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15 gennaio 2016
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SARDARA:
DESTINAZIONE TURISTICA
Segnali di ripresa a Sardara sul fronte del movimento turistico. Il 2015 si è chiuso con oltre 35.000 presenze turistiche
(le statistiche ufficiali saranno rese pubbliche a gennaio). Per
il 2016 sono previsti oltre 45.000 pernottamenti grazie all’apertura annuale delle terme comunali. Un’economia che
cresce, produce reddito ed occupazione senza nessun incentivo pubblico. Per quanto riguarda le terme comunali arrivano i primi risultati. A tre mesi dalla riapertura (10 settembre
2015, dopo 6 anni di chiusura) si contano 4.000 presenze
turistiche. Quest’anno puntiamo a superare le 15.000 presenze. Sono stati assunti 25 nuovi addetti, di cui 18 sono sardaresi. Sono stati effettuati investimenti per quasi 500.000 euro
di cui il 50% spesi con imprese ed attività di Sardara.
Il progetto Terme di Sardara con i suoi 300 posti letto sarà
presentato al prossimo Thermalia quale “case history” del
2015. Il Comune, dal canto suo, incassa 120.000 euro l’anno
e non sostiene più nessun costo di manutenzione. Continuano inoltre i lavori di completamento nel compendio termale.
Sono terminati i lavori di recupero de Sa Domu Arrubia che
verrà adibita a punto di accoglienza turistica (infopoint) e
fungerà anche da vetrina per le produzioni agroalimentari ed
artigianali del territorio.
Il lavatoio comunale diventa il fulcro di un percorso denominato “itinerario della cultura e del benessere”. L’amministrazione comunale punta così a coniugare il soggiorno termale
con i giacimenti culturali presenti nel territorio. Per superare
il gap dell’accessibilità linguistica ci stiamo dotando di un
particolare dispositivo elettronico, l’Easy personal Guide
(Epg), una sorta di tablet con un avatar animato plurilingue e
personalizzato che farà da guida virtuale attraverso lo schermo dell’Epg durante il soggiorno a Sardara, parlando la lingua madre dell’utente. L’Easy personal guide digitalizza i contenuti degli attrattori culturali (museo Villa Abbas e area archeologica di Sant’Anastasia, chiesa di San Gregorio, parrocchiale Beata Vergine Assunta) usando una particolare tecnologia brevettata che consente all’utente di muoversi da solo,
con immagini orientate che seguono la posizione dell’utente
e, su richiesta, esplorabili anche attraverso la realtà aumentata.
Per realizzare una promozione unitaria dell’offerta territoriale è in fase di realizzazione un portale turistico multilingua,
con annesso un sistema di gestione dei contenuti (DRM), per
l’inserimento, la modifica e la cancellazione di pagine, testi,
immagini. Il portale verrà accompagnato da un sistema integrato per la geolocalizzazione dell’offerta turistico culturale
di Sardara. Il portale turistico dovrà occuparsi della promozione degli itinerari tematici che valorizzano il patrimonio
culturale, paesaggistico e ambientale del comune di Sardara,
con una sezione dedicata al business per promuovere gli ope-
Guspini: una guida
alla scoperta delle
associazioni sportive
Per favorire la pratica sportiva, l’assessorato allo sport di
Guspini intende muovere iniziative di collaborazione e informazione sulle attività svolte in paese durante l’anno, tra
cui campionati, tornei e manifestazioni. «L’obiettivo – spiega l’assessore Giovanni Antonio Lampis – è quello di costruire una guida all’offerta sportiva di Guspini, uno strumento di agile consultazione, destinato innanzitutto ai giovanissimi e alle loro famiglie, utile ad informare i cittadini
sulle moltissime opportunità offerte dal paese per chi ama e
vuole praticare lo sport, o per chi più semplicemente si accontenta di guardarlo dagli spalti».
L’assessore Lampis ha già chiesto a dirigenti, atleti e alle
famiglie guspinesi di compilare una scheda di presentazione
personalizzata per catalogare le attività sportive praticate in
paese e predisporre una pagina dedicata da inserire nella sezione Sport del sito istituzionale del Comune.
Marisa Putzolu
ratori economici aderenti al progetto “Sardara Comunità Ospitale” con fotografie, virtual Tour e informazioni dettagliate.
Il sistema integrato per la geolocalizzazione dell’offerta turistico culturale di Sardara permetterà l’inserimento di ogni
attività commerciale nelle mappe utilizzate nei più importanti navigatori satellitari, come Google Maps, Apple Maps,
TomTom.
L’applicazione (APP) “Sardara B2C” supporterà il visitatore
nel trovare le attrattive turistico culturali e le varie attività
commerciali. Con queste ultime sarà possibile tramite l’app
instaurare un dialogo virtuale con i singoli esercenti. L’app
sarà scaricabile gratuitamente e quindi a disposizione di turisti, cittadini e appassionati.
Cerchiamo di mettere assieme la dotazione di capitale territoriale e l’innovazione tecnologica. Ci sembra la scelta vincente nella sfida di far diventare Sardara una destinazione
turistica per tutti i mesi dell’anno.
Peppe Garau
sindaco di Sardara
TERESA PANI
LETTERE
GONNOSFANADIGA: A SCUOLA
C’È QUALCUNO CHE ASCOLTA
In riferimento alla lettera pubblicata sulla Gazzetta del Medio Campidano del 01/01/2016 n.1.
Gentili mamme,
non vi permetto di insinuare, neppure capziosamente, che nelle
ultime elezioni del Consiglio di Istituto, io sia intervenuta
con l’intento di pilotare la nomina del presidente eletto.
Per meglio informarvi sulla disciplina in materia, vi chiarisco che il Regolamento degli Organi Collegiali della scuola: Decreto Legislativo 297/94 ai sensi dell’art. 8 prevede
che il Presidente del Consiglio di Istituto venga eletto dai
componenti del Consiglio stesso, a scrutinio segreto, con
maggioranza assoluta o relativa.
Infine, seppur a titolo informativo, mi sento di dovervi comunicare di aver sporto querela a tutela della mia onorabilità
e reputazione, affinché simili episodi non debbano ripetersi.
Il Dirigente Scolastico
Romina Di Nardi
DEVE RICANDIDARSI
Mi chiamo Roberto Melis e in qualità di membro del direttivo del Pd di Villacidro esprimo la mia contrarietà alla decisione dell’attuale sindaco Teresa Pani di non ricandidarsi. Così
come avviene in altri comuni, infatti, il primo cittadino avrebbe la possibilità di ricandidarsi una seconda volta e portare
così a compimento tanti progetti già cominciati. Ritengo che
in questi 5 anni Teresa Pani sia riuscita a dare importanti impulsi per la ripresa economica in tempi davvero difficili. Con
una buona squadra di governo è riuscita a salvare servizi e
fare interventi da tempo attesi dalla popolazione con un atteggiamento sempre costruttivo anche verso la minoranza.
Ritengo che, in vista di tempi altrettanto duri che ci attendono, il paese abbia bisogno di poter contare su una figura competente e preparata. In questo momento occorre proprio far
leva su grandi esperienze in campo amministrativo per riuscire a superare ostacoli sempre più alti che si frappongono
all’ottenimento di risultati. Mi auguro pertanto che il sindaco
tenga conto dell’opinione di molti suoi concittadini che hanno riposto e ancora ripongono fiducia nel suo operato, di tante associazioni,e del pieno sostegno di tante persone appartenenti alla sua area politica che ugualmente sono convinte delle
sue grandi capacità e potenzialità di poter far bene il suo lavoro.
Confidiamo quindi in un ripensamento per il bene della comunità. Ci auguriamo che accetti questa nuova sfida per il
suo paese e per la gente che 5 anni fa l’ha votata ed è pronta
a farlo di nuovo.
Roberto Melis
www.lagazzetta.eu
D ov e e qu a n d o d on a r e
dalle ore 8.00
alle 12.00
Arbus Piazza Mercato............................................................sabato 6 febbraio
Furtei
Piazza Municipio........................................................sabato 23 gennaio
Gonnosfanadiga Via Mameli 1.....................................domenica 31 gennaio
Guspini Via Don Minzoni 107...............................................sabato 16 gennaio
Sanluri Piazza San Pietro................................................domenica 24 gennaio
San Gavino Ospedale .......................................... martedì - giovedì - sabato
Serramanna Poliambulatorio C.so Europa..................domenica 14 febbraio
Serrenti Via A. Gramsci...................................................domenica 17 gennaio
Villacidro Via Guido Rossa ..................................................sabato 6 febbraio
Villamar Via Roma 207..........................................................sabato 9 gennaio
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15 gennaio 2016
Peste e corna
di Edmunduburdu
FACCIAMO ANCORA FINTA
N
on piove, governo ladro! Anzi no, non piove qui da
noi, salvo le avare sciacquatine di questo gennaio, ma
da qualche altra parte diluvia, e l’acqua allaga e trascina
a valle quello che incontra. Ci dicono che tutto dipende
dal riscaldamento globale e che quanto non investiamo
per controllarlo lo spendiamo per mantenerci in salute,
quando ci riusciamo o, se non ci riusciamo, in sedativi e
funerali. Ma siamo gente pratica, diamine, e non siamo
disposti a credere che il mondo stia andando in malora.
Però se... se quelli che si sono ritrovati a Parigi avessero
ragione e se fosse vero che in Italia ogni anno muoiono a
causa dell’inquinamento un’ottantina di migliaia di persone, o forse, dipende dai gusti e dai punti vista, solo
ottomila? Non sarebbe un grave danno, perché in un modo
o nell’altro si deve pur schiattare, ma... ma come si fa a
ridurre le emissioni di quelle microparticelle, polveri
sottili o PM10 che ci intasano polmoni e cervello senza
rinunciare alla comodità dell’uso delle auto, al benessere delle case riscaldate o all’aereo per andare qualche
giorno in vacanza? La colpa non è forse del sole e dei
suoi cicli periodici, dei vulcani, degli incendi che si sviluppano spontanei, di...? È sempre stato così e da che
mondo è mondo niente è cambiato. Il dubbio è che chi
crea questi allarmi abbia interessi nascosti. E noi, creduloni come sempre, gli diamo pure retta. Però ci sono stati
molti sindaci che hanno deciso di bloccare, in parte o del
tutto (salvo poi revocare il divieto perché in 24 ore niente è cambiato di quanto si è accumulato in settimane o
mesi) il traffico degli autoveicoli nelle loro città. E anche da noi sardi, che ci vantiamo di convivere con scirocco e tramontana, non si è scherzato: Cagliari, il Campidano e altre zone della nostra isola sono state avvolte
da nebbie, fumi e veleni. Ci ammaleremo, forse, o ne moriremo, e costeremo di più alla Sanità e di meno all’Inps,
che elargirà meno pensioni.
Però vedere strade semideserte, non intasate da auto in
coda ai semafori o parcheggiate ovunque, e bici e monopattini che si muovono tranquilli, e pargoli che passeggiano tenendosi per mano ai loro genitori, e altri che si
rincorrono in spazi ora più liberi, fa piacere. E poi ci sono
IL COMMENTO
le persone più prudenti, magari sofferenti di tosse e altri
mali, che avanzano calme filtrando l’aria attraverso le
loro mascherine, e noi scettici che ci chiediamo quante
PM10 quelle riescano a bloccare o a far ingurgitare, perché, insomma, secondo noi ci vorrebbe la bombola di
ossigeno sulle spalle. Intanto le feste sono passate, il
nuovo anno avanza lentamente e i previsori del tempo
annunciano che l’inverno è arrivato e che le piogge risveglieranno qualche fiume rimasto a secco e riempiranno laghi e invasi dai quali attingere l’acqua necessaria a
paesi, città e campagne. Il cambiamento climatico ha pure
ingannato qualche albero da frutto, che, sprovvisto di un
adeguato calendario, è fiorito a vuoto, anzitempo, e non
sarà in grado di rifiorire ancora a marzo o aprile, all’arrivo della primavera.
Abbiamo sbagliato da quando abbiamo cominciato a considerare la terra un oggetto da sfruttare, anziché una madre che ci ospita, a non curarci degli equilibri che la rendono in grado di accogliere le diverse forme di vita e a
pretendere che essa sia sempre disponibile a rispondere
alle nostre esigenze. I nostri egoismi ci rendono avidi e
ciechi, pronti a chiedere sempre di più e a non restituire
niente in cambio e perciò è scontata una reazione che, se
non riporta agli equilibri iniziali, crea situazioni che ci
costringono a cercare una qualche spiegazione per tentare
di comprendere i fatti. E quando li comprendiamo facciamo ancora finta che si risolvano da soli, ignorandone le
cause che dipendono da noi, oppure troviamo soluzioni e
leggi che pretendono, inutilmente, di risolvere o di ovviare ai problemi e alle disgrazie momentanee, ma per nostra scelta rifiutiamo di guardare al futuro perché pensiamo esclusivamente alle convenienze del presente: una politica di comodo, incapace e imbecille, purtroppo seguita
da tutti. E quando qualcuno indica i nostri mali e i danni
che facciamo ce ne sono sempre altri che criticano, si oppongono o affermano che le soluzioni proposte sono impraticabili. In pochi si chiedono perché continuiamo a seguire uno sviluppo sbagliato e quali potrebbero essere i
rimedi, e in pochi li ascoltano. Il futuro? Noi tutti viviamo il presente e del futuro non ce ne frega niente.
di Rinaldo Ruggeri
CHI DI TRUFFA COLPISCE
DI CARCERE PERISCE
S
embrerà strano ma a volte abbiamo atteggiamenti schizofrenici di fronte a realtà semplici e lineari. Dissociamo forme e comportamenti simili. Lo facciamo, spesso, quando discorriamo di banche e delle sue funzioni.
Difficilmente paragoniamo l’attività bancaria a quella di
un qualsiasi esercizio commerciale. In fondo, tutto è
scambio di merci. Chi compra e chi vende beni e servizi.
Chi compra e vende, come fanno le banche, soldi. Il denaro è una merce speciale, ma sempre merce è. Lo scambio di qualsiasi merce è regolato da leggi e il commercio
di denaro non fa eccezione a questa regola. Chi vende
merce avariata o taroccata viola la legge e pertanto è passibile di sanzione, secondo le disposizioni esistenti.
È palese, a tutti, che chi vende carni o pesci avariati, o
un frigo guasto, o un mobile tarlato, commette una truffa. Chi bidona un acquirente non è un bravo commerciante, né un furbo, come vorrebbe il pensiero popolare
corrente, ma, più semplicemente, un disonesto. Se questo discorso non fa una piega, rivolto a qualsiasi genere
di commercio, non si capisce perché non sia valido per le
banche. Al pari, però, del venditore lestofante che ti fa il
bidone anche il banchiere, che ti vende titoli di credito
avariati, è un truffatore.
Esiste per gli istituti di credito una sorta di extraterritorialità, di impunità morale, forse dovuta al potere dei soldi. Il
popolo, spesso, è clemente con i potenti e con i “furbi”. Per
questo le leggi in materia di truffa sono molto comprensive
e tolleranti, molto, molto distanti da quelle americane e tedesche. Nazioni dove chi froda va in carcere per tanti, tantissimi anni. Un’altra consuetudine, che sta diventando inammissibile, è la privatizzazione dei guadagni e la socializzazione delle perdite. Il rapporto tra banche e la sua clientela
è un rapporto tra privati e se uno ha subìto una truffa deve
essere il tribunale a sanzionare il truffatore. Non si capisce
perché lo Stato, la fiscalità generale, cioè coloro che pagano le tasse, devono far fronte alle perdite. Forse i clienti
turlupinati hanno versato allo Stato i dividendi? Secondo
logica banale i clienti truffati devono essere risarciti dalle
banche e i banchieri finire in carcere.
Siamo in Italia, come dice Crozza: “Nel paese delle meraviglie”, e tutto ciò che appare scontato è anomalo. Si cercano fughe per la tangente su presunti e non dimostrati conflitti di interesse, su colpe dei padri che devono pagare i
figli. Certa politica, invece di fare voli pindarici, legiferi
sulla truffa, si allinei alle leggi degli stati che colpiscono
con rigore questo tipo reati.
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“BICI NURÀGICA”
LA POESÍA VIAGGIA
IN BICICLETTA
di Efisio Cadoni
In Sardegna, la poesía, anche quest’anno, ha ripreso a
pedalare nelle varie direzioni isolane, da nord a sud, da
oriente a occidente, dal mare alla montagna e viceversa,
secondo le scelte del manubrio-guida di Ugo Magnanti,
ideatore del viaggio ciclístico-culturale Bici nuràgica, con
al suo séguito artisti diversi, fra i quali, appena ieri, con
lui, poeta e vulcànico organizzatore di Anzio, ho incontrato ancora una volta Dona Amati, Claudia Tifi e Numa
Echos. Queste nòbili e belle artiste, chi nel canto, chi nella invenzione anche occasionale di logogrifi, versi inversi, acròstici, chi nella recitazione, sono tre brave poetesse
ognuna delle quali, per modestia, preferisce esser chiamata “poeta”, pur essendo genuinamente chiara l’originale
qualità distintiva di ciascuna nella peculiare intuizione ed
espressione che dà assicurazione e rilievo al loro esser profondamente poetesse.
Tanti già sono stati i centri d’incontro, da Olbia a Arzachena, Sant’Antonio di Gallura, Aggius, La Corte, Nughedu San Nicolò, Padria, Ollastra (in ognuno dei quali si sono
trattenuti solo il tempo di diffonder poesía, per ripartire il
mattino dopo, sulle due ruote, nel successivo programmato), fino ai piú recenti ai quali sono stato invitato: Ales e
Ortacesus. Ad Ales, sostituente fin dal 1182 la sede vescovile di Usellus, nella piazza sotto la sopraelevata Cattedrale di San Pietro e San Pàolo, òpera dello Spotorno, visitata sotto la guida di don Petronio Floris, pàrroco e direttore del quindicinale della Diòcesi, “Nuovo Cammino”,
abbiamo letto versi insieme con Cristiano Dotto e Maurizio Tancredi e abbiamo sentito gli aleresi “Tenores di
Monte Arci”. Una cena collettiva offerta dalla Pro Loco
ne ha anticipato il vigore. Dopo Ales, il viaggio dei ciclopoeti è proseguito a Seúlo, Gergei, Sèlegas.
Mi sono ripresentato a Ortacesus. Questo paese lindo e
ordinatíssimo, il cui antico nome, Orzochesos, come ci suggerisce il vicesíndaco Edoardo Di Martino che ci accompagna con l’assessora Ileana Lecca, si legherebbe al nome
del giúdice
di Càgliari
Orzoco (personalmente
ritengo possa significare “paese
dove l’aurora avvampa”,
per
l’impressione che dà il
sole nell’effóndere al
cielo le sue fiamme, se vi si giunga dopo l’alba), ci òspita
nel Museo del grano, in un opportuno spazio all’interno
di un ampio cortile del casale dell’antica famiglia Serra,
stòrico specchio della vita della gente della Trexenta. Vi
ho incontrato, con gli altri, il ciclolettore Andrea Olla, che
è il nodo sardo d’allaccio con il gruppo di Ugo Magnanti,
e ho conosciuto la poetessa romana Laura Cingolani e i
poeti cantatori campidanesi Dante Erríu e Teresina Secci
di Silíus. Dopo la cena offerta dagli amministratori ortacesini, in una delle sale dell’edificio comunale della Piscina púbblica, altro raro gioiello del moderníssimo millenario paese, ci siamo salutati con l’augurio di poterci
incontrare anche il pròssimo anno.
Purtroppo la cultura sembra non interessare i quotidiani
regionali, i fogli provinciali o locali, i settimanali, i quindicinali, le riviste della Sardegna! E l’evento, che nelle edizioni precedenti ha raccolto insieme anche Daniele Contardo, con rivèrgola e armòniche a màntice e ad ance, come
un músico trobadòrico e stornellator cortese, la giornalista
Sonia Topazio, l’artista Mònica Osnato, la regista María
Felix Korporal con i suoi stupefacenti giuochi d’immàgini
e luci, e ha avuto tra gli ospiti sardi piú importanti anche il
poeta tempiese Franco Fresi, si ripete, splendidamente rinnovàndosi, dal 2011 in Sardegna, nostra terra accogliente
che il gruppo degli artisti ciclisti sembra predilígere, dopo
le tante esperienze in diverse altre regioni italiane, non ottiene la dovuta attenzione della stampa sarda.
Grazie di cuore, dunque, agli alacríssimi internettisti che
séguono con sollecitúdine ogni giro di ruota della poesía
itinerante e a tutti i giornali che vorranno scrívere di questo originale viaggio culturale in terra sarda.
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15 gennaio 2016
di Giovanni Luigi Zedda
IL MIO PUNTO DI VISTA
di Antonio Loru
ANNO NUOVO? TROPPO LUSSO
MEGLIO L’USATO SICURO!
Cosa vuol dire credere. Credere vuol dire ritenere una cosa
in base alla sola testimonianza di altri. […] Quando si crede per la testimonianza in un uomo si ha fede umana. Quando si crede per testimonianza di Dio si ha fede divina. […]
Se non ci fosse un minimo di fede umana la vita quotidiana sarebbe impossibile. Ci sono dei casi in cui solo credere per fede umana, a dispetto dei sensi e dell’intelligenza,
rende possibile il fare ciò che si richiede per la nostra salvezza. […] Fede divina. Quando si ritiene vera una cosa in
base alla testimonianza di Dio si ha fede divina.
D’ora in poi, salvo esplicita precisazione, intenderemo per
fede la fede divina, la fede in Dio, che scriveremo Fede,
con la maiuscola. Dio ci ha dato i sensi per conoscere le
cose materiali, […] la ragione per conoscere le cose intellettuali, […] infine, ci ha dato la Fede per credere in quello che dice Dio, sulla parola e sulla autorità di Dio, perché
Dio è Verità. Aver Fede richiede il duplice atto dell’intelligenza che crede e della volontà che vuole credere. Se,
come abbiamo visto, è ragionevole e utile avere fede in un
altro uomo, allora, a maggior ragione, è ragionevole, e indispensabile, avere Fede in Dio. (www.unavox.it, Inter
multiplices UNA VOX, Strumenti, Tempo di ripasso,
Appunti di catechismo,
a cura di G. L. G.)
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno/Porterà una
trasformazione, e tutti quanti stiamo già aspettando/Sarà
tre volte Natale e festa tutto il giorno/Ogni Cristo scenderà
dalla croce anche gli uccelli faranno ritorno/E ci sarà da
mangiare, e luce tutto l’anno/Anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno/E si farà l’amore, ognuno
come gli va/Anche i preti potranno sposarsi, ma soltanto a
una certa età/E senza grandi disturbi qualcuno sparirà/Saranno forse i troppo furbi o i cretini di ogni età/ (Lucio
Dalla, DallAmeriCaruso, Album live, USA, 1986)
L’usato sicuro, la tradizione, appunto, ma la vera tradizione, quella secolare, anzi, più che millenaria, interrotta solo
per un breve periodo dal delirio dei rivoluzionari francesi
alla fine del secolo della diabolica ragione, dai comunardi
parigini nel 1870, drogati dal Manifesto di quei senzadii
di Marx e Engels. L’Unione Sovietica non la mettiamo manco in conto, abitata com’era ed è, in buona parte da popoli
rozzi, barbari semiasiatici. Quindi procediamo con ordine
e secondo metodo: non tutti gli anni sono buoni, anzi. Scegliamo quelli dove hanno trionfato i criteri della condivisione dei grandi valori occidentali, pilastri della nostra civiltà, da rinforzare in questo momento storico in cui da più
parti subiscono assalti vigliacchi.
E quali sono questi pilastri della casa comune occidentale? Il capitalismo e la Fede cattolica. Come esserne sicuri? Ma è nell’aria! È percepibile, che diamine! Solo la protervia anestetica di qualche cervello intossicato dal razionalismo idolatrico di scuola illuministica e marxista-leni-
Dimmi cosa leggi
nista, impedisce, per fortuna oggi a pochi sconsiderati, di
coglierlo, con l’organo del cuore, che non sbaglia mai, non
coll’intelletto, che pretende di sapere queste cose: queste
cose non si sanno, si sentono. E ciò basti! Prima di passare
all’elenco degli anni da ri-vivere, ancora più importante è
fare estrema chiarezza sugli anni che sarebbe disastroso
non eliminare dalla memoria dei vecchi e alla anche minima, parziale, e anche solo annalistico-compilatoria, storica conoscenza, dei giovani. Il Settecento in toto, buona
parte del secolo precedente, giordanista, scientista, blasfemo e libertino. Fatto salvo, tutto sommato l’Ottocento, riguardo alla centuria appena trascorsa, tutti gli anni che
vanno dal ’17 al ‘22 e dal 1963 al 1977, in particolare il
’68, ’69, ‘73, ‘74, ’75: anni carichi d’odio e funestati da
profeti di divisività, (divorzio, aborto, sesso ludico, contingenza, consigli di fabbrica, movimento e cultura operaia, statuto dei lavoratori, articolo 18, carte dei diritti degli
studenti, organi collegiali in una scuola pubblica egemonizzata dai biechi ideali comunisti di stampo marxista-leninista-maoista).
Invece, caldamente, in particolare consigliamo, per il 2016,
il replay di uno di questi tre anni a scelta, o una loro sintesi
meditata: 1814, il Congresso di Vienna rimette le cose a
posto, dopo la sbronza rivoluzionaria francese e il cagotto
clerico-nobiliare conseguente. 1922, l’Italia si mette in marcia, verso Roma. 1929, la marcia diventa nuziale, chiesa
cattolica e stato fascista convolano a giuste e sante nozze,
nella migliore tradizione cattolica, indissolubili!
Tanto che questa unione non sono riusciti a scalfirla neanche un trinariciuto come Palmiro Togliatti nel ‘46/48 e un
socialista mangiapreti come Bettino Craxi negli anni Ottanta del secolo appena trascorso. Anzi, commossi da tanto solido legame, al sodalizio hanno fatto anche qualche
dono. Ma soprattutto viviamo in pieno questi nostri magnifici giorni, che questi valori occidentali, irrinunciabili
e assoluti, stanno riportando in auge. Oggi possiamo ben
dirlo: l’Italia è ripartita, le riforme sono fatte, i Jobs Act
funzionano. L’Italia, non solo non è più il fanalino di coda
dell’economia e della cultura europea, ma ora ne è la locomotiva, il motore trainante.
Però, una curiosità, solo due domandine, relative all’esèrgo UNA VOX, Appunti di catechismo: cosa intende per
testimonianza, e soprattutto per testimonianza di Dio?
A meno che non si sia profeti, la testimonianza di Dio
passa attraverso gli uomini che dicono di amministrarne la verità.
Dunque si deve avere fede in Dio, a partire dalla fede
negli uomini che sostengono di averne avuto testimonianza. Quindi la Fede con la maiuscola deve passare
attraverso la fede con la minuscola. O sbaglio? Non ci
capisco più niente! Comunque, Buon Año! Sempre per
un fatto di economia linguistica, si capisce. Le doppie sono
un inutile spreco. Impariamo dagli spagnoli.
OGGI PARLIAMO DI...
UN MATRIMONIO, UN FUNERALE,
PER NON PARLAR DEL GATTO
Siamo sopraffatti dalle fotografie, in un’orgia di scatti e balenii
di piccoli lampi di flash che catturano e codificano tutti i momenti delle nostre vite. A ogni cerimonia, ogni gita, ogni raduno
o cena, ma anche se non c’è un’occasione precisa, ogni volta
che qualcuno è punto dalla vaghezza della foto, vedi i telefonini
apparire per cogliere un ricordo, una traccia, seppur esile, di
quel momento. Per non dir dell’onanismo del selfie. [...] C’è
anche la possibilità, per uno appena sfiorato dalla notorietà, di
essere assalito da persone che ti chiedono più o meno perentorie: Permette una foto? e ti devi prestare, col rischio di apparire
(non si sa mai) abbracciato a Ciccillo o a Trucidone, noto camorrista, col quale, ovviamente, non avevi mai avuto in alcun
modo a che fare.
(Francesco Guccini, Un matrimonio, un funerale, per non parlar
del gatto, pgg. 7/8)
Ma sei io avessi previsto tutto questo,/Dati causa e pretesto, le
attuali conclusioni/Credete che per questi quattro soldi, questa
gloria da stronzi/Avrei scritto canzoni/Va beh, lo ammetto che mi
son sbagliato/E accetto il crucifige e così sia/Chiedo tempo, son
della razza mia, per quanto grande sia,/Il primo che ha studiato./
(Francesco Guccini, L’avvelenata, in Via Paolo Fabbri 43, 1976)
Quando il dolce Francesco, nel riverbero vespertino dei suoi
anni d’argento, passa dalle forme
menestrellari cantate del racconto,
esperienza che oramai da circa tre
anni considera definitivamente e irrevocabilmente conclusa, alle forme
del racconto, in questo caso breve,
scritto su carta, alla forma libro, non
perde perciò la sua leggerezza, seppur raccontando, come quando si
accompagnava in musica per quasi
cinquant’anni, d’amore, di morte e
altre sciocchezze. Più che leggero,
soave, dunque dolce che sa
(per)suadere, sussurrare amabilmente, come il vino dell’omonima
località veneta, ottenuto dai vitigni del garganega e del trebbiano, bianco, asciutto, intenso e insieme delicato. Il vino, sostanza delle forme artistiche gucciniane. Il vino, liquore sacro
di un mondo contadino dal cuore antico.
Di questo mondo in questo godibilissimo libriccino che si legge d’un fiato, che si trangugia quasi, come si beve avidi un
bicchiere di quello buono, Francesco racconta riti di passaggio, fantasmi, incontri, o ricordi di incontri, on the road, di
picchiatelli squinternati, matti ma comunque dentro il cerchio
magico, l’orizzonte della presenza, di quei mondi piccoli ma
conclusi, in pace nella radura al limitare del bosco del grande
essere. O almeno così a me è sembrato, ma io sono un suo
contemporaneo. A voi, soprattutto ai più giovani, leggendolo
può fare un’altra impressione. Dunque, leggetelo!
Francesco Guccini, Un matrimonio, un funerale, per non
parlar del gatto, Mondadori, MI, 2015.
Pabillonis
Inizio del nuovo anno all’insegna della buona musica
Anche quest’anno ha avuto un notevole successo l’evento
musicale che si è tenuto,domenica 3 gennaio, nella chiesa
parrocchiale della Beata Vergine della Neve. L’iniziativa era
inserita nel programma delle feste natalizie “Aspettando il
Natale” promosso dal comune e organizzato dalla Pro Loco e
dalle diverse associazioni culturali del paese. La manifestazione includeva anche l’attività svolta della Banda Musicale
Città di Pabillonis e della Scuola Civica di Musica diretta,
quest’ultima, dal maestro Luigi Puddu e coordinata dal presidente Simonetta Mamusa. Era piena fino all’inverosimile
la chiesa parrocchiale concessa per l’occasione dal nuovo parroco don Luca Pittau. Anche stavolta l’organizzazione è stata perfetta, scandita dai tempi delle varie esecuzioni ben distribuite nel corso dello spettacolo.
Ad esibirsi sono stati diversi gruppi. L’apertura è spettata ai
promettenti allievi del corso di chitarra della Scuola Civica
di Musica di Pabillonis: i giovani talenti delle sei corde hanno interpretato numerose canzoni d’autore riscuotendo un ottimo successo. Una prova da incorniciare dunque, che ha
confermato l’ottima preparazione ricevuta dal maestro Stefano Pisano, insegnante di musica nelle scuole medie, musicista, arrangiatore e polistrumentista affermato. Sulla scena,
oltre al docente, era presente, come cantante, Sabrina Uccheddu, nota professionista dello spettacolo e responsabile
Talent up accademy Sardegna che ha messo a loro agio gli
emergenti chitarristi.
Dopo è spettato al coro polifonico “la Sorgente” di Sardara
(nato nel 2000 e già affermato in zona), e a quello di Pabillonis (fa parte dell’Associazione Banda Musicale “Città di Pa-
billonis”) proseguire e confermare la qualità della serata
musicale. Diversi i pezzi cantati dai bravi artisti di Sardara e
Pabillonis: i tanti applausi riscossi hanno messo in evidenza
la bravura dei due gruppi musicali e in particolar modo la
professionalità della maestra Paola Usai che li ha diretti e
preparati in tutto questo periodo.
Dario Frau
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15 gennaio 2016
EMOTIVAMENTE
EMOZIONI E ASSERTIVITÀ
Mi scrive una lettrice, team leader in un call center per condividere episodi in cui nonostante disponibilità e umanità, il
suo gruppo non riesce a creare quel clima necessario per trascorrere in serenità i differenti turni di lavoro, ponendo lei al
centro delle dispute tra dipendenti. La frustrazione e il senso
d’impotenza tendono a farle avere reazioni intra e interpersonali poco obiettive con frequenti scatti d’ira, che creano malumori e assenze tra i dipendenti che si dimostrano reazioni non
efficaci per la gestione dei conflitti sul posto di lavoro.
Innanzitutto è incoraggiante che un capo dimostri una presa di
coscienza come la signora: per essere un leader è importante
non trascurare il lato umano e psicologico dei propri dipendenti. Dipendenti sereni e uniti svolgono meglio il loro compito, sentendosi parte integrante della propria azienda, condividendone empaticamente successi e insuccessi. Affinché ciò avvenga, non è scontato che il capo riesca a stimolare e incentivare questo clima; per riuscirvi è importante che lo stesso sia
emotivamente consono al ruolo. Sono utili percorsi psicologici per rafforzare le competenze dell’intero gruppo di lavoro,
ma, in particolare, è utile che un leader possieda un buon livello di assertività.
Dobbiamo partire dall’assunto semplice e un po’ banale che
siamo tutti esseri umani, che ci son quotidianamente occasioni
nelle quali dipendiamo l’uno dall’altro, e per la nostra sopravvivenza (fisica/psichica/relazionale), son indispensabili rispetto, sostegno e empatia. Quando si sprona un individuo con un
“difenditi da solo”, lo si sta invitando a reagire.
Essere assertivi è più di un far valere i propri diritti: l’assertività è farsi rispettare senza prevaricare. È la capacità di condividere tutte le proprie emozioni in modo costruttivo, finalizzato al benessere percepito da tutti i componenti del gruppo, facendo valere le proprie idee senza imporle. Non significa manipolare, significa persuadere per il bene del gruppo. Aziende
in cui si è investito sulla formazione umana del personale per
incrementare tecniche gestionali efficaci hanno avuto notevoli
benefici, soprattutto quando i capi-reparto risultavano formati
all’assertività, capaci di esprimersi senza offendere, liberi di
comunicare sensazioni positive e propositive nei confronti degli
altri. Si crede erroneamente che un capo per farsi rispettare
debba mantenere una distanza tra i dipendenti per scoraggiare
“troppa confidenza” tra i ruoli. In realtà da Eric Fromm allo
psicologo americano Leo Buscaglia, la psicologia da decenni
indaga sull’importanza di comunicare le emozioni positive, di
mettere gioia, speranza, amore in ogni rapporto, compreso
ALL’OMBRA DEI CIP...S
E DENTRO L’URNE
CONFORTATE DI CLIK
di Nino Cannella
Da qualche giorno (ahimè!) posseggo un profilo facebook, e sovente un “Bravaaaaa!”, “Bellissima questaaaaaa!!!”, “ci ai ragper quanto la mia forma mentis sia distante dall’artigianato digi- gione!!!”, “ti 6 Xso il mellio”. Una profusione di esclamativi e
tale che impera con furore in questi tempi, ho deciso di entrare fantasmini linguacciuti che non vi dico! Pollici recti e uova piannella Piazza pazza, e avventurarmi tra strade, vicoli e viali del genti o lacrimevoli…fritte e strapazzate da tremila “Amici” in
colorato paese del social network. Qualche approssimata nozio- rovente padella. I kalaschnikof carichi di clik mitragliano le line datami frettolosamente dai soliti espertissimi di turno, dopo- nee delle trincee informatiche scavate in ogni angolo di compudiché ho cercato d’intromettere il mio sguardo e le mie dita sulle ter e in ogni telefonino. Alcuni condividono moralizzanti carcose che risaltavano in massima evidenza: il genere di cultura telloni presi chissà dove…o scritti in chissà quale cartello di
comunicativa starnazzante, e il suo tanto decantato successo a corteo di scioperanti, ma di sicuro effetto presso gli insonni feisuon di clik.
sbukisti con le dita sempre anchilosate sul mouse, o martellanti
Nei suoi fondamenti teorici, Facebook sembrerebbe anche un sul tasto INVIO. E i commenti, e i cuoricini in fila indiana, si
grande mezzo comunicativo, profittevole per individui dotati di sprecano… Non parliamo poi degli alberi di natale e dei mespensiero personale autonomo; squisitamente non di massa, in- saggi appesi tra le palline e i panettoni di marca “volemose ben”.
somma. Un immenso giornale di vita, molteplice ed aperto. L’im- Creatività del nostro tempo!
pressione però decade nel contrario se i più lo intendono e lo
Qualcuno, per queste minchiate, perderà pure moglie (o mariusano come un vecchio “flipper” scampanellante milioni di scioc- to) e can da seguito; o – per converso - nascono pure struggenti
chezze. La pallina, anzi che d’acciaio, è di parole più o meno ed impetuosi amori di paese. Scedàus ‘e cussusu! L’apostrofo
preconfezionate, o venienti su da un dizionario scheletrico e da rosa tra le parole “t’amo”, anzi che da innamoramento comsintassi visibilmente denutrita, e la levetta che le rimanda è il più prensivo di qualcos’altro oltre la pacca in c.., è sostituito da una
buonistico e anemico “mi piace”. Non parliamo poi di certe “con- scheda di traffico telefonico da ricaricare, o da “applicazione”
divisioni” con cui si va a far gregge, per incapacità a proporsi che non funziona bene, o dal tasto “elimina messaggi, amori,
come protagonisti del testo. Col cosiddetto ben del mio intelletto, pacche e complicanze varie”. La presa di possesso dell’amata,
se contemplo un dipinto, o se leggo una pagina scritta da un filo- nel terzo millennio, non è più soltanto un uòt-zapp. Se la cosa
sofo che mi convince e mi stimola, sono in grado d’interpretare o non riesce.., si zappa un’altra volta da qualche altra parte, o in
“condividere” l’uno o l’altra, e discuterne due ore con chiunque qualche altro telefonino tenuto segreto soltanto a Pulcinella. Il
sappia essere ad altezza di conversazione. E se intendessi dimo- meeting è aperto e labirintico. E l’impero del patetismo è constrare quel che “mi piace” potrei scrivere tre pagine per spiegare quistato dalle eroiche falangi di una ricarica corazzata.
il perché mi piace quel contesto filosofico, l’originalità e la poÈ forse questa la storia, la geografia, la sociologia del “mi piatenza del pensatore, o la fantasia visionaria del pittore. Detto que- ce”? La critica della ragion feisbukiana direbbe di Sì. Ma la rasto “en passant”, senza voler esagerare il senso del testo o tanto- gion pratica è ridicola. E la critica del giudizio è quella che è,
meno estremizzarlo – ma per prepararvi al peggio di questa glo- anche se non manca qualche link simpatico che regali un sorriso,
balizzante baraonda – passo ad aprire con le mie tenaglie il signi- qualche “condivisione” che s’ha da fare, o qualche divertente
ficato del misterioso “mi piace” in facebook, e a chiedermi per- bordellata a suon di megapixels. Va da sé che la palestra del culché quasi sempre si fermi lì, o vada su commenti che non siano turismo globale ha i suoi atleti piuttosto muscolarizzati. E le crespesso sepolcri della fantasia. Saranno forse quelli che vivono me anabolizzanti necessarie per gonfiare i bicipiti dei clikkadoclikkando “mi piace” senza mai saper che cazzarola dire, a farsi res non è difficile trovarle nelle pagine gialle di Google o di Moavanti? O c’è chi fruga tra i fondi della tastiera senza mai volersi zilla: Via Computer N° Zero (angolo Via Chattanti – rivolgersi a
esporre agli “amici” appostati e pronti al “Fuoco!”?
mr. Messenger, o telefonare prima, durante e dopo i pasti, prima,
Mi spiego meglio con le citazioni. Il foscoliano titolo dato a durante e dopo il riposo notturno, prima, durante e dopo le pulizie
questo articolo sarà una “Toccata e fuga” in avanti. Quest’Italia personali in bagno, prima, durante e dopo il sempre.)
formato “mi piace”, queste cincischiate che frignano gigabyte
Ovviamente scrivo solo un monologo teatralizzato per lettori
di niente, questi tam-tam del post clikkato a tutti i costi, queste colti (o presunti tali); e nel mio paese ce ne sono moltissimi, e di
cinguettanti fasullerie, eccole qua! Si postano immagini del pro- tale altissimo concetto di sé stessi da non aver bisogno neanche
prio gatto che fa la pipì, la foto della torta di compleanno, i sogni di sapere che occorre riuscire a leggere le righe una dietro l’ale le speranze dell’isterica in fase di passione, gli sproloqui del tra, e fermarsi davanti a virgole, punti e parentesi. Per i loro
dongiovanni depresso, o quelli lamentevoli della zitella deserti- palati tutto fa brodo, compresi condizionali e congiuntivi di difficata e confusa; oppure ci si ritrae con bottiglia di birra in mano ficile pronuncia immediata. Anche dopo la lettura di tre sole
ed ebete sorriso sudaticcio, o si fotografa il proprio paio di mu- righe del prof. Cannella sono già sbronzi di sintassi e di vocabotande mentali preferite, se ne dettagliano i ricami etc…etc, e giù lario, sperduti nel testo, e già preda di gastrite intellettuale, di
un’alluvione di “mi piace” e un nubifragio di commenti. Spesso traveggole e di stipsi dialettica; e l’intelligenza è congelata, o
sostanzialmente insostanziali e formalmente espressi con pen- cuoce a fiamma bassa e senza una goccia d’olio che condisca.
siero a base di polistirolo espanso, fungono splendidamente da Per cui, probabilmente, su questa mia largheggiante stilografica
lasciapassare nel mondo della comunicazione postmoderna in guidata come una Lamborghini a marce basse, i deboli d’udito,
byte. L’italiano postato è generalmente quello della serie “io ge i miopi e quelli che sanno andar solo in motocarro, non clikkesperiamo che me la cavo”, e la fraseologia tambureggiante è ranno alcun “mi piace”. Sarà forse indizio di successo assoluto?
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di Alice Bandino
psicologa
[email protected]
quello lavorativo; è più diffusa l’immagine del capo che punisce che quella di un capo che abbraccia e incoraggia. Frequenti i casi in cui le dipendenti vengono terrorizzate dall’idea di
procreare, se non altro per non perdere il posto di lavoro in
caso di parità di altri requisiti.
Come imparare ad essere assertivi? Iniziando a umanizzare gli
ambienti di lavoro, partecipando a seminari sull’assertività e
sull’educazione socio-emotiva, che ancora una volta dimostra
di essere al centro dei rapporti interrelazionali umani. Stimolando la comunicazione nelle aziende e ristabilendo l’equilibrio generale con regole che delimitino diritti/doveri dei componenti per garantire la libertà globale umana di tutta l’azienda.
UN SOLO VINCITORE
“Punteruolo Rosso”
Sarebbe il caso di iniziare con “C’era una volta…..”, ma non è
una fiaba; è la storia dei nostri giorni, purtroppo! Già, fino a
poco tempo fa vegetavano negli spazi pubblici e nei giardini
privati tante bellissime palme, dalla Wasthingtonia alla Canariensis e alla Dactilifera, spesso centenarie e dal portamento
maestoso, finché un bel giorno arrivò anche in Sardegna, originario dall’Asia meridionale ma proveniente dal Medio Oriente, un insetto famelico conosciuto come “Punteruolo Rosso”
(Rynchophorus ferrugineus Oliver), particolarmente resistente ai sistemi di lotta tradizionale (aspersioni d’antiparassitario
sopra chioma e infiltrazioni endoterapiche tramite apposite
cannule inserite sul fusto) e quindi capace di decimare in pochi anni gran parte del patrimonio ornamentale dei nostri giardini e delle nostre piazze. La Regione Sardegna, è vero, promulgò il Piano d’Azione Regionale che dettava le strategie da
adottare per arginare il propagarsi dell’infestazione, ma commetteva la leggerezza di affidarne l’attuazione ai proprietari
delle palme stesse, con il supporto delle strutture pubbliche
operanti nel territorio, cui non faceva riscontro un’adeguata
vigilanza. In conseguenza di ciò si assisteva all’attuazione scoordinata e scriteriata del Piano, caratterizzata dalla contrapposizione di soggetti che, bontà loro, tentavano in tutti i modi di
attuare i programmi regionali, eseguendo una serie di onerosi
interventi fito-sanitari, rivelatisi peraltro in molti casi inefficaci, e soggetti che, al contrario, disattendevano completamente
le direttive regionali: le palme di proprietà di questi ultimi costituivano “centro d’allevamento del parassita” che, raggiunta
la maturità, svolazzava tranquillamente nelle palme sane rendendo vani i tentativi di quanti, a proprie spese, tentavano di
attuare i programmi.
Ciò che maggiormente ferisce è costatare che gran parte dei
soggetti inadempienti sono pubblici! Girando nei paesi della
Sardegna è facile rilevare nelle piazze o negli spazi pubblici la
presenza di palme collassate o addirittura già rinsecchite, senza che le stesse evidenzino i segni di eventuali trattamenti endoterapici, posto che quelli tradizionali per aspersione sopra
chioma potevano essere assimilati ad una qualsiasi forma di
inquinamento di spazi pubblici. Che dire poi degli adempimenti imposti dal Piano a carico delle Amministrazioni locali
e completamente disattesi nella maggior parte dei casi!
Lo scenario attuale, purtroppo, sancisce in modo inequivocabile la vittoria del parassita sull’uomo e le sue strutture; la cosa
preoccupa non poco mentre si affacciano all’orizzonte infestazioni ben più dolorose in termini economici come la Xilella
Fastidiosa per gli olivi e la Halymorpha halys (cimice asiatica)
per le pomacee.
Le esperienze negative del recente passato dovrebbero indurre
i ricercatori ad indirizzare i loro studi sull’individuazione di
insetti antagonisti, che madre natura ha sicuramente creato,
capaci di costituire un argine efficace all’avanzata dei suddetti
parassiti, in alternativa ai soliti trattamenti con prodotti chimici il cui abuso, fra l’altro, ha forse determinato la scomparsa
(si spera solo la riduzione) degli antagonisti naturali dei parassiti in parola.
La Xilella sta facendo strage di oliveti in Calabria, mentre la
Cimice asiatica sta causando enormi danni alle pomacee del
modenese! È facile immaginare che presto o tardi compariranno anche in Sardegna, il più tardi possibile facendo gli
scongiuri del caso! Nell’ipotesi non auspicabile che ciò dovesse succedere, è indispensabile farsi trovare pronti a combattere efficacemente sul nascere le prime infestazioni, sensibilizzando adeguatamente altresì l’ambiente in modo che
ciascuno svolga il proprio compito, evitando di far cadere su
pochi l’onere dell’impari lotta, così come spesso succede nella
lotta alla mosca olearia (Dacus olae), vanificando tutti così
gli sforzi compiuti.
Francesco Diana
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15 gennaio 2016
L’ISOLA IN CUCINA
di Roberto Loddi
de Santu ’Engiu Murriabi
TABAQUERES
Gonnosfanadiga
Il Comune perde
i pezzi più importanti
Le tabaqueres (tabaccheras in sardo) sono dei dolci
tradizionali di fattura molto antica, tipici di Alghero
e dei paesi intorno. Si preparavano e tuttora si preparano nel periodo del carnevale. Il dolce prevede un
ripieno di crema al latte, in Sardegna, comunemente
chiamato mangiare bianco (pappai biancu). In passato, nel periodo carnevalesco, durante la sfilata dei
carri allegorici, si usava andare di casa in casa per
chiedere dei dolcetti (parafrittus - zippulas - brugnolus - chiacchiere e altri ancora) e fra i tanti c’erano
anche le tabaccheres ripiene di soffice crema e oltre
ai dolci era usanza offrire anche del vino bianco tipo
moscatello (muscadeddu in sardo). Insomma una vera
leccornia per il palato dei liconagius (golosi) isolani.
Preparazione
Ingredienti
Per la pasta: g 500 di farina
00, g 70 di strutto, 1 uovo intero, 2 cucchiai di zucchero
comune, un pizzico di sale,
acqua tiepida q.b.
Per il ripieno: 1 litro di latte intero fresco, g 100 di farina 0, g 150 di zucchero
comune, 1 bustina di vanillina, polvere di scorze
d’agrumi essiccate, olio
d’oliva per friggere, zucchero al velo q.b.
Prepara la pasta, disponendo sulla spianatoia la farina a fontana e al centro tuffaci l’uovo, una
presa di sale, lo strutto ammorbidito a temperatura ambiente, lo zucchero e tanta acqua tiepida, quanta ne occorre per ottenere un impasto liscio e morbido, che lascerai riposare avvolto
in un telo in frigorifero per un’ora. Nel mentre, prepara il ripieno ponendo la farina con lo
zucchero e la vanillina in un recipiente, poi versa a filo il latte e con l’aiuto di una frusta
stempera gli ingredienti aggiungendo un cucchiaino di polvere di agrumi (in mancanza aggiungi della scorza di limone non trattato). Fatto ciò, metti il recipiente sul fuoco e sempre
mescolando lascia cuocere il composto molto dolcemente, evitando che raggiunga il bollore
e la formazione di grumi. Quando avrai ottenuto una crema densa, allontanala dalla fonte di
calore e lasciala raffreddare completamente. Intanto che si fredda, tira a sfoglie non troppo
sottili la pasta, quindi accomodaci, al centro di ognuna, dei mucchietti di crema distanziati
fra loro, coprili con la parte eccedente di pasta e sigilla il ripieno come fai quando prepari i
ravioli. Terminata questa operazione, con l’aiuto di un coppa pasta ovale, ritaglia le tabaquere (tabacheras in sardo) e man mano che le prepari friggile in abbondante olio caldissimo.
Quando saranno dorate da ambo le parti, scolale su dei fogli di carta assorbente da cucina a
perdere il grasso residuo. Appena fredde cospargile abbondantemente di zucchero al velo e
servile. Vino consigliato: Alghero torbato dolce, dal sapore sapido, armonico con retrogusto
amarognolo e asciutto.
Il sindaco Fausto Orrù annuncia il trasferimento volontario
della segretaria comunale, Maria Domenica Areddu, che prenderà servizio nel Comune di Guspini, mantenendo anche il
Comune di Villasor, e dell’ingegnere Mauro Fanari, che da
capo ufficio tecnico del Comune di Gonnosfanadiga ha deciso di far parte dello staff del sindaco di Siliqua
Il sindaco smentisce così le voci di piazza o di bar che stavano prendendo piede in paese in merito ad un intervento dell’amministrazione, confermando che si tratta di scelte personali. Remo Ortu, segretario comunale di Villacidro, ha assunto in regime di reggenza la funzione di segretario del
Comune di Gonnosfanadiga. Il sindaco comunica inoltre il
cambio al vertice del responsabile dei Servizi Sociali: a far
data dal primo gennaio 2016 Cristina Pani ha sostituito Annarella Usai. Daniela Marras è stata confermata alla direzione dell’ufficio Suap.
Francesco Zurru
Villacidro: Magmma,
museo indipendente
e alternativo
A
distanza di un anno dalla presentazione ufficiale del progetto museale MAGMMA (Museo d’Arte Grafica del
Mediterraneo Marchionni) , museo indipendente ed alternativo, ed in attesa di presentare la nuova sede temporanea, di
cui vi daremo conto in un prossimo intervento, è doveroso
descriverne l’idea iniziale e gli obiettivi.
Da anni immaginavo un museo d’arte contemporanea nella
mia città! Un museo della grafica mi è venuto in mente dopo
anni di lavoro nel mondo dell’arte, coniugando ad esso il
desiderio di trovare un luogo dove custodire l’opera di mio
padre, Dino Marchionni. L’opportunità si presenta partecipando ad un concorso di idee. Accade che il progetto Magmma viene selezionato tra i primi 50 progetti su oltre milleduecento al concorso nazionale della Fondazione Italiana Accenture (www.ideatre60.it – ARS arte che realizza occupazione sociale. Rif. Magma.walter.marchionni1), con la relativa pubblicazione nel sito della stessa Fondazione (http://
www.ideatre60.it/le-idee-accadono/post/progetto-magmmadal-concorso-arsalla-realizzazione) per essere stato uno dei
pochi progetti realizzati. L’oggetto del concorso riguardava
l’individuazione di un edificio che fosse sotto tutela della
sovrintendenza, all’interno del quale sviluppare un progetto
legato all’arte. L’area identificata è il Palazzo Vescovile di
Villacidro, mentre il progetto legato all’arte è riferibile alla
creazione di un luogo che fosse catalizzatore delle maggiori
scuole grafiche del Mediterraneo e che fosse crocevia di interscambio culturale, con l’obiettivo di promuovere e divulgare l’arte grafica.
Una porzione del Palazzo Vescovile è stata concessa dalla
Diocesi di Ales-Terralba alla Fondazione Estetica & Progresso
di cui sono presidente. Il progetto, che si inserisce nelle attività del Centro Culturale di Alta Formazione, è sostenuto dalla
Fondazione del Banco di Sardegna ed ha ottenuto il Patroci-
nio della Presidenza della Regione Autonoma della Sardegna, del Comune di Villacidro, del Comune di Urbino, dell’Unione delle Università del Mediterraneo (UNIMED), dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, dall’Accademia Raffaello di Urbino.
La Fondazione Estetica & Progresso interagirà con il CIDIS,
il Centro Culturale di alta Formazione e l’Osservatorio del
Mediterraneo che hanno sede proprio nel Palazzo Vescovile ;
tra gli obiettivi svolti da questi organismi emergono: l’integrazione dei sistemi culturali, economici e giuridici del Mediterraneo, la promozione del dialogo interculturale e interreligioso per la risoluzione dei conflitti con la reciproca conoscenza fra società e culture diverse.
Il Museo si articola in quattro sezioni: a) sezione scuola di
Urbino , si basa sulla figura di Dino Marchionni, (Urbino
1932 - Villacidro 1994) incisore,acquarellista, docente d’arte per 40 anni in Sardegna ; in collaborazione con Urbino
Arte, Circolo Culturale di Urbino e l’Accademia di Urbino
ha come obiettivo di sviluppare e ricreare lo spirito della scuola grafica di Urbino di cui Dino Marchionni fu uno dei mi-
gliori allievi alla pari di Salvatore Fiume, Emilio Greco e
Remo Brindisi (vedi Albo d’Oro ISA Urbino 1956
www.scuolalibrourbino.it/albo.htlm) e sono state raccolte le
opere dei principali allievi della scuola stessa (Fiume, Greco,
Brindisi, Logli, Ceci, Gualazzi, Piacesi, Tiboni, Biselli, Angelini, Serafini, Polisca, Sisti); b) sezione dedicata ai grandi
disegnatori del ‘900 italiano: oltre ai citati Fiume, Greco,
Brindisi anche Annigoni, Manzù, Sassu, Lazzaro con le relative Fondazioni; c) le grandi scuole del Mediterraneo: abbiamo attivato i primi contatti con alcune Ambasciate e i Consolati; in questo contesto abbiamo il supporto dell’UNIMED
per coinvolgere gli artisti più importanti del Sud-Europa e i
paesi del Nord-Africa e del Medio Oriente; d) questa sezione
è riservata ad una selezione di autori contemporanei: Francesco Stile, Pastorello, Mariano Chelo, Salvatore Garau, Max
Mazzoli, Elvio Marchionni, Gavino Ganau.
Le mostre saranno caratterizzate da un tema predefinito teso
ad introdurre alla comprensione di principi relativi alle arti e
alla loro storia, e saranno incentrate sulla presenza degli autori che interagiranno tra loro. In occasione delle mostre saranno organizzati per le scuole di ogni ordine e grado della
Sardegna, oltre a visite guidate, percorsi didattici riferibili
alle opere conservate o suggeriti dalle esposizioni in corso.
Ogni percorso sarà accompagnato da uno specifico laboratorio, dove sarà possibile sperimentare le potenzialità espressive del linguaggio visivo rafforzato dalla eterogeneità (razziale, culturale, religiosa) degli artisti. I laboratori saranno
affiancati da convegni e meeting per approfondire il linguaggio artistico. La collezione sarà arricchita da donazioni, acquisizioni e dalle esposizioni temporanee che di volta in volta verranno allestite nello spazio.
Walter Marchionni
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15 gennaio 2016
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Sport
Due grandi occasioni da gol sfumate per un soffio
Villacidrese,
Luca Muscas
convocato
dal Cagliari Calcio
I
mportanti riconoscimenti per la Villacidrese. Proprio
alla fine del 2015 il Cagliari calcio ha convocato uno
dei giovani tesserati per la categoria allievi. Il 30 dicembre Luca Muscas, nato nel 2000, su segnalazione del
responsabile del settore giovanile Gianluca Vaccargiu, ha
indossato la maglia del Cagliari e ha preso parte alle gare
degli allievi del Cagliari Calcio. «Da una prima valutazione, - sottolinea Vaccargiu - la prestazione di Luca è
stata del tutto positiva, contraddistinta anche da due grandi occasioni da gol , non andate a buon fine solo grazie a
spettacolari prodezze del portiere avversario. Una mat-
tinata speciale per un’esperienza unica e una grande opportunità per tutti, vissuta alla presenza di Matteo Marrocu (nostro vertice societario) e Gilberto Pinna (nostro
tutor allenatori) che hanno ben rappresentato l’intera società. Con grande orgoglio condividiamo i nostri continui successi con le diverse esperienze e opportunità per i
nostri ragazzi».
Ora la Villacidrese si prepara ad un 2016 che sarà ricco
di esperienze, opportunità e soddisfazioni per tutti, come
rimarca Gianluca Vaccargiu: «A guidarci in questo anno
sarà la strategia, che ormai ben conosciamo e che resterà
bussola del nostro viaggio. Sarà sicuramente ancora un
anno di crescita e denso dove certamente non mancheranno anche le difficoltà, ma sono altrettanto certo che ci
troveremo tutti pronti ad affrontare al meglio in piena
sintonia della nostra rete. Ringrazio tutti, ragazzi, genitori, dirigenti, allenatori, sostenitori, con la certezza di
poter continuare ad affrontare il proseguo di questo percorso contando sul contributo, impegno e la sinergia di
sempre di tutti voi, in modo tale da poter tagliare insieme il traguardo del successo».
Gian Luigi Pittau
Lunamatrona
Tennis: grande successo
per il “Torneo di Natale”
Dall’alto:
Il gruppo dei partecipanti
La squadra della Villacidrese
Angelo Ortu
Centocinquanta bambini in campo
per ricordare Angelo Ortu,
grande dirigente della Villacidrese calcio
T
utti insieme per non dimenticare e per ricordare Angelo
Ortu, straordinario dirigente della Villacidrese calcio.
Una persona dall’animo buono, sempre disponibile con tutti,
equilibrata e un amico stimatissimo. «Angelo Ortu - spiegano gli amici della Villacidrese - ha lasciato un vuoto immenso in tutti noi e mai sarà dimenticato da chi ha avuto la
fortuna di conoscerlo. Ci piace ricordarlo con quel sorriso
sereno».
E proprio per ricordarlo allo stadio comunale di Villacidro
oltre 150 bambini hanno dato vita ad una grande serata con
un memorial a lui dedicato. In campo hanno regalato bel
gioco e divertimento proprio quei bambini che Angelo tanto ha amato e aiutato nella pratica sportiva. Così i piccoli
campioni, appartenenti alle categorie piccoli amici, pulcini
ed esordienti, sono scesi in campo per onorare Angelo Ortu.
Le società partecipanti sono state Villacidrese, Villacidro,
Arbus, Gonnosfanadiga e Sangavinese. È stata una serata
ricca di ricordi, sport, amicizia con una premiazione uguale per tutti, un ricco rinfresco e tanto divertimento. «Ci piace ricordarlo - dicono gli amici - con quel sorriso sereno e
con quello di quei bambini che ha sempre aiutato e amato
attraverso la pratica sportiva». (g.l.p.)
Si è concluso lo scorso 30 dicembre il “Torneo di Natale”
organizzato dall’Asd Tennis club di Lunamatrona. Circa una
cinquantina gli iscritti che, nonostante i primi freddi invernali, hanno dato prova dei propri miglioramenti tecnici maturati in questi quasi due anni di attività.
Ad aggiudicarsi la vittoria nella categoria “Cerbiatti” (bambini fra gli otto e i dieci anni) è stato Gabriele Medda che ha
sconfitto in finale Alessio Serpi (entrambi di Lunamatrona), mentre in quella “Pestiferi (dai dieci ai dodici anni) ha
trionfato Eleonora Lilliu di Baradili contro lo stesso Gabriele Medda. Fra i ragazzi a spuntarla è il locale Matteo
Tuveri che batte in finale Elia Mereu anch’egli di Lunamatrona. Infine, nella categoria “Adulti”, vince la coppia composta da Ignazio Faedda e Matteo Tuveri contro quella formata dal maestro Antonello Murgia e la giovane Martina
Collu.
Le premiazioni si sono tenute la notte di San Silvestro: l’associazione ha infatti organizzato, a riprova di quanto i rapporti sociali vadano ben oltre quelli dei campetti in cemento, una cena di Capodanno. Nell’attesa dello scoccare della
mezzanotte sono stati premiati tutti i vincitori del “Torneo
di Natale”. Da sottolineare come il maestro Antonello Murgia, per l’occasione, abbia voluto preparare un regalo tutto
particolare (una bella racchetta) per l’atleta Martina Collu
che, nonostante la giovane età, ha dimostrato grossi progressi tecnici dando prova di potersi ben distinguere anche
fra gli adulti.
Simone Muscas
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15 gennaio 2016
Calcio. Categoria Promozione
Alessandro Congia
Vittoria e primato, l’Arbus festeggia
L’Arbus si rifà il look con l’acquisto
di cinque nuovi giocatori
B
ella e importante la vittoria con cui l’Arbus calcio ha
chiuso al Santa Sofia di fronte al pubblico amico il girone d’andata del campionato di promozione regionale. A cadere sotto i colpi dei granata, profondamente rinnovati nel
recente mercato di riparazione di dicembre e dunque ancora
parzialmente in rodaggio, sono stati gli ogliastrini del Girasole, umili modesti ma combattivi fino al 90’. Vittoria dunque e tre punti davvero preziosi. Un autentico antibiotico per
i granata la cui classifica dopo un inizio spumeggiante e più
che convincente si era improvvisamente fatta preoccupante.
Che fosse, come scriveva Moliere, un malato immaginario?
Certo a onor del vero nessun medico è dovuto accorrere al
capezzale granata. Fatto sta che dopo un inizio scoppiettante
e baldanzoso decisamente migliore delle più rosee previsioni
che qualsiasi comune mortale potesse prevedere che ha visto
la formazione mineraria addiritura “pavoneggiare” in vetta
alla classifica per ben quattro turni, qualcosa improvvisamente
, in squadra e società, si è inceppato. Azzardiamo con possibilità di smentita: vertigini da primato o piccolissima crisi
d’identità? Difficile da dirsi anche perché come più volte ribadito con tantissima prudenza anche dagli stessi presidente
Pietro Pusceddu e dal direttore sportivo Ignazio Virgilio
l’obiettivo dichiarato era uno solo: “Prima la salvezza, poi si
vedrà”. Il sodalizio granata comunque una piccola rivoluzione nel corso del girone d’andata l’ha fatta.Il bel giocattolo
confezionato nella campagna acquisti estiva - con pochissime risorse ma tanta abilità - infatti pian piano ha iniziato a
perdere colpi vanificando in parte ciò che di buono era stato
fino ad allora fatto. Messo in discussione l’allenatore/giocatore Renato Incani, autentica bandiera dei colori granata che
comunque volente e nolente e al di là di possibili vedute dirigenziali piuttosto soggettive non aveva demeritato (17 punti
in 10 gare), la squadra è stata affidata a Luca Zurru. L’Arbus
con l’innesto di 5 nuovi giocatori si rifà il look anche in campo. Arrivano i difensori Nicola Urru, Marco Uccheddu, il
centrale Claudio Alfonso, la mezzala Andrea Ulizio e l’esterno Federico Marci. Giocatori che vanno così a rinforzare un
organico dove spiccano indubbiamente le grandi potenzialità del difensore e capitano Daniel Zara, del centrale Luca Di
Laura e degli attacanti Andrea Martinez e Alessandro Congia. Gli ultimi arrivi hanno comunque determinato anche
dolorose partenze come quelle di Filippo Pusceddu, Omar
Costorella, Mattia Rais. Un discorso a parte merita senz’altro il settore giovanile impegnato con ottimi risulti nei tornei
Andrea Martinez
regionali juniores, allievi, giovanissimi e nella scuola calcio.
Seguito con grande passione dal responsabile Mauro Carta
rappresentano indubbiamente per una società come l’Arbus
un autentico serbatoio per la prima squadra. I promettenti
Alberto Sanna (classe ’97), Lorenzo Atzori (2000) e Luca
Manca (’99) che hanno già indossato la maglia della prima
squadra con ottime prestazioni sono già una bella realtà. Per
il sodalizio granata quindi si può tracciare a metà percorso
un bilancio tutto sommato positivo. La vittoria sul Girasole
dopo un periodo piuttosto buio può rappresentare un autentico spartiacque per un proseguo del campionato all’insegna
dell’ottimismo.
Gianni Vacca
San Gavino Monreale
Italpiombo Pulcini
Italpiombo Esordienti
Italpiombo premiazioni
Calcio e amicizia nel primo torneo “San Gavino Christmas cup”
Tre giorni di festa e di sport nel segno dell’amicizia. Ha avuto grande successo il primo torneo “San Gavino Christmas
cup” organizzato dall’associazione sportiva Italpiombo Santa
Teresa. Sul campo si sono alternati i baby calciatori e gli
esordienti sempre nel segno della correttezza e del rispetto
degli avversari.
Nella prima giornata del torneo “San Gavino Christmas Cup”
sono scesi in campo i pulcini: «Hanno tutti giocato - spiega il
presidente della società Renato Copparoni - con grande impeto sportivo ed è stato, per me, un orgoglio e una gioia assi-
stere a tutte le partite. Vederli “lottare” su ogni pallone, non
darsi mai per vinti e poi abbracciarsi e correre festosi sul prato verde è stata una emozione enorme. E poi vederli durante
le premiazioni tra coppe e medaglie, beh... Più bella cosa
non c’è!!! Ha vinto il Torneo la squadra dell’Italpiombo Santa Teresa, ma in realtà, come detto, l’hanno vinto tutti. Bravi
piccoli campioni in erba e grazie per averci regalato una splendida mattina di “vero” sport».
Al triangolare dei pulcini hanno giocato Italpiombo, Don
Bosco, Arbus, 1936 Monreale, Mogoro e Gialeto 1909. Han-
no partecipato al quadrangolare dei pulcini: Italpiombo, Villamar, San Biagio Villasor e Samassi.
Molto combattuto il quadrangolare degli esordienti che ha
visto la partecipazione delle seguenti formazioni: Cagliari
rosso, Italpiombo, Oristanese, Serramanna, Arbus, Don Bosco, Gialeto 1909 e Cagliari blu. Felicissimo per il comportamento avuto in campo è l’allenatore degli esordienti dell’Italpiombo Renato Sechi: «I ragazzi hanno espresso bel gioco e
sono stati sempre corretti, dando il massimo. C’è stata una
grande collaborazione con le famiglie dei ragazzi». (g.l.p.)
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15 gennaio 2016
Gonnosfanadiga. Calcio Terza Categoria
Aston Bidda: entusiasmo e speranze
Il Campionato di Terza Categoria è l’ultimo gradino dell’organizzazione della
F.I.G.C., ma nella Bibbia c’è scritto: “gli
ultimi saranno i primi”. Affrontare il
campionato di Terza Categoria non è comunque una passeggiata ma un impegno duro e allo stesso tempo costoso.
La realizzazione dei sogni però è un’altra cosa che generalmente giocatori e
presidente scoprono alla fine del campionato federale gestito dal presidente
federale Tavecchio.
L’Aston Bidda milita nel Campionato di
3° categoria voluta dal suo presidente
Francesco Sotgiu, conta su circa 27 atleti, di sicuro non manca l’entusiasmo e
neppure l’esperienza visto che il presidente Sotgiu ha ricevuto gli onori formali dall’ex presidente Federale Matarrese per il lungo e costante impegno nello sport. I nomi scelti
per le società guidate dal presidente Sotgiu sono stati sempre
oggetto di critiche in paese, che comunque ne riconosce l’impegno costante nel tempo.
I Gonnesi ricordano la famosa” battaglia di Pimentel” quan-
pegno al rispetto e alla importanza del gruppo. L’assetto societario è composto da
dieci dirigenti, 27 giocatori e
un allenatore, posto attualmente vacante per cui il presidente Sogiu è alla ricerca
dopo le dimissioni di Gian
Paolo Usai che ha lasciato la
squadra al 4° posto in classifica.
Francesco Zurru
do la squadra del
presidente conquistò sul campo
la promozione in
seconda categoria. Evento avvenuto una sola volta nella storia, quasi a rievocare l’unico scudetto del Cagliari Calcio nell’era del mitico e indimenticato
Gigi Riva.
L’aspetto sociale e sportivo della formazione guidata dal presidente Sotgiu rispecchia quelli che sono i valori fondamentali di una società, dalla serietà e attaccamento al proprio im-
In questa rubrica ospitiamo foto e messaggi di auguri per compleanni, anniversari di matrimonio, riunioni
conviviali, nozze, nascite, battesimi, cresime, prime comunioni, lauree e ricorrenze varie da festeggiare.
Le foto a colori, accompagnate da un testo, possono essere inviate all’indirizzo e-mail [email protected]
GUSPINI 27 DICEMBRE 2015
ILBONO
N ulla è più bello
di una nuova vita
che sboccia!
A
Mamma Ilaria e papà Enrico
annunciano, con gioia,
la nascita di
Lory
i migliori auguri di
Buon Com
pleanno
Compleanno
Andrea
Ferrari
da Gigi, Michele, Lorenzo
e da tutti gli amici e parenti.
Insieme ai parenti tutti
augurano al loro piccolo
un mondo di felicità.
GONNOSFANADIGA 16 GENNAIO 2016
VILLAMAR 14 GENNAIO 2016
Buon Com
pleanno
Compleanno
a
Carla
I compleanni sono giorni speciali,
chiudiamo un capitolo della nostra vita
e ne apriamo un altro,
non conta quanti ne compiamo,
ma come sono.
Maria Meloni
Tantissimi auguri
che il 14 gennaio compie
11 anni,
per i tuoi
da papà, mamma, nonne,
zie, zii e cugine.
T a n t i ssi m i A u g u r i
Con affetto
90 anni
Luigia & Donatella
GONNOSFANADIGA 15 GENNAIO 2016
Angelina Fosci
compie
96 anni
Tanti Auguri
da suo nipote Roberto
Buon Compleanno e a cent’annusu
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Don Giovannino Pinna
a 5 anni dalla morte
Correva l’anno 1998. La parrocchia di santa Barbara vedeva
avvicendarsi a don Modesto Floris il neo parroco don Giovannino Pinna. Dopo 50 anni di sacerdozio, di cui 20 trascorsi a Villacidro, don Modesto veniva trasferito a Sa Zeppara, frazione di Ales. A gestire la chiesa madre di Villacidro
subentrava don Giovannino Pinna. In quell’ormai lontano
1998 ci furono, a Villacidro, diversi avvenimenti di un certo
rilievo socio-religioso: 50° anniversario di sacerdozio di don
Pasqualino Lussu; 50° anniversario di sacerdozio di don Modesto Floris; Via Crucis nella pineta del Carmine; inaugurazione del Museo dell’Arte Sacra. Gli anni sono passati e don
Giovannino Pinna ha saputo lasciare nella comunità villacidrese segnali di operosità, di iniziative pastorali e culturali di
un certo spessore, un’attenzione rivolta ai più poveri senza
trascurare la cultura e la storia. Sono infatti diversi i suoi libri
che si occupano di storia locale per spaziare nel più ampio
scenario globale. Il 29 gennaio 2011 finiva l’avventura terrena di don Giovannino. Una folla imponente ha assistito alla
messa funebre celebrata nella parrocchiale di Santa Barbara
il 30 gennaio. La folla ha anche riempito l’Auditorium dove
à stato allestito un maxi-schermo e l’intera piazza antistante
la chiesa. Una folla eterogenea dove accanto alle personalità
politiche, religiose e militari, si mescolava la gente comune
che ha avuto modo di apprezzare e stimare don Giovannino.
Una folla straripante: molti piangevano apertamente, senza
nascondere il proprio dolore. I più hanno seguito in silenzio
il rito funebre officiato dal vescovo, Mon. Dettori. Presenti
la Banda Musicale, associazioni di volontariato, scout, barracelli e altri gruppi. Molto apprezzati i discorsi di Giannina
Orrù e Martino Contu. Era presente una confraternita di Gonnosfanadiga, paese natale di don Giovannino. La salma, per
espresso desiderio del sacerdote, viene tumulata a Villacidro.
Gian Paolo Marcialis
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Ciao, Marino...
... non è facile poter esprimere in parole quanto il tuo sorriso e il tuo buonumore potrà mancare nei nostri cuori e soprattutto nei nostri raduni.
Con il saluto “Buongiorno, buongiorno” hai conquistato tutti,
perfino i bambini, durante i pranzi quando gridavi “Oh Peppi” ci coinvolgevi tutti, questo sicuramente non lo dimenticheremo mai, e con la simpatia che hai sempre trasmesso
riuscivi a metterci a nostro agio.
Ciao Marino.
Un caloroso abbraccio a tua moglie e ai tuoi figli.
Il Club Fiat 500 di Guspini e le loro famiglie.
Oh Peppi!!!
PDF Compressor Pro
32
15 gennaio 2016
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23-32 - La Gazzetta del Medio Campidano