Impianti elettrici industriali a cui viene aggiunto un
fotovoltaico in scambio sul posto: problematiche di
rifasamento
Nell’impianto elettrico industriale “standard”, in
genere costituito da utenze passive e da
rifasamento, i flussi delle potenze sono
univocamente determinati: l’impianto assorbe
potenza attiva Pu e potenza reattiva induttiva Qu.
Il rifasatore modula l’apporto di potenza reattiva
capacitiva Qr affinchè nel complesso la potenza
reattiva induttiva richiesta alla rete (Qu - Qr) si
mantenga entro valori tali da non provocare la
presenza delle penali in bolletta.
Se all’impianto elettrico industriale standard,
viene aggiunto un fotovoltaico “in scambio sul
posto”, il flusso della potenza attiva non è più
univocamente determinato: oltre alle potenze
descritte sopra, entra in gioco la potenza attiva
Pf generata dal fotovoltaico.
Il contatore dell’ente fornitore deve essere in
grado di registrare sia le energie consumate
dall’impianto che quelle eventualmente
erogate: il contatore standard viene sostituito
con un contatore bidirezionale, in grado di
registrare le potenze attive che fluiranno in
entrambe le direzioni, a seconda che Pf sia
maggiore o minore di Pu.
Problematiche di rifasamento di un impianto con fotovoltaico in scambio sul posto
1) La potenza attiva erogata dall’impianto fotovoltaico e “consumata sul posto” dalle utenze
dell’impianto porta ad una riduzione dei consumi globali di energia attiva registrati dal contatore
dell’ente fornitore. Il cos phi medio dell’impianto quindi si riduce, perché i consumi di energia reattiva
dell’impianto rimangono gli stessi.
Il rifasatore esistente può risultare insufficiente a rifasare l’impianto nella nuova situazione: se non
riesce a portare il cos phi medio dell’impianto a 0,9, in bolletta compariranno le penali per basso cos
phi come da delibera 348/2007 dell’AEEG (queste penali sono applicate ad impianti con potenza
impegnata maggiore o uguale di 16,5kW).
2) Se in determinate situazioni l’impianto fotovoltaico genera una potenza attiva maggiore di quella
richiesta dalle utenze (ovvero se Pf > Pu), l’impianto complessivamente eroga alla rete potenza
attiva ma continua ad assorbire potenza reattiva. In queste condizioni è possibile che il rifasatore
non funzioni: tipicamente i rifasatori sono impostati per funzionare solo sul quadrante P/Q “di utente”
allo scopo di correggere automaticamente eventuali errori di installazione del TA. Il cos phi medio
dell’impianto potrebbe subire un sensibile ulteriore abbassamento.
3) Se l’inverter dell’impianto fotovoltaico introduce delle armoniche di corrente in rete, queste
possono interagire con il rifasatore e provocare:
- il blocco del rifasatore: l’impianto molto probabilmente si troverà a pagare le suddette penali,
anche con importi rilevanti.
- il rapido degrado del rifasatore: per alcuni mesi in bolletta non compariranno penali, ma poi la
perdita di efficacia del rifasatore si evidenzierà in penali via via più salate al passare dei mesi.
- il blocco dell’inverter a causa di fenomeni di risonanza: l’impianto fotovoltaico non erogherà più
potenza, e se ne perderanno i benefici economici, fino alla soluzione del problema.
Soluzioni
1) Analizzare attentamente le bollette dell’energia dei mesi successivi alla messa in servizio
dell’impianto fotovoltaico, verificando che non siano riportate penali per basso cos phi ovvero che
l’energia attiva consumata dall’impianto sia più del doppio di quella reattiva. In caso contrario,
contattate la nostra organizzazione commerciale per individuare la miglior soluzione di rifasamento
per l’impianto.
2) Tutti i rifasatori ICAR di attuale produzione possono funzionare anche sui quadranti di
generazione: basta parametrizzare in modo opportuno i regolatori elettronici di cos phi. Consultate i
relativi manuali.
3) Per impianti con fotovoltaico in scambio sul posto, consigliamo l’utilizzo di rifasatori con induttanze
di blocco e realizzati con condensatori in carta bimetallizzata: gli unici in grado di garantire una
durata equiparabile a quella dell’impianto fotovoltaico.
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