Strumenti e metodologie utili per
sviluppare consapevolezza
professionale
Marco Alaimo, Francesco Branchetti,
Daniela Gavazzi
criticità
diagnosi
terapia
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Criticita’ nella comunicazione/relazione
Come ricorda uno studioso americano, Alan Christensen:
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Le parole poi possono diventare un
formidabile strumento di potere…
Non capire quello che l’altro ci sta
dicendo..senza avere lo spazio per chiedere
spiegazioni..
Scelta consapevolespecialmente se le
decisioni riguardano la nostra salute
e il nostro futuro
Chi si trova in un ospedale è tenuto a seguire tempi che non sono
i suoi ma che si strutturano in base alle esigenze dell'istituzione..
La percezione di disinteresse verso le difficoltà altrui ..sopratutto da parte di
chi è proposto e garante dell’Assistenza..nei momenti di fragilità..
COMUNICAZIONE che non tiene conto del contesto in cui avviene e dei
bisogni delle persone che in essa sono coinvolte
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..quanto può essere doloroso essere trattati come
oggetti non senzienti, di fronte ai quali si può dire
qualsiasi cosa senza preoccuparsi di loro, e quanto
invece può sollevare l'animo e aiutare a guarire sentire
che le persone che ci stanno curando rispettano, per
quanto possibile, i nostri tempi , i nostri spazi e le
parole, che dovrebbero sempre essere trattate con
attenzione e pensate come un bene comune…
Le caratteristiche della comunicazione (che possiamo
definire diseguale) sono legate alla “sproporzione di
potere” che si determina tra i comunicanti in un
determinato contesto.
Es: Medico-Infermiere VS Paziente
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Molti malati quindi vivono questa situazione di forte Svantaggio..infatti
oltre a stare male, oltre a non essere nel suo ambiente, oltre a subire
alcune perdite personali( parliamo di perdita di identità)
Oltre tutto questo…c’è altro ancora..
Alcune riflessioni di esperienze ospedaliere:
Il non poter dire e fare ciò che ci pare;
Il vivere la situazione tipica: “ tu hai il camice/divisa.. A me hanno
tolto tutto sono in pigiama!
Io non conosco gli spazi..io sto male… sono debole…sono spaventato
e confuso
Tu mi guardi dal fondo del letto dall’alto verso il basso, io ti guardo
dal basso verso l’alto…
Anche se non ci pensiamo spesso esiste questa Disuguaglianza;
dobbiamo interrogare tutti sul concetto di Potere.. .. .. .. ..
quindi ci
Ricordiamo che: .. il malato è la nostra ragione d’essere.. Il nostro
“pane quotidiano” quindi come lo trattiamo.. come ci approcciamo a Lui..
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Dobbiamo fare riflessioni sulla comunicazione che
vanno al di là del contesto sanitario e riportano in primo
piano termini come:
Ascolto e Rispetto
Elementi relazionali tanto spesso citati quanto
scarsamente praticati e dimenticati
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“Non si può non comunicare…”
Ogni nostro Atto-comportamento o non- comportamento è una comunicazione
•Come professionisti siamo “Strumenti di Relazione”..Aspecifici e Specifici
•Strumenti di Relazione che possono andare in crisi, soprattutto quanto vi
è un conflitto
Il conflitto nasce da un contrasto tra “bisogni”
✓Bisogni dell’utente: di riconoscimento, sicurezza, fisici e psichici,
comunicativi etc etc
✓Bisogni del professionista: lavorativi e personali, di carriera etc..
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Questi bisogni sono all’interno di una Relazione inevitabile..anche con persone “non gradite”
Con questo tipo di relazione/comunicazione spesso noi ci scontriamo.
Se i conflitti non vengono risolti = nascono Criticità
Le comunicazioni si fanno difficili e generano stress,conflittualità e
frustrazione che come sappiamo e numerosi studi confermano, portano al
burn out lavorativo con tragiche conseguenze in diversi settori
Distaccata e formale
Relazione
di servizio


Non empatica non comunicativa

Una difesa personale all’interno della relazione
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Alcune parole chiave sulla Criticità :
•“Contro la mia volontà”….spesso le persone si sentono sopraffatte e private
della libertà
•Le parole dell’altro, le richieste, non sono ascoltate ne percepite ma
semplicemente By-passate per una specie di “Ruolo” che pensiamo di avere e
quindi autorizzati a fare “Oltre” le richieste altrui
•Discontinuità comunicativa: GAP tra i vari canali di comunicazione, questo può
portare alla “non rintracciabilità dell’evento” critico
•Instaurarsi di Maschere difensive che non fanno verità..in ambito lavorativo, in
ambito personale e relazionale
•Meccanismi di Difesa: - auto difensività ovvero trovare delle “non colpe” su
alcuni atteggiamenti palesi
Dinamiche Disfunzionali Intragruppo
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Perché un gruppo sia Funzionale è necessario che venga rispettato l’equilibrio
che consente, sia all’individuo che al gruppo, di svilupparsi ed evolvere
Una dinamica disfunzionale è quella dell’intolleranza, verso tutti coloro che non sono come noi,
che non si riconoscono nei nostri valori o nei nostri gruppi, quelli che la pensano diversamente
rispetto a come la pensiamo noi… questo succede spesso intra gruppo ed una dinamica
disfunzionale è sempre violenta.

Le dinamiche
disfunzionali
non curate
si ripercuotono anche
sulla relazione con gli
altri
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Concludendo.. .. .. .. .. ..
Dal profilo dell’Infermiere: decreto 14 sett 94, n.739
L’assistenza Infermieristica preventiva,curativa, palliativa e riabilitativa
è di natura tecnica, RELAZIONALE,educativa… Ecco da dove
dobbiamo ripartire.. dall’inizio!!
Solo alcune parole
estrapolate dal patto
infermiere/cittadino:
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“Se sapremo ascoltare e continuare ad interrogarci
sugli eventi critici della nostra comunicazione allora
possiamo ben sperare per il futuro di questa nostra
professione tanto necessaria quanto indispensabile
per il contesto sanitario e per tutta la popolazione”
Grazie della vostra attenzione…Marco
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Marco Alaimo