OSTEOPOROSI
OPUSCOLO DIVULGATIVO
G. Borretta, D.Bosco, R. Cesareo, V. Fiore, G. Mancini, L. Mallardo,
S. Mariani, G. Monti, A. Palermo, G. Reda, R. Tozzi, M. Zini
INTRODUZIONE
Questo opuscolo divulgativo è indirizzato ai pazienti affetti da osteoporosi e a tutti coloro che
vogliano per la prima volta avvicinarsi alla conoscenza di questa patologia.
Questa malattia, che decorre spesso silenziosa per anni ed è causa di elevata morbilità e mortalità,
va combattuta fornendo al paziente il maggior numero di informazioni finalizzate ad una sua
corretta prevenzione e attraverso un inquadramento diagnostico precoce.
Non è compito dell’opuscolo trattare dei diversi farmaci attualmente in uso. Per questo si rimanda
al confronto con il proprio medico di fiducia esperto nella conoscenza delle patologie
osteometaboliche
Cosa è l’osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia dello scheletro caratterizzata da alterazioni qualitative e quantitative
della massa ossea che predispongono l’osso stesso ad un aumentato rischio di fratture. Questa
malattia interessa soprattutto le ossa sottoposte a maggior carico cioè le vertebre, il femore, le
ossa del polso e le coste.
Sono considerate primitive le forme di osteoporosi che compaiono dopo la menopausa e con
l’avanzare della età, secondarie quelle determinate da un ampio numero di patologie e farmaci.
L’osteoporosi è una malattia di rilevanza sociale. La sua incidenza aumenta con l’età ed interessa la
maggior parte della popolazione oltre l’ottava decade di vita.
Le fratture osteoporotiche rappresentano una delle maggiori cause di mortalità tra gli anziani.
Come si manifesta l’osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia insidiosa perchè decorre per lungo tempo senza che ci siano segni
clinici o sintomi rilevanti.
Tra le manifestazioni cliniche più importanti ricordiamo:
- dolore osseo acuto che può essere la spia di una frattura ossea (soprattutto vertebrale);
- dolore cronico persistente che tende a peggiorare con la stazione eretta prolungata o con
l’attività fisica;
- riduzione della statura (quando superiore ai 4 cm è indice di osteoporosi di grado severo);
- modificazioni della postura e atteggiamento cifotico della colonna.
Quali sono i fattori di rischio per l’osteoporosi ?
Il 30% del rischio di osteoporosi è rappresentato da fattori genetici, il rimanente 70% è
riconducibile a fattori ambientali sui quali si può intervenire tramite opera di prevenzione e
informazione.
Tra i più importanti fattori di rischio ricordiamo:
- Età
- Sesso femminile
- Menopausa precoce
- Inadeguata assunzione di calcio e vitamina D
- Familiarità per fratture osteoporotiche
- Immobilizzazione prolungata a letto
- Malattia della tiroide o delle paratiroidi
- Insufficienza renale
- Malassorbimento
- Magrezza (BMI<19)
- Fumo
- Abuso di alcool
- Farmaci (soprattutto cortisone)
Osteoporosi secondaria
L’ Osteoporosi secondaria va sempre distinta da quella postmenopausale o senile.
Le cause di osteoporosi secondaria più comuni sono:
- Endocrine (ipogonadismo, ipertiroidismo, ipercortisolismo, iperparatiroidismo, diabete mellito)
- Nutrizionali (malattia celiaca, carenza di vitamina D, sindromi da malassorbimento)
- Farmaci (cortisone, ormoni tiroidei, eparina, antiepilettici, GnRH agonisti, diuretici dell’ ansa,
ciclosporina, inibitori dell’ aromatasi, chemioterapici)
- Malattie renali
- Altre (artrite reumatoide e altre patologie reumatiche, trapianti d’organo, mieloma, anoressia)
Diagnosi differenziale
L’esclusione di forme secondarie può essere fatta con pochi esami di primo livello (emocromo, Ves,
protidemia frazionata, calcio, fosforo, fosfatasi alcalina totale, creatinina, calciuria nelle 24 h).
Le forme di osteoporosi secondaria comportano percorsi diagnostici specifici (esami di II livello:
calcio ionizzato, TSH, PTH, 25OHvit D, cortisolo libero urinario, testosterone , immunofissazione
sierica e/o urinaria, Ab Transglutaminasi, esami specifici per patologie associate). Almeno nei
soggetti anziani, visto l'alto tasso di carenza di vitamina D, il dosaggio della vitamina D andrebbe
inserito tra gli esami di primo livello.
Come si fa la diagnosi di osteoporosi?
Oltre all’ esame clinico e agli esami di laboratorio il miglior modo di identificare i pazienti a rischio
elevato di osteoporosi è la valutazione qualitativa e quantitativa della densità ossea tramite i
seguenti esami strumentali:
- Densitometria ossea (DEXA): è a tutt’oggi l’esame di riferimento per la diagnosi di
osteoporosi, in quanto in grado di quantificare la riduzione della massa ossea e valutare nel tempo
l’efficacia del trattamento.
Il parametro di elezione per la diagnosi di osteoporosi secondo i criteri OMS è una Bone Mineral
Density (BMD) del collo femorale con valore Tscore < - 2.5 misurata con tecnica DEXA.
L’esame è rapido, indolore e comporta una irrilevante esposizione radiante. La DEXA va eseguita
in tutte le donne dopo i 65 anni di età ma va anticipata nelle donne di età inferiore o nei maschi in
presenza di fattori di rischio. L’esame è eseguito a livello della colonna lombare e del femore ed in
casi particolari a livello dell’avambraccio. La sua ripetizione è raramente giustificata ad intervalli
inferiori ai 2 anni. Densitometri di ultima generazione sono anche in grado di rilevare parametri
dell'osso di tipo qualitativo finalizzati alla valutazione della microarchitettura dell'osso e che
pertanto forniscono dati aggiuntivi alla valutazione del rischio di frattura del paziente.
- Ultrasonografia ossea (QUS): fornisce parametri che sono indici indiretti di massa e
integrità strutturale dell’osso, misurati a livello del calcagno e delle falangi. Il suo utilizzo è
complementare alla densitometria ossea (DEXA);
- Rx colonna vertebrale: permette lo studio morfometrico delle vertebre. Tale esame, inutile
per porre diagnosi di osteoporosi, è fondamentale quando abbiamo il sospetto che il paziente possa
avere una frattura vertebrale. Il tratto della colonna vertebrale che deve essere valutato è
quello dorso lombo sacrale.
Riduzione di una delle altezze del
corpo vertebrale in percentuale
20-25%: frattura lieve
25-40%: frattura moderata
Superiore 40%: frattura severa
Come si previene l’ osteoporosi ?
La prevenzione è possibile e si effettua correggendo i fattori di rischio:
- Astensione dal fumo e dall’ alcool;
- Attività fisica continuativa, al fine di prevenire il rischio di cadute e fratture (camminare per
più di 30 min al giorno oppure attività fisica personalizzata, tesa al rinforzo muscolare e alla
rieducazione all’equilibrio e alla deambulazione);
- Adeguato apporto di calcio
Il fabbisogno di calcio quotidiano varia a seconda delle varie età della vita come si vede nella
tabella 1
Tabella 1 FABBISOGNO CALCIO mg/die
1-5 anni
6-10 anni
11-24 anni
25-50 anni
Gravidanza e allattamento
- Donne postmenopausa in trattamento
- Uomini di 50-65 anni
Donne postmenopausa senza trattamento
estrogenico - Uomini di età superiore ai 65
anni
800 mg/die
800-1200 mg/die
1200-1500 mg/die
1000 mg/die
1200-1500 mg/die
1000 mg/die
1500 mg/die
Contenuto medio di calcio in alcuni alimenti
Calcio (mg) per 100g di
alimento
ALIMENTO
Formaggi a lunga stagionatura
900-1100
Formaggi a media stagionatura
600-900
(grana, emmenthal)
(taleggio, fontina, provolone)
Formaggi freschi (ricotta, mozzarella,
robiola)
400-600
Pesce azzurro
350
Rucola o rughetta
300
Mandorle, noci, nocciole
250-300
Cavoli, rape, verze
250
Fagioli
250
Gamberetti
120
Latte e yogurth intero e magro
100-120
- Adeguato apporto di vitamina D (indispensabile all’ assorbimento del calcio)
La vitamina D è prodotta dal nostro organismo dopo sufficiente esposizione alla luce solare
(almeno mezz ora ogni giorno) ed è assunta in minor misura con gli alimenti.
Contenuto di Vitamina D negli alimenti
ALIMENTO
Ui di vitamina D per porzione
Olio di fegato di merluzzo, 1 cucchiaio
1360
Salmone grigliato,100 gr
360
Sgombro grigliato,100 gr
345
Sardine inscatola 50 g
250
Tonno in olio 85 g
200
Uova 1 (tuorlo)
20
Formaggio svizzero 30g
12
Qualora l’apporto di calcio e vitamina D sia insufficiente è necessaria una supplementazione
farmacologica. Le dosi di calcio vanno commisurate al grado di carenza alimentare ed in genere
oscillano tra i 500-1000 mg al giorno. È sempre utile una supplementazione con 800-1000 UI /die
di vitamina D
Un adeguato apporto di calcio e vitamina D rappresenta la premessa per qualsiasi trattamento
farmacologico specifico. La carenza di calcio e vitamina D è la causa più comune di mancata
risposta alla terapia farmacologica dell’osteoporosi.
QUALE ATTIVITA’ FISICA?
Nelle persone anziane la forza muscolare si riduce dal 2 al 4 % ogni anno, a partire dalla sesta
decade. Questo è dovuto alla riduzione sia della massa muscolare che delle dimensioni e del numero
di fibre e di cellule nervose nel midollo spinale.
Dopo gli 80 anni la riduzione della forza muscolare è inoltre associata ad un graduale aumento delle
limitazioni funzionali e della frequenza di cadute.
L'attività fisica, migliorando la forza muscolare, è efficace nella prevenzione dell'osteoporosi e
delle cadute.
Negli anziani un'attività fisica ad elevato impatto come la corsa o i salti è controindicata perché
può provocare dolore articolare, fratture da stress e danni della cartilagine articolare.
E’ consigliabile quindi praticare attività con basso o moderato impatto di carico come il cammino e
gli esercizi di resistenza (sollevare e abbassare un carico leggero per più ripetizioni). Le continue
contrazioni muscolari e le sollecitazioni dei tendini stimolano l’aumento della densità dell’osso.
Negli anziani anche un’attività moderata, come una passeggiata, viene attualmente considerata
valida nella prevenzione dell’osteoporosi e delle fratture. Camminare per più di 30 minuti al dì
svolge un’azione positiva aumentando la destrezza e riducendo il rischio di cadute.
E’ opportuno sottolineare che, con caratteristiche ed obiettivi diversi, l’attività fisica è
indispensabile in ogni età al fine di prevenire l’insorgenza dell’osteoporosi.
Attività fisica adattata alla età:
- Nei bambini ed in età giovanile, dove è necessario il raggiungimento del massimo picco di massa
ossea, è consigliabile un’attività sportiva regolare, preferibilmente in carico e con un impatto
importante (calcio, basket, atletica leggera, pallavolo…)
- Nella prima età post-menopausale e nelle donne in premenopausa si devono creare i
presupposti per un mantenimento o una minore riduzione possibile della massa ossea, incoraggiando
una regolare attività fisica, personalizzando la tipologia degli esercizi.
- Nelle persone anziane l'attività fisica ha come obiettivi la prevenzione delle cadute, il
miglioramento dell’agilità, dell’equilibrio e della coordinazione.
A volte l’anziano può trovare beneficio da attività collettive come la danza che, oltre a migliorare
la forza muscolare e la capacità aerobica, può svolgere un ruolo determinante nel migliorare
l’equilibrio e la coordinazione prevenendo le cadute, costituendo anche un’alternativa per quei
soggetti non adatti a praticare esercizi di rinforzo muscolare.
Terapia Farmacologica
A tutt’oggi sono in commercio numerosi farmaci in grado di arrestare l’evoluzione della malattia e
di ridurre, in particolare, il rischio di fratture vertebrali, non vertebrali e di femore.
Esula tuttavia dallo scopo di questo opuscolo la descrizione di tali farmaci e per essi si rimanda ad
un confronto con lo specialista di fiducia esperto in patologie osteometaboliche.
Conclusioni:
L’approccio moderno al paziente con osteoporosi, accanto alla valutazione dei valori densitometrici,
pone particolare attenzione alla valutazione dei fattori di rischio. Il peso di tali fattori, valutato
singolarmente e/o in associazione, può aumentare considerevolmente il rischio fratturativo a 10
anni e rendere giustificabile una terapia farmacologica prescindendo, in alcuni casi, dalla
valutazione densitometrica.
AUTORI
G. Borretta, Endocrinologo, Ospedale S. Croce e Carle, Cuneo
G. Beretta Anguissola, Endocrinologo, Campus Biomedico Roma
D. Bosco, Endocrinologo, Ospedale“S. Giovanni” Roma
R. Cesareo, Endocrinologo, Ospedale “S.M.Goretti” Latina
V. Fiore, Endocrinologo, Ospedale civile di Tivoli
G. Mancini, Endocrinologo, Ospedale civile di Palestrina
L. Mallardo, Endocrinologo, Ospedale “S. Pertini” Roma
S. Mariani, Endocrinologo, Ospedale “S.Spirito” Roma
G. Monti, Endocrinologo, Ospedale Sant’Andrea Roma
A. Palermo, Endocrinologo, Campus Biomedico Roma
G. Reda, Endocrinologo, Ospedale “S. Pertini” Roma
R. Tozzi, Fisiatra, Ospedale “S.M.Goretti” Latina
S Vottari, Endocrinologo, Ospedale Sant’Andrea Roma
M. Zini, Endocrinologo, Arcispedale Reggio Emilia
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Osteoporosi: opuscolo divulgativo - Endocrinologo