La revisione delle disponibilità
finanziarie
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Agenda
La gestione delle disponibilità finanziarie
Le disponibilità finanziarie
Disponibilità liquide
Strumenti d’indebitamento
Strumenti d’investimento
Strumenti derivati
Le procedure di revisione
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La revisione delle disponibilità finanziarie
La gestione delle disponibilità finanziarie
La gestione delle disponibilità finanziarie da parte della
funzione di Tesoreria è finalizzata alla minimizzazione dei costi
connessi al reperimento delle risorse finanziarie da investire
nelle attività ordinarie dell’azienda.
Tale attività dovrebbe inoltre consentire il costante
monitoraggio degli equilibri economico-finanziari aziendali e
permettere l’effettuazione tempestiva degli eventuali interventi
correttivi.
La gestione della Tesoreria, quindi, ha come oggetto la
massimizzazione dei profitti e/o la minimizzazione dei costi
connessi a poste di bilancio quali:
disponibilità liquide;
strumenti d’indebitamento;
strumenti d’investimento a breve e a lungo termine;
strumenti derivati.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
La gestione delle disponibilità finanziarie (segue)
I principi contabili nazionali di riferimento sono i seguenti:
OIC 14: Disponibilità liquide,
OIC 19: Debiti,
OIC 20: Titoli e partecipazioni,
OIC 3: Informativa sugli strumenti finanziari in nota integrativa.
Quanto ai principi contabili internazionali i documenti di
riferimento sono:
IAS 39: Financial instruments – Recognition and Measurement,
IAS 32: Financial instruments – Disclosures and Presentation,
IFRS 7: Financial instruments – Disclosures.
Nel seguito verrà data una breve descrizione del trattamento
contabile previsto dai principi contabili nazionali relativamente
alle poste in esame; verranno anche illustrate le principali
procedure di revisione applicabili.
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Disponibilità liquide
Strumenti d’indebitamento
Strumenti d’investimento
Strumenti derivati
Le procedure di revisione
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Disponibilità liquide
Le disponibilità liquide includono la cassa e i suoi
equivalenti rappresentati da investimenti a breve termine
estremamente liquidi e facilmente convertibili in un
ammontare predeterminato di disponibilità senza
significativi rischi di modifica nel loro valore. Esse
includono ad esempio:
depositi bancari e postali;
assegni, denaro e valori in cassa;
fondi liquidi vincolati.
La classificazione prevista in bilancio è nella voce
“Disponibilità liquide”.
La rilevazione in bilancio può essere effettuata solo per
fondi realmente esistenti.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Disponibilità liquide (segue)
I saldi dei conti correnti devono tenere conto di tutti gli assegni
emessi, dei bonifici disposti e degli incassi effettuati entro la
data di chiusura dell’esercizio, anche se le contabili bancarie
sono pervenute nell’esercizio successivo.
I saldi dei conti correnti attivi e passivi, ancorchè detenuti nei
confronti di una medesima controparte bancaria non possono
essere compensati. In bilancio, pertanto, deve essere data una
rappresentazione a “saldi aperti” della situazione finanziaria nei
confronti del sistema bancario.
I crediti verso banche, come gli altri crediti, devono essere
iscritti in bilancio e valutati al presumibile valore di realizzo, con
un esplicito rinvio ai principi contabili e ai postulati del bilancio
d’esercizio.
Tra le informazioni da fornire nella nota integrativa sono incluse
la natura dei fondi liquidi vincolati e durata del vincolo, nonchè
l’utilizzo di eventuali sistemi di cash pooling se rilevanti.
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Le disponibilità finanziarie
Disponibilità liquide
Strumenti d’indebitamento
Strumenti d’investimento
Strumenti derivati
Le procedure di revisione
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti d’indebitamento
Gli strumenti d’indebitamento cui l’impresa ha accesso,
nell’ambito della gestione delle funzioni di Tesoreria, sono
tipicamente rappresentati da finanziamenti a breve e medio
termine concessi dal sistema bancario. La forma tecnica assunta
da tali finanziamenti può essere la più diversa (ad esempio mutui
o aperture di conto corrente).
Tali poste, iscritte in bilancio nella voce “Debiti verso banche”,
sono iscritti e valutati al loro valore nominale.
Sono inclusi nella voce debiti verso banche, tra le esposizioni a
breve termine, anche gli scoperti di conto corrente. Come per i
saldi dell’attivo, devono essere inclusi tutti i movimenti
intervenuti entro la fine dell’esercizio anche qualora il
regolamento avvenga nell’esercizio successivo.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti d’indebitamento (segue)
La negoziazione di condizioni di tasso e durata in linea con le
necessità finanziarie derivanti dai piani di sviluppo attuali e/o
futuri dell’azienda è una delle funzioni più importanti della
Tesoreria.
Non solo il reperimento di mezzi finanziari, ma più ancora la
tempistica delle scadenze e dei connessi oneri finanziari
consentono di ridurre il peso complessivo della gestione
finanziaria sulla gestione ordinaria e conseguentemente sull’utile
d’esercizio.
Il raggiungimento della minimizzazione degli oneri finanziari
connessi ad uno strumento d’indebitamento può essere
raggiunto anche attraverso una gestione più “sofisticata” della
Tesoreria che comporta l’utilizzato anche di strumenti finanziari
derivati.
Di tale modalità di gestione si dirà più diffusamente nel seguito.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti d’indebitamento (segue)
Ciò che preme qui sottolineare è che la gestione integrata della
Tesoreria attraverso l’utilizzo di strumenti derivati, sottoscritti di
fatto con mere finalità di copertura, può diventare più onerosa di
una gestione tradizionale se non affrontata con adeguate
competenze tecniche e gestionali.
Uno degli aspetti fondamentali, infatti, valutato anche dagli
intermediari finanziari nella fase preliminare alla stipula
dell’operazione, è proprio l’esperienza in materia d’investimenti e
la competenza tecnica da parte del soggetto che intende
sottoscrivere il contratto.
Di tutto ciò si parlerà più diffusamente a proposito degli
strumenti finanziari derivati.
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Disponibilità liquide
Strumenti d’indebitamento
Strumenti d’investimento
Strumenti derivati
Le procedure di revisione
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti d’investimento
Gli strumenti d’investimento utilizzati con finalità di Tesoreria sono
tipicamente strumenti finanziari a breve e medio termine, utilizzabili
dall’azienda per l’investimento delle disponibilità liquide.
Si tratta tipicamente di:
titoli di debito (titoli di stato, obbligazioni corporate);
titoli di capitale;
strumenti d’impiego a breve termine (PCT - Pronti contro
Termine).
Tali strumenti vengono classificati in bilancio in base alle finalità
con cui sono stati acquisiti; nel caso della gestione di Tesoreria essi
sono iscritti nell’Attivo circolante.
Qualora la finalità perseguita dall’impresa fosse d’investimento
durevole/strategico, le medesime attività finanziarie sarebbero
classificate tra le Immobilizzazioni finanziarie.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti d’investimento (segue)
L’iscrizione iniziale di tali strumenti avviene al costo
d’acquisto, pari al corrispettivo pagato aumentato delle
componenti di costo direttamente attribuibili allo
strumento.
Successivamente, ad ogni data di bilancio o di valutazione
infra-annuale, le attività finanziarie vengono valutate al
minore tra costo e mercato.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti d’investimento (segue)
Per quanto riguarda la definizione di “valore di mercato”, il
recente recepimento della direttiva CEE sul “Fair value degli
strumenti finanziari” anche all’interno del nostro ordinamento ha
comportato una progressiva, anche se non ancora totale,
convergenza tra il set dei principi contabili nazionali e quelli
internazionali.
Infatti, i principi contabili nazionali – tipicamente caratterizzati da
una rappresentazione a “costo” delle attività e passività
aziendali – hanno parzialmente fatto proprio un concetto tipico
dei sistemi anglosassoni e americani, ovvero la
rappresentazione del patrimonio aziendale a valori correnti cioè
a valore di mercato.
Il fair value cui fa riferimento la direttiva CEE, nonché il principio
contabile nazionale OIC 3, infatti, attinge direttamente alle
definizioni date dai principi contabili internazionali.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti d’investimento (segue)
In particolare, lo IAS 39 definisce il fair value (nel seguito
anche FV) come il valore equo a cui due controparti libere e
indipendenti sono disposte a concludere una transazione.
Tale valore può essere rappresentato dalle quotazioni di
mercato, ma non necessariamente queste sono l’unica sua
misura disponibile.
Nella determinazione del FV degli strumenti finanziari, lo
IAS 39 fa riferimento a prezzi definiti su mercati cosiddetti
attivi, ovvero non necessariamente mercati regolamentati
con quotazioni ufficiali (ad esempio la Borsa italiana, il
NYSE, il NASDAQ, il FTSE solo per nominarne alcuni) ma
anche mercati “contribuiti”, in cui cioè il numero delle
transazioni, i volumi delle stesse nonché il numero di
operatori che partecipano agli scambi è tale da far ritenere
che il prezzo a cui le transazioni vengono effettuate sia tale
da essere rappresentativo del valore di mercato dell’attività
sottostante.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti d’investimento (segue)
Qualora non siano disponibili prezzi di mercato (ufficiali o
contribuiti) il valore di un’attività finanziaria può essere
stimato anche attraverso l’utilizzo di modelli di pricing che
ne determinano il FV sulla base dei flussi economici futuri
che la società sarà in grado di generare in termini di
dividendo distribuito agli azionisti (dividend discount
model) nel caso di titoli di capitale o in termini di flussi
reddituali futuri attesi (discount cash flow model) nel caso
di titoli di debito.
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Le disponibilità finanziarie
Disponibilità liquide
Strumenti d’indebitamento
Strumenti d’investimento
Strumenti derivati
Le procedure di revisione
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti derivati
Come detto in precedenza, una gestione attenta della
Tesoreria deve avere come obiettivo la minimizzazione dei
costi di reperimento delle risorse finanziarie di cui l’azienda
necessita.
Tale minimizzazione di costi può anche essere perseguita
attraverso il fixing del costo dell’indebitamento ad un livello
prefissato, che sia immune da andamenti di parametri di
mercato quale appunto i tassi d’interesse.
Tale obiettivo può essere perseguito attraverso l’utilizzo dei
cosiddetti strumenti finanziari derivati.
Uno strumento finanziario derivato è così definito in quanto
il suo valore (fair value) deriva da quello di un’attività
sottostante o è correlato all’andamento di nozionali
sottostanti legati a parametri di mercato (es. tassi, cambi) o
a indici (es. indici di borsa o indice dei prezzi).
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti derivati (segue)
Con riferimento a questa specifica categoria di strumenti
finanziari, il principio contabile OIC 3 fa esplicito rimando
allo IAS 39, mancando nel nostro ordinamento nonché nel
sistema dei principi contabili nazionali un principio
contabile specificatamente dedicato agli strumenti derivati.
Lo IAS 39, oltre a dare la definizione di “derivato”, identifica
le modalità con cui esso deve essere rilevato e valutato
nonché le finalità gestionali con cui può essere utilizzato.
Quanto a queste ultime, gli strumenti derivati possono
essere utilizzati dall’impresa con le finalità di copertura
(hedging) di cui si è detto in precedenza, nonché con
finalità speculative (trading).
Il trattamento contabile riservato a tali strumenti è
differente a seconda della finalità con cui l’impresa li ha
sottoscritti, come nel seguito illustrato.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti derivati (segue)
Gli strumenti tipicamente (e più diffusi) utilizzati dalla
Tesoreria con finalità di copertura sono gli IRS-Interest Rate
Swap, che consentono di trasformare il costo per
l’indebitamento (strumenti d’indebitamento tipicamente a
tasso variabile) in un costo fisso (tasso fisso), mediante lo
scambio di differenziali con la controparte Banca calcolati
come segue:
Tasso variabile * nozionale sottostante (cash in o gamba
receive);
Tasso fisso * nozionale sottostante (cash out o gamba pay).
Attraverso questo strumento la società si copre dal rischio
che un rialzo dei tassi d’interesse comporti un maggiore onere
degli strumenti d’indebitamento.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti derivati (segue)
In questo caso la contabilizzazione del derivato non richiede
l’appostazione di nessuna partita contabile in bilancio, ad
eccezione dei differenziali scambiati tra le parti, in quanto tali
operazioni sono considerate “operazioni fuori bilancio”. Esse
trovano indicazione solo tra gli “Impegni e rischi”.
Perché l’operatività in derivati possa essere considerata di
copertura è tuttavia necessario che l’azienda dimostri
l’esistenza di una relazione di copertura.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti derivati (segue)
Le modalità con cui tale relazione può essere dimostrata
sono disciplinate in maniera stringente dallo IAS 39 e in
maniera meno chiaramente definita nel corpo dei principi
contabili nazionali. In quest’ultimo caso è sufficiente
dimostrare l’esistenza di una correlazione tra le
caratteristiche della posta oggetto di copertura (es. mutuo)
e le caratteristiche della posta di copertura (es. IRS) alla
data di inizio della relazione e durante tutta la sua durata.
Infatti, nel caso in cui durante la vita dell’operazione tale
correlazione venga meno, la società dovrà riclassificare lo
strumento come derivato di negoziazione e procedere alla
sua contabilizzazione secondo le modalità che verranno
esposte nel seguito.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti derivati (segue)
Nel caso di strumenti derivati sottoscritti con finalità di
copertura, il principio contabile richiede tuttavia che
vengano fornite in nota integrativa e in relazione sulla
gestione una serie di informazioni di tipo qualitativo e
quantitativo, come nel seguito dettagliato.
È richiesto alla società di indicare in nota integrativa:
natura delle operazioni poste in essere (hedging o trading);
entità degli strumenti utilizzati;
fair value degli strumenti alla data di redazione del bilancio;
assunti su cui si basa la determinazione del fair value di tali
strumenti;
condizioni significative che possono modificare importo,
scadenza e flussi finanziari connessi.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti derivati (segue)
Quanto all’informativa da fornire in relazione sulla gestione,
agli Amministratori è richiesto di indicare:
gli obiettivi e le politiche della società in materia di gestione
del rischio finanziario, compresa la politica di copertura;
l’esposizione della società al rischio di prezzo, al rischio di
credito, al rischio di liquidità e al rischio di variazione dei
flussi finanziari.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti derivati (segue)
Si è detto in precedenza che oltre alla finalità di copertura, la
società può sottoscrivere un contratto derivato con finalità di
trading.
In questo caso, il criterio di contabilizzazione in bilancio è “al
minore tra costo e mercato”. Ciò comporta che tutti gli
strumenti derivati di trading che comportino variazioni di FV
negativo troveranno appostazione contabile in bilancio tra i
fondi rischi e oneri per il valore eccedente (al ribasso) il loro
costo.
Il FV negativo del derivato rappresenta infatti l’onere
potenziale che la società dovrebbe sostenere alla data di
valutazione per l’estinzione della passività legata allo
strumento derivato.
Il FV positivo di tali strumenti invece non trova alcuna
appostazione contabile in bilancio, essendo il generale criterio
di valutazione, appunto, il “minore tra costo e mercato”.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti derivati (segue)
Quanto alla determinazione del fair value di uno strumento
derivato, trattandosi per lo più di transazioni tra le parti,
non quotate su mercati regolamentati (con eccezioni legate
a strumenti derivati quali futures ad esempio), esso viene
determinato attraverso modelli di pricing che differiscono
in base alle caratteristiche e al grado di complessità dello
strumento.
In particolare, per quanto riguarda gli strumenti di tipo IRS,
nella loro versione cd. plain vanilla, il fair value viene
determinato come valore attuale netto dei flussi finanziari
futuri che verranno scambiati tra le parti (cash in e cash
out).
Nel caso lo strumento derivato abbia una struttura più
complessa, risultato della combinazione in un’unico
strumento di più componenti elementari di tipo plain, il
modello di pricing valuterà il fair value di ciascuna
componente elementare e per riaggregazione il fair value
della struttura.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Strumenti derivati (segue)
Vale la pena di ricordare che le strutture che i derivati
possono assumere possono essere anche molto
complesse, difficili da valutare nell’efficacia quali strumenti
di copertura nonché negli impatti potenziali che le correlate
variazioni di fair value possono avere sul business
aziendale.
Le funzioni aziendali devono pertanto essere competenti e
tale competenza, come detto in precedenza, deve anche
essere accertata dalla controparte bancaria in via
preliminare alla stipula dell’operazione.
La complessità degli strumenti in questione nonché
probabilmente la loro scarsa conoscenza da parte degli
“addetti ai lavori” sono alla base dei fenomeni di
“reclamo/contenzioso” a cui si assiste oggi nel sistema
bancario.
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Le disponibilità finanziarie
Disponibilità liquide
Strumenti d’indebitamento
Strumenti d’investimento
Strumenti derivati
Le procedure di revisione
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione
Alcuni dei principi di revisione applicabili alla revisione
delle disponibilità finanziarie sono:
PR 230, relativamente alla documentazione dell’attività di
revisione;
PR 320, relativamente alla definizione delle soglie di
materialità;
PR 500 e PR 501, relativamente agli elementi probativi della
revisione, tra cui la richiesta di conferme a terzi;
PR 530, relativamente alla dimensione del campione per le
verifiche di dettaglio.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione (segue)
I principali obiettivi della revisione contabile delle poste che
costituiscono le disponibilità finanziarie sono:
accertamento dell’esistenza (E);
accertamento della libera disponibilità (O);
accertamento della completezza (C);
competenza delle operazioni (A);
corretta esposizione in bilancio (P);
corretta valutazione (V);
uniformità dei principi contabili rispetto all’esercizio
precedente.
La corretta valutazione deve essere intesa sia come
correttezza del prezzo utilizzato sia come corretta e
completa valutazione delle passività potenziali connesse a
tali poste (ad esempio FV negativo dei derivati di
negoziazione).
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione (segue)
Le principali procedure di revisione possono essere
distinte e riepilogate per le varie voci di bilancio che
costituiscono le disponibilità finanziarie come di seguito
riportato.
Cassa e disponibilità liquide:
conteggio fisico delle giacenze di cassa;
richiesta di informazioni scritte alle banche (conferme o altre
informazioni);
analisi dei prospetti di riconciliazione predisposti dalla società
nel caso di stati di non concordanza;
verifica della corretta registrazione in contabilità (cut-off
finanziario) delle operazioni patrimoniali e delle competenze
economiche.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione (segue)
Quanto alla richiesta di informazioni scritte alle banche (c.d.
circolarizzazione), la procedura di revisione si sostanzia
nell’invio di una lettera alla banca controparte in cui viene
richiesta l’indicazione dettagliata di tutti i rapporti in essere
alla data di circolarizzazione con i relativi saldi. Sono
pertanto inclusi tutti i conti correnti attivi e passivi, i
finanziamenti, gli strumenti derivati e le eventuali garanzie
prestate e ricevute.
La risposta da parte della banca perviene con il modulo
ABI.
Gli stati di non concordanza sono prevalentemente legati al
differente criterio temporale di contabilizzazione delle
operazioni tra banca (data valuta) e impresa (data
operazione).
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione (segue)
Strumenti d’indebitamento:
richiesta di informazioni scritte alle banche (conferme o altre
informazioni);
analisi dei prospetti di riconciliazione predisposti dalla società
nel caso di stati di non concordanza;
verifica della corretta registrazione in contabilità (cut-off
finanziario) delle operazioni patrimoniali e delle competenze
economiche.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione (segue)
Strumenti d’investimento:
richiesta di informazioni scritte alle banche (conferme circa
l’esistenza fisica dei titoli in deposito o altre informazioni di
natura qualitativa);
verifica della corretta registrazione in contabilità (cut-off
finanziario) delle operazioni patrimoniali e delle competenze
economiche correlate;
analisi di ragionevolezza circa i metodi di valutazione
utilizzati e verifiche di dettaglio circa la correttezza della
valutazione;
analisi circa l’assenza di perdite durevoli di valore non
adeguatamente riflesse in bilancio.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione (segue)
Le verifiche circa la correttezza/ragionevolezza delle
valutazioni possono essere svolte tramite:
verifiche di corrispondenza dei prezzi utilizzati con i prezzi
ufficiali, nel caso in cui si tratti di prezzi di mercato;
analisi di ragionevolezza delle assumption sottostanti i
modelli di pricing;
riperformance delle valutazioni nel caso in cui vangano
utilizzati modelli di pricing.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione (segue)
Strumenti derivati:
richiesta di informazioni scritte alle banche (conferme circa
l’esistenza/completezza dello strumento e indicazione del
relativo fair value);
verifica della corretta registrazione in contabilità (cut off
finanziario) delle competenze economiche correlate;
analisi di ragionevolezza delle assumption sottostanti i
modelli di pricing;
analisi di ragionevolezza circa le politiche di gestione dei
rischi adottati dalla società;
verifica circa l’esistenza di una relazione di copertura per gli
strumenti identificati come di hedging e analisi della
documentazione a supporto di tal strategia.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione (segue)
Quanto alla richiesta di informazioni scritte alle banche, vale
quanto detto a proposito delle disponibilità liquide.
Quanto alle verifiche circa la valutazione di tali strumenti, vale
quanto detto a proposito degli strumenti d’investimento.
Relativamente alle verifiche sull’esistenza della relazione di
copertura, la prassi più diffusa consiste nel verificare – come
detto in precedenza – l’esistenza di una correlazione tra le
caratteristiche della posta coperta e quella dello strumento di
copertura.
In particolare verrà verificata la coincidenza di:
data stipula;
data scadenza;
nozionale di riferimento;
parametri di riferimento (tasso).
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione (segue)
Lo IAS 39, come detto in precedenza, indica modalità più
stringenti per la verifica dell’esistenza di una relazione di
copertura. In particolare, la società deve essere in grado di
produrre adeguata e formalizzata documentazione a
supporto.
Lo IAS 39 richiede inoltre di verificare l’efficacia (oltre
all’esistenza) della relazioni di copertura, in via prospettica
(vale a dire alla inception date) e in via retrospettiva (ovvero
ad ogni data di valutazione per il periodo di tempo
intercorso dalla inception date).
Tale efficacia viene misurata in termini di variazioni di FV
degli strumenti di copertura e coperti, che devono
permanere entro livelli quantitativi predeterminati (80%125%).
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione (segue)
La richiesta di informazioni scritte alle banche è una
procedura di revisione obbligatoria prevista dai principi di
revisione e deve essere indirizzata a tutti gli istituti di
credito con cui la società intrattiene o ha intrattenuto
rapporti nel corso dell’esercizio.
Un approccio diverso è previsto nel caso in cui si tratti di
revisione di intermediari finanziari laddove, in
considerazione delle caratteristiche differenti del business,
il principio di revisione 1006 prevede che la
circolarizzazione delle banche possa essere fatta per un
campione di controparti.
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La revisione delle disponibilità finanziarie
Le procedure di revisione (segue)
La modalità di svolgimento di tale procedura richiede che la
lettera di conferma venga predisposta dalla società ma che
l’invio della stessa avvenga da parte della società di
revisione/revisore.
In termini di documentazione delle procedure di revisione
svolte, le risposte a tali lettere devono pervenire in originale
(sono esclusi fax o altri supporti cartacei).
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“Disponibilità liquide”. - Università degli Studi di Verona