:30 Forio – Giardini la Mortella
Ensemble of the Welsh College of Music and
Drama
Lunedì 5 aprile 2010 (Lunedì in
Albis)
Sabato 17 aprile 2010
Ore 17:00 Forio – Giardini La Mortella
Concerto del pianista Pietro Ceresini
Domenica 18 aprile 2010
Ore 17:00 Forio – Giardini La Mortella
Concerto del pianista Pietro Ceresini
Lunedì 19 aprile 2010
Ore 21:00 Ischia - Cinema Excelsior
Farina di Bue, commedia scritta e diretta da
Eduardo Cocciardo.
Ore 09:00 Casamicciola
Processione della “Perdonanza” dalla
Basilica di S.M. Maddalena alla Basilica –
Santuario di S. Resituta V. e M. All’arrivo,
celebrazione della S. Messa
Ore 19:30 Forio - Basilica S.Maria di
Loreto
Concerto per organo e violino a cura dei
Maestri Peppino Iacono e Mauro Rossi.
Sabato 10 aprile 2010
Ore 17:00 Forio – Giardini la Mortella
Concerto della pianista Patrizia Salvini.
Domenica 11 aprile 2010
Ore 17:00 Forio – Giardini la Mortella
Concerto della pianista Patrizia Salvini.
Mercoledì 14 aprile 2010
Ore 21:00 Ischia - Cinema Excelsior
Taxi a due piazze, commedia brillante in
due atti di Ray Cooney a cura del Gruppo
Teatrale Uomini di Mondo
Giovedì 15 aprile 2010
Ore 09:00 Ischia - 3° ISCHIA FOTO WORKSHOP - 15-18 aprile
Un entusiasmante “viaggio” nel mondo dei
GURU della Fotografia
Ore 21:00 Ischia - Cinema Excelsior
Taxi a due piazze, commedia brillante in
due atti di Ray Cooney a cura del Gruppo
Teatrale Uomini di Mondo
40
Venerdì 23 aprile 2010
Ore 09:30 Forio – Giardini Ravino
Meristema 2010 - 3^ Ed. Mostra-mercato di
piante succulente rare
Sabato 24 aprile 2010
Ore 09:30 Forio – Giardini Ravino
Meristema 2010 - 3^ Ed. Mostra-mercato di
piante succulente rare
Ore 17:00 Forio – Giardini La Mortella
Concerto del pianista Giulio Biddau
Domenica 25 aprile 2010
Ore 09:30 Forio – Giardini Ravino
Meristema 2010 - 3^ Ed. Mostra-mercato di
piante succulente rare
Ore 17:00 Forio – Giardini La Mortella
Concerto del pianista Giulio Biddau
I sentieri dell’isola
d’Ischia
di Aniello di Iorio
43
Anche se da anni lavoro per i sentieri
dell’Isola d’Ischia, devo dire che scrivere su di essi non è facile! La natura che
circonda l’Isola è fantastica, i sentieri per
andarci un po’ meno. Infatti, la maggior
parte dei sentieri esistenti termina sempre
in una proprietà privata. Sono i cittadini
che si occupano di curare il sentiero fino
a dove arrivano le loro proprietà. Generalmente i comuni non si occupano di tenere
in ordine i sentieri in quando non ritenuti
importanti per la comunità e poi c’è sempre
qualcun’altro che lo fa! In montagna vi
sono comunque diversi sentieri accessibili
a tutti, sono tenuti liberi per lo più dai cacciatori che vogliono sempre raggiungere i
punti più idonei alla caccia che sono poi
sempre i più panoramici! Questo, ci porta
alla semplice conclusione che bisogna
seguire la scia di cartucce, lasciate cadere
lungo i percorsi, per raggiungere dei punti
con vedute meravigliose. Poiché ognuno fa
per sé, non vi sono sull’Isola d’Ischia delle
cartine geografiche affidabili che tracciano i
percorsi di montagna.
Passeggiare sull’Isola d’Ischia non è solo
salutare, ma è anche un buon integratore
della cura termale. Le passeggiate nei
boschi, nelle pinete, per i vigneti, danno al
corpo armonia e serenità! Ci sono alcuni
sentieri che sono stati segnalati con targhette o punti colorati percorribili anche
senza guida, ma come già detto, la segnaletica e la pulizia del sentiero non sono
curate regolarmente, e quindi oggi sono ben
accessibili, domani forse no!
Comunque in montagna è sempre consigliabile, andare in gruppo. In ogni caso andare
in gruppo è più piacevole e divertente e si
vedono cose interessanti che difficilmente
si riescono a scoprire da soli. Unendosi ai
gruppi, organizzati da guide locali, si viene
generalmente condotti su posti incantevoli e
non bisogna neanche scervellarsi per trovare
la strada.
I posti da vedere ad Ischia sono tantissimi. A
farla da padrone, tra gli amanti del trekking
è certamente l’Epomeo, ci sono diversi sentieri che conducono in cima, dalla quale, si
domina l’Isola d’Ischia ed il Golfo di Napoli.
44
Oltre all’Epomeo vi sono diverse altre aree,
degne di essere visitate:
• I Frassitielli - Falanga con le fosse della
neve e le case medioevali scavate nella
roccia.
• La zona di Buceto - Piano San Paolo con
le sorgenti e i fossili marini a quota 400m.
• Piano Liguori con i paesaggi rurali e panorami mozzafiato sul Golfo di Napoli.
• Capo Buttavento con le fantastiche vedute
su Ischia, i Campi Flegrei e Procida.
• Il sentiero che da St. Angelo porta a Serrara con la magnifica vista sui Maronti.
L’Epomeo e le aree interne e montagnose
dell’isola hanno una vegetazione variegata,
passeggiando per le sue verdi colline, si
trovano giardini fioriti, vigneti, castagneti,
mari di felci, boschi di acacie, ginestre fiorite, e tanto altro, ma anche le aree costiere
invitano a passeggiate incantevoli, con
magnifici panorami e con il mare che assume diversi colori nell’arco della giornata.
Diversi sentieri e passeggiate lungo la costa
si trovano per esempio a Punta Imperatore
a Forio, a Zaro, a Casamicciola Terme, ad
Ischia Porto e Ponte ed ai Maronti. Andando per i sentieri lungo la costa la possibilità
di perdersi è minima e si arriva sempre a
una strada che porta a casa.
In ogni caso, è facile trovare, in edicola
diverse cartine che indicano percorsi accessibili, anche se non sempre precise e
dettagliate, sono in ogni caso utili per
potersi orientare in campagna e per i paesi,
ma conviene, non fidarsi ciecamente in
montagna.
Ciò che si scopre lungo i sentieri ha a che
fare con la formazione dell’isola stessa e gli
agenti atmosferici che agiscono su di essa.
Qui di seguito Vi riporto un po della storia
geologica dell’Isola per aiutarvi a capire
cosa di interessante potreste incontrare
lungo i sentieri.
Storia geologica dell’isola
d’Ischia
L’isola d’Ischia si è formata ca. 150.000
anni fa. I primi crateri si formarono nelle
vicinanze della collina di Campagnano non
lontano dal Castello Aragonese. La roccia
sulla quale è stato costruito il Castello Aragonese è essa stessa un vulcano che risale
a 132.000 anni fà ed è il terzo vulcano più
antico dell’isola d’Ischia.
Fino a circa 55.000 anni fà l’attività vulcanica era concentrata nella zona di Campagnano, Monte Vezzi, Monte Cotto fino a St.
Angelo e nella zona di Monte Vico a Lacco
45
Ameno ed a Punta Imperatore, al Rione
Bocca e alla Scarrupata di Barano.
All’epoca, si formò una gigantesca camera magmatica sotto all’odierna Isola
d’Ischia. Attraverso spaccature e crepacci
nella crosta terrestre il magma fu scagliato
nell’atmosfera e la camera magmatica si
svuotò. Il coperchio della camera magmatica sprofondò e la conca che si creò nella
crosta terrestre, chiamata “Caldera” è dove
oggi si trova l’isola d’Ischia.
Poiché ca. 55.000 anni fa la superficie del
mare si trovava ca. 150-200 m più in basso
di oggi, questa “Conca-Caldera” era terra
emersa. In seguito all’innalzamento del
livello del mare questa conca fu successivamente sommersa, quindi l’attuale isola
d’Ischia fu completamente immersa sotto il
livello del mare, per svariati anni.
Nuovo magma conflui nella vecchia camera
magmatica, sotto all’odierna isola d’Ischia,
il coperchio della camera magmatica
cominciò a sollevarsi dal mare e a formare
l’isola d’Ischia. Questo innalzamento ha
dato origine al Monte Epomeo che oggi
emerge per circa 787 m sopra del livello del
mare.
Testimoni del passato sottomarino dell’isola
d’Ischia si trovano ancora oggi a ca. 400500 m sul livello del mare nei pressi della
fonte di Buceto sotto forma di detriti di
spiaggia e fossili marini. Questo prova che
lì prima c’era una spiaggia che più tardi
fu spinta verso l’alto da movimenti del
suolo. Ma non solo lì in diverse altre parti
dell’isola d’Ischia si trovano testimonianza
del passato sottomarino dell’isola: alla Fundera, ai Pizzi Bianchi, poco al disotto della
cima dell’Epomeo, ecc.
Per il sollevarsi della massa magmatica
il coperchio della camera magmatica si
ruppe in più zolle che furono sollevate in
maniera diversa. L’Epomeo è la zolla più
alta. Le zolle sono delimitate da faglie (tagli
nella crosta terrestre) e le faglie, essendo
punti deboli della crosta terrestre, fanno si
che l’acqua piovana scorre lungo di esse
e forma dei burroni molto profondi che
sull’isola d’Ischia vengono chiamate “Cave”.
Lungo questi burroni riescono a risalire
fluidi e gas che formano le acque Termali
sull’isola d’Ischia.
A poco a poco si sono formati altri vulcani
ai bordi dell’Epomeo.
I vulcani più giovani, che si sono formati
negli ultimi 2000 anni, sono: l’Arso nel
1301; il Rotaro, il Vatoliere, la Molara e
Cava delle Nocelle, tutti del III sec. d.C;
Monte Trippodi del II sec. d.C; Montagnone/
Maschiata del I sec. d.C.
L’attività vulcanica si arrestò su tutta
l’isola d’Ischia nel 1301 dopo l’eruzione del
vulcano Arso. Una colata di lava si verso
da Fiaiano, a monte di Ischia Porto, finendo
nel mare e dando origine alla lingua di terra
di Punta Molino. Ancora oggi questo tracciato è ben visibile, esso è delimitato dalla
“Pineta” che fu piantata sulle rocce laviche
del 1301. In questa pineta sia a monte che a
valle si trovano, ben conservate, creste della
lava solidificata.
Non si può dire che l’attività vulcanica sull’isola d’Ischia sia finita, segni
dell’attività vulcanica odierna sono: le
numerose sorgenti termali, le fumarole, la
sabbia calda riscaldata da vapori risalenti,
ecc.
46
Le sorgenti termali si trovano dappertutto
sull’isola fino a 200 m dalla costa.
Le fumarole sono distribuite su tutta l’isola
e quelle di maggior effetto si trovano a Forio, ma anche a Lacco Ameno, Sant’Angelo,
nella parte alta di Casamicciola Terme sul
cratere del Rotaro e dell’Arso.
Il vulcano Rotaro ha iniziato la sua attività
nell’anno 700 a.C. e l’ha terminata per ora
nell’anno 305 d.C. Si tratta della struttura vulcanica meglio conservata dell’isola
d’Ischia, raggiunge circa 250 m sul livello
del mare, ha un diametro di 350 m ed il
cratere è profondo 125 m. Poco dopo la
sua origine si formò in esso un lago di
acqua dolce che oggi non è più presente.
Ai suoi piedi sorge il Comune di Casamicciola Terme. Sentieri ben costruiti dentro e
intorno al cratere del vulcano invitano alla
scoperta del vulcano stesso. Sentieri anche
ben percorribili si disbrigano sulla lava
dell’Arso sia a monte che a valle. Su questa
lava vi fu piantata nel 1854 una pineta.
Un cratere vulcanico molto ben conservato
e il Porto di Ischia. Altri crateri vulcanici
ben conservati si trovano nel Comune di
Barano, nelle zone di Testaccio, Vatoliere,
Molara, Fondo Ferraro, a Forio nella zona
di Campotese e a Citara.
Sulla lava di Zaro a Forio vi sono anche
bellissimi sentieri che si disbrighino in
boschi di lecci. Qui si trovano oltre ai panorami mozzafiato su Forio e sul mare anche
le case dei VIP, come la villa che fu di
Luchino Visconti. In una cava ove venivano
estratti i blocchi di lava per pavimentare
strade e costruire case è stato insediato
il più bel Giardino Botanico dell’isola, la
Mortella.
Per chi fosse interessato, oltre a fare trekking,
anche sapere di più su come si è formata l’Isola
d’Ischia, non deve fare nient’altro che partecipare
alle escursioni con il geologo Aniello Di Iorio.
Andando per magnifici sentieri con panorami
mozzafiato si possono vivere i fenomeni naturali,
come la fuoruscita di acqua termale a 90°C
direttamente dalle sorgenti, le fumarole, le forme
bizzarre di erosione, villaggi medioevali, fosse
della neve, scendere nei crateri di vulcani, ecc. Il
programma escursione è reperibile presso l’ufficio
informazione, qualsiasi hotel dell’Isola d’Ischia,
oppure online: www.eurogeopark.com.
Aniello Di Iorio
Tel.: 081 90 31 936 oppure 348 766 92 01
Cava Scura
di Tiziana Di Iorio
48
Cavascura è un bacino idrologico allo stato
naturale, dov’è possibile rivivere le epoche
antichissime; scavata nella viva pietra di
un vallone, non è stata trasformata col passare degli anni ma conserva ancora le sue
grotte, le sue piccole cascate, le sue sorgenti
bollenti che continuano a venire giù dal
monte all’incredibile temperatura di 90°. La
sorgente si trova a circa 300 metri dalla spiaggia dei Maronti, e vi si accede seguendo
un rivoletto di acqua calda che si apre su
un piccolo letto fra le pareti tufacee della
collina. Interessante e pittoresco è il gioco
di colori che si osservano man mano che ci
si addentra: il violetto vi predomina; si intravede un piccolo corridoio dalle alte pareti
di tufo con delle cellette scavate nella roccia. E’ una sala termale a cielo aperto, con
delle ginestre fiorite, folti cespugli, alberi di
castagno e querce, le cui foglie passano dal
verde al violetto. In alto sulla cresta, la vite
distende i viticci abbarbicandoli ovunque
e in basso, sotto i vostri piedi, accanto al
rivoletto formato dalle acque della sorgente,
tanto muschio verde. Nel fondo della valle,
dove finisce la parete tufacea gorgoglia
la sorgente termale esalando i salutiferi
vapori. Nelle grotte scavate nella roccia, le
acque caldissime sgorgano naturali. Nella
penombra riposante degli antri, i pazienti
fanno il bagno assaporando l’autentico
contatto con la natura non mediato
dall’intervento dell’uomo. Ci sono poi anche
delle docce bollenti che vengono giù dalla
montagna come delle cascate e delle saune
naturali. In una grotta satura di vapori i
pazienti praticano le antichissime stufe,
inalando esalazioni gassose che provengono
direttamente dalla profondità del bacino
idrotermale. C’è poi una doccia bollente che
viene giù dalla montagna a forma di cascatella. Sotto il getto di questa acqua termale
non si può resistere che pochi minuti perchè
la temperatura raggiunge 70-80°.
Cenni storici
Le Terme di Cavascura affondano le loro
radici in un epoca in cui la Storia faceva
tutt’uno con la Religione e la Natura. Infatti, già dal periodo della colonizzazione
greca era vivissimo il culto per le fonti
salutari, giacché gli Antichi attribuivano a
queste acque un valore divino perché simbolo di vitalità e vigore inspiegabili. Anche
negli scritti di Pindaro, Omero, Strabone e
Plinio si possono trovare dei riferimenti a
queste sorgenti; essi scrivevano che tutte le
sorgenti appartenenti ai Comuni di Barano
e Serrara Fontana erano assiduamente frequentate da antiche popolazioni.
Anticamente questa fonte veniva chiamata
“Aratro”, forse perché aveva la virtù di raddrizzare e sollevare le persone con problemi
di reumatismi, sciatiche e fratture. Infatti,
per millenni gli uomini sono andati alle
sorgenti termali per riattivare i meccanismi
delle loro articolazioni ma anche della loro
respirazione, ed infine per recuperare attraverso l’acqua termale, gli sbiaditi valori
estetici.
Il termine Cavascura deriva, infatti, da due
parole greche “causos” e “coure” che stanno
proprio a significare il “calore estremo”
dell’acqua di queste sorgenti. Stradone
esaltava a suo tempo le virtù curative delle
acque di Cavascura, attribuendo a queste
ultime la proprietà di curare anche i dolori
biliari. Nel periodo Romano, la sorgente di
Cavascura conobbe un grandissimo splendore. Are, cappelle e piccoli templi furono
eretti in prossimità di questa sorgente a
testimonianza di un culto religioso molto
spiccato presso queste popolazioni. Lo
stesso Cicerone ricordando il suo soggiorno
nell’isola di Ischia parla della spiaggia dei
maroniti “dove sotto la sabbia e in fondo
al mare brucia il cuore di un vulcano e
nella valle di Cava Scura scorre un’acqua
bollente”. In un documento del Trecento,
conservato attualmente presso la Biblioteca Angelica di Roma, il medico personale
di Carlo D’Angiò, Giovanni da Casamicciola scriveva che la fonte di Cavascura
era “fonte di salute e giovinezza e utile in
tutti i dolori delle membra e valevoli per la
digestione”.
Dal 1700 ad oggi
Nel Settecento vi fu un rinnovato interesse
per le Terme dopo un secolo di dimenticanza.
Il merito fu di Gian Andrea D’Aloisio che
analizzò le acque al microscopio e confermò le
molteplici virtù curative.
Nel 1769 a causa di grosse frane i Bagni di
Cavascura erano rimasti sepolti per un lungo
periodo sotto un grande ammasso di fango
e detriti. Ma grazie al generale napoleonico
Giorgio Corafà, viceré di Palermo, che soggiornava al Testaccio per lunghi periodi
dell’anno, dopo mesi di lavoro, il materiale
tufaceo fu rimosso e l’acqua termale ad elevate
temperature sgorgò nuovamente dalla roccia,
ripristinando così il normale funzionamento
della sorgente.
La fama di queste acque raggiunse nel secolo
scorso i luoghi più lontani.
Da ogni parte d’Europa gli ammalati si
portavano a Cavascura per sperimentare le
virtù curative delle sue acque e dei suoi fanghi
applicati sui corpi doloranti.
La curiosità spinse Ferdinando II ad interessarsi di questa sorgente facendo analizzare le
acque presso il “Reale Gabinetto Chimico di
Napoli”.
Una seconda frana verso la metà
dell’Ottocento fece sospendere per molti anni
le cure. La lontananza dai centri abitati, il
disagio del percorso contribuirono a relegare
nell’abbandono un patrimonio ideologico di
eccezionale valore terapeutico.
Fu per merito del medico di Serrara Fontana,
Lorenzo Fiore, se verso il 1850 Cavascura
venne nuovamente riattivata.
Nel 1933 la sorgente e i terreni circostanti
vennero donati all’Arciconfraternita di Serrara
Fontana con l’intestazione “Opera Pia Beneficenza Fiore” che a sua volta la concedeva in
affitto a Vincenzo Migliaccio.
Dopo una gestione quarantennale il complesso
venne chiuso per alcuni anni. Passarono circa
10 anni nei quali, questo meraviglioso parco
archeologico romano, venne lasciato completamente abbandonato e degradato.
Attualità
Nel 1988 venne ristrutturato e riaperto dai fratelli Di Iorio, che fecero di tutto per mantenerlo allo stato naturale senza apportarvi alcuna
modifica o aggiunta. Attualmente è aperto al
pubblico da aprile ad ottobre. Qui si possono fare
trattamenti di cosmesi con applicazione di fango
naturale rinvenuto sul posto e messo a maturare
nell’acqua termale che sgorga dal sottosuolo,
massaggi, fanghi e cure inalatorie. Da una decina
di anni, utilizzando come base l’acqua termale, è
stata creata una linea cosmetica (che prende il
nome da queste Antiche Terme) con la volontà di
offrire a uomini e donne fuori dall’ambito termale
i benefici e la forza dermoterapica che da millenni
sono propri della sua acqua e dei suoi fanghi. Per
questo è stato creato un trattamento cosmetico
completo in cui di volta in volta all’azione equilibratrice , mineralizzante e purificante dell’acqua
salso-bromo-iodica, del fango termale è associata
l’azione fortemente idratante dei principi attivi
come: il collagene, l’acido iarulonico, tutte le
vitamine, gli oli essenziali, la proteina della seta
e della soia e l’elastina. Se per millenni i nostri
avi si sono mossi dalle più disparate zone del
mondo per venire a curarsi presso questa miracolosa fonte, oggi è possibile ottenere i desiderati
benefici estetici di quest’acqua utilizzando questa
linea di prodotti che è formata da: linea viso,
linea corpo, linea benessere, linea uomo, solari,
saponi e profumi.
��������������������
��������������������������������������������������������
���������������������������������������������������������
�������������������������������
����������������
�����������������
���������������������������
���������������������������������������
�������������������������
��������������������������������
������������������������������������������
Giardini Termali
POSEIDON
Un’isola di pace pensata dall’uomo e forgiata dalla natura
a cura di Massimo Pilato
Un parco naturale e Termale situato a Forio,
nell’isola d’Ischia, affacciato sulla splendida
baia di Citara e incorniciato da uno dei
panorami più sontuosi dell’isola.
Un complesso di 20 piscine con temperature
che variano dai 28 ai 40 gradi. Di queste,
tre sono alimentate con acqua di mare
riscaldata, mentre tutte le altre con acqua
termale attinta dal sottosuolo. Un gruppo
di quattro piscine è collocato all’interno di
una struttura coperta. A completamento del
percorso termale, ci sono l’attrezzato centro
benessere, la sauna naturale scavata nella
roccia e il bagno giapponese, un percorso
disseminato di ciottoli sui quali camminare
per riattivare la circolazione e donare un
senso di benessere generale.
I tre ristoranti all’interno del parco interpretano la migliore tradizione culinaria
mediterranea. Il più suggestivo di tutti è
La Grotta del Vino, ricavato all’interno di
un’antichissima cantina completamente scavata nella roccia. A disposizione degli ospiti
del giardino c’è anche la lunghissima spiaggia di Citara, e una boutique, per l’acquisto
di giornali, tabacchi, cuffie, costumi e abiti
griffati.
Il parco si estende per oltre 60.000 metri
quadri, ed è modellato a gradoni, secondo
il tradizionale sistema dei terrazzamenti,
collegati mediante un affascinante sistema
di scalinate e viali sinuosi circondati dal
verde. Grandissima è l’attenzione dedicata
alle piante, da quelle spontanee ai fiori, presenti ovunque e curati assiduamente. I Giardini Poseidon, portano avanti un impegno
ecologico atto a far convivere l’attività
termo-balneare con la tutela dell’ambiente,
dalla scelta di nuove piante, tipiche della
macchia mediterranea, a quella dei lettini
per il sole e degli ombrelloni, realizzati con
rafia del Madagascar.
Ubicazione
I Giardini Poseidon Terme si trovano nei
pressi della spiaggia di Citara, nel versante
sud-occidentale dell’isola d’Ischia. Attraverso le navi traghetto è possibile raggiungere
l’isola in auto, sia dal porto di Napoli che
da quello di Pozzuoli. Dall’aeroporto di
Capodichino e dalla stazione di Napoli ci si
imbarca dal porto di Mergellina o dal molo
Beverello, da dove partono aliscafi alla
volta di Ischia Porto, Casamicciola e Forio.
Una volta giunti a Ischia bisogna seguire
le indicazioni per Forio e successivamente
quelle per la spiaggia di Citara. Dal porto
d’Ischia è altresì possibile usufruire del
servizio bus, direzione Forio-Citara, che
ferma a pochi passi dal Poseidon.
Aperto tutti i giorni dal 03/04/2010
sino al 31/10/2010
www.giardiniposeidonterme.com
Foto di Mauro Galligani
Terapie
del benessere
L’energia chiama energia.
La rivoluzione tecnologica che rende più efficace
la vostra terapia
Cos’è la Tecarterapia…
La Tecarterapia® (Trasferimento Energetico
Capacitivo Resistivo) è un metodo di cura
semplice e non invasivo di notevole efficacia
che consente di trattare il tessuto biologico in
modo innovativo:
Un meccanismo d’azione che induce il
paziente stesso ad “autoguarirsi”.
In sostanza, si tratta di un sistema che crea
una forte stimolazione a livello cellulare di
energia all’interno dei tessuti stessi,così da
riattivare e accellerare i naturali processi autoriparativi e antinfiammatori del corpo umano,
esercitando un’azione antidolorifica e curativa
in maniera molto più rapida: è questo che la
rende una tecnologia così rivoluzionaria.
di Anna Mazzella
Sono queste le tre azioni fondamentali della
Tecar®, le stesse che compirebbe il nostro organismo e che vengono potenziate e ricevono
una forte accelerazione:
stimolare la microcircolazione
Aumentare la vasodilatazione
Innalzare la temperatura
Infatti la stimolazione dei tessuti,anche negli
strati più profondi, produce già dalla prima
applicazione una sensibile diminuzione del
dolore,aumenta il metabolismo cellulare, incrementa la circolazione venosa e il drenaggio
linfatico, migliora l’ossigenazione nella zona
trattata, genera una vasodilatazione, riduce le
contratture muscolari, facilita il riassorbimento
degli edemi.
55
In funzione della problematica da trattare,
l’azione può essere prevalentemente mirata alle
fasce muscolari, al sistema circolatorio e linfatico,
o si può esercitare più in profondità e dunque
su tendini, articolazioni, legamenti, cartilagini e
tessuto osseo.
Ogni patologia osteo-articolare e dei tessuti molli
rallenta e modifica i processi biologici che stanno
alla base della riparazione del danno subito.
L’idea di trasferire energia ai tessuti infortunati è comune a molte terapie elettromedicali (radar e Marconi terapia usano
l’effetto antenna, la magnetoterapia l’effetto
Faraday-Neumann ecc.), ma tutte somministrano energia proveniente dall’esterno.
A differenza, la Tecarterapia® non proietta
dall’esterno energia e quindi la corrente non è
presente per contatto diretto, ma richiama nella
zona da trattare le cariche elettriche già presenti
in tutto il corpo,e quindi l’energia viene generata
dall’interno dell’organismo dalle cosiddette
“correnti di spostamento”, cioè dal movimento
alternato di attrazione e repulsione delle cariche
elettriche naturali che si trovano nelle cellule
sotto forma di ioni e che generano energia
all’interno dei tessuti stessi da riparare con
un’attivazione metabolica ed un effetto termico
endogeno (cioè che nasce dall’interno). Rispetto
ad altre terapie che utilizzano energie e frequenze
elevatissime ma di poca efficacia in profondità,il
vantaggio della Tecarterapia® di trasferire energia
biocompatibile ai tessuti lesi, permette di trattare
anche strati profondi, non trattabili con trasferimenti esterni di energia che causano surriscaldamento e danni alla cute.
Ogni seduta di Tecarterapia® ha una durata media
di 30 minuti; in genere, per un ciclo completo di
cura, sono necessarie da 5 a 10 sedute.
Non è però necessario rispettare una tabella di
marcia: dato che la pelle non è in alcun modo
sensibilizzata né è sottoposta a traumi dovuti al
surriscaldamento,è applicabile immediatamente
dopo un trauma o durante la fase acuta di
un processo infiammatorio, è possibile effettuare anche più di una seduta nel corso della
stessa giornata,senza controindicazioni né effetti
collaterali, accelerando notevolmente i tempi
di recupero,garantendo risultati immediati e
soprattutto stabili,e può essere associata ad altre
terapie,come anche la terapia manuale.
Da un’analisi di alcune ricerche universitarie
risulta che i tempi di recupero sono all’incirca
dimezzati, rivoluzionando così il modo di
fare fisioterapia e riabilitazione: attraverso
una tecnologia all’avanguardia, che in breve
tempo e senza sofferenza restituisce la normale
funzionalità e permette di recuperare la corretta articolarità.Rende i muscoli più elastici e
reattivi, meno soggetti a stiramenti e strappi,
ne aumenta la potenza ed ha un’azione defaticante. Gli effetti positivi si possono constatare già dopo la prima applicazione,infatti
il paziente avverte un istantaneo sollievo dal
dolore grazie al potente effetto analgesico sulle
terminazioni nervose,un’azione profonda,
omogenea e localizzata e risultati immediati e
stabili grazie alla stimolazione e al rafforzamento
delle capacità di autoriparazione dei tessuti.
Tecar® è in grado di trattare con efficacia e
in tempi brevi le patologie dovute ad eventi
traumatici riguardanti ginocchio, spalla, anca,
caviglia, colonna vertebrale, mani e muscoli,
come pure le patologie dolorose infiammatorie
osteoarticolari e muscolari quali artrosi, lombalgie
e sciatalgie.
La riabilitazione Tecarterapica integra
l’intervento terapeutico nelle patologie osteoarticolari sia acute che croniche.
La Tecarterapia® ha come uniche controindicazioni l’applicazione su soggetti portatori di
pace-maker e su donne in gravidanza. E’ invece
possibile e senza effetti collaterali l’utilizzo nei
pazienti portatori di mezzi di sintesi metalliche,
protesi vascolari.Viene impiegata nelle terapie
riabilitative per il recupero di:
• distorsioni
• lesioni tendinee
• tendiniti e borsiti
• esiti di traumi ossei e legamentosi
• distrazioni osteoarticolari acute e
recidivanti
è attiva in:
• diverse forme di osteoporosi
• programmi riabilitativi post chirurgici
• artralgie croniche di varia eziologia
• in particolare dopo interventi di artroprotesi
La Tecarterapia® ha trovato ottimi riscontri
non solo in medicina dello sport, nell’ambito
fisioterapico e riabilitativo, nella terapia antalgica,
garantendo buoni e duraturi risultati in tempi
molto rapidi,ma si sta sempre più diffondendo
anche nella flebolinfologia , grazie alla sua azione
di drenaggio emolinfatico molto efficace,di ripristino del microcircolo e ossigenzazione tissutale.
Non ha effetti collaterali e può essere associata
senza problemi ad altre terapie, come la terapia
manuale.Consente di ottenere risultati positivi in
tempi rapidi anche in campo estetico: grazie alla
sua capacità di indurre la riattivazione dei sistemi
linfatico e circolatorio, è una metodica realmente
efficace nella cura della cellulite, agendo sul
microcircolo, sulle formazioni nodulari fibrosclerotiche, e sugli adipociti, riattivando i naturali
processi di lipolisi. Utilizzata con successo nei
trattamenti viso anti-aging, migliora la circolazione linfatica, favorendo lo smaltimento dei
cataboliti tossici, primi fra tutti i radicali liberi.
La pelle acquista levigatezza e luminosità, diventa
più turgida e distesa, le rughe si attenuano e
l’aspetto estetico complessivo appare visibilmente
migliorato. Nel campo della chirurgia estetica è
un ottimo supporto sia prima che dopo di un intervento perché rivascolarizza i tessuti ed aiuta a
prevenire la formazione di edemi ed ematomi del
post-operatorio grazie alla capacità di stimolare
l’autoriparazione dei tessuti.
Utilizzata in particolar modo per i cavalli da
corsa e da competizione, Tecar® è a disposizione
anche della medicina veterinaria per la soluzione
di molte sindromi dolorose che colpiscono gli
animali di grande o piccola misura.
Centri benessere
e cure termali
Forio
Centro benessere Zi Carmela
via Mons. Filippo Schioppa, 27
Tel. (+39)081998423
www.zicarmela.com
Al centro benessere dell’hotel Zì Carmela, la filosofia è “Attenzione totale alla persona”.
Alle terme, i massaggi trasmettono il calore e
l’empatia che soltanto un essere umano sa dare.
Niente macchinari, se non quelli necessari alla
riabilitazione ed alla cura di artriti e reumatismi,
come l’apparecchio degli ultrasuoni o quello per
la magnetoterapia.
Al centro estetico dell’hotel Zì Carmela tutti i
prodotti sono naturali ed assolutamente sicuri.
Un personale altamente specializzato garantisce
la idonea applicazione delle cure ed inoltre è possibile integrare il ciclo con trattamenti di relax
e benessere che aiutano a risolvere problemi
derivanti dallo stress e dal superlavoro.
riale, sauna finlandese, frigidarium, bagno turco,
doccia jet, doccia emozionale con aromaterapia,
piscina benessere termale con idromassaggio,
zona relax), il tutto spesso abbinato con acque e
fanghi termali rigorosamente naturali. Agli Ospiti
è riservato l’utilizzo gratuito di sauna e palestra.
-Centro Benessere Venus Cytarea Parco
Hotel Teresa - Baia di Citara
Tel. 081907126
www.villateresa.it
Il nome Citara è indissolubilmente legato alla
ricchezza e rigogliosita delle sorgenti di acque
minerali che sgorgano naturalmente in numerosi
punti della baia.
Quale riconoscimento delle proprietà curative e
rivitalizzanti delle sue acque minerali i romani
diedero alla baia il nome di Cytherea ereggendo
un tempio in onore alla Venus Cyterea, dea
dell’amore e della bellezza.
Dopo millenni le acque della baia di Citara mantengono inalterate le proprie virtù e ne abbiamo
fatto il fiore all’occhiello dei nostro nuovo ed
accogliente centro “Terme e Benessere Cyterea”.
Un’ampia gamma di applicazioni di estetica offrirà l’integrazione ideale per sentirsi a proprio
agio e, perché no, soddisfare la propria vanità.
Lacco Ameno
Centro Benessere Negombo
Baia di San Montano, Lacco Ameno
Elisir Thermae & SPA
Località Cuotto
Tel. (+39)081907227/081908163
www.sorrisoresort.it
Il nuovissimo reparto Elisir, fiore all’occhiello del
Sorriso Thermae Resort & SPA, offre agli Ospiti
una vasta gamma di trattamenti estetici e curativi, massaggi e percorsi benessere (doccia senso-
Tel. (+39)081986152/ 081986295
[email protected]
www.negombo.it
Il Centro Benessere del Negombo è pensato e
gestito come luogo delle delizie: racchiude dentro
di sè i piaceri e i benefici che danno le sorgenti
termali abbinate al mare e al giardino che li
avvolge, potenziandoli con i flussi di energia
dei massaggi e dei trattamenti che uilizzano sia
le più moderne terapie sia le antiche pratiche
curative.
57
Le Terme della Regina Isabella
P.zza Santa Restituta
Tel (+39)081994322
www.reginaisabella.it
Le Terme della Regina hanno un’origine
antichissima e virtù terapeutiche uniche al
mondo; il nostro quotidiano impegno mira a
fornire un servizio all’altezza di questa unicità,
affinchè i benefici dei trattamenti termali siano
duraturi nel tempo, ed il soggiorno presso le
nostre strutture si traduca in un’esperienza
indimenticabile.
Scegliere di soggiornare al Regina Isabella
significa sposare una filosofia nuova nel panorama della salute e del benessere. Il Regina
Isabella non è solo la promessa di un ritrovamento del proprio equilibrio psicofisico, non è
solo un luogo piacevole dove dedicarsi a delle
cure estetiche, ma è principalmente un grande
sì alla vita, all’energia e alla bellezza.
Sant’Angelo
Parco termale Tropical
Via Comandante Maddalena, 15 (S.Angelo)
Tel. (+39)081999242
www.lapalmatropical.it
Il complesso termale Tropical, un incantevole
parco stracolmo di fiori e piante esotiche e
tropicali d’ogni specie, da cui si può ammirare
uno dei panorami tra i più famosi di Ischia,
sorge nella meravigliosa Baia S.Angelo a breve
distanza dall’incantevole spiaggia di “Cava
Grado”. Il parco comprende nove piscine di
cui una con acqua di mare, una con idromassaggio termale, una coperta termale, con
temperature che vanno da 26° a 40°.
Il parco termale Tropical dispone di un centro
di cure termali sotto controllo medico, fango
e cure inalative, con convenzione con il S.S.N,
cure fisioterapiche, ginnastica correttiva, cure
estetiche, curative e di bellezza, saune naturali,
grotte romane e discesa diretta sulla spiaggia.
Forastera
Doc 2009 di Gerardo Calise
Sabato 20 marzo 2010, alla vigilia
dell’entrata ufficiale della primavera, le
Cantine Pietratorcia hanno presentato
presso il ristorante-degustazione del Cuotto,
dove erano poste le vecchie cantine dei
Micho, la nuova creatura della ormai rinomata azienda vitivinicola foriana, Forastera
Doc 2009.
Questa nuova gemma va ad arricchire il
già nutrito bouchet della vetrina dei vini di
Pietratorcia, e rappresenta un significativo motivo di orgoglio, rimarcando, la nuova
tendenza delle Cantine Pietratorcia verso
un vino mono vitigno, come già accaduto
l’anno scorso con il Biancolella Doc 2008,
che ha ottenuto un successo che è andato
oltre ogni più rosea previsione. Le Cantine
Pietratorcia con questa nuova bottiglia
confermano uno standard qualitativo
buono, contribuendo a rinverdire, attraverso
l’enogastronomia, i successi del nostro
turismo, rivitalizzandolo e creando nuove
opportunità. Il futuro delle cantine per la
prossima vendemmia è rosso, e quasi certamente sarà il Per’ e Palummo o Piedirosso,
già presente al 45% nell’affermato Janno
Piro, che è stato tra le prime scommesse
vinte dell’Azienda del pesce di Eubea, che a
suo tempo mise in commercio questo nettare molto versatile sopratutto nella cucina
di terra.
Il forastera, è un vitigno, di origine sconosciute, forestiero appunto, ma che è diventato nostro dalla metà dell’800, in seguito
ad un periodo molto critico della fillossera,
dimostrandosi molto più resistente alla
malattia. Il vino che ne vien fuori è fresco
e delicato con sentori di frutta bianca, con
una buona struttura che dà al prodotto una
gradevole persistenza. Ci auguriamo che
Forastera Doc 2009 abbia lo stesso successo
59
riscontrato da Biancolella Doc 2008.
Stiamo parlando del vitigno principe
dell’Isola d’Ischia, il Biancolella in questo
caso, proveniente dagli assolati terrazzamenti, che hanno reso famoso in tutto
il mondo questo vino intenso aromaticamente, pieno di freschezza e di grandi note
aromatiche. Noi, da buoni ischitani Doc,
non possiamo che augurarci che questi prodotti Pietratorcia siano sempre più presenti
sulle nostre tavole imbandite e che accompagnino la nostra buona e rinomata cucina
ischitana, che negli ultimi tempi è diventata
anche “stellata”, confermando ancora di più
il suo già quotato nome in campo mondiale.
Ristoranti
Oggi, forse, più che a mangiar tanto, si pensa a mangiar prelibato.
Così, gli chef dell’isola si sono adoperati per realizzare dei menù di Pasqua che, pur
strizzando l’occhio alla tradizione, rispettano le moderne evoluzioni del gusto.
Forio
1. Trattoria Da Peppina di Renato
Via Montecorvo, 42
Tel. 081998312
www.trattoriadapeppina.it
Ambiente rustico ed elegante. Sulla collina
digradante, ai piedi dell’Epomeo, con la stupenda
visione della baia di Citara. Serate a lume di
candela, nella magica atmosfera creata da Rita
con le sue specialità della cucina tradizionale
secondo il ritmo delle stagioni. Si respira
un’atmosfera di tradizione ischitana che mette
in mostra l’arte e gli oggetti della millenaria
cultura contadina.
2. Piano Bar Ristorante
Pizzeria Oasis
Baia di Citara
Tel.: +39 081907227 / Fax:+39 081907290
www.ristoranteoasis.it
Un panorama unico, un ambiente piacevole e
ricercato al tempo stesso ed una cucina basata
sulla più antica e consolidata tradizione
mediterranea, il sapore dell’esclusivo, quello che
l’Oasis, a picco sulla Baia di Citara e teatro
ineguagliabile di tramonti mozza�ato, offre da
sempre e in ogni occasione ai propri Ospiti.
3. Ristorante il Saturnino
Via Marina
Tel. 081998296 - 3331056719
email:[email protected]
Ciro e Stefania sono i proprietari del ristorante,
hanno impostato una carta dei vini Campani ed
un menù di poche portate dove il pesce selvaggio
sempre fresco fa da padrone. Il locale si specchia
nella rada dei diportisti del porto di Forio. Nel
periodo natalizio il locale sarà aperto, il 25 a
pranzo, il 26 a pranzo, il 27 a pranzo, dal 28,
aperti sia a pranzo che a cena. Il 31, San Silvestro,
è nostra tradizione fare il cenone come in
famiglia. Avendo solo 25 posti (questa è la
capienza massima del ristorante)si prega di
telefonare per prenotare il tavolo.
4. Ristorante da Gisella
Loc. Sorceto (Panza Ischia)
Tel. 3474440571
Aperto Tutto l’anno a pranzo e cena
Sull’incantevole baia di Sorgeto, un’ampia sala
con un bel panorama sul paesino di Sant’Angelo,
cucina casareccia e porzioni molto abbondanti.
Un’ampio parcheggio da sfruttare anche per una
discesa alle vasche di acqua calda della baia
fruibili tutto l’anno.
5. Ristorante tutto pizza da Luca
Panza Centro
Tel.:+39 081907846
Se avete voglia di mangiare pizza a volontà,
pagando sempre lo stesso prezzo, allora dovete
assolutamente andare a mangiare al Ristorante
Pizzeria Luca, uno dei luoghi di culto, per la
pizza, presenti sull’Isola d’Ischia. Da Luca, apre
�nalmente anche un nuovo locale per GIOVANI
che piace anche a mamma e papà: "TUTTO PIZZA
SHOW" Buona musica, mangi tutte le pizze che
vuoi e paghi sempre 10,00 , e gli alcolici restano
FUORI (eccetto la birra).
PASQUA
Pasc vo’ ‘a mnestella ‘mmaretata
cu a gallenella, ‘a ‘nnoglia e ‘ e sasiccelle,
‘ll anìello a ‘o furno, ‘o ppoco ‘e spezzatiello,
‘a felluccia ‘ e ricotta e ‘a suppressata.
Quatt’ove toste, na cimm ‘ e nzalata,
na carcioffola e o’ fiasco ‘e maraniello;
po’, se sape, ‘a pastiera, ‘o casatiello,
‘a presa ‘ e roce e na pres ‘ arraggiata.
G.Fico
Barano d’Ischia
6. Trattoria il Focolare
Via Cretajo al crocefisso, 3
Tel.: +39 081902944
www.trattoriailfocolare.it
Il verde è la tonalità dell’isola per via dei vigneti,
ma soprattutto per il tufo verde, pietra che la
caratterizza nella sua unicità. Ed è proprio il
patrimonio dei sapori terragni che la famiglia
d’Ambra ha deciso di valorizzare, contro quanti
identificano l’isola con il blu del mare e una
gastronomia legata esclusivamente al pesce. Tutto
iniziò quando Riccardo d’Ambra, la moglie
Loretta e la numerosa famiglia fondarono un
locale le cui proposte erano controcorrente
rispetto a quelle di altri locali ischitani.
A Pasqua, menu Tradizionale pasquale.
Ischia
7. Ristorante Da Coco'
Piazzale Aragonese Ischia Ponte
Tel. 081981823
Non esiste un signor Cocò, ma un Salvatore Di
Meglio che faceva, il pescatore. Da un pò ha smesso
ma è importante che continui a conoscere i
pescatori. Capelli a spazzola, faccia grintosa da
lottatore bulgaro, ha inaugurato il ristorante nel ’63,
in uno degli scorci più belli dell’isola, proprio ai
piedi del castello Aragonese. Facciamo le cose che
fanno, un po’ tutti sull’isola, spaghetti con le
vongole, con le cozze, pesce all’acquapazza, frittura
di paranza, e questa è proprio buona, non che siano
cattivi gli spaghetti, o i pesci all’acquapazza, lo
diciamo per esperienza. Ma la frittura è il vero piatto
forte, da Cocò.
8. Ristorante La Ninfea
Via Nuova Cartaromana 135
Tel e Fax 081984140
www.hotellaninfeaischia.com
Per cenare al chiarore della luna sulla
panoramicissima terrazza, allietati dal piano bar con
musica dal vivo. Abbina una cucina classica e
tradizionale, a conduzione familiare, fatta di
specialità marinare e base di pesce fresco e frutti di
mare, alternata alle antiche tradizioni quali appunto
il piatto tipico dell’isola: il bucatino al sugo di
coniglio, le grigliate miste e per finire, la vera pizza
napoletana cotta nel forno a legna da esperti
pizzaioli.
Serrara Fontana
9. Ristorante Olimpo
Via Falanga, 7
Tel.:+39 081 999566 (chiuso il 25 ed il 31/12)
Nella parte alta dell’isola d’Ischia, nel Comune di
Serrara - Fontana, Eugenio e Flora vi aspettano
nell’atmosfera cordiale e familiare delle trattorie di
campagna. Il Ristorante Olimpo offre la cucina tipica
ischitana, principalmente casereccia con pasta fresca
fatta in casa ed una ottima carne alla griglia. Chi
ama la cucina vegetariana troverà pietanze ricche di
verdure e ortaggi.
Numeri
Utili TAXI
>>Ischia Porto
Piazza Antica Reggia tel. 081984998
Via De Luca Alfredo tel. 081992493
Piazza degli Eroi tel. 081992550
Via Mirabella tel. 081991067
Piazzetta S.Girolamo tel. 081993720
>>Forio
Via Porto tel. 081997482
>>Casamicciola Terme
Piazza Marina tel. 081900369
>>Lacco Ameno
Piazza Girardi tel. 081995183
Piazza Pontile tel. 081994310
>>Serrara Fontana
Piazzetta S.Angelo tel. 081999899
OSPEDALI
Ricordate che per chiamare un’ambulanza
bisogna comporre il numero 118. L’unica
struttura ospedaliera pubblica a Ischia si
trova a Lacco Ameno in via Fundera, 2.
Centralino: 0815079111
GUARDIA MEDICA
Di seguito sono riportati i numeri della
Guardia Medica dei rispettivi comuni:
>>Barano / Ischia Porto / Serrara
Tel. 081 983292
>>Casamicciola / Forio /Lacco Ameno
Tel. 081998655 - 081998855
CLINICHE
Centro emodialisi via A.de Luca, 20
Tel. 081983164
Guardia Medica Assistenza anziani
via prov.le Panza, 68 Tel. 0813332013
Guardia medica turistica
via prov.le Panza, 68 Tel 081998989
FARMACIE
>>Ischia Porto
Sant’Anna.Via M. Mazzella
-Tel 081991624 - 081985089
Internazionale. Corso Vittoria Colonna, 179
- Tel. 0813331275
Mirabella Via M. Mazzella. Tel. 081991237
Dott.ssa Tiziana Costabile. Via Acquedotto,
83 - Tel. 081902634
>>Casamicciola
De Luisa Piazza Marina, 1 - Tel. 081994060
>>Lacco Ameno
Cantone Corso Angelo Rizzoli, 77
-Tel. 081900224
>>Forio
Migliaccio Corso Regine Francesco, 61 Tel. 081989355
Dr. Lobosco Michele Via G. Castellaccio, 53
Monterone
-Tel 0815071489 - 0815071577
S.Leonard Via Prov. Panza, 1
-Tel. 081907064
>>Serrara Fontana
Della Fonte Dr. Castagliuolo Giuseppina,
Piazza Pp. Iacono, 8 - Tel. 081999320
Sant’Angelo Di Mario Foroni, Via Chiaia
Delle Rose, 10 Tel. 081999973
>>Barano
Garofalo, Piazza S.Rocco, 15
-Tel. 081990012
Isola Verde, Via di Meglio, 8
-Tel. 081906516 cell. 3476535608
AZIENDA SANITARIA LOCALE
>>Ischia
Azienda Sanitaria Locale
Via De Luca Antonio, 20 Tel. 800.284270
Assistenza Integrata Di Psichiatria
Via Fondo Bosso, 20 Tel. 081.985156
Centro Di Salute Mentale
Via Mazzella Michele, 11 Tel. 0815070711
63
>>Casamicciola Terme
Azienda Sanitaria Locale
Via De Gasperi, 23 Tel. 081980292
Carabinieri Via Casciaro, 22
-Tel 081991065 - 081991001 - 081981062
- 081992145
Ufficio Sanitario
Rione De Gasperi, 23 Tel 081980204
Pronto intervento 112
Polizia di Stato Via delle terme, 80
Tel 0815074711 - 0817941111 0817941729
Polizia di stato soccorso pubblico 113
Guardia di Finanza Comando di Tenenza
Centralino Via L Mazzella - tel 081991109
Capitaneria di Porto Ufficio Circondariale
Marittimo Via Iasolino, 10
Tel 081991417 - 081982845
Casa del cane Via acquedotto Tel.
081901140
>>Lacco Ameno
Laboratorio Analisi Primario
Via Fundera, 2 Tel. 081980439
>>Forio
Medicina Legale
Via provinciale Panza, 68 Tel. 081997730
>>Barano d’Ischia
Dist.57 Ass.pscichiatrica
Via Corrado Buono, 39 Tel. 081906392
AMBULATORI VETERINARI
>>Ischia Porto
Dott. Maio Mariani via Quercia, tel
081982529
>>Casamicciola Terme
Municipio, Vicolo Paradisiello, 1
- tel 0815072511
Carabinieri Via Pozzillo, 1 - tel 081994480
Corpo Forestale Corso Garibaldi,95
- tel 081995117
Approdo Turistico Cala degli Aragonesi
- Tel 081980686
Approdo Turistico Marina di Casamicciola
-Tel 3338887975
>>Forio
Dott.ssa Lucia Cigliano Strada Statale 270
Forio Panza, 11 - Tel. 081 988249
Dott. Alessandro Impagliazzo Via Statale,
278 - Tel. 081909057
>>Lacco Ameno
Comune p.zza S. Restituta tel 0813330811
Comando VV. UU. - tel 081900185
Ospedale Anna M. Rizzoli centralino
- tel. 0815079111
>>Barano
Dott. Pasquale Sbrogna, via Starza, 22 Tel.
081905193
>>Forio
Municipio P.za Municipio Tel 0813332911
N° verde 800258151
Comando VV. UU. tel 081997542
Giardini “La Mortella” tel 081986220
Ufficio Sanitario
Via Corrado Buono, 1 Tel. 081905781
NUMERI UTILI
>>Isola d’Ischia
Soccorso stradale (A.C.I.) -Tel 081984038
Eliporto - Tel. 0815072545
SEPSA Servizio autobus. Via M. Mazzella
tel 081991808
>>Ischia
Comune d’Ischia centralino. Via Iasolino,1.
- Tel. 0813333111
U.R.P. (Ufficio Relazioni con il Pubblico)
Via De Luca, 153 - Tel 081983335
Protezione Civile. Via De Luca, 50 tel 081982397
>>Serrara Fontana
Municipio Via Roma - Tel. 081999626
Comando VV. UU. Via Roma 1 Tel
081999136
>>Barano
Municipio Via Corrado Buono, 1 081906711
Polizia Municipale Via Corrado Buono,10
- tel. 081905764
Stazione Carabinieri Salita Municipio, 1
- Tel 081906463
Ischia
isola del mare, delle terme, del verde e del vino.
Vieni nella nostra splendida isola:
ogni cantina racconta la storia
del suo prezioso nettare.
La degustazione dei nostri vini
è una esperienza irrinunciabile.
Scarica

Ischia news ed eventi aprile 2010 opuscolo turistico informativo sull