TESTO PAOLO BARALDI, FOTO DI PAOLO BARALDI E ACERNI OFFROAD
ZUKI
ALL’AMERICANA
36 | QUATTROXQUATTRO OFF-ROAD & SUV
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L
’estremo Oriente e l’estremo Occidente, ovvero il Giappone e gli Stati
Uniti d’America, da oggi hanno un comune denominatore che li unisce
e questo ponte è stato realizzato da una piccola e allo stesso tempo
grande realtà fuoristradistica italiana: ovvero la parmense Acerni
Offroad, a tutti nota per le sue mirabili preparazioni sui modelli Jeep,
che si è voluta cimentare rivisitando con il suo classico modus operandi uno
dei fuoristrada nipponici più diffuso e apprezzato tra gli offroader italiani.
Il protagonista di questo articolo è un Suzuki Samurai del 1989 che nelle
mani di Tonino Acerni, Pier Marco Acerni, Nicola Bondi e Germano Frigeri
ha acquistato una nuova giovinezza sia estetica che prestazionale. Lo scopo
di questa operazione è stato quello di portare una ventata di novità tra le
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molteplici soluzioni tecniche che fino ad oggi sono state eseguite su questo
4x4; quindi l’Acerni Offroad ha intrapreso l’unica strada possibile: trasferire,
con le necessarie modifiche e qualche novità, il suo cavallo di battaglia,
ovvero il sistema di sospensioni 7-link, su questo veterano del fuoristrada. La
preparazione ha richiesto un notevole studio delle geometrie per ottenere
il massimo dei risultati in termini di mobilità e per mantenere inalterata la
sagoma della carrozzeria. Il risultato finale che abbiamo potuto apprezzare
durante il nostro test è quello di, parafrasando il titolo di un noto film, un
“Tranquillo Suzuki da paura” che a primo acchito non svela le sue potenzialità
nascoste ma appena inizia ad “arrampicarsi” tra rocce e twist tira fuori tutta la
sua anima da fuoristrada votato all’estremo.
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SUZUKI SAMURAI BY ACERNI
La parmense Acerni
Offroad si è chiesta
come unire in una sintesi
perfetta lo spirito di
Oriente e Occidente e la
risposta è nella nuova,
splendida elaborazione
del Suzuki Samurai,
portato a nuova
giovinezza estetica e
prestazionale
SUZUKI SAMURAI BY ACERNI
ELABORAZIONE
elaborazione
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SUZUKI SAMURAI BY ACERNI
Il classico propulsore di questo
Suzuki, un benzina a carburatore
da 1.300 cc, è stato sostituito dal
precedente proprietario con il
sempreverde, per questo tipo di
veicoli, motore della Swift (foto 1)
sempre da 1300 cc ma a iniezione
elettronica. L’aspirazione dell’aria
è garantita da un filtro sportivo
che ha il pescaggio, come avviene
in origine, nel passaruota destro
(foto 2), mentre lo scarico è stato
completamente rifatto con un
collettore 4-2 in 1 (foto 3) che
si congiunge a una marmitta
artigianale (foto 4) che termina
con un silenziatore in carbonio di
derivazione motociclistica (foto
5). Con questi pochi e semplici
interventi si presume che sia stata
ottenuta una potenza finale di 105
cavalli. Infine sistemata nella sua
posizione originale, troviamo una
batteria della Bosch da 44 Ampere
(foto 6). Il cambio, la frizione e il
riduttore sono quelli originali, con
la sola aggiunta al riduttore delle
super ridotte della Calmini con
rapporto di 4:1 e della piastra di
protezione-sostegno della Calmini
(foto 7), poi ulteriormente protetta
con una lastra di acciaio dello
spessore di 5 mm (foto 8). Gli alberi
di trasmissione (foto 9 l’anteriore e
foto 10 il posteriore) sono rimasti
quelli di serie, fatto reso possibile
dalla non elevata potenza del
motore, con la sola aggiunta di
un distanziale in alluminio da 3
cm (foto 11) sull’uscita anteriore
del riduttore per adeguare la
lunghezza dell’albero al nuovo
passo. I ponti (foto 12 l’anteriore
e foto 13 il posteriore) derivano
da un Toyota LJ70 e mantengono
ancora i semiassi originali, mentre i
differenziali sono stati sostituiti con
quelli bloccabili pneumaticamente
al 100% dell’ARB (foto 14); il
compressore, sempre un ARB
modello Small, che aziona questi
elementi è stato sistemato nel vano
motore. Per allargare ulteriormente
la carreggiata, e quindi migliorare
la stabilità di questo 4x4 e dare
più agio al movimento degli
pneumatici, sono stati installati dei
distanziali in alluminio da 30 mm
l’uno (foto 15); in questa immagine
si può notare anche il mozzo a
ruota libera dell’Aisin. Concludiamo
con l’impianto frenante che
non è stato modificato e quindi
ritroviamo all’anteriore i freni a
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disco Toyota con pinze a quattro
pistoncini (foto 16) e al retrotreno
quelli a tamburo (foto 17); unica
sostituzione, riguarda i tubi dei
freni che ora sono aereonautici in
treccia d’acciaio e con una maggior
lunghezza per dare tutto l’agio
possibile al movimento dei ponti.
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ELABORAZIONE
IL MOTORE,
LA TRASMISSIONE
E I FRENI
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collegamenti sono tutti realizzati
tramite dei Johnny joint by Currie
Enterprises che dispongono di
nippli per l’ingrassaggio (foto
15). Per quanto riguarda gli
elementi elastici, la scelta, scartata
l’ormai comune conversione a
molle o l’adozione dei coil over, è
ricaduta su degli ammortizzatori
portanti e, nella fattispecie, gli Air
Shocks da 2.5 pollici della King
Shocks (foto 16 l’anteriore e 17
il posteriore); per poter installare
questi elementi, oltre che sui
ponti (foto 18 il posteriore)
sono stati costruiti dei castelli
sul telaio. All’anteriore troviamo
un elemento tubolare a U
rovesciata (foto 19) che entra nel
cofano motore per permettere
all’ammortizzatore di avere la sua
corretta corsa (foto 20); questi
due castelli anteriori sono resi
solidali da una barra duomi che
li collega (foto 21). Al retrotreno,
gli ammortizzatori sono
completamente arretrati e il loro
castello (foto 22) sbuca dentro
il pianale (foto 23), dietro la
panchetta posteriore che è stata
leggermente avanzata; questa
scelta, oltre che per considerazioni
progettuali, è stata adottata
per assecondare il desiderio
del proprietario di mantenere i
quattro posti. Conclude questo
reparto una barra antirock
della Currie Enterprises (foto
24). Sia anteriormente che
posteriormente, troviamo delle
cinghie centrali di fine corsa (foto
25) che limitano la discesa dei
ponti ma non la loro escursione
laterale. Il risultato finale di questo
pregevole intervento lo possiamo
apprezzare osservando le foto
26 e 27 che rendono molto bene
l’idea della mobilità che questo
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SUZUKI SAMURAI BY ACERNI
Le sospensioni, ovvero il cuore
pulsante di questa preparazione,
sono state completamente
riprogettate con l’intento di
installare il collaudatissimo
sistema a 7- link che l’Acerni
Offroad ha da tempo sviluppato
per i Wrangler. Per assolvere a
questa mission, gli interventi
sono iniziati dai ponti, come
detto derivati da un Toyota LJ70,
i quali sono stati completamente
denudati degli attacchi originali
per realizzare quelli nuovi
(foto 1); anche sul telaio sono
stati eliminati i vecchi punti di
ancoraggio degli ammortizzatori
(foto 2) e delle balestre per
ricostruire in una nuova posizione,
che permettesse di allungare
il passo di ben 165 mm, ai vari
ancoraggi. Ovviamente, prima
di fissare il tutto in maniera
definitiva, è stata verificata
in pratica la funzionalità del
progetto realizzato da Pier
Acerni (foto 3). Dopo questa
doverosa introduzione, passiamo
ora a descrivervi nel dettaglio
le geometrie che sono state
applicate a questo Suzuki,
premettendo che non è stato
possibile installare sui longheroni
del telaio la classica piastra by
Acerni che funge da vincolo
per i puntoni e che, quindi, tutti
gli attacchi di questi elementi
sono stati ricostruiti e saldati al
telaio posizionandoli nei punti
più indicati. All’anteriore (foto
4) troviamo un 3-link composto
da due tiranti inferiori (foto 5)
e da uno superiore posizionato
sul lato destro; quest’ultimo a
telaio si vincola sopra l’attacco del
puntone inferiore (foto 6), mentre
al ponte si fissa sopra la boccia del
differenziale (foto 7). Completa
l’avantreno la barra panhard
completamente costruita ex novo
che si collega al telaio (foto 8) e al
ponte (foto 9) tramite dei nuovi
supporti. Al posteriore è stato
installato un sistema a 4-link (foto
10) così composto: due puntoni
inferiori (foto 11) e due superiori
a triangolo che convergono sopra
il differenziale per fissarsi a un
apposito castello (foto 12); anche
in questo caso, gli attacchi a
telaio dei tiranti sono sovrapposti
(foto 13) mentre sull’assale ogni
puntone ha il suo ancoraggio
dedicato (foto 14 inferiore
destro). Come d’abitudine, i
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ELABORAZIONE
LE SOSPENSIONI
E LO STERZO
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4x4 ha acquisito (per darvi un
termine di paragone, la gomme
del tubolare è una 39.5 pollici).
Infine la carrozzeria è stata alzata
con un live body lift di 2,5 cm
(foto 28). L’apparato sterzante
è stato realizzato utilizzando un
kit dell’americana PSC (foto 29)
appositamente assemblato per
questo veicolo comprendente
una scatola servoassistita da
un pistone idraulico (foto 30)
che agisce sul mozzo sinistro
tramite un attacco a Y (foto
31) realizzato su misura, una
pompa situata nel vano motore
(foto 32) e un radiatore per il
raffreddamento dell’olio (foto 33).
La barra di sterzo è stata realizzata
appositamente da Acerni, mentre
quella d’accoppiamento è rimasta
di serie ma riposizionata davanti
al ponte (foto 34), al contrario
rispetto al progetto originale
Toyota, grazie all’inversione
(destro con sinistro e viceversa)
degli attacchi ai mozzi (foto 35).
L’ESTERNO E L’INTERNO
Esternamente questo suzukino
cela molto bene il suo DNA da
fuoristrada estremo e questo
grazie all’attento e preciso lavoro
dell’Acerni Offroad; infatti la
mission di Pier Acerni, che noi di
QUATTROXQUATTRO condividiamo
in toto, è quella di creare dei
4x4 altamente performanti in
fuoristrada pur mantenendo
le linee della carrozzeria più
fedeli possibile all’originale.
Detto questo, analizziamo cosa
è stato fatto dopo un necessario
intervento generale di restauro
che ha visto la sabbiatura e poi
la verniciatura sia del telaio che
della scocca. All’anteriore troviamo
forse l’accessorio più vistoso,
ma necessario, cioè un verricello
della Warn da 9.500 libbre
versione RC (Rock Crawling), una
edizione realizzata dalla Warn per
i prototipi americani con motore
più compatto e rullo più stretto
che alloggia solo 20 metri di cavo
(foto 1) fissato tramite un’apposita
piastra (foto 2) ampiamente
alleggerita, disegnata e realizzata
su misura dallo staff Acerni, e dal
successivo posizionamento di un
paraurti tubolare, del diametro di
40 mm, con incorporato un piccolo
stinger che conferisce un carattere
molto grintoso a questo 4x4
(foto 3). Lateralmente troviamo
dei robusti sottoporta sempre by
Acerni (foto 4) e i parafanghini
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maggiorati della Bushwacker
(foto 5) che permettono di
contenere molto bene le gomme
generose. Osservando questo
Suzuki lateralmente, forse meno
visibile a un’occhiata superficiale,
si può notare che entrambi i
passaruota non si trovano nella loro
posizione normale, ma sono stati
ridisegnati (foto 6 l’anteriore e 7 il
posteriore) sia per lasciare spazio al
movimento degli pneumatici, sia
per assecondare l’allungamento
del passo; questo intervento ha
altresì richiesto di spostare indietro
il bocchettone del carburante
(foto 8). Il posteriore di questo
fuoristrada è rimasto invariato e
presenta ancora il paraurti originale
con incassati i suoi fari (foto 9), ma
anche qui un attento osservatore
potrà accorgersi che il serbatoio
è molto arretrato (foto 10) e ciò
è dovuto alla necessità di lasciare
più spazio disponibile al ponte
posteriore per i suoi movimenti;
questa modifica è stata possibile
ricostruendo la parte terminale
del telaio (foto 11). Gli pneumatici
scelti, ben proporzionati al corpo
vettura, sono degli Ziarelli Brutale
nella misura 235/85R16 montati
su dei cerchi Beadlock in lega 8x16
offset 0 della TrailReady (foto 12).
L’interno, molto ben curato, non
presenta alcun tipo di modifica:
troviamo dei sedili sportivi (foto
13) abbinati a un volante a calice e
a delle pedaliere racing (foto 14).
Unica aggiunta sul cruscotto sono i
comandi ARB per azionare i blocchi
dei differenziali (foto 15). Infine,
molto difficile da rilevare, citiamo
il roll bar centrale ad arco (foto
16) costruito ex novo sempre dalla
Acerni Offroad e più robusto, per
garantire una migliore protezione
all’equipaggio. Per darvi un’idea
della qualità del lavoro eseguito
dall’Acerni Offroad, vi mostriamo
nella foto 17 come era questo
Suzuki prima che iniziassero i lavori
e nella foto 18 il risultato finale.
IL PREPARATORE
CARROZZERIA ACERNI SNC
Via Giovanni XXIII, 3
43040 Varano de’ Melegari ( PR )
Tel. 0525-53231
Fax: 0525-550519
Web: www.acerni.it
Blog: http://acerni.blogspot.com
Email: [email protected]
Referenti: Tonino e Piermarco Acerni,
Nicola Bondi, Germano Frigeri
Inizio attività anni ‘60
Specializzazione: preparazione e
restauro di auto e fuoristrada
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LE MODIFICHE E I COSTI
MOTORE, TRASMISSIONE E FRENI
Motore Suzuki Swift
1500
Super ridotte400
Supporto protezione riduttore Calmini: 190
Protezione in acciaio del riduttore
220
Distanziale in alluminio albero 30
trasmissione anteriore
Ponti Toyota LJ70 (2)
800
Bloccho ARB al 100% del differenziale (2)
2000
con compressore
Distanziali in alluminio (4)
180
Tubi freni aereonautici (4)
160
SOSPENSIONI E STERZO
Realizzazione 7-link by Acerni Offroad
2000
Ammortizzatori Air Shocks della Kink Shocks (4) 1700
Kit sterzo PSC e modifiche
1900
ESTERNO E INTERNO
Piastra verricello by Acerni Offroad
250
Verricello Warn 9.5 RC
1600
Paraurti tubolare by Acerni offroad
1200
Sottoporta by Acerni Offroad (2) 800
Parafanghi Bushwacker (4) 550
Pneumatici Ziarelli Brutale 235/85R16 (4) 750
Cerchi TrailReady Beadlock in lega 8x16 (4) 1650
Modifiche carrozzeria
2000
Roll bar centrale ad arco by Acerni Offroad 600
SUZUKI SAMURAI BY ACERNI
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Prezzi in euro Iva inclusa, manodopera esclusa
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